MONTICELLI e MARCHESI, i due grandi “cantori evirati” della storia milanese

I più famosi "soprani naturali" milanesi

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Monticelli

Tra il XVII e il XVIII secolo, tanti ragazzini venivano castrati per essere instradati alla carriera canora. Erano i “cantori evirati”, oppure “soprani naturali”. Tra i più famosi due artisti milanesi.

MONTICELLI e MARCHESI, i due grandi “cantori evirati” della storia milanese

# I “cantori evirati”

Credits Jacopo Amigoni Retrato de Carlo María Broschi -Farinelli -Google Art Project

Soprattutto tra il ‘600 e il ‘700 veniva adottata la castrazione, una pratica subita da ragazzini nell’età della pubertà, caratterizzata dalla terribile mutilazione che consisteva nell’asportare i due testicoli con strumenti rudimentali. Tale operazione, eseguita in quello specifico periodo della vita, provocava un’alterazione ormonale, che portava le corde vocali a rimanere vicine alla cavità di risonanza, dando vita ad una voce particolarmente brillante del castrato, praticamente femminile.

Fu per questa peculiarità vocale che, tra il XVII e il XVIII secolo, tanti ragazzini venivano castrati per essere instradati alla carriera canora. Vennero chiamati “cantori evirati”, oppure “soprani naturali”.

# Angelo Maria Monticelli, il debutto a Roma e la scomparsa a Dresda

Monticelli

Il più famoso è certamente Carlo Maria Michelangelo Nicola Boschi, in arte Farinelli. Ma Milano diede i natali a due artisti del canto, castrati: Angelo Maria Monticelli, nato nel 1715, e Luigi Marchesi, nato nel 1754.

Monticelli debuttò a Roma all’età di 15 anni. Alcuni documenti però parlano di una sua esibizione canora a Venezia, quando aveva soli 13 anni, cantando ne “Le due rivali in Amore”. Dopo un periodo trascorso alla corte austriaca, tornò a Milano, per esibirsi con la cantante fiorentina Vittoria Tesi, nell’opera “Ambizione superata da virtù”.

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Si reca poi a Firenze, è il 1737 e il successo di Monticelli è straordinario. Nella città toscana però la fortuna del cantante milanese dura poco, perché la morte di Gian Gastone De’ Medici porta alla chiusura di ogni attività di spettacolo. Così Angelo Maria Monticelli va a Londra, dove già hanno apprezzato famosi cantori italiani evirati, come Farinelli, Caffarelli (al secolo Paolo Maiorano) e Senesino (Francesco Bernardi).

Il soprano milanese, oltre ad essere bravo con la voce, aveva una postura naturalmente elegante e aggraziata, che conquisterà il pubblico. Nelle sue esibizioni, tende ad impersonare ruoli femminili, per via di quella sua voce limpida, senza alcuna irregolarità.

Quando tornò in Italia andò a Napoli per una serie di esibizioni con la cantante Regina Valentini Mingotti. Fu poi messo sotto contratto dal compositore Adolf Hasse, un musicista tedesco che portò Monticelli ad esibirsi a Dresda, dove morirà nel 1758.

# Luigi Marchesi e il rifiuto di esibirsi per Napoleone

Anche Lugi Marchesi era un cantante castrato. Nacque a Milano, a nove anni entra nel coro del Duomo, per debuttare in un’opera a vent’anni, al Teatro delle Dame di Roma, con un ruolo femminile. L’opera era “La serva padrona”. Anche per Marchesi, oltre alla voce, veniva apprezzata la grande espressività, che esplodeva ogni qualvolta venivano recitate scene con violenze, drammi e morti.

Nel 1796 Napoleone entra a Milano, viene chiesto a Marchesi di cantare per l’imperatore, ma lui rifiuterà. Cinquant’anni dopo la morte di Marchesi (avvenuta nel 1829), lo scrittore pavese Carlo Dossi scriveva così sul cantante milanese: “quel cappon d’on Marchesin, cont la vos del canarin, tucc’i volt che derua el becch, el guadagna on memeghin“.

Marchesi morì ad Inzago nel 1829.  

FABIO BUFFA 

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Fabio Buffa
Nato ad Alessandria, classe 1969, nel 1988 sono entrato per la prima volta in una redazione giornalistica, per collaborare e fare gavetta al Piccolo di Alessandria. Sono pubblicista dal 1996 e ho collaborato per varie testate, sia come giornalista che come vignettista satirico e scrittore di freddure. Dal 1992 lavoro nel sociale.