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E se il Climate Change fosse un grande inganno?

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Il ministro Cingolani da Greta

Il grande tema che sta occupando l’agenda della politica internazionale è il climate change.

Nel recente passato il tema ambientale era quello della lotta al surriscaldamento globale, la cosiddetta AGW, Agenda Global Warning. Ricordate quando Al Gore nel 2000 diceva che entro il 2020 non avremmo più visto la neve?
Ma il surriscaldamento globale, disattese tutte le profezie, invece di trasformare il pianeta si è trasformato in Climate Change.

Si tratta di una mossa sensata perché ora qualunque variazione climatica, non più solo quella verso il caldo, può confermare la premessa.
Per mancanza di riscaldamento hanno ridefinito il movimento con la verità innegabile che il clima cambia: qualunque cambiamento del clima, anche quelli ciclici e continui, in questo modo può essere imputato all’eccesso di anidride carbonica nell’atmosfera.

Oggetto della campagna è la riduzione delle emissioni perché i nomi cambiano ma quello che resta sempre costante è la causa nefasta delle attività umane. In particolare l’emissione dei combustibili fossili.
Però c’è qualcosa che non torna.

Anche se fosse la CO₂ la causa del cambiamento climatico, bisogna considerare che è di derivazione antropica meno dell’1% della CO₂ rilasciata in atmosfera. Anche se spegnessimo ogni motore endotermico sul pianeta, il 99% della produzione rimarrebbe invariata.

Il punto chiave di questa politica è la transizione ecologica.
Questo martellamento mediatico, anche attraverso una testimonial di facile presa sul pubblico più suggestionabile, risponde al tentativo di coprire un problema reale, che è la scarsità di combustibili fossili, trasformandolo in una dimensione etica, quella di salvare il pianeta. Senza dire chiaramente che il salvataggio del pianeta costerebbe centinaia di milioni di posti di lavoro, una riduzione colossale della ricchezza e il collasso della globalizzazione come la conosciamo oggi.

La verità è che il clima sta veramente cambiando ma per dinamiche autonome rispetto all’attività dell’uomo. Ma se si traveste un problema reale con qualcosa di fasullo si rischia di innescare nuovi problemi senza riuscire a inquadrare il problema di fondo che consentirebbe invece di apportare le modalità ottimale per intervenire.
Una storia che stiamo vedendo purtroppo anche in un’altra emergenza.

Continua la lettura: La bancarotta della ricerca scientifica

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🛑 Approvato il progetto per realizzare 15 CASE e 9 OSPEDALI di comunità a MILANO

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Credits: www.true-news.it

La pandemia ha messo a dura prova la sanità pubblica e in qualunque comune, provincia e regione gli ospedali sono stati messi sottopressione e si sono ritrovati sovraffollati. Il Covid-19 ha fatto capire che la sanità pubblica non solo non è perfetta, ma non era pronta a gestire una crisi pandemica. Dopo gli scorsi mesi, però, si è deciso di potenziare la sanità, in particolare quella di prossimità, così a Milano l’obiettivo è realizzare un 15 case di comunità e 9 ospedali di comunità.

🛑 Approvato il progetto per realizzare 15 CASE e 9 OSPEDALI di comunità a MILANO

# Una casa di comunità ogni 50mila abitanti

Credits: nursetimes.org
Conferenza stampa presentazione progetto

È stato presentato a Palazzo Lombardia il progetto per l’attuazione di case e ospedali di comunità nella città di Milano. Come riporta l’assessore al Welfare, Letizia Moratti, si tratta della prima attuazione concreta del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Nel comune di Milano saranno costruiti, infatti, 15 case di comunità e 9 ospedali in modo tale da garantire una casa di comunità ogni 50mila abitanti e un ospedale di comunità ogni Asst. L’obiettivo principale è quello di potenziare la sanità di prossimità e poter garantire al cittadino tutte le funzioni mediche più prossime. In questi luoghi ci saranno prevenzione e promozione della salute, si offriranno le cure primarie ma ci saranno anche ambulatori specialistici per gestire le criticità meno complesse, inoltre ci saranno aree per gestire i pazienti cronici.

# Si riqualificheranno alcune strutture mentre altre saranno costruite ex-novo

Credits: milanotoday.it
ospedale fiera

Milano sarà solo il punto di inizio di un progetto più ampio. Regione Lombardia vuole replicare quanto sarà fatto nel capoluogo in tutte le città che hanno sofferto in modo particolare durante la pandemia. Per la città meneghina, intanto, si è pensato ad ogni Municipio e alla distribuzione e aggregazione dei medici, così da ragionare dove posizionare le strutture. Sono stati individuati alcuni edifici da riqualificare e che si spera di riuscire ad attivarli entro un anno, ma il progetto prevede anche la realizzazione di strutture ex-novo. La Moratti precisa, infatti, “Nessun ospedale attuale sarà trasformato in ospedale di comunità. I nostri presidi ospedalieri rimarranno tutti”.

# 700 milioni di euro per cambiare la sanità pubblica lombarda

Credits: true-news.it
Regione Lombardia

Attraverso questo progetto si vuole cambiare il modo di concepire gli ospedali e la sanità pubblica. “Oggi gli assistiti riconoscono soprattutto l’ospedale come luogo di cura. Con questo nostro progetto vorremmo che i milanesi riconoscessero per primi le case e gli ospedali di comunità come nuovi presidi per la loro salute”, riporta Walter Bergamaschi, direttore dell’Ats di Milano.

Una grande innovazione quella della sanità pubblica lombarda, per il cui potenziamento sono stati stanziati 700 milioni di euro. Di questi, più di 140 milioni sono già stati distribuiti a luglio e agosto: 100 milioni per l’Ats di Milano; 11,4 milioni per la Val Camonica; 3 milioni per ciascuna delle altre province. La sottoscrizione delle future 15 case di comunità e dei 9 ospedali di comunità sono previste a marzo 2022, si prevede infatti di decidere i siti idonei a dicembre.

Continua la lettura con: 🛑 Il NUOVO LOOK del POLICLINICO con suite e giardini sui tetti

BEATRICE BARAZZETTI

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Leggi anche: Pnrr, 80 miliardi in Bandi per Regioni ed Enti locali. Sanità? 4 mld a digitalizzazione. Rischi? Le scadenze

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🛑 Svelato il FUTURO TRAM di Milano

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#1 Atm_mockup tram ph. Uff Stampa ATM

Un tram all’avanguardia è il simbolo del futuro di ATM. Inizia così il rinnovo totale del parco mezzi, all’insegna di accessibilità e infomobilità. 

Svelato il FUTURO TRAM di Milano

# Il Mockup di TramLink

#5 Atm_mockup ph. Uff Stampa ATM

A Milano sono tornate le fiere internazionali, tra cui Expo Ferroviaria, riferimento del settore ferro-tramviario. Proprio in questa sede è stato presentato il mock-up di Tramlink, il nuovo tram ATM destinato a dominare il trasporto sulle rotaie milanesi. Il mock-up, che è un modello di dimensioni reali, è esposto a Rho e la sua presentazione è una ghiotta anticipazione del futuro che ci aspetta a breve termine. Sono in arrivo 80 Tramlink, 50 per il servizio urbano e altri 30 per l’interurbano, che andranno a sostituire i mezzi datati. Quasi tutti i mezzi, perché resteranno in servizio le 125 “Carrelli”, icona di Milano. Ma intanto si ricomincia a parlare del futuro.

# 25 metri, bidirezionale, con tre carrozze e 66 posti a sedere

#2 Intermo Tramlink ph. UFF Stampa ATM

Il nuovo tram è tre carrozze comunicanti, raggiunge le dimensioni di 25 metri ed è a guida bidirezionale, per aiutare i “manetta” nelle operazioni di ripartenza dai depositi e capolinea sparsi per la città e hinterland. Il nuovo tram ha un sistema di carrelli cosiddetti “pivotanti”: sono più performanti in curva e renderanno possibile la trasformazione dei capolinea, che risulteranno meno invadenti sulla sede stradale, oltre che rendere più comodo il viaggio a bordo per i passeggeri. Tramlink soddisfa altri parametri che sono diventati ormai i cavalli di battaglia di ATM. Innanzitutto si punta sul pianale ribassato, per agevolare la salita dei passeggeri con qualsiasi tipo di mobilità personale.

Inoltre le carrozze sono dotate di 4 monitor, che forniscono in tempo reale informazioni sullo stato del percorso e l’infomobilità generale di Milano, una peculiarità in cui ATM è leader mondiale. Ci saranno, inoltre, 10 telecamere per il monitoraggio real time della vettura, in maniera da garantire ai 66 passeggeri seduti ed anche a quelli in piedi, un collegamento in diretta con la centrale Security di ATM.

# Appuntamento al 2023 per l’entrata in servizio dei primi 30 tram

#1 Atm_mockup tram ph. Uff Stampa ATM

Le vetture arriveranno dalla Stadler di Valencia, è la prima volta nella storia che questa società si aggiudica un bando di queste dimensioni a Milano. La prima tranche di 30 è prevista per il 2022, anno in cui si collauderanno le vetture e si adatteranno i percorsi e si testeranno sia le fermate, sia i percorsi e le strade di Milano. L’entrata in servizio per i passeggeri milanesi è inizio 2023. Tra ATM e la società valenciana c’è un accordo quadro della durata di 6 anni, che prevede la fornitura ed entrata totale in servizio dei nuovi tram per i Giochi Olimpici di Milano-Cortina 2026. Lo chassis è costituito da 3 carrozzerie duplex realizzate in acciaio inossidabile, che garantiscono una robustezza all’insegna della continuità storica e che rende omaggio alla forza dei predecessori, Gamba de Legn e i mitici “Carrelli”.

Leggi anche: Per le OLIMPIADI Milano diventa più SVIZZERA

# Dalla parte del conducente: maggiore ergonomicità, visibiltà e sicurezza

Credits: comunicato stampa Stadler

I nostri manetta e la loro sicurezza e comfort, sono parte integrante del progetto di rinnovamento. La cabina di guida è segnalata per la sua particolare ergonomicità. Inoltre il design della vettura è studiato per fornire la migliore visibilità al conducente, che non deve essere comunque distratto dalla manovra (cit.), proprio come sulle vecchie “carrelli”. A proposito di carrelli, Tramlink ne avrà 3 all’avanguardia per scorrevolezza e manovrabilità. Il sistema più moderno è sicuramente un dispositivo anti collisione, in grado di rilevare ed evitare ostacoli, o situazioni di pericolo siano essi pedoni, altri veicoli e qualunque inconveniente. I Tramlink dovrebbero girare con la matricola 72, il mock-up presentato ha infatti la matricola 7201. 

In attesa di scoprirlo di persona, la presentazione generale e il suo design accattivante stanno già entrando nella considerazione degli utenti di Milano. Non sappiamo se Tramlink prenderà anche il posto che le “28” hanno nel cuore dei milanesi. Anzi, difficilmente lo faranno, però ci sono tutte le premesse affinché Tramlink e Carrelli scrivano insieme le prossime pagine del trasporto meneghino, portando Milano e ATM a prestigiosi traguardi, attraverso la scighera, sotto lo sguardo benevolo della Madonnina.

Continua la lettura con: Inaugurata la prima CICLOSTAZIONE all’interno della METRO

LAURA LIONTI

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Leggi anche: Big Tech e la guerra di Xi Jinping: il panico dei mercati su Alibaba, Tencent&Co è esagerato?

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Memento Audere Semper

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La memoria è uno degli aspetti più ambigui dell’esistenza di un essere umano.

Da un lato ha consentito l’evoluzione negli ultimi millenni dall’altro è il più grande freno all’innovazione e al cambiamento.
È talmente ambiguo che ci sono persone che passano la vita a dimenticare il passato e persone che passano la vita a cercare di riprodurlo.

Senza memoria la vita diventa un girare a vuoto, come ha documentano Nolan nel celebre film Memento che racconta la storia di un uomo privo di memoria che trascorre la vita cercando di riattivare i fili del suo recente passato.
Negli stessi computer la memoria è fondamentale nel processo di elaborazione dei dati. Ma quando questi diventano troppi rendono le macchine pesanti e lente. Per aumentare le performance di un computer si usa dire che bisogna liberare la memoria. 

Nella nostra coscienza coesistono presente e passato: il passato viene utilizzato per elaborare il presente.
Il pensatore Osho sosteneva che “la persona intelligente non si attacca al passato morto, non trasporta cadaveri“. Ma “scivola fuori dal passato, non gli permette più di interferire, perché vivere attraverso il passato significa vivere una vita morta”.

La vita scorre in continuazione: quindi qualunque cosa che sia successa, nel bene o nel male, appartiene esclusivamente alla memoria, perché le circostanze della vita in continuo cambiamento possono rendere oggi inutile o dannoso ciò che in passato aveva funzionato.

Il passato è utile soprattutto perché lo abbiamo metabolizzato e ci ha trasformati in quello che siamo ora. Ma giudicare l’oggi sulla base dell’esperienza che abbiamo vissuto rischia di bloccare l’opportunità della nuova evoluzione a cui siamo chiamati in ogni momento.

Forse proprio perché in Italia è così difficile mettersi in pace con il passato è molto importante attribuire ad esso la giusta rilevanza e impedire che distrugga il presente.

Continua la lettura con: L’esondazione dello stato

MILANO CITTA’ STATO

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🛑 Inaugurata la prima CICLOSTAZIONE all’interno della METRO

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Ufficio Stampa Atm - Ciclostazione M1 Cordusio Esterno

Mercoledì 29 settembre è stata aperta la prima ciclostazione in un mezzanino della metropolitana milanese. Vediamo dove è stata realizzata e come accedervi.

Inaugurata la prima CICLOSTAZIONE all’interno della METRO

# La prima ciclostazione in un mezzanino della metro, alla stazione Cordusio M1

Mercoledì 29 settembre è stata inaugurata la prima ciclostazione nel mezzanino di una fermata della metropolitana con 50 postazioni, alla stazione M1 di Cordusio. Alla stazione sono stati anche eseguiti alcuni lavori di restyling: l’installazione di un’apposita canalina, lungo le scale, per il trasporto delle biciclette al mezzanino, una nuova segnaletica e i servizi igienici, i cui lavori di ristrutturazione sono terminati nel corso dell’estate.

# L’accesso alla ciclostazione: modalità e orari

L’accesso alla ciclostazione è possibile dalle 5:30 all’1:00 circa, seguendo gli orari della stazione di Cordusio, è gratuito ed è già predisposto per essere riservato a tutti i possessori della tessera elettronica Atm in corso di validità, senza che questa necessariamente contenga un titolo di viaggio caricato. A breve basterà avvicinare la tessera all’apposito lettore installato sulla porta d’ingresso per accedere. Il parcheggio è consentito solo per bici tradizionali e per un massimo di 90 giorni

# Il progetto di mobilità integrata di Atm e Comune di Milano

Credits amespark – Ciclostazione Comasina M3

L’apertura del parcheggio per biciclette di Cordusio M1 è solo l’ultimo di una serie di tasselli che fanno parte di un progetto più ampio di Atm e del Comune di Milano che ha l’obiettivo di creare un sistema di mobilità sempre più integrata. Questa ciclostazione si aggiunge infatti a quelle realizzate a Comasina M3 e Abbiategrasso M2, oltre alle rastrelliere installate nei parcheggi di Lampugnano M1, San Leonardo M1, Bisceglie M1, Molino Dorino M1 e Romolo M2. In totale sono 7.674 rastrelliere, con un incremento per quanto del 30 per cento rispetto al 2015, per 33.640 stalli bici. 

Fonte: Comune Milano

Continua la lettura con: La METRO fa tremare di nuovo la città: tutti i QUARTIERI COLPITI dalle vibrazioni

FABIO MARCOMIN

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La STAZIONE con le SCALE MOBILI sul SOFFITTO

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Credits awwusernameistaken IG - Wynyard Station

La scultura è stata realizzata per conservare il patrimonio storico dei trasporti urbani della città e creare un’opera di design che rappresenti una sorta di universo parallelo sopra le teste dei viaggiatori. Ecco dove si trova e come è stata realizzata.

La STAZIONE con le SCALE MOBILI sul SOFFITTO

# “Interloop” si trova nella stazione ferroviaria di Wynyard a Sidney

Credits: wikipedia.org – Entrata Wynard station

Una grande scultura installata presso la stazione ferroviaria di Wynyard è diventata una delle attrazioni più insolite a Sidney. Interloop, questo il nome dell’opera d’arte, ha riproposto i gradini delle scale mobili originali del sito che avevano trasportato migliaia di pendolari da e verso l’atrio principale della stazione, appendendoli sul soffitto. Il progetto ha richiesto sei mesi di progettazione, 12 settimane di fabbricazione e 48 ore consecutive di lavoro per l’installazione. In questo modo è stato possibile conservare una parte importante del patrimonio dei trasporti urbani di Sydney puntando sul design.

# La scultura pesa più di 5 tonnellate e intreccia 244 gradini di legno

Le storiche scale mobili in legno, sono state installate per la prima volta nel 1931 e per più di ottant’anni hanno servito i pendolari di Sydney. La loro estetica è rimasta intatta nel tempo e dopo la loro rimozione oggi costituiscono una sorta di universo parallelo situato sopra le teste dei passanti. La scultura misura più di 50 metri in lunghezza, sospesa da un lato all’altro dell’edificio, pesa più di cinque tonnellate e intreccia 244 gradini di legno provenienti dalle scale originali. Il suo aspetto ricorda l’aspetto di una fisarmonica ma è anche una stilizzazione delle scale mobili di una volta, in perfetto equilibrio tra passato e futuro. La descrizione dell’opera da parte di Chris Fox, l’artista che l’ha progettata: “un’interpretazione della condizione dei viaggiatori i quali, sulle scale mobili, si trovano ad essere al contempo fermi e in movimento, in un momento di pausa intermedia tra i viaggi passati e le avventure future.”

 

Continua la lettura con: Inaugurata la STAZIONE FANTASMA: si scende dal treno e ci ritrova in MEZZO al NULLA

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Elezioni tedesche, il giallo. “Non ci sarà un cancelliere prima del 2022. Mai dare morta Alternative für Deutschland. Linke? Serve una rifondazione”

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🛑 Arriva a Milano il parrucchiere GRATIS (ma non per tutti)

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credits: Corriere della sera

Un’iniziativa di Progetto ARCA che trasforma una delle sue sedi. Con l’intento di fare la differenza.

Arriva a Milano il parrucchiere GRATIS (ma non per tutti)

# Un salone di coiffeur per persone rimaste ai margini

credits: Progetto Arca

Progetto ARCA ha trasformato la propria sede di Via Sammartini in un vero e proprio salone di bellezza. Con l’aiuto di un centinaio di professionisti del settore, si prenderanno cura degli ospiti dei centri di accoglienza e di tutti gli assistiti da Arca che, ricordiamolo, è una Onlus che si occupa anche di assistenza a senzatetto. Per tutti questi cittadini, curati da Arca, sarà quindi possibile usufruire di servizio lavatesta, taglio, piega e tinta.

# La settimana della bellezza

credits: Progetto Arca

L’iniziativa vive grazie al prezioso contributo di Professional by Fama, che raduna prodotti e professionisti a disposizione gratuitamente. Il salone resterà attivo fino al 1 di ottobre, per quella che è una settimana dedicata alla bellezza in tutte le sue declinazioni. «Se percepiamo il bello, risuoneremo bellezza. E la bellezza accende il cambiamento», dice Alberto Sinigallia, Presidente di Arca. Ecco perché «prendersi cura di sé è fondamentale e lo è ancora di più quando si sta attraversando un momento di difficoltà».

# Cambiamento e riscatto?

credits: Corriere della sera

Il cambiamento auspicato dal Dr. Sinigallia potrebbe aver già coinvolto Emilio, un talentuoso parrucchiere finito in disgrazia 5 anni fa, quindi costretto ad usufruire degli aiuti ai senzatetto. Persa attività e casa per problemi di salute, Emilio ha ricostruito pian piano sé stesso, grazie anche alle associazioni come ARCA e, non appena recuperata un po’ di autonomia, ha deciso di mettere il suo talento a disposizione dei senzatetto di Milano.

L’ispirazione per la settimana della bellezza viene proprio dall’esperienza diretta di Emilio, ma non è l’unico modello a cui ha dato vita. Lo sponsor dell’evento, che ha scelto l’evento di ARCA per celebrare i suoi primi 40 anni, ha deciso di invitare Emilio nella propria azienda per offrirgli un’occasione professionale, aiutandolo a riaprire una sua attività e farlo tornare al lavoro che ama.

# L’ispirazione infinita

Un giovane inglese di nome Joshua ha iniziato qualche anno fa a girare per l’Europa, armato di pettine, forbice e specchio, per regalare ai senzatetto un taglio di capelli e un po’ di cura verso sé stessi. Da anni ormai Joshua gira l’Europa e l’America, armato di attrezzi taglia-barba o capelli e il suo tempo migliore, quello delle vacanze, per regalare un sorriso oppure un po’ di cura e dignità, ai cittadini che hanno perso tutto e vivono in estrema difficoltà. A sua volta ispirato dall’incontro con un ragazzo che faceva questo per le strade di New York City, da allora girano per il mondo prendendosi cura dei senzatetto. Non manca lo specchio, dentro al quale ammirare il nuovo volto ben curato di chi ha meno fortuna di noi. Sempre immancabile, ai fini informativi, la foto sui social, che gira al ritmo dell’hashtag #DoSomethingforNothing.

C’è poi Martina Marocchi, hairstylist che collabora con le Suore di San Girolamo, che accoglie sulla sua poltrona anche clienti che non la possono pagare. Questo dettaglio non fa alcuna differenza per Martina, che dichiara in un articolo di Sienanews «in un momento di difficoltà personale, sia economica che emotiva, mi sono trovata a pensare se fossi stata dall’altra parte. Cosa mi poteva accadere. Così ho deciso di aiutare i senzatetto».

# C’è anche il lieto fine

credits: Tik Tok

Infine c’è la storia che Jay Pro ha affidato a TikTok e che ha fatto il giro del mondo. Jay Pro è un parrucchiere che si è visto avvicinare da un senzatetto che gli chiedeva un dollaro. L’uomo stava raccogliendo soldi per pagare un taglio di capelli, una cura che gli avrebbe permesso di trovare un nuovo lavoro. Essendo del mestiere, Jay Pro non ci ha pensato due volte e si è messo all’opera per ridare un look dignitoso all’uomo in cerca di nuovo lavoro e nuove speranze. Missione compiuta! La trasformazione è stata talmente rivoluzionaria, che l’uomo ha trovato lavoro, cambiando la sua condizione in “ex” senzatetto, diventando una star del web.

 

Continua a leggere con:10 COSE da fare GRATIS a Milano

LAURA LIONTI

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Leggi anche: Comunali, Beppe Sala e la democrazia di Repubblica: 13 candidati, solo 3 a confronto

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5 INCANTEVOLI BORGHI dove ammirare il FOLIAGE AUTUNNALE

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Credits freeriderdomo63 IG - Macugnaga

Il foliage è uno spettacolo donato dai colori della natura da vedere almeno una volta nella vita. Ecco cinque borghi dove poterlo ammirare.

5 INCANTEVOLI BORGHI dove ammirare il FOLIAGE AUTUNNALE

#1 Il borgo di Barolo nelle langhe piemontesi

Credits mrlivingstonepics IG – Barolo

Tra le province di Asti e Cuneo c’è un borgo dove è possibile ammirare uno dei più beli paesaggi autunnali d’Italia: Barolo. Oltre al panorama sui vitigni delle langhe piemontesi, vale la pensa visitare il Museo del Vino all’interno del Castello Falletti e il curiosissimo Museo dei cavatappi.

 

Leggi anche: Barolo: la chiesa delle FIABE a un’ora e mezza da Milano

#2 Il borgo di Macugnaga circondato da una distesa di lariceti

Credits freeriderdomo63 IG – Macugnaga

Sempre in Piemonte c’è il borgo di Macugnaga nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola. Famoso per le testimonianze Walser che le hanno lasciato un importante patrimonio architettonico, sulle antiche vie si affacciano le tradizionali case in legno con le balconate a graticcio e i tetti ricoperti di pietra grigia. In autunno questo piccolo paesino a piedi del Monte Rosa diventa uno spettacolo per gli occhi grazie ai colori delle foglie di lariceti che lo circondano e scendono delle montagne.

 

Leggi anche: Il VILLAGGIO ITALIANO dove si parla un TEDESCO MEDIEVALE (a due ore da Milano)

#3 Il borgo medievale Canale di Tenno

Credits roby1199 IG – Canale di Tenno

Canale di Tenno è un piccolo borgo del Comune di Ville del Monte in provincia di Trento. Camminando attraverso le stradine lastricate e le caratteristiche casette in pietra si respira un’atmosfera medievale. Per godere di uno spettacolo scenografico autunnale imboccate il sentiero che giunge fino al lago di Tenno.

 

Leggi anche: 10 MAGNIFICI LAGHI del Trentino-Alto Adige che (forse) non conosci

#4 Il borgo di Renon, una terrazza sulle Dolomiti

Credits withlove.lys IG – Renon

Rimanendo in Trentino Alto Adige ci spostiamo in provincia di Bolzano, a Renon. Una vera e propria terrazza che si affaccia sulle Dolomiti, un agglomerato di case sparse sull’altopiano del Renon da cui si possono ammirare i magnifici colori delle foreste di faggi, larici, betulle e castagni.

 

#5 Il borgo di Torrechiara con il suo splendido maniero medievale

Credits: @castles_and_palaces
castello di torrechiara

Nella zona di Langhirano, in provincia di Parma, c’è il borgo medievale di Torrechiara con il suo splendido castello che sembra emergere dalle pagine di un libro di favole. Oltre a visitare lo storico maniero questo luogo è perfetto per godere il foliage autunnale in Emilia-Romagna

 

Leggi anche: I 7 CASTELLI più BELLI dell’Emilia Romagna

Fonte: Proiezioni di Borsa

Continua la lettura con: I BORGHI del VINO in Italia assolutamente da visitare

FABIO MARCOMIN

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Ricercatori Cern

La maggior parte di governi e accademie in tutti i paesi del mondo sviluppato anche se sono messi di fronte all’evidenza di una crescita che langue, continuano a insistere che l’innovazione scientifica ci potrà salvare.

Il settore definito come R&D, Research e Development, è sempre più considerato la panacea di tutti i mali.
Ma questo assunto così ampiamente diffuso ha una realtà sostanziale?
È vero che l’innovazione continua a produrre questi aumenti di produttività esponenziali?

Da una vasta ricerca condotta presso l’ufficio brevetti americano emerge l’esatto contrario: anche la produttività dell’innovazione scientifica è soggetta alla legge dei diminishing returns. In estrema sintesi cento anni fa un brevetto rendeva 100, oggi 100 brevetti rendono uno.
E questo lo si può capire in modo intuitivo.

Einstein, un uomo solo dentro il suo laboratorio, con un utilizzo limitato di risorse ha avuto un’intuizione che ha conseguito una applicazione ampissima. Lo stesso accadeva con Newton, Galileo, Edison, Pasteur, Copernico, Marconi e i tanti altri che sono stati i veri padri della modernità e che hanno rivoluzionato interi settori.

Oggi la ricerca di norma è costituita da centinaia di ricercatori che con l’utilizzo di tecnologie sofisticatissime dedicano anni per trovare il Bosone o una molecola Y che hanno un impatto molto settoriale e che spesso non ha neppure un’applicazione pratica.

In passato l’innovazione scientifica era caratterizzata da bassi costi e altissimi rendimenti. Oggi è l’opposto, caratterizzata da altissimi costi e bassissimi rendimenti. Che poi è la stessa dinamica che riscontriamo nel mondo fisico con risorse che costano di più e rendono sempre di meno.

Questo dimostra che si sta insistendo in maniera ossessiva e velleitaria in una direzione che non offre più soluzioni ai problemi che ci troviamo ad affrontare.

Il paradosso strettamente energetico è che per salvare risorse scarse si potrebbe giungere alla eliminazione di qualunque ricerca. Almeno in questa direzione.

Continua la lettura: Il contadino che volle mangiare la verdura senza coltivarla

LA FENICE

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L’esondazione dello stato

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Atlantide

Nelle campagne per i diritti civili, in particolare contro la pena di morte e le politiche di discriminazione, gli attivisti si appellavano al principio ontologico per cui non è lo Stato a darci la vita e quindi lo Stato non può toglierla.

La vita è su un piano diverso rispetto allo Stato. Lo Stato è organizzazione di una comunità, mentre la vita è proprietà esclusiva di un individuo. Tra le due cose non ci può essere una interferenza in quanto sono su due piani completamente diversi. Sarebbe come se lo Stato volesse autorizzare il tipo di frutti prodotti da un albero o regolamentare per legge i fenomeni atmosferici.

Quando una persona nasce sulla terra non richiede alcuna autorizzazione, è un fatto in sé anche se lo Stato si affretta a registrarlo all’interno delle sue strutture di controllo. Lo Stato può certificare alcuni aspetti della vita ma non può pretendere di autorizzarli.

Autorizzare libertà che sono per l’atto stesso di nascere di esclusiva pertinenza di ogni individuo significa compiere un furto e trasformare la vita in un oggetto.

Dopo l’esondazione dello Stato di questo ultimo anno e mezzo è fondamentale che esso ritorni nel suo alveo e che vengano alzati argini alti a sufficienza per prevenire una nuova esondazione.

Continua la lettura con: L’unica e inevitabile rivoluzione politica che ci attende

MILANO CITTA’ STATO

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Leggi anche: Moriremo tutti democristiani. O, se ci va bene, liberali

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🛑 I VIDEO del secondo giorno di protesta sulle AUTOSTRADE

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28 settembre. Prosegue la protesta dei camionisti contro il Green Pass obbligatorio che consiste nel rallentare la marcia con i loro mezzi pesanti a 30 km/h in diversi tratti della rete autostradale italiana. La manifestazione è stata indetta per protestare contro l’estensione dell’obbligo delle certificazione verde nel mondo del lavoro a partire dal 15 ottobre. 

La protesta è stata indetta “a oltranza” fino a eliminazione del Green Pass per tutti i lavoratori e ai camionisti si sono aggiunti anche degli automobilisti. Vediamo la seconda giornata di proteste in alcuni video raccolti su Telegram.

🛑 I VIDEO del secondo giorno di protesta sulle AUTOSTRADE

# VideoGallery: video in successione dalle autostrade (clicca qui sotto)

# Segnalazioni di traffico sul sito di Autostrade per l’Italia

Continua la lettura con: I VIDEO della PROTESTA dei CAMIONISTI

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Big Tech e la guerra di Xi Jinping: il panico dei mercati su Alibaba, Tencent&Co è esagerato?

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Quali sono le MIGLIORI AZIENDE dove lavorare in ITALIA?

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Credits: investireoggi.it Ferrari

In anni di crisi economica come sono quelli che stiamo affrontando, una bella classifica delle migliori aziende italiane può sicuramente aiutare.

Quali sono le MIGLIORI AZIENDE dove lavorare in ITALIA?

Anche quest’anno la piattaforma digitale Statista ha stilato una classifica del migliore datore di lavoro italiano. Prendendo in considerazione 400 aziende, tra medie imprese e multinazionali, oltre a quelle del settore pubblico, quali ospedali, università e centri di ricerca, è stata stilata una classifica delle aziende italiane dove converrebbe lavorare. È stato chiesto a decine di migliaia di dipendenti di rispondere a domande sull’azienda dove lavorano, tra le domande più importanti “Su una scala da 0 a 10, con quanta probabilità raccomanderebbe la sua azienda ad un conoscente o familiare?”. Da qui è stato possibile creare una classifica generale e altre suddivise per categorie economiche. Ecco la generale.

#1 Heineken

Credits: mark-up.it
Heineken italia

In Italia la migliore azienda dove lavorare è proprio quella del famoso marchio olandese che produce birre. Con un bel 9 in pagella, guida la classifica.

#2 Ferrero

Credits: ferrero.it
Ferrero italia

La seconda impresa dove si lavora meglio in Italia è proprio italiana. La Ferrero si guadagna la seconda posizione, ma non solo. Tre suoi prodotti, infatti, Kinder, Nutella e Ferrero Rocher, rientrano nella classifica dei migliori marchi italiani per l’anno 2021.

#3 Ferrari

Credits: investireoggi.it
Ferrari

Con un punteggio di 8,95 la Ferrari è in terza posizione ma è leader indiscusso nel settori “automobili e costruzioni di veicoli, industria della difesa ed indotto”.

#4 Banca d’Italia

Credits: it.wikipedia.org
Palazzo della Banca d’Italia

Primo posto nella categoria riservata a “Banche, assicurazioni e servizi finanziari”, ma quarto posto nella classifica generale per la Banca d’Italia.

#5 Microsoft

Credits: investireoggi.it
Microsoft

Anche la Microsoft si aggiudica il primo posto nella sua categoria “Internet, IT e Comunicazione”, ma arriva quinta nella classifica delle migliori aziende italiane.

#6 Apple

Credits: telefonoitalia.com
Apple italia

La Apple arriva dopo la Microsoft sia nella categoria tecnologica sia nella classifica generale. Si posiziona, infatti, rispettivamente al secondo e sesto posto.

#7 Scuola Normale Superiore di Pisa

Credits: pisatoday.it
Scuola Normale

Prima università all’interno della classifica è la Normale di Pisa. Si posiziona al settimo posto con un punteggio di 8,84.

#8 Politecnico di Milano

Credits: @ahmadataei20
Politecnico di Milano

Subito dopo la Normale di Pisa, ecco un’altra università, questa volta milanese. All’ottavo posto nella classifica generale delle migliore aziende italiane dove trovare lavoro c’è il Politecnico di Milano.

 #9 Barilla

Credits: parma.repubblica.it
Barilla

Terzo posto nel suo settore “prodotti alimentari e bevande”, ma entra nella top 10 della classifica generale.

#10 Decathlon

Credits: lavorare.net
Decathlon

Con un voto pari a 8, al decimo posto c’è Decathlon. Azienda che, però, conquista il primo posto nella categoria riservata ad abbigliamento, accessori, calzature ed abbigliamento sportivo.

Continua la lettura con: CV MAP 2021: l’azienda migliore dove trovare lavoro per ogni fermata della metro

BEATRICE BARAZZETTI

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Leggi anche: “Abbiamo bisogno di donne nelle leadership: la riforma della parità di genere non più rinviabile”

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Il borgo super COLORATO sulle sponde del PO a due ore da Milano

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Credits: @ ilgrandefiume IG

Quella di un piccolo borgo in provincia di Mantova è una storia che parte da tempi lontani, dal II secolo d.C, quando Galli ed Etruschi si stanziarono sulle zone padane, successivamente vi furono i Romani e infine passò sotto il dominio della famiglia Gonzaga fino al 1707. Qui la vita prosegue secondo il ritmo tranquillo, ma mai noioso, della campagna, mantenendo tutto il suo fascino storico.

Il borgo super COLORATO sulle sponde del Po

# Il gioiello dei Gonzaga

credits: @terredilombardia IG

Grazie alla sua bellezza e al suo passato ricco di storia, il piccolo borgo di Pomponesco affacciato sulla riva sinistra del fiume Po, si è aggiudicato un posto nella classifica dei “Borghi più belli d’Italia”. Passato di man in mano da Etruschi, Galli e romani, a forgiare questo borgo-gioiello però, sono stati i Gonzaga.

redits: @terredilombardia IG

Fu proprio Giulio Cesare Gonzaga a modificare Pomponesco nel 1579 per plasmarla in quella che per lui era la città ideale. Stravolse la quiete della cittadina, stabilendovi così la sua residenza e portando con sé la sua corte.

# Ha suggestionato perfino i grandi registi

credits: @ogliopo_land
IG

Il borgo, dunque, fu testimone di una serie di riordini urbanistici che lo portarono ad assumere la tipica architettura “gonzaghesca” con un castello esagonale in pieno centro da cui partivano due direttrici che suddivisero l’abitato in quattro aree distinte e simmetriche, le quali sono visibili tutt’oggi.

Il castello purtroppo fu demolito dai Francesi sul finire del Settecento e al suo posto vi è stata costruita la piazza XXIII Aprile, la più importante del borgo. La Piazza, “simmetrica e teatrale” tale da suggestionare perfino grandi registi come Zavattini, Bertolucci e Soldati, è circondata da portici e palazzi storici dove un tempo soggiornavano i cortigiani.

# Casette colorate e un’atmosfera bucolica

credits: @alfredogazaniga1 IG

Nonostante non sia tanto grande, il borgo di Pomponesco ha una sostanziosa offerta culturale. Nella piazza principale, svettano le torri campanarie del Palazzo Comunale e della Chiesa di Santa Felicita e dei Sette Fratelli Martiri, restaurata nell’Ottocento, e il Palazzo Cantoni.

La Piazza XXIII Aprile si apre, poi, in un’ulteriore piazzetta che porta al caratteristico porticciolo e all’argine del fiume. Vi si può trovare anche lo splendido Teatro 900, il tipico teatrino di paese che oggi rappresenta un gioiello da preservare. Ma quello che attira ancora di più l’attenzione, sono le numerose casette colorate e vivaci attorno al centro storico che sembrano uscire da un dipinto, creando un’atmosfera antica, quasi bucolica.

Continua a leggere con: Fontanellato: il BORGO a COLORI

SELENE MANGIAROTTI

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In Centrale l’INSTALLAZIONE del WWF per metterci la faccia

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Credits: milano.repubblica.it Climate Wall

In occasione della Pre-Cop26 di Milano, che inizierà giovedì 30 settembre e terminerà sabato 2 ottobre, ma che ha già visto partire alcune iniziative e incontri, a Milano Centrale è comparso un muro di selfie per metterci la faccia.

In Centrale l’INSTALLAZIONE del WWF per metterci la faccia

# L’installazione per la Pre-Cop26

Credits: milano.repubblica.it
Climate Wall

Quest’anno è l’anno della Cop26 di Glasgow, Scozia, ma anche della Pre-Cop milanese. Nei prossimi giorni ci si riunirà per parlare del problema dei cambiamenti climatici e cercare di trovare una soluzione. E se nella città meneghina è già giunta la famosa ragazza che si batte per un mondo più pulito e per il diritto al futuro della sua generazione, stiamo parlando di Greta Thunberg, intanto a Milano è comparsa un’installazione che in qualche modo permette a tutti di metterci la faccia. Il WWF ha, infatti, installato in stazione Centrale, sull’iconico jumbo led in Galleria dei mosaici, il primo Climate Wall.

# Mettici la faccia

Credits: @wwfitalia
Climate Wall

Uno schermo gigante composto da moltissime fotografie, o meglio selfie. Ieri, 28 settembre, l’ingresso dei gate di Stazione Centrale ha mostrato il volto di tutti coloro che vogliono agire contro questa crisi climatica che sembra essere già arrivata al punto di non ritorno. Per apparire sul primo Climate Wall non era difficile. Bastava scaricare la app per Ios e Android “Climate wall” e inviare la propria foto. Insieme ai centinaia di selfie c’erano poi anche immagini degli effetti dei cambiamenti climatici sul Pianeta.

Non solo persone comuni hanno aderito all’iniziativa, ma durante la giornata sono apparsi anche volti noti al pubblico: i campioni sportivi, che hanno reso tanto orgogliosa l’Italia quest’anno, ci hanno messo la faccia. Stiamo parlando degli atleti della Nazionale femminile e maschile di pallavolo, il cestista Gigi Datome, Valentina Vignali e Bruno Cerella, il tennista Lorenzo Sonego e la campionessa del mondo di ginnastica artistica Vanessa Ferrari.

# Anche il WWF grida

Credits: milano.repubblica.it
Wwf Stazione Centrale

A Milano saranno i giovani a parlare, a Glasgow i negozianti dell’ONU. Ma nella Youth Cop meneghina (“Youth4Climate: Driving Ambition) è già venuto fuori quanto i giovani siano attivi su questo tema, perché è loro il futuro messo in pericolo. Insieme ai giovani, quindi, si mette a gridare anche il WWF con la sua campagna GenerAzione Clima, che parla con il linguaggio di quella generazione Z, nati dopo il 2000, poco ascoltata. Così sul Climate Wall chi ci ha messo la faccia vuole far sentire la propria voce ai governi, affinché agiscano con urgenza e cerchino di azzerare le emissioni di CO2 ben prima del 2050.

Continua la lettura con: MOTHER EARTH, a Milano l’opera che invita a RICONNETTERSI con il SUOLO

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Leggi anche: “La ripresa sta arrivando, il Salone del Mobile un momento magico per Milano”

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Il contadino che volle mangiare la verdura senza coltivarla

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Il nostro modello di sviluppo è viziato da due problemi di fondo.

Il primo è l’illusione della crescita infinita in un pianeta finito.
Se lasci credere che il progresso, l’innovazione, l’ingegno umano non hanno costrizioni fisiche cadi nel peccato della superbia, sei “super bios”, credi di essere al di sopra delle leggi della natura.

Questa è la hybris, la perdita di consapevolezza che siamo all’interno di un sistema armonico e coordinato, e quindi che dobbiamo sottostare a leggi fisiche e, forse, anche a leggi metafisiche. Questo è il vulnus da cui nascono tutte le conseguenze.

Il primo problema è dunque una falsificazione della realtà e della percezione dell’uomo all’interno di questa realtà.

Il secondo problema, che discende direttamente dal primo, è un modello economico completamente falsato.
La teoria economica classica e moderna nasce come forma di superbia, con un’astrazione completa e separata dalla realtà fisica dalla quale invece dipende. Perchè il pensiero è il riflesso di una dimensione fisica: non è un economista che fa funzionare la realtà ma è la realtà che fa funzionare un economista. Sembra una battuta ma è il punto fondamentale.

Nel momento in cui sono falsate le premesse, di crescita infinita e di ruolo dell’uomo al di sopra delle leggi della natura, si arriva all’illusione di una economia dei consumi che è una contraddizione in se stessa, perché non esiste che si possa consumare senza produrre o creare, sarebbe come spendere senza guadagnare, come se a un contadino gli si dicesse di mangiare la verdura senza coltivarla.

Siamo in una forma di paradosso che deriva da queste false premesse. Nel momento in cui non ritorni a rivedere la premessa di base si casca inesorabilmente nel precipizio.
Il problema non è che siamo in troppi, ma il problema è che questi 8 miliardi vivono nel pianeta sfruttando ogni risorsa come se fossimo 100 o 1000 volte di più, perché siamo diventati così idioti e arroganti da essere capaci di credere che il nostro pensiero sia capace di infrangere le leggi della fisica.

Per ripensare un modo nuovo di stare al mondo il primo passo è quello della consapevolezza del problema e dei limiti della razionalità umana.
Bisogna accettare la morte della nostra civiltà, fondata su un modello di sviluppo raziocentrico e illusorio, e aprirci con umiltà alle leggi della natura che governano il mondo, esseri umani compresi.

Perché la premessa del domani può essere proprio in ciò che noi non possiamo comprendere, nel senso che la nostra razionalità ha esaurito i limiti dell’indagine.

Continua la lettura con: L’ipnosi di massa per impedirci un sogno più grande

LA FENICE

NEW: Vuoi partecipare ai prossimi incontri della #fenice? Manda una mail a info@milanocittastato.it (oggetto: La Fenice: un nuovo incontro)

copyright milanocittastato.it

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🛑 Anche il GIAPPONE pone FINE all’EMERGENZA COVID

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Tokyo

Il primo ministro giapponese Yoshihide Suga porrà fine allo stato di emergenza alla fine di settembre. Intanto alcuni Stati europei sono già tornati alla normalità pre-pandemia. La situazione aggiornata.

Anche il GIAPPONE pone FINE all’EMERGENZA COVID

# Giovedì 30 settembre scadrà lo stato di emergenza e non verrà rinnovato nonostante solo il 50% della popolazione vaccinata

Credits trending_beatss IG – Yoshihide Suga

Il primo ministro giapponese Yoshihide Suga ha dichiarato che martedì il suo governo prenderà una decisione formale, seguendo le indicazioni di un gruppo di esperti in malattie infettive e altri campi, per porre fine allo stato di emergenza COVID-19 che copre Tokyo e 18 prefetture oltre a un quasi stato di emergenza per otto regioni.

In scadenza giovedì 30 settembre lo stato di emergenza non verrà rinnovato visto il sensibile calo dei contagi. Le parole del premier nipponico: “Il numero di nuovi pazienti con coronavirus è drasticamente diminuito, quindi capisco che la situazione sta migliorando in questo senso”. Ieri 27 settembre sono stati segnalati 1.147 casi di infezione a livello nazionale. Sulla scelta non ha influito invece l’andamento della campagna vaccinale che in Giappone ha raggiunto solo il 50% della popolazione.

Fonte: Agenparl

# Dal Regno Unito alla Svezia, i paesi europei ritornati alla normalità

Credit money.it – Percentuale copertura vaccinale sul totale della popolazione vaccinabile nei paesi Europei

Diversi Paesi europei sono tornati alla normalità pre-pandemia togliendo tutte le restrizioni e considerando il Covid come una malattia normale, anche con coperture vaccinali differenti. Vediamo le decisioni di Regno Unito, Danimarca, Norvegia e Svezia:

  • Il Regno Unito ha fatto marcia indietro sull’introduzione del Green Pass per l’accesso ai locali notturni e ai grandi eventi. Il segretario alla salute Sajid Javid ha motivato la scelta motivando la scelta per l‘alta quota di vaccinati, oltre l’81% dell’intera popolazione Over 16 è già immunizzata con 2 dosi, i test di tracciamento, la sorveglianza e le nuove cure disponibili. Il 19 luglio, nel Freedom Day, erano già cadute tutte le restrizioni.
  • La Danimarca è stata la prima nazione in Europa a introdurre il Green Pass ad aprile e la prima a toglierlo il 10 settembre. In quella data sono cadute definitivamente tutte le restrizioni anti-Covid, compreso obbligo di mascherina anche sui mezzi pubblici e distanziamento sociale, con il 75% della popolazione vaccinata.
  • Dopo 561 giorni di restrizioni la premier uscente della Norvegia Erna Solber ha annunciato il ritorno alla normalità. Dal 25 settembre è caduto l’obbligo di distanziamento sociale, la mascherina solo sui mezzi pubblici se necessaria, e sono state azzerate le limitazioni di capienza nei locali. Inoltre non saranno più previste quarantene e altre restrizioni per chi entrerà nel Paese dallo spazio Schengen, dal Regno Unito e dalla Svizzera. La campagna vaccinale ha raggiunto il 75% della popolazione.
  • Infine la Svezia che fin dall’inizio della crisi ha adottato la strategia di lasciare ai cittadini la libertà di scegliere, non imponendo alcun lockdown, mascherine all’aperto e al chiuso, sia nei locali che nei mezzi pubblici, ma fornendo solo raccomandazioni riguardo il distanziamento sociale e le regole di igiene personale. Non ha mai introdotto nemmeno il Green Pass. Dal 29 settembre verranno tolte le poche misure restrittive introdotte, come le limitazioni di capienza per eventi e altre luoghi di potenziale assembramento, mentre rimarranno le raccomandazioni basilari. La quota di persone vaccinate con due dosi è arrivata al 63,4%.

L’Italia risulta ancora in controtendenza nonostante con la copertura vaccinale sia solo dietro al Regno Unito. Mentre altri paesi considerano il Covid come una normale malattia, l’Italia è stato l’unico Paese ad arrivare all‘introduzione del Super Green Pass, che sarà in vigore dal 15 ottobre e sarà obbligatorio per tutti i dipendenti pubblici e privati, e a un ulteriore rinnovo dello Stato di Emergenza fino a (almeno) il 31 dicembre 2021. 

Leggi anche: MODELLO SVEZIA: no green pass e libertà totale contro il virus, ma SOLO UN MORTO AL GIORNO nell’ultimo mese

Continua la lettura con: UK: NO al PASS. E la Danimarca: “il Covid sarà trattato come una malattia normale”

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: La “bolla” dei container fa saltare il Natale in Occidente

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L’unica e inevitabile rivoluzione politica che ci attende

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Perché la libera concorrenza possa produrre vantaggi per tutti i consumatori occorre che si impedisca la formazione di posizioni dominanti.
Per questo ci sono gli organi antitrust, per evitare che chi ha più potere si trasformi in un monopolista, perché a quel punto i produttori più forti non sono più al servizio del mercato ma è il mercato che subisce il loro abuso di potere.

In politica si sta assistendo a un analogo processo. I governi stanno accelerando sempre più verso un accentramento di poteri, scavalcando gli organi istituzionali che dovrebbero bilanciare eventuali eccessi della loro autorità. Una tendenza che sta avvenendo a livello nazionale, in particolare in Italia, sia a livello internazionale, in cui si cerca di accentrare nelle mani di un organo sovranazionale il potere sui singoli stati e sui cittadini.

Questo sta venendo dipinto come qualcosa di positivo, ma in realtà segue la stessa dinamica della formazione di ogni monopolio: tanto più si crea una posizione dominante tanto più si tende all’abuso di potere di tale posizione. E quindi è inevitabile che accentrare ogni potere nelle mani dei governanti determini come conseguenza che invece di governare nell’interesse dei cittadini siano i cittadini a subire il dominio e l’abuso del potere del governante.

In mancanza di un organo antitrust nella politica che impedisca l’accentramento di potere in una posizione dominante, l’unico antidoto rimane la stessa logica che avviene nello scambio online attraverso il peer to peer. Occorre la diffusione di un movimento di cittadini che a livello politico rivendichi un sistema non gerarchico ma diffuso, strutturato come una rete e che eviti la formazione di posizioni di dominio eccessivo. Un sistema più flessibile, capace di adattarsi a ogni situazione e che rimetta al centro ogni cittadino nel suo ruolo di protagonista e di responsabilità all’interno della società.

Forse una politica sana è come una concorrenza davvero libera sui mercati, dove ci siano molti leader in ogni ambito sociale e in cui non ci sia nessuno che possa sottomettere tutti gli altri al proprio potere.
Questa forse è l’unica e inevitabile rivoluzione che ci attende.

Continua la lettura con: In Italia sta nascendo una nuova coscienza popolare? 

MILANO CITTA’ STATO

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Leggi anche: Greta Thunberg? No, ora c’è Vanessa: è lei la nuova stella del clima

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I VIDEO della PROTESTA dei CAMIONISTI

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Blocco autostrada foto

27 settembre. E’ iniziata la protesta dei camionisti contro il Green Pass obbligatorio. Lungo la rete autostradale italiana hanno guidato i mezzi pesanti procedendo a 30 km/h. La manifestazione è stata indetta per protestare contro l’estensione dell’obbligo delle certificazione verde nel mondo del lavoro a partire dal 15 ottobre. I problemi dicono sono soprattutto per quelli di loro che entrano ed escono dal Paese e per i trasportatori che arrivano dall’estero, dove non usano il Green Pass.

“Durante il lockdown noi abbiamo continuato a lavorare per fornirvi cibo anche nell’emergenza. Ora scendiamo in strada per difendere i diritti di tutti”, ha dichiarato un autotrasportatore. La protesta è stata indetta “a oltranza” fino a eliminazione del Green Pass per chi lavora. Ecco come è andata la prima giornata di proteste in alcuni video raccolti su Telegram.

I VIDEO della PROTESTA dei CAMIONISTI 

# VideoGallery: video in successione dalle autostrade (clicca qui sotto)

# FotoGallery:

# Segnalazioni delle manifestazioni sul sito di Autostrade per l’Italia

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FABIO MARCOMIN

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MOTHER EARTH, a Milano l’opera che invita a RICONNETTERSI con il SUOLO

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Sisterhood. Opera di Federico Clapis

Il suolo, “una risorsa non rinnovabile limitata, ecologicamente ed economicamente preziosa, nonché essenziale per la vita”. Federico Clapis, artista e youtuber, sa bene quanto le risorse del Pianeta siano a rischio e per questo ha deciso di realizzare e presentare a Milano un’opera legata all’importanza di madre natura.

MOTHER EARTH, a Milano l’opera che invita a RICONNETTERSI con il SUOLO

# Greta arriva in città

Credits: milano.repubblica.it
Mother Earth

Un busto di una donna in malta cementizia e un cavo elettrico che fuoriesce dal suo ventre. Questo è il nome dell’ultima opera del 34enne Federico Clapis intitolata “Mother Earth”. Si tratta di una scultura che invita gli spettatori a riconnettersi con il suolo, risorsa ormai non rinnovabile. È proprio attraverso l’energia generata dall’uomo che può ricrearsi un legame reciproco.

L’opera, richiesta dalla Fondazione Re Soil, è stata presentata il 24 settembre al giardino condiviso ParteciPrato, all’angolo tra via Faravelli e via Gattamelata, ed è stata realizzata in occasione della Pre-Cop26 che si terrà proprio a Milano. La città meneghina ospiterà infatti, dal 30 settembre al 2 ottobre, il Summit sui cambiamenti climatici in cui sarà presente anche Greta Thunberg.

# Una rottura con il mondo, un cavo per riconnettersi

Credits: huffingtonpost.it
Mother Earth

L’opera vuole segnare una rottura con l’epoca chiamata antropocene, governata da un uomo che fa pesare le sue attività su tutto il pianeta Terra. Il cavo infatti trasmette inquietudine, è completamente estraneo al corpo femminile da cui esce. È grande, ingombrante, ma allo stesso tempo è un cavo elettrico e, come dice l’artista, “il cavo industriale, poi, in qualità di mezzo di trasmissione dei dati del nostro DNA, porta idealmente nel suolo le informazioni necessarie ad aiutarci a trovare una nuova direzione, immaginando che la terra sia pronta a restituirci una nuova consapevolezza e un nuovo approccio alla vita stessa”.

Continua la lettura con: 🛑 “METTITI nelle MIE SCARPE”: in arrivo a Milano una grande opera esperienziale. Ecco quando e dove vederla

BEATRICE BARAZZETTI

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🛑 La METRO fa tremare di nuovo la città: tutti i QUARTIERI COLPITI dalle vibrazioni

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credits: milano.corriere.it

Milano trema. Le vibrazioni e le oscillazioni della metropolitana hanno raggiunto il livello della strada e causato disagio anche ai residenti di alcuni palazzi vicini alle stazioni.

Vediamo cos’è successo e quali sono le zone colpite.

La METRO fa tremare di nuovo la città: tutti i QUARTIERI COLPITI dalle vibrazioni

# Le scosse hanno raggiunti i piani alti dei palazzi

credits: milano.corriere.it

Sono state raccolte diverse segnalazioni da parte di alcuni residenti dopo aver avvertito vibrazioni e scosse fino ai piani più alti dei palazzi vicino alla metropolitana. Il fenomeno è causato dal via vai sotterraneo dei treni, ad ogni passaggio una scossa percepita anche in appartamenti a 30 metri di altezza. “È come avere azionato in casa un martello pneumatico ad ogni passaggio del metrò”, così viene descritta da alcuni cittadini.

# Non è la prima volta

credits: 10alle5 Quotidiana

Questi disagi erano già stati segnalati nel 2019 quando ATM e MM, insieme al Politecnico avevano istituito un tavolo tecnico per poter capire cosa causasse il problema e trovare delle soluzioni, pianificando anche delle manutenzioni straordinarie. Si parlava di rigidità dell’armamento, di usura anomala dei binari, di curve del tracciato e di acqua in galleria, ma a distanza di due anni, il problema si ripete e tornano le segnalazioni, questa volta più insistenti.

Paolo Talenti racconta: “Le vibrazioni sono ricominciate dalla fine di agosto, proprio sopra una delle “curve” della M2. Sono un po’ diverse da prima. C’è stato un periodo di alta frequenza dei tremolii, poi sono diminuiti ma è aumentata l’intensità. E consideriamo che il mio appartamento sta a 30 metri d’altezza”.

# Tutte le zone colpite

credits: milano.corriere.it

Le scosse e i rumori sembrano aver colpito maggiormente la tratta della M1, la rossa, con ben 35 segnalazioni: 16 segnalazioni lungo il tratto Sesto Marelli-Sesto Rondò, 5 tra Gorla e Pasteur, 6 a Loreto. Altre arrivano dalle fermate comprese tra Cadorna e Lotto. Sulla verde (M2) invece sono 5 le segnalazioni, tra Caiazzo e Loreto e tra Moscova e Lanza. Alcune segnalazioni sono arrivate anche dalla M5, tra le fermate di Zara, Marche e Segesta.

# Le cause forse nella falda acquifera

credits: La Repubblica

L’ingegnere Giorgio Campolongo parla delle possibili cause scatenanti del disagio, facendo riferimento alla “marezzatura” delle rotaie, la quale richiederebbe treni speciali e attività di manutenzione, e alla falda acquifera, il cui livello si è innalzato negli ultimi anni. “Il continuo movimento di acqua potrebbe essere anche uno dei fattori alla base del problema vibrazioni: con il venir meno dei «cuscinetti» d’acqua nel terreno, rumore e scosse potrebbero non essere più attutiti”.

Sono già stati avviati i lavori di ATM per l’impermeabilizzazione delle gallerie, ma la presenza d’acqua e umidità, forse, è solo una delle tante cause del problema.

Fonte: Milano corriere

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SELENE MANGIAROTTI

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