La DISCOTECA di culto diventa la “cappella sistina” della STREET ART

siamo in un periodo di grandi trasformazioni

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Credits: cerviaemilanomarittima IG - Woodpecker Milano Marittima

Nata del secondo dopoguerra, da mecca della musica delle riviera romagnola oggi in abbandono rinasce con un’opera artistica dedicata. Ecco come è stata trasformata e cosa diventerà in futuro.

La DISCOTECA di culto diventa la “cappella sistina” della STREET ART

# Nel dopoguerra nasce uno dei locali più importanti della riviera, il Woodpecker di Milano Marittima

Credits: cerviaemilanomarittima.org

Dopo la fine del secondo conflitto mondiale Milano Marittima ritrova la sua attrattività turistica e per sfruttare la situazione Aurelio De Maria, un residente del luogo, nel 1952 costruisce il Woodpecker night club, uno dei locali più importanti della riviera romagnola. Realizzato in pieno centro il locale diventa uno dei più in voga e costosi della città, con un servizio impeccabile e esclusivo, una clientela elegante e raffinata e l’intrattenimento di orchestre prestigiose, provenienti da tutta Italia. Purtroppo a causa della crescita dei turisti e della sua posizione centrale arrivarono le lamentele dei residenti che costrinsero il locale a chiudere e trasferirsi nell’entroterra romagnolo a metà degli anni ’60.

# L’idea dell’architetto per il nuovo locale: “facciamo un cerchio, facciamo affiorare l’acqua e ci mettiamo i coccodrilli

Credits: cerviaemilanomarittima IG – Woodpecker anni 50

Visto il cambio drastico di location, da centro cittadino a aperta campagna, l’architetto incaricato del progetto Flippo Monti ha voluto osare: “facciamo un cerchio, facciamo affiorare l’acqua e ci mettiamo i coccodrilli”. L’esecuzione non si discostò di molto dall’idea, eccezion fatta per gli alligatori.

Credits: cerviaemilanomarittima IG – Woodpecker Milano Marittima

La struttura infatti è composta da in grande cupola di 16 metri in vetroresina nervata, in materiale traslucido per il filtraggio della luce, divisa in 23 spicchi come un ombrello a doppia curvatura per coprire la pista da ballo. Attorno ci sono alcuni laghetti circolari ritagliati dalla piattaforma alla base, rivestita in marmo giallo di Siena.

# Da discoteca di culto a “cappella sistina” della street art

In abbandono dopo un incendio nel 1975, che ha lasciato intatta la cupola ma non ha consentito la riapertura della discoteca, oggi sta rinascendo. Prima grazie a un’opera di street art creata da “Blu”, famoso street artist di origine bolognese, tra i 10 migliori writer del mondo inserito secondo “The Guardian”, all’interno della cupola: un graffito contiguo raffigurante personaggi umanoidi, caricature e satira della società moderna. Poi negli ultimi anni l’associazione MAGMA l’ha utilizzata per alcuni eventi e entro quest’anno dovrebbero concludersi i lavori per farne un centro polifunzionale per eventi di vario genere.

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Fonte: Turismo Cervia

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FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.