Sai che Missori, insieme a Crocetta, è la fermata della metro che serve l’Università Statale?
La stazione di Missori entrò in servizio il 16 dicembre 1990 insieme alla tratta da Duomo a Porta Romana, pochi mesi dopo l’apertura della prima tratta Centrale-Duomo.
Credits: @emmagrazianii Missori
Altre curiosità sulla fermata Missori:
Perché si chiama così è molto facile: sorge in piazza Giuseppe Missori e ha uscite in corso Italia, piazza Giuseppe Missori e piazza Velasca
Giuseppe Missori ha vissuto da protagonista alcune delle pagine più rilevanti del Risorgimento italiano: ha combattuto nelle cinque giornate di Milano, era uno dei mille al seguito di Garibaldi a cui salvò la vita a Milazzo. Dopo l’unità d’Italia entrò nel Consiglio Comunale di Milano
Nella piazza a lui intitolata c’è un monumento equestre che lo ritrae. E’ stato soprannominato il “Monumento del cavallo stanco”.
Credits digregorio_rocco_ IG - Riserva Naturale Biogenetica Stornara
Per chi vuole passare l’estate lontano delle mete più gettonate e caotiche della costa pugliese, c’è una località dove regna la natura selvaggia. Scopriamo questo angolo di paradiso.
Le DUNE SELVAGGE della PUGLIA incontaminata
# La “stornara”: 1.500 ettari di area protetta tra dune selvagge, laghi e corsi d’acqua
@digregorio_rocco_ IG – Riserva Naturale Biogenetica Stornara
Nel Salento c’è un angolo di paradiso lontano dalle località più caotiche e gettonate dai turisti, che si estende all’interno di una riserva biogenetica naturale di più di 1.500 ettari di area protetta lungo la fascia costiera del Mar Ionio tarantino: la Riserva naturale Stornara. Il nome di “stornara” deriva dai numerosi storni di uccelli migratori che hanno scelto questa zona d’Italia per venire a svernare.
Una distesa infinita di dune tra la fitta macchia mediterranea e il mare dalle acque calde e limpide che si sviluppa anche nell’entroterra, fino al confine con la Basilicata, e comprende zone umide, laghi e corsi d’acqua.
# La spiaggia di Castellaneta Marina
@ira.barra IG – Spiaggia di Castellaneta
Per prendere il sole, fare un bagno o fare splendide passeggiate a piedi nudi sulla sabbia c’è la spiaggia di Castellaneta Marina, ben 5 chilometri di spiaggia protetta e riservata che anche nell’estate 2022 ha ottenuto la Bandiera Blu. Il fondale basso per decine di metri consente di godere di acque cristalline dalle mille sfumature di blu, mentre il profumo dei pini d’Aleppo, del ginepro, del mirto e del rosmarino contribuisce a creare un’atmosfera di completo relax.
Milano e la Lombardia continuano a registrare temperature altissime: questa settimana per il capoluogo e l’intera regione sarà la settimana più torrida. Queste le previsioni degli esperti.
CALDO torrido a Milano: questa sarà la SETTIMANA di FUOCO
# Le temperature previste: si arriverà fino a 40 gradi
@lorexplores caldo a Milano
Passato il primo anticiclone africano, su Milano e la Lombardia arriva puntuale l’anticiclone delle Azzorre. Saranno giorni di fuoco quelli nel capoluogo meneghino: tra afa e temperature molto alte sarà difficile gestire il caldo. Ma vediamo quali sono le temperature previste.
L’inizio settimana sarà sopportabile: tra lunedì 11 e mercoledì 13, si prevede una minima di 23 gradi e una massima di 33, temperature simili a quelle della settimana precedente. La temperatura dovrebbe impennarsi però verso il fine settimana.
Giovedì il caldo peggiorerà: secondo le previsioni di 3b meteo, si raggiungeranno i 35 gradi. Ma ancora non è finita, anzi: le temperature più alte saranno nel weekend, venerdì la massima sarà 37 gradi e sabato e domenica il picco è segnato a 40 gradi.
# La crisi climatica di quest’estate a confronto con l’anno del caldo record
campi campagne milanesi
Facendo un po’ di chiarezza sulla situazione caldo, sentendo le parole degli esperti, Andrea Garbinato, responsabile redazione de ilMeteo.it, dice: “La Terra sta diventando bollente come Venere e la siccità di questi giorni ne è una conferma: il 40% dei terreni agricoli al nord è in stato di severa difficoltà idrica. Va però ricordato che questa siccità nasce dall’anno senza inverno: il 2022 ha visto temperature molto calde, pochissima neve e valori di 3/4°C superiori anche al 2003″. Perché si fa rifermento al 2003? Perché è in quell’anno che si registrò il record di caldo in assoluto: i 38,3 gradi dell’11 agosto 2003.
L’intera penisola, ma in particolare la Pianura, stanno vivendo una crisi climatica e un’emergenza più grave di quella di 20 anni fa, nell’anno del record. Agricoltura e allevamento sono in difficoltà: a livello nazionale si calcola già una perdita di 2 miliardi di euro per mancanza di raccolti (per la carenza di acqua per irrigare).
La fermata dove il quartiere Tortona si incontra con i Navigli. Simbolo di creatività anche per la celebre passerella. Che cosa si trova nei dintorni?
FERMATA DEL GIORNO: 10 cose interessanti da fare e vedere intorno alla stazione di PORTA GENOVA
# Vicolo Lavandai, un pezzo di Storia
Al numero 14 di Alzaia Naviglio Grande si trova il famoso Vicolo dei Lavandai, dove fino agli anni ’50 venivano lavati i panni nel lavatoio presente ancora oggi.
# MUDEC, il museo delle culture
flawless.life
Il museo in via Tortona 56 dedica spazio alla valorizzazione delle Culture del mondo. Raccoglie oltre 7000 pezzi di arte e artigianato che forniscono una presentazione molto completa della diversità ed eterogeneità culturale. Gli orari e i prezzi per visitare il Museo sono consultabili sul sito ufficiale.
# Il Naviglio e la Darsena
blog.thefork.com
La zona dei navigli, specialmente in orario aperitivo o post-cena ma non solo, merita attenzione da parte sia del turista sia del milanese, perché questa zona non stanca mai di stupire e regalare belle serate. Numerosi sono i locali che si affacciano sul naviglio o sulla Darsena, dove si può godere di una bellissima vista, soprattutto in una di queste serate estive.
# Langosteria Bistrot
italiaatavola.net
In via Privata Bobbio 2 si trova Langosteria Bistrot, un luogo di esperienza culinaria. Questo è uno dei locali firmato Langosteria: essendo un bistrot, l’aria è più conviviale e informale rispetto agli altri locali (a Paraggi, Liguria e Parigi). Nonostante ciò, rimane un luogo molto elegante e raffinato, sia per quanto riguarda la cucina, l’ambiente e l’aria che si respira. Al Langosteria Bistrot è possibile gustare un menù ricercato e di altissima qualità. Offre anche la possibilità di usufruire di una private dining room, una sala riservata per un massimo di 8 persone a cui si accede passando per le cucine.
# Armani/Silos
flawless.life
L’Armani Silos è lo spazio espositivo di Armani, in via Bergognone 40, in cui viene ripercorsa la Storia professionale dello stilista. I 40 anni di esperienza sono rappresentati da 600 abiti e 200 accessori, disposte sui 4 piani seguendo una divisione per temi.
# Bussarakham, il ristorante esotico
bussarakhambistrot
In via Valenza 13 si trova questo ristorante tipico thailandese, dove poter assaggiare piatti tipici del paese anche stando seduti sul pavimento. L’arredamento è tipico della cultura thailandese e l’aria che si respira è elegante, esotica e speciale.
# The Brisket, la smokehouse
brisketmilano
Il The Brisket è una smokehouse texana specializzata in carne e affumicatura. Si trova in Ripa di Porta Ticinese 65. Da il nome al ristorante la loro specialità per eccellenza, il Brisket: carne di manzo cucinata in un mix di spezie e cotta secondo la tecnica di cottura texana del Low&Slow. Vasta anche la selezione di Whiskey.
# Backdoor 43, il locale più piccolo al mondo
Si tratta del cocktail bar più piccolo del mondo e si trova in Ripa di Porta Ticinese 43. Quattro metri quadrati che ospitano quattro coperti, per tutti gli altri c’è il take away. Se si è tra i fortunati che riescono a prenotare e accaparrarsi i coperti, il bartender sarà a loro diposizione per un’intera ora, in cui creerà cocktail d’autore e non, tutti di altissima qualità.
# UGO Bar Cocktail e Bistrot
ugobar.it
In via Corsico 12 si trova l’UGO Cocktail Bar, un luogo conviviale in cui godersi un buon cocktail ma anche una buona cucina. Regna l’eterogeneità culturale: uno degli obbiettivi di questo posto è infatti quello di presentare al cliente un mix di di culture in bicchiere.
# Beautiful Gallery
beautifulgallery.it
Beautiful Gallery è uno spazio creato con l’idea di permettere alle persone di ritrovare fiducia e amore per se stessi, attraverso la fotografia amatoriale. Infatti, sfruttando le opere artistiche create appositamente, il progetto “Admission to be yourself” permette di sfruttare le installazioni per poter scattarsi foto con l’obiettivo di riconoscere il proprio valore e amarsi per come si è.
Credits vincent callebaut - Green Line vista dalla Senna
L’obiettivo principale del progetto è realizzare un paesaggio commestibile con serre partecipative sul tetto panoramico: prevista la produzione di 90.000 kg di frutta e verdura fresca ogni anno. Si tratterebbe di una struttura autosufficiente grazie alle energie rinnovabili e combatterà l’inquinamento urbano. Scopriamo come dovrebbe essere se venisse costruito.
Il PONTE PEDONALE più RIVOLUZIONARIO del mondo: produrrà anche frutta e verdura
# L’avveniristica struttura “Green Line” ha partecipato al concorso internazionale Reinventing Cities – C40 nel 2018
vincent callebaut
L’avveniristico progetto “Green Line” è opera dello studio di architettura “Vincent Callebaut Architectures” nell’ambito della partecipazione al concorso internazionale di design Reinventing Cities – C40 organizzato da Ceetrus nel 2018. Una “passerella abitata” a Parigi che funzionerebbe con energia rinnovabili e migliorerebbe anche la connessione del villaggio di Bercy con quartiere Masséna tra il 12 ° e il 13 ° arrondissement di Parigi attraversando la Senna.
vincent callebaut
Tra le altre prerogative del ponte c’è il riciclo dei propri rifiuti, la lotta l’inquinamento atmosferico urbano e la produzione di frutta e verdura fresca.
Le parole dell’architetto Vincent Callebaut: “La Green Line avrà un ruolo sociale per i suoi utenti. Favorisce gli scambi perché è un luogo di relax, contemplazione e benessere. Vogliamo costituire un terreno fertile per un’urbanità socialmente sostenibile”.
# La struttura a doppio arco prende ispirazione da uno scheletro di pesce
vincent callebaut
La struttura primaria è costituita da due doppi archi: un doppio arco che collega le banchine basse per una lunghezza di 155 metri e un doppio arco che collega le banchine alte per una lunghezza di 220 metri. La struttura secondaria è costituita da tre piani sospesi sulla struttura primaria. Gli spazi interni così generati sono liberi da tutti i punti portanti, pareti e condotti. Integrano i doppi ponti consentendo l’innervazione di reti fluide e l’integrazione di fioriere.
vincent callebaut
Concepita come antidoto all’inquinamento urbano, la Green Line a emissioni zero fa del design un suo punto di forza. La struttura a doppio arco prende ispirazione da uno scheletro di pesce e tutto il ponte è progettato per una costruzione graduale in modo da ridurre al minimo il disturbo ai residenti locali.
# Diversi tipi di giardini e orti per una superficie di 3.500 mq e quasi 90.000 kg di frutta e verdura prodotti ogni anno
vincent callebaut
La Green Line presenta diverse tipologie di giardino, tuttavia, il suo obiettivo principale è un paesaggio commestibile con serre partecipative sul tetto panoramico. Il progetto propone un totale di 3.500 metri quadrati di orti e frutteti, con specie autoctone commestibili, per contribuire a sensibilizzare sull’eco-gastronomia e sul movimento Slow Food.
A regime si prevede una produzionein permacultura di 25 chili di frutta e verdura al mq, circa 87.500 chilogrammi ogni anno: cavolo riccio, bietola, asparagi, taccole, mirtilli e altri fiori commestibili. Questi verranno poi cucinati direttamente nei ristoranti realizzati sul ponte, offrendo viste panoramiche mozzafiato verso la Bibliothèque Nationale de France, il Tours Duo e il Tour progettato da SOM a Bercy -Charenton.
# Una passerella pedonale totalmente autosufficiente: pannelli solari, turbine eoliche e un impianto a biogas
vincent callebaut
Seguendo i principi dell’autosufficienza, la proposta della passerella prevede: 3.000 metri quadrati di pannelli solari ibridi sul tetto per alimentare le strutture e i ristoranti sul ponte, 56 turbine eoliche a levitazione magnetica assiale che alimentano gli impianti di illuminazione e un impianto biogas integrato nelle celle del ponte che converte le parti non commestibili delle piante e i rifiuti organici in calore ed energia elettrica.
# Lotta all’inquinamento dell’aria e dell’acqua
vincent callebaut – Rendering green Line
Uno degli obiettivi più importanti di questo ponte è aiutare la capitale francese nella lotta all’inquinamento, atmosferico e quello delle acque della Senna.
Per il primo il progetto vede la realizzazione di una foresta di oltre 20.000 piante, arbusti e alberi che ricoprono il ponte pedonale e il giardino sulla banchina. Questa rivegetazione intensiva è in grado di catturare fino a 125 tonnellate di CO2, NOx e particelle fini all’anno nell’atmosfera della capitale, trasformandole in ossigeno attraverso la fotosintesi.
Per il secondo, la filtrazione dell’acqua, il “giardino degli anfibi” sfrutta le radici delle piante lagunari. L’acqua piovana viene raccolta sia negli impianti sanitari che nei bacini di acquaponica, colonizzati dai pesci che vi vengono a nidificare e a deporre le uova, per irrigare i frutteti e gli orti con oligoelementi. Le acque grigie vengono raccolte e riciclate in brevi cicli in fertilizzante naturale.
Foto redazione - Nuovi stalli strisce blu via Verbano
Negli ultimi 10 anni i parcheggi a pagamento sono cresciuti di oltre il 200%, dilagando anche nelle aree periferiche. L’attacco dell’opposizione in consiglio comunale.
Dilagano le STRISCE BLU: TRIPLICATE in pochi anni. L’attacco: siamo CITTADINI o BANCOMAT?
# L’attacco di Silvia Sardone, consigliere della Lega in consiglio comunale: “Oltre il 200% di strisce blu in più in 10 anni“
Foto redazione – Nuove strisce blu Via Verbano estate 2022
Quasi in ogni quartiere, dal centro alla periferia, la sostituzione dei parcheggigratuiti bianche con quelli a pagamento sta procedendo senza sosta da ormai 10 anni. Una crescita del 200% come fatto notare da Silvia Sardone, consigliere comunale della Lega a Milano, che nei giorni scorsi ha ricevuto conferma dall’assessore alla Mobilità in seguito a un’interrogazione sul tema: “Dal 2011 (ultimo anno di amministrazione di centrodestra) al 2021, a Milano, i parcheggi a strisce blu sono passati da 35.213 a 106.206: un incremento di oltre il 200% targato sinistra che ha trasformato i milanesi in veri e propri bancomat“. Le giustificazioni addotte per questo cambio di rotta sono sempre le solite di stampo ambientalista ma per Silvia Sardone si tratta solo di “una crociata finto-ambientalista contro gli automobilisti“.
# Automobilisti usati come bancomat senza alcun beneficio per la collettività
Credits sicurauto – Zone a pagamento a Milano
L’esubero di parcheggi a strisce blu sta diventando un salasso per gli automobilisti che vengono considerati dal Comune alla stregua di un bancomat, utili solo per fare cassa ma senza avere nessun particolare beneficio. Rincara la dose l’esponente leghista: “finché ha amministrato il centrodestra non si faceva cassa sulla pelle dei cittadini, mentre la sinistra tassa senza scrupoli. In dieci anni hanno reso Milano un’enorme macchia blu senza tra l’altro migliorare la qualità dell’aria, come si evince dalle costanti rilevazioni delle autorità preposte“.
# La cerchia extra-filoviaria registra l’incremento maggiore di parcheggi a pagamento
Foto redazione – Nuovi stalli strisce blu via Verbano estate 2022
Le periferie sono quelle che hanno registrato l’incremento maggiore di stalli a pagamento. Nella cerchia filoviaria si è andati da 21.625 a 31.284 parcheggi con le strisce blu, in quella extra-filoviaria da 5.408 a 68.077. Nella risposta all’interrogazione il Comune si giustifica parlando dei parcheggi a lunga sosta ma secondo la Sardone non è una scusa che regge: “La lotta alle auto è solo un pretesto, l’ennesimo, per spolpare i milanesi“.
Vedi qualcosa che non va a Milano? Segnalacelo scrivendo (mettendo foto se possibile) qui: info@milanocittastato.it (oggetto: milano non fa schifo ma…)
Scopriamo dove si trova questa isola dalla forma insolita e quale leggenda nasconde.
L’ISOLA del DELFINO: l’isola più STRANA d’Italia
# Sulle propaggini della Costiera Amalfitana si trova un’isola dalla forma insolita
this.is.maria IG – Isola Gallo Lungo
Ci troviamo nell’Arcipelago Li Galli, nel mezzo del Mar Tirreno sulle propaggini della Costiera Amalfitana tra Positano e Capri, ricompreso all’interno dell’area marina protetta di Punta Campanella. Delle tre isole che lo compongono, Gallo Lungo è la più grande, e ha una forma davvero insolita: osservandola dall’alto ricorda un delfino.
Credits chiaracaccavo IG – Isola Gallo Lungo dettaglio Torre Costiera
Sul lato convesso c’è la piccola cala“la Praja” con una spiaggia molto corta, che consente alle barche di ancorarsi, e con una piccola casetta sul fondo. Nella parte alta dell’isola si trova invece una torre costiera di guardia realizzata in pietra.
Le curiosità di questo arcipelago non si fermano qui. Secondo una leggenda, Gallo Lungo e le altre due isole La rotonda e La Castelluccia erano abitate da sirene che ammaliavano con il loro canto i marinai in transito. Da qui deriva l’altro nome con cui è conosciuto il gruppo di isole: La Sireneuse.
Dopo la decisione presa dal Gran Consiglio lo scorso Aprile, il cantone di Lugano si aggiunge a Zugo e Zermatt con un progetto pilota.
Il Canton Ticino apre al pagamento delle TASSE IN BITCOIN. Un’idea per Milano?
# Un progetto pilota
anncapictures da Pixabay
È partito il 12 aprile del 2022, con la decisione del Gran Consiglio del Canton Ticino, un progetto pilota che consente ai ticinesi di pagare alcune imposte in Bitcoin.
Dal 7 luglio entra nel vivo pienamente operativo. È infatti possibile usufruire della piattaforma digitale, attivata dall’ufficio imposte alla fonte e del bollo della Divisione delle contribuzioni.
Allo stato attuale è un vero e proprio test, che raccoglie solo alcune delle imposte amministrative locali. Gli amministratori ticinesi non escludono, però, che in futuro possa essere esteso anche ad altri pagamenti.
# La Svizzera accetta e incoraggia l’uso di Bitcoin
Credits: financebrokerage.com
Il Dipartimento delle finanze e dell’economia Ticinese, si allinea alle decisioni già operative a Zermatt e Zugo. La Svizzera si rivela quindi una terra che accetta, disciplina e incoraggia l’uso di Bitcoin ed altre cryptovalute. A Lugano il cambio di passo è stato annunciato nel marzo scorso, in concomitanza della convention denominata “Piano ₿”, coni Bitcoin che ha dominato il logo e monopolizzato gli speech.
Prima ancora, a febbraio, anche il Cantone di Zugo ha aperto alla possibilità di rifondere in Bitcoin i servizi comunali nel limite di 100mila franchi. Interessante che, grazie ad un accordo con Bitcoin Suisse AG, quest’ultima si assume il rischio derivante dalla volatilità delle criptovalute, facendo in modo che al cantone di Zugo arrivino esattamente le tasse fatturate in franchi svizzeri. La commissione per questo servizio è pari all’1%.
In una nota stampa diffusa la mattina del 7 luglio, i funzionari cantonali dichiarano che «Questo progetto pilota permette di limitare notevolmente i rischi, garantendo comunque l’accettazione di pagamenti in Bitcoin da parte di determinati servizi dell’Amministrazione cantonale».
In precedenza i promotori politici dell’idea, hanno dichiarato quanto sia «fondamentale stare al passo» ed evitare di essere travolti o anche solo farsi cogliere impreparati dal progresso.
Altre nazioni nel mondo hanno intrapreso questa strada. Ron De Santis, governatore della Florida, ha spiegato di aver chiesto a varie agenzie statali di iniziare a lavorare su come consentire alle aziende dello stato di effettuare i pagamenti delle tasse in Bitcoin.
De Santis ha anche annunciato un disegno di legge, che si muove all’interno di un progetto che prevede lezioni di educazione finanziaria nelle scuole superiori della Florida.
Il sindaco di Gold Coast in Australia, Tom Rate, ha annunciato che i cittadini potranno pagare alcune imposte locali e tasse sulla proprietà in Bitcoin. Rate vede in Bitcoin un efficiente sistema per scavalcare l’intermediazione da parte delle banche.
Anche l’Argentina e lo stato di San Paolo in Brasile stanno predisponendo questa possibilità: il solco, come nel resto del mondo, è tracciato dalle imposte locali.
La preoccupazione degli amministratori svizzeri, di rimanere al passo con la tecnologia, piuttosto che l’intento di Gold Coast di scavalcare l’intermediazione bancaria, sono tutti motivi condivisibili anche per città come Milano?
Quasi sicuramente la città della Madonnina, non può permettersi di perdere un treno importante per il proprio futuro come quello della digitalizzazione.
Zugo ha insegnato la via maestra: sottoscrivere accordi con player che si fanno carico dell’attuale volatilità di Bitcoin col sistema fiat, quindi i rischi di Milano sarebbero minimi.
La riscossione delle imposte locali, in quanto tali, non scalfisce i rapporti con il governo centrale di Roma.
I cittadini in regola non dovrebbero mai più temere errori di accertamento sulle imposte, perché il pagamento sarebbe certificato dalla blockchain, il registro pubblico e immutabile su cui vengono registrate le transazioni di Bitcoin. Sembra il più classico dei modelli win-win: perché non ci abbiamo ancora pensato?
Sai che con l’arrivo della M3 in Duomo si pensò di ridisegnare l’aspetto della piazza? La fermata Duomo della metro gialla è stata voluta per collegare il centro città con la Stazione Centrale. Tuttavia, quando si decise di far passare oltre alla metro rossa anche quella gialla, si pensò di fare un restyling alla piazza, costruendo un monumento con fontane sul lato ovest. Il progetto non venne mai realizzato.
Credits leggofuorigrotta IG – Banchina fermata Duomo Napoli
Altre curiosità sulla fermata Duomo:
La stazione di Duomo fu costruita come parte della prima tratta, da Marelli a Lotto, della M1 entrata in servizio il primo novembre 1964. Il 3 maggio 1990 è entrata in servizio la prima tratta della M3 da Centrale a Duomo. Rimase capolinea fino al dicembre dello stesso anno, con l’estensione a Porta Romana
La stazione è costruita a binari sovrapposti per evitare il passaggio sotto gli edifici. Al livello inferiore si trova il binario in direzione San Donato, al livello superiore il binario in direzione Comasina
Dai mezzanini si dipartono tre lunghi passaggi sotterranei con spazi commerciali: la Civica Galleria Sotterranea, che porta a via Torino, la Galleria dell’Artigianato, che conduce a Cordusio, e la Galleria del Sagrato, verso Vittorio Emanuele con un’uscita all’interno della Rinascente.
La “metropolitana di superficie” della riviera romagnola collega Rimini a Riccione, lungo 9,8 km e 17 fermate. Come funziona e i progetti di sviluppo futuri.
La METROMARE, la metropolitana della RIVIERA ROMAGNOLA: fermate attuali e nuovi prolungamenti
# Il tracciato attuale è di 17 fermate lungo 9,8 km interamente in sede protetta
photo_transport_emilia_romagna Alex2910 IG – Metromare Riccione station
Il Metromare detto anche “Trasporto Rapido Costiero” è il servizio di Bus Rapid Transit della riviera romagnola inaugurato “ufficiosamente” alla fine del 2019, che affianca la ferrovia Bologna-Ancona, anche se inizialmente esercitato da bus su gomma a basso impatto ambientale ibridi e a metano. I mezzi viaggiano in corsia riservata, come una metropolitana di superficie.
Ph: wikipedia
Il tracciato attuale è di 17 fermate, compresi i due capolinea di Riccione e Rimini dove avviene l’interscambio con le rispettive stazioni ferroviarie. Il tragitto di 9,8 km viene percorso in 23 minuti. La frequenza media è di 10 minuti, che scenderà a 7,5 minuti nelle ore di punta con l’impiego contemporaneo di 8 mezzi.
# Approvata e finanziata la tratta di 4,2 km fino a Rimini Fiera. Il progetto originario prevede il prolungamento a est fino a Cattolica, allo studio l’estensione a ovest fino a Santarcangelo di Romagna
Ph: wikipedia – Stazione Kennedy
Il progetto di estensione del tracciato a ovest, dalla Stazione ferroviaria di Rimini alla fiera, è stato approvato e finanziato con 49 milioni di euro. Il tracciato aggiuntivo del Metromare sarà lungo 4,2 km e i passaggi avranno una frequenza di 7 minuti e mezzo.
Rete attuale e sviluppi futuri metromare
Allo studio l’ulteriore prolungamento ad ovest fino alla stazione di Santarcangelo di Romagna, mentre quello a est da Riccione in direzione di Cattolica è già previsto dal progetto originario.
# A luglio 2021 l’inaugurazione ufficiale con la sostituzione dei bus ibridi e a metano con i filobus
Ph. chiamacitta – Test Filobus
Da fine 2020 agli inizi del 2021 sono stati effettuati i collaudi da parte della commissione del Ministero delle Infrastrutture per testare il funzionamento dei primi tre filobus snodati da 18 metri Exquicity costruiti dall’azienda belga Van Hool, attrezzati anche per il trasporto bici.
Ph. aleromanorn IG – Filobus Metromare
Ora tutti i 9 filobus acquistati sono disponibili. L’inaugurazione ufficiale è avvenuta a luglio 2021, in occasione dei 100 anni dall’entrata in funzione del primo tratto della costruenda tranvia Rimini-Riccione.
Non ci sarebbe bisogno del Recovery Fund o di fondi statali. Vediamo come potrebbe essere finanziato e tutti i numeri del progetto.
PONTE sullo STRETTO in 4 anni (a costo zero per lo Stato): il PROGETTO della SVOLTA?
# Webuild: “In 4 anni riusciamo a realizzare il Ponte sullo Stretto”
Credits: gazzettadelsud.it – Ponte sullo stretto
Nelle dichiarazioni dell’ultimo anno l’amministratore delegato Paolo Salini di WeBuild, ex Salini-Impregilo, continua a dichiarare la disponibilità di costruire il ponte senza fondi statali: “Noi il Ponte siamo in grado di farlo e si può partire anche subito“, senza la necessità di inserire il Ponte sullo Stretto di Messina tra le opere da finanziarie con il Recovery Fund. Secondo il parere dei tecnici, come afferma Paolo Salini, se venisse utilizzato il “modello Genova” l’infrastruttura si potrebbe realizzare in 4, massimo 6 anni.
# L’accordo tra regioni e Salini per procedere in autonomia senza l’aiuto dello Stato
Credits ladiscussione.net – Ponte sullo stretto
Nel 2021 si sono susseguiti gli incontri tra gli assessori regionali alle Infrastrutture, Marco Falcone e Domenica Catalfamo, Salini e i manager di WeBuild per fare un quadro sulla revisione del progetto, già approvato nel 2005, e del nuovo piano finanziario. WeBuild sarebbe in grado di sostenere l’investimento di 4 miliardi previsti per la costruzione del ponte con la formula del project financing, mentre i rimanenti 2 miliardi, per le infrastrutture di terra, sarebbero dalle regioni Sicilia e Calabria con proprie risorse e tramite il mercato finanziario in caso non arrivassero fondi dall’Unione Europea e dallo Stato.
# Sarebbe il ponte con la campata unica più lunga del mondo. Tutti i numeri del progetto
Ponte sullo Stretto – Webuild
Il ponte avrebbe la campata unica più lunga del mondo, 3.330 metri, per una lunghezza totale di 3.660 metri. L’altezza prevista per le torri è di 399 metri, la larghezza dell’impalcato di 61 metri e l’altezza libera per il transito delle navi di 65 metri. I 4 cavi che uniscono le torri alle estremità del ponte saranno estesi complessivamente 5.230 metri con quasi 42.000 fili d’acciaio per ogni cavo. Sul Ponte sullo Stretto dovrebbero transitare a regime 60.000 treni e 6 milioni di veicoli ogni anno, su due binari ferroviari e 4 corsie stradali più due di emergenza.
# Le ricadute economiche: 118.000 occupati e 107 miliardi di indotto nei 30 anni di gestione
L’impatto economico per lo Stato, derivante dalla costruzione del ponte, sarebbe positivo con circa 8 miliardi di euro nuove entrate nella sola fase di costruzione, mentre nei 30 anni di gestione l’indotto erariale ammonterebbe a 107 miliardi di euro. A questo si aggiungerebbero oltre 118.000 nuovi occupati tra assunzioni dirette e indotto, con un incremento dello 0,5% del tasso di occupazione nazionale e un incremento dello 0,2% del Pil italiano.
Per una gita fuoriporta all’insegna del risparmio, a poche ore da Milano sono diverse le esperienze che si possono provare. Scopriamo le più suggestive ad un prezzo massimo di 5 euro.
3 ESPERIENZE da fare in LOMBARDIA con 5 EURO
#1 Il Ponte nel Cielo, il ponte tibetano più alto d’Europa percorribile con 5 euro
Credits: @ponte_nel_cielo – Ponte nel cielo
A Tartano, in Val Tartano in provincia di Sondrio, c’è il ponte tibetano più alto d’Europa. Inaugurato nel settembre 2018 si trova a un’altezza di 140 metri, è lungo 234 e largo 1 metro. Si compone da 700 assi in legno di larice e collega Campo a Frasnino con un dislivello di circa 4 metri. Il biglietto d’ingresso costa 5 euro, si consiglia di prenotare online. A due ore da Milano.
#2 Orrido di Bellano, una spettacolare gola naturale attraversabile su passerelle a 5 euro
Credits manna2o IG – Orrido di Bellano
A Bellano sulla sponda lecchese del Lago di Como, c’è un suggestivo canyon sul torrente percorribile tramite passerelle ancorate alla parete: l’Orrido di Bellano.
Per raggiungere questa spettacolare gola naturale bisogna arrivare fino alla chiesa di Bellano dove, sulla scalinata alla sua destra, si trova l’ingresso del percorso. Il costo dell’esperienza è di 5 euro. A poco più di un’ora da Milano.
#3 Le Cascate dell’Acquafraggia, citate anche da Leonardo da Vinci, visitabili a soli 3 euro nei weekend e gratis nei giorni feriali
Credits charliefiore IG – Cascate Acquafraggia
In Val Chiavenna, a Borgonuovo di Piuro, la natura regala uno spettacolo mozzafiato: le Cascate dell’Acquafraggia. Un salto gemello di 170 metri, che si staglia nella natura incontaminata. Citate da Leonardo da Vinci nel Codice Atlantico, queste meravigliose cascate di origine glaciale sono visibili attraverso alcuni percorsi panoramici e fanno parte di un’area protetta. Nei giorni feriali l’accesso è gratuito, nei fine settimana il prezzo del biglietto è di appena 3 euro. A due ore da Milano.
Lo sapevi che in Italia c’è un fiume che ha l’acqua talmente pulita da essere stata definita “la più pulita dell’intero Continente”? Un primato che ogni anno corsi d’acqua dei Balcani, Grecia e Irlanda si contendono ogni volta con il fiume italiano, ma che spesso è il BelPaese ad aggiudicarsi. Ecco dove si trova.
In Italia c’è “il FIUME più LIMPIDO e PULITO” d’Europa
# L’acqua limpida e cristallina che aiuta la flora e la fauna del fiume
Ph: @alessandro.mattucci Fiume Tirino
Siamo in centro Italia, precisamente nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, in Abruzzo. Il fiume in questione si chiama Tirino e nasce dalla sorgente Capo d’Acqua, nel territorio di Capestrano in provincia dell’Aquila, attraversa tutta la Valle Tirino, scorre per circa 15 chilometri in direzione Sud e entra nella provincia di Pescara.
Potrebbe essere un corso d’acqua come tanti, invece il fiume abruzzese è considerato il più limpido e pulito d’Europa. Il corso del fiume è alimentato da una moltitudine di sorgenti e l’acqua del Tirino alterna un azzurro intenso al verde smeraldo, fino ad arrivare in alcuni tratti ad essere completamente trasparente. Ma l’acqua cristallina ha ottimi effetti anche sulla flora e la fauna del fiume. Sì perché il fatto di essere trasparente fa sì che i raggi del sole penetrino nel fiume per diversi metri e quindi anche nelle zone più profonde avviene la fotosintesi clorofilliana. In questo modo flora e fauna vivono anche nelle zone più basse del fiume.
# Una valle turistica e le sue attività
Ph: @sara.di.giacomo Tirino
La valle del fiume e il Tirino stesso sono aree recentemente apprezzate dai turisti, qui infatti possono essere fatte varie attività. Tra le più amate c’è il giro in canoa sulle acque del fiume più pulito d’Italia, ma non solo. All’interno della valle sono organizzati anche giri in bicicletta, trekking sulle sponde del fiume o passeggiate a cavallo.
La domanda che sporge spontanea è: ma il fatto che si navighi nel fiume non potrebbe causare l’inquinamento delle sue acque? È il Comune di Capestrano a dare l’autorizzazione di navigare su alcuni tratti del fiume, essenziale è però che le barche non siano a motore e bisogna assolutamente evitare di passare nei tratti non navigabili.
Lo sapevi che quando scendi a Garibaldi entri nella “nuova Milano”? Probabilmente sì, perché l’intera zona circostante la stazione è l’area di Porta Nuova, la city di Milano. Piazza Gae Aulenti, l’Unicredit, Corso Como, Biblioteca degli Alberi sono il centro della Milano del futuro e dello skyline.
Ph. Luca Bravo-Unsplsh – Milano Gae Aulenti
Altre curiosità sulla fermata Garibaldi:
Garibaldi è uno dei principali hub di Milano: mette insieme stazione dei treni e l’interscambio tra M2 e M5
E’ l’unica fermata a essere stata capolinea di due linee diverse. La stazione della linea 2 fu attivata il 12 luglio 1971: era il nuovo capolinea della tratta proveniente dalla Centrale. Garibaldi fu poi anche capolinea della M5 dall’inaugurazione del marzo del 2014 fino al 2015, quando la linea venne prolungata fino a San Siro Stadio
Garibaldi FS della M2 è stata l’unica stazione all’interno del Comune di Milano (al di fuori c’erano anche Gobba e Gorgonzola) a possedere quattro binari (attualmente ridotti a tre). I due centrali vengono utilizzati per la normale fermata dei treni, gli altri due, posizionati all’esterno delle banchine di attesa, sono praticamente inutilizzati: uno dei due è stato rimosso, mentre l’altro viene a volte utilizzato per il parcheggio di materiale rotabile ATM. I binari supplementari dovevano servire al progetto, mai realizzato, delle linee celeri della Brianza, un gruppo di linee di metrotranvie che avrebbero dovute essere portate sotterranee, con un interscambio diretto con la metropolitana
Gira sui social l’immagine dei turisti giapponesi che puliscono il ponte Sisto a Roma: forse servirebbe il loro aiuto anche a Milano? Come ci si poteva aspettare, tante sono le segnalazioni riguardanti la spazzatura abbandonata.Ecco allora un altro esempio, questa volta siamo in zona Morgantini.
Milano non fa schifo ma…la SPAZZATURA ACCUMULATA agli angoli delle strade sì
# Più intransigenza contro chi sporca, più rispetto per Milano
Come in questo caso segnalatoci dalla nostra lettrice Chiara, in zona Via Capecelatro, Morgantini, la presenza di immondizia è piuttosto diffusa e la cosa si ripete con frequenza. Spesso una delle cause sono bivacchi improvvisati che lasciano rifiuti vari, come sigarette, bottiglie di birra, cartoni di vino…
Come intervenire?
#1 Più zelo anche contro chi sporca
Si è mostrata intransigenza per diversi aspetti, dalle mascherine ai pass o alle regole del lockdown, che ha dimostrato che se la pubblica amministrazione vuole, riesce a esercitare controlli con rigore e severità. Perché non applicare lo stesso zelo per ciò che reca disturbo alla vivibilità di tutti i cittadini, come chi sporca le nostre strade?
#2 Educare al rispetto per la città
Non solo: si deve iniziare un’opera di educazione nei confronti di tutti i cittadini e di chi frequenta la nostra città, anche stranieri che sovente sono molto ligi a rispettare le regole nei loro paesi ma una volta arrivati qui si adeguano subito al malcostume e al lassismo.
#3 Pulire di più e meglio
Basta andare oltre frontiera, in Francia, Svizzera o Austria per vedere in azione chi pulisce gli spazi comuni ogni giorno, fin da prima dell’alba, a intervenire con grande cura per eliminare ogni traccia di sporcizia. Il nostro auspicio sarebbe quello di rivedere i netturbini armati di scopa in giro per le strade,una maggior diffusione di cestini, una collaborazione dei custodi e dii chi gestisce la pulizia delle abitazioni e ovviamente una maggior vigilanza. Perché non istituire il Netturbino di quartiere? Addetti che su più turni che oltre a pulire e segnalare facciano opera di educazione. Non raccontiamoci che non ci siano soldi: il tema spesso è che bisogna lavorare meglio e controllare con più attenzione chi lavora, intervenendo su chi lo fa con trasandatezza.
Anche perché a Milano non possiamo rassegnarci alla sporcizia e alla maleducazione.
Vedi qualcosa che non va a Milano? Segnalacelo scrivendo (mettendo foto se possibile) qui: info@milanocittastato.it (oggetto: milano non fa schifo ma…)
Il sistema di trasporti milanese è il più capillare tra tutte le città italiane: compete a livello europeo per numero di km della rete metropolitana e per quantità di linee tranviarie, offrendo una discreta intermodalità. Il gap principale con le principali metropoli internazionali risiede nel fatto che le linee sotterranee e quelle ferroviarie non garantiscono un interscambio circolare con linee radiali ai pendolari che entrano in centro dalle stazioni più periferiche delle diverse linee. Vediamo un confronto con le principali città europee e il futuro progetto della circle line milanese.
CIRCLE LINE: tutta la verità sul progetto più sognato dai milanesi
In Europa le Circle Line esistono da anni in diverse metropoli. Vediamo le principali.
#1 A Londra la “Circle Line” esiste dal 1905
Credits: wikipedia.org – Mappa Circle Line di Londra
A Londra la “Circle Line” esiste nella sua estensione definitiva dal 1905 e ha un percorso a forma di spirale da Hammersmith a Edgware Road. La linea scorre in sotterranea nella parte centrale e le gallerie ferroviarie sono appena sotto la superficie e di dimensioni simili a quelle delle linee principali britanniche. La sua lunghezza è di 27 km per 36 stazioni, di cui quasi tutte offrono interscambi con la linea ferroviaria principale, e condivide il tracciato con altre linee, amplificando così l’effetto rete.
#2 A Parigi c’è un servizio di metropolitana circolare svolto da due linee e un anello metropolitano in costruzione
Credits: wikipedia.org – Mappa Metropolitana di Parigi
La stessa funzione della “Circle Line” londinese è replicata a Parigi tramite le linee 2 e 6 che, sulla falsa riga della nostre linee filoviarie 90-91, compiono due semicerchi incontrandosi ai due capolinea per intercettare tutte le altre linee metropolitane radiali e tranviarie della città. In totale sono 26 km di linea per 53 fermate.
La differenza con Milano sta nel numero di passeggeri trasportati e nella frequenza di passaggio: grazie a treni al posto di autobus e senza il problema del traffico stradale, le linee della Ville Lumière sono di un’altra categoria.
Credits: wikipedia.org – Progetto Grand Paris Express, Linea 15
Un progetto in costruzione è il Grand Paris Express ovvero quattro linee di metropolitana automatica regionale ad anello attorno a Parigi, oltre al prolungamento di due linee di metropolitana esistenti, che raggiungeranno una estensione totale di 200 km nel 2030.
In particolare la linea 15, esterna al comune parigino, garantirà un rapido spostamento circolare tra tutte linee entranti dall’area metropolitana e consentirà di raggiungere pendolari all’esterno della regione metropolitana grazie all’interconessione con le altre linee circolari del progetto, la 16 e la 18.
#3 Mosca ha inaugurato parzialmente la sua terza circle line che a regime sarà anche la più lunga del mondo
Credits: mos.ru – Cartina nuove linee metropolitane Mosca
Nella città natale di Dostoevskij ci sono ben tre linee circolari, una più centrale e due più periferiche:
la linea 5, il cerchio di colore marrone nell’immagine sotto, è la prima linea circolare della metropolitana di Mosca, aperta nel 1954 intorno al centro città, che intercetta le linee radiali della città per una lunghezza di 19,4 km con 12 stazioni e una frequenza di 90″ come tutte linee della capitale;
la seconda è l’Anello centrale di Mosca, la linea numero 14, e comprende i quartieri centrali e della prima periferia, ad una distanza media di 4/5 km più esterna rispetto alla linea 5, correndo sul percorso del piccolo anello ferroviario di Mosca, una ferrovia a binario singolo costruita in epoca zarista (1902-1908) ricostruita a doppio binario assieme alle vecchie stazioni presenti sulla linea tra il 2012 e il 2016;
infine la Big Circle Line, la linea circolare più lunga del mondo con suoi 70 km di estensione, parzialmente aperta e che sarà completamente operativa entro la fine del 2022. Interscambia con 20 stazioni su 11 linee metropolitane radiali, tre stazioni sulla ferrovia Moscow Central Circle (MCC), 13 stazioni delle linee suburbane Moscow Central Diameters e 11 stazioni ferroviarie.
Tra le altre Circle Line esistenti, famosa la Sbahn (S41 in un senso, S42 nel senso opposto) di Berlino, oltre a quella di Madrid.
La linea angolare in fase di realizzazione in città prevede l’aggiunta di altre 6 fermate (Tibaldi quasi terminata, Porta Romana in realtà spostata dall’attuale posizione per incrociare M3, Istria con M5, Dergano con M3, Stephenson e MIND-Cascina Merlata) alle 6esistenti (San Cristoforo, Romolo, Forlanini, Lambrate, Certosa, Rho Fiera) con una rifunzionalizzazione del tracciato ferroviario su cui transita la linea suburbana S9, l’acquisto di 20 treni dedicati e una cadenza di 15′, quindi non una frequenzada linea metropolitana.
Nuove stazioni circle line Milano MIND-Merlata e Milano Stephenson
Indubbiamente una bassa frequenza è un fattore determinante per renderlo un servizio efficiente e utilizzato, problema risolvibile con l’acquisto di più treni, mentre il ridotto numero di stazioni e la mancanza di tracciato nel quadrante ovest di Milano sono due elementi che lo rendono un progetto deficitario.
# Il progetto che ci vorrebbe per chiudere il cerchio
Credits: Chiara Quinzii, Diego Terna, Milano a pezzi, 2004 – Progetto Circle LineCredits: Chiara Quinzii, Diego Terna, Milano a pezzi, 2004 – Progetto Circle line
Per questo sarebbe necessaria una vera linea metropolitana circolare, sempre su parte del percorso della linea S9, ma con 36 fermate chiudendo l’anello ad ovest come nel progetto in alto nelle due immagini, una linea alla pari di Londra, Parigi e Mosca.
# Il tracciato da sud-ovest e nord della futura M6 potrebbe essere una delle possibili alternative
La futura M6 potrebbe idealmente chiudere il percorso circolare, pur con un cambio di linea, secondo quanto detto dall’Assessore alla mobilità di Milano Arianna Censi: “Al ministro presentiamo una proposta che ha un obiettivo: completare il percorso di Circle Line per cui chiediamo il finanziamento con lo scopo di connettere tutte e cinque le linee e costruire una rete capillare che faccia da moltiplicatore delle potenzialità del sistema del trasporto pubblico.” Il blog Urbanfile immagina ulteriori 14 fermate da sud-ovest a nord, oltre a quelle ipotizzate per il tracciato da Ponte Lambro all’Ospedale San Paolo, con capolinea alla fermata della Circle Line di Mind-Merlata.
Per fare un vero salto di qualità però, oltre a prevedere di trasformare la circolare filoviaria 90-91 in una vera linea di forza con corsie totalmente preferenziali e asservimento semaforico, il percorso ideale di una “circle line” dovrebbe seguire quello di una se non entrambe le tangenziali:
Interna: seguendo il percorso delle tangenziali nord, est e ovest.
Esterna: seguendo il percorso della TEEM e della superstrada che sostituisce il progetto della TOEM.
L’immagine in alto serve a delimitare in maniera spannometrica le tre Circle Line, esclusa quella filoviaria, per approfondimenti ne abbiamo parlato qui.
Si dice che la nostra civiltà abbia smarrito il senso dello spirito.
Come scrive il Prof. Capozzi, “la civiltà occidentale, un tempo cristiana, ora pressoché disgregata nella secolarizzazione radicale, ha trasferito e distorto il senso religioso del peccato, dell’espiazione, della redenzione sul piano socio-politico e su quello dei rapporti tra uomo e natura.”
Il problema è che non è l’essere umano che può produrre il risveglio. È lo spirito che può coinvolgere gli uomini.
L’uomo è vuoto perché è estraneo a questo processo. Come fa l’essere umano a riproporre un modo di sé che non ha più?
È necessario produrre assenza, non presenza.
Non è facile, perché siamo educati a un continuo sforzo razionale, siamo educati all’attività non alla sua remissione. Ma questa nuova percezione dovrebbe nascere dalla fine di questo sforzo che continua a rincorrere se stesso come un animale che morde l’aria.
Quando si resta assenti, improvvisamente si percepisce, ma quando si cerca di descrivere la percezione questa sfugge.
Serve stimolare gli inconsci per farli finire in mare aperto perdendo ogni approdo, soprattutto l’idea di se stessi.
C’è una grande dispersione e difficoltà nel gestire questo processo. Anche perché ognuno di noi ha soprattutto bisogno di un’idea di sé, per quanto sbagliata, per esistere. Quando metti in crisi quella idea sbagliata di te, si apre un vuoto che fa paura.
Tutte le nostre azioni di ogni giorno, anche se non ce ne accorgiamo, rimandano a un fine che siamo noi, all’idea di noi stessi. Se quell’idea di noi, conscia o semi conscia, crolla, di conseguenza crolla l’interazione tra noi e il reale che abbiamo intorno.
Bisogna avere il coraggio di lasciare spazio a questa paura. Di vivere la paura della perdita di sé, il vuoto di non avere un Io per integrare il rapporto tra noi e l’esistenza.
Solo lasciando spazio al vuoto, a questa voragine che annichilisce nel terrore, si può cedere allo spirito che ci educa alla novità di noi stessi.
Una panchina pensata per incoraggiare le persone a fermarsi, adagiarsi e guardare il cielo. Scopriamo chi l’ha progettata e dove si trova.
La PANCHINA a FORMA di UFO per “incoraggiare la contemplazione del cielo”
# Una panchina pensata per incoraggiare le persone a fermarsi, adagiarsi e guardare il cielo
Credits peternewman – Skystation
Nel distretto finanziario londinese di Canary Wharf, nella Crossrail Place vicino all’ingresso della stazione ferroviaria Elizabeth Line di recente apertura, l’architetto britannico Peter Newman ha installato Skystation: una panchina pensata per incoraggiare le persone a fermarsi, adagiarsi e guardare il cielo. Il designer l’ha definita come “una scultura pubblica interattiva e un sedile” i cui contorni sono stati progettati per “adattarsi alla forma umana distesa e incoraggiare la contemplazione del cielo e dell’architettura che lo incornicia“. Newman ha aggiunto che la panchina “crea un’opportunità di pausa, riflessione e interazione all’interno di uno spazio pubblico. La gravità mette il passato sotto di noi, quindi guardare in alto è come pensare al futuro“.
# A forma di UFO e realizzata in alluminio e bronzo
Credits robotrobbiethe IG – Skystation Londra
La particolarità più curiosa di questa panchina, per se non voluta di proposito dal famoso designer, è la sua forma che ricorda quella di un UFO. Realizzata in alluminio e bronzo, ha tutte le sembianze di un disco volante e ha preso ispirazione dalla forma della chaise longue LC4, uno dei mobili più conosciuti del 20° secolo progettato dagli architetti Le Corbusier, Pierre Jeanneret e Charlotte Perriand.
Skystation è stata ideata per essere un luogo confortevole in cui sedersi e può ospitare fino a 12 persone, ma non è l’unica al mondo. Si tratta infatti solo dell’ultima della serie installata in varie località del Regno Unito e in Lussemburgo.
Lo scollamento sempre più accentuato tra la cittadinanza e la politica, si accentua anche da come quest’ultima viene percepita. Ecco l’accusa di Massimiliano Tonelli dalle pagine di “Milano Today”
Le tre sedi di municipio dell’ORRORE
# Milano allo specchio vede i suoi difetti
ph. MilanoToday – Municipio 4
Dopo il trauma delle strade deserte, riempite solo dai suoni delle ambulanze in sirena, Milano si è guardata spesso allo specchio nel tentativo di trovare una nuova identità da cui ripartire. Molto spesso sono emerse le eccellenze della città che, raccontate forse con troppa enfasi, hanno comunque dato la carica ai milanesi.
Negli ultimi mesi, invece, succede che si mettano in luce più i difetti rispetto ai pregi. A costo di uscirne con le ossa rotte, Milano fa la conta dei “danni” e, insieme alla pandemia, vuol scacciare anche altri incubi metropolitani. Oggi è Massimiliano Tonelli di “Milano Today” che riporta la sua esperienza.
Dimensioni del comune piccole, ma soggezione grande
ph. MilanoToday – Municipio 5
Piccola premessa logistica: la ripartizione in 9 circoscrizioni, è una scelta voluta per portare la politica più vicino ai problemi dei cittadini. Purtroppo in alcuni casi, sembra aver portato i problemi della politica proprio sotto casa dei milanesi.
Massimiliano Tonelli, cui capita di transitare davanti ad alcune di queste sedi, denuncial’aspetto«assai scadente esternamente quanto a qualità architettonica e manutenzione» di alcune di loro.
Tonelli prende in mano il biglietto da visita con cui si presentano i Municipi 4, 5 e 6 e si domanda se «Un’istituzione collocata in un contesto inadeguato, trascurato, disorganizzato, scrostato e cadente ci comunica autorevolezza». Auspica poi «un piano per dare ai territori delle sedi istituzionali all’altezza, di cui poter andar fieri e non da avvicinare con soggezione o raccapriccio».
Tutta qui la critica? È solo un fatto squisitamente estetico?
Assolutamente no: Massimiliano Tonelli critica i«Malintesi nati della scelta di una segmentazione della città in 8 spicchi», i cui confini sono stati tracciati perché in qualche modo si doveva dividere Milano i 9 zone. (8 spicchi più più il cuore, rappresentato dal Municipio 1).
Peccato che i confini degli “spicchi” siano stati decisi a scapito delle identità dei quartieri, assegnando in due circoscrizioni uno stesso territorio.
Il suo distretto, il Corvetto, che ha una grande componente identitaria, si ritrova così amministrato dai Municipi 4 e 5, con Chiaravalle totalmente nel municipio 5 e slegato da Corvetto, col quale invece ha un legame indissolubile. «I municipi invece non scaldano granché i cuori».
Cosa si può fare per riavvicinare i milanesi ai Municipi e viceversa?
Massimiliano Tonelli suggerisce di trasformare i piccoli progetti già attuati in «piani organici o visionari».
Immagina una città dove le sedi istituzionali siano le più belle di ogni quartiere, efficienti e architettonicamente interessanti.
Edifici da cui i milanesi siano attratti; non respinti con raccapriccio perché «trascurati, disorganizzati, scrostati» e decadenti. Sedi istituzionali degne di questo nome, che comunichino autorevolezza, stimolando fiducia.
Molti milanesi si recano al parco pubblico “Biblioteca degli Alberi” a Porta Nuova per trovare relax, tranquillità e il contatto con la natura. Ma forse non molti sanno che sotto di loro c’è molto più movimento di quanto si può pensare stando in superficie. Diverse gallerie attraversano questo sottosuolo e solo alcune griglie di ventilazione che si possono osservare nei prati e tra i cespugli ne tradiscono la presenza. Ma quanti tunnel ci sono veramente in zona Porta Nuova? Contiamoli…
Il crocevia di TUNNEL sotto la Biblioteca degli Alberi
Prima del 1840 la zona di Porta Nuova era extraurbana e rurale. Dal 1840, sul terreno oggi occupato dalla Biblioteca degli Alberi passava la linea ferroviaria Milano-Monza, la seconda attivata in Italia. Il tracciato antico partiva dalla stazione milanese il cui edificio esiste ancora oggi all’angolo tra via Melchiorre Gioia e via Monte Grappa e attraversava da sud a nord il parco.
Nel 1864 fu aperta la prima Stazione Centrale di Piazza della Repubblica e, sempre nel nostro parco, passava da ovest a est la linea che arrivava da Torino e proseguiva lungo l’attuale viale della Liberazione. Per concentrare il traffico sulla nuova stazione, la linea per Monza fu deviata sulla linea per Torino. Quest’area era diventata un bivio ferroviario.
Nel 1931, con l’attivazione della Stazione Centrale moderna, la zona di Porta Nuova perse importanza dal punto di vista ferroviario. Le linee per Monza e per Torino furono infatti intercettate a monte, presso Greco e presso Certosa rispettivamente, per essere condotte alla nuova stazione lungo la cintura ferroviaria nord. Il vecchio bivio fu dismesso e rimase attiva solo una parte dello scalo. Era la famosa stazione delle Varesine, che si trovata fino agli anni ‘60 all’angolo tra via Galileo Galilei e viale Liberazione. Molti ricorderanno il luna park costruito al suo posto dopo la sua dismissione e attivo fino agli anni ‘90.
# Tunnel 1: la ferrovia Milano-Monza
Credits: foto di Marco Gualmini Tunnel 1
Negli anni ‘60 del ‘900 per la zona compresa tra Porta Nuova, Piazza della Repubblica e la Stazione Centrale era in progetto la costruzione di un Centro Direzionale, con molti grattacieli, nuove arterie stradali e sviluppo del trasporto pubblico. Il piano, che fu realizzato solo in parte, comportò la costruzione della Stazione di Porta Garibaldi.
Per collegare la stazione Garibaldi a Monza, fu aperta nel 1963 una nuova linea che ricalcava il tracciato della ferrovia Milano-Monza storica fino a Greco, ma in sotterranea. Pertanto sotto la Biblioteca degli Alberi si trova un ampio tunnel ferroviario che scende dalla stazione lungo l’edificio basso di colore rosso che si può osservare verso sud-ovest e curva per passare alla sinistra del Palazzo della regione Lombardia, sotto via Restelli, a nord. I viaggiatori che partono dalla stazione Garibaldi in direzione di Monza, Lecco o Bergamo dai binari delle banchine 13-20, percorrono questo tunnel.
# Tunnel 2: la M2
Credits: foto di redazione M2
La prima tratta della metropolitana verde M2 fu aperta tra le stazioni di Caiazzo e Cascina Gobba nel 1969, poi prolungata alla stazione Centrale nel 1970 e a Garibaldi FS nel 1971. Il tratto di tunnel compreso tra la fermata Moscova e Garibaldi passa marginalmente sotto la Biblioteca degli Alberi. Proviene da via Pirelli, prosegue lungo via Sassetti dove incrocia il tunnel ferroviario per Monza e curva verso sud, al di sotto degli edifici circostanti il giardino verticale, per giungere sotto piazza Freud davanti alla stazione Garibaldi ed entrare nella fermata omonima.
Nel luglio 2007 iniziarono i lavori per la costruzione della linea 5 lilla la cui prima tratta partiva dalla stazione Garibaldi in direzione di viale Zara. Il progetto iniziale fu notevolmente rivisto in corso d’opera tanto che avrebbe dovuto essere costituito da due linee distinte : M5 e M6. Una difficoltà importante fu l’attraversamento del sottosuolo con l’incrocio dei tunnel preesistenti a Porta Nuova e le fondamenta dei costruendi grattacieli di piazza Gae Aulenti. Il percorso attuale giunge da viale Zara attraverso il quartiere Isola con fermata in via Volturno, quindi prosegue sotto il parco della Biblioteca degli Alberi in direzione nord-sud per poi curvare a sud di piazza Gae Aulenti al di sotto di via Castiglioni. Sotto via Giuseppe Ferrari, alla profondità di ben 20 metri di profondità.
Una curiosità: un breve tunnel, sempre sotto la Biblioteca degli Alberi, mette in collegamento la linea M5 con la stazione della linea M2. Il portello di accesso a questa galleria può essere visto per un istante viaggiando sulla M5 tra le fermate Garibaldi e Isola.
# Tunnel 4: il passante ferroviario
Parallelamente alla M5 ma più in superficie si trova la fermata del passante ferroviario di Garibaldi, il cui tunnel prosegue parallelamente alla metropolitana lilla per un buon tratto sotto via Ferrari e via Castiglioni.
# Tunnel 5: il sottopasso stradale dei giardini di Porta Nuova
Credits: foto di Marco Gualmini schema dei tunnel
Infine non poteva mancare un tunnel stradale: il “tunnel dei giardini di Porta Nuova”, che dal 2009 collega viale Liberazione con via Luigi Sturzo e la Stazione Garibaldi. Non si tratta però di un tunnel sotterraneo in quanto l’asfalto è al livello stradale della città, ma è coperto dal terrapieno su cui poggia piazza Gae Aulenti.
# La superstrada mai realizzata
Sopra i binari della stazione Garibaldi passa un cavalcavia molto particolare. Appare infatti molto largo, come se dovesse ospitare una superstrada, ma termina alle due estremità con piccole rampe di accesso curve, del tutto inadeguate: è il cavalcavia Eugenio Bussa.
Sarebbe stato parte di un asse viario ad alto scorrimento diretto tra corso Sempione e viale Zara, la cui realizzazione avrebbe comportato lo sventramento di diversi quartieri, tra cui Isola. Il piano regolatore del 1953 prevedeva anche la realizzazione di due strade tra piazza Freud e viale Melchiorre Gioia. Per fortuna l’opera è rimasta incompiuta e il cavalcavia Bussa è l’unica vestigia rimasta a ricordare quest’opera eccessiva, concepibile solo nel pieno del boom economico di Milano.