A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Un hotel divino, nel vero senso della parola. Sul sito si possono già prenotare i primi soggiorni,per dormire in una chiesa cittadina che ha cambiato il proprio volto stravolgendo la sua classica funzione. E dove poteva succedere se non a Milano?
Una notte da DIO: aperte le PRENOTAZIONI per la CHIESA trasformata in HOTEL di LUSSO
# Cristo Re: da chiesa abbandonata a hotel di lusso
Credits foto chiesa prima della riqualifica: blog.urbanfile.org Prima e dopo
Della vecchia Chiesa di Cristo Re in zona Portello, da tempo abbandonata, è rimasto ormai solo un ricordo o meglio ne è stata preservata una buona parte della struttura ma per una funzione completamente diversa. A partire dal 2016, la NH Hotels ha deciso che quella chiesa abbandonata sarebbe diventata infatti un hotel da aggiungere alla sua collezione di alloggi super lussuosi. Così, lo stesso anno, iniziarono i lavori di riqualificazione oggi ormai terminati.
La Chiesa di Cristo Re è stata costruita ormai un secolo fa, ma già negli anni ’90 è caduta in disuso. Era stata progettata con uno stile neo-manierista e consacrata dal cardinale Schuster nel 1935. Non ebbe una vita particolarmente lunga, se si pensa anche a cattedrali costruite mille anni fa, ma, dopo 20 e più anni di non utilizzo, questa volta la Chiesa di Cristo Re potrebbe avere la sua rivincita.
# Il progetto di Quattroassociati per NH Hotels
Ristrutturazione Chiesa Cristo Re
Abbandonando il termine chiesa e chiamandola ora hotel, perché è quello che diventerà tra circa un mese, l’edificio in via Colleoni 14 è stato rivoluzionato dallo studio di architettura Quattroassociati.
Il nuovo progetto in realtà prevede che la struttura della chiesa sia quasi completamente mantenuta. La facciata è rimasta pressoché la stessa salvo il timpano che è stato rimosso, cambiando solamente intonaco. Gli spazi delle navate e, in generale, quelli adibiti alla preghiera sono stati trasformati invece nei luoghi di accoglienza dell’hotel. Una grande hall con receptionist e tutte le principali attività di accesso all’hotel. Immediatamente dietro la struttura originaria è stato costruito un edificio ex-novo, all’interno del quale si trovano tutti gli altri servizi del nuovo albergo di lusso milanese.
# Il Chiesa Hotel ha 185 stanze e una piscina sul tetto. Dal 16 maggio è possibile soggiornarci
Credits: idealista.it – Chiesa hotel
Dopo essere entrati in una hall pulita ma imponente, le stanze, ben 185, la sala congressi, il ristorante e la piscina con terrazzo sul rooftop sono tutti nel nuovo edificio di 14 piani. Sul sito è già possibile prenotare un soggiorno a partire dal 16 maggio. La NH Hotels ha fatto diventare la Chiesa di Cristo Re casa sua e casa dei suoi futuri ospiti. A due passi dalla vecchia fiera, la compagnia di hotellerie si aspetta un successo di proporzioni bibliche.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Sono entrati nel vivo i lavori per inaugurare nel 2023 a Sesto San Giovanni una stazione ferroviaria di design, quale primo tassello che connetterà l’area con il futuro progetto di “MilanoSesto – Città della Salute” in costruzione nei terreni dell’ex Falck. Ecco a che punto sono i cantieri.
AVANZANO i lavori per la PASSERELLA “SOSPESA” sul capolinea della metro: la NUOVA STAZIONE MILANESE a firma di Renzo Piano
# La stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni, attuale capolinea M1, cambierà volto grazie a Renzo Piano nel 2023
Il comune di Sesto San Giovanni è al centro di una delle più grandi trasformazioni urbanistiche, quello che la stessa società “Milanosesto” definisce “il più grande progetto di rigenerazione urbana in Italia, e uno tra i principali a livello europeo“: la rigenerazione delle ex aree industriali Falck. Tra le opere previste c’è la realizzazione della nuova stazione ferroviaria di viale Gramsci ed è proprio da qui che sono partiti i lavori.
La stazione riqualificata si caratterizzerà per una passerella di vetro sospesa, che offrirà una vista panoramica sul nuovo grande parco urbano di cui diventerà il principale punto d’accesso, e sarà attrezzata con bar, negozi e servizi. La consegna della stazione è prevista per l’ultima settimana di giugno 2023, con inaugurazione nel mese successivo. In seguito l’intervento si allargherà a piazza Primo Maggio e alla nuova piazza lato Città Salute. Entro febbraio 2024 la nuova Città della Salute, la cui apertura è fissata a luglio 2024 dopo i collaudi necessari, ed il parco urbano Unione di 13 ettari. Nel 2026 arriverà anche il campus universitario dell’Università San Raffaele.
# Per la costruzione della passerella di vetro, che collegherà due zone separate della città e sarà l’antipasto della “Città della Salute – MilanoSesto”, sono stati investiti 15 milioni di euro
Credits milanotoday – Rendering Stazione Sesto
Il valore complessivo dell’infrastruttura è di 15 milioni di euro. L’opera consentirà di congiungere due zone della città da sempre separate dalla ferrovia ma avrà anche una forte valenza simbolica. Nella nota di MilanoSesto si legge: “La nuova stazione ferroviaria, che nasce dal progetto dello studio Renzo Piano Building Workshop con Ottavio Di Blasi & Partners e SCE Projectsarà realizzata come una grande passerella di 89×18 metri sospesa al di sopra dei binari esistenti e consentirà di congiungere due zone della città da sempre separate dalla ferrovia. La struttura moderna in ferro e vetro, con copertura fotovoltaica in grado di alimentare completamente la stazione, ospiterà servizi e attività commerciali e sarà un punto panoramico di osservazione su tutto il progetto MilanoSesto. Si tratta di uno sviluppo immobiliare di oltre 1,45 milioni di metri quadrati che diventerà una nuova destinazione urbana sulla base di modelli avanzati di inclusione sociale, nel rispetto dei più elevati standard internazionali di sostenibilità ed efficienza energetica anche grazie all’utilizzo sapiente della tecnologia“.
# Un ponte animato e vissuto funge da interscambio tra la sottostante linea della metropolitana, le linee ferroviarie e gli autobus di superficie
“L’impostazione progettuale di tipo urbanistico si basa sul concetto di spazio dinamico e attrezzato per ricucire la storica cesura tra le due parti della città divise dai binari, ovvero il nucleo centrale di Sesto San Giovanni e le aree ex Falck – spiegano i titolari del progetto – Un ponte animato e vissuto che, oltre ad integrare la funzione di servizio e ristoro, funge da interscambio tra la sottostante linea della metropolitana, le linee ferroviarie e gli autobus di superficie. L’immagine storica delle grandi stazioni ferroviarie e del loro linguaggio di ferro e vetro è stato uno degli elementi di ispirazione più importanti nel concept progettuale della nuova stazione: un approccio che si fonde con la vocazione architettonica industriale del luogo, integrandosi in modo armonico con il paesaggio urbano“.
L’obiettivo della realizzazioneprevede che il servizio di rete ferroviaria rimanga fruibile ai viaggiatori per tutta la durata del cantiere, grazie alla messa in sicurezza dei percorsi, per garantire una soluzione di continuità all’importante flusso di traffico pedonale e ciclabile che attraversa l’area.
# Il punto sui cantieri: posato l’impalcato necessario alla realizzazione della passerella
Credits cimolai – Posa impalcato per passerella
Partiti a ottobre del 2021, con la posa simbolica della “prima pietra”, tra il 6 aprile e il 7 aprile scorso una maxi gru di 60 metri ha sollevato e posato le due porzioni di impalcato in carpenteria metallica: una di 27 metri di lunghezza, 18 metri di larghezza e 158 tonnellate di peso e un’altra di 34 metri di lunghezza, 18 metri di larghezza e 169 tonnellate di peso. La struttura a scavalco dei binari è stata posizionata sui pilastri in calcestruzzo armato della nuova stazione a ponte e servirà alla realizzazione del ponte pedonale che sarà composto da una passerella di 89 metri di lunghezza per 18 di larghezza. Sopra ci sarà un grande tetto vetrato lungo 110 metri e largo 28 metri.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Una delle regioni italiane meno conosciute, data l’alta competizione “interna” tra mete di sicuro fascino. Basti pensare (restando in zona) alle colline toscane, al medioevo umbro, alla riviera romagnola. Eppure, questa regione, erede della legazione omonima dello Stato della Chiesa, dai confini pressoché identici, ha tutto per essere considerata speciale. Abbiamo selezionato 7 luoghi mistici, ma ce ne sarebbero almeno il triplo. Ci perdonino le attrazioni che non si ritrovano in lista.
7 LUOGHI che rendono SPECIALI le MARCHE
#1 Le Grotte di Frasassi
Credits: @ferd_italy Grotte di Frasassi
Individuate dagli speleologi nel 1948 a Genga, in provincia di Ancona, queste meraviglie della natura create grazie all’opera dell’acqua sulla pietra costituiscono un paesaggio assolutamente fiabesco. Dei circa 35 chilometri di estensione dei cunicoli sino a ora esplorati, la visita si concentra su uno straordinario percorso di un chilometro e mezzo, attraverso 5 sale di stalattiti e stalagmiti, laghetti e formazioni calcaree scolpite ora grandiose ora minuscole, in una sinfonia della roccia magica che ci resterà impressa nei ricordi.
#2 La Sfera Grande di Pesaro
Credits: @emilianorix sfera grande Pesaro
La città che diede i natali a Rossini si segnala per l’originalità del suo monumento più famoso, impreziosito dalla posizione in cui una sapiente amministrazione ha saputo collocarlo nel 1971. L’imponente Sfera Grande, adagiata sulla superficie dell’acqua di una fontana da cui si guarda il mare, è la fusione in bronzo realizzata nel 1998 dallo scultore Arnaldo Pomodoro, copia di quella realizzata per l’Expo del 1967 a Montréal e che si trova, guarda caso, a Roma. Un punto di riferimento assoluto, per pesaresi e turisti entusiasti.
#3 Il Duomo di Ancona
Credits: @ph_foto.alnaturale Duomo di Ancona
L’Italia, lo sappiamo, è piena di chiese di grandissimo valore artistico. Ma poche possono vantare una posizione come quella della cattedrale del capoluogo marchigiano, dedicata a San Ciriaco, che sorge da circa mille anni sulla cima del colle Guasco. Rappresenta uno splendido esempio di arte romanica (bellissimi gli iconici leoni in pietra rossa) con elementi gotici e bizantini e offre una visione panoramica indimenticabile, che si apre come un abbraccio rivolto alla costa adriatica e all’entroterra.
#4 Piazza del Popolo ad Ascoli
Credits: @mark.trob piazza del popolo Ascoli
Quando si parla di piazze salotto del centro Italia, modello urbanistico dominante di sicura presa sul visitatore, probabilmente la prima che viene in mente è proprio Ascoli Piceno. Anche perché, oltre a essere pregevoli testimonianze del passato, in questo caso prevalentemente rinascimentale, questi sono luoghi di aggregazione dove il turista può vivere a pieno la realtà dei luoghi che visita, condizione essenziale per apprezzarle in toto. Piazza del Popolo è scenario di ben due manifestazioni di rilevanza nazionale: il Carnevale e la Quintana (giostra di rievocazione storica medievale).
#5 Le Cisterne Romane di Fermo
Credits: @yoda.forever Cisterne Fermo
Nella piacevole cittadina di Fermo, tra le altre attrazioni più convenzionali per gli standard italiani, si segnalano le splendide Cisterne romane, un’opera edilizia ipogea perfettamente conservata (e anche ben mantenuta) risalente all’era di Augusto (40 d.C.). Realizzate allo scopo di accumulare acqua, sono divise in ben 30 camere poste su 3 file parallele (superficie totale 2.200 metri quadrati) che le rendono le più vaste d’Europa assieme a quelle di Istanbul. Un luogo imperdibile e fuori dal tempo, dove una misteriosa palla rossa può far pensare a una “escape room” ante litteram.
#6 La Gola del Furlo
Credits: @gioric Gola del Furlo
Nel cuore della regione, oltre Fossombrone, c’è un’altra attrazione naturale di primissimo ordine: la bellissima gola del Furlo. La gola è nata in seguito all’azione erosiva e secolare del fiume Candigliano, per la quale nel 1922 fu costruita una diga che ha trasformato il paesaggio con la creazione di un calmo e magnifico lago. Oggi è il paradiso degli amanti del trekking, che da qui possono intraprendere vari percorsi, sempre con la vista del canyon, uno spettacolo tale da ricordare persino (in piccolo) la fenomenale baia di Ha Long in Vietnam.
#7 Lo Sferisterio di Macerata
Credits: @degregoriis_guido Sferisterio
Nella sottovalutata città di Macerata, sempre ai margini della notorietà, c’è una costruzione assolutamente unica e speciale: lo Sferisterio. Arena per spettacoli inaugurata nel 1829, rappresenta uno dei più importanti esempi di architettura neoclassica di tutta Italia. Nel 1921 vi fu organizzata una storica Aida e nella prossima stagione conta di poter tornare a ospitare l’opera lirica, dato che si avvale di quasi 2500 posti, 104 palchi, un palcoscenico di dimensioni imponenti e un’ottima acustica naturale.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Avere il dono del teletrasporto è il sogno di chiunque e a Milano ora si può averne un assaggio. Tra luci soffuse, un design iconico e piatti ricercati, basta varcare la soglia della House of Ronin per ritrovarsi direttamente nel cuore di Tokyo. Quattro piani unici dove chiunque può sentirsi in Giappone per una notte.
Il GIAPPONE a CHINATOWN: quattro piani di TOKYO nel cuore di MILANO
# Un piano per ogni gusto
Credits: IG @teoflove
Di recente apertura, ma ben presto uno dei locali più in voga del momento, arriva in via Canonica House of Ronin. Per chi si trova a Chinatown è impossibile non notare fin da subito il palazzo che la ospita. Avvolto da giochi di luce colorati e dall’aspetto insolito, non può che attirare l’attenzione anche dei più scettici. Un locale diverso dal solito che emana vibes newyorkesi, ma dall’animo 100% giapponese.
E se già dalla facciata incuriosisce, all’interno si apre un intero mondo. Infatti, la House of Ronin si sviluppa su quattro piani, ognuno diverso dall’altro e con una propria offerta e atmosfera. La forza di questo locale è proprio l’idea di voler regale un’esperienza unica dove chiunque possa trovare ciò che desidera. Per questo la sua proposta originale prevede diversi livelli di prezzo, di stili e di esclusività in base al piano che si sceglie.
# Una Tokyo tra passato e futuro, ma presente a Milano
Credits: IG @house.of.ronin
Le menti del progetto e di questa stravagante casa fanno parte del gruppo Salva tu Alma composto da Guillaume Desforges, Jacopo e Leonardo Signani. Un’idea nata da cinque anni di studio e ricerche con l’aspirazione di regalare a Milano un ambiente mai visto prima. Si può dire che ci siano riusciti. Entrando alla House of Ronin, tra cibo, drink musica e design, si viene teletrasportati in una Tokyo tra passato e futuro.
Al piano terra si viaggia nel Giappone degli anni 50 e si trova un listening bar. Tipico del Giappone, ma diffuso anche a New York e arrivato da poco in Europa, in questo luogo le conversazioni di tutti i giorni vengono lasciate fuori dalla porta per dare spazio solo alla musica. Sempre sullo stesso piano ci si può spostare al Piccolo Ronin. Un izakaya, dove poter bere drink tradizionali e ricercati accompagnati da piatti easy, ma tipici della street food giapponese come tempura, polpo, takoyaki e bao. Insomma, un primo assaggio alla scoperta del Giappone decisamente alla portata di tutti.
# Più si sale più diventa esclusivo
Credits: IG @drink_in_mi
Proseguendo verso l’alto si arriva al primo piano dove l’esperienza inizia a farsi più esclusiva. Un vero e proprio Robatayaki delizierà i palati più esigenti. Questo ristorante, a cura dello chef Gigi Nastri, propone piatti ricercati con materia prime rare che mostrano la cultura impeccabile e l’amore che i giapponesi hanno verso cucina.
Salendo al secondo piano la cucina lascia spazio ad un altro grande amore dei giapponesi: il karaoke. Già apparso su molte pagine Instagram, questo piano ospita quattro sale, ognuna con una propria identità, dove poter sbizzarrirsi con le canzoni da proporre. E tra una canzone e l’altra è d’obbligo prendersi una pausa al bar Madame Cheng che propone un’ampia scelta di coktail giapponesi, premium spirits e sake, a cura di Riccardo Speranza. Ma non è finita, perché sempre su questo piano è in arrivo un omakase: otto coperti e un bancone dietro al quale arriverà un sushi masterdirettamente da Tokyo per deliziare i suoi ospiti.
# Cosa nasconderà il terzo piano…
Credits: IG @paolaaverno
Ed infine si arriva al terzo piano, ma averne accesso non è semplice. Esclusività è la parola d’ordine dell’Arcade, un members club dove la selezione è rigidissima. E proprio per la sua unicità, l’offerta è di altissimo livello con cocktail prelibati, musica dal vivo e un’atmosfera elegante e rilassante degna dei migliori club di Tokyo. Chi riuscirà ad essere ammesso?
Che dire, con il suo format unico e giocoso, House of Ronin porta una ventata d’aria fresca in città. Ed ora, grazie alla sua proposta unica e allettante, chiunque potrà vivere una notte giapponese nel pieno centro di Milano.
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Un progetto ambizioso che potrebbe vedere la sua realizzazione a breve. Ma dove si vuole costruire la pista ciclabile che, in quanto bellezza, potrebbe addirittura battere la Garda by bike (la pista ciclabile costruita a mezz’aria sopra l’acqua, vista lago)?
La Dream Route d’Italia, la CICLABILE SOSPESA tra gli ALBERI: sarà la più bella del mondo?
# The Tree Path: gli alberi saranno i pilastri della pista
Credits: carloratti.com the tree path
Si chiamerà The Tree Path la pista ciclabile sospesa tra gli alberi progettata da Carlo Ratti Associati e presentata insieme alla Onlus GAL Terre. Sarà realizzata vicino a Sabbioneta, nei pressi di Mantova, destinazione finale della pista.
Il Senitero degli Alberi collegherà la Ciclovia del VENTO, pista che costeggia il fiume Po in tutto il nord Italia, con Sabbioneta, passando per il vicino comune di Casalmaggiore. La città, già patrimonio mondiale dell’UNESCO, potrebbe aggiungere un tassello alla sua bellezza e alla sua forza turistica: questa pista sarebbe infatti una vera rivoluzione.
Progettata grazie alla collaborazione con OLA (Office for Living Architecture), l’idea è quella che gli alberi fungeranno da elementi architettonici strutturali. Si adopererà la tecnica costruttiva del Baubotanik, metodo in cui le strutture architettoniche vengono create attraverso l’interazione di giunti tecnici e crescita delle piante, infatti, la pista ciclabile sopraelevata poggerà su due file parallele di alberi, come se questi fossero dei pilastri.
# Si potrà correre su tre piani diversi fino a sei metri di altezza
Credits: rinnovabili.it the tree path
La Dream Route italiana si svilupperà su tre piani, l’ultimo sopraelevato dal terreno fino a 6 metri di altezza, e aggirerà traffico e corsi d’acqua della città. Per realizzarla sarà indispensabile piantare nuovi alberi, si pensa fino a 1000 nuove piante, in modo tale che queste crescano attorno ad un filo di acciaio inossidabile e diventino pilastri portanti della ciclabile.
The Tree Path sarà inoltre una pista smart: registrerà infatti i livelli di inquinamento atmosferico e lo stato di salute delle piante grazie ad alcuni sensori che saranno posizionati nella struttura. Sensori che, come afferma Carlo Ratti Associati, creeranno un “Internet degli alberi”.
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Ogni sabato appuntamento con “la fermata del giorno”: per scoprire le attrazioni attorno alle stazioni della metro. Oggi appuntamento in zona Ovest.
FERMATA DEL GIORNO: 10 cose da fare e vedere intorno alla stazione di Wagner
Se dopo una mattinata di sfrenato shopping in Corso Vercelli si è stufi di imitare Carrie di Sex and the City, nella zona ci sono diverse cose da fare e vedere, anche pieni di sacchetti di vestiti e scarpe nuove.
#1 Il ristorante tipico: Osteria al fuoco di brace (Via Marghera, 18)
Questa osteria a conduzione familiare propone una cucina toscano-lombarda: deliziose bistecche fiorentine o cotolette alla milanese, offerte in un ambiente dai mattoni a vista e l’aria familiare.
Si tratta di un ristorante libanese vegetariano, che “rende omaggio a Madre Terra che offre tanti frutti e infinite possibilità gustative, complete dal punto di vista nutrizionale”, come si può leggere sul loro sito (fairouzmilano.com). In via Buonarroti, tra Wagner e piazza Buonarroti.
#3 Per chi ama la carne: Baobab burger organico (Via Raffaello Sanzio, 4)
Nasce nel 1929 ed è il più antico mercato comunale milanese. Si è ampliato, evoluto ed adattato nel tempo, fino ad avere oggi persino delle bancarelle che vengono il sushi, oltre ai classici servizi come macelleria e panetteria.
Una bella passeggiata per il meglio conosciuto parco di Pagano può essere l’ideale dopo un’abbondante pranzo. Ricchissimo dal punto di vista della flora, ci sono diverse aree cani, aree gioco per bambini e persino una gran bella fondata calpestabile.
#7 La Biblioteca: Emeroteca d’arte (Via Domenico Cimarosa, 1)
Si tratta di una fornita biblioteca d’arte, che mette a disposizione il proprio patrimonio alla consultazione, allo studio e alla ricerca documentale e bibliografica.
#8 Il negozio: Dexter Milano (Piazza Piemonte, 10)
È una gioielleria molto particolare, madre del gioiello a ingranaggio: qui si può commissionate un ciondolo a forma di ingranaggio a 8 teste, proprio perché adatto per inciderci sopra una data speciale da ricordare. “Otto infatti sono le cifre che compongono una data, oltre ad essere il simbolo universale, dell’infinito e della prosperità” (https://www.dextermilano.com/la-storia-dexter/)
Uno dei più importanti e vecchi teatri di Milano, costruito negli anni 20 e ristrutturato qualche anno fa, propone spettacoli, eventi e serata di gala.
#10 Il palazzo: i grattacieli gemelli di Piazza Piemonte
I grattacieli di Piazza Piemonte
Sono due edifici in stile eclettico degli anni 20 in Piazza Piemonte. Per i nostri standard attuali, questi due palazzi non sono sicuramente dei grattacieli con i loro 38 metri d’altezza, ma un secolo fa vennero battezzati come tali e abbiamo mantenuto l’abitudine fino ad oggi.
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Pino Zecchillo. Segretario regionale del Partito Liberale Italiano.
Pino ZECCHILLO: “la mia Milano sarà la CITTÀ del CINEMA”
Pino zecchillo
La cosa che ami di più di Milano?
La milanesità
Quella che invece ti piace di meno?
Inquinamento.
Il tuo locale preferito?
Grand’Italia in Brera.
Credits: @dordorlam01 Grand’Italia
Il tuo passatempo preferito a Milano?
Girare nei quartieri artistici.
La canzone su Milano a cui sei più legato?
Scarp e tennis.
Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?
Lodigiano.
lodi
La cosa più bella che ti è capitata a Milano?
Artista di strada.
La fermata della metro a cui sei più affezionata (e perché)?
MM stazione Genova per vicinanza Navigli.
Credits paolavignelli IG – Piazzale Stazione Porta Genova
Il quartiere che ami di più?
Brera.
Credits Andrea Cherchi – Brera
Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?
Più mezzi elettrici di superficie.
Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?
Sì.
Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?
Como.
Credits: @mylakecomo.co Domaso
Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?
Dormitorio e mensa per barboni.
Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?
Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano
MILANO CITTÀ STATO
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Nella politica italiana l’antico proverbio l’abito non fa il monaco funziona esattamente al contrario.
Pare sia consolidata l’abitudine di travestirsi da persone capaci anche se poi non si dimostra in nessun modo di essere in grado di risolvere i problemi. Persone che non hanno mai fatto nulla in ambito sanitario, possono diventare improvvisamente esperti, capaci di declinare qualunque intervento richiamando principi scientifici e disposizioni universalmente accettate. E malgrado non riescano a ottenere nulla, anzi spesso peggiorano ulteriormente la situazione, il dimostrarsi apparentemente sicuri e inseriti perfettamente nella parte basta questo a trasmettere un messaggio di successo ai cittadini, senza che questi mettano in dubbio minimamente l’autorità sulla base dei risultati prodotti.
Lo stesso vale, ad esempio, per un governo in cui il primo ministro sia scelto in base alla sua carriera, anche se non politica. Solo il fatto che si presenti come persona capace e autorevole lo esenta automaticamente agli occhi dei cittadini dal dover dimostrare con i risultati una reale capacità di affrontare i problemi. Anche se non fosse in grado dopo un certo tempo, ad esempio un anno e mezzo, di produrre alcun risultato concreto per migliorare la situazione del Paese, lo si giudica esclusivamente in base alla sua apparenza di persona competente.
Se ai fedeli di una religione può bastare l’abito per fare il monaco, i cittadini dovrebbero invece giudicare un governante sulla base delle azioni di questo mondo, non dell’altro.
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Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono stati previsti 480 milioni di euro per favorire la mobilità dolce a Milano. Il vincolo per l’utilizzo di queste risorse è che le opere vengano concluse entro il 2026, l’anno in cui avranno luogo in città le Olimpiadi Invernali. Vediamo nel dettaglio quali interventi verranno realizzati.
La grande novità del PNRR a Milano: la METROTRANVIA 7
# 309 milioni di euro per l’acquisto di nuovi mezzi per il trasporto pubblico
Credits lineadirettaAtm – Bus elettrico
La parte più corposa delle risorse, 309 milioni di euro, è destinata all’acquisto di mezzi per il trasporto pubblico. Per la precisione per le strade della città gireranno 14 nuovi tram bidirezionali, 10 nuovi filobus e 350 bus elettrici.
Per la realizzazione di linee e tracciati di superficie sono previsti 99 milioni di euro:
l’opera più importante, a cui sono riservati 86,3 milioni, è la Metrotranvia interquartiere 7 che, nel suo percorso completo di 14 km tutti in corsia protetta, collegherà la fermata M2 di Cascina Gobba a Villapizzone servendo orizzontalmente il quadrante nord della città. Sono previsti due lotti funzionali, il primo tra Niguarda e Cascina Gobba e il secondo da Bausan a Villapizzone;
gli altri 12,5 milioni serviranno per realizzare la corsia preferenziale della filovia 90-91 tra piazza Zavattari e piazza Stuparich attesa da anni.
# 52 milioni di euro per la risistemazione di aree pubbliche
Risistemazione area cantiere metro 4 Giambellino
Tra le risorse in arrivo con il Pnrr ci sono anche 52 milioni di euro per sistemare alcune aree pubbliche:
quelle interessate dai cantieri della nuova linea metropolitana M4 con l’obiettivo di creare nuove piazze e luoghi di aggregazione, sulla tratta ovest nelle zone di Gelsomini e Frattini e su quella centrale nella zona di Sant’Ambrogio e San Babila;
altre aree pubbliche nei quartieri di Greco, Niguarda e San Siro.
# 9,7 milioni di euro per 23 km di piste ciclabili
Passerellla Naviglio-San Cristoforo M4
Un altro investimento è destinato alla mobilità dolce. Ci saranno 9,7 milioni di euro da impiegare per la realizzazione di:
23 chilometri di percorsi che colleghino le università e i nodi ferroviari
la nuova passerella ciclopedonale a scavalco del treno e del Naviglio Grande tra San Cristoforo e Rocchetto Sul Naviglio per collegherà i cittadini alla nuova stazione M4;
la ciclabile di via Olona-Modestino-Solari.
# 10,3 milioni di euro per la piattaforma MaaS
Credits: periodicodaily.com – MAAS
L’ultima fetta di fondi, 10,3 milioni di euro, verrà utilizzata per realizzare la piattaforma virtuale Maas (Mobility as a Service). Grazie a questo infrastruttura tutti i cittadini e gli utenti potranno trovare le soluzioni e gli operatori del trasporto pubblico e pianificare il proprio viaggio da una semplice app.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Si avvicina l’estate e con essa la voglia di viaggiare e di progettare le vacanze. Quando si parla di ferie estive c’è chi ama girare il mondo e cambiare meta ogni volta, chi preferisce andare sempre nello stesso posto ma in hotel con tutte le comodità e chi ha o vorrebbe avere una seconda casa, per risparmiare e per avere sempre un luogo dove rifugiarsi senza dover prenotare con troppo anticipo.
La CASA GIREVOLE che fa risparmiare SOLDI e ti cambia le vacanze per sempre
Arce & Westermeier ha progettato una casa che potrebbe essere la soluzione adatta per molti vacanzieri. La sua particolarità? È mini, girevole e ti fa risparmiare soldi. Ecco com’è.
# La mini-casa girasole
Credits: esquire.com mini casa girevole
La mini-casa progettata da Arce & Westermeier è una casa poco impattante sull’ambiente, probabilmente ad emissioni quasi zero, una di quelle case che potrebbero essere definite del futuro. La mini-casa in questione ha una bassa impronta ecologica grazie alla sua parete completamente finestrata. La luce che da quest’ultima entra nella mini-casa, infatti, fa sì che non ci sia bisogno di usare l’elettricità, nemmeno di inverno. Ma com’è possibile che ci sia sempre la luce? La maggior parte di queste case è dotata di piattaforme rotanti che permettono che la casa possa seguire il sole (proprio come un girasole) e girare su sé stessa cercando la luce.
# La casa dove non paghi l’elettricità
Credits: esquire.com mini casa girevole
Questo particolare meccanismo permette ai proprietari delle mini-case di non pagare l’elettricità, un grande risparmio se lo si pensa nel lungo termine. La casa è dotata infatti di pannelli fotovoltaici che, seguendo il sole, rendono di più e, producendo maggiore energia, sono in grado di alimentare anche gli elettrodomestici della casa. Se quindi l’acquisto della casa non è ancora adatto a tutti, il suo essere green la rende un po’ costosa, una volta comprata la mini-casa progettata da Arce & Westermeier è la svolta. Divertente, perché gira su stessa, bella, funzionale e soprattutto che fa risparmiare.
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Il murale interattivo, che combina arte e musica, ha come obiettivo quello di valorizzare le periferie attraverso un il linguaggio della street culture. Ecco dove si trova e come funziona.
A Milano il MURALE che si può ASCOLTARE
# The Wall of Intencity: il murale interattivo che combina arte e musica
Credits 8.6_italy IG – Come ascoltare la musica dal murale
Ideato dall’agenzia Gitto Battaglia 22 e realizzato dall’urban artist Raptuz, The Wall of IntenCity è un murale interattivo che resterà visibile a Milano in via E. Schievano 8 fino al 29 aprile 2022. Un’opera d’arte urbana che diventa anche un’esperienza musicale grazie al Qr Code sul muro tramite il quale si potrà scaricare un brano inedito dell’artista Dani Faiv, intitolato “Nella city”. Due dei maggiori esponenti della cultura underground italiana coinvolti in un progetto che interpreta il mondo della brewery con bombolette spray e barre. Il murale stato commissionato da 8.6, il brand di birra olandese parte della grande Swinkels Family Brewers, in occasione del lancio della sua prima limited edition.
# I lupi sono i protagonisti dell’opera d’arte, mentre il brano musicale racconta l’intensità della vita in una città frenetica come Milano
Credits 8.6_italy IG – The Wall of IntenCity
L’obiettivo del murales è anche quello di valorizzare le periferie attraverso un linguaggio espressivo comune, quello della street culture. I protagonisti dell’opera di Raptuz sono i lupi: “Come essere un lupo nel proprio branco, a volte puoi non sentirne il richiamo, ma resti sempre un lupo. The Wall of IntenCity mi ha permesso di reinterpretare lo spirito di 8.6 e trasformarlo non solo in un’opera d’arte urbana, ma in una vera e propria esperienza che fonde la visual art con la musica“. “I lupi” sono “animali dallo spirito fiero e deciso che invitano l’osservatore a vivere la città con tutta la sua vibrante energia“.
Il brano musicale del giovane trapper ligure Dai Faiv dialogando con l’opera, racconta l’intensità della vita in una città frenetica, a volte contradditoria, ma sempre ricca di emozioni come Milano.
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È stato inaugurato mercoledì 6 aprile ed è un esperimento unico al mondo. Per pochi giorni a Milano ha infatti aperto un bar che appartiene al Metaverso, dal nome indicativo e immediato ma che alla base ha un concetto un po’ particolare, il Metabar.
A Milano inaugura il primo METABAR al mondo: i CAMERIERI sono AVATAR
# Il locale temporaneo ambientato nel mondo virtuale
metaverso (da pixabay)
Ha aperto mercoledì e chiuderà domenica 10 aprile, il nuovo esperimento milanese targato Heiniken. La famosa produttrice di birra ha infatti aperto in Piazza Sempione ai Caselli Daziari, per pochi giorni, un bar ambientato nel mondo virtuale. Il bar in questione può essere definito come il primo bar al mondo appartenente al MetaVerso: la Heiniken ha infatti voluto aprire questo locale temporaneo per lanciare una sua nuova produzione, presentata esclusivamente virtualmente nel MetaVerso.
Il concetto del MetaVerso è un po’ complicato e non di facile intuizione. C’è chi lo ritiene un semplice sinonimo di mondo virtuale, di Internet e del web in generale, e chi invece prova a capirci qualcosa. In breve potrebbe essere definito come una sorta di realtà virtuale condivisa tramite internet, dove si è rappresentati in tre dimensioni attraverso il proprio avatar. Ma allora cos’è un bar del Metaverso?
# Avatar al posto dei camerieri
Credits: ilgiorno.it metabar
All’interno del bar del MetaVerso milanese, dal 7 al 10 aprile, musica, eventi e la birra faranno da protagonisti. L’esperienza nel MetaBar, è questo il suo nome, è un’immersione nel mondo virtuale che si mischia con la realtà. Qui al posto dei camerieri ci sono degli avatar, avatar che oltre a servire da bere fanno i simpatici con i loro clienti, intrattenendoli con battute. Ma non solo servono birra, gli avatar decidono anche se il cliente può entrare oppure no: l’esperienza virtuale inizia infatti fin da subito, quando due avatar-buttafuori regolano l’ingresso. Nel MetaBar poi sono i clienti a scegliere il genere musicale da ascoltare: tramite un app infatti si può votare il proprio genere preferito e un deejay (questa volta in carne ed ossa) ascolta le preferenze espresse.
# La birra sotto forma di ologramma
Credits: milanotoday.it Metabar
Rimanendo in questo mix tra realtà e finizione, tra mondo reale e MetaVerso, all’interno del temporary bar ci sono anche specchi che trasformano gli abiti di chi ci si riflette e, quando si ordina una birra, prima di avere quella reale e poterla bere, la birra compare sotto forma di ologramma.
Infine, all’interno del locale, c’è una sala con pareti ispirate al design dell’artista spagnolo J.Demsky completamente dedicata a Decentraland, il mondo virtuale su cui la nuova birra è stata presentata.
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12 anni dal concepimento alla realizzazione. La Tour Triangle, il “Triangolo” in questa città non lo voleva nessuno. Ma dopo la sentenza di un tribunale amministrativo, i lavori sono in fase di realizzazione. Ecco dove sarà
Il “Triangolo” NO! Ma il GRATTACIELO PIRAMIDE è vicino alla realizzazione
# “Troppo alto”: una disputa dal 2008 al 2026
Credits: Herzog&de Mauron, by Archilovers
La Tour Triangle è una torre a forma piramidale, con la base trapezoidale, concepita nel 2008 con un preciso intento “urbanizzativo”: restituire una nuova identità a tutte le aree circostanti il Parco delle Esposizioni di Parigi.
L’allora sindaco parigino, Bertrand Delanoë, autorizzando il progetto ha ufficialmente messo la capitale francese in competizione con le architetture di Londra e di altre metropoli.
La gestazione, lunga 12 anni, è sbocciata pochi giorni fa grazie ad una sentenza del tribunale amministrativo di Parigi. L’alba di questa nuova era architettonica parigina, è stata sempre contestata per via della “statura” del Triangolo, giudicato “troppo alto“. La fine dei lavori è prevista per il 2026.
La Tour Triangle sarà alta 180 metri, per complessivi 41 piani. In altezza non supera la Tour Eiffel, che con i suoi 324 m continuerà a dominare la vista di Parigi. Se il progetto si accontenta di essere il terzo in altezza, è comunque destinato a tratteggiare uno skyline della Ville Lumiere. Il Triangolo abiterà il Parco delle Esposizioni, nel pieno centro di Parigi, diventando così il secondo grattacielo del centro, dopo i 210 m della torre di Montparnasse.
Diverse le destinazioni previste per la Tour Triangle. Nei suoi 180 metri fuori terra troveranno posto uffici, un asilo nido, un centro congressi, 120 stanze di un albergo e un ristorante panoramico in cima.
Il progetto è firmato Herzog & de Meuron, condotto dal gruppo URW, Unibail-Rodamco-Westfield ed appaltato a Besix.
La Tour Triangle è pensata con uno scopo ambizioso: quello di dialogare con il contesto urbano di Parigi e conferire una moderna identità ai parchi “petit” e “grand” che formano il Parco delle Esposizioni. La creazione di una nuova piazza alla base del grattacielo, permetterà di riorganizzare grandi flussi logistici da e verso le periferie.
La facciata sarà semplice, rifinita in cristallo, in modo da rendere l’edificio visibile e “interattivo” grazie al gioco di riflessi innescato dalle superfici verticali.
La piramide è la soluzione di Herzog & de Meuron per assottigliare Triangle in cima, in modo da ridurre l’ombra che inciderà sugli edifici circostanti. Secondo le Archistar, «laforma trapezoidale dell’edificio è generata dalla rotazione degli assi nord e sud sul lotto rettangolare. Il volume tiene conto dell’impatto di un edificio alto sull’ambiente circostante». Il “dialogo urbano” deve essere intrigante, perché il tessuto di Parigi, classico e coerente, si ritroverà sulle facciate della Tour Triangle.
Due i livelli di interpretazione proposti dal progetto: «la forma complessiva, facilmente riconoscibile e la silhouette cristallina, che permette di essere percepita in vari modi».
La facciata ovest si sviluppa semplicemente in verticale, ancorando il progetto alla base trapezoidale, creando l’impronta classica; la facciata est è in costante salita, arretrando così lo spazio verso l’alto. La scelta geometrica conferisce una “natura filigranata” ai lati nord e sud, che ne scompongono il volume totale.
Ogni facciata esterna, corrisponde ad un diverso uso dello spazio interno risultante.
# L’impatto a Parigi
Credits: Herzog&de Mauron, by Archilovers
Non è solo la competizione con i grattacieli di Londra a guidare la mano dei progettisti, quindi. C’è anche la precisa scelta di trasformare un pezzo di Parigi, ruotato e posizionato verticalmente grazie allo sviluppo verticale dei 180 metri di altezza.
Tour Triangle segnerà l’asse Parigi / Issy-les-Moulineaux, permettendo al viale di recuperare le caratteristiche di una tipica via parigina, con negozi e ristoranti.
L’esperienza dei visitatori inizia alla base, a Piazza delle Porte di Versailles, per poi svilupparsi in verticale insieme al triangolo. per l’asse nord-est è prevista una funicolare, che collega il livello strada alle altezze del triangle, dove sono previsti un ristorante panoramico e un belvedere, da cui scoprire la bellezza di Parigi.
Altro che “il Triangolo no!”. La nuova torre parigina diventerà protagonista dello skyline, non solo come punto di riferimento del panorama, ma anche una silhouette immersa del tessuto urbano e monumentale della Ville Lumiere
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A cura di STEFANO CORRADA in collaborazione con LAURA LIONTI e BEATRICE BARAZZETTI
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Alice Riva. Laureata in Filosofia alla Statale, Master in Antropologia Culturale e Sviluppo a Londra, ha fondato nel 2007 YearOut, associazione che invia giovani volontari in progetti di cooperazione allo sviluppo per un’esperienza formativa a tutto tondo. “Nella vita cerco di produrre cambiamento” è il suo motto.
Alice RIVA: “la mia Milano avrà scuole migliori e più Montessoriane”
La cosa che ami di più di Milano?
Le connection che i milanesi adorano.
Quella che invece ti piace di meno?
Il fuggi fuggi da Milano il weekend.
Il tuo locale preferito?
Il Bar della casa degli artisti.
Casa degli artisti
Il tuo passatempo preferito a Milano?
Mostre, spazi espositivi nuovi.
Credits maart_milano IG – ADI, Museo del design
La canzone su Milano a cui sei più legata?
Non so.
Il luogo dei dintorni di Milano che ami di più?
La Martesana.
Credits: @navigliomartesana IG
La cosa più bella che ti è capitata a Milano?
Un bacio appassionato all’accademia di Brera.
credits: pixabay
La fermata della metro a cui sei più affezionata (e perché)?
Montenapo.
La cosa più curiosa che hai visto a Milano?
Una tigre come pet al bar quando avevo 8 anni. Harmaduk alle elementari in via spiga.
Il quartiere che ami di più?
Brera- Garibaldi.
Caro Sala ti scrivo… (cosa chiederesti al sindaco per rendere Milano ancora migliore)?
Scuole migliori e più Montessoriane. Meno cani in città che sporcano.
Milano città stato: sei a favore oppure no a che Milano abbia un’autonomia simile a una regione o a una provincia autonoma, come l’hanno le principali città d’Europa?
Favore.
Se dovessi lasciare Milano in quale città ti piacerebbe vivere?
Difficile: Milano sempre e solo Milano.
Se avessi due miliardi per Milano che cosa faresti?
Riformerei il sistema scolastico, inglese e metodo Montessori.
Un sogno per Milano: qual è il tuo più grande auspicio per il futuro di Milano?
Opportunità di lavoro per i ragazzi che escono dall’università.
Ogni giorno Milano Mia su milanocittastato.it: l’intervista a personaggi innamorati di Milano
MILANO CITTÀ STATO
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L’aria che tira in Italia è profondamente condizionata. Non è più qualcosa di naturale, gratuito, accessibile a chiunque per diritto di nascita.
Sembra quasi che da due anni ogni elemento di vita quotidiana che nella storia era sempre lasciato in libera disponibilità di ogni persona debba essere condizionato per la sopravvivenza del Paese.
Uscire di casa, respirare, assumere farmaci, entrare in un bar, viaggiare, lavorare, fare acquisti con il proprio denaro: per la prima volta nella storia si assiste a un condizionamento di tutto questo. Non solo queste libertà sono condizionate alla concessione da parte del governo, ma sono presentate come condizioni per salvare il paese, se non il mondo intero.
L’ultima in ordine di tempo è la scelta tra la pace e l’aria condizionata. Come se vi fosse una correlazione diretta tra le due cose e come se rinunciare al gas fosse solo una questione di aria condizionata e non un rischio di tracollo della produzione delle imprese e della vita quotidiana dei cittadini.
Questa politica che a molti sembra fatta di continui ricatti, può essere un segnale di uno scollamento tra chi vive nel palazzo del potere e i cittadini, oppure una evoluzione del bispensiero orwelliano. Dove non si tratta di affermare verità contrapposte come “la guerra è pace” o “la libertà è schiavitù”, ma di presentare come alternativa di scelta due opzioni che non hanno nulla a che fare l’una con l’altra.
Perché una cosa è certa: anche con i condizionatori spenti i russi non lasceranno Ucraina.
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Negli ultimi 12 mesi in Antartide si è registrato un freddo eccezionale. Nel 2021 il continente ha avuto l’inverno più freddo della storia. Vediamo cosa mostrano le ultime analisi.
FREDDO RECORD in ANTARTIDE: è in corso una NUOVA GLACIAZIONE?
# Ad Aprile la temperatura è scesa a meno 70,6°C in Antartide. Nel 2021 l’inverno più freddo della storia nel continente
Credits michelle2214 -pixabay – Antartide
Il -70,6°C registrato domenica 3 aprile 2022 nella stazione di Vostok conferma il trend in atto in Antartide negli ultimi 12 mesi, dove si è registrato un freddo eccezionale. L’ “inverno” del continente infatti, tra aprile e settembre 2021, è stato il più gelido mai registrato nella storia. Ritornando ai dati dell’anno in corso, dal 19 marzo ad oggi secondo i dati del Climate Change Institute dell’Università del Maine le temperature si sono mantenute sotto la media del periodo 1979-2000 in tutta l’Antartide.
# La superficie ghiacciata è in crescita costante da 40 anni
Credits attivita solare – Aumento ghiaccio marino 1979-2021
Ulteriori conferme di questo raffreddamento arrivano dal costante aumento della calotta glaciale negli ultimi 40 anni. Fatto salvo un calo tra il 2020 e il 2021 ai livelli di 30 anni fa, il trend mostra un aumento della superficie ghiacciata dell’1%. I dati ufficiali mostrano come l’Antartide orientale, che copre due terzi del Polo Sud, si è raffreddata di 2,8°C negli ultimi 40 anni, e l’Antartide occidentale di 1,6°C. Il riscaldamento registrato nella Penisola Antartica, una piccola striscia dell’Antartide, oltre che ridotto come impatto risulta quindi insignificante anche dal punto di vista della superficie interessata.
# Anche in Europa si è registrato un freddo eccezionale
Meteo-France
Anche in Europa l’ondata di freddo ha portato a registrare nuovi record per il mese di aprile in Austria, Germania, Spagna e Francia dove la notte del 4 aprile è stata la più gelida dal 1947 e dove a Les Pontets si sono toccati i -21,6°C. Nel mar Tirreno in alcune località della Corsica e della Sardegna sono stati battuti i precedenti primati del mese di aprile.
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A volte capita di lamentarsi di baristi e bariste che servono bruscamente il caffè ai loro clienti, non li considerano, ci mettono ore a preparare un espresso e magari una giornata per un cappuccino. Spesso le lamentele sono poco giustificate, mosse principalmente dall’impazienza del cliente, altre volte invece sono più che giuste. A Milano però c’è un bar concepito con un’idea molto particolare, dove è impossibile lamentarsi, proprio per il suo concept alla base. Ecco perché e soprattutto qual è.
A Milano il BAR del SORRISO
# Il bar dove chi ci lavora fa la differenza
Credits: @andreacherchi_foto bar sempione 49
Si sta parlando del Bar Sempione 49, in corso Sempione, come suggerisce il nome. Un locale molto piccolo e che serve il classico caffè, brioches, la puccia pugliese e qualche panino per le pause pranzo. Ma la sua vera particolarità è proprio chi ci lavora, sono loro a fare la differenza e a distinguere il Bar Sempione 49 dalla concorrenza. Come riportano alcune recensioni, “il personale è gentile e davvero molto cortese, di quelli che ti fanno iniziare la giornata con il piede giusto e un sorriso”.
# Il bar che accoglie con il sorriso
Credits: @andreacherchi_foto bar sempione 49
Secondo il proprietario del Bar Sempione 49, infatti, “se non sapete sorridere non aprite un bar”. E ne è fermamente convinto, tanto da scriverlo sulla propria insegna. Il Bar Sempione 49 è un bar che accoglie tutti con il sorriso: entrando il locale è infatti pieno di insegne simpatiche e che ricordano che bisogna sorridere, proprio perché i proprietari sono i primi che lo fanno. Ecco alcune scritte divertenti che si trovano nel locale.
Credits: @andreacherchi_foto bar sempione 49Credits: @andreacherchi_foto bar sempione 49
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