Le 3 grandi novità del VENETO con le OLIMPIADI del 2026

Si è già parlato di Milano e del Trentino Alto Adige, ma le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 come cambieranno il Veneto?

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Cortina d’Ampezzo è teatro di uno dei più singolari mondiali di sci della storia. Dal 7 al 21 febbraio infatti, la Regina delle Dolomiti, ospita il suo secondo Mondiale di Sci Alpino. Il campionato, a causa della pandemia in corso, prevede severe misure al fine di limitare i contagi, imponendo a tutte le categorie di persone che potranno essere presenti, delle regole che vanno ben oltre gli “ormai famosi” suggerimenti a cui siamo abituati.

Per il Campionato è stato elaborato un complesso protocollo COVID, validato dal Comitato Tecnico Scientifico del Ministero della Salute, che fa della prevenzione del contagio il focus dello sforzo organizzativo della Fondazione Cortina 2021, blindando letteralmente la zona interessata dalla kermesse.

I partecipanti sono stati “isolati” secondo il principio delle “bolle”, proposto dalla FIS, gruppi di lavoro omogenei cioè, che hanno dovuto limitare al minimo i contatti e la condivisione di spazi fisici durante l’evento. Secondo questo principio atleti, medici e giuria, hanno dovuto occupare spazi diversi da quelli dei giornalisti, dello staff dell’organizzazione, delle Forze dell’Ordine. Spettatori, ovviamente, ridotti all’osso.

Sembra di fatto una prova generale per proiettarsi verso quello che si spera sarà uno spettacolo molto più coinvolgente e aggregante: i Giochi Olimpici del 2026. Da lunedì tutta l’attenzione della valle si proietterà proprio su tale data e su costruire tutto ciò che manca per arrivare all’appuntamento in piena forma. Ma vediamo come Cortina e il Veneto cambieranno volto con le Olimpiadi. Le opere in programma sono soprattutto tre. 

Le 3 grandi novità del VENETO con le OLIMPIADI del 2026

Se la competizione in corso vede come priorità organizzativa la prevenzione dei contagi da Covid-19, le Olimpiadi vorranno avere altri obiettivi primari, tra cui la valorizzazione del territorio e l’aumento del prestigio delle zone dove le stesse si svolgeranno.  L’Olympic Agenda 2020 fissa infatti 40 linee guida, che hanno come parole chiave sostenibilità, flessibilità, reversibilità e riuso, contenimento del consumo di suolo ed efficienza gestionale ed economica, insieme alla creazione di un valore a lungo termine.

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Come già detto in un’altra puntata, le Olimpiadi si svolgeranno all’interno di 4 cluster distribuiti tra Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige (Milano, Cortina, Valtellina, Val di Fiemme) e in una città, Verona, la cui Arena romana ospiterà la cerimonia di chiusura.

Un miliardo di euro è quanto verrà destinato, con decreto del Mit pubblicato in Gazzetta Ufficiale il primo febbraio 2021, alle opere infrastrutturali previste per la competizione. Di questo miliardo, 325 milioni finiranno proprio in Veneto.

#1 Il nuovo volto di Cortina

Credits: @lacooperativadicortina (INSTG) Cartolina vintage di Cortina d’Ampezzo

Forte dell’esperienza maturata con i giochi Olimpici del 1956, (e di alcune delle strutture realizzate a suo tempo) Cortina prevede di mettere a disposizione innanzitutto gli spazi per un terzo Villaggio Olimpico a Fiames (dopo quelli di Milano e di Livigno), che ospiterà anche il Media Centre montano temporaneo.

Saranno tre le sedi previste per altrettante competizioni sportive:

  • lo Stadio Olimpico, che aveva aperto l’edizione 1956. 3.100 posti di capienza ristrutturati per i campionati mondiali di curling del 2009, ospita nuovamente questa disciplina.

    Credits: @greengardenluminarie (INSTG) – Palazzo del Ghiaccio di Cortina
  • Il comprensorio delle Tofane accoglie tutte le gare di sci alpino femminile.
  • Lo Sliding Centre Eugenio Monti, in funzione dal 1956 al 2010, sarà riqualificato per ospitare le gare di bob, slittino e skeleton: sarà anche aumentata la sua capienza a 9.000 posti.

Il territorio sarà inoltre interessato da due interventi particolarmente importanti di carattere infrastrutturale: le varianti alla statale di Alemagna negli abitati di Longarone e di Cortina.

#2 Variante di Longarone

Credits: @Vajont (INSTG) Longarone vista dalla diga del Vajont

La cittadina di Longarone, non distante da Belluno, è sede di uno snodo stradale di importanza vitale. La rete autostradale italiana, in particolare la A27 Venezia-Belluno, finisce, in direzione nord, proprio qui. Chi vuole raggiungere “la montagna”, prima il Cadore e poi Cortina d’Ampezzo, deve proseguire per la strada statale 51 “di Alemagna” e l’innesto su di essa a Longarone, diventa spesso problematico a causa degli altissimi volumi di traffico, soprattutto nei momenti di alta stagione (sia in inverno che in estate). Un investimento di 270 milioni è previsto appositamente per la creazione di una variante che servirà ad eliminare il traffico all’interno del centro urbano. L’intervento darà una risposta alle esigenze dei residenti, a quelle del turismo e a quelle dell’economia locale, in quanto nella adiacente area produttiva troviamo le sedi di aziende di spicco a livello internazionale.

#3 Variante di Cortina

Proseguono in parallelo anche i lavori di progettazione della variante di Cortina, una delle infrastrutture più attese per le Olimpiadi invernali 2026, che darà un connotato moderno e sostenibile alla cittadina montana, permettendo di riorganizzare completamente la mobilità del centro abitato. Il costo stimato per il progetto è di circa 200 milioni di euro. Riassumendo le parole del Governatore del Veneto Luca Zaia, si sta cercando di stringere i tempi per arrivare ad una soluzione veloce e sostenibile, perché il territorio in cui si deve intervenire è particolarmente sensibile e fragile, sotto vari profili, a cominciare da quello idrogeologico, paesaggistico e agrario. Si parla infatti di uno degli otto siti veneti Patrimonio dell’Umanità e l’impegno di tutti gli attori coinvolti a risolvere i problemi lascia ben sperare.

Zaia continua affermando che “dobbiamo essere in grado di arrivare pronti con tutto quanto serve all’appuntamento principale per la nostra montagna nei prossimi anni. Dobbiamo saper cogliere l’opportunità di questo evento affinchè quello che realizziamo non sia solo per le olimpiadi, ma sia soprattutto il motore per la sostenibilità futura del nostro territorio.

Il 2026, e gli anni di preparazione che lo precederanno – aggiunge Zaia – possono anche costituire il momento di un nuovo rinascimento per tutta la montagna, prima martoriata dalla tempesta Vaia e oggi messa in croce dal Covid”.

Credits: ilnordestquotidiano, regione.veneto.it, teknoring.com

Continua la lettura con: Olimpiadi 2026: le grandi opere che trasformeranno il TRENTINO ALTO ADIGE

LUCIO BARDELLE

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Lucio Bardelle
Nasco a Dolo (VE) nel 1979. Padre padovano, mamma vicentina, cresco nella terraferma veneziana. Studio Economia a Venezia, poi viaggio, per lavoro e per piacere. Vivo una decina d'anni tra Bologna, Lombardia e Roma, poi torno a Venezia. Sono appassionato di musica rock, suono la chitarra e il basso. Scrivo per una associazione locale a sostegno del cittadino (Oltre il muro), creata da Pietro, uno dei miei migliori amici, infortunatosi 15 anni fa durante una partita di calcio.