Dopo l’ufficialità espressa da Sala riguardo la sua ricandidatura alle amministrative del 2021, iniziano a circolare i nomi di possibili sfidanti. Oltre a Paolo Del Debbio, ecco un altro nome papabile che circola nel mondo del centro destra. Scopriamo chi è.
RASIA DAL POLO: sarà lui il candidato contro Sala alle prossime ELEZIONI?
# Dopo la ricandidatura di Sala, il centro destra si affretta a proporre uno sfidante
Dopo l’ufficialità della ricandidatura di Beppe Sala per provare a riconfermarsi Sindaco di Milano per altri 5 anni dal 2021 ha riconferma sta portando una accelerazione anche nel centrodestra. I nomi papabili dei possibili sfidanti sono Maurizio Dallocchio, professore della Bocconi, e Paolo Veronesi, medico e figlio del celebre oncologo, oltre a Simone Crolla della Camera di Commercio Americana e Paolo Del Debbio su indicazione di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia Simone. L’ultimo candidato, testato dal sondaggio Swg, così come il conduttore fiorentino Del Debbio, potrebbe essere il poco conosciuto Roberto Rasia. Scopriamo di chi si tratta.
# Giornalista, dirigente e imprenditore: il profilo di Roberto Raisa
Roberto Raisa dal Polo è nato nel 1974 a Genova da dove si è trasferito per cercare lavoro oltre 20 anni fa. Dice di lui: “Arrivato da stagista a Milano, vi ho messo radici, tanto da trasformarla nella mia città, che amo profondamente e che mi ha consentito di raggiungere le mete professionali e umane attuali.” Inizia la gavetta nelle televisioni e radio locali liguri e arrivato nel capoluogo lombardo conduce per dieci anni programmi nella radio de “Il Sole24ore” mentre firma anche articoli per la testata.
Nel frattempo si afferma anche come conduttore televisivo, fino a diventare volto di Sky TV per due anni, oltre che collaboratore delle reti Mediaset e RAI in numerose produzioni. A quello affianca la professione di comunicatore e formatore professionista, oggi è Direttore Comunicazione e Formazione del Gruppo Pellegrini Spa. Sarà lui lo sfidante outsider?
L’ultimo Dpcm ha stabilito che sarà vietato ogni tipo di spostamento fuori dai confini del proprio comune di residenza nei giorni delle festività natalizie del 25 e 26 dicembre e l’ultimo dell’anno. Una norma che produce effetti molto diversi ai comuni: in quelli grandi ci si può muovere per chilometri, in quelli più piccoli per solo poche centinaia di metri. Perchè non si è fatto come in Francia dove si è fissato lo stesso limite di spostamento per tutti?
Natale chiusi nel Comune: chi sono i più SFORTUNATI della Lombardia
# La polemica del Sindaco di Biello: “75 persone in 2 kmq. i miei concittadini si sentiranno un po’ agli arresti domiciliari”
Comune di Biello
Il sindaco di Blello invita al buon senso, riguardo l’ultimo Dpcm che vieterà nei giorni festivi lo spostamento tra Comuni a prescindere dalle dimensioni degli stessi: “A Natale, Santo Stefano e Capodanno i miei concittadini si sentiranno un po’ agli arresti domiciliari. C’è chi ha familiari a Berbenno e chi a Brembilla, Ma non potranno uscire dal paese per incontrarli”. Il comune bergamasco non ha negozi, farmacia o bar, case sparse, la chiesa e il cimitero più a monte, la strada provinciale in basso. È evidente che non è la stessa cosa vivere in una metropoli come Milano o Roma, dove ci si può spostare per molti chilometri rimanendo all’interno dei confini amministrativi, e in un piccolo paese di montagna. Vediamo altri esempi ancora peggiori.
Il Comune di Biello è solo uno dei tanti esempi di come la regola sia iniqua nei confronti di chi non vive in città. In Lombardia ci sono comuni con ancora meno abitanti e dove la norma restrittiva introdotta dal nuovo Dpcm significa lasciare le persone isolate dagli affetti più cari e non permettere loro di usufruire dei servizi essenziali. Villa Biscossi in provincia di Pavia conta appena 67 abitanti distribuiti su un territorio di poco meno di 5 kmq, Maccastorna in provincia di Lodi ha gli stessi residenti nei sui circa 6 kmq, ancora meno Pedesina a Sondrio con 37 abitanti e Morterone nelle lecchese con solamente 30 cittadini.
Rimanendo nella Città Metropolitana di Milano non si può non citare Nosate quasi al confine con il Piemonte, seppur con numeri superiori ai comuni sopra citati, non arriva a 700 abitanti e si trova isolato nel Parco del Ticino o anche Morimondo che nei suoi 26 kmq di estensione ha una densità di 41 residenti per kmq arrivando a 1.057. Per ovviare a questi problemi di isolamento si potevano fare scelte differenti, magari diversificate per superficie comunale e/o popolazione, oppure fare come in Francia.
# In Francia: nel lockdown spostamenti per tutti entro i 20Km. Nelle sere del 24 e 31 dicembre ci si potrà muovere liberamente
La Francia, primo grande paese europeo colpito dalla seconda ondata di Covid-19, si avvia verso la fine del lock-down. Il deconfinamento in Francia si articola in 3 tappe, con la prima iniziata il 28 novembre quando sono stati autorizzati gli spostamenti per passeggiate e attività sportive nel raggio di 20 km. La seconda partirà il 15 dicembre, ma nel frattempo il presidente francese Emmanuel Macron nel suo discorso alla nazione ha comunicato che per la vigilia di Natale e Capodanno gli spostamenti non saranno limitati: “Potremo muoverci liberamente nelle sere del 24 e del 31 dicembre, restano vietati i raduni sulle strade pubbliche”.
MILANO CITTA’ STATO
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Nella storia italiana sono ricordate principalmente 3 città che hanno svolto il prestigioso ruolo di capitale del Paese. Ma se vi dicessi che in realtà sono state 7? Premessa: anche se la prima a figurare come capitale del Regno d’Italia fu Milano, in realtà si riferiva al regno napoleonico a inizio ottocento, quindi prima dell’unificazione dell’Italia. Quindi non conta. Scopriamo invece quali sono le 7 capitali d’Italia. Un elenco che presenta numerose sorprese. In particolare la prima della lista.
Le 7 CAPITALI d’ITALIA
#1 Salemi: la prima capitale dell’Italia unificata. Ma solo per 1 giorno
@wikipedia
Salemi è un piccolo borgo della provincia di Trapani. Pochi sanno che fu proclamata capitale all’inizio del processo di unificazione del Paese. Crocevia di molti popoli passati per la Sicilia, Salemi accolse Garibaldi nel 1860 contribuendo di fatto alla fine del Risorgimento italiano e all’unificazione dell’Italia.
Il 14 maggio, il giorno dopo il suo ingresso in città, Garibaldi issò il tricolore sul castello della città e dichiarò Salemi capitale dell’Italia unificata, auto proclamandosi dittatore di Sicilia in nome del re Vittorio Emanuele II. 24 ore dopo però l’eroe dei due mondi era già ripartito per completare l’unificazione, quindi la rilevanza politica di questo piccolo borgo rimase solo in quel breve e intenso episodio.
Oggi Salemi è nel registro dei borghi più belli d’Italia ed è famosa anche per avere avuto come sindaco il critico d’arte Vittorio Sgarbi.
#2 Cagliari: capitale de facto prima della proclamazione
@ariana_mele
A parte la parentesi di Salemi, si può considerare come prima capitale de facto dell’Italia unita la città di Cagliari. I regnanti di casa Savoia si sono infatti sempre chiamati Re di Sardegna per poi acquisire il titolo di Re D’Italia. Cagliari è sempre stata la capitale del Regno di Sardegna e nei secoli spesso è stata rifugio dei sabaudi, che la trovavano più sicura rispetto al Piemonte. Si potrebbe dire quindi che prima della proclamazione del 1861 la capitale fosse proprio Cagliari.
#3 Torino: la prima capitale ufficiale dell’Italia unificata
@torino_city
Come sappiamo su tutti i libri di storia la prima capitale d’Italia fu Torino: divenuta capitale nella proclamazione del Regno d’Italia il 17 marzo 1861. Non ci furono dubbi su questa scelta poiché la città era già la sede della corte sabauda e del parlamento del Regno di Sardegna. Fu invece un duro colpo per i cittadini la scelta di spostare successivamente la capitale, tanto da creare disordini e morti. Per placare la popolazione fu necessario promettere grandi investimenti di denaro per la città.
#4 Firenze: capitale volere della Francia
@cittàdifirenzeufficiale
La scelta di spostare la capitale arrivò per motivi diplomatici. Innanzitutto la paura degli austriaci spingeva a scegliere come capitale una città più lontana dai territori asburgici. Ma la decisione fu imposta dai francesi: per preservare il Papa dalle mire espansionistiche del nuovo Regno italiano che puntava a Roma, fu scelta come capitale la città simbolo del Rinascimento che poteva fungere da sostituta ideale della Città Eterna. Il documento conclusivo della Conferenza di Parigi del 1864 definì pertanto lo spostamento da Torino a Firenze ed è proprio questo il primo documento ufficiale che le definì entrambe capitali: la prima uscente, la seconda entrante del nuovo Regno d’Italia.
Firenze fu trasformata da questa decisione: le mura medievali furono abbattute, così come alcuni quartieri storici, assumendo la pianta di una piccola Parigi.
Così Palazzo Vecchio diventò la sede della Camera dei Deputati, Gli Uffizi la sede del Senato e Palazzo Pitti fu quello in cui si insediò il Re. Per quanto gli italiani apprezzassero la città toscana, le loro mire su Roma non furono affatto placate. Anzi, da molti fu vista come una tappa di avvicinamento.
#5 Roma: capitale per vocazione
@roma
Firenze rimase capitale per sette anni. In seguito all’entrata dalla famosa breccia di Porta Pia (20 settembre 1870) e alla sua annessione nel Regno, Roma divenne capitale il 3 febbraio 1871. Una scelta doverosa, essendo la più ricca di storia e cultura. Anche se il Papa non la prese per niente bene e ci vollero decenni per fargliela digerire.
#6 Brindisi: la capitale della fuga
@wikipedia
Nella seconda guerra mondiale, con l’armistizio di Cassibile il Re fuggì da Roma. Il Governo guidato da Badoglio, allora, si insediò a Brindisi, mantenendo la struttura costituzionale del Regno d’Italia e cercando di ricostruire l’amministrazione statale, cosa alquanto difficile poiché buona parte dei funzionari e dei dipendenti ministeriali erano rimasti intrappolati a Roma. Nel periodo di Brindisi si visse il momento più caotico della storia dell’Italia unificata.
#7 Salerno: capitale provvisoria decisa dagli alleati
@wikipedia
Il governo da Brindisi si trasferì a Salerno, che divenne così la seconda “capitale provvisoria” d’Italia, tappa di avvicinamento per la piena riconquista di Roma. Qui avvenne la cosiddetta “svolta di Salerno” dove si cercò un compromesso tra antifascisti, monarchia e il maresciallo Badoglio per formare un governo di unità nazionale.Salerno Capitale è la dicitura colloquiale ed enfatica, che si riferisce al periodo di cinque mesi in cui Dall’11 febbraio al 15 luglio 1944 la città campana fu capitale e sede del governo provvisorio nazionale.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
A Milano si festeggia un Sant’Ambrogio più sereno dei giorni precedenti. Si registra un forte calo dei decessi che tornano in Lombardia nell’ordine delle decine. I contagi puntano verso i mille, nella città metropolitana si dimezzano: sono poco sopra i 400. In Italia invece dati più contraddittori. Dopo la flessione dei giorni precedenti, per il terzo giorno di fila aumenta il tasso di positività. Italia sempre prima per decessi in Europa, sia nel totale, oltre i 60.000, che nelle ultime 24 ore. Perchè i decessi sono così alti? “Perchè noi non distinguiamo tra morti con Covid e morti per Covid”, la risposta di Miozzo del CTS su Raitre. Video in fondo all’articolo.
🛑 7 dicembre. Lombardia: in un giorno FORTE CALO di decessi e dei contagi (dimezzati a Milano). In Italia tasso di positività in AUMENTO
#1 QUASI 2/3 MORTI IN LOMBARDIA IN MENO RISPETTO A IERI: da 140 a 56
I morti in Lombardia crollano dai 140 di ieri ai 56 di oggi. Quasi due terzi in meno in sole 24 ore. Il picco massimo nella prima ondata il 21 marzo era stato di 546 morti.
Calano invece solo leggermente i decessi in Italia: dai 564 di ieri, nelle ultime 24 ore sono stati 528.
#2 CONTAGI MAI COSI’ BASSI IN LOMBARDIA DA INIZIO OTTOBRE: forte calo anche in Italia (ma calano molto anche i tamponi)
Cala ancora il numero di nuovi contagi in Lombardia: ieri erano stati +2.413, oggi sono +1.562. Nella città metropolitana sono quasi dimezzati: dagli 844 di ieri ai 441 di oggi. Nessuna provincia lombarda segnala più di 500 nuovi casi. Calano i contagi anche in Italia: dai 18.887 di ieri ai 13.720 di oggi. Calano però di molto anche i tamponi: in Italia si è passati dai 163.550 di ieri ai 111.217 di oggi. Calano i tamponi anche in Lombardia: dai 26.026 di ieri ai 16.757 di oggi.
#3 TORNANO A CALARE I RICOVERI: scendono di 26 le persone in terapia intensiva in Lombardia
Per il tredicesimo giorno negli ultimi quindici, scendono anche oggi i ricoveri in terapia intensiva: -26 dai +2 di ieri, per un totale di 781 ancora ricoverati.
Per un riferimento: negli ospedali lombardi ci sono 1.530 posti letto attivati o attivabili in terapia intensiva. Il tasso di occupazione scende vicina al 50%. Scendono di 10 i ricoverati non in terapia intensiva (ieri -172).
Andamento più incerto in Italia sul fronte dei ricoveri: scendono i ricoveri in terapia intensiva di 72 (ieri -63) però aumentano ancora i ricoverati meno gravi: +133 (ieri +233).
I guariti sono: +1.885 in Lombardia (ieri 1.650) e +14.472 in Italia (diminuiti di 3.000 circa rispetto a ieri). Gli attuali positivi in Italia sono 748.819, circa 7.000 in meno di ieri.
#4 TASSO DI POSITIVITA’ IN LOMBARDIA SOTTO AL 10%: sotto la media nazionale
Il tasso di positività (nuovi positivi/tamponi) in Lombardia rimane stabile sotto il 10%: dal 9,2% di ieri al 9,3% di oggi, rimanendo al di sotto della media nazionale.
In Italia rimane sopra quota 10%: cresce dall’11,5% al 12,3%.
Perché l’epidemia sia sotto controllo bisogna scendere a un tasso di positività inferiore al 10% e avere un Rt nazionale sotto all’1%.
L’Rt nazionale e in Lombardia risultano attorno allo 0,90.
Fonte dati: Protezione Civile
#5 ANCORA IN CALO I MORTI NELLE ULTIME 24 ORE NEL MONDO: Italia sempre prima in Europa
Al momento in cui scriviamo l’Italia si mantiene al secondo posto nel mondo, dietro gli Usa che stanno comunque calando dopo la crescita dei giorni scorsi. In Europa invece l’Italia, nonostante il calo, si conferma ormai da tempo sempre prima per morti totali e per morti nelle ultime 24 ore, anche perchè il numero dei decessi sta scendendo praticamente ovunque. Nel numero dei morti nelle ultime 24 ore l’Italia è seguita da Russia (+456 stabile), UK (+189 in calo), Germania (+182 in crescita), Francia (+174 in calo) e Romania (+127 in calo). In coda, tra i principali paesi, la Svezia con +20*, anche se risulta una delle più alte crescite dei contagi, in linea con la strategia del lasciare circolare il virus tra le persone non a rischio.
*Dati aggiornati al 5 dicembre
Nuovi positivi in Europa per 100.000 abitanti/settimana: PRIMA LA SVEZIA, ITALIA NELLA MEDIA
Un Sant’Ambrogio movimentato per la politica milanese. Nel giorno dell’annuncio di Sala sulla sua ricandidatura, arriva lo scoop di True, la nuova iniziativa editoriale di Fabio Massa: come candidato per il centro destra si profila all’orizzonte Del Debbio.
🛑 Breaking News. Swg sonda DEL DEBBIO sindaco di Milano: sarà il candidato del centro destra?
“C’è un sondaggio e chi lo sta realizzando è Swg. Per adesso, sono queste le uniche cose davvero certe”. True-News.itha raccontato che si tratta di “una rilevazione telefonica, quindi con il metodo CATI, che va a testare la gestione della pandemia da parte del Governo Conte, del presidente della Regione Attilio Fontana e del sindaco Beppe Sala. Una rilevazione ad ampio spettro, che potrebbe essere abbastanza generica”. Quel che può riferire True-News è che “Swg ha aggiunto anche un’ultimo set di domande agli intervistati, che riguardano tutte Paolo Del Debbio”.
Del Debbio: la prima scelte di Salvini
Come ricorda True, “il popolare conduttore televisivo di Mediaset era già stato “sondato” nel 2015, quando aveva chiuso la querelle sulla sua possibile discesa in campo con una battuta: piuttosto mi raso a zero i capelli. Ora i capelli non li ha più con la riga di lato, e invece tirati tutti all’indietro, ma la questione non cambia: si dà ancora lui come preferito dalla Lega e da Matteo Salvini in particolare, che sul tavolo ha anche però il nome di Mister X, il quarantenne con due figli proposto dal commissario milanese Stefano Bolognini. Ma, come svela il sondaggio Swg, l’ipotesi Del Debbio esiste. O meglio: esiste un sondaggio su di lui. Gradimento e notorietà. Un segnale anche per Beppe Sala”.
Lo ha annunciato con un video sul suo profilo Instagram e Facebook nel giorno di Sant’Ambrogio, dopo la consegna degli Ambrogini. Così il sindaco ha spiegato la sua scelta: “In più riprese ho sottolineato che volevo essere totalmente sicuro di avere in me le energie fisiche e mentali indispensabili per impegnarmi per un altro quinquennio. Ora sento che posso farlo, anzi che voglio farlo. E’ per questo che alla fine di questa lunga riflessione ho deciso di ricandidarmi alla carica di sindaco di Milano.”
“Non mi candido per completare il lavoro ma per avviare una nuova fase. Che riporterà Milano a essere una città di ispirazione per l’Italia, per l’Europa e per il mondo“.
A tre ore da Milano si trova un luogo incantato, meraviglioso e pieno di storia: Curon Venosta. Andiamo a scoprirlo insieme.
I misteri di Curon Venosta: il CAMPANILE che emerge da un LAGO a tre ore da Milano
# Curon Venosta era un paesino di montagna finché negli anni ’50 non fu costruita una diga: ora è sul fondo del lago
credits: wikipedia
Curon Venosta è un piccolo paese situato nella Val Venosta in provincia di Bolzano e affacciato sul lago di Resia. Il vero paese però oggi non esiste più, o meglio, esiste ma sul fondo del lago. Dopo la Seconda Guerra Mondiale fu ideato il progetto di un bacino idrico artificiale per la produzione di energia elettrica, ma era necessario costruire una diga che avrebbe unito il lago di Resia e quello di Curon, sommergendo i due paesi limitrofi. Ovviamente le proteste dei cittadini arrivarono subito.
# Nemmeno l’intervento del Papa salvò Curon dall’inondazione: rimase solo il campanile
Gli abitanti dei due paesini si rivolsero addirittura al Santo Padre per poter fermare il progetto ma il tentativo fu inutile. La diga fu costruita e i cittadini furono costretti ad abbandonare tutto. Curon fu praticamente rasa al suolo, con l’eccezione del campanile della Chiesa romanica di Santa Caterina d’Alessandria, l’unico sopravvissuto all’esplosione che demolì circa 160 edifici. Nacque il lago artificiale di Resia.
# Oggi il campanile è un’attrazione turistica
@walking_greis
Il paese è stato ricostruito nella zona e oggi ha poco più di 2000 abitanti. Sono molti i turisti, però attirati, dal verde smeraldo del lago di Resia e dal campanile che spunta per metà dalle acque. L’atmosfera è fiabesca: la natura incontaminata, le montagne sullo sfondo e il silenzio creano un quadro semplicemente perfetto. D’inverno, quando il lago diventa una lastra di ghiaccio solido, si può camminare fino al campanile e osservarlo da vicino. La leggenda narra che si sentano ancora le campane suonare, sebbene siano state rimosse nel 1959.
# Curon è diventato una serie tv di Netflix: protagonista una donna milanese
Questo paesino ha talmente affascinato l’immaginario collettivo che quest’anno è diventato il set di una nuova serie televisiva prodotta da Netflix, che si chiama appunto “Curon”. La trama è veramente interessante: Anna Raina, milanese, fa ritorno dopo 17 anni di assenza nel natio paese di Curon, piccola località di montagna su cui circolano strane leggende, insieme ai figli gemelli adolescenti Mauro e Daria. Nonostante i tentativi di dissuasione del nonno Thomas, la famiglia si stabilisce nell’inquietante albergo del nonno Thomas che però è contrario a questa scelta. Anna scompare misteriosamente e nel tentativo di ritrovarla, i gemelli scoprono i numerosi misteri del paese e sono costretti ad affrontare un’oscura eredità familiare.
Roma all’attacco. 25 miliardi del recovery fund, 1 miliardo all’anno di extra budget, 300 milioni per la linea T sul Tevere e lo status di città-stato con sottosegretario ad hoc: forze politiche compatte per fare ottenere alla capitale risorse da record con il sindaco Raggi in prima linea. La risposta di Milano? Una timida richiesta di fondi per le estensioni delle linee metropolitane.
PIOGGIA di SOLDI in arrivo su ROMA. MILANO risponde chiedendo ZERO
# L’ultima richiesta dalla Capitale: la “T Line”. 300 milioni di euro per rendere navigabili 60 km di Tevere dal lungomare di Ostia
La sindaca di Roma, Virginia Raggi, tramite la Città Metropolitana, ha richiesto al governo 300 milioni di euro di fondi da reperire tramite il Recovery Plan per rendere il Tevere navigabile per 60 chilometri dal lungomare di Ostia fino a Castel Giubileo tramite imbarcazioni a basso impatto ambientale. Con l’ipotesi di un approdo nel fiume anche per le navi da crociera.
A sostenere l’iniziativa anche il sottosegretario ai Trasporti Roberto Traversi. La navigabilità al momento è limitata a brevi tratti, anche per via di un piccolo ‘salto’ del corso d’acqua all’altezza dell’Isola Tiberina. La dichiarazione del primo cittadino romano: “Questo è un progetto di tutto rispetto, che consente di mantenere il fascino del fiume, con i suoi cambi di paesaggio e vegetazione lungo il percorso, rendendolo navigabile con mezzi green. Per fare questo possiamo sfruttare la leva del Recovery Plan. I 300 milioni sono un finanziamento necessario per tutta la parte infrastrutturale, sono opere ingegneristiche complesse ma non complicate“. Poi ha fissato le prossime tappe: “Entro fine anno proporremo la scheda tra quelle del Recovery e poi dobbiamo cercare di avere entro il 2021 le risorse. Qualora ci fosse necessità ci sono anche altre risorse oltre a quelle europee, la volontà politica è chiara”.
# Le altre richieste di Roma: 25 miliardi del Recovery Fund, 1 miliardo all’anno di extra budget e lo status di città stato
Questa richiesta di fondi è solo l’ultima fatta al governo o che lo stesso esecutivo ha promesso a Roma:
Sul tavolo del governo l’istituzione di un sottosegretario dedicato a lavorare per il futuro di Roma e riattivare la legge Berlusconi del 2009 su Roma Capitale, in poche parole per trasformare la capitale in città stato.
A settembre Roma ha richiesto di destinare 25 miliardi di fondi europei per 159 progetti, tra cui la creazione di un rating per le piccole e medie imprese, “la formazione innovativa in nuove professioni, oltre alla funivia Clodio-Monte Mario-Ponte della Musica.
Di qualche giorno fa invece un emendamento a firma di Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, alla manovra di bilancio per dotare Roma Capitale di un miliardo di euro annuo a decorrere dal 2021 per la “copertura finanziaria degli interventi volti al completamento del trasferimento dei poteri a Roma Capitale“, ovvero il “miglioramento della viabilità della città anche attraverso la realizzazione della metropolitana ‘di superficie‘”, per l’emergenza abitativa, il potenziamento della polizia locale.
# La timidezza di Milano: pochi soldi, zero autonomia
Se da una parte la capitale si dimostra arrembante nel volere più soldi e poteri, dall’altro Milano sembra affetta da una grande timidezza nei confronti di governo e parlamento. Unica manifestazione di volontà è quella della Città Metropolitana di Milano che a settembre sembrava avanzare una richiesta fino a 4 miliardi per finanziare le estensioni delle attuali linee metropolitane verso l’hinterland, estensioni per la verità in parte già avallate in precedenza. Da allora più nulla, nemmeno una richiesta di maggiore autonomia per gestire al meglio le proprie risorse, a maggior ragione in un periodo di crisi economica come quello attuale e in prospettiva per una crescita della città che possa metterla in competizione con le altre metropoli.
Ad oggi il confronto è imbarazzante: 26 miliardi potenziali per Roma, oltre a un miliardo ogni anno e la richiesta di diventare città stato grazie ad un sottosegretario ad hoc, 4 miliardi per l’intera Città Metropolitana di Milano e zero richiesta di autonomia o poteri aggiuntivi rispetto a quelli attuali (uguali a quelli di ogni altro comune italiano).
Forse non lo sapevate ma la terza città più antica al mondo, tra quelle che esistono ancora, si trova in Italia. Proviamo a fare un viaggio con l’immaginazione e voliamo prima nel Sud Italia e poi oltre confine per andare alla scoperta dell’origine delle tre città più antiche del mondo.
Le tre città esistenti più ANTICHE del MONDO: una è ITALIANA
# Matera con i suoi antichi sassi batte ogni altra città italiana esistente: ha più di 10.000 anni
credit: zingarate.com
Per iniziare il nostro viaggio voleremo al sud della nostra penisola. Quali pensavate che fossero le città più antiche d’Italia? Quando si pensa alla storia non si può non pensare al passato imperiale di Roma ma la capitale è sorprendentemente giovane in confronto alla terza città più antica al mondo: Matera.
Roma, secondo il mito, sarebbe stata fondata da Romolo nel 753 a.C e porta molto bene i suoi 2.773 anni, ma la “Città dei Sassi” ne ha molti di più. Si classifica infatti al terzo posto nella classifica mondiale con i suoi 10.000 anni che si possono respirare passeggiando tra i sassi che la caratterizzano. Gli insediamenti nella zona iniziarono a diventare stabili nel Neolitico e nelle grotte sono state trovate tracce lasciate da gruppi di cacciatori.
Sapete qual è la cosa più sbalorditiva? Che molte delle case sono state vissute ininterrottamente dall’età del bronzo, fino allo sfollamento forzato degli anni cinquanta: si parla di un continuum abitativo straordinario che ha avuto origine 10.000 anni fa e che è arrivato sino ai giorni nostri.
# I suoi celebri “sassi”: un Patrimonio dell’Umanità diventato set per la passione di Cristo
credit: isassidimatera.com
Matera è una città abitata, in cui la vita non è rimasta ferma a 10.000 anni fa, tant’è che è stata nominata nel 2019 Capitaleeuropeadella cultura. Ma conoscete la principale attrazione della città, i suoi famosissimi Sassi? Scopriamoli insieme.
I “Sassi”, o Parco Murja Materana, assomigliano a una grande scultura all’aperto e sono caratterizzati dalle case scavate nel tufo tipico delle regioni della Basilicata e della Puglia. Questo spettacolo in cui si incontra l’ingegno umano e la natura incontaminata delle Murge è stato proclamato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, nel 1993. Turisti di tutto il mondo percorrono lunghi viaggi per venire a visitare ciò che ne rimane mentre noi italiani sottovalutiamo ciò che abbiamo proprio sotto agli occhi. Addirittura Mel Gibson scelse questa città per le riprese del suo film cult “La Passione di Cristo” e rese celebre oltre ogni confine nazionale i nostri “Sassi”.
# Andiamo oltre confine per scoprire le prime due classificate: la seconda più antica vanta anche un altro record mondiale
Proseguiamo il viaggio oltrepassando i confini nazionali e atterriamo in Cisgiordania.
credit: travel365.it
Volete sapere qual è la seconda città più antica del mondo? Il primo suggerimento ve l’ho già dato ed è la posizione. Ci troviamo in Cisgiordania, precisamente a Gerico. Questa antichissima città biblica non solo è il secondo insediamento in termini di anzianità con i suoi 12.000 anni, ma detiene anche un altro record: è la città posta a più bassa altitudine dell’intero pianeta situata a circa 250 metri sotto il livello del mare.
A questo punto ci rimane da scoprire la città più antica del mondo, ancora in attività. Per trovarla dobbiamo proseguire nella stessa direzione.
credit: perlavaldorcia.com
# La più antica ha 13.000 anni
La prima classificata invece si trova nella Siria settentrionale ed ha più di 13.000 anni. Avete capito di quale città si tratta? Non è Damasco, nonostante anch’essa abbia origini antichissime. Si tratta di Aleppo. La città è stata abitata ininterrottamente dal III millennio a.C. e la sua cittadella è stata inserita nel 1986 tra i Patrimoni dell’Umanità. Così come Matera, anche Aleppo è stata nominata nel 2006 Capitale della cultura: non dell’Europa, ma del mondo islamico.
Dall’Italia abbiamo viaggiato fino in Cisgiordania per arrivare in Siria, alle origini della nostra stanzialità che caratterizza quasi tutte le società del globo. Si potrebbe cogliere l’occasione per ricostruire un profilo umano comune, capire quali sono gli aspetti che ci accomunano e che trascendono il tempo e lo spazio.
26 anni prima dei fratelli Wright: nel luglio 1877, presso i giardini pubblici di Milano, avvenne uno dei primi passi che porterà al dominio dei cieli. Fu il grande Forlanini ad inventare la prima macchina più pesante dell’aria in grado di volare.
Il primo VEICOLO VOLANTE della STORIA si alzò nel cielo di MILANO
# Il proto elicottero era costituito da due eliche coassiali sovrapposte con un motore a vapore
credits: wikipedia
L’elicottero sperimentale di Forlanini era costituito da due eliche sovrapposte, con diametri e passi differenziati e opportunamente calcolati: girando in senso opposto determinavano una spinta verso l’alto maggiore del peso completo dell’apparecchio. Al centro c’era un motore a vapore che, all’epoca, offriva una potenza superiore addirittura ad un motore a scoppio.
# Un breve volo a Milano per un progresso enorme
Dopo alcune prove svolte ad Alessandria, Forlanini decise di fare una dimostrazione pubblica a Milano nel luglio del 1877. Il proto elicottero quella mattina si alzò da terra, raggiungendo l’altezza di 13 metri e restando in volo per circa venti secondi. Un’avvenimento che oggi ci sembra veramente di poco conto, ma dobbiamo pensare al fatto che ci vorranno altri 26 anni prima che i fratelli Wright, con il loro biplano Flyer, compiano il primo volo della storia.
Questo però non fu l’unico passo di Forlanini verso l’innovazione.
# Forlanini inventò anche l’idrovolante e fu anche un grande innovatore nel campo dei dirigibili
credis: wikipedia
Molti cercarono di inventare un mezzo che dall’acqua spiccasse il volo ma solo Forlanini ci riuscì. Sul Lago Maggiore furono fatti i primi esperimenti di un’imbarcazione in grado di sollevarsi completamente dall’acqua, una volta raggiunta una certa velocità. Nacque così l’idrovolante. Non finì qui però, si impegnò a studiare e rivoluzione tutto il campo dell’aviazione dei dirigibili, molto importante all’inizio del ‘900, portando a grandi risultati tra cui il celebre primo volo sopra Milano.
Insomma: tutti nel mondo parlano dei fratelli Wright come i padri dell’aviazione. Ma in realtà il capostipite fu Forlanini ed è anche merito suo se oggi possiamo andare a Linate a prendere un aereo.
Uno studio tedesco ha individuato i lavori più ricercati sul mondo del lavoro. LinkedIn invece ha stilato una top ten delle professioni più ricercate del momento. Ecco quali sono.
I 10 LAVORI più RICERCATI nonostante la pandemia
# Lo studio dell’Istituto dell’Economia tedesca di Colonia: supera il 30% la domanda di medici, infermieri e figure di assistenza alle persone. Lo sviluppatore software rimane la professione più ricercata dalle aziende
L’Istituto dell’Economia tedesca di Colonia (IW) ha condotto uno studio riguardante il numero di posti che non possono essere coperti in Germania. Nonostante il periodo di crisi, in media tra giugno 2019 e giugno 2020, a livello nazionale mancavano 324.731 professionisti. L’ambito della sanità è quello in cui si registrano maggiori carenze: medici, infermieri e soprattutto figure dedite alla cura delle persone, in particolare bambini ed anziani. Solamente per gli operatori sanitari la domanda è aumentata del 34%, mentre la domanda di medici è aumentata del 31%.
Il lavoro più in voga del momento è lo sviluppatore di software: la carenza di informatici in Germania non è una novità, la tedesca Bitkom ha affermato il moltiplicarsi dei posti vacanti. Sabrina Zeplin, direttrice del sito Xing, conclude che lo sviluppatore di software sia il lavoro di tendenza dell’anno. Su tale base, Zeplin si basa su una valutazione della sua azienda che presenta oltre 20 milioni di annunci di lavoro.
# La classifica di LinkedIn ai tempi del COVID-19 premia le professioni negli ambiti sales, marketing e IT
LinkedIn, la famosa piattaforma più conosciuta nell’offrire un servizio di collegamento fra domanda ed offerta di lavoro, ha stilato una top ten delle professioni più ricercate del momento, in cui la pandemia sembra aver scardinato alcuni punti fermi. Le figure più richieste rimangono sempre quelle nelle aree sales, marketing e IT. Vediamo quali sono:
#1 Software Developer
#2 Sales Representative
#3 Project Manager
#4 IT Administrator
#5 Customer Service Specialist
#6 Digital Marketer
#7 IT Support/Help Desk
#8 Data Analyst
#9 Financial Analyst
#10 Graphic Designer
Elenco quasi prevedibile data la situazione attuale, dove con il lockdown la maggior parte degli e-commerce hanno aumentato le vendite.
Prosegue la discesa dei decessi in Italia che rimane però sempre prima in Europa per morti nelle ultime 24 ore. Situazione più contrastata negli ospedali, dopo i dieci giorni di calo progressivo. Il tasso dei contagi in calo in Lombardia, in crescita in Italia.
🛑 6 dicembre. CONTAGI: tasso di positività in Lombardia sotto il 10%. Risale in Italia, ancora prima in Europa per morti nelle ultime 24 ore
#1 140 MORTI IN LOMBARDIA: in calo in Italia
I morti in Lombardia risalgono dai 111 di ieri ai 140 di oggi. Il picco massimo nella prima ondata il 21 marzo era stato di 546 morti.
Calano invece i decessi in Italia: dagli 814 di venerdì e i 662 di ieri, nelle ultime 24 ore sono stati 564.
#2 CALANO I CONTAGI: in Italia tornano sotto i 20.000 (però calano anche i tamponi)
Cala ancora il numero di nuovi contagi in Lombardia: dai +9.221 di venerdì scorso, ieri erano stati +3.148, oggi sono +2.413. Nella città metropolitana scendono ancora di un centinaio: sono 844 nuovi casi. Nessuna provincia lombarda segnala più di 900 nuovi casi. L’unica oltre 300, a parte Milano, è Brescia con +328. Calano i contagi anche in Italia: dopo quattro giorni di fila sopra i 20.000, finalmente scendono al di sotto: +18.887 nuovi casi. Calano però anche i tamponi: in Italia si è passati dai 194.585 di ieri ai 163.550 di oggi. Calano i tamponi anche in Lombardia: dai 31.193 di ieri ai 26.026 di oggi.
#3 BATTUTA DI ARRESTO NEL CALO DEI RICOVERI: aumentano di 2 quelli in terapia intensiva in Lombardia, di 233 i ricoverati non gravi in Italia. Altri 17.000 i guariti
Dopo dodici giorni di calo negli ultimi tredici, oggi si registra un arresto alla discesa dei ricoveri in terapia intensiva: aumentano infatti di 2 dai -17 di ieri, per un totale di 807 ancora ricoverati.
Per un riferimento: negli ospedali lombardi ci sono 1.530 posti letto attivati o attivabili in terapia intensiva. Il tasso di occupazione scende al 52%. Scendono invece di 172 i ricoverati non in terapia intensiva (ieri -238).
Andamento opposto in Italia sul fronte dei ricoveri: in questo caso scendono i ricoveri in terapia intensiva di 63 (ieri -50) però aumentano i ricoverati meno gravi: +233 (ieri -1.043).
Oggi si contano come guariti: +1.650 in Lombardia (circa la metà di ieri) e +17.186 in Italia (diminuiti di 6.000 circa rispetto a ieri). Gli attuali positivi in Italia sono 755.306, oltre 1.000 in più di ieri.
#4 TASSO DI POSITIVITA’ IN LOMBARDIA SOTTO AL 10%: sotto la media nazionale
Il tasso di positività (nuovi positivi/tamponi) in Lombardia scende ancora: dal 10% di ieri al 9,2% di oggi, rimanendo al di sotto della media nazionale.
In Italia rimane sopra quota 10%: sale dal 10,8% all’11,5%.
Perché l’epidemia sia sotto controllo bisogna scendere a un tasso di positività inferiore al 10% e avere un Rt nazionale sotto all’1%.
L’Rt nazionale risulta a 0,91. In Lombardia allo 0,93.
Fonte dati: Protezione Civile
#5 ITALIA TERZA NEL MONDO E ANCORA PRIMA IN EUROPA PER MORTI NELLE ULTIME 24 ORE: in calo il numero dei decessi nella UE
Al momento in cui scriviamo l’Italia scende al secondo posto nel mondo, dietro il Messico e gli Usa che ieri sono tornati comunque sotto i 2.000 decessi. In Europa invece l’Italia, nonostante il calo, si conferma ormai da tempo sempre prima per morti totali e per morti nelle ultime 24 ore, anche perchè il numero dei decessi sta scendendo praticamente ovunque. Nel numero dei morti nelle ultime 24 ore l’Italia è seguita da Russia (+457 in calo), UK (+231 in calo) e Polonia (+228 in calo). In coda, tra i principali paesi, torna la Germania (+57 in calo) insieme alla Svezia con +20*.
*Dati di ieri
Decessi totali in UE (primi dieci paesi): ITALIA PRIMA
Italia (58 852), Francia (54 767), Spagna (46 252), Polonia (19 359), Germania (18 517), Belgio (17 142), Romania (12 052), Olanda (9 610), Rep. Ceca (8 738), Svezia (7 067)
Decessi in UE per 100.000 abitanti/cumulati sulle ultime due settimane (principali paesi): ITALIA SECONDA, SVEZIA E OLANDA ULTIME
Polonia: 17,5, Italia 17,0, Austria 16,8, Rep. Ceca 16,1, Belgio 14,7,
Andare alla ricerca delle vie più strane della città è un hobby di molti viaggiatori, ma cosa succede quando ci troviamo davanti alla strada più stretta del mondo? Scopriamolo insieme.
Questa è la STRADA più STRETTA del mondo
# La strada chiama Spreuerhofstrasse e si restringe fino a 31 centimetri di larghezza
La strada più stretta del mondo si chiama Spreuerhofstrasse e si trova nella città di Reutlingen, nella Germania meridionale. Nel suo punto più largo si registrano 40 centimetri di larghezza, mentre in quello più stretto arriviamo a 31. Come si fa a percorrerla allora? Non tutti effettivamente possono farlo.
# Sui social sono documentate molte sfide dell’attraversamento della Spreuerhofstrasse
@gutentag_germany
Questa strada non è di certo adatta a tutti, perché sembra una frattura fra due edifici, tuttavia sono molti i coraggiosi che tentano l’attraversamento e lo condividono sui social. Ma come è possibile che sia stata pensata una strada del genere? La Spreuerhofstrasse in realtà fu costruita come via di fuga.
# Nata dopo un incendio, per secoli fu considerata solo una via di fuga ma dal 2007 è entrata nei record
@blaumann27
La Spreuerhofstrasse è stata costruita nel 1727, dopo che un incendio aveva distrutto quasi tutti gli edifici della città. L’obiettivo era costruire una via di fuga per il granaio che si trovava lì vicino e all’ufficio fu registrata come strada numero 77. Nel 2007 questa strada divenne celebre in tutto il mondo, grazie all’inserimento nel Guinness dei Primati come “la più stretta del mondo”. Recano questa dicitura 2 targhe alle uscite della strada, purtroppo non quelle originali, perché negli anni ne vengono rubate a decine, probabilmente da turisti che desiderano avere una memoria del luogo. Non vorremmo deluderli, ma siamo sicuri che questa sia davvero la più stretta di tutte?
# Spreuerhofstrasse detiene il Guinness dei primati come strada più stretta. Ma in realtà ne esiste una ancora più stretta
Nonostante la strada sia stata registrata nel Guinness dei primati ne esiste un’altra chiamata l’Androuno, nella cittadina francese di Gassin, che arriva a 29 centimetri di larghezza.
L’Androuno non appare nel libro dei record solo perchè viene classificato come un vicolo. Anche in Italia abbiamo un vicolo che insidia questo primato ma è leggermente più largo.
# Ripatransone: anche l’Italia ha il suo vicolo stretto
@liznyc66
A Ripatrasone, borgo marchigiano, troviamo il vicolo più stretto d’Italia, senza nome, che misura 43 di larghezza e si restringe fino a 28. A chi lo attraversa viene rilasciato un attestato dal comune. In questa rassegna non può certo mancare Milano: la sua strada più stretta è una delle più celebri della città.
# A Milano c’è la via Bagnera: tetro budello nel centro della città
@aless_big
Via Bagnera, che con la sua curvatura collega Via Santa Marta a Via Nerino, nei pressi di Via Torino, è la via trafficata più stretta di Milano, nonché teatro dei crimini del primo serial killer italiano Antonio Boggia.
Conoscete altre vie piccole e dalla storia particolare? Scrivetele nei commenti qui sotto.
Il sito Business insider ha pubblicato un’analisi che riflette sul possibile declino delle metropoli europee a causa della pandemia. Il Financial Timesritiene che il declino sia in atto ormai da tempo e che le città non saranno più quelle di prima, mentre The Atlantic pensa che questo periodo possa essere la svolta per un vero e proprio rinnovamento urbano.
Acropoli, Irregolare, Leggera o Contrada? Le quattro strade per la MILANO del FUTURO
# Da policy maker allo sviluppo urbano della “Città del Futuro”
Davide Agazzi, Matteo Brambilla e Stefano Daelli sono tre professionisti che dopo aver lavorato come policy maker nella pubblica amministrazione hanno iniziato a occuparsi dello sviluppo urbano sotto diverse prospettive. Un percorso di studio sintetizzato nel progetto “Città del Futuro”: idee, suggerimenti e immaginazione sul futuro delle città metropolitana. “Chi viveva di turismo è in ginocchio, così come Milano è rimasta spiazzata tra la fine degli eventi e il boom dello smart working.” A Milano la situazione non è certo rosea, con aumento della soglia di povertà, buona parte degli esercizi commerciali ancora chiusi per lockdown e zone della città completamente spopolate. Quale sarà, quindi, il futuro di Milano? Al vaglio delle possibilità vi sono 4 ipotesi plausibili.
Milano è da sempre città di stimoli e di lodevoli iniziative sotto molti punti di vista: eventi, design, internazionalità. Un futuro in stile Acropoli moderna non sarebbe poi così inimmaginabile, se pensate a quanto e come, oggi, Milano investe nell’originalità e nell’avanguardia di idee.
#2 IRREGOLARE: terreno abbandonato di sperimentazione e conquista, informale, frastagliata, permeabile, imprevedibile, decadente
Milano come terra di conquista? Chissà. La decadenza italiana è famosa, ma Milano si è sempre distinta per innovazione e sguardo al futuro. Un decadimento, seppur affascinante, simile a quello che per mille motivi si osserva soprattutto nel Centro Sud Italia è un’altra delle ipotesi, anche se improbabile, dal nostro punto di vista.
#3 LEGGERA: città su richiesta, senza legami, connessa, smaterializzata, veloce, rarefatta, funzionale, efficiente
Caratteristiche che la nostra città già possiede. Veloce ed efficiente, su tutte, sono i valori di questo punto su cui Milano è e resterà vera maestra. Indipendentemente da come questa pandemia trasformerà la città, siamo certi che tali peculiarità non verranno mai meno.
#4 CONTRADA: città dei quartierini, provinciale, vicina, attiva, cordiale, controllata, decorosa, omologante, conservatrice
Come immaginare un futuro diverso da quello che Milano già possiede? Nelle ultime decadi, il capoluogo lombardo ha fatto tantissimo per togliersi di dosso l’etichetta di città chiusa e inospitale, diventando sempre più un centro di accoglienza e apertura internazionale. Attivismo, cordialità e una sana dose di conservatorismo sono le doti che potrebbero essere sviluppate in un prossimo futuro.
E voi, che modello immaginate per il futuro di Milano? Diteci la vostra
Dalla popolazione al trasporto pubblico, dalla qualità dell’aria all’economia: 16 parametri che mettono a confronto le due principali metropoli italiane. Roma vince per aree verdi e qualità dell’aria. Milano per economia e trasporti. Ma vediamo i dati nello specifico.
MILANO vs ROMA: i NUMERI non mentono
# Estensione territoriale
#1 Area amministrativa: Roma è 7 volte più grande di Milano
Il comune romano è di gran lunga più esteso, con 1.287 chilometri quadrati di superficie contro i soli 182 di Milano. Questo considerando i confini amministrativi, ossia quelli stabiliti dalla politica. Ma cosa cambia se si usa un altro criterio, come quello dell’area urbana?
#2 Area urbana: Milano è più grande, quarta in Europa
Se invece di considerare i confini politici si usa il parametro della continuità urbana le cose cambiano molto. L’istituto Demographia ha, infatti, redatto la classifica delle città più grandi per estensione, calcolandole in base al “continuum urbanizzato” della loro area metropolitana, quindi non quella definita dei confini amministrativi. Con questo nuovo metodo le cose cambiano e addirittura Milano non solo supera Roma, ma viene proiettata tra le più grandi aree urbane d’Europa. Come area urbana Roma ha una superficie di 1.145 km quadrati che la portano al decimo posto in Europa. Ma Milano è addirittura quarta con 1.881 chilometri quadrati.
#3 Roma è 3 volte più verde rispetto a Milano
Roma ingloba tante aree rurali, mentre il confine di Milano la separa da altre aree urbane, formalmente in comuni diversi, ma che rappresentano un unico agglomerato. Forse anche per questo, Roma gode di più spazi adibiti al verde, il 36 per cento della superficie totale, mentre a Milano sono solo il 13 per cento.
# Residenti e densità
#4 La capitale doppia Milano come abitanti
Roma ha 2,87 milioni di abitanti contro gli 1,35 di Milano e sono rispettivamente il primo e secondo comune più abitati d’Italia.
#5 Milano ha 3 volte la densità abitativa di Roma
La capitale è però meno densamente popolata: in ogni chilometro quadrato a Milano troviamo 7.439 abitanti, mentre a Roma 2.232.
#6 A Milano crescono i giovani, nella capitale diminuiscono
Tra il 2015 e il 2019 i residenti a Milano di età compresa tra i 18 e i 25 anni sono aumentati del 7,7 per cento e quelli tra i 26 e i 30 del 7,3. Valori opposti riguardano Roma, dove i giovani tra i 18 e i 30 anni sono diminuiti del 5 per cento e quelli tra i 31 e i 35 anni addirittura del 9,5%.
# Trasporto pubblico
Credits: lavoce.info – Numeri del trasporto pubblico a confronto
#7 Numero fermate del trasporto pubblico per kmq: Milano tre volte più servita di Roma
La distribuzione delle fermate di autobus, tram e filobus, indicata con il parametro della densità mette Milano davanti a Roma con 18 fermateogni kmq a fronte di 6,66.
#8 Numero di posti-km offerti su bus, tram e metropolitane: 1,5 milioni a Milano contro i 750.000 di Roma
L’indicatore dell’offerta di trasporto pubblico per eccellenza, ossia il numero di posti-km offerti su bus, tram e metropolitane, in rapporto alla popolazione vede Milano doppiare Roma con 1,5 milioni di posti-km per abitante contro 750.000.
#9 La rete metropolitana di Milano è estesa il doppio di quella romana
L’estensione della rete della metropolitana è da sempre motivo di vanto per Milano. Già nel 2009 la lunghezza complessiva della linea era più che doppia, con 74 km a Milano e 36 a Roma. Nel frattempo, il parallelo sviluppo delle due reti metropolitane ha portato a un assetto oggi per Milano di 98 km con 4 linee, oltre a un’altra di prossima apertura, mentre Roma è a 54 km con 2 linee più una terza realizzata e operativa per circa metà del tracciato da progetto.
#10 L’età media dei bus di Roma è raddoppiata negli ultimi anni: quella di Milano ha la metà degli anni
Anche la qualità del trasporto lascia pochi dubbi nel confronto. L’età media dei bus romani risulta essere in costante aumento, passando dai 6,4 anni del 2006 ai 12,6 anni nel 2017. Quella di Milano è circa la metà. Il che si riflette sul comfort dei mezzi, le emissioni e la dotazione di aria condizionata.
#11 Milano ha il triplo di piste ciclabili di Roma per 100 abitanti
In riferimento alle reti di piste ciclabili Milano presenta un valore di 4,12 metri ogni 100 abitanti, rispetto agli 1,27 metri a disposizione dei cittadini romani.
# Rifiuti e qualità dell’aria
Credits: lavoce.info – Tabella confronto rifiuti e qualità dell’aria
#12 Milano batte Roma per la raccolta differenziata: 65% contro 45%
La raccolta differenziata riguarda il 65 per cento del totale dei rifiuti a Milano e solamente il 45 a Roma. I rifiuti che finiscono in discarica nella capitale sono l’11% sulla produzione regionale, Milano si ferma al 5%.
#13 Nella qualità dell’aria non c’è partita: un disastro per Milano
Se si guarda alla qualità dell’aria Milano soccombe. Il limite ammesso di polveri sottili presenti nell’aria è stato superato a Roma in 13 giorni in un anno, a Milano per ben 90 volte.
# Economia e lavoro
#14 Il reddito pro capite del milanese è maggiore di 15.000 euro
Negli ultimi anni il reddito pro capite a Milano è stabilmente più elevato: circa 47 mila euro a Milano e 32 mila euro a Roma (dati 2017).
#15 Depositi bancari pro capite: + 12.000 euro per Milano
Così anche i depositi bancari pro capite segnano una netta differenza: 57 mila euro a Milano e 43 mila a Roma.
#16 Occupazione: sei punti percentuali di occupati in più a Milano
L’occupazione segue lo stesso andamento, con un tasso del 70 per cento a Milano e del 64 a Roma.
Nel progetto collegato al nuovo stadio c’è anche un grattacielo di 29 piani alto 152 metri. Sei anni per costruirlo. I particolari sono stati svelati da Il Giorno.
Il nuovo GRATTACIELO di San Siro
Svelati i contenuti del documento completo dello Studio di fattibilità tecnico-economica per il nuovo stadio di San Siro.
Il documento, costituito dalla “Relazione illustrativa’’ al “Modello finanziario’’, rivela l’entità dell’investimento dell’operazione San Siro: 1,2 miliardi.
L’indice volumetrico fissato dai club è di 0,51, in calo rispetto allo 0,63 dello studio iniziale, ma ancora superiore allo 0,35 che è l’indice vigente per l’area di San Siro. Significa che i club chiederanno una deroga al limite fissato dal PGT.
Il vecchio stadio verrebbe posto sotto parziale tutela. Della struttura originaria resterebbe solo un rettilineo (settore arancione) e una curva con la Torre 11, che ospiterebbe il Museo di Milan e Inter.
“Attorno allo stadio verrebbero creati due distretti”, scrive Il Giorno, “uno commerciale e uno sportivo, in cui si prevede la realizzazione di una serie di nuovi immobili per uffici, hotel, centro commerciale”. L’elemento più impattante e coreografico sarebbe un grattacielo di 29 piani alto 152 metri.
Il nuovo distretto potrebbe portare ai club ricavi per 131 milioni di euro, che sarebbe più del doppio rispetto a ora. Un aumento nel giro d’affari che consentirebbe alle due squadre milanesi di competere con i top club europei.
Durata stimata di tutto il cantiere: 6 anni e 8 mesi.
Altra giornata in miglioramento sia in Lombardia che in Italia. In calo decessi e contagi. Nessuna provincia in Lombardia segnala più di 1.000 nuovi casi. Oltre mille persone hanno lasciato gli ospedali italiani nelle ultime 24 ore. Uscito il nuovo bollettino dell’Istituto Superiore della Sanità sui decessi.
🛑 5 dicembre. Contagi e decessi in CALO. Nuovi dati sui morti: età media 80 anni. Il 3% senza altre patologie, l’1% morto prima dei 50 anni
#1 Nuovo bollettino ISS: Età media alla morte 80 anni. Solo il 3% senza altre patologie e solo 1% morto prima dei 50 anni
L’Istituto superiore di sanità ha aggiornato al 2 dicembre le caratteristiche delle persone decedute per il Covid dall’inizio della pandemia. Lo studio riguarda 55.824 pazienti deceduti.
L’età media dei pazienti deceduti e positivi a SARS-CoV-2 è 80 anni e le donne sono 23.596 (42,3%).
L’età mediana dei pazienti deceduti positivi a SARS-CoV-2 è più alta di oltre 30 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione (età mediane: pazienti deceduti 82 anni – pazienti con infezione 48 anni).
Il numero medio di patologie osservate in questa popolazione è di 3,6 (nelle donne 3,8 e negli uomini 3,5). Complessivamente, 180 pazienti (3,1% del campione) presentavano 0 patologie, 712 (12,4%) presentavano 1 patologia, 1060 (18,5%) presentavano 2 patologie e 3774 (65,9%) presentavano 3 o più patologie.
#2 111 MORTI IN LOMBARDIA: in calo anche in Italia
I morti in Lombardia continuano a diminuire. Dai 147 di ieri ai 111 di oggi. Il picco massimo nella prima ondata il 21 marzo era stato di 546 morti.
Calano i decessi anche in Italia: dagli 814 di ieri, oggi sono 662.
#3 CALANO I CONTAGI IN LOMBARDIA E IN ITALIA: “solo” 355 nuovi casi a Milano
Cala di nuovo il numero di nuovi contagi in Lombardia: dai +9.221 di venerdì scorso, ieri erano stati +4.533, oggi sono +3.148. A Milano città scendono a +355. Nessuna provincia lombarda segnala più di 1000 nuovi casi. Calano i contagi in Italia: dai +24.099 di ieri, oggi sono +21.052, sopra i ventimila per il quarto giorno di fila. Calano però i tamponi in Italia: dai 212.741 di ieri ai 194.585 di oggi. Calano anche in Lombardia: dai 42.276 di ieri ai 31.193 di oggi.
#4 PROSEGUE IL CALO DEI RICOVERI: -17 in terapia intensiva in Lombardia, -238 i ricoveri in altri reparti. Oltre mille ricoverati in meno negli ospedali italiani nelle ultime 24 ore
Per il dodicesimo giorno negli ultimi tredici calano i ricoveri in Lombardia: dai -14 di ieri ai -17 di oggi, per un totale di 805 ancora ricoverati.
Per un riferimento: negli ospedali lombardi ci sono 1.530 posti letto attivati o attivabili in terapia intensiva. Il tasso di occupazione scende al 52%. Scendono di 238 i ricoverati non in terapia intensiva (ieri -233).
Andamento simile anche in Italia sul fronte dei ricoveri: per il nono giorno negli ultimi dieci scendono i ricoverati: -1.043 quelli non gravi (ieri -572).
Oggi si contano come guariti: +3.983 in Lombardia (più della metà di ieri) e +23.923 in Italia (in linea con ieri). Gli attuali positivi in Italia sono 754.169, oltre 3.000 in meno di ieri.
#5 TASSO DI POSITIVITA’ IN LOMBARDIA AL 10%: sotto la media nazionale
Il tasso di positività (nuovi positivi/tamponi) in Lombardia scende dal 10,7% di ieri al 10% di oggi, rimanendo al di sotto della media nazionale.
In Italia rimane sopra quota 10%: scende dall’11,3% al 10,8%.
Perché l’epidemia sia sotto controllo bisogna scendere a un tasso di positività inferiore al 10% e avere un Rt nazionale sotto all’1%.
L’Rt nazionale scende da 1,08 a 0,91 (periodo 11-24 novembre). La Lombardia cala a 0,93, il dato più basso è della Liguria (0,68).
Fonte dati: Protezione Civile
#6 ITALIA ANCORA SECONDA NEL MONDO E PRIMA IN EUROPA PER MORTI NELLE ULTIME 24 ORE
Al momento in cui scriviamo l’Italia si mantiene al secondo posto nel mondo, dietro gli Usa che anche ieri hanno superato i 2.000 decessi. Mentre l’Italia, nonostante il calo, si conferma ormai da tempo sempre prima in Europa per morti totali e per morti nelle ultime 24 ore. Nel numero dei decessi giornalieri l’Italia è seguita da Russia (+508), UK (+504)*, Polonia (+502), Francia (+397)*, Spagna (+214)*, Romania (+134) e Germania (+66). In coda, tra i principali paesi, si conferma la Svezia con +20*.
*Dati di ieri
Decessi totali in UE (primi dieci paesi): ITALIA PRIMA
Italia (58 852), Francia (54 767), Spagna (46 252), Polonia (19 359), Germania (18 517), Belgio (17 142), Romania (12 052), Olanda (9 610), Rep. Ceca (8 738), Svezia (7 067)
Decessi in UE per 100.000 abitanti/cumulati sulle ultime due settimane (principali paesi): ITALIA SECONDA, SVEZIA E OLANDA ULTIME
Polonia: 17,5, Italia 17,0, Austria 16,8, Rep. Ceca 16,1, Belgio 14,7,
Roma è la Città Eterna ammirata in tutto il mondo. Bella e affascinante però ha delle pecche sottolineate in primis dai romani stessi, che vorrebbero che la propria città venisse più valorizzata e curata. Una soluzione potrebbe essere alleggerirne i compiti e spostare la capitale in un’altra città: ecco le 5 alternative più quotate sul web.
Se ROMA non fosse più la CAPITALE, QUALE vorreste al suo posto? Le 5 PREFERITE del web
#5 Mantova: piccola ma significativa
Seguendo l’esempio della Svizzera, degli Stati Uniti o del Canada, la capitale potrebbe non essere una grande metropoli ma una città significativa anche se piccola. Berna, Washington o Ottawa non sono le città più grandi del Paese eppure detengono il potere politico e lo gestiscono agilmente. Se anche in Italia volessimo adottare questo esempio, la perfetta candidata sarebbe Mantova: dal mito della sua fondazione, riportato anche nella Divina Commedia, alla sua importanza nel periodo rinascimentale. Senza contare che i dintorni vasti e largamente disabitati potrebbero consentire nuovi insediamenti. Al quinto posto della classifica abbiamo questo piccolo gioiello storico-artistico.
#4 Torino: la prima capitale dell’Italia unificata
Credits: siviaggia.it
Oltre ad essere un’importante polo industriale contemporaneo, il capoluogo piemontese ha avuto in passato un ruolo storico centrale: è stata la prima capitale del Regno d’Italia, dal 1861 al 1864. A seguito dell’unificazione accorsero persone da tutte le parti della penisola per festeggiare e celebrare la conquistata unità. La città che ha dato vita all’unificazione del paese rappresenterebbe simbolicamente per l’Italia una nuova ripartita, un nuovo inizio, che in questo momento sembra essere fondamentale. Si aggiudica così il quarto posto in classifica.
#3 Napoli: città d’arte nel cuore del Mediterraneo
Fonte: Virgilio.it
Prima città sul podio, al terzo posto, c’è Napoli che è conosciuta per le sue meraviglie storiche e artistiche ma, come altre perle mediterranee, non viene sufficientemente valorizzata. Spostare la capitale così a Sud smuoverebbe le acque chete e si sa che per ottenere un vero cambiamento , è necessaria una svolta netta e radicale.
Non facciamoci influenzare dalla nomea acquisita negli anni: il capoluogo campano è stata una capitale cosmopolita durante il Regno delle Due Sicilie e il nome “Napoli” deriva dal greco Neapolis e significa proprio “città nuova”. Inizialmente la città era una piccola cittadina, venne poi estesa per ragioni difensive e fu ribattezzata Città Nuova; potrebbe essere questa la svolta netta e radicale che ha bisogno la città di Napoli per cambiare se stessa e tutta la penisola?
#2 Firenze: per ripartire dal Rinascimento
credit: initalia.virgilio.it
Al secondo posto sul podio abbiamo Firenze, capitale artistico-culturale del Rinascimento. Anche in questo caso il rimando simbolico alla Rinascita dell’Italia è piuttosto diretto, essendo il periodo rinascimentale un’età di cambiamento e di ripresa socio-culturale. Anche dal punto di vista linguistico la città di Firenze ha avuto indubbiamente un ruolo centrale, infatti è proprio questa la culla della lingua e della poesia italiana. La centralità artistica, culturale e quella linguistica non sono le uniche che fanno di Firenze una perfetta candidata, si aggiunge anche la sua centralità geografica.
#1 Milano: da capitale morale a capitale politica per rilanciare l’Italia
Foto: Andrea Cherchi
La vincitrice indiscussa però è la città di Milano, che viene da anni definita come la capitale morale, oltre che indubbiamente quella economica. Questa concezione di Milano deriva da un vecchio proverbio milanese “Milan dis e Milan fa” che vuole sottolineare la differenza tra chi solamente parla, come ad esempio la capitale politica, e chi invece fa susseguire dei fatti alle parole pronunciate.
Anche qui ci sono corruzione e infiltrazioni mafiose ma guardando al futuro con ottimismo, basandosi su come stanno andando le cose da alcuni anni a questa parte, è innegabile che Milano sembra proprio essere la svolta necessaria all’Italia: una svolta economica e socio-culturale che avrebbe conseguenze positive non solo a livello nazionale ma internazionale.
E poi dovendo essere sinceri, per quanto si possano definire i milanesi freddi, il capoluogo meneghino è anche la capitale del terzo settore, quello caratterizzato dalla solidarietà tipica del milanese con il couer in man.
Cuore in mano, orizzonte in Europa: che sia questo il mantra per la nuova Italia?
Ce la farà a inaugurare entro fine gennaio 2021 come programmato? Non si sa ancora. Quello che sappiamo è che nella stazione al capolinea est della linea M4 si stanno effettuando i lavori di rifinitura per la consegna a inizio 2021, anche se la rilevanza attuale della mini tratta Linate- Forlanini è compromessa dal numero limitato di voli attivi al momento nel city airport. Vediamo l’aspetto finale della fermata Linate, capolinea della M4, e quali sono i nodi ancora irrisolti dalla linea.
La nuova STAZIONE di LINATE: M4 vicina al DECOLLO (fotogallery)
# Un viaggio virtuale mostra come sarà la nuova stazione
Il Comune di Milano in collaborazione con Metro4 Spa, in vista dell’apertura della nuova metropolitana, da mercoledì 2 dicembre ha iniziato la pubblicazione sulla propria pagina facebook del “Viaggio nelle stazioni di M4”: la prima puntata è dedicata proprio a Linate, che collegherà l’aeroporto alla centro città in soli 12 minuti.
Si tratta di una serie di brevi documentari che settimanalmente verranno diffusi per consentire di entrare “virtualmente” nei cantieri delle stazioni della linea blu per scoprire come procedono i lavori dalla voce di chi sta costruendo la nuova metropolitana. Come prima cosa sta venendo svelata come sarà la fermata del capolinea di Linate.
# La galleria fotografica della stazione Linate M4: dall’area “kiss & ride” al piano banchina
Stazione di Linate M4
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Corpo centrale stazione
Snodo tornelli-tapis roulant
Display banchina
Area Kiss & Ride
Area terminal
Piano Banchina
Vista esterno stazione
Tapis roulant collegamento Parcheggi con metro e aeroporto
Scala M4
Treno M4
Rendering accesso ai tornelli
La stazione sarà dotata di copertura mista acciaio-vetro che sfrutta la luce esterna per illuminare il mezzanino, di area “kiss&ride” per la sosta veloce e di una fermata per i mezzi pubblici. La sua collocazione permetterà di raccogliere i flussi di passeggeri che arrivano in aeroporto, agevolando l’interscambio con le auto provenienti dai comuni a Est di Milano e con il trasporto pubblico in superficie.
# I nodi irrisolti della linea M4: scarso design delle stazioni e mancati interscambi
Ipotesi alternative di uscite M4
Riguardo il design delle stazioni purtroppo si sta verificando quanto temevano tempo fa, ovvero che la qualità delle uscite sarebbero state peggiori rispetto ai rendering iniziali. Non sono orrende come quelle della prima tratta della linea M5, ma non sono nemmeno un capolavoro di estetica.
Sopra a destra un’ipotesi iniziale per la stazione San Babila e a sinistra una delle alternative al ribasso, mentre sotto il reportage di Urbanfile sulla stazione Repetti, nuovo nome al posto di “Quartiere Forlanini”. La realizzazione di questa uscita della metropolitana conferma la scelta di non investire nella bellezza delle infrastrutture. Si spera che quelle in centro città possano avere un’architettura più originale e rispettosa della fama di Milano come capitale mondiale del design.
In riferimento agli interscambi, rispetto a quelli delle linee attuali, i passeggeri della linea M4 non potranno passare direttamente all’altre linee della metropolitana: dovranno invece uscire e rientrare dai tornelli. Nel progetto attuale lo scambio con la linea 2 a Sant’Ambrogio obbligherà i passeggeri a uscire sulla strada.
fonte: urban file
Meglio dovrebbe andare lo scambio con la linea M1 a San Babila, anche se comporta anch’essa l’uscita e la rientrata dai tornelli. Il problema più rilevante però è l’assenza di un interscambio con la linea 3, perché anche se le due linee si incrociano sottoterra, non è stata prevista una fermata di scambio. Il percorsopedonale sarà parzialmente nel sottosuolo, partendo dalla stazione di Missori M3, e sbucherà a metà strada dalla stazione Sforza Policlinico M4 alla fine di via Pantano, che verrà parzialmente pedonalizzata, come si vede nell’immagine qui sotto.
Credits: Urbanfile – Uscita per collegamento M3-M4
A detta dei tecnici questa è la soluzione migliore che si è riusciti a progettare e nemmeno investimenti maggiori avrebbero consentito miglioramenti. Rimane il dubbio che se si fosse studiata una connessione già in fase di studio della linea, magari valutando l’interscambio con la fermata Crocetta M3, forse oggi non avremmo avuto questo soluzione poco funzionale.