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🛑 Sul TETTO del DUOMO di NOTTE: esteso l’orario per godersi Milano al TRAMONTO

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Credits: @brightpull IG

La bella stagione entra nel vivo, le giornate si scaldano, si allungano e tutti gli operatori del settore culturale e turistico, iniziano a snocciolare uno per uno tutti gli eventi da gustare. Una meraviglia assoluta di Milano, instagrammata a non finire da milanesi e turisti, è la famosissima “ora blu”, anticipata da un tramonto eccezionale e un crepuscolo mozzafiato. Ecco da quando potremo goderci le Terrazze del Duomo by night. 

Sul TETTO del DUOMO di NOTTE: esteso l’orario per godersi Milano al TRAMONTO

# Il tramonto per eccellenza: dalle Terrazze del Duomo

Credits: milanopost.info

Milano oggi ha molti posti suggestivi in cui ci si può immergere nell’ora blu. Da quando la città ha il suo caratteristico skyline, alcuni tra questi sono i tetti e tutte le terrazze panoramiche che agevolano la goduria di questo spettacolo della natura. Ce n’è uno che è lì da secoli, magari lo diamo per scontato, ed è il Duomo. Dalla sua posizione centrale, la Cattedrale controlla tutta la città ed ora si potrà sfruttare questo vantaggio. Dal 10 giugno, ogni giovedì, le Terrazze del Duomo rimarranno aperte fino alle 22:00 e, per l’occasione, la Biglietteria 1 rimarrà aperta fino alle 21:00 mentre l’ultima salita con ascensore è programmata alle 21:10.

titolo_scheda_terrazze_duomo ph. visiteguidateamilano.it

Un’esperienza unica, da fare almeno una volta nella vita è appunto ammirare il tramonto frastagliato tra le guglie del Duomo, per ammirare tutti gli scorci più iconici di Milano, in compagnia dell’amata Madonnina. Inoltre, per celebrare questa apertura serale, ogni giovedì sarà attivata l’illuminazione di gala della Cattedrale, così che anche dagli altri punti panoramici, o dalla strada, sarà possibile ammirare il Duomo agghindato con la veste migliore

# La magia da scoprire

Terrazze del Duomo

Come recita il sito ufficiale «Le Terrazze della Cattedrale non conoscono lo spegnersi della luce: le statue del Duomo al crepuscolo sembrano prendere vita e liberarsi dagli ancoraggi, “bisbigliandoti all’orecchio antiche e segrete storie”, come avvertì il poeta Heinrich Heine quasi due secoli fa». Il marmo di Candoglia, nei tramonti d’estate, mostra uno spettacolo per certi versi inedito, perché riflette ogni singolo raggio di sole tingendosi di incanto. Meglio non lasciarsi sfuggire l’occasione, per cui è fortemente consigliato l’acquisto del biglietto online (qui https://www.duomomilano.it/it/buy-tickets/). Il costo del biglietto intero è di 14,00 Euro, ridotto 7,00 €.

# Nei weekend proseguono le “Passeggiate tra le Guglie” 

Credit: viaggi-lowcost

Proseguono inoltre nei fine settimana, le famose “Passeggiate tra le Guglie”, un percorso guidato di un’ora per viaggiare attraverso la storia e allenare lo sguardo all’infinita ed eterna bellezza del Duomo. In questo periodo è possibile usufruire di una promozione per scoprire i segreti della Cattedrale, attraverso le visite guidate ufficiali della Veneranda Fabbrica del Duomo con uno sconto del 20%. L’offerta è valida fino al 30 giugno utilizzando il codice sconto: R3opened_21.

I weekend dedicati alla Passeggiata tra le Guglie sono calendarizzati per il 12-19 e 26 giugno, oppure sabato 3 e 10 luglio, partenza alle 17:30. Durata 60 minuti, biglietto intero 20,00 € o, a seguire, i ridotti 6-11 anni e 12-18 anni. È possibile anche organizzare perfino visite individuali, programmando attraverso il portale ufficiale: https://www.duomomilano.it/it/infopage/tour-individuali/34/. Dopo questa esperienza, nessuno avrà il coraggio di dire che Milano non è romantica. Anzi: possiamo già scommetterci, che si moltiplicheranno gli innamorati. Innamorati tra loro e di questa fantastica città

Per info Duomo Info Point: Piazza Duomo 14/a – 20122 Milano Tel.+39.02.72023375 info@duomomilano.it

Leggi anche: Milanoevents.it. Duomo di Milano: terrazze aperte fino alle 22

Continua la lettura con: Il Duomo ha un GEMELLO NASCOSTO a pochi chilometri da Milano

LAURA LIONTI

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🛑 A MILANO arriva la TERRA

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In concomitanza col grande evento dell’eclissi solare anulare che si terrà giovedì 10 giugno, si verificherà un secondo avvenimento di non minore importanza che continuerà ad incuriosire astronomi, scienziati e appassionati per ben 45 giorni. Ma di cosa si tratta?

Leggi anche: arriva l’eclissi di sole: dove si potrà vederla al meglio?

A MILANO arriva la TERRA

# GAIA, la Terra in miniatura sospesa dal suolo

L’artista Luke Jerram porta per la prima volta a Base Milano una delle sue più grandi installazioni: GAIA. Il progetto realizzato insieme al team Threes, un team conosciuto per la sua bravura nel mescolare sapientemente suono, arte e paesaggio all’interno delle proprie opere, mette in mostra una versione decisamente più piccola del nostro pianeta rispetto alle sue dimensioni reali, ma pur sempre troppo grande per non impallidire dinnanzi ad essa.

L’installazione rappresenta una “miniatura” del pianeta dal diametro di ben 6 metri, sospesa dal suolo ed illuminata dall’interno. La scelta del nome Gaia non è casuale: James Lovelock fu il primo a pensare alla Terra come un essere vivente ispirandosi alla divinità Gaia che personificava la Terra. Pertanto, tutte le creature che vi abitano sono parte di Gaia e di conseguenza sono potenzialmente importanti per il suo benessere.

credits: mentelocale.it

# FAROUT, la prima edizione che riunisce 38 artisti da tutto il mondo

Viene, quindi, inaugurata la prima edizione del festival FAROUT, unico nel suo genere, dedicato alla creazione contemporanea che presenta al pubblico performing art e installazioni affascinanti. Questo evento spettacolare avrà inizio il 10 giugno e si protrarrà fino al 24 luglio 2021.

45 giorni di full immersion per scoprire i progetti di 38 artisti nazionali e internazionali che permetteranno al pubblico di osservare la Terra da più angolazioni e vederla da “fuori”. L’effetto che l’artista cerca di ottenere è il senso dello straniamento e del profondo stupore provato dagli astronauti quando vedono la Terra dallo spazio e, allo stesso tempo, vuole far cogliere l’esatto momento in cui l’uomo si rende consapevole del proprio Pianeta e della necessità di salvaguardalo.

credits: ig @ nasaastronauts

# Immaginare un futuro di CONVIVENZA

Il progetto di Luke ha una missione molto importante: far riflettere su nuove forme possibili di convivenza e di co-abitazione, co-esistenza e co-creazione tra artisti, le loro creazioni e la natura. L’essenza di questa missione è racchiusa nel nome del progetto, Farout, che richiama il pianeta più distante dal sistema solare finora scoperto e ci invita, dunque, a pensare a noi stessi e al nostro pianeta in maniera differente. Allo stesso tempo cerca di mettere l’accento sull’interdisciplinarietà dei generi artistici con progetti e sperimentazioni che hanno l’obiettivo di integrare linguaggi e suoni connessi alle nuove tecnologie, rompendo le categorie tradizionali.

credits: Base Milano

# Milano, la città della Luna

La Terra arriva nella città della Luna. Già perchè in città la luna è di casa. Pochi sanno che a Milano si trova un frammento originale di Luna al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo Da Vinci, l’unico del suo genere in Italia. Appartiene alla roccia che venne battezzata “Goodwill Rock”, ovvero la roccia della speranza: Eugene Cernan e il collega Harrison Schmitt, nella missione Apollo 17 avevano raccolto un grande pezzo di roccia che ritenevano significativo. Uno di quei pezzi fu donato dal Presidente Nixon a Milano. 

credits: corriere.it

Ma non solo. A Milano la Luna si è anche materializzata in una installazione in piscina. Grazie a “Museum of the Moon”, il progetto artistico itinerante dell’artista britannico Luke Jerram, allestito dal 15 al 23 giugno 2019 alla Piscina Cozzi. L’imponente installazione misurava 7 metri di diametro ed era una sfera che riproduceva fedelmente la superficie lunare, grazie alle cartografie fornite dalla Nasa. Un’installazione che sarebbe stato bellissimo trasformare da temporanea in permanente. Ma a volte chiedere la luna è un po’ troppo. Anche per Milano.

Luna Piscina Cozzi

Continua a leggere con: Arriva l’ECLISSI di SOLE: queste le zone dove si potrà vederla al meglio

SELENE MANGIAROTTI

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🛑 Inaugura oggi il NUOVO LINATE: ecco come è stato TRASFORMATO

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Dopo il restyling della facciata e i lavori all’interno iniziati nel 2019, oggi, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella e delle cariche regionali lombarde più illustri, viene inaugurata la nuova area imbarchi dell’Aeroporto di Linate.

🛑 Inaugura oggi il NUOVO LINATE: ecco come è stato TRASFORMATO

Nonostante la pandemia, i lavori di ristrutturazione di Linate sono proseguiti per tutto il 2020 e il primo semestre 2021, così da rispettare i tempi di consegna. Una grande responsabilità, ma è avvenuto tutto in sicurezza, come riporta il presidente di Sea (la società di gestione di Linate e Malpensa). E ora il nuovo Linate è pronto per essere inaugurato. Ma come è stato trasformato?

# Design moderno e neuroscienza

Credits: ilgiorno.it
interno nuovo aeroporto di Linate

Il nuovo aeroporto di Linate non è solamente molto più moderno, ma, per la prima volta in un aeroporto europeo, durante la riprogettazione architettonica sono state applicate le regole della neuroscienza. Nell’area check-in è stato inserito un controsoffitto a doppia altezza con doghe di legno alternate a vele in cartongesso, sono stati cambiati i banchi, ora in ottone e lega di rame, e sono stati inseriti alcuni giardini pensili. Nel momento di massimo stress del passeggero, ai metal detector, i nuovi colori caldi e i rivestimenti in legno tranquillizzano il passeggero; una volta superato questo passaggio, si è più calmi e quindi i colori diventano più chiari (bianco e verde).

# Sistemi di controllo sempre più tecnologici

Per i controlli veri e propri sono state adottate tecnologie di ultima generazione. Ora,  grazie ad un sistema di Tac che rileva i vari oggetti automaticamente, si potrà evitare di separare i liquidi e gli apparecchi elettronici dal bagaglio e non verrà più richiesto di mostrare i documenti di imbarco, perché sarà fatto tutto con il riconoscimento facciale.

# Un aeroporto trasformato

Credits: milano.corriere.it
interno nuovo aeroporto di Linate

Ma  il lavoro sicuramente più impegnativo è stata la demolizione della vecchia zona dell’aerostazione, ora ricostruita completamente. È questa che sarà inaugurata oggi. Si tratta di una nuova area di 10mila mq distribuiti su 3 piani. Non mancano però l’ampliamento delle sale di imbarco con un aumento dei gate, i 29 nuovi negozi e il rifacimento dell’area ristorazione.

Prima di partire, inoltre, si potranno ammirare alcune opere d’arte di designer italiani grazie alla collaborazione con la Triennale. Per chi invece, soprattutto in tempi di pandemia, ha un po’ paura dei germi che ci possono essere in un aeroporto, i corrimano sono rivestiti con un rame con proprietà anti-microbiche.

Continua la lettura con: Le NUOVE ROTTE di Ryan Air e Wizz Air da LINATE

BEATRICE BARAZZETTI

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

 

La FORESTA TEMPORANEA di Londra. Prossima tappa a Milano?

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Credit: @londondesignbiennale

Per la nuova edizione della London Design Biennale è stata creata la “Forest for Change”: una foresta temporanea volta a sensibilizzare le persone sui problemi del mondo.

Un luogo dove “entri come una cosa e ne esci come un’altra”. Dove potremmo farla a Milano?

La FORESTA TEMPORANEA di Londra. Prossima tappa a Milano?

# Forest for Change

Credit: @somersethouse

In occasione della riapertura della nuova edizione della London Design Biennale, l’artista britannica Es Devlin ha pensato di creare una cosa mai vista: una foresta.

Ha infatti riempito di alberi il cortile della Somerset House per la sua installazione “Forest for Change”.

La Forest for Change di Devlin si trova al centro della sede della biennale Somerset House ed è stata creata in collaborazione con il paesaggista Philip Jaffa e Scotscape.

Devlin, direttore artistico della London Design Biennale di quest’anno, ha descritto Forest for Change come “un luogo di trasformazione”.

Per fare questa foresta temporanea la designer si è ispirata alle foreste di Shakespeare in cui “entri come una cosa e ne esci come un’altra”.

# 17 porte per 17 grandi obiettivi

Credit: @londondesignbiennale

L’installazione mira ad aumentare la consapevolezza degli obiettivi globali delle Nazioni Unite.

Proprio per questo è infatti conosciuta anche come “The Global Goals Pavilion” ed è presentata in collaborazione con Project Everyone, un’agenzia no-profit che mira a far conoscere meglio l’iniziativa delle Nazioni Unite Global Goals.

Ufficialmente noti come Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite, gli obiettivi globali sono 17 obiettivi che mirano a fornire un mondo migliore entro il 2030.

I visitatori della foresta possono esplorare le 17 porte colorate al centro della radura, dove i problemi sono mostrati attraverso citazioni e fatti su pilastri colorati a specchio.

L’atmosfera che si crea è surreale: nel mezzo della città ci si trova all’interno di una radura e al centro si leggono i grandi problemi e gli obiettivi del mondo.

Gli obiettivi presentati sui pilastri sono problemi complessi eppure posti in mezzo alla radura su pilastri di colore acceso tutto sembra possibile.

L’obiettivo della designer è proprio questo: arrivare al centro e sentirsi meno sopraffatti da questi problemi.

# Come nasce l’idea della foresta

Credit: dezeen.com

L’idea di presentare i pilastri all’interno di una foresta è nata circa due anni fa, quando Devlin è stata portata in giro per l’edificio e ha detto cosa poteva e non poteva fare con lo spazio.

Quando Jonathan Reekie, il direttore del Somerset House Trust, le mostrò il giardino le  vietò di fare solo una cosa: piantare alberi.

Questa condizione era stata scritta nel patto architettonico dell’edificio, basato sui principi dell’Illuminismo palladiano del trionfo del design umano sulla natura, per cui non si possono mettere alberi viventi in giardino.

La risposta della designer britannica? “Faremo una foresta allora!”.

# Ognuno può lasciare il proprio messaggio nella foresta

La foresta è formata da ventitré specie di alberi che si trovano comunemente nel Regno Unito e nell’Europa settentrionale, per un totale di 400 alberi.

Si è cercato di fare una foresta il più possibile ricca di biodiversità nell’ambito di ciò che è possibile, soprattutto considerando il periodo di pandemia.

Ogni cosa è curata nel dettaglio, il musicista Brian Eno ha curato una raccolta di canti di uccelli che suonano in tutta la foresta e presenta uccelli provenienti da tutto il mondo, registrati nell’arco di 24 ore.

Ma c’è una cosa che stupisce ancora di più di questa foresta: i visitatori dell’installazione di Forest for Change sono invitati a registrare il proprio breve messaggio su quale cambiamento vogliono vedere per aiutare a raggiungere un obiettivo globale.

Il messaggio verrà aggiunto a un’installazione musicale in riproduzione nella radura. Le voci di tutti risuoneranno tra gli alberi rendendo quest’esperienza ancora più unica.

# Dove potremmo farlo a Milano?

Credit: eventimilano.it

La Forest for Change avrà un impatto positivo anche a livello ambientale.

Secondo gli organizzatori gli alberi compenseranno l’impronta di carbonio dell’installazione tre volte dopo la Biennale, poichè verranno infine donati ai quartieri di Londra e piantati come parte dell’iniziativa di piantagione di alberi The Queen’s Green Canopy.

Ha un impatto positivo sull’ambiente, è bella, è un’esperienza molto forte a livello emotivo e permette di dire i propri pensieri riguardo al mondo in cui viviamo.

La facciamo anche a Milano? Ci sono molti luoghi che si prestano perfettamente. Queste le nostre tre proposte per la foresta temporanea

#1 Piazza Duomo per un effetto dirompente

#2 Piazza Gino Valle per darle una botta di vita

#3 Davanti a Casa Manzoni per creare un’oasi incantevole nel cuore della città

Voi dove la fareste?

Fonti: dezeen.com

Continua la lettura con: A New York è comparsa una FORESTA FANTASMA

ARIANNA BOTTINI

Leggi anche: I Disney store chiudono, ma la crisi sanitaria non c’entra nulla. Sulla stessa scia H&M e Zara Inditex

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L’età dell’oro delle CITTÀ STATO: nel passato e nel futuro

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La città stato è un modello amministrativo molto più antico dei grandi stati nazionali. Ma è anche il modello più proiettato sul futuro e che potrebbe costituire una soluzione alla crisi delle moderne democrazie. Vediamo qual è il principale punto di contatto tra città stato del passato e quelle del presente. 

L’età dell’oro delle CITTÀ STATO: nel passato e nel futuro

Le città stato hanno un’origine molto antica: hanno più di cinquemila anni. Risalgono infatti ai tempi della civiltà sumerica, nel terzo millennio avanti Cristo. Nell’antichità erano quasi sempre le città a estendere la loro azione e a esercitare il loro dominio anche su territori molto vasti. 

Il principale riferimento politico e filosofico parlando di città stato è l’antica Grecia con le sue polis.

# L’età dell’oro delle città stato: le polis greche e Roma

Nelle città greche nasce di fatto la politica che prende il nome dalla polis e che era incentrata sull’individuazione e sulla messa in atto della volontà della comunità. Secondo Aristotele era proprio nella polis che si poteva svolgere l’attività politica più autentica.
Nell’antica Grecia la politica era filosofia, aveva lo scopo di garantire il “bel vivere” e si esercitava attraverso la dialettica e il costante confronto tra le parti.

Il diritto di cittadinanza non veniva assegnato semplicemente in base alla presenza sul territorio, ma seguiva criteri più complessi: per esempio c’erano abitanti che non godevano pieni diritti, come le donne o gli schiavi.
Lo status di cittadino consentiva diversi vantaggi, tra cui l’accesso alle cariche elettive o a forme di sussidio o di supporto da parte dell’autorità. Oltre a rispettare le tasse e a pagare i tributi, i doveri fondamentali del cittadino erano difendere la patria e rispettare la legge.

Tra le città esisteva una grande competizione, anche militare. Si creavano e disfacevano alleanze, ci si sfidava in rivalità che a volte sfociavano in vere e proprie guerre, come quelle celebri tra Atene e Sparta. Era una società a tratti sanguigna e spietata, dove spesso il più forte otteneva tutto e per lo sconfitto non c’era pietà, ma la competizione tra città è stata anche lo strumento per avere una crescita nella civiltà e nel pensiero.

La massima espressione di città stato nella cultura ellenica fu l’Atene del V secolo che uscì vittoriosa dalla guerra con Troia e raggiunse la sua età dell’oro sotto il governo di Pericle.
L’età di Pericle viene ricordata come dell’oro a sottolineare le vette raggiunte dalla comunità ateniese in ogni ambito, culturale, economico e politico. 

La cultura ellenica divenne diffusa nel mondo grazie a un’altra città stato che si espanse fino a diventare impero: Roma. Anche se conquistò e organizzò un territorio immenso, riuscì a esportare ovunque il suo sistema e si può dire che l’antica Roma riprodusse su vasta scala ciò che aveva realizzato con successo tra le proprie mura.

# Il Rinascimento: la nascita del cittadino moderno

La linea di demarcazione tra mondo antico e mondo moderno avviene tra l’XI e il XII secolo con la nascita dei comuni in Italia e in altre zone d’Europa, come il nord della Germania e le Fiandre.
I comuni presentano numerose caratteristiche tramandate fino ad oggi, come il significato di cittadino e il suo modo di rapportarsi con la comunità e con chi la amministra.
Il Rinascimento segna la massima espressione delle città stato, come potere e progresso per la civiltà, e in questo periodo l’Italia raggiunge forse la sua massima gloria come capacità di influenza sul resto del mondo, specie in ambito artistico dove si raggiunsero le vette più alte dell’espressione estetica. Città stato come Genova, Firenze, Milano, Ferrara e Venezia furono le punte di diamante della società del tempo, conquistando a volte ampi territori, in particolare isole e zone costiere del Mediterraneo.

# Il tramonto del potere politico delle città stato: dalla scoperta dell’America a Campoformio

Proprio nel periodo di maggiore successo culturale, economico e politico delle città stato italiane ebbe luogo l’avvenimento che fu alla base del loro declino: la scoperta dell’America. Con il nuovo continente vennero rivoluzionati gli orizzonti, dal mare nostrum si passò agli oceani e le città cedettero progressivamente il passo agli stati nazionali che avevano la dimensione adatta per operare su scala mondiale. L’Italia in declino politico proseguì, come in parte anche la Germania, la tradizione delle città stato, spezzettandosi in numerosi staterelli che erano sempre emanazione di una città dominante. Il tramonto definitivo del modello di città stato rinascimentale avvenne con il trattato di Campoformio che segnò la fine di Venezia, ultimo baluardo di città capace di esercitare un’influenza internazionale.

# I grandi stati nazionali e le nuove città stato 

Credits: mywowo.net

Da allora gli stati nazionali hanno assunto il monopolio del potere politico, ma le città stato non sono finite con Napoleone: hanno sviluppato un modello di autonomia che da politico è diventato di gestione delle risorse.
Le città stato hanno smesso di avere un ruolo determinante sulla scena della politica internazionale ma hanno iniziato a ritrovare importanza, specie dalla seconda metà del XX secolo quando economia e finanza hanno assunto una estensione globale, senza più frontiere. Ma la nuova era di città stato non è stata determinata solo da una modalità più efficiente nella gestione dell’economia del territorio. C’è un altro fattore fondamentale che ne spiega il successo. La libertà.

# Le città stato contemporanee: il luogo della libertà

Lo strapotere politico dei grandi stati nazionali ha portato guerre, lotte di potere e grandi sconquassi nel mondo, ma non sempre ha segnato una maggiore libertà per i cittadini. Anzi. I grandi e potenti stati nazionali hanno spesso esercitato la loro autorità limitando quella dei loro cittadini, attraverso sistemi fiscali e legislativi che ne hanno ridotto il campo di azione.

È l’esigenza del singolo di poter essere libero verso l’autorità statale che è alla base della forma delle moderne città stato. San Marino, il principato di Monaco, Andorra e, per certi aspetti, i cantoni svizzeri o il Liechtenstein che sono assimilabili alle città stato, garantiscono a chi ci vive molta più libertà di quello che offrono le grandi burocrazie nazionali in tutto l’occidente.

Si tratta di una libertà innanzitutto economica: nelle città stato indipendenti in Europa il cittadino può gestire le proprie risorse in libertà, senza l’oppressione di un fisco che in molti paesi ha praticamente diritti illimitati sui contribuenti. Ma non c’è solo la motivazione fiscale, nelle città stato moderne quello che emerge è la filosofia di base: più potere al cittadino rispetto a quello dell’autorità.

In un periodo storico in cui il cittadino sta diventando sempre più impotente nei confronti dell’autorità forse l’unica via di uscita per un progresso individuale e di civiltà potrebbe essere costituito proprio dalle città stato. Il più probabile argine a una deriva totalitaria delle grandi burocrazie occidentali. 

Continua la lettura con: Il potere costruisce la verità

ANDREA ZOPPOLATO

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La necessità del cattivo

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Propaganda sovietica contro l'America

Per raccontare il presente i media hanno bisogno di identificare l’antagonista dell’eroe che esercita il potere.

Meno l’eroe è realmente” buono” più serve che ci sia un cattivo. Perché se si fosse convinti della bontà della sua azione sarebbe inutile trovare qualche nemico contro cui lottare o sprecare energie.
Invece quanto più è inefficace la figura di chi ha il potere tanto più è fondamentale trovare un nemico che legittimi il suo consenso.

Questo succede anche nel mondo dell’informazione. Per rendere più convincente una tesi è necessario avere un’antitesi da denigrare. Spesso questi antagonisti vengono costruiti ad hoc. È la logica dei “no” contro qualcosa che diventano la principale forma di legittimazione del “pro”.

Ancor più lo si vede nella politica: se un partito ha idee deboli e contraddittorie, la sua principale ragione d’essere e di attrazione diventa il suo essere contro qualcuno che impersona il male.

L’importanza del “cattivo” misura la debolezza della tesi portante. Più una società crea dei cattivi contro cui scagliarsi meno credibili e autentici sono i suoi valori fondanti.

Continua la lettura con: Il potere costruisce la verità

MILANO CITTA’ STATO

Copyright milanocittastato.it

SCALO LAMBRATE diventerà un MAXI-PARCO con case accessibili: i pro e i contro del progetto

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Credits Comune di Milano - Rendering Lambrate

Un altro dei 7 scali ferroviari dismessi è pronto a rinascere. Vediamo i fattori positivi e negativi del progetto di riqualificazione dell’area.

SCALO LAMBRATE diventerà un MAXI-PARCO con case accessibili: i pro e i contro del progetto

# “Lambrate Streaming”: i punti chiave della riqualificazione dello scalo di Lambrate

Procede la presentazione a cadenza settimanale di nuovi progetti di riqualificazione della città. Venerdì 4 giugno è stata la volta di quello per la rigenerazione dello Scalo Lambrate vincitore di Reinventing cities, il bando internazionale indetto dal Comune di Milano insieme a C40. La base d’asta era di 5,7 milioni: la gara è stata aggiudicata per 7 milioni.

“Lambrate Streaming”, questo il nome del progetto vincitore, si propone di cambiare il volto di 65.000 mq tra Lambrate e l’Ortica. Vediamo cosa prevede:

  • il cuore è un maxi-parco pubblico di circa 41.000 mq, pari al 64,8% dell’intera area, con 900 alberi e aree attrezzate per lo sport;
  • considerando anche i terrazzi verdi e giardini condominiali ad utilizzo degli edifici e il verde pensile dei servizi la quota di verde complessivo raggiunge i 47.700 mq;
  • un nuovo quartiere di 19.000 mq con 307 nuove abitazioni di edilizia agevolata in vendita e affitto con patto di futura vendita, co-housing, in locazione a canone moderato, concordato e convenzionato, alloggi per studenti ed edilizia a canone sociale;
  • un sistema di tre piazze-giardino collegate tra loro, la piazza centrale affiancata a nord e sud da due piazze planimetricamente identiche alla prima e da ulteriori due piazze a forma triangolare;
  • negli spazi pubblici nasceranno orti didattici e frutteti;
  • il muro del rilevato ferroviario verrà riqualificato con un allestimento artistico che avrà incise poesie e versi legati ai temi del treno e del viaggio di poeti milanesi e lombardi
  • una cortina di nuova costruzione nell’area di proprietà di FS Sistemi Urbani;
  • due percorsi ciclabili: uno a ovest, lungo il rilevato ferroviario, a collegare la stazione di Lambrate e via Rodano, uno all’interno della nuova area urbanizzata;
  • nuovi marciapiedi che garantiscono collegamenti con viale delle Rimembranze e il sottopasso di via Bassini;
  • aree destinate al bike sharing, stazioni di ricarica per mezzi elettrici e un hub-mobility con servizi dedicati alla mobilità sostenibile

La fine dei lavori è prevista tra il 2026 e il 2027.

# Le criticità che non vengono risolte con il progetto di riqualificazione

Credits Milanopost

Il progetto di riqualificazione dello Scalo di Lambrate, con realizzazione di un nuovo quartiere a Milano, non tiene conto di alcune delle criticità presenti nella zona e che non vedono una risposta o soluzione all’orizzonte. Il problema più grave è lo stato di estremo degrado dovuto alla presenza di nomadi e lo stanziamento di bivacchi abbastanza frequente. Per anni è stato presente un campo rom nelle vicinanze, smantellato da tempo, ma in questa parte di territorio comunale ancora oggi sono frequenti furti, rapine e un’assidua presenza di spacciatori. Questa situazione potrebbe compromettere la bontà del progetto “Lambrate Streaming”.

Riccardo De Corato, assessore alla sicurezza della Regione Lombardia e ex-assessore alla sicurezza del Comune di Milano, commenta preoccupato su MilanoPost lo stato di insicurezza attorno allo scalo oggetto del bando: “I residenti sono esasperati da degrado e insicurezza. Senza bonificare prima la zona da tutti i balordi, gli spacciatori e gli sbandati che la popolano, il rischio è che quelli per la riqualificazione siano soldi buttati e che parco, frutteti, orti, le aree ricreative attrezzate e i campi giochi siano immediatamente assediati dai delinquenti e bivaccatori che già ora gravitano attorno l’area“.

Continua la lettura con: Corso SEMPIONE: come procede la RIQUALIFICAZIONE per gli Champs Elysee di Milano

FABIO MARCOMIN

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Arriva l’ECLISSI di SOLE: queste le zone dove si potrà vederla al meglio

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credits: ig @galileo_ ilgiornalediscienza

Inizia l’estate e con essa anche le regole relative al coprifuoco iniziano pian piano ad allentarsi, facendoci pregustare il sapore della libertà. Perciò, quale modo migliore per godersi questa novità se non trovare un posticino tranquillo ed osservare la spettacolare eclissi di sole? Naturalmente, se il meteo è dalla nostra parte.

Scopriamo quali saranno le REGIONI più FORTUNATE nell’assistere a questo evento unico nel suo genere.

Arriva l’ECLISSI di SOLE: queste le zone dove si potrà vederla al meglio

# 10 giugno: OCCHI puntati AL CIELO

Tempo permettendo, questa settimana si potrà assistere ad una splendida eclissi solare e se volete essere spettatori di questo avvenimento, meglio tenersi liberi per la giornata di giovedì 10 giugno. L’eclissi sarà anulare: questo significa che il nostro satellite, che in questo momento si trova in apogeo, andrà ad oscurare il Sole lasciandone intravedere i margini e creando così un anello di fuoco.

credits: ig @nasa

# Chi saranno i FORTUNATI?

L’evento avrà latitudini molto settentrionali, quindi i Paesi come la Groenlandia, il Canada e la Russia avranno una visuale migliore. In gran parte dell’Europa sarà facilmente visibile mentre per quanto riguarda l’Italia, non sarà così facile.

credits: astronomy magazine

# Le regioni del CENTRO NORD:

L’eclissi sarà piuttosto limitata e le regioni del centro nord saranno quelle più fortunate e potranno scorgere una piccola porzione di disco solare occultato dalla Luna. Aosta e Trentino Alto-Adige saranno le regioni in cui sarà maggiormente visibile, con un oscuramento del 4,62%. Secondo il sito Timeanddate, a Milano l’eclissi è segnata per le ore 11:35 e l’oscuramento del 3,5% del disco solare sarà raggiunto intorno alle 12:08.

credits: Spazio Tempo Luce Energia

# Le regioni del CENTRO SUD

Sfortunatamente le regioni del sud Italia avranno pochissime chance di assistere all’eclissi parziale, ma vale comunque la pena provare. Le regioni con maggiore probabilità di riuscire ad intravedere qualcosa saranno la Toscana e le Marche, tuttavia la visibilità sarà molto scarsa, appena 0,40% di oscuramento.

Nonostante l’evento sia poco visibile in Italia, sarà possibile seguirlo tramite le dirette streaming per goderselo in tutto il suo fascino.

Continua la lettura con: Telescopi nel parco per la Luna Rossa

SELENE MANGIAROTTI

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🛑10mila in piazza Duomo per le TERAPIE DOMICILIARI: la richiesta dei medici

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Credits terapiadomiciliare c-19 - Manifestazione 6 giugno 2021

Domenica 6 giugno: 10 mila persone in Piazza Duomo. L’obiettivo della manifestazione è il riconoscimento ufficiale delle terapie domiciliari che, secondo la testimonianza dei medici, hanno permesso di curare migliaia di pazienti affetti da Covid pur non essendo inserite nel protocollo di cura avvallato dal Ministero della Salute. La storia e i risultati del comitato promotore dell’iniziativa.

10mila in piazza Duomo per le TERAPIE DOMICILIARI: la richiesta dei medici

# Come nasce il “Comitato cure domiciliari Covid”

Il comitato “Comitato cure domiciliari Covid” nasce da un gruppo informale di cittadini e medici per fornire supporto ai cittadini durante l’emergenza Covid-19, per scambiarsi informazioni cliniche e definire un protocollo di cure domiciliare in assenza di direttive specifiche.

L’iniziativa è partita il 14 marzo 2020, grazie all’avvocato Erich Grimaldi del Foro di Napoli, con la creazione del gruppo Facebook #esercitobianco a sostegno di medici ed infermieri. A seguito di un confronto in diretta con gli operatori sanitari, è emersa la necessità di creare un dialogo tra la medicina territoriale di tutte le regioni italiane. Il 19 aprile 2020 è stato aperto quindi un secondo gruppo Facebook denominato #terapiadomiciliarecovid19 in ogni regione, con importanti confronti tra i medici dei territori sulle terapie domiciliari precoci per la cura del paziente Covid.

A novembre 2020 nasce ufficialmente il “Comitato Cure Domiciliari Covid”, ad opera degli avvocati Grimaldi e Piraino, con l’obiettivo di rendere collettiva la battaglia per ottenere una cura domiciliare tempestiva per tutti i cittadini, senza discriminazioni territoriali. In aggiunta a questo il comitato si batte per tutelare il diritto alle cure senza alcuna limitazione, anche attraverso l’implementazione delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA) in ogni regione, in numero adeguato alle esigenze territoriali.

# Le iniziative sui territori

I medici di ogni regione hanno attivato un dialogo costante con quelli di altre per condividere scelte terapeutiche che, in assenza di determine regionali che si adeguassero ai protocolli AIFA del 17 marzo 2020, permettessero l’utilizzo di farmaci, comunque, in modalità off label. Tra le realtà coinvolte per costruire una rete su tutto il territorio italiano anche 150 “Medici in prima linea” della Lombardia, oltre a medici di tutte le regioni italiane. 

# Le azioni legali contro enti e istituzioni

In parallelo a questo il comitato si è mosso anche tramite vie legali:

  • l’avvocato Grimaldi insieme all’avvocato Valentina Piraino del Foro di Roma hanno impugnato una determina della regione Lazio che ha limitato la libertà prescrittiva dei Medici di medicina generale alla sola presenza dell’esito positivo del tampone, impedendo la possibilità di somministrare farmaci ai primi sintomi.
  • il 30 aprile 2020, l’avvocato Grimaldi ha inviato, senza alcun riscontro, una diffida al Presidente del Consiglio, al Ministero della Salute e a tutte le regioni, affinché si perfezionasse un protocollo univoco nazionale per le cure tempestive domiciliari per il Covid
  • nel mese di luglio 2020, successivamente al provvedimento del 26 maggio 2020 che sospendeva la sperimentazione dell’idrossiclorochina al di fuori degli studi clinici, è stata richiesta un’istanza d’accesso agli atti ad AIFA e depositato un ricorso al TAR Lazio, con relative istanze cautelari, per ottenere una riabilitazione di questo farmaco utilizzato durante la prima ondata.

# La manifestazione in piazza Duomo a Milano il 6 giugno per ottenere il riconoscimento ufficiale delle terapia domiciliare a base di idrossiclorochina

La manifestazione di domenica 6 giugno in Piazza Duomo a Milano ha visto partecipare oltre 10.000 persone, tra cui medici, farmacisti, psicologici, infermieri, fisioterapisti e gente comune, dopo quella di Roma a Piazza del Popolo dell’8 maggio.

Il fine di questo evento è stato dare voce all’iniziativa del comitato e chiedere di nuovo il riconoscimento ufficiale delle terapie domiciliari che secondo questi medici volontari non solo guarisce ma se attuata precocemente previene l’aggravarsi della malattia, evitando l’ospedalizzazione.

Si tratta di una terapia tempestiva a base di idrossiclorochina da attuare al massimo entro il terzo giorno dalla comparsa dei sintomi, contrariamente a quanto suggerito dalla nota AIFA: l’attesa vigilante di 72 ore e la somministrazione di paracetamolo. A corredo della manifestazione è seguita anche la raccolta di firme per chiedere al Ministro Speranza di rivedere il Protocollo per le terapie domiciliari precoci.

Fonti: Lacittanews , terapiadomiciliarecovid19.org

Continua la lettura con: Uno SPRAY “elimina il virus in meno di un minuto”: una nuova CURA contro il Covid?

FABIO MARCOMIN

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L’HOTEL di LUSSO ITINERANTE arriva in ITALIA (a un’ora da Milano)

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Credits: pinterest.com Villa Cagni Troubetzkoy, lago di Como

Il bello del viaggiare è scoprire nuovi posti ogni volta che si prepara una valigia e ci si lascia alle spalle la porta di casa. Se poi al viaggio e alla scoperta si aggiungesse il lusso, si è trovata la soluzione perfetta per tutti. Con questo concetto alla base, l’esperto di hôtellerie francese Thierry Teyssier ha ideato e realizzato un hotel di lusso itinerante, che cambia forma e luogo ogni 6 mesi.

L’HOTEL di LUSSO ITINERANTE arriva in ITALIA (a un’ora da Milano)

# “700 mila ore”: l’hotel che ti offre un’esperienza unica ogni ora che trascorri sulla Terra

Credits: @700000heures
Gagliano del Capo (dove è iniziato)

Un nome un po’ particolare per un hotel, ma interessante è il concept che c’è alla base. “700mila ore” sono il tempo che, all’incirca, ogni essere umano trascorre sulla Terra e, con la sua idea di hotel itinerante, Thierry Teyssier vorrebbe regalare un’esperienza unica ai suoi ospiti per ogni ora che passano sul pianeta.

Con il primo hotel effimero al mondo si riscopre l’importanza del tempo, nonché un modo di viaggiare più memorabile, significativo e umano. Il soggiorno al “700.000 Heures” non è però per tutti, anzi è molto esclusivo. Qui possono entrare solamente i membri del club del Cercle des Amazirs, la cui tassa d’iscrizione è pari a 2000 euro più 500 annui.

# L’hotel itinerante in Italia: sul lago di Como

Credits: pinterest.com
Villa Cagni Troubetzkoy, lago di Como

L’iniziativa del francese Thierry Teyssier vede la sua effettiva realizzazione a partire dal 2018, quando il Salento e, più precisamente, un antico palazzo decorato ad affreschi e mosaici di Gagliano del Capo ospitano per i primi sei mesi l’hotel “700.000 Heures”. Da lì, i membri del Cercle des Amazirs hanno fatto il giro del mondo. Cambogia, Brasile, Parigi e ora, prima di approdare in Giappone, l’hotel itinerante torna nel Paese da dov’è partito, l’Italia, e in particolare al Lago di Como.

È la villa ottocentesca di Cagni Troubetzkoy a Blevio a ospitare l’hotel itinerante dal 12 maggio fino ad ottobre. 12 camere per 17 ospiti, anche i posti dove si soggiorna sono super esclusivi, 2 piscine, una vasca idromassaggio, una sala fitness, un hammam (terme mussulmane) e un pontile privato.

# La Costellazione: un modo per rendere l’hotel itinerante accessibile a tutti

Credits: 700000heures.com
Casa della “Costellazione” a Santo Amaro

Sembra proprio che l’idea dell’hotel itinerante piaccia e, così, “700000 Heures” ha deciso di fare qualcosa per rendere il viaggio itinerante da loro organizzato accessibile a tutti. L’hotel che cambia forma e sede ogni 6 mesi rimane ancora esclusivo, ma sono state selezionate una serie di case in giro per il mondo che incarnano alla perfezione lo spirito di “700000 Heures”. La collezione di dimore è stata chiamata “La costellazione” e in questo caso basta solo prenotarle, perché tutti ci possono andare.

Fonti: www.harpersbazaar.com

Continua la lettura con: Un hotel ITALIANO (che pochi conoscono) tra i 10 più BELLI del MONDO

BEATRICE BARAZZETTI

Leggi anche: Virologi più presenti in tv: chi sono gli influencer dell’influenza

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Nasce la prima RETE italiana di NEGOZI GENTILI: dove si trovano sorrisi e buone maniere

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Credit: ilriformista.it

Oramai nei negozi si può trovare di tutto, ogni oggetto da noi desiderato o anche solo immaginato sarà risposto su uno scaffale in bella vista, pronto per essere comprato.

Ma c’è una cosa che è difficile da trovare: la gentilezza.

Per questo in Italia è nata la prima rete di negozi gentili, i negozi dove si coltiva gentilezza per cambiare il mondo con piccoli gesti.

Nasce la prima RETE italiana di NEGOZI GENTILI: dove si trovano sorrisi e buone maniere

# Coltiviamo Gentilezza

Credit: coltiviamogentilezza.it

Nasce la prima rete di Negozi Gentili in Italia, un progetto promosso dall’associazione di promozione sociale Coltiviamo Gentilezza, da AiParc Associazione Italiana Parchi Culturali con le associazioni Acove e Aicast di Vico Equense.

Da tre anni Coltiviamo Gentilezza, da un anno APS, propone attraverso la condivisione di azioni e parole una sociologia pedagogica positiva per contrastare la violenza in tutte le sue forme.

Promuove un linguaggio positivo e propositivo che pone l’accento sulle cose belle della vita e sul rispetto per le altre persone.

La loro mission? Diffondere esempi di gentilezza e buone pratiche spinti dell’idea che ogni piccolo gesto di gentilezza e ogni piccola parola possano determinare un cambiamento nel mondo.

# Cosa sono i negozi gentili

Credit: ilriformista.it

Dopo incontri formativi e festival della gentilezza, l’associazione ha trovato un nuovo modo per partecipare a questo progetto: aderire alle categorie gentili.

Come spiega Margherita Rizzuto responsabile del progetto: “Da una parte questo aiuta a sostenere l’associazione nel portare avanti i suoi progetti con un contributo. Dall’altra coinvolge nella rete dei coltivatori di gentilezza le più disparate realtà che attraverso le loro attività aiutano a diffondere gentilezza, diventando essi stessi promotori del progetto”.

Ma che cosa significa davvero aderire al progetto Coltiviamo Gentilezza? Con questa adesione si entra a far parte di un network virtuoso che ha l’obiettivo di cambiare il mondo a suon di belle parole e gesti gentili.

Tutti i negozianti che aderiscono a questo progetto adottano un decalogo da rispettare e promuovere nella propria attività. Nel caso dei negozi gentili tra i 10 punti possiamo leggere: propongo la mia merce a un giusto prezzo, accolgo i miei clienti come ospiti speciali, scelgo prodotti che rispettano le persone e l’ambiente, i miei locali sono puliti e accoglienti etc.

# Il sogno di un mondo dove la gentilezza è normale

Le associazioni vicane stanno lavorando da diverso tempo ad un’idea di città inclusiva, aperta, disponibile e cortese, sia rispetto ai propri cittadini, sia rispetto ai turisti.

L’idea nasce da Mena Cacciopoli, referente Coltiviamo Gentilezza nella penisola sorrentina. Queste le sue parole: “Nella mia azienda, ho già creato un angolo gentile, pensato per offrire benessere e veicolare messaggi positivi. Con le associazioni AiparC, Acove e Aicast, abbiamo immaginato la forza dirompente di un utilizzo condiviso di pratiche gentili e abbiamo lanciato l’idea di una Rete di Negozi Gentili. Nei negozi gentili si offre ascolto, accoglienza, sorriso e rispetto”.

Il grande sogno di questo progetto è che la benevolenza e la gentilezza che spingono questi negozi diventino la normalità.

Come spiega la dottoressa Viviana Hutter, presidente dell’associazione e sua fondatrice: “La gentilezza è un’energia e scegliere di farsi animare da questa forza significa vivere meglio e in armonia con chi incrociamo sul nostro cammino”.

Fonti: ilriformista.it

Continua la lettura con: All’OSTERIA SENZA OSTE dove si fa il conto da soli

ARIANNA BOTTINI

Leggi anche: Lombardia in zona bianca dal 14 giugno e addio al coprifuoco

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SPIAGGIA e TUFFI allo Scalo Farini? Rilanciamo il progetto per il 2030

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Saluti da Rio De Janeiro? Macché, in questa immagine realizzata da Milano Panoramica si tratta di uno degli ipotetici “domani” dello Scalo Farini, in pieno centro a Milano.
Un progetto avveniristico che è tramontato. Eppure andrebbe rilanciato. Ecco perchè.

SPIAGGIA e TUFFI allo Scalo Farini? Rilanciamo il progetto per il 2030

“Avremo la spiaggia a Milano”, auspicava Milano Panoramica alcuni anni fa che descriveva così il progetto:

“Via ai lavori di ripristino dello scalo Farini, con la sua acqua balneabile occuperà circa 350.000 mq, comprese spiagge, prati, boschi e un approdo, lungo il perimetro. I binari in arrivo alla Stazione Garibaldi verranno completamente interrati #milano #spiaggia #scalofarini”, concludeva il post via Facebook.

mare milano milano panoramica
mare milano milano panoramica

# La prima idea di Zucca Architettura

Un’idea non del tutto unica: correva l’8 maggio 2009 quando l’internauta Zucca Architettura pubblicava su mareascalofarini.blogspot.it: “A Milano Scalo Farini è da tempo in gran parte dismesso, tutta l’area verrà presto trasformata, i pochi binari che rimarranno per giungere a Stazione Garibaldi e proseguire nel passante ferroviario potrebbero essere interrati.

Il grande spazio libero che ne deriva (circa 600.000 metri quadrati) sembra fatto apposta per accogliere il “mare a Milano”, un bacino d’acqua che diventerebbe un “rifugio balneare” prossimo al centro della città. Con la sua acqua balneabile il mare a Scalo Farini potrebbe occupare circa 350.000 m2, comprese spiagge, prati, boschi e un approdo, lungo il perimetro. Altri 100.000 m2 nel disegno sono dedicati a unaltro spazio pubblico, dove far sorgere una collina verdeggiante, abbastanza alta da fornire un punto di vista panoramico sulla città.

# Perchè non rilanciarlo?

Elaborazione: Iulia Radu
Elaborazione: Iulia Radu

Il progetto approvato per lo Scalo Farini non prevede nulla di questo tipo e ha spento l’entusiasmo dei milanesi più visionari. Eppure l’idea originale non deve essere abbandonata. Come hanno insegnato Porta Nuova e City Life Milano riesce a trasformare l’impossibile. 

La città che ha creato dal nulla l’Idroscalo e che in pochi anni ha mutato faccia colonizzando il suo cielo, perchè non può osare l’impossibile, portando il mare a Milano?

Se non lo si può fare i Farini ci sono ampi spazi che potrebbero essere presi in considerazione. Soprattutto nel settore sud-sud est, quello stesso che un tempo era bagnato dal lago Gerundo e che oggi è in gran parte costituito da campi agricoli. 

Perchè non immaginare qualcosa di grandioso che potrebbe segnare un nuovo orizzonte per il futuro di Milano?

Continua la lettura con: il lago Gerundo

MILANO CITTA’ STATO 

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🛑 In arrivo a Milano il primo CAR SHARING per i PENDOLARI

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Sarà così? Credits: @unlimitedberlin IG

Per rendere Milano una città ancora più sostenibile una delle priorità dell’attuale giunta è di diminuire le auto private che ogni giorno vengono parcheggiate sulle strade.

I car sharing possono essere una buona soluzione ed effettivamente a Milano sono molto usati. C’è però una categoria di persone per cui i car sharing attuali non sono una soluzione: i pendolari. Considerando anche l’area B, per chi arriva da fuori Milano rischia di essere sempre più off limits. 

Palazzo Marino sta gettando le basi per il nuovo servizio di car sharing che potrebbe fare al caso loro.

🛑 In arrivo a Milano il primo CAR SHARING per i PENDOLARI

# Il nuovo car sharing per ridurre le auto private

Credit: mocautogroup.com

A Milano ci sono quasi due milioni di auto private, e se il numero di macchine dei milanesi si può ridurre migliorando i trasporti e i collegamenti (che di per sè sono già buoni), che ne è dei pendolari?

Palazzo Marino sta pensando una nuova formula di car sharing con un unico obiettivo:  diminuire il numero di auto private parcheggiate a Milano, trovando una soluzione che possa essere utile anche ai pendolari che abitano nella grande città.

Il progetto consisterebbe in un nuovo sistema di car sharing a “stallo fisso”.

Nei giorni scorsi la giunta di Sala ha approvato le linee di indirizzo del nuovo avviso pubblico che sarà pubblicato nelle prossime settimane.

Vediamo come funzionerà.

# Il car sharing “station based”: come funziona

Credit: milanotoday.it

Il sistema “station based” è basato sulla presenza di stazioni in cui il noleggio viene avviato e concluso grazie al posizionamento delle auto in stalli predefiniti.

Il bando del comune prevede infatti di mettere a disposizione degli operatori interessati appositi stalli su suolo pubblico, che saranno assegnati in concessione onerosa a seguito di procedura ad evidenza pubblica.

Il bando prevede inoltre che i veicoli delle flotte “station based” siano elettrici plug-in o range extended, ibridi, alimentati a metano (anche bimodali), a GPL (anche bimodali), a benzina, rispettando lo standard di inquinamento più performante al momento dell’immissione in servizio.

Il parco veicoli dovrà essere periodicamente rinnovato, in modo da essere sempre in linea con le norme comunitarie in materia di emissione di inquinanti e di CO2, e dovrà avere le caratteristiche richieste per la circolazione senza deroghe in Area B e Area C.

Il servizio di car sharing dovrà essere assicurato continuativamente per tutti i giorni dell’anno, 24 ore su 24 e per ora la flotta minima prevista è di 100 veicoli.

Gli stalli fissi saranno 153 e verranno messi a disposizione di 100 località.

L’operatore dovrà garantire un idoneo servizio di assistenza attraverso un call center operativo per tutta la durata del servizio.

# Una Milano più sostenibile

Come sottolinea l’assessore alla Mobilità Marco Granelli :“Il potenziamento del sistema di car sharing si inserisce nell’ampia offerta di mezzi in condivisione disponibile in città. É coerente con gli obiettivi che questa Amministrazione ha fissato nel Piano Urbano della Mobilità Sostenibile e confermato attraverso provvedimenti come Area B.”

Queste misure hanno l’obiettivo di ridurre le emissioni inquinanti, diminuendo la circolazione dei mezzi privati e favorendo il trasporto pubblico o l’uso dello sharing che a Milano è già molto usato.

Ad aggiungersi ci sarebbe anche un desiderio ancora più grande per l’inizio del 2024: l’immissione di flotte esclusivamente elettriche per una Milano sempre più sostenibile.

Fonti: milanotoday.it

Continua la lettura con: Ikea sviluppa Höga, l’AUTO elettrica che possiamo MONTARE da soli (video del concept)

ARIANNA BOTTINI

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Aboliamo il PEDAGGIO per rilanciare il TURISMO

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Credits: quotidiano.it Casello autostradale

Sono tanti i settori duramente colpiti in questo periodo, di sicuro il turismo è tra quelli che ne ha risentito maggiormente; turismo che è una delle principali fonti di entrate dell’economia italiana. Dovremmo tentare un suo rilancio in tutti i modi possibili con nuove iniziative e nuove idee. Perché non abolire il pedaggio autostradale?

Aboliamo il PEDAGGIO per rilanciare il TURISMO

# La privatizzazione delle autostrade: pochi costi e guadagni assicurati

Credits: quotidiano.it
Casello autostradale

Le autostrade sono state costruite con i soldi e i sacrifici degli italiani, grazie a privatizzazioni estremamente discutibili qualcuno si è trovato una vera e propria miniera d’oro ad un prezzo ridicolo. Pensiamo cosa costi solo andare da Milano a Varazze o da Milano a Reggio Calabria. Pensiamo a quante auto, camion e moto ogni giorno percorrono la rete autostradale.

I costi di gestione e manutenzione sono poca cosa in confronto ai guadagni giganteschi, un po’ di asfalto, la sostituzione di qualche cartello arrugginito, un po’ di vernice e lo stipendio dei casellanti che sono sempre di meno…

# La società autostrade dovrebbe far viaggiare gratis

Credits: corriere.it
Ponte Morandi

Tanto per fare un esempio, nel solo 2016 le società concessionarie della rete hanno incassato 5,7 miliardi di euro a fronte di 2,9 miliardi di spese varie e costi di manutenzione. Dopo quanto accaduto a Genova, inoltre, parlare di manutenzione pare quasi grottesco. Una tragedia evitabilissima dovuta ad una gravissima negligenza e ad una condotta criminale. Non dimentichiamoci poi degli eterni cantieri dai costi incerti.

La società autostrade dovrebbe lei stessa proporre di viaggiare gratis, dopo quanto accaduto. Spesso si rinuncia a spostarsi proprio per le altissime tariffe del pedaggio. Una soluzione del genere darebbe una formidabile spinta agli spostamenti, soprattutto nei fine settimana, incentivando gli arrivi dei turisti stranieri!

# Se si abolisse il pedaggio

Si potrebbe attuare almeno per qualche anno, o al limite far pagare una quota fissa per un utilizzo della rete autostradale illimitato come già avviene in Austria o Svizzera. In Germania le autostrade sono gratis. Di sicuro non fallirebbero, ma hotel, ristoranti, case vacanza e musei… e tutto l’indotto del turismo ne avrebbero un grandissimo ritorno.

Soprattutto il ritorno per lo Stato in termini di pubblicità per l’iniziativa e di indotto sarebbe superiore alle perdite. 

Continua la lettura con: Nasce in Lombardia l’AUTOSTRADA del FUTURO: ricarica i veicoli mentre la PERCORRONO

ANDREA URBANO

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

 

 

 

🛑 Arrivano a Milano le PENSILINE INTELLIGENTI per movimentare l’attesa dei mezzi pubblici

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Credits: www.igpdecaux.it

L’attesa dei mezzi pubblici sarà sempre più confortata da coperture, le famose pensiline, che si aggiungeranno alle molte già esistenti.

Arrivano a Milano le PENSILINE INTELLIGENTI per movimentare l’attesa dei mezzi pubblici

Ma la vera novità sta nel fatto che alcune di queste strutture, grazie all’energia solare ricavata da appositi pannelli installati sul tetto, avranno i display sui quali sarà possibile leggere le informazioni riguardanti i tempi di attesa e, il tutto, con zero impatto ambientale. Lo schermo a LED, così alimentato, fornirà continue informazioni agli utenti che potranno godere del servizio.

# 40 nuove pensiline intelligenti: dove saranno?

Credits: leggo.it
pensilina intelligente

Per aiutare a individuare le fermate più adatte a ricevere questo tipo di servizio, l’assessore Granelli ha chiesto la collaborazione dei vari municipi che, forti della loro esperienza sul territorio, dovranno indicare i punti più consoni. La pensilina alla quale si fa riferimento è quella più nota situata al quartiere Valsesia, vicino al Parco delle Cave. Sotto agli alberi, situati tra Via Gozzoli e via Bagarotti, si può tranquillamente osservare la struttura coperta con seduta per chi attende e un display luminoso che lascia scorrere continue informazioni.

Viale Forlanini, via Ripamonti, Piazza Firenze e piazzale Baracca sono alcuni siti già designati a ricevere le pensiline intelligenti. Con le 40 che verranno sistemate, arriveremo a 100 nel solo Comune di Milano, con grande soddisfazione da parte delle autorità che ricordano il piano in via di svolgimento che prevede di soddisfare parte della richiesta di energia elettrica con pannelli fotovoltaici.

# Una collaborazione tra Milano e IGPDecaux

Credits: brand-news.it
pensilina intelligente

I due depositi di San Donato e Precotto saranno dotati di pannelli atti a produrre: circa 420 kW per il primo, mentre per Precotto l’impianto a pieno regime dovrebbe produrre 1252 kW. Tornando alle pensiline, il Comune si avvarrà della collaborazione della concessionaria IGPDecaux, che garantirà la manutenzione delle strutture utilizzate dalla società di casa madre francese come media, grazie ai grossi schermi laterali nei quali si succedono numerosi spot pubblicitari. Un binomio di interessi nel quale il risvolto sociale ha un grande impatto oltre che una notevole utilità a favore dei tanti utenti dei mezzi pubblici milanesi.

Continua la lettura con: I POSTER pubblicitari da INDOSSARE quando PIOVE: arriveranno anche a Milano?

ROBERTO BINAGHI

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Nel DESERTO è comparso un LAGO ROSA che sembra fatto di caramelle

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Credit: siviaggia.it

Siete nel deserto, i quaranta gradi sono stati superati da un bel po’, non sapete quanto manca per arrivare ma la stanchezza ormai si fa sentire, paghereste oro per rinfrescarvi qualche minuto. E poi eccolo lì, un lago rosa davanti ai vostri occhi.

Sembra assurdo ma esiste davvero, nel bel mezzo del deserto è apparso un lago rosa che sembra fatto di caramelle.

Nel DESERTO è comparso un LAGO ROSA che sembra fatto di caramelle

# Lo strano caso del lago rosa nel deserto

Credit: @a_man_with_a_third_eye_

Gli Emirati Arabi Uniti sono sette, ricordiamo sempre Abu Dhabi e Dubai ma ce ne dimentichiamo sempre qualcuno che in realtà può riservare grandi sorprese.

Tra questi troviamo Ras al-Khaimah. Lentamente questo emirato sta attirando l’attenzione dei viaggiatori per i suoi paesaggi unici: tra le spiagge, le montagne, i panorami mozzafiato e i deserti, in questo luogo c’è proprio qualsiasi cosa.

Anche un lago rosa.

# Photoshop o forza della natura?

Credit: siviaggia.it

Quando si vede una foto di un lago rosa nel bel mezzo di un deserto la prima cosa che si pensa è che sia il risultato di uno scrupoloso lavoro di Photoshop, chi ci crederebbe davvero?

Un lago non può comparire dal nulla e tantomeno essere rosa, figuriamoci entrambi. Coi giorni però le foto hanno iniziato a girare sui social, così cittadini e turisti spinti dalla curiosità hanno fatto questo viaggio per raggiungere il famoso lago rosa ed eccolo lì: un regalo della natura color zucchero filato.

Questo lago che sembra fatto di caramelle è apparto a Al Saraya, a nord di Ras Al-Khaimah e misura 40 metri di lunghezza e 10 di larghezza.

Trovandosi a soli 100 metri dalla costa, crea uno spettacolo tricolore unico: il lago rosa, il deserto rosso e l’acqua blu dell’oceano.

Ma perchè questo lago è rosa? Il colore sarebbe una naturale conseguenza della presenza di alghe rosse che si trovano solitamente in questi bacini idrici.

# I laghi rosa nel mondo

Credit: siviaggia.it

Quello di Ras Al-Khaimah non è l’unico lago rosa nel mondo e nemmeno il più grande.

Il più famoso è il lago Hillier, un lago australiano situato a nord-est di Middle Island, la più grande isola dell’arcipelago Recherche, a sud delle coste dell’Australia Occidentale.

Lungo circa 600 metri e largo 250 circa, il lago è diventato una star mondiale a causa del permanente colore rosa delle sue acque.

Quello che invece rende unico il lago di Ras Al-Khaimah è sicuramente la sua posizione in mezzo al deserto ma anche la sua comparsa improvvisa.

Vedere comparire un lago nel deserto è una cosa strana ma vedere comparire un lago rosa nel deserto è una cosa che ha dell’incredibile.

Fonti: siviaggia.it

Continua la lettura con: Il LAGO A POIS che cambia COLORE: l’ispirazione naturale per l’URBANISMO TATTICO

ARIANNA BOTTINI

Leggi anche: Vincenzo De Luca: “La Terra dei fuochi è in Lombardia”. L’ennesima scemenza del governatore

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RICCIONE: nell’ex tempio della musica elettronica nasce il MUSEO DISCOCRATICO

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Credits: artribune.com MUDI

Era considerata una delle discoteche più famose d’Italia e sicuramente inserita tra le più belle della riviera romagnola, oggi nello stesso posto è nato un museo.

RICCIONE: nell’ex tempio della musica elettronica nasce il MUSEO DISCOCRATICO

# MUDI: il primo museo italiano che unisce l’arte al mondo di una discoteca

Credits: artribune.com
MUDI

Chiuso dal 2019, quello che era ed è tutt’ora il tempio della musica elettronica è stato trasformato in un museo, o meglio. Si chiamerà MUDI il primo MUseo DIscocratico italiano e aprirà proprio nella discoteca più famosa di Riccione, il Cocoricò. Frequentato da tutti e centro della movida romagnola, il Cocoricò è stato oggetto di un crowfunding per ultimare la ristrutturazione e lanciare un’idea particolarmente innovativa: un museo dentro ad una discoteca.

Coerentemente con quello che è lo spirito del Cocoricò, ovvero divertimento e musica, il nuovo museo sarà all’insegna del digitale. Videoarte, performance live, musica dal vivo, pittura, scultura, fotografia e teatro saranno accolti nel nuovo spazio inserito nella discoteca. Inoltre, ci si potrà immergere nella NFT art e nell’arte 3D.

# Il Cocoricò rimarrà il simbolo della musica elettronica

Credits: deerwaves.com
Cocoricò prima della chiusura

Non bisogna pensare, però, che il Cocoricò smetterà di essere il simbolo della musica elettronica. Infatti, il MUDI occuperà solo parte dello spazio della discoteca, la restante continuerà a essere la sala da ballo che tutti conoscono. L’iniziativa parte dall’idea di Enrico Galli e Antonella Bonicalzi, i proprietari del Cocoricò, insieme a Mike Pagliarulo, direttore artistico. Si tratta di un modo per risollevare quelle che erano le sorti della discoteca, sperimentando allo stesso tempo un nuovo luogo per la fruizione dell’arte. Il pubblico rimane lo stesso, chi vuole frequentare il locale, ma il Cocoricò permetterà ai suoi ospiti di abbracciare il mondo dell’arte, anche se non era quello che stavano cercando.

# Si vuole riscoprire il mondo della notte

Credits: zero.eu
MUDI

L’obiettivo del progetto è anche quello di riaccendere i riflettori sul mondo della notte. All’interno dello spazio museale saranno mostrate alcune foto storiche che fanno capire quanto, prima, il mondo della notte fosse molto più libero, al contrario d’oggi. Per questo, il Cocoricò vuole unire l’arte e la musica alle persone, in notti tutte da vivere!

Fonti: artribune.com

Continua la lettura con: La DISCOTECA di culto diventa la “cappella sistina” della STREET ART

BEATRICE BARAZZETTI

Leggi anche: Come si risolve il problema del PM10 nella pianura padana?

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Corso SEMPIONE: come procede la RIQUALIFICAZIONE per gli Champs Elysee di Milano

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Fonte: UrbanfileRidistribuzione parcheggi Corso Sempione

Avanzano i lavori per la riqualificazione di corso Sempione che, nel progetto del sindaco Sala, si ispira ai parigini Champs elysee, diventando molto più votato a un utilizzo pedonabile e per ciclisti. Sarà davvero così? E come sta procedendo il progetto?

Corso SEMPIONE: come procede la RIQUALIFICAZIONE per gli Champs Elysee di Milano

# I nuovi posti d’auto: la soluzione più green ma a sfavore dei commercianti e dei locali del quartiere

Credit: milano.corriere.it – Come sono i parcheggi ora e come lo saranno dopo la riqualificazione

Partita una campagna che combatte la sosta selvaggia praticata da molti automobilisti che parcheggiano tra gli alberi del viale, si stanno disegnando i nuovi parcheggi ricavati dalle corsie centrali più esterne.

Riducendo il flusso dei due sensi di marcia si stanno ottenendo 270 posti auto a pagamento che sacrificano, come numero, quelli fino ad oggi ottenuti lasciando le vetture tra gli alberi sugli ampi marciapiedi ai lati del viale.

Sa da un lato c’è la sacrosanta volontà di difendere gli spazi verdi, dall’altra c’è la consapevolezza, tra residenti e gestori di locali pubblici, che diventerà molto difficile trovare uno spazio dove lasciare il proprio mezzo.

Tutta la zona che va dall’Arco della Pace fino a Piero della Francesca, passando per Sarpi, si era affermata come particolarmente vivace la sera, anche perchè era ormai l’unica parte di Milano con ampi spazi per lasciare l’auto. Presto non sarà più così: che impatto potrebbe avere questa decisione sulla vitalità della zona?

# Largo alle ciclabili, restrizione della carreggiata

Credit: fanpage.it

A questo primo obiettivo si aggiunge una pedonalizzazione e una costruzione di piste dedicate ai velocipedi sempre più voluta dalla giunta di Sala.

Considerando la larghezza del viale parigino che con i suoli 58 metri esce sconfitto dagli oltre 90 metri di quello milanese, si presuppone ci siano grandi possibilità di sviluppare ciclabili e strade pedonabili senza sottrarre libertà di movimento a macchine e moto.

Se da un lato si vogliono tutelare gli spazi verdi e si vuole, anzi si deve diminuire l’inquinamento, da un altro si deve razionalizzare e non criminalizzare il trasporto privato, anche perché molti che arrivano da fuori usano questa arteria per poter lavorare o partecipare alla vita della città.

Considerando che il viale era molto largo e già consentiva una ampia agibilità e sicurezza per le biciclette, la domanda che molti si fanno è se non sia eccessiva e forse inutile in questo caso la costruzione di una lunga e larga ciclabile, a discapito di una vasta parte della carreggiata in un’arteria fondamentale per l’ingresso e l’uscita in città?

# Il confronto con Parigi

Credit: paris-forever.com – Champs Elysee

Per i resto la somiglianza tra i due viali è evidente e sicuramente fonte di sana competizione, specie per una evoluzione nel concepire mobilità e trasporti.

L’investimento è di 4 milioni di euro provenienti dai fondi europei Pon Metro, interessa l’area che va dall’incrocio via Melzi d’Eril/Canova fino all’incrocio tra via Emanuele Filiberto/via Biondi e la fine dei lavori è prevista per la primavera del 2022.

Continua la lettura con: 5 cose che fanno RIDERE SOLO i MILANESI

ROBERTO BINAGHI

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7 PAROLE CHIAVE per capire la NUOVA Milano

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Credits: orticamemoria.com Dialoghi: Rap a Milano - Murales Ortica

Milano è in evoluzione, mai uguale a se stessa. Per capirla bisogna conoscere le parole che fotografano il suo presente e quelle che preparano al suo futuro. Vediamo quali sono.

7 PAROLE CHIAVE per capire la NUOVA Milano

#1 Skyline

Credits: Andrea Cherchi (c)

A Milano stanno spuntando grattacieli come funghi non solo nei due principali quartieri di Porta Nuova e Citylife, ma anche in zone ancora “vergini” come lo scalo Romana con la Torre Faro A2A. 

Fino a qualche tempo fa lo skyline non esisteva, c’era “solo” la Madonnina. Ora è diventato uno dei simboli di Milano. 

#2 Rendering

Piazza San Babila

Non passa settimana senza la presentazione di un progetto di trasformazione di una piccola o grande porzione della città, che sia una piazza, uno scalo ferroviario o uno nuovo grattacielo. Il rendering, in cui non mancano mai alberi, verde e persone che passeggiano, è lo strumento principale utilizzato per mostrare il cambiamento futuro dell’area in questione.

#3 Ciclabili

Credits: tg24.sky.it

Il futuro a Milano sarà votato sempre più alla sostenibilità e alle biciclette. Complice anche la pandemia nella nostra città sono stati realizzati decine di chilometri di piste ciclabili, altre sono in costruzione e altre ancora verranno messe in cantiere, per fare diventare Milano l’Amsterdam d’Italia.

La ciclabile è ancora di più, un vero e proprio dogma ideologico che ormai divide in due i cittadini. Tra chi le innalza a soluzione universale e chi le considera il male assoluto. 

#4 Sharing

Credits: Andrea Cherchi – In Monopattino a Milano

Se non è possibile prenderlo in sharing, con il noleggio in condivisione, un milanese non prenderà in considerazione nessuno nuovo mezzo di trasporto. Biciclette, monopattini, scooter, auto, a Milano è possibile noleggiare tutto con una semplice app, senza più bisogno di possedere niente.

Una cosa che ha rivoluzionato l’idea del milanese individualista, ossessionato dalla proprietà. In primis del mezzo di trasporto. 

#5 M4 

La M4 è la parola chiave del futuro prossimo, in teoria avrebbe dovuto essere anche quella del presente se la nuova linea metropolitana avesse aperto. L’inaugurazione è al momento fantasma, inizialmente era previsto l’apertura entro Expo2015 delle prime tre fermate da Linate a Stazione Forlanini, poi a Gennaio 2021 e infine ad Aprile 2021. Ad oggi tutto è sospeso e sta alimentando leggende metropolitane e battute tra milanesi. 

Ma secondo te quando aprirà l’M4?, è un modo per rompere il ghiaccio con chiunque. 

Leggi anche: M4: 7 CURIOSITÀ che forse non sai sulla METRO del FUTURO

#6 Street art

Credits: orticamemoria.com
Dialoghi: Rap a Milano – Murales Ortica

Per anni la vernice sui muri a Milano significava solo una cosa: imbrattamento. Negli ultimi tempi però la cosa è cambiata. Certo, i muri sono spesso deturpati da tag e scritte, però i palazzi hanno ripreso anche nuova vita grazie a murales, spesso meravigliosi. La street art è diventata una strategia di riqualificazione che sta trasformando interi quartieri, specie quelli più periferici. Basterà a rilanciarli?

#7 Olimpiadi

Nel 2026 Milano ospiterà insieme a Cortina d’Ampezzo le Olimpiadi Invernali. Un altro evento internazionale dopo Expo2015 proietterà la città, anche se per due sole settimane, alla ribalta mondiale. Olimpiadi per Milano significherà anche trasformazione e riqualificazione di due poli importanti: lo scalo di Porta Romana che ospiterà tra l’altro il villaggio olimpico, che poi diventerà uno studentato, e Santa Giulia Nord con l’arena del ghiaccio e la metrotranvia dalla stazione di Rogoredo M3 a Repetti M4.

I milanesi sperano che si possa ripetere l’effetto Expo che ha dato slancio alla città per anni. 

Continua la lettura con: 5 cose che fanno RIDERE SOLO i MILANESI

FABIO MARCOMIN

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I PIATTI della cucina italiana DISGUSTOSI all’estero

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Credit: riservadipedro.wordpress.com

Non è passato tanto tempo da quando mi trovavo per le vacanze estive in Corsica. Una terra incantevole, un po’ italiana, un po’ francese, ma molto corsa, molto orgogliosa della sua storia e del suo nazionalismo. Ci trovavamo, io e mia moglie, a dover scegliere ogni giorno dove pranzare e dove cenare e una sera decidiamo di cedere alla nostra italianità e concederci una pizza e con enorme stupore scopriamo che al posto della classica mozzarella è stato preferito un altro tipo di formaggio, forse Galbanino.

Può essere un caso, ma vi assicuro che è capitato anche in altre pizzerie. Per non parlare del pesto, praticamente basilico tritato.

Insomma per farla breve, la cucina italiana è tanto amata e rinomata quanto copiata e imitata, a volte con risultati disastrosi.

I PIATTI della cucina italiana DISGUSTOSI all’estero

# Pizza all’ananas

Credit: @sacroeprofanotrevi

Conosciuta anche come pizza hawaiana, ma che a dispetto di quanto potrebbe far supporre il nome, in realtà le sue origini sono canadesi.

Il suo inventore Sam Panopoulos rivendica dal 2010 di esserne l’inventore raccontando che nei primi anni sessanta la pizza era un alimento poco conosciuto in Canada.

Dopo aver assaggiato la pizza americana decise di proporla anche nel suo ristorante aggiungendo dell’ananas sciroppato dando un aspetto esotico e da qui il nome.
Ovviamente da italiani, solo al pensiero di una pizza del genere, proviamo del ribrezzo e pensiamo che il suo successo e la sua diffusione sia un insulto alla tradizione partenopea (dove la pizza è un culto).

Da recenti indagini scopriamo che questo tipo di pizza è popolarissimo in Australia, dove la catena Just Eat ha dichiarato recentemente che le ordinazioni delle pizze all’ananas hanno superato in maniera considerevole quelle delle tradizionali ma non solo.

Negli Stati Uniti la piazza hawaiana è all’ottavo posto per indice di gradimento da parte di clienti.

Aveva ragione il personaggio Rabbia nel film d’animazione Inside Out che alla vista di una pizza ai broccoli e formaggio pronuncia la battuta: “Congratulazioni, San Francisco, avete rovinato la pizza! Prima gli Hawaiani e adesso voi!”.

# Spaghetti nelle lattine

Credit: vanillamagazine.it

Oltre alla pizza, un altro nostro must alimentare è la pasta. Siamo i più grandi importatori di pasta nel mondo e ancora oggi, in diversi paesi, si fa fatica a capire come si può cucinare un ottimo primo senza farlo diventare una colla o peggio ancora completamente scotto. Gran Bretagna, Stati Uniti e Australia si contendono il primato per aver inventato e diffuso la lattina contenente una porzione di spaghetti alla bolognaise.

Sì avete letto bene non è un refuso editoriale, ma non è così raro entrare in un supermercato in queste nazioni e trovare in bella vista un’altra violenza nei confronti della cucina italiana.

Aprendo la lattina ci s’imbatte in una delle peggiori imitazioni dei nostri spaghetti che in questo caso sono una sorta di poltiglia molliccia e dove il bolognaise sarebbe una salsa marroncina che è ben lontana da sembrare un vero ragù fatto a dovere.

Queste lattine conosciute anche con il nome di spag bol potrebbero essere delle ottime alternative rivolte a chi non piace cucinare, peccato che aprendole non si trova altro che cibo scadente per cani venduto per consumo umano.

# Vino fatto con le bustine

Credit: ilfattoalimentare.it

Da anni la guerra vinicola tra Italia e Francia è ancora sotto i riflettori del mondo dell’enologia ed è ancora lontano il giorno in cui si deciderà per sempre se il vino migliore sia quello italiano o quello francese.

Personalmente è una guerra che avrà mai vincitori avendo sia da una parte sia dall’altra
degli ottimi prodotti. Eppure nonostante questo, in giro per il mondo ci sono paesi (specialmente anglosassoni) che vendono bustine (wine kit) che disciolte trasformano l’acqua in vino e credetemi non c’entra nulla col celebre miracolo.
Insomma un vero e proprio attacco alle eccellenze enogastronomiche ai danni soprattutto del Made in Italy.

Migliaia di bottiglie sequestrate perché vendute come Chianti o Barolo, ma che in realtà avevano ben poco se proprio niente con l’originale. Un danno che, secondo i dati della Coldiretti, ha generato un fatturato di 41,8 miliardi, facendone perdere oltre cento a diverse case vinicole.

# Pasta con il ketchup

Credit: riservadipedro.wordpress.com

Il pomodoro è una pianta le cui bacche rosse sono largamente usate nel campo alimentare sotto diversi aspetti. La sua scoperta e il suo utilizzo è antichissimo, da fonti storiche pare che la sua origine è da ricercare nell’America centro meridionale dove già gli Aztechi ne facevano uso nella loro cucina.

Da allora di strada ne ha fatta, nel 1540 arriva in Europa e si diffonde rapidamente sulle tavole di ogni nazione e infine anno dopo anno il suo utilizzo diventa sempre più vario facendo nascere diversi derivati tra cui quello più famoso è il ketchup.

La celebre salsa agrodolce ha origine asiatica ed è diventata celebre per il suo utilizzo in cucina soprattutto su patatine, sul fritto in generale e da tempo è sinonimo di fast food. Pochi sanno che la sua storia s’incrocia con quella del Ventennio, durante quel periodo fu indetto un concorso per ribattezzarla salsa rubra, evitando in questo modo di usare parole che non fossero d’italiana memoria.

Purtroppo in alcuni paesi il suo utilizzo è stato “confuso” con il pomodoro classico ed è per questo motivo che spesso se ci si trova in giro non è difficile imbattersi principalmente in tedeschi  americani intenti a condirsi il proprio piato di pasta con il tanto adorato ketchup.

# I casi meno celebri

Credit: cookidoo.international

I quattro casi sopra elencati sono quelli più famosi e più facile da vedere in giro (inorridendo).

Non sono da meno la pasta cucinata in Francia che è considerata come un piatto di serie B e utilizzata solo da studenti squattrinati e per questa ragione cucinata male o alla meno peggio, comunque niente a che vedere con quella mangiata nel Belpaese.
Per tornare al discorso delle pizze, vale la pena citare la pizza Napoli con la guarnizione di polpette, una cosa che ha fatto inorridire i pizzaioli partenopei che dopo diversi anni hanno chiesto e ottenuto dall’UNESCO la certificazione come patrimonio dell’umanità.

Infine pensavate che la pizza hawaiana fosse quella peggiore? In giro per il mondo troviamo pizze alla banana, al curry e la celebre pizza scozzese, dove al posto della classica mozzarella troviamo l’Haggis che non è altro che un insaccato realizzato con le interiora di pecora.

Insomma il discorso potrebbe essere molto lungo e finiremo per trovare decine di migliaia di nostri prodotti tipici modificare, reinterpretati e addirittura “violentati”.

Vale la pena citare una battuta di Checco Zalone nel film Quo Vado, dove il protagonista, dopo aver mangiato un piatto di spaghetti cucinati in maniera assurda, pronuncia la frase: “Non si scrive italiano invano!”.

Continua la lettura con: Come i suoi PIATTI TIPICI rispecchiano L’ANIMA di MILANO

MICHELE LAROTONDA

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