La Cina ha testato con successo il super-treno da 623 km orari. Ma non ha intenzione di fermarsi: ora punta a quota 1000 km/h. Non è solo un sogno: è stata costruita una linea sperimentale per i primi test.
Il TRENO veloce come un AEREO: via al progetto del secolo
# Nuovo record mondiale per un treno
Ph. sharingtravel
Raggiunto un traguardo storico in Cina per la storia dei treni ad alta velocità: il treno a levitazione magnetica Maglev ha raggiunto i 623 km/h, battendo il record mondiale di velocità.
# Già fissato il prossimo obiettivo: 1.000 chilometri all’ora
Secondo gli esperti del settore ferroviario, questo risultato potrebbe rivoluzionare il modo in cui le persone viaggeranno in futuro. Infatti la linea per il test di due chilometri verrà presto estesa fino a 60 chilometri, consentendo così di effettuare test a velocità fino a 1.000 chilometri all’ora.
Il progetto precede che, in caso di successo, i primi treni correranno a 1.000 chilometri all’ora tra Hangzhou e Shanghai. Una distanza di 161 chilometri che potrebbe essere percorsa in meno di un quarto d’ora.
Ben sette dei grattacieli più alti d’Italia sono a Milano: due di questi occupano le prime due posizioni nella classifica delle altezze. Eppure è la Città della Mole l’unica ad avere un ristorante panoramico all’ultimo piano. Non solo, Milano non ha nemmeno un bar in vetta, cosa che invece esiste in tutte le metropoli internazionali. Ecco dove si potrebbe realizzare.
A TORINO il RISTORANTE più ALTO d’ITALIA, in cima a un GRATTACIELO. DOVE lo si potrebbe COSTRUIRE a MILANO?
# Torino batte Milano 1 a 0: è suo il ristorante più alto in Italia in un grattacielo ed è pure stellato
marco_invernizzimd IG – Piano35
In questo caso non ci sono dubbi, Torino supera Milano alla grande. La Città della Mole vanta infatti il ristorante più alto d’Italia: Piano 35, tra il 35esimo e il 37esimo piano del grattacielo di Intesa San Paolo che con 167,25 metri di altezza è sesto in assoluto nella classifica del nostro Paese. Un ristorante agli ultimi piani all’interno di una meravigliosa serra bioclimatica, in un rooftop panoramico da dove ammirare la città dall’alto e le Alpi sullo sfondo. Non solo, è pure stellato oltre ad avere due forchette Gambero Rosso grazie alla guida dello chef Christian Balzo e alla consulenza di Marco Sacco del Piccolo Lago di Mergozzo. L’ultimissimo piano ospita un lounge bar. Milano come è messa?
# Il ristorante mancato in vetta alla Torre Galfa
Credits gamberosso.it – Spazio previsto per il ristorante sulla Torre Galfa
A dire la verità un lounge-bar-ristorante in vetta a un grattacielo era previsto al 29° e 30° piano della riqualificata Torre Galfa, 109 metri di altezza, ma l’apertura era prevista pochi mesi dopo l’arrivo della pandemia e non se ne è fatto più nulla. Non sarebbe stato comunque il più alto d’Italia, ma sarebbe stato un buon inizio. All’interno del grattacielo è presente un ristorante, ma si trova al pian terreno, il resto è occupato da un albergo del brand Melià per i primi 13 piani e appartamenti in affitto all inclusive in quelli rimanenti.
# Sette dei più alti grattacieli d’Italia sono all’ombra della Madonnina, ma nessuno di questi ha nemmeno un bar sul rooftop
Credits pieroor-pixabay – Torre Unicredit
Una mancanza non da poco per Milano: dei sette grattacieli nella top ten italiana per altezzenon ne esiste uno che abbia almeno un bar sul rooftop. Ricordiamo infatti che la nostra città piazza al primo posto la Torre Unicredit di Milano con 231 metri, al secondo la Torre Isozaki o “Dritto”, che con i suoi 209 metri è anche l’edificio al tetto più alto in assoluto, al quarto la Torre Hadid con 177 metri, al quinto la Torre Libeskind con 175 metri, al settimo Palazzo Lombardia con 161,3, all’ottavo e nono rispettivamente la Torre Solaria di 143 metri e la Torre Diamante di 140 metri.
# La Torre Isozaki potrebbe scippare il primato a Torino
Credits Andrea Cherchi – Madonnina Torre Allianz
Tra i più adatti ad ospitare un ristorante all’ultimo piano potrebbe esserci la Torre Isozaki, per la sua conformazione classica a parallelepipedo, che scipperebbe così il primato a Torino. Presenta ampi spazi e una vista a 360 gradi sulla città, sarebbe il luogo perfetto. Altre opzioni sono la Torre Libeskind sempre a Citlylife, e la Torre Diamante sede di Bnl. In alternativa Palazzo Lombardia potrebbe realizzarne uno a servizio dei suoi dipendenti, da aprire nei weekend anche al pubblico, negli spazi del Belvedere al 39esimo piano.
# La piccola consolazione con il MiView a 78 metri d’altezza, in attesa della Torre Unipol
Credits: Andrea Cherchi – Vista da Miview Restaurant
A cercare di limitare i danni ci prova il MiView Restaurant, posto al ventesimo piano del World Join Center al numero 30 di Viale Achille Papa a Milano, zona Portello. La vista è incredibile, verso CityLife, Porta Nuova, San Siro e le montagne, ma con i suoi 78 metri di altezza non si può considerare un grattacielo, tale definizione spetta solo agli edifici alti almeno 100 metri. Inoltre non è certamente iconico come i veri grattacieli presenti a Milano, per di più è fuori dal centro e in una posizione poco felice, proprio sopra il viale che conduce verso l’Autostrada dei Laghi.
Credits: www.mcarchitects.it
Una sorpresa potrebbe arrivare dalla Torre Unipol, meglio conosciuta come Nido Verticale per via dalla sua forma e struttura, alta 125 metri e che all’ultimo piano prevede una serra-giardino panoramica aperta anche per eventi pubblici e culturali. Secondo i piani originari negli stessi spazi dovrebbe esserci anche un ristorante: Milano avrà così il suo primo ristorante “tra le nuvole”?
Il progetto annunciato nella primavera 2021 è stato portato a termine solo in parte, mentre i problemi legati alla criminalità e al degrado del “buco nero dei Navigli” rimangono. Ecco la situazione attuale e cosa è stato fatto.
Restyling di via GOLA: il “BUCO NERO dei Navigli” sistemato a metà
# La “casa” dei murales e degli spacciatori
clowngirl_rednose IG – Murale Via Gola
Via Gola è conosciuta per i suoi murales. Ma è anche tristemente nota alle cronache per essere la “casa” degli spacciatori, una terra di nessuno o meglio della microcriminalità. Una strada non adatta per passeggiare tranquilli e andare a giocare con i bambini: non sono infatti infrequenti scippi, furti e liti violente. Il degrado è diffuso ed è un vero peccato visto che si collega al Naviglio Pavese, uno degli angoli più suggestivi di Milano. Il duo Coma Cose in uno dei loro testi canta “Questa notte la mia gola è messa peggio di via Gola”, questo fa capire come non si tratti solo di percezione ma di una amara realtà.
# Il progetto di riqualificazione, realizzato solo in parte, per togliere la strada dal degrado
Credits Urbanfile – Riqualificazione Via Gola
Per dare una possibilità di riscatto alla via, a marzo 2021 sono partiti i lavori per la sua riqualificazione con risorse destinate attraverso il Bilancio Partecipativo 2017-2018. La prima parte del progetto, denominata “Colleghiamo via Gola” con cantieri principalmente tra le vie Pichi e Segantini, si è conclusa a settembre dello stesso anno e ha visto nel dettaglio:
due passaggi pedonali rialzati, uno all’incrocio tra via Gola e via Segantini, consentendo la limitazione della velocità dei veicoli e un attraversamento più sicuro connettendo il quartiere e il Parco Segantini;
l’allargamento dei marciapiedi, per migliorare l’accessibilità alla scuola da parte delle famiglie e dei bambini;
L’intervento partito con buoni propositi è stato realizzato però solo in parte, manca ancora il tratto da via Pichi fino all’Alzaia del Naviglio previsto a scomputo oneri per interventi edilizi da parte della società privata Parco Solari srl.
Credits Urbanfile – Rendering restyling seconda parte di Via Gola
Nello specifico si prevede la riqualificazione della strada con:
pietra al posto dell’asfalto;
aiuole verdi lungo la via con alberi, piante aromatiche e cespugli e impianto di irrigazione;
panchine;
rastrelliere per biciclette;
pannelli espositivi;
nuova illuminazione.
Al completamento di tutto il progetto Via Gola dovrebbe diventare un collegamento ciclopedonale tra il Naviglio, il parco Segantini e Romolo M2.
# Ancora da risolvere i problemi endemici del quartiere
caterinadesole IG – Murale Via Gola
Quello che però manca con più urgenza è la risoluzione dei problemi endemici del quartiere, dalle occupazioni abusive e relativo racket delle case alla riqualificazione degli immobili e degli spazi comuni, dallo spaccio di droga alla microcriminalità. Per tutto questo la strada pare ancora molto lunga e non basterà riqualificare una o più vie. Serve l’intervento deciso di Regione Lombardia, per la sistemazione degli alloggi ALER, un intervento congiunto anche il Comune di Milano per il rafforzamento dei presìdi sociali e con prefettura e forze di polizia un controllo più frequente e mirato.
Ph. Piazza del Duomo di Milano
Dino Buzzati
1957. Olio su tela
Addio alle palme. In piazza Duomo sta per arrivare un boschetto di montagna.
Il BOSCHETTO di MONTAGNA in PIAZZA DUOMO
Via ai lavori in piazza Duomo Ph. Andrea Cherchi
Via ai lavori per dare un nuovo volto a Piazza Duomo. Dopo 7 anni vengono smantellate le palme di Starbucks: al loro posto arriva aria di montagna, quella dell’Oasi Zegna sulle Alpi Biellesi. La “riforestazione” di Piazza Duomo è infatti opera di Ermenegildo Zegna che si ispira a uno dei boschi della loro area del Piemonte. La consegna ufficiale è prevista per il Salone del Mobile e durerà per almeno tre anni.
Credits: @50sfumaturedibiella Oasi Zegna
Il progetto è ispirato a un dipinto di Buzzati, “Piazza del Duomo di Milano”, che raffigura la cattedrale come una montagna delle Dolomiti. La base sarà composta da cespugli di canfore sempreverdi, a cui verranno aggiunti a rotazione piante e fiori colorati.
Le palme saranno trasferite nelle serre comunali dove saranno curate dal parassita che le infesta. In seguito, dovrebbero essere piantumate nelle aiuole della città.
Credits: ilportaledeitreni.it – Palme in Piazza del Duomo
La storia di una delle stazioni più famose della linea rossa e il motivo della struttura del suo mezzanino.
Perché il MEZZANINO della FERMATA M1 in PORTA VENEZIA è così GRANDE?
# La storia della stazione dall’apertura alla bandiera arcobaleno
Credits andreaslodewijkschmidt IG – Porta Venezia M1
La stazione di Porta Venezia sulla linea M1 è una delle più vecchie di Milano. La sua apertura risale al primo novembre 1964, quando è entrata in funzione la prima tratta della metropolitana di Milano da Sesto Marelli a Lotto. Nel 1997 con l’apertura del passante ferroviario è diventata un nodo di interscambio per i treni suburbani. Dal 2018 invece, con la decorazione con i colori della bandiera arcobaleno in sostegno del Gay Pride, che avrebbe dovuto essere temporanea, è diventata un simbolo del movimento LGBT, che ha in Porta Venezia il suo quartiere di riferimento.
# Si sarebbe dovuta chiamare Oberdan M1
Credits: @ housesolutionmilano IG
Quando la rete metropolitana milanese prevedeva le sole M1 e M2 nell’odierna configurazione il nome prescelto inizialmente fu quello di Oberban. Questa denominazione faceva riferimento al piazzale soprastante il corpo stazione e relativi accessi.
# Perché il mezzanino è così ampio
fashionmagazine.it – Sfilata nel mezzanino M1
La stazione, come tutte quelle della linea M1, presenta un binario per senso di marcia e due banchine laterali. A differenza delle altre presenta però una peculiarità: ha un mezzanino molto ampio. Non è perché interscambia con il passante ferroviario, come molti potrebbero pensare, o almeno non è quella la ragione originaria.
Credits arbalete-wikipedia – Progetti originali metropolitana di Milano
Nelle prime ipotesi di rete metropolitana milanese solo la linea M1 e linea M2 seguivano i percorsi attuali. La linea M3 avrebbe dovuto proseguire verso sud ovest dopo la Stazione di Duomo, mentre la linea M4 avrebbe dovuto ricalcare, pur se non in modo esatto, parte del percorso dell’attuale passante ferroviario.
Il mezzanino ampio è stato quindi realizzato per agevolare il flusso di passeggeri tra la linea M1 e la versione della M4 immaginata negli anni ’50, che poi è stata costruita con un altro percorso. Oggi svolge la funzione di collegamento per chi arriva da o è diretto verso la stazione del passante.
Credits: @alessandro_romenti
La Balera Dell'ortica
Locali che dopo cena si trasformano in live show.
DINNER SHOW, I locali milanesi dove si CENA… e poi ci si SCATENA
#1 Pyt, un originale momento di evasione in via Pacinotti
alex_amicabile IG – Pyt
Qui ogni settimana vanno in scena spettacoli diversi in base al giorno, con tanto di ballerini e danze acrobatiche. Il menù è mediterraneo, prevalentemente a base di pesce e assai raffinato. Dopo cena é possibile evadere grazie a incredibili spettacoli di intrattenimento, musica e balli, ogni sera dedicati a temi differenti.
Indirizzo: Via Pacinotti, 6
#2 Spirit de Milan, una vera e propria istituzione milanese
Credits: @d.parisio Spirit de Milan
Una location cult per chi cerca un posto genuino ed informale, in cui sostare per un buon aperitivo o dove cenare presso il ristorante la Fabbrica della Sgagnosa, che propone pietanze tipiche della tradizione lombarda a chilometro zero. Serate con musica milanese come quella delle vecchie osterie di una volta, oppure di jazz e blues.
Indirizzo: Via Bovisasca, 57/59
#3 Balera dell’Ortica per ballare in atmosfera familiare
Credits: @alessandro_romenti – La Balera Dell’ortica
In via Giovanni Antonio si trova questo locale con atmosfera familiare ed informale. Qui le pietanze sono ispirate alla tradizione culinaria italiana attraverso cibi caratteristici di diverse regioni come lo gnocco fritto romagnolo o gli arrosticini abruzzesi. E poi si balla o si impara a ballare, qui infatti si organizzano corsi di ballo proprio per chi è inesperto. Insomma come dice il sito, qui, se si scorda il sorriso a casa, lo si ritrova senza dubbio in questo locale.
#4 La Bullona dove ballare in una location elegante e raffinata
lucarenis IG – Bullona
In una ex stazione ferroviaria in via Piero della Francesca si trova questo locale elegante e raffinato con altrettanto raffinate proposte culinarie ed opere d’arte sparse qua e là, come Arnaldo Pomodoro o Lucio Fontana. Ampia selezione di vini e distillati e non manca la musica, cuore pulsante del locale ad allietare un dopo cena che non si dimentica.
Indirizzo: Via Piero della Francesca, 64
#5 Apollo club, il cocktail bar e bistrot ai Navigli
jadesjumbo IG – Apollo
Chi ama la spumeggiante vita notturna milanese amerà senza dubbio questo posto caratterizzato da una location elegante e un po’ retro, dove sorseggiare ottimi drink e squisite prelibatezze culinarie con uno sguardo particolare alla cucina siciliana. In Via Borsi, il locale ospita spesso eventi musicali con dj set, cantanti e musica dal vivo.
Il mistero dei “BINARI COMPENETRATI” al marciapiede a Milano
# Il doppio binario così strano
Credits: @i tram di Milano FB Binari compenetrati
Passeggiando in Via Vico verso Via Degli Olivetani, oppure da Via Ausonio girando in Via Cesare da Sesto, si può incontrare una vera e propria chicca di Milano: una strana doppia rotaia del tram, dei binari leggermente sfasati uno dall’altro. Da dove derivano?
# Fatti apposta per il Ventotto
Sono i cosiddetti binari compenetrati, un artificio utilizzato per adattare la vecchia viabilità di Milano ai tram milanesi. Quando sono arrivati, i tram Ventotto si sono rivelati più larghi degli Edison utilizzati fino a quel momento. Nei tratti dove i carrelli dovevano affrontare delle curve troppo strette, in mancanza di spazio nella sede stradale, le vetture che transitavano in un senso o nell’altro si alternavano su questo doppio binario.
# I binari compenetrati: l’unica soluzione per permettere ai tram di transitare nelle vie strette
Credits: @i tram di Milano FB Binari
L’espressione tecnica cela semplicemente l’unica soluzione, trovata da ATM e dagli ingegneri comunali, per permettere il transito dei tram nelle strade strette: i sensi di marcia si compenetrano, così il transito delle vetture in senso opposto è stato spesso regolato da un semaforo con due soli colori, rosso e verde. Compenetrati non solo i binari paralleli, che definiscono le corsie di viaggio del tram in entrambi i sensi di marcia, si definiscono così anche tutti gli scambi presenti nei nodi tramviari più complessi, come a Porta Volta, in fondo a Via Luigi Nono. Questi snodi sono quelli che fanno sobbalzare le Ventotto, o che producono il caratteristico sibilo facendo sferragliare i carrelli.
# Il binario unico alle Colonne
E’ un binario compenetrato anche il binario unico delle Colonne di San Lorenzo. Anche a San Lorenzo il traffico è regolato da un semaforo, ma non è sempre stato così. In occasione dei lavori di restauro delle rovine romane, si è reso necessario lo spostamento di una corsia dei binari, che inevitabilmente è confluito sull’altro, creando il binario unico. In passato, senza regolazione del traffico tramviario automatizzato, conquistava la precedenza la vettura che semplicemente impegnava per prima la tratta.
# Ecco dove sono i binari compenetrati
Credits:google.it (maps) Confluenza via degli Olivetani
I caratteristici binari paralleli sono ancora visibili, come detto, in Via Ausonio angolo con Via Cesare da Sesto, binari per la linea 8 prima della costruzione della M2, o in via Vico (dietro al carcere di San Vittore) ad angolo con Via degli Olivetani, che era la linea 9 prima della metà degli anni ’50. Non esistono, perché ormai rimossi, ma una tratta di binari compenetrati erano presenti per una svolta stretta in Via Pestalozzi per la svolta della linea 12 da e per Via Ludovico il Moro. Un breve tratto di binari compenetrati si trovava, infine, in Piazza Amendola, percorso dalle linee 5 e 11. Queste due linee venivano deviate in Via Monte Rosa prima della costruzione della M1, per arrivare in Piazzale Lotto. In Amendola un anello simile allo snodo di Porta Volta serviva da capolinea e per l’inversione di marcia delle carrelli.
# Il mistero di Via Borghetto
Credits: google.it (maps) da Sesto Via Ausonio
Foto storiche di una Ventotto della linea 38, nei pressi di Via Borghetto, mostrano una vettura che si affaccia sui lavori di realizzazione della M1. La strettoia è evidente, per quella via poteva passare una vettura per volta. Molti storici e appassionati dei tram sono molto divisi su questo tema. In Via Borghetto erano binari compenetrati? Le scuole di pensiero sono due, completamente polarizzate: c’è chi giura di sì, quanto meno con l’arrivo delle Ventotto, più larghe delle vecchie Edison in servizio all’epoca, oppure c’è chi lo esclude a priori. Sul doppio binario alle estremità non può esserci comunque alcun dubbio, così come l’apertura verso Viale Majno, dove la via Borghetto è più larga, abbastanza per ospitare una soluzione tramviaria come quella di Via Vico.
# Il marciapiede si è allargato?
Credits: littorina.net Tram San Lorenzo
In effetti appare proprio come se i marciapiedi si fossero allargati, se la città si fosse in qualche modo ingrandita e fosse andata a rubare spazio ai binari del tram. La verità è soltanto che le esigenze urbane e di traffico sono variate, così come si sono ammodernati i tram, pertanto si sono dovute trovare soluzioni di viabilità per far passare due tram laddove una volta passavano pedoni, cavalli e al massimo un piccolo omnibus. I binari paralleli di Vico e Cesare da Sesto sono ormai dismessi e fanno parte del piano per i quali è prevista la rimozione. Un altro pezzo di storia destinato a lasciare il passo alla golosità che Milano mostra nei confronti del progresso.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Scende nel cuore della Terra per oltre 12 chilometri, pari a una volta e mezzo la lunghezza dell’Everest. Scopriamo dove si trova il pozzo più profondo del mondo e le leggende che gli ruotano attorno.
Il POZZO più PROFONDO del mondo: l’accesso al CENTRO DELLA TERRA o agli INFERI?
Pronti per un viaggio con la fantasia, passando dai racconti di Jules Verne all’inferno dantesco, per scoprire il realissimo pozzo di Kola, il più profondo del mondo, attorno al quale riecheggiano numerose leggende?
# Il viaggio per il pozzo più profondo al mondo ci conduce nel nord della Russia
credit: it.rbth.com
Fino a dove ci si deve spingere per trovare il pozzo super profondo di Kola? Il viaggio ci porta nel nord della Russia, poco distante dalla cittadina di Zapoljarnyj, vicino alla gelida Norvegia. Pertanto sono necessari guanti, sciarpa e cappello perché il freddo si fa sentire sul serio. La storia del pozzo ha inizio nel 1970, nella penisola di Kola. Qui una squadra di scienziati decise di realizzare uno studio degli strati della crosta terrestre e l’unica possibilità per farlo era scavare un pozzo profondissimo. La zona fu scelta per la presenza nel sottosuolo delloscudo baltico, uno dei territori più antichi geologicamente del continente e quindi ideale per il loro scopo.
# Una profondità di ben 12.226 metri
credit: nonsapeviche.it
L’operazione non andò esattamente come previsto, dato che le temperature raddoppiarono toccando i 180 gradi, ma gli scienziati riuscirono a scavare un pozzo di ben 12.226 metri e con un diametro di soli 23 centimetri, ancora oggi il più più profondo del mondo. Furono comunque raccolti importanti dati geologici. Oltre al suo record, una delle peculiarità di questo pozzo è di non essere stato costruito per la ricerca di combustili fossili.
Il pozzo Z-44 Chayvo sull’isola di Sachalin, con i suoi 12.376 metri è quello con la lunghezza totale maggiore, ma quello di Kola rimane il primatista assoluto per via non solo della sua profondità, ma per il fatto di essere stretto e perfettamente verticale.
# Due famose leggende attorno al pozzo: è la porta d’accesso all’inferno o al centro della Terra?
Pozzo profondo
Ci sono alcune leggende attorno a questo pozzo. La prima, terrificante e oscura, secondo la quale lo scavo avesse aperto la porta dell’inferno. Tutto nasce dal fatto che degli scavatori iniziarono a far girare la voce che un loro microfono avesse registrato voci di anime in pena agonizzanti.
Quella più romantica, o affascinante, riporta al romanzo di Jules Verne dal titolo “Viaggio al centro della Terra”. Nel resto lo scrittore francese raccontò di un viaggio favoloso all’interno del nucleo terrestre e tanti sono convinti che il punto di accesso a quel mondo sotterraneo, popolato da piante e animali creduti estinti da migliaia di anni, sia proprio il pozzo di Kola.
La prima leggenda è facilmente smontabile dato che microfoni in grado di resistere a tali temperature non esistevano a quell’epoca. La seconda rimase quella viva perché basava sul manoscritto di un uomo visionario e nonostante la scienza ha confermato che il centro della Terra sia solo una massa gassosa e infuocata, molti appassionati dei racconti dello scrittore francese credono che sia l’entrata per raggiungere un mondo ancora inesplorato.
Tra record e leggende che resistono alla razionalità scientifica, il pozzo di Kola continua ad attirare l’attenzione del mondo intero. A venirci in soccorso per sognare che tutto può essere possibile c’è Pirandello con queste parole: la realtà spesso supera la fantasia.
Credits alicrespi IG - Parco Nazionale del Val Grande
Un’area di 150kmq dove il silenzio e la natura regnano sovrani e dove perdersi non è affatto difficile. Ecco dove si trova e perché è così inospitale.
Una delle “VALLI più SELVAGGE e INOSPITALI d’Europa” è a un’ora da MILANO
# La Val Grande è l’area selvaggia più vasta d’Italia e tra le più inospitali d’Europa
Credits alicrespi IG – Parco nazionale della Val Grande 1
Il Parco Nazionale della Val Grande si estende per circa 150 kmq: viene considerata l’area selvaggia e inospitale più vasta d’Italia. Caratterizzata da un’unica vallata, dove il silenzio e la natura regnano sovrani, ci sono boschi di latifoglie, conifere e faggeti a fare da cornice e popolato da una ricca fauna tra cui camosci, caprioli, cervi e l’aquila reale. Il parco si trova a meno di 100 km di Milano, poco distante dal Lago Maggiore, e si estende sul territorio di 13 comuni piemontesi ricompresi fra l’Ossola, il Verbano, la Val Vigezzo, la Valle Intrasca e la Cannobina.
# Le montagne aspre garantiscono la protezione e il mantenimento di un ambiente incontaminato
Credits tialtngoneverdie IG – Parco Nazionale della Val Grande
A garantire la protezione e la preservazione di questo ambiente incontaminato ci pensano le montagne aspre e rocciose che la circondano. Il Monte Togano con i suoi 2.301 metri d’altezza è la cima più alta e si trova nell’estremità nord del parco, ma la caratteristica principale di questo luogo è quella di essere un susseguirsi di vallette e cime.
La difficoltà maggiore per chi si addentra nel Parco della Val Grande è infatti dettata dai dislivelli che si possono incontrare durante le escursioni, anche superiori ai 1.300 metri, e dall’assenza di insediamento umani ad eccezione di alcuni alpeggi abbandonati da anni. Perdere l’orientamento in simili condizioni è abbastanza facile, quindi è sempre bene seguire i sentieri tracciati e segnalati evitando di avventurarsi su percorsi poco conosciuti.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Un progetto ambizioso che ricorda la pista sospesa nel bosco nei dintorni di Bruxelles. Scopriamo dove si vuole costruire questa incredibile infrastruttura che potrebbe battere in bellezza la Garda by bike, in costruzione a mezz’aria sopra l’acqua del Lago di Garda.
Il “SENTIERO degli ALBERI”: in ITALIA la CICLABILE SOSPESA a 6 METRI di altezza. Sarà la più spettacolare del mondo?
# The Tree Path: gli alberi saranno i pilastri della pista
Credits: carloratti.com – the tree path
Un concept ad alto contenuto tecnologico pensato per un percorso multimodale, da utilizzare anche come pista ciclabile, a tratti sopraelevato, che utilizza gli alberi come elementi costitutivi della struttura: The Tree Path firmato da Carlo Associati. Presentata insieme alla Onlus GAL Terre, si presenta come un percorso nella natura e tra le cime degli alberi.
# Pensato per collegare la Ciclovia del VENTO con la “città ideale” di Sabbioneta
Lotti cantieri VenTo
Il Sentiero degli Alberi è stato progetto per collegare la Ciclovia del VENTO, passare da Casalmaggiore e concludersi a Sabbioneta, la “città ideale” nei pressi di Mantova, costeggiando il fiume Po in tutto il nord Italia. La città, già patrimonio mondiale dell’UNESCO, potrebbe aggiungere un tassello alla sua bellezza e alla sua forza turistica: questa pista sarebbe infatti una vera rivoluzione.
Il progetto è frutto della collaborazione con OLA (Office for Living Architecture). Alla base l’idea che gli alberi fungano da elementi architettonici strutturali. Per farlo è stata scelta la tecnica costruttiva del Baubotanik, che consente la creazione di strutture architettoniche tramite l’interazione di giunti tecnici e crescita delle piante. La pista ciclabile sopraelevata poggerà su due file parallele di alberi, come se questi fossero dei pilastri.
# Si potrà correre su tre piani diversi fino a sei metri di altezza
Credits: rinnovabili.it the tree path
Un esempiosimile lo troviamo in Belgio, in un bosco nell’area metropolitana di Bruxelles. La Dream Route italiana dovrebbe avere queste caratteristiche:
tre piani, l’ultimo sopraelevato dal terreno fino a 6 metri di altezza;
aggiramento del traffico e corsi d’acqua della città;
1000 nuove piante perché queste crescano attorno ad un filo di acciaio inossidabile e diventino pilastri portanti della ciclabile.
# Il primo esempio di “Internet of Trees”
Pista sospesa sul fiume
L’alto contenuto tecnologico previsto per questa infrastruttura consentirà di analizzare lo stato di salute delle piante e i livelli di inquinamento atmosferico, sfruttando dei sensori inseriti tra le sue componenti, e con il supporto della realtà aumentata di far vivere un’esperienza immersiva nel territorio e nella cultura dei posti. Potrebbe essere il primo esempio di “Internet of Trees”.
stats_feed X - Costo medio affitto monolocali città nel mondo
World of Statistics ha realizzato una classifica sulle città più care del mondo dove prendere un monolocale in affitto in centro. Dove si piazza Milano?
Un MONOLOCALE in AFFITTO: dove COSTA di più al MONDO?
# Il podio tutto a stelle e strisce, nella top ten solo due città europee
stats_feed X – Costo medio affitto monolocali città nel mondo
World of Statistics estrapolando i dati da Numbeo, “il più grande database mondiale sul costo della vita”, ha stilato una classifica sulle città con il costo dell’affitto più alto in centro per un monolocale. Dominano le città americane: al primo posto New York dove per una locazione si spende mensilmente in media 4.074 dollari (3.780 euro), al secondo San Francisco con 3.344 dollari (3.102 euro) e al terzo Boston con 3.101 dollari (2.877 euro).
Proseguendo troviamo la prima città asiatica, Singapore con 3.002 dollari (2.785 euro), la prima europea, Zurigo con 2.869 dollari (2.662 euro) e anche la seconda e ultima del Vecchio Continente in top ten, Londra con 2.854 dollari (2.648 euro). Poi altre due città americane, Miami e Los Angeles rispettivamente con un costo medio per l’affitto di un monolocale di 2.811 dollari (2.608 euro) e 2.662 dollari (2.470 euro), infine Hong Kong con 2.252 dollari (2.089 euro) e Sidney, l’unica dell’Oceania, con 2.181 dollari (2.023 euro). Ma tutti ci chiediamo: Milano rientra in questa classifica?
# Milano in 17esima posizione, più cara di Monaco, Parigi, Madrid, Shanghai e Mosca. A Roma si spende 340 euro in meno
stats_feed X – Costo medio affitto monolocali città nel mondo oltre la decima posizione
Andando oltre la decima posizione c’è Dublino, dove per prendere in affitto un monolocale in centro città si spende in media 2.180 dollari (2.022 euro), Vancouver dove il costo è di 2.103 dollari (1.951 euro) poi Dubai, Amsterdam, Tel Aviv e Copenaghen rispettivamente con 2.015 dollari (1.869 euro), 1.937 dollari (1.797 euro), 1.744 dollari (1.618 euro) e 1.732 dollari (1.607 euro). Alla diciassettesima posizione ecco Milano che con 1.538 dollari (1.427 euro) è la prima città italiana in classifica, la seconda è Roma alla ventiquattresima con 1.174 dollari di spesa mensile (1.089 euro), quasi 340 euro in meno.
Milano risulta più cara anche di: Monaco, Parigi, Stoccolma, Oslo, Barcellona, Madrid, Vienna, Tokyo, Shanghai e Mosca.
Quello che sta succedendo nel Canton Ticino è un preludio di cosa accadrà anche dalle nostre parti? Nei giorni in cui Milano boccheggia per lo smog, sempre più milanesi sognano di respirare in collina.
“RICCHI in collina, POVERI in pianura”: si arriverà a questo anche da noi?
# Il fenomeno nel Canton Ticino: ricchi in collina, poveri in pianura
credit: medium.com
“Forse è eccessivo parlare di «segregazione», come ha fatto il Tages Anzeiger. Ma è pur vero che ricchi e poveri non condividono gli stessi quartieri, come dimostra l’ampia analisi realizzata dall’Istituto di medicina sociale e preventiva dell’Università di Berna. (…)
“Un lavoro mastodontico che permette di far emergere le disuguaglianze a livello nazionale ma anche all’interno dei singoli comuni. Per esempio si nota come a Lugano le persone più benestanti siano adagiate sulle pendici del Monte Brè, in pieno centro o direttamente sulle rive del lago, mentre le classi popolari occupano i quartieri di Molino Nuovo, Viganello e Pregassona, soprattutto quella bassa. (…)
“Soprattutto emerge che anche all’interno di un singolo comune i ricchi e i poveri vivono raramente fianco a fianco. Ognuno tende ad avere come vicino di casa qualcuno della medesima classe socio-economica. (…)
“«Oggi il Ticino cresce solo grazie all’immigrazione – sottolinea Dandrea -, perché il saldo naturale è pesantemente negativo da anni. Però la Svizzera è un paese caro in cui vivere e quindi i nuovi arrivati sono solitamente persone abbienti, con un buon reddito. Queste persone vogliono tutte andare ad abitare nelle zone collinari del Luganese. L’americano o l’europeo del nord cercano casa a Montagnola o magari a Castagnola, non gli si può proporre Mezzovico o Tesserete, sebbene questi siano posti comodi e ben serviti dove un ticinese può vivere benissimo».”
Smog, prezzi, qualità della vita: secondo una recente ricerca la maggioranza dei milanesi sta pensando di trasferirsi fuori dalla città. In particolare risultano proprio le zone collinari non lontane dalla città ad attrarre di più i milanesi in fuga: l’Oltrepò, la Brianza, le Prealpi comasche, bergamasche e lecchesi. La tendenza in atto nel Canton Ticino si estenderà anche da noi?
Arriva la sigla di chiusura sui progetti di riapertura dei Navigli a Milano. E’ il sindaco di persona a mettere la parola fine a margine di un evento al Centro Svizzero, come commento alla presentazione del progetto del Comitato per la riapertura dei Navigli avvenuta in Commissione.
“Se facciamo una valutazione di circa mezzo miliardo di euro prima del Covid e degli aumenti inflazionistici”, ha detto Sala, “oggi il costo sarà ancora di più e non credo che possiamo affrontare un investimento del genere“. Amarezza per i molti che confidavano la messa in atto di un progetto che era stato uno dei punti di forza del suo programma per l’elezione a sindaco. Rivediamo qui sotto alcune immagini tratte dai progetti di riapertura.
“I NAVIGLI non verranno RIAPERTI”: la FOTOGALLERY di come sarebbe stata la MILANO delle ACQUE
# Milano con i Navigli riaperti
Credits: blog.urbanfile.orgCredits: blog.urbanfile.orgVecchia Milano Credits: WikipediaRinavigli – Molino delle Armi con Naviglio riapertoRinavigli – Altra vista Laghetto di San MarcoMilano per sempre – Navigli riapertiCredits: blog.urbanfile.org Riapertura Navigli
Dura per uno studente vivere a Milano. Però esistono dei quartieri che sembrano ideali dove abitare per chi frequenta l’università.
Gli STUDENT DISTRICTS: i QUARTIERI per STUDENTI dove AFFITTARE casa a Milano
# Bicocca: il quartiere più a buon mercato nelle vicinanze di una università
Alla Bicocca i prezzi per prendere in affitto un appartamento sono ancora abbordabili. C’è una vasta offerta e la zona è ideale per i giovani, oltre a essere piuttosto sicura rispetto ad altre zone periferiche. E’ anche molto ben servita dai mezzi e il grande numero di studenti che ci vivono ha alimentato molti locali a misura di under 30.
# Porta Genova: posizione strategica, vita notturna e prezzi quasi abbordabili
Credits paolavignelli IG – Piazzale Stazione Porta Genova
Il quartiere Porta Genovaoffre soluzioni per ogni esigenza e risulta uno dei più ricercati dagli universitari. Il principale punto di forza è la posizione: vicina a IULM, Cattolica e Bocconi, ma non solo. Ha il Naviglio a due passi.
# Porta Romana: perfetta per chi studia in Bocconi o alla Statale, anche i prezzi sono già stellari
Credits: @kavalaomer Murale Porta Romana
La zona di Porta Romana è perfetta soprattutto per gli studenti di Bocconi e Statale, raggiungibili comodamente a piedi. Inoltre è ricca di servizi, locali e negozi. Nonostante sia una zona mediamente poco economica, per la vicinanza al centro storico della città e per la presenza della metro, sono molti gli studenti che vengono a vivere in questa zona.
# Città Studi: il quartiere universitario per antonomasia
Il quartiere di Città Studi, a nord-est della città, è il quartiere universitario per antonomasia. Decentrata rispetto agli altri quartieri è comunque ben servita e collegata dal rete di trasporto pubblico e un’offerta di appartamenti con prezzi sotto la media cittadina anche se tra quelli in maggiore crescita a Milano. Questa zona è ricca di strutture e negozi ad hoc per gli studenti ed è la scelta ideale per gli iscritti al Politecnico e al dipartimento scientifico della Statale.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Ognuna ha qualcosa che la rende unica, una si trova in Italia. Scopriamo cosa caratterizza queste dieci città.
Queste sono le CITTÀ più STRANE del mondo
# Monowi: un solo abitante che è sindaco, barista e bibliotecario
Credits last.bloggers IG – Monowi
Monowi, in Nebraska, è una cittadina davvero particolare. Un tempo popolata, oggi rimane solo un residente che svolge una triplice funzione: amministra la città e gestisce sia il bar che la biblioteca per servire i visitatori del luogo. Elsie Eiler, 88 anni, paga le tasse a se stessa, si concede la licenza per vendere liquori e vota per se stessa alle elezioni municipali.
# The Villages: dove possono vivere solo i maggiorenni
Credits thevillagesnews IG – The Villages
The Villages è una cittadina della Florida costruita appositamente per garantire uno stile di vita tranquillo ai pensionati. I requisiti per prenderci la residenza sono infatti avere almeno 19 anni compiuti, in modo che i pianti e le urla dei bambini non infastidiscano gli anziani, e ogni famiglia è obbligata ad avere almeno un occupante stabile che abbia più di 55 anni.
# Slab City: non esistono indicazioni stradali
Credits alwaysthevoid IG – Slab City
Slab City è una cittadina senza indicazioni stradali, nello stato della California. La comunità al suo interno è un costituito in un villaggio privo di elettricità, acqua e qualsiasi tipo di servizio dove si trova una base marina abbandonata e un campeggio abitato abusivamente con camper, roulotte, autobus.
# Colma: la città con più morti che vivi
Credits zodruleroftheuniverse IG – Colma
In Californiac’è una città conosciuta per un record affatto allegro: sono più i morti che vivi. A Colma vivono circa 1.800 abitanti ma è stimato che i defunti seppelliti siano più di un milione e mezzo. Il motivo va ricercato in un’ordinanza che vietava la costruzione di nuovi cimiteri nella zona adiacenti alla cittadina e per questo Colma ne ospita addirittura 17.
# Setenil de las Bodegas: le case inglobate nella pietra
Credits inicioderuta IG – Setenil de las Bodegas
Setenil de las Bodegas è una pittoresca cittadina andalusa, in Spagna, famosa per avere le case inglobate nella pietra. Strutturata su due livelli, questa città ha le abitazioni sopra la roccia realizzate per intero, quelle sotto invece sono un’alternanza tra pareti artificiali e pareti naturali rocciose.
# Consonno: la “Las Vegas” italiana abbandonata
Credits: wikipedia.org – Consonno
Il borgo di Consonno è una frazione del comune di Olginate, conosciuto per essere stato per qualche anno la “Las Vegas della Brianza”. Voluta dal Grande Ufficiale Conte di Villa dell’Olmo Mario Bagno, un eccentrico imprenditore milanese di origini vercellesi, negli anni ’60 Consonno ospitava nei propri locali grandi personaggi della musica. Tra le costruzioni realizzate un castello medievale, il celeberrimo “minareto”, un luna park e un giardino zoologico. L’equilibrio idrogeologico del territorio venne però compromesso a tal punto che le piogge provocarono alcune frane distruggendo la strada di collegamento con la “città dei balocchi”. Da allora Consonno è diventato un paese fantasma.
Chefchaouen è la citta famosa nel mondo per il suo colore blu, situata in una zona molto turistica e commerciale, nonché noto centro di produzione di hashish in Marocco. Si trova tra Tangeri e Ceuta e deve la sua particolare caratteristica ai profughi ebrei che vi abitarono attorno al 1930 e che dipinsero le abitazioni di questo colore.
# Elista: la “città parco giochi” (Russia)
Credits bretonets IG – Elista
La cittadina di Elista in Russia è stata progettata da un designer con l’ossessione dei giochi. Infatti è stata costruita con un enorme parco divertimenti, con giochi in ogni luogo. Non c’è una via senza un’attrazione, addirittura c’è una scacchiera gigante nella piazza centrale.
# Thames Town: una piccola colonia britannica in piena Cina
Credits tonyrobts IG – Thames Town
Thames Townè una cittadina cinese che, già dal nome, ha scelto di simulare e ricalcare lo stille britannico. Una sorta di piccola colonia britannica nel mezzo dell’Asia dove tutto, dalla cucina all’architettura, ricorda l’isola europea. Per le strade si trovano persino le celebri cabine telefoniche inglesi.
# Coober Pedy: dove gli abitanti vivono sottoterra (Australia)
Credits jennifer_hillyer_jewelry IG – Interno di un’abitazione a Cober Peddy
Coober Pedy è una cittadina fondata nel 1915 in seguito alla scoperta di ricchi giacimenti di opale, un minerale di pregio, nell’entroterra dell’Australia meridionale. Persone da tutto il mondo hanno scelto di viveri qui, in abitazioni tutte costruite sottoterra. Si trovano anche ville di 450 mq e hotel di lusso, tutte sotto la superficie per resistere alle elevate temperature del luogo.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Con l’arrivo delle prime belle giornate dell’anno inaugurano le prime aperture di nuove terrazze in città. La riqualificazione o la costruzione di nuovi edifici, soprattutto quando si tratta di realizzare strutture alberghiere, è l’occasione buona per un dare a Milano un ristorante o bar con vista, in questo caso sul Duomo. La new entry, inaugurata il 14 febbraio 2024, è il ristorante Sachi al quarto e ultimo piano del Palazzo Cordusio Gran Hotel Meliá, la novità cinque stelle lusso in centro che ha preso il posto della sede di Assicurazioni Generali.
sachi.milano IG – Interno
In totale ci sono 100 coperti. L’apertura ufficiale della terrazza è programmata per il mese di aprile, mancano infatti ancora dei complementi d’arredo per terminarla e un grande bonsai da posizionare al centro dello spazio.
# Sachi, la felicità a tavola con i sapori del Sol Levante
sachi.milano IG
Nell’ex Palazzo Venezia il ristorante della felicità, questo è il significato della parola Sachi, propone una cucina innovativa dove gustare i sapori del Sol Levante in modo insolito. Si parte dai piatti di crudo, come la tartare di salmone in tubo di alga nori croccante, al polpo croccante karaage cotto sotto vuoto per 24 ore, per finire ai piatti alla griglia, i robata, come il branzino cileno kushiyaki, o gli omakase, un percorso di degustazione “al buio”. A chiudere i dolci tra cui la cheesecake allo yozu e una selezione di mochi gelati, al cioccolato, al cocco e al mango. A curare l’offerta gastronomica è lo chef Moon Kyung Soo.
# C’è anche Giardino Cordusio con cocktail firmati
giardinocordusiomilan IG
Tra le proposte gastronomiche affidate da Meliá a Sunset Hospitality c’è anche Giardino Cordusio, locale raffinato al piano terra che proporre cockatil firmati all’interno di una serra tropicale. Qui la scenografia si modifica con lo scorrere delle ore e il passaggio della luce del sole. Per chi predilige la cucina mediterranea al Melià Cordusio può degustare i piatti del ristorante Isola.
Indirizzo: Piazza Cordusio, ingresso da via Orefici 26
Milano 1987 – Anni ’80 – EICMA 1987 il Salone di Milano con Nico Cereghini. Moto 4 Yamaha a 4 ruote, Mx1 Gilera, Honda Msr 125, Gruppo Cagiva, Garelli Sael: quando le 125 erano dei piccoli missili. Video di Milano Vintage Tv.
Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)
Per una Fashion Week molto alternativa. Dopo il negozio del Tribunale e i “dead stock”, un’altra meta per acquisti di lusso a prezzi stracciati o quasi. Dove si trova e quali prodotti si possono comprare.
ALTA MODA ma USATA: ABBIGLIAMENTO e ACCESSORI FIRMATI di seconda mano a MILANO
# Il negozio che vende abbigliamento e accessori firmati di seconda mano
Credits usato_firmato_exreginagiovanna IG – Usato firmato
Per chi ha sempre desiderato avere un oggetto firmato, ma non può o non vuole spendere una cifra esorbitante, c’è un posto a Milano dove è possibile esaudire questo desiderio senza rimanere al verde. Stiamo parlando del negozio “Usato Firmato de Angeli”, aperto da qualche anno in città e dal 2022 trasferitosi in piazza De Angeli, che propone in vendita abiti, accessori e oggetti di design delle grandi marche a prezzi low cost. Tutti i prodotti sono recenti o vintage di seconda mano e in ottime condizioni.
Si può trovare davvero di tutto: scarpe, borse, portafogli, abiti, magliette, pantaloni, agende, portachiavi, occhiali e molto altro. Tra i brand ci sono quelli più economici, per i quali bastano 20 euro per un paio di scarpe o 30 per un paio di jeans, ma anche quelli delle maison più ambite dai fashion addicted, quali Louis Vuitton, Prada, Chanel, Armani solo per citarne alcuni, con i prezzi in proporzione più alti. Non c’è nessun limite di acquisto, salvo quello del proprio conto in banca.
Ricordo i tempi di quando dirigevo in Bocconi il giornale degli studenti. Potevamo criticare, scrivere di tutto, ma oltre la ramanzina informale in rettorato non si è mai andati. E dire che scrivevano cose pesanti, alcune finite pure sulla prima pagina del Corriere della Sera.
Purtroppo i tempi sono cambiati. E l’università nata come simbolo della libertà di pensiero e d’istruzione arriva a limitare il diritto allo studio con una mega sospensione di sei mesi contro tre studenti colpevoli di aver criticato sul loro profilo social dei gabinetti.
La trovo una cosa tristissima. E che in qualche modo imbratta anche la mia laurea.
Il paradosso è proprio questo: gli studenti sono stati sospesi per aver “rovinato l’immagine” della Bocconi con la loro critica del gabinetto. Ma il peggior danno d’immagine che si potrebbe mai fare alla Bocconi è proprio quello di sospendere degli studenti che esercitano la propria opinione.
Di seguito i fatti.
BOCCONI: da regno del LIBERO PENSIERO a tempio dell’INTOLLERANZA IDEOLOGICA?
# Tre studenti sospesi dalla Bocconi per i loro commenti contro i bagni gender neutral
Studenti Bocconi
Tre studenti della Bocconi sono stati puniti con la sospensione per sei mesi dall’università per aver pubblicato online commenti offensivi e discriminatori sui bagni gender neutral aperti in Bocconi. Un provvedimento – legato al fatto che non hanno rispettato il codice d’onore firmato al momento dell’iscrizione – che ha fatto scoppiare le polemiche sulla ‘censura’. A fare una segnalazione alla commissione disciplinare dell’università era stato Samuele Appignanesi, studente transgender che si era battuto per i bagni gender neutral. Non sono tardate le reazioni al provvedimento.
# Giuseppe Cruciani: “Liberi i ragazzi della Bocconi!”
Giuseppe Cruciani
Nella puntata della Zanzara, il conduttore Giuseppe Cruciani ha così commentato la sospensione di 3 studenti della Bocconi per aver fatto dell’ironia sui bagni arcobaleno della loro università: “Ragazzi, la libertà oggi passa per la Bocconi. Ve lo dico subito: liberi i tre ragazzi sospesi per sei mesi per essersi permessi di fare dell’ironia sui bagni no gender che, diciamoci la verità, sono una follia. Io la penso così: se uno ha bisogno di andare in bagno, vada in bagno. Vada in bagno, non c’è alcun bisogno di costruire nei palazzi i bagni no gender. In ogni caso, devono essere liberati gli studenti della Bocconi. Non daremo tregua ai signori della Bocconi che hanno sospeso per alcune presunte frasi irriguardose, questi studenti. Sei mesi e ore di recupero. A me la cosa che mi fa impazzire di più sono le ore di recupero, le ore di rieducazione. Ore di rieducazione per essersi permessi di fare un po’ di ironia. È una vergogna. La libertà passa per il caso Bocconi. Liberi i ragazzi, io non darò tregua.”
# Carlo Lottieri: “Un tempo spazio di libertà e confronto, oggi l’università è troppo spesso un luogo di repressione”
Carlo Lottieri
Rincara la dose il Prof. Carlo Lottieri, uno dei paladini della libertà di pensiero in Italia che così scrive in questo articolo: “Un tempo spazio di libertà e confronto, oggi l’università è troppo spesso un luogo di repressione. Al centro della questione, comunque, ora non c’è l’ideologia gender, che tra l’altro dissolve decenni di femminismo e rivendicazione dell’identità femminile (in nome del nuovo dogma, secondo cui non vi sarebbe alcun nesso tra sesso e genere). Il vero problema è invece il nuovo fascismo intellettuale, che di volta in volta può usare questo o quel tema per imporre la verità ufficiale e chiudere la bocca al dissenziente. (…)
Che futuro possono avere, però, le università se diventano luoghi in cui i dogmi di regime prevalgono sul libero confronto delle idee? Che razza di autonomia personale e indipendenza di pensiero potranno mai avere giovani che crescono entro istituzioni così bigotte?
Quello che i più hanno dimenticato è che la grande battaglia per la libertà di pensiero e di espressione non era volta a permettere che le brave persone potessero dire buone cose e sagge; al contrario, si trattava di riconoscere il diritto a esprimersi dei blasfemi, degli eretici e dei dissidenti di ogni genere e tipo.
Il moralismo è uno dei grandi nemici della libertà individuale. Esso produce un’illusione di superiorità etico-antropologica, insieme a delazione, conformismo, acquiescenza, repressione culturale. Combattere tutto ciò è urgente e necessario, così come riconoscere la dignità delle vittime – ormai sempre più numerose – di questi feroci meccanismi volti a irreggimentare e punire i non allineati.
Da giorni Milano risulta tra le città più inquinate del mondo. La Pianura Padana sembra una camera a gas. Ma non solo: è l’aria di gran parte del Paese che risulta con livelli di inquinamento record. E la stranezza è che sembra un problema riguardare in Europa solo l’Italia. Ma quali sono i motivi di questa stranezza così dannosa per la salute? E che cosa si potrebbe fare?
Questa ITALIA è una CAMERA a GAS? Cosa fare per ridare ARIA al PAESE
Dati drammatici sull’aria in Italia. Negli ultimi giorni tutte le aree d’Europa con livelli di inquinamento pericolosi per la salute sono concentrati nel Bel Paese. Non solo nella pianura padana, ma in gran parte dell’Italia centro-settentrionale. Ma qual è il motivo?
# La prima causa: l’aria non circola
La principale causa è la conformazione della Penisola. Ci sono una serie di protezioni naturali che limitano la circolazione del vento, soprattutto di quello proveniente dal Nord. Come in una stanza con aria viziata la prima cosa che si fa è aprire le finestre, ma in Italia è di fatto impossibile. Il problema della scarsa circolazione dell’aria si fa più grave quando la pressione atmosferica si fa più alta e, di conseguenza, le precipitazioni tendono ad azzerarsi. Senza pioggia e senza vento, il territorio d’inverno si ingolfa di gas di combustione, in massima parte prodotti dagli impianti di riscaldamento, a cui si aggiungono gli inquinanti naturali e quelli generati dagli allevamenti intensivi. Un livello di inquinamento che sta raggiungendo livelli che risultano pericolosi per la salute. Soprattutto nelle aree urbane.
# A Milano si respira “aria tossica”
Negli ultimi giorni Milano risulta stabilmente tra le città più inquinate del pianeta. Se la gioca, per intenderci, con le megalopoli dell’Asia ingolfate da ciminiere e mezzi di trasporto da anni Sessanta. I risultati che restano immutati anno dopo anno alimentano sospetti che le politiche “antismog” attuate a Milano in realtà stiano sbagliando bersaglio. Che è rappresentato dagli impianti di riscaldamento, infatti con la bella stagione lo smog crolla, e dalla scarsa circolazione dell’aria. Forse, invece di intervenire in modo compulsivo sulle automobili la strada più sensata sarebbe quella di depurare l’aria e/o di creare modalità artificiali di circolazione dell’aria. Un po’ come accade per le città a rischio sismico che adottano tecnologie d’avanguardia contro gli effetti dei terremoti: se un Paese ha un problema più accentuato degli altri, dovrebbe anche adottare misure migliori degli altri per risolverlo. Perché invece in Italia in termini di inquinamento si resta al palo?