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Anche ROMA ha i suoi GRATTACIELI

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Vi siete mai chiesti per quale motivo Roma, la nostra capitale, sia quasi totalmente priva di grattacieli? Una ragione precisa c’è.

Pensando alle città italiane e ai loro grattacieli, il pensiero va quasi in modo spontaneo a Milano. Sarà perché la sua skyline è principalmente composta da edifici altissimi, o forse perché proprio a Milano si trova il grattacielo più alto d’Italia (Torre Unicredit). E invece Roma?

Non sarà come Milano, ma anche la città eterna ha i suoi grattacieli, bisogna solo sapere dove trovarli.

Anche ROMA ha i suoi GRATTACIELI

# La torre Eurosky, la più eco-sostenibile

credits: @dereaedificatoria su IG

Con i suoi 120 metri di altezza (155, se si considera anche l’antenna), la torre Eurosky è l‘edificio più alto di Roma (dopo la basilica di San Pietro). Progettato da Franco Purini e Laura Thermes, presenta 28 piani residenziali e 5 piani “tecnici” e riprende la tradizione medievale legata alle torri. “Roma, prima delle cupole aveva le torri e questo grattacielo riprende quella presenza verticale”, così afferma Purini.

La torre Eurosky si classifica come l’edificio più eco-sostenibile di Roma grazie alle soluzioni estremamente all’avanguardia utilizzate, come la presenza di pannelli fotovoltaici con potenza di 180 kW sul tetto, sistema di raccolta differenziata ad ogni piano, sistema di trigenerazione per la produzione di aria calda e fredda e di energia elettrica a piastre radianti a pavimento per ridurre notevolmente le emissioni di CO2 e un sistema di raccolta di acqua piovana.

# La semplicità della torre Europarco

credits: modulo.net

Situata nella zona di business park, anche la torre Europarco svetta con i suoi 120 metri e 35 piani interamente rivestiti di cristallo. L’edificio si presenta con un layout semplice ma internazionale con un’alternanza di pannelli ornati ciechi, moduli vetrati apribili e pale frangisole. All’estetica si aggiunge anche il funzionamento tecnico volto alla sostenibilità ambientale e improntato sul bilanciamento termico.

# Ma non solo torri

credits: silviaf_13

Oltre alle due torri, possiamo trovare altri edifici sviluppati in altezza che, tuttavia, non sono da considerarsi grattacieli. Ad esempio, il Gazometro nel quartiere Ostiense (92 metri), la torre Telecom a Tor Pagnotta (178 metri) o la torre radio di Monte Mario (146 metri).

# Il cielo come sfondo

Il motivo per il quale Roma ha un numero così esiguo di grattacieli lo ritroviamo nel suo essere un autentico museo a cielo aperto. È una città che vanta millenni di storia, di costruzioni e monumenti importanti, il suo patrimonio storico e culturale è così grande che non deve essere “rovinato” e coperto con palazzi e grattacieli.

Inoltre, vi era la falsa credenza che nessun edificio potesse superare in grandezza e in altezza la Basilica di San Pietro, l’edificio romano più alto in assoluto (136,57 metri).

Fonte: Funweek

Continua a leggere con: La sfida tra i building: meglio ORIZZONTE EUROPA di ROMA o il DIAMANTE di Milano?

SELENE MANGIAROTTI

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E’ nato il QUINTO OCEANO

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Credits: it.wikipedia.org Oceano Antartico

La data storica è l’8 giugno 2021. Da questo giorno è ufficialmente nato il quinto oceano: dopo il Pacifico, l’Atlantico, l’Indiano e l’Artico potremo finalmente definire il mare che circonda il polo sud come un quinto Oceano.

E’ nato il QUINTO OCEANO

# Un mare fondamentale per l’equilibro del globo

Credits: hdblog.it
Oceano Antartico

Questo serve ad identificare un mare unico per le sue peculiarità e l’ecosistema. Un mare che va curato, come gli altri, in quanto è fondamentale anche per l’equilibrio climatico del globo. Grazie alla caratteristica corrente, la Circumpolare Artica, gioca un ruolo primario nel trasporto del calore con il movimento, creatosi probabilmente 34 milioni di anni fa in corrispondenza del distaccamento della porzione di terra dall’odierno sud America. La corrente, che gira in senso orario, mantiene una bassa temperatura ad un oceano che risulta leggermente meno salato rispetto al comune mare.

# Un oceano che già esisteva da tempo

Credits: lescienze.it
Antartide

La National Geographic Society Geographer, per voce dello scienziato Alex Tait, commenta la notizia esaltando il risultato che conferisce a questo quinto Oceano un proprio status, che per gli studiosi esisteva da tempo senza che però vi fosse un riconoscimento ufficiale. Ora grazie ad un accordo internazionale è stato possibile dichiarane la nascita durante il World Oceans Day, proprio l’8 Giugno di quest’anno.

# E’ nato l’Oceano Antartico

Credits: it.wikipedia.org
Oceano Antartico

Nel 1953 la suddivisione dei mari comprendeva solo 4 Oceani, mentre per la porzione intorno al Polo Sud era riconosciuta come Mar Glaciale Artico dipendente dall’Oceano Pacifico. L’acqua più fredda e densa, che scorre verso il fondale al largo dell’Antartide, contribuisce a sottrarre parte dell’anidride carbonica dall’atmosfera, uno dei principali fattori del gas serra. Per questo motivo l’oceano Antartico ha un ruolo essenziale nella regolazione del clima terrestre e, grazie a questa sua caratteristica, oltre ad un ecosistema unico ha fatto sì che quest’anno si sia arrivati a riconoscere il suddetto mare come un oceano vero e proprio.

Fonti: hdblog.it

Continua la lettura: Nella METRO di Milano spunta l’OCEANO

ROBERTO BINAGHI

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Non c’è un diritto più diritto di un altro

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Tra i diritti fondamentali non esistono diritti più fondamentali degli altri.
Ogni Costituzione moderna tutela dei diritti fondamentali. Il diritto al lavoro, alla salute, al movimento, alla libera espressione, alla non discriminazione e tanti altri. Nessuna Costituzione dispone un ordine a questi diritti, o meglio non prevede che la difesa di un diritto porti a cancellarne un altro.

I diritti hanno tutti pari dignità perché l’insieme dei diritti rappresenta lo spazio di libertà in cui ogni persona può esercitare le sue scelte di vita.
Il problema nasce quando in nome di un diritto ne viene sospeso un altro. In base a quale criterio bisogna selezionare quale diritto deve superare un altro?

Una società è civile proprio perché tutela tutti i diritti fondamentali in modo eguale. Mettendo così solo nelle mani del singolo la scelta su come esercitare tali diritti. 

Come ha recentemente denunciato Ginevra Cerrina Feroni, giurista costituzionale e vicepresidente dell’Autorità garante per la privacy: “L’emergenza Covid-19 ha determinato una compressione dei diritti fondamentali costituzionalmente garantiti, come mai era successo nella storia repubblicana. Le misure limitative hanno interessato tutto e tutti: libertà individuali, diritti sociali, diritti economici, diritti politici. Ma la Corte costituzionale insegna che non esistono ‘gerarchie’ di valori costituzionali. La tutela dei diritti deve essere ‘sistemica’. Devo tutelare ad esempio il diritto alla salute e il lavoro. Non sacrificarne uno in nome dell’altro.”

Il precedente che si è creato con questa emergenza è che per la prima volta uno dei diritti costituzionali, quello della salute, ha portato alla compressione e molti casi, alla sospensione di altri diritti fondamentali. E questo senza avere alcuna logica costituzionale, etica o ontologica.

Una società che è molto sensibile ai diritti delle minoranze dovrebbe difendere meglio i diritti fondamentali riconosciuti a ogni cittadino. Non c’è discriminazione più pericolosa di quella che riguarda i diritti fondamentali: perché se tu crei un diritto più diritto di un altro significa negare che ogni altro diritto sia fondamentale. 

Continua la lettura con: La carta vincente dell’esilio

MILANO CITTA’ STATO

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La carta vincente dell’esilio

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Puritani in fuga si dirigono in America

È evidente che molti in Italia in questo momento stanno pensando di cambiare aria.
Spesso sono persone che già stavamo pensando questo e in qualche modo il precipitare degli eventi li sta portando a prendere questa decisione.

In tanti stanno cercando delle vie di fuga. Ci sono quelli che hanno perso il lavoro o si sentono improvvisamente a rischio e stanno pensando a come riorganizzarsi. Chi sta in città ricerca soluzioni per andare in posti più vivibili e vicini alla natura. In molti infine stanno iniziando a ritenere insopportabile il clima di odio e di intolleranza sociale che si sta creando nei confronti di chi non si allinea al pensiero dominante cavalcato da media senza scrupoli.
Molti stanno immaginando la decisione più drastica: andarsene.

Forse i più radicalizzati saranno felici del fatto che chi le pensa diversamente lasci l’Italia. Perché pensano di poterne fare a meno e che siano troppo stupidi per rimanere nella società.
Ma quali saranno le conseguenze se chi la pensa diversamente dovesse abbandonare il Paese?

Storicamente l’esilio era considerato una pena per colpire chi si macchiava dei delitti considerati più efferati. La stessa scomunica era un modo per espellere l’eretico.
Però se si guarda il passato i luoghi da cui se ne sono andate persone perché perseguitate per le loro idee o perché non trovavano spazio per la loro libertà, sono tutti finiti in disgrazia.

Non è un mistero che dalla Germania nazista non solo se ne sono andati gli ebrei ma l’hanno lasciata anche molti che non si riconoscevano più nel regime autoritario. E le cose per la Germania di allora non sono certo finite bene.
Invece il luogo che ha saputo meglio accogliere la gran parte dei fuggiaschi, gli Stati Uniti, ha avuto un’accelerazione impressionante proprio grazie a questi apporti, diventando rapidamente la prima potenza al mondo.

Un governante lucido dovrebbe vedere come principale campanello d’allarme per il futuro del suo Paese proprio la tentazione dell’abbandono. Che normalmente nessuno vuole fare: se decide di abbandonare la sua terra significa che la situazione ha oltrepassato ogni livello di guardia.

Tra l’altro chi pensa che chi se ne va via porti via anche il suo pensiero si sbaglia di grosso: anche perché quasi sempre dall’esilio si sono organizzate le forze per affermare nel luogo di origine proprio le idee che si erano volute scacciare. 

Continua la lettura con: L’alba di un nuovo pensiero liberale

MILANO CITTA’ STATO

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Quando i MILANESI hanno dato il MEGLIO di SÉ

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Nessuno tocchi Milano

Nel nostro Paese non sono mai mancate storie di ribellioni di piazza e tumulti da parte di cittadini di varie parti della penisola. Per questioni fra le più svariate, non solo legate al grande intervento della popolazione italiana nello scacciare il nemico nazista durante il secondo conflitto mondiale.

Quando i MILANESI hanno dato il MEGLIO di SÉ

Ogni grande capoluogo di provincia ha una storia rivoluzionaria a sé stante e Milano, naturalmente, non è da meno. Soprattutto negli anni che precedono e seguono l’Unità d’Italia (1861). Vediamo dunque assieme quali sono state le imprese, le rivolte storiche, o semplicemente, le occasioni in cui il popolo meneghino è sceso in strada e ha dimostrato, compatto e determinato, quanto potere fosse in suo possesso. Anche a costo della vita.

# Quando i milanesi hanno dato il meglio di sé: la rivolta dei sigari

Credits: skuola.net
5 giornate di Milano

“Succede un quarantotto” è un’espressione tipica italiana stante a significare l’approssimarsi di un bel temporale, non in senso meteorologico ma come metafora di una grande battaglia che attende solo di essere scatenata. E di principio di battaglia si trattava quando, il 1 gennaio del 1848, aristocratici e nobili borghesi si ritrovarono come sempre a scambiarsi affettuosi auguri di Capodanno, senza uno dei simboli più consolidati della Milano bene: il sigaro.

Un’efficace passaparola proveniente dai quartieri alti aveva infatti dato il via a una simbolica protesta contro soldati e ufficiali austriaci. La parola d’ordine era: lotta all’imperial-regio governo austriaco e al suo capitale (i sigari e il tabacco, infatti, erano grande fonte di reddito per il monopolio del governo). Il 3 gennaio il feldmaresciallo Radetzky, che da tempo vietava ai militari di fumare per strada, avallò, secondo il racconto di Carlo Cattaneo, non soltanto sigari in abbondanza, ma “quanto denaro bastasse ad ubriacarli, mandandoli ad attaccar briga in città”. La miccia fu accesa in un batter d’occhi, e poche settimane a seguire austriaci e milanesi si ritrovarono a combattere nelle famose 5 giornate di Milano (18-22 marzo).

# Quando i milanesi hanno dato il meglio di sé: Tiremm Innanz

Credits: it.wikipedia.org
Amatore Sciesa

Solo due anni dopo, un umile tappezziere di nome Amatore Sciesa divenne, suo malgrado, celebre in quanto promotore di un’iniziativa provocatoria, in linea con le tensioni mai del tutto sopite fra i patrioti di Milano e la politica repressiva di Radetzky. Alleatosi con alcuni gruppi clandestini repubblicani, iniziò a diffondere al buio delle lanterne dei vicoli milanesi una grossa quantità di manifesti rivoluzionari.

La sera del 30 luglio 1851, fu sorpreso in Porta Ticinese e accusato di averne affissi alcuni in via Spadari. Fu condannato a morte e venne condotto al suo ultimo viaggio da un corteo diurno, pianificato per passare proprio sotto le finestre della sua dimora. Quando i soldati al servizio del boia gli proposero la grazia in cambio dei nomi di altri complottisti, Sciesa pronunciò le celebri parole “Tirem Innanz”, ovvero proseguiamo, andiamo avanti, che tanto “non vi dirò nulla”. Morì dunque fucilato come un vero eroe popolare e fu sepolto al Fopponino di Porta Vercellina, luogo di riposo oggi non più esistente.

# Quando i milanesi hanno dato il meglio di sé: i Moti di Milano

Credits: milano.corriere.it
i Moti di Milano 1898

I moti di Milano (6-9 maggio 1898) furono un’ulteriore rivolta dei milanesi contro il governo, a meno di cinquant’anni dalle vicende italo-austriache. Gli scontri avvennero a seguito di manifestazioni da parte di lavoratori, scesi in strada affrontando la polizia e i militari, per protestare contro l’aumento del prezzo del pane dei mesi precedenti, come avvenne anche in altre città italiane nello stesso periodo, e soprattutto contro le condizioni di lavoro a dir poco umilianti. Il governo si vide costretto a dichiarare lo stato d’assedio con il passaggio di poteri al generale piemontese Fiorenzo Bava Beccaris, la cui sanguinosa repressione con armi e cannoni delle proteste (83 morti accertati) causò indirettamente il regicidio, nel 1900, del re Umberto I per mano dell’anarco-insurrezionalista Gaetano Bresci.

# Quando i milanesi hanno dato il meglio di sé: gli anni ’60

Credits: atlantearchitetture.beniculturali.it
Il Pirellone

Passati per buona sorte i conflitti del risorgimento e le guerre mondiali, le imprese dei milanesi si sono trasformate ed espresse in tutt’altro campo, decisamente più pacifico. Gli anni del boom economico sono stati infatti soprannominati anni del “miracolo italiano” e il miracolo, neanche a dirlo, crebbe e si sviluppò soprattutto ai piedi del Duomo. Lucio Fontana, Piero Manzoni, Bruno Munari e altri avanguardisti dell’epoca, habitus del quartiere di Brera. Artisti, poeti, scrittori e musicisti, i Beatles al Vigorelli nel 1965. E poi urbanisti e architetti che disegnarono la Milano del futuro, espandendo la città con i nuovi quartieri Gallaratese, Gratosoglio, Quarto Oggiaro e Comasina. Il Pirellone di Giò Ponti, la nascita delle tangenziali e la metropolitana con il design di Franco Albini, ma soprattutto, i primi supermercati, le aziende moderne e le imponenti opere pubbliche. Prima degli anni di piombo, insomma, Milano e i milanesi hanno messo la quinta, gettando le basi della metropoli internazionale in cui oggi viviamo (e che un giorno, chissà, potremo chiamare anche Città Stato).

# Quando i milanesi hanno dato il meglio di sé: Nessuno tocchi Milano

Credits: ilgiorno.it
1 maggio 2015

Il 1 maggio del 2015 Milano si è svegliata con i segni della devastazione compiuta da facinorosi, che probabilmente avevano ancora in mente le immagini di Genova di quattordici anni prima, ma che (possiamo dirlo) hanno protestato nel modo più sbagliato possibile. Devastando muri e vetrine del centro cittadino, oltre che automobili in sosta. Il Comune guidato da Pisapia ha prontamente provveduto ad aprire uno sportello on-line, al quale negozianti e cittadini potessero inviare la loro lista dei danni, in modo da poter godere di una liquidazione di rimborso.

Ma la vera prova di forza l’hanno mostrata i cittadini comuni. È bastato pochissimo, infatti, perché la proposta della giunta comunale dell’appuntamento “Nessuno tocchi Milano” richiamasse e riunisse i milanesi nelle vie sconvolte dai manifestanti, per veicolare un messaggio di ribellione nei confronti dei violenti. E anche per rimboccarsi le maniche e provvedere a ripulire tali vie, scendendo in strada e risistemando le zone colpite dalla devastazione.

Continua la lettura con: Dagli eroi della sesta giornata a Dario Argento: le cose che forse non sai delle 5 GIORNATE di Milano

CARLO CHIODO

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In ITALIA c’è il TETTO del MONDO

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Quante persone vorrebbero raggiungere il tetto del mondo, arrivare nel punto più alto e osservare l’intero pianeta ai propri piedi? Ecco in Italia si può fare, o meglio c‘è un posto conosciuto come Tetto del Mondo. Certamente non sarà ai livelli di guardare le cose da comodi sedili di un aereo, ma lo spettacolo che offre è imperdibile.

In ITALIA c’è il TETTO del MONDO

# Dove si trova

Credits: @i_love_marche
Tetto del Mondo Castel di Mezzo

Parco del Monte San Bartolo, provincia di Pesaro Urbino, Marche. È qui, tra Casteldimezzo e la Baia di Vallugola, poco lontano da Gabicce Monte, che si trova il cosiddetto “Tetto del Mondo di Castel di Mezzo”. Si tratta dell’altopiano la “Montagnola”, raggiungibile attraverso numerosi sentieri, alcuni ben segnati altri un po’ meno. Uno dei modi più semplici per raggiungerlo è prendere la strada statale panoramica 16, risalire per Casteldimezzo e dopo 400 metri, in direzione Gabicce, imboccare il sentiero del Parco del Monte San Bartolo n° 151.

# Quanto è alto

Credits: themarcheexperience.com
Sentiero Tetto del Mondo

Quanto sarà alto il tetto del mondo? Una domanda che tutti si saranno porsi. Quello italiano non è così alto come ci si potrebbe immaginare, ma la vista che regala gli ha fatto guadagnare lo stesso il soprannome di “Tetto del mondo”. La Montagnola, una distesa di verde che nel mese di maggio si riempie di ginestre, infatti, è alta solamente 196 metri sopra il livello del mare. La Montagnola, inoltre, è a ridosso della falesia viva e ciò rende il “Tetto del Mondo” abbastanza delicato e, se non si sta attenti, pericoloso perché si potrebbe cadere dalla scogliera molto ripida.

# Una vista a 360°

Credits: @volgo_pesaro_urbino
Tetto del Mondo

Si è capito che il Tetto del Mondo italiano non ha grandi caratteristiche fisiche che lo rendono così particolare, ma è il favoloso panorama che si può godere dalla sua cima arrotondata che lo trasforma in un posto assolutamente da vedere. Uno scenario meravigliosa in tutte le direzioni, a 360°, e solo da 196 metri sul livello del mare. La vista poi non è solo sul mare, ma dal Tetto del Mondo si vede anche Casteldimezzo, con il suo vecchio porticciolo e la baia di Vallugola, Gabicce e la Riviera Romagnola a nord. Se poi ci si gira verso l’interno lo sguardo è tutto sulla Romagna, su San Marino e fino al Montefeltro.

Continua la lettura con: Il PONTE SOSPESO più ALTO d’Europa si trova a due ore da MILANO

BEATRICE BARAZZETTI

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Leggi anche: Caporalato di Stato a Fincantieri: il maxi processo di Gorizia su appalti e Agenzie del Lavoro (aspettando il Recovery Plan)

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L’ultima IDEA berlinese: party con DJ set sulla METRO (video)

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Da alcuni giorni sta circolando un filmato che riprende un vagone della metropolitana di Berlino. Di per sé nulla di particolare non fosse per il fatto che le persone ballano grazie alla musica di un DJ set improvvisato.

L’ultima IDEA berlinese: party con DJ set sulla METRO (video)

# Sulla metro a ritmo di musica

credits: @berlino magazine

Probabilmente è una sorta di flash mob, dato che alcuni hanno una bottiglia di birra in mano e non rendiamo a viaggiatori che casualmente viaggino con della birra allo zaino, tutti, tranne un ragazzo, indossano diligentemente la mascherina e tutti sembrano piacevolmente coinvolti dalle note prodotte dall’impianto del DJ. Perché parlarne?

Rendere piacevole lo spostamento sui mezzi pubblici crediamo sia una cosa utile oltre che incentivante per chi ancora tentenna tra l’utilizzo di un mezzo privato o in sharing e chi, per scelta o per necessità. Abbiamo già assistito ad altri meravigliosi flash mob ma pensare a qualcosa di più strutturato sarebbe, oltre che incentivante, anche istruttivo.

# Cambiamo la cultura dei trasporti

Credit: metronews.it

Pensiamo alla musica classica e alla musica in tutte le sue declinazioni, pensiamo alla lettura di brani o poesie, pensiamo anche alla divulgazione scientifica. Un modo gioioso e costruttivo per accompagnare le persone, che sono tante, che viaggiano sui mezzi pubblici. Se è la cultura della gente che deve cambiare nel modo di spostarsi perché. allo stesso tempo, non può cambiare la cultura di chi organizza i trasporti?

Arrivare addirittura a creare delle onde di genere culturale dove un usufruitore dei trasporti pubblici possa scegliere in base al genere musicale trattato, alla forma d’arte espressa. Il cambiamento deve essere reciproco e forse questa potrebbe essere una strada da percorrere.

FONTE: Berlino Magazine

Continua a leggere con: 🛑 Underground Art: la METRO 5 diventa una MOSTRA d’ARTE CONTEMPORANEA

ROBERTO BINAGHI

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Leggi anche: Via della Seta Italia-Cina, che fine ha fatto? Ecco chi nei partiti guarda a Pechino (ma la Cina è più lontana)

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La “SPIAGGIA più BELLA d’Europa” si trova in Italia

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Credits:@we_lovelampedusa Isola dei conigli

Una spiaggia paradisiaca, definita da Domenico Modugno, che aveva una villa proprio affacciata a questa spiaggia, “la piscina di Dio”. Apprezzata da tutto il mondo e invidiata da molti, questa spiaggia italiana è risultata “la più bella d’Europa” secondo i giudizi su Tripadvisor, come segnala il sito siviaggia.it.

La “SPIAGGIA più BELLA d’Europa” si trova in Italia

# La spiaggia dal mare stupendo a Lampedusa

Credits:@we_lovelampedusa
Isola dei conigli

Stiamo parlando della Spiaggia dei Conigli di Lampedusa, collegata all’isola solo da un istmo sabbioso. Una spiaggia affascinante, dal mare stupendo, quasi trasparente, luogo magnifico e a tratti incontaminato. L’Isola dei Conigli, così è comunemente chiamata, si trova in una riserva naturale e non sempre è accessibile ai visitatori. Per salvaguardare la nidificazione delle tartarughe marine, infatti, si può andare alla spiaggia solo in alcuni momenti della giornata.

L’isola dei Conigli: dove si trova a Lampedusa

# Un paradiso terrestre

Credits: @sonia_trice_69
Isola dei conigli

All’Isola dei Conigli, l’acqua color piscina e i fondali trasparenti ti permettono di esplorare la fauna marina dell’isola di Lampedusa e, a volte, si riescono a vedere addirittura dei delfini. Se poi, al mare, si accompagna una spiaggia bianca finissima e un cielo di un azzurro intenso, si può dire che la Spiaggia dei Conigli di Lampedusa sia un vero paradiso terrestre.

#I numeri parlano chiaro: la Spiaggia dei Conigli è la più bella d’Europa secondo i giudizi di Tripadvisor

Credits: @davianzi
Accesso isola dei Conigli

Non è una supposizione, un nostro presentimento o un parere di qualche italiano, la Spiaggia dei Conigli è veramente la spiaggia più bella d’Europa e d’Italia. Secondo la classifica fatta da TripAdivsor, portale per i viaggi, la Spiaggia dei Conigli torna in vetta classificandosi al primo posto.

# Le altre spiagge italiane in classifica: Sansone, Tropea e la Cinta 

Quella di Lampedusa, però, non è l’unica spiaggia italiana ad essere inserita nella classifica: scendendo un po’ di posizioni si trovano la spiaggia di Sansone nell’Isola d’Elba, al 20esimo posto, la spiaggia di Tropea in Calabria al 23esimo e la Cinta di San Teodoro, in Sardegna, al 25esimo.

# Un’eccellenza italiana: nel 2014 era la spiaggia più bella del mondo

Credits: @ilcavallopazzo
Spiaggia dei conigli

E nella classifica mondiale di “Travellers’ Choice 2021”, l’Isola dei Conigli torna su rientrando nella top10, posizionandosi precisamente ottava. Una spiaggia imperdibile che è stata per 3 volte la più bella d’Europa, nel 2015, 2019 e 2021, e addirittura la più bella del mondo nel 2014.

Continua la lettura con: In Puglia la “SPIAGGIA più BELLA del mondo”: celebrata all’estero, sconosciuta in Italia

BEATRICE BARAZZETTI

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🛑 Case a 1 euro a MILANO! Ecco dove

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Credits Dalla Bruna Fb - Crescenzago 4

Case a un euro. Sta diventando un modo per riqualificare paesi o territori abbandonati in tutta Italia. Pochi sanno che ci sono offerte di questo tipo anche in Lombardia. Non solo: pure a Milano!

Case a 1 euro a MILANO! Ecco dove

Il primo fu Sgarbi

Il primo fu Sgarbi che, come sindaco di Salemi in provincia di Trapani, propose la vendita di case a 1 euro per evitare lo spopolamento dell’antico borgo siciliano.

Questa iniziativa, apparsa come provocatoria, incontrò il favore di molte persone. Da lì questa formula ha preso piede ovunque, Italia e estero. Ora si è arrivati a coinvolgere anche grossi centri abitati con l’intenzione di poter dare un tetto a persone, specialmente a coppie impossibilitate di potersi permettere un appartamento a prezzo di mercato. Milano sembra desideri allinearsi con una offerta molto allettante.

Case a un euro a Milano?

Credits Dalla Bruna Fb – Crescenzago 4

Verrà messa al bando la grande area dell’ex parcheggio di via Crescenzago, zona Cascina Gobba, 13.300 metri quadrati che diventeranno edificabili. Con un prezzo ribassato l’acquirente si impegnerà a costruire, nella adiacente via Civitavecchia, alloggi a edilizia sociale.

Tra gli appartamenti che verranno costruiti una parte sarà venduta al prezzo simbolico di 1 euro. Taranto, Augusta e Laurenzana tra le città e paesi che parteciperanno alla stessa iniziativa con la quale si intende combattere il carovita e dare speranza alle molte persone che intendono costruirsi un futuro pur non godendo di gradi entrate finanziarie.

Reinventing City: il progetto che sta trasformando Milano

Credits Dalla Bruna Fb – Crescenzago 3

Reinventing cities è il bando internazionale che ha lo scopo di ridare lustro a luoghi abbandonati o in grave stato di degrado in un’ottica di rigenerazione urbana. Da Madrid a Reykjavik, da Chicago a Montreal passando da Dubai e Singapore il progetto comprende, per Milano alcune aree strategiche come Piazzale Loreto, l’ex Macello e lo Scalo Lambrate ma proprio in via Crescenzago si prevede la vendita di alloggi al costo di un solo euro.

Già si parla di molte altre località italiane che saranno protagoniste di questa bellissima iniziativa. Per via Crescenzago si promette una attenta analisi degli acquirenti per evitare speculazioni puntando su giovani e giovani coppie che portino una nuova ventata di euforia a incentivino le istituzioni a tornare a investire in servizi e infrastrutture.

Continua la lettura con: Il paese dell’hinterland dove le case costano di meno

ROBERTO BINAGHI

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L’alba di un nuovo pensiero liberale

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Rinascimento giapponese

Il comunismo è morto ma anche il pensiero liberale non si sente molto bene.

Le grandi visioni del mondo ereditate dal passato vivono una crisi consolidata. Tutti i governi che hanno provato ad abbracciarne una sola hanno fallito l’obiettivo di realizzazione dell’essere umano. Le visioni del passato sono ormai incapaci di orientare il mondo di oggi che si è spinto al di là di qualunque visione.

Anche il pensiero liberale classico si è dimostrato del tutto inadeguato a fornire una soluzione al mondo contemporaneo.
Il pilastro del pensiero liberale è la teoria della mano invisibile di Smith. Ma oggi pensare che un privato libero di perseguire il suo interesse possa determinare sempre e comunque un guadagno sociale è privo di evidenza. Ci sono situazioni di posizione dominante nel settore privato che travalicano ogni responsabilità sociale e il potere delle multinazionali più grandi è degenerato in un abuso di potere esattamente come accadeva per le dittature o per governanti privi di limiti.

Occorre rigenerare il pensiero liberale alla luce anche di quanto non solo è cambiato il mondo ma anche facendo tesoro di componenti di altre scuole di pensiero.
In particolare sono due gli ingredienti fondamentali da inserire nel pensiero liberale per renderlo più coerente con la società di oggi.

Il primo è la sensibilità sociale. Un pensiero liberale evoluto deve inserire l’impegno sociale come parte integrante della realizzazione individuale. Nessun individuo o azienda o organizzazione può raggiungere uno stato di benessere e di autentica realizzazione se non sta contribuendo a un miglioramento della società nel suo complesso.

Rispetto a un approccio autoritario in cui si delega alla sovrastruttura di potere il ruolo di perseguire il bene di tutti, un approccio liberale dovrebbe invece responsabilizzare tutti gli individui a perseguire la propria realizzazione misurandola anche attraverso il contributo alla propria comunità.

Come i genitori possono decidere di dare una educazione più autoritaria oppure assecondare lo sviluppo del figlio aiutandolo nelle sue inclinazioni, così anche come contraltare a una società autoritaria la moderna società liberale deve cercare rendere partecipe il cittadino nelle scelte utili alla sua realizzazione e al benessere della comunità. Contribuendo con le sue azioni al bene della società, invece di voler imporre agli altri le azioni che reputa giusto compiere. 

Il secondo aspetto è quello del rapporto con la natura. Viviamo un’epoca in cui è diventata prioritaria l’attenzione alla natura. Forse quello che manca è un approccio liberale, dove la natura non è vista come slogan o battaglie sui fenomeni, bensì come radicale rivisitazione del rapporto tra essere umano e natura.

Perché ogni essere umano è libero di scegliere ma gli effetti delle sue scelte vengono definiti dalla natura. Ognuno di noi è libero di sfidare le leggi della natura ma poi la natura fa pagare a ognuno le conseguenze.
Ci deve essere una libertà informata e responsabile, perché noi siamo parte della natura che non può essere assoggettata alla nostra razionalità o volontà, ma al contrario rispettata e assecondata nei suoi effetti.

Sentirsi parte di un ordine e di un’armonia che riguarda ogni vivente sul nostro pianeta può renderci più funzionali nelle scelte e favorire anche uno sviluppo della nostra società in modo più armonico alle leggi naturali.

Sono due le coordinate da tenere in considerazione, da un lato il rapporto tra individualismo e sensibilità sociale, dall’altra tra naturale e artificiale.
Dove il ruolo chiave di un nuovo pensiero liberale è quello di mettere al centro dell’azione e della responsabilità l’individuo ma all’interno di queste coordinate.
La nuova visione deve essere di un uomo che si realizzi in armonia con la natura e la comunità.

Continua la lettura con: Il social degli insulti

MILANO CITTA’ STATO

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Il “PALAZZO BOSCO”: è il più verde d’EUROPA

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credits: @goelznergmbh su IG

Il bosco verticale di Milano non è l’unico edificio legato alla biodiversità ad attirare l’interesse e il fascino dei turisti e delle persone di tutto il mondo. Anche in Germania c’è un palazzo simile, considerato il più verde di tutta Europa, in cui viene messo in primo piano il rapporto che l’uomo ha instaurato con la natura.

Berlinomagazine ci porta a scoprire questo capolavoro ecosostenibile.

Il “PALAZZO BOSCO”: è il più verde d’EUROPA

# 30mila alberi su due palazzi

credits: @andreasbrautlecht su IG

Si chiama Kö-Bogen e si trova in Germania, più precisamente a Düsseldorf. È interamente coperto da alberi e ciò gli è valso il titolo di “edificio più verde d’Europa”. Composto da due palazzine -una presenta solo facciate in vetro ed è l’entrata principale,  l’altra ha una struttura più inclinata- la loro particolarità sta nei 30.000 alberi e siepi di carpino bianco che lo ricoprono, disposti su 8 chilometri e 25.000 metri quadrati.

L’utilizzo di questa pianta per la realizzazione dei suoi palazzi è strategico: il carpinus betulus “è un’essenza forestale autoctona che viene utilizzata anche in ambito ornamentale per le sue caratteristiche estetiche. La particolarità del carpino bianco sta nel mantenimento delle sue foglie secche anche durante il periodo autunnale.”

# Una finestra verde nella città

credits: @lifeindus su IG

Il progetto, realizzato da Ingenhoven Architects dopo aver vinto l’appalto per dei lavori di riqualificazione dell’area, s’ispira alla tecnica architettonica “Land Art” che si propone di mescolare la costruzione umana con elementi naturali.

L’obiettivo è stato di realizzare un edificio sostenibile che avesse “il compito di restituire alla città una finestra verde lì dove un tempo c’erano solo industrie” attraverso l’impiego di materiali sostenibili per far fronte al sempre crescente cambiamento climatico dovuto all’inquinamento.

# Anche Milano ha il suo bosco

credits: @katta8111 su IG

Uno dei palazzi simbolo della bella Milano è sicuramente il Bosco Verticale che ora si trova a dover affrontare la concorrenza del nuovo Kö-Bogen. Il palazzo milanese, con le sue due torri, ospita una vegetazione che equivale a 30.000 mq di bosco e mira a creare un ambiente dove l’essere umano non è più l’unico ad essere al centro dell’attenzione, ma si trova a coesistere con alberi e uccelli.

Il bosco milanese è vincitore di alcuni importanti riconoscimenti come “l’International Highrise Award del Deutschen Architekturmuseums di Francoforte (2014) e il CTBUH Award come miglior edificio alto del mondo, del Council for Tall Building e Urban Habitat dell’IIT di Chicago (2015).”

Continua a leggere con: La CASA di via Quadronno, il primo BOSCO verticale di Milano

SELENE MANGIAROTTI

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🛑 Gradimento: SALA 81ESIMO tra i sindaci, FONTANA DECIMO tra i governatori

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Credits: gazzetta.it - Sala e Fontana

Il Sindaco di Milano Beppe Sala crolla nella classifica dei consensi, il presidente Fontana torna ai livelli di gradimento che aveva ai tempi della sua elezione. Ecco i migliori sindaci e governatori.

Gradimento: SALA 81ESIMO tra i sindaci, FONTANA DECIMO tra i governatori

# Decaro di Bari e Brugnaro di Venezia i sindaci più amati, Sala perde 30 posizioni in un anno

Decaro – Sala

Nel sondaggio annuale che coglie i trend degli amministratori locali, realizzato da Noto Sondaggi per Il Sole 24 Ore e pubblicata oggi 5 luglio, sindaci e presidenti di regione vengono valutati 16 mesi dopo lo scoppio della pandemia e quindi sulle prospettive di ripresa di tutte le attività.

Tra i primi cittadini è sempre Antonio Decaro, sindaco di Bari, a confermarsi in testa alla classifica di gradimento con il 65% dei consensi, a seguire Luigi Brugnaro di Venezia al 62% con una crescita del 7,9% e terzi a pari merito con il 61% il primo cittadino di Ascoli Piceno Marco Fioravanti e Giorgio Gori di Bergamo, quest’ultimo in miglioramento del 5,7%.

Tutti i principali cittadini delle grandi città capoluogo di regione hanno registrato un sensibile calo e anche Beppe Sala, Sindaco di Milano, non fa eccezioni, anzi: per la prima volta scende sotto quota 50% del gradimento, precipitando all’81esimo posto nella classifica generale, in discesa dal 52esimo del 2020, con un peggioramento del 2,7% rispetto al sondaggio dell’anno precedente.

# Tra i presidenti in testa Zaia e Bonaccini, Fontana risale al decimo posto

Credits: larepubblica.it – Zaia e Fontana

Luca Zaia anche nel 2021 è primo per gradimento nel “Governance Poll” tra i presidenti di regione con il 74% di consensi. In seconda posizione si piazza Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna in crescita del 6% al 60%, in terza posizione ex-aequo per Massimiliano Fedriga del Friuli Venezia Giulia e Vincenzo De Luca della Campania al 59%. 

Credits Il Sole24ore – preferenze-governatori

Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, fa un balzo in avanti dopo il terzultimo posto del 2020 salendo alla decima posizione: una crescita del 2,7% con il 48% dei consensi. In commento del Il Sole24ore: “Fontana si riavvicina ai livelli che nel 2018 l’avevano portato a succedere a Palazzo Lombardia al suo collega di partito, e concittadino varesino, Roberto Maroni.”

Fonti: Umbria Journal, Ansa

Continua a leggere con: Il “SOGNO PROIBITO” del CentroDestra e le ANIME di Sala e Paragone: ultimissime sulle ELEZIONI di Milano

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: L’Italbasket di Meo Sacchetti fa sognare e ottiene il pass Olimpico. E ora nessuno salga sul carro  

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🛑 Johnson: “CONVIVERE con il Covid come con l’INFLUENZA”. In UK le restrizioni diventeranno FACOLTATIVE?

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Credits notizieoggi24.it - Boris Jonhson

Dopo Singapore anche l’UK sembra indirizzarsi verso un radicale cambio di strategia. La decisione di Boris Johnson: lasciare ai cittadini libertà di giudizio nell’affrontare il rischio. Le restrizioni potrebbero essere rese facoltative dal 19 luglio. 

🛑 Johnson: “CONVIVERE con il Covid come con l’INFLUENZA”. In UK le restrizioni diventeranno FACOLTATIVE?

# Johnson confermerà lo stop alle restrizioni nel cosiddetto “Fredoom Day” 

Credits notizieoggi24.it – Boris Jonhson

Boris Johnson nel pomeriggio di lunedì 5 luglio dovrebbe annunciare lo stop alla maggior parte delle restrizioni in vigore, come le regole di distanziamento di un metro tra le persone e l’obbligo di lavorare da casa, dal 19 luglio nel cosiddetto Freedom Day.

Credits Dailymail – Crescita contagi

Questa scelta verrà portata avanti nonostante l’impennata di casi, a causa della variante indiana, e la risalita di ricoveri e decessi pur con l’83% degli adulti che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino. Il motivo è che bisognerà convivere con il coronavirus come si fa con l’influenza. Come ha dichiarato un portavoce del governo: “Ciò significa che ricoveri, malattie gravi e decessi per Covid continueranno, anche se a un livello molto inferiore rispetto a prima del programma di vaccinazione.” Aggiungendo che “Il Ministro alla Salute non ha detto che il Covid fosse come l’influenza. Ha detto che dobbiamo imparare a conviverci e trovare modi per affrontarlo, allo stesso modo in cui facciamo con l’influenza.

Il Primo Ministro inglese dirà ai cittadini britannici che potranno di nuovo valutare in autonomia i rischi legati al Covid-19. Oltre a questo pub e altri locali non dovranno più raccogliere i dettagli dei clienti e potranno di nuovo fare servizio all’interno.

Leggi anche: Singapore cambia strategia: “è come un’INFLUENZA. Presto stop a ogni restrizione”

# Dal 19 luglio la mascherina non sarà più obbligatoria

Credits interris.com – Mascherine Uk

Tra le restrizioni che cadranno nel Freedom Day del 19 luglio, come anticipato dal Ministro delle aree urbane e delle comunità locali Robert Jenrick, ci sarà anche quella dell’obbligo di utilizzo della mascherina: “Penso che indossare una mascherina sia qualcosa che abbiamo imparato essere estremamente prezioso da fare in determinate circostanze. Non mi piace indossare una mascherina e non credo che a molte persone piaccia farlo. Passeremo a una fase in cui queste saranno questioni di scelta personale e quindi alcuni membri della società vorranno farlo per ragioni perfettamente legittime.” 

Nel breve periodo verrà interrotto anche il tracciamento dei contatti in modo che le persone che sono state vaccinate due volte non debbano isolarsi per dieci giorni e possano scegliere volontariamente se sottoporsi ai test.

Fonti: Daily Mail, The Guardian

Continua a leggere con: Green Pass Europeo: nella traduzione in italiano è SCOMPARSA la LIBERTÀ di SCELTA 

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Just Eat Italia, il bluff del contratto di lavoro. Cosa non torna su salario e turni nel piano-rider della multinazionale

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La “TORRE ETEREA”: il GRATTACIELO che sembra una CASCATA GHIACCIATA

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Credit: @sou_fujimoto

Come può evolversi una torre continuando ad attirare l’attenzione? La risposta per Sou Fujimoto Architects è un progetto che ha dell’incredibile: una torre che sembra essere una cascata ghiacciata volante ma che allo stesso tempo è un insieme di piccole isole.

Vediamo insieme questo progetto futuristico.

La “TORRE ETEREA”: il GRATTACIELO che sembra una CASCATA GHIACCIATA

# L’Ethereal Tower: il progetto vincitore del New City Center Landmark

Credit: @sou_fujimoto

Sou Fujimoto Architects ha svelato il progetto vincente del New City Center Landmark, si chiama Ethereal Tower ed è una torre monumentale galleggiante sulla baia del distretto di Qianhaiwan a Shenzhen, in Cina.

Shenzhen è una città costiera a sud della provincia del Guangdong, a circa quaranta chilometri da Hong Kong. Grazie alla sua posizione quello che era un villaggio di pescatori si è trasformato in una metropoli moderna che ospita importanti aziende tecnologiche e diverse start-up.

Questa città in forte espansione desiderava un progetto spettacolare per sfoggiare la sua ricchezza e sembra proprio che l’Ethereal Tower sia perfetta.

# Il grattacielo composto da 99 isole

Credit: @sou_fujimoto

La torre proposta è alta 268 m ed è composta da 99 “isole” simili, sempre a forma di torri, che si ergono sulla superficie dell’acqua e sono collegate da un piano orizzontale nella parte superiore.

Queste sezioni svaniscono gradualmente mentre scendono, dando la sensazione di trovarsi davanti ad una cascata ghiacciata.

La torre sarà dotata di una piattaforma panoramica, che funge anche da spazio espositivo tridimensionale, con ristorante e caffetteria da dove poter ammirare un panorama mozzafiato.

Sou Fujimoto ha cercato di fondere il naturale con l’artificiale, rendendolo il più armonico possibile.

Ma in che modo la struttura rimane “a mezz’aria”?

# Come funziona la struttura

Credit: buildingcue.it

Come riporta greenme.it secondo i progettisti, un grande nucleo centrale sosterrà la torre, mentre enormi cavi di tensione trasferiscono il resto del carico.

La maggior parte dei 99 elementi simili pendenti ha punti di contatto limitati con la torre principale, da qui l’effetto per cui sembra che la Torre Eterea fluttui nell’aria.

La Ethereal Tower è principalmente costruita con acciaio, fibra di carbonio, Kevlar Rope e cemento.

# La “Torre Eiffel” del XXI secolo?

Credit: @sou_fujimoto

Essendo uno e molti contemporaneamente, simboleggia il futuro delle società nell’era della diversità.

Per il loro concetto di design, lo studio di architettura si è chiesto: ” Cosa significa una nuova ‘torre’ nel 21° secolo? Come può evolversi una torre continuando ad attirare l’attenzione, come fa la Torre Eiffel?”.

Sulla base delle risposte e dell’attuale tessuto urbano del quartiere, l’azienda ha proposto una struttura a sospensione, che ricorda un gruppo di isole, una città aerea e anche una cascata ghiacciata.

Sou Fujimoto non ha ancora indicato una data di inizio dei lavori ma una volta finita l’Ethereal Tower potrebbe essere la torre del futuro.

Continua la lettura con: La Squall Tower: il GRATTACIELO che RUOTA con il VENTO

ARIANNA BOTTINI

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🛑 CADORNA si trasformerà in un PARCO SOPRAELEVATO: presentato il progetto Fili per la nuova mobilità in Lombardia

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Credits: blog.urbanfile.org Rendering parco sospeso Cadorna

La Lombardia vuole trasformarsi, guardare al futuro in un’ottica sostenibile. E lo fa anche grazie al nuovo progetto che rivoluzionerà la mobilità della regione, rendendola probabilmente più efficace e più green.

🛑CADORNA si trasformerà in un PARCO SOPRAELEVATO: presentato il progetto Fili per la nuova mobilità in Lombardia

# FILI: la Lombardia tesse il suo futuro anche con una superciclabile

Credits: 
Rendering parco sospeso Cadorna (Progetto FILI)

FILI è il nome del progetto presentato venerdì da FNM, FerrovieNord e Trenord, insieme  a Regione Lombardia. Un progetto che ha come obiettivo quello di rendere meno impattanti le infrastrutture di trasporto sul territorio in un’ottica sostenibile. La parola d’ordine di FILI è ambizione: prevede una superciclabile, per favorire la mobilità lenta, da Cadorna al T2 di Malpensa e che toccherà 24 Comuni e alcuni lavori sulle ferrovie di Busto Arsizio e Saronno.

La sede della Fnm sarà poi spostata da Cadorna a Bovisa: si realizzerà un nuovo headquarter con numerose aree verdi che diventerà protagonista della riqualificazione dell’area. Ma il progetto più grande è un enorme parco sospeso che percorrerà tutta la stazione di Milano Cadorna, coprendola.

# Una foresta sintetica pensile

Credits: blog.urbanfile.org
Rendering parco sospeso Cadorna

72mila metri quadrati di parco urbano che fungeranno da copertura della stazione ferroviaria di Milano Cadorna. Una stazione dalla posizione straordinaria, vicinissima al Castello Sforzesco e al Duomo, ma che dovrebbe essere riqualificata. Per questo sarà realizzata un’estensione del Parco Sempione sopra la stazione di Cadorna: una soletta a copertura dei binari che possa essere riempita di terreno così da poter piantare alberi e prato.

Dovrebbe essere poi proprio da qui, da questo nuovo parco sopraelevato, che partirà la ciclabile di 72,2km. Una Foresta Sintetica Pensile, così è stato chiamato il nuovo intervento per Cadorna dai relatori del progetto e così è stato esposto all’evento di presentazione di “FILI: la Lombardia tesse il suo futuro”, alla presenza di numerose cariche regionali importanti.

# 2 milioni di metri quadrati della Lombardia riqualificati

Si vedrà, quindi, una nuova Milano Cadorna, anzi una stazione di Cadorna e i suoi binari di ingresso nascosti da un’area verde sospesa. Un parco che sembra essere solo una piccola parte del progetto sul futuro della mobilità in Lombardia. FILI interverrà, infatti, su un totale di 2 milioni di metri quadri all’interno della regione e prevede la piantumazione di 800mila alberi in 41mila ettari di 24 Comuni diversi.

Continua la lettura con: 🛑 L’ULTIMA NOVITÀ della grande RIQUALIFICAZIONE per l’ex area Falck di Sesto

BEATRICE BARAZZETTI

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La piscina ABBANDONATA di Niguarda tornerà ad essere utilizzata?

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credits: Marco Salamon su FB

Diversi sono i luoghi abbandonati e dismessi a Milano. Nella lista compare anche la piscina Scarioni, nel quartiere Niguarda. Com’è potuto succedere?

La piscina ABBANDONATA di Niguarda tornerà ad essere utilizzata?

# Inizia l’estate

@fuorisalone su IG

L’estate e il caldo afoso di Milano spesso ci fanno pensare a una sola cosa: le acque fredde della piscina per potersi rinfrescare un po’. Quest’anno molte piscine milanesi riaprono. Tra quelle che mancano c’è anche la piscina Scarioni, situata in via Valfurva. Su Google appare la triste scritta “chiuso definitivamente” e questo segna la fine di una serie di sfortunati eventi che hanno da sempre caratterizzato questo spazio balneare nel cuore di Milano.

# La Maledizione Scarioni

credits: zonanove.com

Dedicata a Franco Scarioni (un calciatore, giornalista e aviatore, organizzatore delle «popolari di nuoto»), apre i battenti nel 1957 ma sfortunatamente il suo destino era già segnato: nel 1989, il centro era già considerato inagibile a causa di problemi strutturali e ben presto venne chiuso per la sua pericolosità e inadeguatezza.

Dopo anni e anni di disuso, e anche un piccolo incendio, nel 2003 ricominciano i lavori, costati circa 12 milioni di euro, per rimetterla in sesto. Ma la maledizione Scarioni continua. Vengono segnalati nuovamente altri problemi: impianti non funzionanti, scalette rotte, il bordo vasca non abbastanza alto, vasche che perdono acqua… insomma, tanto lavoro per nulla.

# La piscina non s’ha da fare

credits: indovinos.blogspot.com

Gli anni passano e così anche le varie ristrutturazioni e interventi di manutenzione realizzati ma che non hanno mai portato i loro frutti. Ancora oggi, la piscina Scarioni risulta essere inagibile per i vari problemi strutturali e di sicurezza che, purtroppo, non sono mai riusciti a risanare. Ora si sta pensando a quale sarebbe il modo migliore per poter sfruttare questo spazio e renderlo finalmente all’altezza delle aspettative. Sono previsti ulteriori lavori di ristrutturazione in particolar modo perché i residenti lamentano l’assenza di una piscina nel quartiere Niguarda.

Simone Bianchin, in un articolo per La Repubblica, scrive: “E pensare che nel 2007 una vasca della Scarioni era stata scelta per le finali di pallanuoto (Waterpolo Euroleague). Adesso, si pensa che alcuni spazi dell’impianto possano essere utilizzati in maniera alternativa, magari per il parkour.”

Fonte: zonanove.com

Continua a leggere con: La prima PISCINA PUBBLICA a Milano

SELENE MANGIAROTTI

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In Alto Adige si CANTA insieme agli ALBERI

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Credits: merano-suedtirol.it

Hai mai pensato di fare karaoke con gli alberi? No, non siamo impazziti. A Merano, il progetto Alberincanto rende possibile questa stranissima e unica attività. 

In Alto Adige si CANTA insieme agli ALBERI

Partiamo da una—doverosa—premessa. Mi piace cantare. Fin da quando ero bambina e tentavo, incapace come poche, di tenere testa alle parole degli 883 e cantavo domandandomi dubbiosa chi avesse ucciso l’Uomo Ragno. A distanza di—molti—anni non l’ho ancora scoperto, ma in compenso ho imparato a cantare. 

Credits: meranerland.org

Immaginate quindi la mia sorpresa e curiosità nello scoprire che esiste un posto in cui gli alberi ti fanno cantare. No, non ci sono strumenti musicali di legno, e nemmeno spartiti incisi sulla corteccia di qualche quercia secolare che di certo non ringrazierebbe. Niente di tutto questo. Siamo nella provincia autonoma di Bolzano, precisamente a Merano, e qui è nato un percorso che permette alle persone di entrare in sintonia con la natura in un modo davvero unico. Ma andiamo con ordine. 

# Merano, tra arte e passeggiate imperiali

Merano è una bellissima città in Alto Adige che si contraddistingue per gli ampi parchi e le passeggiate nel verde, ma anche per la sua atmosfera pulita e raffinata tra corsi d’acqua e giardini botanici. In centro ci sono panchine artistiche e aiuole profumate, edifici in stile liberty e passeggiate cittadine costeggiate da palme esotiche. A Natale ci sono i tipici mercatini, e in primavera la città sboccia tra festival di fiori e settimane musicali.

Credits: paesionline.it

Si dice che anche Elisabetta d’Austria amasse passeggiare tra le strade di questa deliziosa città, e proprio il Sentiero di Sissi a ricordarlo: dal centro di Merano, tra passeggiate in mezzo a residenze nobiliari e incantevoli angoli di verde, permette di raggiungere Castello Trauttmansdorff sulle orme della principessa più amata dell’Ottocento. 

Credits: visitmerano.it

Se però ci allontaniamo un po’ dal centro storico, lungo il fiume Passirio, Merano dà il meglio di sé: con l’arrivo della bella stagione la città si trasforma in un’esplosione di colori, profumi, fiori e innovazione. In occasione della Primavera Meranese sono state inaugurate iniziative di carattere ecologico e ambientale. Tra queste, c’è forse la più innovativa e originale. Si tratta di Alberincanto. 

# Alberincanto: cantare sulla melodia degli alberi 

Cinque alberi, una melodia, cinque opere d’arte: cinque stazioni sparpagliate fra le Passeggiate d’Estate, d’Inverno e la Passeggiata Gilf lungo il torrente Passirio. Questo è Alberincanto, un progetto che nasce e si sviluppa all’interno dell’iniziativa “Muoviti a Merano”, promosso dal Comune di Merano e dall’associazione Ost West Club Est Ovest, e in cui una serie di percorsi pedonali vengono descritti e messi in relazione con lo spazio circostante.

Credits: turismochepassione.it

Il percorso Alberincanto-Baumklang ha origine dall’idea di inglobare lo spirito, l’equilibro e l’armonia con la natura e vede la collaborazione tra il musicista Markus Prieth, la direttrice delle Giardinerie Comunali Anni Schwarz, e l’artista Laura Zindaco. I cinque alberi sono stati identificati e selezionati per il loro valore simbolico e per le proprietà botaniche di appartenenza. Ognuno di loro ha assunto un significato ben preciso:

  • il cipresso è l’abbraccio; 
  • l’alloro è la multiformità;
  • lo spaccasassi è la forza; 
  • il salice piangente è la corrente; 
  • l’ippocastano è la responsabilità.

Laura Zindaco ha poi realizzato un’immagine per ogni albero per evocare il loro più profondo significato. Infine, Markus Prieth, ha composto delle melodie vocali, ricche di suoni e racconti: un invito irresistibile per gli ascoltatori a lasciarsi andare alle sensazioni che la musica evoca loro e a interagire con gli alberi.

È questo che rende questo progetto unico: l’interazione straordinaria tra le persone e la natura, in un percorso extrasensoriale e profondamente personale, tra immagini, suoni, sensazioni ed emozioni. che permette di ammirare gli alberi e le immagini associate, ascoltare le loro meravigliose melodie e—perché no?—cantare con loro.

Il percorso, attivo da fine aprile, può essere seguito individualmente o in compagnia di altri persone. Che aspettate a inserire Merano tra le vostre prossime mete? 

Continua la lettura con: La forza della natura: i 7 ALBERI più STRAORDINARI del mondo

GIADA GRASSO 

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Lo spettacolare viaggio dentro la GROTTA di CRISTALLO, come immersi in un MARE GHIACCIATO

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Credit: @daisukephotography

Si potrebbe pensare che la superficie del ghiacciaio sia la parte più interessante ma in verità, il vero spettacolo, si nasconde al di sotto.

Vediamo insieme il magico mondo della grotta di ghiaccio in Islanda.

Lo spettacolare viaggio dentro la GROTTA di CRISTALLO, come immersi in un MARE GHIACCIATO

# Il ghiacciaio Vatnajökull: la massa di ghiaccio più grande d’Europa

Credit: mycookingtrips.blogspot.com

L’Islanda regala degli spettacoli naturali unici al mondo e rimane sulla lista dei luoghi dove la natura regna ancora sovrana.

Uno di questi spettacoli è il ghiacciaio Vatnajökull, una calotta glaciale situata nell’Islanda Sud-orientale.

Con circa 8.100 chilometri quadrati, è la più grande d’Europa per volume e la quarta massa di ghiaccio al mondo dopo la calotta glaciale dell’Antartide, la calotta glaciale della Groenlandia e il Campo de Hielo Sur in Patagonia foto di Dietrich Michael Weidmann.

Sotto la sua cappa di ghiaccio si trovano diversi vulcani attivi, tra cui il Grimsvötn le cui ultime eruzioni risalgono al 1996 e 1998.

Si potrebbe pensare che la superficie del ghiacciaio sia la parte più interessante ma in verità, il vero spettacolo, si nascondo al di sotto.

# Le grotte di ghiaccio

Credit: @arcticeadventures

Le grotte di ghiaccio sono tipiche di questo territorio, perché i fenomeni geotermici scavano tunnel nei ghiacciai che possono essere molto grandi da poterci camminare o molto piccoli da essere quasi inaccessibili.

Si formano naturalmente quando l’acqua di disgelo estiva scava lunghi tunnel e grotte sotto gli spessi strati di ghiaccio.

Sono delle vere e proprio grotte che si sono formate all’interno di un blocco di ghiaccio come un ghiacciaio, sono quindi interamente fatte di ghiaccio e questo le distingue dalle grotte ghiacciate.

Dato che le grotte di ghiaccio sono temporanee, per comodità viene dato loro un nome e la più famosa prende il nome di “Crystal Cave”.

# La Grotta di Cristallo

Credit: @benjaminhardman

Letteralmente “Grotta di Cristallo”, la Crystal Cave è il nome di un’ampia grotta di ghiaccio nel ghiacciaio Vatnajökull che si forma più o meno nello stesso posto dall’inverno 2011-2012.

La Grotta di Cristallo viene infatti scavata ogni estate da un grande fiume glaciale ed è una delle grotte più famose perchè è compresa in molti tour guidati grazie alle sue dimensioni e al facile accesso.

Ciò che colpisce di più della grotta di cristallo è il suo blu intenso che fa sembrare ai viaggiatori di essere sotto l’oceano.

Ma da dove deriva questo blu intenso? Il ghiaccio di un ghiacciaio è molto più spesso di quello che siamo abituati a vedere. Questo ghiaccio è così denso e antico che assorbe tutti i colori dello spettro visibile tranne il blu, perciò quella è l’unica sfumatura che le persone riescono a vedere.

# Qualche consiglio per visitare le grotte di ghiaccio

Credit: @daisukephotography

Visitare queste grotte può essere molto pericoloso. I ghiacciai sono pieni di crepe, la natura delle grotte è dinamica e i soffitti potrebbero rompersi e crollare se la temperatura sale sopra 0°C, per questo è sempre necessario avere una guida esperta.

La strada che porta alle grotte di ghiaccio costituisce la minaccia maggiore. Per gli ultimi 6-700 metri prima di arrivare alle grotte, infatti, bisogna guidare lungo sentieri di sabbia e ghiaia nera che sembrano un terreno solido, ma in realtà poggiano su ciò che è noto come “ghiaccio morto”.

Questo fenomeno si verifica quando il ghiacciaio smette di muoversi e si scioglie sul posto. Sotto questo “ghiaccio morto”, potrebbe scorrere un fiume e questo potrebbe far cadere le auto dei viaggiatori al di sotto dello strato di ghiaccio.

Anche fare trekking su un ghiacciaio o per visitare una grotta di ghiaccio non è una buona idea se non si dispone dell’attrezzatura adeguata come caschi, piccozze e ramponi.

La stagione tipica delle grotte di ghiaccio naturali nei ghiacciai è l’inverno, da metà ottobre fino alla fine di marzo, in quanto il freddo permette una maggiore resistenza della volta ghiacciata.

# Uno spettacolo unico al mondo

Credit: @glacieradventure

L’aspetto dei ghiacciai, così come quello delle grotte di ghiaccio al loro interno, si modifica ogni giorno a causa di questo continuo movimento.

Questo vuol dire che il paesaggio osservato e fotografato un giorno, non sarà mai più lo stesso.

 

Fonti: guidetoiceland.is

Continua la lettura con: Entreresti nel LABIRINTO di GHIACCIO più grande del mondo?

ARIANNA BOTTINI  

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il VILLAGGIO industriale meglio conservato al MONDO si trova in LOMBARDIA: paradiso o villaggio infernale?

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Credits: @the_eclectic_teacher IG

Patrimonio Unesco dal 1995, villaggio industriale ideale, a neanche un’ora da Milano, cos’è? Crespi d’Adda il villaggio operaio meglio conservato dell’intero Sud Europa.

il VILLAGGIO industriale meglio conservato al MONDO si trova in LOMBARDIA: paradiso o villaggio infernale?

# La città ideale del lavoro

Credits: @latuaitalia
Crespi d’Adda

Nel 1878 Cristoforo Benigno Crespi e il figlio Silvio Benigno, capitani industriali della zona, decisero di costruire la città ideale del lavoro: un villaggio il cui impianto urbanistico fosse incentrato sulla presenza della fabbrica, abitabile solo dagli operai dell’azienda e dalle loro famiglie. Un sistema dove il capo della fabbrica diventava padrone della città e provvedeva a servire i suoi cittadini di tutto il necessario con la costruzione di chiesa, scuola, ospedale, dopolavoro, teatro, bagni pubblici, spacci alimentari e di vestiario.

È così che Crespi, da cognome di una famiglia del Nord Italia, divenne nome di un opificio e poi di un intero paese. Crespi d’Adda, in provincia di Bergamo, in posizione isolata all’interno di un bassopiano delimitato da 2 fiumi, l’Adda e il Brembo.

# Crespi d’Adda oggi: il villaggio industriale meglio conservato al mondo

Credits: @hikmetran
Crespi d’Adda

Crespi d’Adda è ancora perfettamente conservato, tanto da essere stato inserito nella lista del patrimoni UNESCO. L’opificio in stile neo-medievale, la fabbrica con altissime ciminiere e le circa 50 casette tutte uguali, allineate e di ispirazione inglese. Le case del medico e del prete che vigilano l’intero villaggio dall’alto e la scuola e la chiesa davanti alla fabbrica. La via principale, metafora della vita operaia, che si sviluppa tra fabbrica e villaggio, fino al cimitero. Un villaggio dove tutto è perfettamente ordinato.

# La fama di paese da film horror

Credits: @latuaitalia
Cimitero Crespi d’Adda

Crespi nasconde però nasconde qualcosa…Se non si è della zona certamente non si sa della fama del Cimitero di Crespi d’Adda. Monumento nazionale con all’interno la Cappella Crespi e ai piedi una landa desolata di piccole croci. Se già i cimiteri non sono il luogo preferito della gente, quello di Crespi è certamente più terrificante di tutti gli altri, tanto da essere protagonista di sfide di coraggio di molti giovani. La particolarità dell’assetto urbanistico del villaggio e del cimitero rendono Crespi un paese inquietante, un po’ sinistro. Intorno a questa città ideale girano numerose leggende: si parla di presunti incappucciati, di riti satanici, sacrifici, rapimenti e aggressioni, d’altronde lo stesso Dario Argento ha scelto il cimitero di Crespi d’Adda come location del film “Profondo Rosso”.

Tutto ciò, però, non toglie che Crespi d’Adda sia il villaggio industriale meglio conservato al mondo, nonché  patrimonio Unesco, tanto da diventare biglietto da visita dell’Italia al padiglione zero di Expo 2015 con la sua riproduzione in miniatura.

Continua la lettura con: Tresigallo, la “CITTÀ METAFISICA” progettata per meravigliare il mondo

BEATRICE BARAZZETTI

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I 10 LUOGHI più INSTAGRAMMATI di Milano

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Credits: @coolinmilan IG

Sapete quali sono i luoghi più instagrammati di Milano? Noi li abbiamo messi in classifica. Scopriamoli dall’ultimo al primo posto.

I 10 LUOGHI più INSTAGRAMMATI di Milano

#10 Stadio San Siro

Credits: Andrea Cherchi – Stadio San Siro

Con poco meno di 95.000 post apre la classifica lo Stadio San Siro, la Scala del Calcio milanese. Luogo di sfide leggendarie tra Milan, Inter e le migliori squadre d’Europa.

Leggi anche: I record mondiali di San Siro

#9 Gae Aulenti 

Credits: Andrea Cherchi – Foto area Piazza Gae Aulenti

Gae Aulenti con la sua scenografica piazza con la fontana a sfioro e il grattacielo Unicredit occupa il nono gradino della classifica contando poco più di 135.000 scatti su Instagram. 

#8 Bosco Verticale 

Credits: @chriscenaikotravels IG

Il grattacielo più instagrammato del mondo, il Bosco Verticale di Boeri vincitori di numerosi premi, si prende l’ottava piazza tra i luoghi più fotografati di toccando quota 143.000 post. 

#7 Arco della Pace

credits: @andreacherchi_foto

L’Arco della Pace, voluto da Napoleone e terminato dagli austriaci, è il cannocchiale perfetto per osservare il Parco Sempione e il Castello Sforzesco e dall’altro lato il corso alberato. Il monumento di marmo ha ottenuto ad oggi circa 150.000 post.

Leggi anche: La beffa dell’Arco della Pace

#6 Parco Sempione 

Il Parco Sempione, il più centrale e il più amato parco cittadino, si ferma alla sesta posizione tra i luoghi più instagrammati. Sono circa 155.000 i post in cui è taggato.

Leggi anche: Il Sempione, il central park di Milano

#5 Castello Sforzesco 

Credits: Andrea Cherchi – Castello Sforzesco

Subito dopo, in quinta posizione, troviamo il dirimpettaio Castello Sforzesco, con quasi 265.000 scatti fotografici. La fortezza dei signori di Milano, singolare caso di castello nel cuore di una grande città europea. 

#4 Galleria Vittorio Emanuele II 

Galleria Vittorio Emanuele II

Il Salotto di Milano, la Galleria Vittorio Emanuele, la prima galleria coperta d’Italia, è a ridosso del podio. Nei profili di Instagram compare oltre 390.000 volte. 

Leggi anche: sei curiosità che non sapete della Galleria Vittorio Emanuele

#3 Brera 

Via Fiori Chiari

Brera si prende il terzo posto. Il quartiere bohémien di Milano grazie alle vie Fiori Chiari, Fiori Scuri e Pontaccio compare in ben 415.000 post. 

Leggi anche: Brera, il quartiere a luci rosse

#2 Navigli 

naviglio grande (ph. Andrea Cherchi)
naviglio grande (ph. Andrea Cherchi)

I Navigli di Milano, il Grande e il Pavese, rappresentano quello che resta del primo sistema di canali artificiali del mondo. I suggestivi canali meta per happy hour e artisti insidiano il simbolo della città toccando quota 1 milione e 70.000 post su Instagram.

#1 Duomo  

Credits: Andrea Cherchi – Duomo di Milano

Il re incontrastato di Milano è sempre lui, anche nella classifica dei luoghi più instagrammati. La più grande cattedrale gotica del mondo, simbolo della città, si prende il primo posto con quasi 1 milioni e 100.000 post.

Leggi anche: Quando Milano aveva due cattedrali al posto del Duomo

Continua a leggere con: Le 10 ARCHITETTURE di Milano più INSTAGRAMMABILI

FABIO MARCOMIN

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