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Francesca COLOMBO: “la mia Milano avrà più CULTURA DIFFUSA e CONTEMPORANEA”

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Francesca Colombo

Laureata in Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano e diplomata in Pianoforte al Conservatorio di Musica G. Verdi, Francesca Colombo ha sempre lavorato come manager culturale. Ha ricoperto il ruolo di Direttore Generale della Fondazione MAST (Bologna), co-fondatore e Segretario Generale di MITO, Direttore Artistico del Festival Stradivari (Cremona), Sovrintendete del Teatro dell’Opera di Firenze, responsabile del programma cultura di Milano Expo 2015, Responsabile delle coproduzioni artistiche del Teatro alla Scala. È stata nominata Young Global Leader ed Expert in Arts&Culture del World Economic Forum. Siede nel CdA di prestigiose istituzioni culturali-sociali-educative (Pinacoteca di Brera, Fondazione Milano per la Scala, Comitato fundraising San Patrignano, Palazzo Reale di Genova, advisory board degli Young global leader del World Economic Forum…) e tiene lezioni in numerose università italiane. Dal 2018 è Direttore Generale Culturale del parco pubblico BAM-Biblioteca degli Alberi Milano.

Francesca COLOMBO: “la mia Milano avrà più CULTURA DIFFUSA e CONTEMPORANEA”

Francesca Colombo

La cosa che ami di più di Milano?

I suoi teatri e i suoi cortili, la Scala e il Piccolo Teatro Studio.

Quella che invece ti piace di meno?

La poca valorizzazione dei Navigli.

Credits Andrea Cherchi – Vicolo dei Lavandai, Navigli

Il tuo locale preferito?

Il vecchio Marchesi di corso Magenta.

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Correre con il cane al parco Monte Stella.

luciano perciaccante (c)
luciano perciaccante (c)

La canzone su Milano a cui sei più legata?

Luci a San Siro nella versione di Roberto Vecchioni con Mina e la bellezza della parte musicale.

Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

In bici lungo la Martesana per arrivare al “mio” lago di Lecco, il Lario.

Credits: @nonseifigo
Naviglio Martesana

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Una cena indimenticabile con Giorgio Strehler dopo il Faust di Goethe al Teatro Studio quando ero un’adolescente.

La fermata della metro a cui sei più affezionata (e perché)?

San Babila: quando studiavo al Conservatorio, arrivando da Lecco, san Babila era per me la fermata terminale. Da lì un beve cammino, uno sguardo veloce alle vetrine di Fiorucci e ai paninari del Burghy, poi una deviazione verso via Vivaio per salutare i fenicotteri rosa e poi di corsa in aula al Conservatorio.

Credits: www.pinterest.it

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

I pennelli giganti all’Ansaldo per dipingere le tele delle scenografie della Scala.

Il quartiere che ami di più?

Sono i quartieri legati alle tappe della mia vita a Milano: prima il quartiere attorno al Conservatorio e alla Chiesa della Passione, via Donizzetti…oggi Pagano, piazza Tommaseo in primavera, le giganti ombre notturne della statua di Giuseppe Verdi in piazza Buonarroti.

Credits: @genedieve
Piazza Tommaseo

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)

Aiutare a sostenere, valorizzare e far emergere le tante piccole realtà culturali della città oltre ai giganti più istituzionali. Più cultura diffusa e contemporanea.

Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Non sono ben informata, ma l’idea mi piace e poi penso che guardare le best practices internazionali possa sempre aiutare.

Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?

Nella natura…non so ancora se tra i monti o tra gli ulivi.

Credits : jacques perler- Olivi in Ticino

Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?

Li spenderei per l’educazione musicale e artistica di tutti i bambini milanesi, con professori ed educatori capaci di accendere la fiamma che è in ciascuno di noi e che alimenta la ricerca costante del bello e dell’armonia.

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Una Milano sempre più verde e più culturale, con maggior spirito “civil servant” dei cittadini e di give back delle aziende, con comunità partecipi alla vita della città.

Francesca Colombo

Continua la lettura con: Tutti i personaggi di #milanomia già pubblicati

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

MILANO CITTÀ STATO

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Il treno triste

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Locarno (Svizzera), 3 aprile 2022

Eliminando anche l’obbligo della mascherina sui mezzi pubblici e dell’isolamento per i positivi dal primo aprile la Svizzera è definitivamente uscita dalla pandemia. Ora il Covid è considerato alla stregua di una normale malattia.

Ci siamo recati in visita in Svizzera per constatare in prima persona l’effetto della scomparsa delle restrizioni. Appena varcato il confine lo shock è stato devastante. CI siamo trovati a Locarno nel bel mezzo del Carnevale posticipato per recuperare quello perduto a causa della pandemia: cittadini festanti che hanno affollato la piazza centrale con personaggi multicolori in un’orgia di allegria collettiva.

Locarno (Svizzera), 3 aprile 2022

Locarno, celebre per il festival del cinema, si trova sulla parte svizzera del Lago Maggiore, a pochi chilometri dalla cittadina italiana di Luino, anch’essa sulle sponde del lago. Passandoci attraverso Luino pareva di una tristezza sconfinata con sparute persone impaurite che si salutavano a distanza toccandosi con i pugnetti, con vetrine di locali rivestite di norme su Green Pass, sanificazioni, mascherine e distanziamenti e frequentati più da zelanti controllori che da clienti. A confronto dell’Italia di oggi, perfino la Svizzera assomiglia a una festa caraibica. 

Il pensiero è andato alla scena iniziale di Sturdust Memories di Woody Allen, quando si trova su un treno frequentato da persone tristissime, brutte, qualcuno piange, mentre fuori dal finestrino vede sul treno fermo sul binario opposto impazzare una festa scatenata con gente felice, una donna bellissima gli manda pure un bacio.

Il protagonista notando con crescente angoscia dal finestrino la differenza tra la cupezza del suo treno e l’allegria dell’altro chiama il bigliettaio chiedendogli se può cambiare il treno ma è troppo tardi, entrambi i treni si mettono in moto avanzando paralleli ognuno con il suo opposto universo.
Più passa il tempo e più ci stiamo rendendo conto che siamo sul treno sbagliato, un treno su cui purtroppo regna solo una triste speranza.

Continua la lettura con: Tutti i pensieri del giorno 

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La STREET PARADE: le 20 vie più MILANESI

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Ci sono vie “più milanesi” di altri? Lo abbiamo chiesto in un sondaggio sulla pagina Facebook. Vediamo quali sono state le risposte più votate.

La STREET PARADE: le 20 vie più MILANESI

#20 Via Gluck, dove c’era l’erba 

Credits Andrea Cherchi – Casa natale di Adriano Celentano Via Gluck

Si parte da via Gluck, a lato delle rilevato ferroviario della Stazione Centrale, che ha dato i natali di Adriano Celentano e dove per decenni ha avuto sede il piccolo gioiello del Museo del Manifesto Cinematografico.

#19 Corso Venezia, la strada regina

Credits Andrea Cherchi – Corso Venezia

Tutt’altro charme per Corso Venezia che congiunge piazza San Babila con porta Venezia ed è una delle vie più eleganti di Milano. Lungo il suo percorso si possono ammirare gli splendidi giardini Indro Montanelli, la Villa Reale e alcuni degli edifici in stile liberty più belli della città.

#18 Via Bagutta, l’anima del centro 

Credits martina300773 IG – Via Bagutta

Via Bagutta è una delle vie del centro storico di Milano che ha preservato il fascino di un tempo, stretta, con i sanpietrini e nascosta dal traffico della città.

#17 Via Orti, la strada delle trattorie e dei ristoranti tipici

Via Orti Milano

Via Orti è una delle strade più caratteristiche della città, in zona Porta Romana. Riqualificata da pochi mesi, qui si respirano le atmosfere delle vecchia Milano.

#16 Stretta Bagnera, il fascino del noir

Stretta Bagnera

La via più “terrificante” di Milano, famosa per il primo serial killer italiano che qui ha ucciso le sue vittime. Via Bagnera, a pochi passi da piazza del Duomo, se attraversata di sera fa scorrere qualche brivido lungo la schiena ma è capace come poche altre di far immergere il milanese nella storia della città.

#15 Via Torino, troppo bella per essere brutta, troppo brutta per essere bella 

Via Torino

Via Torino parte da piazza Duomo e porta direttamente nella piazza delle Colonne di San Lorenzo. La via dello shopping per tutte le tasche in centro città. Rappresenta Milano e le sue contraddizioni, chic ma commerciale, bella ma brutta. Oggi è il regno della street fashion. 

#14 Corso Vercelli, la via dello shopping

corso vercelli
Corso Vercelli

Corso Vercelli è stata la prima via dello shopping milanese, prima di essere “sostituita” da corso Buenos Aires. Elegante e raffinata, ancora oggi conserva la sua anima borghese che da sempre la contraddistingue.

#13 Corso Buenos Aires, la grande arteria commerciale

Corso Buenos Aires

Corso Buenos Aires è una delle via commerciali più lunghe al mondo. Da Porta Venezia a piazzale Loreto è un susseguirsi di negozi, di fascia medio-bassa, e da locali di nicchia introvabili in altri quartiere.

#12 Galleria Vittorio Emanuele, il salotto di Milano

Galleria Vittorio Emanuele II

La prima galleria commerciale coperta d’Italia nonché il salotto di Milano. La Galleria Vittorio Emanuele ospita al suo interno i negozi dei brand di lusso della moda internazionale e alcuni dei ristoranti e hotel più prestigiosi della città, oltre a essere impreziosita da mosaici, marmi e affreschi.

#11 Via Manzoni, la via della Scala

Via Manzoni

Via Manzoni segna il confine con il quartiere di Brera. Inizia da piazza della Scala, dove si trova il teatro lirico più famoso al mondo, oltre alla sede del comune e l’imbocco della Galleria, e prosegue fino agli archi di Porta Nuova. Parte del Quadrilatero della moda e tra le zone più lussuose di Milano.

#10 Corso Sempione, gli Champs Elysées di Milano

Credits: @signor_ingro – Corso Sempione

Corso Sempione è il viale alberato più famoso di Milano. Ricorda gli Champs Elysées, anche se più in grande, e giunti all’altezza dell’Arco della Pace è capace di regalare uno dei cannocchiali visivi più belli della città, con il Parco Sempione e il Castello Sforzesco sullo sfondo.

#9 Via Ortica, la galleria a cielo aperto

Murales al quartiere Ortica

Via Ortica è il cuore del quartiere a cui dà il nome. La sua caratteristica distintiva è il lungo murales che colora i palazzi e che insieme agli altri della zona contribuiscono a renderle l’Ortica il “borgo” dei murales di Milano.

#8 Corso Magenta, la via Unesco

Credits conpassigiapponesi IG – Corso Magenta

Corso Magenta conserva ancora la strada in pavè, il passaggio del tram e vi si affacciano alcuni dei luoghi imperdibili di Milano: la Basilica di Santa Maria delle Grazie con annesso refettorio che ospita l’affresco de “l’Ultima Cena” Patrimonio dell’Unesco e la vigna di Leonardo.

 

#7 Via Fiori Chiari, il simbolo di Brera

Via Fiori Chiari

La via dello shopping del quartiere bohémien di Milano. In via Fiori Chiari, in Brera, si trovano i negozi più particolari di Milano e si ha la percezione che il tempo sia rallentato rispetto al resto della città.

#6 Via Madonnina, la Milano di una volta

Credits antuz IG – Via Madonnina

Via Madonnina è la più silenziosa e nascosta del quartiere Brera. Prevalentemente residenziale, passeggiando tra le case si viene catapultati indietro nel tempo nella Milano di una volta.

#5 Via Montenapoleone, la strada del lusso

Via Montenapoleone

La via del lusso sfrenato di Milano, una delle cinque strade più care del mondo. Via Montenapoleone è meta per gli amanti dello shopping, soprattutto stranieri, e per lo struscio dei milanesi.

#4 Corso San Gottardo

Credits Andrea Cherchi – Corso San Gottardo

Corso San Gottardo era l’arteria principale di un borgo storico esterno alle mura spagnole. Si trovano ancora le caratteristiche case a corte che si trovano nell’area compresa tra il Corso e il Naviglio Pavese. La strada che finisce con il Ticinese rappresenta, pur con la sua grande storia, la Milano più giovane ed effervescente. 

#3 Via Brera, Milano nel cuore

Credits jpimento IG – Via Brera

Via Brera attraversa da nord a sud l’omonimo quartiere. Tra le più caratteristiche della città, sia per la presenza del palazzo della Pinacoteca di Brera, sia per alcuni storici locali che si affacciano su questa strada.

#2 Vicolo dei lavandai, l’angolo più iconico dei Navigli

Vicolo Lavandai – Alzaia Naviglio Grande 14

Vicolo dei Lavandai, lungo il Naviglio Grande, è uno degli angoli più suggestivi di Milano. In uso dall’Ottocento fino agli anni ’50 del Novecento per lavare indumenti e biancheria oggi è meta imprescindibile per chiunque si trovi in questa zona della città.

#1 Corso Garibaldi, dove si incontrano il passato e il futuro di Milano 

Corso Garibaldi

Corso Garibaldi è insieme a Corso Como la via della movida per eccellenza, dove si trovano molti dei locali più chic e ricercati di Milano. Nella strada si intravedono scorci della Milano di un tempo insieme a quelli della nuova Milano. 

Continua la lettura con: 10 POSTI di Milano dove NON SEMBRA di essere a Milano

FABIO MARCOMIN

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La casa FATTA DI CARTONE che dura 100 anni: sarà il futuro?

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Credits: @wikkelhouse IG

Ispirata dalle più recenti tecniche di creazione degli imballaggi, la casa di cartone si può trasportare dove si vuole, usufruendo di un secolo di garanzia. Diamo un’occhiata alla casa di cartone?

La casa FATTA DI CARTONE che dura 100 anni: sarà il futuro?

# L’ispirazione dall’industria dell’imballaggio

Credits: @wikkelhouse IG

Quando arriva il televisore nuovo in casa, oppure un nuovo accessorio ingombrante, di solito succede che qualcuno della famiglia trasforma l’imballo nella propria abitazione. I bambini fanno questa magia per gioco, i gatti un po’ più seriamente.
Alla Fiction Factory, brand olandese che ha inventato questo concept, devono aver preso esempio da questi due importanti affetti familiari e hanno creato la casa di cartone, che si monta in un giorno, ma è costruita così a regola d’arte, da meritare una garanzia che varia da 50 a 100 anni. Non sono molte le abitazioni che vengono costruite per durare un secolo. Wikkel House è tra queste.

Leggi anche: Il BORGO italiano dove comprare CASA costa come una CARAMELLA

# Cartone arrotolato su un telaio a forma di casa

Il “telaio a forma di casa” Credits: @wikkelhouse IG

Wikkel House sfrutta una recente tecnica dell’industria degli imballi, coniugata alla ricerca di soluzioni abitative. Alla base del telaio di questa abitazione, si applica la stessa tecnica con cui vengono preparati gli imballi dei pomodori. Il cartone per il trasporto a lunga percorrenza di questi delicati ortaggi, deve infatti durare nel tempo del viaggio, proteggere i pomodori dagli scossoni e risultare confortevole per non ammaccare il frutto.

Non che alla Fiction Factory siano convinti che gli umani siano pomodori ma, sfruttando questa tecnica, hanno realizzato la loro casetta incollando fibra proveniente da alberi scandinavi. La casa è realizzata avvolgendo questa fibra per 24 volte su un telaio a forma di casa, rifinita con strati impermeabilizzanti, listelli di legno e ampie vetrate.

Leggi anche: Le 10 MINICASE “Fai-da te più belle” del mondo (fotogallery)

# Modulare, senza fondamenta, pronta in un giorno

Credits: @wikkelhouse IG

La fibra di cartone viene arrotolata su un telaio rotante, che prepara parti di lunghezza standard, pari a 1,2 m. Wikkel House è disponibile infatti con realizzazione modulare: da un minimo di 3 parti a un massimo suggerito dalla fantasia.
Si può mettere in giardino, in spiaggia, nel capannone; ovunque, perché il peso complessivo di una casetta standard da qualche modulo è di appena 600 kg. Dato il peso, non ha bisogno di fondamenta. Ma non lasciamoci ingannare: la garanzia fornita dal costruttore per queste case, è un minimo di 50 anni fino a un massimo di 100.
I moduli sono proposti standard anche per le soluzioni: capsule per il bagno, per la camera e così via.
La versione minima, composta da tre moduli, si monta in appena un giorno e ha un prezzo campione di circa 25.000 Euro.

Leggi anche: I 5 LUOGHI più PERICOLOSI al mondo

# Economica ed ecologica

Credits: @wikkelhouse IG

L’impegno della startup olandese è sempre stato quello di poter dare una casa a tutti, in maniera efficiente ed economica.
La politica della società è quella di piantumare in maniera costante le foreste, in modo da poter garantire il ricambio per ogni albero utilizzato come materia prima. Inoltre, al momento, si impegnano a produrre non più di una dozzina di case arrotolate all’anno.

Il cartone così usato, offre un notevole isolamento termico rispetto all’esterno: servono meno energia e meno spreco per riscaldare l’ambiente domestico.
La colla utilizzata per assemblare gli stati è garantita super eco friendly.

Leggi anche: COB HOUSE: le case che costano appena 180 EURO

# Altro che gioco di fantasia

Coibentazione della Wikkelhouse Credits: @wikkelhouse IG

Non è un gioco, è una casa dalle caratteristiche molto serie, green a sufficienza per guadagnarsi spazio in futuro.
La Wikkel House è per ora disponibile nei mercati del Nord Europa: Olanda, Belgio, Francia del Nord, Danimarca e Lussemburgo.
Ma vale la pena di tenere monitorato questo tipo di mercato: appena approderà anche in Italia, si potrà osservarne gli sviluppi.
Mini fenomeno o flop? Al Nord Europa ci credono. A noi non resta che ingannare l’attesa guardando un video. Con la stufa in bella vista nella casa di cartone

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LAURA LIONTI

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La TOP 10 dei MECCANICI di MILANO

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I 10 migliori MECCANICI

In una città come Milano o si conosce un professionista di fiducia o risulta quasi più facile tirare a sorte da quante sono le possibilità di scelta. Ma se invece ci affidassimo ad un amico che di ricerche è un esperto? Pronta per l’evenienza, ecco una top list dei meccanici stellati di Milano secondo le recensioni Google.

La TOP 10 dei MECCANICI di MILANO

credits: pexels

#10 Autofficina Meccanica DMC

Stelle 4,7 (46 recensioni) Via Privata Giovanni Zambelli, 15, 20161 Milano MI 0266221686

“Ho fatto il tagliando del mio porsche cayenne, tutto perfetto, prezzi molto onesti il proprietario molto competente, cordiale e disponibile a spiegarti tutto sulla macchina con passione per il suo lavoro. Super consigliato. Ci ritornerò sicuramente!” Giuliano M.

#9 L&M CAR s.n.c. Officina Elettrauto Gommista

Stelle 4,8 (44 recensioni) Viale Liguria, 49, 20143 Milano MI 028321268

“Solo loro cliente da anni. Bravi, onesti, disponibili e molto alla mano. Fidelizzatissima. Consiglio vivamente” Elena B.

#8 Autofficina Cantoni Snc Di Guerra Franco E Izzo Mauro

Stelle 4,8 (48 recensioni) Via Ermenegildo Cantoni, 11, 20156 Milano MI 0233497242

“Ti sembra di entrare in un luogo senza tempo, i ragazzi si sbattono come pochi e la clientela affezionata lo dimostra, so che Malgioglio ripara l’auto qui. 10 stelle” Paolo C.

#7 Pit stop milano di Roberto Dinapoli

Stelle 4,8 (85 recensioni) Viale delle Rimembranze di Lambrate, 7, 20134 Milano MI 022151683

“Sempre super disponibili, onesti e pronti a darti il consiglio giusto. Merce rara a Milano.” Valentino G.

#6 Autofficina Malvestiti

Stelle 4,8 (126 recensioni) Via Bernardo Quaranta, 55, 20139 Milano MI 0257409362

“Officina “di una volta” con tanto di meccanico competente e onesto in un ambiente che “profuma di automobili”. Luciano è un ottimo meccanico, gentile e premuroso. Ho portato il mio Qubo a cambiare i freni e sono stato consigliato e servito in modo molto preciso e puntuale. Cercavo il classico “meccanico di fiducia” in zona e sono felice di averlo trovato. Consigliatissimo.” Simone M

#5 Bacchiglione Meccanica & Pneumatici

Stelle 4,8 (174 recensioni) Via Gardone, 22, 20139 Milano MI 3926950585

Quando trovi professionalità e civiltà non puoi che ottenere un ottimo servizio. Precisi e puntuali, oltre alla cordialità del personale. Hanno acquisito un nuovo cliente e mi sento di consigliarli anche ai miei conoscenti ed a voi.” Raffael C.

#4 Officina Auto Sport Car Milano

Stelle 4,8 (205 recensioni) Via Carlo D’Adda, 2, 20143 Milano MI 0289405637

“Questa volta è diverso …. dopo 8 mesi di problemi alla macchina mai risolti, interventi da parte del concessionario e vari meccanici, finalmente sono capitato in questa officina. Gentili, Professionali e competenti. Per farla breve, da quando l’ho portata da loro la macchina è perfetta! GRAZIE DI TUTTO Michele e Antonio!” Cristian T.

#3 Autofficina Elettrauto Fratelli Colella

Stelle 4,9 (166 recensioni) Viale Gian Galeazzo, 6, 20136 Milano MI 028395069

“PROFESSIONALI, PUNTUALI, CORDIALI, SIMPATICI, COMPETENTI e… chi più ne ha più ne metta. Dopo essermi da poco trasferito, stavo cercando una nuova officina nella zona per risolvere un problema alla mia vespa ormai anzianotta. Per caso o per fortuna, mi sono imbattuto in questa officina. A differenza di altre officine, nel giro di un giorno hanno risolto il problema con puntualità ed efficienza…” Alessandro S.

#2 9000 Giri

Stelle 4,9 (658 recensioni) Viale Piceno, 3, 20129 Milano MI 027383175

“Professionalità e passione delle persone di 9000 giri, portano a grandi risultati. Ho portato la mia VW Golf 7.5 1.5 TSI ACT per rifare l’intero scarico. La soddisfazione di sentire la macchina appena presa in mano è stata tantissima. Buon rapporto qualità /prezzo.” Ennio B.

#1 Autofficina Leone Giuseppe

Stelle 5,0 (59 recensioni) Via Mario Fusetti, 9, 20143 Milano MI 0258101445

“Tutta la famiglia Leone composta da persone eccezionali sia dal punto di vista umano che professionale. Soprattutto Alessandro che riesce sempre ad individuare il problema e di conseguenza a risolverlo. Vado da loro da anni e mi sono sempre trovato bene.” Filippo M.

Continua la Lettura con: La TOP 10 dei DENTISTI di MILANO

SARA FERRI

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Štivor: nei boschi della BOSNIA si trova un VILLAGGIO ITALIANO

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Nel nord della Bosnia-Erzegovina esiste un villaggio dove quasi 300 abitanti hanno origini trentine e, dopo 130 anni, ancora conservano le tradizioni dei loro antenati.

Štivor: nei boschi della BOSNIA si trova un VILLAGGIO ITALIANO

# Štivor: un villaggio singolare in mezzo ai boschi della Bosnia

Ci troviamo nel nord della Bosnia-Erzegovina, a 70km circa dalla città di Banja Luka e a ben 450km dal confine tra l’Italia e la Slovenia. Qui, in mezzo ai boschi della Repubblica di Srpska, si nasconde un villaggio molto particolare, Štivor. Si tratta di una comunità di circa 400 abitanti di origine trentina, i cui antenati sono sopravvissuti a più di 130 anni di storia ed eventi, tramandando una cultura che nel corso del tempo è rimasta la stessa.

# Štivor: un pizzico di storia

Nel 1882 la Valsugana, zona pedemontana a sud est del Trentino, fu colpita da una terribile alluvione, che come sempre spazzò via case, terreni coltivati e le speranze di chi qui viveva. Futuro cancellato improvvisamente per chiunque. La soluzione per i più, fu quella di emigrare. Chi ha venduto casa (se ancora esistente!) e gioielli, ha potuto acquistare un biglietto di sola andata per il Brasile. Si è presto accorto, però, di essere stato vittima di un raggiro, e il biglietto era solo un pezzo di cartastraccia.

Credits: @stivorstivor(FB) – Valsugana alluvionata nel 1882

Soluzione alternativa: l’emigrazione verso la ex-Jugoslavia, dove da poco tempo l’Impero austro-ungarico aveva preso il comando, dopo la guerra contro i turchi. Francesco Giuseppe cominciava a mettere insieme terre colonizzate e contadini rimasti senza terra. La Valsugana rispondeva: chi si sposa prima di partire, carica il carro e si prepara a fare un viaggio di oltre 800km, in compagnia dei propri buoi, per raggiungere la Bosnia. Un lembo di terra disabitata significherà la rinascita di questo popolo, di queste 200 anime scappate al nulla lasciato dalle piogge nella loro terra natìa.

Credits: @stivorstivor(FB) – Gruppo di emigrati a Stivor, anni ’30

# Štivor: accoglienza in italiano

Štivor si trova nella municipalità di Sibovska (Republika Srpska, Bosnia – Herzegovina). Ad accogliere chi la raggiunge, un cartello stradale scritto in bosniaco e italiano.

Credits: stivorstivor(FB)

Nessuno conosce esattamente l’etimologia del suo nome, ma l’ipotesi più credibile sembra essere quella di sljive, il nome locale della prugna, da sempre coltivata nella zona. Oggi il villaggio conta più di 150 case con giardino. La buona parte di esse ormai è vuota, perché la gente torna sempre più spesso in Italia o all’estero per lavorare. Gli abitanti di Štivor di origini trentine hanno riacquisito la cittadinanza italiana e mantengono dei solidi legami col Trentino, terra di partenza dei loro antenati. Ad oggi, il villaggio conta circa 270 abitanti.

A Stivor chiunque ha passaporto italiano, a scuola si studia italiano, si legge la stampa italiana e si vive con pensioni provenienti dall’Italia. Gli abitanti del villaggio sono particolarmente orgogliosi della loro cittadinanza italiana, riottenuta qualche anno fa grazie a una legge che ha previsto il suo conseguimento per le sole origini. Più precisamente, in base ai registri anagrafici custoditi nelle chiese.

Credits: @questotrentino.it – Il Bar Trentino a Štivor

Al “Circolo Trentino” si legge con fierezza la rivista “Trentini nel mondo” per tenersi aggiornati su quanto succede nella Provincia Autonoma di Trento. E’ vero che, in maniera meno romantica ma più comoda, le notizie arrivano anche qui all’istante attraverso la televisione e il web.

L’attività economica principale rimane l’agricoltura. Tuttavia, quasi chiunque è tornato a fare lavori in altri settori, oltre confine. L’agricoltura sembra diventata più un hobby per riempire il tempo libero. Accanto alla via principale del paese c’è un piccolo cimitero. Sulle lapidi sono incisi tutti cognomi italiani.

Continua la lettura con: Il VILLAGGIO ITALIANO dove si parla un TEDESCO MEDIEVALE (a due ore da Milano)

LUCIO BARDELLE

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Perché “lo STORTO” si CHIAMA COSÌ?

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I milanesi sono soliti dare un vezzeggiativo o un soprannome alle icone, alle statue e ai grattacieli della città. Nemmeno il secondo grattacielo di Citylife si è potuto sottrarre a questo destino. Scopriamo il motivo per cui la scelta è ricaduta sul soprannome “lo Storto”.

Perché “lo STORTO” si CHIAMA COSÌ?

# Il grattacielo di Zaha Hadid, per tutti lo “Storto”

Credits Andrea Cherchi – Lo Storto

Il secondo grattacielo realizzato a Citylife, ad opera della compianta archistar irachena Arata Isozaki, svetta da qualche anno nello skyline cittadino. Insieme al Dritto casa di Allianz e al Curvo che ospita Pwc, ultimo in ordine di tempo ad essere inaugurato, fa da cornice alla piazza Tre Torri. “Lo Storto”, forse il più amato dai milanesi, è il soprannome con cui è conosciuto da tutti. Vediamo perché.

# Perché ha questo soprannome

Credits pietmassuger – Lo Storto

Alto 177 metri per 44 piani il grattacielo sede di Generali si innalza sul cielo di Milano facendo una torsione che trascina con se le due linee portanti, visibili anche a grande distanza. Proprio questo sviluppo verticale con un dinamico movimento di torsione, che viene attenuata sempre più con l’aumentare dell’altezza e che porta il nome della sua creatrice, è il motivo del soprannome “lo Storto”.

Credits whatpollysees IG – Lo Storto

Arata Isozaki ha progettato la torre nel quartiere dell’ex fiera in questo modo per valorizzare la percezione e la vista che offre rispetto agli assi urbani. In base al lato dell’edificio che si osserva si può notare un grado di torsione più attenuato o più accentuato.

Leggi anche: CityLife allo sprint finale: la PASSERELLA SOSPESA dello “SDRAIATO”

Continua la lettura con: A Tokyo nascerà il GRATTACIELO del DIVERTIMENTO

FABIO MARCOMIN

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Si lamentano tutti… Ma come si dice a Milano?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

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Susanna GARAVAGLIA: “la mia Milano saprà coltivare l’ESSERE attraverso la CONOSCENZA”

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Susanna Garavaglia

Susanna Garavaglia. Scrittrice, Naturopata, Counselor, gestisce il B&B JOIE De VIVRE. Storica insegnante al Leone XIII, in avanguardia sui tempi. Da sempre orientata alla bellezza e alla dimensione spirituale dell’esistenza. 

Susanna GARAVAGLIA: “la mia Milano saprà coltivare l’ESSERE attraverso la CONOSCENZA”

Susanna Garavaglia

La cosa che ami di più di Milano?

La sua creatività. Non è sfrenata come quella di Parigi, impone delle regole che, se sei cresciuta a Milano, segui quasi inconsciamente. Diciamo… la sua creatività leggermente strutturata.

E quella che ami di meno?

Come scrivo nel mio ultimo romanzo talvolta è così troppo indaffarata per guardare negli occhi”.

Il tuo locale preferito?

Senza dubbi il Bar Magenta. Ma sai quanti anni ho?

Credits Andrea Cherchi – Bar Magenta

Il tuo passatempo preferito a Milano?

A Milano non c’è bisogno di passatempi, il tempo passa senza che tu te ne accorga. E poi dipende dall’età e dalle fasi della vita, io ne ho passate tante di fasi della vita a Milano. Ma ora che vivo in un bosco mi piace, quando torno a Milano, camminare nelle vie dove ho passato il tempo, respirandone i ricordi.

La canzone su Milano a cui sei più legata?

“Innamorati a Milano”, cantata dalla Vanoni. Quella che inizia con “Sapessi com’è strano sentirsi innamorati a Milano..

I luoghi dei dintorni di Milano che ami di più?

Forse quelli verso il Ticino

Credits nicola_farise – Parco del Ticino

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Nascere, crescere, scoprire tanto della vita, viverla nei miei vari ruoli, soprattutto come madre e conoscere una buona parte di Susanna. Il resto di me mi sta ancora aspettando, ma non più a Milano.

La fermata della metrò a cui sei più affezionata e perché?

Cadorna, ho sempre vissuto all’angolo della piazza alla fine di via Vincenzo Monti ma la mia vita è sempre stata dall’altra parte di Monti, la mia scuola, l’Università, entrambe in Sant’Ambrogio, la Civica Scuola d’Arte Drammatica in corso Magenta, l’Istituto Superiore di Psicodinamica Applicata (Ispa) allora in via De Togni e tanto altro, ancora sempre da quelle parti.

Credits laromisa IG – Cadorna M2

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

Una delle cose più curiose di Milano è stata la sua trasformazione proprio della zona dove sono nata e vissuta: quando ero una ragazzina davanti al Leone XIII in via Vincenzo Monti c’erano distese di campi, oggi City Life!

Credits Andrea Cherchi – Citylife

Il quartiere che ami di più?

Il quartiere Magenta-San Vittore, ci ho passato la mia vita.

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

Caro Sala, hai presente quegli anni in cui tu iniziavi l’università e io la stavo finendo, quegli anni in cui ci sentivamo aperti a tutte le possibilità, quando non avevamo paura di immaginarci il nostro futuro e nemmeno di improvvisare perché ci piaceva dare vita ad aspetti di noi di cui non avremmo nemmeno immaginato l’esistenza se non li avessimo risvegliati.

Quando non avevamo paura di sbagliare perché nulla ci sembrava irreversibile, quando ci inventavamo un lavoro durante l’Università e lo facevamo per provare, per provocarci, per saggiare i nostri limiti e i doni. Quando la sera andavamo, senza paura di essere aggrediti, all’Orchidea a vedere i film d’essai o in Cineteca o a teatro a vedere di tutto, perché tutto era sempre qualcosa di nuovo. Quando il Pier Lombardo ha avuto per primo l’idea di iniziare la sera gli spettacoli alle otto, quando ci fermavamo in auto prima di tornare a casa, quando ci bastavano i Panzerotti di Strippoli e i primi panini in Galleria, quelli che avevano qualcosa di più del prosciutto, del salame, del formaggio.

Ecco, ti scrivo per chiederti se puoi fare qualcosa per dare anche oggi a Milano quegli stimoli all’arte, alla cultura, alla gioia e un po’ più di sicurezza la sera e la notte. Forse ti chiedo una magia?

Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Milano città – Stato: Certamente!

Tolta Milano in quale città ti piace vivere?

Se dovessi lasciare Milano…Già l’ho lasciata, ho tenuto solo un piccolo nido dove tornare quando ne ho nostalgia e sono venuta a vivere in un bosco ligure dove ho aperto un B&B che si chiama Joie de Vivre.

Credits: joiedevivrebb.home.blog

Se avessi due miliardi per Milano cosa faresti?

Non lo so, forse reiventerei un sistema scolastico che metta al primo posto la Per-cultura (non ho scritto Permacoltura, ma Percultura!) quella coltivazione dell’essere attraverso la conoscenza, quella vera. Intera. E impiegherei quei soldi per formare gli insegnanti e renderli capaci di risvegliare nei giovani i loro doni perché saranno quei giovani, poi, a portare avanti la vita in ogni suo aspetto. O forse li userei per dare agli anziani degli spazi in cui invecchiare non voglia dire tirare i remi in barca ma imparare a portare la propria barca, con quei remi, in nuovi territori, nella gioia e nella follia della loro saggezza.

Qual è il più grande auspicio per il futuro di Milano?

Creativa e seduttiva come Parigi, aperta come Londra, giovane come Berlino, saggia come fosse una donna, tenace come un uomo che abbia portato a termine una gravidanza sapendo quindi che ogni fase ha i suoi tempi e che non si può abbandonare un travaglio perché ci si è stancati. Bisogna andare fino in fondo, altrimenti il bambino che fa?

Susanna Garavaglia

Continua la lettura con: Tutti i personaggi di #milanomia già pubblicati

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

MILANO CITTÀ STATO

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In Europa i primi NEGOZI AMAZON da cui si esce “SENZA PAGARE”

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Credits amazonfreshuk IG - Amazon Fresh just walk out

Uscire da un negozio “senza pagare”? Dopo la diffusione degli Amazon Go negli USA sono arrivati anche in Europa i punti vendita dove si può acquistare senza tirare fuori il portafoglio. Ecco come funzionano e dove si trovano.

In Europa i primi NEGOZI AMAZON da cui si esce “SENZA PAGARE”

# Fare la spesa “senza pagare”: la rivoluzione di Amazon

credit: supermarketnews.com – Store di Seattle

Da qualche anno Amazon sta rivoluzionando il modo di fare la spesa nei supermercati americani. Nei punti vendita Amazon Go si può uscire senza pagare, o meglio senza fermarsi in alcuna cassa e tirare fuori il portafoglio, grazie alla tecnologia. Il sistema che lo consente si chiama “Just Walk Out”, che tradotto significa “Basta semplicemente uscire”. Nella primavera del 2021 il primo negozio cashierless della multinazionale americana è sbarcato a Londra, nel Regno Unito. Per il debutto europeo è stato scelto un altro nome per identificare i punti vendita: Amazon Fresh, come il servizio di consegna di generi alimentari di Amazon già disponibile anche a Milano. Un indizio per un prossimo arrivo anche nella nostra città?

# Come funzionano questi supermercati hi-tech

credit: foodweb.it – Amazon Fresh

All’ingresso del punto vendita il cliente dovrà passare il proprio Qr Code Amazon Fresh sui lettori digitali installati sui tornelli, per attivare la procedura. Subito dopo potrà iniziare la spesa inserendo i prodotti desiderati all’interno di sacchetto. Al termine gli articoli verranno visualizzati su una ricevuta virtuale, recapitata via email, collegata allo stesso account Amazon su cui verrà addebitato il costo di quanto acquistato.

Credits amazonfreshuk IG – Amazon Fresh food to go

Per rilevare gli oggetti prelevati dagli scaffali sono state installate delle telecamere dotate di intelligenza artificiale capaci di individuarli e infine delle machine learning che si occupano di verificare il conto e concludere in modo automatico il pagamento.

# Dopo la prima inaugurazione sono saliti a 17 i punti vendita Amazon Fresh a Londra

Street view google – Amazon Fresh Ealing

Il primo negozio Amazon Fresh ad inaugurare è stato quello al numero 59 di Broadway, nel quartiere di Ealing nella zona ovest della capitale britannica, di fronte al supermercato Morrison’s di Ealing Broadway ormai da tempo partner Amazon per le consegne di prodotti freschi nella City. Un’iniziativa fino ad oggi vincente visto che, in un solo anno, se ne sono già aggiunti altri sedici in tutta la metropoli, tra cui uno vicino allo stadio Wembley e un altro a Canary Wharf. 

Continua la lettura con: La novità a Milano: PANE FRESCO in EDICOLA. Ecco dove

FABIO MARCOMIN

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7 cose che POCHISSIMI sanno delle UNIVERSITÀ MILANESI

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“Ci sono città di evidente bellezza che si danno a tutti, e altre segrete che amano essere scoperte. Milano appartiene a questa specie…”

Parlava così il poeta milanese Carlo Castellaneta della sua città amata e non si può che dargli ragione. Milano è affascinante e seducente, ma sa essere anche molto misteriosa e discreta in tutte le sue romantiche sfaccettature. Di seguito un paio di chicche sugli Atenei meneghini.

7 cose che POCHISSIMI sanno delle UNIVERSITÀ MILANESI

#1 Cattolica: la base della Resistenza milanese

https://www.radiolombardia.it/

Durante il periodo del secondo conflitto mondiale, l’Ateneo ha ospitato all’interno delle sue mura universitarie il Corpo volontari della libertà, struttura di coordinamento partigiano ed un centro di espatrio clandestino del cappuccino padre Carlo da Milano, per convogliare oltralpe perseguitati politici o prigionieri di guerra.

Ezio Franchescini e Concetto Marchesi, professori dell’Università, fondarono il Gruppo Frama, nome nato dall’unione delle prime lettere dei due cognomi. A causa delle numerose perquisizioni tedesche, se Marchesi è costretto a bruciare preventivamente i documenti segreti, Franceschini raccoglie il tutto e lo seppellisce in una scatola metallica sotto un cumulo di scheletri di vittime della peste settecentesca. Ad assistere alla sepoltura per esserne testimone dell’ubicazione, solamente Marisa Scolari, segretaria del fondatore della Cattolica, padre Agostino Gemelli.

Che fine ha fatto la scatola? Dissotterrata soltanto alla fine della Guerra, ne conserva perfettamente il contenuto, che sarà successivamente pubblicato, divenendo così materiale di storica importanza.

#2 Bocconi: una guerra e un Presidente della Repubblica nella sua storia

https://www.unibocconi.it/wps/wcm/connect/bocconi/sitopubblico_it/albero+di+navigazione/home

1896. Battaglia di Adua. In quella che è una delle più grandi disfatte del Regio Esercito, si contano più di 6 000 vittime italiane. Tra queste vi è anche Luigi Bocconi, a cui il padre Ferdinando intitolerà l’Università fondata ad imperitura memoria del figlio scomparso, con l’intento di creare una Scuola Superiore di Commercio da affiancare al Politecnico di Milano per “dotare gli ingegneri di una solida base commerciale e […] promuovere socialmente i ragionieri attraverso un diploma universitario.”

Ma non è tutto. Rispettivamente Direttore e Presidente della Bocconi, Luigi Einaudi sarò eletto primo Capo dello Stato, mentre Giovanni Spadolini Presidente del Consiglio dei Ministri. Chissà che la Bocconi non porti la stessa fortuna anche agli studenti. Forse è per questo che la leggenda vuole che tre edifici della sede di Via Röntgen abbiano una struttura particolare a formare la dicitura “30L”.

#3 Conservatorio: per fare musica bisogna leggere

https://www.artribune.com/

In che città si trova la più grande biblioteca italiana per la ricerca storica e scientifica in ambito musicale? A Milano ovviamente. La Biblioteca del Conservatorio Giuseppe Verdi, fondata nel 1808, conta circa 30 mila volumi a carattere musicale, 50 mila manoscritti e circa 400 testate di periodici musicali.

Nel 2007 nasce anche la Biblioteca Digitale del Conservatorio di Milano per preservare in forma computerizzata il ricco patrimonio culturale posseduto. In bocca al lupo a chi deve scannerizzare tutto quel materiale…

#4 Statale: dai neonati agli universitari

https://beethecity.com/it/milano/guida-punti-d-interesse/universita-statale-di-milano

Luigi Mangiagalli le ha fatte proprie tutte. Medico ostetrico, accademico, senatore del Regno di Italia, sindaco di Milano, filantropo, rettore dell’Università Statale. È lui il promotore della UniMi, progetto a cui lavorava da tempo e di cui assumerà la massima carica.
Grazie ai suoi lavori in ambito medico ed universitario, gli verranno intitolate la Clinica del Policlinico in Via della Commenda ed una via, oggi sede del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche della Sua Statale. Bello pensare che in questo modo possa sempre stare accanto ai suoi studenti.

#5 IED:  “Aria” nuova dall’ex macello


L’ultimissima novità riguardo lo IED? È stato approvato il progetto del nuovo Campus internazionale di 30.000 mq nella zona nord dell’ex macello di Porta Vittoria. Arriverà ad ospitare 4.500 studenti ed uno studentato da 400 posti. Il tutto si inserisce nel disegno di riqualificazione dell’area in disuso con la realizzazione del nuovo quartiere Aria, caratterizzato da sostenibilità, social housing e numerosi spazi verdi.

#6 Politecnico: i record di velocità di droni e guida autonoma

https://www.indyautonomouschallenge.com/media-all

Record del mondo per i ragazzi del PoliMOVE Team, squadra di automobili a guida autonoma. Arrivando a battere il proprio primato conseguito nel 2021, sono stati in grado di far sfrecciare il bolide alla bellezza di circa 280 kmh, velocità massima mai raggiunta prima d’ora da un veicolo della categoria all’interno di un circuito ovale. Ma non finisce qui.

Sventola infatti la bandiera a scacchi per il PoliMi nella prima e seconda edizione del “Leonardo Drone Contest”, svolte rispettivamente nel 2020 e nel 2021 e finalizzate allo sviluppo della AI nei sistemi senza pilota.
Speriamo di non dover essere mai inseguiti dagli ingegneri dell’Ateneo milanese…

#7 Università che vai, superstizione che trovi

Superstiziosi o meno che siano i milanesi, sicuramente lo sono i suoi universitari. Se in Cattolica è “scaramanticamente” vietato attraversare in linea retta i cortili e passare in mezzo alla scalinata con le colonne ai lati, allo stesso modo in Bocconi vige il detto “chi passa tra i leoni, non si laurea in Bocconi”, in riferimento alle statue feline poste all’ingresso della sede storica.

In Statale, per accedere al cortile di Filarete secondo alcuni è proibito attraversare la porta centrale, secondo altri quelle laterali. Un consiglio per non sbagliare? Non passate proprio per il cortile di Filarete, cambiate strada.

Non si sentano però al sicuro gli studenti delle altre università. Guai, infatti, ad accedere alla Terrazza del Duomo, pena ovviamente il mancato conseguimento della tanta agognata laurea. Ci sarà sicuramente altra occasione per farsi i selfie con una bella vista.

Continua a leggere con: 7 CURIOSITÀ che forse non sapevi sulla VECCHIA MILANO

CARLO VITTORIO MATRONE

Copyright milanocittastato.it

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Il VILLAGGIO d’EPOCA: il tempo si è fermato a un’ora da Milano

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Mentre Milano va sempre avanti e la città si popola di edifici ultra moderni, per tornare un po’ indietro nel tempo basta prendere la macchina e farsi meno di due ore di strada. Una volta percorsi circa 150km, si viene catapultati in un posto senza tempo.

Il VILLAGGIO d’EPOCA: il tempo si è fermato a un’ora da Milano

# Un villaggio operaio in stile liberty

Credits: @nick_abbrey
VIllaggio Leumann

Il Villaggio Leumann è un paesino che sembra essersi fermato nel tempo. Si trova nel comune di Collegno, in provincia di Torino, e fu costruito tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento per ospitare gli operai di un cotonificio. L’imprenditore svizzero Napoleone Leumann chiese infatti all’ingegnere Pietro Fenoglio di realizzare un quartiere operaio in stile liberty così da poter offrire una casa ai lavoratori della sua fabbrica. Il risultato fu un villaggio di 60mila metri quadrati con più di 60 edifici e 100 alloggi.

# Rischiava di diventare un quartiere fantasma

Credits: @innamoratopazzo8
Villaggio Leumann

Negli anni Settanta però il cotonificio chiuse e il villaggio Leumann sembrava destinato a diventare un quartiere fantasma. Fu grazie all’interesse della comunità e del comune di Collegno che oggi il villaggio Leumann è ancora così com’era un secolo fa. Il Comune, infatti, annesse il villaggio alle sue proprietà e, dato che l’intero quartiere residenziale aveva perso la sua funzione, decise di preservare le sue bellezze e riassegnare alcune case secondo le norme dell’edilizia residenziale pubblica, mentre altre sono rimaste agli operai e alle loro famiglie. Da quindi quartiere destinato a scomparire, il villaggio Leumann è diventato un luogo unico nel suo genere, un posto dove sembra di essere ancora a fine Ottocento.

# Il tempo si è fermato alla fine dell’Ottocento

Credits: @achille_jus
Villaggio Leumann

Tra la vecchia scuola dei figli degli operai, gli edifici e le case liberty, i richiami ai paesini svizzeri sono ovunque. Passeggiando per il quartiere, è possibile anche scorgere la vecchia stazione Torino-Rivoli e la chiesa eclettica di Santa Elisabetta. Il Comune di Collegno ha proprio voluto mantenere vivo il villaggio Leumann, infatti vengono organizzate tantissime iniziative che puntano sul fatto che qui il tempo si è fermato.

Fonti: siviaggia.it

Continua la lettura con: Il VILLAGGIO dei PUFFI a 3 ore da Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

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PROBLEM SOLVING: come si dice a Milano?

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La FERMATA del giorno: 7 cose da vedere e fare intorno alla STAZIONE CENTRALE

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Credits: milanopost.info

Ogni settimana ci fermiamo in una stazione della metro di Milano. Senza allontanarci troppo. Oggi restiamo nei dintorni della Centrale.

La FERMATA del giorno: 7 cose da vedere e fare intorno alla STAZIONE CENTRALE

Credits Damiano Baschiera-unsplash – Stazione Centrale

‌#1 Il Bar: Crazy Cat Cafe

IG crazycatcafe

Se si è in anticipo per un treno, un bel caffè da Crazy cat cafe può essere il passatempo ideale. Se non si è allergici ai gatti, però. Infatti, questo piccolo cafè è la casa di 9 gatti, che sonnecchiano tra un tavolo e l’altro, godendosi qualche coccola dai clienti. 

‌#2 Il Gelato: al Gelato Giusto

Credits: https://web.gelatogiusto.it/

Gelato Giusto vanta uno dei gelati più genuini, freschi e autentici di Milano: nessun conservante o colorante. 

‌#3 La costruzione storica: Cascina Pozzobonelli

https://www.fotoantologia.it/mobile/scheda.php?id=43949

Risalente all’epoca sforzesca, della cascina in realtà sono rimasti solo la cappella, l’edicola e il porticato. Già dall’esterno si possono scorgere degli affreschi che decorano il porticato. L’autore di questi e della struttura intera in realtà non è noto, ma si pensa all’architetto e pittore Donato Bramante. 

 

‌#4 La chiesa: Santuario di San Camillo de Lellis

https://instagram.com/liliana_pamammo?utm_medium=copy_link

Con il suo stile neogotico eclettico, è una delle più belle chiese della città. Quasi incastrata nel panorama della piazza omonima, il santuario di San Camillo de Lellis è spettacolare e merita anche solo un’occhiata dall’esterno, se non si desidera entrare.  

‌#5 Il negozio: La libreria dei ragazzi  

https://www.familywelcome.org/play-learn/libreria-dei-ragazzi/

Si tratta di una delle più grandi librerie in Europa per bambini e ragazzi. Offre un’ampissima selezione di libri e attività per i più piccoli, come corsi di lettura a laboratori. 

#6 Il monumento: La mela reintegrata 

La Mela davanti alla Stazione Centrale

Opera di Michelangelo Pistoletto, si trova nel mezzo della Piazza Duca D’Aosta ed è simbolo del passaggio evolutivo che coinvolge l’intera società umana. “Rappresenta la ricomposizione degli elementi opposti: natura e artificio. La mela significa natura; il morso della mela significa artificio, così come lo vediamo utilizzato in un marchio di computer mondialmente diffuso posto ad emblema della tecnologia che sostituisce integralmente la natura”, come si può leggere su www.cittadellarte.it/.

Leggi anche: La mela del Pistoletto

#7 Il Palazzo: ‌Palazzo Pathé 

 
Credits: @monicafumagalli2561

Noto anche come Casa Felisari, si trova in via Settembrini ed è un edificio in stile liberty che però presenta delle caratteristiche medievaleggianti.  Costruito nei primi anni del secolo scorso, con i suoi mattoni a vista e decorazioni in cemento è sicuramente uno degli edifici più particolari della zona. 

Continua a leggere con: Fermata del Giorno: Porta Venezia

ALICE COLAPIETRA

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I 7+1 LOCALI più INTERESSANTI dell’HINTERLAND a nord di Milano

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Credits level_cocktailbar IG - Level

Ecco una selezione con i locali più interessanti nei comuni dell’hinterland nord di Milano e della provincia di Monza e Brianza.

I 7+1 LOCALI più INTERESSANTI dell’HINTERLAND a nord di Milano

#1 Cpiace, dove provare un’esperienza culinaria unica a Cinisello Balsamo

Credits cpiace FB – Cpiace

Cpiace, nato nella primavera del 2020 dalla trasformazione del Nevada Saloon, ha deciso di puntare su piatti di altissima qualità e una cucina tradizionale, imperdibile la carne di fassona, per offrire al cliente un’esperienza culinaria unica. Aperto anche a mezzogiorno, tra i punti di forza del locale c’è il cocktail bar, dove sorseggiare ottimi cocktail, dai classici ai più creativi, vini selezionati e birre speciali anche nel dopocena, e la pinseria, con la pinsa romana composta da 3 farine e lievitata 48 ore.

Indirizzo: via Giovanni Frova, 24 – Cinisello Balsamo (MI)

 

#2 Cacao apericena & lounge a Sesto San Giovanni

Credits cacao apericena & lounge IG – Cacao

Nato nel 2007 a Sesto San Giovanni, nella zona della Breda e della Falck, Cacao apericena & lounge è stato pensato come locale in cui buona musica, cibo e drink potessero viaggiare all’unisono. Rivisitate le ambientazioni dagli anni settanta in poi, è dotato anche di un ampio spazio esterno. 

Indirizzo: via Giosuè Carducci, 43 – Sesto San Giovanni (MI)

 

#3 Place’s Pub, atmosfere anni ’90 a Cusano Milanino

Credits place’s pub Fb – Place’s pub

Il Place’s pub di Cusano Milanino richiama le atmosfere dei pub anni ’90. I punti di forza sono l’ampio spazio all’esterno e il menù molto ricco che spazia dagli hamburger ai piatti di carne, pizza e molti antipasti.

Indirizzo: via Omodei, 9 – Cusano Milanino (MI)

 

#4 Lola, ispirato ai loft newyorkesi 

Credits lolalvingbar IG – Lola

Pensato come se dovesse richiamare la convivialità del salotto di casa, Lola Living Bar si ispira al concetto di loft newyorkese. Progettato in stile tipicamente lounge con forti connotazioni modaiole, ruba la sua anima al design anni ’70

Indirizzo: viale della Repubblica, 131 – Lissone (MB)

 

#5 Zero3nove, un punto di riferimento a Monza per i cocktail

Credits kiaraetta IG – Zero3nove

Zero3nove è un cocktail bar a Monza, aperto dal 1999, disposto su due piani e con un arredamento dal design moderno. Non manca un ampio spazio esterno con annesso giardino. Il punto di forza sono i cocktail, classici e rivisitati, con tantissime varianti del Mojito, e la musica di sottofondo che spazia dal Chillout alla Deep House.

Indirizzo: via Sempione, 15 – Monza

 

#6 Discovery Pub, il primo pub nell’hinterland nord milanese

Credits discoverypub.it – Discovery

Discovery Pub nasce a Paderno Dugnano, in una villa degli anni ’50, il primo pub nell’hinterland nord milanese. La sua storia trentennale, iniziata il 25 maggio 1985, continua nel 2016 in nuova sede sempre a Paderno Dugnano, con una proposta culinaria variegata e ricercata.

Indirizzo: viale dell’industria 3/5 – Paderno Dugnano (MI)

 

#7 Level, il cocktail bar innovativo con chiringuito a Desio

Credits level_cocktailbar IG – Level

Il Level è un cocktail bar innovativo, sobrio ed elegante, dove luci soffuse e musica selezionata creano un ambiente confortevole. Arredato con comodi divani in pelle ed un fantastico bancone all’americana, in estate entra in gioco lo spazio esterno con un chiringuito dove vengono preparati i cocktail.

Indirizzo: via Forlanini, 71 – Desio (MB)

 

#7+1 Bar Coppa d’oro dal 1976 a Muggiò

Credits arianna b tripadavisor – Coppa d’oro

L’ultimo della lista è il Bar Coppa d’Oro a Muggiò. Noto per le sue deliziose coppe di gelato dal 1976, al suo interno si possono gustare crepes dolci e salate, ma anche panini, piadine, focacce e pizze da accompagnare con birre selezionate.

Indirizzo: via Camillo Benso Conte di Cavour 10/A – Muggiò (MB)

 

Continua la lettura con: I 7+1 PAESI da RECORD dell’HINTERLAND di Milano

FABIO MARCOMIN

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La “SOLUZIONE” al PROBLEMA dei parcheggi

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Il comune di Milano ha finalmente risolto il problema dei parcheggi! Come? Facendo finta che le auto non esistano…

La “SOLUZIONE” al PROBLEMA dei parcheggi

# L’INDISPENSABILITÀ dell’auto a Milano e la MANCANZA di parcheggi

https://www.google.com/amp/s/amp.ilgiornale.it/news/milano/traffico-i-conti-non-tornano-auto-ora-restano-bloccate-1954306.html

Il fatto che il comune di Milano, in special modo questa giunta, abbia poca simpatia per le auto è cosa nota. Concordiamo che il traffico automobilistico sia causa di
inquinamento, traffico, rumore e diversi altri problemi. Siamo però altresì consapevoli che, sebbene vadano incentivati sia il trasporto pubblico sia quello a due ruote, le automobili siano insostituibili. Soprattutto per chi viene da fuori o dalla periferia della città, dove i collegamenti non sempre sono dei migliori.

Quando si parla di auto a Milano però, il problema arrivato ad un punto di non
ritorno è quello del parcheggio. Non tutti possono permettersi un box e non tutti
rientrano nella categoria dei privilegiati (criterio non molto di sinistra…) degli aventi
diritto alle strisce per “solo residenti”, strisce posizionate a macchia di leopardo
in tutta la città con un criterio decisamente discutibile, per non dire a casaccio.

# Quando neanche IL GLORIOSO PASSATO di una città può aiutare

https://www.wikiwand.com/it/Casa_automobilistica

Milano era la capitale dell’auto: Alfa Romeo, Isotta Franceschini, Innocenti.
L’automobile per la nostra città era un vanto, una eccellenza industriale che dava
lavoro e creava ricchezza. Ora, cancellata ogni traccia di quel importantissimo passato
industriale quasi da dover nascondere scelte politiche sconsiderate, possedere un
mezzo a quattro ruote sta diventando una colpa da scontare.

Oltre alle spese dell’acquisto della automobile, il costo del carburante sempre
più caro, le spese per le tasse, dell’assicurazione e della manutenzione, che
rendono il possesso di un’auto sempre più un lusso , oggigiorno a Milano ci si deve anche sentire colpevoli di infilare la chiave nel cruscotto.

Quante volte dopo aver percorso innumerevoli giri intorno a casa, magari di ritorno
da un lungo viaggio, si deve faticare imprecando per poter posteggiare?! In alcune
fasce orarie parcheggiare è praticamente impossibile.
Una volta riusciti nell’impresa si deve poi sperare la mattina seguente di non
trovare specchietti rotti, graffi, vetri infranti. Ovviamente
tutti reati per i quali non ci sarà mai alcuna punizione per i colpevoli.

# Tante DOMANDE, tanti PROBLEMI, nessuna RISPOSTA

https://www.milanoweekend.it/articoli/parcheggi-milano-come-trovare-posti-auto-low-cost-vicino-alla-metro/

La situazione sta peggiorando sempre di più, ma la cosa sconcertante è che all’orizzonte non si scorge alcun progetto o proposta sensata che possa offrire una soluzione a questo annoso problema. Il tutto si riduce a invitare a usare auto elettriche in condivisione o ad andare su due ruote: improponibile!

Viene da domandarsi se i nostri amministratori parcheggino mai, se vedono che Milano
è sommersa di auto, se notano che i cartelli di divieto di sosta non vengono nemmeno più
rispettati e che la gente si arrende davanti alla possibilità di prendere una multa piuttosto che impazzire ore per trovare un posto. Sanno che in certi orari e in certe zone si è oramai rassegnati a non parcheggiare e a fare innumerevoli giri, posteggiando poi in qualche maniera lontanissimo? Non vogliamo pensare che lo scopo sia proprio quello di elevare contravvenzioni per fare cassa…

Possibile che tra un annuncio ecochic e un altro supergreen non si pensi a costruire parcheggi sotterranei che, in più, non costino una fucilata? E a ideare progetti che diano finalmente una soluzione a questa situazione disastrosa?
Possibile che quando viene concesso il permesso per costruire una sala bingo o una palestra o un luogo aperto al pubblico, non si preveda anche un adeguato numero di posti auto? Così come non si può mettere al servizio anche dei non clienti parcheggi dei supermercati o di altre strutture commerciali?

Da un lato ne si vuole disincentivare del tutto l’uso e dall’altro lo Stato offre sovvenzioni per l’acquisto. E ci si dispera se il settore auto va male?

Che senso ha, inoltre, mettere una enormità di divieti se poi, soprattutto in certi orari, nessuno controlla e non li fa rispettare? Si trovano auto sulle strisce pedonali, sullo spazio riservato alla fermata dei mezzi pubblici, auto sui marciapiedi…
Piuttosto che la giunta lo dica chiaramente: possedere un’automobile diventerà sempre più un privilegio riservato ai ricchi. Soprattutto quelli che vivono in area C.

Continua a leggere con: DARSENA e NAVIGLI: tra aneddoti sconosciuti e problemi da risolvere

ANDREA URBANO

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🔴 M3 fino a PAULLO: finanziato il progetto per una “METRO a METÀ”

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M3 fino a Paullo PFTE

Sono ormai oltre 30 anni che i comuni e i residenti lungo l’asse della Paullese chiedono che la linea gialla venga prolungata fuori Milano. I precedenti progetti preliminari realizzati sono stati bocciati dalla Corte dei Conti. Ora però sembra aprirsi uno spiraglio grazie anche i fondi stanziati dal Ministero dei Trasporti. Vediamo come potrebbe essere realizzata l’opera.

🔴 M3 fino a PAULLO: finanziato il progetto per una “METRO a METÀ”

# Assegnati 5,5 milioni di euro per la redazione dello studio di fattibilità per l’estensione della M3 a est

Credits: laprovinciacr.it
m3 a Paullo

All’interno del pacchetto di 732,3 milioni di euro assegnati nei giorni scorsi dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile per il potenziamento delle metropolitana milanesi, ne sono stati destinati 5,5 milioni alla redazione del PFTE (progetto di fattibilità tecnico economico) per l’agognata estensione della linea M3 fino a Paullo. Una questione dibattuta da oltre 30 anni ma che potrebbe finalmente trovare una soluzione, anche se non quella sperata dai pendolari.

Leggi anche: La M3 arriverà fino a PAULLO? La regione dice NO e propone altre due soluzioni

# Il nuovo progetto prevede 11 fermate, ma solo 2 di metropolitana

M3 fino a Paullo PFTE

Il nuovo progetto presentato dal Comune di Milano al Ministero dei Trasporti prevede la prosecuzione del tracciato della M3 in una doppia modalità. Dall’attuale capolinea di San Donato la linea proseguirebbe come metropolitana per circa 5 km e altre due fermate, San Donato Centro e Peschiera Centro, per poi effettuare una rottura di carico e da quel punto ripartire come metrotranvia per altre 9 fermate: Peschiera Bellaria, Peschiera Matteotti, Peschiera Bettola, Pantigliate-Vigliano, Medolla, Settala-Caleppio e le ultime 3 fermate nel comune di Paullo. Una scelta dettata da un rapporto costi/benefici negativo, a causa di una prevista bassa affluenza di passeggeri, in caso di costruzione di una metropolitana oltre il centro di Peschiera Borromeo.

Leggi anche: Le ESTENSIONI FUTURE delle linee della METROPOLITANA

Continua la lettura con: M6: cambia il tracciato della METRO ROSA?

FABIO MARCOMIN

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Come si dice POSTARE a Milano?

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Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: Tutte le parole tradotte in milanese pubblicate finora

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

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Greta SCLAUNICH: “nella mia Milano si è ORGOGLIOSI di essere MILANESI”

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Greta Sclaunich

Greta Sclaunich. Giornalista del Corriere della Sera. Una friulana a Milano.

Greta SCLAUNICH: “nella mia Milano si è ORGOGLIOSI di essere MILANESI”

Greta Sclaunich

La cosa che ami di più di Milano?

È aperta e cosmopolita, ed è ancora a misura d’uomo: c’è tutto quello che serve e in centro ci si può tranquillamente muovere a piedi.

Quella che invece ti piace di meno?

L’inquinamento! E il fatto che la nebbia, che io amo e che mi ricorda il mio Friuli, sia praticamente sparita.

Credits: milanofanpage.it – Inquinamento a Milano

Il tuo locale preferito?

The Space cinema, in  via Santa Radegonda: un posto magico, voglio godermelo il più possibile prima che diventi (l’ennesimo) centro commerciale.

Credits:@tardisyl
The Space Cinema

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Sbirciare nei portoni aperti e incustoditi! Milano ha una bellezza nascosta, spesso bisogna fare un piccolo passo in più per scovarla.

La canzone su Milano a cui sei più legata?

“Sei bella come Roma” di Viito, anche se Milano è presente solo nel ritornello (e non ci fa una gran figura).

Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

Il giardino di Villa Monastero a Varenna: quando ho bisogno di staccare, anche solo per un pomeriggio, prendo il treno e in circa un’ora sono in riva al lago di Como. A portata di bici, invece, l’Idroscalo.

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Il lavoro che ho sempre sognato di fare: giornalista al Corriere della Sera.

Greta Sclaunich

La fermata della metro a cui sei più affezionata (e perché)?

Moscova, per la ragione di cui sopra.

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

Una tomba del 1800 nella cantina del mio palazzo (giuro! Se qualcuno ha idea di come possa localizzarne la provenienza e ritrovare i familiari, si faccia avanti).

Il quartiere che ami di più?

Porta Venezia, dove vivo: mi piacciono le sue vie strette con tanti negozi e locali, il fermento e i riferimenti storici al Lazzaretto e ai Promessi sposi.

Credits: Andrea Cherchi – Casa Galimberti – Porta Venezia

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

…ti scrivo perché sono stanca di vedere Milano ai primi posti nelle classifiche delle città più inquinate. Vorrei più mezzi pubblici con fasce orarie più estese, più ciclabili e in generale più attenzione al verde.

Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Sì, la trovo una buona idea.

Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?

Non so se sceglierei una città, di sicuro un posto sul mare.

Credits: @youngpeoplehotels
Rimini

Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?

Li investirei nella cultura: musei gratis per tutti, come a Londra.

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Molto spesso, quando chiedo alle persone che incontro di dove sono, mi rispondono citando le regioni dalle quali provengono le loro famiglie, anche se magari loro stesse sono nate e cresciute a Milano. La trovo una cosa curiosa: da un lato è bello tenersi strette le proprie origini (io per prima, anche se vivo qui da 13 anni, continuo a definirmi friulana) ma dall’altro ho l’impressione che ci sia una sorta di rifiuto di sentirsi milanesi. È come se, in un certo senso, ci fosse una difficoltà ad integrarsi davvero in questa città per chi viene da fuori, soprattutto dalla provincia. Mi piacerebbe che questa situazione cambiasse, che fosse più semplice sentirsi milanesi e che ci fosse l’orgoglio di definirsi tali.

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Continua la lettura con: Tutti i personaggi di #milanomia già pubblicati

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

MILANO CITTÀ STATO

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Il pesce della libertà

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Dopo oltre due anni di stato di emergenza sanitaria oggi, primo aprile, l’Italia torna a essere “normale”. Anche la data è simbolica.

La sensazione diffusa è un generale disorientamento. Nessuno di noi ha ancora capito esattamente che cosa abbiamo vissuto, cosa era autentico e cosa invece era frutto di suggestione o ipnosi collettiva.

Stiamo vivendo come in quei film distopici, tipo Inception o Fight Club, in cui non si capisce bene cosa sia reale. Anzi, spesso, il finale rivela che era tutto un sogno o comunque diverso da quello che si credeva.

Lo stato di emergenza si è via via innalzato come un enorme castello di carte fatto di una pletora di norme farraginose e spesso contraddittorie: questo castello che invece di cadere rimane parzialmente in piedi come le rovine di una civiltà ormai scomparsa, tipiche del territorio italiano.

Solo il tempo ci dirà se questo primo di aprile lo ricorderemo come una data di libertà o come un perfido scherzo.

Continua la lettura con: Tutti i pensieri del giorno 

MILANO CITTA’ STATO 

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