Letizia Moratti si dimette da assessore al Welfare e da Presidente di Regione Lombardia. Le motivazioni sono incendiarie.
# Venuto meno il rapporto di fiducia con il Presidente Fontana
“Di fronte al venir meno del rapporto di fiducia con il Presidente Attilio Fontana”, scrive Letizia Moratti in una nota resa nota dall’agenzia Ansa, “annuncio la decisione di rimettere le deleghe di vicepresidente e di assessore al Welfare di Regione Lombardia”.
“Per rispetto dei cittadini con senso di responsabilità ed in considerazione del delicato momento socio-economico del Paese, ho atteso l’esito delle elezioni politiche e la formazione del nuovo Governo per rendere nota la mia posizione“.
# Forte critica alle decisioni del governo in tema di pandemia
Credits glowsamy_ ig – Letizia Moratti
Per Moratti, si tratta di “un forte segnale rispetto alle lentezze e alle difficoltà nell’azione di questa Amministrazione, che a mio avviso non risponde più all’interesse dei cittadini lombardi”. Una scelta “di chiarezza di cui mi faccio pienamente carico, anche in considerazione dei provvedimenti contraddittori assunti in materia di lotta alla pandemia”.
L’impegno dei mesi scorsi sul Covid “ha portato la Lombardia ad essere tra le prime aree al mondo per adesione e copertura: un successo di cui essere fieri e che ora viene messo in discussione da provvedimenti che non condivido”, ha aggiunto Moratti. “Da una parte – ha proseguito – prendo positivamente atto che la linea da me stabilita per i cittadini lombardi è stata quella di seguire il parere degli esperti della Cabina di Regia lombarda che ho attivato sull’obbligo delle mascherine in ospedali e Rsa”; dall’altra, “registro con preoccupazione la scelta di anticipare il reintegro dei medici e degli altri professionisti della sanità non vaccinati, il condono sulle multe ai no vax e la diversa sensibilità sull’importanza dei vaccini”.
# La reazione di Sala
Le dimissioni di Letizia Moratti da assessore al Welfare e vicepresidente di Regione Lombardia “è chiaro che erano un qualcosa da me atteso. Moratti ha fatto quello che non ha avuto il coraggio di fare Fontana, cioè di prendere atto che non c’era più fiducia”. Così il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha commentato le dimissioni di Letizia Moratti.
Già si alimentano le indiscrezioni sul suo futuro: sarà lei a guidare il centro sinistra contro Fontana nelle prossime elezioni per la regione?
Un terzo dei milanesi ha espresso il desiderio di cambiare casa nei prossimi due anni e il 73% di chi vive in centro preferirebbe spostarsi in periferia o nell’hinterland. Vediamo nel dettaglio quanto emerso da un’indagine Ipsos e le motivazioni di questa fuga.
🔴La FUGA dal CENTRO: 3 milanesi su 4 preferiscono PERIFERIA o HINTERLAND
# Un terzo dei milanesi pronto a cambiare casa, 3 su 4 in fuga dal centro
Un ricerca Unipol elaborata da Ipsos, su un campione rappresentativo dei residenti tra i 16 e i 74 anni, ha mostrato come ai milanesi piaccia sempre meno vivere in centro: un terzo dei residenti ha infatti espresso il desiderio di cambiare casa nei prossimi due anni e il 73% di chi abita dentro la prima cerchia di spostarsi verso quartieri periferici ben serviti dai mezzi pubblici.
# Al top delle preferenze: Dergano, NoLo e Città Studi
Tra le zone preferite ci sono: Dergano, Nolo, Isola e Città Studi al 43%, oppure l’hinterland ben collegato dai mezzi per il 30% degli intervistati.
# Le motivazioni principali che spingono ad andare in periferia o nell’hinterland
Andrea Cherchi – Piazza Duomo di sera
I motiviprincipali che spingono i milanesi a scappare in periferia sono il fatto che il centro storico la sera si spegne, con le insegne dei negozi che ad una cert’ora spariscono nel buio e i bar che fanno fatica per le difficoltà legate al mercato energetico, la necessità di una casa più grande e la presenza di reti solidali, un’esigenza avvertita soprattutto dopo la pandemia, che si creano più facilmente nei quartieri più esterni.
A questo si aggiunge la percezione della sicurezza: il 42% degli intervistati ritiene che non cambi molto tra centro e periferia, ma anzi, come emerso dai dati Areu, nel mese di ottobre risse, rapine e piccole aggressioni si sono concentrate soprattutto nel centro storico, in Garibaldi, sui Navigli e in Stazione Centrale.
# I criteri per la scelta della nuova casa
Credits Hans-pixabay – Casa con giardino
Tra i criteri per la scelta della nuova casa il 67% dei milanesi mette al primo posto il prezzo, a seguire la metratura per il 41% e la luminosità per il 39% anche in relazione della diffusione del lavoro da remoto. A questi si affiancano la vicinanza a parchi e giardini di zona, la presenza di uno spazio esterno e l’efficienza energetica dell’abitazione.
“Buongiorno, i marciapiedi di Via Sirtori a Porta Venezia sono pericolosissimi.
Infatti i marciapiedi del tratto di Via Sirtori fra Via Nino Bixio e via Lambro hanno una forte pendenza verso la carreggiata dove passano le macchine. Io ho perso il controllo di un passeggino ed un disabile non riesce a controllare la carrozzina da solo.
Basterebbe alzare l’asse stradale e rendere orizzontali i marciapiedi.
Forse il problema è di essere al confine fra zona 1 e zona 3!! Terra di nessuno
Grazie.
Ludovica Volpi”
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Credits villaggiodellemeraviglie IG - Casette con dolci e regali
Il parco tematico del Natale. Ecco quando inaugura e quali attrazioni si possono provare.
A Milano il VILLAGGIO delle MERAVIGLIE
# Un tradizione lunga 15 anni
@villaggiodellemeraviglie IG – Logo Villaggio delle Meraviglie
Una tradizione consolidata per Milano. Dal 2008 il Villaggio delle Meraviglie, che all’epoca fu il primo parco tematico del Natale ad inaugurare in Italia, è un appuntamento fisso per famiglie e bambini che vogliono godersi l’atmosfera gioiosa delle festività invernali.
# La pista di pattinaggio più grande del Nord Italia
@villaggiodellemeraviglie IG – Pista di pattinaggio
Tra le tante attrazioni presenti è confermata la grande pista sul ghiaccio, una doppia pista di pattinaggio in parte coperta e riscaldata e in parte all’aperto adatta a tutti, la più grande del nord Italia: è lunga infatti 80 metri e ha una superficie di 1.000 mq. Oltre al noleggio dei pattini i più piccoli possono sedersi a bordo di slittini a forma di pinguino o usare i pattini bilama.
# La casa di Babbo Natale
Credits villaggiodellemeraviglie IG – Babbo Natale al Villaggio delle Meraviglie
L’elemento centrale del villaggio è la casa di Babbo Natale, con prenotazione obbligatoria a questo link, dove i bambini potranno portare la propria letterina dei desideri e incontrare per davvero Babbo Natale.
Credits villaggiodellemeraviglie IG – Elfo Bianco al Villaggio delle Meraviglie
Tra le altre attrazioni troviamo: le pazze slitte volanti, l’albero magico di Natale, le slitte di Babbo Natale, la pesca del pinguino, l’arrampicata sui ghiacciai, il viaggio al Polo Nord, la giostra di fiocco di neve e la fabbrica dei giocattoli degli elfi. Al social corner si potrà incontrare l’Elfo Bianco che inviterà i presenti a ballare e cantare per diventare protagonisti sulle piattaforme di TikTok e Instagram
# Il Villaggio delle Meraviglie sarà aperto dal 19 novembre all’8 gennaio 2023
@villaggiodellemeraviglie IG – Casette con dolci e regali
Il Villaggio delle Meraviglie inaugura sabato 19 novembre e rimarrà aperto fino all’8 Gennaio 2023. La location è sempre all’interno dei Giardini Indro Montanelli raggiungibili dalla fermata di Porta Venezia M1. Dal 26 Dicembre al 5 Gennaio inoltre, all’interno nella Casa di Babbo Natale, si potrà incontrare Mamma Natale, mentre il 6 Gennaio ci sarà la Befana.
Credits: @lacassoeuladeltogn
La Cassoeula del Togn
Scopriamo la storia e le curiosità della prima Cassoeuleria di Milano, dove le antiche tradizioni lombarde si intrecciano con le dinamiche frenetiche della città.
LA CASSOEULA DEL TOGN: il primo delivery di soli PIATTI LOMBARDI
# Una storia familiare lunga 75 anni
@lacassoeuladeltogn La Cassoeula del Togn
È il 1945 e gli Italiani incominciano il proprio cammino di Ricostruzione con inventiva e dedizione. Antonio “il Togn” Cesana è tra questi e nella Trattoria Capanna di Lurago d’Erba (CO) del padre Cesare inventa una particolare ricetta della cassoeula, successivamente tramandata (e perfezionata) di generazione in generazione.
Nonostante siano passati più di 75 anni, la ricetta segreta si caratterizza ancora oggi per l’attentissima selezione delle materie prime, la cura maniacale nella preparazione, il gusto leggero e la ricca qualità. È cosi che Matteo, nipote del Togn, decide di lasciare la Brianza per approdare nel capoluogo lombardo ed aprire “La Cassoeula del Togn”.
# Un locale nel cuore del quartiere Solari
@lacassoeuladeltogn La Cassoeula del Togn
Ci troviamo in Via Andrea Solari 43 nel centro di quello che è a tutti gli effetti uno delle zone più dinamiche della città, dove le ex fabbriche che la caratterizzavano sono diventate poli di moda e design internazionali. Il locale, che ha appena festeggiato il primo anno di attività, presenta al suo interno due tavolini, ma è il delivery il vero punto forte. Grazie a questa tipologia di format è possibile gustare i piatti tipici della tradizione lombarda stando comodamente seduti sul divano. Le pietanze vengono consegnate in pratiche versioni sottovuoto, da conservare in frigorifero e da consumare quando più lo si desidera.
# Un menù rigorosamente lombardo
@lacassoeuladeltogn La Cassoeula del Togn
Il menù è espressione di quella cucina lombarda che a fatica si riesce ancora a trovare. Oltre a Sua Maestà la Cassoeula è possibile ordinare anche salumi brianzoli, brasato, formaggi della Valsassina, polente, dolci fatti in casa e una varietà di vini e birre artigianali.
# Una storia d’amore lunga 60 anni
@lacassoeuladeltogn La Cassoeula del Togn
Tra le birre artigianali proposte non si può non citare la Rita, che porta il nome proprio della compagna di vita del Togn e con il quale ha festeggiato 60 anni di matrimonio. In accompagnamento ad un piatto di cassoeuela con la ricetta del Togn non c’è quindi altra birra da poter richiedere se non proprio la Rita.
Pronti per le novembrate di Milano? Il mese degli eventi di Milano inizia con una settimana corta. Per chi ha già voglia di tornare a uscire dopo il Ponte questi gli incontri più intriganti.
I PRIMI EVENTI di Novembre: #ToDoMilano (2-4 novembre)
#Mercoledì 2/11: veglie d’amore in ricordo di Alda Merini, street market dedicato al vintage, serata di champions e di danze irlandesi allo Spirit de Milan
Alda Merini – Credits: caffebook.it
Mercatini&Curiosità: primo mercoledì del mese per le bancarelle di corso di Porta Romana (San Nazario in Brolo). Nel cuore della vecchia Milano street market dal sapore vintage, dalle 8.00 alle 19.00.
Veglie d’amore: continua la 3 giorni dedicata al ricordo di Alda Merini, in occasione del 13 anniversario della scomparsa. Allo Spazio Alda Merini di via Magolfa 30 fino al 3 novembre, incontri, talk e poesia.
Italian Water Tour 2022: il Gruppo CAP ospita un pomeriggio di incontri su PNRR, digitalizzazione e l’immancabile transizione sostenibile, presso l’auditorium di via Rimini 38, dalle 14.00 alle 18.30.
The Irish Accident: sulla scia del capodanno celtico, lo Spirit de Milan di via Bovisasca 57 organizza una serata di danze irlandesi. Dalle 19.00 comprende intrattenimento, lezioni per imparare i primi passi e musica dal vivo dalle 22.00.
Milan – Salisburgo: ultima giornata dei gironi della Champions League, a San Siro il Milan si gioca l’accesso agli ottavi in una sfida da dentro e fuori con la squadra della città di Mozart.
Stand & Mr. Up: stand-up comedy in una delle location in cui è più di casa il genere. Al Gerico di via Pio IV 3, alle 21.00, giovani comici provano dialoghi e monologhi.
#Giovedì 3/11: Festival della Peste, torna Convivio, eurolega con il Real Madrid, la musica di Judith Hill e il violino di Uto Ughi
Medico della peste – Credits: Flickr
Festival della Peste!: a cura dell’associazione Il Lazzaretto, quattro giorni di spettacoli, concerti, workshop e laboratori aperti al pubblico. Laboratorio sensoriale Riprendere i sensi tra ragione e sentimento che inaugura alle ore 9.00.
Il buono in tavola: due mercatini a chilometro zero, o km sincero. Uno nei pressi di San Maurizio in Monastero Maggiore, l’altro in piazza S. Eustorgio, le bancarelle offrono i prodotti di coltivatori e allevatori lombardi.
Mercatino della Pusterla: il mercatino più di nicchia di Milano. Prodotti creati con materiali di riciclo, collezioni etniche, artigianato e collezionismo in mostra dalle 9.00 alle 19.00 in via Olona, angolo De Amicis.
Mercato antiquario di Piazza Diaz: come ogni giovedì mattina, aprono alle 9.00 le bancarelle poste sotto i portici di piazza Diaz. Appuntamento con antiquariato e oggetti di collezionismo.
International Horeca Meeting: anteprima della 12ma edizione di IHM, presso il Superstudio di via Tortona 27, alle ore 10.00.
Mercato Agricolo dei Legami: torna il giovedì del piccolo farmer market della Barona. Pomeriggio dalle 13.30 alle 19.00 al Villaggio di via Ettore Ponti 21.
L’inferno della luce era l’amore: inaugura alle 17.00 la mostra fotografica di Rita Antonioli e Alessandra Frison e che propone una rilettura della favola di Euridice e Orfeo. Alla Ghiacciaia dell’Unimi in via Festa del Perdono, fino al 18 novembre.
Convivio: dopo anni di assenza torna la mostra mercato benefica, alla Fabbrica del Vapore dal 3 al 7 novembre compresi.
Giovanotti Mondani Meccanici Reloaded: nuovo percorso al MEET Digital Culture Center di viale Vittorio Veneto. Il percorso si snoda tra il 1984 e il 2000, all’alba dei nuovi media. Apre alle ore 17.30.
Ricordo di Alda Merini: a 13 anni dalla scomparsa una serata per ricordare la poetessa milanese, nella suggestiva cornice della sagrestia del Bramante in Santa Maria delle Grazie. Appuntamento alle 19.00 in via Caradosso 1.
Judith Hill: R&B, soul e funky per l’artista californiana che ha debuttato con brani di Prince. Tutto il repertorio sul palco della Santeria di viale Toscana 31, alle ore 21.00.
Olimpia contro il Real Madrid: incontro dell’Eurolega di basket. Al Forum di Assago arrivano i campioni del Real Madrid guidati dal grande ex Sergio Rodriguez.
Uto Ughi: la Magia della Musica all’Auditorium di largo Mahler. Il violino di Uto Ughi apre il sipario alle 21.30, accompagnato dal pianoforte di Bruno Canino.
Oltre lo Specchio Film Festival: festival horror, thriller e sci-fi al Centrale di via Torino 33. La rassegna si pregia di oltre 30 pellicole, inedite in Italia, e resta open fino al 9 novembre.
#Venerdì 4/11 (orario diurno): le incredibili competizioni tra maestri di Panettone o della League of Legends, l’agricoltura urbana di Cascina Cuccagna, torna la mostra sui segreti del corpo umano
Credits: Décio Guanabarino Silveira, Pixabay
Coppa Del Mondo Del Panettone: terza edizione di un evento unico nel suo genere. Al Palazzo delle Stellinedi corso Magenta, fino a domenica 6 novembre, arriva per la prima volta a Milano il concorso interamente dedicato al panettone. Degustazione finale dei panettoni premiati. Apre alle 12.00.
Agricoltura urbana e sistemi alimentari: mattinata di connessione tra agricoltura e città, alla Cascina Cuccagna di Porta Romana. Dalle 10.00 alle 13.00 si esplora l’agricoltura urbana e peri-urbana in alcune città europee.
Body Worlds – Il ritmo della vita: riparte in versione riveduta, la mostra che offre una panoramica completa dell’anatomia e fisiologia del corpo umano. Alla Galleria dei Mosaici in piazza IV Novembre. Aperta tutti i giorni dalle ore 10.00.
Alla Ricerca del Benessere: workshop di formazione e informazione, psicologia e attività fisica. Alle 17.00 in via Savona 99.
Red Bull Factions 2022: finale del torneo che è ispirato a League of Legends, uno dei divertimenti più giocati al mondo. Pelota Jai Alai in via Palermo 10 alle 17.30.
Appuntamento con il primo fine settimana di Novembre, fissato a giovedì 3
Un dato agghiacciante: da inizio pandemia l’Italia è il Paese europeo che registra il più grande numero di morti in eccesso per abitanti, rispetto alla media dei cinque anni precedenti. Si tratta di morti per ogni causa. Un numero impressionante che ci obbliga a cercare quali possano essere le cause per impedire che si vada avanti con un trend che costa morti in eccesso che si potrebbero evitare.
ITALIA prima per MORTI in ECCESSO da inizio pandemia: quali le CAUSE?
Dati terribili. L’Italia registra livelli di mortalità in eccesso sensibilmente superiori rispetto a quelli già drammatici che risultano negli altri paesi europei. L’Italia presenta il 40% di morti in eccesso in più dei paesi più colpiti, come Spagna, Portogallo o UK. Addirittura tra il +250% e +350% di morti in eccesso rispetto a Francia, Svezia o Irlanda. Solo la Grecia presenta dati che si avvicinano ai nostri. Quali possono essere le cause?
# In cosa l’Italia è diversa dagli altri (e da due anni e mezzo fa)?
Per capirlo basta chiedersi che cosa c’è di strutturalmente diverso rispetto a prima di due anni fa e rispetto agli altri paesi europei, Grecia esclusa.
Si potrebbero rintracciare cause diverse ma opinabile. L’unica risposta fattuale è: la grande differenza è quello che accade negli ospedali italiani.
Chi arriva al pronto soccorso, magari dopo un incidente stradale o un attacco di cuore, viene sottoposto a tampone. Se risulta positivo, viene messo in isolamento e sottoposto a protocollo Covid, anche se asintomatico. In sintesi, per questo motivo rischia di ricevere cure inadeguate per ciò per cui è stato ricoverato. Cosa che non succede più negli altri paesi europei dove non si usa più il tampone sui ricoverati per altre cause.
Non solo. Anche l’obbligo all’uso delle mascherine porta a diversi interrogativi: esistono ormai molti studi che mostrano quanto sia dannoso respirare a lungo aria con alta concentrazione di anidride carbonica. Ciò può portare ad avere alti livelli di acidità nell’organismo che favoriscono l’insorgenza o l’aggravarsi di patologia. Per questo ci sono paesi, come la Svezia, dove le mascherine non solo non sono mai state rese obbligatorie neppure negli ospedali, ma sono state addirittura sconsigliate.
A questo si aggiunge un’altra anomalia italiana: i limiti alle visite ai pazienti in ospedale. In particolare chi è ricoverato in Italia non può ricevere la visita di amici o di parenti non in possesso di Super Green Pass (questo vale anche per chi ha fatto solo una o due dosi), privandoli del conforto dai loro cari come non succede neppure a chi si trova in carcere.
# Il peccato originale della gestione pandemica in Italia
Si tratta di tre pratiche mai attivate o ormai abbandonate negli altri paesi del mondo (ad eccezione solo della Grecia) che denotano forse il grave errore di impostazione delle politiche sanitarie adottate con la pandemia in Italia: puntare tutto sulla prevenzione nei confronti di persone sane, trascurando gravemente la cura delle persone malate.
Impostazione che forse sarebbe il caso di correggere, anche per evitare che l’aumento di mortalità in eccesso segni nuovi drammatici record.
Un dato agghiacciante: da inizio pandemia l’Italia è il Paese europeo che registra il più grande numero di morti in eccesso per abitanti, rispetto alla media dei cinque anni precedenti. Si tratta di morti per ogni causa. Un numero impressionante che ci obbliga a cercare quali possano essere le cause per impedire che si vada avanti con un trend che costa morti in eccesso che si potrebbero evitare.
ITALIA prima per MORTI in ECCESSO da inizio pandemia: quali le CAUSE?
Dati terribili. L’Italia registra livelli di mortalità in eccesso sensibilmente superiori rispetto a quelli già drammatici che risultano negli altri paesi europei. L’Italia presenta il 40% di morti in eccesso in più dei paesi più colpiti, come Spagna, Portogallo o UK. Addirittura tra il +250% e +350% di morti in eccesso rispetto a Francia, Svezia o Irlanda. Solo la Grecia presenta dati che si avvicinano ai nostri. Quali possono essere le cause?
# In cosa l’Italia è diversa dagli altri (e da due anni e mezzo fa)?
Per capirlo basta chiedersi che cosa c’è di strutturalmente diverso rispetto a prima di due anni fa e rispetto agli altri paesi europei, Grecia esclusa.
Si potrebbero rintracciare cause diverse ma opinabile. L’unica risposta fattuale è: la grande differenza è quello che accade negli ospedali italiani.
Chi arriva al pronto soccorso, magari dopo un incidente stradale o un attacco di cuore, viene sottoposto a tampone. Se risulta positivo, viene messo in isolamento e sottoposto a protocollo Covid, anche se asintomatico. In sintesi, per questo motivo rischia di ricevere cure inadeguate per ciò per cui è stato ricoverato. Cosa che non succede più negli altri paesi europei dove non si usa più il tampone sui ricoverati per altre cause.
Non solo. Anche l’obbligo all’uso delle mascherine porta a diversi interrogativi: esistono ormai molti studi che mostrano quanto sia dannoso respirare a lungo aria con alta concentrazione di anidride carbonica. Ciò può portare ad avere alti livelli di acidità nell’organismo che favoriscono l’insorgenza o l’aggravarsi di patologia. Per questo ci sono paesi, come la Svezia, dove le mascherine non solo non sono mai state rese obbligatorie neppure negli ospedali, ma sono state addirittura sconsigliate.
A questo si aggiunge un’altra anomalia italiana: i limiti alle visite ai pazienti in ospedale. In particolare chi è ricoverato in Italia non può ricevere la visita di amici o di parenti non in possesso di Super Green Pass (questo vale anche per chi ha fatto solo una o due dosi), privandoli del conforto dai loro cari come non succede neppure a chi si trova in carcere.
# Il peccato originale della gestione pandemica in Italia
Si tratta di tre pratiche mai attivate o ormai abbandonate negli altri paesi del mondo (ad eccezione solo della Grecia) che denotano forse il grave errore di impostazione delle politiche sanitarie adottate con la pandemia in Italia: puntare tutto sulla prevenzione nei confronti di persone sane, trascurando gravemente la cura delle persone malate.
Impostazione che forse sarebbe il caso di correggere, anche per evitare che l’aumento di mortalità in eccesso segni nuovi drammatici record.
L’alto costo della vita di Milano non è un mistero. Specie se si tratta di costi degli affitti: nella classifica delle vie più care d’Italia 8 su 10 si trovano nel capoluogo lombardo. Vediamo quali sono le strade più costose.
Le STRADE più COSTOSE d’Italia: 8 su 10 sono a MILANO. Ecco quali sono
# Il prezzo medio al mq a Milano è quasi il triplo che nel resto d’Italia
Andrea Cherchi – Via Mercanti
Milano si conferma la città più cara d’Italia. A certificare un primato consolidato da tempo è Immobiliare.it Insights, la business unit specializzata in studi di mercato del portale, che ha stilato la classifica delle 30 strade più costose d’Italia in riferimento alle abitazioni sul mercato al terzo trimestre del 2022: 8 delle prime 10 sono nel capoluogo lombardo. Dall’analisi è emerso che il prezzo medio al mq per un immobile a Milano è di 4.866 euro, quasi tre voltesuperiore a quello italiano che si ferma a 1.800 euro.
# Via Manzoni è la via più cara con 17.350 al mq, sul podio tutte strade milanesi
Andrea Cherchi – Via Manzoni
Al primo posto nella classifica delle vie più care d’Italia, e di Milano, c’è via Manzoni: tra il Teatro della Scala e le viuzze dello shopping di Montenapoleone il prezzo medio al mq è di 17.350 euro, il 40% più alto della media del quartiere. Per un semplice trilocale da 80 mq serve almeno un milione e mezzo di euro. In seconda posizione troviamo via Borgospesso con 16.128 euro e in terza via Montenapoleone con 15.692 euro.
Al quarto posto in graduatoria la prima via non di Milano: via Caramelle a Capri con 15.252, al quinto la romana via Condotti con 14.574 euro. Le altre cinque posizioni sono tutte ancora occupate da vie di Milano: via dell’Orso con 14.292 euro e a seguire via Borgonuovo e via della Spiga con prezzi attorno ai 13.500 euro, via Conservatorio con 13.000 euro e via Rovello con 12.954 euro.
Vivere a Milano su una sedia a rotelle non è per niente facile, o meglio, è molto costoso. È questo quello che ci racconta Concettina Costanzo, che ogni mese spende “uno sproposito” semplicemente per uscire a fare la spesa. Sì perché il servizio di trasporto che il Comune di Milano dà alle persone disabili non è molto agevolato, economicamente parlando. Pubblichiamo la sua lettera.
Milano non fa schifo ma… è piena di OSTACOLI per chi VIVE IN CARROZZINA
oltrelebarriere.net disabili e trasporti
Il Comune di Milano offre il servizio navetta alle persone diversamente abili, ma non considera che il costo di ciò che offre non sempre è sostenibile a tutti. Servirebbe che venisse incontro a queste persone, anche semplicemente offrendo 1 o 2 uscite gratuite al mese. Concettina Costanza ci racconta la sua storia, le sue difficoltà e le sue proposte per migliorare la vita a Milano per chi deve muoversi sulla sedia a rotelle:
# La lettera di Tina, in carrozzina dal 1985
“Sono una ragazza 66enne (scrivo ragazza, ironicamente, ma c’è un fondo di verità). Sono in carrozzina dal 1985 in seguito ad un episodio di malasanità. Quando esco sono costretta a servirmi di mezzi privati (c’è una società di pulmino attrezzati con pedana): sono oltre 20 anni che con loro esco per fare la spesa, per fare commissioni oppure per andare con un’amica a una mostra, insomma quello che fanno normalmente le persone, solo che a me costa al mese tantissimo! Uno sproposito! Anche se maggiormente esco per fare la spesa.
# Perfino Roma più avanti nell’aiuto ai disabili
Il Comune di Milano non ha mai proposto un iniziativa che so, di 1 uscita o 2 gratuite al mese per queste normali azioni quotidiane (lo fa solo se si fanno terapie o si studia o si va a scuola). Lo so per certo perché ero in contatto anni fa con una persona che era di Roma e nella città di Roma il Comune aveva stabilito per persone disabili (non da una certa età in poi, la persone in questione all’epoca aveva circa 40 anni) 5 uscite al mese gratuite (restando dentro la città di Roma). Non sono più in contatto con quella persona, temo che oggi quel servizio non sia più in vigore (non ne ho la certezza). Ecco questa è un’idea (non dico 5 uscite come a Roma, ma 1 o 2!). Qui non si parla di volontariato, ma di un servizio che già c’è che ognuno da privato deve pagare.
# I costi assurdi se ci si muove in carrozzina
Faccio un esempio, se vado al vicino centro commerciale (perché il centro commerciale è senza barriere e io faccio tutto da sola, la spesa o qualsiasi cosa compro, metto il sacchetto appoggiato dietro alla carrozzina e vado) a 3 chilometri di distanza spendo 20 euro andata e ritorno (io dico gli orari e l’autista viene a prendermi e poi all’orario indicato si fa trovare di nuovo per portarmi a casa). Se vado in centro sono 50,00 euro, se vado sempre in città, magari una zona centrale ma un po’ oltre il centro sono 70,00. Se vado al centro Arese sono 70,00 euro. Anche Easy taxi ha la pedana, però si paga 25 euro andata e 25 ritorno se ci si sposta però solo dentro Milano. Conviene se uscissi di sera perché il pulmino costerebbe di più. Questo per elencare che se faccio solo la spesa al mese di trasporto spendo 100/120 euro uscendo si e no 6 volte al mese! Ci si rende conto!? Potrebbero proporre un abbonamento non so, dove ci sia modo almeno di risparmiare. E salto sempre le vacanze ,preferisco uscire tutto l’anno nella MIA amata Città!!!
# Barriere architettoniche ovunque
Credits: ilgiornale.it barriere architettoniche
E se vogliamo raggiungere l’obiettivo delle altre città Stato, le barriere architettoniche sono ancora ovunque. Pochissimi marciapiedi hanno scivoli e pendenze adeguate (se volete ho foto che dimostrano che le cose per bene si possono fare, basta volerlo) scivoli e pendenze fatte perfettamente, mi chiedo però: ma perché non si guarda ai lavori fatti bene? E continuare con queste società di manutenzione stradale ordinaria o straordinaria non so: sono 20 anni che l’allora vice sindaco De Corato mi rispose ad una mail dicendo che sì, avrebbero eseguito i lavori su alcuni marciapiedi con la manutenzione straordinaria. Correva l’anno 2005″.
Mentre a Milano si dibatte sul futuro di San Siro inaugura il 31 ottobre 2022 la piattaforma che “trasforma” i calciatori in criptovalute, in grado di far guadagnare i loro fans più accaniti. Vediamo come funziona e come si può partecipare.
CALCIATORI come BITCOIN: parte il CRIPTOCALCIO con STARCKS
# I tifosi possono avere un “pezzetto” di Messi o Ronaldo con il token Starcks
Token Starcks
A Milano è entrato nel vivo il dibattito sul futuro dello stadio San Siro e sul probabile nuovo impianto di Inter e Milan che andrebbe a sostituire la “Scala del Calcio”. Nel frattempo c’è chi sta trasformando i calciatori in criptovalute, in grado di far guadagnare i loro fans più accaniti.
Da lunedì 31 ottobre alle ore 15 i tifosi possono partecipare attivamente alla carriera fuori e dentro il campo dei propri idoli sportivi grazie a Starcks(starks.io), un progetto che vuole sbloccare la potenza dell’engagement tra Fan e Star attraverso la Blockchain. Gli utenti possono acquistare e scambiare i token delle Star dei maggiori campionati del calcio europeo e, grazie ad essi, prendere parte al percorso professionale della Star, attraverso iniziative e contest riservati e, soprattutto, mettere alla prova la propria cultura calcistica. Possono scegliere tra esperienze da vivere direttamente con i calciatori o anche memorabilia, Nft e targhe personalizzate da acquistare con i propri token caricati sul proprio wallet.
Le parole di Emanuele Floridi, ideatore del progetto Starcks insieme con il procuratore Alessandro Moggi: “in un settore come quello del calcio bisognoso di risorse fresche, la possibilità di trasferire, attraverso specifici token, una quota del cartellino del calciatore potrebbe rivoluzionare l’intero ecosistema. Ogni tifoso potrebbe contribuire ai successi del club acquistando una quota di Dybala, Messi o Ronaldo”. I calciatori, in una seconda fase, potrebbero anche pensare di usare questi diritti di immagine come parte del loro compenso.
# Una piattaforma 100% made in italy completa di exchange proprietario
App Starcks
Starcksha realizzato una piattaforma 100% made in italy completa di exchange proprietario in grado di gestire sia il top up, ovvero tutto il processo di conversione da moneta fiat (euro) a digital asset, che il meccanismo di scambio degli asset tra gli utenti una volta effettuato il listing dei vari token. Il tutto con la protezione e la certificazione delle transazioni garantita dalla blockchain e secondo il massimo rispetto di tutte le norme nazionali ed europee.
Anche la Tokenomics del progetto, il modello economico alla base del web3, è stata realizzata appositamente per Starcks da WDA, Venture Builder specializzato nel web 3.0, e riflette l’intento di creare valore per gli utenti. Il minting dello Star Token, le monete che verranno coniate, è infatti limitato da un hard cap a 1.000.000.000 di token. La quota disponibile alla vendita massima è invece di 400.000.000.
# Il calciatore della Lazio e della nazionale Ciro Immobile è il primo calciatore abbinato al token Starcks
Starcks
Il primo calciatore con cui i fan 3.0 potranno divertirsi sarà Ciro Immobile, a cui seguiranno altri atleti tra cui Nico Gonzalez, Davide Frattesi, Gianluca Scamacca, Mattia De Sciglio e Riccardo Marchizza. Secondo le stime degli ideatori entro i primi mesi del 2023 si dovrebbe arrivare a “tokenizzare” tutti i maggiori giocatori della Serie A.
Il salto in avanti di Starcks, rispetto ai progetti legati al mondo delle criptovalute a cui i top club italiani hanno aderito, è che in questo caso sarà il singolo calciatore ad avere un token, un asset digitale, associato al proprio nome e che sarà direttamente collegato alle prestazioni dentro e fuori dal campo di gioco. Un algoritmo proprietario aumenterà o ridurrà automaticamente la supply della moneta del calciatore sulla base di dati statistici.
Un’autostrada da record che arriva a contare ben 26 corsie di marcia. Vediamo dove si trova e quando è stata realizzata.
L’AUTOSTRADA più GRANDE del mondo: 26 CORSIE
# A Houston l’autostrada da record
Katy freeway
Interstate 10 o i-10 è il nome ufficiale dell’autostrada più grande del mondo, più comunemente conosciuta come Katy Freeway.
Si tratta della principale autostrada interstatale est-ovest negli Stati Uniti meridionali, si trova nello stato del Texas e corre da Anthony, al confine con il New Mexico, fino al confine con la Louisiana a Orange passando per El Paso e Houston. La sua costruzione è avvenuta negli anni ’60, inizialmente con 8 corsie. Nel corso degli anni sono state raddoppiate per portare la capacità a 200.000 veicoli al giorno.
Il piano di ampliamento non si è fermato. All’inizio del 2000 sono state aggiunte ulteriori corsie alle 16 presenti nel punto di larghezza massima. Nel 2008 con l’ultimo una parte dell’autostrada a ovest di Houston è diventata la più larga del mondo con 26 corsie comprese alcune che corrono parallele e che sono collegate alla stessa autostrada.
La fermata di Papiniano, inaugurata il 30 ottobre del 1983, l’anno di I Like Chopin di Gazebo e di Every breath you take dei Police. Una tra le fermate più profonde della metropolitana, cosa che, anche per la non impermeabilità delle gallerie della linea 2, porta a costanti infiltrazioni d’acqua. Per prevenirne l’allagamento sono state installate delle pompe nel tunnel inferiore. Oltre a queste caratteristiche tecniche presenta diverse attrazioni nelle sue vicinanze.
FERMATA DEL GIORNO: 7 cose interessanti intorno a SANT’AGOSTINO
# Llevataps – Il ristorante spagnolo
In via Ariberto 31 si può cenare e pranzare con le tipiche pietanze spagnole come paella, tapas e pescado. Il tutto non può che essere accompagnato che dalla famosa sangria. Il locale è dominato da colori neutri e scuri, dai mattoni a vista e lampadari importanti.
# So Natural – Non una semplice filosofia ma uno stile di vita
So Natural è un bistrot, pasticceria e gelateria in Piazza Sant’Agostino che, come si intuisce dal nome, è un locale le cui parole “naturale”, “sano” e “biologico” sono i pilastri su cui si fonda la loro filosofia. O meglio, stile di vita.
# Il mercato di viale Papiniano
@modangelo_valeria
Il martedì e il sabato si tiene ogni settimana il mercato di viale Papiniano. Lungo quasi un chilometro, è il più famoso della città. Oltre alle numerose e ricche bancarelle alimentari, questo mercato è conosciuto per le perle che si nascondono negli stand di abbigliamento di seconda mano.
# Old Fox Pub – L’ English Pub di Milano dal ’79
https://www.birreriemilano.it
Uno dei primi pub a impronta britannica – conosciuto anche come public house – comparsi a Milano, è oggi anche uno degli ultimi sopravvissuti con la propria forma originale. La sua notorietà non si ferma a questo: l’Old Fox Pub è stato luogo di riferimento di Eric Clapton nelle sue visite in Italia. Ogni settimana ci sono diversi eventi e promozioni di cui approfittare, tutte consultabili sul loro sito ufficiale. Si trova in Piazza Sant’Agostino 1.
# Il Mosto Selvatico – le quattro storie chic
In via Cesare da Sesto 13 troviamo uno dei più eleganti e chic ristoranti della zona. La raffinatezza e l’intimità accompagnano le ricercate e studiate proposte enogastronomiche. Le varie sale del ristorante, in tutto quattro, sono tutte diverse fra loro e ognuna di loro “racconta una storia diversa”, come si legge sul sito ufficiale.
# Interior Design Cafè – Bevi&Compra
https://www.milanosecrets.it/
In via Ghisleri 1 si trova, all’interno di un negozio di arredamento di Walter Pisati, un locale in cui ci si può godere un buon cafè o un buon cocktail, accompagnate da stuzzichini e pietanze sia dolci sia salate.
# Archivio Atelier Pharaildis Van den Broeck
Pharaildis Van den Broeck è stata una fashion designer belga, collaboratrice – fra tutti – di Versace, Missoni e Trussardi negli anni 90. Questo archivio atelier, aperto nel 2015, vuole valorizzare e celebrare il contributo nel mondo della moda donato da Pharaildis Van den Broeck.
13 ottobre 2022. A Lugano si spegne Christina Moser, dal 1976 l’altra splendida metà dei Krisma, il duo musicale creato con il marito, Maurizio Arceri, diventato una delle massime espressioni della New Wave italiana. Un genere contaminato dal punk e prodromo della Tekno. Christina se ne è andata sette anni dopo il proprio inseparabile compagno, nella vita e nel lavoro.
I KRISMA: la coppia più PUNK della storia di Milano
# in 5 minuti Maurizio arriva al successo
@krismamusic
La storia dei Krisma (che inizialmente erano Chrisma, nome composto dalle loro iniziali) ha origine a Milano, da due milanesi di nascita: qui Arceri nacque il 30 aprile del ’42, mentre Christina, che ha origini svizzere, era del 1952. Per parlare dei Krisma, occorre partire dalla storia di Maurizio e osservare come ad un certo punto queste due entità umane si incontrano, per condividere amore e lavoro per 49 anni.
Lui è un ragazzino ribelle e amante della musica: “a 14 anni vado in Inghilterra facendo credere ai miei genitori che avrei aderito ad una vacanza studio -raccontò una ventina di anni fa l’Arceri- in realtà ci andai per suonare. Mi esibivo nei locali, poi ho dovuto tornare a casa a Milano, ma quella vita tutta dedicata alla musica mi mancava…”. Così fonda i New Dada, un gruppo che ebbe subito la fortuna di aprire i concerti italiani dei Beatles, nello storico tour che fecero nel 1965, partendo dal Vigorelli di Milano.
Maurizio si mette in proprio, fa l’attore nei musicarelli e nei fotoromanzi, il suo brano musicale più celebre è “5 minuti”, uno di quei singoli che fanno impazzire le ragazzine.
# La nascita dei Krisma, una storia lunga mezzo secolo
@krismamusic
E, nel 1966, lo adocchia una ragazzina: si chiama Christina Moser, è milanese, ma arriva da una benestante famiglia svizzera. Lei ha 14 anni, lui dieci in più. E’ subito amore: “Maurizio era sempre via per suonare, io avevo il permesso dei miei genitori di telefonargli tutte le sere, ma per pochi minuti, in realtà parlavamo delle ore”, raccontava Christina, che allora non scommetteva sulla durata di quel fidanzamento, “secondo le leggende gossip di allora, Maurizio dei New Dada teneva le fidanzate per una settimana, poi le lasciava…invece”. Invece la loro storia durerà 49 anni, fino alla morte di Arceri, nel 2015.
La loro relazione non solo diventa sempre più matura, ma nel 1972 si sposano e poco dopo iniziano a creare un sodalizio musicale che viene ufficializzato nel 1976, con la nascita dei Krisma, dalle iniziali dei loro nomi: entrano sulle scene con il Sexy Sound, il loro primo brano di questo genere fu “Amore”, con musiche di Arceri e Vangelis (nome d’arte del compositore e strumentista greco Evangelos Odysseas Papathanassion) e parole della stessa Moser. A Verona, nella serata finale del Festivalbar ’76, Chistina e Maurizio sembrano due divinità, lei bellissima e sensuale in versione Anita Ekberg, lui a torso nudo. L’atmosfera notturna dell’Arena, la musica dalle sonorità etniche africaneggianti e il carisma di Maurizio e Christina, regalano a quell’esibizione qualcosa di sensualmente solenne
# I nonni della Techno
@giuseppe.solidbond
Con lo stesso genere, nel 1977 compongono “U”, poi avviene il passaggio alle influenze punk e un viaggio a Londra li porta ad un ulteriore cambiamento: “qui ci siamo messi a comporre qualcosa che andava oltre la musica Disco, abbiamo seguito le intuizioni sperimentali di Vangelis e ci siamo messi ad inventare musica elettronica, ci consideriamo i nonni della Techno“.
Nel 1977 incidono “Chinese Restaurant”, da cui vengono estratti “Lola”, “C’Rock” e “Black Silk Stocking”, che hanno successo tutta Europa, il loro look diventa punk e lo stile sempre più elettronico. “Non ci ispirava l’elettronica in sè -raccontarono Christina e Maurizio una decina di anni fa- bensì la ripetizione della stessa nota, che offre una sonorità metallica tipica del suono elettronico”.
Gli aggeggi per creare suoni nuovi, esclusivi e ripetitivi, se li costruivano da soli, magari con l’aiuto di chi aveva più dimestichezza. Per esempio, in uno dei numerosi viaggi in Inghilterra, frequentarono alcuni giovanissimi di Oxford, che con l’elettronica avevano un ottimo rapporto, “e con una saldatrice abbiamo costruito un syn“, ovvero un sintetizzatore. Un altro improvvisato aggeggio per creare musica elettronica, fu un economico chip, di quelli che regolano la temperatura del frigorifero.
# Un gruppo che rimarrà nella storia
@occulte_persuasioni
In tutto i Krisma hanno realizzato dieci album, una ventina di singoli, due raccolte, varie collaborazioni (tra cui con i Subsonica e con Franco Battiato), partecipazioni a Compilation, film e presenze fisse in diverse trasmissioni televisive. Negli anni Novanta creano l’omonima Tv Satellitare, divenuta in poco tempo tra le più seguite. La storia dei Krisma finisce con la scomparsa di Maurizio Arceri nel 2015, avvenuta in un momento in cui lui e Christina stavano ancora progettando nuovi lavori. Quest’ultima, pur affranta dopo la morte del marito, ha portato avanti un percorso di valorizzazione dei loro 39 anni di storia professionale finché, lo scorso 13 ottobre, anche l’altra metà dei Krisma ci ha lasciati.
Ma la loro musica, la loro lucida trasgressione, il fascino delle esibizioni e dei loro corpi, sempre in movimento seguendo ritmi, ora frenetici e metallici, ora lenti e avvolgenti, rimarranno eterni.
Vediamo quale è la galleria ferroviaria più lunga d’Italia, dove si trova e per quanti chilometri si estende.
Quale è la GALLERIA FERROVIARIA più LUNGA d’Italia?
Credits lelevicario IG – Galleria più lunga d’Italia
La galleria ferroviaria più lunga d’Italia è il Traforo del Sempione, inaugurata nel 1905 e costruita a partire dal 1898 in collaborazione tra Italia e Svizzera.
Fino agli anni ’80 è stata la galleria ferroviaria più lunga del mondo. Nel 2008 era all’ottavo posto, da qualche anno è uscita dalla top ten superata da altre gallerie realizzate in Spagna, Austria, Svizzera, Giappone e Cina.
Misura 19,803 km nel tunnel a nord-est e 19,823 km in quello a sud-ovest. Mette in collegamento la val D’Ossola e l’alta valle del Rodano, passando sotto ai 3.552 metri sul livello del mare del monte Leone.
# La galleria ferroviaria più lunga interamente in territorio italiano
Credits clfspa.it – Galleria Vaglia
La più lunga galleria ferroviaria totalmente in territorio italiano è invece la Galleria Vaglia, nell’Appennino tra Bologna e Firenze, costruita tra il 1923 e il 1934. Al momento della sua apertura è stato anche il secondo traforo più lungo al mondo, dietro a quello del Sempione.
Si estende per 18,711 km e supera di poco la Grande Galleria dell’Appennino, sempre tra Bologna e Firenze, che si ferma a 18,507 km. Quando il Terzo Valico sarà terminato diventerà ufficialmente la galleria ferroviaria più lunga d’Italia con i suoi 27 km di estensione e occuperà la dodicesima posizione a livello mondiale.
Una mostra a Palazzo reale dedicata a Max Ernst si occupa di surrealismo. Surreale significa sopra la realtà. Per i surrealisti è dall’inconscio che possono arrivare le grandi soluzioni per migliorare la realtà. Il mantra dei surrealisti è “trasformare il mondo, cambiare la vita”, come scriveva Andrè Breton nel manifesto dei surrealisti. Se si libera l’individuo dalle convenzioni sociali si accede a una realtà superiore.
In una Milano che oggi è forse un po’ troppo intrappolata dalla razionalità, dalla concretezza, dal pragmatismo e fatica a superare le catene e a liberarsi dalle convenzioni, la strada per tornare a crescere potrebbe nascere proprio dal surreale.
Ci proviamo intervistando Duilio Forte, artista italo – svedese, forse il maggiore riferimento surrealista nella Milano contemporanea. Da Milano Città Stato, programma in onda tutti i giovedì alle 18 su Kristall Radio, FM 96.2 o su app. Affrontiamo con lui i grandi problemi di Milano per capire come risolverli con un pensiero fuori dal normale.
MILANO SURREALE: con aria di montagna, ricoperta d’acqua, aperitivo al mare
Sauna alata – Duilio Forte
Lorenzo Castellini lo ha definito come “il vero artista milanese della nostra generazione”. Artista che mette in relazione la tradizione rinascimentale italiana con i miti nordici. Nel suo Atelier, visitabile in via Corelli, si entra in una realtà surreale, incantata, fatta di cavalli alati e riferimenti della mitologia norrena.
Che cosa dovrebbe rappresentare il DNA di Milano visto da un artista nato a Milano e di origini svedesi?
Milano è interessante perché è un mix tra Italia ed Europa. Pur essendo in Italia, Milano è una città gotica: il Duomo, la nuova Feltrinelli, si rifanno a uno stile tipicamente Nord Europeo. Grazie a questo suo approccio, anche nel campo dell’arte ha rappresentato un riferimento nel Novecento europeo.
Il primo grave problema di Milano è l’inquinamento dell’aria. La strategia perseguita consiste nel limitare le emissioni. Cosa che però non produce grandi risultati, anche perché siamo in una conca dove l’aria non gira e che risulta l’area più inquinata d’Europa. Che cosa si potrebbe fare di diverso?
Si potrebbe trasformare la città in una specie di Venezia: allagare tutte le strade in modo che l’acqua riesca a trattenere la polvere, migliorando l’aria. Risolvendo in questo modo anche il problema del traffico perché così le auto non esisterebbero più.
E per la mancanza di vento?
C’era una proposta famosa di qualche anno fa presentata a Portobello di demolire il Turchino creando così una doppia corrente d’aria.
Se non si può portare Milano in montagna si potrebbe portare la montagna a Milano, sollevando Milano a mille metri così da respirare aria di montagna. Oppure, invece del gasdotto si potrebbe avere un aerodotto che porta a Milano l’aria delle montagne. Si potrebbero, poi, installare degli enormi ventilatori che potrebbero generare vento e, quando invece soffia l’aria, potrebbero essere impiegati per produrre elettricità.
Atelier Forte
Altro grave problema è quello dello squilibrio tra gli stipendi e il costo della vita che porta il 53% dei milanesi, secondo un recente sondaggio, a desiderare di andarsene via. Che cosa si potrebbe fare per rendere Milano economicamente più sostenibile soprattutto per i giovani, per i creativi, per chi fatica a permettersi la vita in città?
Per risolvere il problema delle case, si potrebbe affrontare tutto con il tema dell’autocostruzione. Se si allagasse la città si potrebbe consentire ai giovani di costruirsi delle palafitte, che tra l’altro appartengono alla tradizione della Pianura Padana. In generale, si potrebbe fare come Copenaghen con Christiania, creare delle aree in cui si lasci ai giovani e ai creativi la possibilità di costruire liberamente le loro case. I migliori progetti presentati verrebbero premiati con la libertà di costruirli. Questo potrebbe trasformarsi anche in un fattore di attrazione non solo per venirci a vivere ma anche per i turisti.
Molti milanesi si lamentano del peggioramento della qualità della vita in città. Cosa si potrebbe fare immaginando una città da vivere in modo più pieno?
Bisognerebbe collegare meglio Milano con realtà che sono bellissime. Tipo collegare con sistemi iperveloci luoghi come il mare o la montagna. Si potrebbe prendere un aperitivo a Genova e tornare indietro in serata con una metro. Molte ferrovie sono state create proprio per portare i milanesi a realtà dei dintorni, come quella che porta sul lago di Como.
E per migliorare la vita in città?
Si dovrebbero riportare alla luce i Navigli e i canali sommersi. Non solo. Si dovrebbero renderli centrali per la vita dei cittadini, come trasporto su acqua e forma di intrattenimento.
Cosa si può fare se si rimane 36 ore nel capoluogo meneghino? Ipotizzando un weekend lungo a Milano, il New York Times celebra la città nell’articolo di Ingrid K. Williams, che riserva per la città aggettivi come “cool e sicura di sé”, ma anche “elegante e resiliente”. Ecco allora un programma dettagliato che il Times ha riservato per i suoi lettori che vogliono viaggiare oltreoceano e atterrare a Milano. Il weekend perfetto nella città dei “tesori nascosti” che possono fare anche gli stessi milanesi.
“La città dei TESORI NASCOSTI”: il Week End perfetto è a Milano (secondo il New York Times)
# “La città che custodisce i suoi tesori più preziosi in giardini nascosti, vicoli e quartieri lontani”
Credits: @alessandrograssi Dimorecentrale
Il weekend americano a Milano inizia nel pomeriggio del venerdì, dedicando le ore che rimangono della giornata al design. Alle 4 di pomeriggio si consiglia di incamminarsi verso Dimorecentrale, una meta non molto conosciuta neanche dai milanesi. Dimorecentrale è infatti uno studio di design e architettura curato dai fondatori Emiliano Salci e Britt Moran e presentato all’ultima edizione del Salone del Mobile. Qui è possibile vedere in mostra mobili e pezzi di design unici, ma ci si può fermare anche nel bar o nel negozio presenti nel grande hub. Dove si trova Dimorecentrale? Vicino alla Stazione Centrale, in un ex magazzino ferroviario che ora è diventato un hub culturale di più di 20mila metri quadrati.
Credits: @azzuchef Osteria Alla Concorrenza
Durante il weekend perfetto a Milano, non può mancare poi uno dei rituali più amati dai milanesi e non: l’aperitivo. Alle ore 18:30 la scrittrice del Times prevede infatti un aperitivo all’ e/n Enoteca Naturale, il wine bar vicino alla Basilica di Sant’Eustorgio. Ma non si accontenta del cibo portato agli aperitivi milanesi e quindi consiglia di andare a cenare all’Osteria Alla Concorrenza in via Melzo (zona Porta Venezia), il secondo ristorante nel capoluogo lombardo di Diego Rossi, dove l’atmosfera e il buon vino fanno apprezzare anche la cucina servita nei piatti di carta.
# Non solo i classici musei
Casa Museo Boschi di Stefano – Via Giorgio Jan, 15 – Buenos Aires
Per il sabato mattina, il weekend perfetto a Milano richiede un’immersione nel mondo dell’arte meneghina. Ma il Times non propone i musei più conosciuti della città, al contrario fa trascorrere il sabato mattina nella Casa Museo Boschi di Stefano. In via Giorgio Jan, 15 ci sono infatti più di 300 opere esposte nella vecchia residenza di Antonio Boschi e Marieda di Stefano. Qui si trovano opere anche dei grandi artisti italiani del 20esimo secolo come Giorgio de Chirico, Lucio Fontana, Umberto Boccioni e Piero Manzoni.
A pranzo si propone invece un pasto veloce in un panificio in via Donatello, 22 che prepara specialitàgeorgiane. Su consiglio di Ingrid K. Williams, bisognerebbe provare la focaccia salata alle pesche e rosmarino, oppure il khachapuri adjaruli, un pane georgiano a forma di barchetta ripieno di formaggi piccanti e servito caldo con un uovo colante sopra.
# Un sabato pomeriggio nella moda milanese
Credits: @thecloister.milano The Cloister
Alle 14:30 il giro turistico per Milano continua in Fondazione Prada, ma poi si sposta in un luogo un po’ meno conosciuto sempre legato al grande marchio della moda milanese. In pieno centro città, al quinto e sesto piano della Galleria Vittorio Emanuele II, c’è l’Osservatorio della Fondazione dove è possibile visitare la mostra di video, fotografie e opere visive. Rimanendo nella moda, alle 16.30 l’obiettivo è fare un po’ di shopping. Il Times consiglia di incamminarsi verso il quartiere delle Cinque Vie, dove c’è The Cloister, un negozio molto caratteristico dove è possibile trovare abiti firmati d’epoca, gioielli, accessori, profumi e arredi.
La giornata si conclude con una classica cena italiana da PastaMadre, in zona Porta Romana, per celebrare la pasta in tutte le sue sfumature, e con un drink allo storico Bar Basso, magari un negroni sbagliato.
# “Per vedere più da vicino la magnifica cattedrale”
Credits Andrea Cherchi – Vista dalle Terrazze del Duomo
La domenica è invece dedicata alle grandi attrazioni milanesi. Dopo aver scoperto i tesori nascosti del capoluogo lombardo e aver respirato la sua energia tra i vicoli della città, la domenica mattina la si trascorre in zona Porta Venezia, con un giro nella via arcobaleno (via Abramo Lincoln). Non tanto lontane dalle casette colorate c’è poi Loste Café, una caffetteria di ispirazione scandinava che ha aperto lo scorso anno, dove poter fare una colazione diversa dal solito. Si prosegue poi per un giro in centro per visitare il Duomo e salire sulle sue guglie, per poi tornare in Stazione Centrale e pranzare nel “nuovo” Mercato Centrale. Infine dirigersi verso l’aeroporto, nel caso del weekend americano, o a casa, per i milanesi che vogliono vivere un weekend alternativo nella loro città, e poi riposarsi.