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Arriva l’AEREO più VELOCE del mondo

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Credits: flightglobal.com Global 8000

Volare a velocità supersoniche come non si era mai fatto? Per gli amanti dei viaggi in aereo arriva un aeromobile che raggiungerà una velocità massima di 0,94 Mach (rapporto tra la velocità di un oggetto in moto in un fluido e la velocità del suono nel fluido), volerà quindi fino a 1150 km/h.

Arriva l’AEREO più VELOCE al mondo

# L’aereo più veloce del mondo sarà pronto nel 2025

hautetime.com
Bombardier 8000

La compagnia canadese Bombardier specializzata nella costruzione di business jet ha svelato il suo prossimo aereo: il Global 8000, un aereo supersonico che entrerà in commercio e potrà essere utilizzato a partire dal 2025. L’aereo avrà un’autonomia di 14 500 km e secondo i costruttori diventerà l’aereo con passeggeri più veloce al mondo. L’obiettivo è quello di poter raggiungere i 1150 km/h e le speranze sono alte, soprattutto se si considera che già un velivolo di prova dell’azienda, il Global 7500, aveva infranto la barriera del suono raggiungendo una velocità di 1.280 km/h.

# Tra velocità e lusso

aeroexpo.online
Global 8000

Ma il nuovo veicolo di Bombardier non raggiungerà solamente una velocità mai vista. La capacità massima del Global 8000 sarà di 19 passeggeri. Il viaggio sul jet supersonico non sarà molto economico ma certamente esclusivo: con le sue 4 suite personalizzate, un bagno con doccia e una cabina intrattenimento, l’aereo sarà costruito all’insegna del lusso.

I particolari renderanno l’aereo ancora più interessante: l’ambiente sarà salubre e grazie ad alcuni sistemi che permettono un ricambio d’aria veloce, l’aria all’interno sarà sempre pulita. L’illuminazione delle cabine permetterà di combattere il jet lag più facilmente e i sedili saranno in posizione “gravità zero”, ovvero si potranno trasformare in letti per mantenere i passeggeri rilassati e pieni d’energia durante il volo. All’interno di una suite poi ci sarà un letto full-size e nelle varie aree dell’aereo ci saranno schermi touch.

Non resta che aspettare il 2025 per vedere questo nuovo aereo, anche perché i voli supersonici saranno i viaggi del futuro.

Continua la lettura con: Arriva il VOLO commerciale più LUNGO del MONDO: 20 ore in cielo

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La CASA delle FACCE di Milano

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Credts: tripadvisor.it

Molti non ci hanno mai fatto caso, ma passando per piazzale Baiamonti, poco distanti da via Paolo Sarpi si ha la sensazione di essere osservati. Come mai? Perchè qui, all’angolo con Viale Ceresio, si trova la Ca’ di Facc: la casa delle facce. Ma cosa si nasconde dietro questi volti misteriosi?

La CASA delle FACCE di Milano

# Quando a Milano andavano di moda le “case parlanti”

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Chiamata Ca’ di Facc (le “c” si pronunciano dolci, come in “ciliegia”) è la casa delle facce alle spalle di Chinatown. Da poco ristrutturata, la sua storia ha inizio nel lontano 1878. 

L’enorme casa ai numeri 3 e 5 di Piazzale Baiamonti è stata progettata da Giuseppe Buzzi e deve il suo nome alle decine e decine di altorilievi raffiguranti i volti di italiani illustri, che si trovano sulla facciata. Leonardo, Foscolo, Manzoni, D’Azeglio, Appiani, Carlo Porta, Paganini, sono solo alcuni dei volti che occupano i 51 medaglioni sopra le finestre della casa. 

Una sorta di introduzione al Famedio che si trova sul finire del lungo viale che porta al Cimitero Monumentale. Chissà se volontaria o meno. In ogni caso, si tratta di uno degli ultimi esempi di “case parlanti”, molto in voga alla fine del 900 e che nacquero proprio a Milano. Ma quale fu la prima?

# Tutto merito di un Barone un po’ imprenditore 

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La moda di queste case capaci di parlare ebbe inizio nel 1860 quando il Barone Gaetano Ciani fece ricoprire di terrecotte una sua proprietà in corso Venezia, all’angolo con via Boschetti. Centinaia di terrecotte rosse, di busti, scritte e volti, tutti inneggianti all’Unità d’Italia ricoprivano la casa che venne ovviamente ribattezzata Ca’ Rossa

Questa nuova decorazione venne apprezzata fin da subito e si diffuse ben presto in tutto il nord Italia proprio grazie al Ciani. L’indimenticabile Baron Bontemp, fondatore e capo indiscusso della Banda della Teppa, decise di rilevare la quota di maggioranza della Ditta Andrea Boni, che gli aveva prodotto le terrecotte. Con fare imprenditoriale, fece poi stampare un catalogo con tutti gli esempi della produzione e il prezzario, con tanto di spese di spedizione e installazione. É così che le “case parlanti” diventarono uno dei primi must have di tutta Milano.

# Tutti le desideravano, perfino il Manzoni

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La voce si diffuse in fretta e ben presto ogni ricca famiglia meneghina voleva la sua casa decorata con le splendide terrecotte del Boni e del Ciani. I ricchi banchieri Brambilla le posizionarono nella loro casa di piazza della Scala, le Case Candiani tra via Matteo Bandello e via Gian Battista Vico, il palazzo di via Castelfidardo 10. 

Perfino il Manzoni fece decorare la sua casa di piazza Belgiojoso e a chiudere il periodo d’oro delle “case parlanti” vi fu il Museo di Storia Naturale, completato nel 1907. Ad abitare in queste case però non erano solo i ricchi ed un esempio è proprio la Ca’ di Facc.

# Indovina Chi, il gioco nella vita reale

All’epoca, la Casa delle Facce si presentava come una di quelle abitazioni dai caratteristici ballatoi interni, le cosiddette case di ringhiera che erano destinate a una classe sociale medio bassa. Ad abitarla erano sia artigiani, solitamente ai primi piani, ma anche personaggi politici, ai quali era riservato “il piano nobile”. Proprio al suo interno nacque uno dei più incredibili e geniali artisti milanesi dell’Ottocento, Carlo Bugatti. 

Ad oggi gli inquilini di Ca’ di Facc sono quasi tutti di origine cinese e il suo fascino è rimasto integro negli anni anche grazie alla recente ristrutturazione. Nonostante i volti non siano proprio ad altezza uomo, almeno la prima fila è abbastanza distinguibile dal marciapiede e questo significa solo una cosa: è aperta la sfida a Indovina Chi. E voi saprete riconoscere tutti gli abitanti queste mura? 

Continua la Lettura con: MATTONI D’ORO: qual è il PREZZO al MQ di una CASA a Milano? E il QUARTIERE che si è APPREZZATO di PIÙ?

SARA FERRI

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Ha aperto ELIZABETH LINE, la linea dei RECORD di Londra

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Credits: IG @londonrevealed

Ballerini di samba, passeggeri che si fanno selfie, il sindaco che si arrampica sui segnali della stazione: il 24 maggio è stato un giorno di festa e di meraviglia per tutta Londra. Dopo anni di attesa Elizabeth Line apre le porte a più di 100.000 passeggeri ed è già da record. Scopriamo la più grande infrastruttura di trasporto pubblico in Europa.

Ha aperto ELIZABETH LINE, la linea dei RECORD di Londra

# Tra ritardi e polemiche apre la più grande linea metropolitana europea

Credits: IG @_exploring.london_

Già nota come Crossrail, a Londra è stata finalmente inaugurata la nuova linea metropolitana intitolata alla regina: Elizabeth Line.

Un’opera infinita che tra ritardi e molte polemiche, vede finalmente la luce. La linea viola ha alle spalle decenni di pianificazione: 13 anni di costruzione e quasi 20 miliardi di sterline spesi. Ma tutta questa attesa ne è valsa la pena per Londra che ad oggi può dire di aver creato la metropolitana più grande d’Europa.

# Ci è voluto mezzo secolo, ma Tfl si è fatta perdonare

Credits: IG @beuh_rails

Ebbene, dopo quasi mezzo secolo, il «passante» ferroviario di Londra è un’opera mastodontica, che segna una tappa fondamentale nell’ingegneria e nell’architettura sotterranea. Si stima che circa 200 milioni di passeggeri viaggeranno su treni lunghi 205 metri, con imbarco a livello della piattaforma per sedie a rotelle o passeggini, senza il famigerato “mind the gap”. 

Lunga ben 100 chilometri (pensate di andare da Milano fino a Brescia comodamente in metropolitana) attraversa l’intera città da est a ovest coprendo 60 miglia da Reading a Shenfield. Così la nuova linea Crossrail sembra essere il più grande e rivoluzionario aggiornamento alla metropolitana da anni e Tfl (la società londinese dei trasporti pubblici) si fa perdonare tutti gli anni di attesa, anche se per ora la linea non è ancora del tutto in funzione.

# Si aspetta l’autunno, ma lo snodo cruciale è già operativo

IG @beuh_rails

Solo in autunno, Crossrail sarà davvero del tutto operativa: per ora la linea Elizabeth funzionerà come tre ferrovie separate. Ma la notizia importante è che lo snodo cruciale di tutta l’opera ora è aperto: le 13 miglia (circa 20 km) di tunnel scavate sotto il centro di Londra. Dal 24 maggio il servizio è eseguito dal lunedì al sabato tra Paddington e Abbey Wood con i treni della sezione centrale che circolano ogni cinque minuti dalle 6.30 alle 23.

Quando la linea andrà a pieno regime (anche la domenica) servirà 41 stazioni, comprese le 10 nuove (Paddington Bond Street Tottenham Court Road Farringdon Liverpool Street Whitechapel Woolwich). La linea collegherà anche Canary Wharf, la city finanziaria con i grattacieli delle grandi banche d’affari, con l’aeroporto di Heathrow in meno di 50 minuti. Come si può intuire sarà una rivoluzione per la vita di milioni di pendolari, ma non solo.

# Attesi 40 miliardi di benefici e milioni di automobili in meno. 

IG @constantinegino

La tube viola è un grande volano dell’economia londinese, a partire dal mercato immobiliare. Attorno alle future stazioni di Crossrail, i prezzi delle case sono più che raddoppiati in un decennio, da Londra est a Londra ovest, mentre nel resto della metropoli l’aumento medio degli immobili è stato “solo” del 55%. Il ministro dei trasporti, Grant Shapps, prevede che la linea porterà all’economia del Regno Unito una spinta di oltre 40 miliardi di sterline. 

“Questa è l’aggiunta più significativa alla nostra rete di trasporti degli ultimi decenni e rivoluzionerà i viaggi attraverso la capitale e il sud-est, oltre a fornire una spinta di 42 miliardi di sterline all’intera economia del Regno Unito e centinaia di migliaia di nuove case e posti di lavoro” dichiara Sadiq Khan, sindaco di Londra.

E grazie alla nuova linea a respirare è anche l‘ambiente: milioni di automobili in meno sulle strade e tonnellate di Co2 risparmiata. 

# Una metro da record, come la sua regina 

IG @londonrevealed

Una metropolitana “adatta ad una regina”, così la definisce il sindaco Kahn, dopo che la sovrana Elisabetta II in persona, a metà maggio, è andata a visitare l’imminente metropolitana. 

La Elisabeth Line è un gigantesco salto di velocità, spazio e comfort del servizio sotterraneo per la capitale inglese. Chissà se l’entusiasmo per la nuova apertura avrà un’eco anche da queste parti portando a parlare nuovamente di secondo passante ferroviario a Milano. 

Intanto a Londra continuano i festeggiamenti, una curiosità? Sua Altezza Reale è stata la prima monarca regnante a viaggiare sulla metropolitana di Londra nel 1969, aprendo La Victoria line. Insomma, il nome non poteva essere un altro. Ed così che la regina più longeva della del Regno Unito batte un altro record: è la sola sovrana a cui è stata dedicata una metropolitana in vita.

Continua la Lettura con: Nasce il MAM, il MUSEO APERTO della METROPOLITANA. Ma non a MILANO

SARA FERRI

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Da PARIGI a BERLINO con l’alta velocità!

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Sembra reale la possibilità che Parigi e Berlino verranno collegate da un treno ad alta velocità diretto. Lo hanno annunciato la SNCF e la Deutsche Bahn, le due aziende ferroviarie principali dei rispettivi paesi.

Da PARIGI a BERLINO con l’alta velocità!

# Il tredicesimo collegamento diretto tra Francia e Germania

uic.org

Il già avviato e forte rapporto di collaborazione tra la SNCF e la Deutsche Bahn, le principali aziende ferroviarie rispettivamente di Francia e Germania, sembra possa portare alla nascita di un treno ad alta velocità che collegherà la capitale francese e la capitale tedesca.

Ad oggi, questa collaborazione offre un totale di dodici collegamenti diretti giornalieri in ciascuna direzione tra Francia e Germania, ma non uno tra Parigi e Berlino.

# Meno di 7 ore per passare da una capitale all’altra

L’idea è stata annunciata a Strasburgo, durante la celebrazione  del 15° anniversario della collaborazione, dal Dr. Richard Lutz, CEO di Deutsche Bahn, e Jean-Pierre Farandou, Presidente di SNCF. Il progetto potrebbe vedere la luce già per dicembre 2023, in tempo per natale e il nuovo anno.

I due giganti delle ferrovie europee hanno dichiarato di voler incentivare e rendere il più accessibile e semplice l’utilizzo dei treni piuttosto degli aerei per viaggiare, in quanto le emissioni di carbonio nocive per l’ambiente sono minori. Inoltre – ha osservato Jean-Pierre Farandou – negli ultimi anni si è visto come le persone sono sempre più disposte a percorrere in treno tratte sempre più lunghe e di conseguenza un collegamento di 7 ore tra Parigi e Berlino è visto dalle due compagnie come una tratta mancante che deve essere colmata il più presto possibile.

Continua a leggere con: Como sogna la METRO LEGGERA, Varese il TRAM-TRENO

ALICE COLAPIETRA

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PREZZI CASE a Milano: la METÀ di Londra. Ma il PROBLEMA sono i SALARI

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Credits Luca Gualtieri-Forum Ambrosetti - Classifica prime 15 città europee per prezzo al mq in centro

I valori al metro quadro degli immobili a Milano è il più alto in Italia e tra i più alti in Europa. Eppure nonostante il caro prezzo, la distanza con le città più care d’Europa rimane abissale. In particolare da Ginevra, Zurigo e Londra. Ma se Milano non è così cara in un confronto europeo, qual è il problema che rende la vita in città insostenibile per molti? 

PREZZI CASE a Milano: la METÀ di Londra. Ma il PROBLEMA sono i SALARI

# La media dei prezzi al mq di un immobile nel centro di Milano è di 8.000 euro, a Londra si superano i 16.000

Luca Gualtieri-Forum Ambrosetti – Classifica prime 15 città europee per prezzo al mq in centro

Milano è una città cara, è risaputo, non è solo un luogo comune. È la più cara d’Italia e tra i primi posti al mondo. Una delle ultime classifiche la mette al 13esimo posto subito dietro Bangkok e Dubai e prima di Sidney e Barcellona. In Europa ha davanti solo Monaco, Zurigo, Parigi e Londra.

Anche a livello di prezzi al mq degli immobili in centro città si piazza tra le prime posizioni nel Vecchio Continente. Uno studio di “The European House – Ambrosetti” ha stilato una graduatoria delle prime 15 metropoli europee: Milano è in coda con una media di 8.000 mq per un’abitazione in zona centrale, a poca distanza da Amburgo, Vienna, Stoccarda e Oslo. Parigi e Monaco superano i 12.000 euro, Londra è in testa con 16.211 euro, oltre il doppio del capoluogo lombardo. Perché allora vivere a Milano è diventato molto più insostenibile a livello economico che altrove? La causa principale è la contrazione record delle retribuzioni medie in Italia, un trend diametralmente opposto a quello dei valori immobiliari che invece hanno continuato a crescere.

# I salari italiani sono calati in 30 anni, unico caso in Europa

Milano Finanza – Andamento salari Ue 1990-2020

Come mostra Milano Finanza, in base ai dati calcolati dall’Ocse, negli ultimi 30 anni quasi tutti i Paesi europei hanno registrato un aumento delle retribuzioni annuali medie o al massimo una leggera flessione. In Estonia, Lettonia e Lituania il salario medio annuale è più che triplicato negli ultimi 25 anni, in Ungheria, Slovacchia è raddoppiato. In Grecia è cresciuto del 30,5% dal 1990 al 2020, in Spagna del 6,2%. 

L’unica Nazione ad avere segnato una contrazione del 2,9% è stata l’Italia. Un dato che non tiene conto degli effetti della pandemia e della crisi geopolitica in corso e che quindi andrebbe rivisto ulteriormente al ribasso.

Continua la lettura con: SMART WORKING. A Milano 9 AZIENDE su 10 lo fanno ancora, oltre il 60% lo vuole rendere STRUTTURALE

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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🔴 Obiettivo: MILANO CAPITALE dello SPORT. Si inizia con il BASKET

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Credits: sportfair.it

Milano asso-pigliatutto: da qui alle Olimpiadi deve ospitare tutti gli eventi sportivi a cui è possibile pensare di dare accoglienza. Lo annuncia l’Assessora Riva in occasione della presentazione dell’Eurobasket di settembre. Ma andiamo con ordine, perché tra Milano e l’obiettivo di Riva…. c’è un terzo incomodo

Obiettivo: MILANO CAPITALE dello SPORT. Si inizia con il BASKET

-100: iniziato il countdown per l’Eurobasket

sportfair.it

Dal 2 all’8 settembre Milano ospita al Forum di Assago le gare della nazionale italiana di basket, per il girone C di qualificazione alla fase finale di Berlino.
«Mancano 100 giorni al ritorno del grande basket in Italia, dopo 31 anni: l’ultima volta era a Roma, questa volta il basket ha scelto Milano», annuncia Martina Riva, Assessora milanese con delega allo sport.
Per scandire i prossimi 100 giorni è stato scelto un orologio countdown, che da Piazza Duomo ricorderà a Milano l’illustre appuntamento. Allo scadere del countdown inizia il girone dell’Eurobasket, con gli azzurri impegnati nella gara d’esordio contro l’Estonia.
Il girone è completato da Gran Bretagna, Ucraina, Grecia e Croazia.

Leggi anche: La trasformazione della VALTELLINA per le OLIMPIADI

# La “missione” di Milano

«Da qui ai Giochi Olimpici Milano deve puntare ad ospitare tutti i grandi eventi sportivi che è materialmente possibile ospitare, ed iniziare così ad affermarsi anche come capitale dello Sport».
Martina Riva non si nasconde e mette sul piatto tutte le ambizioni di Milano, consapevole che «i grandi eventi sportivi come questo rappresentano una straordinaria occasione per aumentare ulteriormente la capacità attrattiva della nostra città».

In un recente passato Riva ha ricordato che Milano sarà sede della Champions League di pallanuoto e che le piacerebbe aiutare l’organizzazione di altri grandi eventi sportivi, magari legati al rugby e al movimento del grande nuoto internazionale.

Leggi anche: Le PICCOLE COSE da FARE a Milano per renderla davvero EUROPEA

# Il terzo incomodo

leggofuorigrotta IG – Banchina fermata Duomo Napoli

Ma tra Martina Riva e il suo obiettivo per Milano, proprio ieri si è materializzato il terzo incomodo. Con un tempismo eccezionale Emanuela Ferrante, Assessora allo sport di Napoli, ha annunciato la candidatura ufficiale di Napoli come Capitale Europea dello Sport per il 2026.
A margine di un protocollo di intesa tra la città partenopea e il CONI, Napoli lancia la sfida puntando proprio quel 2026, l’anno dei Giochi Olimpici invernali a Milano, per far ripartire il proprio movimento sportivo.

Il titolo di Capitale dello Sport viene assegnato da ACES Europe. Milano lo è stata nel 2009 e nel 2024 toccherà a Genova. Per rispettare questa prestigiosa assegnazione, è necessario dare attuazione ad un anno impegnativo, in cui la città prescelta ospita almeno 36 eventi sportivi, di portata nazionale e internazionale.

Leggi anche: La NUOVA CITTADELLA dello SPORT alle porte di Milano

# La grande festa dello sport a Milano

daschorsch via Pixabay

In attesa di conoscere le decisioni di ACES Europe in merito a questa novità, Milano si prepara ad una grande festa dello sport, proprio con il girone dell’Eurobasket.
Martina Riva, la più loquace della nutrita pattuglia di autorità presente ieri in galleria, promette questi agli appassionati del basket e di Milano.
Uno dei centri nevralgici dell’Eurobasket di inizio settembre sarà proprio Piazza Duomo, dove verrà allestita una Fan Zone che «permetterà sia ai milanesi sia ai tanti turisti che arriveranno da tutta Europa di mescolarsi e di condividere la loro passione».

Milano sembra aver trovato la tattica giusta per tornare a canestro. Come puntualizza Riva «i dati degli arrivi a Milano sono tornati sostanzialmente quelli da record del 2019 […] ma è anche un promemoria per ricordarci che non c’è un minuto da perdere nella promozione internazionale della nostra città».
Napoli riuscirà a stoppare questo formidabile “tiro da tre punti” che Milano ha scagliato?

Continua la lettura con: OLIMPIADI a MILANO: le 7 opere da MEDAGLIA d’ORO

LAURA LIONTI

copyright milanocittastato.it

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Nasce il MAM, il MUSEO APERTO della METROPOLITANA. Ma non a MILANO

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Credits: IG @richard_the_nomand

È italiana l’unica città al mondo che può vantare un museo aperto, innovativo ed accessibile al solo costo di un semplice biglietto della metropolitana. Nasce MAM, una vera e propria galleria d’arte sotterranea formata dalle varie fermate delle stazioni metropolitane progettate da architetti di fama internazionale. Questa volta non siamo a Milano ma…

Nasce il MAM, il MUSEO APERTO della METROPOLITANA. Ma non a MILANO

# Urbanistica e arte, una possibile storia d’amore 

IG @campaniaartecard

Per scoprire chi sta portando avanti questa iniziativa dobbiamo spostarci più a sud verso uno dei golfi italiani più celebri. A lanciare il progetto MAM, il Museo aperto della Metropolitana è il comune di Napoli. 

L’idea di realizzare un connubio tra urbanistica e arte nel capoluogo campano risale al 1995 quando era in costruzione la tratta Vanvitelli-Museo e si decise di affidare la progettazione delle varie stazioni ad architetti di fama internazionale. Gae Aulenti, Fuksas, Atelier Mendini, Oscar Tousquets Blanca, Dominique Perrault, Álvaro Siza e Eduardo Souto de Moura, sono solo alcuni degli artisti che presero parte al progetto, un primo tassello per la Napoli che stiamo per conoscere. 

# Il primo museo aperto a costo zero

Credits: IG @dormireanapoli_suitspa

Con il nuovo secolo vennero inaugurate le prime Stazioni dell’Arte e la metropolitana di Napoli si trasformò in una vera e propria attrazione turistica riconosciuta a livello internazionale. Pensare che solo nel 2017 sono state visitate da 176.000 turisti e che la stazione di Toledo è stata decretata la stazione più bella al mondo dal quotidiano inglese The Daily Telegraph. 

Un successo inaspettato ed è solo l’inizio. Ad oggi il comune dà il via libera a MAM che trasformerà Napoli nell’unica città al mondo a possedere un vero e proprio museo aperto a costo zero.

# Via libera alla “musealizzazione” di Napoli

IG @richard_the_nomand

Il progetto era già stato presentato al Comune anni fa e finalmente vede approvata la delibera per l’avvio della procedura per l’affidamento dei servizi che seguirà il percorso del project financing con i soggetti promotori.

Metropolitana di Napoli insieme a Coopculture, Gesac Aeroporto internazionale di Napoli, Ansaldo STS, Ferrarelle S.p.a., Laminazione sottile, Metropolitana Milanese S.p.A. e MSC crociere. Sono otto le grandi imprese italiane pronte a investire al fine di “musealizzare” le stazioni progettate da molti degli architetti più importanti al mondo che ospitano opere di 100 autori di arte contemporanea e un grande patrimonio archeologico ancora da conoscere.

L’affidamento del progetto si è svolto sulla base di una gara pubblica, la missione? Portare bellezza, lavoro e investimenti alla città tutelando e valorizzando uno straordinario patrimonio culturale. Il tutto a costo zero per l’amministrazione, come si legge in una nota di Palazzo San Giacomo. Ma non è finita qui. 

# Un nuovo luogo di formazione, interazione e partecipazione attraverso l’arte 

IG @quasisemprescalza

Nato con lo scopo di garantire la gestione e la manutenzione delle opere d’arte delle stazioni della metropolitana linea 1 di Napoli, il piano di MAM vede, in primis, l’ampliamento del progetto madre realizzando nuove installazioni nella Stazioni dell’Arte anche in periferia. 

L’obiettivo è quello di trasformare la metropolitana napoletana in un museo a tutti gli effetti. Si vuole assicurare un servizio di fruizione culturale gratuito, continuativo e innovativo, anche attraverso la promozione e organizzazione di programmi culturali di associazioni e organizzazioni del territorio.

Un museo aperto è una diversa modalità di fruizione, una più vasta capacità di comprensione delle opere, un luogo di produzione culturale, un luogo di didattica per i più giovani, di formazione, di innalzamento di competenze professionali per i giovani che guardano alla cultura come a una passione e insieme come un futuro di lavoro. È anche il luogo opportuno per integrare e far interagire tra di loro istituzioni e associazioni culturali del territorio, giovani artisti e creativi, costruendo con loro nuove occasioni di produzione e fruizione del bene culturale, spettacolo, partecipazione”. Afferma Giovanna Barni, presidente di CoopCulture.

# Le tre grandi A, archeologia, architettura e arte, racchiuse nella metropolitana 

Credits: IG @quasisemprescalza

Un grande cambiamento che porterà la cultura ad essere sempre più motore di crescita e sviluppo attraverso la cura e valorizzazione del patrimonio della Metropolitana delle tre “A” (archeologia, architettura, arte). 

“Quella di oggi è una proposta aperta, il MAM è una iniziativa che ci auguriamo vada avanti e sarà importante il contributo di tanti soggetti che vorranno intervenire in termini di idee, di proposte, di risorse. (…) L’iniziativa è aperta a chiunque abbia voglia di sostenere questo progetto che oggi in primo luogo abbiamo voluto presentare alla città, al mondo della cultura e delle imprese e alle associazioni perché è importante che tutti insieme si lavori nella direzione della valorizzazione, promozione e manutenzione di questa opera che già oggi attraverso l’arte, l’architettura e l’archeologia racconta i 26 secoli di storia di Napoli” afferma Ennio Cascetta, presidente di Metropolitana di Napoli.

Chissà se anche Milano accoglierà l’invito a sostenere l’arte e la sua continua evoluzione trasformando anche la sua amata metro in una galleria più colorata. Non resta che attendere un MAM milanese, ma nel frattempo perché non concedersi una visita a Napoli e scoprire la sua arte sotterranea al costo di un comune biglietto metropolitano.

Continua la Lettura con: Primo CONCERTO IN METROPOLITANA: è partito il Festival Underground di Milano

SARA FERRI

Copyright milanocittastato.it

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“Il CIBO GIUSTO fa MERAVIGLIE”. Intervista alla dott.ssa De Petris

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In un mondo sempre più aperto e rispettoso dei vari stili di vita delle persone, scopriamo i vantaggi di una dieta vegana grazie alla dottoressa Michela De Petris.

“Il CIBO GIUSTO fa MERAVIGLIE”. Intervista alla dott.ssa De Petris

# Dottoressa De Petris, ci racconta brevemente il suo percorso di studi e  lavoro e cosa l’ha spinta a diventare vegana?

https://veganok.tv/vip/dott-ssa-michela-de-petris/

Sono un medico chirurgo, specializzata in scienza dell’alimentazione. Purtroppo, durante i sei anni di studi di medicina non sono previsti corsi ed esami di alimentazione mentre nei quattro anni della specializzazione ovviamente si, ma non inerenti le diete vegetariana e vegana. Pertanto, tutte le mie conoscenze in merito ho dovuto approfondirle autonomamente dopo l’esame di specialità. Sono diventata vegana, ormai quasi vent’anni fa, prima di tutto per il mio grande amore nei confronti degli animali ma anche perché è doveroso rispettare l’ambiente e la propria salute.

 

# Lei è diventata “famosa” per un servizio delle Iene in cui un suo paziente sosteneva di essere guarito da una metastasi cerebrale grazie alla dieta che gli aveva prescritto. Immagino che quel servizio le abbia portato notorietà ma anche critiche da parte di molti suoi colleghi, in quanto la dieta vegana non viene praticamente mai consigliata come trattamento di supporto o in alternativa alle terapie allopatiche. Cosa si sente di dire a proposito?

Le Iene

Confermo che, ad ora, il paziente non ha avuto ripresa di malattia. Non sappiamo se il merito sia attribuibile esclusivamente al suo cambio di alimentazione. Non si può inoltre sottovalutare il fatto che il signore avesse comunque fatto in precedenza delle sedute di radioterapia atte a ridurre le dimensioni della massa tumorale. Io credo si sia trattato di un concerto di cose che tutte insieme hanno portato alla sua guarigione. Infatti, il signor Antonio aveva attuato un vero e proprio cambiamento del suo stile di vita che lo aveva portato a praticare meditazione, yoga e attività sportiva. Ovviamente cambiare la sua alimentazione da onnivora a vegana è stato fondamentale.

L’alimentazione vegana può e deve essere di supporto alle terapie convenzionali per potenziarle, diminuirne gli effetti collaterali e migliorare la prognosi del soggetto. Sicuramente diventa l’unica alternativa nel caso in cui il paziente rifiuti l’intervento, la chemio o la radioterapia oppure quando non siano più efficaci o i non sia più in grado di sopportarle per gli eccessivi effetti collaterali.
Sono più che convinta che il cibo giusto fa meraviglie mentre quello sbagliato fa sempre grandi danni!

Critiche dai colleghi invece non ne ho mai ricevute: mi rispettano e mi stimano perché sanno che sono una professionista seria che non improvvisa né che crea false aspettative. Magari sono un po’ scettici sull’efficacia della dieta vegana perché è un tipo di alimentazione relativamente nuova che non conoscono e non sanno bene come gestire.

 

# Quali sono le patologie che maggiormente possono giovarsi di una dieta totalmente a base vegetale?

Le Iene

Tutte! Non c’è un caso che non si avvantaggi di un’alimentazione a base vegetale. Non esiste neanche una controindicazione che impedisca ad un paziente di abbracciare questo tipo di dieta purché sia ben strutturata e personalizzata. Ecco qualche esempio di patologie che ne traggono beneficio: diabete, obesità, ipertensione, ipercolesterolemia, malattie cardiovascolari, osteoporosi, malattie autoimmuni, colon irritabile, sclerosi multipla, malattie cronico-degenerative, morbo di Crohn, morbo di Parkinson, Alzheimer, depressione e tumori.

# Quali sono invece i benefici che potrebbe trarre anche chi, tutto sommato, è in buona salute?

www.activenutrition.it

Migliore funzionalità intestinale, drenaggio dei liquidi corporei che si traduce in un aspetto più vitale della cute che risulta più pulita, luminosa e idratata con riduzione della ritenzione idrica e della cellulite. Frequentemente poi si assiste a un miglioramento del riposo notturno, del tono dell’umore e del benessere generale. Gli sportivi vedono un aumento della prestazione atletica ed una riduzione dei tempi di recupero post allenamento e post gara. Infine, si ha un netto decremento del rischio di contrarre numerose patologie cronico-degenerative.

# Lei vive e lavora a Milano. Trova che i milanesi siano mediamente più interessati a seguire una dieta vegetale rispetto a qualche anno fa o i tempi non sono ancora maturi?

Flower Burger

I tempi sono maturissimi: c’è sempre più richiesta di una dieta a base vegetale anche e soprattutto da parte di persone sane che vogliono restare in salute e ridurre il rischio di ammalarsi.

# Un consiglio per i lettori: gli alimenti indispensabili da tenere in dispensa per restare in salute e quelli da eliminare subito e perché.

https://www.ilgiornaledelcibo.it/piramide-alimentare/

I tre alimenti che non devono mai mancare nel piatto sono: verdure crude, frutta fresca di stagione e…cioccolato biologico raw! In realtà ce ne sarebbero molti altri perché la base di un’alimentazione corretta di tutti – vegani, vegetariani o onnivori – dovrebbe essere costituita da verdura, frutta, cereali, legumi, frutta secca, semi oleaginosi e alghe. Gli alimenti da eliminare subito invece sono il latte (ricordatevi che non siamo vitelli!), le farine raffinate (fanno alzare molto la glicemia) e lo zucchero bianco (infiamma l’organismo). Aggiungerei anche il sale che insieme ai precedenti rientra nel gruppo dei quattro veleni bianchi!

# Ritiene Milano una città vegan friendly in cui si possono trovare proposte culinarie valide ed interessanti?

Michela De Petris

Sì, assolutamente! Oramai a Milano sono sempre più numerosi i ristoranti, le pizzerie, le gelaterie e le pasticcerie che offrono tante alternative vegane.

E la cosa bella è che spesso, anche se non espressamente indicato nel menu, i ristoratori sono sempre più ben disposti a “veganizzare” le proprie ricette onnivore per andare incontro alle esigenze della clientela.

Si può essere vegani dappertutto ed in ogni momento: basta volerlo!

Continua a leggere con: Il Green Poker: i 4 migliori LOCALI VEGANI a Milano

SILVIA FUSARI IMPERATORI

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🔴 SMART WORKING. A Milano 9 AZIENDE su 10 lo fanno ancora, oltre il 60% lo vuole rendere STRUTTURALE

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Credits konsangjira-pixabay -Smart working

L’ultimo report realizzato del centro studi di Assolombarda certifica la trasformazione dello smart working da modalità di lavoro contingente a strutturale. Vediamo i numeri che testimoniano questo cambio radicale e forse definitivo nella cultura aziendale della città.

SMART WORKING. A Milano 9 AZIENDE su 10 lo fanno ancora, oltre il 60% lo vuole rendere STRUTTURALE

# 9 aziende su 10 adottano ancora lo smart working

Pexels-pixabay- Ufficio vuoto

Pubblicato un report del centro studi di Assolombarda che ha visto più di 250 imprese nella città metropolitana di Milano del manifatturiero e dei servizi avanzati coinvolte. Il risultato? La trasformazione dello smart working da modalità di lavoro contingente durante la pandemia a strutturale. Nel primo trimestre del 2022, oltre 8 aziende su 10 attive nella città metropolitana avevano ancora almeno un dipendente in smart working, pari al 22% del forza lavoro totale.

I settori in cui le percentuali sono più elevate sono quelle dei servizi, con il 91%, rispetto all’industria che si ferma al 79%. A Milano città lo smart working è praticato in misura maggiore: al 90%, contro il 78% dell’hinterland. 

# Oltre il 60% delle aziende lo vuole rendere strutturale

konsangjira-pixabay -Smart working

Un altro dato che emerge dall’analisi è che se fino al 2019, l’anno prima dell’arrivo del Covid-19, solo 3 imprese su 10 ricorrevano al lavoro agile e i lavoratori in smart working erano appena il 15%, oggi le aziende milanesi che hanno affermato di voler ricorrere a questa modalità lavorativa in modo strutturale in futuro è il 63%. Tra le imprese di Assolombarda nell’area di Milano, Monza Brianza, Lodi e Pavia che hanno introdotto lo smart working in modo strutturale la quota di smart worker arriva al 27%, con punte del 43% nei servizi rispetto al 17% dell’industria.

Il commento di Diego Andreis, vicepresidente di Assolombarda con delega a Politiche del lavoro, Sicurezza e Welfare: “Lo smart working negli ultimi due anni è un modello organizzativo che ha visto una forte accelerazione ed è oggi entrato a far parte della cultura aziendale diffusa. Nel 2021 Confindustria, insieme alle organizzazioni sindacali, ha sottoscritto il Protocollo nazionale sul lavoro in modalità agile con lo scopo di fissare le linee di indirizzo per la contrattazione collettiva nazionale, aziendale e/o territoriale. Quando finirà il periodo di emergenza che ha condizionato il ricorso diffuso allo smart working, pertanto, non ci troveremo impreparati”.

Continua la lettura con: Dopo autisti e dipendenti comunali anche i PROF in FUGA da Milano: in 5.000 chiedono di ANDARE VIA

FABIO MARCOMIN

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VOLI a 4,99 euro? Come trovare aerei a PREZZI STRACCIATI per l’estate

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Credit: @ryanair

È tornata la voglia di viaggiare, di spostarsi fuori dall’Italia e in generale di fare qualsiasi cosa che negli ultimi due anni ci è stato privato. Mentre il turismo in Italia sta tornando ai livelli del 2019, gli aerei non viaggiano più vuoti e si riempiono sempre di più. Ma la guerra ha causato una crisi economica non ignorabile, e allora ecco il modo per conciliare la voglia di viaggiare spendendo poco. Si possono trovare voli anche a meno di 5 euro seguendo gli esclusivi consigli di Nicolò Balini, uno dei travel blogger più di successo in Italia. 

 

VOLI a 4,99 euro? Come trovare aerei a PREZZI STRACCIATI per l’estate

Quante volte si è sentito di amici e parenti che sono riusciti a viaggiare spendendo anche meno di 20 euro, mentre tu hai sempre dovuto pagare il biglietto al prezzo pieno. Ecco sei semplici regole per poter trovare offerte di voli anche a 4,99€.

#1 Essere flessibili nelle date (e nelle destinazioni)

Credits volotea IG – Volotea

La prima regola in assoluto per trovare viaggi aerei a basso costo è essere flessibile. Se non si hanno particolari vincoli lavorativi o altro, durante la ricerca del volo meglio mettere date flessibili e magari anche destinazioni. Se si hanno in mente più possibili luoghi dove voler andare, durante la ricerca meglio mettere in generale lo Stato che si vuole raggiungere piuttosto che la città precisa e, se addirittura si vuole viaggiare senza una meta precisa, si consiglia di scegliere l’opzione “ovunque” nella sezione destinazione.

Altra cosa dove essere flessibili è l’aeroporto di partenza o di arrivo: ad esempio se si è di Milano, meglio dare la possibilità di partire da tutti e 3 gli aeroporti della città (Linate, Malpensa e Orio) piuttosto che uno solo. E infine le date. Se non si hanno particolari impegni, guardare i voli di tutto il mese dove si vuole viaggiare è la scelta ideale, così da poter scegliere le date con offerte più convenienti. I voli infrasettimanali sono i meno cari.

#2 Scegliere compagnie low cost

Credits: @ryanair_italy
Ryan Air

Scegliere compagnie aeree low cost come RyanAir, Easy Jet o altri è certamente il modo migliore per pagare poco il viaggio. Le compagnie low cost risparmiano sui costi: offrono meno comfort (ad esempio Ryanair non ha i sedili reclinabili), risparmiano sul personale e sulla loro formazione (spesso le compagnie hanno un unico tipo di aeromobile così che sia sufficiente che il personale conosca solo quello) e scelgono aeroporti secondari e orari poco comodi. Tutti questi accorgimenti rendono le compagnie aeree delle vere macchine dell’organizzazione per fare soldi, ma garantiscono al cliente prezzi bassi.

#3 Cercare le offerte sui siti specializzati: es. Skyscanner, Edream, Kayak e Momondo

Cercare sul computer
(da pixabay)

Per avere più scelta, bisogna confrontare i voli su quei siti specializzati nei confronti dei prezzi di più compagnie. Ormai ce ne sono veramente tanti, dai più conosciuti come Skyscanner, Edream, Kayak e Momondo, a quelli un po’ meno famosi ma sempre affidabili. Questi portali ti permettono di capire quali siano il giorno, l’orario e la destinazione più vantaggiosi. Non è necessario poi prenotare direttamente su questi siti, anzi, una volta trovata, conviene poi acquistare il biglietto direttamente sul sito della compagnia.

#4 Sfruttare la modalità in incognito

Modalità incognito
(da pixabay)

Cercare i voli in modalità incognito sul proprio motore di ricerca potrebbe avere i suoi vantaggi. Le compagnie aeree infatti modificano i prezzi in base ai cookies: se notano che stai cercando ripetutamente voli aerei, i prezzi aumenteranno. Per questo la modalità in incognito, è la soluzione migliore, perchè il browser non registra i cookies.

Ci sono poi altri accorgimenti per poter pagare di meno un biglietto aereo: ad esempio controllare se pagare con valute diverse può essere più conveniente, oppure cambiare posizione di ricerca nel mondo (con siti appositi) e vedere se acquistare da altri Paesi voli da e per l’Italia è più conveniente.

#6 Portare solo un bagaglio a mano e accettare il posto casuale

milano aeroporti
L’aeroporto di Berlino Tegel

Se si scelgono le compagnie aeree low cost, ogni servizio aggiuntivo è a pagamento. Per questo motivo per comprare biglietti a prezzi bassi serve anche un po’ di adattamento. Si consiglia quindi di far stare tutto ciò che ti serve dentro il bagaglio a mano gratuito o, se si è in compagnia, dividere il bagaglio in stiva con altri. In più, bisogna essere disposti a viaggiare vicino a persone sconosciute. La scelta del posto è casuale: se si vuole stare vicino al proprio o alla propria compagna di viaggio, bisogna pagare.

Continua la lettura con: La sfida dei TRENI (quasi) GRATIS: dove si viaggia in treno in tutto il Paese a un PREZZO FISSO

BEATRICE BARAZZETTI 

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🔴 Dopo autisti e dipendenti comunali anche i PROF in FUGA da Milano: in 5.000 chiedono di ANDARE VIA

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Credits Cal-America-pixabay - Scuola vuota

Sembra non volersi arrestare l’emorragia di dipendenti pubblici a servizio degli enti del capoluogo lombardo. Alla lunga lista di coloro che vogliono andarsene da Milano o lo hanno già fatto, si aggiungono professori e insegnanti. Dopo l’allarme sulla fuga degli autisti di Atm e dei dipendenti comunali, è arrivato il loro turno. 

Leggi anche: Boom di dimissioni dei dipendenti comunali

Dopo autisti e dipendenti comunali anche i PROF in FUGA da Milano: in 5.000 chiedono di ANDARE VIA

# Nelle scuole di Milano mancano i docenti: 5.000 richieste di trasferimento in altra scuola o regione

Credits Cal-America-pixabay – Scuola vuota

Sono 5.000 le domande di trasferimento presentate da professori e insegnanti all’ufficio scolastico con la richiesta di cambiare scuola e regione. Un tendenza simile si registra anche tra le fila del personale tecnico e amministrativo, con circa il 20% dei dipendenti nella Città Metropolitana di Milano ne ha sottoscritto richiesta.

Come riporta Il Giorno, Massimiliano Sambruna di Cisl Scuola Milano commenta questa situazione critica: “Il flusso in uscita supererà come sempre quello in entrata: poche le domande di docenti che chiedono di venire in Lombardia. […] Le graduatorie sono appena state pubblicate, nelle prossime settimane si saprà quante di queste cinquemila saranno accettate. Ma il trend è come sempre costante“. I bambini e i ragazzi delle scuole milanesi rischiano di ritrovarsi a settembre a corto di docenti. 

Ma la fuga da Milano di dipendenti pubblici si sta estendendo ormai a ogni settori. 

# Dipendenti comunali e autisti di Atm non vogliono lavorare nel capoluogo lombardo

Credits Andrea Cherchi – Tram a Milano

Gli insegnanti non sono però gli unici lavoratori a volere andarsene dalla città. Nei giorni scorsi a lanciare l’allarme era stato il sindacato Usi mettendo in evidenza come molti neoassunti del settore pubblico di Milano stiano andando altrove a causa del costo elevato della vita e di stipendi non all’altezza: “Sono molte decine i neoassunti coi numerosi concorsi che si sono succeduti dal 2017 ad oggi che stanno presentando le dimissioni dopo aver vinto concorsi in altre città. Un fenomeno che sta assumendo contorni e cifre preoccupanti, lasciando scoperte molte posizioni”. 

Non solo. A Febbraio Atm aveva denunciato la fatica a trovare nuove persone disposte a lavorare come autisti e tranvieri, in seguito alla campagna di assunzione che prevedeva l’inserimento di 650 nuove risorse. Le motivazioni sono sempre le stesse: affitti troppo alti e retribuzioni non in linea con le spese previste per vivere a Milano.

Leggi anche: ATM non trova autisti? La REPLICA di un CONDUCENTE: MILANO insostenibile per i nostri STIPENDI

Continua la lettura con: “Chi me lo fa fare di restare a Milano?”: BOOM DIMISSIONI dei DIPENDENTI COMUNALI

FABIO MARCOMIN

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🔴 DRITTI a MIND: via libera al raccordo per sbrogliare il garbuglio autostradale

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Disco verde per uno svincolo strategico e un nodo autostradale che dovevano essere pronti per Expo 2015.

DRITTI a MIND: via libera al raccordo per sbrogliare il garbuglio autostradale

# L’«incubatore del futuro della Lombardia»

Credits: Aska News

La rigenerazione urbana dell’ex area EXPO, si completa con un protocollo di intesa per la sistemazione e il potenziamento del nodo autostradale A52, proprio in corrispondenza con l’accesso al Milano Innovation District.
Secondo una nota firmata da Attilio Fontana, Presidente di Regione Lombardia, MIND ricopre il ruolo di «incubatore del futuro della Lombardia».

Il completamento dello svincolo autostradale della A52 diventa il nodo fondamentale per garantire l’arrivo a MIND. Mentre l’Innovation District inizia a prendere forma al suo interno, i player istituzionali competenti prendono le misure anche alla viabilità esterna, per rendere MIND «accessibile in maniera efficiente e funzionale».

Leggi anche: I rendering della futura STAZIONE MIND-MERLATA della CIRCLE LINE

# Dritti a MIND senza perdersi

Il Giorno

Obiettivo dell’intesa è di semplificare l’ingarbugliato dedalo di rampe, rotonde, sottopassi e viadotti che costituiscono la “Porta dell’Expo”.
MIND, sul territorio dei comuni di Rho e Milano, potrà essere meglio integrato tra le autostrade dei Laghi a Nord, la Milano-Torino e la viabilità comunale.

A4 e A8 sono attualmente collegate tramite un super svincolo che transita tra Rho Fiera e MIND attraverso un intricato sistema di rotonde e imbocca la galleria artificiale che lambisce Musocco e Cascina Merlata in direzione Roserio. Dal sottopasso si arriva poi al viadotto che sopravanza lo scalo di Milano Certosa, per congiungersi alla A8 dei Laghi con lo svincolo parziale di Stephenson.
In questo articolato sistema autostradale che abbraccia la città di Milano, sbagliare direzione significa imboccare un’autostrada ed uscirne allo svincolo o casello successivo.
Moltissimi utenti hanno sempre “denunciato” una carenza di segnaletica adeguata.

Leggi anche: I 7+1 LOCALI più INTERESSANTI dell’HINTERLAND a nord di Milano

# Pronto alla fine del 2022

mind-raccordo-A52 Credits: Lombardia Notizie

I player istituzionali coinvolti sono innumerevoli: Regione Lombardia, i comuni di Rho e di Milano, la Città Metropolitana di Milano per il territorio, cui aggiungere Autostrade per l’Italia e Milano Serravalle per la parte viabilità, nonché Arexpo e Lendlease in rappresentanza di MIND.
Con 7 anni di ritardo rispetto a Expo 2015, la A52 si avvia al definitivo completamento, che prevede innanzitutto l’aumento della capacità delle rampe sullo svincolo di Mazzo di Rho.
La viabilità da Nord di Milano viene potenziata con l’aumento delle corsie e consolidando la rotatoria A52, che prevede un ramo diretto di uscita verso Piazza della Costellazione, nel cuore della viabilità comunale, tra il quartiere fieristico e MIND.

Leggi anche: La richiesta dei pendolari: la S12 come una “METROPOLITANA LEGGERA” tra Milano e Lodi

# Sollievo per l’Alto Milanese

La definitiva sistemazione di questo asset autostradale, darà sollievo soprattutto alla viabilità da e verso l’Alto Milanese.
Si completa infatti così anche la vicenda della ex Rho-Monza, strada fondamentale per il collegamento della Brianza e Milano, con la chiusura definitiva dei cantieri a Paderno Dugnano, Novate Milanese e Bollate.
Ultimi sacrifici per i residenti di queste città, che vedranno la fine delle deviazioni stradali a dicembre 2022. Fino ad allora sono segnalati chiusure e riaperture intermittenti degli svincoli sulla SP 46 per gli ultimi interventi di riqualificazione, deviazioni verso Monza per chi rientra da Milano, ma apertura diretta e quasi definitiva per i pendolari che, da Paderno in giù, sono diretti a Milano centro.
E se il futuro di Milano e della Lombardia iniziassero proprio semplificando la percorrenza delle nostre strade?

Continua la lettura con: MIND: sarà la città SENZ’AUTO pilota per Milano?

LAURA LIONTI

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La MILANO di RINGHIERA in un FILMATO NOSTALGIA

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Con l’arrivo in massa di persone da ogni parte d’Italia per lavorare, a inizio ‘900 a Milano premeva la necessità di dare un tetto a questi nuovi lavoratori, che di pretese non ne avevano molte. Ed è così che nascono le case di ringhiera: una soluzione abitativa economica di edilizia popolare, veloce da costruire e in grado di ospitare un gran numero di persone. Quanta strada fino ad oggi: da casa popolare a simbolo di Milano.

Prima dei clacson, dei motori e delle suonerie dei cellulari, a Milano dominavano le voci delle donne che si parlavano da un balcone all’altro, quelle dei bambini che giocavano sotto casa e degli uomini o al lavoro o in osteria. Questa è la Milano di ringhiera dei primi decenni dello scorso secolo illustrata in questo video nostalgia.

La MILANO di RINGHIERA in un FILMATO NOSTALGIA

Il video:

# “I donn sulla linghéa se conoseva tüci tra di loro.”

https://www.lombardiabeniculturali.it/fotografie/schede/IMM-5w050-0000069/

La vita per chi abitava in una casa di ringhiera non era semplice: erano vite vissute in condivisione, nel bene e nel male. Gli spazi in comune come il cortile, il ballatoio e – almeno fino agli anni 60 – anche il bagno, contribuivano a creare un’atmosfera di comunità: tutti sapevano e vedevano tutto, semplicemente perché le vite di chi ci viveva erano inevitabilmente sotto gli occhi di tutti. O meglio, sotto gli occhi delle donne e della portinaia, che dai balconi si mettevano a ciaciarä e sabetá fra di loro.

# “La portinara che la vusava” e “l’Aida che viaggiava”

http://www.milanoisola.it/vita-da-ringhiera-in-mezzo-alla-scighera/

Giù nei cortili interni, su cui si affacciavano i balconi (le ringhiere), giocavano i bambini, rincorsi dalle urla della portinaia che li intimava di smetterla di giocare a palla, altrimenti avrebbero rotto qualche vetro. Con le lenzuola stese ad asciugare che sfioravano le loro teste e gli sguardi delle madri sulle nuche a vigilare, i bambini improvvisavano giochi e partite di calcio, riempiendo il cortile con le loro spensierate ed innocenti voci.

Mentre i bambini giocavano a bandera o a te ghe l’è, i loro padri, tendenzialmente, se non erano al lavoro o in casa, erano in osteria. Le loro voci, mentre giocavano a carte o bevevano, chiudevano il coro.

# I tempi cambiano, l’essere umano mai

https://gerardopandolfi.com/3-strategie-per-aumentare-la-condivisione-sui-social-media-dei-tuoi-contenuti/

Oggi siamo anche noi molto abituati a condividere. Post, foto, storie, racconti e parole. Certo, le attuali modalità di condivisione della propria quotidianità sono molto diverse: spesso avviene per via indiretta, attraverso uno schermo o tramite parole nero su bianco. Però rimane l’essenza, il primitivo bisogno dell’uomo di non sentirsi solo, di coinvolgere e condividere pensieri, parole e momenti, come avviene in questo video meraviglioso:

Continua a leggere con: Il ritrovo dei PANINARI: 40 anni dopo

ALICE COLAPIETRA

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🔴 La “FORESTA GALLEGGIANTE” in DARSENA

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Stefano Boeri Interiors Darsena

Arriva in Darsena la Floating Forest, l’ultima creazione di Stefano Boeri. Ecco di cosa si tratta.

La “FORESTA GALLEGGIANTE” in DARSENA

# La foresta galleggiante di 610 alberi

Stefano Boeri Interiors Darsena

610 alberi creeranno una foresta galleggiante pensata come un ecosistema indipendente. In Darsena, in occasione degli eventi legati al Fuorisalone, a partire da martedì 7 giugno fino a domenica 12 comparirà “Floating Forest” firmata Stefano Boeri. Sarà aperta dalle 10 alle 12, e sarà una vera e propria foresta galleggiante.

L’obiettivo dell’installazione, come riportano gli architetti, è quello di “equipaggiare e ispirare la nuova generazione a far progredire il mondo” partendo “dall’importanza del ruolo che ha la natura”. Tra i benefici della foresta urbana temporanea compare anche la possibilità di mettere in connessione i cittadini e la natura, trasformando uno spazio urbano in una mini-foresta e infine in un luogo di socialità.

# Si vuole sensibilizzare sui temi ambientali

Stefano Boeri Interiors Darsena

L’installazione sarà progettata per Timberland e sarà presso Viale Gabriele D’Annunzio 20. I 610 alberi appartengono a più di 30 specie diverse: aceri, betulle, melo, arbusti come aronia nera, ortensie e tante altre. The “Floating Forest” vuole moltiplicare la biodiversità e attivare i benefici ambientali legati alla forestazione urbana. Inoltre, la futura foresta galleggiante in Darsena sarà un modo per sensibilizzare sui temi ambientali e sull’importanza che la forestazione urbana può avere in una città come Milano. Il verde urbano migliora la qualità della vita dei cittadini, rende salubre l’ambiente e implementa la biodiversità. Tutti temi che Stefano Boeri ha particolarmente a cuore, non a caso ha realizzato il Bosco Verticale.

# Un’esperienza sensoriale divisa in 4 tappe

All’interno di “The Floating Forest” c’è poi un percorso formato da quattro tappe, in ognuna ci sarà un’esperienza sensoriale diversa, accompagnata da elementi digitali. A chi non andrà al Fuori Salone durante la Design Week, invece, viene offerta un’esperienza online. Infine, sempre in un’ottica sostenibile, gli alberi che comporranno l’istallazione saranno donati a Soulfood Forestfarms Hub Italia, un’organizzazione no-profit che si occupa della transizione ecologica dei territori.

Continua la lettura con: Fuorisalone o FUORI SALONE? Dove è nato e altre curiosità sulla Milano Design Week

BEATRICE BARAZZETTI
 

Copyright milanocittastato.it

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La “CASA più BELLA del MONDO”: il “festival di Cannes” dei nuovi progetti immobiliari

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Credits archinovo - Bodenez Le-Gall La Maison Terre

Il primo premio di architettura creato in onore delle case degli architetti e delle agenzie che le hanno progettate. Ecco come è stato concepito e alcune abitazioni in concorso che si possono votare fino a fine giugno.

La “CASA più BELLA del MONDO”: il “festival di Cannes” dei nuovi progetti immobiliari

# Decimo anniversario e sesta edizione del premio Archinovo

Il Premio Archinovo è il primo premio di architettura in onore delle case degli architetti e delle agenzie che le hanno progettate, creato dall’architetto Delphine Aboulker. Nel 2022 festeggia il decimo anniversario e la sesta edizione. Sostenuto dal Ministero francese della Cultura e della Comunicazione, dal Pavillon de l’Arsenal e la Cité de l’Architecture et du Patrimoine, questo concorso ha lo scopo di promuovere la giovane architettura contemporanea nel campo dell’edilizia abitativa privata in Francia.

I progetti di recente costruzione selezionati hanno in comune la capacità di combinare innovazione e habitat sostenibile, sfruttando al meglio ogni situazione e ogni materiale da costruzione. 

# 44 progetti in concorso

Credits archinovo – Bodenez Le-Gall La Maison Terre

Sono 44 i progetti in totale tra cui 17 nuove costruzioni e 13 ampliamenti o riqualificazioni. Fino al 31 maggio si può partecipare alla votazione online, a giugno si riunirà la giuria degli esperti e a settembre ci saranno le premiazioni. Verranno consegnati: le Grand prix du Jury, la Mention spéciale du Jury, le Prix de l’Habitat Groupé ou Alternatif, le Trophée Extension et Réhabilitation e le Prix du Public. 

Ecco alcune abitazioni in concorso.

#1 La Maison Terre

Credits archinovo – Bodenez Le-Gall La Maison Terre

Questa abitazione sfrutta le potenzialità di ogni materia lasciata grezza: la solidità del cemento come base, la leggerezza del legno per la struttura ed è termicamente efficiente con un panorama su Cap d’Erquy, nel nord della Francia.

#2 Pré aux Pierres

Credits archinovo – David Apheceix Le Pre aux Pierres

Il progetto Pré aux Pierres consiste nella trasformazione, ristrutturazione e ampliamento di tre casali situati negli Yvelines in una casa principale, una foresteria e una galleria d’arte.

#3 Twist House

Credits Archinovo – Avignon Clouet Architectes Twist House

Twist House è stato realizzato nel centro della città di Nantes vicino all’Erdre e fa parte di un tessuto urbano eterogeneo, composto da case singole a schiera e piccoli condomini di varie dimensioni. Si caratterizza per un rivestimento laccato bianco disposto orizzontalmente e l’edificio sembra girare su se stesso. All’interno c’è una scala scultorea dalle linee organiche che si dispiega come un nastro e collega i quattro piani.

#4 La serra bioclimatica

Credits Archinovo – Philippe More IWA Architecture

Philippe Moré ha costruito una serra bioclimatica sulla costa settentrionale del Finistère come estensione di una casa degli anni ’80. La parte interessante del progetto risiede nella capacità della serra di regolare l’eccesso di umidità nell’aria, che le consente di agire sull’habitat come tampone termico e igrometrico.

#5 La “casa senza angoli”

Credits Archinovo – Benoit Rotteleur Parisse

La “casa senza angoli” è stata costruita per una coppia di pensionati e assume l’aspetto di un tradizionale padiglione, al centro del suo terreno. Un ponte di legno circonda la casa quadrata, dando l’impressione che fluttui sopra il giardino. L’elemento distintivo sono i quattro angoli dell’abitazione, senza muri e chiusi solo con delle vetrate, che consentono di attraversare visivamente e fisicamente l’abitazione da un lato all’altro e dal centro di vedere il giardino esterno in ogni direzione.

Fonte: Archinovo

Continua la lettura con: I 10 PALAZZI più BELLI del MONDO

FABIO MARCOMIN

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Da MILANO a TRIESTE a 200 Km all’ora: a che punto siamo

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Credits Ego l'hub - corriere - Tav veneta

Da Milano a Trieste a bordo di un treno dell’alta velocità? Ancora non è realtà ma avanzano i cantieri sulla tratta e nuovi progetti sono allo studio per concludere l’intero tracciato. Vediamo i progetti approvati e i cantieri in corso.

Da MILANO a TRIESTE a 200 Km all’ora: a che punto siamo

# In costruzione 48 km di linea da Brescia a Verona

Tav Brescia Verona

Da Milano Lambrate fino a Brescia si può già viaggiare in treno con l’Alta Velocità da qualche anno. L’ultimo tratto da Treviglio e Brescia è stato inaugurato nel 2016. La tratta attualmente in costruzione è quella che collega la “Leonessa d’Italia” a Verona, lunga 48 chilometri, che parte da Mazzano dove un nuovo bivio separerà la nuova ferrovia dalla linea convenzionale Milano – Venezia, affiancandola per 2 km, e termina in corrispondenza del bivio di Verona Ovest dove, all’altezza di Sommacampagna, i binari dell’AV/AC torneranno ad affiancare la linea ferroviaria convenzionale Milano-Venezia connettendosi ad essa. In parte i treni passeranno sotto l’autostrada A4, in parte viaggeranno in galleria, trincea e viadotto.

Credits mobilita.org – Cantieri tav Brescia Verona

Lungo l’A4 quasi tutte le aree di cantiere vedono lavori in corso. Nell’area di Lonato del Garda dove è presente uno dei cantieri più complessi, la talpa ha completato il 65% della sua corsa in direzione Verona in una delle due canne, mentre in direzione Milano il le operazioni sono in fase più avanzata. I lavori della linea ad alta velocità spaziano dalla realizzazione dei nuovi cavalcavia, alle opere propedeutiche alla costruzione della nuova sede ferroviaria, all’abbattimento di edifici per lasciare spazio alla costruendo ferrovia.

# La tratta tra Verona e Padova in attesa dell’avvio di tutti i cantieri

Credits Ego l’hub – corriere – Tav veneta

Il progetto della tratta successiva tra Verona e Padova, di 76,5 km, è già stato finanziato in parte con fondi Pnrr per un investimento complessivo è di 4,8 milioni di euro. Suddivisa in tre lotti costruttivi, il primo tra Verona e il bivio di Vicenza, è in corso di realizzazione dall’agosto 2020, gli altri cantieri dovrebbero partire entro l’estate per concludersi entro il 2026.       

La linea attraverserà 22 Comuni (8 in provincia di Verona, 10 in provincia di Vicenza e 4 in provincia di Padova) con partenza della stazione di Verona Porta Vescovo e conclusione in corrispondenza dell’asse del fabbricato viaggiatori della Stazione di Padova. Le altre stazioni della linea saranno Montebello Vicentino, Vicenza, Lerino, Grisignano di Zocco, Mestrino e Rubano. 

# Tra Venezia e Trieste è in corso un potenziamento della linea per portare i treni a 200 km/h

Il Sole 24ore – Venezia – Trieste

Il tratto tra Padova e Venezia, lungo 29 chilometri, è stato inaugurato a marzo del 2007 e quindi rimarrebbe il percorso fino a Trieste per terminare tutta la infrastruttura ferroviaria dell’Alta Velocità da Milano. Ad oggi, pur non escludendo un progetto per una linea veloce, si è optato per il potenziamento della tratta già esistente con lo scopo prioritario di ridurre i tempi di viaggio tra Venezia e Trieste. Il risparmio potenziale sarà fino a 30 minuti grazie all’innalzamento della velocità di percorrenza fino a 200 km/h. Le nuove fermate previste dovrebbero essere tre e i lavori dovrebbero concludersi nel 2025.

Continua la lettura con: Il “TRENO della MORTE” che attraversa PANORAMI da SOGNO

FABIO MARCOMIN

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🔴 “Chi me lo fa fare di restare a Milano?”: BOOM DIMISSIONI dei DIPENDENTI COMUNALI

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Credits hoigole IG - Palazzo Marino

Già si era alzato l’allarme per i tranvieri. Pare ora che il malessere si diffonda in ogni settore dell’amministrazione comunale. L’allarme lanciato da un sindacato di categoria.

“Chi me lo fa fare di restare a Milano?”: BOOM DIMISSIONI dei DIPENDENTI COMUNALI

# Boom di dimissioni dei dipendenti pubblici, anche neoassunti: scappano da Milano per andare a lavorare altrove

hoigole IG – Palazzo Marino

Il Comune di Milano e gli altri enti pubblici della città rischiano di rimanere senza dipendenti in molti ruoli chiave. L’allarme è stato lanciato dal sindacato Usi che ha raccolto alcune testimonianze di dimissioni di neoassunti a Palazzo Marino e non solo, un fenomeno che si protrae da qualche anno e che non accenna ad arrestarsi: “Sono molte decine i neoassunti coi numerosi concorsi che si sono succeduti dal 2017 ad oggi che stanno presentando le dimissioni dopo aver vinto concorsi in altre città. Un fenomeno che sta assumendo contorni e cifre preoccupanti, lasciando scoperte molte posizioni”.  

Una dirigente di Palazzo Marino ha raccontato come sia rimasta senza “funzionarie già formate”. Il personale della giustizia cerca di tornare verso le regioni d’origine, chiedendo il trasferimento in altri uffici giudiziari, lo stesso sta accadendo anche all’Ispettorato del Lavoro con la conseguenza di pericolosi vuoti di organico.

# Prezzi della città alla stelle e stipendi poco competitivi le cause principali della fuga

Stazione Centrale

Quali sono le principali cause di questa fuga? Il costo della vita troppo elevato a Milano rispetto a molti altri luoghi d’Italia e stipendi migliori offerti dalle amministrazioni pubbliche di altre città per la stessa posizione lavorativa ricoperta.

Tra le testimonianze raccolte dal sindacato, come riportato da Milano Post, c’è quella di una 26enne laureata in Giurisprudenza e ormai ex dipendente del Comune che ha scelto di trasferirsi nel capoluogo toscano: “Chi me lo fa fare di restare a Milano? Con lo stesso stipendio qua ero in condivisione a 500 euro per una stanzetta in periferia, mentre a Firenze con la stessa cifra abito in una casa da sola. In 10 minuti a piedi sono in centro”.

Un altro giovane ha invece spiegato di essersi dimesso dopo aver ottenuto un posto di lavoro tramite un concorso al ministero dell’Interno perché offre “400 euro nette in più al mese per la stessa qualifica”.

# La soluzione proposta dal sindacato

I delegati sindacali hanno proposto una soluzione all’amministrazione milanese per arginare le dimissioni di massa dei dipendenti pubblici: concorsi meno selettivi e più aderenti alle vere necessità del Comune.

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FABIO MARCOMIN

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Solo patate, pasta o polpette: I RISTORANTI MONOTEMATICI di Milano

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Credits alberto.suni IG - Meatball Family

Se si è amanti di una particolarità culinaria o troppo pigri per scegliere in menù troppo ricchi, a Milano si stanno diffondendo i ristoranti basati su un unico ingrediente. Scopriamo alcuni dei ristoranti monotematici presenti in città.

Solo patate, pasta o polpette: I RISTORANTI MONOTEMATICI di Milano

#1 Meatball Family, il ristorante della polpetta

alberto.suni IG – Meatball Family

Meatball Family è il locale nato ormai 7 anni fa, con prima location a pochi passi dai Navigli, dall’idea di un gruppo di amici e soci, tra i quali Diego Abatantuono, di creare un ristorante con menu basato sulla polpetta. Ce ne sono di ogni tipo: da quelle classiche di fassona con pomodorino ciliegino, a quelle di pesce, orientali, di melanzane, con sugo, morbide o fritte. Negli ultimi anni si sono aggiunti, oltre a nuove aperture non solo in città, hamburger e pizza alla pala sempre con la polpetta quale elemento principale.

Indirizzo principale: Via Vigevano 20

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#2 Exit Pastificio Urbano, dove la pasta è la regina

fuoripasto IG – Exit pastificio urbano

Exit Pastificio Urbano propone un menu a base di pasta: secca, fresca e ripiena, in brodo, al forno. Questo nuovo format di ristorante è stato pensato dal trio stellato di Contraste, costituito da Matias Perdomo, Simon Press e Thomas Piras. Tra i piatti del locale ci sono i grandi classici come gli Agnolotti del Monferrato, gli Spaghetti alle vongole e le Tagliatelle all’astice. 

Indirizzo: Via Orti, Via Curtatone, 24

#3 Lasagna Factory, dodici varianti di lasagna che percorrono idealmente l’Italia da nord a sud

lasagnafactorymilano IG – Lasagna factory

Da Lasagna Factory si può riscoprire il gusto autentico della tradizione culinaria italiana, con 12 gusti differenti di lasagna che percorrono idealmente l’Italia da nord a sud. Si parte dalla versione lombarda con ragù di ossobuco e besciamella allo zafferano che unisce Milano e l’Emilia, poi quella alla zucca, zucchine e porcini fino al ragù di mare con pasta nera, porcini, tartufo e besciamella al tartufo. 

Indirizzo: via Pavia, 6/2

#4 MiCasa, la prima toasteria di Milano

micasatoasteria IG – MiCasa

Il pane artigianale sfornato ogni mattina è alla base dei toast di MiCasa, la prima toasteria di Milano. Dal classico toast farcito con prosciutto cotto e formaggio, si passa alle varianti dolci e salate, ma anche biologiche, vegane e senza glutine. Una meta imperdibile per gli amanti del pane tostato.

Indirizzo principale: Piazzale Governo Provvisorio, 5

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#5 Piaceri di Patata, il tubero più famoso in ogni declinazione culinaria

alimuse IG – Piaceri di patata

In zona Porta Romana c’è un ristorante rustico dove mangiare piatti tutti a base di patata: Piaceri di Patata. Ogni portata è pensata per valorizzare questo elemento della cucina, dagli antipasti ai dolci. Si parte con deliziosi bastoncini di patata con fonduta di gorgonzola, frittelle, gnocchi viola, tagliata di sovracoscia di pollo e pancetta con purè e infine torta di patate dolci.

Indirizzo: Via Salasco, 34

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FABIO MARCOMIN

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Il “TRENO della MORTE” che attraversa PANORAMI da SOGNO

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credits: IG@francybo

Questi 415 km di strada ferrata, non nascondono solo panorami spettacolari, ma anche un passato terrificante

Il “TRENO della MORTE” che attraversa PANORAMI da SOGNO

# Sembra una semplice ferrovia, ma i suoi binari nascondono una tragedia

credits: IG@gior.gina_

Ferrovia della Birmania, Burma Railway o Ferrovia Siam-Birmania. Sono molti i nomi associati a questa strada ferrata, ma uno più di tutti è impresso nella mente delle persone: il “treno della morte”.

Per ripercorrere i passi di questi vagoni, bisogna tornare indietro di quasi 80 anni. Erano i primi anni ’40 del secolo scorso quando l’impero giapponese iniziò l’ambizioso progetto. Oggi questa ferrovia non esiste più, o per lo meno è molto diversa da quella di una volta, ma fra i suoi binari si può ancora percepire la sua tragica storia.

# Più di 300mila uomini per costruirla

credits: www.warfare.it

La Ferrovia venne costruita con uno scopo principale: favorire il rifornimento di truppe e armi durante la Seconda Guerra Mondiale. Originariamente, il tragitto era lungo circa 420 km e collegava Ban Pong (Thailandia) con Thanbyuzayat (Birmania) e da entrambi i fronti incrociata altre preesistenti ferrovie che permettevano di raggiungere Bangkok da una parte e Rangoon dall’altra.

Un piano complesso che per essere portato a termine necessitava di una manodopera a dir poco cospicua. Nella costruzione, come previsto, vennero impiegati moltissimi uomini: secondo il governo australiano, furono circa 330mila persone a trovare lavoro in questo progetto, tra cui 61mila prigionieri di guerra alleati.

Eppure, nonostante la grande forza lavoro, il progetto andava a rilento. Gli operai non erano sufficienti per portare a termine rapidamente l’opera e ben presto venne trovata una soluzione.

# Treno della morte ancor prima di iniziare la sua corsa: quasi 100mila persone persero la vita

credits: IG@sellygherardi

Il governo decise di affiancare ai militari oltre 250mila civili asiatici, costretti ai lavori forzati. I giapponesi a guardia del cantiere trattarono i lavoratori in maniera terribile, fornendo loro cibo e assistenza medica del tutto inadeguati e obbligandoli a turni estenuanti.

Le stime sui decessi sono terrificanti: circa 90mila civili e più di 16mila prigionieri di guerra persero la vita durante i lavori, molti dei quali morirono per colera, dissenteria, malaria o semplicemente per fame.

È così che la Ferrovia della Birmania si trasformò ben presto nel treno della morte. Seppur dopo la fine della guerra gran parte della linea cadde in disuso, alcuni dei suoi binari sono arrivati fino ai giorni nostri e per i più temerari un tratto è ancora visitabile.

# Protagonista anche di un film, il treno attraversa paesaggi surreali

credits: IG@pyto74

Per omaggiare tutti i lavoratori che vi persero la vita, venne restaurato un lungo tratto che oggi è diventato una meta per molti turisti curiosi, non solo per la storia tormentata, ma anche per poter vedere con i propri occhi i paesaggi spettacolari che corrono lungo i binari.  

Ora il capolinea a Nam Tok, ma ci sono anche altri tratti successivi a questa stazione che sono stati rimessi in sesto. Il percorso segue il fiume Kwai e una delle sue attrazioni più suggestive è proprio il ponte che attraversa il corso d’acqua. Reso celebre dall’omonimo film diretto da David Lean, che racconta la storia di questi territori, il Ponte sul fiume Kwai venne pesantemente danneggiato dai bombardamenti durante la guerra chiuse definitivamente nel 2014 sostituito da uno nuovo.

Salire sul treno è un’esperienza da provare. Oggi si viaggia unicamente in terza classe, passando in mezzo al verde di quella Thailandia lontana dalle solite rotte turistiche. Corsi d’acqua, cascate e dirupi ai lati, il percorso del treno della morte offre uno scenario quasi paranormale e della seria “un nome, una garanzia” non poteva mancare il Passo dell’Inferno.

# Un breve pit stop all’inferno

credits: IG@pyto74

D’altronde per un treno della morte non poteva saltare la tappa agli inferi. Questo tratto ferroviario si inerpica sui Monti del Tenasserim e venne chiamato così perché è uno dei punti in cui morirono più uomini durante la sua realizzazione.

Purtroppo, l’attuale ferrovia non arriva all’affascinante Passo dell’Inferno, tuttavia questo importante patrimonio storico ha ritrovato il suo valore grazie alla realizzazione dell’Hellfire Pass Memorial Museum. Oggi il tratto ferroviario è diventante di fatto un sito commemorativo, collegato mediante un percorso pedonale ad un museo che espone oggetti, foto e filmati dell’epoca, e che ripercorrono la tragica storia della Ferrovia della Morte.

Che dire, visti i paesaggi mozzafiato (letteralmente) fare un giro su questo treno vale sicuramente la pena, magari però aspettiamo che aggiungano la destinazione “paradiso”.

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SARA FERRI

Copyright milanocittastato.it

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Gli ANIMALI più STRANI che si vedono a Milano

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Credits utlime YT - Gallo in via Paolo Sarpi

Nella metropoli milanese la natura è capace di stupire più di quanto si possa immaginare, con la presenza di animali davvero inaspettati. Vediamo quali si possono trovare a Milano.

Gli ANIMALI più STRANI che si vedono a Milano

#1 I ricci al Parco Nord e al Parco della Cave

TomaszProszek-pixabay – Riccio

Uno degli animali più insoliti da trovare a Milano è il riccio. Frequenti gli avvistamenti nel Parco Nord, a Trenno e nel Parco della Cave, dove l’ambiente è più adatto per queste specie in quanto più isolato da strade e cemento.

#2 I pappagalli al Parco Sempione

albertocane.blog – Parrocchetti verdi

Al Parco Sempione vive una nutrita colonia di simpatici pappagallini verdi che sorvolano ogni giorno l’area e si ritrovano ogni sera su un acero americano. Si tratta di parrocchetti dal collare che svolazzano nel parco meravigliando i presenti. 

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#3 Il Gallo di Chinatown

utlime YT – Gallo in via Paolo Sarpi

Nella zona di Chinatown, tra via Paolo Sarpi e le altre vie parallele, in alcune occasioni è stato visto, fotografato e filmato un gallo girovagare fuori dai locali incurante dei passanti.

#4 I fenicotteri rosa di Villa Invernizzi

foto di andrea cherchi (c)
Fenicotteri a Villa Invernizzi – foto di andrea cherchi (c)

I fenicotteri rosa di Villa Invernizzi sono una delle attrazioni più affascinanti e al contempo più nascoste di Milano. Una meravigliosa colonia di dodici esemplari sudamericani importati quasi 30 anni fa dal proprietario della residenza di Porta Venezia  nonché fondatore dell’omonima azienda alimentare Romeo Invernizzi.

Leggi anche: 7 cose che forse non sapete dei FENICOTTERI di Villa Invernizzi, una delle meraviglie più sorprendenti di Milano

#5 I cinghiali lungo il Naviglio Grande e nella Conca Fallata

Cinghiale Naviglio

Negli ultimi anni si fanno sempre più frequenti gli avvistamenti di cinghiali in città. Spesso sono stati recuperati all’imbocco della Darsena, trascinati dalla corrente del Naviglio Grande o in altri casi bloccati nella diga della Conca Fallata

#6 I cigni della Darsena

Andrea Cherchi – Cigni di Darsena

Passeggiando lungo la Darsena è facile imbattersi, oltre ad anatre e germani reali, in almeno una coppia di cigni che ha scelto questo specchio d’acqua per far nascere e crescere i propri piccoli.

#7 Gli aironi nel Naviglio della Martesana

anna.dapote IG – Airone Naviglio della Martesana

Nel Naviglio della Martesana si possono incontrare gli aironi intenti a planare sull’acqua o nutrirsi dei piccoli pesci che la popolano. Il piccolo Naviglio, che riceve le acque dell’Adda, è un approdo ottimale per questi volatili.

#7+1 I falchetti del Pirellone

@delfratec IG – Falchetti

Dal 2014 i falchi pellegrini Giò e Giulia hanno trovato casa in cima al Pirellone, appena sotto il tetto. Sono monitorati 24 ore al giorno con delle webcam che consentono di seguire la vita dei due uccelli rapaci e la nascita dei loro piccoli.

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FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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