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Private Scenes

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Per la prima volta giunge in Italia la mostra retrospettiva dedicata a Masahisa Fukase, il grande fotografo giapponese.
L’eloquente titolo, Private Scenes, fa già intuire i soggetti protagonisti delle fotografie, dotate di un’intimità e delicatezza, ma anche sincerità uniche.

L’esposizione, a cura di Foam Fotografiemuseum di Amsterdam in collaborazione con Tomio Kosuga, è dedicata all’opera del fotografo giapponese Masahisa Fukase (Hokkaido, 1934-2012), rimasta per molto tempo inaccessibile a seguito di una tragica caduta dell’artista, che lo aveva lasciato con danni cerebrali permanenti.

Dopo la sua morte, gli archivi hanno rivelato un ampio materiale inedito, che non era mai stato mostrato prima.

La mostra racconta la lotta del fotografo contro il senso della perdita, in modo straordinariamente giocoso. I suoi soggetti, personali e intimi, lo hanno accompagnato nel lungo, ed infine tragico, racconto della sua vita.

Potrai visitare la mostra tutti i giorni, dalle ore 10:30 alle 19:30; il mercoledì e il giovedì fino alle 21:00. Da lunedì a venerdì l’ingresso è gratuito.

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Un’idea americana: trasformare gli Stati Uniti in CITTA’-STATO UNITE d’America

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L’urbanista americano Nolan Gray ha ridisegnato gli Stati Uniti d’America dividendoli non per stati ma per città-stato. La sua idea è che siano le città, e il territorio circostante, a dover essere la base per ogni tipo di suddivisione amministrativa del territorio.

Qui l’articolo originale: The United City-States of America, Mapped di Nolan Gray

La mappa delle CITTA’-STATO UNITE d’America 

“Dall’antica Grecia all’Italia del Rinascimento fino alle quattro Tigri asiatiche, le città-stato hanno sempre esercitato una forza superiore alla loro dimensione. Hanno spinto la cultura in avanti, facilitato il commercio globale e agito in anticipo rispetto ai grandi stati nazionali.”

“A tutti gli effetti, le città – e le regioni metropolitane che orbitano intorno a loro – hanno senso come unità politica ed economica. I servizi chiave che dipendono dal governo, dalla costruzione di infrastrutture alla sicurezza pubblica, sono per lo più gestiti dalle città. E contrariamente alle precedenti previsioni, le forze della globalizzazione e l’aumento dell’economia dell’informazione hanno reso le città più importanti solo come motori economici e centri di innovazione. Non sorprende, quindi, che le città – e i loro sindaci – stiano facendo sentire sempre più la loro voce in un mondo precedentemente dominato da nazioni e entità internazionali.”

“Sfortunatamente, il modo in cui gli Stati Uniti sono oggi strutturati ostacola questa tendenza privilegiando gli stati come entità politica chiave. I confini degli stati in questi tempi moderni sono tipicamente arbitrari e spesso non riflettono più alcuna realtà politica, culturale o economica significativa. Alcune città degli Stati Uniti, sia grandi che piccole, riescono a scavalcare i confini statali. (…) “Ciò si traduce spesso in un’eccessiva frammentazione, in una concorrenza improduttiva e in una quasi totale mancanza di pianificazione territoriale e pianificazione dei trasporti. Tutti noi soffriamo di conseguenza.”

Fatte queste premesse, Nolan Gray “per definire una visione di quello che potrebbe sembrare degli Stati Uniti orientati alla città”, ha creato una mappa che suddivide gli Stati Uniti non sulla base dei 48 stati continentali ma in 100 città-stato.

I criteri di creazione delle città stato americane si sono basati su alcuni parametri, quali:

  • le 150 aree statistiche metropolitane (MSA) più importanti negli Stati Uniti continentali. “Questa sembrava la base naturale per qualsiasi potenziale città-stato in quanto gli MSA riflettono l’integrazione economica”;
  • successivamente, ha mescolato in aree statistiche combinate e ha tagliato la lista alle prime 100 unità per popolazione;
  • a quel punto ha assegnato ogni contea a un nucleo di città-stato creando così la mappatura.

L’analisi della mappa ha portato ad alcune considerazioni

Qui il risultato della nuova mappa delle città-stato unite d’America: Mappa

Gli Stati Uniti orientali sono come l’Europa medievale.

“A partire dal 2010, il centro della popolazione degli Stati Uniti è da qualche parte nel mezzo del Missouri. Si sta spostando verso ovest, inutile dirlo, ma anche a sud nel tempo. Gli Stati Uniti ad est della linea Kansas-Missouri sono un miscuglio dinamico di città-stato piccole e densamente popolate. Le economie e le culture di posti come New York e Filadelfia, Charlotte e Greensboro, e Fort Wayne e South Bend saranno sempre intimamente mescolate. Ad ovest di questa linea, escludendo la California e il Texas, gli Stati Uniti sono in gran parte sottopopolati, con città come Denver, Omaha e Boise che giocano un ruolo fuori misura – economicamente e culturalmente – nelle rispettive regioni”.

Il Maine e il Minnesota sono fondamentalmente già città-stato

“Solo due città-stato riescono ad occupare la totalità di uno stato degli Stati Uniti attuali: Portland, che prende tutto il Maine e parti del New Hampshire e Minneapolis-St. Paul, che prende tutto il Minnesota e parti del Wisconsin, del Sud Dakota e dei tre quarti del Nord Dakota.”

Alcuni stati scomparirebbero interamente

“Una manciata di stati in questa nuova mappa sono completamente occupati dalle città-stato dei loro ex Stati limitrofi. Delaware, Montana, New Hampshire, North Dakota, Rhode Island, South Dakota e Vermont sarebbero praticamente scomparsi. Delaware e Rhode Island hanno entrambe grandi città, Wilmington e Providence, ma entrambe saranno assorbite in modo inequivocabile dai loro monolitici vicini, rispettivamente Filadelfia e Boston. Il New Hampshire e il Vermont semplicemente non hanno grandi città”.

Le città-stato di domani possono nascere in qualsiasi momento

“Poiché stati come il Montana, il Nord Dakota e il Sud Dakota continuano a sperimentare una crescita esponenziale della popolazione, inevitabilmente daranno vita a loro grandi città. Per quanto ne sappiamo, Billings, Fargo e Sioux Falls potrebbero emergere come centrali elettriche urbane nel XXI secolo, non diversamente da quanto accaduto a Minneapolis, Denver e Salt Lake City nel 20° secolo.”

Quali potrebbero essere le implicazioni politiche di un sistema come questo?

“All’inizio, un sistema di città-stato potrebbe aiutare a realizzare economie di scala nella fornitura di servizi locali come biblioteche e parchi, risparmiando denaro dei contribuenti e migliorando la qualità del servizio.

Ma si potrebbero anche superare alcuni dei problemi da “dilemma del prigioniero” associati a politiche come l’alloggio, le scuole e i sussidi. Nel nostro attuale sistema di frammentazione municipale, è facile per le campagne NIMBY (“Not in My Back Yard”- “non nel mio giardino”) bloccare la costruzione di nuove abitazioni in aree prospere e mantenere gli studenti con reddito basso e moderato fuori dai distretti scolastici di alta qualità. Una città-stato unitaria potrebbe superare alcuni di questi problemi, prendendo una prospettiva più ampia e distribuendo con più equità gli oneri e i benefici della crescita.

Una riorganizzazione delle città-stato potrebbe anche avere profonde implicazioni per la politica nazionale. Uno degli aspetti chiave delle elezioni presidenziali del 2016 è il crescente divario politico tra città e campagna, con gli elettori nelle città e le campagne che diventano sempre più disconnessi e antagonisti l’una con l’altra. Così come uno scenario di città-stato raggrupperebbe gli americani sulla base di background economici, sociali e culturali molto simili, potrebbe incoraggiare entrambe le parti a interessarsi di bisogni e preferenze dei loro vicini”.

Qui l’articolo originale: The United City-States of America, Mapped di Nolan Gray

Uno speciale ringraziamento a Lorenzo Zucchi per la segnalazione

MILANO CITTA’ STATO

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Le 5 AZIONI più radical chic della Borsa di Milano

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Remo Ruffini - Moncler
Remo Ruffini - Moncler

La caratteristica tipica di ciò che è radical chic è: impossibile parlarne male. Come una bicicletta.

Le 5 AZIONI più radical chic della Borsa di Milano

#5 Ferrari

L’orgoglio dell’industria italiana è una società di diritto olandese. È quotata sia al NYSE che nell’indice FTSE MIB della Borsa di Milano. Nell’ultimo anno è salita del 18% e capitalizza quasi 22 miliardi di euro, due in più della casa madre FCA. Ai corsi attuali (15,90) ha un rapporto prezzo su utili di 28. Un titolo che spacca, pronto a mettere le ali in caso di messa in vendita. Ma la cosa più radical chic è il codice con cui lo si tratta in borsa: RACE. Godimento allo stato puro.

#4 Moncler

Era un’azienda finita, un marchio ricordato solo da nostalgici del bar Panino. Poi è arrivato lui, Remo Ruffini, il più radical chic dei nuovi imprenditori, che nel 2003 l’ha rilevato per due lire e lo ha rilanciato quotandolo in Borsa nel 2013. Per certi aspetti è l’opposto di Ferrari: un marchio francese che però è azienda 100% italiana e fattura l’87% all’estero. L’ultimo anno è cresciuto del 34%, ha prezzo/utili attorno ai 29 e capitalizza oltre 9 miliardi di euro.

#3 Diasorin

Un nome super chic in un settore che storicamente fa felici molti investitori: il farmaceutico. Fa utili a palla, è in crescita da anni, eppure molti azionisti non sanno di preciso che cosa faccia. Se qualcuno ve lo chiede si può rispondere che opera nei segmenti dell’immunodiagnostica e della diagnostica molecolare. Quindi? Quindi una figata. Per il resto sono i numeri finanziari a parlare: +33% di crescita nell’ultimo anno, quasi 5 miliardi di capitalizzazione, ricavi oltre gli 800 milioni in massima parte all’estero.

#2 Vetrya

La Google della Borsa italiana. Questa è la definizione più in voga tra i suoi fans sfegatati che fatte le debite proporzione assomigliano a quelli di Apple. E’ ancora un’azienda piccina, con meno di 60 milioni di fatturato e 45 di capitalizzazione. Però ha una sede fantastica in Umbria, è guidata dallo Steve Jobs di casa nostra, Luca Tomassini, l’uomo che ha fatto conoscere i cellulari in Italia e colleziona premi di visionarietà e sostenibilità. Opera nei settori più cool, dall’intelligenza artificiale al multistreaming che ha appena lanciato in prima mondiale. Ha fatto colpo anche il caldissimo acquisto di un’altra azienda molto trendy, viralize. Il prezzo pare a buon mercato, sotto i 7 euro, il 3% in meno rispetto a un anno fa. Per radical chic molto propensi al rischio.

#1 Bio On

Questa li batte tutti. Ha dei multipli che superano quelli di Tiscali ai tempi dell’ubriacatura della New Economy, di quando l’azienda di Soru capitalizzava più della Fiat. In un anno è più che raddoppiata: +121%. 1 miliardo di capitalizzazione per 15 milioni di ricavi. Sì, avete letto bene. E’ come se una azienda che fattura 15.000 euro venisse valutata un milione. La motivazione di questa ipervalutazione è che l’azienda emiliana ha depositato una serie infinita di brevetti per produrre poliesteri biodegradabili ad alte prestazioni, ottenuti da co-prodotti o scarti dello zucchero. Un’alternativa superecologica della plastica. Per ora questi brevetti non si sono ancora trasformati in utili aziendali ma il mondo degli investitori è sicuro: questo sarà il titolo del secolo. Per ora è sicuramente quello più radical chic.

MILANO CITTA’ STATO

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1873: nasce la GRANDE MILANO

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Fino al 1873 il comune di Milano era compreso entro la cinta dei Bastioni spagnoli.

1873: Il Comune di Milano si unisce al Comune dei Corpi Santi. Nasce la grande Milano.

Oltre la storica cortina muraria, si estendeva il vasto comune autonomo detto dei Corpi Santi, che circondava la città e che era prevalentemente costituito da quartieri popolari e fabbriche, alcune anche di notevoli dimensioni.
Alla fine di un lungo dibattito politico, il Consiglio comunale presentò istanza al Re affinché aggregasse al Comune di Milano il Comune dei Corpi Santi. Il decreto reale numero 1413 venne pubblicato l’8 giugno 1873: Milano divenne una grande città senza forse rendersene troppo conto.

1912: secondo ingrandimento. 11 comuni entrano a far parte di Milano.

Credits: wikipedia.org

Un secondo, importante, aumento del territorio comunale si verificò nel primo dopoguerra, in forza del Regio Decreto numero 1912, del 2 settembre 1923: “Aggregazione al comune di Milano di undici comuni contermini”.
L’articolo 1 del Decreto stabilì che: “I comuni di Affori,Baggio, Chiaravalle Milanese, Crescenzago, Gorla-Precotto, Greco Milanese, Lambrate, Musocco, Niguarda, Trenno e Vigentino sono riuniti nell’unico comune di Milano”.
Nello stesso anno (RD n. 2943 del 1923) contribuirono, meno significativamente, ad ingrandire il Comune di Milano anche i territori di Ronchetto sul naviglio e Lorenteggio, che vennero contestualmente distaccati da Buccinasco e Corsico.
Qualche anno prima, nel 1918, per complesse ragioni amministrative, anche il piccolo comune di Turro era entrato a far parte di Milano.
La Relazione al Re al Regio Decreto di aggregazione motivava così tale decisione:

“L’attuale circoscrizione del comune di Milano, comprendente un territorio di appena 7600 ettari con una popolazione agglomerata di oltre 700.000 abitanti secondo i risultati del recente censimento, è causa di grave disagio per l’espansione di quel grande centro demografico, specie in rapporto al continuo e rigoglioso sviluppo dei suoi potenti stabilimenti industriali.
Ai margini della città, traendo vantaggio dalle favorevoli condizioni di vita offerte dalle sue fiorenti officine, si sono gradualmente sviluppate le comunità contermini di Baggio, Affori, Chiaravalle Milanese, Crescenzago, Gorla-Precotto, Greco Milanese, Lambrate, Musocco, Niguarda, Trenno, Vigentino, mentre, col progressivo ampliamento edilizio, il comune di Milano si è congiunto ai loro abitati, con taluno dei quali ha anche in comune delle vie, ed ha dovuto stabilire nel loro territorio alcuni dei suoi più importanti stabilimenti e servizi pubblici, come il polisportivo ed i nuovi impianti ferroviari in Lambrate, il grande collettore della fognatura in Vigentino, l’ippodromo in Trenno, il cimitero in Musocco, l’Ospedale dei contagiosi in Affori, l’aerodromo in Baggio, ecc.
Gl’inconvenienti derivanti da tale situazione per i frequenti contrasti nelle inevitabili interferenze fra le diverse amministrazioni civiche, la necessità di dare alla città di Milano un più ampio respiro per la organizzazione dei pubblici servizi in modo adeguato alle esigenze della sua crescente popolazione, l’interesse, per i Comuni contermini, di trarre più diretto vantaggio dalle agevolezze che offre la città con la più completa evoluzione degli istituti di ogni genere nei quali si esplica l’azione sociale della pubblica amministrazione, hanno in passato indotto le rappresentanze di taluni dei suindicati Comuni a chiederne l’aggregazione a quello di Milano in conformità a quanto si era già fatto per qualche altro piccolo Comune (recentemente Turro).”

L’operazione di accorpamento riguardò pertanto 110.000 persone, che, divenendo cittadini milanesi, portarono il Comune di Milano ad avere un totale di 810.000 abitanti.

MAURO COLOMBO

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The Art of Banksy

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Ultimamente si è molto parlato di Banksy, nonostante la sua figura sia avvolta da un alone di mistero che non gli ha tuttavia impedito di diventare un mito dei nostri tempi.
La sua è una protesta visiva che genera una forte presa sul pubblico.  Ma non è frutto di chissà quale complessità del linguaggio o di questioni inerenti al dibattito artistico contemporaneo. A lui interessa una cosa soltanto: la vita e i suoi paradossi.

I suoi murales sono diventati rapidamente icone anticonformiste, soprattutto grazie alla sua tecnica visiva paradossale e dell’inaspettato: dal black block che lancia un mazzo di fiori agli uomini delle caverne in un campo di grano pronti a combattere contro dei carrelli della spesa, tutto il suo messaggio sembra giocarsi nel campo del non convenzionale.

Il lavoro di questo illustratore sarà protagonista della mostra “The Art of Banksy” al MUDEC. L’esposizione si articolerà in quattro sezioni volte a generare una riflessione critica proprio sulla collocazione di Banksy nel contesto generale della storia dell’arte.

Settanta opere dell’artista illustreranno il suo lavoro con uno sguardo retrospettivo, fornendo ai visitatori una chiave di lettura insolita, per la prima volta in un museo.

La mostra sarà visitabile da lunedì a venerdì dalle 10:00 alle 17:00 e avrai tempo fino al 14 aprile.

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Milano Città Stato candidata alle europee? Le 10 richieste per MILANO in Europa

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Milano e le altre bandiere europee
Milano e le altre bandiere europee

Secondo voi Milano Città Stato dovrebbe candidarsi alle europee? Ci potrebbero convincere solo una vagonata di mail (a info@milanocittastato.it) e di like sulla pagina. Queste sarebbero le dieci priorità della nostra azione politica per Milano a Bruxelles.

Se Milano Città Stato si candidasse alle europee, vorremmo queste dieci cose per MILANO

Il G8 delle città

Gli stati stanno decadendo mentre le città stanno crescendo di importanza. Economica, culturale, ora occorre fare il salto politico. Milano Città Stato chiederebbe all’Europa di organizzare il G8 delle città. Inizialmente in Europa, poi nel mondo. Il primo G8 proposto vedrebbe coinvolte insieme a Milano, Parigi, Barcellona, Berlino, Stoccolma, Cracovia, Vienna e Budapest. Sede: Milano.

La stampa della moneta delle città

Il mondo della finanza è in crisi nera. Gli stati nazionali sono sommersi dai debiti. L’euro sta dividendo l’Europa. Milano lancia una nuova moneta gestita con la blockchain e inizialmente valida solo nelle grandi città europee che creerebbero un’area test in cui incrementare il commercio e le connessioni.

Le città contro lo smog

Milano impone a Bruxelles una strategia comune tra le grandi città per combattere l’inquinamento chiedendo fondi molto più grandi per riuscire ad affrontare il tema dello smog, sperimentando le tecnologie più innovative per depurare l’aria.

Inserire l’autonomia delle grandi città dagli stati

Milano chiederebbe a Bruxelles di estendere alle grandi città il diritto “alla buona amministrazione” riconosciuto ai cittadini dell’Unione. Tutti gli Stati dovrebbe rendere libere di amministrarsi le loro città più rilevanti, soprattutto per poter creare scambi e relazioni tra loro e tra i loro cittadini.

Tessera ATM vale in tutte le città d’Europa

Tutti gli stati chiedono agevolazioni e sussidi per alcuni settori critici. Milano vuole affrontare in modo innovativo il problema dello smog e del traffico incentivando l’uso dei mezzi pubblici: per farlo richiede a Bruxelles un aiuto a costo zero, rendere la tessera ATM valida sui mezzi pubblici di tutta Europa.

Milano come Livigno: free zone per lo sviluppo economico

L’Italia è da anni il fanalino economico della crescita economica d’Europa. Siamo il malato d’Europa. Per guarire bisogna iniziare a incentivare l’area che è più a contatto con le zone straniere più efficienti e a fiscalità agevolata. Come Livigno ha diritto a una free zone fiscale per non perdere competitività con la vicina Svizzera, Milano deve richiedere l’istituzione di un’area a fiscalità simile a quella in essere nelle altre città con cui compete direttamente, come Londra, Berlino o il Lussemburgo.

Riavere indietro l’EMA

Siccome in Europa bisogna anche “battere i pugni” (cit.) Milano Città Stato si impegna a farsi sentire in ogni sede dell’Unione per fare valere i nostri diritti sull’EMA che ci è stata scippata da Amsterdam.

Seggi per Milano in Europa

Nel Parlamento Europeo ci sono 4 seggi riservati alla città stato di Berlino. Così come altre città stato mandano in Europa direttamente i loro eletti. Anche Milano richiede lo stesso diritto di rappresentanza riconosciuto alle più rilevanti città europee.

Partecipare alla redistribuzione dei seggi e delle cariche inglesi (dopo la Brexit)

Altre città europee hanno sfruttato l’occasione della Brexit ospitando la fuga delle imprese da Londra? Milano pretende di avere lo stesso diritto a livello politico e di poter ricevere almeno una parte dei seggi e delle cariche ora riservate all’Inghilterra.

Finanziare la riapertura dei Navigli (e la TAV per Genova)

Faremmo mantenere a Bruxelles la promessa fatta a Sala di finanziare interamente la riapertura dei Navigli. Visto che l’hanno collegata all’obbligo di una riforma strutturale della viabilità aggiungeremmo anche la TAV per Genova (al mare in venti minuti) e la realizzazione di due tunnel per spostare sottoterra il traffico automobilistico, come avviene a Lecco.

MILANO CITTA’ STATO

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A Milano le matricole festeggiavano con una mucca in mutande

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festa della matricola

Milano è ricchissima di usanze inusuali, al giorno d’oggi cadute un po’ nel dimenticatoio. Alcune però negli ultimi anni stanno riemergendo, come ad esempio la tradizione del Cimento dei Navigli,  ma altre faticano ad essere ricordate.

Una di queste è sicuramente la Festa della Matricola che, all’inizio del XX secolo, animava la scuola di veterinaria che aveva sede accanto alla chiesa di Santa Francesca Romana, nel quartiere di Porta Venezia. Pare che, quando cominciava un nuovo anno accademico, le matricole in divisa scolastica dovessero condurre una mucca da Corso Venezia fino in Piazza Duomo.

festa della matricola
La Chiesa di Santa Francesca Romana

Un’usanza decisamente insolita, resa ancora più singolare dal fatto che la mucca in questione indossasse un paio di mutande da donna (peccato non aver trovato fotografie di questo evento: sarebbe stato interessante). I cittadini assistevano a quell’insolita processione con divertimento, ridendo e applaudendo le matricole e, soprattutto, la mucca protagonista.

 

VANESSA MARAN

 

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Le 10 paroline magiche per VINCERE i bandi del Comune

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Gli hacker di Milano Città Stato sono riusciti a scoprire la password (simsalabim) per accedere all’archivio segreto dei Commodore in uso nel Comune di Milano. Con un algoritmo è stato così possibile rintracciare le parole magiche che se inserite in una domanda di bando portano automaticamente alla sua aggiudicazione.
Con un altro algoritmo si è riusciti a trovare il significato misterioso che si nasconde dietro a queste parole. Il risultato è questa lista che ci costerà l’esilio a Monza.

Le 10 paroline magiche per VINCERE i bandi del Comune

#1 Sostenibile

In realtà è costosissimo e ha un impatto ambientale disastroso.

#2 Condiviso

Vuol dire che, come diceva Sordi, io so’ io e voi non siete un cazzo.

#3 Circolare

Vuol dire che se non sei nel cerchio magico non entrerai mai.

#4 Ambientale

Vuol dire che il verde lo vedi solo nei campi da golf.

#5 Partecipato

E’ una specie di crowdfunding, tutti ti danno dei soldi. Possibilità di mettere biglietti a pagamento.

#6 Sharing economy

Quello che mio è mio, quello che è tuo è mio.

#7 Sinergia

Tu non hai energia e quindi te la fai dare dagli altri.

#8 Accessibile

Se non hai la tessera (carissima) non entri.

#9 Sociale

Appena ti fai vedere ti chiedono dei soldi.

#10 A impatto zero

Vuol dire che alla fine del processo sarai senza un euro.

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Surrogati: amore ideale

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L’esposizione “Surrogati: un amore ideale” propone 42 opere fotografiche che raccontano l’amore idealizzato tra l’uomo e i propri compagni inanimati, surrogati sessuali e bambole che colmano il desiderio di maternità.

Si tratta dei protagonisti di storie inquietanti e al tempo stesso commoventi, in cui la linea tra realtà e finzione porta a riflettere sul valore di un oggetto in grado di sostituire l’essere umano.

Mediante questi scatti emergono gli stereotipi sociali e le convenzioni culturali che caratterizzano le dinamiche di un rapporto “naturale”, rivelandone l’estrema complessità.

La mostra è aperta dalle 10:00 alle 21:00. Sarà visitabile fino al 22 luglio.

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Milano è il nuovo SOGNO AMERICANO

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Negli ultimi anni la presenza americana in città si è fatta sempre più massiccia. L’interesse e l’investimento delle multinazionali è incredibile: Milano è diventata il nuovo sogno americano?

Milano è il nuovo SOGNO AMERICANO

#1 Microsoft

Nel Febbraio 2017 ha inaugurato la Microsoft House che ha cambiato il volto di piazzale Baiamonti. Un investimento di 10 milioni di euro con 832 vetrate e sei piani nella piramide di Herzog.

Microsoft House
Microsoft House

#2 Apple

Nel Luglio 2018 ha aperto l’Apple Store in piazza Liberty che ha rivoluzionato la piazza e preso nell’immaginario il posto dell’Apollo, storico cinema milanese.

nuovo apple store
apple store

#3 Starbucks

Anticipato dalle palme in piazza Duomo e accolto da code chilometriche a inizio settembre 2018 in un palazzo storico di Piazza Cordusio ha aperto il primo Starbucks d’Italia. Dopo pochi mesi è stato seguito da un secondo punto vendita in corso Garibaldi. Il proprietario dell’azienda ha rivelato che l’idea di Starbucks gli è venuta proprio a Milano, durante i suoi studi.

starbucks milano
starbucks milano

#4 IBM

Multinazionale americana già tra i principali partner di Expo, nel maggio 2018 ha rilevato da Coima il Pavilion di Porta Nuova che era stato concepito inizialmente come spazio espositivo da destinare ad iniziative culturali e sociali. Stipulando un contratto d’affitto pluriennale di 45 milioni di euro IBM si è assicurata una location da favola per la sua nuova sede a Milano.

prossima sede IBM
prossima sede IBM

#5 Hines

L’azienda del Texas è una delle maggiori società immobiliari al mondo, con sedi in 108 città in 18 paesi, e beni per un valore stimato intorno ai 23,4 miliardi di dollari. A Milano Hines significa soprattutto una cosa: Porta Nuova. Tutti i più importanti progetti edilizi dell’area sono stati infatti realizzati dalla multinazionale americana il cui riferimento in Italia è l’ormai leggendario Manfredi Catella.
Dopo aver tanto costruito, a Porta Nuova Hines pare ora più impegnata alla vendita: i grattacieli sono passati nelle mani del fondo sovrano del Quatar. Il ricavato è stato subito rimesso subito in circolo su altri progetti nella città: Hines ha appena investito 75 milioni per un campus universitario in via Ripamonti, ultimo tassello di un monte investimenti che negli ultimi due anni sfiora i due miliardi con l’acquisto di immobili storici in Via Dante, Piazza Cordusio, Via Broletto, Via Torino, Piazza Edison, via Orefici, Piazza Liberty, Via Mazzini e Via del Lauro.

grattacieli di porta nuova - hines
grattacieli di porta nuova – hines

#6 Blackrock

Nel cuore di Milano non poteva certo mancare la più grande società di investimento del mondo che ha aperto i suoi uffici in Piazza San Fedele.

nuova sede blackrock
sede blackrock

#7 Elliott

Gli americani si aggiudicano il primo match della guerra con la Cina. Nell’estate del 2018 il Milan è passato dai cinesi agli americani del fondo Elliott che si è trovato ad avere una quota del 99,93%. Il passaggio è stato determinato dall’incapacità del proprietario precedente, Li Yonghong, di fare fronte agli impegni finanziari nei confronti del fondo. Non potendo pagare i debiti ha perso tutto, un po’ come i genovesi con la Corsica.
Elliott Management Corporation è una società di gestione degli investimenti fondata nel 1977 a New York da Paul Elliott Singer che ricopre anche i ruoli di Presidente e co-CEO della società), ed è considerato il più grande fondo di investimento “attivista” al mondo, noto in particolare per la compravendita di titoli di paesi in default. Speriamo che il Milan non sia un aperitivo.

casa milan sede
casa milan sede

#8 Google, Facebook, Amazon

Nella capitale dell’innovazione sono planati anche i tre grandi protagonisti della new economy. Big G nel 2014 ha preso possesso da Hines un edificio di 11 piani in zona Porta Nuova. L’edificio, già noto come Ziqqurat per la sua forma a piramide tronca, è celebre per le sue tre facciate in vetro, scelte per sfruttare l’illuminazione naturale.
Il 2014 ha segnato anche l’apertura della nuova sede di Facebook in piazza Missori. Più recente, nel novembre del 2017, è l’arrivo a Milano di Amazon che ha trasferito il suo quartier generale nell’ex palazzo Maire Tecnimont di via Monte Grappa 3, oltre 17.500 metri quadri di spazio, disposti su quindici livelli.

nuova sede Google
sede Google

#9 Bloomberg Associates

E’ arrivata a Milano anche l’influente associazione fondata dal magnate ed ex sindaco di New York. L’obiettivo della sua attività è sulla home page del sito: “consigliamo e aiutiamo i governi delle città ad affrontare con successo sfide complesse e difficili per incidere positivamente sulla qualità della vita dei loro cittadini“. Si tratta di un’organizzazione filantropica che fornisce a proprie spese consulenti alle città del mondo. Spesso elargisce anche finanziamenti a fondo perduto, anche se non sappiamo se questo accada anche per il Comune di Milano. Quello che si sa è che ci sono delegati americani della Bloomberg Associates che lavorano a costo zero per il Comune di Milano. Il volto più noto è quello di Janette Sadik-Khan, ex assessore alla mobilità dell’amministrazione Bloomberg che a Milano è stata tra i protagonisti della trasformazione di piazza Dergano e di piazza Angilberto II al Corvetto.

piazza dergano
piazza dergano

#10 Rockefeller Foundation

Last but not least è uno dei nomi simbolo del sogno americano.
La Rockefeller Foundation ha siglato un’alleanza con il Comune di Milano che ha portato a creare un team ad hoc, guidato da un Chief Resilience Officer (CRO), Piero Pellizzaro, nominato dal sindaco Sala nel dicembre del 2017 dopo un bando pubblico.
Pellizzaro coordina il progetto internazionale “100 Resilent cities” per “disseminare e implementare strategie urbane di resilienza”, definita come “la capacità di comunità e istituzioni nel gestire in modo positivo e innovativo le emergenze ambientali, economiche e sociali”.
Il progetto ‘100 Relisient Cities’ è stato istituito nel 2013 dalla Rockefeller Foundation allo scopo di promuovere una rete di città e finanziando con 100 milioni di dollari 100 città che adottano lo ‘Chief Resilience Officer’.
Sedi incredibili, vagonate di dollari, Chief Resilience Officer, ormai non ci sono più dubbi: Milano is the new american dream.

MILANO CITTA’ STATO

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Area B non basta? Rendiamo le STRADE FOTOCATALITICHE come le marmitte. Una soluzione per farlo in tutta la città e a basso costo

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da comeinunbosco.it
da comeinunbosco.it

L’area B non risolverà il problema smog. Ormai è chiaro. Se si vuole risolvere il problema insieme alla riduzione degli emittenti occorre potenziare la depurazione degli inquinanti sospesi nell’aria. Un brevetto milanese può consentire di farlo seguendo un procedimento simile a quello per le auto: si può attivare sulle strade un processo simile alle marmitte catalitiche che filtrano i gas di scarico. Questa la notizia pubblicata dal sito comeinunbosco.it

Qui l’articolo originale: Trovata a Milano una soluzione per PULIRE LE STRADE dallo smog

Restiamo in zona mascherina

L’area B finora ha prodotto effetti nulli sullo smog. Nei primi giorni di area B polveri sottili e altri inquinanti sono risultati molto al di sopra dei limiti come riportano i bollettini di Aria Milano su dati dell’Università Bocconi.

28 febbraio 19 - fonte: Aria Milano (dati Bocconi)
28 febbraio 19 – fonte: Aria Milano (dati Bocconi)

Alcuni dicono che il problema è altro: si dà la colpa alle combustioni da riscaldamento specie a quelle utilizzate nella cintura attorno a Milano, da imprese e soprattutto allevamenti.
Altri ricordano che il problema vero di Milano è geografico: siamo in una sacca circondata dalle montagne che non consente la circolazione dell’aria.
Tutto vero, ma la questione rimane.

Ed è grave. Per l’ultimo dossier sulla qualità dell’aria dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, “il 95% degli europei più esposti allo smog vive nel Nord Italia” con conseguenze tragiche: circa 85.000 morti all’anno per cause collegate all’inquinamento dell’aria. “Secondo l’OMS tra i decessi dei bambini al di sotto dei 5 anni, più di uno su quattro è direttamente o indirettamente collegato all’inquinamento dell’aria.”

A questo punto se non è sufficiente per risolvere il problema ridurre le emissioni, cosa si potrebbe fare di più?
La soluzione è che assieme alla riduzione degli emittenti occorre potenziare l’altra strada: ossia l’abbattimento degli inquinanti emessi nell’atmosfera. Seguendo l’esempio della natura.

Cosa succede in natura? Fotosintesi + Fotocatalisi = Aria più pulita

“Esistono due modalità basate su principi naturali per migliorare la qualità dell’aria: la fotosintesi e la fotocatalisi. Sono complementari e si attivano grazie alla luce. La fotosintesi ha come effetto principale quello di aumentare la quantità di ossigeno nell’atmosfera. La fotocatalisi ha l’effetto di ridurre inquinanti e agenti patogeni trasformandoli in sali minerali inerti e innocui.”

“Il fotocatalizzatore (costituito da sali minerali del biossido di titanio) non si disperde nell’atmosfera ma diventa parte integrante del materiale su cui viene apposto, sia nel caso venga utilizzato nel processo di lavorazione sia nel caso in cui venga applicato successivamente (ad esempio per irrorazione o pittura)”.

Grazie all’energia luminosa naturale o artificiale, il fotocatalizzatore è “in grado di decomporre le sostanze organiche e inorganiche prodotte nella combustione (esempio NOX o PM) presenti nell’atmosfera (…). L’ effetto fotocatalitico è ciclico e non si consuma durante il processo”.

Perchè la depurazione naturale non basta?

“Nelle aree urbane la produzione di inquinanti è maggiore e, specie in inverno, le ore di sole sono poche e gli alberi sono privi di fogliame: per questo l’azione della fotosintesi e della fotocatalisi hanno un effetto molto limitato contro lo smog”.

Perchè finora la fotocatalisi prodotta dall’uomo non è stata impiegata su vasta scala?

L’efficacia della fotocatalisi dell’inquinamento è ormai nota in tutto il mondo e sta impattando anche sulle normative. E’ un sistema di depurazione già inserito nella legislazione italiane e, ad esempio, sempre più centri commerciali stanno inserendo l‘obbligo di fotocatalizzare i parcheggi coperti per depurarli, come è il caso del prossimo centro commerciale sull’Ostiense di Roma.

“Da vent’anni si stanno studiando in ogni parte del mondo le migliori strategie per potenziare il processo naturale della fotocatalisi ma nel tempo sono emerse alcune criticità in merito all’applicazione e alla reale efficacia su vasta scala. I materiali fotocatalitici vengono utilizzati in vernici e in materiali da costruzione, questo determina alti costi di applicazione e un’efficienza solo parziale in quanto solo le molecole superficiali si attivano per depurare l’aria”

La soluzione: lavare le strade aggiungendo all’acqua una speciale soluzione fotocatalitica

“Una recente revisione di 99 studi internazionali, pubblicata sul bollettino dell’OMS, riporta che le micropolveri che si depositano sul fondo stradale, contribuiscono a circa la metà dell’inquinamento da traffico automobilistico.”

“Lavare più spesso il fondo stradale potrebbe essere una strategia per ridurre questo fattore di inquinamento purtroppo poco conosciuto e largamente sottovalutato. Però il problema aperto è: come si può lavare l’asfalto in modo più efficace contro lo smog?”

“La soluzione individuata può risolvere ogni criticità legata all’applicazione e all’efficacia. Innanzitutto è emerso che l’acqua sia il mezzo migliore per potenziare la fotocatalisi. Impieghi della fotocatalisi come strumento di depurazione delle acque stanno venendo adottati in altre parti del mondo, tra cui Australia e Stati Uniti.”

“Sulla base di queste ricerche e delle scoperte sperimentali sugli effetti della fotocatalisi, MadebyMilan, startup innovativa che trasforma idee ad elevato impatto sociale in progetti di business, ha individuato la soluzione e depositato concept e brevetto che prevede l’utilizzo di sostanze fotocatalitiche come coadiuvanti dell’acqua usata per pulire le strade”.

Nelle aree urbane per il lavaggio delle strade viene usata acqua e, dove lo sporco è maggiormente diffuso come nei mercati o nelle aree di deposito degli automezzi per la raccolta dei rifiuti, vengono aggiunti detergenti chimici.

La soluzione prevede di inserire nell’acqua utilizzata dai mezzi per il lavaggio delle strade, una piccola quantità di sostanza fotocatalitica. In questo modo il prodotto, una volta irrorato con dispersione acquosa, aderisce sull’asfalto tra gli spazi degli inerti che formano il manto stradale. Quindi è come se le molecole della soluzione entrassero a far parte del manto stradale: non si ha dispersione nell’aria né al momento dell’applicazione (irrorazione) né dopo l’asciugamento dell’acqua (le molecole restano adese grazie alla loro natura chimico-fisica)”.

I vantaggi di rendere fotocatalitiche le strade con questa tecnica

“L’utilizzo dell’acqua come veicolo di queste sostanze minerali ampiamente diffuse in natura presenta due grandi vantaggi rispetto ad altri materiali, come pitture, cementi o asfalti. Il primo vantaggio è che consente l’applicazione delle particelle fotocatalitiche direttamente sulla superficie trattata. Questo comporta una resa vicina al 100% dell’attività delle particelle fotocatalitiche applicate.Il secondo vantaggio è che l’acqua potenzia l’attività fotocatalitica:  acqua e TiO2 rappresentano un connubio perfetto tanto da potenziare non solo l’attività di depurazione sull’ambiente esterno ma anche l’attività di disinfezione sulla stessa acqua.

I costi sono molto bassi perché è sufficiente programmare il lavaggio strade con acqua addizionata di sostanza fotocatalica ogni tot mesi, a seconda della zona e dell’intensità del traffico veicolare presente, per garantire un’efficacia che dura nel tempo”.

Risultati sperimentali e primi utilizzi: abbattimento del 90% degli inquinanti

“Dopo il deposito del brevetto si sta procedendo all’utilizzo su strade, marciapiedi ed, eventualmente, le basi dei palazzi, trasformandoli così in depuratori ambientali naturali in grado di potenziare il processo della fotocatalisi nelle aree urbane, dove è maggiore la presenza di inquinanti.

Una delle maggiori città del centro-nord e un comune dell’hinterland milanese stanno attivando il protocollo di impiego”

“L’efficacia della soluzione utilizzata è stata testata dall’Università di Torino, dagli studi effettuati sulle sostanze inquinanti più pericolose per la salute umana e dei piccoli animali da compagnia, è emerso che entro 3 ore il NO, NO2 e il NOX  vengono abbattuti del 93%, non solo, 10 m2 di superficie trattata è in grado di purificare 500 metri cubi d’aria all’ora.”

Qui l’articolo originale: Trovata a Milano una soluzione per PULIRE LE STRADE dallo smog

Per informazioni sull’articolo e sulla soluzione, scrivere a: info@comeinunbosco.it o andare sul sito www.comeinunbosco.it

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Milano sotto un’altra prospettiva

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Giorgio Andreotta Calò è uno degli artisti italiani più interessanti degli ultimi anni; non a caso ha rappresentato l’Italia alla 57° Biennale di Venezia.

Le sue opere comprendono sculture, installazioni ambientali di larga scala e interventi spaziali che trasformano architetture o interi paesaggi e sono spesso concepite per essere incluse in un ricco sistema di rimandi e collegamenti tra di loro, anche attraverso l’uso di elementi naturali densi di significati simbolici – come l’acqua, la luce e il fuoco.

Parte integrante della sua metodologia artistica è la costante rielaborazione e riconfigurazione delle sue opere in base al contesto geografico e culturale in cui vengono esposte: per CITTÀDIMILANO l’artista si concentra sulla sua pratica scultorea, presentando in stretto dialogo lavori realizzati dal 2008 a oggi e qui concepiti come parte di un unico paesaggio, che trasforma la percezione dell’ambiente ed evidenzia i legami che intercorrono tra le opere stesse.

La mostra apre dalle 10:00 fino alle 22:00. Potrai visitarla fino al 21 luglio.

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La Milano del futuro riparte dall’AREA EXPO: quali sono i progetti e a che punto siamo?

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da expo a mind
MIND

Da qui è partito tutto. È innegabile infatti che Expo abbia dato inizio a quel processo virtuoso che in questi ultimi anni ha trasformato il volto e l’immagine internazionale di Milano, portandola ad essere un modello e una delle principali mete turistiche del nostro paese. Per immaginare la Milano del futuro non si può dunque che ripartire da qui. Ma come sarà l’Area Expo (ora Arexpo) del futuro?

da expo a mindMilano INnovation Distrct: il quartiere del futuro

Lo scorso primo maggio (2018) l’Albero della Vita è tornato ad accendersi di luci, musiche e colori per celebrare il passaggio di consegne ufficiale. L’area su cui sorgeva l’esposizione universale infatti diventerà MIND, ovvero Milano Innovation District, un distretto della Scienza, del Sapere e dell’Innovazione in grado di promuovere le eccellenze del territorio nei campi della ricerca scientifica, medica, farmaceutica e delle life sciences. In una parola, un distretto avveniristico, ovviamente SMART, che nelle intenzioni dovrà essere in grado di attrarre investimenti e generare ritorni economici per tutto il territorio.

da expo a mind

Il paradiso degli scienziati

Sarà un distretto autosufficiente, una città nella città che ospiterà lo Human Technopole (il polo tecno-scientifico di ricerca sul genoma), il nuovo Ospedale Galeazzi e le facoltà scientifiche dell’Università Statale, oltre ad aziende private legate al mondo della ricerca scientifica, medica e farmaceutica, e un “Lab-Hub” per l’Innovazione Sociale e lo Sviluppo Sostenibile della Fondazione Triulza. MIND sarà dotato di tutte le funzioni primarie – ricreative, culturali, sportive, residenziali, produttive e terziarie – a formare un habitat metropolitano di nuova concezione e, si promette, sostenibile. Dove la mobilità sarà “leggera”, governata da vetture elettriche a guida autonoma, mentre l’approvvigionamento energetico avverrà grazie alla realizzazione di un centro tecnologico dedicato.

da expo a mindE non potrebbe essere diversamente, date le dimensioni dell’area interessata. Per farsene un’idea non si può quindi che partire dai NUMERI.

I numeri di Mind

1.000.0000: sono i metri quadrati di proprietà Arexpo SpA, una società partecipata da Stato, Regione Lombardia e Comune di Milano cui appartiene l’intera area sulla quale quali sorgerà la citta della Scienza.

Quasi due miliardi gli investimenti privati già raccolti, e altrettanti fondi pubblici, per riprogettare ed edificare l’intera area, per un totale di circa 800 mq di slp (superficie lorda di pavimento): un volume due volte è mezzo più ampio di Porta Nuova per intenderci.

60.000: i visitatori giornalieri previsti (circa 100.000 sono stati quelli di Expo), tra docenti, ricercatori e studenti della Statale, ricercatori dello Human Technopole (in parte già insediati all’interno dell’ex Palazzo Italia), il personale medico e i pazienti del Galeazzi e il personale degli uffici privati.

3: le università milanesi coinvolte a vario titolo, che avranno tra l’altro il compito di definirne l’identità e le strategie di comunicazione e promozione: la Statale, lo Iulm e il Politecnico.

Tre anche le fermate della metro che dovrebbero servire l’area: Rho Fiera, Mind Cascina Merlata e Stephenson, per le ultime due al momento sono in corso le analisi di fattibilità. Si tratterebbe di un passo importante verso la famosa Circle Line, una linea ferroviaria che da San Cristoforo dovrebbe giungere sino a Rho Fiera collegando i quartieri lungo il suo percorso come una vera e propria metropolitana.

da expo a mindIn sintesi l’intera area ex EXPO assumerà l’aspetto di un reticolato continuo di spazi per la fruizione collettiva aperti al pubblico, con attrezzature verdi  (giardini, viali alberati) e azzurre (canali e altri specchi d’acqua), progettati per promuovere l’incontro e lo scambio di idee tra chi abiterà il Parco: studenti, ricercatori e aziende.

A che punto siamo?

Il nuovo Galeazzi: uno degli ospedali più alti del mondo

Nell’aprile 2018 la società di progettazione australiana Lendleasing, che si è aggiudicata la gara internazionale per lo sviluppo dell’ex area Expo, ha presentato al Politecnico uno studio preliminare di realizzazione di Mind. I primi lavori a partire sono stati quelli dell’Ospedale Galeazzi, che si svilupperà verticalmente per una superficie complessiva di 150.000mq: con i suoi 16 piani per quasi 90 metri altezza, si candida ad essere uno tra gli 8 ospedali più alti d’Europa e tra i 75 ospedali più alti del mondo. Particolare attenzione dovrebbe essere dedicata all’impatto ambientale, con l’impiego di materiali ecocompatibili, l’uso delle energie rinnovabili e il massimo impegno nella riduzione delle emissioni. La fine dei lavori è prevista entro la fine del 2021.

da expo a mind

La Statale Bis (con il campus Science for Citizens)

Per quanto riguarda l’Università Statale, l’obiettivo è di trasferire le facoltà scientifiche dal polo attuale di Città Studi, con un insediamento previsto di 18mila studenti e duemila ricercatori, realizzando un campus denominato Science for Citizens che si estenderà su un’area di oltre 150mila metri quadrati. Il progetto, proposto dallo studio Carlo Ratti Architetti su incarico di Lendlease, prevede un campus universitario di tipo aperto, quale terreno di sperimentazione di forme innovative d’insegnamento e di trasferimento tecnologico tra l’attività didattica e le future funzioni che sulle rimanenti aree di Expo.

da expo a mind

Dal punto di vista architettonico, questo punta a riprodurre in chiave contemporanea lo schema tipologico della storica sede di Ca’ Granda: ci saranno cinque chiostri organizzati attorno a una grande piazza centrale, a copertura dei quali saranno utilizzati, come ulteriore omaggio allo storico edificio milanese, dei mattoni raffiguranti immagini e simboli capaci di comunicare anche in forma tridimensionale. Infine, una sequenza di giardini botanici, serre sperimentali e campi sportivi si collegherà al lungo parco lineare di Mind (un chilometro e seicento metri la sua lunghezza complessiva) e alle vie d’acqua che attraversano l’ex area Expo.

Il 26 febbraio il cda dell’ateneo avrebbe dovuto approvare la pubblicazione del bando per la gara a evidenza pubblica per la costruzione del campus, i cui lavori dovrebbero iniziare nel 2019/2020 e terminare in tempo per l’apertura del primo anno accademico, nel 2023-2024. Sul bando del Campus in area Mind, l’Ateneo ha formulato richiesta di vigilanza collaborativa all’ANAC, richiesta regolarmente accolta lo scorso 8 febbraio. Sulla base del protocollo Unimi/ANAC, il bando e gli atti di gara saranno sottoposti all’approvazione del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo solo a seguito dell’approvazione preliminare da parte di ANAC.

da expo a mind

Lo Human Technopole nell’ex Palazzo Italia e in due nuovi palazzi

Lo Human Technopole sarà invece il nuovo centro di ricerca italiano che fungerà da polo di attrazione per i migliori talenti nazionali ed internazionali, un punto di riferimento, in Europa e non solo, per la ricerca biomedica, la genomica e per il futuro della medicina.  Il progetto  prevede una rifunzionalizzazione dei palazzi esistenti, in particolare dell’ex Palazzo Italia, simbolo di Expo 2015, e la realizzazione altri due: un edificio che ospiterà uffici e laboratori e una struttura realizzata con elementi prefabbricati in cui avrà sede il datacenter con i suoi supercomputer, per un totale di circa 30.000 mq.  Per novembre dovrebbero essere completati i cantieri e insediati altri 300/400 ricercatori, mentre l’entrata a regime è prevista per il 2024.

da expo a mind

E il verde?

Rimane forse la questione più controversa. Il Masterplan prevede 445.000 mq di verde, ricavati ai bordi del complesso e nella parte centrale, ricucendo i vari settori. Non si tratterebbe di un unico parco compatto quindi, bensì di cinque parchi tematici gestiti da diverse strutture.

Come ha osservato Michele Sacerdoti in un recente articolo su Arcipelago Milano, non ci sarebbero in realtà più di 80.000 mq di parco tematico, costituiti dal Parco del Cibo e dall’orto botanico, il resto sarebbe verde tra gli edifici, boulevard, piazze alberate, canali, campi sportivi e auditorium all’aperto. Il Parco della salute sarà collocato sopra il parcheggio sotterraneo dell’ospedale Galeazzi, il Parco lineare sopra la piattaforma di cemento del Decumano e non potranno ospitare alberi di alto fusto. Anche la Cascina Triulza sembrerebbe essere conteggiata nel verde mentre contiene un auditorium, degli uffici e dei laboratori.

da expo a mind

Il consumo di suolo sarebbe in sostanza molto elevato. Non male per un’area che, nelle intenzioni inziali, avrebbe dovuto costituire un  ampio parco agro-alimentare con l’obiettivo di mantenere una corona di verde intorno a Milano.

 

ROBERTA CACCIALUPI

 

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I tesori di Geo Poletti

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Il titolo della mostra Le Nature Morte di Geo Poletti allestita a Palazzo Reale racchiude in sé le grandi passioni di questo eclettico personaggio milanese (1926-2012).

Questi soggetti gli offrivano la possibilità di riflettere su una concezione astratta della pittura. E di ragionare in particolare su una rappresentazione della natura, tesa a trovare le sue ragioni oltre se stessa. In una dimensione, quindi, filosofica più che strettamente figurativa.

Grazie alla concessione degli eredi di Geo Poletti, Palazzo Reale espone per la prima volta al pubblico la collezione privata di nature morte dell’artista. Si possono ammirare venticinque opere di intensa bellezza. In esposizione figurano inoltre alcuni dipinti di Geo Poletti dedicati al tema della natura. E proprio la Natura è il filo conduttore della terza edizione di Milano MuseoCity (1-3 marzo) e delle celebrazioni leonardiane.

La mostra sarà visitabile fino al 24 marzo. Domani, giovedì 28 febbraio, Palazzo Reale sarà aperto dalle 09:30 alle 22:30. L’ingresso alla mostra è gratuito.

 

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Musica e rivoluzione

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Colibrì è un bar ed è una libreria; si sveglia presto per colazione e va a letto tardi la sera. Organizza mostre, concerti di musica dal vivo, presentazioni di libri ed eventi legati alla cultura.

È per chi ama i cortili nascosti, le teiere di porcellana con i fiori e si diverte a lanciarsi sui divani. È per chi ha bisogno del silenzio per leggere ma poi sa anche fare festa con un Gin Tonic. È, soprattutto, per chi pensa che esista un modo spontaneo e divertente per fare cultura, e per chi non si lamenta mai delle troppe cose da fare.

In un contesto come questo, non si finisce mai di parlare del cinquantesimo del ’68, anche se ormai è passato, e di capire come musica e rivoluzione si siano intrecciate e nutrite a vicenda, in Italia, ma non solo, durante l’anno che ha cambiato il mondo.

Questa sera, a partire dalle 18:30, non puoi perderti l’incontro con Erica Arosio e Giorgio Maimone e la discussione a partire dal loro ultimo romanzo “A rincorrere il vento“, insieme a Ricky Gianco e a Biagio Longo.

Ci vediamo in via Laghetto 9?

 

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METRO PROSSIMA FERMATA: quali saranno le estensioni delle linee della metropolitana

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Milano è un cantiere. Si costruiscono grattacieli che si sfidano per toccare il cielo e si scava sottoterra per estendere i tunnel della metropolitana. Anche questi lavori contribuiscono al fermento vitale di questa stagione magica di Milano. Cerchiamo di fare ordine su come si lavora per prolungare le linee della metro milanese verso i nuovi orizzonti.

METRO PROSSIMA FERMATA: quali saranno le estensioni delle linee della metropolitana

M1

NORD. Aperto il tunnel tra le due future nuove fermate di Sesto Restellone e Monza Bettola. Il capolinea della M1 avrà anche l’interscambio con la linea 5. Le prime corse previste entro la fine del 2020.

OVEST. Via libera anche al prolungamento da Bisceglie a Baggio con la realizzazione di tre nuove fermate per un prolungamento di tre chilometri e mezzo, con nuovo capolinea in via degli Ulivi. Inizio lavori: 2021

fonte: Corriere
fonte: Corriere

M2

Approvato a fine 2017 il decreto per dare il via allo studio di fattibilità del prolungamento della M2 da Cologno Nord fino a Vimercate. Nel dicembre 2018 i tecnici di Metropolitana Milanese hanno presentato il primo stato di avanzamento degli studi relativi al prolungamento. Le nuove fermate sarebbero sei: Brugherio, Carugate, Agrate, Concorrezzo, Vimercate-Torre Bianche, Vimercate.
Una delle alternative ipotizzate, in sostituzione della metropolitana, è il sistema BRT (Bus Rapid Transit), che prevede l’utilizzo di bus a guida autonoma e/o filobus o bus elettrici su corsie riservate

M3

Nord. Prolungamento M3 di 2 fermate: Cormano e Paderno. Da completare lo studio di fattibilità finanziato dalla Regione.

Sud. Allo studio il prolungamento M3 in direzione Paullo (lungo la Statale 415 – Paullese). Il comune di Milano ha proposto di suddividere il costo di 280 mila euro di un primo progetto di fattibilità con un accordo di programma che mette assieme Regione Lombardia, l’Agenzia del bacino TPL, la città metropolitana di Milano, le due province coinvolte (Milano e Cremona) e 11 comuni: Milano, San Donato Milanese, Peschiera Borromeo, Pantigliate, Mediglia, Settala, Tribiano, Paullo, Zelo Buon Persico e i due comuni cremaschi Crema e Spino d’Adda. La fase di fund raising sembra prossima all’arrivo.
Come per il prolungamento M2 è in valutazione il sistema alternativo denominato BRT (Bus Rapid Transit).

M4

A fine gennaio 2021 si potranno percorrere le prime tre fermate della linea blu, da Linate a Forlanini e ritorno. Nel 2022 si potrà andare fino a San Babila e nel 2023 si dovrebbe aprire l’intera linea. Sono già allo studio l’estensione a sud-ovest (Buccinasco), da una a tre nuove fermate, e a est (Pioltello e Segrate), da due a tre fermate.

M5

Nord. Governo, Regione e Comune sono tutti d’accordo, caso più unico che raro di questi tempi. I soldi sono stati stanziati, il progetto approvato, i monzesi si sono tranquillizzati sulla paura di diventare città dormitorio, sembra tutto a posto per passare all’esecuzione dopo la presentazione dello studio di fattibilità il prossimo autunno. Il prolungamento sarà fino a Monza Polo istituzionale che comporterà un raddoppio del chilometraggio della linea attuale e 12 fermate in più. Ipotesi inizio lavori: 2021 con fine prevista attorno al 2030. Milano diventerà così la prima città d’Italia a collegare con la metro il capoluogo di un’altra provincia.

M5 a Monza: il tracciato definitivo
M5 a Monza: il tracciato definitivo


Sempre in direzione nord, è stato completato lo studio di fattibilità sul possibile prolungamento della metropolitana M5 verso i territori di Bresso, Cusano Milanino e Cinisello. Il progetto prevede la biforcazione dei binari da Bignami: da un lato proseguendo verso Monza, dall’altro in direzione Bressocon l’ipotesi di 5 nuove fermate: Parco Nord, Bresso, Cusano e due fermate a Cinisello. Il progetto è stato approvato dal sottosegretario Buffagni.

Ovest. Deve partire lo studio fattibilità per il prolungamento da San Siro Stadio verso Settimo Milanese. Le nuove fermate sarebbero 5: Caldera, Quinto Romano, San Romanello, Figino, Settimo Milanese. Passata anche delibera regionale per ulteriore studio di fattibilità su estensione supplementare da Settimo Milanese a Magenta.

Circle Line

Raggiunto l’accordo con Fs per realizzazione di un arco di circle line sul percorso della S9 (da Rho Fiera a San Cristoforo Fs-M4) con nuove fermate (Mind, Stephenson, Tibaldi) già progettate e altre da progettare (Istria) con frequenza a regime di 15 minuti.

M6

Nuovo orizzonte, non prima del 2030: M6 (linea arancione) da Certosa a Tibaldi. Il progetto dovrebbe riprendere quello originario della giunta Moratti che comprendeva 37 fermate, tra le quali Quarto Oggiaro, viale Certosa, Pagano, Porta Genova, piazza XXIV Maggio, Porta Romana, via Lombroso, Ponte Lambro. Non c’è ancora il progetto definitivo ma ci sono già le estensioni: Baranzate e Noverasco. 

Continua la lettura con: La metro più lunga del mondo

FABIO MARCOMIN

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La prima SERATA FUTURISTA a Milano fu un caos pazzesco

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Una serata futurista a Milano - Umberto Boccioni
Una serata futurista a Milano - Umberto Boccioni

15 febbraio 1910. Un anno dopo la pubblicazione del celebre Manifesto, Marinetti organizza al Teatro Lirico la serata futurista che si rivela uno scandalo.

Le cronache riportano duri scontri con il pubblico, in particolare di clericali, pacifisti e operai, offesi dalle invettive antipassatiste e guerrafondaie dei futuristi. Dovette intervenire la polizia a salvare Marinetti e i suoi bersagliati da ortaggi ed altri oggetti.

Altri due eventi che segnarono il futurismo a Milano furono l’Esposizione di Arte Libera in via Sottocorno nel 1911 e il primo Grande Concerto Futurista il 21 aprile 1914 al Teatro Dal Verme con ululatori, gorgogliatori e ronzatori.

Fonte: Milano d’Italia, Alberto Pezzotta- Anna Gilardelli, Bompiani

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Femminismo al 99%

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Se devo pensare ad un tema che (finalmente) negli ultimi anni è riuscito ad arrivare sulle bocche di tutti il primo a venirmi in mente è sicuramente il femminismo.

È in quest’ottica che, in avvicinamento allo sciopero globale delle donne del prossimo 8 marzo, ti invito ad una serata di discussione, approfondimento e socialità in nella Libreria Antigone con Non Una Di Meno.
La serata inizia alle 18:30 con un gustoso aperitivo a cura dell’associazione Mshikamano e appunto di Non Una Di Meno.

A seguire, presentazione del libro “Femminismo per il 99%. Un manifesto” che si pone l’obiettivo di rispondere a questi quesiti: Quali pratiche per lo sciopero femminista? Cosa significa sciopero dai/dei generi? Chi sono le protagoniste della nuova ondata trans-femminista globale?

A intervenire saranno Marie Moïse, Carlotta Cossutta e Cinzia Arruzza in collegamento dagli Stati Uniti.

«Non una di meno» è il grido che esprime questa forza e questa voce. Contro la violenza patriarcale e razzista della società neoliberale, lo sciopero femminista è la risposta. Scioperiamo per inventare un tempo nuovo.

Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo!

 

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10 cose che Milano FA MEGLIO dell’Italia ma non lo fa notare perché siamo dei signori

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Fonte: wastelandfashion.wordpress.com (c)
Fonte: wastelandfashion.wordpress.com (c)

Milano è la città dei primati. La capitale economica, della moda, del design, la capitale morale. Sono tanti i campi in cui siamo i riconosciuti numeri uno. Eppure in realtà sono molti di più i motivi d’eccellenza di Milano, solo che siamo troppi sobri per rimarcarli. Questo articolo serve per cantarcela e suonarcela tra di noi.

10 cose che Milano FA MEGLIO dell’Italia ma non lo fa notare perché siamo dei signori

#1 Come si fa un evento internazionale in Italia lo ha insegnato Milano

credits: @ssss_ilvia
IG

Dal Fuorisalone a Expo se Milano organizza qualcosa diventa subito un evento mondiale. Lasciateci anche le Olimpiadi e stupiremo il pianeta un’altra volta. Nota: praticamente tutte le inaugurazioni dei grandi eventi mondiali, dai mondiali ai giochi olimpici, sono affidate a un’azienda di Milano (Mario Balich & C.).

#2 Vincere a calcio in Europa

Con addirittura due squadre diverse, in ogni decennio, senza comprare le partite. E, soprattutto, mostrando che si può vincere giocando bene.

Leggi anche: Milano è la sola città ad avere vinto la Champions con due squadre diverse

#3 Lo stile

Confessate, è capitato anche a voi. Chi è di Milano se si trova in un’altra città del mondo può indossare anche un maglione bucato dalle tarme che viene preso a icona di stile. Siamo nati chic.

#4 La città dell’editto di Costantino

Credits: studiarapido.it

Anche se in realtà non era né un editto né era di Costantino, a Milano è stato promulgato il sommo trattato della civiltà mondiale. L’esempio più evoluto e ancora ineguagliato modello di libertà e uguaglianza tra le genti.

#5 Il più antico sistema di canali navigabili in Europa

conca del naviglio
conca del naviglio

E la prima conca al mondo. Anche se la valorizziamo solo con Fuorisalone.

#6 La cucina

 
credit: cucinaeco.wordpress.com

Tutti gli chef stellati sono qui, ormai a Milano si fa meglio qualunque piatto al mondo, anche gli spaghetti cacio e pepe.

#7 Le automobili

Credits: @alfaromeoofficial
ALFA Romeo

E’ di Milano il progetto più antico di automobile al mondo (quindicesimo secolo). A Milano Enzo Ferrari ha costruito le sue prime auto, sono di Milano le prime macchine che hanno vinto il campionato di Formula Uno. Poi ci hanno portato via tutto.

Leggi anche: La prima automobile della storia fu inventata a Milano

#8 La città della luce

Credits chiara___q IG – Light Beautiful Gallery

A Milano è stata costruita la prima centrale elettrica d’Europa. E’ la prima città d’Italia illuminata a Led, qui è stato introdotto il primo semaforo d’Italia, il quarto in Europa.

Leggi anche: A Milano venne realizzata la prima centrale elettrica d’Europa

#9 Una creatività divina

Campionati italiani di sci al Monte Stella

Altri luoghi in Italia hanno avuto in dono grandi fortune naturali. Milano dalla natura non ha avuto nulla, ogni fortuna se l’è creata da sé, così si è fatta il suo lago e il suo monte artificiale dove ha perfino organizzato i campionati di sci (la prima vittoria ufficiale di Alberto Tomba). E’ l’unica al mondo ad avere il porto di mare senza il mare.

Leggi anche: Monte Stella: una storia d’amore gli dà il nome

#10 Una politica rivoluzionaria

Il pool di giudici di Mani Pulite

Roma è la capitale politica. Ma è Milano a fornire la scossa alla politica nazionale. E’ di Milano l’unica insurrezione popolare vincente contro l’oppressore, Milano ha ucciso la prima Repubblica e fatto nascere tutti i più rilevanti movimenti politici italiani: Futurismo, Partito socialista, Democrazia Cristiana, Forza Italia, Lega, Cinque Stelle sono stati fondati qui. Bé, pure il fascismo…

Leggi anche: Il Fascismo è nato a Milano

Continua la lettura con: Bastano tre minuti e mezzo per innamorarsi di Milano 

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Qual è il FILM più bello su Milano? (Vota il preferito)

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Milano è stata location di film che sono entrati nella storia del cinema italiano.

Vota il più bel film su Milano

 

Qual è il film più bello su Milano?

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E se non ve li ricordate, un piccolo ripasso:

#1 Miracolo a Milano (Vittorio de Sica, 1950)

Una favola sociale nella Milano del Dopoguerra. Video: Scena finale

#2 Che bella giornata (Gennaro Nunziante, 2010)

Il film che ha incassato di più del cinema italiano. Video: Trailer

 

#3 Lui è peggio di me (Enrico Oldoini, 1985)

Due amici si sfidano a colpi di scherzi sempre più bastardi. Video: Lasciami andare via!

#4 Eccezziunale…veramente (Carlo Vanzina, 1982)

Tre tifosi scatenati interpretati da Abatantuomo. Video: Il ras della fossa

#5 Happy Family (Gabriele Salvatores, 2010)

Divertente e romantica commedia per le strade di Milano. Video: Omaggio a Milano

#6 Sotto il vestito niente (Carlo Vanzina, 1985)

Un giallo noir nel mondo della moda nella “Milano da bere”. Video: In disco anni Ottanta

#7 Sposerò Simon Le Bon (Carlo Cotti, 1986)

La Milano degli anni ’80, dei paninari e del liceo Berchet. Video: Passeggiata in Piazza Duomo

#9 Vallanzasca (Michele Placido, 2011)

La città, tra periferie e locali del bel mondo. Video: Introduzione a “Gli Angeli del Male”

#10 Yuppies (Carlo Vanzina, 1986)

Giovani rampanti e serate brave nella Milano da bere. Video: Da Bice

Le locandine dei 10 film su Milano

Fonte: http://www.neoenews.com/itVote.action?idContestInfo=1

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