La CITTÀ FANTASMA di Consonno: il sogno svanito della “Las Vegas della Brianza” (Fotogallery)

Negli anni '60 il borgo, che nella storia fece parte del Ducato di Milano, è salito alla ribalta per la realizzazione della "città dei balocchi". Ma di quel sogno ormai rimangono solo dei ruderi arrugginiti

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Da città dei balocchi a città fantasma. Negli anni ’60 il borgo, che nella storia fece parte del Ducato di Milano, è salito alla ribalta per la realizzazione della “città dei balocchi” al posto dell’antico insediamento. Oggi quello che doveva essere la “Las Vegas della Brianza” è disabitato e abbandonato.

La CITTÀ FANTASMA di Consonno: il sogno svanito della “Las Vegas della Brianza” (Fotogallery)

# Da borgo agricolo a “Città dei balocchi” per i milanesi

Il borgo di Consonno è una frazione del comune di Olginate, in provincia di Lecco, che dopo la seconda guerra mondiale si spopolò fino ad arrivare ad avere circa 50 abitanti. Fino a tutti gli anni cinquanta del XX secolo Consonno, anche se distante dal centro di Olginate, era riuscita a vivere grazie alle attività artigianali e alla coltivazione dei suoi campi.

Il Grande Ufficiale Conte di Villa dell’Olmo Mario Bagno, un eccentrico imprenditore milanese di origini vercellesi che nel periodo del miracolo economico italiano con la sua azienda stava costruendo strade e aeroporti su tutto il territorio nazionale, aveva adocchiato Consonno come il luogo ideale in cui costruire una “città dei balocchi”, principalmente per via del fatto che era facilmente raggiungibile da Milano. Prima di possedere Consonno, fece costruire una nuova strada che collegava la frazione a Olginate poi donata allo stesso comune.

# 1962: costruzione della “Las Vegas della Brianza”

Nel 1962 il borgo di proprietà di due famiglie fu ceduto all’azienda di Mario Bagno che demolì, gli unici edifici che non vennero distrutti furono la chiesa di San Maurizio, l’adiacente canonica e il minuscolo cimitero. In pochi anni Consonno diventò un centro di divertimenti che spesso ospitava nei propri locali grandi personaggi della musica.

Vennero costruiti: dei ristoranti, una lussuosa balera, chiamata Salone delle feste, con la pista all’aperto, un albergo di lusso, diverse costruzioni con richiami alle più variegate culture, un castello medievale e il celeberrimo “minareto”. Ma anche campi per sport di squadra e persino un luna park e un giardino zoologico. Tra i progetti mai realizzati un autodromo per auto da corsa.

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# Il minareto: l’edificio più imponente di tutta la “città dei balocchi”

Credits: wikipedia.org – Consonno

Il nome dato a questa struttura, il minareto, nasce dalla somiglianza con la torre al centro della struttura con quella presente nelle moschee, ed era il più imponente edificio di tutta la “città dei balocchi”. Al piano terra c’era una lunga galleria commerciale c, mentre al primo e al secondo piano c’erano degli appartamenti disposti in serie . Di fronte era presente una scenografica fontana.

Le altre principali attrazioni:

  • il “missile Bagno”, ovvero una costruzione a forma di pagoda sul tetto della quale era posizionato un cannone d’artiglieria. 

  • il trenino panoramico che dava la possibilità ai turisti appena arrivati di avere una vista d’insieme delle attrazioni di quella che voleva diventare la “Las Vegas” della Brianza.
Credits: tripadvisor – Il trenino abbandonato

# Il lento declino fino all’abbandono definitivo

 

A causa di tutte le costruzioni realizzate, l’equilibrio idrogeologico del territorio venne compromesso a tal punto che le piogge provocarono alcune frane distrussero la strada di collegamento con la “città dei balocchi”. Nonostante i tentativi di ripristino della via e di rilancio della località, i turisti e gli abitanti iniziarono a disertarla. Tutti i caseggiati vennero a poco a poco abbandonati dopo la morte del fondatore.

Anche la casa di riposo sistemata all’interno del vecchio Hotel Plaza per tentare di riportare Consonno agli antichi splendori fu definitivamente chiusa nel giugno del 2007. Un rave party tenuto quell’anno aggravò ulteriormente le condizioni delle strutture.

# La tentata vendita per 12 milioni di euro

Nel 2014 gli eredi di Mario Bagno avevano messo in vendita la proprietà su un sito Web di annunci al prezzo di 12 milioni di euro per demolirla e sostituirla con nuove strutture residenziali, ricettive e commerciali. L’operazione però non andò in porto e ora resiste solo un struttura adibita a bar allestito con degli arredi e un bancone d’epoca, gestito da un’associazione locale.

FABIO MARCOMIN

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.