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Riusciresti a vivere come gli INDIANI d’AMERICA? Puoi provarlo a due ore da Milano

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Credits: @hans_michael_engelke IG

Il sogno di bambini e bambine, che abitano ad ogni latitudine, diventa realtà in Valle Maira, in provincia di Cuneo: vivere alla maniera dei primi nativi americani

Riusciresti a vivere come gli INDIANI d’AMERICA? Puoi provarlo a due ore da Milano

# Il Tatanka Village, senza elettricità

Tatanka Village Credits:
@the.talkingcricket
IG

Immerso nei boschi della Valle Maira, a quota 1.200 m, si trova una perla di slow tourism: Camping Lou Dahu un campeggio che accoglie viaggiatori e turisti responsabili, amanti del contatto con la natura e del turismo slow, in candidi tepee immersi tra fiori ed erbe di montagna.

Con la vista sulle valli circostanti, il Tatanka Village regala un’esperienza minimalista davvero unica.
Nel villaggio tepee non è presente l’elettricità. Tutto il compound è ricavato su una radura con vista mozzafiato sulle montagne, ogni tenda isolata con ghiaia drenante, che fa da pavimento anche ad ogni singola unità.

# Al centro del villaggio l’iconico totem

Gli interni dei tepee sono molto ridotti: vi si possono trovare solo un tavolo e i giacigli, ricavati con un tavolato e stuoie.
Per amplificare l’esperienza, associandola davvero a quella dei nativi americani delle grandi praterie nel Nord America, è possibile preparare i propri pasti grigliando sui bracieri presenti nel villaggio.
Non può mancare il totem del villaggio, che infatti è presente e attorno a cui si può praticare lo yoga, una delle attività promosse dai proprietari.

# Nessun riscaldamento

Credits: @ducaapple IG

L’esperienza proposta è veramente il contrario del turismo “mordi e fuggi”. L’immersione nella natura è totale e la Valle Maira un angolo incantevole che propone ogni giorno tutti i colori della natura, a seconda del momento della giornata: il verde delle colline erbose, il blu del cielo, il rosso fuoco delle cime al tramonto e tutti i colori caldi e freddi regalati dai fiori ed erbe che circondano il villaggio.
A 1200 m s.l.m. è necessario portare con sé attrezzature adeguate: vestiti caldi, un sacco a pelo adeguato al clima di montagna e cappello, perché – nemmeno a dirlo – il tepee non prevede riscaldamento all’interno.
Al Tatanka Village non sono ammessi i cani e il soggiorno è consigliato per le famiglie con bambini più grandi di 2 anni, che hanno esigenze meno stringenti rispetto alla filosofia del villaggio indiano.

# Per i “meno spartani”…

L’intero complesso non è però così discriminante: fanno parte della stessa proprietà anche piazzole per roulotte e caravan, dotate di elettricità e comfort, nonché 3 appartamenti, ricavati dalla ristrutturazione di casolari di montagna, che prevedono anche aree attrezzate per i bambini.
Naturalmente ci sono mini market e ristorazione e tutta la zona, compreso il Tatanka Village, è coperta da wi-fi gratuito.
I tepee sono disponibili in vari tagli, da 4 e 5 persone, fino ai gruppi più numerosi.

# Le curiosità della comunità in Val Maira

Credits: @hans_michael_engelke
IG

La Val Maira è una valle lunga e stretta, impervia e con strade non propriamente agevoli. Considerata di difficile accesso, è stata a lungo trascurata dal turismo di massa, fino alla sua recente riscossa.
La vera chicca della zona sono i Percorsi Occitani un itinerario di trekking in 14 tappe, dalle Alpi piemontesi con dislivello a 600 metri fino ad oltre 2700 m.

Come dice il nome del percorso di trekking, la Val Maira è la culla di una delle comunità Occitane più famose d’Europa che, grazie all’isolamento dovuto ai limiti imposti dalla natura, ha prosperato in auto governo e mantenendo quasi intatta la propria lingua.
Ancora oggi in Val Maira risuona la lingua occitana, molto forte in tutta la comunità nativa: è infatti parlata – insieme all’italiano – da almeno la metà delle popolazioni delle valli piemontesi, una vera e propria istituzione della propria identità
Non a caso, lo stesso nome del Villaggio Tatanka, Lou Dahi, proviene dalla lingua occitana cui rende doveroso omaggio.

 

Fonti: Italia che cambia 
Chambradoc 

Continua la lettura con: A due ore da Milano il villaggio tedesco medievale

LAURA LIONTI

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Leggi anche: Case e Ospedali di Comunità, il piano per Milano: “Sette strutture nel 2022 e partnership con i privati”

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🛑 La M1 avrà NUOVE FERMATE: ecco quali e dove sono

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Buone notizie per Milano con un altro progetto da aggiungere alla lista. La metro si aggiorna e lo fa aggiungendo ben 3 fermate al suo percorso. I lavori inizieranno a partire dal 2023.

Vediamo quali sono le nuove fermate.

La M1 avrà NUOVE FERMATE: ecco quali e dove sono

# Via ai lavori nel 2023

Credits: @atm_milano
M1

Arriva l’ok da Palazzo Marino per “uno dei progetti di mobilità più strategici per Milano e il suo hinterland”. Il progetto da 398 milioni di euro è stato approvato e i primi lavori sul prolungamento della linea metropolitana M1 avverranno nel 2023, appena dopo i bandi da assegnare. Il nuovo tratto “rappresenterà una concreta occasione di interscambio per raggiungere il centro cittadino, alleggerendo il traffico privato ma anche quello del trasporto su gomma in ingresso a Milano”.

# TRE nuove fermate

Il percorso della rossa si aggiorna portando tre nuove fermate: Parri Valesia, Baggio e Olmi. 3,3 chilometri di tratta che faciliteranno la mobilità, grazie anche al potenziamento delle piste ciclabili di modo che i cittadini possano raggiungere comodamente le fermate anche in biciletta. Ma non è finita, è stata aggiunta una nuova uscita a sud di via Parri, la quale va ad aggiungersi a quella Nord, creando così un collegamento diretto con il quartiere Mengoni.

Palazzo Marino ha poi aggiunto che “come già si sta facendo per la M4, l’amministrazione comunale considera imprescindibile che, al termine di cantieri così impattanti, le aree interessate dai lavori vengano restituite ai quartieri più belle e fruibili, con aree gioco, nuovo verde e spazi più ampi per il passaggio di biciclette e dei pedoni”.

# Fattibile o no?

Credits: trasportinfo.it – M1 Leonardo

Il progetto di fattibilità era già stato approvato nel 2020 con un aumento del costo totale di 40 milioni in seguito ad una serie di modifiche introdotte in sede di Conferenza dei servizi che vanno a toccare migliorie varie alle sistemazioni superficiali e introduzione di nuovi servizi e attività. “Il finanziamento di questa grande opera è sostenuto dallo Stato e dal Comune di Milano. I primi 8 milioni sono arrivati grazie al “Patto per Milano”, altri 210 milioni sono garantiti dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile con le risorse per il trasporto rapido di massa.”

Tuttavia, non c’è da dimenticare che i milanesi stanno ancora aspettando che i lavori per la M4 e il tratto della M1 di Sesto e Cinisello Balsamo-Monza vengano finalmente ultimati. 

Continua a leggere con: Dopo M1, M4 e M5 un altro ritardo: rinviato il RESTYLING di CORSO SEMPIONE

SELENE MANGIAROTTI

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Anche Milano avrà una ARENA. E sarà la più GRANDE d’Italia

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Si prevede che i lavori portano iniziare nel 2022 e verranno terminati prima dell’inizio dei giochi olimpici. Finalmente Milano avrà nell’area comunale un’arena degna di una metropoli europea.

Anche Milano avrà una ARENA. E sarà la più GRANDE d’Italia

16.000 spettatori

Uno spazio polifunzionale nel quartiere Santa Giulia che potrà ospitare fino a 16.000 persone, adatto per competizioni sportive ma anche eventi e spettacoli. Quindi da grandi match casalinghi per le società più blasonate del panorama meneghino e concerti, manifestazioni e altro ancora. Nel planning annuale si prevedono oltre 150 aperture annuali oltre a prestarsi per allenamenti e prove per qualunque tipo di evento che possa coinvolgere un pubblico numeroso

In mani tedesche

Eventim, colosso tedesco specializzato in spettacoli dal vivo e grandi eventi si occuperà della costruzione e gestione dell’impianto. 50.000 metri quadri coperti per 15.000 posti a sedere e circa 1.000 in piedi più altri 10.000 metri quadri esterni da utilizzare sempre per lo stesso fine. Il progetto è non definitivo in quanto la facciata potrà essere modificata in corso d’opera a seconda delle esigenze che potranno essere individuate in corso d’opera. Anche per il nome ci sono varie ipotesi, più probabile quella di affiancare il termine Arena con uno sponsor che potrà farsi carico di una parte delle spese di costruzione.

Quanto costerà?

Già, la spesa. Si parte da un costo di 180 milioni di euro e l’intenzione è di non sforare minimamente a meno che non intervenga uno sponsor che abbia determinate esigenze, ovviamente in cambio di un supporto economico. Per una metropoli che ha rimesso le ali per tornare in una posizione di prestigio è necessario avere strutture adeguate e per Milano era diventato necessario appoggiarsi al Forum che, però, è ad Assago, per cui fuori Comune.
 

Alcune particolarità

Grande rilievo nella fase progettuale è stata data all’acustica oltre che a una serie di servizi dei quali si potrà godere durante gli eventi. Ristoranti, skybox, servizi di ogni genere. Un grande parcheggio per 2750 auto completa l’opera anche se, in linea con quanto avviato dalla gestione Sala, si cercherà il più possibile di agevolare il flusso di spettatori grazie ai mezzi pubblici. Per essere certi della perfetta riuscita della realizzazione si è, come già detto, scelta la società tedesca Eventim che è un vero e proprio colosso in Europa con impianti (Lanxess Arena di Colonia, la K.B. Hallen di Copenhagen, il Waldbüne di Berlino e l’Apollo di Londra) dislocati in tutto il continente.

Continua la lettura con: Il Maxi progetto Milano Sesto

ROBERTO BINAGHI

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Le 5 APP essenziali per VIVERE a MILANO

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Credits: privacyitalia.eu applicazioni

Milano, la grande città italiana dove tecnologia e innovazione fanno da padrone. Una città sempre in movimento dove è impossibile andare in giro senza telefono. Il cellulare semplifica e velocizza tutto e così anche Milano si è adattata, ormai da anni, a rendere il tutto più veloce e comodo tramite alcune applicazioni.

Le 5 APP essenziali per VIVERE a MILANO

È chiaro: ormai senza alcune App non si può star senza, sono diventate essenziali per la nostra vita quotidiana. Ma se ci sono quelle che tutti hanno, alcune sono più specifiche e usate in determinate occasioni, o in posti specifici. Queste sono le 5 app senza le quali non si può vivere a Milano nella selezione di milanotoday.it

#1 ATM App

Credits: play.google.com
ATM App

In una città dove il servizio di trasporto pubblico funziona, un’app specifica che ti permette di comprare biglietti, aggiornare abbonamenti, cercare orari e fermate e rimanere costantemente aggiornati sulla circolazione dei mezzi diventa essenziale. L’ATM App è infatti l’applicazione dell’Azienda Trasporti Milanesi. Nessun milanese che utilizza i mezzi pubblici può farne a meno. Un po’ come i provinciali pendolari non possono fare a meno dell’app Trenord, l’efficienza dei mezzi però è un po’ diversa.

#2 Moovit

Credits: play.google.com
Moovit

Si rimane sempre in tema mobilità, ma con quest’app non si parla solamente di metro, tram o bus. Moovit, infatti, fornisce tutte le principali informazioni in tempo reale sia sul trasporto pubblico sia su quei mezzi come bicicletta, taxi e monopattino. In poche parole Moovit è l’app che serve a chi si sposta spesso anche in sharing e a Milano queste persone non sono per niente poche. Moovit permette inoltre di pianificare in tempo reale il tragitto più adatto e dice dove sono le piste ciclabili. Infine tiene aggiornati in tempo reale su eventuali sospensioni o scioperi.

#3 FitPrime

Credits: play.google.com
Fitprime

La scusa più comune per non fare attività fisica è il non avere tempo, a volte però non si tratta solo di scuse ma è la realtà. Spesso dopo una giornata di lavoro uno preferisce rilassarsi piuttosto che andare a correre. L’applicazione FitPrime, con un abbonamento mensile, permette di praticare l’attività sportiva preferita dove vuoi e quando vuoi. Fornisce un pass per centri sportivi ma fornisce anche allenamenti online con più di 1000 lezioni registrate e live.

#4 AppTaxi

Credits: play.google.com
Apptaxi

Se con il sharing i taxi hanno trovato dei buoni sostituti, un’app che ti permette di chiamare il taxi in pochi minuti può essere sempre utile. Con AppTaxi si attiva il GPS e l’app individua la posizione dell’utente sulla mappa di Milano e invia un taxi. In più se serve l’app ti mette in contatto con un operatore.

#5 Gorillas

Credits: play.google.com
Gorillas

Si tratta di un’app abbastanza nuova a Milano. Grazie a Gorillas si può fare la spesa in 10 minuti: si ordinano i vari generi alimentari e in 10 minuti arriva un biker sotto casa con tutti i prodotti richiesti. In più Gorillas vuole essere sostenibile, infatti ogni bikers guida una bici elettrica.

 

Continua la lettura con: 10 MODI per muoversi a MILANO: in sharing, con i mezzi pubblici o perfino in barca

BEATRICE BARAZZETTI

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Leggi anche: Milano continua a perdere abitanti nel 2021. “La politica ne parli”

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

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La CITTÀ dove si gira sui CARRELLI del MINIGOLF. Qui la macchina è abolita

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Credits: www.catalinaexpress.com Avalon

Immaginatevi una città dove le macchine sono abolite, troppo grosse per passare tra le vie del paese, ma visto che muoversi solamente a piedi è scomodo e faticoso si decide di proporre i carrelli da minigolf come mezzi di trasporto. Sembra un’idea da film, di quelle prese per catturare l’attenzione dello spettatore proprio perché idee un po’ folli e strane che difficilmente si trovano nella realtà.

La CITTÀ dove si gira sui CARRELLI del MINIGOLF. Qui la macchina è abolita

Invece non è un’ipotetica scena di un film, anzi potrebbe esserlo, ma certamente è anche la realtà. Sì perché in California c’è un’isola chiamata Santa Catalina nella quale c’è solo una città: Avalon. È proprio qui che le persone non girano in macchina ma con dei carrelli da minigolf.

# Un’isola paradisiaca con un’unica città

Credits: @sagar.timalsina
Santa Catalina Island

Avalon è l’unica città di un’isola paradisiaca, perfetta sia per rilassarsi che per andare all’avventura divertendosi.  Con le sue meravigliose sabbie, i sentieri escursionistici e i bar sulla spiaggia sull’oceano, l’isola offre un’esperienza turistica unica che vuole soddisfare i desideri di tutti.

# Mille cose da fare ad Avalon

Credits: @bookingcom
Avalon

Come descrive il sito siviaggia.it qui si può fare uno dei più bei 10 snorkeling sul Pianeta grazie all’acqua trasparente e ad una vita sottomarina ricchissima. Ma non solo. Sull’isola si possono fare tour culinari, seguire uno spettacolo al Casinò e visitare il campo da golf più antico ancora operativo a ovest del Mississippi, nonché uno dei più panoramici dell’intera California. Un’isola dove la sua unica città, Avalon, è costituita da case che si aggrappano ad una ripida collina che avvolge il vivace porticciolo.

# Qui i residenti girano su golf cart

Credits: pinterest.it
Avalon

Oltre ad essere una città molto particolare, Avalon è certamente una città dalle abitudini strane. Abitudini però dettate da leggi. Qui le strade tortuose e ripide non sono facili da percorrere in macchina, inoltre la città vieta l’utilizzo di essa. Il numero di macchine che può entrare ad Avalon, infatti, è molto limitato e per questo si è trovato come opzione B l’utilizzare i golf cart.

Una soluzione così strana da essere diventata quasi un’attrazione turistica. All’interno della città e dell’isola, infatti, i giri turisti in golf cart sono molto famosi e i visitatori spesso noleggiano questi carrelli perché la trovano la soluzione più comoda e caratteristica.

# La legge

Credits: www.catalinaexpress.com
Avalon

Più precisamente nella città possono entrare solamente “autoette”, ovvero veicoli  sotto i 140 cm di larghezza, i 300 cm di lunghezza e che pesano meno di 820 kg. Per questo spesso si ritengono i golf cart la soluzione migliore. Inoltre, ogni residente può richiedere al consiglio comunale un permesso per possedere un “autoetta”, purché sia un solo veicolo per nucleo famigliare. Una legge abbastanza rigida che lascia subito intuire che per un privato possedere un auto dalle dimensioni normali è pressoché impossibile.

Continua la lettura con: Sapevi che NARNIA, il paese magico, esiste veramente? È in ITALIA

BEATRICE BARAZZETTI

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In fuga dalla realtà

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Paura e delirio a Las Vegas

Easy Rider è un film simbolo che ha rilanciato il cinema americano con il movimento della new Hollywood. La trama è molto semplice: due personaggi si muovono in motocicletta all’interno degli Stati Uniti. È un classico road movie tranne quando alla fine arrivando a New Orleans il film entra in una dimensione onirica con il consumo di droghe tipico dell’epoca.

Negli anni sessanta e settanta la fuga dalla realtà si perseguiva con il consumo di stupefacenti che da un lato consentiva di uscire dalla banalità quotidiana piccolo borghese della società occidentale e dall’altro veniva usato in maniera conscia e strumentale come un modo per stimolare la creatività.

Questo scopo ricercato nelle droghe è stato via via sempre più normalizzato a livello di società che ha moltiplicato le modalità virtuali di evasione dal quotidiano rendendola sempre più endemica.

Una evasione dal reale che si attiva nel mondo virtuale, di internet, dei social, della stessa tv, che ha una dimensione collettiva non più individuale.
Si fugge dalla realtà della propria vita che è governata da forze spesso imprevedibili e che ha una atipicità fortemente soggettiva, per riparare in una realtà collettiva, artificiale, che è totalmente controllata dai mezzi di informazione e sociali che l’hanno costruita.

Si scappa pertanto da una realtà in cui comunque si era liberi per approdare in una forma di gabbia in cui tutte le scelte sono già programmate e ogni tipo di immaginazione al di fuori di questa realtà fittizia deve essere repressa.

La condizione per stare nella società è di essere in fuga dalla realtà. Chi è in contatto con la realtà è un asociale. 

Continua la lettura con: Il panico degli intoccabili

MILANO CITTA’ STATO

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Leggi anche: Cara Michela Murgia, ha visto quante poche donne candidate alle elezioni? Altro che lo schwa

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Le principali OPPORTUNITÀ che può darti MILANO

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Credits: @mi_tomorrow IG

Milano è da sempre stata il polo finanziario e centro multiculturale d’Italia, il luogo dove si sono tenuti i concerti storici più famosi, la sede della Borsa Italiana, la capitale mondiale della moda e una fra le capitali di svariati eventi. Tutto questo ha portato negli anni alla giusta convinzione che Milano sia la città adatta per self made men all’italiana, per giovani imprenditori, innovatori o artisti di varie discipline. Vediamo assieme quali possono essere le principali opportunità che offre il capoluogo lombardo.

Le principali OPPORTUNITÀ che può darti MILANO

# Aprire qualcosa di tuo

Imprese digitali, start-up, negozietti di provincia, street food, agenzie. Qui a Milano nasce e cresce tutto molto velocemente, come funghi in autunno dopo la pioggia. La burocrazia regionale è di gran lunga più veloce che nel resto d’Italia e il settore dei servizi offre ampi spazi cuscinetto a settori che possono essere complementari, se non proprio di supporto, all’idea di successo che hai sempre avuto in mente. Perché aspettare, quindi? Milano corre veloce come un centometrista, e per starne al passo occorrono gambe e ossa forti.

# Incontrare le persone giuste

Credits: alamy.it
stretta di mano

In un centro urbano multitasking e testimone di un melting pot per cui ci invidiano a molte latitudini, una persona con antenne puntate e spirito di iniziativa può certamente trovare sagge guide e pragmatici consiglieri per rifinire la propria mentalità, le proprie idee o (vedi sopra) l’idea di una start-up da avviare. Gli eventi a 360 gradi che si tengono a Milano sono il campo da gioco giusto per queste iniziative.

# Il settore digital

Credits: wired.it
Start up

La locuzione digital transformation (in italiano trasformazione digitale) indica un insieme di cambiamenti prevalentemente tecnologici, culturali, organizzativi, sociali, creativi e manageriali, associati con le applicazioni di tecnologia digitale, in tutti gli aspetti della società umana. Per proprietà transitiva e sommando tutti i fattori sopraelencati, è facile intuire quale sia il posto adatto in Italia perché tutto questo diventi reale. Come del resto avviene ormai da anni.

# Sei connesso con tutto

Credits: 7giorni.info
connesso con tutto

Direttamente collegato al punto precedente. Tanto per dirne una e senza neanche andar troppo lontano, Milano è stata la prima città in Italia a essere coperta dalla fibra ottica, alias la connessione internet più veloce attualmente esistente, al netto dell’avveniristico 178 terabit dell’University College of London (attualmente in fase di sperimentazione). L’anno era il lontano 2002: preistoria pura, se si pensa a quanto nel frattempo la città abbia fatto per migliorare in altri campi.

# Le migliori università

Credits: @christianbonalli
Università Bocconi

Per quanto concerne la formazione professionale, l’Italia gode di un ottimo schieramento da Nord a Sud e anche le università statali, oltre ad essere fra le prime al mondo (la prima in assoluto è l’Università Alma Mater studiorum di Bologna, fondata nel 1088, che anticipò di poco Oxford) sono un vanto del nostro Paese. Per quanto riguarda Milano, Politecnico, Bocconi e Cattolica guidano la classifica 2020 stilata dal Censis nelle categorie Politecnici e Grandi Atenei non statali, confermando l’importanza della nostra città nel panorama accademico del Belpaese.

# Più placement e nuove professioni

Se è vero che la fuga dei cervelli, e il conseguente tentativo di richiamo grazie a sgravi fiscali che stanno mettendo in pratica i recenti governi, è una testimonianza di quante eccellenze professionali abbiamo all’estero, resta comunque una larga parte di medici, ingegneri, economisti e professionisti vari che in Italia e soprattutto a Milano hanno trovato la realizzazione professionale, che molti hanno cercato altrove. Ivi comprese le nuove professioni nel settore digital.

# Internazionalizzazione

Credits:in-domus.it
campus Milano internazionale

Da sempre un punto fisso del nostro polo cittadino. Aprirsi al mondo, accogliere, innovare, sperimentare culture agli antipodi della nostra. I cartelli “non si affittano ai meridionali” di sessanta e passa anni or sono sono un ricordo bruciato come la testa di un cerino. Milano si è aperta al mondo come poche città, e continua a tenere la barra dritta sul progresso e su un futuro in costante crescita.

Queste sono solo alcune delle opportunità che Milano può offrire, sia ai milanesi stessi, che al resto degli italiani o agli stranieri trasferitisi o in procinto di trasferirsi qui. Quali altre chances intravedete, amici lettori? Ne abbiamo tralasciata qualcuna? Diteci la vostra.

Continua la lettura con: Cosa offre MILANO di MENO rispetto a BERLINO? Le 7 DEBOLEZZE indicate da chi si trova nella capitale tedesca

CARLO CHIODO

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Leggi anche: Elezioni Milano 2021, candidati sindaco e liste per le Comunali

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5 LUOGHI dove fare BAREFOOTING in Italia

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Credits emanuele_lion IG - Su Giudeu

State cercando delle esperienze in grado di farvi allentare le tensioni, ricaricarvi di energie positive e rendervi rilassati? Ecco 5 luoghi in Italia, dal Trentino Alto Adige alla Sardegna, dove poter camminare a piedi nudi a contatto con la natura.

5 LUOGHI dove fare BAREFOOTING in Italia

#1 A Senal-San Felice si può provare un’esperienza ricca di spiritualità

Credits armandobortolotti – Senale-San Felice

In provincia di Bolzano, a Senale-San Felice, c’è un luogo dove fare Barefooting è una esperienza essenziale, ricca di spiritualità lungo uno dei luoghi di pellegrinaggio più antichi dell’Alto Adige. Sono tre i percorsi:
– il sentiero Pilgerweg, su fondo ghiaioso, erboso e boschivo, che conduce al suggestivo Passo Palade; 
– un bosco di prato fresco che porta alla Malga Monte Luco;
– un percorso Kneipp, a contatto con l’acqua dei ruscelli, del lago e della Cascata di Tret.

 

#2 A Bressanone in un rifugio immerso nella natura

Credits sabino80c IG – Seehorf Nature Retreat

A Bressanone c’è un vero e proprio rifugio immerso nella natura, il Seehorf Nature Retreat. Si può camminare a piedi nudi, per rilassare corpo e mente, partendo da un morbido manto d’erba fino al lago privato della struttura dove immergere i piedi per una istantanea sensazione di benessere. Si prosegue poi verso il bosco dei pini rimanendo immersi nel silenzio ricolmato dai suoni della natura.

 

#3 Su Giudeu in Sardegna, una delle spiagge più belle d’Italia

Credits emanuele_lion IG – Su Giudeu

A Su Giudeu, a Chia in Sardegna, tra le spiagge più belle d’Italia nel 2018. Il luogo ideale per allentare le tensioni, ricaricare le energie positive, rilassarsi e anche riattivare e tonificare i muscoli delle gambe. Questo paradiso di sabbia bianca finissima e mare cristallino è collegato all’hotel Aquadulci da dove parte un breve sentiero caratterizzato da quattro tipologie diverse di terreno calpestabile: un giardino all’inglese, una passerella in legno, la sabbia e infine il mare. 

 

#4 Il Percorso Francescano per la Pace da Gubbio ad Assisi

Credits umbriain.it IG – Percorso Francescano

In Umbria il Percorso Francescano per la Pace, che collega Gubbio ad Assisi, è ricco di prati, ruscelli, sorgenti e boschi dove camminare a piedi nudi. Inoltre lungo l’itinerario viene costeggiato il Castello di Petroia, uno storico maniero medievale, trasformato in dimora di soggiorno dove sono stati recuperati i vecchi percorsi rurali con oltre 10 chilometri di camminate.

#5 Il Po Forest a Polesine Parmense

Credits salonedelcamper – Po Forest

Il Po Forest è un percorso magnifico alla scoperta dell’argine del Po, del suo bosco e della sua vegetazione realizzato nel 2018 a Polesine Parmense, in provincia di Parma. Si trova nell’Antica Corte Pallavicina, un castello del 1300 affacciato sulla Golena del Po. Ci vuole un’ora per percorrere tutto l’itinerario di due chilometri e mezzo tra la natura rigogliosa, ricca di coltivazioni, fauna e vegetazione spontanee. 

 

Fonte: SiViaggia

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FABIO MARCOMIN

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Un GRATTACIELO ALTO metà EVEREST: il nuovo traguardo di una sfida partita da soli 16 metri

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Credits: kason2047.pixnet.net X-Seed 4000

Grattacieli, edifici che si sviluppano in verticale e che hanno un numero notevole di piani. Oggi sono oggetto delle più grandi gare di architettura: c’è chi cerca di dargli le forme più strane e chi sceglie di giocare esclusivamente sull’altezza. Eppure è impossibile che tutto d’un tratto si sia deciso di elevare gli edifici da un piano a 15, 16, 20 e 100. Ecco la storia degli alti edifici fino a quello che sarà realizzato nei prossimi anni: 4000 metri di grattacielo.

Un GRATTACIELO ALTO metà EVEREST: il nuovo traguardo di una sfida partita da soli 16 metri

# Il primo grattacielo della storia: alto 16 metri alla fine del settecento

Credits: industrialheritagenetworks.com
Ditherington Flax Mill

Se si dicesse che l’antenato di tutti i grattacieli è un edificio di circa 16 metri di altezza, probabilmente gli attuali architetti e ingegneri riderebbero. Eppure è proprio così: è il Ditherington Flax Mill nel sobborgo di Shrewsbury, in Inghilterra. Un edificio industriale costruito nel 1797, nonché il primo con una struttura interna in ferro e per questo considerato come “il nonno dei grattacieli”.

Con un’altezza un po’ più da grattacielo, invece, il secondo edificio più alto costruito nella storia è stato l’Home Insurance Building a Chicago con i suoi 42 metri. E poi nel 1889 è arrivato un edificio tutto italiano, che sicuramente non può essere considerato un grattacielo, ma che all’epoca ha superato in altezza tutte le restanti costruzioni del mondo: si tratta della Mole Antonelliana a Torino con i suoi 167 metri.

# La gara newyorkese

Credits: empirestatebldg
Empire State Building

Con un po’ di salti temporali e di altezze, in ordine, gli altri edifici che negli anni si sono conquistati il primato di essere la costruzione più alta del mondo sono il Grattacielo Singer a New York con 186 metri di altezza, Torre MetLife sempre a New York alta 213 metri, il Grattacielo Woolworth della Grande Mela alto 241 metri e la Banca di Manhattan a Wall Street alto 283 metri. In poche parole nella Grande Mela si faceva a gara a chi costruisse l’edificio più alto. Anche gli altri due edifici più alti sono infatti newyorkesi: si sta parlando del Chrysler Building e del famoso Empire State Building, alto 318 metri.

# L’edificio più alto del mondo: 828 metri

Credits: infobuild.it
Burj Khalifa

Se negli anni poi la gara americana continuò, ad un certo punto comparvero anche la Cina, l’Arabia Saudita, il Giappone e altri stati asiatici a competere. Oggi infatti l’edificio più alto al mondo è il Burj Khalifa a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. Con i suoi 828 metri di altezza è 3 volte più alto della Torre Eiffel. In più, se si pensa a con quanti pezzi è stato costruito, questi sono così tanti da percorrere un quarto del giro del mondo. E l’acciaio usato è così tanto da costruire 5 Airbus A380.

# I futuri re delle altezze

Credits: skyscrapercenter.com
Miapolis Miami

Ma i grattacieli che si vogliono realizzare saranno molto più ambiziosi. Il primo a poter superare il Burj Khalifa sarà il Miapolis a Miami. Si tratterà di una sorta di città verticale con ristoranti, negozi, terrazza panoramica, un molo privato e ovviamente appartamenti. Sarà alto 975 metri e conterà 160 piani. A Tokyo poi si vuole provare a toccare i 1000 metri di altezza, cosa assurda per un edificio. Con 202 piani potrebbe coprire un’area 4 volte più grande il Principato di Monaco. In entrambi casi si tratta di edifici già realizzati, ma ancora non completati.

# X-Seed 4000: l’edificio che sarà alto metà dell’Everest

Credits: kason2047.pixnet.net
X-Seed 4000

Ma l’edificio ad oggi quasi impensabile e che invece è stato ben pensato è il X-Seed 4000. Molto probabilmente sarà realizzato a Tokyo e toccherà i 4000 metri di altezza. Sarà alto come una vera e propria montagna, come le nostre alpi, e poco meno della metà dell’Everest. Per costruirlo serviranno 3 milioni di tonnellate d’acciaio e sarà talmente pesante da triplicare di gran lunga il peso del Golden Gate, il ponte che unisce la Baia di San Francisco con l’Oceano Pacifico. Un edificio di 800 piani, dalla forma proprio di una montagna che si ispira al Fujiyama. Il progetto è della società Taisei Corportation e il grattacielo dovrebbe sorgere su una piattaforma galleggiante di 6,5 chilometri di diametro e potrebbe ospitare sino a un milione di persone.

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BEATRICE BARAZZETTI

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🛑 Il MAXI progetto MILANO-SESTO avrà un impatto economico di 2,3 MILIARDI di euro

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Credits: ©Foster+Partners

Un progetto di grande rilevanza che, ad oggi, contribuisce a 9 dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu. MilanoSesto, insieme allo studio di architettura Foster-Partners, intende rigenerare le ex Acciacierie Falck di Sesto San Giovanni, dismesse dal 1996, con un impatto economico previsto di 2,3 miliardi di euro. La realizzazione della prima fase sta per avviarsi, in quanto segnata per la seconda metà del 2021.

Vediamo nel dettaglio di cosa tratta questo progetto e quali sono i numeri reali implicati nella sua realizzazione.

Il MAXI progetto MILANO-SESTO avrà un impatto economico di 2,3 MILIARDI di euro

# Un progetto molto AMBIZIOSO

 
Credits:
©Foster+Partners

“Per i prossimi anni un progressivo sviluppo di aree residenziali, nuove piazze, spazi commerciali e uffici e, soprattutto, luoghi pensati per connettere le persone”. Questo è il masterplan di Milano Sesto che prevede la rivisitazione dell’area delle ex Acciaierie di Sesto San Giovanni a partire dalla divisione in due lotti: il primo lotto è quello che viene chiamato “Unione Zero”, il cui tema centrale sarà la sostenibilità, e un secondo lotto che rappresenta il cuore del progetto.

# Le FASI del progetto

 
Credits: ©Foster+Partner

Questa sarà la prima fase che prenderà avvio nella seconda metà del 2021 e vedrà realizzare una grande area residenziale con un hotel di oltre 60 metri e 250 camere e uno studentato con 700 posti letto, più altre residenze libere. Un totale di 7 edifici disposti su 250 mila metri quadrati. Il tutto all’insegna della sostenibilità ambientale puntando sull’utilizzo di materiali che promuovono l’efficienza energetica e l’ottenimento di certificazioni LEED e WELL, come Cradle to Cradle.

La seconda fase, costituita dal vero fulcro del progetto, prevede la costruzione della Città Salute e della Ricerca, curato dallo studio MCA Mario Cucinella Architects. Questa seconda fase del masterplan è di particolare importanza in quanto, come fa notare Fabio Marcomin nel suo articolo, si tratta di “un complesso pubblico di assoluta eccellenza clinica e scientifica che metterà insieme le nuove sedi dell’Istituto neurologico Besta e dell’Istituto nazionale dei tumori”.

# L’impatto è ENORME

Credits: medicinaonline.com

È di circa due milioni e mezzo di euro la previsione del totale generato da entrambi i lotti, Unione Zero e Città Salute. La ricerca sull’impatto economico, ambientale e sociale svolta da The European House-Ambrosetti e in collaborazione con Milanosesto e Hines parla di 1.060 milioni di euro per il nuovo quartiere e 1.300 milioni di euro per il polo di ricerca. Queste sono le cifre che verranno toccate, secondo le previsioni, tra il 2022 e il 2025.

# Le cifre sono da CAPOGIRO

L’head di The European House-Ambrosetti, Emiliano Briante, svela che saranno 2.700 gli addetti impiegati insieme ad altri 4.800 negli uffici e nelle attività retail di Città Salute. “Da un lato c’è il valore generato dai 4 anni di cantiere, ma ancor più quello attivato da 500mila prestazioni ambulatoriali all’anno, 180mila presenze nell’albergo vicino alla stazione a ponte di Renzo Piano, visitatori, studenti, city users e circa 800 unità residenziali sull’Unione Zero per 2.200 abitanti. In termini di indotto, 188 milioni annui di consumi addizionali, pari alla spesa alimentare annua di 33mila famiglie e 4 volte il bonus auto finanziato dalla Regione nel 2021.”

Inoltre, l’impatto stimato su Sesto sarà di 23 milioni, sulla Città metropolitana di 58 e sull’intera Lombardia di 107. Senza contare il gettito fiscale: “nelle casse del Comune arriveranno 2,6 milioni tra Imu, Tari e Irpef, ossia il 6,2% delle entrate complessive del bilancio di oggi e 1,3 volte l’attuale spesa del municipio per interventi a supporto degli anziani.”

Questa ricchezza verrà, secondo quanto affermato, restituita in servizi ai cittadini. Sarà veramente così?

Continua a leggere con: RIGENERAZIONE FARAONICA a Milano: il via a “UNIONE ZERO”

SELENE MANGIAROTTI

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🛑 La BAM (Biblioteca degli alberi) diventa un’AGORÀ CULTURALE: il programma

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Credits: @monicaritah BAM

A tre anni dalla sua apertura ufficiale, la Biblioteca degli Alberi di Porta Nuova si rinnova. Con un lido milanese appena chiuso, il parco nei mesi estivi ospita infatti sdraio e ombrelloni per far sentire in spiaggia anche gli abitanti della città, BAM non si vuole fermare e si trasforma in un agorà culturale.

La BAM (Biblioteca degli alberi) diventa un’AGORÀ CULTURALE: il programma

# Da parco urbano a piazza della cultura

Credits: @monicaritah
BAM

Da “semplice” area verde urbana, il Comune di Milano, proprietario del parco, insieme alla Fondazione Catella ha deciso di rendere il “giardino botanico contemporaneo” di Porta Nuova un centro di incontro e di cultura. In questo nuovo progetto la parola d’ordine sarà ambiente. Come dice Kelly Russel Catella, presidente della fondazione, infatti, in un periodo pandemico che ha rafforzato le nostre convinzioni, prima di tutto bisogna favorire l’ambiente. A BAM saranno organizzati orti didattici e concerti, un programma ricco che trasformerà il parco in una vera e propria piazza culturale aperta a tutti.

# Back to the City

Credits: @simontroncone
Back to the city

Con una disponibilità economica di 3 milioni di euro annui per organizzare un programma spettacolare, l’agorà culturale di BAM è stata inaugurata domenica sera con il concerto “Back to the City!” dell’Orchestra Verdi con Stefano Bollani al pianoforte e con un repertorio dedicato a Gershwin. Un’occasione per festeggiare la fine dell’estate e il ritorno in città. E poi il via ad un programma ricco di storia, scienza, ambiente, spettacoli e tanto altro.

# La prima parte del programma

Credits: @milanoguida
BAM

L’obiettivo principale del nuovo progetto per BAM guidato da Francesca Colombo è creare un luogo di musica e cultura all’aperto, che possa essere accessibile a tutti e che si focalizzi sui temi più urgenti in questo periodo. Senza toccare l’argomento pandemia, già sentito fin troppo, il programma per BAM vuole sensibilizzare sul tema della sostenibilità e creare, allo stesso tempo, un luogo di incontro per tutti, un incontro che è mancato in questo anno e mezzo. Tra gli eventi già programmati, oltre al concerto di inaugurazione ci saranno:

un forum aperto alla cittadinanza che il 29/9 ospiterà la scienziata Ilaria Capua e l’accademico Noam Chomsky, mentre il 12 ottobre ci sarà la lectio magistralis di Chomsky. Qui il tema principale sarà il rapporto tra uomo e sostenibilità.

Altri eventi già organizzati sono l’incontro del 2 ottobre con l’architetto Mauricio Cardenas e la World Mental Health Day (giornata mondiale della salute mentale), giornata che sarà interamente dedicata al benessere della mente.

E ancora il 19 settembre ci sarà la festa “Benvenuto Autunno!”, dedicata al tema della protezione delle specie migratorie, e l’evento “Il verde e il blu festival”, durante il quale per tre giorni(dal 10 al 12 settembre) saranno organizzati incontri, performance e musica, tutto dedicato agli oceani e alle città sostenibili.

Continua la lettura con: PIAZZA FREUD diventa PEDONALE: più VERDE e in continuità con la BIBLIOTECA DEGLI ALBERI

BEATRICE BARAZZETTI

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Leggi anche: Davide Silvestri e Kekko dei Modà: perché hanno due cognomi diversi ma sono parenti?

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Il panico degli intoccabili

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I cavalieri dell'Apocalisse

La psicologia di chi vive nella sicurezza e nell’intoccabilità è sbilanciata verso un senso di inconsistenza del pericolo. Una sorta di delega agli altri delle proprie paure.

Questo capita in particolare negli ambiti più elevati del potere. Nonostante le società democratiche professino l’uguaglianza tra i cittadini di fatto alcuni gruppi sociali sono molto divisi dagli altri ed è difficile per chi non ne fa parte varcarne il confine.

Tutti conoscono la sindrome del parlamentare che una volta eletto cambia completamente modo di rapportarsi con la realtà. Una realtà da cui viene come protetto da una gabbia dorata che lo salvaguarda dai principali problemi e pericoli della vita.

Quando però capita un problema che non è alienabile ad altri e che colpisce trasversale tutte le condizioni sociali, scatta il panico soprattutto tra chi si sentiva più protetto e non è più abituato ad affrontare la vita.

Esempi clamorosi li vediamo tutti i giorni in cui personaggi apparentemente miti e sopra le parti si scaldano, proiettano sulle persone il loro terrore e invocano interventi drastici per scongiurare le sette trombe dell’apocalisse.

Continua la lettura con: Stato di Zombie

MILANO CITTA’ STATO

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Leggi anche: La politica del Rolex, imbevuta dell’odio di tutta la politica

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Il PARADOSSO: il governo affida AI NOTAI la RIFORMA delle START UP

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Dopo aver ripristinato l’obbligo di redigere un atto pubblico di fronte ad un notaio per costituire una startup innovativa, sarà solo la piattaforma del notariato a gestirne l’apertura. L’ennesimo paradosso italiano.

Il PARADOSSO: il governo affida AI NOTAI la RIFORMA delle START UP

# La costituzione online delle startup sulla piattaforma del notariato

Il decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri ha affidato in esclusiva alla piattaforma del notariato, gestita dalla società “Notartel”, la costituzione online delle startup. Una piattaforma già imposta ai notai che non hanno altra scelta per la conservazione degli atti. Questo è uno di quei dettagli che rischiano di mettere in dubbio gli impegni presi con la UE sulle transizioni digitale ed ecologica e che mostra un Governo sensibile più alle posizioni di chi resiste al cambiamento per tutelare i propri interessi che a quelle di chi è impegnato a portare innovazione e concorrenza nel sistema economico italiano.

Lo schema di Dlgs aggiunge quel pezzo che mancava alla legge di recepimento della direttiva Ue sugli strumenti e i processi digitali nel diritto societario: a chi viene affidata la costituzione degli atti di srl e srls online? Il Consiglio dei Ministri non sembra avere dubbi: alla piattaforma digitale del Consiglio Nazionale del Notariato, che riceverà la documentazione e verificherà la firma digitale. Entro giovedì 16 settembre sarà compito delle Camere fornire il loro parere tecnico.

# Il presidente di Roma Startup Gianmarco Carnovale: “Si profila una situazione di monopolio a favore dei notai

Il presidente di Roma Startup Gianmarco Carnovale commenta la scelta del governo: “Un braccio di ferro fra civiltà e lobby del Medioevo che prosegue. Si profila una situazione di monopolio a favore dei notai che rischia di andare in contrasto con quanto previsto dalla stessa direttiva europea”.

# A causa dei notai l’Italia è il Paese europeo dove costituire una srl costa di più, fino a 4mila euro contro una media di poche centinaia

Questo monopolio, come scrive Giovanni Iozzia su Economyup, porta a essere l’Italia il Paese europeo dove costituire una srl costa di più, fino a 4mila euro contro una media di poche centinaia. Per questa ragione la sentenza del Consiglio di Stato, che a fine marzo ha cancellato la possibilità di costituire una startup online e gratuitamente, è diventata un caso amplificato poi dal recepimento della direttiva europea sul diritto societario digitale tutto a favore dei notai. A riguardo la sentenza ricorda che in base all’art. 11 della Direttiva 2009/101/CE “in tutti gli Stati membri la cui legislazione non preveda, all’atto della costituzione, un controllo preventivo, amministrativo o giudiziario, l’atto costitutivo e lo statuto della società e le loro modifiche devono rivestire la forma di atto pubblico”.

# La scelta del governo rischia di aumentare i costi per gli imprenditori e essere in contrasto con le normative europee

In aggiunta a questo fatto la creazione di una piattaforma unica per la costituzione online di srl e srls non potrà consentire una riduzione dei costi per gli imprenditori che decideranno di aprire nuove aziende, ma al contrario potranno aumentare vista l’assenza di concorrenza. Inoltre la scelta di affidare ai noti la gestione esclusive delle nuove srl e srls rischia di essere in contrasto sia con la direttiva europea sul diritto societario sia con gli orientamenti generali dell’Unione. Nel Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea (TFEU), gli articoli 101 e 102 specificano come gli accordi anticoncorrenziali e le pratiche concordate tra imprese siano assolutamente vietati.

Fonte: EconomyUp

Continua la lettura con: ITALIA a marcia indietro: per le STARTUP si torna alla CARTA. Fracassi (Mol): “il notariato ha perso di vista l’interesse generale”

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Altro che smart working, ecco il lavoro “ibrido”. Così i “cervelli” vanno alle multinazionali (senza spostarsi)

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🛑 L’elenco degli AUTOVELOX questa settimana sulle strade della LOMBARDIA

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Il rientro dalle ferie per la maggior parte delle persone implica anche qualche sorpresa.
Per evitare che possa, la sorpresa, essere annoverata tra quelle non gradite, ci rendiamo utili pubblicando l’elenco delle posizioni reso pubblico da Polizia dello Stato degli autovelox mobili in Lombardia da lunedì 6 Settembre a domenica 13 Settembre.

L’elenco degli AUTOVELOX questa settimana sulle strade della LOMBARDIA

L’elenco pubblico fornito da Polizia dello Stato. 

Credits: sodi.com
Autovelox

Lunedì 6 settembre
Strada Provinciale SP / 128 Treviglio-Brignano-Cologno al Serio BG
SP / 233 Varesina VA

Martedì 7 settembre
Autostrada A / 9 Lainate-Chiasso CO
Strada Statale SS / 36 del lago di Come e dello Spluga LC
Strada Provinciale SP / 122 Francesca – Pontirolo BG

Mercoledì 8 settembre
Strada Statale SS / 629 del Lago di Monate VA

Giovedì 9 settembre
Autostrada A / 9 Lainate-Chiasso CO
Strada Provinciale SP / 470 della Valle Brembana BG

Venerdì 10 settembre
Autostrada A / 07 Milano-Genova PV
Strada Statale SS / 9 via Emilia LO
Strada Provinciale SP / 235 di Orzinuovi LO
SP / 69 di Santa Caterina VA

Sabato 11 settembre
Strada Statale SS / 9 via Emilia LO
Strada Provinciale SP / 128 Treviglio-Brignano-Cologno al Serio BG

SP / 235 di Orzinuovi LO

Domenica 12 settembre
Strada Statale SS / 9 via Emilia LO
Strada Provinciale SP / 235 di Orzinuovi LO

Continua la lettura con: Vacanze in Lombardia

ROBERTO BINAGHI 

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Leggi anche: Green Pass senza vaccino? Sì, ecco quando è possibile e come ottenerlo

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La quaresima di Via Lecco: la saga del COPRIFUOCO alcolico a PORTA VENEZIA

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L'incontro per sollevare le richieste dei commercianti e della comunità del quartiere. Credits: @michelealbiani IG

C’è un’ordinanza del Sindaco, in vigore a Milano, che fatica ad essere accettata fino in fondo: quella che vieta la somministrazione di alcolici dalle 22:00 alle 5 di mattina, ma solo in una zona di Milano.

La quaresima di Via Lecco: la saga del COPRIFUOCO alcolico a PORTA VENEZIA

# Il cavillo di battaglia

L’ordinanza generale è di inizio agosto ed è quella che vieta alle attività commerciali di somministrare alcool e cibo da asporto, nell’arco di tempo compreso tra le 22 e le 5 del mattino. Ora l’ordinanza è stata prorogata fino al 5 ottobre segno che, l’attuale amministrazione, intende condurre la campagna elettorale anche con questo argomento.

Più che un cavallo di battaglia, però, si tratta di un cavillo, un dettaglio nascosto nella nuova ordinanza che sostanzialmente toglie ogni possibile per proseguire il lavoro, ma solo ai commercianti di una particolare zona milanese.
Fino a sabato, infatti, per i locali di Via Lecco e dintorni, è stato possibile servire alcolici e cibi in contenitori di plastica, come se fossero un asporto di quelli che abbiamo imparato ad usare da qualche mese.
Il nuovo testo della restrizione prevede, adesso, l’impossibilità di vendere alcolici dopo le 22, senza distinzione tra giorni feriali e weekend o materiali impiegati.

# La restrizione nella restrizione

Credits: @eustacestephen
IG

Il Comune di Milano, in altre zone diverse da Porta Venezia, vieta la somministrazione di alcolici, in contenitori di vetro e in orari notturni, tra il venerdì e la domenica. Succede ad esempio in corso Como.
Porta Venezia viene colpita in toto. Già oggetto del provvedimento cui è soggetta ogni zona di Milano, ora i proprietari e gestori dei locali della zona arcobaleno, vedono ulteriormente restringersi le possibilità di lavoro, quindi di guadagno.

Ma cos’ha Porta Venezia di diverso dalle altre zone? Mistero. Infatti l’ordinanza è arrivata minacciosa a squarciare il cielo milanese come un fulmine a ciel sereno, mentre agli imprenditori milanesi coinvolti nelle restrizioni, non è rimasto altro che inscenare una protesta pacifica, organizzando un sit-in bloccando le vie con gli sgabelli dei locali, quelli destinati a rimanere vuoti grazie a questo provvedimento.

# Assist alla politica milanese

La mossa del Comune ha indubbiamente fornito un assist a tutti gli attori in corsa per una poltrona a Palazzo Marino.
Siano essi avversari o compagni di Sala, tutti hanno preso una posizione sulla vicenda, appoggiando la protesta di proprietari e gestori dei locali.
La zona, ricordiamolo, è nota per essere la comfort zone della comunità LGBTQ+ e il responsabile diritti PD, Michele Albiani, ha partecipato al sit-in di protesta, sottolineando le difficoltà della comunità LGBTQ, degli esercenti e dei residenti e l’inefficacia dell’ordinanza: «abbiamo visto che, poche ore dopo, chi non aveva volontà di rispettare le regole di convivenza civile, non le rispetta nemmeno adesso».

Sala dovrà difendersi dal fuoco amico dei capilista di Milano Unita, Paolo Limonta ed Elena Lattuada che propongono una profonda rivisitazione del provvedimento, troppo restrittivo per una sola zona, quindi a rischio di favorire altri quartieri, con buona pace della ricaduta occupazionale e della concorrenza leale.
I radicali milanesi tornano alla carica con una loro vecchia proposta, quella del Sindaco della Notte, tema che potrebbe essere spiegato ai milanesi e farne comprendere meglio le opportunità.

Naturalmente i competitor di Sala, della parte politica avversaria, non si sono fatti scappare l’occasione di criticare. Gabriele Mariani ha messo in luce la tempistica del provvedimento, uscito a 4 settimane dal voto, quando in tutto il quinquennio l’amministrazione ha sottovalutato i disagi dei residenti di Porta Venezia. Mariani condanna poi l’assoluta mancanza di dialogo tra Palazzo Marino e i commercianti della zona, che in cerca di un compromesso hanno proposto la chiusura anticipata di tutti i locali alle 1:30, iniziativa fino ad ora ignorata dal Comune.

Infine Luca Bernardo, che suggerisce di tenere in considerazione le esigenze di tutti: residenti che vogliono essere tutelati dal caos notturno, ma anche imprenditori che cercano – con mille sforzi – di uscire da un pesante periodo di restrizioni dovute al Covid e che di fatto suggerisce ascolto e dialogo tra le parti.

# L’incontro ci sarà

La casa degli zombie di Porta Venezia. Credits: @giusy_argento
IG

Il Sindaco Sala ha dichiarato che quando vengono presi provvedimenti di questo tipo, è perché sul tavolo di Prefetto e Questore ci sono segnalazioni particolari su quartieri e situazioni. Se le istituzioni si decidono ad intervenire, è anche per evitare che – come accaduto in Garibaldi – i residenti possano prendere iniziative autonome, pericolose e non approvate.
La sensazione è, però, che dopo la sorpresa iniziale e la bagarre seguita alle proteste dei commercianti, ci sia ora la volontà di incontrare le parti per un accordo a metà strada.
Gli imprenditori della vita notturna hanno manifestato la volontà di applicare un’autogestione e l’amministrazione comunale ha dichiarato di essere disposta a riceverli per approfondire le loro proposte.

In molti si augurano che sia l’inizio di un cambio di metodo: anziché privilegiare le restrizioni e la coercizione, dare precedenza al dialogo e all’ascolto.

 Continua la lettura con: La casa trapezio di Porta Venezia

LAURA LIONTI

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PEDEMONTANA LOMBARDA: il percorso di completamento con 157 NUOVI CHILOMETRI

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Progetto - Eco di Bergamo

Riprende l’iter per la realizzazione dell’infrastruttura a nord dell’area milanese. L’obiettivo è permettere un collegamento più funzionale della rete stradale nel quadrilatero Varese-Como-Bergamo-Milano, decongestionando l’autostrada A4 e i centri urbani coinvolti. A che punto siamo e quando verranno conclusi i lavori.

PEDEMONTANA LOMBARDA: il percorso di completamento con 157 NUOVI CHILOMETRI

# Entro il 2026 inaugurate le tratte B2 e C da Lentate sul Seveso a Vimercate

Nordmilano24 – Tracciato pedemontana

La realizzazione delle Pedemontana Lombarda riprende il suo iter dopo la presentazione a Palazzo Lombardia del completamento e del finanziamento del progetto, nello specifico per le tratte tratte B2, fra Lentate sul Seveso e Cesano Maderno, e C, fra Cesano Maderno e Vimercate. L’obiettivo è permettere un collegamento più funzionale della rete stradale nel quadrilatero Varese-Como-Bergamo-Milano, decongestionando l’autostrada A4 e i centri urbani coinvolti.

L’apertura dei cantieri è prevista durante la seconda metà del 2022 e la chiusura entro il 2026. A conclusione dei lavori la Pedemontana Lombarda sarà un grande sistema di viabilità lungo 157 km che attraverserà un territorio fortemente antropizzato e industrializzato come quello a nord di Milano. 

# L’investimento complessivo è di 1 miliardo e 741 milioni di euro

Nord24milano – Pedemontana Lombarda

L’infrastruttura autostradale verrà realizzata grazie a un investimento complessivo di un miliardo e 741 milioni di euro la cui gara di finanziamento è stata aggiudicata dal consiglio di amministrazione di APL, Autostrada Pedemontana Lombarda, assieme alla gara di affidamento al General Contractor costituito dal raggruppamento temporaneo di imprese tra Webuild Spa, mandataria, e la mandante Impresa Pizzarotti & C. Spa.

Come riporta Repubblica Milano il finanziamento viene garantito dalla Banca europea per gli investimenti, oltre a un pool di banche commerciali e a Cassa Depositi e Prestiti Spa, con il supporto di Regione Lombardia quale socio di riferimento. Il commento del viceministro alle infrastrutture Alessandro Morelli: “Oltre a quella ambientale, noi mettiamo al primo posto la sostenibilità umana, per poter percorrere centinaia di chilometri in un tempo minore, risparmiandolo per la propria vita e per quella della famiglia. Andremo a realizzare un’opera di nuova generazione, con uno sguardo alle grandi innovazioni del nostro tempo per i sistemi di movimento“.

Continua la lettura con: Le due “TANGENZIALINE” di Milano

FABIO MARCOMIN

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Leggi anche: Cure domiciliari, chi può erogarle? I dettagli dell’intesa Stato-Regioni

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🛑 FUORISALONE: le attrazioni da non perdere in città della prima edizione di settembre

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Credits: milano.repubblica.it Fuorisalone

Non lo si sperava più e non si credeva potesse essere effettivamente organizzato. Invece sì, da sabato 4 settembre è partita la famosa settimana del design milanese. Dopo un 2020 senza il classico Fuorisalone, quest’anno uno degli eventi più attesi dell’anno nel capoluogo lombardo è tornato.

FUORISALONE: le attrazioni da non perdere in città della prima edizione di settembre

Fino al 10 settembre, con qualche evento che si prolunga anche dopo, Milano e i suoi classici quartieri, come Tortona, Brera e via Durini, si riempiranno di stand ed eventi per far scoprire il design a tutti. Queste le principali attrazioni da non perdere nella prima edizione in programma a settembre. Anche se più contenuta e “mini” rispetto alle edizioni tradizionali, ci sono comunque delle attrazioni degne di attenzione.

# Le installazioni alla Statale, all’Orto Botanico e in via della Spiga

Credits: corriere.it
Installazione Statale

Si chiama Interni Creative Connections la mostra-evento organizzata in occasione della Milano Design Week 2021 nei cortili della Statale, all’Orto Botanico e in via della Spiga. 30 installazioni, tutte site-specific, che vogliono sensibilizzare su 3 temi specifici: cura (nella progettazione e nei processi produttivi), sostenibilità (intesa come consapevolezza) e mobilità e velocità. Una mostra organizzata dal brand di interiors e contemporary design del Gruppo Mondadori e che coinvolge aziende, start-up e istituzioni.

# Il Tortona Rock all’Opificio 31 di via Tortona

Credits: fuorisalone.it
Tortona Rock

Atelier, showroom e case private mostrano tra le più belle installazioni di design al civico 31 di via Tortona. Brand nazionali e internazionali riempiono il grande cortile dell’Opificio, tra questi Chaises Nicolle, ospitato da Paola Navone, e il norvegese Vestre. E proprio all’Opificio 31 c’è il Tortona Rock, l’installazione dell’artista polacca Iza Rutkowska che denuncia i messaggi negativi spesso rintracciabili negli spazi pubblici.

# Il murale per Saucony

Credits: fuorisalone.it
Corso Garibaldi Fuorisalone

Durante l’intera Design Week, l’artista EricsOne in collaborazione con Saucony, il marchio di scarpe americano, ha realizzato un murale in Corso Garibaldi, 71. Con quest’opera si vuole portare nuovamente energia e positività nella bella Milano che sta ripartendo.

# L’installazione di Candyslab al Giardino delle Culture

Credits: milanodascrocco.com
Candyslab

Dalle 10 alle 19, al Giardino delle Culture in via Emilio Morosini 8, Candyslab fa vivere un’esperienza all’insegna della realtà virtuale a chiunque si reca da loro. Un’esperienza 3D che fa scoprire location uniche e la versatilità dei loro prodotti.

Continua la lettura con: 🛑 Inaugura il “MUSEO-NARRANTE” del DESIGN: sarà una nuova attrazione di Milano? Che cosa lo rende così unico

BEATRICE BARAZZETTI

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I 2 PARCHI ITALIANI nella Green List mondiale

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Credits: firenzemadeintuscany.com

L’Italia è tutta bella, ma ci sono alcune zone che vanno protette. Come le aree che fanno parte della lista stilata dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.

Anche quest’anno, la Green List vede 10 nuove aree europee, tra cui 2 new entry italiane: il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e il Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.

La lista aggiornata comprende 59 località dislocate in 16 paesi del mondo. Ogni sito è valutato secondo precisi criteri: buon governo, buona progettazione e pianificazione, gestione efficace e risultati positivi delle azioni di conservazione.

Il Direttore Generale dell’organizzazione non governativa, Bruno Oberle, ha dichiarato: “I siti ammessi alla Green List IUCN, si sono distinti dimostrando una gestione esemplare, un governo equo e un impegno a lungo termine volto all’ottenimento di risultati positivi delle azioni di conservazione. L’esistenza di Aree protette e conservate che siano efficaci è fondamentale se vogliamo fermare la drammatica perdita di vita sulla Terra cui siamo testimoni. Considerato che l’IUCN e la comunità globale stanno richiedendo la protezione del 30% della superficie del nostro pianeta entro il 2030, i siti della Green List dell’IUCN forniscono i migliori esempi di efficacia e inclusività, che sono essenziali per il nostro successo”.

I PARCHI ITALIANI nella Green List mondiale

# Il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e la leggenda delle “sette perle di Venere”

Credits: ilgiungo.com

Il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano fa parte della “Riserva della biosfera dell’Unesco Isole Toscane” ed è un arcipelago formato da 7 isole, tra cui anche l’isola d’Elba. Si tratta di sette meravigliose perle del Mediterraneo dove la natura incontaminata e il mare cristallino si uniscono, dando vita a spettacoli naturali unici.

La leggenda narra che siano nate dalla Dea dell’amore uscita dalle acque cristalline del mare per riallacciare una collana di perle. Sette di queste caddero in mare, trasformandosi in quelle che oggi sono le isole dell’arcipelago: Gorgona, Capraia, Elba, Pianosa, Montecristo, Giglio e Giannutri.

Romantica e antica, questo mito giustifica in parte la bellezza dell’arcipelago.

# Il boscoso Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna e il suo Lupo dell’Appennino

Credits: emiliaromagnaturismo.it

Invece il Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, ricoperto per la maggior parte da boschi, conserva una delle più grandi e antiche faggete riconosciute come patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, dall’inestimabile valore naturalistico e caratterizzato da un’eccezionale biodiversità. Qui si possono trovare daini, cervi, cinghiali, mufloni ma la specie più importante è Lupo dell’Appenino settentrionale, di cui se ne contano solo poche decine.

Roberto Cingolani, Ministro della Transizione Ecologica, ha commentato così l’entrata dei due siti italiani nella Green List mondiale: “La Green List della IUCN è la più alta certificazione di eccellenza al mondo per quanto riguarda la governance delle aree protette. È motivo di grande soddisfazione che tre parchi nazionali italiani, Arcipelago Toscano, Foreste Casentinesi e Gran Paradiso, abbiano centrato questo obiettivo. Un risultato su cui il Ministero ha investito e che dimostra il valore non solo in termini di tutela della biodiversità, ma anche di gestione complessiva del nostro prezioso capitale naturale”.

# Le altre aree della lista della IUCN

Credits: lebeaufortain.com

Come detto, in totale sono dieci le nuove località entrate a far parte della lista verde delle aree protette. Oltre all’Italia, anche Francia e Svizzera hanno le loro bellezze locali da proteggere.

In primo luogo, il Parco Nazionale Svizzero, nel Canton Grigioni, è una riserva naturale integrale istituita nel 1914 ed è la prima grande area svizzera entrata a far parte della lista. Si tratta di 170 km quadrati di boschi, ghiaioni, rocce, prati subalpini ed alpini e la fauna include il gipeto e l’aquila reale, due specie a rischio.

Invece, la Francia vanta sette zone new entry nella lista e possiede il primato mondiale di maggior numero di aree facenti parte della Green List. Infatti, le zone certificate sono ben 22: dalle riserve biologiche di Coloraie du Volcan alla Riserva Naturale Nazionale Contamines-Montjoie, dalla Natura 2000 del bacino del Drugeon alle paludi delle valli inferiori dell’Essonne e del Juine.

Continua la lettura con: Il PARCO URBANO più GRANDE d’Europa è a Roma

ANGELA CALABRESE

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Leggi anche: Italia, una crescita economica “a tempo determinato”. Draghi sa che il “rimbalzo” può cadere subito

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ROMA NON ha 7 COLLI: sono MOLTI di più

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Credits: annascrigni.com colle gianicolo

Conosciamo tutti i 7 colli di Roma, o meglio, li abbiamo studiati tutti. Pian piano, però, con un po’ di fatica, dopo aver detto i principali, quando ti si chiedono i nomi, ecco che questi si presentano chiari nella mente e inizi a elencarli: Aventino, Campidoglio, Celio, Esquilino, Palatino, Quirinale e Viminale. I 7 colli sui quali fu fondata Roma, la città eterna, ma se ti dicessero che non sono solo 7?

ROMA NON ha 7 COLLI: sono MOLTI di più

# Le bellezze romane dei 7 colli

Credits: fcom.it
i Sette colli di Roma

Tutti a est del fiume Tevere e intorno al Foro, cuore politico dell’antica Roma, ogni colle ha avuto un ruolo fondamentale nella storia degli antichi romani ed ora ospitano la maggior parte delle bellezze della Capitale. Ipotizzando un giro turistico, il Palatino è sicuramente il più famoso dell’antica Roma con i suoi Fori Imperiali e il Colosseo. Il colle Aventino è situato vicino al Circo Massimo e ospita un quartiere tranquillo, mentre il Celio è forse il più vivace. L’Esquilino è il più alto ed esteso dei colli e abbraccia molti quartieri romani, il più piccolo invece è il Viminale. Infine ci sono il Capitolino con il Campidoglio e il colle politico per eccellenza, il Quirinale.

Un bel giro, ma che in realtà potrebbe non finire qui. Sono stati Cicerone e Plutarco ad aver stilato la lista ufficiale dei colli, probabilmente entrambi ispirati ai 7 Re di Roma, ma forse è stata solo una semplificazione. Perché i colli di Roma, in realtà sono molti di più.

# Non sono solo 7

Credits: annascrigni.com
colle gianicolo

Gianicolo, Pincio e il Vaticano sono alcuni dei colli che o non avete mai sentito o non avete mai pensato di definirlo un colle di Roma. Fu Costantino a far livellare la zona del Vaticano, che all’epoca era tutt’altro che pianeggiante, per far costruire la Basilica di San Pietro; ma anche Traiano fece spianare l’area tra il Campidoglio e il Quirinale per il Foro.

Tra i colli ancora visibili ci sono il Gianicolo, quello delle mura “Giancolensi” da cui poter osservare tutta la città e fatte costruire da papa Urbano VIII Barberini; e quello del Pincio, visto da tutti ma a cui pochi hanno pensato. Si tratta del colle che ospita gli innumerevoli scalini di Piazza del Popolo per raggiungere la famosa balconata.

La verità è che Roma è talmente bella che a volte non ci si fa caso di tutto ciò che si può ritrovare.

Continua la lettura con: I 7 COLLI di Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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Scandalo: tra le 10 STRADE più COOL del mondo secondo Time Out non c’è Milano!

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Credits adeandlisadodisney IG - Sunset Boulevard

La rivista britannica Time Out ha stilato per la prima volta la classifica delle strade più cool del mondo: sorpresa!, non è presente Milano. L’anno scorso la città era inserita invece nella rassegna annuale dei quartieri più cool, con Porta Venezia alla 35esima posizione come unico rappresentante italiano. Scopriamo insieme le primi dieci della graduatoria.

Scandalo: tra le 10 STRADE più COOL del mondo secondo Time Out non c’è Milano!

#10 Calle Thames, a Buenos Aires, Argentina

Credits it.sputniknews – Calle Thames

Ad aprire la classifica delle strade più “cool” del mondo troviamo Calle Thames, a Buenos Aires, in Argentina. Conosciuta per le sue cucine indipendenti e le sue pozze d’acqua, questa animata arteria collega l’elegante Palermo con il più spigoloso Villa Crespo. Da non perdere steakhouse, churros e tacos e soprattutto Tres Monos, autore dei migliori cocktail al mondo.

 

#9 Rua Rodrigues de Faria a Lisbona

Credits bigcities.com – Rua Rodrigues de Faria

Rua Rodrigues de Faria a Lisbona si piazza al nono posto. Conosciuta per essere fiancheggiata da ristoranti, negozi, studi espositivi, spazi di coworking e popolata da artisti di strada con esibizioni di ogni genere. Qui c’è anche, Ler Devagar che significa “leggi attentamente”, uno dei luoghi più amati dai lettori di tutto il mondo con decine di migliaia di libri distribuiti nei suoi due piani.

 

#8 Haji Lane a Singapore

Credits: pinterest – Haji Lane

La rivista “Time Out” ha definito Haji Lane a Singapore come un posto “curioso, miscuglio di vintage e innovazione, cuore pulsante del quartiere Kampong Gelam.” In ogni locale si respira una vibrante atmosfera e tra i più gettonati ci sono il Singapura Club, la Piedra Nigra e il Windowsill Pies con le sue torte stravaganti.

 

#7 Rua Três Rios a San Paolo, Brasile

Credits apecc.com.br – Tres

Rua Três Rios, situata nel centro di Bom Retiro, uno dei quartieri più famosi di San Paolo, si posiziona al settimo posto. La strada brasiliana che ospita da generazioni numerose famiglie emigrate in Sud America, italiani, greci, boliviani e coreani, è un mix di colori e occasioni di svago, fra buon cibo, arte e musica. Per gli amanti della moda ci si può perdere tra i suggestivi negozi di tessuti e incontrare i giovani designer della zona.

 

#6 Witte de Withstraat a Rotterdam, Olanda

Credits komieuitrotterdamdan IG – Witte De Witstraat

Witte de Withstraat è una delle vie principali di Rotterdam, in Olanda. Famosa per le  gallerie d’arte, ristoranti e discoteche all’ultimo grido che attirano ogni notte migliaia di giovani. Una visita al Worm, complesso artistico che organizza serate rap olandesi, è una delle attività consigliate.

 

#5 Sunset Boulevard a Los Angeles, USA

Credits adeandlisadodisney IG – Sunset Boulevard

Sunset Boulevard, una fra le più celebri strade della California, si ferma al quinto posto di questa classifica. Qui si trovano bar etnici, storici café e bizzarri minimarket, tra cui il noto Time Travel Mart. Si snoda lungo 35 km, attraversando una vegetazione lussureggiante e abitazioni esclusive, dall’oceano fino al Santuario del Lago della Self-Realization Fellowship.

 

#4 San Isidro a L’Avana, Cuba

Credits it.sputniknews – San Isidro

Nei profondi vicoli della città vecchia, fra rampicanti e stendini, c’è San Isidro, una strada nel centro de L’Avana, capitale di Cuba. Attorno a questa via, che si piazza appena giù dal podio, si snoda un quartiere che brilla di migliaia di colori. Tra le mete imperdibili il noto bar e ristorante Yarini Habana, dedicato ad Alberto Yarini e la Galería Taller Gorría con spettacoli messi in scena da tanti artisti emergenti della scena cubana.

 

#3 South Bank a Londra

Credits city relay – South Bank

Si prende il terzo posto la South Bank di Londra, la “passerella” sul Tamigi nota per le suggestive vedute sulla Cattedrale di St. Paul situata dall’altra parte del fiume, oltre che per le delizie alimentari servite da tutti i bar e locali presenti. Per gli amanti del teatro qui hanno sede il National Theatre e il Globe di William Shakespeare.

 

#2 Passeig de Sant Joan a Barcellona, Spagna

Credits antonio_garciav IG – Passeig de Sant Joan

Sul secondo gradino del podio troviamo Passeig de Sant Joan a Barcellona, conosciuta per essere uno dei corridoi verdi più fiorenti della città spagnola con piste ciclabili, ampi marciapiedi e molti posti a sedere all’aperto. Uno dei luoghi preferiti in estate da cittadini e turisti, da non farsi mancare una passeggiata tra i banchi del mercato alimentare de l’Abaceria.

 

#1 Smith Street a Melbourne, Australia

Smith street Melbourne

La vivace arteria di Melbourne, Smith Street, nota per i negozi indipendenti, i locali con musica dal vivo e gli ottimi ristoranti si aggiudica la palma di strada più cool al mondo. Insieme alle grandi catene di fast-food si alternano ai piccoli locali e cocktail bar. La via è anche il luogo ideale per trovare eventi e serate a tema Lgbt. 

 

Fonte: Tag43

Continua a leggere con: I QUARTIERI preferiti dai milanesi per uscire a PRANZO o a CENA

FABIO MARCOMIN

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