Nei primi anni del Duemila risultava stabilmente tra le 10 città preferite dove trascorrere l’Erasmus. Poi è iniziato il declino, anche a causa di quello che succedeva nel Paese. Un declino che l’ha portata ormai in grande distacco rispetto alle altre città europee. Vediamo il risultato di questa ricerca e le cause principali della perdita di appeal di Milano.
Milano non è più Erasmus City: SCIVOLA al 48esimo POSTO nelle preferenze degli UNIVERSITARI INTERNAZIONALI
# Altre due posizioni perse rispetto al 2021 e un distacco abissale dalle altre metropoli europee
Nella Best student cities 2023, la classifica delle città più amate dagli studenti, Milano perde terreno scivolando in basso di altre due posizioni rispetto al 2021, finendo al 48esimo posto. Poco importa se rimane ancora la prima città d’Italia, la seconda è Roma con 5 posizioni perse e 26 lunghezze di distacco, perché la distanza con le altre metropoli europee è abissale. E cresce di anno in anno.
In testa a questa graduatoria troviamo Londra, a seguire Monaco di Baviera a pari merito con Seul, poi Zurigo, Melbourne, Berlino, Tokyo, Parigi, Sidney ed Edimburgo. Il risultato di questa classifica è frutto di un sondaggio della Quacquarelli Symonds, analista globale della formazione universitaria e manageriali che ha coinvolto 98mila persone. Con le opinioni dei potenziali studenti è stato determinato l’indice di desiderabilità di una città, mentre con quello di alumni/ex studenti è stato creato l’indice voce/opinioni.
# La discesa nel parametro “Classifica universitaria” e nell’indicatore della desiderabilità
Milano, come Roma, è scesa nel parametro “Classifica universitaria” ma è salita per “Student mix”, mentre la capitale è migliorata nell’indicatore della desiderabilità e Milano ha registrato un peggioramento rispetto all’anno scorso. La metropoli lombarda ha ottenuto il risultato migliore, piazzandosi 21° posto a livello mondiale, nell’indicatore che ha misurato l’attività dei datori di lavoro in termini di recruitment di neo-laureati.
# La causa principale della perdita di appeal è l’elevato costo della vita
La causa principale della perdita di appeal di Milano come città universitaria è l’elevato costo della vita, che comprende le tasse universitarie medie, le spese per un alloggio, l’indice Ipad e l’indice Big-mac che danno un misura del costo dei beni di consumo.
Il servizio di una TV americana mette in imbarazzo la giunta capitolina, denunciando a livello globale i problemi che affliggono la capitale. E il sindaco Gualtieri prende provvedimenti. Parliamo di cinghiali, topi o immondizia? Nemmeno per sogno.
L’inversione a U di Roma: ridurre MONOPATTINI elettrici e E-BIKE
# Ci voleva la CNN per far luce sui problemi REALI di Roma
“La città eterna, che è stata invasa, conquistata e saccheggiata innumerevoli volte dalla sua fondazione, avvenuta quasi 2.800 anni fa, ora viene invasa da più di 14mila monopattini, moderni carri che bloccano i marciapiedi, innervosiscono gli automobilisti e uccidono”. Una denuncia che getta ombre sul Campidoglio. Per lavare quest’offesa Gualtieri si affida, nientemeno, che alla sua pagina Facebook, dalla quale annuncia misure severe contro la vera piaga di Roma: le due ruote.
Le lamentele dei cittadini romani non riescono a raggiungere nessuno dei 15 Municipi della capitale, ma arrivano oltre oceano dai paladini della CNN, che accetta l’onere e l’onore della rappresentanza.
Il problema non sembrano essere i veicoli in movimento, bensì quelli fermi: abbandonati in modo selvaggio, possono creare notevoli problemi. La CNN definisce la piaga dei monopattini una “trappola mortale”, che ha delle ripercussioni anche nell’ambito sanitario già messo a dura prova dalla recente Sars-Cov2. Per incidenti che hanno coinvolto i monopattini sul territorio comunale, 4 persone hanno perso la vita … in 3 anni! Questa la dimensione della trappola mortale. I Pronto Soccorso romani sono poi costretti a trattare traumi gravi, dovuti ad altri incidenti per lo più legati a scooter, al ritmo di 1 ogni 3 giorni (e questo è il dramma dei sanitari).
Se la mobilità dolce è in grado di procurare questi danni con veicoli fermi, cosa potrebbe succedere mettendoli in movimento? Alla giunta capitolina hanno preso sul serio queste statistiche, deliberando una stretta che risolverà definitivamente il problema e prevede anche due “piccoli miracoli”.
# Taglio netto a monopattini e bici elettriche: unica capitale europea a muoversi in questo senso
Il primo miracolo di Gualtieri è la promessa di «Un passo in avanti importante per il decoro della città e per la sicurezza dei cittadini». Gli attuali operatori di sharing passeranno da 7 a 3 e il numero totale dei monopattini scenderà da 14.500 a 9.000, con un tetto di massimo 3.000 nelle zone centrali. Gli operatori dovranno effettuare controlli ogni ora, per garantire il rispetto di queste norme imposte dalla giunta, pena «la sospensione o la revoca dell’autorizzazione».
Prima che diventino pericolose la stretta colpisce anche le biciclette elettriche, il numero di queste diminuirà dalle attuali 12.500 a 9.000. Non solo: «I mezzi dovranno avere in dotazione la targa; la velocità massima sarà di 20km/h, 6 nelle aree pedonali; potranno noleggiarli solo i maggiorenni, con obbligo di iscrizione con la carta d’identità» proclama Gualtieri nell’editto social. E qui arriviamo al secondo miracolo: la velocità.
Secondo le intenzioni del sindaco questi provvedimenti i mezzi pubblici di superficie potranno raggiungere la velocità di 20 km/h, un vero record a Roma, che non raggiunge questa andatura nemmeno sul raccordo di notte. Un sogno per ogni autista dell’ATAC.
# Se hai grandi problemi, rivolgi l’attenzione altrove
Il post social del sindaco romano raccoglie i commenti di basiti cittadini, non molti per la verità. Tutti straniti però, che si interrogano su come «ridurre il numero dei mezzi dovrebbe risolvere il problema», di quanto disagio provocano le auto e i «suvvoni» abbandonati sulle strisce pedonali e sui marciapiedi. Un osservatore esterno potrebbe, ingenuamente, pensare che l’assedio di Roma più grave dal 1848 sia quello di topi e cinghiali, o che il Sacco di Roma moderno sia quello dell’immondizia che prolifera dentro e fuori le decine di migliaia di cassonetti mai svuotati da AMA.
Gli “storici” della CNN e i “maestri della comunicazione” capitolina, però, puntano il dito su biciclette, monopattinie rivolgono l’attenzione altrove, oltre che fornire all’uomo PD l’ennesima scusa per infliggere ulteriori controlli a imprese e cittadini di Roma.
E lo fanno con un’immagine che andrebbe analizzata bene: una foto del Colosseo, con tanti monopattini “in posa” sui sanpietrini (nemmeno uno dei 7 operatori di sharing ne ha mai fatta una così efficace) e – come sottolinea G.L. «nella foto il taxi è in sosta irregolare, così come l’auto davanti di cui si vede la parte posteriore». Un capolavoro (non so voi, ma a me va di pensare alla bellezza di Roma)
Sai che alla stazione della M1 Lotto è stata data la denominazione Lotto Fiera 2 e poi Fieramilanocity per distinguerla dal polo fieristico extraurbano tra Rho e Pero? L’obiettivo è rimarcare il fatto che questo polo fieristico è in città, al contrario dell’altro.
Altre curiosità sulla fermata di Lotto:
Venne inaugurata il primo novembre 1964 come capolinea occidentale della prima tratta della M1. Smise di essere capolinea nel 1975 sostituita da QT8
Nel 1997, la stazione ricevette la denominazione Lotto Fiera
La stazione della linea 5 è stata inaugurata il 29 aprile 2015 e funge da interscambio in particolare per raggiungere lo stadio
La stazione della M5 è più profonda rispetto a quella della M1: si trova tra gli 8 e 10 metri al di sotto di essa, ad una profondità di circa 28 metri, diventando la fermata più profonda dell’intera rete metropolitana milanese fino all’apertura di Dateo sulla M4 (profonda 32 metri)
Negli ultimi anni a Milano hanno iniziato moltiplicarsi gli spazi all’aperto sui tetti o ai piani alti degli edifici per godersi un aperitivo o una cena con vista sulla città. Vediamo le terrazze più scenografiche da dove vedere Milano da una prospettiva insolita nella selezione di Agrodolce.
Le 10 TERRAZZE più SCENOGRAFICHE di Milano
#1 Terrazza Triennale
Tra le più suggestive e panoramiche terrazze di Milano c’è Terrazza Triennale, sopra lo splendido edificio degli anni ’30 che ospita l’omonima istituzione di arte e design. All’interno di una struttura in vetro c’è Osteria con vista, dove cenare con la vista mozzafiato del Parco Sempione, Arco della Pace e Castello Sforzesco.
Indirizzo: viale Alemagna, 6
#2 The Roof
Al decimo piano dell’Hotel Cavalieri, in piazza Missori, c’è The Roof. Una location perfetta per un aperitivo a base di cocktail e finger food oppure un pranzo o una cena a cura dello chef Paolo Scaccabarozzi con una proposta che coniuga i grandi piatti classici italiani e rivisitazioni creative. Da qui si possono vedere le cupole e i campanili della Chiesa di Sant’Alessandro, oltre alla storica piazza sottostante con i resti della Chiesa di San Giovanni in Conca, e in lontananza i grattacieli di Citylife.
La Terrazza Aperol è ormai diventata un simbolo di Milano, la location perfetta per un aperitivo nel cuore della città. Si trova infatti a lato dell’ingresso principale della Galleria Vittorio Emanuele II e offre una vista invidiabile sul Duomo, le sue guglie e tutta la piazza.
Indirizzo: piazza Duomo
#4 Ceresio 7
Il locale del brand Dsquared, Ceresio 7, è probabilmente il più scenografico della città in uno dei rooftop tra i più amati dai milanesi. Realizzato al quarto piano dello storico palazzo Enel offre due terrazze con piscina e vista unica sulla zona monumentale e sui grattacieli di Porta Nuova.
Indirizzo: via Ceresio, 7
#5 Clèr Rooftop Bar
Clèr Rooftop Bar, sul tetto di una ex concessionaria tra il Portello e CityLife, è un angolo nascosto e rilassante dove mangiare a Milano. In questo luogo riqualificato da un gruppo di giovani imprenditori si può fare aperitivo, oppure fermarsi per un pasto sia di giorno che la sera. Dalla terrazza si vede lo skyline di Cityife.
Indirizzo: via Bressanone, 8
#6 Suneleven Rooftop
All’undicesimo piano dell’iH Hotel Milano Ambasciatori, in piazza Beccaria, si trova Suneleven Rooftop. Una terrazza dai colori e gli arredi in stile nordico dove gustare un’ampia scelta di tapas, ottime birre e cocktail. Le guglie del Duomo da una nuova angolazione è lo spettacolo per chi sceglie questa location.
Indirizzo: piazza Beccaria
#7 Sky Terrace
All’ottavo nonché ultimo piano dell’hotel Milano Scala, nel cuore di Brera, c’è Sky Terrace. Da qui si può godere della vista dell’orto dell’hotel e un panoramasu tutta la città. Da provare la Green Mixology e un aperitivo green e glocal, a base di finger food bio e una selezione di vini biologici.
Indirizzo: Via dell’Orso, 7
#8 Terrazza Gallia
Il roof-top bar Terrazza Gallia, situato al settimo e ultimo piano dell’hotel Excelsior Gallia, è una tra le più lussuose e scenografiche terrazze di Milano. Dà il meglio di sè la sera quando la Stazione Centrale della città risplende in tutto il suo fascino.
Indirizzo: piazza Duca d’Aosta, 9
#9 Terrazza PanEVO
Terrazza PanEVO, al Westin Palace di Piazza della Repubblica, durante la stagione estiva si trasferisce in terrazza. Si può sia pranzare o cenare, tra i piatti proposti spiccano i più iconici della tradizione meneghina come il risotto milanese, che fare aperitivo godendosi una vista insolita di Milano.
Indirizzo: piazza della Repubblica, 20
#10 Radio Rooftop Bar
Il Radio Rooftop Bar, al decimo piano del prestigioso Hotel 5 stelle Me Milàn Il Duca, richiama i locali della Grande Mela, di tendenza e adatto a chi a gusti cosmopoliti. Seduti a un tavolo con una vista spettacolare su Piazza Della Repubblica e su Porta Nuova si potranno provare delle ottime tapas internazionali e cocktail ricercati.
In un post su Instagram il Sindaco Beppe Sala sottolinea come Milano sia ritornata a correre dopo la pandemia e nonostante la crisi economica, “Nel secondo trimestre 2022 probabilmente registreremo più turisti dello stesso periodo del 2019“, con aumento del numero degli investimenti immobiliari e degli studenti universitari che scelgono gli atenei della città. Alcuni utenti però segnalano come i problemi di Milano siano ancora molti e che la distanza delle migliori metropoli europee siano ancora marcate. Vediamo in quali ambiti si dovrebbe intervenire secondo l’analisi del sito Mitomorrow.it.
MILANO PERDE di VISTA l’EUROPA? Questi i PUNTI CRUCIALI per recuperare il distacco dalle migliori metropoli continentali
# Riorganizzare la gestione della mobilità per evitare scioperi contestuali di taxi e metropolitane
Nei giorni scorsi muoversi a Milano è stato un inferno per cittadini, lavoratori e turisti a causa del prolungato sciopero dei taxi e di quello del trasporto pubblico. Come riporta MiTomorrow ecco il commento di utente: “Certo caro sindaco, magari però se ha tempo un’occhiata a tutte le fantastiche compagnie aeree che cancellano voli da è per Milano, io la butterei. Magari anche gli scioperi ATM e taxi nello stesso giorno mi eviterei. Oggi un disastro! La città europea non funziona così!“.
# Investire per migliorare la sicurezza
Un altro tema caldo è la sicurezza e l’aumento della delinquenza: “Dovete gestire la delinquenza che sta aumentando davvero tanto”. La percezione di una parte dei milanesi è che la città sia sempre meno sicura.
# Intervenire per arginare il fenomeno dei giovani fuori controllo
I milanesi vedono una città dove molti giovani sono fuori controllo. In primis va registrata la crescita del fenomeno delle baby gang, soprattutto del Sud America, poi quello del consumo di droga anche in pieno giorno e in luoghi altamente frequentati come i mezzi pubblici. L’ultimo caso è quello di due ragazzi ripresi in metropolitana a sniffare cocaina sotto lo sguardo stupito delle persone a bordo del treno.
# Aumentare la qualità dei servizi offerti ai cittadini, la pulizia e la cura del territorio
Un altro utente lamenta come il costo della vita a Milano sia troppo elevato per i servizi offerti e per la cura del territorio, soprattutto le periferie, e la pulizianon è all’altezza di una città che si professa europea: “sentiamo la necessità di una città più a misura di cittadino, le periferie sono piuttosto abbandonate a loro stesse, il costo della vita è altissimo, la città è comunque sporca. Sicuramente è una bella Milano ma c’è ancora tantissima strada per renderla a misura di cittadino e non solo a misura di turista“.
# Potenziare il trasporto, soprattutto in fascia notturna, tra gli aeroporti e le stazioni cittadine
Il trasporto pubblico in orario notturno è sempre stato un handicap per Milano, ancora più marcato se ci si sposta nell’area metropolitana dove si concentrano di più i servizi ferroviari. La metropolitana chiude in media attorno all’1,30 di notte, per poi essere rimpiazzata da bus sostitutivi che ne percorrono il tragitto in superficie, mentre i servizi ferroviari terminano poco dopo la mezzanotte.
Questo il commento di utente che lamenta l’assenza di collegamenti tra aeroporti e stazioni oltre un certo orario: “Ancora oggi se un volo fa ritardo e un turista arriva oltre l’1 di notte a Malpensa non c’è modo di raggiungere la cittàcerto di norma ci sono i taxi ma ahimè ieri per via di una agitazione che durava da qualche giorno non se ne trovavano ad esempio. Potenziare il trasporto pubblico tra gli aeroporti e le stazioni non dovrebbe richiedere chissà quali ulteriori investimenti. Come fanno città come Parigi o Madrid ad avere treni e metropolitana aperti anche di notte?».
Nell’ex-area Expo, oggi distretto dell’innovazione MIND, sorgerà una nuova città con residenze, hotel e uffici che sarà realizzata senza l’impiego di combustibili fossili di carbonio e sarà alimentata al 100% da energia rinnovabile. Scopriamo il progetto e quando vedrà la luce.
Svelato il WEST GATE, la NUOVA CITTÀ di Milano
# Una nuova città da 300.000 mq
Martedì 28 giugno Lendlease, gruppo internazionale di real estate e investimento, sviluppo e rigenerazione urbana, ha presentato il progetto del “West Gate”, la parte occidentale di Mind, il distretto dell’innovazione che sorgerà dove una volta c’era l’Expo. L’area interessata si svilupperà su 300.000 mq e verrà realizzata senza l’impiego di combustibili fossili di carbonio e sarà alimentata al 100% da energia rinnovabile. Il cuore del progetto sarà il Common Ground che attraverserà tutta l’area trasversalmente per un’altezza di 10 metri e attorno al quale sorgeranno i nuovi edifici che ospiteranno anche sedi di nuove aziende oltre a nuove sperimentazioni sul vivere la città.
# Un ecosistema urbano
La nota di LendLease sullo sviluppo dell’area: “Tutti sono gli spazi funzionali sono connessi dal Common Ground come unico grande elemento di collegamento a livello pedonale, a favore di una mobilità dolce, un terreno comune unico, aperto alla socialità e alla collaborazione”. Ci saranno: “Hall, laboratori, ristoranti, bar, meeting room, piazze, trasparenze, luoghi di incontro informali, alberi, parchi, spazi dello sport, edifici per la ricerca e l’innovazione che trovano qui l’idea della città contemporanea: un ecosistema urbano“. Vediamo nel dettaglio cosa verrà costruito.
# L’edificio in legno più alto d’Italia e il “suo gemello”
Tra gli edifici che verranno realizzati nell’area ci saranno due palazzi gemelli progettati da Piuarch e dallo studio inglese Waugh Thistleton Architects, Zenith e Horizon, per un totale di circa 50mila metri quadrati. Il primo con i suoi 13 piani fuori terra e 56 metri di altezza sarà l’edificio in legno più alto d’Italia e uno dei più alti in Europa. Nella nota di Lendlease viene spiegato come la scelta del legno quale materiale principale nella costruzione della struttura sia stata fatta in quanto, dal punto di vista dell’impatto ambientale in tutto il suo ciclo di vita, il legno è considerato il materiale carbon neutral per eccellenza. All’interno verranno ospitati uffici.
# Molo, il Mobility Hub con 1.500 posti auto pubblici e privati
Un altro edificio significativo è “Molo”, Il Mobility Hub, che si svilupperà su 3.000 mq e avrà una funzione mixed-use con laboratori, uffici ed un parcheggio multipiano con 1500 posti auto tra pubblici e privati. In tutta l’area di MIND infatti non potranno circolare autovetture, eccetto quelle di servizio e prevalentemente elettriche. L’acronimo sta per Mobility and Logistic hub e sarà una cerniera di connessione con le principali infrastrutture della mobilità lato Rho e un punto nevralgico per l’attrattività dovuta al mix funzionale al suo interno. Il progetto è stato disegnato da Architetto Andrea Nonni, Mad architects, Open Project srl e Progeca srl.
# L’Innovation Hub, uno spazio dedicato ad attività educative, creative, culturali e di ricerca
Il primo edificio che si vedrà arrivando in West Gate sarà l’Innovation Hub. Riunirà attività educative, creative, culturali e di ricerca ed è stato pensato come un “sistema aperto”, caratterizzato da una “architettura dialogica che, partendo dall’ascolto di chi la frequenterà, lavora sul tempo, prima ancora che sullo spazio, accettando i futuri cambiamenti e rispondendo ai mutevoli desideri dei suoi futuri abitanti”. Progettato dagli architetti Paolo Brescia e Tommaso Principi di Obr, come riporta la nota di LendLease, sarà uno spazio pubblico, accessibile e aperto, sempre vivo e vissuto all’insegna della sperimentazione e dell’inclusione.
# Le residenze con 400 appartamenti
Lo studio Peluffo & Partners architettura ha progettato le residenze, che metteranno a disposizione 400 appartamenti, rifacendosi ai maestri dell’astrattismo comasco e ai più importanti sviluppi residenziali milanesi degli anni Cinquanta. Ci saranno diverse aree e spazi comuni a disposizione degli utenti, luoghi d’incontro, aree verdi, un nuovo modo di vivere la casa che diventa sempre più luogo ibrido del fare.
# I lavori conclusi nel 2024, tutto il distretto MIND entro il 2032
Secondo le stime di LendLease il completamento dei lavori di questa prima parte dello sviluppo, con i primi 5 lotti che riguardano residenze, hotel, i volumi a uso uffici Zenith e Horizon, Molo ‘mobility hub’ e l’innovation Hub, è previsto per la fine del 2024. L’intero distretto di MIND dovrebbe essere concluso invece entro il 2032.
“Se guardi dentro l’abisso, l’abisso guarderà te”. Un aforisma di Nietszche che sembra perfetto per questa sorgente, perché se la guardi in profondità, nell’abisso, grazie alla sua conformazione particolare, anche questo specchio d’acqua “ricambierà lo sguardo”. Dove si trova e perché si chiama così?
Un tuffo nell’OCCHIO DELLA TERRA
# L’occhio della Terra
Quella che la natura regala in Dalmazia, più precisamente a Vrlika ai piedi del massiccio del Dinara, è uno degli spettacoli più incredibili del pianeta. Una sorgente che alimenta il fiume più lungo della Dalmazia, il Cetina, che percorre 105 km, prima di sfociare nell’Adriatico e che assume la forma di un occhio.
Vista dall’alto, infatti, la sorgente sembra un’iride dalle sfumature azzurre, turchesi e verde smeraldo, mentre la pupilla è formata da una misteriosa caverna, la cui vera profondità è ancora sconosciuta, così come non nessuno sa che cosa ci sia in fondo.
Anche per questo è stata definita “l’occhio della Terra”.
Tunnel e caverne si avvicendano proprio al centro dell’occhio. Gli appassionati di sport subacquei hanno esplorato l’interno solo fino a 115 m. di profondità, ma ancora oggi la reale misura e che cosa si nasconda sul fondo restano sconosciute. Tutto ciò non fa altro che alimentare la leggenda di questo specchio d’acqua, attirando visitatori da ogni parte.
La sorgente di Cetina è fuori dalle mappe turistiche di massa, eppure ogni settimana ospita curiosi visitatori. Per arrivare all’Occhio della Terra si passa per un sentiero in terra battuta, che costeggia una chiesa ortodossa in località Milevo. Il sentiero porta direttamente alla fonte e, più a valle, si ritrovano i resti di un’antica chiesa croata risalente al IX secolo.
Il laghetto è di origine carsica e sitrova ai piedi delle Apli Dinare, formazione che è una delle principali catene montuose calcaree d’Europa.Le rocce presentano più facilmente una composizione calcarea e dolomitica, rendendo il massiccio delle Alpi Dinare compatto e quasi inaccessibile per le vie di comunicazione.
Proprio l’acqua, con la sua paziente opera, ha scavato gallerie che sono poi state usate dall’uomo come vie di comunicazione, per strade e ferrovie. A Milevo l’acqua sorgiva del Cetina non se n’è mai andata, ma ha scavato queste immense e ancora misteriose caverne che costituiscono la pupilla dell’Occhio della Terra.
L’Occhio della Terra si trova a tre quarti d’ora della spiagge di Spalato e ci si arriva tramite l’autostrada D1. Se non si è esperti paleosub, si può pagaiare in kajak e attraversare lo specchio d’acqua della sorgente, per sbirciare dentro l’ignoto. L’acqua è davvero gelida e sono pochi i coraggiosi che sfidano la temperatura per farsi un bagno. Per chi non se la sente, ci sono a disposizione escursioni per visitare le altre due sorgenti del Cetina (non affascinanti come l’Occhio della Terra) o il massiccio delle Alpi Dinare.
Milano ha un obiettivo: una pista ciclabile in grado di collegare tutti i 133 comuni del territorio metropolitano. Ecco di cosa si tratta.
Una CICLABILE di 750 chilometri: Il MAXI piano per Milano e Hinterland
# La nuova pista Milano-Idroscalo
Sabato 2 luglio inaugura il tratto di pista ciclabile che collega Milano all’Idroscalo. Partendo alle 9 di mattina da via Tucidide si percorrerà l’intero pezzo fino ad arrivare a destinazione. Ma questa nuova pista ciclabile è solo una piccola parte del progetto di mobilità sostenibile in atto. Con l’obiettivo di aumentare sempre di più i viaggi in bicicletta, Milano ha promosso il progetto Biciplan Cambio. L’obiettivo è quello di realizzare 750km di ciclabile e collegare così l’intera Città Metropolitana al comune di Milano.
# 24 linee ciclabili per 750km
La Commissione Consiliare del Comune di Milano ha presentato il progetto Cambio Biciplan. Un progetto di stampo europeo con un investimento di 400 milioni di euro.
Biciplan Cambio è un progetto di mobilità dolce che creerà una rete di piste ciclabili per un totale di 750km con l’obiettivo di invitare i milanesi ad andare nell’hinterland in bicicletta e viceversa, incoraggiare chi viene da fuori a venire nella città con le proprie gambe (e bici).
Il progetto prevede un totale di 24 linee ciclabili, alcune saranno costruite ex-novo altre saranno semplicemente inserite nella rete. Si sfrutteranno le piste lungo il Villoresi e il Naviglio e in generale ci saranno 4 linee circolari, 16 linee radiali e 4 greenway (tra tratti realizzati e riutilizzati e collegati agli altri).
# Tutti i servizi ad 1 km di distanza
La fine di questa grande rete di piste ciclabili è prevista entro il 2035. In linea con l’obiettivo generale di scoraggiare l’uso dell’automobile, a massimo 1km di distanza dalla pista saranno offerti tutti i servizi essenziali: scuole, imprese, ospedali, interscambi con le linee ferroviarie e della metro. Tutta la rete sarà dotata di fibra ottica in modo tale da fornire informazioni in tempo reale e costituire un’infrastruttura di comunicazione al servizio del territorio. Infine, l’intera pista sarà illuminata ma in modo sostenibile con impianti a ricarica solare: di giorno questi catturano l’energia del sole e di sera si illumineranno solo al passaggio dei ciclisti.
Scendere a Lanza significa entrare nel quartiere bohémien chic milanese, Brera. Il più magico in assoluto, il luogo dove l’arte fa da padrona. Ma lo sapevi che Lanza è l’unica stazione in centro ad avere un ingresso in superficie sul fronte di un edificio?
Ed è anche l’unica fermata della linea verde ad avere le banchine parallele allo stesso livello, l’altra stazione pensata in questo modo è Pero, sulla M1.
Altre curiosità su Lanza:
La stazione di Lanza fu aperta il 3 marzo 1978, come parte dell’estensione da Garibaldi a Cadorna della M2
Giovanni Lanza è stato Presidente del Consiglio della Breccia di Porta Pia che portò alla conquista di Roma completando il processo del Risorgimento e dell’unità d’Italia. La disputa anche personale nei confronti delle autorità della Chiesa che lo giudicarono colpevole di aver sottratto Roma al Papa, proseguirono per tutta la vita. Nei giorni che precedettero la sua morte al viceparroco di San Lorenzo di Lucina che lo sollecitava a ritrattare le offese contro la Chiesa, il morituro non rispose nemmeno.
L’Unione delle Province boccia il Decreto Aiuti che destina la maggior parte delle risorse alla Città Metropolitana di Roma mentre lascia a malapena le briciole agli enti regionali. L’appello per la modifica del testo prima che venga convertito in legge.
La RIVOLTA delle province del VENETO: «Draghi sostiene solo Roma»
# Roma si prende tutti gli aiuti, alle province venete nemmeno le briciole
L’Upi del Veneto, l’Unione delle Province, per voce del direttore Carlo Rapicavoli boccia il Decreto Aiuti attualmente all’esame delle Commissioni riunite Bilancio e Finanze della Camera dei deputati e denuncia una situazione paradossale: a Roma è destinata la maggior parte delle risorse mentre alle province venete non arrivano nemmeno le briciole: “con rammarico bisogna evidenziare che, secondo la stesura dell’articolo 41 il fondo è accessibile a soli cinque enti, di cui il 75% del totale alla sola Città metropolitana di Roma, che riceverebbe 60 milioni di euro annui su 80 disponibili“. Alle province del Veneto, e anche agli altri enti, non rimane quasi nulla, la Città metropolitana di Venezia non riceverà nemmeno un centesimo. La richiesta è che il Decreto Aiuti venga modificato.
# Le Province del Veneto hanno perso 30 milioni di euro di entrate su base annua
Anche le Province e le Città metropolitane hanno risentito della crisi economica, dove il gettito è costituito per oltre il 60% dall’Imposta provinciale di trascrizione (Ipt) e dalla Rc auto, per una perdita a livello nazionale di 300 milioni di euro. Per questo i fondi del governo sono al momento insufficienti, 80 milioni di euro su base annua per tre anni, e di questi quasi tutti arriveranno a Roma e il resto alle Province di Catanzaro, Lodi, Pavia, Prato. Il direttore dell’Upi Veneto aggiunge: “Le Province del Veneto e la Città metropolitana di Venezia registrano una riduzione di oltre 29,5 milioni di entrate su base annua. E dal Decreto Aiuti non riceverebbero alcun ristoro».
# Il Decreto Aiuti introduce “una soglia di accessibilità assolutamente illogica“
Per quale motivo le risorse economiche sono ad appannaggio quasi esclusivo della capitale? La spiegazione del direttore Carlo Rapicavoli: «L’articolo 41 del decreto legge, che prevede un fondo triennale specifico presso il ministero dell’Interno a favore di Province e Città metropolitane pari a complessivi 240 milioni per il periodo 2022-2024, già evidentemente insufficiente nel suo ammontare complessivo, introduce una soglia di accessibilità assolutamente illogica e incoerente con le finalità, dichiarate, dell’articolo stesso. La norma infatti ammette alla ripartizione del fondo esclusivamente le Province e le Città metropolitane che hanno subito una riduzione percentuale nel 2021 rispetto al 2019 del gettito dell’Imposta provinciale di trascrizione (Ipt) o Rc Auto superiore, rispettivamente, al 16 per cento e al 10 per cento, come risultante dai dati a disposizione del Dipartimento delle Finanze. Si tratta di percentuali prive di giustificazioni se non di limitare la destinazione delle risorse ad un unico ente».
# Le modifiche richieste dall’Upi Veneto
Le richieste dell’Upi Veneto rivolte ai parlamentari, chiamati ad intervenire durante l’iter di conversione del decreto legge, sono quindi le seguenti:
eliminazione delle soglie di accesso per rendere disponibili le risorse a tutti gli enti che hanno registrato una riduzione di entrate, senza percentuali di soglia di esclusione;
eliminazione del criterio di riparto basato sulla popolazione perché distorsivo e in quanto allontana dal più oggettivo ed equo riparto su base proporzionale rispetto all’effettivo calo di gettito accertato;
lo stanziamento per il triennio sia effettivamente attribuibile alla pluralità degli enti in proporzione alle loro minori entrate.
L’estate del caldo e della siccità eccezionali. Ma è davvero così? Qualche curiosità meteorologica di Milano tratti dai dati statistici dell’Osservatorio di Milano Brera.
CALDO (e freddo): le TEMPERATURE RECORD della storia di Milano
# Il mese più freddo? Gennaio
La temperatura media del mese più freddo, gennaio, è di +2,6 °C.
# Il mese più caldo? Luglio
La temperatura media del mese più caldo, luglio, è di +24,7 °C. Con una massima che in media raggiunge i 30,0 gradi. Seguono Agosto (massima media di 28,8) e Giugno (Massima media di 27,3).
# Ogni anno a Milano per più di 100 giorni la temperatura scende sotto zero
Si contano 108 giorni di gelo all’anno in cui la temperatura scende sotto zero. Significa che il 30% delle giornate di un anno a Milano si va sotto zero.
# 27 giorni si sale sopra i 30 gradi
Molti meno i giorni di grande caldo: si contano 27 giorni annui con temperatura massima uguale o superiore ai 30 °C.
# Il record di freddo: 17 gradi sotto lo zero
Il record di freddo è stato toccato nel 1855 con -17,3 gradi. In tempi più recenti -17 gradi nel gennaio 1985.
# Il record di caldo: sfiorati i 40 gradi
Il record di caldo sono i 38,3 gradi dell’11 agosto 2003, seguiti dai 38,1 del 7 luglio 1957.
# Quanti giorni piove d’estate? 24
In media durante la stagione estiva a Milano si hanno 24 giorni di precipitazioni per un totale di 237 mm di pioggia caduta.
# I record della Primavera 2022
La Primavera 2022 è stata la seconda con meno precipitazioni della storia dopo il 1997. Maggio 2022 è risultato il secondo maggio più caldo della storia (temperatura media di 21,6 gradi), superato solo dal 2003. La media delle minime è stata la più alta di sempre. A cavallo tra inverno e primavera si sono registrati 42 giorni consecutivi senza pioggia.
Ci sono luoghi migliori dove trascorrere l’estate.
Le cose più FASTIDIOSE che capitano d’ESTATE a Milano
# Quando la schiena diventa un tutt’uno con i sedili dei tram
Spostarsi per la città con i mezzi di trasporto pubblici in estate significa godersi un po’ di aria condizionata, per prendere una pausa dalla calura soffocante in superficie. Ma i nostri amati tram, simboli di Milano, pagano la loro storicità e antica bellezza con la mancanza dell’aria condizionata, che si traduce in schiene sudate che si appiccicano alla plastica dei sedili.
# Chiuso per ferie
Giustamente, ognuno di noi ha il diritto di farsi qualche giorno di vacanza almeno durante l’estate. Ma per il milanese, sempre di fretta e abituato ad avere ogni tipo di servizio a portata di mano, quando in estate molti negozi e tanti servizi chiudono per le ferie, è sempre complesso capire come arrangiarsi. Di solito per la disperazione si va a Chinatown.
# La folla nei parchi (e nelle piscine all’aperto)
Peggio di Polignano a mare o Santa Margherita, la quantità di gente che si fionda nei parchi per cercare un angolino d’ombra rende davvero complicato rilassarsi o persino trovare posto se si vuole fare una pennichella o un pic nic. Per non parlare delle piscine all’aperto…
# La solitudine
La Milano deserta di agosto può essere molto piacevole: silenziosa, tranquilla, pacifica. Però, soprattutto per quelli più abituati alla frenesia e al traffico soliti, queste settimane possono essere dure per chi rimane in città e può essere facile sorprendersi a sentirsi soli. Senza considerare poi chi solo lo è da sempre.
# Il paradosso del naso che cola
L’aria condizionata, per quanto piacevole, oltre ad essere un danno per l’ambiente, si presenta anche come disagio quando viene sparata a bassissima temperatura nei negozi e, facendo dentro e fuori magari durante una mattinata di shopping, si rischiano congestioni e raffreddori. Raffreddati d’estate, uno sgradevole paradosso che di questi tempi si fa piuttosto frequente.
Le case sull’albero sono sempre stato il sogno di ogni bambino. Per qualcuno con un grande giardino o un bell’albero dove poterci costruire una casetta spartana il sogno si è avverato, altri invece sperano ancora di poter vivere quest’esperienza. Sarà forse per questa voglia di tornare bambini, che in Italia, e non solo, stanno comparendo case sull’albero come funghi?
Strange Nights: DORMIRE in Italia in una PIGNA sull’albero
Questa casa sull’albero è però particolare. Dalla forma che ricorda i boschi, ha tutti i comfort che si possono volere, anzi, per quello che offre sembra un hotel. Ecco dove si trova.
# Le casette sull’albero a tre piani
Siamo in provincia di Udine tra le Alpi Giulie. Più precisamente, per raggiungere queste casette dalla vista spettacolare, bisogna andare a Ugovizza, il paese da cui si parte per addentrarsi (poco) nei boschi fino a raggiungere Malga Priu.
La malga è di proprietà di Cristina e la sua famiglia, che mandano avanti la loro attività offrendo agli ospiti soggiorni particolari. Nella malga si trovano infatti due casette sull’albero che farebbero realizzare i sogni di infanzia di molti. Ma non sono solo i bambini a voler provare l’esperienza di dormire su un albero e allora ai sogni d’infanzia si aggiunge la volontà di soddisfare tutte le richieste pretenziose degli ospiti. Ed è così che sono nate delle casette sull’albero di tre piani e con tutti i comfort possibili.
# La pigna eco-sostenibile da cui ammirare le stelle
Le case sull’albero della Malga Priu hanno una forma davvero particolare: rimanendo in tema boschi, sono infatti delle enormi pigne che raggiungono fino ai 10 metri di altezza. Le casette sono state costruite solo con materiali eco-sostenibili e sono suddivise su tre piani. Il piano più in basso è una zona relax, mentre quello centrale è il piano principale. Qui ci sono un angolo cucina, un divano e il bagno. L’ultimo piano è invece la camera da letto. Dal secondo e terzo piano si può godere di una vista magnifica sulla natura, ma soprattutto nel piano con la camera c’è uno skylight rotondo da cui si possono vedere le stelle.
Un soggiorno davvero particolare ma, come tutte le esperienze, ha un costo non indifferente. L’offerta di Malga Priu per dormire nelle casette a forma di pigna è di 140 euro a notte a testa. Il soggiorno prevede però anche l’aperitivo di benvenuto, la cena in malga e la colazione.
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Per molti milanesi è il mare di Milano. Il mar ligure. E le spiagge di Milano sono lungo quella costa. Ma quali sono le più belle? Il sito skyscanner con l’aiuto della sua community di viaggiatori ha scelto le migliori. Ecco quali sono.
Le SPIAGGE CAPOLAVORO della LIGURIA
#1 Cala Maramozza, il piccolo fiordo del Golfo dei Poeti (Lerici, La Spezia)
Per trovare una delle spiagge più belle delle Liguria dobbiamo andare a Lerici, nel Golfo dei Poeti. In questoborgo marinaro della Riviera di Levante, tra le bellissime spiagge adatte alle famiglie e calette nascoste incastonate nella roccia come diamanti preziosi, c’è Cala Maramozza. Unpiccolo fiordo con una battigia di sabbia dorata, un faraglione squadrato in mezzo e un mare cristallino dal colore turchese.
#2 Spiaggia di Fegina, la battigia di granelli dorati (Monterosso al Mare, La Spezia)
Nel pittoresco borgo marinaro di Monterosso al Mare nelle Cinque Terre c’è la suggestiva Spiaggia di Fegina. La più lunga di questo tratto di costa e comodissima da raggiungere con il treno, si trova infatti direttamente di fronte alla stazione ferroviaria. La sua battigia si caratterizza per piccolissimi granelli dorati mentre nel mare si protende un enorme scoglio. Anche qui l’acqua ha dei colori incredibili che spaziano dal verde smeraldo al blu cobalto. Da qui parte anche il sentiero azzurro, la tratta più bella che porta a Vernazza.
#3 Baia del Silenzio, la spiaggia abbracciata dalle case colorate (Sestri Levante, Genova)
Percorrendo la Liguria verso ponente si arriva a Sestri Levante e alla piccola ma famosissima Baia del Silenzio. È riconosciuta come una delle spiagge più iconiche e belle della Liguria e dell’Italia, un lembo di sabbia dorata e un mare turchese abbracciati da una cortina di abitazioni colorate. Da non perdere anche la più grande Baia delle Favole che si trova esattamente dal lato opposto della penisola su cui si suddivide il comune ligure.
#4 Baia di Paraggi, una piscina naturale di mare verde (Santa Margherita Ligure, Genova)
Un’altra magnifica baia è quella di Paraggi, in una frazione di Santa Margherita Ligure, dall’altra parte del Golfo del Tigullio. Questa spiaggia tra i comuni di Santa Margherita e Portofino è una vera e propria piscina naturale: una cala con acqua cristallina, da un colore verde smeraldo talmente intenso da sembrare finto, e sabbia candida ne fanno un luogo da sogno.
#5 San Fruttuoso, la spiaggia di ciottoli del Cristo degli Abissi, raggiungibile solo in barca o a piedi (Camogli, Genova)
L’incantevole spiaggia di ciottoli di San Fruttuoso, lambita da uno mare cristallino e incastonata in una piccola insenatura del Monte di Portofino, è una della più remote e suggestive baie in Italia. Ancora presente un torrione del ‘500, la Torre Doria, e una sorgente d’acqua dolce intorno alla quale venne eretta nell’VIII secolo d.C un’abbazia benedettina ideale proprio per la sua inacessibilità. Si può raggiungere solo via mare, o via terra tramite un sentiero da Camogli o da Portofino. A 17 metri di profondità si può ammirare la celebre statua del Cristo degli Abissi.
#6 Bergeggi, arenile bianco e acqua dalle sfumature di azzurro (provincia di Savona)
Nella prima tappa sulla Riviera di Ponente c’è la bellissima spiaggia libera e in parte attrezzata di Bergeggi. A due passi dalla Riviera delle Palme questa spiaggia non è una delle più belle della Liguria solo per il suo arenile bianco e l’acqua dalle sfumature di azzurro, ma anche per l’omonima isola dirimpettaia e la Riserva Naturale Regionale con piccoli gioielli naturali da scoprire.
#7 La Baia dei Saraceni a Varigotti, un paesaggio da cartolina (Finale Ligure, Savona)
Nel grazioso borgo di Varigotti, frazione di Finale Ligure, si trova la Baia dei Saraceni, tra le più belle località dell’intera Liguria. Il mare ha colori favolosi, acqua limpida e scogli mozzafiato. La spiaggia si compone di sabbia dorata e sottile ghiaino ed è circondata dalle pittoresche casette color pastello. Un paesaggio da cartolina.
#8 Spiaggia di San Lorenzo al Mare, sabbia fine alternata a scogli e un mare trasparente (provincia di Imperia)
Tra le più belle spiagge libere c’è anche quella di San Lorenzo al Mare, nel comune più piccolo dalla provincia di Imperia. Meno famosa delle precedenti, si caratterizza per una battigia di sabbia fine alternata a scogli e un mare trasparente e pulito.
#9 Spiaggia la Fortezza, un lunghissimo litorale arenile dorato e sabbioso (Arma di Taggia, Imperia)
Rimanendo sempre in provincia di Imperia c’è Arma di Taggia, frazione marittima del comune di Taggia, una piccola perla della Riviera di Ponente. Dista pochi chilometri da Sanremo e oltre ad essere famosa per le sue olive dal colore bruno e dal sapore intenso e il suo gustoso olio, è conosciuta per il lunghissimo litorale arenile dorato e sabbioso della Spiaggia attrezzata la Fortezza. La spiaggia ha fondali morbidi, bassi e digradanti ed è stretta tra la fortezza del XVI secolo da una parte e la darsena e il porto dall’altro.
# 10 Spiaggia dei Balzi Rossi, con sassolini bianchi levigati dal mare e rocce rossastre (Ventimiglia, Imperia)
Anche conosciuta come Spiaggia delle Uova, la Spiaggia dei Balzi Rossi è un incantevole angolo di mare della Riviera di Ponente. Un fazzoletto di sassolini bianchi levigati dal mare e rocce rossastre formatesi da ferroso calcare dolomitico crea uno spettacolo unico insieme all’acqua cristallina del mare, dall’azzurro cielo al verde smeraldo. Per gli amanti della storia da non perdere le antichissime grotte di origine preistorica nel museo naturale a pochi passi.
Lo sapevi che all’uscita della Stazione Crocetta si sarebbero dovute realizzare una fontana, una statua e una tettoia di riparo?
Il progetto era di Guido Cannella ma non fu realizzato. In più anche il nome doveva essere diverso: la stazione doveva chiamarsi “Lamarmora”, ma alla fine si optò per Crocetta. Esce infatti in largo della Crocetta, alla confluenza di corso di Porta Romana e di corso di Porta Vigentina.
Alcune curiosità sulla fermata:
La piazza fungeva da chiesa “a cielo aperto”. Il termine Crocetta, infatti, indica una croce stazionale. Venivano poste nei crocevia con accanto piccoli altari, in funzione di chiesa all’aperto, durante le epoche flagellate dalla peste: collocate in luoghi di gran passaggio, permettevano anche agli ammalati di seguire le funzioni religiose pur rimanendo nelle loro case. La crocetta di Porta Romana fu voluta da San Carlo nel Cinquecento
La crocetta venne sostituita nel 1700 con la statua di San Calimero, quarto Vescovo di Milano dal 270 al 280 d.C. molto amato dai milanesi che a lui dedicarono una Basilica.
La fermata è stata costruita a binari sovrapposti per evitare il passaggio sotto gli edifici. Al livello inferiore si trova il binario dispari (in direzione San Donato), al livello superiore il binario pari (in direzione Comasina)
Fondato da San Gerolamo Emiliani nel 1533 l’orfanatrofio di Milano sorge tra via Manzoni e via Morone. I ragazzi cresciuti nell’orfanatrofio sono detti “martinitt”: il nome viene dall’oratorio di San Martino nei pressi dell’orfanatrofio.
Le orfane invece venivano chiamate “Stellinn” (stelline). Su disposizione di Maria Teresa d’Austria, gli orfani lasciarono via Manzoni per trasferirsi nel convento di San Pietro in Gessate. Napoleone trasformò San Pietro in ospedale e i Martinitt tornarono nella vecchia sede di via Manzoni.
Oggi l’Ente è stato trasformato in Azienda di servizi alla persona Istituti Milanesi Martinitt e Stelline e Pio Albergo Trivulzio. Nel 2009 è stato inaugurato il Museo Martinitt e Stelline dedicato agli orfani milanesi.
Ci sono martinitt che hanno fatto la storia di Milano, e non solo, come Angelo Rizzoli, Edoardo Bianchi e Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica, diventato l’uomo più ricco d’Italia, scomparso il 27 giugno 2022.
Se la Lombardia fosse una nazione, che ordinamento giuridico avrebbe? Quale sarebbe la valuta ufficiale, usata come unità di valore e di conto? Sarebbe nell’Unione Europea e nella NATO?
Se la LOMBARDIA fosse una NAZIONE? Valuta, ordinamento, capitale: cosa cambierebbe
# Lombardia nazione: decima per abitanti nell’Unione Europea
Se fosse nazione, la Lombardia confinerebbe a Nord con la Svizzera, a Est, Sud e Ovest con l’Italia. Con i suoi 10,6 milioni di abitanti passerebbe da regione più popolosa d’Italia, a decima nazione con più abitanti nell’Unione Europea, subito dopo il Belgio (che ha circa centomila abitanti in più).
# Milano Capitale: la quarta più grande d’Europa
La capitale della Lombardia sarebbe Milano, già una delle 6 capitali economiche d’Europa. Per numero di abitanti dell’area metropolitana Milano sarebbe la quarta capitale più popolata d’Europa dopo Parigi, Berlino e Roma. Milano ricoprirebbe un ruolo diplomatico internazionale di spicco, ospitando le Ambasciate internazionali, mentre la Lombardia avrebbe sedi diplomatiche in tutto il mondo.
Facile immaginare l’adozione di una doppia lingua. Insieme all’italiano verrebbe adottato anche il lombardo. Come in tutti i paesi più piccoli, anche in Lombardia l’inglese verrebbe parlato in modo fluente da tutti i cittadini.
# Ordinamento giuridico: modello confederale simile alla Svizzera
Cosa sceglierebbe la Lombardia per il proprio autogoverno? Per tradizione e vicinanza con la Svizzera, è probabile che la Lombardia nazione riprenda il progetto caro a uno dei suoi padri fondatori, Carlo Cattaneo che, al momento dell’unificazione italiana si batté come un leone per introdurre un sistema federale, decentrato sul modello svizzero. Alla fine invece lo stato italiano scelse un sistema centralizzato e tutti sappiamo come è andata a finire.
La forma di governo sarebbe fortemente decentralizzata: Milano non deciderebbe cosa è meglio per le altre provincie e ognuna sarebbe libera di regolarsi in modo autonomo, portando il potere al livello più vicino ai cittadini.
Non è così scontato che la Lombardia voglia avere in circolazione l’Euro. Vista la vicinanza con la Svizzera, potrebbe volere adottare il Franco svizzero, ancorandolo alle materie prime della nazione lombarda. Euro o Franco, forse ancora più probabile che si affianchi a una di queste due monete anche una valuta autonoma, con propria banca centrale.
# Economia: con Svizzera e Montecarlo sarebbe la più ricca d’Europa
Malgrado il fardello dello Stato italiano, Lombardia è, insieme a Catalogna, Baden-Wurtemberg e Alvernia-Rodano, uno dei cosiddetti 4 motori d’Europa, con un’altissima concentrazione di attività economiche industriali, agricole e del terziario.
Libera di gestirsi e di trattenere le risorse sul territorio, la Lombardia entrerebbe all’istante tra le aree più ricche d’Europa, competendo direttamente con Svizzera e Montecarlo. Non solo, la ritrovata indipendenza potrebbe poi favorire la stipula di patti commerciali speciali con Svizzera, Austria, Slovenia e Provenza, allungando la sfera di influenza economica in un “Patto delle Alpi” tra paesi simili per territori, mentalità ed esigenze.
Le Festa Nazionale Lombardacoinciderebbe con l’attuale Festa della Regione, quel 29 maggio simbolo di libertà e riscatto incarnati dalla battaglia di Legnano. Una data che porterebbe la Lombardia ad avere festività in linea con quelle dei Paesi a nord delle Alpi che hanno molti giorni di festa nel mese di maggio. Come altri paesi europei, anche la Lombardia introdurrebbeun Bank Holiday Act, che sposta la Festa al lunedì successivo se la ricorrenza cade nel fine settimana, in modo da avere il numero di festività annuali fisso.
# Religione: ponte tra mondo cattolico e mondo protestante
Ispirata all’Editto di Costantino, grande dichiarazione di libertà, la religione ufficiale della Lombardia Nazione riavrebbe la sua radice Cristiana, lasciando però ampia libertà di culto ad ogni individuo. Non solo, si potrebbe adottare su tutto il territorio il rito ambrosiano, costituendo così un ponte tra mondo cattolico e mondo protestante all’insegna di una ritrovata unione nella cristianità.
La Lombardia avrebbe diritto ad alcuni domini di primo livello. Il dominio “.lo” o “.lom” per la nazione e poi anche altri per le città. Ad esempio un dominio “.mi” per Milano e via via tutte le altre 11 provincie. Non si userebbe mai più il .it come GeoTLD e l’organismo sovranazionale ICANN può dare un parere non vincolante.
# Appartenenza UE e NATO
L’appartenenza o meno ad organismi centrali e centralizzanti, quali NATO e Unione Europea, verrebbe decisa dal popolo lombardo attraverso referendum. Se la Lombardia dovesse uscire dalla NATO, dovrebbe risolvere la questione della difesa dei propri confini. L’alleanza a Nord con la Svizzera potrebbe essere semplice, ma non si dovrebbe trascurare un accordo di natura pattizia con l’Italiaconfinante.
Nel caso in cui uscisse dall’Unione Europea, si potrebbe configurare uno status simile a quello dei paesi come Svizzera, Norvegia o Regno Unito che, pur non essendo nella UE, hanno con gli altri paesi rapporti privilegiati nel commercio e nella mobilità di merci e persone.
Le proposte per la bandiera della Nazione Lombarda sono il Ducale o la Croce di S. Ambrogio. Anche la scelta del vessillo potrebbe essere lasciata alla volontà popolare, ricorrendo al referendum aperto. Di sicuro si eliminerebbe l’attuale bandiera orribile di Regione Lombardia.
# Motto e inno nazionale
Il motto della Lombardia nazione riprenderebbe quello dell’Aurea Repubblica Ambrosiana, ossia:«civitas superiorem non recognoscens est sibi princeps» ovvero «La città che non risconosce alcun superiore, è governante di sé stessa».
Per l’inno nazionale ci sarebbe un voto popolare tra opere di compositori lombardi. In lizza: Donizetti, Giorgio Gaber e Max Pezzali.
# Colpo di scena finale: Milano Città Stato
La grande rivoluzione della Lombardia nazione sarebbe quella di spingere in direzione opposta rispetto al sistema burocratico centralista dello stato italiano. Sarebbe la terra della libertà individuale e dell’autonomia dei territori. Alcuni di questi potrebbero spingere per un’indipendenza maggiore fino a diventare uno stato nello stato.
Potrebbe capitare che Campione o la Val d’Intelvi diventassero un Liechtenstein longobardo, una micronazione indipendente. Non solo: perfino Milano potrebbe spogliarsi del ruolo di capitale e diventare Città Stato. La più libera e potente della nuova Europa.
La pessima qualità dell’asfalto e la scarsa manutenzione trasforma le strade di Milano in un groviera. Un percorso ad ostacoli per automobilisti, motociclisti e ciclisti tra buche, allagamenti e asfalto sbriciolato con gravi rischi per la propria incolumità.
Milano non fa schifo ma… la BUCHE sull’ASFALTO
# Basta una pioggia abbondante per creare buche e allagamenti nelle strade
Dopo una pioggia un po’ abbondante in zona Bovisa, e in molte altre zone della città, si creano buche, pozze d’acqua e allagamenti, l’asfalto si sbriciola con conseguente situazione di pericolo e intralcio. Evidentemente una pessima qualità dei materiali utilizzati e una scarsa manutenzione. A questo punto non è meglio tornare al pavé?
Lo sapevi che questa stazione della M3 si chiama così proprio perché in questa zona si voleva costruire un porto?
Sì, la stazione sorge proprio in prossimità dell’omonimo progetto di un porto fluviale a servizio di Milano che sostituisse la Darsena di Porta Ticinese.
Porto di Mare sarebbe stata l’area portuale destinata all’approdo del traffico fluviale navigante il canale Milano-Cremona-Po che fu scavato per circa 16 chilometri. Il raggiungimento del Po avrebbe poi consentito il collegamento di Milano con l’Adriatico, da cui il nome “Porto di Mare”.
La stazione è stata inaugurata il 12 maggio 1991, un anno dopo l’apertura della linea 3 che all’inizio limitava il tragitto a Centrale – Duomo
Nei primi progetti la stazione doveva essere chiamata Fabio Massimo, dal nome di una delle due vie da cui si esce (l’altra è via Giovanni Battista Cassinis)
Dalle sei di pomeriggio fino a sera è il drink preferito per un buon aperitivo. Il classico è fatto con Aperol, spumante e qualcosa di frizzante che non dia sapore ma che alleggerisca i gradi del drink, che sia Seltz, acqua minerale o soda è indifferente. Fresco e buono, lo Spritz è il classico accompagnamento a patatine, olive e qualcosa da stuzzicare per un post-lavoro o fine giornata soddisfacente. Ma perché si chiama così?
Perché lo SPRITZ si dice spritz?
# Nasce nel Lombardo Veneto sotto la denominazione austrica
Lo spritz è un long drink la cui origine si attribuisce a Venezia. Ma esattamente quando fu inventato? Tra il Settecento e l’Ottocento, sotto la denominazione austriaca, i soldati asburgici iniziarono a conoscere i vini veneti. Ma erano troppo forti per i loro palati e allora decisero di allungarli con dell’acqua frizzante, così da renderli più dolci. Il nome Spritz deriva proprio da qua: in tedesco “spruzzare” si dice spritzen.
# Negli anni ’20 arriva il bitter
Questo significa che il primo Spritz non era altro che vino bianco e acqua gassata, una variante che in alcune zone del Friuli ti danno ancora. L’opzione con il bitter come la conosciamo noi nasce solo negli anni Venti quando, dopo la diffusione del Seltz che sostituì l’acqua, si decise di “macchiare” la miscela di vino e Seltz con del bitter. Pare quindi che lo Spritz originale sia fatto con il bitter e non l’Aperol.
# Lo spritz a merenda
Qualcuno dice però che non siano stati gli austriaci i primi ad aver avuto la brillante idea di allungare il vino con dell’acqua frizzante. L’origine sarebbe tutta italiana. Nel 1500 agli operai dell’Arsenale di Venezia pare venisse data una merenda particolare: gallette e un bicchiere di vino allungato con acqua di pozzo.
# Le mille ricette e l’originale
Una cosa è certa: lo Spritz è un cocktail con mille varianti. Ogni città ha la sua versione e ora c’è chi sperimenta anche opzioni alternative, aggiungendoci vodka o facendolo diventare di colori diversi. C’è lo Sprtiz, l’Hugo, lo Spritz Campari, il Pink Spritz, ma anche quello green o blu. Fin dall’inizio lo Spritz era destinato ad avere più ricette, se all’inizio infatti a Venezia si era aggiunto il bitter, a Padova si metteva l’Aperol. E poi c’era il Select con il bitter prodotto dai fratelli Pillai.
La ricetta originale, certificata dall’IBA (International Bartenders Association) con la denominazione di “spritz veneziano” è però una: 6 cl di prosecco – 4 cl di Aperol – una spruzzata di soda/seltz.
Per facilitare la preparazione spesso si dice che le dosi devono essere 1/3 di Aperol, 2/3 di Prosecco e 1/3 di acqua frizzante, o soda o seltz.