Scambi record nel 2022 tra Cina e Russia. Questo nell’anno delle sanzioni Occidentali contro il Paese governato da Vladimir Putin. Un dato che pone seri interrogativi. Pubblichiamo estratti tradotti dell’articolo della Reuters China’s 2022 trade with Russia hit record $190 bln – customs
CINA e RUSSIA: interscambio alle STELLE. Il mondo sta girando a EST?
“Il commercio della Cina con la Russia ha raggiunto la cifra record di 1,28 trilioni di yuan (190 miliardi di dollari) lo scorso anno, ha dichiarato il governo venerdì scorso, anche se le importazioni della Russia dall’Unione europea sono diminuite a causa delle sanzioni relative all’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca.” (…)
“Le spedizioni di merci cinesi in Russia sono cresciute per sei mesi consecutivi. La Russia ha più che raddoppiato le sue esportazioni di petrolio liquefatto verso la Cina nel 2022 (…). Le importazioni cinesi di gas naturale russo attraverso il gasdotto Power of Siberia dovrebbero aumentare di almeno il 50% nel 2022, secondo il principale produttore russo, Gazprom. Le importazioni cinesi di greggio dalla Russia sono aumentate del 10% su base annua nei primi 11 mesi a quasi 80 milioni di tonnellate.” (…)
Le esportazioni dalla Cina in Russia “a dicembre sono in aumento dell’8,3% rispetto allo stesso mese dello scorso anno”. Le importazioni dalla Russia in Cina “sono aumentate dell’8,3%”.
“Russia e Cina sono pronte a riprendere i viaggi reciproci (sospesi per il Covid ndr) il prima possibile e ad approfondire la loro cooperazione strategica, ha dichiarato questa settimana Zhang Hanhui, ambasciatore cinese in Russia.”
Jacknbc nel video di Moto.it ci porta a scoprire quali sono gli incroci, le vie e le corsie preferenziali dove è più probabile fare un incidente. Si parte dall’incrocio più pericoloso: piazza Napoli sulla Circonvallazione esterna, forse la più rischiosa, anche per colpa di chi invade la preferenziale. Anche la circonvallazione interna, dove si assiste a un incidente in diretta, con il suo asfalto viscido quando piove. Poi si passa a piazza Cinque Giornate con i suoi binari e il suo pavé. Quindi il terribile incrocio tra Corso Magenta e via Carducci con il suo dedalo di binari. Binari, pavé, auto imbizzarrite: questi i brividi che si provano percorrendo Milano su due ruote. Il suo consiglio: “Anche se è verde rallentate quando attraversate un incrocio”.
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Milano potrebbe fare di più per i suoi locali e negozi storici? Sicuramente sì. Anche perchè molti di loro costituiscono un’attrattiva come i monumenti che si trovano in città. Queste alcune delle insegne storiche che non hanno riaperto le saracinesche negli ultimi anni.
LOCALI STORICI lasciati CHIUDERE negli ultimi tempi a Milano
#1 Bar Rattazzo
Generazioni di giovani milanesi hanno preso qui un drink o una birra da bere nei giardini circostanti. Una tradizione quasi come l’aperitivo. Ma su cui è calato il sipario. Dopo la morte di Pietro Rattazzo, storico volto e anima del Bar Rattazzo in attività nel quartiere Ticinese dal 1961, il locale aveva provato a rimanere in piedi. Le difficoltà aggravate dall’emergenza sanitaria hanno costretto gli eredi a chiuderlo nel 2020.
Una delle prime gelaterie di Milano: aperta nel 1952 dai fratelli Toldo, provenienti dalla Val di Zoldo, nel cuore di Brera in via Ponte Vetero. Ingrandita negli anni trasformandosi in una gelateria polifunzionale con servizio dalla colazione all’aperitivo serale, nel 2020 ha lasciato spazio a un negozio di abbigliamento.
#3 Mariposa
Mariposa in Porta Romana è stato per anni il punto di riferimento per i milanesi, e non solo, che cercavano rarità discografiche. Qui si potevano trovare dischi, film, biglietti per concerti. Dal 2012, complice la crisi del settore, il locale si era trasformato in bar per fare colazioni, pranzi veloci e aperitivi con un rimando alla vecchia attività. Nel 2021 la chiusura a causa del Covid e l’arrivo al suo posto del famoso locale romano “Trapizzino – La vineria” che propone le classiche ricette dello street food della capitale.
Tra i bar storici della città che hanno cessato l’attività c’è Crocetta Milano 1982, con il punto vendita in via Baracchini all’angolo con piazza Diaz. Il 2022 è stato l’anno fatale, tra l’altroin una parte della piazza con altri locali chiusi da tempo, compreso il Grand Hotel Plaza.
Sempre nel 2022 dopo trentacinque anni di attività ha chiuso i battenti un simbolo della cultura enogastronomica meneghina: il Pont de Ferr. La celebre clair che si affaccia sul Naviglio, e che nel 2011 aveva ottenuto il riconoscimento della stella Michelin, non riaprirà più per deliziare i palati dei milanesi.
Il 2022 è stato anche l’anno dello stop definitivo per Killer Milano la discoteca nata dalle ceneri del “mitico” Plastic che così consuma definitivamente la sua storia gloriosa. Il locale di Andrea Marconetti in viale Umbria ha abbassato per sempre le serrande.
La Pasticceria Supino di via Cesare da Sesto in Porta Genova, famosa per la bontà dei suoi cannoncini ripieni di crema, ha cessato all’inizio del 2022. I titolari della prima pasticceria a entrare nella Guida Michelin, anche grazie a una mitica torta cioccolato e pere, dopo oltre 50 anni non sono riusciti a trovare nessuno in grado di proseguire l’attività.
#8 Blanco
Credits blancobarmilano IG – Blanco Milano
Blanco, lo storico locale all’angolo tra piazzale Lavater e via Morgagni in porta Venezia punto fermo per oltre un decennio della movida milanese e della comunità LGBT, ha chiuso alla fine del 2022.
#9 Pizzeria Sibilla
Credits goof_shimura_soffet IG – Pizzeia Sibilla
A causa dei costi troppo alti di gestione ha abbassato le serrande a novembre del 2022 la pizzeria Sibilla, ristorante storico di via Mercato a Milano, in zona Brera. Il locale famoso nella zona per la sua pizza napoletana rigorosamente cotta nel forno ha posto la parola fine alla sua storia dopo 79 anni, aveva inaugurato nel 1943.
#10 Pasticceria Vecchia Milano
Credits postibelliamilano IG – Pasticceria Vecchia Milano
Il 1 gennaio 2023 dopo 51 anni di attività ha chiuso definitivamente la storica pasticceria Vecchia Milano in zona Acquabella-Argonne. Un vero paradiso dei dolci con pasticcini mignon, praline, biscottini da tè, lievitati, bellissime torte classiche e decorate e i panettoni, il locale è stato uno dei primi a proporli tutto l’anno.
Molta musica, molto teatro, laboratori (anche per bambini) e perfino un angolo di Francia alle porte di Milano. Ecco cosa ci aspetta nel fine settimana del Carnevale di chi non è di Milano.
Il weekend del CARNEVALE dei NON MILANESI: gli appuntamenti da non perdere dal 17 al 19 febbraio #ToDoMilano
Omaggio a John Williams: le colonne sonore di John Williams agli IBM Studios, a partire dalle 21.00, eseguite dai solisti di Milano Classica.
Voodoo Mars: amici appassionati del Rockabilly, ecco la vostra serata! La band misteriosamente rapita dagli alieni negli anni ’60 torna, insieme al marziano, alla Scighera. Atterraggio previsto alle 21.00.
Freddie & The Cannonballs: il blues anni ’50 e una puntatina al sound anni ’60, con la band svizzera capitanata da Federico Albertoni, che sbarca al Bonaventura Music Club di Buccinasco. Inizio alle 21.30.
Sotterranea Live: la musica underground è la protagonista della serata al Magnolia di Segrate. Sul palco si avvicendano Daykoda, Ze In The Clouds e Dave. Inizio alle 22.00.
Mary and the Quants: il weekend ospita una band milanese che mixa beat, pop, Motown e British Invasion anni ’80. È la serata Bandiera gialla dello Spirit de Milan, che inizia alle 22.30.
Single Party: il tributo ai single è la coccola che l’Alcatraz dedica a chi ha passato San Valentino da solo/a. Si inizia alle 23.00 e sul palco ci sono i Divina.
Mamacita party: la proposta del Fabrique per la prima lunga notte del weekend è la selezione di hip-hop e r’n’b. Inizio alle 23.30.
Ricardo Villalobos: l’asso della musica elettronica è in console ai Magazzini Generali, nella notte del venerdì milanese. Si comincia alle 23.30 e si finisce sabato mattina.
#Sabato 18/2: l’altro derby di Milano, Baglioni e il Carnevale dei “non milanesi”
Claudio Baglioni – Credits: Paolo Talanca
Evviva il Coding!: laboratori di programmazione informatica, per bambini e ragazzi, dai 7 ai 17 anni, divisi per fasce di età. Dalle 10.00 alle 12.30 un’introduzione divertente a quella che pare essere una materia del futuro. Presso il Centro Spazio Vita Niguarda di p.zza Ospedale Maggiore 3.
We Can Do It!: workshop di meccanica della bicicletta, tutto al femminile. Presso Cascina Nascosta, nel Parco Sempione, dalle 10.30 alle 12.30 o dalle 14.30 alle 16.30.
Mini Derby Monza Milan: 23^ giornata del campionato allo Stadio di Monza, dove i padroni di casa ospitano i rossoneri di Pioli. Fischio d’inizio alle 17.00.
Inter Udinese: alle 19.45 è invece il turno dei bauscia nerazzurri, che affronteranno l’Udinese sul prato di San Siro.
Le nove stagioni o dell’autunno perduto e ritrovato: le 4 stagioni della natura insieme alle stagioni della musica, proposte da Ensamble Giulio Rusconi al Teatro De Silva di Rho. Vivaldi, insieme a Piazzolla e all’autunno di Galante, sono gli ingredienti di questo spettacolare evento che inizia alle 21.00.
Senza rete: i comici del web si catapultano (senza rete di protezione) sul palco dello Zelig. Come sarà l’impatto col pubblico? Si scoprirà alle 21.00.
Faber is Back: tributo a Fabrizio De André che cade il giorno della nascita del compianto anarchico genovese. In programma al Bonaventura Music Club di Buccinasco alle 21.30.
Rina Sawayama: la modella e cantante giapponese, britannica di adozione, è la proposta del sabato sera al Fabrique. Lo spettacolo inizia alle 21.00.
Aqua: unica data italiana per i danesi di Barbie Girl. Scelgono Milano e si accomodano al Forum di Assago, per lo spettacolo in prima serata delle 21.00.
Claudio Baglioni: Solo 12 Note Bis arriva al Teatro degli Arcimboldi, per riunire il cantautore romano con i suoi fans milanesi. La prima delle 12 note è alle 21.00.
Magpie Swing Quartet: lo swing anni ‘30/’40, delicato e malizioso nell’interpretazione del Quintet, è il dopo cena dello Spirit de Milan. Inizio spettacolo alle 22.30.
Zarro Night speciale Carnival Party: è il carnevale dei giargianés e si può godere un’anteprima nella serata del Live Club a Trezzo s/Adda. Inizio alle 23.00 col peggio dell’outfit e delle cose tamarre.
#Domenica 19/2: mercatini, tango e la prima volta di un cantautore alla Scala
Omaggio a Rudolf Nureyev – Credits: Trendiest Mag
Acqua al Mulino: visita di 30 minuti alle macine in pietra del Mulino di Chiaravalle, attivate dalle 10.00 alle 13.00 dall’acqua proveniente da Nosedo. Tutta la meccanica visibile, tanti slot disponibili.
Von Fries, il banchiere di Beethoven: per la rassegna Palazzo Marino in Musica, concerto gratuito di Francesca Bonaita (violino) e Martina Consonni (pianoforte) che eseguono due sonate di Beethoven. Inizio previsto alle 11.00 di mattina nella Sala Alessi.
60×60: originale mercatino di @flugmarket, che mette a disposizione uno spazio di 60 cm² per ogni espositore ed artigiano. Dalle 12.00 alle 19.00 all’Ostello Bello di via Medici 4.
Giocomerenda, un Museo da Record: visita per bambini dai 4 ai 12 anni alla ricerca dei record esposti al Museo del Tessile di Busto Arsizio. Prenotazione obbligatoria delle visite che hanno luogo dalle 15.30 alle 17.00.
Tangos: il Balletto di Milano esegue tanghi e milonghe alla ricerca di una moderna forma di espressione nel genere. In programma al Teatro Pime alle ore 17.00.
Degustazioni Letterarie: il Teatro Manzoni apre il suo foyer per la formula della lettura teatrale e la degustazione di vini. Questa settimana Il Richiamo della Foresta, letto da Davide Remondini, alle ore 20.00.
Paolo Conte: per la prima volta un cantautore si esibisce sul palco del Teatro Lirico più celebre al mondo. Accompagnato da un ensamble di musicisti e una scaletta studiati per l’occasione, Paolo Conte attende il pubblico alle ore 20.00.
Larry Goldings Trio: tre leggende della musica jazz festeggiano i 30 anni del lor trio al Blue Note. Dalle 20.30 lo spettacolo di Larry Goldings (organo), Peter Bernstein (chitarra) e Bill Stewart (batteria).
Omaggio a Rudolf Nureyev: etoile e primi ballerini provenienti dalle compagnie più prestigiose del mondo, renderanno omaggio al più grande di tutti. Il tributo va in scena al Teatro degli Arcimboldi, con inizio alle 20.30.
Ridete piano che sto dormendo: c’è spazio anche per il monologo femminile di Federica Ferrero, che dal palco dello Zelig Cabaret racconta pregi e difetti di questo mondo. Sipario alle 21.00.
Trivium + Heaven Shall Burn: brividi metal per il concerto che vede le due band alternarsi sul palco dell’Alcatraz. L’inizio della serata è fissato alle 21.00.
#Intero weekend: trovare un angolo di Francia o allattare capretti in Brianza, mentre in città domina il teatro di prosa
Mercatino regionale francese – Credits: Mete Weekend
Mercatino Regionale Francese: nuova edizione del trionfo enogastronomico d’oltralpe, che si tiene a Monza in piazza Trento e Trieste. Da venerdì a domenica, dalle 12.00 alle 20.00 è aperto il piccolo angolo di Francia brianzolo.
Allattamento capretti: attività per bambini dai 7 anni in su, organizzata da Cascina Bagaggera, in via Bagaggera 25 a La Valletta in Brianza. Sabato e domenica disponibili diversi slot. Info QUI.
Orgasmo e pregiudizio: amato dal pubblico di mezzo mondo da oltre 15 anni, arriva al Teatro San Babila da venerdì a domenica. Spettacoli serali alle 20.00, domenica pomeridiana alle 15.00.
Grasse Matinèe: due donne dialogano del senso della vita e della morte. Sono due ospiti del cimitero e ne parlano tra leggerezza e profonda pesantezza. In scena al Teatro AltaLuce, venerdì e sabato alle 20.30.
Col cavolo: monologo-delirio ortofrutticolo di e con Carlo Maria Rossi. Tutti, ma proprio tutti, i doppi sensi vegetali al Teatro Oscar, da venerdì e sabato alle 20.30, o domenica alle 16.00.
Psycho Killer: il vaso di pandora scoperchiato da un ghostwriter delle serie TV. In scena al Teatro Litta da venerdì a domenica. Spettacoli serali alle 20.30, domenica alle 16.30.
Fake: uno sguardo lucido sul mondo patinato degli attori di cinema e TV, sezionato con chirurgica precisione da Lorenzo Balducci nella nuova stand up comedy in scena all’Eco Teatro. Venerdì e sabato spettacoli alle 20.45, domenica alle 16.00.
Nel corso dei decenni e dei secoli sono state molte le trasformazioni urbanistiche che hanno avuto luogo in città, ma alcune strade sono rimaste ancora come un tempo. Come queste dieci.
Le STRADE MILANESI rimaste UGUALI a come erano una VOLTA
#1 Via Brera
Credits Milano sparita a da ricordare Fb – Via Brera
Nella foto si può vedere via Brera negli anni ’50. La differenza con oggi è che il transito dei veicoli a motore è vietato eccetto autorizzati.
#2 Via Borgonuovo
Credits Milano sparita e da ricordare Fb – Via Borgonuovo
In Brera un’altra via che non ha cambiato di molto l’aspetto è via Borgonuovo.
#3 Via Broletto in Cordusio
Credits milano sparita e da ricordare FB – Via Broletto anni ’20 e oggi
Nei pressi di piazza Cordusio troviamo via Broletto che ha mantenuto ancora oggi i binari tranviari e il pavé, mentre alcuni edifici hanno cambiato aspetto.
#4 Via Manzoni
Credits stagniweb – Via Manzoni-piazz della Scala
A pochi passi dal Duomo ecco via Manzoni e piazza della Scala con il pavé, i tram e gli edifici identici a come si vedono ora.
#5 Piazza San Sepolcro nel cuore antico della città
Milano Sparita – Piazza San Sepolcro
Piazza San Sepolcro, nel cuore più antico della città, e le vie laterali dell’Ambrosiana e del Cardinal Federico non sono sostanzialmente cambiate. L’unica modifica degna di nota è lo spostamento della statua di Federico Borromeo all’interno della cancellata che delimita la chiesa.
Credits Milano sparita e da ricordare Fb – Vicolo Lavandai
Lungo il Naviglio Grande una piccola strada che è rimasta immutata nel corso del tempo è Vicolo dei Lavandai, dove le donne lavavano i panni.
#7 Incrocio tra viale Gorizia e via Vigevano
Credits Milano sparita a da ricordare Fb- Incrocio via Vigevano
Sul lato sinistra della Darsena l’incrocio tra via Vigevano e viale Gorizia non è molto diverso da come appare oggi. L’edificio al centro dell’immagine è quello che si può vedere ricoperto da un murales passandoci ai giorni nostri.
#8 Via Conte Rosso in Lambrate
Credits Milano sparita e da ricordare Fb – Luca Sassi – Via Conte Rosso
In zona Lambrate si può trovare via Conte Rosso, rimasta identica a come era un tempo e ben conservata.
#9 Via Pusiano in zona Cimiano
Credits Milano sparita a da ricordare Fb- Via Pusiano ieri e oggi
In zona Cimiano la via Pusiano è rimasta pressoché identica al passato, salvo gli edifici sulla destra, comprese le auto in divieto di sosta.
#10 Via degli Imbriani al Derganino
Credits Milano Sparita – Via degli Imbriani
Nella periferia nord della città, nel quartiere di Derganino, c’è via degli Imbriani che non è cambiata dagli inizi del ‘900.
Pubblicata l’ultima classifica sui “formaggi più buoni del mondo” a cura di Taste Atlas. Si mette la parola fine sulla eterna sfida tra Italia e Francia? Giudicate voi.
ITALIA, Campioni del Mondo dei FORMAGGI: la classifica definitiva
# Otto dei primi dieci sono italiani
Risultato schiacciante. Otto dei dieci formaggi più buoni del mondo sono prodotti in Italia. Non solo: i primi quattro sono tricolori. E non è il tricolore francese. Anzi. Malgrado la convinzione tra i cugini transalpini, per trovare il primo formaggio di terra di Francia bisogna scendere fino al tredicesimo posto. Uno smacco colossale per Macron & C.
# I formaggi più buoni del mondo
Al primo posto il Parmigiano Reggiano. Di sicuro il formaggio più copiato e falsificato del pianeta. Al secondo posto ci si avvicina alle porte di Milano con il Gorgonzola Piccante. Seguono poi la Burrata pugliese e un altro prodotto a noi vicino: il Grana Padano originato a Chiaravalle. Dopo l’intrusione dell’Oaxaca messicano si torna a casa con il sesto posto di un altro prodotto unico al mondo: lo Stracchino. Completano la top 10 trionfale la Mozzarella di Bufala della Campania e il Pecorino nella versione sarda e in quella toscana. Altro formaggio lombardo nella top 10 è il Taleggio in diciassettesima posizione. Per trovare i formaggi francesi bisogna armarsi di pazienza e scorrere in basso la classifica.
Tra i francesi che si incazzano/E i giornali che svolazzano/C’è un po’ di vento, abbaia la campagna/E c’è una luna in fondo al blu.
Un nuovo grattacielo si prepara a spuntare nello skyline milanese: la Torre Faro. Sarà il primo della zona sud della città e nella classifica delle altezze si piazzerà al sesto posto, di poco dietro a Palazzo Lombardia. Assieme alla costruzione della torre verrà riqualificata anche tutta l’area circostante tra Piazza Trento, Viale Toscana e il piazzale antistante la Chiesa di Sant’Andrea in Via Crema.
Da anni ormai tutta l’area a sud dello scalo è in fermento e in trasformazione grazie alla realizzazione della Fondazione Prada, la sede Fastweb e tutto il progetto Symbiosis, con la nuova sede di LVMH, e ora con l’avvio del cantiere per Villaggio Olimpico delle Olimpiadi 2026. Oltre alla Torre Faro sono però altri i progetti in partenza nella città.
Il “FARO DI MILANO”: il nuovo GRATTACIELO di 144 metri con GIARDINO PANORAMICO e BELVEDERE sopra Milano
# La Torre Faro sarà il primo grattacielo per il sud Milano: 144 metri di altezza per 28 piani
Rendering Acpv – Torre Faro
Fra qualche anno anche il sud di Milano avrà il suo grattacielo: si chiamerà Torre Faro”, sarà alta 144 metri per 28 piani complessivi e disporrà di innovativi sistemi di efficienza energetica ed eco sostenibilità. Il progetto della nuova sede di A2a, multiutility di energia e rifiuti di Milano e Brescia, è stato presentato ufficialmente alla fine del 2020 alla Commissione urbanistica del Municipio 5.
Credits: Urbanfile - Progetto riqualificazione area
Credits: Urbanfile - Planimetria riqualificazione area
Si inserisce nel contesto di rigenerazione urbana prevista dal Pgt di Milano 2030, che contempla anche la riqualificazione dell’intera piazza Trento, della parrocchia Sant’Andrea e di tutta la zona fino alla nuova sede A2A. Gli ultimi dettagli sulla parte pubblica dell’investimento saranno definiti nei prossimi mesi.
# Forma tubolare, giardini pensili e belvedere panoramico
Gallery Torre Faro A2A e riqualificazione aree circostante
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Credits: fanpage.it - Torre Faro A2A
Credits: fanpage.it - Torre Faro A2A
Torre Faro A2A
Veduta Torre Faro da Viale Toscana
Veduta Torre Faro da sud
Veduta bassa Torre Faro
Credits: Urbanfile - Cascata acqua
La caratteristica più importante del grattacielo, progettato dallo studio di architettura Antonio Citterio – Patricia Viel, sarà la sua forma tubolaree un’originale spaccatura a circa 61 metri di altezza con dei giardini pensili.
Credits, ACPV – Sezione parziale della torre con il Museo dell’Energia riqualificato
Sono previsti due serie di piani di uffici incorniciati dalla spaziosa hall d’ingresso al piano terra, con un cortile verde che collegherà la nuova sede al Museo dell’Energia, un edificio esistente che sarà riqualificato. A questo si aggiungono due ambienti panoramici: lo sky garden, che sarà alto circa tre piani, e un belvedere che con molta probabilità sarà accessibile al pubblico ad un’altezza di 125 metri.
# Il punto sui cantieri e la data di inaugurazione
I cantieri preparatori sono iniziati alla fine del 2022, con la bonifica e le operazioni propedeutiche allo scavo delle fondamenta. La conclusione dei lavori è prevista nel 2025, anche se al momento sembrano un po’ a rilento, mentre l’inaugurazione per le Olimpiadi del 2026 con il graduale ingresso dei 1.500 dipendenti dislocati oggi nelle varie sedi.
Ma le novità non sono finite. In arrivo anche due grattacieli in zona Parco Lambro.
# Entro il 2024 saranno pronti due nuovi grattacieli da 23 e 16 piani in zona Parco Lambro
Credits: milano.corriere.it – Park towers
Dopo il quarto grattacielo orizzontale denominato “CityWave” in costruzione a Citylife per fare da quinta alle altre tre torri, la prossima inaugurazione della Torre Unipol e di tutti i grattacieli che hanno trasformato il quartiere di Porta Nuova, anche a est della città sorgeranno due nuove torri.
Si tratta del progetto Park Towers Milano affacciato sul Parco Lambro, nel quartiere Feltre, con due nuovi grattacieli di 23 piani e 16 piani e un terzo edificio in linea per un totale di 8mila mq. Le torri avranno 107 appartamenti di diversi tagli e metrature, 123 box e si svilupperanno su un area verde di circa 5.000 metri quadrati. Il progetto è stato oggetto anche di una raccolta di equity crowdfunding immobiliare tramite Concrete Investing, la piattaforma autorizzata da Consob per la raccolta di capitali destinati ad investimenti in progetti real estate: un successo con l’obiettivo massimo prefissato di 2,5 milioni di euro raggiunto in sole 24 ore. I cantieri stanno procedendo secondo il programma, nelle foto si vede la situazione a dicembre 2022, e la conclusione è prevista per l’autunno del 2024.
Dove si balla? Esiste un’ampia offerta di locali e di discoteche. Abbiamo provato a stilare una selezione settimanale secondo le indiscrezioni di pierre e frequent dancer. Questo il risultato.
Milano è BELLA di NOTTE: i LOCALI di riferimento a Milano per ogni SERATA della SETTIMANA
# Lunedì: A casa
Casa Jacopo Etro
# Martedì: Tocqueville 13
Toqueville – Ph. @camilla.mia IG
Decenni in cui spopola a Milano. Il botto negli anni Novanta quando per tutti era il “locale dove si ballava sui tavoli” e soprattutto dove si apriva la serata, per concludersi all’Hollywood o allo Shocking. Sempre in voga, particolarmente a inizio settimana, quando gli orari si accorciano. Nella via omonima, traversa di Corso Como.
# Mercoledì “Classico”: Armani Privé
Armani Privé – Ph. Gabriele Candela
Mercoledì si può optare per un grande classico o per un locale più alternativo. Il Grande classico è l’Armani Privé nel cuore della città. Raffinato ed elegante. Dove se si ha fortuna si può anche incontrare il grande stilista che ha progettato tutti gli ambienti. In Via Gastone Pisoni 1
# Mercoledì “Avanguardia”: Play Club
Ph. @playclub.milano IG
Uno dei locali del momento. Aperto fino alle 5.30. Talmente esclusivo che pure il sitoè solo per pochi. Presenta una delle offerte notturne più intriganti di Milano. In Viale Monte Grappa 14, in Porta Nuova.
# Giovedì: Volt
Ph. @voltclub.milano IG
La discoteca “più contemporanea” di Milano in zona Vetra:Via Molino delle Armi 16. E’ risorto dalle ceneri del glorioso Divina.
# Venerdì “Under”: The Club
Ph. @theclubmilano IG
Altro locale di successo ormai dalla fine degli anni Novanta. In realtà con altri nomi si balla in questi spazi da molto tempo prima, quasi ogni milanese c’è passato. Da decenni il venerdì è la serata di punta in particolare per un pubblico di giovani e di universitari. Si trova dietro Largo La Foppa in Corso Garibaldi 97.
# Venerdì “Over”: Old Fashion
Ph. @oldfashionmilano IG
Andiamo all’Old? Una domanda che ha attraversato tutte le generazioni per un locale che è un vero e proprio monumento nazionale: compie quest’anno i 90 anni! I più agè ricordano i tempi in cui l’estivo poteva estendersi in tutto il giardino della Triennale potendo così attrarre migliaia di persone nelle calde notti milanesi, in particolare nelle mitiche Serate Internazionali del mercoledì. Il venerdì all’Old Fashion è forse la serata più trasversale di Milano, si trovano persone di ogni età e di ogni stile. Sotto il Palazzo della Triennale, in viale Camoens.
# Sabato: Gattopardo
Ph. @gattopardomilano IG
Per una notte sacra e profana. Altro locale che ha fatto la storia di Milano, un ambiente unico, in una chiesa sconsacrata in via Piero della Francesca, traversa di corso Sempione. Si definisce “The most exclusive club in Milan” e, in effetti, i suoi buttafuori mettono ansia a chiunque.
# Domenica: Just Me (Just Cavalli)
Ph. @justme.milano IG
Si chiama JustMe. Ma per tutti è e resterà sempre il Just Cavalli. Sotto la Torre Branca, nel Parco Sempione, di fronte all’Old Fashion, quando le serate si fanno calde diventa questo il centro del divertimento milanese. Anche questo locale nato nella seconda metà degli Novanta che non perde una stagione, lockdown permettendo. In Viale Luigi Camoens 2.
Usciti i dati sulla mortalità in eccesso nel triennio 2020-22 segnato dall’emergenza Covid. Il Paese che risulta aver salvato più vite è quello che non ha attivato lockdown o restrizioni. Vediamo i dati ufficiali OECD.
Mortalità in eccesso 2020-22: il MODELLO SVEDESE il migliore del mondo
Chi ha lasciato più libertà ai cittadini ha salvato il maggior numero di vite. Questa la sintesi che emergerebbe dai dati ufficiali pubblicati dall’OECD sulla mortalità in eccesso nei principali paesi rispetto alla media negli stessi paesi dei cinque anni precedenti la pandemia. Calcolata in percentuale sul triennio 2020-22, la Svezia risulta il paese al mondo con la minor mortalità in eccesso: +6,7% sulla media degli anni precedenti.
Sull’altro fronte i paesi peggiori risultano due nazioni che hanno cercato di combattere il Covid con lockdown e restrizioni molto pesanti: Cile e Stati Uniti. Il paese sudamericano registra +64,1% di mortalità, mentre gli USA sono a +54,1%, siamo a quasi 10 volte più del tasso svedese.
L’Italia si trova a metà classifica con un +27.9% di mortalità in eccesso, quasi 5 volte superiore al tasso di mortalità in eccesso della Svezia. Ma in cosa consisteva il “modello svedese”?
# Il modello svedese per contrastare il Covid: libertà assoluta ai cittadini
Neppure un giorno di lockdown per alcun tipo di attività. Pure le scuole sono rimaste sempre aperte, anche nei momenti dove il Covid sembrava colpire con più violenza. Non solo. Mai adottato l’obbligo di mascherine che, anzi, dopo i primi mesi sono state addirittura “sconsigliate” per evitare il rischio di sentirsi falsamente protetti. I comportamenti considerati utili sono stati sempre solamente consigliati, come la vaccinazione che non ha previsto alcuna forma di penalizzazione sociale contro i non vaccinati. Il Green Pass non è mai stato attivato e la Svezia è stato il primo paese ad abrogare tamponi e quarantena ai sintomatici. Il punto saldo della strategia svedese è stata la tutela della libertà individuale, focalizzandosi a curare i malati senza infondere terrore o limitare la vita tra le persone sane.
Per questa linea intransigente a difesa della libera scelta del cittadino il paese scandinavo ha attirato molte critiche a livello mondiale, soprattutto da parte di chi ha adottato una politica opposta. I dati ufficiali però mostrano che la strategia svedese è stata quella vincente. Non solo dal punto di vista economico e psicologico ma anche sanitario.
Vediamo invece nello specifico i dati Istat sulla mortalità in eccesso in Italia, aggiornati a Novembre 22.
# Mortalità in eccesso in Italia: +10% nel 2022
A Novembre 22 in Italia si registra un aumento del 10% della mortalità rispetto ala media dei cinque anni precedenti la pandemia. In ognuno dei tre anni segnati dal Covid si sono avuti decessi sensibilmente superiori rispetto alla media, sfondando in tutti i tre casi quota 600mila vittime.
Non per forza mangiare fuori casa significa non mangiare sano: 3+1 posti a Milano buoni e sani dove poter fare anche pasti veloci.
5 posti dove MANGIARE SANO e BUONO a Milano
# Pescatorum in zona Solari e il Poke unico a Milano
Credits: @pescatorum Pescatorum
In via Andrea Solari, 6 c’è il primo dei posti buoni e sani da segnarsi. Si chiama Pescatorum Solari e ha aperto nel novembre del 2021. È una pescheria giovane e improntata sulla sostenibilità, una pescheria 2.0., come la definisce Corriere Milano. Inizialmente focalizzata solamente sulla vendita, dall’anno scorso hanno aggiunto anche l’offerta ristorante. Il banco propone frutti di mare, pesce fresco, tartare e una selezione dedicata alla “macelleria del mare”, ma c’è anche un reparto market con la gastronomia. Pescatorum abbraccia una filosofia sostenibile, infatti il suo punto forte è la biodiversità.
Pescatorum è aperto tutti i giorni, dalle 10 alle 23, con orario continuato. Il lunedì apre dalle 12 alle 23. Propone pranzi e cene complete, con antipasti, primi e secondi, dove i clienti possono scegliere direttamente dal banco quello che vogliono mangiare, ma anche pranzi veloci con la loro poké. All’interno delle loro bowl si trovano ingredienti di qualità e la pescheria è l’unico locale a Milano che prepara poké a base di tonno ala lunga del mediterraneo e gambero rosso.
# Martas Nature Bar in zona Porta Venezia, il regno dei Bowl
Credits: @martas_naturebar Martas Nature bar
Anche il secondo posto da tenere a mente ha aperto nel 2021, precisamente a dicembre, in via Lambro, 9. Si chiama Martas Nature Bar e nasce dall’idea di tre donne milanesi accomunata dalla passione per il cibo sano e dall’attenzione al benessere a 360°. Le parole chiave per capire il concept del locale sono: qualità, sostenibilità, salute, rispetto per il pianeta e Martina, sì perché tutte e tre le donne si chiamano in questo modo.
Martas Nature Bar propone bowl con abbinamenti diversi dal solito e di qualità. Piatti colorati e ricchi di ingredienti sani, combinati grazie all’aiuto di una nutrizionista. Ogni bowl contiene quattro ingredienti principali: cereali integrali, proteine, fibre e grassi buoni. I prezzi sono nella media e per ogni poké sono indicate categorie e carbon footprint, ovvero l’impatto ambientale per la preparazione. Tra gli ingredienti utilizzati citiamo come esempi uovo rosa pickled, melanzane, carote viola, cavolo cappuccio viola crudo, rapa rossa, falafel di cicerchia, broccoli, zucchine e molti altri.
# Gli Artisti del Vegetariano in zona Brera
Credits: @artistidelvegetariano Artisti del Vegetariano
In via Ponte Vetero, 15 c’è invece Artisti del Vegetariano, aperto tutti i giorni dalle 8:30 alle 20:30. Artisti del Vegetariano parte dalla filosofia zero sprechi della sua ideatrice Cristina, che ha iniziato il suo lavoro come venditrice di frutta e verdura al mercato di Padova e è poi approdata qui a Milano, oltre ad aver scritto libri, partecipato a programmi televisivi e creato la sua propria accademia. Da Artisti del Vegetariano non viene mai buttato nulla, anzi si utilizzano anche quelle parti delle verdure che quasi nessuno mangia, ad esempio? Le bucce delle patate e dello zenzero. I prodotti vengono tutti da aziende agricole venete o dal mercato ortofrutticolo lombardo o, comunque si cerca sempre di selezionare prodotti biologici a km0. Tra i piatti proposti troviamo: mozzarella in carrozza a base di foglia di riso o i fiori di zucca proteici con pangrattato di lenticchie farciti alla zucca e al profumo di rosmarino, ma anche un tiramisù alle mandorle. Ovviamente anche il packaging è plastic free.
Artisti del Vegetariano ha aperto nel dicembre del 2021, ma ha già fatto il bis, infatti lo si trova anche in Corso Magenta 2.
# NaBi tra Calvairate e i Giardini della Guastalla
Credits: @nabi_cadore41 NaBi – Natura Biologica
In via Cadore 41, aperto tutti i giorni ad eccezione del martedì, c’è il bistrot biologico NaBi- Natura Biologica. Sempre attento alla sostenibilità e al rispetto per piante e animali, NaBi è quel posto che, come dicono i proprietari, fa sì che sano e bio significhi anche buono e goloso. Il concept è quello del rispetto della biodiversità e del voler proteggere la salute di tutti. Il locale è aperto per colazione, pranzo e cena: la mattina (o per merenda) propone dolci adatti anche ai vegani e ai celiaci, come la torta di mele, la torta al cioccolato fondente e la torta di carote. A pranzo i classici piatti tradizionali vengono affiancati da quelli vegetariani e realizzati con solo ingredienti naturali, ad esempio vellutate, cous cous o cereali come la quinoa e carni tenere e verdure di stagione. NaBi offre anche la possibilità di fare aperitivo accompagnando un calice di vino o un drink a delle bruschette. E infine la cena è il paradiso dei vegani.
Dopo avere girato il mondo ha scelto di vivere in un piccolo borgo disabitato, immerso nella natura, tra le montagne. “Cinque anni fa ho detto basta.” Così i risparmi di una vita ha scelto di investirli in una piccola casa da risistemare e diventare l’unico abitante di questo borgo. “Bastano pochi soldi per essere felici. Io faccio il pane in casa, mi riscaldo con la legna che raccolgo e ho scelto di disfarmi anche dell’auto”. Video di Bernardo Cumbo
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“Se fanno insieme le cose possono generare del benessere non solo per l’asse Milano-Bologna ma per tutto il Paese”. Dopo il triangolo industriale potrebbe essere questo il nuovo fulcro economico dell’Italia?
“Come DUE FERMATE della METRO”: dall’asse Milano-Bologna ci sarà il rilancio dell’Italia?
# “Milano è vicina a noi, dobbiamo lavorare assieme per progredire assieme”
Credits: @_gaiadascola IG
La professoressa Rosa Grimaldi, già delegata per il sindaco alla Promozione economica e attrattività internazionale, industrie culturali e creative, ha commentato sull’edizione di Bologna del Corriere della Sera i risultati dell’Istat sulle Città Metropolitane che vede il capoluogo dell’Emilia Romagna tra le migliori e dove in alcuni indicatori è davanti Milano. Ad esempio, fa meglio del capoluogo lombardo per numero di laureati d’Italia, per la maggiore propensione all’occupazione femminile e per la crescita demografica stimata fino al 2030.
Alla domanda sul rapporto con la capitale economica del Paese questa è la risposta: “Non c’è competizione, c’è invece un tema di guardare a possibili alleanze che possano favorire la crescita di Milano e di Bologna. C’è un atteggiamento di apertura e collaborazione. Milano è vicina a noi, dobbiamo lavorare assieme per progredire assieme».
# Milano e Bologna come due stazioni della metropolitana
Linee alta velocità
Il punto di partenza per una collaborazione che accresca la forza di entrambe le città è l’alta velocità che le unisce in appena un’ora e che le rende vicine in termini di tempo, come se fossero due fermate della metro: “E’ come se fossimo due stazioni di metropolitana, distanti un’ora una dall’altra, lo stesso tempo che serve per attraversare Milano. Io credo che questa vicinanza rappresenti l’occasione per un asse di collaborazione importante tra due città importanti che hanno tra l’altro specializzazioni e vocazioni diverse. Per questo non vedo il tema della competizione quanto piuttosto quello della sinergia. Hanno entrambe università importanti e capacità di attrarre capitale umano importante. Sono dotate degli stessi strumenti e se fanno insieme le cose secondo me possono generare del benessere non solo per l’asse Milano-Bologna ma per tutto il Paese, perché l’orizzonte per tutte le azioni deve essere quello di migliorare il paese nel quale viviamo».
# Il raffronto tra i principali dati socio-economici delle due città
Credits: @francescobarbieri – Dito Cattelan
La sinergia tra Milano e Bologna potrebbe dare vita al nuovo fulcro economico del Paese? Osservando i freddi numeri possiamo vedere come Milano sia saldamente in testa tra le città per reddito pro capite dei suoi abitanti, l’unica in Italia a superare la soglia dei 30.000 euro, 31.778, mentre Bologna è in quarta posizione con 25.334. Il capoluogo lombardo supera il dato medio nazionale di circa 1.500 euro, quello dell’Emilia Romagna è inferiore di circa 5.000 euro.
Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione è Bologna a registrare quello più basso tra le grandi città, 3,9%, Milano è al quarto posto con il 6,8% dopo Venezia e Verona. seguito da Venezia (5,2%), Verona (5,4%) e Milano (6,8%): il dato nazionale è del 9,2%. Per il tasso occupazionale invece è testa a testa in riferimento al solo comune, 70,4% per Milano e 70,3% per Bologna.
Credits caroline_of_milan IG - Via Santa Marta Milano
Un luogo simbolo della devastazione che ha colpito la città durante la Seconda Guerra Mondiale, nel cuore della città, sta per essere sanato. Cosa prevede il progetto e cosa si sarebbe potuto realizzare in alternativa.
Il PALAZZO SVENTRATO di Milano si prepara a RINASCERE
# Il ricordo degli orrori dei bombardamenti all’incrocio delle 5 vie
Credits caroline_of_milan IG – Via Santa Marta Milano
Nel quartiere delle 5 vie, il più antico di Milano, c’è un palazzo sventrato dalle bombe della Seconda Guerra Mondiale e una voragine al posto di un altro palazzo andato totalmente distrutto. Un luogo dall’aria desolata e a tratti inquietante, simbolo della devastazione che colpì la città.
Si trova all’incrocio delle 5 vie, nel punto in cui si incontrano formando una sorta di stella, al civico 1 di via Santa Marta. Le altre sono via Santa Maria Podone, Santa Maria Fulcorina, Bocchetto e via del Bollo.Il tempo qui sembra essersi fermato e chi passa in questa zona affretta il passo distogliendo lo sguardo, ma presto avrà un nuovo volto.
Dopo anni di attese e speranze finalmente questo luogo tetro della città rinascerà. Al posto della voragine sorgerà un edificio che si svilupperà su un lotto di 247 mq, con 5 livelli fuori terra e al piano terra un locale commerciale di 118 mq. Sviluppato da FCMA con un progetto di Arassociati Studio di Architettura, il palazzo che andrà a riempire il vuoto causato dai bombardamenti del 1943 si caratterizzerà per un’alternanza tra intonaci e parti lapidee nelle tonalità chiare con serramenti in legno a tutt’altezza.
Sarà destinato ad ospitare appartamenti di medie e grandi dimensioni. L’estetica dell’edificio è stata definita per rispettare lotti e volumi preesistenti adeguandosi alle altezze originali.
Nelle immagini si vede la situazione del cantiere a fine ottobre 2022, con la realizzazione delle pareti perimetrali e la messa in sicurezza della parete cieca del palazzo di via del Bollo 7.
# Poteva essere l’occasione per trasformare il luogo in un museo della memoria a cielo aperto?
GedachtnisKirche, Berlino
Dal 1944 sono state molte le proposte di ridare valore a questa zona, alcuni personaggi politici hanno discusso sull’idea di mettere in sicurezza gli edifici che portano i segni dei bombardamenti e trasformarli in solidi musei della memoria a cielo aperto. Ora che il progetto è ufficiale e che i cantieri sono in corso non sarà possibile realizzare qualcosa di alternativo, ma non sarebbe stato male che fosse stato messo in sicurezza per diventare un monumento come è accaduto per la Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche di Berlino.
Questa chiesa era stata parzialmente distrutta dalle bombe e doveva essere rasa al suolo per essere ricostruita da capo, tuttavia l’architetto che ne seguiva i lavori decise di tenere le rovine e valorizzarle costruendo 4 edifici attorno ad essere. Oggi la Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche è sotto tutela monumentale e si trova al centro di Breitscheidplatz, una piazza che segna l’inizio di importanti strade, sotto gli occhi di tutti, per non dimenticare mai.
Castano Primo. L’unico paese di Milano e dintorni dove le case costano in media sotto i 900 euro al metro quadrato. Ma è davvero il borgo low cost di Milano? Ci scrive per farci chiarezza Anna Gorini.
“Caro Direttore, scrivo in merito all’articolo di Fabio Marcomin su Castano Primo.”
# Il tracollo di Castano Primo
“Preciso che il comune si trova a 35 km da Milano e non a 43, e colgo l’occasione di questa svista -in realtà significativa – per una riflessione più importante sul degrado economico e sociale che questa zona al confine nord ovest della provincia di Milano ha visto negli ultimi vent’anni. Prima sede di attività produttive notevoli, industrie medie tecnologizzate, oltre che piccole imprese, Castano ha subito un incredibile tracollo.
Se si gira per il paese oggi si notano tante case chiuse, ville notevoli che hanno goduto di stagioni migliori, ormai in stato di abbandono. Non ci sono più i soldi per mantenerle e molti se ne sono andati, insieme alle fabbriche. E il centro storico, dove ancora ci sono aree che hanno conservato le strutture originarie con funzione agricola, è in ampia parte fatiscente.”
# Collegata benissimo a Milano
“Non è questa mia breve lettera la sede per un’analisi delle cause di tutto questo, che avrebbe necessità di dati per essere spiegato. Tuttavia parto da quell’errore nella segnalazione della distanza per dire che 35 km si percorrono in superstrada e autostrada in 20 minuti. Castano è collegata benissimo, anche per ferrovia: c’è un treno ogni mezz’ora per Milano e da Milano, su un percorso di circa 45 minuti che porta direttamente a Cadorna, con un biglietto che costa 4.20 euro, che dura due ore e che comprende l’uso dei mezzi in città! E l’aeroporto della Malpensa è raggiungibile in meno di 15 minuti.”
# Case in svendita in un paese bellissimo
“A Castano ci sono ottime scuole dell’obbligo, scuole superiori molto attive (liceo scientifico, istituti tecnici), c’è un centro sportivo con campo da calcio regolare, piscine. C’è un auditorium. Ci sono due case di riposo ben organizzate. Castano è un comune del Parco del Ticino: ci sono zone bellissime lungo il fiume e lungo il canale Villoresi c’è una piacevole e lunghissima pista ciclabile.
Eppure, le case si svendono. O nemmeno si vendono.
Da tanti anni non abito più a Castano Primo, ma ci ritorno spesso e non riesco a capacitarmi dell’abbandono in cui si trova. Un abbandono che è materiale, ma anche culturale.”
# Sarebbe ora che Milano si guardasse un po’ intorno e desse una mano
“Arriveranno mai amministratori illuminati capaci di promuovere un progetto di riurbanizzazione? Un progetto che valorizzasse la qualità e le strutture del territorio, puntando ad attrarre coloro che magari sono in cerca di una situazione ben attrezzata, tranquilla, meno inquinata, dove le case si comprano al giusto prezzo? Ci sarà mai qualcuno capace di pensare in termini di rilancio, sviluppo, attrazione di capitali (umani ed economici) e occasioni di impresa? Non credo che tutte le cause di questa involuzione stiano nel territorio. Mentre Milano diventava la grande Milano qui si chiudevano i capannoni e si perdevano posti di lavoro, e insieme la consapevolezza del luogo. Sono terre queste dove nessuno si lamenta, perché si crede che si debba lavorare e basta. E, se occorre, lavorare di più. Ma sarebbe ora che anche la grande Milano si guardasse anche un po’ intorno e desse una mano. Sarebbe ora che a questo territorio pensasse non solo la grande distribuzione…
Al secondo mandato come sindaco, Beppe Sala sembra voler spogliare Milano dei suoi tratti distintivi. Guardare troppo fuori sta portando Milano fuori di sè?
Non è Londra, né un paesino di provincia: caro SINDACO, non TRADIRE l’IDENTITÀ di Milano
# La smania di copiare aspetti di città estere
Urbanismo tattico a NYC – Credits: Congress for tthe New Urbanism
Il secondo mandato di Beppe Sala come sindaco di Milano è appena iniziato, ma uno dei tratti distintivi pare essere sempre di più quello di voler importare a Milano pezzettini di città straniere, perdendo per strada al contempo luoghi e caratteristiche distintive della città. Gli esempi sono numerosi.
L’Urbanismo tatticoche a New York ha dato colpi di pennello, a Milano è dilagato uniformando piazze di quartieri molto diversi tra loro al medesimo cliché. Che poi, senza adeguata manutenzione, spesso è passato da colore a degrado.
Non è un mistero poi che le multinazionali straniere abbiano trovato nell’attuale amministrazione una corsia preferenziale per i loro investimenti. Atteggiamento contrario riscontrato invece nei confronti di piccole attività milanesi DOC, spesso esercizi storici quasi costretti a chiudere, privando Milano di locali assimilabili a monumenti: cosa che invece non accade ad esempio a Parigi dove vige una tutela quasi esasperata in difesa delle botteghe tipiche della città.
Ma l’elemento più di impatto che scatena la passione dell’amministrazione attuale è sicuramente la mobilità sostenibile. In nome di un fine nobile, migliorare la vivibilità della città, si sono abbozzate ciclabili spesso a sproposito, scollegate e non curate, con il risultato di restringere le carreggiate e, spesso, di portare ciclisti e monopattini comunque a preferire il più sicuro manto stradale, se non il marciapiede. Spesso si è presa solo un lato della medaglia di città estere presentate come modello: ciclabili ma non tunnel e parcheggi per le auto, divieti alla circolazione ma senza potenziamento dei mezzi pubblici o agevolazioni negli abbonamenti, multe ma non incentivi o forme di cooperazione.
Il risultato è che la sensazione è che su questa strada Milano stia perdendo i suoi tratti distintivi diventando la caricatura di queste città (stato), senza mai aprire un confronto schietto e sincero con i modelli amministrativi delle altre metropoli che potrebbero realmente rivoluzionare Milano, rendendola più bella, forte e competitiva.
Oltre a prendere solo pezzettini di altre città straniere rinunciando a dotare Milano del loro stesso potere, la politica di Sala sta commettendo un altro delitto immorale: portare Milano a una mediocrità peninsulare.
Troppo comodo fare i ganassa e ostentare le eccellenze create all’ombra della Madonnina, finché il termine di paragone è solo l’Italia. Inutile confrontare il prestigio del capoluogo lombardo con le città che ottengono risultati inferiori perché, a furia di gareggiare verso il basso, calano tutti gli standard.
Anche quelli di Milano.
Che, infatti, sta diventando un posto qualunque del panorama geografico italiano, solo con i grattacieli e lo skyline. Come un paesone americano, insomma. Ma quali sono le peculiarità che Milano sta perdendo?
# Dagli 88 quartieri alla città policentrica, dall’accoglienza all’Area B
Sorveglianza e divieti – Credits: ANSA
Non ci sono più Lambrate o Villapizzone, niente più Taliedo e l’Arzaga. Solo qualcosa e qualcuno a 15 minuti di distanzadalla “Milano policentrica”, che potrà anche sembrare uno slogan d’effetto ma che in realtà con Milano non ha parentela.
Milano Quartieri è un anonimo piano che Palazzo Marino porta avanti stancamente scollegato dalle realtà territoriali. Nella frenesia del politically correcti quartieri non vengono mai nominati, sono diventati tutti delle cellule di un tessuto un po’ più grande: gli anonimi Municipi numero… (pensa un numero tra 1 e 8 per ottenere il risultato).
Il capolavoro, poi, è l’Area B. A parte la violenza dei cartelli con telecamera piazzati all’ingresso di Milano, la B è esattamente il simbolo del suo valore: una cosa da serie B. Milan col coer in man che accoglie e non discrimina, mette dei poderosi buttafuori per fare selezione all’ingresso. Invece di aprirsi al suo grandioso territorio che rappresenta una delle unicità internazionali di Milano, quest’amministrazione ha deciso di chiuderla dentro suoi confini, come un fortino.
# Modello Italia
Credits: Mirko Bozzato, Pixabay
Sala ha avuto modo di ribadire più volte quanto, a suo parere, il modello Milano non può in alcun modo essere “esportato” alle altre città, semmai si può replicare su scala nazionale. Peccato poi che alle parole seguano dei fatti che rappresentano l’esatto contrario: Beppe Sala prende il modello qualunque e provinciale dell’Italia e lo applica (male) a Milano.
Da La dama di Picche e il direttore Gergiev, all’imbarazzante empasse in cui si è infilato con lo stadio-sì stadio-no, ai clamorosi comunicati sulla linea blu (salvo ritardi), Sala non ha mai parlato fuori dal coro, diventando forse l’uomo politico più allineato con il cosiddetto mainstream, che poi significa dire quello che suona figo.
Parlare da milanese significa invece promuovere una città libera per i suoi cittadini e anche un po’ menefreghista nei confronti della politica romana. Non subalterna o prona davanti ai grandi poteri.
Eppure c’è una regola d’oro da rispettare per essere un eccellente sindaco di Milano. Una sola. Il sindaco di Milano non deve fare un cazzo: deve lasciar fare ai milanesi. Le idee arrivano dal tessuto della città. Come inquilino temporaneo di Palazzo Marino deve solo mettersi al servizio, con umiltà, della sua comunità.
Possibilmente senza ostacolare chi crea valore e ricchezza, senza assecondare troppo i «distruttori di finanze e nati stanchi» (cit.) o addirittura cancellare l’identità, la tradizione e la storia di Milano.
“Tutto è nato quando dei turisti mi hanno fermato chiedendomi di aiutarli a comprare un biglietto della metro”. Come si può rendere più semplice il processo d’acquisto del biglietto della metro? E come si può ridisegnare il biglietto per renderlo più semplice? Video di Breccia.
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Credits marcelloantoninomarianegri IG - Via Spadari
Tra le tante vie di Milano ce ne sono diverse il cui nome deriva o è collegato a immagini o fatti connessi alla storia della città o che rimandano a tipici aneddoti meneghini. Troviamo ad esempio le vie dei Mestieri, in prevalenza circoscritte nel nucleo storico, che ricordano la vita economica della città. Nello specifico rimandano all’età comunale e del Ducato di Milano quando erano le corporazioni di arti e mestieri a dominare. Vediamo quali sono e quali altre vie richiamano altre attività presenti oggi e un tempo in città.
Le VIE dei MESTIERI a Milano
#1 Via Armorari
Credits jeeldamilano IG – Via Armorari
Iniziamo da via Armorari, sul retro di piazza Cordusio, oggi conosciuta soprattutto per il mercatino domenicale per i collezionisti di numismatica e filatelia. Letteralmente la via degli armaioli, qui un tempo erano presenti botteghe e officine che costruivano e vendevano armi.
#2 Via Spadari
Credits marcelloantoninomarianegri IG – Via Spadari
Subito spostandoci verso sud troviamo via Spadari, il cui nome prende a riferimento le botteghe che realizzavano e commerciavano le armi bianche. Tra queste c’erano spade e corazze per tutta la corte prima viscontea e poi sforzesca.
#3 Via Orefici
Credits Andrea Cherchi – Via Orefici
Pochi passi più avanti c’è una delle vie che collega piazza del Duomo con piazza Cordusio: via Orefici. Sia un tempo che oggi richiama la presenza di laboratori e negozi di oreficeria.
#4 Via Speronari
Credits serenafoodieinsider IG – Via Speronari
Via Speronari, una breve e stretta strada che unisce via Torino con via Mazzini, deve il suo nome alle piccole botteghe che costruivano e vendevano bardature e finimenti per cavalli, elmi e altri componenti simili durante il periodo del Rinascimento.
#5 Via Cappellari
Credits alessandro.barra.988 IG – Via Cappellari
Via Cappellari si trova proprio nell’incrocio in cui sbuca via Speronari e il suo nome è legato alla presenza di artigiani produttori di cappelli e berretti. Un tempo infatti si chiamava via dei Berrettari.
#6 Via Mercanti
Credits Andrea Cherchi – Via Mercanti
Via Mercanti è il risultato della trasformazione dell’originaria piazza Mercanti, che oggi è circoscritta oltre la loggia, in una via di circa 200 metri che unisce piazza del Duomo al Cordusio. Come dice il nome, questo era fino al XIX secolo il luogo di scambi e anche dove si teneva la Fiera degli Oh Bej! Oh Bej!, dalla tipica esclamazione dello stupore delle persone verso quello che veniva presentato sui banchi di vendita.
#7 Via Pattari
Credits katochin.travel IG – Via Pattari
Via Pattari, e l’omonima piazza collegata, ricorda invece uno dei mestieri più umili: lo straccivendolo e venditore di cianfrusaglie. Il termine pattari era infatti usato in modo dispregiativo, si usava per indicare “gli ultimi” a causa della loro situazione di povertà e dell’aspetto dismesso.
#8 Via Bergamini
Credits claremoletto IG – Via Bergamini
Arrivando da via Larga, all’altezza di piazza Fontana, c’è una via che sbuca direttamente di fronte all’Università Statale: via Bergamini. Non propriamente riconducibile alle vie dei mestieri, il nome infatti può non dire molto a una prima lettura, ricorda il luogo in cui un tempo provenivano i venditori di formaggi quasi tutti delle valli bergamasche.
#9 Piazza degli Affari
credits: pepperjess_ – Piazza Affari
Per non essendo riconducibile alle vie dei mestieri, piazza Affari identifica uno dei settori più importanti della vita economica della città. Qui è stata istituita il 16 gennaio 1808 la Borsa di Milano, la sede del mercato finanziario nazionale.
#10 Via Moneta
Credits rmontoli IG – Via Moneta
A pochi metri da Piazza Affari troviamo invece via Moneta che pare collegarsi alla presenza dell’antica zecca romana, e che insieme a via Zecca Vecchia era il luogo dove veniva coniata la moneta in epoca imperiale romana.
Paesaggi mozzafiato, scorci suggestivi e architetture incredibili. Vediamo quali sono le tratte più spettacolari e quali meraviglie si possono ammirare.
PANORAMI a STRAPIOMBO: i tratti più spettacolari dei TRENI REGIONALI da e per Milano
#1 Sospesi sul vuoto sul Ponte di San Michele
Credits annajerryberolo IG – Ponte di San Michele
Salendo a bordo sui convogli della linea ferroviaria regionale che da Milano Porta Garibaldi arriva fino a Bergamo, si transita sopra il Ponte di San Michele, un capolavoro di architettura industrialein ferro con struttura ad arco sullo stile della Tour Eiffel. Realizzato tra il 1887 e il 1889 ad opera dell’ingegnere svizzero Röthlisberger, è lungo 266 metri e si trova a 85 metri d’altezza sopra la gola del fiume Adda. Unisce Paderno d’Adda e Calusco d’Adda.
Un’altra delle tratte spettacolari da percorrere in treno è quella della linea Milano-Brescia-Verona e nello specifico il punto in cui i treni passano sopra il Mincio all’altezza di Peschiera del Garda. Da qui infatti inizia il percorso del fiume che prosegue fino a Mantova prima di immettersi nel Po.
Milano-Verona
#3 Una veduta panoramica della Valle Olona partendo da Milano Cadorna
Credits simycap IG – Ponte di Malnate
Viaggiando sui treni della linea Milano Cadorna-Varese Nord-Laveno Mombello Lago si può godere di una veduta panoramica sulla Valle Olona transitando sul ponte di Malnate. Il viaggio prosegue affiancando il Parco Naturale Regionale Campo dei Fiori e il Lago di Varese per poi concludere con l’approdo sul Lago Maggiore.
Milano-Laveno
#4 Da Milano a Colico costeggiando il Lago di Como
Credits treni_valtellinesi IG – Treno in sosta alla stazione di Varenna-Esino
Per vedere dall’alto il lago di Como o comunque da un posizione privilegiata, costeggiando il ramo destro, si può salire sulla linea ferroviaria regionale Milano-Tirano e appoggiarsi al finestrino per vedere da vicino lo specchio lacustre farsi strada tra le montagne.
Milano-Tirano
#5 Oltre confine per attraversare il Lago di Lugano
Credits lau_cre5 IG – Lago di Lugano
La linea RegioExpress RE80 Locarno-Lugano-Chiasso-Milano Centrale, servizio realizzato interamente dalla società TILO in compartecipazione tra Ticino e Lombardia, consente di fiancheggiare per un breve tratto in Lago di Como e, passando il confine elvetico, di scendere di altitudine per costeggiare e attraversare sull’acqua il Lago di Lugano prima di arrivare a destinazione.
Con anni di ritardo rispetto a quanto previsto, era stata inserita nel dossier per la candidatura ad Expo2015, il 26 novembre 2022 ha inaugurato finalmente la linea metropolitana M4. Fa anche sorridere il fatto che una linea 4 venga aperta anni dopo la linea 5, un piccolo briciolo di follia in una città come Milano in genere poco incline a cose fuori dall’ordinario. Diverse questioni però rimangono ancora in sospeso e potrebbero compromettere non poco la soddisfazione dei viaggiatori. Foto Cover: UrbanFile
L’INAUGURAZIONE non dipana le ombre: le sei QUESTIONI CONTROVERSE sulla nuova METRO 4
#1 Fermate mancanti: Saini e Tribunale
Credits milano.corriere – Metro M4
Sono almeno due le fermate mancanti nel tracciato della nuova metropolitane milanese e richieste a gran voce dai milanesi. La prima è quella che avrebbe permesso di collegare anche il centro sportivo Saini, tra Repetti e Linate Aeroporto, e che invece continuerà ad avere solo un bus che fa la spola da e verso piazzale Susa.
Rendering di via Verziere e Largo Augusto al termine dei lavori dopo la copertura del manufatto
L’altra è quella che avrebbe servito il Tribunale e l’importante snodo di tram in prossimità di Largo Augusto, dove la linea transita ma in loco è previsto solo il manufatto. La distanza tra la stazione di Sforza e San Babila è tale che si sarebbe potuto prevederne un’altra intermedia.
#2 L’estensione possibile oltre il capolinea di San Cristoforo e quello quasi certo verso Segrate
Credits milanotoday – Percorso breve M4 a Buccinasco
Anche se verrà inaugurata per intero solo nel 2024, sono già in corso alcuni studi e progettiper l’estensione della M4 o linea blu. Uno prevede di allungare la linea oltre il capolinea ovest di San Cristoforo, con comune di Milano e la Regione Lombardia che sarebbero indirizzati verso un percorso breve perché meno impattante a livello di costi di realizzazione e di esercizio, con una fermata a Buccinasco. Si attende lo studio di fattibilità.
Credits mm – Tracciato M4 Segrate
Un prolungamento già approvato e finanziato, rimane da elaborare il progetto definitivo, è invece quello che porta il tracciato fino a Segrate, con una fermata intermedia all’Idroscalo.
La questione più controversa della linea blu sono i collegamenti o, meglio, i non collegamenti con le altre linee della metro, come denunciato da tempo dal blog Urban File. Rispetto agli interscambi delle linee attuali, quelli della nuova linea non consentiranno ai passeggeri di passare direttamente dalla linea blu ad altre linee della metropolitane: si dovrà invece uscire e rientrare dai tornelli.
Questo succede si nello scambio con la M2 a Sant’Ambrogio, con i gli utenti obbligati ad uscirein strada, sia in quello con la M1 a San Babila dove pur rimanendo nel mezzanino dovranno uscire e rientrare dai tornelli. La ragione alla base di questa scelta pare essere la necessità conteggiare esattamente i flussi della linea e forse anche motivazioni economiche come nel caso della stazione di Sforza Policlinico.
Credits: Urbanfile – Uscita per collegamento M3-M4
L’anomalia più impatta rilevata è però l’assenza di un interscambio con la linea 3. Nonostante le due linee si incrociano sottoterra, non è stata prevista una fermata di scambio. Ci sarà solo un percorsopedonaleparzialmente nel sottosuolo, partendo dalla stazione di Missori M3, che sbucherà al centro di via Pantano. Tutto il resto del percorso sarà in superficie fino alla stazione di Sforza Policlinico.
Un grande disagio per i passeggeri che si sposteranno con i bagagli per raggiungere l’aeroporto di Linate con la M4 o la Stazione Centrale o di Rogoredo con la M3. Sarebbe stato meglio realizzare una fermata comune tra Policlinico e Crocetta o, almeno, creare un intero collegamento pedonale sotterraneo tra le due fermate.
La “grande bruttezza” è un un soprannome che circola già da tempo per definire la mancanza di estetica della M4, soprattutto per le sgraziate uscite delle varie fermate. In un mondo in cui le città fanno a gara per realizzare metro sempre più belle spiace che Milano resti così indietro. Non c’è nemmeno bisogno di andare oltre confine, basta spostarsi di pochi chilometri per vedere delle stazioni con maggiore qualità come quelle di Brescia oppure spingersi fino a Napoli per rimanere colpiti dalla meraviglia delle stazioni dell’arte.
Credits Urbanfile – Idea di opera d’arte bambino nella M4
L’ultimo scandalo in ordine di tempo è Arte4. Forse per rispondere alle critiche sulla cattiva estetica, Metro4 Spa ha lanciato a fine 2020 un bando rivolto a street artist per decorare le stazioni della metro. Ma anche questo si è rivelato un boomerang: gli interventi artistici selezionati sarebbero a “totale carico dei proponenti”. Insomma i protagonisti di questa nuova galleria d’arte lavorerebbero gratis. Sarà davvero così? Dalla società ribattono: troveremo degli sponsor per pagare gli artisti. Per ora ancora nessuna novità. Vedremo che accadrà visto che da quando hanno aperte le prime 6 fermate non si è saputo più nulla del progetto.
La speranza è che le questioni ancora aperte, in carico al consorzio costruttore e al Comune di Milano, possano trovare prima o poi una soluzione positiva nell’interesse dei cittadini.
Potete discutere con un hipster del suo ultimo progetto di finger food vegano a chilometro zero. Potete attraversare la città in pochi minuti con i mezzi pubblici o potete cercare parcheggio per giorni. Potete persino incontrare un amico se lo prenotate con qualche mese di anticipo.
Però, tra tutte queste cose che potete fare, ce ne sono alcune che dovete assolutamente evitare.
10 cose da non fare a Milano
#1 Bere il Negroni: esiste solo lo sbagliato
Credits houseofnegroni IG – Fontana Negroni
Il Negroni sbagliato è quello giusto mentre il Negroni giusto è quello sbagliato. Se vi sembra un concetto di difficile comprensione significa che non avete mai votato a un referendum abrogativo.
#2 Essere cialtroni e/o fannulloni: o fai e bene, o vieni escluso
Con la disoccupazione giovanile al 40% è ovvio che non lavora più nessuno. Però a Milano non è come in altre zone d’Italia dove se puoi permetterti il lusso di non lavorare vieni guardato con invidia. A Milano il più figo è quello che lavora di più, quindi anche chi non lo fa finge di farlo. La conversazione tipica del milanese è questa: – Quante te ne sei fatte ieri? – Quasi 15! Sappiate che non parlano di donne, ma di ore di lavoro.
#3 Percorrere le tangenziali di Milano nelle ore di punta
Traffico
Chi ha detto che l’importante non è raggiungere la meta ma il viaggio non ha mai guidato in tangenziale a Milano nelle ore di punta.
#4 Insozzare un’auto in sharing
Mediamente le macchine degli italiani sono un ricettacolo di ricordi batteriologici. Fazzoletti usati, cartacce, bottiglie vuote e qualsiasi cosa l’animo artistico del proprietario ritenga utile per dare carisma alla propria vettura. So che viene voglia di comportarsi allo stesso modo nelle auto del car sharing, ma non puoi. Perché non è giusto imporre agli altri il proprio gusto estetico. E c’è chi ha ricevuto sonore punizioni.
#5 Il risvoltino
Prima o poi troveranno il colpevole di tutto questo dolore.
#6 Andare piano
Se vai piano in macchina ti suonano. Se vai piano a piedi ti spingono. Se vai piano alla cassa ti insultano. Sembra che a Milano ci sia posto solo per recordmen.
#7 Gettare oggetti in giro
Non stai camminando in una discarica. O cerchi un cestino o te la porti a casa. Il peggio del peggio è gettare nei Navigli. Occhio, rischi di esser bandito.
#8 Ubriacarsi in Darsena
Ubriacarsi è sempre un ottimo modo di socializzare. Ma almeno che non vogliate fare amicizia con una nutria è meglio farlo lontano dall’acqua. Suvvia, non siamo a Venezia.
#9 Abbuffarsi all’aperitivo
Nella vita ognuno può fingere di essere diverso da com’è. Se volete sciogliere ogni dubbio sulla vera identità di una persona, guardate come si comporta davanti ai vassoi dell’happy hour.
#10 Abitare a Monza
Però il vantaggio di abitare a Monza è che puoi fare tutte le altre cose.