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Lo sfogo dei TASSISTI MILANESI: “Nessuna PROGETTUALITÀ nelle PISTE CICLABILI “

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Credits: bollettino.bici.milano.it

Nelle ultime settimane Milano sta vivendo una “rivoluzione viabilistica” con la realizzazione di numerose piste ciclabili e l’istituzione delle “zone 30”. Tuttavia, questa svolta green non è piaciuta a tutti e, soprattutto, ai tassisti milanesi, per i quali si tratta di “una serie di interventi che ha finito per peggiorare la situazione”.

Lo sfogo dei TASSISTI MILANESI: “Nessuna PROGETTUALITÀ nelle PISTE CICLABILI”

# Gli effetti di una progettazione approssimativa

Credits: milano.repubblica.it

Claudio Severgnini, presidente di “Tassisti Artigiani Milanesi”, ha indirizzato una lettera a Palazzo Marino criticando le corsie riservate ai ciclisti “spesso tracciate senza una progettazione definita, ma con il solo intento di lanciare una campagna green da utilizzare nella prossima campagna elettorale”.

Poi, secondo Severgnini, la concretizzazione delle piste ciclabili produce “effetti devastanti per tutti quei cittadini che hanno la necessità di spostarsi in città con altri mezzi”.

# Una viabilità che non considera gli interessi di tutti

Credits: www.7giorni.info

Per le vie Milano, ovviamente, non circolano solo i ciclisti, ma anche tutti gli altri utenti della strada, tra cui anche i lavoratori.

Sempre nella lettera di Severgnini, si legge che la realizzazione delle piste ciclabili non considera gli equilibri sulla normale circolazione degli altri utenti” e aggiunge che “la crociata contro l’automobilista è ormai al suo culmine”. Infatti, con il passaggio in zona gialla e la conseguente ripresa delle attività commerciali e delle scuole, “la circolazione in alcune vie e piazze ha già raggiunto livelli da bollino nero” e ci si chiede cosa accadrà quando saranno consentite nuovamente fiere e manifestazioni importanti.

# Le piste ciclabili senza progettualità portano ad un innalzamento del tasso d’inquinamento

Credits: mianews.it

Il presidente di TAM ha anche elencato alcuni esempi evidenti di mancata progettualità e di peggioramento delle condizioni del traffico.

Tra questi, la questione relativa a Corso Venezia e Corso Buenos Aires sulle cui piste ciclabili si è già discusso molto. Queste due vie “si sono  trasformate in un unico serpentone di auto incolonnate, con il naturale innalzamento del tasso di inquinamento. Quando alcune decisioni vengono prese senza verificarne preventivamente gli effetti, accade che poi tutti ne faranno le spese, compreso chi, in passato, ha applaudito a questa rivoluzione”.

# I tassisti milanesi chiedono maggiore considerazione

Credits: www.milanotoday.it

Ma c’è un altro problema.

Infatti, secondo i tassisti milanesi “le guerre per essere vinte hanno bisogno dei soldati ed ecco che vengono arruolati agenti della polizia locale e ausiliari del traffico con il compito di far rispettare queste corsie“.

Un esempio, che ha tutti i connotati per essere “tragicomico”, risale al 3 febbraio scorso. Un taxi, in attesa del suo cliente, è stato multato perché era, con due ruote, sulla pista ciclabile in Corso Venezia.

I tassisti chiedono solo più rispetto e una maggiore considerazione anche delle loro esigenze, andando verso una riflessione amministrativa e un approfondimento dell’argomento.

Fonte: www.milanotoday.it

Continua la lettura con: Il simbolo di RINASCITA per MILANO è la PISTA CICLABILE più LUNGA d’Italia

ALESSIA LONATI

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AFFITTI a Milano: i canoni per quartiere e la zona più conveniente

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credit: milano.corriere.it

Il mercato degli affitti a Milano sembra non resistere alla crisi, almeno per quanto riguarda i canoni. Ma quali sono i prezzi nei diversi quartieri? E qual è la zona più economica?

AFFITTI a Milano: i canoni per quartiere e la zona più conveniente

«C’è emergenza economica ma i proprietari preferiscono tenere sfitti gli spazi piuttosto che ritoccare i canoni al ribasso»

I prezzi delle case a Milano non sembrano scendere ed è sempre più ampia la fetta di popolazione che manifesta il proprio disappunto. Mario Breglia di Scenari Immobiliari afferma: «C’è emergenza economica ma i proprietari preferiscono tenere sfitti gli spazi piuttosto che ritoccare i canoni al ribasso assumendosi il rischio di morosità o mancato rilascio dell’appartamento». Anche per affittare appartamenti di piccole dimensioni i costi sono altissimi, ma qual è la situazione attuale e quali sono i canoni nei diversi quartieri della città?

# Prezzi alle stelle: un fattore che può portare a una fuga dalla città

 
Credits: blog.urbanfile.org

I prezzi costanti delle abitazioni potrebbero sembrare un segnale positivo a conferma delle potenzialità della nostra città, ma allo stesso tempo rischiano di essere un freno al suo sviluppo e alla ripresa post-covid: se gli abitanti non riescono a trovare case a prezzi accessibili, è inevitabile la fuga dalla città. Enzo Albanese di Fimaa a proposito ha dichiarato «Non ci sono abbastanza appartamenti dignitosi e in quartieri ben serviti offerti a prezzi accessibili. In queste condizioni l’emorragia di residenti verso l’hinterland è inevitabile». Il problema risulta evidente, c’è un gap tra la domanda e l’offerta. Andrea Lacalamita, co-fondatore di Homepal.it, ha infatti ammesso che il mercato immobiliare «è poco elastico ma prima o poi dovrà adeguarsi all’aumento dell’offerta che già supera di gran lunga il calo della domanda». 

# I canoni per quartiere: qual è la zona più economica di Milano?

credit: milano.corriere.it

Come ha sintetizzato Elisabetta Andreis sul Corriere, questo è l’andamento dei prezzi nei diversi quartieri di Milano: 

  • Centro Storico: Rispetto al 2019 sono aumentati i prezzi sia per i bilocali, circa 1.470 euro, sia per i trilocali che si aggirano attorno ai 1.850 euro.
  • Le zone che invece hanno subito un aumento dei prezzi per i bilocali e un ribasso sui trilocali sono: Porta Nuova-Greco-Zara, Magenta-Sempione, Venezia-Buenos Aires, Bovisa-Dergano, Ticinese-Genova, Città Studi-Argonne, Lorenteggio-Inganni e Corvetto-Rogoredo-Vigentino.
  • Mentre sono diminuiti i canoni sia per i bilocali che per i trilocali nelle zone di: Niguarda-Cà Granda-Bicocca, Forlanini-Taliedo, Baggio-Forze Armate, Chiesa Rossa- Gratosoglio e S. Siro-QT8 Gallaratese.

Il quartiere che al momento risulta più conveniente di Milano è Baggio-Forze Armate, in cui il canone medio mensile è di 490 euro per un bilocale.

# I problemi del mercato degli affitti meneghino si ripercuotono sia sui proprietari che sugli inquilini

Il problema basilare, secondo l’assessore alle Politiche sociali e abitative Rabaiotti, è che in Italia l’affitto è un’opzione di serie B in cui non si è creduto e investito abbastanza: «Occorre una convergenza di sforzi. Le agenzie immobiliari non propongono in modo efficace le soluzioni a canone calmierato, dal canto loro i proprietari immobiliari dovrebbero ammorbidire le aspettative» e continua spiegando nel concreto quali sono i limiti attuali del mercato degli affitti, sia per i proprietari che per gli inquilini. «Il proprietario continua a sentirsi minacciato dall’inquilino e l’inquilino minacciato dallo strapotere della proprietà. La legge dovrebbe ripartire da un diverso bilanciamento dei rapporti tra le parti. In una fase difficile abbiamo bisogno di venirci incontro per poter ripartire senza ulteriori sofferenze».

# Cosa ne pensano i cittadini? Spunti interessanti dal gruppo Facebook “Cantiere UrbanFile”

credit: sinistraxmilano.org

Sul gruppo Facebook Cantiere UrbanFile molti cittadini meneghini si sono sentiti di dire la propria opinione riguardo a questa tematica e tra i commenti sono emersi spunti interessanti per il Sindaco della città. C’è chi difende i diritti dei proprietari pur essendo a favore della “casa per tutti”: «Prima di tutto, dopo 3 mesi di affitto non pagato, c’è lo sfratto immediato. Non esisterà più che ci sia bisogno di un giudice. Le tasse vengono bloccate, quando un inquilino non paga, se io affitto ad un prezzo più basso di quello che dovrebbe esser previsto nella rendita catastale anche questa cala a seguito dell’affitto. Perchè va bene esser a favore della casa per tutti, ma non a discapito dei proprietari delle case». Proseguendo tra i commenti si trova anche chi critica il sistema di edilizia pubblica: «Se le case popolari smettessero di essere un diritto acquisito a vita si libererebbero moltissime abitazioni. I requisiti per l’accesso al canone sociale devono essere verificati periodicamente, chi non rientra più nei parametri (perché ha migliorato il suo reddito) deve lasciare la casa popolare a chi ne ha bisogno». 

Non solo critiche però. Un commento riporta le modalità utilizzate in Portogallo, proponendole come valide alternative anche qui in Italia: «In Portogallo fanno due cose: l’affitto viene pagato direttamente allo stato, che ne decurta la tassazione e rende il netto al proprietario. Così è molto più facile controllare evasione e prezzi. E, dopo la crisi covid, stanno sperimentando un sistema per cui tutti quelli che affittavano a breve termine, posso affittare a lungo termine a prezzi calmierati e ricevono dallo stato parte del mancato guadagno di differenza. Penso siano entrambe cose che sarebbe interessante provare ad importare».

Una cosa è certa: il mercato degli affitti a Milano non funziona e per la ripartenza della città è necessario, non facoltativo, che venga ridimensionato.

Leggi anche: CROLLO degli AFFITTI a Manhattan: capiterà anche in centro A MILANO?

ROSITA GIULIANO

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La mobilità del futuro a Milano: progetti da fantascienza per il quartiere MIND

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credits: ilmessaggero.it

Come in un film di fantascienza, il MIND, Milano Innovation District, diventa un laboratorio di sperimentazione a cielo aperto, ospitando molti progetti di ricerca sulle soluzioni di mobilità futura. Veicoli senza conducente, car sharing ed attenzione all’ambiente sono solo alcuni dei punti fondamentali di questi piani. Sarà davvero possibile una mobilità “del futuro”? Fonte: Urbanfile

La mobilità del futuro a Milano: progetti da fantascienza per il quartiere MIND

# Milano 26esima in classifica per le nuove esigenze di mobilità.

credits: storiadimilano.it

L’Urban Mobility Reasiness Index, uno studio pubblicato alla fine del 2020, ha analizzato le più grandi città mondiali con l’obiettivo di evidenziare come stanno rispondendo alle nuove esigenze della mobilità e ne ha stilato una classifica. Sul podio ci sono Singapore, Londra e Stoccolma, ma bisogna ammettere che anche Milano, unica città italiana in lista, non si posiziona affatto male, collocandosi al 26esimo posto. Gli elementi innovativi in tema di attenzione per il sociale e per la sostenibilità, siano essi già in atto o previsti nei piani di sviluppo, hanno premiato il capoluogo meneghino, che si trova anche nelle primissime posizioni delle classifiche in materia di energia pulita dei mezzi pubblici e shared mobility. Ancora da migliorare, invece, il rapporto tra centro e periferie e la fruibilità pedonale.

# Progetto MIND: punto di riferimento per le smart cities del futuro.

credits: Urbanfile

In questa prospettiva di mobilità futura si colloca il Milano Innovation District, MIND, il nuovo quartiere sorto sulle ceneri dell’ex area Expo che entro il 2030 diventerà un importante polo di riferimento per ricerca, sanità e istruzione. Proprio questo distretto si propone di diventare anche un punto di riferimento per le città intelligenti del futuro, affermando nella sua mission che “costruire la città del futuro significa progettare oggi per una città che possiamo solo prevedere”. Tra le previsioni più certe sul futuro delle città c’è la diminuzione delle automobili, proprio per questo molti progetti stanno cercando soluzioni innovative di mobilità e MIND diventerà il primo quartiere al mondo progettato per veicoli a guida autonoma. La riqualificazione di quest’area rappresenta un importante tassello per il programma Milano 2030 che punta ad una maggiore attenzione verso ambiente e cambiamenti climatici, alla valorizzazione di quartieri e periferie e al diritto alla casa.

# Tra veicoli senza guidatore e droni, si progettano nuovi mezzi di trasporto innovativi.

I progetti portati avanti nel MIND ruotano intorno a cinque temi: veicoli elettrici e sostenibili, car sharing, guida autonoma, mobilità locale e comunicazione tra macchine e ambiente. I progetti pilota nell’ex area Expo infatti stanno cercando soluzioni di mobilità che fondino sostenibilità e nuove tecnologie, tra queste: veicoli elettrici a guida autonoma, droni e mezzi di trasporto condivisi.

# Il progetto Systematica: la guida autonoma è possibile?

credits: Urbanfile

Tra i molti progetti, anche l’azienda italiana Systematica, leader nella pianificazione dei trasporti, sta portando avanti il suo progetto pilota in MIND. Lì sono state condotte, infatti, una serie di simulazioni per la mobilità senza conducente, utilizzando un sistema formato da navette a guida autonoma che, secondo il progetto, collegherebbero il quartiere con quello di Rho Fiera.

Ad affiancare l’azienda italiana in questa proposta ci dovrebbe essere Bosh, che sperimenterebbe per la prima volta su larga scala i suoi mezzi a quasi-zero emissione. Un’attenzione particolare è ovviamente rivolta alla sicurezza: i veicoli completeranno il proprio percorso anche in caso di guasti tecnici ed eviteranno ostacoli improvvisi grazie a duplici sistemi di alimentazione e a speciali sensori.

# Convivenza tra uomo e macchina: un nuovo modo di spostarsi e di vivere.

Insieme ai trasporti, verranno certamente modificate anche le nostre abitudini e i nostri stili di vita, per esempio potrebbe diventare parte della quotidianità condividere con sconosciuti un piccolo veicolo a guida automatica. Molti esperti rimangono scettici, soprattutto per quanto riguarda i veicoli senza conducente, ma la maggioranza concorda che entro il 2030 si avrà una rivoluzione della mobilità cittadina.

Alla domanda sulla reale necessità dei veicoli a guida autonoma, uno dei direttori di Nvidia, una famosa azienda produttrice di dispositivi tecnologici, ha affermato che saranno molto più sicuri e che daranno la possibilità di ottimizzare i tempi, svolgendo altre attività mentre ci si sposta.

E voi cosa ne pensate? Salireste su un veicolo senza conducente?

Fonte: blog.urbanfile.org

Continua la lettura con: La SUPER MAPPA dei TRASPORTI di Milano 

CHIARA BARONE

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A Milano torna l’ARTE: le Gallerie d’Italia fanno sold out con il TIEPOLO

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Credits: @gallerieditalia

Dopo mesi di chiusura giovedì 4 hanno riaperto le Gallerie d’Italia di Piazza Scala a Milano e il responso non potrebbe essere più positivo. A dimostrarlo le persone fuori in coda in attesa di poter entrare per riscoprire, questa volta dal vivo, la mostra dedicata al Tiepolo.

A Milano torna l’ARTE: le Gallerie d’Italia fanno sold out con il TIEPOLO

# La riapertura con il Tiepolo

Credits: gallerieditalia.com

Dopo mesi di chiusura il 4 febbraio hanno riaperto le Gallerie d’Italia e il successo è immediato, tanti infatti quelli hanno scelto di prenotare una visita nel giorno d’esordio, accettando di attenersi alle misure previste.                                                                    Non sono però gli ingressi scaglionati o la misurazione della temperatura a rovinare l’atmosfera di questo giorno che segna il ritorno dell’arte nella quotidianità delle persone.

Per il museo milanese è stata prorogata fino al 2 maggio 2021, la mostra “Tiepolo. Venezia, Milano, l’Europa”, a cura di Fernando Mazzocca e Alessandro Morandotti, dedicata allo straordinario interprete del Settecento nei 250 anni dalla scomparsa.

In questi mesi la mostra è stata “visitabile” online, ma adesso è arrivato il momento di godersi dal vivo l’esperienza pittorica di questo grande artista italiano che con i suoi colori luminosi conquistò Venezia, Milano e l’Europa.

# Una Milano da ricostruire: dal dopoguerra alla pandemia

Credits: archivio Publifoto intesa Sanpaolo – Milano nel dopoguerra

Quella del Tiepolo non è l’unica esposizione prevista per questo periodo, le Gallerie propongono infatti anche la mostra “Ma noi ricostruiremo. La Milano bombardata del 1943 nell’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo'” a cura di Mario Calabresi, prorogata  fino al 16 maggio 2021.

Da una parte la Milano devastata dai bombardamenti del 1943 e dall’altra la Milano resa quasi irriconoscibile dall’epidemia di Covid-19, questi i due protagonisti della mostra.        Ci sono immagini forti e significative della vita post-bellica, raccolte dai fotografi dell’agenzia Publifoto, messe a confronto con gli stessi luoghi immortalati durante il lockdown dell’inverno 2020 dal fotografo torinese Daniele Ratti. Un confronto questo, che oggi più che mai fa riflettere.

#Un nuovo inizio

Giovanni Morale, vicedirettore del museo di Intesa Sanpaolo, definisce questo successo una grande gioia, un’emozione per i cittadini e per gli operatori stessi.

Il 4 febbraio è stato anche il giorno della riapertura di tutte le Gallerie d’Italia, non solo a Milano.                                                                                                                        Le tre Gallerie d’Italia di Milano, Vicenza e Napoli riaprono al pubblico tutte insieme facendo riscoprire agli italiani la bellezza e l’emozione di ritrovarsi davanti alla grandi opere del nostro paese.

Fonti : askanews.it

Continua la lettura con : I 7 MUSEI con le ARCHITETTURE più STRAORDINARIE del mondo

ARIANNA BOTTINI

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Il miraggio nel deserto

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In una situazione drammatica come quella in cui stiamo vivendo le persone sono disposte a credere a qualunque cosa che possa portare alla risoluzione del problema. Questo è molto pericoloso.

Perché magari è vero che è la cosa che risolve il problema, che sia un vaccino o un nuovo leader governativo, però magari non è così. Come sempre può accadere. Soltanto che trasformare il giudizio in un atto di fede, toglie quell’elemento che consente di valutare in maniera obiettiva l’efficacia reale e di limitare i danni nel caso in cui non funziona.

I regimi totalitari dall’antica Roma ai regimi del novecento nascono in contesti di crisi e di popolazioni disperate. Si sono sempre basati su un atto di fede che consente al dittatore di fare qualunque cosa. Che somiglia a una fede religiosa.
Per natura l’uomo è un animale religioso e abbraccia delle fedi. Anche le persone atee vivono di atti di fede.
Si potrebbe dire che la fede è come il miraggio nel deserto. E’ ciò che nei momenti aridi e di disperazione ti consente di ritrovare il gusto della vita e qualcosa per cui andare avanti.

La fede è connaturata con la nostra essenza ma si deve nutrire di dubbi non di certezze che portano al fanatismo e agli estremismi.
Perché il miraggio finché rimane in una dimensione individuale può diventare uno stimolo vitale ma se viene proiettato in una dimensione collettiva può portare a orizzonti ancora più aridi.

Continua la lettura con: Il giorno del leone

MILANO CITTA’ STATO 

 

La VIA dell’AMORE alle 5 terre riaprirà: ecco quando

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Credits: e-borghi.it - Via dell'amore

Dal 2012 chiusa a causa di una frana, dopo il progetto esecutivo rimane da attendere il bando di gara europeo. Ecco quando riaprirà.

La VIA dell’AMORE alle 5 terre riaprirà: ecco quando

# Chiusa dal 2012 a causa di una frana. Approvato il progetto esecutivo per la sua riapertura

Credits: viadellamore.info – La frana del 2012

Ora è ufficiale: la suggestiva Via dell’Amore, uno dei tesori delle Cinque Terre chiusa nel 2012 a seguito di una frana, riaprirà in totale sicurezza. Si è completato il percorso autorizzativo, dopo l’approvazione in conferenza dei servizi del progetto esecutivo, per l’apertura dei cantieri e la restituzione alla fruizione collettiva di una delle passeggiate più suggestive al mondo. Il progetto esecutivo sarà sottoposto alle verifiche di legge per dare il via alla successiva gara di appalto europea.

# Un intervento unico nel suo genere in uno dei siti patrimonio dell’Unesco

Credits: wikipedida.org – Via dell’amore

Sarà un’operazione unica nel suo genere l’intervento di ripristino e riqualificazione della Via dell’Amore perché occorre mettere in sicurezza l’area di un parco nazionale e un sito Unesco. Il progetto tiene conto di queste peculiarità è rispetterà al massimo la geomorfologia del territorio. Nel dettaglio: “il fronte roccioso al di sopra della via dell’Amore sarà definitivamente messo in sicurezza con interventi progettati per prevenire cadute di materiale sul percorso, mentre la via sarà riqualificata con lavori di ripristino strutturale e di riqualificazione ambientale.” La scelta di materiali e finiture si integrerà con i manufatti del paesaggio sarà realizzata ed è previsto l’inserimento di elementi vegetali individuati tra le specie locali.

# L’investimento complessivo è di 16,5 milioni di euro: riapertura nel 2023

Credits: primocanale.it

La Regione Liguria ha stanziato ulteriori 4,5 milioni di euro per un investimento complessivo di 16,5 milioni di euro: “1,5 milioni di euro serviranno a realizzare ulteriori opere sui sentieri e i restanti 3 milioni per interventi contro l’erosione marina.” La data ufficiale per la riapertura è il 2023. Il commento del Presidente della regione Toti: “Abbiamo messo il massimo impegno per arrivare a questa approvazione. La Via dell’Amore, chiusa ormai da troppi anni, è un tassello fondamentale, per questa giunta, non solo della promozione del territorio, ma anche del suo recupero, simbolo dell’integrazione tra un territorio molto fragile e dell’esigenza della sua opportuna valorizzazione, come patrimonio dell’umanità“. 

Fonte articolo: Mente Locale

Continua la lettura con: Riapre la TRIENNALE. Le idee di BOERI: venerdì BY NIGHT e SEI MESI in GIARDINO

FABIO MARCOMIN

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Prolungamento M1: l’apertura slitta al 2024

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credits: urbanlife.it

Il piano che riguarda il prolungamento della linea metropolitana Rossa non accenna a concludersi. Dopo dieci anni di lavori, il progetto non è ancora concluso e, tra difficoltà e ritardi, l’assessore milanese Marco Granelli spera in una futura apertura nel 2024. Fonte e immagine Cover: blog.urbanfile.org/

Prolungamento M1: l’apertura slitta al 2024 

# Il progetto infinito, dopo dieci anni ancora lontani dalla fine.

credits: urbanlife.it

Il prolungamento della linea metropolitana M1 consiste nella creazione di circa 2 km di tratto ferroviario e di due nuove stazioni: Sesto Restellone e Monza Bettola. Il piano era nato in vista dell’Expo 2015 e dopo dieci anni, a causa di un susseguirsi di problemi, i lavori sono ancora in alto mare. Negli scorsi giorni Marco Granelli, assessore di Milano alla mobilità, dopo aver visitato i cantieri, ha affermato che le nuove stazioni apriranno tra la fine del 2023 e l’inizio 2024. Sempre che tutto proceda senza ulteriori ostacoli.

# La gestione del progetto, tra inadempienze e stop causa pandemia.

credits: urbanlife.it

Diversi problemi si sono susseguiti negli anni, tra questi: le inadempienze delle aziende vincitrici degli appalti e lo stop a causa del Covid. I ritardi hanno fatto lievitare il costo totale del progetto che ha raggiunto 167milioni di euro, di questi cento finanziati dal governo, mentre il resto sulle spalle di Regione e Comuni.

Di fronte a tutte le difficoltà i comuni coinvolti si sono scontrati, nelle scorse settimane, incolpandosi vicendevolmente dei ritardi. L’altro ieri però, i rappresentati delle amministrazioni di Milano e Sesto San Giovanni si sono incontrati in una delle future stazioni per fare insieme il punto della situazione: la nuova impresa incaricata ha ripreso infatti i lavori, lo scavo è finalmente concluso e procedono invece le sistemazioni.

# Ritardi e questioni in sospeso: la linea metropolitana verso Monza sembra essere ancora un sogno lontano.

credits: urbanlife.it

In mezzo alle faccende lasciate in sospeso c’è il maxi hub tra Monza e Cinisello, dove M1 e M5 si dovrebbero incontrare. Il progetto prevede che questo snodo si collochi all’interno di un grande centro commerciale, ma si sta ancora lavorando per l’accordo tra le imprese costruttrici. Tra l’alto, l’estensione della metropolitana Lilla ha subito anch’essa dei ritardi e si stima una sua possibile apertura nel 2029, Granelli ha spiegato che si sta ancora lavorando al progetto definitivo e, successivamente, si passerà alla valutazione dell’impatto ambientale.

Un ultimo problema, infine, sembra essere il nome da dare al nuovo capolinea della linea Rossa. La stazione infatti sorgerà al confine tra i tre comuni di Cinisello, Monza e Sesto San Giovanni. Questa grana è decisamente piccola rispetto a tutto il resto, bisogna però riconoscere che non sia semplice trovare una soluzione efficace per i futuri utenti.

Fonte: urbanlife.it 

Continua la lettura con: 🛑 ALLARME ESTENSIONE M5: “Pronta per le Olimpiadi? Scordiamocelo” 

CHIARA BARONE

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Presentato al POLITECNICO il simulatore di GUIDA più AVANZATO al MONDO

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credit: milano.corriere.it

E’ stato acquistato dal Politecnico il simulatore di guida più avanzato del mondo. Vediamo perchè è un’opportunità sia accademica che regionale.

Presentato al POLITECNICO il simulatore di GUIDA più AVANZATO al MONDO

# DiM400: il simulatore di guida più avanzato al mondo verrà impiegato per migliorare la mobilità sostenibile

Credit: Agi.it

Al Politecnico di Milano è stato presentato il simulatore di guida più avanzato al mondo e l’assessore a Ricerca, Innovazione e Università, Fabrizio Sala, ha dichiarato: «La Lombardia, con mille aziende nella filiera per l’automotive, con questo progetto del simulatore si candida a diventare in questo campo la prima regione d’Europa».

Il progetto, chiamato “DiM400”, è costato ben 5 milioni di euro ma sarà un’inestimabile fonte di valore scientifico per quanto riguarda la mobilità sostenibile. Il simulatore infatti servirà ad esempio per progettare nuovi veicoli ecologici, sviluppare componenti con materiali innovativi, ridurre i consumi e per effettuare applicazioni di guida autonoma.

# Quali sono le sue caratteristiche innovative?

credit: milano.corriere.it

L’abitacolo è assolutamente realistico, incluse le cinture di sicurezza, mentre viene simulata la sensazione di guida grazie alla ricreazione di un ambiente vibro-acustico simile a quello reale. Poiché DiM400 possiede un innovativo sistema di movimentazione, il conducente viene sottoposto alle stesse forze a cui sarebbe sottoposto nella realtà. Il componente davvero innovativo è l’“hexalift”, che permette di ottenere una sensazione di guida migliore in caso di movimento combinato (contemporaneamente orizzontale e verticale).

# Un investimento accademico e regionale

credit: milano.corriere.it

Il rettore del Politecnico ha dichiarato che “Le infrastrutture sperimentali e i laboratori d’avanguardia sono elementi essenziali per la ricerca internazionale e lo sviluppo con le imprese. Attraverso l’installazione del simulatore, il Politecnico di Milano si confronta con alcune delle maggiori realtà a livello internazionale, contribuendo a rendere l’area di Bovisa un ecosistema dell’innovazione in chiave europea. Questa è la dimensione alla quale punta l’Ateneo per affrontare le grandi sfide dei prossimi anni, prima fra tutte quella della mobilità”. 

Per acquistare il simulatore la Regione Lombardia ha investito 2 milioni di euro e Fabrizio Sala giustifica la scelta con un’attenta analisi di contesto: “i simulatori sono indispensabili per la progettazione e produzione di veicoli tecnologicamente avanzati e offrono grandissimi vantaggi sia al mondo economico che al mondo accademico e averne uno, tra i più avanzati al mondo, proprio in Lombardia rappresenta una grossa opportunità“. 

Questo nuovo acquisto renderà Milano, e più in generale la Regione Lombardia, un modello europeo nel campo della mobilità sostenibile? Diamo tempo e fiducia ai nostri ricercatori, ma certamente le premesse lasciano sperare in grandi traguardi.

Fonte: Agi, Corriere

Continua la lettura con: L’auto più COSTOSA al MONDO ha origini milanesi

ROSITA GIULIANO

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Il giorno del leone

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Fonte: Collezione, Onet Pl, Doccione, Architettura, Leone Ali

Ogni cosa di valore la si apprezza di più quanto più diventa scarsa. 
La cosa più di valore che abbiamo tutti e che ci accomuna è il tempo.
Il tempo è un bene che ha valore relativo. Dipende dalla persona ma anche dal momento. Quando si fa un viaggio soprattutto i primi giorni il tempo sembra dilatarsi. Così come accade quando succede qualcosa di nuovo o di particolarmente eccitante.

C’è una poesia di De Andrade che paragona il tempo alle caramelle. Quando si è giovani si hanno tante caramelle e quasi non le si apprezzano. Ma quando diventano sempre più scarse allora impari ad apprezzarle. Questa è la vera bellezza della vecchiaia: riuscire ad apprezzare il tempo e ciò che accade in modo più pieno proprio perché diventa più scarso. 

Se si utilizza questo metro, il paradosso è che il lockdown e, in generale, tutte le misure restrittive che limitano nell’utilizzo del proprio tempo, colpiscono più duramente proprio quelli che vorrebbero tutelare di più.
Esempio: restare chiuso per un mese può essere relativamente poco, ma se è uno degli ultimi mesi vale un’intera vita.
Il tempo che rimane da vivere rappresenta per ognuno di noi la vita intera. Tanto minore è il tempo che ci resta e tanto maggiore è il valore della vita che contiene.

Ho contato i miei anni ed ho scoperto che ho meno tempo da vivere da qui in avanti di quanto non ne abbia già vissuto.
Mi sento come quel bambino che ha vinto una confezione di caramelle e le prime le ha mangiate velocemente,
ma quando si è accorto che ne rimanevano poche ha iniziato ad assaporarle con calma, una ad una
(da Il Tempo prezioso delle mersone mature, di Mario De Andrade)

Continua la lettura con: Draghi è la prova del nove

MILANO CITTA’ STATO

Se avessi la BACCHETTA MAGICA che cosa faresti per Milano? Le 10 proposte TOP

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credits: corriere.it

In questo sondaggio sulla fanpage di Milano Città Stato abbiamo chiesto: “Se avessi la bacchetta magica cosa faresti per Milano?“. Queste le risposte che hanno ricevuto più like.

Se avessi la BACCHETTA MAGICA che cosa faresti per Milano? Le 10 proposte TOP

#10 Debellare le zanzare

zanzare estate
Far estinguere le zanzareGiorgio S.

Leggi anche: Ma d’INVERNO dove vanno le ZANZARE?

#9 La riapertura dei Navigli 

Con un solo desiderio, farei apparire i Navigli interrati Lorenzo Z. 

Leggi anche: Recovery Milano #6. IL GRANDE SOGNO DEI NAVIGLI: il progetto originario con tunnel e parcheggi sotterranei

#8 Tanto verde e un sistema di piste ciclabili oltre la cerchia dei Navigli

Credits: fondoambiente.it – Parco Lago Nord

Fuori i navigli, aree verdi a manetta e verde anche dove c’è il cemento. E piste ciclabili come se piovesse. Hippie? No. La svolta green è il futuro. Ah ho descritto Amsterdam? Beh quindi è assolutamente e tranquillamente possibile.Giorgio J.

#7 Assegnare tutte le case occupate a chi si impegna nella loro ristrutturazione

Credits: radarsquat.net

“Libererei tutte le case occupate e le assegnerei immediatamente a chi si impegna (con verifica) a ristrutturarle e conservarle in ottimo statoMaria B.

#6 Concludere l’anello della preferenziale 90-91

preferenziale scomparsa
“Completerei la corsia preferenziale della circonvallazione da piazzale Zavattari a piazzale Stuparich”  Elena Marina T.
 

#5 Filari di alberi su ogni marciapiede

Credits: milano.corriere.it

Farei in modo che tra i marciapiedi e le case ci sia sempre una fila di alberiSara D.

#4 Smantellare la ciclabile di Porta Venezia

Credits: milanoevents.it – Incrocio Pista ciclabile Bastioni di Porta Venezia
“Far sparire la ciclabile da Buenos Aires” Lorenzo P.
 

#3 Cancellare i graffiti dai muri della città e togliere le auto da marciapiedi e aiuole

antigraffiti milano citta stato
Far sparire tutti gli scarabocchi dai muri della città (non parlo dei bellissimi murales autorizzati ovviamente). Stessa cose per le auto parcheggiate ovunque su marciapiedi e aiuole”  Federica F.

#2 Trasporto pubblico gratis nei weekend

Sabato e domenica mezzi pubblici gratis per portare le persone nel centro anziché nei centri commercialiPaolo Massimo G.
 

#1 Eliminare per sempre l’inquinamento

smog free tower (rotterdam)

Qualsiasi cosa pur di sconfiggere l’inquinamento renderla più verde vivibile e respirabileAlessandro R.

Continua la lettura con: Il progetto più atteso per il FUTURO di Milano? Le TERME alle ex scuderie de Montel

 

MILANO CITTA’ STATO

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

🛑 CALO netto della LETALITÀ nella seconda ondata rispetto alla prima. Questa la CLASSIFICA per REGIONI

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Credits: Cfr standardizzato Ottobre 2020

Un calo netto rispetto alla prima ondata, di oltre il 60%. Nella seconda ondata il picco nella curva dei decessi si è registrato nelle regioni del sud. I dati nel dettaglio.

CALO netto della LETALITÀ nella seconda ondata rispetto alla prima. Questa la CLASSIFICA per REGIONI

# Dal 6,6% della prima ondata la letalità si è ridotta di oltre il 60% a Ottobre 2020

La letalità del Covid-19 in Italia nella seconda fase dell’epidemia è del 2,4%, più bassa rispetto a quella della prima fase durante la quale però l’accessibilità rallentata ai test diagnostici e la diversa distribuzione geografica dei casi potrebbero aver fornito un dato distorto.” È quanto emerge dall’ultimo rapporto pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità in cui sono illustrate anche le stime a livello regionale, suddivise per le tre fasi: in sostanza le differenze tra regioni risultano meno significative tenendo conto della struttura demografica e della diffusione dell’epidemia nel tempo.

Come spiega il report dell’Istituto Superiore di Sanità, il cosiddetto ‘Case Fatality Rate o CFR, che calcola la percentuale di decessi standardizzata per sesso ed età in rapporto al numero di contagi, per l’intero periodo febbraio-ottobre 2020 registrato un dato cumulato del 4,3%. Mentre nelle diverse fasi si è comportato in maniera difforme: nella prima tra febbraio e maggio era del 6,6%, tra giugno e settembre dell’1,5% e infine a ottobre e 2,4%.

# Nella prima ondata il peggiore CFR era in Lombardia, Campania, Abruzzo e Emilia Romagna. Nella seconda in Sicilia, Abruzzo e Puglia 

“Lo studio è stato condotto utilizzando il database dei casi COVID-19 confermati con test molecolare e notificati al sistema di sorveglianza da inizio epidemia (20 febbraio 2020) al 31 Ottobre 2020 dalle regioni/PA. In particolare, sono stati conteggiati i decessi avvenuti entro 30 giorni dalla diagnosi, e il CFR è stato calcolato standardizzando i tassi per tener conto delle differenze regionali nella struttura demografica della casistica.”

Credits: Iss – Cfr standardizzato prima ondata

A livello complessivo “il CFR standardizzato presenta una variabilità a livello regionale, con i più alti valori osservati in Lombardia (5,7%) ed Emilia-Romagna (5,0%), mentre i livelli più bassi sono stati osservati in Umbria (2,3%) e Molise (2,4%).” Nella prima ondata le regioni con il CFR peggiore, quindi sopra la media nazionale, erano la Lombardia con il 7,9%, Campania e Abruzzo con il 7,3% e l’Emilia Romagna al 6,8%.

Credits: Cfr standardizzato Ottobre 2020

Nella seconda ondata si può notare come solo tre regioni si trovino dal 3% in su, Sicilia, Abruzzo e Puglia, e comunque entro l’1% oltre la media italiana. La Lombardia con un Cfr di 2,75%, poco sopra la media nazionale del 2,4%, si trova in un’ipotetica seconda fascia insieme a Valle d’Aosta e Molise, oltre a Sardegna e Campania con un CFR del 2,5%, tutte le altre regioni si trovano alla pari o al di sotto della media nazionale. La Basilicata con 1,6% registra il valore più basso in assoluto.

# Nella seconda ondata il picco nella curva dei decessi si è registrato nelle regioni del sud

Credits: Iss – Curva decessi Lombardia Febbraio-Ottobre 2020

L’evidenza è che la distribuzione dei decessi nel tempo non è omogenea tra le regioni e soprattutto quelle centro-meridionali, dove “la diffusione dell’infezione SARS-Cov-2 era stata relativamente limitata durante la prima fase dell’epidemia”, mostrano una curva dei decessi con picchi più elevati in corrispondenza della seconda ondata. Nell’immagine in alto si può osservare la curva della Lombardia, la regione più colpita nella prima ondata, che nella seconda ha avuto un’incidenza sensibilmente minore nel numero di morti.

Credits: Iss – Curva decessi Sicilia Febbraio-Ottobre 2020

In questa immagine relativa alla curva dei decessi della Regione Sicilia è evidente il picco dei decessi nel mese di ottobre rispetto alla primavera.

Fonte articolo: Green Report Dati: Iss

Continua la lettura con: Il nuovo piano vaccini della Lombardia: regione immunizzata entro  l’estate

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La moda delle MINI CASE in Italia: i 5 modelli più di successo, da quelle in LEGNO a quelle SU RUOTE

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Credits: idealista.it

La pandemia e il conseguente lockdown ha fatto desiderare a molte persone di andare a vivere in case più spaziose. Nonostante questo però la richiesta delle mini case sta trovando un crescente interesse anche nel nostro Paese. Vediamo i modelli più diffusi.

La moda delle MINI CASE in Italia: i 5 modelli più di successo, da quelle in LEGNO a quelle SU RUOTE

#1 La mini casa in legno: di facile trasportabilità e a basso consumo energetico

Credits: holon-arkitektur-flokehyttene

Il legno è il materiale più indicato per realizzare le mini case, per facilità di assemblaggio e leggerezza, consentendo quindi una migliore trasportabilità. Inoltre per le sue proprietà intrinseche permette all’abitazione di contenere al minimo i consumi energetici

#2 La variante in legno e alluminio

Credits: baluchon

La variante alla mini casa in legno è quella combinata con l’alluminio che consente l’installazione di pannelli fotovoltaici per produrre energia pulita direttamente dal sole.

#3 Le mini case autosufficienti con pannelli fotovoltaici e sistemi di sfruttamento dell’acqua piovana

Per chi desiderasse andare a vivere in mezzo alla natura esistono mini case completamente autosufficienti anche se isolate dalla rete elettrica. Il modello nella foto oltre a utilizzare l’energia solare, sfrutta l’acqua piovana che viene raccolta in serbatoi e poi riscaldata dai pannelli solari. In aggiunta dispone anche di un deposito di legna da ardere e può conservare il gas, da utilizzare nelle notti più fredde.

#4 Le mini case prefabbricate per chi non ha tempo da perdere

Credits: Joris Verhoeven

Un’altra tipologia di mini casa è quella prefabbricata che oltre al minimo ingombro garantito anche dagli altri modelli, è una soluzione adatta per chi ha bisogno di una piccola abitazione in tempi rapidissimi: per la loro costruzione si va da un massimo di tre giorni fino a poche ore

#5 La mini casa su ruote: c’è anche il modello per lo smart working itinerante

Credits: idealista-it – Casa con ruote

Sono diverse le aziende che propongono mini case su ruote, tra queste c’è Ikea con un modello low cost da meno di 50.000 euro: l’abitazione ha una superficie di 17 mq, con una camera da letto, soggiorno, cucina e bagno. Un’altra azienda ne propone una con l’aggiunta dell’ufficio soppalcato ideale per lo smartworking itinerante

Fonte articolo: Idealista

Continua la lettura con: La CASA nei BUS: una coppia milanese lancia la nuova frontiera del mercato immobiliare

FABIO MARCOMIN

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🛑 Cura al Covid: via libera in Italia agli ANTICORPI MONOCLONALI. Facciamo un po’ di chiarezza.

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credits: sifweb.org

Anche in Italia il via libera al loro uso per curare il Covid. Gli anticorpi monoclonali sono ritenuti dalla comunità scientifica una grande speranza contro il Covid-19.

Cura al Covid: via libera in Italia agli ANTICORPI MONOCLONALI. Facciamo un po’ di chiarezza

# Cosa sono e come funzionano?

credits: repubblica.it

Gli anticorpi monoclonali sono particolari tipi di anticorpi prodotti in laboratorio, derivati dal plasma dei pazienti guariti da infezioni virali o batteriche, è proprio da questo sangue che vengono isolate le cellule incaricate di produrre anticorpi. Questi ultimi sono poi sottoposti a un processo di clonazione ed espressi in sistemi cellulari per essere testati, in laboratorio, contro gli agenti patogeni. Si valuta così la reazione dell’anticorpo al virus o al batterio bersaglio e si misura la sua attività neutralizzante.

L’uso di questo tipo di anticorpi ha rivoluzionato già da tempo la pratica medica e le sue applicazioni riguardano specialmente l’oncologia, le malattie reumatologiche e quelle croniche intestinali.

# Il loro uso nella terapia contro il Covid-19, può essere la svolta nella battaglia contro il virus?

credits: sanitainformazione.it

Sembra però che gli anticorpi monoclonali siano anche efficaci contro il Covid-19, vanno infatti a colpire la proteina Spike, attraverso cui il virus entra nella cellula umana, bloccando così il suo ingresso. Il paziente a cui vengono somministrati diventa pertanto reattivoall’infezione, in altre parole: l’organismo che riceve queste difese, già formate ed attive, comincia subito ad aggredire il virus.

Al contrario dei vaccini, gli anticorpi monoclonali servono per curare chi è già malato. In realtà questi farmaci potrebbero essere usati anche come prevenzione, ma gli studi sembrano sostenere che l’effetto avrebbe durata limitata, avendo già i vaccini disponibili sarebbe quindi inutile.

# La somministrazione nei primi giorni può ridurre il rischio ospedaliero del 70%.

Il farmaco, per funzionare a dovere, deve essere somministrato nei primissimi giorni dell’infezione, cioè nella fase in cui il corpo deve neutralizzare una grande carica virale. Questi anticorpi sembrano essere maggiormente indicati per i malati fragili che sono più esposti al rischio di una veloce progressione dell’infezione e a quello di sviluppare forme gravi di malattia.

Più precisamente, la somministrazione ideale, che avviene tramite un’unica iniezione venosa, andrebbe eseguita da personale specializzato su un paziente, in isolamento domiciliare, con un’infezione lieve o moderata. Se somministrati nel giusto tempo e ai pazienti indicati, gli antivirali possono ridurre il rischio ospedaliero anche del 70%.

# Studi e sperimentazioni continuano per lo sviluppo di questa terapia.

credits: Huffingtonpost.it

L’Aifa ha quindi dato ieri, mercoledì 3 febbraio, il via libera all’utilizzo di due anticorpi monoclonali, con alcune limitazioni e per una specifica categoria di pazienti. L’Agenzia Italiana del Farmaco ha inoltre esposto un bando, con scadenza il 15 febbraio, per la presentazione di progetti sull’utilizzo di anticorpi monoclonali. Lo scopo: verificare, con ulteriori studi, se questi farmaci possano essere una reale opzione terapeutica nelle fasi precoci della malattia.

Le terapie con questa tipologia di antivirali sono già state autorizzate in diversi paesi, tra cui Canada, Germania, Israele e Stati Uniti, dove anche l’ex presidente Donald Trump era stato curato con questo metodo. L’EMA, agenzia europea per i medicinali, invece, non ha ancora rilasciato una certificazione per il via libera all’uso di queste terapie, ma sta esaminando i risultati preliminari e continuerà la sua valutazione aspettando un sufficiente numero di prove.

Insomma, sono molti gli studi sugli anticorpi monoclonali già pubblicati e molti quelli in corso d’opera o che stanno per partire, tra questi anche la sperimentazione del farmaco messo a punto dall’italiano Rino Rappuoli della Fondazione toscana Life Science, allo scopo di poter finalmente sconfiggere il virus.

Fonte: corriere.it

Continua a leggere: 🛑 Il nuovo piano vaccini della Lombardia: regione immunizzata entro l’estate

CHIARA BARONE

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🛑 ITALIA prima per le REAZIONI ALLERGICHE al vaccino Pfizer

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casi in europa di reazioni avverse al vaccino della P f i z e r sul db dell'Ema

La Banca dati europea delle segnalazioni di sospette reazioni avverse ai farmaci ha pubblicato una serie di grafici riguardanti i vaccini anti-Covid. L’Italia si trova in vetta ad una classifica che preoccupa: siamo il Paese dell’Ue dove si stanno verificando più reazioni allergiche ai vaccini anti-Covid. 

Una domanda ora è d’obbligo: siamo i soli a segnalare queste reazioni o c’è un problema molto serio?

🛑 ITALIA prima per le REAZIONI ALLERGICHE al vaccino Pfizer

# Una su tre delle reazioni avverse in Europa registrate in Italia 

Credits: bancadatieuropea – Casi di reazioni in Europa

26.849 erano le reazioni allergiche al vaccino di Pfizer/BioNtech in data 30 gennaio in Europa, andando a coprire più dell’80% di tutti i casi nel mondo.                                  Ben 8.741 casi, di cui 7.811 classificati gravi, si sarebbero verificati in Italia, oltre il 32% dei dati di tutta l’Europa.                                                                                                A cosa è dovuto questo primato italiano rispetto agli altri paesi europei? Per il momento nessuna notizia.

Credits: bancadatieuropea – Percentuale reazioni allergiche in italia

# Le questioni da affrontare

Il presidente del consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, affronterà la questione a Bruxelles.                                                                                                    Due saranno i temi principali che porrà sul tavolo.                                                            Il primo riguarderà le forniture: “Se davvero vogliamo raggiungere l’obiettivo di una quota di vaccinati pari al 7% della popolazione Ue entro l’estate, è ora di cambiare rotta. Come possiamo garantire che multinazionali farmaceutiche non cambino all’ultimo momento le quantità di dosi di vaccino concordate da consegnare agli Stati membri?”.                        La campagna di vaccinazione in Italia sta andando a rilento e non senza qualche intoppo, rendendo l’uscita da questa situazione di emergenza una meta sempre più lontana e più lenta di quanto previsto e sperato.

A questo si aggiunge una seconda questione. In questo momento è fondamentale incoraggiare i cittadini a vaccinarsi e i dati pubblicati riguardo le reazioni allergiche non sono incoraggianti. Occorre avere quanto prima una risposta su dati così anomali nel nostro paese. 

Già a dicembre solo il 60% circa degli italiani dichiarava di essere disposto a farsi vaccinare: cambierà questo dato dopo le recenti scoperte?

Fonte: Il Messaggero

Continua la lettura con : Germania PRIMO PAESE europeo a usare CONTRO il Covid gli ANTICORPI presi da Trump

ARIANNA BOTTINI

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Dal FRIULI al VENETO: la pazza idea di SACILE

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Instagram: @visitsacile

L’articolo 132 della Costituzione consente di creare una nuova regione (come potrebbe essere per Milano città stato). Non solo: assegna anche il diritto ai comuni di scegliere la regione di appartenenza. Potrebbe essere il caso di Sacile, una delle località più rinomate del Friuli che sta pensando seriamente di passare al Veneto. Ma vediamo meglio la questione. 

Dal FRIULI al VENETO: la pazza idea di SACILE

Sembra che nella vivacissima località di San Odorico sia iniziata a circolare la voce per cui Sacile sia pronta ad approdare in Veneto, abbandonando il suo Friuli. Avendo sempre avuto qualche difficoltà col concetto geopolitico di confine, da non veneta di nascita, ho fatto fatica a capacitarmi del fatto che, però, Sacile non fosse già in Veneto. Il Giardino della Serenissima, come veniva chiamato ai tempi della Repubblica di Venezia per via della sua architettura che ricorda gli scorci veneziani, è infatti il comune friulano più a occidente, e persino dai Padovani era affettuosamente chiamata “Padova seconda” per la gran quantità di letterati e dottori illustri.

Alla base di questo fermento ci sarebbe la sanità sacilese e il futuro del suo ospedale in particolare, vittima di tagli di servizi, ridimensionamenti e silenzi dell’Azienda sanitaria friulana, oltre che agli allarmi che Comitati e Associazioni lanciano da tempo, insieme a richieste di incontri e chiarimenti da parte dei vari Dirigenti sanitari.

Tuttavia, gli abitanti di questa cittadina della provincia–per il momento–di Pordenone hanno formato già alla fine del 2020 un comitato all’opera per poter lanciare ufficialmente alla comunità la proposta di un referendum per il passaggio di Sacile alla vicina regione del Veneto.

Instagram: @visitsacile

# Il casus belli: la sanità

A innescare il meccanismo che ha portato a rivolgersi direttamente ai cittadini per sfruttare la carta del passaggio al Veneto sembra sia stata la recente decisione dell’Azienda sanitaria di dare a privati l’appalto per tutti i servizi al punto di primo intervento. Questo, dopo la chiusura della RSA di via Ettoreo, è stato il vero casus belli che ha tramutato le voci di corridoio in reali segnali di un lavoro per dar corso a un referendum per il passaggio alla regione confinante.

# La conferma: ripristinare la tradizione con la Repubblica di Venezia

É Mario Modolo, consigliere dell’associazione interregionale “Civiltà Altolivenza” e candidato alle ultime lezioni comunali, a confermare quanto sopra: «al momento, stiamo valutando le procedure necessarie per concretizzare l’iniziativa». Un’iniziativa che, se si concretizzasse, avrebbe dei risvolti clamorosi. «È possibile–aggiunge Modolo– che se a breve da Trieste non arriveranno “buone nuove” a tutela dei servizi socio-sanitari sacilesi, possa essere avviata la raccolta delle firme necessarie per l’iniziativa referendaria». É lo stesso Modulo, infine, a ricordare la vicinanza e i legami secolari della città con la Repubblica di Venezia di cui la regione Veneto è la naturale erede.

# Una scelta che potrebbe trascinare tutto l’Alto Livenza

Ma se tutto ciò non fosse abbastanza, anche l’appartenenza al territorio segnato dal corso del fiume Livenza, sancita dallo statuto comunale, gioca un ruolo non marginale. La zona dell’Alto Livenza giace a cavallo tra le due regioni: è infatti composta da otto comuni siti nella provincia di Pordenone e di altrettanti in quella di Treviso. La forte identità delle genti insediate lungo l’alto corso del fiume, quindi, è certamente da considerare. Identità che permea il territorio, e che grazie al lavoro dell’associazione interregionale Civiltà Altolivenza, dal 1988 mira «al recupero del ruolo che la “storia” degli ultimi decenni ha contribuito non poco a svilire». In questo contesto la sanità riveste un ruolo importante, ed è un dato oggettivo che sia in corso da anni un progressivo smantellamento dell’Ospedale di Sacile.

Instagram: @visitsacile

# Sacile chiama Trieste

E se Trieste non risponde alle continue richieste della sua Sacile, i suoi cittadini potrebbero tra non molto cercare di andare con un presidente che ha posto la sanità al primo posto all’alba del suo trionfo elettorale. «Se non ci ascoltano–rivelano i promotori dell’iniziativa–, ce ne andiamo».

Fonte: Il Gazzettino

Continua la lettura con: Le 10 PICCOLE CITTÀ più BELLE del NORD Italia: la classifica

GIADA GRASSO

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

 

🛑 BRACCIO DI FERRO sulla TORRE BOTANICA: che succederà?

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Credits: blog.urbanfile.org

Lo scorso 28 gennaio, Manfredi Catella, CEO di COIMA SGR, ha presentato il progetto su Pirelli 39, realizzabile solo con gli incentivi della legge regionale che concede bonus volumetrici. Ma l’assessore all’Urbanistica Maran alza il ponte levatoio: “la legge è incostituzionale”, dice, e aggiunge che, se qualcuno porterà il Comune davanti al Tar, vittoria o sconfitta che sia, “significa bloccare tutto per parecchio tempo”. Vediamo come la presa di posizione di Maran stia spaccando la giunta nelle rivelazione della testata True

BRACCIO DI FERRO sulla TORRE BOTANICA: cosa succederà?

# I fondi per il progetto sono quelli concessi dalla legge regionale e ammontano a 300 milioni di euro

Credits: www.milanotoday.it

Il progetto prevede la realizzazione di un palazzo residenziale, chiamato “Botanica”, e di un grattacielo di uffici firmato da Stefano Boeri ed Elizabeth Diller che sognano di creare “un distretto cittadino con laboratori di botanica per la coltivazione di piante e medicinali e la conservazione della biodiversità”.

Ma con quali fondi? Con quelli offerti nel 2019 dal fondo immobiliare promosso da Banco BPM, per un totale di 300 milioni di euro.

# L’incostituzionalità della legge regionale

Quindi, qual è il problema?

L’assessore Maran sta conducendo i suoi ultimi mesi di mandato combattendo contro costruttori e fondi immobiliari e, in più, COIMA ha comprato all’asta il Pirellino con un atto notarile datato 24 ore prima che partisse la legge regionale che concede bonus volumetrici.

Seppur la giunta comunale abbia già approvato la delibera con i 37 indirizzi che hanno fatto richiesta del bonus, tra cui il Pirellino, a detta di Maran questa legge sarebbe incostituzionale.

# Una diatriba che vede le forze politiche schierate l’una contro l’altra

Anche passando all’approvazione nel consiglio comunale, la situazione rimane complicata.

Infatti, la maggioranza di centrosinistra potrebbe non votare a favore del progetto, mentre il centrodestra si chiede quali siano veramente gli immobili che hanno diritto ai benefici, dato che “Sala e Maran lasciano quartieri a convivere con il degrado, con il rischio di crolli e occupazioni, e tengono ferma la delibera che faciliterebbe la rigenerazione di 180 immobili”.

Senza considerare che si rischierebbe di “impantanare l’ennesimo progetto edilizio di cui Milano avrebbe, invece, bisogno. Soprattutto in un momento in cui è indispensabile far ripartire la nostra economia, accompagnata da quell’atmosfera internazionale che negli anni, anche grazie ad Expo, fece diventare attrattiva e cool la nostra Milano”.

# Per l’approvazione del progetto si procede con le “prove tecniche di larghe intese”

Con il Pirellino si potrebbe assistere a prove tecniche di larghe intese, con il centrosinistra più vicino a Sala che vota a favore insieme a Forza Italia. Ma un Pd che si “spacca”, causando una crisi politica a pochi mesi dalle elezioni.

Tuttavia, alla domanda di Gentili “nel caso non sia possibile presentare emendamenti alla delibera, quali effetti amministrativi produrrebbe la bocciatura in aula della stessa, per ciò che  attiene l’elenco degli immobili indicati??” il Segretario Generale del Comune di Milano risponde che “una simile opzione appare praticabile solo in presenza di adeguata motivazione che confuti idoneamente le risultanze istruttorie cui è pervenuto l’ufficio proponente”.

Sicuramente non una risposta di facile interpretazione. I politici devono “sconfessare, nel merito, i tecnici che hanno approvato la documentazione portata da COIMA”.

# Se non è possibile modificare la deliberà, chi ne uscirà vincitore?

Quindi sembra che il consiglio comunale non possa modificare la delibera.

Secondo Gentili, si tratta di “una vera e propria sospensione della democrazia municipale” che conduce ad una domanda retorica: “cosa significa dover votare un atto su cui non è possibile decidere nulla?”

E bocciare tutta la delibera? Il Segretario Generale del Comune di Milano aggiunge che “la norma non disciplina le conseguenze derivanti nel caso di mancata approvazione della proposta”.

Ci saranno sicuramento delle conseguenze a tutto questo. Ma la domanda che nella testa di tutti riecheggia è: chi vincerà questa “battaglia”?

Fonte: www.true-news.it

Continua la lettura con: La TORRE BOTANICA: il nuovo grattacielo che cambia COLORE in ogni stagione

ALESSIA LONATI

 

Dopo essere stata sommersa dall’acqua l’Arena si copre di ghiaccio: al via l’esperimento per le olimpiadi

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credits: milanodavedere.it

Nei prossimi giorni l’Arena di Milano si trasformerà in un laboratorio di sperimentazione a cielo aperto. Verrà infatti ricreata qui una grande pista di pattinaggio, della dimensione di un campo da hockey. L’obiettivo: capire, misurando la tenuta del ghiaccio, se anche senza copertura la superficie ghiacciata potrà essere utilizzabile per le gare di speed skating delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026.

Dopo essere stata sommersa dall’acqua l’Arena si copre di ghiaccio: al via l’esperimento per le olimpiadi

# Dopo essere stata sommersa dall’acqua, l’Arena Civica di Milano si copre di ghiaccio.

credits: milanodavedere.it

Non è la prima volta che l’Arena milanese viene modificata ed utilizzata per altri scopi. Nel 1800 infatti, sotto il regno di Napoleone, questo luogo veniva sommerso dall’acqua per ricreare le naumachie, spettacoli molto in voga nell’antica Roma, che simulavano battaglie navali in piccoli bacini d’acqua artificiali.

Questa volta l’Arena verrà invece ricoperta dal ghiaccio, in modo da creare una pista di pattinaggio che potrà forse essere utilizzata durante i Giochi Olimpici invernali del 2026.

# L’esperimento a cielo aperto: sarà possibile utilizzare una pista di pattinaggio scoperta?

credits: biapri.58 IG

Dal 6 al 22 febbraio, stessa finestra temporale dei Giochi Olimpici 2026, si terrà quindi questa sorta di esperimento: la pista ghiacciata senza copertura di protezione riuscirà ad evitare la formazione di quella “patina” che ne renderebbe impossibile l’uso?

È stato il CIO, Comitato Olimpico Internazionale, a richiedere questo test. Le nuove norme varante da tale ente per contenere i costi, puntano alla sostenibilità dei Giochi, promuovendo l’utilizzo di impianti già esistenti. Al momento, nella mappa ufficiale, il luogo prescelto per le gare di pattinaggio di velocità è Baselga di Pinè, in Trentino. Per questo impianto si dovrebbero spendere almeno 70milioni e si teme di subire una grossa perdita una volta finite le Olimpiadi.

# Ma la strada verso questa opportunità per Milano sembra essere lunga.

credits: milano.repubblica.it

Roberta Guaineri, assessora a Turismo, Sport e Qualità della vita, ha affermato che la possibilità di ospitare le gare di pattinaggio veloce sarebbe una grande opportunità per Milano, già destinata ad accogliere le gare di hockey, pattinaggio di figura e short track. Guarnieri ha inoltre sottolineato come questa riconversione momentanea non pregiudichi l’utilizzo dell’Arena da parte degli atleti, affermando che “questa è e rimane la loro casa”.

La strada è comunque molto lunga, se la misurazione della tenuta del ghiaccio dovesse risultare soddisfacente, bisognerebbe cambiare il regolamento olimpico, che vieta infatti le competizioni di questa specialità all’aperto. Un ulteriore ostacolo potrebbe essere di tipo politico. Il presidente della Provincia autonoma di Trento, infatti rivendica “Se si dovesse optare per un impianto all’aperto a maggior ragione la scelta dovrebbe ricadere su Pinè”.

Fonte: milanodavedere.itmilano.repubblica.it

Continua la lettura con: La Città dello SPORT: nuovi impianti per una Milano all’altezza delle OLIMPIADI 

CHIARA BARONE

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Draghi è la prova del nove

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foto da getwallpapers

Per i fallimenti dei governi si è sempre data la colpa al fatto che fossero persone non all’altezza. E quindi è rimasta la convinzione che se ci fosse una persona in gamba al governo del paese l’Italia si potrebbe risollevare.

Se Draghi dovesse riuscire a formare un governo, non sappiamo se farà bene o male ma quello che è certo è che sarà la prova del nove. Difficile immaginare una persona appartenente alle istituzioni che sia più competente di Draghi, forse non solo in Italia ma a livello europeo.
Ha fatto una gran carriera, è stimato e rispettato dai mercati internazionali e dalle grandi istituzioni. Draghi è il miglior prodotto possibile del sistema attuale. Sembra dunque l’uomo ideale per portare la nave Italia fuori dalla tempesta, trattare le migliori condizioni possibili con l’Europa, progettare e mettere in atto il Recovery Fund.

Non ci saranno più scuse o alibi. Lui è la persona teoricamente migliore per consentirci di capire se il problema Italia è un problema di leadership oppure di sistema. Se infatti dovesse fallire pure lui sarà la dimostrazione definitiva che il sistema Italia è una macchina scassata che non ha bisogno di un bravo pilota ma di progettisti rivoluzionari.

L’è tutto sbagliato l’è tutto da rifare (Gino  Bartali)

Continua la lettura con: il muro del Messico

MILANO CITTA’ STATO

 

 

 

🛑 Il nuovo piano vaccini della Lombardia: regione immunizzata entro l’estate

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credits: ansa.it

Il comitato guida lombardo per la gestione dei vaccini, formato dal Governatore Attilio Fontana, dall’assessora al Welfare Letizia Moratti e dal neo-consulente regionale Guido Bertolaso, ha stabilito ieri, 2 febbraio, un nuovo piano vaccinale per accelerare l’immunizzazione della popolazione lombarda. Come si articola questa programmazione?

🛑 Il nuovo piano vaccini della Lombardia: regione immunizzata entro l’estate

# Il nuovo piano. Inizio della seconda fase anticipato e somministrazione delle dosi in parallelo

credits: corriere.it

Il nuovo piano vaccinale si compone di due fasi. La prima è, in realtà, a sua volta divisa in due. Mi spiego meglio: un primo intervento, attualmente in corso, si rivolge al personale sanitario, sociosanitario e alle RSA, dal 10 febbraio invece la fase 1 bis si dedicherà alle categorie sanitarie fino a quel momento escluse, come farmacisti, dentisti e personale sanitario militare. Il completamento di questo primo step, previsto inizialmente per il 5 marzo, è stato anticipato al 23 febbraio, dopo questa data si potrà quindi passare alla fase 2.

Un importante cambiamento sta nel fatto che la somministrazione delle dosi non avverrà più in sequenza, ma in parallelo tra le categorie della popolazione. Con circa un mese di anticipo da quanto stimato in precedenza, partiranno quindi le vaccinazioni per gli over 80, 700mila persone circa, per i cronici fragili, 1 milione, e tutte le altre categorie, oltre 6 milioni, ad eccezione degli under 17.

È comunque previsto un aggiornamento del piano in fase di esecuzione vaccinale.

# L’arrivo di quasi 700mila dosi rende possibile un’accelerazione nella somministrazione.

credits: ansa.it

L’accelerazione e la somministrazione dei vaccini in parallelo sono rese possibili da un maggior numero di dosi in consegna. Il vaccino britannico di AstraZeneca si aggiunge a quelli di Pfitzer e Moderna, aumentando nettamente il totale di dosi che passano da 404.404 a 675.952 entro fine febbraio.

L’Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco, ha inoltre dato ieri l’ok per la somministrazione di AstraZeneca agli over 55 senza patologie e la Regione ha ipotizzato di dedicare il vaccino britannico inizialmente queste dosi a forze dell’ordine, personale scolastico, del trasporto pubblico e dei tribunali.

Insomma, in base a questo piano, l’immunizzazione dell’intera regione si dovrebbe raggiungere entro fine giugno.

# “La più grande operazione di protezione civile”. Stime e metodi di adesione.

credits: msn.com

Guido Bertolaso, nominato consulente del presidente per l’attuazione e il coordinamento del piano vaccinale di Regione Lombardia, ha affermato che la campagna vaccinale procederà H24, 7 giorni su 7, permettendo così di raggiungere l’immunità Lombarda per l’estate 2021. Lui stesso l’ha definita “la più grande operazione di protezione civile mai tentata in Italia”.

Entro una settimana inizierà una campagna informativa e di sensibilizzazione, mentre tra circa due settimane i cittadini lombardi potranno accedere al portale dedicato per l’adesione e la prenotazione del vaccino. Gli over 80 verranno contattati direttamente, per il resto della popolazione l’adesione potrà avvenire anche tramite il contatto con call center o col proprio medico. Il vaccino si potrà ricevere in hub ospedalieri, studi medici, farmacie e strutture adibite, come fiere e palestre.

E voi cosa ne pensate? Vi sottoporrete al vaccino?

Fonte: corriere.it

Continua la lettura con: Il Consiglio d’Europa: “il VACCINO NON può essere OBBLIGATORIO”

CHIARA BARONE

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MILANO mi fa RABBIA

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Credits: @dearmilano_it IG

In questi giorni, Milano Città Stato ha proposto il mio articolo Io, TORINESE innamorato di MILANO, vi spiego perché questa CITTÀ è MAGICA. Ha ricevuto migliaia di like, centinaia di condivisioni perché comunica un’emozione, non un’opinione, e racconta una testimonianza sincera e, evidentemente, condivisa da moltissimi.

Ecco perché mi sento autorizzato a parlarvi di un altro sentimento che, non da subito ma via via che le mie radici si impossessavano del nutrimento vitale di questa città, ha cominciato a crescere e a sgomitare nel turbine dei miei pensieri.

MILANO mi fa RABBIA

# Tutto resta immobile

In una collettività dove bastano la metà delle parole per spiegare logiche e pensieri e in una città, come la nostra Milano, dove sorgono spontanee associazioni di ogni tipo, dove si riesce ad entrare in un negozio di Armani senza essere giudicati per quello che si indossa o dove si hanno per vicini di casa personaggi che il resto d’Italia spia in televisione o sulle riviste, la mia domanda è: “Ma perché alla fine per alcuni grandi problemi tutto resta immobile?”.

Per via di un livello di benessere che, sulla calcolatrice dei benefici e dei costi, fa prevalere una pausa ad interim tendente ad infinito? O perché la nostra riservatezza ci impone di tollerare, come il miglior vestito della nostra generosità?

# La disillusione la fa da padrona

credit: Andrea Cherchi (c)

Non ho mai detto di essere nato a Milano. Sono nato a Torino, in una città che da sempre ha respirato due tipi di arie, quella della nobiltà e quella di chi non è mai stato nobile. Lì le cose, come le vie e le possibilità, non hanno sfumature, sono o di un tipo o di un altro. Ecco perché riconosco quando una cosa non è abbastanza né di una parte né di un’altra, quando manca la chiarezza, come in una sorta di limbo.
Ma Milano è grande proprio perché annovera persone provenienti da mille posti diversi, ciascuna con un dono unico, in grado di dare quel “colpetto al cerchio” dove nessun altro ci riusciva, con il risultato di ottenere un cerchio migliore.

Dunque, concedetemelo senza che appaia come un’opinione, ma come una testimonianza di un torinese abituato alle vie di un accampamento romano come quelle di Torino. Ho provato rabbia a Milano tutte quelle volte che, dopo essere stato ascoltato con accondiscendenza sui miei progetti per la città, mi sono sentito rimbalzare addosso quel riluttante gusto di disillusione.

# L’alta stima di sé crea chiusura verso il punto di vista degli altri

Foto: Andrea Cherchi (c)

L’alta stima che il Milanese ha di sé è ciò che sta alla base del rispetto per l’altro milanese che, come se stesso, “ vale” e, dunque, rispetta. La beffa è che questa alta stima di se stessi non genera solo valori positivi, ma anche un’incapacità di sostituire i propri credo con quelli degli altri. Crea individualismo e questo è, forse, l’aspetto più criticato da chi ci guarda. A me genera rabbia, molta rabbia, perché mi ritrovo davanti a persone che stimo molto, ma che non riescono ad aggiungersi ai miei pensieri.

È come se mi trovassi sempre su una pista di Formula 1, insieme ad altri grandissimi piloti, e nessuno sia in grado di scendere dalla sua prestigiosissima e tecnologicissima auto per salire sulla mia “auto della Domenica”.

# Ciò che manca, per ora, è quel senso di collettività di un popolo forte

È in questi momenti che la mia mente diventa un vulcano ripensando ai “moti carbonari” e alle “Cinque giornate di Milano”. L’artefice di quest’ultima manifestazione dovrebbe rappresentare un valore che, in momenti più piccoli, mostra i vagiti di questa capacità di aggregazione, ma che esiste sempre e solo in misura individuale… per ora.

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ANTONIO CHIMIENTI

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