Le SLIDING DOORS delle FUNICOLARI: SUPERSTAR in Svizzera, ABBANDONATE in Lombardia

In Canton Ticino sono delle grandi attrazioni turistiche, in Lombardia hanno il futuro appeso a un filo

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La sliding doors delle funicolari. Se si trovano oltre il confine sono valorizzate come attrazioni turistiche da promuovere a livello nazionale e internazionale. Ma se si trovano dall’altra parte della frontiera il loro destino è appeso a un filo. Con danni non solo per il turismo ma soprattutto per chi ci vive. 

Le SLIDING DOORS delle FUNICOLARI: SUPERSTAR in Svizzera, ABBANDONATE in Lombardia

# Il Canton Ticino e le funicolari superstar

Funicolare Lugano – Credits: ticino.ch

Sono una delle sue principali attrazioni. Basta digitare sui motori di ricerca “attrazioni del Canton Ticino” e tra i primi posti appaiono loro, le funicolari. Addirittura esiste una sezione a loro dedicata sul sito di promozione turistica del Canton Ticino. “In Ticino trenini di montagna, funicolari e funivie permettono di raggiungere facilmente vette, paradisi naturali, punti panoramici e molte altre bellezze montane della regione”, così si apre la sezione del sito. Nel solo Cantone sono 25.

Bar Funicolare – Lugano

Tra le più celebri: la Ferrovia del Monte Generoso, che sul versante italiano è raggiungibili solo a piedi, e le due celebrità di Lugano, la Funicolare del Monte Bré e quella per il Monte Salvatore, entrambe promosse in tutta la regione e pure oltre frontiera. Sì, in Lombardia, dove il destino delle funicolari può essere molto diverso. 

# La splendida funicolare liberty abbandonata da mezzo secolo

Se si va dall’altra parte del lago di Lugano, sul versante italiano, le cose cambiano. Dove un tempo c’era una spettacolare funicolare liberty oggi rimangono solo delle rovine da cui si possono ammirare quelle più fortunate che sfrecciano su e giù sopra Lugano. Era un gioiellino, una funicolare liberty che collegava Lanzo d’Intelvi con Santa Margherita, borgo sulle rive del lago, di fronte a Lugano. La funivia è abbandonata da decenni, rendendo così Santa Margherita un paese fantasma, raggiungibile solo in battello, e privando la valle più vicina a Milano di una potenziale attrazione per un turismo nazionale e internazionale.

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L’opera fu costruita ai primi del Novecento e consentiva una visione panoramica senza eguali sul lago di Lugano durante i 18 minuti con cui si colmava il dislivello di circa 600 metri dalla riva del lago sottostante al bellissimo belvedere di Lanzo. Ai tempi era una meta turistica molto famosa, tanto che erano venduti biglietti cumulativi comprensivi di viaggio in ferrovia da Milano Centrale, gita in piroscafo sul lago e salita in funicolare al belvedere. L’attività rimase in essere fino al 1977 quando, alla scadenza della concessione, cessò l’esercizio e la funicolare fu abbandonata.

Ora sul Belvedere ci sono i resti della funivia. Non si possono neppure visitare benché siano come un museo a cielo aperto. Per riattivare la struttura esiste un Comitato. Secondo le sue stime basterebbero 10 milioni di euro per riportarla in esercizio. Una cifra che, pare, Regione Lombardia non abbia intenzione di sostenere.

Lasciando così le rovine puntate proprio verso le spettacolari funicolari di Lugano che nelle sliding doors delle funicolari hanno preso la parte giusta. Pochi chilometri e la storia delle funicolari interrotte si fa perfino più assurda. 

Leggi anche: Santa Margherita, il borgo fantasma sul lago

# La funicolare sul Lago di Como chiusa a tempo indeterminato

Ph. http://www.aapigra.it/

Pochi chilometri separano il lago di Lugano da quello di Como. Un territorio unico al mondo che attira turisti da ogni parte del pianeta. Monti a picco sull’acqua del lago che si aprono in vallate con picchi su panorami unici al mondo. Mentre sul versante ticinese i monti sono uniti alle acque attraverso funicolari spettacolari tutto cambia se si passa sul versante italiano. Non solo la funicolare liberty di Lanzo abbandonata da mezzo secolo. La new entry è quella che era più affascinante e anche utile sulle rive del lago: la funicolare che portava dal lago (Argegno) a Pigra. Un paese con una vista fantastica, una perla sul monte altrimenti raggiungibile solo tramite una strada tortuosa e da brividi. La funicolare per Pigra era una grande attrazione e dava vita al paese, ma da alcuni mesi è incredibilmente chiusa.

Il 17 ottobre 2022 è partita l’ultima corsa. Da allora tutto è fermo. Scf Monterosa, la società che dirige la funivia, ha annunciato il ritiro “per carenza di personale e problemi di salute” del caposervizio Carlo Samonini. Non si tratta dunque di problemi economici, anche perché le funicolari in servizio non possono chiudere in perdita: le eventuali minusvalenze vengono coperte da regione Lombardia. In questo caso occorre un nuovo bando da parte di Atpl che dà in gestione gli impianti di risalita regionali. Doveva essere una pausa di pochi giorni, siamo già a cinque mesi e nulla si vede all’orizzonte. Quindi qual è il problema? Sembra che per la nuova concessione l’ente regionale voglia attendere la scadenza delle altre concessioni in regione per metterle a gara tutte assieme. Il problema è che nell’attesa, a differenza degli altri impianti che vanno in scadenza, la funicolare di Pigra è chiusa. E più si aspetta più si mette a rischio il futuro del paese. 

La preoccupazione per abitanti e turisti è che Pigra, senza funivia, possa seguire la sorte di Santa Margherita, diventando un altro borgo fantasma: “Se non riapre per l’estate il paese rischia di morire”, dicono dall’associazione “Amici di Pigra”. E pensare che il sindaco Giovanni Balabio ha grandi idee per l’impianto. Ha avallato infatti un progetto per dotare la funicolare di un’illuminazione notturna per renderla ancora più attraente per i turisti che popolano il lago nei mesi più caldi. Ma non ha fatto i conti con l’autosabotaggio della politica per cui il destino anche di questa funicolare rimane appeso a un filo. 

Continua la lettura con: L’isola tra i laghi a un’ora da Milano

ANDREA ZOPPOLATO

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Andrea Zoppolato
Più che in destra e sinistra (categorie ottocentesche) credo nel rispetto della natura e nel diritto-dovere di ogni essere umano di realizzare le sue potenzialità, contribuendo a rendere migliore il mondo di cui fa parte.