Home Blog Pagina 400

A Milano un CHECK è d’obbligo: ma come si dice in milanese?

0

Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: Tutte le parole tradotte in milanese pubblicate finora

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Il Sanremo del Titanic

0

Mai come quest’anno il Festival ha trasmesso una analogia tra l’orchestra di Sanremo e l’orchestra del Titanic.

In un momento in cui la situazione del Paese dal punto di vista sociale, economico ed energetico sta collassando, il Festival di Sanremo ha battuto ogni record di ascolto.
Forse le persone si stanno rendendo conto che è meglio allietarsi il tempo che ci resta piuttosto che martorizzarsi all’infinito con disposizioni e provvedimenti che, anche se non risolvono in nessun modo il problema, rendono la vita delle persone praticamente impossibile.

Bisognerebbe rivalutare la stessa idea di orchestra del Titanic che viene usata come metafora per indicare persone che se la godono nonostante l’infausto destino. Del resto la vita è questo: cercare di renderla più apprezzabile possibile pur sapendo che il finale è inesorabile.

Continua la lettura con: Tutti i pensieri del giorno 

MILANO CITTA’ STATO 

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato

 

 

NUOTARE nel GHIACCIO e altre avventure da VIVERE SOTTOZERO

0
Credits: pinterest.com

L’inverno è un periodo magico per affrontare avventure freddolose. Ci sono luoghi in Italia dove è possibile vivere esperienze sottozero in tutta sicurezza.

NUOTARE nel GHIACCIO e altre avventure da VIVERE SOTTOZERO

# Due modi di vivere l’Inverno: in cerca del caldo o sfidare il freddo estremo?

Ogni anno l’Inverno offre spettacoli naturali inimmaginabili, da fiumi ghiacciati, a città innevate, da stalattiti di ghiaccio a paesini montani sommersi da metri di neve. Ci sono alcune esperienze che si possono vivere solo in questa stagione, rinvigoriscono il corpo e l’anima, grazie a temperature bassissime e successivi premi calorosi. La tendenza è quella di sfuggire al freddo rintanandosi in un luogo caldo, sorseggiando qualcosa che ci coccoli, ma altrettanto è il desiderio di vivere avventure temerarie che vanno ben oltre lo sci. Le Alpi propongono sfide sempre più interessanti per i coraggiosi che preferiscono sfidare il freddo piuttosto che rintanarsi nel letargo della propria abitazione.

Credits: pexels.com

Leggi anche LAPPONIA? No, Italia. Ecco i posti DOVE ammirare la BELLEZZA dell’INVERNO in ITALIA 

# Nuotare tra i ghiacci

A Zillertal, nel Tirolo austriaco, si trova il lago di Hintertux, di origine glaciale. È la meta prediletta per gli appassionati nuotatori ma non molti sanno che vi si può nuotare anche d’Inverno. Per chi lo desidera, ed è nelle condizioni fisiche per farlo, il lago si può affrontare anche quando le temperature raggiungono temperature sotto lo zero. Ma non solo, chi fosse abbastanza coraggioso, potrebbe anche avventurarsi all’interno del ghiacciaio. Il percorso porta nelle viscere di esso a 30 metri di profondità, attraverso grotte attraversabili a bordo di un canotto oppure con il supporto di stand up paddle o, se si è abbastanza folli, direttamente a nuoto.

Credits: pinterest.com

Leggi anche FUGA dal FREDDO: le 7 località in Italia con più SOLE in inverno

# Snowkite e arrampicata sul ghiaccio

Altre attività vengono ricordate dal sito siviaggia.it. Tirolo si trovano numerosi laghi, molti dei quali si ghiacciano nella stagione fredda. La pista da pattinaggio per eccellenza del territorio è il lago Piburger See in Ötztal, il cui spessore del ghiaccio permette di godere della bellezza del paesaggio circostante tra evoluzioni e tranquille scivolate sul lago. Per chi invece preferisce l’attività meno elegante dello sci di fondo c’è Haldensee, lago ghiacciato che si copre di neve.

Per gli amanti della velocità esiste lo snowkite, corrispondente invernale del kitesurf, che permette di essere trascinati da un aquilone sui pendii e le spianate innevate del Tirolo. La valle Kaunertal e la valle Sellraintal, nei pressi di Innsbruck, sono invece famose per la più classica delle avventure invernali: l’arrampicata sul ghiaccio. Spesse pareti di ghiaccio ospitano i più appassionati scalatori da anni, proponendo loro percorsi tra i 30 e 110 metri di percorrenza.

Credits: pixabay.com

Leggi anche La piccola SIBERIA: il paese più FREDDO d’ITALIA non è sulle Alpi 

Continua la lettura con VALSASSINA, 10 motivi per AMARLA 

SARAH IORI

Copyright milanocittastato.it

 

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

 

I nuovi AVVENIRISTICI TRENI per la METRO di Torino

0
Il nuovo treno

La metropolitana di Torino si rinnova, migliorando i servizi, guardando ad un futuro risultato della nuova transizione ecologica e digitale della città. Queste le prossime novità.

I nuovi AVVENIRISTICI TRENI per la METRO di Torino

# Quattro nuovi treni

La città di Torino ha firmato un accordo di 156 milioni di euro con Alstom Ferroviaria per migliorare la viabilità e le strutture di trasporto della linea metropolitana 1. L’obiettivo dell’amministrazione del sindaco Lo Russo è migliorare i trasporti pubblici della città, riducendo tempi di attesa, aumentando la possibilità di trasportare biciclette, e garantire eventuali nuove linee notturne, questo nella direzione di rendere la città più tecnologica e green. Per rispettare tali obbiettivi sono stati acquistati quattro nuovi treni.

Credits: pinterest.com

Leggi anche La METROPOLITANA sotto il DESERTO con carrozze in “GOLD CLASS” 

# Più velocità di trasporto

Alstom Ferroviaria si concentra nel fornire nuovi treni e rinnovare il sistema di segnalamento, che velocizzerà i tempi di viaggio dei nuovi treni, che invece di passare con una frequenza di 120 secondi, passerà a 80 secondi, anche grazie al nuovo sistema digitale di gestione della metropolitana. Quindi in termini di orario e di esercizio verrà aumentata la disponibilità dei treni, che necessiteranno di un numero minore di interventi di manutenzione, diminuendone i costi.

Credits: pexels.com

Leggi anche Inaugurano TRE NUOVE LINEE: la più GRANDE METROPOLITANA del MONDO incrementa il suo primato 

# Nuovi treni

Per aumentare l’efficienza del trasporto pubblico torinese sono stati comprati quattro nuovi treni, che hanno una capienza di 320 passeggeri l’uno, diminuendo quindi i tempi di attesa. Ogni treno garantisce poi la possibilità di portare a bordo le biciclette, soddisfacendo una precisa richiesta dei cittadini, che sono convinti della necessità di un utilizzo dei trasporti più cosciente della direzione della metropoli verso una sostenibilità sempre maggiore.

Credits: pexels.com

Leggi anche La richiesta dei pendolari: la S12 come una “METROPOLITANA LEGGERA” tra Milano e Lodi 

# Aumento dell’occupazione

Questi nuovi interventi sui trasporti pubblici porteranno nuove occupazioni: Alstom Ferroviaria sta aprendo nuovi uffici, uno sarà dedicato esclusivamente alla gestione della rinnovata linea 1, a lavorarvi sarà un’equipe di circa 10 persone, mentre un gruppo di 70 tecnici sarà al lavoro nel nell’assemblaggio dei nuovi treni e nella transizione al nuovo sistema di gestione digitale.

Credits: pinterest.com

Continua la lettura con Progetti di METROPOLITANE abbozzate ma MAI REALIZZATE in altre città italiane

SARAH IORI

Copyright milanocittastato.it

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

 

Dove il PARCHEGGIO costa di più e dove costa di meno nel mondo? Le SORPRESE in CLASSIFICA

0

Desiderio contro realtà si scontrano spesso in tema di parcheggi, fino a diventare scontro. L’automobilista vorrebbe trovare parcheggio immediatamente invece, in una grande città, è costretto ad uscire di casa almeno 20 minuti prima, perché deve cercare e poi trovare parcheggio.
C’è un motivo ed è quello che non immagina nessuno…

Dove il PARCHEGGIO costa di più e dove costa di meno nel mondo? Le SORPRESE in CLASSIFICA

# Parcheggiare nelle Capitali

Credits: GLady, Pixabay

Sono 48 le capitali analizzate dagli analisti di Picodi.com, oppure le grandi città del mondo anche se non formalmente capitali di stato.
I parametri tenuti in considerazione sono: il costo di 1 ora di sosta a pagamento, nelle zone dedicate, insieme al costo (annuale) del permesso di parcheggio per residenti.
Non mancano le sorprese assolute, anche se c’è da specificare che si tratta di un’analisi di dati ricavati dai siti web delle varie municipalità, che le tariffe orarie si intendono per ora intera e non frazione, calcolata nei giorni feriali e che, nei costi dei permessi ai residenti, non sono inclusi eventuali sconti e bonus concessi per auto elettriche e facilities di questo genere.

Leggi anche: Il PARCHEGGIO trasformato in una TERRAZZA sul MARE

# La classifica più in dettaglio: costo orario

Credits: flutie8211, Pixabay

Londra si rivela la città più cara per questo specifico parametro: un’ora di sosta nella capitale inglese arriva a costare fino a 9.90 Euro.
Seguono poi Amsterdam, nel cui centro posteggiare l’auto arriva a costare 7,50 Euro, stessa tariffa prevista a Oslo.

All’indomani della pubblicazione del nuovo paniere dell’ISTAT, il costo del parcheggio della capitale italiana, tradisce l’economia povera del paese: parcheggiare a Roma costa circa 8 volte meno che nella Grande Londra. Se anche il rapporto dei guadagni, tra romani e londinesi fosse così penalizzante, ci sarebbe di che allarmarsi. Naturalmente non è così, questo parametro è influenzato dall’altra variabile di analisi: i permessi ai residenti.
La più economica è Yerevan, capitale dell’Armenia, in cui il posteggio ha la tariffa di 0,18 € all’ora.

Nel ragionamento, bisogna sempre considerare che il parcheggio in area centrale è più oneroso di una sosta in periferia. La città che, più di tutte, accentua questo fattore è Dublino, rispettivamente con € 3,20 e 60 centesimi /ora.

Leggi anche: Il centro di Milano diventerà una MAXI AREA PEDONALE: le 5 grandi TRASFORMAZIONI in arrivo

Infografica – Credits: Picodi.com

# Costo (e indotto) del permesso ai residenti

Credits: Kelly L, Pexels

Ben 6 delle 48 capitali prese in considerazione, nelle zone di sosta a pagamento con parchimetro, permettono ai residenti di parcheggiare l’auto gratuitamente nei dintorni di casa. Sono Lisbona, Roma, Skopje, Città del Messico, Tirana e Buenos Aires. Per i residenti di Lisbona il privilegio arriva fino a due auto per ogni nucleo familiare.

Il disincentivo al pagamento della sosta, si traduce automaticamente in un incentivo all’uso dell’automobile.
Le conseguenze ricadono quindi sul traffico quotidiano, sullo scarso utilizzo dei mezzi pubblici, sull’inquinamento e – soprattutto – sui lati delle strade, in cui ogni metro disponibile è occupato dalle auto in sosta.
Tutte le città sono divise in zone amministrative, che influenzano il costo del permesso residenti, ad eccezione di Parigi, che ne ha una sola.
Le città del podio per il permesso più costoso per i residenti sono Stoccolma, Riga e Amsterdam.

# Uno scontro integralista

Credits: distelAPPArath, Pixabay

In ogni città, tra diversi utenti del traffico, lo scontro integralista che nasce parlando di parcheggi è talmente estremo da diventare divertente.
L’automobile in città, da mezzo di trasporto comodo o indispensabile, è diventato un oggetto di culto e il parcheggio, come in ogni buon “credo” fa parte dei rituali.

Un interessante studio condotto da Urbis in tre città dell’Australia, Melbourne, Yarra e Stonnington, sancisce che per ogni spazio dedicato al posto auto (calcolato in circa 25 m² tra occupazione reale e spazio di manovra necessario), posizionato davanti ad una attività commerciale, porta un incasso giornaliero differente se il parcheggio viene occupato da un’auto, da bici o da dehor.
In pratica, se ad utilizzare i 25 m² è un’auto, l’incasso previsto è circa 950 dollari; 1.700 $ se gli utenti sono ciclisti, mentre 1.660 sono i dollari previsti se lo spazio è dedicato ai dehors. Dati analoghi arrivano anche da paesi decisamente più bike friendly dell’Australia, come Danimarca e Olanda, più vicine alla nostra cultura.
Dovremmo abbandonare le posizioni integraliste ed aprirci ad altri pensieri.
Ah già: l’Italia non è la Danimarca e nemmeno l’Australia.

Continua la lettura con: Le COSE più ODIATE a Milano

LAURA LIONTI

copyright milanocittastato.it

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Parigi avrà una FUNIVIA URBANA: semaforo verde al progetto

0
Credits cable-a-telaval.fr - Funivia

Sarà la prima funivia della capitale francese. Ecco come verrà realizzata e quando inaugurerà.

Parigi avrà una FUNIVIA URBANA: semaforo verde al progetto

# Cable A: la funivia per collegare la periferia esterna a un capolinea della metro

Credits parigionline – Funivia

Dopo l’approvazione dello studio di fattibilità e della dichiarazione di pubblica utilità diventa ufficiale il progetto per la realizzazione della prima cabinovia di trasporto pubblico della capitale francese. La nuova funivia si chiamerà Cable A e collegherà diversi quartieri periferici ma popolosi della periferia sud-orientale di Parigi al capolinea della linea 8 della metropolitana. Potrebbe anche non è essere l’unica funivia di quel quadrante della città e di area metropolitana, infatti ci sono allo studio altri cinque progetti analoghi per la regione della Grande Parigi.  

# Le caratteristiche della linea

Credits cityrailwaws – Tracciato funivia

La linea sarà lunga 4,5 chilometri, con 5 stazioni, e andrà da Créteil a Villeneuve-Saint-Georges via LimeilBrévannes e Valenton in 17 minuti trasportando i passeggeri a 40 metri d’altezza.

Ogni cabina potrà trasportare 10 persone alla volta e i vetri saranno opachi per non disturbare la privacy degli abitanti delle zone in cui transita la linea. Il bacino servito sarà di circa 20.000 persone e renderà più facile per i pendolari diretti al centro di Parigi l’accesso al sistema della metropolitana, riducendo traffico stradale e inquinamento, e velocizzando anche i collegamenti tra la rete di scuole, università, ospedali e uffici pubblici sparsi nell’area. 

# La data di inaugurazione

 

La funivia è risultata essere la soluzione migliore, in quanto l’area è collinare e divisa in due da diverse autostrade, dalla linea ferroviaria ad alta velocità e dai binari che portano a un grande deposito merci su rotaia, ma anche la più economica con il costo dell’opera calcolato in 132 milioni di euro.

Credits cable-a-telaval.fr – Progetto stazione Émile Zola

La prima proposta è datata 2008, ma l’approvazione dello studio di fattibilità è arrivata solo a fine del 2021. I lavori dovrebbero iniziare entro la fine del 2022 e l’inaugurazione è prevista per il 2025

Fonte: Bloomberg

Continua la lettura con: Progetti di METROPOLITANE abbozzate ma MAI REALIZZATE in altre città italiane

FABIO MARCOMIN

Copyright milanocittastato.it

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Natalia MOLCHANOVA: “la mia Milano farà incontrare il VERDE e la CULTURA”

0
Natalia Molchanova

Natalia Molchanova. Influencer, comunicatrice, imprenditrice russa con il cuore a Milano.
Dalla Russia ha preso la grinta, da Milano lo stile. In questo momento a Milano serve molta più grinta, molta più Russia.

Natalia MOLCHANOVA: “la mia Milano farà incontrare il VERDE e la CULTURA”

Natalia Molchanova

La cosa che ami di più di Milano?

Multietnicità. Contiene tutta Italia dentro. La città più inclusiva d’Italia.

Quella che invece ti piace di meno?

A volte è un po’ snob.

Il tuo locale preferito?

Lacerba” per bere, “Piz” per la pizza, “Convivium” per cene cordiali.

Il tuo passatempo preferito a Milano?

Passeggiare in giro per la città senza meta e scopo.

La canzone su Milano a cui sei più legato/a?

Milano-Immaginazione di Benvegnu

Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

Tutti i laghi.

lago como, milano
lago como, milano

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Crescere

La fermata della metro a cui sei più affezionata (e perché)?

Duomo. Adoro salire i gradini e vedere il Duomo dal basso.

Credits Urbanfile – Dissuasori Duomo

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

Come si trasforma per i vari Fuorisalone

Fuorisalone 2019. Credits: @licialupelli (INSTG)

Il quartiere che ami di più?

Moscova/Brera (per me è un tutt’uno)

Credits: @sardiniamood
Brera

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

Combattere i dogmi in ogni forma

Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?

Non in Italia. Se in Italia non ci fosse Milano probabilmente sarei già andata via.

Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?

– Potenziamento mezzi pubblici
– Più spazi comuni per lavoro, smartworking etc.
– più attività all’aperto, fare incontrare il verde e la cultura.

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Che diventi veramente autonoma e faccia vedere all’Italia cosa sia il vero senso civico.

Natalia Molchanova

Continua la lettura con: Tutti personaggi di #milanomia già pubblicati

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

MILANO CITTÀ STATO

Riproduzione vietata al sito internet che commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

 

FINGER FOOD, il “must” di ogni aperitivo: come si dice in milanese?

0

Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: Tutte le parole tradotte in milanese pubblicate finora

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Progetti di METROPOLITANE abbozzate ma MAI REALIZZATE in altre città italiane

0
Credits Galeazzo Bignami Fb - Metropolitana di Bologna

Negli ultimi decenni ci sono state diverse città italiane che hanno messo a punto studi o ipotizzato la realizzazione di un metropolitana sul loro territorio. Scopriamo quali sono.

Progetti di METROPOLITANE abbozzate ma MAI REALIZZATE in altre città italiane

# Metropolitana di Aosta: poteva essere la più corta al mondo

Credits alessandroromano – Metropolitana Aosta

Circa 10 anni fa era stato presentato uno studio di fattibilità per la realizzazione di una rete metropolitana ad Aosta che sarebbe potuta diventare la metropolitana più corta al Mondo. Lunga 1,2km e sarebbe dovuta essere composta da una linea sola.

Il percorso sull’asse nord-sud della città dall’Ospedale Parini alla Biblioteca regionale alla funivia Aosta – Pila con fermata intermedia nel costruendo polo universitario alla caserma Testafochi, o in Croce di Città. Avrebbe utilizzato un sistema di trasporto a fune sotterraneo con due carrozze per andata e ritorno da 50 posti, a 12 metri di profondità e per un investimento complessivo di 50 milioni di euro.

Leggi anche: Una METROPOLITANA unica al MONDO: è la più alta, la più corta e nel paese più piccolo

# Metropolitana di Bologna: tre linee per 37 km

Credits Galeazzo Bignami Fb – Metropolitana di Bologna

Anche il Comune di Bologna aveva presentato un progetto per la costruzione di una rete metropolitana per un investimento complessivo di 1,8 miliardi di euro. In totale erano state previste 3 linee, per una lunghezza di 37,6 km di cui 25 km in galleria, e 56 fermate. I passaggi dei treni sarebbero stati ogni 75 secondi nelle tratte centrali e ogni 9 minuti in periferia.

La linea blu prevedeva l’interscambio con la Stazione Centrale e con la linea rossa nel centro storico, per poi proseguire verso nord-est. La linea rossa avrebbe attraversato la città da ovest, con una biforcazione a sud verso Casalecchio e nord al casello autostradale, a est fino a San Lazzaro. La linea verde dopo aver incrociato la linea blu si sarebbe diretta verso l’Aeroporto Marconi

# Metropolitana di Firenze: una linea per 15 fermate

Credits architecna.it – Metropolitana di Firenze

Uno studio di fattibilità presentato tra il 2006 e il 2008 ipotizzava la realizzazione di una metropolitana automatica nel Comune di Firenze. Il progetto prevedeva la costruzione di un’unica linea con 15 fermate con un tracciato che avrebbe sottopassato in 3 punti l’Arno e una profondità media delle fermate tra i 18 e i 28 metri, a seconda che il corpo della stazione fosse a singola o doppia canna.

Tra le fermate immaginate quella di via Careggi per l’interscambio con il capolinea del tram, di piazza dell’Unità d’Italia vicina alla stazione dei treni di Santa Maria Novella, di piazza San Marco a servire l’Università e della stazione ferroviaria di Campo di Marte per pendolari e tifosi diretti allo stadio di calcio della Fiorentina.

# Metropolitana di Palermo: una linea lunga 20 km

Credits Comune di Palermo – Metropolitana leggera

Il progetto presentato nel 2014 all’interno del “Piano di trasporto pubblico di massa” del Comune di Palermo ipotizzava tra le opere future una linea metropolitana leggera lunga 20,77 km con attraversamento della città dallo svincolo della via Oreto a Tommaso Natale-Partanna Mondello, con l’ultimo tratto in superficie.

Le fermate sarebbero dovute essere 23, con un treno ogni 90 secondi, la capienza massima di 400 passeggeri e una velocità commerciale di 32 km/h. Tra le stazioni principali quella di interscambio con la Stazione Centrale dei treni, quella del Teatro Massimo e dello stadio “La Favorita”. L’investimento stimato era di 3,5 miliardi di euro

Continua la lettura con: La richiesta dei pendolari: la S12 come una “METROPOLITANA LEGGERA” tra Milano e Lodi

FABIO MARCOMIN

Copyright milanocittastato.it

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Gli EDIFICI A FORMA DI ALBERO: saranno il futuro anche per Milano?

0
Bebin National Assemply - Credits: @kerearchitecture IG

Nel mondo ci sono molti edifici o spazi pubblici che si ispirano alle forme naturali, celebrando la filosofia della Natura, l’Architetto universalmente migliore che abbiamo a disposizione.
In un ideale viaggio intorno al globo, vediamo quali sono e dove si trovano le strutture concettualmente più affini al territorio che le ospita, o come si chiamano i loro ispirati progettisti. Alcune molto recenti, altri in attesa di inaugurazione, a forma di albero o di foresta.
Qualsiasi sia l’applicazione prevista per l’edificio, le archistar hanno portato negli spazi urbani la natura, seguendone geometrie frattali e strutture a forma di albero: in una parola, la biomimetica. La città del Bosco Verticale potrà trovare ispirazione da questi progetti connessi con la Natura?

Gli EDIFICI A FORMA DI ALBERO: saranno il futuro anche per Milano?

# L’albero di Diébédo Francis Kéré, infinita ispirazione

Tippet Rise Montana – Credits: @kerearchitecture IG

Alberi e foreste sono al centro dell’ispirazione di Diébédo Francis Kéré, archistar del Burkina Faso.
La sua pagina Instagram è lì a testimoniare questo legame: l’albero come punto di incontro della comunità africana, come centro per la conversazione, il mercato o la semplice sosta all’ombra.
Tutte le caratteristiche che sono state ricreate con il Serpentine Pavillion, una struttura realizzata con il core in acciaio, ricoperta da un tetto con doghe in legno e copertura in pelle trasparente, la quale filtra luce ma offre riparo dalla pioggia, portando in città l’albero della savana africana.
Spettacolari le realizzazioni di Franci Kéré per il festival di Coachella (California), il Tippet Rise del Montana (U.S.A.) e – soprattutto – l’edificio per l’Assemblea Nazionale del Benin, maestosa foresta biomimetica che riproduce una selva di alberi di palude, il cui completamento è previsto per il 2023.

Leggi anche: Le 7 CASE sull’ALBERO più belle d’ITALIA

# La Concert Hall di Budapest, Sou Fujimoto

Concert Hall Budapest Credits @reuters

Non solo alberi illuminano il l’opera quotidiana dell’architetto giapponese Sou Fujimoto, ma certamente foreste o giardini zen sono grande fonte di ispirazione per lui.
Recentemente chiamato a disegnare la Concert Hall individuata all’interno del parco cittadino di Budapest, Fujimoto si è guardato intorno e l’ha progettata mimetizzandola nella foresta secolare dalla quale è circondata.
Una serie di pali verticali in acciaio riproducono i fusti degli alberi che sostengono un tetto sporgente, nella parte inferiore ricoperto da “foglie” metalliche che conferiscono alla struttura un effetto “digital. Questa texture dell’ingresso continua anche negli interni ed assicura continuità tra gli spazi, quando si passa dall’esterno alle due sale da concerto interne.
La struttura all’aperto, oltre ad essere il biglietto da visita delle nuove sale, è anche uno spazio fruibile all’aperto, per godere della musica in modalità open air.

Leggi anche: La TORRE ETEREA: il GRATTACIELO che sembra una CASCATA GHIACCIATA

# Geometrie frattali di Calatrava a Toronto

Allen Lambert Gallery Toronto – Credits: @gchiodo IG

Santiago Calatrava si è ispirato molto alle geometrie frattali. Il progetto della Allen Lambert Gallery di Toronto è l’omaggio ad un viale di campagna canadese costeggiato da filari di acero, simulato con una struttura completamente in acciaio e chiusa molto in alto da vetrate trasparenti.
La foresta metallica bianca accompagna gli spazi coperti rispettando i criteri che la città di Toronto ha dettato per le opere urbanistiche e artistiche, con le fronde riprodotte in alto e colpite dalla luce filtrata dalle vetrate che proiettano all’interno giochi di luce, il cui scopo è quello di ricreare l’ombra offerta dalle chiome.
Calatrava ha utilizzato questa tecnica anche in seguito, nella realizzazione della Gare Do Oriente a Lisbona influenzata dal gotico e ridimensionata in scala di altezza, esperienza che ha infine portato perfino in Italia.

Leggi anche: I 3 PONTI di CALATRAVA: una MERAVIGLIA dell’architettura in un luogo inaspettato

# La Foresta della Biblioteca della Conoscenza, Pechino by Snøhetta & ECADI

Forest of Knowledge Beijing – Credits: ArchDaily

Apertura e inclusione, oltre alla foresta di Gingko cinese, sono alla base del progetto di Snøhetta & ECADI per la realizzazione della Foresta della Conoscenza a Pechino, una biblioteca che perpetua la grande cultura cinese in campo scientifico, umano e culturale. I concetti sono enfatizzati architettonicamente dalla tettoia di alberi posizionati ad incastro, la cui sostenibilità è garantita dai pannelli solari di cui sono dotati, a cui è anche deputato il compito di simulare le “foglie”.
I tronchi degli alberi fungono da cavedio, ospitando i sistemi tecnici necessari al cablaggio della biblioteca.
La Foresta della Conoscenza ha un pavimento di legno che riproduce, grazie ai gradini, i dislivelli tipici della boscaglia e le pareti verticali sono realizzate con ampie vetrate, che garantiscono all’interno la luminosità, mentre rendono visibile dall’esterno i locali. La costruzione, iniziata nel 2018, quando Snøhetta & ECADI si sono aggiudicati la call, vedrà l’inaugurazione nel 2022.

Leggi anche: The STAR: il GRATTACIELO a forma di SFERA che sarà avvolto da una FUNICOLARE

# Gli Alberi di Seta a Teheran per l’inclusione di utenti sordi, un progetto di Ashrafi e Zad

Silk Tree Park Teheran – Credits: @landscape.first IG

Un parco pubblico pensato appositamente per utenti sordi o ipoudenti, ma non solo, progettato dagli architetti Raha Ashrafi e Marziah Zad, si trova a Teheran.
Il parco è posizionato accanto ad un centro sportivo per audio lesi, include sedute circolari distanziate tra loro di circa 2,80 m, spazio ideale per facilitare il dialogo visivo tra i non udenti. La disposizione circolare incoraggia l’interazione anche tra estranei e la protezione dal sole è delegata ad un incastro tra elementi naturali e ombrelloni ricurvi artificiali, in un perfetto mix urbano.
Ogni angolo di interazione tra non udenti è circondato da vegetazione, che protegge utenti con poca o nessuna capacità di captare un “pericolo” improvviso. Il parco è progettato per essere utilizzato da persone con ogni tipo di abilità e, inoltre, si trova tutto in piano, per accogliere visitatori con limiti di movimento.

Leggi anche: SCALO LAMBRATE diventerà un MAXI-PARCO con case accessibili: i pro e i contro del progetto

# La foresta verticale di Singapore che produce energia

Gadens by the Bay Singapore Credits: @knm_dec04 IG

Un meraviglioso progetto di Grant Associates, Atelier One e Atelier Ten a Singapore, prevede l’installazione di 18 strutture a forma di alberi molto alti, che si stagliano al Gardens by the Bay e sono in grado, grazie a movimenti meccanici, di generare energia tramite il solare, raccogliere le acque piovane e creare ricircolo dell’aria per ventilare le serre.
Lo spettacolo è amplificato nelle ore notturne, con l’illuminazione artificiale super colorata delle strutture, che attraggono molti turisti anche by night.
Gli alti alberi del Gardens by the Bay di Singapore ospitano 220.000 tipi di piante, dando vita al suggestivo giardino botanico e ad una immensa biodiversità locale. I visitatori sono coinvolti “a tutti i livelli” dato che il giardino si può visitare a quota strada ma anche in alto, grazie alla bellissima e panoramica piattaforma sospesa tra le strutture, lunga 128 metri.

Leggi anche: Home Farm: da Singapore un’idea per rendere attivi i nonni di Milano

# Il terminal dei bus in Croazia costruito senza distruggere la vegetazione preesistente

Slavonki Brod Terminal – Credits: ArchDaily

Appena completato da SANGRAD+AVP, il Bus Terminal Slavonki Brod ha un aspetto decisamente meno accattivante rispetto a quelli visti finora, ma ha il pregio di essere stato costruito intorno alla flora preesistente.
Biomimetizzato in parte grazie alla copertura a baldacchino, che divide l’impianto in tre volumi principali, ma adattato agli alberi presenti, grazie alle aperture superiori che permetteranno alla vegetazione presente la crescita in altezza senza limiti, esclusi quelli dedicati alla loro manutenzione.
In tutto il progetto del terminal la trasparenza gioca un ruolo fondamentale, garantita dall’assenza assoluta di pareti verticali, volutamente ricercata sia per motivi si illuminazione e sostenibilità, sia per permettere visione e controllo, per prevenire comportamenti antisociali.

Continua la lettura con: 7 VIAGGI IMPERDIBILI da fare NEL MONDO almeno una volta nella vita

LAURA LIONTI

copyright milanocittastato.it

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

“RUBA RAPINA fai quello che vuoi questo è il PAESE dei BALOCCHI”

1
Credits: sicurauto.it muri imbrattati

“Ruba rapina fai quello che vuoi questo è il paese dei balocchi”. Così recitava una scritta in lingua rumena che faceva bella mostra di sé su di un muro di Milano alcuni fa. Non si scoprì mai se fosse stata scritta per “scherzo” o come chiaro invito a delinquere in una terra estremamente tollerante nei confronti dei delinquenti.

“RUBA RAPINA fai quello che vuoi questo è il PAESE dei BALOCCHI”

In Romania la polizia, non solo non è molto morbida nell’affrontare la criminalità “minore”, ma è anche solita controllare in maniera estremamente capillare il territorio. E la legge, nella terra del conte Vlad, non concede molte possibilità di riduzioni di pena o di permessi dalle loro notoriamente poco accoglienti carceri.

# A casa loro la delinquenza non è ammessa

Credits bisericidinromania IG – Curtea Veche

Questo avviene più o meno in tutti i paesi dell’Est o ex socialisti, tant’è che la stragrande parte delle case, non solo non è dotata di inferriate alle finestre, ma nemmeno di tapparelle, e nessuno solitamente si permette di entrarti in casa senza invito.

Chi scrive può testimoniare personalmente di quanto scritto avendo soggiornato diverse volte in case private in Lituania, Polonia, Romania, Bulgaria, Repubblica Ceca…e, davanti ai dubbi per la mancanza di dispositivi di sicurezza, veniva sempre tranquillizzato.

# Il paradiso dei delinquenti di importazione

Più o meno lo stesso discorso si potrebbe fare con i paesi del Nord Africa, durante una intercettazione telefonica, si è registrata l’esternazione di uno scafista che tranquillizzava un complice dicendogli: “non ti preoccupare non ti faranno nulla se ti beccano, questo è un paese di handicappati…”. In fondo, dal loro punto di vista, come dargli torto?

L’Italia è un paese estremamente permissivo e lassista. Un paese dove una borseggiatrice seriale non sconta neanche un giorno di carcere dei tanti che le sono stati comminati poiché, vista la numerosa prole, nonché il permanente stato di gravidanza, le attenuanti e gli sconti si moltiplicano. Risultato: continua a borseggiare impunemente.

# Uno Stato drammatico

violenza

Un paese dove una errata visione di integrazione porta solo ad emarginazione e squilibri. Un drammatico fenomeno già visto in altri paesi. Si vanno ad aggiungere: immigrazione incontrollata regolare, disparità economiche, piani urbanistici concepiti apposta per creare dei ghetti, scolarizzazione carente, modelli culturali negativi, situazione carceraria esplosiva e ultimamente il disagio provocato da due anni di “lock down” applicati in maniera schizofrenica.

Non vogliamo fare i giustizialisti, non sia mai! Tolleranza, rieducazione per chi sbaglia e integrazione sono valori fondanti della nostra società, libertà e diritti sono imprescindibili, ma qui siamo andati ben oltre.

# Chi non paga, non sbaglia

La totale impunità per chi non paga l’affitto che, nonostante una procedura di sfratto avviata da anni, continua ad occupare abusivamente case, cumulando debiti per spese non pagate che dovrà poi sobbarcarsi il legittimo proprietario, è indegna di un paese civile. Forse ancora più indegno avere la certezza che il reo non solo non risarcirà mai nulla di quanto dovuto, ma non si farà nemmeno un giorno di carcere. Le vittime di questi abusi sono poi in grandissima parte persone che, con enorme fatica, si sono acquistati una casa attraverso impegnativi ed estenuanti mutui.

# Milano non è da meno

Credits: milano.corriere.it
polizia milano

Milano e la Lombardia (quest’ultima governata dal centro destra, a parole molto impegnato a combattere i fenomeni di microcriminalità, nei fatti un po’ meno) certo non fanno eccezione quando si tratta di delinquenza. Basta farsi un giro sui treni serali e notturni dove il capotreno non si vede circolare tra le carrozze perché chiuso in cabina assieme al macchinista. Come dargli torto?

Bande di ragazzini arroganti e violenti, tossici, alcolizzati, clandestini, senza tetto che bivaccano, fumano, gridano, bevono…guai a redarguire o sanzionare, figuriamoci chiedere il biglietto! Il biglietto lo devono pagare sempre i soliti, gli stessi che devono poi subirsi pure gli aumenti. Vogliamo negare che sia così? Benissimo, fatevi un giro su qualche treno in certi orari, poi ci racconterete.

# Le risse in Duomo e una giunta poco attiva nella sicurezza

Credits: ilrestodelcarlino.it
Risse in Duomo

Come ignorare poi le mega risse tra giovanissimi che ultimamente, purtroppo, non sono sicuramente una rarità. Il problema non riguarda certo solo le periferie oramai sempre più simili a Banlieue parigine. Quanto accaduto in Duomo durante i festeggiamenti di Capodanno lascia sbigottiti: due ragazzine aggredite fino ad essere spogliate, con le forze dell’ordine “distratte” non essendo abituate a questo tipo di reato. Immaginarsi una cosa simile a Varsavia o Vilnius ci pare difficile, si sarebbe sentito rumore di manganelli fino da noi…Non stupiamoci se poi reati minori, come imbrattare muri, saltare regolarmente i tornelli per non pagare il biglietto, devastare treni (lo possiamo considerare reato minore?), possano mai avere delle conseguenze serie oltre ad una eventuale multa o lavoro socialmente utile.

D’ altronde la giunta attuale, supportata da una certa sinistra, è molto attiva a promuovere la cultura LGBT e i gay pride fino ad organizzare fiaccolate per testimoniare contro la bocciatura del Ddl Zan, meno quando si tratta di far rispettare le regole. Si emettono divieti di utilizzare petardi ma non se ne vieta la vendita permettendo poi di farli esplodere impunemente in mezzo alla gente. In tutto questo però notiamo un zelo teutonico nel controllare il green pass e l’utilizzo delle mascherine all’aperto. Questi sì, sono ormai considerati tra i più gravi reati.

# …il problema sono sempre i No Vax

Non importa invece se un transessuale sudamericano arrivato clandestinamente in Italia e tuttora irregolare sul territorio italiano, si dedichi con passione alla prostituzione di strada e nonostante i suoi precedenti per rissa, resistenza, spaccio e le svariate malattie dei quali porta il virus come HIV, epatite, sifilide, non possa essere rispedit* a casa perché la nostra legge lo/a tutela. L’importante per forze dell’ordine, governanti e organi di informazione è che abbia il green pass e sebbene costi un patrimonio per il nostro sistema sanitario a causa delle sue svariate patologie… il problema sono sempre e solo i no vax.

Continua la lettura con: Per una Milano senza violenze: le proposte di otto donne

ANDREA URBANO

Riproduzione vietata al sito internet che commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Andrea BULLO: “la mia Milano ETERNAMENTE IN BILICO”

0

Andrea Bullo. Lo spirito di Andrea Pinketts reincarnato in un avvocato milanese Doc. Un talento pazzesco nella scrittura con uno stile che ti incolla. In attesa del grande salto nella narrativa ci fornisce il suo punto di vista fuori dagli schemi su Milano.

Andrea BULLO: “la mia Milano ETERNAMENTE IN BILICO”

Andrea Bullo

La cosa che ami di più di Milano?

Questa faccenda di essere eternamente in bilico tra la memoria e il futuro, tra il dialetto e l’inglese, tra i Navigli e l’Atlantico, tra la polenta (che non si trova più) e il sushi (che ha anche un po’ rotto le balle).
Una fune sottilissima tra un sereno rimpianto e un’accanita determinazione ad andare avanti.
 

Quella che invece ti piace di meno?

Il clima. Ce ne sarebbero tante altre, s’intende: i palazzoni dei geomostri degli anni ’60, per dirne una. Ma il clima è veramente insopportabile, a maggior ragione oggi che non c’è neanche più la nebbia che almeno, d’inverno, ti nascondeva alla vista quei cessi immondi.
 

 Il tuo locale preferito?

I miei locali preferiti uno ad uno hanno chiuso, se ci penso mi sento vecchio. Sicché, ovunque facciano un Long Island capace di tagliarti le gambe senza che te ne accorga: ecco, quello è il mio locale preferito.

 Il tuo passatempo preferito a Milano?

Forse sarà poco milanese, lo ammetto, ma il mio passatempo preferito a Milano è non fare assolutamente un cazzo di niente, ecco. Proprio immobile, bradipico, letargico a fissare il vuoto.
In sintesi: sbatter via del tempo, cosa che a Milano è un lusso assoluto.
 

 La canzone su Milano a cui sei più legato/a?

Nostalgia de Milan del Rabagliati. Nessun dubbio. Mio nonno l’amava, me lo ricorda moltissimo. Con una carissima amica mi sono trovato a suonarla, lei alla fisarmonica ed io alla chitarra, nel patio di casa sua a Seattle. Piangevo come un vitello.

 

 Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?

L’Adda, a Imbersago, dove c’è il traghetto a fune. Una volta ho visto un cigno decollare dal fiume, nel silenzio, circondato dagli alberi. Uno spettacolo indimenticabile.
 
traghetto di leonardo da vinci

La cosa più bella che ti è capitata a Milano?

Nascerci e crescerci e aver avuto delle opportunità che altrove mi sarei sognato, probabilmente.
C’è un episodio, però, che non saprei collocare esattamente nel tempo. Per lavoro vado molto spesso a Roma e per tanto tempo, tornando a Milano dopo tanta magnificenza, avevo l’impressione di essere tornato in provincia. Finché una volta, non saprei dire quando, era primavera, mi sono sorpreso a stupirmi di quanto Milano fosse bella anche lei. Era primavera, mi sembra. Il cielo era azzurro, le ragazze vestite leggere, qualche cabriolet in giro… è stata una rivelazione. Da allora, vado a Roma malvolentieri…
 

 La fermata della metro a cui sei più affezionato (e perché)?

Cimiano, perché la metro esce all’aperto. Mi rendo conto che è una cosa un po’ idiota, ma da bambino mi emozionava e adesso che ho cinquant’anni non smette di piacermi.

 

La cosa più curiosa che hai visto a Milano?

Premetto che io passo un sacco di tempo chiuso in studio e mi muovo sempre in moto. La verità è che Milano me la godo poco, e penso che sia comune a chi a Milano c’è nato. Chi viene da fuori ha la fortuna di trovarsi davanti un mondo nuovo e penso che si goda la città molto di più, soprattutto se è giovane e vive scomodo, in condivisione: a quel punto hai molte più possibilità di incappare in cose curiose. M’incuriosiscono le persone, quello si: una volta, sul tram, una signora anziana ha condiviso il posto col ragazzino di colore che gliel’aveva ceduto; ecco, magari non sarà una cosa “curiosa”, ma molto, molto milanese, quello si.

Il quartiere che ami di più?

Porta Genova. Penso che sia uno dei quartieri che, pur essendo ormai in centro, abbia conservato intatto lo spirito della Milano di una volta.

 

Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?

Tre cose.
Primo, c’è un botto di gente che si sente esclusa. Esclusa da tutto. Vuoi perché rifiuta il cambiamento, vuoi perché non riesce a rimanere al passo: a queste persone bisogna pensare di più, bisogna tirarle in mezzo. Bisogna che le periferie recuperino un’identità chiara e non siano soltanto dei dormitori o dei posti per speculazioni urbanistiche. Altrimenti questo malessere finirà per contagiare tutti.
Secondo, riqualificazione urbanistica: è una roba che si sta facendo urgente. Ci sono zone a Milano, che ormai non si possono nemmeno più chiamare periferia, che i geomostri degli anni ’60 hanno deturpato in modo osceno. Bisogna metterci mano, ripensare interi quartieri, dare dignità al bisogno.
Terzo: la Circle Line. E’ praticamente già lì. Chiudiamo l’intesa con FS e facciamo ’sta cosa, è ridicolo che si spenda un botto di quattrini per allargare le tangenziali quando la soluzione è a portata di mano.
 

Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?

Diciamoci anzitutto che, a centosessant’anni dall’unità d’Italia e a cento e passa anni dalla fine della prima guerra mondiale, alcune “autonomie locali” mi sembrano un tantino anacronistiche. E però, per le stesse ragioni per cui allora c’erano le condizioni perché certi posti godessero di certe autonomie, sono dell’avviso che oggi ci siano le condizioni perché Milano ne abbia di uguali, se non di maggiori. Milano è l’unica città italiana ad avere una proiezione internazionale che non sia dovuta al turismo (semmai il contrario). É obiettivamente impensabile che, nelle sedi istituzionali, debba avere lo stesso peso di qualunque altro Comune. Quanto alla Città Metropolitana, è rimasta una faccenda sulla carta, benché ci siano tutte le condizioni territoriali per una espansione vera e propria sul modello della “Greater London”; magari si potrebbe, anzi si dovrebbe, partire proprio da qui.
 

Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?

Per vivere e lavorare, San Francisco. Quando vedo passare il tram F con lo stemma del Comune mi sale sempre l’orgoglio.
Per ciabattare da pensionato, Lisbona. Grandiosa e sciatta al punto giusto.
Credits: vnews24.it

Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?

Recupererei tutta la zona dell’ippodromo, del Lido, le scuderie Montel. E’ bellissima e trascurata.

Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?

Mi piacerebbe che Milano s’affrancasse del tutto dalla pessima reputazione (parzialmente immeritata, va ammesso) che l’Italia sconta presso i grandi investitori internazionali. Che potesse lasciarsi alle spalle quell’attitudine, molto italiana ma poco milanese, alla polemica fine a se stessa e che potesse diventare ancora più attrattiva, come Monaco di Baviera, che negli ultimi anni ha conosciuto un vero e proprio boom di afflussi da tutta Europa nonostante l’ostacolo della lingua.
Però lo devo ammettere: questa città non è la stessa in cui sono nato ed in cui sono cresciuto. Quella me la porto nel cuore, ma non la rimpiango: il Duomo di quand’ero bambino era nero, quello dei film di Celentano e Pozzetto con cui ho riso tanto. Ora è bianco e lucente, io non sono più un bambino, e grazie a dio le cose cambiano. E finché cambiano, va bene.
 
Andrea Bullo

 

Continua la lettura con: Tutti personaggi di #milanomia già pubblicati

Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano

MILANO CITTÀ STATO

Riproduzione vietata al sito internet che commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

 

A Milano il CASH è di casa: ma come si dice in milanese?

0

Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: Tutte le parole tradotte in milanese pubblicate finora

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

JAKARTA: il destino inesorabile della capitale che verrà detronizzata

0
Credits katon765-pixabay - Jakarta

Adesso è ufficiale. Se ne era cominciato a parlare nel 2019, quando il governo indonesiano annunciò per la prima volta l’intenzione di spostare la capitale dello statoOra è stato votato dal parlamento: nell’isola del Borneo, divisa tra Indonesia, Malesia e Brunei, si costruirà la nuova città di Numasantara. Nella lingua locale il nome della futura capitale significa ‘arcipelago’, a voler rappresentare in maniera iconica questo stato sterminato composto di 2500 isole abitate e 15000 disabitate.

Prima di iniziare i lavori, però, il governo vuole completare il piano vaccinale. Insomma, prima del 2024 (quantomeno) questa nuova città ideale non vedrà la luce. To be continued.

JAKARTA: il destino inesorabile della capitale che verrà detronizzata

# Perché viene traslocata la capitale indonesiana?

Credits tresiahoban3-pixabay – Giacarta

Ma cosa spinge un paese a investire un numero sterminato di risorse per far traslocare i ministeri e tutti i vari elefanti della burocrazia statale in un’altra isola a migliaia di chilometri di distanza?

Il motivo ufficiale è che Jakarta (in lingua locale) affonda a una media di circa 7,5 centimetri all’anno per colpa della subsidenza (movimento della piattaforma continentale, che tende ad abbassarsi sotto il peso dei sedimenti accumulati sopra) e innalzamento dei mari. E se il global warming è un problema mondiale, il sovraffollamento della capitale situata nell’isola di Giava è una questione tutta locale: 10 milioni di abitanti, un inquinamento ambientale e un traffico automobilistico da primi posti del ranking mondiale.

Ambientalmente parlando, però, il trasferimento di capitale porterà nuovi problemi: la deforestazione delle aree tropicali del Borneo, a mettere in pericolo la biodiversità. Avranno valutato bene i pro e i contro di una mossa del genere? Pare di sì, e che la diga in costruzione per salvare Giacarta non sarà sufficiente nel lungo periodo: la città potrebbe avere seri problemi di sopravvivenza per il 2050.

# J-Town, la città che affonda

Credits iqbalnuril-pixabay – Giacarta

Se il cambio di capitale non è usanza nuova nel sudest asiatico (pensiamo ai relativamente recenti casi di Putrajaya, Malesia e Naypyidaw, Myanmar), in questo caso è la prima volta che si opera una tale scelta in condizioni di minaccia per la capitale presente. Eppure al momento ben il 96% della popolazione locale si è espressa contro il trasferimento di poteri, evidente nei cittadini di Giacarta la consapevolezza della ricchezza indotta che genera la presenza di tanti uffici governativi. E la città, tanto bistrattata dai suoi stessi abitanti da essere nominata the Big Durian, con riferimento al famoso frutto nazionale verde maleodorante, in realtà, pur non potendo rivaleggiare con altre metropoli della zona come Bangkok o Singapore, vale sicuramente una visita, magari all’inizio di un tour che vi porterà poi a visitare le meraviglie di tutto il paese. Partiamo, allora, prima che il livello del mare la sommerga.

# Il fascino irresistibile dell’agglomerato

Credits liveriandono IG – Viale alberato Giacarta

Se vi piacciono i grandi centri urbani, anche qui il vostro cuore batterà forte. Cominciamo col dire che la prima impressione sulla città, scontando i suoi limiti negativi che ci sono già noti, è più che positiva. Ci colpisce l’alberatura sistematica delle strade, sempre disordinata, affascinante, con qualche anno alle spalle, a dare alla città un significato profondo di giungla urbana. Anche il livello medio dei servizi è superiore alle nostre aspettative addormentate in un’Italia stagnante, basti pensare alla risorsa del TransJakarta, il più grande sistema di Bus Rapid Transit (BRT) del mondo, con gli autobus che hanno corsie dedicate al centro dei lunghi viali di scorrimento. I numerosissimi grattacieli, alcuni datati, altri ancora in costruzione, danno anche a Giacarta il fascino notturno delle città contemporanee. Certo, la città è sterminata e per muoversi da una parte all’altra in taxi ci vuole immancabilmente almeno un’ora, negli ingorghi permanenti e anche un po’ rassegnati davanti ai warung, i negozietti di cibo di strada.

# Cercando la vecchia Batavia

Credits Elvan Putra-unsplash – Fatahillah Square

Il vecchio centro coloniale olandese dell’ex capitale delle Indie Orientali Olandesi (Batavia) non può più considerarsi il fulcro della città, dato che la città ha spostato le sue attività principali a sud, ma rimane la zona più antica e più piacevole da percorrere passeggiando. Oggi si chiama Kota Tua e si sviluppa intorno a Fatahillah Square, una vivace piazza in cui si svolgono regolarmente spettacoli di danza tradizionali. Qui troverete, oltre al Jakarta History Museum ospitato in un edificio di epoca olandese con dipinti e oggetti d’antiquariato e al Wayang Museum che espone marionette giavanesi in legno, anche tutte le ragazze locali, la maggior parte velate, che si fanno l’immancabile selfie con i pupazzi di Doraemon o di Masha&Orso venuti a catturare l’attenzione dei più piccoli.

Nelle vicinanze (andateci con un economico tuk-tuk oppure noleggiando le coloratissime biciclette dotate di cappelli protettivi), golette e pescherecci solcano il vecchio porto di Sunda Kelapa, dove in mezzo alle bianche imbarcazioni decorate con motivi colorati tradizionali del folclore locale, potrete osservare in diretta le attività di carico e scarico merci, mentre nei vicini ex-magazzini, dalle tipiche finestre in legno dei Paesi Bassi, potrete tornare indietro nel tempo visitando le collezioni del Museo Marittimo.

# Quando le pellicole ispirano

Credits Lorenzo Zucchi

Cosa ci racconta, cosa ci dice a prima vista questa Indonesia? La società è in bilico, sicuramente, tra una frangia di islamisti oltranzisti e una buona fetta di popolazione (per lo più giovane) che vuole vivere secondo i dettami dell’occidente. Uno spaccato ben reso anche dalla cinematografia locale, che ha regalato delle perle: ad esempio la saga delle due pellicole The Raid, horror di ottima fattura, di cui il secondo girato nell’iconico centro commerciale del Plaza Indonesia, nel benestante quartiere di Menteng. Qui aveva sede pure l’associazione culturale della finzione del più recente film di Netflix Photocopier, che ben rende il livello di corruzione nel paese (non è una sorpresa, nemmeno per noi italiani, e non deve essere ovviamente un limite ai viaggi, per non dover andare sempre in Svizzera o in Scandinavia). In generale la popolazione è un mix talmente estremo che il paese mantiene una certa tolleranza di fondo per tutte le minoranze, con una lingua collante senza grammatica che ha diversi prestiti anche dalle lingue romanze.

# La Giacarta da non perdere

Credits Lorenzo Zucchi – Monumen Nasional

Abbiamo tenuto per ultimi i monumenti comandati, ma sappiamo bene che nessuna visita, nemmeno quella più alternativa, ne può fare a meno. Al centro di tutto, c’è il MoNas (abbreviazione di Monumen Nasional), il monumento più emblematico della città da quando è stata eretto nel 1961 per ricordare coloro che hanno combattuto contro l’Olanda per l’indipendenza del Paese. Percorrendo la vasta, squadrata Merdeka Square, annoterete prima il Palazzo presidenziale, dove risiede al momento Widodo, in carica dal 2014. Poi potrete visitare gli interni del Museo Nazionale Indonesiano, che spicca già per la bellezza dell’edificio, in un bianco pulito e con una bella fontana raffigurante un elefante.

Fronte a fronte, in una contrapposizione pacifica di idee diverse e rispettate, a pochi metri dalla piazza dell’indipendenza, troverete i due edifici religiosi più importanti di Giacarta: la Cattedrale neogotica di Nostra Signora Assunta (1901) e la famosa Moschea Istiqlal (1978), la terza moschea sunnita più grande del mondo. Va bene, adesso andatevi a mangiare dei frutti di mare, prima che l’oceano diventi padrone di tutto. Non so se avete visto Don’t Look Up, ma probabilmente è proprio l’ora per bere come se non ci fosse un domani, nei locali turistici dei cocktail senza pretese di Jalan Jaksa, brindando al domani di questa città straordinaria.

 

Continua la lettura con: 10 città MERAVIGLIOSE ma SOTTOVALUTATE nel mondo

LORENZO ZUCCHI

Copyright milanocittastato.it

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Ci vediamo ASAP, rispondimi ASAP, tutto è sempre più ASAP: ma come si dice in MILANESE?

0

Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: Tutte le parole tradotte in milanese pubblicate finora

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Sarà un altro vedere

0
Ph. Bessi (pixabay)

Il sistema è una materializzazione dell’Io irrisolto.
Se vivessimo in un mondo di esseri illuminati nella loro coscienza non avremmo nulla di quello che vediamo. Gli stati, le città, la cultura, i prodotti non sarebbero in questo modo.
Il mondo che vediamo è una somatizzazione dell’io fittizio che l’umanità ha vissuto negli ultimi secoli.

Stiamo assistendo alla morte dell’io fittizio. Chi non ha la capacità di affrontare questa morte simbolica che avverte dentro sé stesso e che vede al di fuori, si aggrappa a memorie e a macerie prive di vita. Chi, invece, si rende conto di questo processo cerca strumenti che lo appoggino in questa radicale messa in discussione del sé.

Non ha senso opporsi in senso sociale o politico a ciò che vediamo contraddire ogni valore umano autentico. L’opposizione fa parte dello stessa campo di gioco della posizione a cui si oppone. Anzi, opponendosi costituisce un rinforzo a chi occupa la posizione dominante.

La chiave è accettare il processo, capire l’ineluttabilità, rinunciare a una opposizione sterile a qualcosa che ha già un destino inesorabile. Il punto non è come è fatto il mondo, ma è capire come uscire da questo condizionamento senza farci travolgere.

Si devono creare strutture autonome, indipendenti dal sistema, coltivare, allevare, lavorare con la natura per entrare in sintonia con il suo ritmo.
In un momento come questo in cui la trasformazione è prima di tutto informazione, dentro a questo contatto con la natura inizi ad avvertire questa nuova informazione, questa frequenza, scarichi la nuova informazione che è viva all’interno del pianeta.

Perché l’errore si è sedimentato nella società umana, non nella natura.
Rendendoti autonomo da quello che chiamiamo mondo, che in è un mega riflesso della massa degli Io fittizi, puoi avere la possibilità di utilizzare dei percorsi che ti permettano di rompere i confini del tuo Io.  

A quel punto nascerebbe quella forza, quell’intensità, quel magnetismo spirituale, che darà la capacità di percorrere strade nuove da condividere con gli altri. Ma l’ampliamento di questa esperienza sarà possibile solo dopo che le dimensioni più grandi avranno fatto il loro corso.

Un processo che non si può immaginare ma solo assecondare.
Come un seme che prima deve radicarsi e solo dopo si trasforma in un processo di azione via via più visibile che prende la forma di una pianta. Ora bisogna occuparsi di ottenere, di intercettare quella forza, invece che pensare a come usarla.

Perché bisogna accogliere, non razionalizzare. Bisogna sottomettersi al processo, non dominarlo o programmarlo. E orientarsi a una rigenerazione spirituale prima ancora che materiale.
A quel punto la coscienza scaricherà solo l’informazione prioritaria, mentre la razionalità servirà per formalizzare.

Ogni tentativo che vada in contrasto a questi enormi cambiamenti sarà reso inefficace dal cambiamento stesso.
Hai un modo interno con la capacità di creare tutte le condizioni, per cui il tutto verrà a te.

Continua la lettura con: Cavalcare il male

LA FENICE

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato

 

7 VIAGGI ALTERNATIVI fuori dai RADAR del turismo di massa

0
Herbert Bieser (Pixabay)

Nel mondo ci sono una moltitudine di posti e paesaggi mozzafiato non ancora contaminati dal turismo di massa e, proprio per questo, meravigliosi. Quasi ci dispiace, oggi, dovervi suggerire queste nuove mete alternative di viaggio rispetto alle solite città d’arte (belle, ma quante volte ci siamo stati?) quelle spiagge, o quelle montagne dove abbiamo passato le nostre vacanze.

Oggi usciamo dai radar e andiamo a scovare dei luoghi, sia in Italia che nel mondo, che meriterebbero molta, ma molta più attenzione di quanta non ne abbiano avuta finora. Anche se purtroppo, come vedrete, non tutte le mete sono attualmente accessibili per svariati motivi, speriamo che lo siano o tornino a esserlo presto. Confidando poi che quest’ultima variante della pandemia vada presto in pensione, e con essa le ultime restrizioni, per poter finalmente tornare a viaggiare dove e quando vogliamo.

Intanto, io ve le racconto. Mettetevi comodi.

7 VIAGGI ALTERNATIVI fuori dai RADAR del turismo di massa

# Mongolia, un eden incontaminato

Herbert Bieser (Pixabay)

I mongoli sono un popolo pacato e ospitale, e alcune zone di questo paese sono talmente remote che potreste guidare per un intero giorno senza incontrare segni di presenza umana. Ed è proprio l’unicità di questo eden incontaminato ad affascinare molte persone. Anche i residenti di Ulaanbaatar cominciano a esplorare il resto della nazione e il campeggio si diffonde tra gli abitanti urbani. Le aree protette coprono quasi un quinto della nazione e il governo sta cercando di estenderle ulteriormente. La cultura nomade della Mongolia è rinomata: si può dormire in una gher di pastori (yurta in feltro tradizionale), aiutare a radunare le pecore, montare i cavalli, vivere un vero e proprio ‘ritorno alla natura’, reso ancora più intenso dall’eredità di Gengis Khan e dal risorgente orgoglio nazionale.

# I territori dei Nativi americani: saper andare oltre gli stereotipi

Per conoscere un’America diversa lontana dagli stereotipi bisogna assolutamente visitare i territori indipendenti dei nativi americani. Sul territorio statunitense rimangono oggi circa trecento riserve federali che coprono una superficie di più di cinquantadue milioni d’ettari, con una concentrazione a ovest del fiume Mississippi.

Di queste, solo dodici sono affidate direttamente alle tribù indiane e le più grandi sono rispettivamente quelle dei Navajo e degli Hopi, conosciute soprattutto per gli immensi paesaggi tipici del Far West come i profondi canyon e la Monument Valley. Sono dei luoghi davvero incredibili, dove ciò che resta dei veri abitanti del Nord America vive all’insegna del rispetto e dell’onore, gli stessi valori che i nativi americani mostrano (e pretendono) dai turisti.

# Alaska, una bellezza che fa paura

Ph. Noel_Bauza (pixabay)

Il suo mito è stato reso celebre dal capolavoro di Sean Pean (Into The Wild) che narra la vera storia dell’esploratore Christopher McCandless, partito per un viaggio all’avventura rifiutando le comodità e l’ipocrisia delle società moderne e trovando poi la morte nel Magic Bus. Che per la cronaca, è esistito davvero ma è stato rimosso dal governatore dell’Alaska perché molti emuli del celebre esploratore ne erano andati in cerca con inevitabili rischi.

Avventure pericolose a parte, l’Alaska, lo stato più grande (e il meno popolato) degli Stati Uniti è un territorio di una bellezza naturale spaventosa, per i suoi laghi ghiacciati e per le montagne innevate. Se siete amanti delle situazioni estreme, questo è il paese che fa per voi.

# Crimea e la sua città autonoma

Di estrema attualità il conflitto in essere (che speriamo resti un conflitto semifreddo) fra la Russia e la contesa penisola di Crimea in Ucraina. In ogni caso, che ci si possa andare fra un mese o fra dieci anni, se le minacce russe non sconvolgeranno il paese, la cosa migliore è iniziare un viaggio in Crimea dalla sua città più grande: Sebastopoli. Un luogo di gloria militare e, a livello amministrativo (uno dei motivi delle ostilità) una “città autonoma”. Su una barca turistica si può salpare dal Molo del Conte e lungo la baia di Sebastopoli attraversare scorci di terra e di mare stupendi.

Lontano dalla capitale invece, nella tortuosa baia di Balaklàva, si possono contemplare un incredibile paesaggio naturale e il principale porto turistico di Crimea. Qui consigliamo vivamente di noleggiare una barca e fare un giro sulla baia verso il mare aperto, fino alle grotte rocciose. Come per il punto seguente, tutti si augurano che questo paese possa tornare a essere visitato presto. Sperando che non faccia la fine della Siria, dove un patrimonio artistico e culturale millenario è stato in larga parte distrutto per sempre.

# Haiti, le bellezze naturali contro ogni avversità

Un paese martoriato prima dal terremoto del 2010 poi dalle instabilità politico economiche non hanno certo scalfito le bellezze naturali di un paese, quello di Haiti, che coabita con la più pacifica e altrettanto bellissima Repubblica Dominicana sull’Isola di Hispaniola. Quasi tutti i governi e i ministeri degli esteri (Farnesina compresa) sconsigliano viaggi qui nei prossimi anni, ma, a parte le meravigliose spiagge come quella di Labadie, i punto fermi del turismo haitiano sono la città di Cap Haitien che offre al mondo i resti del Palais du Sans-Souci, sontuosa residenza fatta costruire da re Henri Christophe agli inizi dell’Ottocento e la Citadelle Laferrière, incredibile castello costruito sulla cima di una collina per proteggere il re e la sua famiglia.

La fortezza, la più grande di tutto l’emisfero boreale è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO: poteva contenere scorte per il re con il seguito e cinquemila uomini della della sua armata e fu progettata per respingere un eventuale sbarco dell’esercito napoleonico. Ma non sparò mai un colpo.

# Il Molise diviso tra colline e montagne

Rientrando in Italia, e a dispetto dell’ironico hashtag #ilmolisenonesiste, che ha fatto il giro del mondo ed è diventato un marchio registrato, il Molise esiste, eccome. È una regione ricca di storia e bellezze naturali, con tradizioni di origine antichissima. Il suo territorio è equamente diviso tra montagne e colline: attraversato interamente dalla dorsale appenninica, il terreno degrada, con ampie ondulazioni, verso le strette pianure fino ad arrivare al mare.

Dalle vette dei Monti della Meta e dei Monti del Matese, si passa ai Monti Frentani, dalle forme arrotondate, e alle piane di Bojano e di Venafro, dove le montagne e le colline lasciano a poco a poco spazio alla pianura e ai quaranta chilometri di costa sul Mar Adriatico. Tra le tante le città balneari disseminate sulla costa spicca Termoli, da dove ci si imbarca per raggiungere le incontaminate Isole Tremiti. Il Molise è una terra per lunghi tratti ancora incontaminata, dalla cucina spettacolare e abitata da un popolo ospitale verso i turisti, che qui possono trovare tutto quello che cercano.

# Il punto di forza dell’Abruzzo è nella varietà dei suoi paesaggi

Circa sei o sette anni fa fece molto scalpore uno show del comico genovese Maurizio Crozza che, durante un suo spettacolo, mostrò agli spettatori centinaia di foto di paesaggi lacustri e di montagna a dir poco meravigliosi assicurando che si trovassero tutti fra Tibet e in Himalaya. Alla fine, ammise lo scherzetto: erano tutti in Abruzzo. La bellezza nascosta di questa regione, una terra che fa della varietà dei paesaggi il suo punto di forza, è rappresentata già dallo stemma: uno scudo italico suddiviso in tre fasce trasversali, bianco come le montagne innevate, verde come le dolci colline dell’entroterra e blu, come il mare e gli occhi delle ragazze.

Colpito duramente dai terremoti del 2009 e nel 2016, l’Abruzzo sta poco a poco risorgendo, e il suo fascino è ancora immutato per i turisti. Rocca Calascio, la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, il Lago di Scanno o la Grotta di Stiffe sono solo quattro delle meraviglie naturali e architettoniche che questa regione dal popolo forte e orgoglioso può vantare di fronte al mondo intero. Essendo in Italia, non possiamo non parlare di cibo, e qui, da padrone, la fanno ovviamente gli arrosticini e le pietanze a base di selvaggina. Cosa aspettate a prenotare una vacanza qui?

Continua a leggere con: 10 città MERAVIGLIOSE ma SOTTOVALUTATE nel mondo

CARLO CHIODO

Copyright milanocittastato.it

Riproduzione vietata al sito internet che commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

 

Le tre TIGER EXPERIENCE: l’incontro con le TIGRI a due ore da Milano

0

Se vi dicessi che le tigri sono più vicine di quanto pensiate, e che per vederle non occorrono ore e ore di volo ma una gita in auto? 

Le tre TIGER EXPERIENCE: l’incontro con le TIGRI a due ore da Milano

Vi piacciono tigri, leoni, leopardi, e i grandi felini in generale? Io- che in realtà adoro anche quelli più piccini e domestici- adoro queste creature. Eleganti, scattanti e intelligentissimi, ne sono sempre stata affascinata. Ma incontrarle dal vivo (e non in gabbia) non è semplice. O no? Non siamo in Asia e nemmeno in Africa. Ci spostiamo davvero poco da Venezia- su cui troneggia un leone, tra l’altro. Siamo a Campolongo Maggiore, e qui esiste un parco faunistico dedicato esclusivamente ai grandi felini in cattività, con percorsi didattici ed esperienze alla portata di adulti e bambini che sicuramente vi faranno dimenticare di non essere dall’altra parte del globo. 

Abu

# Tiger Experience – cos’è

Tiger Experience è un’associazione senza scopo di lucro nata nei primi anni 2000 dalla mente di Gianni Mattiolo, l’addestratore che ha unito passione per gli animali e formazione delle migliori scuole di addestramento nelle scuole americane, e ha creato un parco faunistico che è un luogo unico che ha lo scopo di formare e informare le persone sulla vita degli animali in cattività, e della loro relazione con chi si prende cura di loro, i keepers. 

Lucky

All’interno di Tiger Experience è possibile trovare leoni, tigri, pantere, leopardi, e altri grandi felini, alcuni sottratti a situazioni difficoltose, che nel parco hanno trovato affetto, serenità, e cure dalle mani esperte degli addestratori che collaborano all’associazione. Come Giacomo Ferrari, addestratore cinofilo ed equestre, che nel 2015 si unisce alla famiglia di Tiger Experience e collabora alla gestione del parco. 

Sophie

# Tiger Experience – l’esperienza con i grandi felini 

Tiger Experience

Ma cosa è possibile fare, esattamente, al Tiger Experience? Se scrivessi “vedere le tigri e i leoni”, non sarebbe niente di diverso che un qualsiasi zoo sparso nel mondo. La differenza di questo posto sta nella possibilità, anche per i bambini, di incontrare questi grandi felini da vicino, accompagnati da un addestratore, e di scoprire in che modo questi animali vivono in sintonia con le persone che si prendono cura di loro. Il parco offre tre tipi di esperienze di diversa durata e tutte adatte a chiunque a partire dai sei anni: 

  1. Tiger Tour: un tour di circa due ore in cui entrare a contatto con gli animali del parco e conoscere le loro abitudini e stili di vita; 
  2. Tiger Exclusive: un tour approfondito per piccoli gruppi di persone e per una durata massima di 4 ore. In questo tempo, si ha la possibilità di approfondire ancora di più la relazione tra i felini e i loro addestratori, che saranno pronti a rispondere a dubbi, domande, e curiosità sul mondo animale, e che offriranno un’esperienza sicuramente unica nel suo genere; 
  3. Ranger per un giorno: attività adatta a chi proprio muore dalla voglia di conoscere per bene questi splendidi animali. Si tratta di una intera giornata in compagnia di chi si prende cura degli animali. Stando accanto a loro, si scopriranno molte più cose e si avrà davvero la possibilità di trascorrere una giornata con degli animali splendidi ma che—di solito—siamo abituati a vedere solo da lontano. 
Nuk & Deli

Il parco non ha orari di apertura fissi, ed è preferibile contattare i gestori per organizzare una visita. Sulla loro pagina web è possibile trovare tutte le info e i contatti utili. Come si fa a dire di no a una giornata con le tigri? Coraggio, sono più vicine di quanto pensiate! 

 

 

Fonte: Tiger Experience

Continua la lettura con: Antichi ROMANI e ROMANI di oggi a confronto: in cosa sono CAMBIATI nel corso dei SECOLI?

GIADA GRASSO 

Riproduzione vietata ai siti internet che commettono violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

BANNARE alla MILANESE

0

Come si traducono parole contemporanee in milanese?

Ogni giorno su milanocittastato.it la parola tradotta del giorno. Per tenersi sempre aggiornati, anche in milanese. 

Continua con: Tutte le parole tradotte in milanese pubblicate finora

A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI 

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Milano CAPITALE del BRUNCH: dove provarlo almeno una volta nella vita

1
Credits: upcyclebikecafe IG

La tradizione del Brunch ha attraversato il mare ed è arrivata ormai da qualche decennio a Milano. Una tradizione che ha attecchito tra i milanesi nel week end, unendo chi è in ritardo per la colazione e chi è in anticipo per il pranzo.

Milano CAPITALE del BRUNCH: dove provarlo almeno una volta nella vita

# Nato come banchetto dopo le battute di caccia degli aristocratici inglesi

La tradizione del brunch risale all’Inghilterra del XIX secolo, che ha riportato in auge i banchetti che si organizzavano alla fine delle battute di caccia dell’aristocrazia inglese. Oggi l’usanza del brunch (breakfast+lunch) è diffusa in tutto il mondo e a Milano è diventata un rito del fine settimana, quando ci si alza tardi e non si ha voglia di cucinare. Ecco alcuni dei migliori locali per gustare un brunch a Milano, l’indiscussa capitale italiana del brunch. 

Credits: pixabay.com

# God Save the Food nel design industriale 

La catena God save the food ha quattro locali a Milano, in zona Tortona, Brera, viale Piave e Duomo. Il locale in via Tortona, dal design industriale, è un luogo alla moda, con cucina a vista, che permette ai suoi fruitori di godere di ottimo cibo salato e dolce ogni giorno, all’interno di un luogo accogliente.

Leggi anche Il RISTORANTE dove si mangia con i piedi immersi tra i PESCI

# I pancakes di Ofelé

Per chi invece cerca un’atmosfera più raccolta, che ricordi casa, il luogo ideale è Ofelé, una home bakery che serve il brunch durante il weekend, in via Savona. La specialità di casa sono i pancakes, che si possono scegliere anche salati oppure realizzati con latte vegano, per soddisfare ogni esigenza. Oltre a questo piatto forte sono numerose le alternative tra cui i beagles, tradizionalmente gli accompagnatori dei pancakes, insieme ad un dolce sempre diverso. A base di pancakes sono anche le nuove proposte di aperitivo e cena del locale.

Credits: ofelemilano IG

# I taglieri di Otto

In via Paolo Sarpi, il brunch si serve il sabato e la domenica dalle 12.30 alle 15, dove si può scegliere dal tagliere il salato, accompagnato da frutta, yogurt, patate e caffè. Chiamato anche L’8 dai milanesi, il locale è sicuramente da provare per passare un momento in compagnia coccolati da ottimo cibo.

Leggi anche Le 10 COLAZIONI più STRANE del mondo

# Le atmosfere svedesi dell’Upcycle Bike Café 

A tema ciclismo, con biciclette appese qua e là, i città studi si trova Upcycle bike café, che nel fine settimana offre cibo dolce e salato, di tradizione svedese. Il brunch qui si può vivere come momento di condivisione e cordialità, con la possibilità di vivere testimonianze di incontri e interviste dal mondo del ciclismo.

Credits: upcyclebikecafe IG

# Le uova di OV Milano

Il protagonista del pasto a L’OV Milano è l’uovo, cucinato in mille modi è il simbolo della colazione internazionale, accompagnato a pietanze dolci e salate. La catena ha aperto tre locali in Cinque Giornate, Cadorna e Tortona e il design crea un ambiente caldo e accogliente, riportando al passato grazie a piatti semplici e legati alla tradizione.

Leggi anche Il RISTORANTE di Milano dove si mangia seduti sull’ALTALENA

# Il brunch di classe all’Emporio Armani 

Rinnovato in stile anni Trenta e ampliato negli spazi, l’Emporio Armani in via Manzoni offre un brunch in un luogo di classe, diverso in ogni giorno della settimana, tra cui spicca in particolare il Sunday Brunch, composto da un tagliere di salumi e formaggi, oppure da pesce, a seguire un piatto a scelta, frutta e dolci. In alternativa ci sono proposte alla carta. Certamente i prezzi sono meno accessibili rispetto alle proposte precedenti, ma adatte se si cerca di vivere un’esperienza di classe.

Credits: saya_k0105 IG

# il Brunch vintage all’Apollo Club

A riportare al passato è anche l’aspetto vintage dell’Apollo Club, in zona Navigli, in via Giosué Borsi, dove il giovane chef di origine pugliese, che ha collaborato con grandi cucine stellate fonde la tradizione e l’innovazione della cucina mediterranea.

Leggi anche THE SIGN: il nuovo polo sui NAVIGLI che rivoluziona lo SKYLINE di Milano 

# Brunch ferroviario al 55 Milano

Vicino all’ex stazione ferroviaria di Bullona, in via Piero della Francesca si trova invece, Milano 55, ricavato da un ex deposito ferroviario, l’ambiente ampio è stato reso accogliente e dotato di una terrazza. La location è storica e particolare, la sua antichità mantiene l’identità del locale, che però è resa dinamica e alla moda grazie al lavoro dei giovani che gestiscono il ristorante, che gli hanno portato una ricchezza contemporanea, sia per quanto riguarda la l’aspetto del locale, sia per l’offerta culinaria proposta.

Credits: 55milano, IG

# Brunch panoramico al Terrazza 12 Milano

In Piazza San Babila, si trova The Brian&Barry Building, al cui decimo piano si trova una lounge dalle eleganti atmosfere anni Cinquanta, che offre una visuale magnifica: con uno sguardo di 360 gradi, si può vedere la Madonnina del Duomo, e lo Skyline di Milano City. Il menù offre brunch, pranzi e cene, accompagnati da drink d’ispirazione vintage.

Leggi anche 7 NEGOZI VINTAGE da non perdere a Milano (Mappa)

# Brunch con vista Duomo al Maio

Ad offrire un panorama altrettanto mozzafiato, nei pressi del Duomo, si trova Maio, che si affaccia in direzione delle guglie. Il ristorante si trova al settimo piano della Rinascente, è decorato da un design moderno e raffinato, con materiali italiani ricercati e funzionali. L’atmosfera intima e chic unita al panorama, rendono Maio il luogo ideale per un brunch a Milano, rappresentando al meglio la città.

Credits: maiorestaurant_milano, IG

Continua la lettura con Camminare sull’ARCOBALENO? Qui è POSSIBILE 

SARAH IORI

Copyright milanocittastato.it

Riproduzione vietata al sito internet che commette sistematica violazione di copyright appropriandosi di contenuti e idee di altri senza citare la fonte

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social. Riservato agli iscritti della newsletter: inviti a eventi, incontri e feste organizzati o promossi da Milano Città Stato

Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.


TLAPSE | Your Project in Motion