Credits libreriadellosport FB - Messaggio chiusura Libreria dello Sport
Un altro doloroso addio in città, l’unica libreria nel suo genere in Italia. Questo luogo di culto per gli appassionati di letteratura sportiva chiude per sempre i battenti. Ecco la sua storia.
🛑 Triplice fischio: chiude la storica LIBRERIA dello SPORT
# Dopo quasi 40 anni finisce un’era, chiude la “Libreria dello sport”, un luogo di culto per gli appassionati di letteratura sportiva
Credits libreriadellosport FB – Messaggio chiusura Libreria dello Sport
La Libreria dello Sport di via Carducci a Milano, dopo quasi 40 anni di attività, chiuderà i battenti. Fondata nel 1982 da Paolo Frascolla, alla fine di questo mese smetterà di essere un punto di riferimento per la cultura e lo sport in città, un vero luogo di culto per gli appassionati di letteratura sportiva. È stata uno dei primi book-shop dedicati a un unico genere letterario in Italia ed era l’unica libreria in Italia specializzata nello sport. Il messaggio di addio sulla pagina facebook del negozio: “Alle soglie del quarantesimo anno di attività, il triplice fischio dell’arbitro ha sancito la fine del match. Non sono bastati i tempi supplementari. Il negozio di via Carducci a Milano chiude. Ringraziamo tutti voi che ci avete supportato in questi anni“.
# Dall’e-commerce alla creazione della casa editrice
Credits libreriadellosport FB – Libri
Nella sua lunga storia la libreria si è evoluta, aprendo l’e-commerce su Ebay negli anni ’90 e diventando anche casa editrice. Tra le sue pubblicazioni biografie e autobiografie dei campioni dello sport, manuali di didattica delle discipline sportive e narrativa sportiva.
# La svendita prima della chiusura
Credits libreriadellosport FB – Libreria dello Sport
Prima che la Libreria dello Sport chiuda per sempre, gli affezionati e non potranno acquistare le rimanenze di magazzino con sconti tra il 50 e il 75 per cento. Tra i titoli disponibili ci sono quelli dedicati alla storia dello sport, delle singole discipline, dei campioni e delle squadre. Non mancano poi veri e propri romanzi a tema sport o lavori dedicati alle culture che gravitano intorno allo sport e al tifo, fino a testi più tecnici come quelli legati alla medicina sportiva, alla scienza applicata allo sport, alla legislazione sportiva e anche i manuali di allenamento fisico.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Il posto più remoto della Terra, quello più freddo, i più avventurosi da raggiungere, il centro amministrativo più a Nord del mondo o l’isola dove i giornalisti devono dichiarare di dire la verità. Quali sono i posti più isolati del pianeta abitati dall’essere umano? E come si può raggiungerli?
I 5 LUOGHI più sperduti del MONDO e come raggiungerli
# Staccare la spina
Credits: @istrazujemo_ostrva IG
Il sogno di sempre, la vacanza perfetta in un luogo completamente diverso da quello di provenienza, isolato dal resto del mondo e in cui farsi avvolgere da culture completamente alternative alla nostra.
Questo ed altro si può ottenere in quelli che sono considerati gli insediamenti urbani più remoti di tutta la Terra. Distanti da tutto, perfino da sé stessi, ognuno può offrire esperienze di rottura rispetto agli altri, hanno due caratteristiche in comune: si possono raggiungere, alcuni più facilmente di quanto si creda, ma soprattutto offrono l’ambiente perfetto per staccare la spina dalla vita di città.
# 1 L’isola del Bounty: 1 volo alla settimana + viaggio in nave (solo 4 volte all’anno) che dura 32 ore
Credits: @pitcairnislandstourism IG
Le isole Pitcairn sono di bandiera Britannica e si trovano al centro dell’Oceano Pacifico, a migliaia di chilometri dalle isole più vicine, Tahiti o l’Isola di Pasqua, nonché a metà strada tra la Nuova Zelanda e il Cile. Non esiste in mezzo al mare un luogo più remoto delle Pitcairn, che sono le 4 isole su cui si sono rifugiati gli ammutinati del Bounty quando si sono ribellati al loro comandante nel 1789. Capitale è Adamsworth, che vanta una bassa densità abitativa, circa 15 abitanti per km².
A Pitcairn si arriva solo via mare, passando prima da Tahiti per poi fare tappa all’isola di Mangareva, con un volo che passa una sola volta a settimana. Il viaggio diventa avventuroso perché occorre raggiungere il villaggio di Rikitea, approdo dell’imbarcazione Claymore II, che parte ogni tre mesi per raggiungere Pitcairn in un viaggio in mare che dure circa 32 ore.
# 2 Il posto più freddo della Terra: 7 ore di volo da Mosca + 5 giorni in auto
Ojmjakon Credits: @andrea_grimaldi__ IG
Con le sue temperature rigide, che in inverno scendono sempre sotto i 50 gradi sotto zero, con punte storiche di -71,2°C un secolo fa o un più “modesto” -62°C registrato anni fa, Ojmjakon detiene il record assoluto di città abitata più fredda del pianeta.
In inverno tutto a Ojmjakon congela. Capita all’acqua corrente, che per vivere si ottiene sciogliendo i blocchi di ghiaccio messi a disposizione dalla natura, i motori delle automobili, che quando sono in funzione non devono mai essere spenti se non a destinazione, per finire con le parti del corpo, come ciglia, sopracciglia e la saliva.
Ojmjakon, scritto anche Oymyakon, è in Siberia nella regione della Jacuzia e la popolazione residente di circa 800 abitanti, ha fatto del freddo una ragione di vita.
Alcuni intrepidi esploratori ne hanno fatto anche una ragione di viaggio spingendosi fino a questo villaggio, per essere ospitati dai residenti e condividere con loro le meraviglie dell’inverno e le temperature più estreme per l’esser umano.
Per arrivarci bisogna fare 7 ore di volo da Mosca a Yakutsk. Poi 5 giorni di guida.
L’arcipelago delle Kerguelen si trova nell’Oceano Indiano, ad oltre 3.300 Km dalla terra più vicina che è il Madagascar. Di bandiera francese, è di sicuro il posto più difficile da raggiungere. Non c’è un aeroporto e per raggiungerla c’è solo un traghetto che parte una volta ogni 3 mesi dall’Isola di Riunion, distante 28 giorni di navigazione.
Si dice che alle Kerguelen non ci sia un giorno senza pioggia, ma nemmeno uno senza sole, per questo presenta le condizioni ideali per la stazione meteorologica e di ricerca presente sull’isola, che non offre altre possibilità di civilizzazione a dispetto del paradiso in cui si trova.
Il nome dell’arcipelago è stato dato dal suo scopritore, l’Ammiraglio Joseph Yves de Kerguelen Trémarec. Convinto di portare l’equipaggio alla scoperta del paradiso terrestre, al ritorno da un luogo plumbeo e inospitale è stato incarcerato per 6 lunghi anni, come punizione per non aver portato i tesori promessi.
# 4 Tristan de Cunha, 6 giorni di nave da Cape Town
Tristan Credits: @istrazujemo_ostrva IG
Un altro arcipelago, ritenuto dagli esperti il più remoto del pianeta e che si trova nell’Atlantico, al largo del Sud Africa. Il territorio è Britannico e di tutte le isole solo Tristan De Cunha è abitata. Alte isole sono le Nightingale e l’Isola Inaccessibile. L’arrivo avviene solo via mare, con imbarcazioni che trasportano passeggeri e merci destinate all’isola che partono da Città del Capo e percorrono il tragitto in sei giorni.
Non servono visti per sbarcare a Tristan de Cunha, servono tanta pazienza, avventura e sincerità. Il Governo dell’isola deve sapere, ad esempio, se i viaggiatori sono giornalisti o intendono scrivere una storia su questo isolotto. Registi e video maker devono ottenere anche un permesso speciale per effettuare riprese, che è a pagamento di una tariffa di 5.000 sterline. Rispettando tutte queste regole, ci si potrà imbarcare da Città del Capo alla volta di Tristan da Cunha con un peschereccio, una nave da ricerca o un più comodo traghetto da crociera.
A giugno e luglio gode della luce del sole per 24 ore al giorno, mentre il sole di mezzanotte è presente da aprile ad agosto, a Longyearbyen nelle isole Svalbard, che vanta il primato di distretto amministrativo più a Nord del mondo, tra la Norvegia e il Polo Nord.
Nell’insediamento di Longyearbyen affascinanti sono le colorate casette dei pescatori, che con la loro attività contribuiscono a rifornire il ristorante di sushi più a nord della Terra.
Tutti questi primati fanno, della capitale delle Svalbard, la cittadina abitata più a nord del mondo e la star indiscussa del luogo, così vicino al polo, è senza dubbio l’aurora boreale.
Molto curiosa la compagine sociale di quest’isola. Abitata inizialmente da avventurieri norvegesi alla ricerca del carbone, poi da pescatori, vede oggi una composizione di una cinquantina di nazionalità, arrivati da queste parti anche grazie alla realizzazione di un comodo aeroporto locale. Il piccolo centro ha anche un’università di ricercae un paio di musei, tra cui il Museo del Polo Nord. Per arrivare da Milano ci vogliono circa 3 giorni di viaggio. Una volta atterrati, sull’isola ci si sposta in bicicletta e in taxi, da soli o in tour guidati.
Servono tenacia e tanta pazienza negli spostamenti, che possono sembrare difficoltosi. In realtà sono semplicemente avventurosi e, ne siamo certi, una volta giunti a destinazione, i piaceri saranno così tanti da sovrastare le abitudini cittadine.
Quel posto è più bello? Cliccate sulla mappa e scegliete il vostro
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Nelle malattie mentali il problema non è la logica di chi è preda della follia, ma la premessa che innesca quella logica.
Ad esempio, se uno crede che tutte le altre persone lo vogliano uccidere, sulla base di questa premessa assurda si comporta poi in modo perfettamente logico, leggendo tutti gli avvenimenti come un pericolo per la sua incolumità e cercando in ogni modo di sfuggire alle aggressioni.
Questo fa parte di uno dei principi della mente umana che è chiamata a interpretare l’ambiente e a reagire di conseguenza. La razionalità umana è lo strumento per reagire all’ambiente in cui si opera.
Ma se la lettura della realtà è sbagliata, il cervello automaticamente giustifica tutti i fatti con questa chiave di lettura, comportandosi con logica razionale anche se questa è la conseguenza di qualcosa di falso.
Se la premessa da cui parte la logica individuale è dissociata dalla realtà a quel punto si parla di psicosi.
Se un governante parte dalla premessa infondata che i mali di un Paese derivino da uno sparuto gruppo di cittadini, tutte le azioni che saranno messe in opera verteranno sul contrasto dei poveri malcapitati. Non solo, se questa premessa venisse accettata dall’opinione pubblica, si giustificherebbe ogni tipo di sopruso e di persecuzione attivata dal governo perché sarebbe ritenuta come il modo per eliminare qualunque tipo di problema.
E la inevitabile incapacità del governo di risolvere i problemi con questo tipo di procedure porterebbe ancor più a dare la colpa al gruppo scelto come capro espiatorio, rafforzando così il convincimento della premessa in un crescendo senza fine, esattamente come nella malattia mentale.
Se per affrontare una psicosi non si interviene correggendo la premessa sbagliata, nessun tipo di terapia può risultare efficace.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Credits: immobiliare.it - Prezzo al mq immobili Milano
+30%: questo il valore medio di incremento per le case a Milano negli ultimi 5 anni. Ma quali sono i quartieri che hanno registrato la crescita maggiore a Milano? E qual è il tipo di abitazioni più richieste in Lombardia? Lo vediamo in questi studi appena usciti.
I 10 QUARTIERI di Milano dove le CASE si sono RIVALUTATE di più del 30%
# Milano la città più ricercata in Lombardia per una nuova abitazione: +28%. Boom delle case indipendenti: quasi +100% in un anno
Casa.it, portale che raccoglie oltre 3 milioni di annunci immobiliari ogni anno, ha reso note le preferenze degli utenti lombardi sulla ricerca di una nuova abitazione, analizzando sia il dato sulle compravendite che quello degli affitti. I risultati indicano quali sono le città più richieste nella nostra regione, la tipologia di immobile che va per la maggiore, i prezzi medi e gli spazi desiderati nel mese di settembre di quest’anno, facendo un confronto rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Sul gradino più alto del podio, tra le città più ricercate in termini assoluti, c’è Milano. Il capoluogo lombardo segna un aumento delle ricerche del 28% anno su anno, seguita da Brescia, che registra una crescita dell’interesse del 20%. In terza posizione Monza, con un aumento delle ricerche sul portale che raggiunge il 45%. Gli appartamenti sono al primo posto delle tipologie abitative più ricercate, con il trilocale al 34% ei bilocali al 23%, ma sono sono le case indipendenti a registrare un aumento della domanda del 98%.
Ma se si parla delle compravendita, qual è l’andamento del mercato a Milano?
# Negli ultimi 5 anni il prezzo medio per l’acquisto di un’abitazione è salito del 30%: 4.756 euro al mq
Credits: immobiliare.it – Prezzo al mq immobili Milano
Il 30% in più rispetto a cinque anni fa: è in media quanto deve mettere in conto chi desidera oggi acquistare casa nel capoluogo meneghino. L’analisi, realizzata dal nuovo Ufficio Studi del portale Immobiliarie.it ha preso in considerazione tutta l’offerta di annunci immobiliari residenziali della città e ne è emerso che, includendo anche gli immobili di prestigio, il prezzo medio per gli immobili in vendita a Milano è di 4.756 euro al metro quadro, contro i 3.672 del 2015. La mappa della città mostra una sorta di ciambella con un centro popolato da immobili dai costi elevatissimi, mediamente a 9.625 euro/mq, +23% in cinque anni, e cerchi concentrici in cui man mano che ci si allontana si riducono i costi.
# I 10 quartieri top della crescita: vince il Nord
Credits: quotidianodelcondominio.it – Classifica primi 10 quartieri
L’aumento dei prezzi, nel quinquennio considerato, segue un disegno diverso da zona a zona. Le aree in cui si sono registrate le rivalutazioni più forti non sono solo quelle centrali, ma quelle oggetto di importanti interventi, progetti e iniziative di riqualificazione. Ci sono infatti aree dove la crescita dei valori ha sfiorato il 50% in cinque anni.
Il quartiere che si è rivalutato di più è “Maggiolina-Istria”, dove dal 2015 gli immobili si sono rivalutati del 49%. Sul podio ci sono anche “Cenisio, Sarpi, Isola” e “Centrale, Repubblica” con un +43%. Quarta è “Pasteur, Rovereto” con +41%, quinta “Città Studi, Susa” con +38%.
Tutte zone nella parte nord di Milano. Se si scende dalla sesta alla decima posizione appaiono i primi quartieri della zona Sud: “Corvetto, Rogoredo“, “Navigli” e “Napoli, Soderini“.
# Le 10 aree meno rivalutate: “Bisceglie, Baggio, Olmi” e “Ponte Lambro, Santa Giulia” sotto all’8%
Credits: quotidianodelcondominio.it – Classifica ultimi 10 quartieri per variazioni di prezzo
Le aree della città che hanno una crescita più contenuta, anche se comunque quasi sempre in doppia cifra, si trovano nelle parti più periferiche. Nelle ultime 5 posizioni troviamo “Udine,Lambrate” con una crescita del 22% nell’ultimo quinquennio, “San Siro, Trenno” si ferma alla metà con l’11%, poi “Forlanini” al 10% e infine “Bisceglie, Baggio, Olmi” al 7% e “Ponte Lambro, Santa Giulia” nella periferia sud-est con un aumento di solo il 4%. Saranno queste le zone protagoniste della crescita nel futuro?
Qualche segnale negli ultimi mesi, soprattutto per Forlanini, San Siro e Santa Giulia, sembra indicare proprio questo.
11 gennaio 2016. Viene messo on line il sito www.milanocittastato.it.
Obiettivo è di rendere Milano libera di gestirsi come le principali città d’Europa. La finalità dell’iniziativa è illustrata in questoManifesto.
16-25 gennaio 2016. Vengono organizzati i tavoli di ideazione di Milano Città Stato a Copernico. Ingresso libero. Viene coniato lo slogan identificativo del progetto:
“Milano città stato è un progetto trasversale alla politica che ha l’obiettivo di coinvolgere i cittadini nella costruzione della città ideale”
3 marzo 2016. Viene pubblicata la Restaurant Mapdi Milano Città Stato. Il primo articolo a superare i 10.000 lettori. La Restaurant Map New Edition supera i 30.000 lettori.
9-12-16-23 marzo 2016. Vengono organizzati i tavoli per la definizione dei progetti prioritari di Milano Città Stato.
7 aprile 2016. Il Crowdparty al Botinero inaugura il crowdfunding per Milano Città Stato su Indiegogo.
25 maggio 2016. Beppe Sala in un’intervista dichiara: “Se ricominciamo dalla Città Stato, come sostiene il centrodestra, campa cavallo”. A questa dichiarazione i firmatari dell’associazione Milano che promuove Milano Città Stato rispondono con una lettera aperta: “Caro Beppe, Milano è Campa Cavallo“.
30 maggio 2016. “Milano Città Stato invita i candidati sindaco alla Triennale“. Accettano l’invito tutti i candidati sindaco ad eccezione di Sala e Rizzo. I candidati rispondono SI o NO ai progetti prioritari di Milano Città Stato nel salone d’onore della Triennale e in diretta streaming su corriere.it. Qui le loro risposte: SI o NO a Milano Città Stato
2 giugno 2016. Sul sito viene pubblicata lalista dei candidati al consiglio comunale che si sono espressi a favore di Milano Città Stato.
9 giugno 2016. Lettera aperta di www.milanocittastato.it a Beppe Sala: “Caro Beppe, anche i tuoi vogliono l’autonomia. Ripensaci e impegnati anche tu per Milano Città Stato”
14 giugno 2016. “Io mi impegnerò che succeda“. Stefano Parisi, candidato al ballottaggio come sindaco, manda una lettera aperta al sito www.milanocittastato.it in cui dichiara il suo impegno per Milano Città Stato.
16 giugno 2016. “Proviamoci. Mi impegnerò personalmente“. Anche Beppe Sala manda una lettera aperta a www.milanocittastato.it in cui dichiara il suo impegno per Milano Città Stato se fosse diventato sindaco:
19 giugno 2016. Sala vince il ballottaggio con Parisi e diventa il nuovo sindaco di Milano.
Foto Sala brunch di Vivaio @Atelier Forte
7 settembre 2016. Viene firmato da Renzi e Sala il patto per Milano.
11 gennaio 2017. Primo compleanno di Milano Città Stato. Lo festeggiamo con questo articolo.
13 marzo 2017. Primo passo del Consiglio Comunale per Milano Città Stato. Il consiglio comunale ha messo ai voti un ordine del giorno in cui “invita il sindaco e la giunta ad individuare ed attuare in ogni sede iniziative politiche e amministrative tendenti ad ottenere maggiore autonomia finanziaria e normativa a tutela degli interessi dei milanesi“. La proposta fatta dal consigliere Alessandro Morelli viene approvata quasi all’unanimità, con 36 voti a favore e un solo astenuto.
30 aprile 2017. “Le città stato“. Puntata di Reteconomy (Sky) dedicata ai desideri di Londra e di Milano di diventare delle città stato. Qui la puntata.
16 maggio 2017. “Gli Stati Generali di Milano Città Stato” al Teatro Franco Parenti in diretta streaming su corriere.it. Politici (Barberis del PD, Cappato dei Radicali, Morelli della Lega, Nicolò Mardegan), imprenditori (Regina De Albertis, Marco Gualtieri, Gianmarco Senna, Cristina Pepe), esponenti della cultura e della società civile (Andree Ruth Shammah, Francesco Cancellato, Corrado Passera, Gaingiacomo Schiavi, Fabio Massa) e altri personaggi di spicco di Milano rispondono alla domanda: “Perchè Milano Città Stato?“.
14 giugno 2017. “Per Milano un regime d’attrazione su misura“. Presentata alla Camera una proposta di legge per dotare Milano di poteri speciali. Primo firmatario: Maurizio Bernardo, Presidente della commissione finanze di Montecitorio)
24 ottobre 2017.Philippe Daverio: «Milano si sente come una Città Stato. Parla col mondo intero. Non ha bisogno delle mediazioni regionali»
1 settembre 2018. Inizia la call to action “ci sono anch’io” per invitare chi vuole supportare il progetto ad affiancarsi alla rete di volontari di Milano Città Stato.
3 dicembre 2018. Vengono lanciati i Milano Città Stato Awards per premiare le eccellenze di Milano. Partecipano al voto oltre 20.000 persone. Clicca per la sezione AWARDS
31 dicembre 2018. Si chiude un anno record per il sito con una media di oltre 150.000 lettori al mese e un incremento medio del 20% su scala mensile. 56.000 fans su Facebook e su Google “Milano città stato” (con virgolette) ha oltre 27.000 risultati (erano meno di 3.000 quando abbiamo aperto il sito).
18 maggio 2019. Primo sondaggio su Milano Città Stato. Vengono pubblicati i risultati del sondaggio sui milanesi:
il 93% è a favore di un referendum sull’autonomia della città
il 94% è per dare più autonomia a Milano (in maggioranza, 61%, sono per una “città regione” sul modello di Berlino, Madrid o Amburgo, segue l’ipotesi di “legge speciale”, votata dal 33%).
3 luglio 2019. Via al progetto Referendum. Evento di presentazione per organizzare la raccolta firme per il Referendum per Milano città stato nella primavera 2020 (iniziativa sospesa successivamente causa pandemia del Covid)
22 ottobre 2019. Viene predisposta la lettera d’intenti di coinvolgimenti dei sogetti promotori per il referendum per l’autonomia di Milano. Qui la lettera d’intenti
15 novembre 2019. L’intervista su Milano All News ad Andrea Zoppolato, fondatore di Milano Città Stato: Video intervista
7 dicembre 2019. Milano città stato riceve l’ Ambrogino (Attestato di Benemerenza Civica)
13 febbraio 2020. Vengono votati dai milanesi i 10 effetti preferiti a diventare una città stato: qui i risultati
Al primo posto:
#1 Ora: A differenza di Milano, tutte le maggiori città del mondo hanno poteri e autonomia simili a una regione. Milano no.
Con Milano città stato: Milano avrà poteri simili a tutte le principali città del mondo (20,5%)
1 marzo 2020. Iniziano le pubblicazioni anche la versione del sito del Triveneto, del Canton Ticino (città Ticino), di Emilia Romagna e Roma (Roma cultura del mondo).
5 maggio 2021. Sondaggio Ipsos: 2 MILANESI su 3 vogliono per MILANO poteri da REGIONE o PROVINCIA AUTONOMA
Sondaggio richiesto da Gianfranco Librandi, parlamentare di Italia Viva e promotore di una lista a sostegno di Beppe Sala, a Ipsos di Nando Pagnoncelli (2.250 interviste).
Alla domanda: “Sarebbe opportuno che alla città di Milano venissero attribuiti poteri o competenze speciali come se Milano fosse una regione o una provincia autonoma?”
Così hanno risposto i milanesi:
SI 63%
NO 28%
Non so/non rispondo 9%
2 milanesi su 3 desiderano per Milano il tipo di autonomia più spinto previsto dalla nostra Costituzione.
3 ottobre 2021. Lanciato il progetto La Fenice
per trasformare il momento di crisi nazionale in un’occasione di regenerazione.
11 novembre 2021. Pubblicato online www.reshumana.com, la versione internazionale di milanocittastato.it
31 dicembre 2021. Si chiude un anno record per il sito con una media di oltre 3.500.000 visualizzazioni pagine al mese, con un picco di 154.000 lettori unici giorno, e un incremento del 50% rispetto all’anno precedente. 140.000 fans su Facebook, 7.000 su Instagram e su Google “Milano città stato” (con virgolette) ha oltre 41.900 risultati.
Fondatori del progetto editoriale: Andrea Zoppolato, Duilio Forte, Cristiano Longhi, Francesco Boz e Paola Perfetti
Redazione: Fabio Marcomin, Francesco Moretto, Beatrice Barazzetti, Selene Mangiarotti, Stefano Corrada, Andrea Urbano, Carlo Chiodo, Laura Lionti, Sarah Iori, Antonio Buonocore, Giuseppe Marzagalli, Fabiana Crivello, Michele Larotonda, Roberto Binaghi, Lucio Bardelle, Giada Grasso.
Special Guest: Duilio Forte, Luca Morotti
Un grazie speciale a Corrado Passera, Alessandro Fracassi, Andree Ruth Shammah e all’indimenticato Claudio De Albertis.
A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI
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Appena inaugurata la tratta di alta velocità tra Milano e Parigi, viene ancora più voglia di estendere ad altre città il collegamento superveloce con Milano. In un sondaggio abbiamo chiesto: “Dopo Milano Parigi in sei ore quale altre città straniera vorresti collegata con un treno d’alta velocità?”. Ecco le città più votate.
Dopo Parigi, le 5 CITTÀ STRANIERE da collegare a Milano con un treno d’alta velocità
#5 Praga, dalla Madonnina alla capitale della magia nera
Credits Pexels-Pixabay – Praga
Tra le città che i milanesi vorrebbero raggiungere con l’alta velocità c’è Praga, una delle capitali più affascinanti d’Europa. La città d’oro e delle cento torri è custode di un passato glorioso, di architetture preziose e grandi suggestioni, un luogo dove Oriente ed Occidente si incontrano e dove diverse religioni, filosofie e correnti artistiche creano un incredibile mix. E’ anche una capitale della magia nera su cui grazie all’alta velocità potrebbe esercitare il suo angelico influsso la Madonnina. In 7 ore si potrebbe arrivare.
#4 Amsterdam, dai Navigli ai Canali
Credits 1919021-pixabay – Amsterdam
Amsterdam rappresenta una meta perfetta per creare una linea d’alta velocità intitolata all’acqua. Dai Navigli ai canali, dal Mediterraneo al mare del Nord. Un collegamento che potrebbe ispirare Milano nelle strategie di città bike friendly e a un’apertura mentale che non guasta mai. In 7 o 8 ore si potrebbe passare da Brera al red light district.
#3 Berlino, dal Duomo al Dom
Credits jiriposival0-pixabay – Berlino
Come il capoluogo lombardo anche Berlino è stato un simbolo di rinascita del suo Paese, dopo i bombardamenti della seconda Guerra Mondiale, ed è riuscita a diventare la città delle start-up e una delle mete preferite dai turisti. Dal Duomo al Dom passando negli antichi territori del Sacro Romano Impero, Milano così potrebbe riportarsi nel cuore dell’Europa. La durata del viaggio sarebbe di circa 8 ore per coprire 1.000 chilometri.
#2 Vienna, il ritorno al suo passato agrodolce
Credits Mike_68 -pixabay – Vienna
Vienna ha sempre avuto un legame speciale con Milano e i milanesi, dai tempi dell’Impero Austro-Ungarico e parte della sua storia è ancora indissolubilmente legata. Il Teatro alla Scala e l’Accademia di Brera sono alcuni dei lasciti di Maria Teresa d’Austria. Non stupisce vederla quindi tra le prime città straniere da collegare con l’alta velocità a Milano. In 7 ore si potrebbe ballare il Valzer.
In cima alle preferenze troviamo Barcellona. La capitale della Catalogna si piazza al primo posto tra le città straniere da collegare con un treno dell’alta velocità a Milano. Il clima mite, il sole, la storia, la sua struttura geometrica, lo spirito di indipendenza e la metropolitana che arriva direttamente al mare sono solo alcune delle cose che i milanesi amano della città. Proprio il mare potrebbe essere il vero sogno di Milano, in una linea che potrebbe toccare Costa Azzurra, Marsiglia fino a fiondarsi sulle ampie spiagge catalane. Si potrebbe arrivare entro le 10 ore, sempre che non ci siano rallentamenti in Liguria.
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Si dice che quello che conta è il percorso del viaggio e non la meta. In alcuni casi però il tragitto è così breve che non si ha il tempo di godere dell’esperienza, come per questi voli aerei da guinness dei primati. Ecco quali sono.
I VOLI AEREI da RECORD del mondo: il più breve dura solo 53 SECONDI
# Il volo più breve in assoluto dura appena 53 secondi
credit: @amc.aviation (INSTG)
Dal 1967 la compagnia aerea regionale scozzese Loganair copre la tratta di soli 2,7 km tra le due isole dell’arcipelago delle Orcadi, a nord-est della Scozia: Westray e Papa Westray. Si tratta in assoluto del volo di linea più breve del mondo: dura appena 53 secondi quando il vento è favorevole e non più di due minuti quando non lo è.
Il collegamento è disponibile tutti i giorni tranne la domenica, a orari variabili ma sempre al mattino. Gli aerei che fanno questo volo sono da otto posti e il loro tragitto è più simile a quello di una corriera che a quello di un aereo. Infatti il costo è di appena 17 sterline e viene utilizzato da insegnanti, medici, poliziotti e scolari per gli spostamenti quotidiani. Dal 2011 il volo è disponibile anche per i turisti.
# Da Aruba al Venezuela in 8 minuti, il volo internazionale di linea più breve del mondo
Credits arubaairlines IG – Aruba airlines
Attualmente il volo internazionale di linea più breve del mondo è esercito da Aruba Airlines, tra l’aeroporto dell’isola-stato caraibica di Aruba a quello di Punto Fijo in Venezuela. Il viaggio sopra l’oceano a bordo Bombardier CRJ-200LR da 50 posti copre una distanza di 80 km e dura ufficialmente 15 minuti, anche se il viaggio effettivo è la metà, circa 8 minuti. Il volo viene effettuato solo due volte a settimana, il lunedì e venerdì e il prezzo del biglietto parte da circa 150 dollari.
Google maps – Aruba-Venezuela
# Il volo di 8 minuti tra Svizzera e Germania soppresso nel 2017
Credits lhpr_airport IG – People’s Viennaline
Fino al 2017 il primato di volo internazionale più breve al mondo era invece quello tra l’aeroporto di St. Gallen-Altenrhein in Svizzera e quello di Friedrichshafen in Germania, sulle due sponde opposte del lago di Costanza. La traversata di 20 chilometri durava anche in questo caso appena 8 minuti. La tratta è stata soppressa a causa dello scarso numero di passeggeri, visto la preferenza a favore dell’auto: in questo caso il viaggio dura un’ora ma senza la necessità di arrivare in anticipo all’aeroporto, fare il check-in e sottoporsi ai controlli di sicurezza.
Volo sul Lago di Costanza
# Il volo più breve con l’aereo più grande del mondo
Credits ramboldheiner-pixabay – Airbus A380 Emirates
Nel 2019 Emirates ha lanciato il volo più breve al mondo con l’aereo più grande del mondo. La tratta è lunga solo 340 km tra gli aeroporti di Dubai e Muscat, in Oman, ed è servita dal superjumbo Airbus A380 che impiega poco più di un’ora per compiere il viaggio. Il velivolo è composti da tre classi: 429 posti in Economy sul ponte inferiore, 76 posti a sedere completamente reclinabili in Business Class e 14 suite private in First Class sul ponte superiore. La curiosità è che la lunghezza complessiva dei cavi contenuti in un A380, pari secondo gli ingegneri di Airbus a circa 500 chilometri, sia di molto superiore alla lunghezza del volo aereo tra le due Nazioni.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
La serie di fumetti di Asterix racconta le vicende di un villaggio di Galli che grazie a una pozione magica riescono a resistere alla potenza di Roma.
Il fumetto gira intorno a una parodia della società francese del Novecento incentrando le dinamiche risolutive sempre su questa fantomatica pozione preparata da Panoramix, il famoso druido del villaggio.
In una di queste storie i Romani, nel tentativo di impossessarsi dell’arma segreta, vengono in possesso di una quantità della pozione che in realtà si rivela falsa.
Celebre la scena del legionario che, dopo aver bevuto la pozione, cerca di alzare una roccia non riuscendoci. Quindi, ci riprova con un grosso masso non riuscendoci comunque. E infine si accontenta di alzare sopra la sua testa un semplice sasso, urlando con orgoglio e felicità “sono l’uomo più forte del mondo!”.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Le stagioni, Inverno, Primavera, Estate e Autunno, in qualsiasi ordine si vogliano mettere sono sempre 4. Ma c’è un paese, in Europa, in cui si verifica il fenomeno della “quinta stagione”.
Il paese europeo che ha 5 STAGIONI
# Un fenomeno straordinario
In Europa Settentrionale si trova un paese che, a causa di un singolare fenomeno naturale, ogni anno vive una stagione in più rispetto al resto del mondo: questo paese è l’Estonia! Lo stato europeo, ricco di bellezze naturali e cittadine fiabesche, vanta la presenza di un grande parco, che ogni anno è soggetto ad un particolarissimo fenomeno climatico.
Nella zona Sud-ovest dell’Estonia si trova il Parco Naturale di Soomaa, parco di circa 390 chilometri quadrati, che ospita foreste paludate e fiumi tortuosi, è un parco artificiale, creato nel 1993 per proteggere la biodiversità della natura estone. Il parco è caratterizzato da formazioni costiere ed è il più grande sistema di torbiere europeo. Queste caratteristiche portano il territorio ad essere soggetto alla così detta “quinta stagione”: un’inondazione annuale, che avviene tra l’inverno e la primavera, trasforma il parco in un grandissimo lago.
Le cause della trasformazione del Parco Naturale Soomaa è lo scioglimento della neve sul Monte Sakala, che aumenta il livello dell’acqua all’interno dei fiumi che attraversano il parco. La grande piana viene così sommersa poiché, essendo il più grande sistema di torbiere europeo, come una spugna, assorbe tutta l’acqua portata dai fiumi. La quantità dell’acqua che raggiunge l’area in questo periodo è dieci volte superiore a quella raccolta durante l’estate, cambiando completamente l’aspetto del territorio.
La “quinta stagione” non modifica solo l’assetto territoriale della zona ma anche lo stile di vita degli abitanti. Non abita quasi più nessuno all’interno del parco e i pochi coraggiosi residenti ormai sanno quando emigrare prima di essere sommersi. A cambiare il loro stile di vita sono anche gli animali, che, come gli uomini, conoscono il periodo di inondazione e si apprestano a lasciare il luogo in tempo, prima che la neve cominci a sciogliersi. Oltre alla modalità di residenza cambia anche il tipo di turismo nel parco, infatti, non essendo più possibili percorsi a piedi e escursioni di trekking, i turisti visitano il parco in canoa, godendo dell’aspetto suggestivo del paesaggio, anche durante questa stagione.
Il fenomeno estone è senza dubbio uno dei fenomeni naturali più particolari al mondo, ma con il cambiamento climatico in atto non è detto che sarà l’unico ad interessare l’area nel prossimo futuro. Come riporta il sito siviaggia.it, un’idrologa dell’Agenzia Estone per l’Ambiente, ha infatti dichiarato che, a causa dello scioglimento dei ghiacciai è possibile parlare di “sesta stagione”, ossia fenomeni di inondazione dell’area a sud-ovest dell’Estonia, non solo nei periodi previsti. Una condizione anomale rispetto alla “quinta stagione”, che invece interessa il territorio da anni e fa parte del ciclo naturale di esso.
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In Europa vincerà la linea del rigore italiano? Oppure avrà la meglio la linea opposta? Le ultime notizie sembrano fare pendere la bilancia su questa seconda possibilità. La Francia dice no all’obbligo vaccinale. La Spagna chiede all’Europa di trattare il Covid come un’influenza.
FRANCIA: no obbligo vaccinale. SPAGNA: Covid va trattato come un’influenza, l’Europa si adegui
# Il portavoce del governo francese Gabriel Attal “Abbiamo scelto il pass sanitario e poi quello vaccinale, lo confermiamo“
Credits grabrielattal IG – Gabriel Attal
Il governo francese non intende introdurre l’obbligo vaccinalecontro il Covid-19. A confermare questa scelta è il portavoce del governo francese Gabriel Attal secondo cui l’obbligo di vaccinazione contro il Covid non è il modo più efficace per incoraggiare le persone a immunizzarsi. A commento delle manifestazioni contro il green pass di sabato 8 gennaio nelle strade francesi, oltre circa 100.000 persone in tutta la Nazione, ha dichiarato: “Abbiamo scelto il pass sanitario e poi quello vaccinale, lo confermiamo“. In Italia dall’8 gennaio è in vigore invece l’obbligo vaccinale per gli over 50 italiani e stranieri residenti in Italia, con sanzione di 100 euro dall’1 di febbraio per chi non si sottopone alla vaccinazione. Le regole attualmente in vigore in Francia consentono di entrare in ristoranti, bar o utilizzare i treni interregionali in caso di guarigione dal Covid-19, di avvenuta vaccinazione oppure con un test negativo.
# Il premier spagnolo all’Europa: trattare il Covid come un’influenza
Il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, chiede all’Europa che è arrivato il momento di monitorare la pandemia in modo diverso, a causa dell’evidente calo del numero dei morti e della letalità, confermando notizie diffuse da El Pais, secondo cui il governo sta pensando a metodi di monitoraggio alternativi.
“Abbiamo le condizioni aprire, gradualmente e con cautela, il dibattito a livello tecnico ed europeo, per iniziare a valutare l’evoluzione di questa malattia con parametri diversi da quelli che abbiamo fino ad ora”, ha detto Sanchez in un’intervista alla stazione radio Cadena Ser.
Il prossimo passo del governo spagnolo sarà, secondo El Pais, di curare il Covid in un modo più simile all’approccio ad una comune influenza: senza contare ogni caso di contagio, senza fare test davanti alla comparsa di un minimo sintomo. Trattarlo insomma come un’altra malattia respiratoria. Le autorità sanitarie spagnole stanno lavorando da mesi a questa transizione e ora intendono chiedere che tutta Europa si adegui a questo modello di gestione (AGI).
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A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI
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Fare yoga rilassa il corpo e la mente. Un beneficio che si ottiene anche con la compagnia degli animali domestici. A Milano esiste un centro che ha trovato il modo di unirli.
YOGA con i GATTI? A Milano si può
# Il paradiso degli amanti dello yoga e dei gatti
Durante il lockdown in molti si sono ritrovati a fare sport in casa in compagnia del proprio amico a 4 zampe, ma c’è un luogo dove questa esperienza è garantita sempre. Questo è ciò che succede in un centro yoga in zona Lorenteggio dove sono i gatti i protagonisti. Gli amanti dello yoga e dei gatti trovano in questo centro il posto perfetto per dedicarsi alla propria salute fisica e mentale.
L’idea di un centro yoga in cui sono ospitati i piccoli felini è venuta ad Eleonora Coco, del centro MarySoul in via Panizzi. La proprietaria ha notato che la presenza della sua gatta alle lezioni non infastidiva i partecipanti, anzi, ancor prima di salutare lei alcuni di loro si mettevano a coccolare Musa. Da queste dimostrazioni di affetto sono nate le “lezioni sperimentali con gli amici a 4 zampe”, che sono state ben accolte dal pubblico e anche dagli amici animali.
Si dice che i gatti assorbano l’energia negativa, e in più sono animali affettuosi che comunicano tranquillità. Ma a beneficiare di questa compresenza uomo-animale, non sono solamente i praticanti di yoga ma anche i felini. Infatti, Eleonora ha ideato queste lezioni anche con lo scopo di dare una casa a chi, tra questi amici a 4 zampe, non ce l’ha. Gli studenti che lo desiderano possono portare a casa un gatto e adottarlo. Un fine certamente lodevole, che permette di godere della reciproca compagnia non solo alle lezioni di yoga.
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Gli aerotaxi sono pronti a volare nei cieli di Milano. Ecco quando sarà attivo il servizio e quale sarà il costo del biglietto.
I TAXI VOLANTI in arrivo a Milano: da Malpensa alla Stazione Centrale in 15 minuti
# L’idea di utilizzare “air shuttle” nasce dalla necessità di permettere viaggi rapidi e ecologici e contrastare lo stress del traffico cittadino
Credits wallemobility – Walle air Milano
Fra pochi anni nei cieli di Milano potrebbero volare i primi aeromobili per trasportare passeggeri e merci. L’idea di utilizzare “air shuttle” per la mobilità cittadina nasce per permettere viaggi più semplici, ecologici e veloci e contestualmente contrastare lo stress dovuto al traffico cittadino. Il progetto è stato strutturato attraverso studi e ricerche portati avanti nel corso del 2020 e a maggio 2021 è stata fondata Walle srl, l’unica azienda Italiana ad oggi a voler gestire una flotta di tali velivoli. Il suo obiettivo è quello di diventare un operatore di VTOL, offrendo gli stessi servizi di una normale compagnia aerea. Walle air, questo il nome del servizio, è pensato per tratte interurbane brevi, di massimo 50 km.
# La tecnologia utilizzata sarà quella dei VTOL Vehicles, Vertical Take Off and Landing
Credits aerotaxi – jauntairmobility
La tecnologia utilizzata per gli aerotaxi sarà quella dei VTOL vehicles (Vertical Take Off and Landing) in grado di decollare ed atterrare verticalmente su superfici di area paragonabile a quella di un eliporto. Gli VTOL possono essere sia ibridi sia elettrici, con i primi favoriti sui secondi in quanto più performanti allo stato attuale delle tecnologie. Tra i modelli di aeromobili che potrebbero essere impiegati ci sono: Xcraft di VRCO, ROSA di Jaunt Air Mobility e ANN4 di Manta Aircraft, partner attuali di Walle.
# Entro il 2024 un servizio di cargo, entro il 2028 il trasporto passeggeri tra città limitrofe
credit: imbruttito.com
Walle prevede di lanciare un servizio cargo per business di logistica o per municipalità entro il 2024, cominciando le sperimentazioni su beni socialmente utili durante il 2022. Successivamente nel 2026 dovrebbe essere introdotto il trasporto passeggeri che possa consentire trasferimenti da e per gli aeroporti e tra le isole, mentre nel 2028 potrebbe essere implementato un servizio che permetta gli spostamenti tra città limitrofe. Ogni aerotaxi trasporterà 3-4 viaggiatori. La legislazione per questa modalità di trasporto dovrebbe essere completata da EASA ed ENAC entro il 2025.
# Le rotte allo studio e i prezzi dei biglietti
Credit wallemobility – Milano-Malpensa
La stima del costo del servizio è stato calcolato a regime tra i 2 ed i 3 euro al km per passeggero, rendendo il taxi volante un mezzo competitivo parametrato al vantaggio temporale. Il tempo per percorrere ad esempio la tratta Milano-Malpensa, tra quelle con maggiore potenzialità, passerà dai 45 necessari in auto a soli 15-18 minuti, mentre il biglietto verrebbe a costare circa 120-150 euro.
Tra le rotte allo studio per il territorio italiano, oltre a quelle su Milano, ce sono circa altre50. Le più promettenti sono quelle su Torino, Brescia e il collegamento tra le isole, ad esempio tra Napoli e Capri.
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Nella nostra società la morte è un falso. Perché è sempre la morte di chi guarda, mentre nelle filosofie antiche la morte era di chi la viveva, non di chi la guardava.
La nostra incapacità non ci dà la percezione della morte dalla parte di chi muore.
Il morto cessa solo alcune funzioni ma tutte le tradizioni antiche ci dicono che altre percezioni fuori da quella razionale e fisiologica rimangono attive dentro di lui, entrando in una fase in cui avrebbe bisogno di sostegno per continuare il suo viaggio.
In tutte le religioni, fino a tempi ancora recenti, dopo la morte si celebravano molti giorni di rituali che la modernità ha eliminato. Si era consapevoli della necessità di accompagnare l’anima per agevolare il trapasso, per consentire a chi andava via di lasciarci nel migliore dei modi senza rimanere agganciato a questa dimensione e a chi restava di staccarsi da quelle ombre che avrebbero potuto condizionare il suo percorso esistenziale.
Chi percepisce questa dimensione sente questa solitudine dei morti, che poi significa la solitudine di tutti noi perché siamo vivi ma stiamo anche morendo.
In un mondo vitale che sia capace di conciliare il viaggio e di accogliere l’invito all’eternità, che è connessa ai cicli della vita fatta di tante fini e tanti inizi, bisognerebbe ristrutturare la capacità simbolica e rituale per accompagnare l’interezza di questo processo. Cosa che le forme di civiltà più alta hanno sempre fatto.
Darebbe più sicurezza alla vita perché toglierebbe quel terrore con la consapevolezza della prosecuzione del viaggio in forma diversa, invece che come un salto in un buio senza fine.
L’incapacità di gestire questo processo fa in modo che il nostro atto vitale non possa essere disgiunto dal residuo della morte. E così la morte la viviamo non vivendo, perché la paura è il peggiore anti-vita che esiste.
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Progetto 1936, Andrè Basdevant Credits: Messy Nessy Chic
Ve lo immaginate il periodo appena trascorso, senza poter andare al ristorante tranne che per l’asporto? Nel 1936 André Basdevant presentò un progetto per permettere alle auto di accedere sulla Torre Eiffel.
In AUTO sopra la TORRE EIFFEL? Il progetto di un visionario che anticipò un’altra opera grandiosa
# Una visione alta
Credits: @parisfranceofficialeiffeltower IG
Nel 1889, in occasione del centenario della rivoluzione francese, Parigi ha ospitato un’Esposizione Universale presso Champ Du Mars. Per l’occasione oltre 100 artisti presentarono progetti per il monumento destinato sulle rive della Senna, quello prescelto è poi diventato un’icona della città: la Torre Eiffel, 10.000 tonnellate di ferro, 312 metri di altezza – successivamente portati a 324 – e una manutenzione continua da fare invidia alla Fabbrica del Duomo.
Il successo della Torre Eiffel durante l’esposizione universale del 1889 è stato folgorante: oltre 200.000 di visitatori si sono arrampicati sulla torre per godere della sua vista. Un trionfo che ha scatenato le fantasie più audaci.
Progetto 1936, Andrè Basdevant Credits: Messy Nessy Chic
Nel 1936 André Basdevant ha presentato un rivoluzionario progetto di modifica della Torre Eiffel per realizzare giganteschi piani si salita e discesa delle automobili, fino al secondo livello della torre, là dove c’è il ristorante.
L’idea era quella di affiancare alla Lady di ferro ben due torri elicoidali di cemento, rampe di accesso e uscita per le auto, unite da un ponte ad una campata, perfettamente ancorato con al centro il secondo livello della Tour Eiffel.
Una specie di San Siro, che ha quelle torri laterali, ma a Parigi sarebbero state alte 115 metri: una strada assurda, senza inizio e senza fine, appoggiata su due alti pilastri di cemento.
# La Torre Eiffel car-friendly
Credits: Pexel-Pixabay
Ma perché progettare una modifica del genere ad un’icona già fortemente dibattuta nella capitale francese? La risposta è semplice e risiede in quella che negli anni 30 ha rappresentato una nuova frontiera per architetti ed urbanisti, ovvero l’impulso esponenziale che in quegli anni ha interessato l’industria, lo sviluppo e soprattutto la diffusione delle automobili.
Architetti e progettisti hanno iniziato a fantasticare su come adattare gli spazi urbani alle autovetture e ai loro conducenti.
Non si poteva sottrarre il simbolo di Parigi, su cui ha fantasticato appunto Basdevant, con l’idea di rendere l’accesso al ristorante della torre così facile, da poterci andare senza mai scendere dalla propria auto.
Molti parigini hanno disprezzato la Torre Eiffel fin dagli albori, chissà cosa avrebbero detto di questa modifica.
Non è dato sapere il perché di questa proposta, se ha a che fare con le rigide regole del BIE per le Esposizioni Universali, che vietano di riutilizzare le strutture di una Expo come progettata per lo spazio espositivo. Certo è che a Parigi la Tour Eiffel è rimasta, finendo per essere uno degli emblemi e che la proposta di André Basdevant è stata abbandonata e ci domandiamo cosa accadrebbe presentandola oggi.
# Da car-friendly a bike-friendly
La storia d’amore che si è sicuramente interrotta è quella tra Parigi e le automobili. Dall’infatuazione che ha trasformato la capitale francese in un immenso showroom di automobili (se vogliamo essere gentili), Parigi assume i panni della capofila che dichiara la lotta senza quartiere alle vetture. Altro che Torre Eiffel “car-friendly“, oggi La Ville Lumiere è la città più bike-friendly d’Europa.
Per decenni architetti e progettisti si sono sbizzarriti per progettare spazi per le auto. Adesso che la tendenza si è invertita, tocca a loro restituire gli spazi alle persone.
Che sia arrivato il momento di mettere il traguardo del Tour De France direttamente al secondo piano della Torre Eiffel?
Senza scherzi: si è poi scoperto che Basdevant era un visionario in grado di anticipare il futuro.
Non ci credete? È stato ritratto in posa accanto ad un suo progetto utopistico, un passaggio sotterraneo per i pendolari tra la Francia e l’Inghilterra. Avete capito benissimo. Parliamo di Chunnel, il tunnel della Manica, realizzato solo 60 anni dopo, ma che questo pioniere aveva già in mente.
Se ha avuto ragione con il Tunnel della Manica, perché avrebbe dovuto sbagliarsi con il drive-through della Torre Eiffel?
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“L’espressione vernacolare napoletana chiagni e fotti (o chiagne e fotte) costituisce una formula proverbiale della tradizione partenopea. Viene usata, di solito, per sottolineare e stigmatizzare un tipico atteggiamento umano, opportunista e ipocrita, esibito da alcune persone che sono solite indugiare in lamentazioni proprio in quei momenti in cui le cose, per loro, vanno a gonfie vele.” Sebbene di matrice partenopea, la massima potrebbe essere declinata in chiave sabaudo torinese.
PIAGNISTEO sabaudo
Questa espressione spesso utilizzata per addebitare ai concittadini di Massimo Troisi, De Crescenzo, Nino D’Angelo e i meridionali in genere, una presunta inclinazione alla pigrizia e una propensione al lamento opportunistico, forse con qualche fondamento…potrebbe però tranquillamente venire utilizzate per indicare l’atteggiamento di continuo monotono lamentio tipico di Torino e della sua corte.
# La cantilena torinese
Torino
Dall’incessante millantare presunti “furti” di Milano, alle insistenti richieste di maggiori attenzione da parte dei governi di qualunque colore siano, quella torinese è una cantilena che rivela una mancata rassegnazione a ruolo di città di secondo piano dopo il suo inesorabile decadimento industriale. A Milano siamo spesso abituati, e forse ingiustamente, ad accusare il Sud di frenare il nostro sviluppo considerandolo una palla al piede ma, in realtà, a pensarci bene quanti danni ha fatto la cittadina lungo le rive del Po alla nostra metropoli? Ben più di quanto non ne abbia fatti Napoli con il suo folklore. Sulle rive del Po la propensione al lamento è una attitudine alla quale abbiamo assistito più volte vista nella storia.
# Quella volta che uno degli Agnelli si precipitò a Roma
Tra i tanti esempi che si potrebbero elencare prendiamo quello che vide uno degli Agnelli precipitarsi a Roma per evitare l’acquisto da parte della Ford della gloriosa Isotta Fraschini: ”Infatti, quando Giovanni Agnelli seppe del progetto di Ford, urlò al più fidato collaboratore: ma come, le mie officine languono, i miei operai lavorano 4 o 5 giorni a settimana e si permette a un costruttore straniero d’impiantarsi in Italia a togliermi l’ultimo boccone di pane? Agnelli si precipitò sul primo treno verso Roma dove incontrò tutti i responsabili governativi; poco dopo fu promulgata la legge Gazzera che così stabiliva: sono vietati nuovi impianti di fabbriche o ampliamenti di quelle esistenti senza previo consenso del Ministero della Guerra.”
Il tanto sospirato consenso mai arrivò: a quel punto Ford capì la situazione e non volle insistere. Con la rinuncia del grande industriale statunitense, l’Isotta Fraschini perse un’occasione irripetibile di eventuale sviluppo produttivo.
# Una grossa ferita: l’industria automobilista meneghina lascia spazio alla Fiat
Alfa Romeo
Stessa sorte subì un’altra gloriosissima fabbrica automobilistica meneghina, l’ALFA ROMEO, dismissione che avvenne grazie ad appoggi politici di governi deboli e condizionabili e discorso non molto diverso si potrebbe fare anche per L’ IINNOCENTI. Risultato: l’importantissima industria automobilistica milanese nel corso degli anni fucompletamente azzerata permettendo alla FIAT di beneficiare di innumerevoli aiuti di stato in una situazione di monopolio assoluto. Sotto le guglie del Duomo non vengono nemmeno più progettate delle carriole a motore.
# La Juventus e i tesori d’Egitto
Juventus
Nel calcio possiamo ignorare l’occhio di riguardo della classe arbitrale e della stampa italiana nei confronti della compagine bianconera? Quanti scudetti sono stati assegnati alla Juventus, condizionati da “sviste” ed “errori arbitrali!” ? Persino gli egiziani avrebbero da ridire, vista la notevole collezione di reperti presenti al museo egizio di Torino, (bellissimo museo, probabilmente la cosa più interessante della città oltre ai grissini) non trafugati certo, ma sicuramente frutto di “accordi” ai giorni nostri impensabili…
# Torino piange e ottiene la sede di eventi e istituzioni
trofeo
Mentre a Torino ultimamente si strappavano le vesti disperatamente per avere perso alcuni espositori della sagra del Libro e aver visto il trasloco della casa di Babbo Natale (qualcuno a Milano se ne era accorto?), tra un lamentio e l’altro, la città dello sporco lenzuolo di dubbia autenticità, ogni tanto esteso per fargli prendere aria come facciamo noi con quelli di casa, otteneva le finali ATP di Tennis, la finale dell’Euro festival e la sede dell’Istituto Italiano dell’Intelligenza Artificiale.
# pleure et baise
I torinesi però non ancora appagati, ma bensì ancora molto indignati per la vergognosa scarsa attenzione del governo repubblicano, (eh sì la monarchia purtroppo non esiste più, rimpiangerà qualcuno) puntano ora a trasformare le Olimpiadi di Milano Cortina in Torino Cortina Milano… Di che stupirsi, fotti e chiagni! Purtroppo, non masticando il dialetto di Macario non possiamo pertanto tradurlo in torinese, in francese invece, lingua tanto amata da quelle parti suonerebbe più o meno così… pleure et baise.
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