Un calo netto rispetto alla prima ondata, di oltre il 60%. Nella seconda ondata il picco nella curva dei decessi si è registrato nelle regioni del sud. I dati nel dettaglio.
CALO netto della LETALITÀ nella seconda ondata rispetto alla prima. Questa la CLASSIFICA per REGIONI
# Dal 6,6% della prima ondata la letalità si è ridotta di oltre il 60% a Ottobre 2020
“La letalità del Covid-19 in Italia nella seconda fase dell’epidemia è del 2,4%, più bassa rispetto a quella della prima fase durante la quale però l’accessibilità rallentata ai test diagnostici e la diversa distribuzione geografica dei casi potrebbero aver fornito un dato distorto.” È quanto emerge dall’ultimo rapporto pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità in cui sono illustrate anche le stime a livello regionale, suddivise per le tre fasi: in sostanza le differenze tra regioni risultano meno significative tenendo conto della struttura demografica e della diffusione dell’epidemia nel tempo.
Come spiega il report dell’Istituto Superiore di Sanità, il cosiddetto ‘Case Fatality Rate o CFR, che calcola la percentuale di decessi standardizzata per sesso ed età in rapporto al numero di contagi, per l’intero periodo febbraio-ottobre 2020 registrato un dato cumulato del 4,3%. Mentre nelle diverse fasi si è comportato in maniera difforme: nella prima tra febbraio e maggio era del 6,6%, tra giugno e settembre dell’1,5% e infine a ottobre e 2,4%.
# Nella prima ondata il peggiore CFR era in Lombardia, Campania, Abruzzo e Emilia Romagna. Nella seconda in Sicilia, Abruzzo e Puglia
“Lo studio è stato condotto utilizzando il database dei casi COVID-19 confermati con test molecolare e notificati al sistema di sorveglianza da inizio epidemia (20 febbraio 2020) al 31 Ottobre 2020 dalle regioni/PA. In particolare, sono stati conteggiati i decessi avvenuti entro 30 giorni dalla diagnosi, e il CFR è stato calcolato standardizzando i tassi per tener conto delle differenze regionali nella struttura demografica della casistica.”
A livello complessivo “il CFR standardizzato presenta una variabilità a livello regionale, con i più alti valori osservati in Lombardia (5,7%) ed Emilia-Romagna (5,0%), mentre i livelli più bassi sono stati osservati in Umbria (2,3%) e Molise (2,4%).” Nella prima ondata le regioni con il CFR peggiore, quindi sopra la media nazionale, erano la Lombardia con il 7,9%, Campania e Abruzzo con il 7,3% e l’Emilia Romagna al 6,8%.
Nella seconda ondata si può notare come solo tre regioni si trovino dal 3% in su, Sicilia, Abruzzo e Puglia, e comunque entro l’1% oltre la media italiana. La Lombardia con un Cfr di 2,75%, poco sopra la media nazionale del 2,4%, si trova in un’ipotetica seconda fascia insieme a Valle d’Aosta e Molise, oltre a Sardegna e Campania con un CFR del 2,5%, tutte le altre regioni si trovano alla pari o al di sotto della media nazionale. La Basilicata con 1,6% registra il valore più basso in assoluto.
# Nella seconda ondata il picco nella curva dei decessi si è registrato nelle regioni del sud
L’evidenza è che la distribuzione dei decessi nel tempo non è omogenea tra le regioni e soprattutto quelle centro-meridionali, dove “la diffusione dell’infezione SARS-Cov-2 era stata relativamente limitata durante la prima fase dell’epidemia”, mostrano una curva dei decessi con picchi più elevati in corrispondenza della seconda ondata. Nell’immagine in alto si può osservare la curva della Lombardia, la regione più colpita nella prima ondata, che nella seconda ha avuto un’incidenza sensibilmente minore nel numero di morti.
In questa immagine relativa alla curva dei decessi della Regione Sicilia è evidente il picco dei decessi nel mese di ottobre rispetto alla primavera.
Fonte articolo: Green Report Dati: Iss
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