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AUSTRIA, i TRASPORTI PUBBLICI sono GRATIS. La scelta radicale per la sostenibilità

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Credits: nonsprecare.it

Articolo: Antonio Galdo per “nonsprecare.it”

Austria, i trasporti pubblici sono gratis. La scelta radicale per la sostenibilità

Finora erano stati soltanto alcuni comuni, in particolare in Francia, Germania e nel Nord Europa, a fare una scelta così radicale: trasporti pubblici gratuiti. Per usare meno l’auto, e in generale il mezzo privato, per ridurre l’inquinamento e le emissioni, per contrastare il surriscaldamento con una politica mirata agli obiettivi di una mobilità sostenibile. Una rivoluzione. Però locale e circostanziata.

# Per viaggiare solo un abbonamento simbolico annuale di 3 euro

Adesso è un intero paese, l’Austria, che sceglie questa strada con una determinazione davvero impressionante e con la capacità di creare un precedente molto interessante in tutta Europa. Il governo di Vienna, guidato dal conservatore Sebastian Kurz, con la partecipazione determinante del partito dei Verdi, ha deciso che in tutto il territorio nazionale sarà possibile sottoscrivere un abbonamento annuale da 3 euro, poco più che una cifra simbolica, per circolare liberamente 24 ore su 24 sull’intera rete del trasporto pubblico metropolitano. Autobus, tram, metropolitane, alcuni treni.

# Il piano “trasporti pubblici gratis” è finanziato attraverso una quota dei 50 miliardi di euro stanziati in Austria per il rilancio dell’economia dopo la pandemia

A questo punto siamo ben oltre l’incentivo per l’auto pulita, la dissuasione mirata all’automobile, e il cittadino viene messo di fronte a una possibilità che davvero si fa fatica a scartare. Nel bilancio familiare, infatti, il costo dei trasporti, pubblici e innanzitutto privati, pensate solo all’auto con acquisto, assicurazione, carburante, parcheggio, etc.., rappresenta una delle voci più impegnative e più difficili da tagliare. Come farà il governo austriaco a finanziare una scelta così radicale in termini di sostenibilità? Il ministro Leonere Gewessler, al quale fanno capo le competenze di Clima, Energia e Trasporti, ha presentato all’opinione pubblica il suo budget per il piano “trasporti pubblici gratis” e ha segnato anche le future tappe in termini di entrate fiscali legate all’ambiente e di obiettivi energetici.

La gratuità dei trasporti è finanziata attraverso una quota dei 50 miliardi di euro stanziati in Austria per il rilancio dell’economia dopo la pandemia, ed è parte integrante del piano finanziario del governo per il post Covid-19. Già dal prossimo anno aumenterà in maniera significativa la tassa green su tutte le produzioni inquinanti.

# Entro 2040 in Austria raggiunta neutralità rispetto al carbone

Quanto alla tabella di marcia sulla politica energetica, le scadenze più importanti sono queste: entro il 2030, il 100 per 100 dell’energia in Austria sarà prodotta da fonti rinnovabili e già adesso siamo all’80 per cento, entro il 2035 sarà vietato l’uso del gasolio per il riscaldamento negli edifici pubblici e nelle case private, entro il 2040, con dieci anni di anticipo rispetto al target fissato dall’Unione europea, l’Austria avrà raggiunto la sua neutralità rispetto al carbone. Possiamo pensare a qualcosa del genere anche in Italia? Sicuramente. Le risorse ci sarebbero e una politica ispirata a “trasporti pubblici gratis” andrebbe incontro a molti bisogni, anche economici non solo ambientali, dei ceti più deboli. Magari si può pensare a una progressione delle tariffe del trasporto pubblico, alzando quelle dei turisti e delle persone con redditi più alti.

Ma per arrivare a qualcosa del genere servono alcune premesse. La prima: una rete del trasporto pubblico davvero efficace ed efficiente, in grado cioè di coprire il boom della domanda legato all’azzeramento dei costi. Qualcosa che in Austria esiste ovunque, e in Italia si vede a macchia di leopardo, per esempio, in una metropoli come Milano. Seconda premessa: il governo deve fare una scelta forte, senza provare sempre ad accontentare tutti distribuendo sussidi, ma concentrando le risorse su obiettivi precisi. Terzo: notate il particolare del ministero dell’Ambiente austriaco dove, per scelta politica, sono concentrate le politiche ambientali, sul clima, sull’energia e sui trasporti. Non è solo una questione di distribuzione del potere dei dicasteri: è una scelta politica. Decisiva. In Italia c’è qualcuno che ha voglia di proporla e magari di provare a realizzarla?

Fonte: nonsprecare.it

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1925: divieto di passare sulla destra. Gli automobilisti milanesi insorgono

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1 aprile 1925. Molti automobilisti speravano fosse un pesce d’aprile, invece non lo era. Tra le nuove norme che disciplinavano la circolazione delle strade c’era il divieto di superare sulla destra. Quella che oggi sembra una norma ovvia, di buon senso, all’epoca aveva innescato una dura reazione degli automobilisti, abituati allora a vivere la guida in totale libertà.

Con questa norma “si vuole sopprimere la circolazione delle automobili nelle vie di Milano?” provocava il Corriere della Sera in un articolo pubblicato il 29 marzo, due giorni prima dell’entrata in vigore della legge, aggiungendo “Se un’automobile vuol sopravvanzare un carro, deve passare sulla sinistra; se questo non è possibile perchè la strada è stretta, l’automobile deve mettersi in coda al carro e attendere che si presenti l’eventualità favorevole di passare avanti”. Per poi concludere: “Se per regolare il traffico si vuol ridurre al comun denominatore della velocità del più lento veicolo tutti gli altri, i vantaggi che questi presentano sono praticamente soppressi“.

 

(Fonte: Corriere della Sera)

🔴 Dati 3 luglio. LOMBARDIA: 4 decessi (25% del totale nazionale), 115 nuovi positivi di cui 12 a Milano

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Credit: Andrea Cherchi (c)

3 luglio 2020. Forte calo di morti in Lombardia che tornano prossimi allo zero: 4. I nuovi positivi sono 115 (un terzo “debolmente positivi). In Unione Europea l’Italia scende al terzo posto per morti giornalieri (15) dopo Romania e Spagna. Nel mondo i quattro paesi più colpiti al momento restano USA, Messico, Brasile e India.   

Dati Lombardia. Quattro decessi in tutta la Regione (dai ventuno di ieri) pari al 25% di tutta Italia (ieri erano il 70%). I contagi risalgono sopra quota 100: sono 115 (di cui 34 “debolmente positivi”), dai 98 di ieri, su 9.758 tamponi effettuati (300 più di ieri). Ancora tre province sopra i 10 nuovi positivi: Milano (24, di cui 12 in città), Brescia (15) e Bergamo (22) che sta svolgendo un gran numero di test sierologici.  Tranne Cremona e Pavia, tutte le altre sono sotto i cinque. Restano 241 ricoverati Covid (come ieri), di cui 41 in terapia intensiva. 

Italia. I decessi giornalieri si dimezzano a 15 in tutta Italia (dai 30 di ieri), grazie soprattutto al calo della Lombardia. I contagi crescono a 223, dai 201 di ieri, sempre uno su due in Lombardia. Oltre alla Lombardia sopra i 10 nuovi positivi ci sono anche Emilia, Piemonte e Lazio. 79 restano in terapia intensiva. 

Mondo. In Unione Europea insieme all’Italia (+15) sopra i 10 decessi giornalieri ci sono anche Romania (+21), Spagna (+17) e Polonia (+15). 

Nel mondo le persone che hanno contratto il virus superano quota 11 milioni, i morti sono 526 mila. Al primo posto per decessi nelle ultime 24 ore ritorna il Messico con +679, davanti a USA, Brasile e India. Sopra i 100 morti giornalieri ci sono anche Russia (+176), Iran (+154), UK (+136), Cile (+131) e Iraq (+102) . A livello di contagi giornalieri gli USA sfiorano i +25.000, davanti all’India (+20.000), poi ci sono Brasile, Russia e Messico. 

Fonte: dati Regione Lombardia, Protezione Civile, Worldometers

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Scalo GRECO-BREDA: al posto della ferrovia il PRIMO QUARTIERE A ZERO EMISSIONI d’Italia

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Credits: Urbanfile - Progetto Scalo Greco

L’ex scalo Greco-Breda diventerà il primo quartiere di housing sociale totalmente green d’Italia, con parte degli appartamenti destinati all’affitto. “L’Innesto” è il nome del progetto sull’area di 6 ettari che sorgerà a nord-est della città.

Scalo GRECO-BREDA: al posto della ferrovia il PRIMO QUARTIERE A ZERO EMISSIONI d’Italia

# Lo scalo è rimasto in funzione fino agli anni ’90, prima della dismissione

Il sito Greco Breda è uno scalo merci dismesso, utilizzato per lo stoccaggio di treni merci e come magazzino con funzioni logistiche fino agli anni ‘90, quando la concentrazione delle attività nei terminal più grandi ha portato alla dismissione di numerosi scali ferroviari urbani. L’area di 6 ettari è localizzata in corrispondenza della stazione Greco Pirelli, lungo la linea ferroviaria che viaggia verso Monza, Como e la Svizzera, a una fermata di distanza dallo snodo ferroviario per l’alta velocità Porta Garibaldi di Porta Nuova e dallo snodo ferroviario regionale e nazionale di Lambrate. A meno di 1 km di distanza ci sono le fermate della linea M5 Bicocca e M1 Precotto oltre alle le linee tramviarie che fanno della stazione Greco Pirelli uno dei punti di interscambio più frequentati della città e dell’area metropolitana per il trasporto pubblico suburbano.

# Il percorso di valorizzazione era iniziato nel 2017, dal 1° luglio il sito è passato di proprietà da FS Sistemi Urbani a Redo Sgr

Il percorso di valorizzazione era iniziato nel 2017 con la sottoscrizione dell’accordo di programma stipulato da Regione Lombardia, comune di Milano e Fs per la rigenerazione dei sette scali ferroviari di Milano tra cui quello di Greco-Breda oltre a Farini, San Cristoforo, Porta Romana, Porta Genova, Rogoredo e Lambrate. Lo scalo di Greco era stato candidato alla prima edizione del bando internazionale Reinventing Cities, promosso da C40, da parte di Fs sistemi urbani. Il progetto vincitore del concorso è stato quello presentato da Redo Sgr che il 1° luglio è ha acquistato l’area dal Gruppo Fs Italiane per 4,8 milioni di euro.

# Le caratteristiche del progetto “L’Innesto”: tanto verde, zero emissioni, auto di quartiere condivise

“L’Innesto”, questo è il nome del nuovo quartiere di social housing, sarà il primo in Italia a zero emissioni, il 40% degli appartamenti destinato all’affitto e il 60% dell’area, cioè oltre 37.000 metri quadrati, saranno destinati a verde con percorsi pedonali e attrezzati a uso pubblico. La strategia di mobilità è chiara: limitare i posti auto, che saranno solo 100 per 700 inquilini. Ampio spazio invece a garage per biciclette, per circa 1200 mq, a colonnine di ricarica per auto elettriche e a una flotta di auto di quartiere condivisa.

Fonti:
MilanoToday
FSNews

FABIO MARCOMIN

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MONTE VERITÀ: quando si cercava la “TERZA VIA” a due ore da Milano

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Ad Ascona in Svizzera, sulla collina affacciata sul Lago Maggiore, una location da favola che ha avuto tra i suoi “ospiti” Herman Hesse e Carl Jung. Scopriamo le sue affascinanti architetture del ‘900 del suo polo museale immerse tra piante esotiche e originali.

MONTE VERITÀ: quando si cercava la “TERZA VIA” a due ore da Milano

 

# L’architettura del ‘900 immersa nella natura del Lago Maggiore

Il Monte Verità è un luogo speciale per una vacanza immersa nella natura, con i suoi 7 ettari tra piante esotiche ed originali e esperienze come il percorso magnetico Arcobaleno di Chiara, e la gioia di un salto indietro nel tempo alla scoperta dell’architettura e del design del primo Novecento. Infatti, su questa collina affacciata sul Lago Maggiore nel Canton Ticino, all’inizio del ‘900 nacque una colonia alternativa e vegetariana: ospitò tra gli altri personaggi come Herman Hesse, Isadora Duncan, Carl Gustav Jung e Alexej von Jawlensky.

Questa località venne scelta all’inizio del secolo scorso da chi cercava una terza via tra il blocco capitalista e quello comunista e venne a crearsi una comunità che popolò il monte Monescia con i loro indumenti “della riforma” e i capelli lunghi, lavorando giardini e campi, costruendo spartane capanne in legno e rilassandosi con bagni di sole integrali, da cui mosse i primi passi la colonia nudista di Monte Verità.

# Tutto il complesso museale da esplorare sul Monte Verità

La comunità, oggi un insediamento ispirato alla quiete green e al design funzionale, è una poliedrica realtà animata da vivaci stagioni culturali tra i cui confini trovano spazio strutture alberghiere, un centro congressi e un interessante complesso museale che di recente ha ritrovato uno dei suoi edifici più simbolici. Il complesso museale diffuso da vedere:

# Casa Anatta: il restauro conservativo curato dagli architetti Carlo Zanetti e Gabriele Geronzi ha riportato all’antico splendore le pareti in legno, gli angoli arrotondati e l’ampia terrazza di Casa Anatta. All’interno si può osservare il riallestimento dell’esposizione permanente Monte Verità – Le mammelle della verità, immaginata nel 1978 da Harald Szeemann, e la nuova mostra multimediale gemella Le verità di una montagnadi Andreas Schwab.

# La piccola casa aria-luce Casa Selma: costruita nel 1904 dai primi coloni.

Credits: wikipedia.org – Museo Casa Selma

# La Casa dei Russi: sede di piccole mostre temporanee.

Credits: geronzi.ch – La casa dei Russi

# Il Padiglione Elisarion: custode dell’opera Il chiaro mondo dei beati di Elisar von Kupfer.

# L’Albergo Bauhaus: opera della fine degli anni Venti dell’architetto Emil Fahrenkamp, è una struttura fedele ai dettami di razionalità e funzionalità della celebre scuola tedesca, fonde dettagli costruttivi originali come camere vista lago e ampie terrazze con arredi in stile e geometrie interne che incorniciano il panorama.

Credits: wikipedia.org – Albergo

# Villa Semiramis: costruita nel 1909 dall’architetto torinese Anselmo Secondoin stile art-nouveau di Villa Semiramis.

Credits: swiss-historic-hotels.ch. – Villa Semiramis

# Una piantagione di tè e una casa dedicata alla degustazione e alla scoperta del valore culturale della famosa bevanda.

# Casa Monescia: rifugio di Alexander Wilhelm de Beauclair primo segretario della colonia vegetariana

# La piccola Casa Marta: un’accogliente capanna nel bosco arricchita da una composizione unica di arredi realizzati a mano dal carpentiere Francesco Luschner.

Fonti:
elledecor.com 
monteverita.org

FABIO MARCOMIN

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🔴 Dati 2 luglio. LOMBARDIA: 21 decessi, 98 nuovi positivi. 30 morti in Italia, sempre prima in UE nelle ultime 24 ore

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Credit: Andrea Cherchi (c)

2 luglio 2020. Risalgono i decessi in Lombardia: sono 21 (il 70% del totale Italia). Calano i contagi che ritornano sotto quota 100, nonostante l’aumento dei tamponi. In Unione Europea l’Italia sempre prima per morti giornalieri (30), poi quattro paesi sotto 20 e gli altri sotto i dieci. Nel mondo sempre massima allerta nel continente americano e in India e Medio Oriente.  

Dati Lombardia. Ventuno decessi in tutta la Regione (dai sei di ieri) pari al 70% di tutta Italia. I contagi scendono di nuovo sotto quota 100: sono 98 (di cui 36 “debolmente positivi”), dai 109 di ieri, su 9.440 tamponi effettuati (quasi 1.000 più di ieri). Ancora due province sopra i 10 nuovi positivi: Milano (28, di cui 17 in città) e Bergamo (23) che sta svolgendo un gran numero di test sierologici.  Tranne Brescia (9), tutte le altre sono sotto i cinque. Restano 241 ricoverati Covid (36 meno di ieri), di cui 41 in terapia intensiva. 

Italia. I decessi giornalieri risalgono a 30 in tutta Italia (dai 21 di ieri), spinti dal rialzo della Lombardia. I contagi crescono a 201, dai 182 di ieri, uno su due in Lombardia. 82 restano in terapia intensiva. 

Mondo. In Unione Europea insieme all’Italia (30) sopra i 10 decessi giornalieri ci sono anche Romania (+20), Francia (+18), Polonia (+15) e la Svezia (+12). Tra gli altri Paesi più colpiti: la Germania è a 9, la Spagna è a 8, Portogallo a 8, il Belgio è a 7, Ungheria a +1.

Nel mondo al primo posto per decessi nelle ultime 24 ore ritorna il Brasile con +976, seguito dal Messico con +741 , USA +522 e India con +438. Sopra i 100 morti giornalieri ci sono anche Perù (+183), UK (+176), Cile (+167), Russia (+147), Iran (+141) e Iraq (+110). A livello di contagi giornalieri gli USA sfiorano i +50.000, davanti al Brasile di poco sopra i +40.000 e l’India che si avvicina ai +20.000 nuovi positivi. Al quarto posto si inserisce il Sud Africa con +8.124. 

Fonte: dati Regione Lombardia, Protezione Civile, Worldometers

Leggi anche: Covid: Le 5 DOMANDE di noi lombardi alla Regione (o alla Protezione Civile)

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“Ready to go”: il MURALE della RIPARTENZA nel centro di Milano realizzato dalla rivista di CATTELAN

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Credits: repubblica.milano.it - Murale "Ready to go"

Il writer triestino Nicholas Perra omaggia l’artista milanese Maurizio Cattelan e il suo magazine ironico e provocatorio “Toilet Paper”.

“Ready to go”: il MURALE che celebra CATTELAN in via Mascagni

 

La scritta “Ready to go” e due dita della mano infilate nelle scarpe: è il maxi murale apparso sulla facciata di un palazzo in via Mascagni a Milano, come simbolo di buon auspicio per la ripartenza del Paese che deve rialzarsi dopo l’emergenza coronavirus. L’autore è Nicholas Perra ed è un omaggio realizzato da Urban Vision e Toilet paper, la rivista fondata nel 2010 dall’artista Maurizio Cattelan.

“Toilet Paper” è nato dalla collaborazione tra l’artista contemporaneo Maurizio Cattelan e il fotografo Pierpaolo Ferrari ed è un magazine composto interamente da immagini realizzate dai due artisti con l’idea di creare un nuovo concetto di relazione tra linguaggio artistico e linguaggio pubblicitario, arte e moda. Lo stile è ironico e provocatorio ed è il risultato della combinazione tra la patina della fotografia commerciale, evocazioni pop e surrealiste, ossessioni sessuali, suggestioni e ambiguità, per creare orchestrazioni complesse che sfottono col sorriso accademismi e critica d’arte autoreferenziale.

Fonti:
repubblica.milano.it
milano.corriere.it

FABIO MARCOMIN

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La legge del contrappasso: 7 RITORSIONI che potrebbe prendere Milano contro chi le ha voltato le spalle

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Foto: Andrea Cherchi (c)

L’ultimo schiaffo è quello riportato da Repubblica di uno spot di promozione della Calabria: Calabria, lo spot infame: “Venite in vacanza da noi, al Nord ci si ammala”.

Non è una novità. Perfino nei momenti più duri dell’emergenza sanitaria per Milano e la Lombardia da molte parti d’Italia non è arrivata neppure una parola di conforto o un minimo gesto di solidarietà.  Anzi, quando le istituzioni politiche di alcune regioni aprivano bocca era solo per versare parole di astio o di insofferenza. Ma anche la Schadenfreude, la felicità per la disgrazia degli altri, ha un limite: la legge del contrappasso. 

Leggi anche: Il muro del sud contro il nord: la riconoscenza non è di questo Paese

La legge del contrappasso: 7 RITORSIONI che potrebbe prendere Milano contro chi le ha voltato le spalle

#1 Visite mediche: chi arriva dalle regioni “ostili” potrà prenotare dal marzo 2021

A causa del Covid chi è dovuto restare a Milano non ha potuto fare visite mediche. Ora che ripartono le visite, ci vorrà molto tempo per smaltirle tutte: le visite per chi arriva dalle regioni meno solidali ripartiranno dall’8 marzo 2021.

Leggi anche: Non vogliamo i milanesi! Monta la rivolta al sud

#2 Ricoveri: graduatoria in base alla solidarietà dimostrata

Diverse regioni hanno dichiarato nei momenti di picco dei decessi in Lombardia di voler chiudere ai lombardi. La motivazione ufficiale era di evitare il rischio di troppi ricoveri nelle loro strutture. Dopo il Covid, in Lombardia bisognerà mantenere sempre liberi un tot di posti letto in terapia intensiva e negli ospedali per far fronte a una futura emergenza. Quindi chi viene da fuori, negli ospedali della Lombardia potrà avere disponibilità di ricovero solo dopo la piena soddisfazione dell’offerta per i cittadini rimasti in Regione durante il lockdown. A seguire i posti letto verranno assegnati ai cittadini provenienti dalle regioni che hanno mostrato una qualche solidarietà alla Lombardia (come l’Emilia Romagna), poi chi arriva da regioni che sono rimaste in silenzio, infine quelle che si sono dimostrate ostili o denigratorie.

Leggi anche: Al Sud che vieta l’ingresso ai lombardi risponde la Romagna: noi non chiuderemo mai a chi ha reso grande il nostro turismo

#3 Quarantena con obbligo di mascherina all’aperto 

Ci sta pensando anche New York: ora chiudiamo al resto degli americani, dicono. Visto che la Lombardia è stata la regione più colpita dal Covid e ora risulta quella in cui una percentuale più alta di cittadini risulta immune, chi arriva da fuori, soprattutto dalle regioni rimaste più isolate, dovrà essere sottoposto a test sierologico e, se negativo, rimanere in isolamento cautelativo per evitare di essere infettato, con obbligo di mascherina all’aperto oltre al distanziamento sociale per tenerlo lontano da chiunque sia rimasto in Lombardia durante l’emergenza Covid. 

Leggi anche: I liguri: milanesi restate a casa vostra!

#4 Università: borse di studio per chi è rimasto in Lombardia nel primo semestre 2020

Il chilometraggio (distanza dalla Lombardia) sarà motivo di penalità per le università a numero chiuso. Ci saranno vantaggi e borse di studio riservate ai fuori sede che hanno vissuto in Lombardia nel primo semestre 2020 e per gli stranieri dei paesi che hanno inviato aiuti o mostrato solidarietà alla Lombardia. Più penalizzati sia in termini di accessi che di rette saranno gli aspiranti studenti di regioni che hanno denigrato o irriso i lombardi nel momento del bisogno.

Leggi anche: Giù la testa Milano: dopo anni di primati la città ha preso una sonora sberla (La Stampa)

#5 Graduatorie: assunzioni per chi arriva da regioni solidali

Le graduatorie per assunzioni nel pubblico e privato nella regione terranno conto della solidarietà mostrata dalla regione di appartenenza: saranno favorite le assunzioni di chi arriva da regioni che hanno manifestato atti di solidarietà verso i residenti in Lombardia.

Leggi anche: Secessione al contrario: l’Italia vuole riaprire lasciando fuori la Lombardia

#6 Prezzi delle case a valori preCovid per chi arriva da regioni “ostili”

A chi ha disdetto l’affitto per andarsene durante il lockdown e chi arriva da regioni che non hanno dimostrato solidarietà verso la Lombardia, verranno applicati canoni di affitto a valori pre covid. L’extra gettito sarà utilizzato per compensare affittuari e padroni di casa che hanno avuto perdite durante il lockdown. 

Leggi anche: Un rappresentante del Governo: chiudiamo i lombardi in Lombardia!

#7 Test di dialetto milanese

Obbligatorio per chi non è stato in Lombardia durante il Covid. Esentati stranieri e cittadini di regioni che si sono dimostrate comprensive con i cittadini della Lombardia.

Perchè Milano perdona, ma non dimentica. 

Leggi anche: Altro attacco a Milano dal Sud: “basta con la colonizzazione linguistica!”

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Fermi tutti! I FONDI EUROPEI arrivano per l’emergenza Covid, esatto? Il 50% dovrà essere impiegato in LOMBARDIA: i 10 PROGETTI da finanziare

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Potrebbero essere 150 i miliardi di Euro dati dall’Europa all’Italia per l’emergenza sanitaria. Alcuni Paesi, come Austria e Olanda, hanno sollevato dubbi, sospettando che questi fondi in realtà verranno utilizzati per altro. Dubbi che anche il primo ministro Conte ha contribuito a sollevare quando ha ipotizzato di destinare i fondi europei a infrastrutture nel Sud del Paese, come riportato nell’articolo: Il Covid ha colpito il Nord? Il Governo aiuta il Sud.

Ma, se è vero che il 50% dei morti e contagi sono avvenuti in Lombardia, il Governo, per onestà, dovrebbe investire il 50% dei fondi europei, ovvero 75 miliardi, proprio nella Regione più colpita. Una Regione che, oltre al danno sanitario ed economico, ha visto chiudersi le porte in faccia da molte altre zone d’Italia durante il periodo più buio e non solo.

Di progetti ce ne sono diversi, tutti interessantissimi, arrivati anche da celebri nomi della politica. Chi sarà il leader che finalmente difenderà i lombardi e pretenderà che Roma impieghi in Lombardia buona parte dei fondi europei? E se ciò non avvenisse, la Lombardia avrebbe ogni diritto di far valere le sue ragioni direttamente a Bruxelles.

Leggi anche: Covid: l’impatto sulla MORTALITÀ nelle singole aree d’EUROPA

Fermi tutti! I FONDI EUROPEI arrivano per l’emergenza Covid, esatto? Il 50% dovrà essere impiegato in LOMBARDIA: i 10 PROGETTI da finanziare

#1 La Circle line

Ipotesi delle 3 Circle line
Ipotesi delle 3 Circle line

Insieme alla M6, la Circle line è il sogno proibito dei milanesi. Si tratta di una metropolitana sopraelevata che, seguendo il percorso delle tangenziali, interseca e collega le attuali linee metropolitane, unendo le periferie della città senza dover andare in centro. La circle line è presente già in molte città europee come Mosca, Parigi e Berlino, in cui si sta pensando al sistema della levitazione magnetica che consente un risparmio di costi di 7 volte rispetto le normali linee metropolitane.

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#2 Il treno veloce per collegare Milano a Genova in 40 minuti

Tra le cronache principali di questo week end, l’odissea dei lombardi che in treno o in auto hanno provato a raggiungere la Liguria. Passeggeri fatti scendere dai treni, autostrade ad una sola corsi e km di coda. La proposta è quella di un treno veloce che colleghi Milano a Genova in soli 40 minuti.

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#3 TAV ultraveloce di collegamento tra le città e i principali luoghi di interesse delle regioni del nord: laghi, monti e mari

Una super-metropolitana di collegamento tra le città della Lombardia e TAV, treni ad alta velocità di collegamento tra Lombardia e le altre regioni del nord, come Veneto e Friuli, mirando anche ai mercati al di là della frontiera.

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#4 L’alta velocità Milano-Parigi-Berlino

Se Parigi e Berlino stanno progettando di unirsi con un treno speciale ad alta velocità di sole 4 ore, anche Milano dovrebbe cogliere l’occasione per creare un’asse di collegamento con le altre due economie d’Europa. Un progetto affascinante che permetterebbe di rilanciare Milano a livello europeo.

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#5 istituzione di area ZES, Zona Economica Speciale

Sgravi fiscali e semplificazioni amministrative per tutte le aziende fuggite dal fisco italiano. Con la Lombardia area ZES, un nuovo sistema fiscale sperimentale, si potrebbe copiare l’efficienza di alcuni Paesi che ad oggi sono attrattivi per le imprese, come Olanda Irlanda o Lussemburgo, per riportare le aziende in Italia e far ripartire l’economia della regione più colpita dall’emergenza sanitaria.

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#6 100.000 posti di terapia intensiva e scorte medicali per i lombardi

Un’idea di prevenzione, pensando ad ipotetiche nuove ondate di Covid 19 o nuovi virus. Se la sanità lombarda si è sempre aperta a persone di altre regioni, a posteriori di questa emergenza, occorre potenziare le strutture per i lombardi, nonché dotare ogni persona di scorte medicali, come le mascherine, tuttora pagate di tasca propria.

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#7 Impianto antismog per purificare l’aria di tutti i centri più inquinati

Una delle cose positive della quarantena e dello stop delle attività è stata la riduzione delle emissioni di CO2. L’aria che si respira da qualche mese dal centro città alla periferia milanese, è sensibilmente più pulita. Il progetto sarebbe uno tra i più innovativi a livello mondiale e punta a purificare l’aria dei cnetri più inquinati, con impianti di ventilazione localizzati in punti strategici del territorio che facciano muovere le particelle inquinanti fuori regione.

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#8 Campagna di comunicazione globale per il rilancio dell’immagine di Milano e della Lombardia

Altro che i Ferragnez, con i 75 miliardi di Euro si potrebbe lanciare la più grande operazione e campagna di marketing e comunicazione a livello globale: carta stampa, cartellonistica, tv, social media, influencer, interviste, concorsi, una nuova stagione di una serie cult e un mega festival mondiale con decine di celebrities. I lombardi non sarebbero più gli appestati d’Italia e d’Europa.

#9 Compagnia aerea AliLombardia, la migliore che ci sia

Alilombardia, una compagnia aerea con tanto di utili e agevolazioni per i residenti lombardi, e l’efficienza che le imprese lombarde sanno avere. Tutte le tratte, italiane e non, ma un’attenzione particolare per i lombardi, i più colpiti dall’emergenza sanitaria, con tariffe agevolate e benefit dedicati.

#10 Il mare a Milano

Durante l’emergenza sanitaria e tuttora, i lombardi sono stati additati come “gli infetti”, tanto da non essere accettati in alcune località turistiche. Un progetto infrastrutturale è quello di estendere i bacini e renderli balneabili dall’Adda al Ticino, con spiagge e stabilimenti balneari con tanto di vasche con acqua salata, ristoranti e locali.

# L’unica alternativa accettabile a rinunciare ai fondi dovuti: Milano Città Stato. “Se non ci date le risorse, almeno che sia consentito di autogovernarci per sperimentare un modello più vicino alle aziende come fanno altre nazioni

I nostri governanti dovrebbero indirizzare i fondi proprio alle regioni più colpite, in nome dell’emergenza sanitaria. Invece, secondo indiscrezioni del Corriere della Sera, solo il 16% sarà destinato a Lombardia. Se questo accadesse si darebbe conferma ai timori dei Paesi del Nord Europa sulla mancata connessione tra fondi e zone più colpite. Unica alternativa ammissibile è di proporre all’Europa e a Milano una riforma strutturale che potrebbe soddisfare anche le esigenze europee di soldi in cambio di riforme. 

Se non ci date le risorse, almeno consentiteci di autogovernarci per sperimentare un modello più vicino alle aziende come fanno altre nazioni. Perché non provare a seguirle, copiando i sistemi che guardano all’efficienza economica?” Si chiede Andrea Zoppolato, Direttore di Milano Città Stato e fondatore dell’Associazione Vivaio, nonché ideatore della Scuola di Formazione Politica. “L’idea sarebbe quella di creare un’area sperimentale che, per almeno 5 anni, permetta alle aziende di ogni settore di essere competitive, creando indotto economico e sociale”.

SILVIA BOCCARDELLI

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SANT’AGOSTINO, la vita dissoluta, prima della CONVERSIONE A MILANO

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Credits: libriantichionline.it - Sant'Agostino

Sant’Agostino fu uno dei più grandi pensatori del Cristianesimo e uno dei più grandi filosofi in assoluto. Nato a Tagaste, nell’odierna Algeria, nel 354 d.C, non tutti sanno che visse a Milano per diverso tempo, qui conobbe Sant’Ambrogio dal quale fu battezzato ed insegnò alle scuole palatine in Piazza Mercanti. 

SANT’AGOSTINO, la vita dissoluta, prima della CONVERSIONE A MILANO

# L’adolescenza turbolenta a Cartagine e l’arrivo in Italia dove aprì una scuola

Ladro, donnaiolo, concubino, un figlio fuori dal matrimonio, Agostino d’Ippona ebbe una vita alquanto dissoluta durante la sua fase adolescenziale a Cartagine, mentre studiava da appassionato della filosofia la maggior parte dei testi principali della cultura ellenistico-latina. Il suo stile di vita spinse sua madre a seguirlo quando Agostino si trasferì a Roma, anche se lui con uno stratagemma la lasciò a terra a Cartagine, mentre s’imbarcavano per la città eterna. Nel 383 all’età di 29 anni Agostino infatti cedette all’irresistibile attrazione che l’Italia aveva per lui e arrivato a Roma, dopo aver ripreso a frequentare la comunità manichea già seguita a Cartagine, decise di aprire una scuola di retorica.

# L’approdo a Milano e la conversione 

Il disgusto dovuto dal fatto che i suoi alunni lo defraudavano spudoratamente delle loro tasse d’istruzione, portò Agostino a fare domanda per un posto vacante come professore di retorica a Milano e lasciare la scuola da lui fondata a Roma. Il praefectus urbi Quinto Aurelio Simmaco l’aiutò a ottenere il posto con l’intento di contrastare la fama del vescovo Ambrogio, ma dopo aver fatto visita al vescovo, si sentì attratto dai suoi discorsi e iniziò a seguire regolarmente le sue predicazioni. Il racconto di Simpliciano, futuro successore di Ambrogio, sulla storia della conversione del celebre retore neo-platonico Vittorino fu preparatorio alla strada per la conversione di Agostino che avvenne all’età di 32 anni nel settembre 386, in un giardino di Milano.

# Battezzato da Sant’Ambrogio

Dopo le dimissioni da insegnante alla cattedra di retorica Agostino si ritirò nella sua residenza di campagna a Verecondo, per dedicarsi alla ricerca della vera filosofia. Verso l’inizio della quaresima del 387, rientrò a Milano dove, con Adeodato e Alipio, prese posto fra i competentes per essere battezzato da Ambrogio nella Veglia pasquale. Agostino rimase a Milano fino all’estate, continuando i suoi lavori: De immortalitate animae e De Musica.

# Morì in Africa, riposa a Pavia

Dopo l’esperienza ambrosiana tornò nella sua terra natale in Algeria dove vendette i suoi averi per donarne il ricavato ai poveri. Morì in terra africana durante l‘assedio dei Vandali e la sua salma fu traslata a Pavia dove tuttora riposa.

ANDREA URBANO

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🔴 Dati 1 luglio. LOMBARDIA: sei decessi, 109 nuovi positivi. 21 morti in Italia, seconda in UE nelle ultime 24 ore

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Foto: Andrea Cherchi (c)

1 luglio 2020. Sei morti, i nuovi contagi tornano, anche se di poco, sopra i 100. Mantova prima per nuovi positivi. Restano 277 ricoverati in Regione, di cui 41 in terapia intensiva. L’Italia seconda per decessi in UE nelle ultime 24 ore, dopo la Francia. Per contagi totali è nona al mondo, superata da Cile e Perù. 

Dati Lombardia. Sei decessi in tutta la Regione (dai quattro di ieri), i contagi risalgono sopra quota 100: sono 109 (di cui 31 “debolmente positivi”), dai 62 di ieri, su 8.427 tamponi effettuati (quasi 2.500 più di ieri). Ancora quattro province sopra i 10 nuovi positivi: Mantova (22), per la prima volta al primo posto, Milano (21), Bergamo (22) e Brescia (18).  Tutte le altre sono sotto i cinque. Restano 277 ricoverati Covid di cui 41 in terapia intensiva. 

Italia. I decessi giornalieri scendono a 21 in tutta Italia (dai 23 di ieri). I contagi crescono a 182, dai 142 di ieri.  

Mondo. In Unione Europea insieme all’Italia (21) risalgono sopra i 10 decessi giornalieri anche Francia (30), Romania (16), Polonia (14) e Svezia (12). Tra i principali Paesi la Spagna è a 9, il Belgio è a 7, la Germania è a +1. L’UK torna a crescere con 176 decessi. Nel mondo al primo posto per decessi nelle ultime 24 ore c’è sempre il Messico con +648, poi gli USA con +557, il Brasile con +542 e l’India con +506. A livello di contagi totali l’Italia ora è nona al mondo, superata anche da Perù e Cile. 

Fonte: dati Regione Lombardia, Protezione Civile, Worldometers

Leggi anche: Covid: Le 5 DOMANDE di noi lombardi alla Regione (o alla Protezione Civile)

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🔴 LINATE anticipa la RIAPERTURA: dal 13 luglio si torna a VOLARE, anche se con alcuni limiti

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Credits: Andrea Cherchi - Aereo a Linate

Articolo: Leonard Berberi per “il Corriere”

LINATE anticipa la RIAPERTURA: dal 13 luglio si torna a VOLARE, anche se con alcuni limiti

L’aeroporto di Milano Linate anticipa la riapertura. Si torna a volare il 13 luglio, in anticipo rispetto alle due ipotesi precedenti, il primo agosto o, addirittura, settembre. Come riporta il Corriere della Sera, la svolta, improvvisa, arriva al termine di una conversazione telefonica mercoledì mattina tra la ministra Paola De Micheli e l’ad di Sea, la società di gestione dello scalo, Armando Brunini: una chiacchierata – secondi fonti istituzionali – nella quale la responsabile dei Trasporti ha annunciato l’intenzione di far tornare operativo il city airport milanese il prima possibile, anticipando così anche i tempi del decreto interministeriale che tenevano chiuso il “Forlanini” fino alle 23.59 del 14 luglio.

#Le date

Se a metà giugno la data di riapertura era stata ipotizzata il primo settembre, negli ultimi giorni si ragionava più sul primo agosto per la ripresa dei voli. Ma un mix di pressioni politiche e da parte di Alitalia – confidano le fonti istituzionali – ha portato ad anticipare ulteriormente al 13 luglio. Il vettore tricolore possiede i due terzi degli slot, i diritti di decollo e atterraggio. In Sea – a quanto apprende il Corriere – non è ancora arrivata una comunicazione ufficiale né dell’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac) né del dicastero dei Trasporti che dispone la riapertura in quella data: il documento dovrebbe arrivare nel pomeriggio.

# I limiti

L’aeroporto di Linate, chiuso a marzo assieme a molti altri scali italiani per contenere la diffusione del coronavirus, era rimasto tra i pochi impianti nazionali importanti a tenere le serrande abbassate su richiesta di Sea, che gestisce anche Malpensa. Questo perché l’obbligo di distanziamento sociale nel terminal e i lavori di restyling riducono ulteriormente lo spazio a disposizione dei passeggeri. Il calo dei flussi comporta poi anche costi ulteriori per la società. Ai volumi attuali e con le regole in vigore a Linate potrebbero decollare al massimo tre voli ogni ora contro i nove soliti.

# Le compagnie

La riapertura anticipata costringerà le compagnie aeree a modificare la loro programmazione. Tutti i vettori avevano posticipato i loro voli al primo agosto. Nei prossimi giorni dovranno informare di nuovo migliaia di passeggeri che il loro volo partirà da Linate e non più da Malpensa. L’ulteriore difficoltà operativa per i vettori sta nella tempistica: nelle prossime ore le compagnie dovranno aggiornare i sistemi di prenotazione inserendo le tratte da e per l’aeroporto cittadino. La riapertura va incontro però alle richieste di diversi viaggiatori che da tempo chiedono di poter muoversi attraverso Linate, più vicino al centro di Milano rispetto a Malpensa che si trova in provincia di Varese.

Fonte: corriere.it

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🔴 Calabria, lo spot infame: “Venite in vacanza da noi, al Nord ci si ammala”

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Non si arresta la serie di offese e di attacchi contro le regioni più colpite dal virus. Questo spot della Calabria li supera tutti. 

Fonte: repubblica.it

Calabria, lo spot infame: “Venite in vacanza da noi, al Nord ci si ammala”

 

Lo spot è in favore dei sindaci della Locride a firma di Klaus Davi.

Nello spot si dice a chiare lettere ai turisti di venire a fare la loro vacanza nella Locride “perché il Nord è inquinato e si rischia il Covid”. Una pubblicità comparativa in cui si loda la Calabria dove “c’è la cultura del rispetto del suolo” e “del distanziamento sociale”. Non come il Nord dove si rischia di ammalarsi. 

#Calabria, lo spot che divide: “Venite in vacanza da noi, al Nord ci si ammala”

Lo spot di due minuti, inizia con alcune vecchie immagini delle spiagge del nord Italia come Jesolo, Rimini o Rapallo, “affollatissime – si afferma nel messaggio – anche in queste ore e dove il distanziamento sociale é una chimera”. Poi il video sfuma sul Sud e la Calabria viene presentata in tutta la sua perfezione. “Spiagge sterminate e mozzafiato della Locride, di Africo, di Bianco, di Caraffa del Bianco, di Locri, di Siderno per non parlare dell’Aspromonte, incontaminato e selvaggio, dove primeggia San Luca”. Nelle immagini della campagna pubblicitaria, la costa calabrese appare incontaminata, senza traccia dei tanti edifici, spesso abusivi, costruiti negli anni che invece ne deturpano il paesaggio.

# I sindaci calabresi

Lo spot è stato presentato da Davi nel corso di un’iniziativa alla presenza di sindaci della Locride, anche se adesso alcuni si stanno affrettando a prenderne le distanze.

“Politiche ambientali e sanitarie suicide e orientate al business – si afferma ancora nel video – hanno distrutto la sanità al Nord e consentito all’inquinamento di esplodere e causare migliaia di morti“. Una sorta, in sostanza, di razzismo alla rovescia.

# Il Veneto protesta

La reazione giustificata degli amministratori comunali del Veneto non si è fatta attendere. “Vergogna, vergogna, vergogna. Non c’è altro commento per questa campagna pubblicitaria che non ha il minimo rispetto di quando successo al Nord in questi mesi e che ha visto morire medici, infermieri, farmacisti ed in alcuni casi anche sindaci che sono stati fino all’ultimo minuto in trincea a fianco dei cittadini. Chi oggi lancia questo spot lucra anche su questo e non porta alcun rispetto per il territorio e per le comunità”, ha detto il presidente di Anci Veneto e sindaco di Treviso, Mario Conte. “Questi Comuni – aggiunge Conte – dovrebbero imparare dal Veneto che grazie ai sindaci ed alla Regione ha saputo far fronte ad un’emergenza straordinaria e ora ci siamo rimboccati le macchine per far ripartire l’economia ed il turismo”. Conte si augura “che la campagna sia ritirata e si chieda scusa al più presto non solo ai Comuni del Nord, ma anche a tutti i ristoratori e operatori turistici che stanno cercando di salvare le loro attività”, perché “dietro queste persone ci sono famiglie, giovani e tanti lavoratori che spesso arrivano proprio da quei luoghi che oggi compiono un attacco vile e vergognoso per chi è stato vittima del virus”.

# Davi si difende: “lo spot è stato applaudito dai sindaci”

E Davi si difende: “Lo spot è stato applaudito dai sindaci a Siderno in sede istituzionale 4 giorni fa. Non figurano da nessuna parte le parole ‘malattia’ e ‘Covid’. “Dimenticavo – ha aggiunto – la pubblicità comparativa esiste da 50 anni! Se solo chi apre bocca leggesse un pò di più. Noi abbiamo solo riportato nel claim pari pari le frasi di una inchiesta di ‘Report’. Se vogliono contestarne i contenuti ci sta. Si sa, ‘Report’ è una trasmissione scomoda per molti politici. Per esempio ha dimostrato che i soldi dei calabresi sono andati altrove. Forse si sono arrabbiati per quello”.

Fonte: repubblica.it

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Il triangolo sì: Vogliono costruire un TRENO che colleghi PARIGI e BERLINO in 4 ORE. Aggiungiamo Milano?

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Parigi e Berlino spingono per l’alta velocità europea. Essere parte di questo progetto e quindi collegare Milano verso il nord e non solo verso le città del sud, porterebbe la nostra città ad essere più connessa con il cuore dell’Europa: si potrebbe creare un triangolo dell’alta velocità tra le tre città generando un impatto positivo per il rilancio di Milano.

Il TRIANGOLO sì: Vogliono costruire un TRENO che colleghi Parigi e Berlino in 4 ore. Aggiungiamo Milano?

# Una rete europea ultraveloce su rotaia per collegare la capitale francese e quella tedesca

Un rapporto dell’Istituto di Studi Economici di Vienna ha esaminato quali scelte di spesa, da finanziare con il Recovery Fund dal valore di 2.000 miliardi di euro voluto da Macron e dalla Merkel, potrebbero portare maggiori benefici e ha suggerito il lancio di progetti infrastrutturali massicci, tra cui una rete ferroviaria europea ultraveloce compreso un collegamento ferroviario di quattro ore da Parigi a Berlino. Il documento propone “una rete europea di treni verdi ad alta velocità da realizzare nell’ambito di un programma di ripresa dalla crisi del Covid-19 nel corso degli anni ’20“. La rete dovrebbe essere un nuovo sistema ferroviario ad alta velocità a doppio binario complementare alle reti esistenti. “Tuttavia, ove opportuno, anche le linee esistenti potrebbero essere adattate. Si dovrebbe raggiungere una velocità media nell’intervallo 250-350 km/h. Ciò consentirebbe ai passeggeri di dimezzare gli attuali tempi di viaggio su rotaia, ad esempio, da Parigi a Berlino in circa quattro ore, rendendo obsoleti i viaggi aerei per gran parte del trasporto passeggeri intraeuropeo”. “Tagliare di circa la metà le operazioni interne dell’UE per il trasporto aereo di passeggeri ha il potenziale di ridurre le emissioni di CO2 dell’aviazione commerciale globale di circa il 4-5%. Inoltre, le capacità di trasporto merci su rotaia verrebbero aumentate, il trasporto merci verrebbe accelerato e quindi anche le emissioni dei veicoli stradali verrebbero ridotte”.

# Le 4 ipotesi sul tavolo di lavoro

#1 Parigi-Dublino: da Parigi a Brest, prendendo il traghetto Brest-Cork, poi da Cork a Dublino. Il rapporto descrive questa rotta come qualcosa “che assume un ulteriore significato nel contesto di Brexit”.

#2 Lisbona-Helsinki: da Lisbona attraverso la Spagna e la Francia, passando per Parigi, poi per il Belgio e i Paesi Bassi, prima di dividersi in un anello via Berlino e poi per Helsinki.

#3 Bruxelles-Valletta: attraverso il Belgio, la Germania, la Svizzera e l’Italia prima di prendere il traghetto per Malta.

#4 Berlino-Nicosia: con un collegamento marittimo in traghetto tra il Pireo e Paphos e un anello tra Vienna e Sofia.

Il piano così concepito consentirebbe di fare aggiungere 2.060 km di ferrovia ad alta velocità alla Francia e 2.299 km in più alla Germania.

Fonte: berlinomagazine.com

# La proposta: inseriamo Milano per realizzare il triangolo delle città più internazionali d’Europa

Lanciamo una proposta: inseriamo anche la nostra città in questo tavolo progettuale. Potrebbe essere un’occasione irripetibile quella di inserire Milano nel progetto di infrastrutture su rotaie europea che collega le principali città del continente in modo rapido e in aggiunta ecologico. In questo modo, oltre a Parigi e Berlino collegate in 4 ore, si potrebbero avere collegate con le stesse tempistiche anche Milano con Parigi e Milano con Berlino. Milano avrebbe un impatto positivo sulla propria economia e a cascata su quella italiana. Le tre città più internazionali d’Europa potrebbero inoltre intensificare e migliorare ancora di più i rapporti, a vantaggio sia dei Paesi di cui fanno parte sia dell’intera Unione Europea, e se Milano diventasse città-stato potrebbe nascere la prima rete di città autonome capaci di mettere in discussione la leadership già zoppicante degli Stati.

FABIO MARCOMIN

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MONOPATTINI IN SHARING a Milano: la sfida delle APP

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Credits: quotidianomotori.com - Monopattini a Milano

Ora che la micro-mobilità sta avendo uno sviluppo importante, con nuove zone 30 e corsie ciclabili, per far fronte a questa fase post-pandemia e nell’ottica di un cambiamento generale degli spostamenti in città, è utile conoscere quali servizi di monopattini in sharing sono disponibili. Ecco gli operatori a Milano: le tariffe e come noleggiarli.

MONOPATTINI IN SHARING a Milano: la sfida delle APP

# Come si noleggia un monopattino?

La modalità è la stessa per tutti gli operatori dei monopattini elettrici a Milano: si scarica l’app per il proprio smartphone, ci si iscrive con numero di cellulare e/o email e si inseriscono i dati della propria carta di credito. Si avrà quindi la mappa di copertura del servizio, oltre la quale non si potrà parcheggiare il monopattino elettrico in sharing, e la posizione dei monopattini più vicini, alcune aziende permettono di prenotarli mentre altre consentono solo il noleggio immediato. Per iniziare il noleggio, quando si sarà davanti al monopattino, si dovrà effettuare la scansione del codice a barre o del QR code, mentre per chiudere la corsa si agirà tramite l’app.

Attualmente gli operatori del servizio di monopattini in sharing a Milano sono 6: Bit Mobility, Helbiz, Wind Mobility, Dott, Go Volt e Bird. Tutti prevedono una tariffa di sblocco di 1€ e una tariffa standard di 0,15€ al minuto tranne Bird che ce l’ha meno conveniente. Scopriamo tutti gli operatori in attività.

# Bit Mobility da Verona

Le Tariffe di Bit Mobility:

  • Standard: 1 € + 0,15 €/min, in pausa 0,05 €/min
  • Abbonamenti a pacchetti:
    Unblock daily: 3,99 € 15 minuti e sblocchi illimitati per un giorno
    Easy Bit: 5 euro per 1 ora.
    Unblock Weekly: 10,99 € 110 minuti e sblocchi illimitati per una settimana

A fine corsa se si parcheggia il BIT in uno degli stalli indicati come BIT POINT, segnalati all’interno dell’app, si riceve subito il 50% di sconto sullo sblocco appena effettuato.

Link: bitmobility.it

#Helbiz: tra i primi a proporre il noleggio di monopattini elettrici

Credits: domusweb.it

Helbiz è stata tra i primi a proporre il noleggio di monopattini elettrici.

Le Tariffe di Helbiz:

  • Standard: 1 € + 0,15 €/min.
  • Abbonamenti: con Helbiz Unlimited si può scegliere una tariffa mensile a 29,99€ per un uso illimitato che vale in tutto il mondo ed è valida anche per le bici. C’è il 10% di credito in più sulle somme se si ricarica con Helbizcash.

Link: helbiz.com

# Wind Mobility: l’operatore tedesco-spagnolo

Credits: techprincess.it

Wind Mobility ha sede a Berlino e Barcellona, ed opera oltre che in Europa, anche in Israele ed Asia.

Le tariffe di Wind Mobility:

  • Standard: 1 € + 0,15 €/min.
  • Abbonamenti come bonus ricarica:
    10 € per 13 € di ricarica
    25 € per 35 € di ricarica
    50 € per 75 € di ricarica

Utilizzando al momento dell’iscrizione il codice 9WSBGS6 si potrà avere un credito di 5 € da spendere nelle prossime corse con il monopattino elettrico in sharing.

Link: wind.co

# Dott: made in Europe

Startup europea che opera nel settore della micromobilità urbana, già operativa in Belgio ed in Francia e sbarcata da poco tempo anche in Italia.

Le caratteristiche principali:

  • ruote più grandi con un’ottima tenuta di strada
  • doppio sistema di frenata
  • batteria a lunga durata
  • pedane più larghe con baricentro ottimizzato

Le tariffe di Dott:

  • Standard: 1 € + 0,15 €/min.

Utilizzando al momento dell’iscrizione il codice NZ4HBBK o cliccando qui, si avrà diritto a due sblocchi gratuiti per provare il servizio.

Link: Dott

# GoVolt : la startup innovativa milanese

Già presente a Milano con gli scooter elettrici, è partito da poco anche il servizio di noleggio monopattini.

Le caratteristiche principali:

  • Limitatore di velocità
    Utilizza il pulsante sul manubrio per regolare la velocità massima.
  • Doppio freno
    Per frenare usa il freno posteriore oppure la levetta rossa presente sul manubrio.
  • Luci di posizione
    Quando c’è poca luce renditi visibile e viaggia in sicurezza.

Le tariffe di GoVolt Mobility:

  • Standard 1 € + 0,15 €/min
  • Abbonamenti, come bonus ricarica:
    Friends: 9 € per 10 € di ricarica
    Mates: 17 € per 20 € di ricarica
    Lovers: 40 € per 50 € di ricarica
    Govolters: 75 € per 100 € di ricarica

Link: govolt.it/monopattini/

#Bird: già presente in più di 120 città nel mondo

Credits: bom.pambianconews.com

Bird, presente in più di 120 città nel mondo e in 6 italiane, ha scelto Milano come prima città italiana per lanciare il modello “Bird Two”, mettendo in strada oltre 750 veicoli di ultima generazione.

Le tariffe di Bird:

  • Standard: 1 € + 0,25 €/min

Link: Bird

Fonte: quotidianomotori.it

FABIO MARCOMIN

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🔴 Dati 30 giugno. LOMBARDIA: nuovo minimo di contagi (62) e quattro decessi. Risalgono i morti in ITALIA: 23 (ancora prima in UE)

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Credit: Andrea Cherchi (c)

30 giugno 2020. Prosegue il calo in Lombardia: 62 nuovi contagi (nuovo minimo) e quattro decessi. I ricoveri scendono sotto quota 300, di cui 42 ancora in terapia intensiva. Risalgono però i morti nel resto d’Italia (in totale sono 23) che torna al primo posto in Unione Europea. 

Dati Lombardia. Quattro decessi in tutta la Regione (dall’uno di ieri), i contagi proseguono la discesa, restando sempre sotto a quota 100: sono 62 (di cui 13 “debolmente positivi”). dai 78 di ieri, su 6.117 tamponi effettuati (in linea con quelli di ieri). Dieci province segnano al massimo sei nuovi positivi, due sono a quota zero.  Solo due province (Mantova e Milano) hanno più di dieci nuovi contagi. Restano ricoverate 297 persone, di cui 42 in terapia intensiva. 

Italia. I decessi giornalieri crescono a 23 in tutta Italia (dai 6 di ieri), in rialzo soprattutto fuori dalla Lombardia (passano da 5 a 19). I contagi risalgono a 142, dai 126 di ieri.  In terapia intensiva restano 93 persone. 

Mondo. In Unione Europea insieme all’Italia (23) risalgono sopra i 10 decessi giornalieri anche la Germania (12), la Francia (18), il Belgio (15) e la Romania (17). Anche l’UK torna a crescere con 155 decessi. Nel mondo al primo posto ora c’è il Messico con +473, poi l’India +417 e USA con +217. 

Fonte: dati Regione Lombardia, Protezione Civile, Worldometers

Leggi anche: Covid: Le 5 DOMANDE di noi lombardi alla Regione (o alla Protezione Civile)

MILANO CITTA’ STATO

 

 

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Il SOUTH WORKING: lavorare a Milano stando AL MARE

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Credits: unadonna.it - Lavoro al mare

Un progetto pilota lanciato da venti professionisti trentenni coinvolge i comuni di Milano e Palermo, e rispettive aziende e dipendenti, e ipotizza la possibilità per dipendenti di aziende con sede al nord di lavorare al sud in smart working per alcuni periodi. L’obiettivo è di mitigare le disparità di lavoro tra le due parti d’Italia e prospettare un modo alternativo per concepire il lavoro nel nostro Paese.

Il SOUTH WORKING: lavorare a Milano stando AL MARE

# L’ideatrice del progetto Elena Militello: “Potenzialmente potrebbe mitigare le disparità fra nord e sud”

L’idea di lanciare questo progetto pilota che unisce simbolicamente Milano e Palermo per fare lavorare dal sud i dipendenti di aziende del nord, è di Elena Militello, ricercatrice dell’Università del Lussemburgo, originaria di Palermo che ha lasciato nel 2010 per andare a Milano a studiare alla Bocconi. Poi il dottorato fra Stati Uniti e Germania, e in seguito il contratto di ricerca a tempo indeterminato nell’ateneo della piccola nazione europea. Pur trovandosi a suo agio in Lussemburgo vorrebbe avere la possibilità di poter lavorare anche in Sicilia o dalla Sicilia, a maggiore ragione in seguito alla pandemia da Covid-19 e la diffusione del lavoro in remoto.

Il progetto si chiama South Working e come primo terreno di prova avrà Milano e Palermo. Penso si possa cominciare ad immaginare un mondo diverso rispetto a quello di ieri grazie alla tecnologia e al lavoro agile. Un mondo nel quale alle persone sia consentito per periodi più o meno lunghi di trasferirsi al sud dove la qualità della vita è più alta e il costo molto più basso mantenendo il proprio posto nelle aziende attuali”. La prospettiva è ridiscutere le logiche che hanno portato le menti migliori a dover gravitare attorno a pochi grandi agglomerati urbani, in Italia come all’estero, costringendo le stesse aziende a limitare il reclutamento a determinate aree geografiche vicine alla propria sede ovvero in città congestionate, dove lo stipendio è utile a coprire giusto le spese necessarie per vivere.

# I benefici: meno costi, qualità della vita più alta

Lavorare per obiettivi invece che per tempo potrebbe avere ricadute positive dal punto di vista economico per i lavoratori, basti fare un confronto con gli affitti di un appartamento di cento metri quadrati nel centro storico di Roma con uno in quello di Lecce: il primo a 1600 euro al mese, il secondo a 600 il secondo, una differenza abissale. Va considerata inoltre la qualità di vita in termini di clima, inquinamento e ritmi più sostenibili.

Il progetto vede coinvolti altri venti professionisti, attorno ai 30 anni e tutti con esperienze all’estero, in parte aderenti all’associazione Global Shapers, legata al World Economic Forum, che ha 425 centri in 148 Paesi. L’ideatrice Elena Militello afferma “Non si tratta solo di trovare le modalità adatte, da quelle legali a quelle economiche, affinché chi è del sud possa tornare a vivere per certi periodi nella propria terra. Se fosse praticabile è un’opportunità per chiunque, al di là del luogo di nascita. Ma dobbiamo verificare in dettaglio la fattibilità”. La scelta di Milano e Palermo è dettata dal fatto che sono le due città italiane più cablate, e quindi più infrastrutturate a livello di connessioni digitali con l’obiettivo di arrivare a un patto istituzionale con aziende e comuni, delle linee guida e contratti quadro e spazi di coworking dedicati in entrambe le città.

L’idea va oltre lo smart working. Si potrebbe mitigare le disparità fra nord e sud. Si tratta di intendere il lavoro in una nuova prospettiva: la digitalizzazione significa progresso non necessariamente per vie industriali tradizionali o nel settore del turismo. La rinascita di Lisbona grazie alle startup è un esempio.”

Al momento è stata fatta una lista di settori, di aziende e centri di ricerca interessate a valutare il “south working”: portali web, multinazionali italiane come Eni ed Enel, studi professionali che occupano avvocati, ingegneri, architetti, commercialisti, consulenti. Inoltre è stato predisposto un primo sondaggio per vedere chi e quanti vorrebbero vivere altrove perché non sono soddisfatti della loro quotidianità.

# Il target di lavoratori: 1 milione fissi più 5 milioni saltuari

Ad oggi però solo milione di persone potrebbe lavorare da remoto, secondo uno studio del Politecnico di Milano, e cinque milioni hanno la possibilità di alternare la presenza in ufficio qualche giorno ad altri in smart working. Pertanto poter vivere a Palermo lavorando per una azienda di Roma, Milano o Torino è ancora un’ipotesi lontana se non per singoli casi, ma l’idea del progetto “south working” rimane una via alternativa di concepire il lavoro in un prossimo futuro, che la pandemia da Coronavirus ci ha comunque già fatto intravedere. Rimarrà da capire come riuscire a bilanciare tutto: l’economia delle grandi città del nord e degli esercizi commerciali, la qualità della vita dei cittadini e la desertificazione di popolazione del sud Italia.

Fonte: repubblica.it 

FABIO MARCOMIN

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Il BECCARIA è il liceo più antico di Milano: la sua storia, curiosità e alunni celebri

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Il suo atto di nascita risale al 1603. Erano i tempi del Cardinale Federico Borromeo e i padri Barnabiti fondarono una scuola presso la chiesa di S. Alessandro.

Il BECCARIA è il liceo più antico di Milano: la sua storia, curiosità e alunni celebri

Nella scuola tenevano corsi di grammatica e di umane lettere. Dal 1606, ricevuto un cospicuo lascito da Monsignor Arcimboldi, i corsi aprirono al pubblico e, in onore del finanziatore, le denominarono Arcimbolde.

#1 All’inizio erano le Scuole Arcimbolde

Non vi era, a quel tempo, una chiara distinzione tra le scuole secondarie ed universitarie attuali. Vi si insegnava umanità, rettorica, grammatica e dal 1629 anche filosofia morale e teologia. La separazione avvenne quando, cessata la dominazione spagnola, lo Stato, austriaco prima, francese poi, avocò e sé l’insegnamento e ne definì i programmi. Le scuole ebbero alterne fortune sino a quando l’imperatrice Maria Teresa d’Austria se ne occupò in modo particolare, restituendole all’antico splendore intorno al 1770.

#2 Il primo cambio di nome: Liceo Sant’Alessandro

Le scuole Arcimbolde la cui amministrazione venne affidata al comune, furono gestite dai Barnabiti che vi insegnarono, tra l’altro, teologia morale e dogmatica, diritto canonico, civile e criminale, pubblica economia, diplomatica ed arte notarile, matematica ed astronomia, sino allo scioglimento dell’ordine avvenuto nel 1810, in piena epoca napoleonica. L’istituto tuttavia fu mantenuto col nome di Liceo S. Alessandro, fondendosi con il Liceo di Brera (Scuole Palatine). La denominazione Liceo fu introdotta nel periodo napoleonico quando fu dato alle scuole superiori d’indirizzo umanistico un ordinamento più affine alle scienze piuttosto che alla filosofia.

#3 Il nome odierno arrivò con l’unità d’Italia

Con la restaurazione austriaca l’imperatore Francesco I nel 1817 stabilì che tutti gli istituti di istruzione secondaria fossero mantenuti dallo Stato e che tutti i capoluoghi di Provincia avessero un Liceo e un Ginnasio. Milano ne ebbe due: il Liceo di S. Alessandro ed il Liceo di Porta Nuova (oggi Parini). Dal 1817 al 1825 il corso liceale ebbe durata di tre anni, poi di due fino al 1851, quando il Ginnasio e il Liceo si fusero in un unico istituto di otto classi, che ebbe il nome di Ginnasio liceale.

Fu solo nel 1865, pochi anni dopo la proclamazione dell’unità d’Italia, che il Ministro della Pubblica Istruzione stabilì che ogni liceo dovesse intitolarsi a qualche illustre personaggio della storia locale e nazionale: il liceo Sant’alessandro prese così il nome di Liceo Beccaria. 

#4 Il Berchet è “figlio” del Beccaria

Nel 1901 alcune sezioni dell’istituto si staccarono per formare il nuovo Liceo Ginnasio “G. Berchet”. Nel 1957 il Liceo classico Beccaria abbandonò la sede di Piazza Missori e si trasferì nella nuova di via Linneo, costruita dal Comune di Milano, presso la Fiera Campionaria, il polo fieristico e comunicativo della città orientata al futuro.

#5 Tra gli alunni celebri ci furono anche il Parini e il Berchet

Tra gli alunni celebri del passato annovera Giuseppe Parini, Cesare Cantù, Giovanni Berchet, Carlo Porta, Carlo Cattaneo, Pietro e Alessandro Verri, i fratelli Forlanini, Delio Tessa, Giuseppe Lazzati. Fra quelli recenti, Bruno Bozzetto, Sergio Romano, Carlo Castellaneta, Eva Cantarella, Ornella Vanoni, Achille Occhetto, Andrea Brambilla (Zuzzurro), Gabriele Salvatores.

Fonte: https://www.liceobeccaria.edu.it/

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🔴 Dati 29 giugno. Un solo morto in Lombardia, otto province sotto i 3 nuovi contagi. Solo 6 morti in Italia (il minimo da febbraio). Fontana ci lasci più liberi?

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Credit: Andrea Cherchi (c)

29 giugno 2020. C’è chi si sbilancia e pubblica: “epidemia azzerata“. I segnali sono molto incoraggianti. Un solo decesso in Lombardia, sei in tutta Italia. In Unione Europea solo la Romania resta con più di dieci morti giornalieri. Tutti gli altri paesi sono a meno di 6. Svezia, Spagna, Francia sono a zero. Anche i contagi calano, sempre entro i 100 in Lombardia. Otto province lombarde con meno di tre nuovi casi. 

Dati Lombardia. Un solo decesso in tutta la Regione (dai 13 di ieri), i contagi restano sotto a quota 100: sono 78 (di cui 31 “debolmente positivi”). dai 97 di ieri, su 7.991 tamponi effettuati (in linea con quelli di ieri). Otto province segnano al massimo tre nuovi positivi, quattro sono a quota zero.  Solo due province (Bergamo e Milano) hanno più di dieci nuovi contagi. Restano ricoverate 321 persone, di cui 43 in terapia intensiva. 

Italia. I decessi giornalieri scendono a 6 in tutta Italia (dai 22 di ieri), il numero più basso da febbraio. I contagi scendono a 126, dai 174 di ieri.  In terapia intensiva restano 96 persone. Nessun caso in 8 regioni. 

Mondo. In Unione Europea solo la Romania ha più di 10 decessi giornalieri (sono 22). Dopo l’Italia tutti gli altri Paesi sono a meno di sei: Polonia 6, Portogallo 4, Germania 1, Austria 1, Danimarca 2, Olanda 2, Svezia 0, Spagna 0, Francia 0. Anche l’UK scende a 25 decessi. Nel mondo al primo posto ora c’è l’India +310, poi il Messico +267. 

Fonte: dati Regione Lombardia, Protezione Civile, Worldometers

Leggi anche: Covid: Le 5 DOMANDE di noi lombardi alla Regione (o alla Protezione Civile)

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MASCHERINE nell’afa: in Lombardia estensione obbligo all’aperto fino ad almeno il 15 LUGLIO

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La impone ai lombardi ma lui non la indossa (nella foto: Fontana e Gallera senza mascherine a Roma). Credit: tpi.it

Mascherine obbligatorie per almeno altri 15 giorni. Questa è la decisione ufficiale del governatore Attilio Fontana. I lombardi, unici al mondo, continueranno a coprirsi naso e bocca quando si trovano fuori da casa così da evitare o ridurre la diffusione di «goccioline» che possono veicolare il virus. «Credo che continueremo ancora per 15 giorni – ha annunciato il governatore Abbiamo durante l’evento “Salute Direzione Nord – I discorsi del coraggio” alla Fondazione Stelline di Milano – Abbiamo parlato a lungo con tanti esperti e riteniamo che per una questione di precauzione sia giusto proseguire in questa direzione, visto che i numeri stanno andando bene».

La Lombardia si confermerebbe l’unica area in Unione Europea a prevedere un simile obbligo. D’altronde lo stesso governatore Fontana ha già dichiarato di voler mantenere le mascherine obbligatorie fino al vaccino. La domanda che molti fanno è: se altrove i governi semplicemente raccomandano le mascherine, perchè ai lombardi invece non viene concessa libertà di scelta? E se la Regione Lombardia continua a mantenerle obbligatorie anche in esterno contro ogni evidenza scientifica, se è in possesso di dati di contagi avvenuti all’esterno, perchè non li rende noti? 

Ultima nota: se quando i contagi aumentano bisogna mantenerle per farli diminuire e quando invece calano (come ora) bisogna tenerle per non farli aumentare, con la logica del Governatore, quando ne usciremo?

Per inciso: in tutta l’Unione Europea senza che vi sia obbligo di mascherine all’aperto i contagi e i decessi si sono ridotti. Solo l’Italia infatti, insieme alla Romania, è rimasta con ancora più di 5 decessi giornalieri (dati 28 giugno). 

Leggi anche: Fontana: mascherine fino al vaccino

Altre misure. Nella nuova ordinanza regionale, oltre alla proroga dell’uso delle mascherine fino al 15 luglio sembra prevista anche la riapertura delle discoteche all’aperto dal 10 luglio, stessa data in cui dovrebbero riprendere gli sport di contatto come il calcetto. Via libera già dal primo luglio, invece, alle manifestazioni fieristiche.

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