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“MILANO non sei più TU”: quello che abbiamo PERSO negli ultimi anni

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Ph. @milanographies IG

Sembrava proiettata verso le stelle. Senza più limiti, una delle città più attrattive d’Europa, forse del mondo. Poi come a Icaro la troppa luce ha fatto sciogliere le ali ed è piombata in una stagione completamente diversa. Fatta di qualche sprazzo di luce ma molte, troppe ombre. Ma che cosa è successo a Milano in questi ultimi anni? Ph. Cover: Ph. @milanographies IG

“MILANO non sei più TU”: quello che abbiamo perso negli ultimi anni

Milano non è più quella di qualche anno fa. Il periodo magico che va da qualche anno prima di Expo all’inizio della pandemia è un ricordo lontano. Difficile ritrovare nella Milano di oggi quella magia fatta di opportunità, energia e orizzonti che parevano sconfinati. Dove è andata a finire quella Milano? E in che cosa quella di oggi è diversa da quella di allora?

#1 Il “Dark Side” del boom di immobiliare e turismo

Credits: @webantv IG
Murales AMA in via del Turchino a Milano

La Milano ruggente vedeva una crescita in tutti i settori. Quella di oggi è invece estremamente settoriale. Su tutto domina l’immobiliare con i prezzi delle case che hanno raggiunto vette altissime. A questo successo hanno contribuito anche delle leve “aliene” a Milano: il grande numero di compratori in arrivo dall’estero attirati anche dai vantaggi fiscali per i residenti stranieri e il record di ingressi turistici. Per gli appartamenti di prestigio un compratore su tre è residente all’estero e per quest’anno si supererà quota 10 milioni di arrivi turistici.

La conseguenza? Sempre più proprietari preferiscono lasciare vuote le loro case per destinarle solo ad affitti brevi mirati ai turisti. Affitti brevi, prezzi delle case alle stelle, insieme al rialzo dei tassi di interesse costituiscono una miscela esplosiva per studenti e lavoratori in cerca di un alloggio a Milano. Studenti e lavoratori spesso costretti a ripiegare fuori Milano: questo porta da un lato frustrazione, dall’altro uno svuotamento delle componenti più vitali e creative della città. Non solo: una città che prosperava grazie alle numerose attività e imprese di successo sta sempre di più diventando una città di “palazzinari” e di “affittacamere”, come spesso accade per le città ormai prive di un tessuto produttivo. 

#2 Il lavoro a distanza 

Credits: breaking travel news. Smart Working sul Monte Bianco

Un altro fattore di svuotamento e di cambiamento di prospettive. La pandemia, con le relative restrizioni, ha colpito Milano più di qualunque altra grande città italiana. E le ferite ancora non sono del tutto rimarginate. Quelle psicologiche, innanzitutto: una città che faceva dell’incontro e della fiducia negli altri un suo grande fattore di forza ha subito un trauma quando ha dovuto indossare la veste della diffidenza, trattando il prossimo come un pericolo mortale. Un trauma che sembra ancora presente nell’atteggiamento di molti che proseguono a guardare con sospetto gli altri. Ma ci sono anche effetti più misurabili come quello del lavoro a distanza. Si fanno meeting via internet, sempre più lavoratori chiedono come bonus le giornate di lavoro a casa, siamo entrati nell’era dello smart working. Intelligente per il lavoratori ma piuttosto dannoso per una città che faceva della prossimità la leva principale per la moltiplicazione delle opportunità. Il lavoro a distanza ha portato sempre più persone a capire che possono lavorare a Milano senza stare a Milano. 

#3 La città fortino

Le politiche dell’amministrazione hanno diffuso la sensazione che Milano da città aperta sia diventata una città fortino. Dove chi vive in centro si difende da chi arriva dalle periferie e chi vive in periferia si difende da chi arriva da fuori. Non solo: si sono alimentate delle piccole guerre tra mezzi di mobilità diversi. Ciclisti in guerra contro gli automobilisti, entrambi contro i monopattini, i pedoni contro tutti. Chi circola in auto si sente come se attraversasse le forche caudine, dimenticando che chi va in auto Milano non lo fa per piacere ma per necessità. L’auto è diventata una colpa e un incubo a Milano, non solo per gli accessi ma anche per parcheggi sempre più impossibili, soprattutto nelle zone centrali. La città fortino è segnata da una difesa della propria posizione, dall’ostilità per chi fa parte di un gruppo “diverso”, ma non solo. E’ anche un luogo dove chi circola si sente stabilmente nel mirino invece di sentirsi accolto in un ambiente ospitale. 

#4 Il paradosso della sicurezza: tutti supercontrollati tranne i delinquenti 

Credits: blog.urbanfile.com
Lambrate degrado

Il paradosso della sicurezza. Una città dove chiunque è sotto costante controllo delle telecamere, dove ogni più piccola infrazione viene punita senza pietà, lascia invece la delinquenza a mano libera. Tutti super controllati e puniti per un accesso o una sosta sbagliati, ma lasciati allo sbando con la vera delinquenza. Forse perché il cittadino che fa un’infrazione è un business, mentre i delinquenti non lo sono?

#5 La deriva provinciale: da cuore d’Europa all’abisso italico

Ph. geralt – pixabay

Derby di Champions a parte, Milano negli ultimi anni ha perso di vista le altre grandi città d’Europa. Fino al dopo Expo Milano era in concorrenza con Londra e con le altre grandi città d’Europa in qualunque tipo di classifica, dagli universitari alle start up. Ormai in quelle classiche di Milano c’è poca traccia: ha perso punti sotto ogni punto di vista ed ormai si confronta solo con le altre città d’Italia. Questo cambiamento di orbita porta due problemi per Milano: il primo è che perde la sua caratura internazionale e sta diventando sempre più provinciale misurandosi con resto d’Italia cosa che la estrania nella sua identità storica. Il secondo problema è che Milano sta inevitabilmente venendo risucchiata da un clima paese in progressivo logoramento da vent’anni a questa parte. La città che doveva assumere il ruolo di gancio del paese col resto d’Europa ha abbassato la testa, diventando invece sempre più lo specchio di un paese che sta precipitando nella periferia del mondo occidentale.

# Come riprendere quota?

Foto di (c) Andrea Cherchi
Foto di (c) Andrea Cherchi

Si tratta di una tendenza irreversibile o si può invertire la rotta? Difficile saperlo, sicuramente per cambiare le cose occorre un repentino mutamento strategico. Dove le tre priorità di azione principali sembrano queste.

#1 Rilanciare la città stato. Tutte le grandi città del mondo sono dotate di un’autonomia straordinaria che le porta ad avere lo status da regione, o “città stato”, capaci di interagire direttamente con i loro governi nazionali. L’autonomia consente di potersi misurare ad armi pari con le loro omologhe internazionali, rappresentando così una specie di aeroporto internazionale per attirare imprese, capitali e talenti dall’estero. L’Italia è l’unico grande paese d’Europa senza avere delle “città regione”, come se avesse solo aeroporti domestici. 

#2 Tornare città aperta. La forza di Milano nei secoli è stato il suo grado di apertura e di libertà concesso a chi veniva a lavorare. Si deve avere il coraggio di eliminare tutti i muri costruiti contro chi viene a studiare o a lavorare in città. Muoversi a Milano non può essere una colpa, qualunque sia il mezzo di trasporto utilizzato. 

#3 Ripristinare l’unione della comunità. L’altra grande forza di Milano è la sua comunità. Dividerla in categorie in lotta tra loro in base al mezzo di trasporto utilizzato o in base al luogo di domicilio oppure creando aree di privilegio significa distruggere la sua forza. Una responsabilità che ogni cittadino deve però fare sua: divide et impera è una legge aurea ricercata da ogni autorità politica debole o prepotente. Sottostare passivi a questo gioco è il tradimento maggiore che si può fare al proprio ruolo di cittadino. 

Continua la lettura con: Il D-DAY dei TRASPORTI: l’INFOGRAFICA ESPLICATIVA sui nuovi DIVIETI a MILANO e in LOMBARDIA

ANDREA ZOPPOLATO

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🛑 Il D-DAY dei TRASPORTI: l’INFOGRAFICA ESPLICATIVA sui nuovi DIVIETI a MILANO e in LOMBARDIA

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Da Il Giorno

Il 1 ottobre 2023 sono entrati in vigore i nuovi divieti alla circolazione introdotti da Regione Lombardia, a cui si aggiungono quelli decisi dal Comune di Milano. Un dedalo di nuove norme in cui si rischia di naufragare collezionando una vagonata di multe. Facciamo un riepilogo di tutte le novità anche con l’aiuto dell’infografica de Il Giorno.

Il D-DAY dei TRASPORTI: l’INFOGRAFICA ESPLICATIVA sui nuovi DIVIETI a MILANO e in LOMBARDIA

# Tutti i divieti in vigore dall’1 ottobre 2023: l’infografica de Il Giorno

Infografica Il Giorno sui divieti al traffico in Lombardia

Sono entrati in vigore l’1 ottobre 2023 i nuovi divieti alla circolazione decisi da Regione Lombardia introdotti per rientrare nei limiti fissati dalla normativa europea e statale per Pm10 e No2. Le nuove regole di blocco al traffico, come si vede dall’infografica de Il Giorno, diventano sempre più stringenti. Vediamoli.

  • Ai veicoli benzina Euro 0-1 e i diesel Euro 0-1-2-3 che non potranno più circolare in 209 comuni di Fascia 1 e 361 comuni di Fascia 2 durante tutto l’anno dal lunedì al venerdì dalle 07.30 alle 19.30, si aggiungono i veicoli diesel Euro 4 anche se dotate di FAP che verranno limitati tutto l’anno, non più quindi solo nei mesi invernali, sempre nelle stesse fasce orarie nei comuni di Fascia 1 (compreso Milano) e in quelli con più di 30.000 abitanti di Fascia 2. 
  • Lo stop è esteso a tutta la settimana nell’arco di tutte le 24 ore agli autobus categoria M3 con motori Euro 0-1-2 diesel, ai motocicli e ciclomotori due tempi Euro 0. Per quelli Euro 1 lo stop è ristretto al periodo 1 ottobre-31 marzo nei 209 comuni di Fascia 1.

# Le nuove regole di Area B e Area C

Credits cheautocompro.it IG – Area C

A questi di divieti si affiancano le nuove limitazioni al traffico stabilite dal Comune di Milano.

  • Per quanto riguarda l’Area B, l’accesso ai mezzi pesanti dal lunedì al venerdì dei giorni feriali dalle 7.30 alle 19.00 è consentito solo a quelli dotati di sensori per l’angolo cieco. Questo obbligo è imposto ai veicoli M3, per trasporto persone, con più di 8 posti a sedere e una massa superiore a 5 tonnellate e ai veicoli N3, per trasporto merci, con una massa superiore alle 12 tonnellate.
  • Inoltre, sempre dal 1 ottobre, per usufruire del diritto ad entrare e a circolare ancora in città con un veicolo di classe definita inquinante occorre registrarsi obbligatoriamente sul portale areab.atm.it nella sezione “richiesta permessi”. Gli spostamenti possono comunque avvenire nei limiti stabiliti dal bonus ingressi che passa da 50 a 25 (5 per i non residenti) e dai km concessi ai possessori di Move-In (il dispositivo che conteggia i chilometri percorsi in regione e che per i veicoli di classe Euro 4 sono di 8.000 km/anno per i veicoli di categoria M1 e M2 e 10.000 km/anno quelli N1, N2, N3 e M3).
  • Sempre dal giorno 1 ottobre possono varcare le telecamere di Area C solo i veicoli benzina almeno Euro 3 e i veicoli diesel almeno Euro 6, scatta pertanto il divieto anche per gli Euro 2 benzina, gli Euro 5 leggeri diesel e gli Euro 5 pesanti diesel senza FAP.
  • Inoltre dal 30 ottobre per tutti coloro che possono accedere all’Area C, ma solo pagando, il ticket salirà da 5 a 7,50 euro e le telecamere saranno in funzione anche nei weekend.

Continua la lettura con: Dal primo ottobre OBBLIGO di REGISTRAZIONE per entrare o circolare a Milano con un veicolo “inquinante”

FABIO MARCOMIN

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Il TRAM STORICO che gira a Milano offrendo un CAFFÈ GRATIS

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Foto di Andrea Urbano (@paurbano)
(Foto di Andrea Urbano (@paurbano))

A bordo del mitico “Carrelli” con le sedute in legno. Fino a quando è disponibile l’iniziativa e quali sono le fermate.

Il TRAM STORICO che gira a Milano offrendo un CAFFÈ GRATIS

# A bordo del mitico “Carrelli” con le sedute in legno per un caffè gratis

Credits foodaffairs.it – Eridania Tram

Eridania, l’azienda più importante in Italia specializzata nella produzione di zucchero, ha fatto rivestire uno degli storici tram “Carrelli” con il colore blu del suo dolcificante a 0 calorie: dal 2 al 15 ottobre regala un caffè a tutti i milanesi che vorranno salire a bordo del mezzo su rotaia. Una volta accomodati sulle sedute in legno si può scegliere tra diversi formati di dolcificante, in bustina, liquido o compresse e gustarsi un caffè gratis fino alla fermata successiva. 

# Il tragitto del tram

Credits Andrea Cherchi – Piazza Fontana

Il tram, che è rivestito appositamente all’interno per creare un ambiente accogliente e rilassante, circola dalle ore 11.00 alle ore 17.00 e partendo da Piazza Fontana percorre il seguente tragitto di una ventina di fermate: Missori M3, Corso Italia Via Santa Sofia, Corso Italia via Lusardi, Viale col di lana 1, Viale col di lana 7, Piazza ventiquattro maggio, Viale Gorizia 30, Via Vigevano Via Corsico, Porta Genova M2, Corso Colombo Piazzale Cantore, Corso Genova-Via Ariberto, Largo Carrobbio, Via Torino/S.Maria Valle, Via Torino/Via palla, Via Cantù, Via orefici, Via Mazzini 10, Missori m3, Via larga 7 e infine ritorno a Piazza Fontana.

Per partecipare all’iniziativa non serve nessuna prenotazione, basta farsi trovare a una delle fermate lungo il percorso.

Continua la lettura con: ATMosfera: tutte le cose da sapere sul TRAM RISTORANTE di Milano

FABIO MARCOMIN

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Il TRENINO della LUCE nella GALLERIA di Milano

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Credits milanosparitaedaricordare FB - Galleria con lampadari

Ne rimangono solo tre esemplari. A cosa serviva e come funzionava.

Il TRENINO della LUCE nella GALLERIA di Milano

# Il lampadario della Galleria Vittorio Emanuele

Credits milanosparitaedaricordare FB – Galleria in costruzione

La Galleria Vittorio Emanuele II ha inaugurato il 5 settembre 1867 e fin dal primo giorno fu illuminata. Il progettista, Arch. Mengoni, pensò infatti di fornirla di adeguata illuminazione serale, nonostante a quell’epoca l’illuminazione pubblica era data da lampioni a gas. Non potendo installare lampioni a 50 metri d’altezza, la cupola è alta 47, che avrebbero dovuto accendere manualmente da un operaio detto “el làmpedee” inerpicandosi su una pertica come per quelli lungo le strade della città, fu scelta un’altra soluzione.

Credits Andrea Cherchi – Tetto Galleria e Duomo

Fu costruita una tubazione con un centinaio di ugelli e un binario attorno a tutta la circonferenza della cupola percorso da un trenino che al passaggio accendeva questo particolare lampadario cittadino.

# Lo spettacolo del “topolino” su rotaia che accendeva il lampadario

Credits storiemeneghine.it – El Rattin

Si trattava di un originale meccanismo a molla in dotazione della Galleria con in coda una fiammella a spirito che al contatto con il gas dava vita alla luce attorno alla cupola. Ogni sera al tramonto l’Ottagono si affollava di milanesi pronti a godersi lo spettacolo, annunciato da alcuni fischi, della veloce corsa di questo trenino che osservandolo dal basso sembrava un topolino, per questo venne chiamato “el rattin“. Per evitare un eccessivo accumulo di gas sotto la cupola, che avrebbe potuto causare facilmente un’esplosione, la corsa del congegno doveva essere rapida e sicura.

# Lo stop con l’arrivo dell’energia elettrica

nel riquadro la prima centrale elettrica d'Europa
nel riquadro la prima centrale elettrica d’Europa

“El rattin” rimase in funzione per circa 20 anni, fino al 1885, quando a Milano arrivò l’energia elettrica in seguito alla costruzione della centrale termoelettrica di Via Santa Redegonda, la prima in Europa e la seconda al mondo dopo quella di New York.

Credits milanosparitaedaricordare FB – Galleria con lampadari

Oggi di questi trenini ne rimangono tre esemplari esposti in tre musei milanesi: il Museo del Risorgimento, il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia e il Museo dell’AEM.

Leggi anche: A Milano venne realizzata la prima CENTRALE ELETTRICA d’Europa

Continua la lettura con: Gli “Italiani Illustri”: quando la GALLERIA era arricchita dai più grandi PROTAGONISTI della STORIA d’Italia

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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#76 – VAL SANAGRA: 7 MOTIVI per visitare la VALLE che si affaccia su LAGO di COMO

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@maryslow IG

Un ambiente fatto di mosaici di boschi, praterie e alpeggi, scavato dal fiume Sanagra e modellato dai ghiacci dell’ultima glaciazione. Un’urbanizzazione non eccessiva e ovunque rispettosa del territorio. Ecco come si presenta oggi la Val Sanagra, splendida vallata del Lario occidentale incastonata nel cuore delle Alpi Lepontine e saggiamente conservata dai suoi abitanti. L’urbanizzazione contenuta, l’ambiente selvaggio, la presenza di specie vegetali rare o endemiche unite a un microclima particolare, fanno di questa zona uno dei territori più interessanti nel territorio lariano. Per sette principali motivi. Che dite, li scopriamo assieme?

Milano-Val Sanagra

VAL SANAGRA: 7 MOTIVI per visitare la VALLE che si affaccia su LAGO di COMO

#1 Per il trekking

Credits jelenajeltiseva IG – Trekking Val Sanagra

La valle del Sanagra è uno degli scorci più belli e al contempo meno conosciuti del Lago di Como. Qui il fiume Sanagra scorre a volte placido, a volte impetuoso. Lasciando il centro di Menaggio si può organizzare un percorso con o senza guide alla scoperta di questo luogo magico, dove le bellezze naturalistiche si fondono con curiose e importanti tracce storiche. Una semplice passeggiata attraverso l’antico borgo di Loveno è l’ideale per incontrare stretti vicoli, che si aprono improvvisamente su spettacolari vedute del lago e su importanti ville storiche. Proseguendo verso il cuore della valle, magico e poco frequentato, ci si imbatte in un ponte sospeso, una vecchia fabbrica di mattoni ora trasformata in museo, e un’altrettanto antica fabbrica di chiodi che oggi è un agriturismo ed un allevamento sostenibile di trote e storioni.

#2 Per i piatti tipici

Credits daria.saenkova IG – Agriturismo Barcola

Perché dopo una camminata un buon piatto assieme a un ottimo calice di vino rosso è meritato, no? Gli agriturismi da queste parti spuntano come funghi in mezzo agli itinerari naturalistici e, come da tradizione locale, offrono il meglio della cucina lacustre e di montagna, adattandosi a tutte le stagioni. Su tutti spiccano l’Agriturismo Barcola e la Vecchia Chioderia, famosa soprattutto per le squisite torte. Entrambe richiamano nel proprio nome la forte traduzione manifatturiera della zona.

#3 Per l’arte

Credits monicuzzola86 IG – Museo etnografico Val Sanagra

All’interno del Museo etnografico e naturalistico della Val Sanagra, davvero ricco e ben curato, si trova un po’ di tutto ciò che è inerente al territorio. Dai fossili, da queste parti c’è un giacimento carbonifero risalente a ben 300 milioni di anni fa, agli animali fino agli attrezzi di una volta, il tutto ben esposto e conservato con cura.  Grazie alle bravissime guide pronte a illustrare i segreti del museo la visita diventa speciale in un baleno, e a mio avviso è l’ideale per gite di scolaresche di scuole medie e non solo. Bonus: parcheggio in loco ed entrata gratuita. Troverete il Museo etnografico presso Villa Camozzi, nel piccolo comune di Grandola e Uniti (CO).

#4 Per rinfrescarsi

Credits giovanna_scatti_e_pensieri IG – Parco Val Sanagra

All’interno del Parco della Val Sanagra, assieme a trekking, agriturismi e quant’altro, si può godere anche di un Percorso salute, che parte dalle pianure di Menaggio in località Loveno. Aperto tutto l’anno, ha un comodo parcheggio di fronte al cimitero, inizia con un percorso abbastanza pianeggiante per poi dispiegarsi in pochi sali/scendi dove sarà possibile fiancheggiare un simpatico torrente, nel quale d’estate è favoloso bagnarsi gli arti inferiori come se si fosse alle terme. Lungo il tragitto si trovano vari punti di seduta per riposarsi dalla camminata, prima di imboccare poi il grazioso sentiero per la Pietra Pendula. È idoneo anche per bambini e di facile percorrenza, dato che come detto il tracciato è quasi tutto pianeggiante (si consiglia comunque di indossare scarpe adeguate per non scivolare nei tratti umidi o poco esposti alla luce.)

#5 Per la storia

Credits: unviaggioinfinitemozioni.it – Villa Carlotta

A ridosso del Lago ci imbattiamo in Villa Carlotta, un meraviglioso edificio sito nel comune di Tremezzina (CO) colmo di opere d’arte conservate al suo interno, nonché di un vasto giardino botanico che la circonda, parte del circuito Grandi Giardini Italiani. La costruzione della villa, in origine denominata Villa Clerici, fu iniziata nel 1690 per volere del marchese Giorgio II Clerici, presidente del Senato di Milano ed esponente di una famiglia di banchieri e commercianti. Nel 1801 la proprietà venne acquistata da Gian Battista Sommariva, all’epoca Presidente del Comitato di Governo della Repubblica Cisalpina. Personaggio illustre a Milano e collezionista d’arte, in contatto con i più illustri artisti del periodo, il Sommariva modificò gli interni della villa al fine di arricchirla con opere provenienti dalla sua collezione, che resero la villa nota in tutta Europa e luogo di interesse per personaggi come Stendhal, Lady Morgan e Flaubert.

#6 Per Menaggio

Credits igor_kov72 IG – Menaggio

Il comune di Menaggio si trova sulla sponda occidentale del lago ai piedi della Val Sanagra e all’imbocco della sua valle cugina che porta il nome del paese. Assolutamente da visitare è l’elegante lungolago che offre Menaggio, tra aiuole fiorite, palme e una ringhiera in ferro battuto con raffinati ghirigori per godersi il lago in un contesto raffinato e tranquillo. Nella zona più interna potete scoprire le chiese e le ville, come Villa Mylius Vigoni, immersa in un giardino all’inglese. Per gli amanti delle passeggiate, in questo suggestivo paese è possibile percorrere l’antica Strada Regina fino ad arrivare a La Crocetta, un punto panoramico a 500 metri di altitudine da cui si gode una vista incantevole sul Lago di Como.

#7 Per prendere il largo

Credits: siviaggia.it – Varenna

Sempre a Menaggio è possibile imbarcarsi per Varenna e Bellagio con i traghetti della navigazione lacustre. Non esattamente dei campioni di velocità, ma nel caso si abbia del tempo da spendere e si vuole ammirare le montagne che circondano il Lago dalle acque dello stesso, senza farsi code chilometriche in auto o senza treno, il traghetto è il modo migliore per attraversare il grande specchio d’acqua lariano e raggiungere la zona orientale del Lago di Como, così come il ramo di Lecco.

Insomma, la Val Sanagra come le molte vallate attigue è un piccolo prezioso territorio ricco di sorprese che non tutti conoscono. E voi, amici lettori di Milano Città Stato? Ci siete mai stati o avete testimonianze del luogo da raccontarci? Sono tutto occhi!

Continua la lettura con: #77 – PAVIA: la città dal GLORIOSO PASSATO, classica gita del fine settimana

CARLO CHIODO

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#76 – La MINI ITALIA più ANTICA è al parco Trotter (c’era anche l’Istria)

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Credits Andrea Cherchi - Mini Italia Parco Trotter

Meno conosciuta e famosa delle riproduzioni di Rimini e Brescia, questa Italia in miniatura è stata realizzata con un fine preciso. Scopriamo la sua storia.

La MINI ITALIA più ANTICA è al parco Trotter (c’era anche l’Istria)

# Parco Trotter: da ippodromo di Milano a parco didattico 

exconvitto
exconvitto Parco Trotter

Il Parco Trotter nasce nel 1800 per ospitare l’ippodromo della Società del Trotter, prima che le corse dei cavalli venissero spostate a San Siro dal 1925. Fallita la società il parco venne acquistato dal Comune di Milano per trasformarlo in una scuola per bambini affetti da tubercolosi chiamata “Casa del Sole”.

Il progetto dell’ingegnere Giuseppe Folli prevedeva una sorta di parco tematico dedicato per far vivere i bambini in un ambiente salubre e il più possibile a contatto con la natura con percorsi educativi pratici. Terminata l’epidemia la scuola continuò ad accogliere bambini fragili fino alla riconversione in scuola di quartiere negli anni ’70. Dal 1994 l’Associazione “La città del Sole – Amici del Parco Trotter – onlus ” si occupa di conservare, tutelare, recuperare e valorizzare l’intero patrimonio del parco anche attraverso la promozione di iniziative.

# Come è strutturato il parco al suo interno

 
Credits mondo tempo reale – Mappa Parco Trotter

All’interno del perimetro dell’ex tracciato dell’ippodromo, ancora visibile quasi integralmente nel viale circolare, ci sono varie strutture comuni come la piscina progettata da Luigi Secchi nel 1928 e un solarium tra cui due palestre coperte, e aree didattiche come l’Albero delle Scimmie, il viale dei Platani e la Torre della Sirena.

All’esterno orti, stagni, una chiesetta, l’ex-convitto di 5.000 mq in procinto di una riqualificazione definitiva, e altre zone a scopo educativo come la fattoria, la voliera, la rosa dei venti e l’Italia in miniatura.

Leggi anche: Parco TROTTER: la storia e i progetti di riqualificazione della “casa del sole” di Milano

# La Mini Italia con 100 anni di storia

Credits Andrea Cherchi – Mini Italia Parco Trotter

Tra le attrazioni più significative realizzate a scopo didattico all’interno del Parco Trotter c’è la Mini Italia. Costruita in pietra alla fine degli anni ’20 del ‘900, oggi protetta da una cancellata in ferro, questa riproduzione dello stivale italiano è la più antica del nostro Paese.

Nel suo disegno è infatti presente ancora l’Istria, ceduta alla Jugoslavia dopo la conclusione della Seconda Guerra Mondiale. Un tempo era immersa nell’acqua, per ricreare l’effetto dei mari che la circondano, e utilizzata per spiegare ai ragazzi la geografia dell’Italia.

 

Leggi anche: Il progetto di COMMUNITY CENTER al PARCO TROTTER

Continua la lettura con: Luogo nascosto #77 – Alla scoperta di VILLAPIZZONE! “Dove?!”, “Ma è Milano?”

FABIO MARCOMIN

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Gli SCEMPI ARCHITETTONICI del dopoguerra ancora presenti a Milano

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Via de Amicis

In Europa si sistemano gli scempi architettonici del dopoguerra, in Italia non se ne discute nemmeno. Milano non fa eccezione.

Gli SCEMPI ARCHITETTONICI del dopoguerra ancora presenti a Milano

# La distruzione di borghi storici

Credits pierangelotomx IG – Ponte Lambro

Mentre in Europa si comincia finalmente a guardare con forte spirito critico agli scempi edificati dal dopoguerra in poi proponendo soluzioni per rimediare ai disastri, in Italia pare nemmeno essersi mai aperto un serio dibattitto. Eppure il Bel Paese di orrori ne ha costruiti tanti e non solo dagli anni ’50. Sorvoliamo sulle nefandezze dei savoiardi e del ventennio…

Oltre ad aver permesso il proliferare di agghiaccianti sterminate periferie, (Zen, Vele, Corviale, Ponte Lambro, Cep,…) è stato tollerato ed incentivato l’abusivismo in ogni sua forma e in ogni luogo, tanto poi, un condono arriva sempre…

Uno degli aspetti peggiori di questo disordine urbanistico architettonico frutto di speculazioni e poca lungimiranza, oltre alla cementificazione selvaggia, alla devastazione del territorio e ai conseguenti danni causati da un po’ di pioggia e da qualche esondazione, è stata la distruzione di intere contrade, borghi, antichi palazzi, strade e cascine perpetrato soprattutto nel corso del cosiddetto “boom” economico.

# Milano non fa eccezione

Credits: manoxmano – Foto demolizione Bottonuto

Milano non fa certo eccezione, anzi, con la scusa del risanamento e della crescita sono stati cancellati secoli di storia, stratificazioni di epoche e culture che mai più potranno tornare alla luce.

Dalla demolizione di decine di cascine, alla definitiva sparizione di quanto rimaneva del Bottonuto, a Milano si è fatto scempio con metodica ossessione spesso con il compiacimento dei proprio cittadini soddisfatti di vedere devastate le testimonianze della propria città e sempre con la solita complicità di una stampa serva di interessi affaristici.

leggi anche: La storia del Bottonuto

# Cambiano le giunte, cambiano i colori ma gli scempi rimangono inviolati

Via de Amicis

Ora la mentalità è in parte cambiata un po’ perché da demolire è rimasto ben poco e un po’ perché la sensibilità generale ha raggiunto maggior consapevolezza di quanto sia importante preservare, ma ciò nonostante solo un paio di anni fa hanno provveduto a buttare giù una delle poche case antecedenti l’unità d’Italia miracolosamente sopravvissute in Via De Amicis per lasciare il posto al solito anonimo palazzo. Tutto questo in pieno centro storico.

# La svolta tedesca

In Germania, il Paese che più di tutti ha subito pesantissime devastazioni e dove una frettolosa seppur necessaria ricostruzione non ha badato molto per il sottile e diversamente da quanto fatto in Polonia, dove si è volutamente e minuziosamente ricostruito il più possibile, si vedono sempre più spesso tentativi di ricostruzione con risultati sbalorditivi. Questo ci dimostra che con un po’ di buona volontà si può cambiare volto a piazze, strade palazzi riportandoli a loro antico fascino.

Alcuni esempi di quanto fatto in diverse città tedesche che potrebbe essere da spunto per interventi da noi.

# Dove intervenire a Milano?

Quali zone vie o case potrebbero essere interessate da ristrutturazioni con uno sguardo rivolto al passato? Dobbiamo per forza rassegnarci alla grigia triste edilizia orrenda e anomica completamente avulsa dalla storia della città?

#1 Darsena

Credits sara_gypsy_soul IG – Darsena by night

Quanto fatto ultimamente per riqualificare la Darsena è davvero modesto, meglio dello scempio ereditato dalla Giunta Moratti ma il risultato è stato deludente.

Leggi anche: NUOVA DARSENA ancora in alto mare: cosa manca per completare il RESTYLING

#2 Cascina lungo il Naviglio Grande

Credits Urbanfile – Cascina Campagnola

Oramai ridotta a rudere aspettano solo che crolli per giustificare la costruzione di un palazzo magari tutto vetro e allumino come ne esistono a milioni nel mondo.

#3 L’agghiacciante hotel di Largo Augusto

Credits mauro_c._passeggiandopermilano IG – Hotel NH Largo Augusto

Questo terrificante edificio, che più brutto non lo si sarebbe potuto pensare, andrebbe fatto esplodere e al suo posto persino una stalla del 1600 sarebbe meglio.

#4 La Torre Velasca

Credits: @milanocityitalia IG

La Torre Velasca pare scontato, ma il distorto senso estetico dei milanesi non permetterebbe mai di posizionare la dinamite nelle sue fondamenta…discorso diverso per gli orrendi edifici anni ’60 intorno, quelli non piacciono davvero a nessuno.

L’elenco potrebbe andare avanti all’infinito…aspettiamo suggerimenti da proporre al Comune.

Continua la lettura con: gli altri MILANO NON FA SCHIFO MA…

ANDREA URBANO

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Le PIAZZE da RIMETTERE a POSTO secondo i MILANESI

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Credits tommaso_carboni IG - Piazza Baiamonti

Gli interventi realizzati negli ultimi anni, nell’ambito delle iniziative di “Piazze Aperte” con l’urbanismo tattico che in alcuni casi ha condotto alla riqualificazione definitiva di alcune piazze e slarghi usati come parcheggi, hanno migliorato l’aspetto e la funzionalità di molti luoghi. Ci sono però ancora molte piazze da sistemare, alcune di queste sono state soggette a lavori ma con risultati non soddisfacenti. Vediamo quelle segnalate dai milanesi.

Le PIAZZE da RIMETTERE a POSTO secondo i MILANESI

# Piazza Gasparri

Credits milanoevents.it – Piazza Gasparri

Dopo il leggero restyling del 2019 con percorsi pedonali realizzati con strisce rosse e tavoli da ping pong, che ha eliminato le auto dal parcheggio, Piazza Gasparri, in zona Comasina, avrebbe bisogno di un intervento più profondo.

 

# Piazza dei Mercanti

credit: @ligiuli119 (Instg)

Piazza dei Mercanti con la sua loggia è una delle piazze più antiche delle città e tra quelle con il maggiore fascino. Purtroppo questa meraviglia della città non viene per nulla valorizzata e nemmeno protetta da usi impropri e imbrattamenti, dalle vetrine del McDonald’s con affaccio sulla piazza ai graffiti e rifiuti nella loggia, fino al nuovo monumento in memoria dei partigiani utilizzato come bivacco.

 

# Piazza Gramsci

Piazza Gramsci

Piazza Gramsci è una delle più problematiche di Milano. Le opere di pulizia e di tinteggiatura di luglio 2023 hanno rese più gradevole il luogo ma non ha eliminato il degrado, causato da sporcizia e incuria oltre alla fontana realizzati negli anni ’90 e mai entrata in funzione.

Leggi anche: MAQUILLAGE di GRAMSCI e LAMPUGNANO: le immagini in anteprima

 

# La nuova Piazza di San Babila

Credits Andrea Cherchi – Piazza San Babila riqualificata

Piazza San Babila, sul lato verso via Borgogna, è stata inaugurata nella sua nuova veste a luglio del 2023 in occasione dell’estensione della M4 fino al centro città. Sono stati però molti i pareri negativi sul risultato dell’intervento, soprattutto per la mancanza di aiuole, alberature e panchine che sono presenti in minima parte solo lungo Corso Europa.

 

# Piazzale di Porta Genova

Credits luigibertino IG – Piazzale Porta Genova

Il piazzale antistante la stazione di Porta Genova è stata una delle prime a vedere un intervento di urbanismo tattico. Sono state inserite delle panchine, degli alberi in vaso per creare delle aree pedonali ed è stata colorata la pavimentazione. La scarsa manutenzione ha prodotto un effetto poco gradevole e sarebbe necessaria una riqualificazione definitiva.

 

# Piazza Baiamonti 

Credits tommaso_carboni IG – Piazza Baiamonti

Piazza Baiamonti nonostante tutti gli interventi dell’ultimo periodo continua ad essere un vero caos: pali e palificazioni inutili, binari inutilizzati da decenni che sprofondano sotto i marciapiedi che non seguono allineamenti precisi, la strada per metà in masselli di pavé e per metà in asfalto e al centro della piazza un’isola inutilmente ricoperta da asfalto invece di essere a verde.

 

Continua la lettura con: Una METROPOLITANA REGIONALE per collegare le città lombarde

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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Quando si fa sera a Milano… Dove vanno i milanesi?

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Ph. @milanopersempre.it IG

Dove vanno i milanesi quando escono di sera? Nonostante il problema sicurezza sia percepito sempre da più persone, in pochi rinunciano a godersi una serata in un locale o a passeggio tra le strade della città.

Quando si fa sera a Milano… Dove vanno i milanesi?

# Al Blue Note

Credits antropodiario_temporalia IG – Blue Note

Siamo all’Isola ma sembra di essere a New York. Per gli amanti del jazz e del blues il Blue Note è la meta perfetta a Milano. Questo jazz club, che è anche ristorante, festeggia nel 2023 i vent’anni dalla sua inaugurazione e fa parte della reta di network Blue Note, insieme allo storico Blue Note Jazz Club del Greenwich Village della Grande Mela.

Indirizzo: Via Pietro Borsieri, 37

# Allo Spirit de Milan

Credits: @d.parisio – Spirit de Milan

Spostiamoci un po’ più a nord, in zona Bovisa. Altro locale dove la musica è al primo posto, lo Spirit de Milan. Locale di culto realizzato in un ampio spazio stile industriale dove alle serate dedicate allo Swing, per scatenarsi sulla pista da ballo, si alternano spettacoli di cabaret e lezioni di dialetto milanese. Milanese è anche il menu del ristorante, servito su grandi tavoli da condividere con gli altri clienti.

Indirizzo: Via Bovisasca, 57/59

# All’Ortica

balera ortica
balera ortica

Forse il luogo di Milano che riesce ad attirare persone di ogni età. Appassiona i più giovani e chi ha invece tante primavere alle proprie spalle.

Indirizzo: Via Giovanni Antonio Amadeo, 78

# Al Patuscino

Nel quartiere che è stato prima casa di monaci, poi di intellettuali e artisti c’è un locale dove si respira ancora quell’atmosfera bohémienne. Un bar conosciuto dalla maggior parte delle generazioni in città, dove ci si va per colmare quella nostalgia degli anni ’80 o per fare una serata tra amici all’insegna del karaoke o della musica dal vivo

Credits la.plouccc IG – Il patuscino

Nel quartiere che è stato prima casa di monaci, poi di intellettuali e artisti il locale dove si respira l’atmosfera bohémienne dei tempi ruggenti. Bar conosciuto dalla maggior parte delle generazioni in città, dove ci si va per colmare quella nostalgia degli anni ’80 o per fare una serata tra amici all’insegna del karaoke o della musica dal vivo.

Indirizzo: Via Madonnina, 21

# A bere un calice di vino alle Cantine Isola

Credits: scattidigursto.it – Cantine Isola

In Chinatown si trova un locale con una delle scelte più variegate nel campo dell’enologia milanese: Cantine Isola. Una bottega storica, aperta dal 1896, dove poter stappare bottiglie rare e sorseggiare un calice di vino oppure fare aperitivo con una scelta di cicheti in stile veneziano che spaziano dal classico mezzo uovo sodo ai crostini conditi con funghi o pomodori secchi.

Indirizzo: Via Paolo Sarpi, 30

# Al ristorante 

Credits condor13ef IG – Ristorante Calaluna

Tipica serata milanese: in uno dei suoi mille e più ristoranti. Nella foto il Calaluna.

Indirizzo: Viale Piave, 38

# A teatro

Credits lionellpanzeri IG – Teatro Nazionale

Ci sono anche i luoghi più istituzionali dove ascoltare musica e godersi degli attori in scena. Tra questi il Teatro alla Scala, che propone balletti, concerti di musica classica e le opere lirica più famose del monde, il Teatro Nazionale che mette sul palco i musical del momento e il Conservatorio “Giuseppe Verdi”. 

# Al Cinema all’Anteo

Ormai diventato Palazzo del Cinema è una garanzia di programmazione, un vero e proprio monumento alla settima arte che resiste presidiando le migliori zone di Milano, da Porta Nuova a CityLife. 

# A passeggiare per le vie di Brera

Credits sonia_spadaccino IG – Brera di sera

Passeggiare la sera per le vie di Brera, Fiori Chiari e Fiori Oscuri, San Carpoforo, Madonnina e del Carmine, ci fa tornare ad atmosfere di una Milano di un tempo e richiama allo stesso tempo quelle bohèmienne di Parigi. Si alternano boutique particolari che si possono trovare solo in questa zona a locali super chic. Probabilmente il quartiere più romantico della città.

Continua la lettura con: LOCALI CULT di Milano LONTANI dal CENTRO dove trascorrere una bella serata

FABIO MARCOMIN

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BAZAR e NEGOZI di DESIGN: TRE LUOGHI IMPERDIBILI in cui acquistare gli oggetti più curiosi di Milano

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AMOMILANO365 IG - Cargo

Bazar e negozi in cui acquistare di tutto un po’, tre imperdibili indirizzi dove fare shopping tra arredi e oggetti di design.

BAZAR e NEGOZI di DESIGN: TRE LUOGHI IMPERDIBILI in cui acquistare gli oggetti più curiosi di Milano

#1 Raw, il cabinet des curiosites

raw_milano IG

Questo è un luogo magico e un po’ retrò, specialmente nella sede di corso Magenta dove la terrazza con enormi vetrate vi rapirà e conquisterà trasportandovi di colpo in Atmosfere di altri tempi. Qui si trova arredamento, oggettistica, piante e lampade, posateria di una volta e porcellane di pregio all’interno di un negozio che non a caso si autodefinisce cabinet des curiosites: un luogo magico insomma, dove perdersi per qualche ora quasi avulsi dalla realtà e dove sognare ad occhi aperti.

Indirizzi: Corso Magenta 10 e via Magellano 9

# Moroni gomma, il concept store del design

moronigomma IG

Ha due sedi in Corso Garibaldi. Qui, fra oggetti di arredo, utensileria per la casa, piatti e bicchieri tutti particolarissimi e di design, potrete fare acquisti e trovare spunti o idee regalo sorprendenti fra borse scarpe o capi di abbigliamento. Tutti gli oggetti hanno un unico denominatore comune: il design accattivante, perchè qui ogni oggetto è di tendenza, non si tratta della solita oggettistica a buon mercato, ma di oggetti particolari con una notevole cura per la qualità dei materiali. Un concept store che da più di un secolo segna la storia degli oggetti di design di qualità a Milano.

Indirizzi: Corso Garibaldi 2 e 123

#3 Cargo, gli umarell nell’ex Ovomaltina

AMOMILANO365 IG – Cargo

Soprattutto la location in Via Meucci merita una visita, in uno spazio enorme di 4 piani siti ove un tempo si trovava la fabbrica dell’Ovomaltina. Qui si trova di tutto dagli arredi alle piante, dall’abbigliamento all’oggettistica con una chicca che merita una menzione: l’umarell di Milano. Una statuina in 3D che si può trovare in diverse varianti di colore e dimensioni e che rappresenta l’ometto anziano e un po’ curvo, mani dietro la schiena e che sicuramente chiunque di noi avrà visto osservare un cantiere di lavoro, intento a controllare, guardare e fare domande spesso insistenti sull’avanzamento dei lavori. Così iconico e famoso che persino Fabio Concato gli ha dedicato una canzone. Imperdibile. 

Indirizzi: Piazza XXV Aprile 12 e Via privata Antonio Meucci 43

Continua la lettura con: Le APERTURE più INTERESSANTI dell’autunno milanese

ALESSANDRA GURRIERI

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GIUSEPPINA PIZZIGONI, la fondatrice della SCUOLA RINNOVATA

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Pizzigoni

Sin da giovane dimostra una spiccata propensione al cambiamento della tradizionale logica di insegnamento, caratterizzata da vuote nozioni, retorica e scarsa attenzione ai bisogni degli alunni.

GIUSEPPINA PIZZIGONI, la fondatrice della SCUOLA RINNOVATA

# Al primo posto: dare forza al corpo e allo spirito dello scolaro

Credits fondopizzigoniscuolainfanzia.it – Giuseppina Pizzigoni

“Vita attiva del bambino, a contatto con molte cose e con molti fatti e con molte persone. Le poche parole del maestro devono guidare lo scolaro alle buone impressioni, devono chiarire, correggere dove fosse necessario. Ricordiamo che i fatti sono chiarezza adamitica, se portati al ragazzo con gradazione, con ordine, con metodo”. Sono queste alcune delle linee guida della Scuola Rinnovata, ideata da Giuseppina Pizzigoni, la pedagogista che innovò (o almeno cercò di farlo) la scuola, mettendo al primo posto il dare forza al corpo e allo spirito dello scolaro, attraverso una vita di scuola ricca di esperienze.

# Una spiccata propensione al cambiamento della tradizionale logica di insegnamento

Pizzigoni nasce a Milano il 23 marzo 1870. A 18 anni si diploma maestra e passa subito all’insegnamento. Sin da giovane dimostra una spiccata propensione al cambiamento della tradizionale logica di insegnamento, caratterizzata da vuote nozioni, retorica e scarsa attenzione ai bisogni degli alunni.

Nel 1909 decide di fare un’esperienza didattica in Svizzera e in Francia, apprendendo metodi e tecniche di insegnamento innovative, caratterizzate dal rapporto tra uomo (bambino) e ambiente, con un attivismo pedagogico che sfocerà nelle Scuole Nuove e nelle Scuole all’aperto.

# La fondazione della Scuola Rinnovata a contatto con la natura

Pizzigoni

Nel 1911 Giuseppina Pizzigoni mette in piedi a Milano un comitato al quale fanno parte imprenditori, uomini della scienza, appartenenti alla pubblica amministrazione e insegnanti e crea la Scuola Rinnovata. Fu aperta in via Castellino di Castello, nel quartiere della Ghisolfa. Lì esisteva la scuola comunale e, accanto, venne costruita un’appendice che ospitava qualche decina di alunni, che raggiunsero presto le 300 unità. La Scuola Rinnovata era stata interamente progettata dalla Pizzigoni, con aule ampie e luminose, laboratori e spazi esterni per svolgere varie attività a contatto con la natura.

Il metodo della pedagogista milanese escludeva l’apprendimento passivo legato alle nozioni rigide. La Pizzigoni faceva svolgere, per esempio, attività di coltivazione dell’orto, i prodotti venivano poi venduti dagli stessi bambini, a cui toccava calcolare i prezzi, pesare frutta e verdura, abbinando lavori pratici a materie teoriche.

Alla Scuola Rinnovata di Milano insegnò anche Pierina Boranga, scrittrice veneta che realizzò circa cinquanta volumi sulla condizione sociale, soprattutto di giovani e anziani, con un’attenzione particolare alla scuola.

# Il paragone con Maria Montessori

Credits: store.woodly.it/

Giuseppina Pizzigoni morì a Saronno il 4 agosto 1947, in un ospizio. In molti hanno paragonato la Pizzigoni a Maria Montessori, tra l’altro nacquero nello stesso anno.  Certi esperti di pedagogia affermano però che il metodo ideato dalla educatrice milanese è più flessibile e adattabile ai tempi rispetto a quello del medico di Chiaravalle.

FABIO BUFFA

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#77 – PAVIA: la città dal GLORIOSO PASSATO, classica gita del fine settimana

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Città di Pavia - https://www.facebook.com/unipvinternational/

Città molto sottovalutata dai milanesi. Eppure ha un passato regale e un presente ricco di motivi di interesse. Vediamone alcuni. 

PAVIA: la città dal GLORIOSO PASSATO, classica gita del fine settimana

Era l’antica Ticinum di epoca romana. Posta in posizione strategica, lungo la Via Francigena, sulle rive del Ticino a poca distanza dal Po. Nel Medioevo è stata una delle sedi regie del regno Ostrogoto, ma soprattutto capitale per due secoli del Regno longobardo e, dal 774 al 1024, capitale del Regno Italico. Dal 1361 è sede della celebre università. Le origini antiche e il suo radioso passato hanno lasciato in eredità a Pavia un ragguardevole patrimonio culturale. Vediamo quattro attrazioni artistiche visitabili in un pomeriggio. 

# Ponte coperto

Tra le tante attrazioni della città, è forse curioso che il ponte coperto occupa il primo posto nelle preferenze dei turisti, secondo Tripadvisor. 

Il Ponte Coperto (detto anche Ponte Vecchio) costruito sul Ticino collega il centro storico con il pittoresco quartiere, originariamente fuori dalle mura periferiche della città, di Borgo Ticino, situato sulla riva destra. Il ponte costituisce uno dei simboli della città: ha cinque arcate ed è completamente coperto con due portali agli estremi e una piccola cappella al centro. Il ponte attuale è stato ricostruito tra il 1949 e il 1951 replicando l’antico Ponte Coperto del Medio Evo.  

Secondo una leggenda, l’antico ponte venne costruito dal Diavolo in cambio dell’anima del primo che lo avesse attraversato. L’Arcangelo Michele come primo essere vivente fece attraversare un caprone. Il Diavolo non la prese bene e scatenò una tempesta per distruggere il ponte che però rimase intatto. I pavesi fecero costruire una piccola chiesa al centro in riconoscenza dell’Arcangelo. Il ponte divenne così anche il Ponte del Diavolo.

# Basilica di San Michele Maggiore

Il più famoso e importante monumento religioso medievale della città. Considerata un capolavoro dello stile romanico lombardo, la chiesa raccoglie testimonianze del periodo in cui Pavia era la capitale del regno italico. Rappresenta il prototipo delle numerose chiese medievali pavesi e ospitò nei secoli cerimonie e incoronazioni, tra le quali l’incoronazione di Federico I Barbarossa, nel 1155. 

# Il Duomo

Dedicato a Santa Maria Assunta e a Santo Stefano fu iniziato nel 1488 su ordine del vescovo Ascanio Maria Sforza Visconti e completato solo alla fine del XIX secolo, seguendo il progetto originale di Giovanni Antonio Amadeo. La cupola centrale, il cui disegno è attribuito al Bramante, con un’altezza di 97 metri, è la quarta in Italia per dimensioni. 

Il Duomo di Pavia è considerato uno dei più importanti luoghi di culto del Nord Italia. 

# Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro

Le sue origini risalgono all’inizio dell’VIII secolo, fondata secondo tradizione da re Liutprando. Ricostruita a partire dall’XI secolo, la costruzione moderna è stata consacrata nel 1132. La facciata, la cupola e il pavimento a mosaico sono simili a San Michele Maggiore da cui si distingue per l’uso intensivo del cotto in luogo dell’arenaria, per la facciata asimmetrica, e internamente per l’assenza dei matronei e per il transetto più corto. L’esterno è decorato con bacini ceramici islamici.

All’interno, si trova la tomba del re longobardo Liutprando, le cui ossa furono ritrovate nel 1896. Nella chiesa sono anche conservate le reliquie di Sant’Agostino, conservate nella famosa Arca di sant’Agostino, la cui mole marmorea è visibile sull’altare maggiore. L’Arca fu realizzata dai Maestri Campionesi nel 1362 ed è ornata da almeno 150 tra statue e bassorilievi. La chiesa è nominata anche da Dante Alighieri, nel X canto del Paradiso. Anche il corpo di Severino Boezio è conservato nella Basilica, nella cripta. 

Continua la lettura con: La gita più bella #78 – Il “BORGO dell’AMORE” a meno di un’ora da Milano

ANDREA ZOPPOLATO

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#77 – Alla scoperta di VILLAPIZZONE! “Dove?!”, “Ma è Milano?”

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Ph. @milano_backwards IG

Abito in questo quartiere da oltre 10 anni e da sempre, quando devo dare il mio indirizzo, mi tocca rispondere a domande come “Dove?!”, “Ma è Milano?”. Segue la richiesta di pronunciare lentamente…
Questo è l’anno decisivo: troverò tutte le informazioni da sciorinare a te che non sai dov’è Villapizzone.

Alla scoperta di VILLAPIZZONE! “Dove?!”, “Ma è Milano?”

# Coordinate Geografiche: tra Bovisa e viale Certosa

 

Quartiere di Milano, periferia nord-occidentale, Municipio 8, diventato famoso, negli ultimi anni, per la fermata delle linee S5, S6 e S11 del servizio ferroviario suburbano e per la vicinanza alla Bovisa. Ma da oggi non si farà altro che parlare dell’eremita, dell’osteria dei briganti, della Comune…

#1 Da bosco-Piccione a VillaPizzone

La prima traccia storica che cita la località “Villabezone o Villa Bezonis” risale a un cartario del 1179 del Comune di Milano. Alla Pinacoteca Ambrosiana in una pergamena del 1259 compare il nome di “Villabenzono”, ma secondo l’abate Giacomo Stella (1530), la parrocchia risale al VI secolo quando nel bosco della Merlata, allora proprietà dei Benedettini, dimorava il santo monaco greco Attanasio Piccione. Per cui il bosco divenne bosco-Piccione, poi villaggio-Piccione e infine Villapizzone.

#2 L’osteria dei briganti

L’osteria Melgasciada de Villapizzon, ubicata nel bosco della Merlata (la “melgascia” in dialetto è il fusto della pianta di granoturco), era famosa per i suoi prelibati asparagi, colti nel terreno adiacente, le uova affogate nel burro, per i salamini al profumo d’aglio, i magioster (le fragole di campo), le bocce e l’altalena. Peccato che anche i briganti apprezzavano tanto la cucina e l’atmosfera conviviale.

Tratto da Vecchie Osterie Milanesi (Luigi Medici): “Essa sorge sulla strada che conduce a Villapizzone, in un’amena località. Nascosta in una folta macchia di alberi fronzuti, forse un lembo dell’antico e celebre bosco della Merlata, che si estendeva verso il nord, sede paurosa, nel cinquecento, di briganti e di ladroni

Il Trentuno, il Girometta, il Zopeghetto, il Feracino, il Rigoletto, il Battista da Mombello e molti altri, capitanati dal Battista Scorlino e dal Giacomo Legorino, dopo anni di scorribande e aggressioni, furono giustiziati nel 1566.

Vi evito la descrizione dell’accaduto, ma potete leggere tutto e nei minimi dettagli qui.

L’osteria venne demolita il 20 luglio 1959, su indicazione del nuovo piano edilizio milanese.
Nel corso dell’operazione, durante la notte, un gruppo di sconosciuti entrò di nascosto e demolì a picconate i muri alla ricerca del tesoro dei briganti…

villapizzone

#3 Toh, ne parla anche il Verga

La cattiva fama della zona arrivò fino alla penna di Giovanni Verga che, nella novella L’osteria dei buoni amici, la usò come sinonimo di luogo pericoloso: Aveva ragione il Nano di dire che quel posto era peggio del bosco della Merlata.

#4 L’eremita (non ci facciamo mancare niente, noi di Villapizzone)

Nel XIX secolo, nel borgo visse un eremita, tale Giovanni Moretti. El Giovannin de Villapizzon, oste alla Melgasciada, godeva fama di filantropo, soprattutto per i bevitori.
Il buon Giovanni, in seguito a una crisi mistica, decise di finire i suoi anni vivendo in eremitaggio, scalzo e indossando solo un saio. Giovanni fu seppellito a Musocco, ma le sue spoglie furono portate nella chiesa parrocchiale di San Martino all’inizio del secolo XXI. Ora scendo e verifico.

#5 La grande villa con parco

La villa venne costruita a metà del 1800 su volere di Antonio Radice Fossati. Oltre alla grande residenza padronale, alla casa del fattore e alle abitazioni per i contadini, c’erano le scuderie, le stalle e i locali per il ricovero dei carri e delle attrezzature per la lavorazione della terra. La parte nobile della villa era utilizzata come residenza di campagna.

La villa, intorno al 1930 fu sede di un Istituto di Rieducazione retto dalle Suore Stimmatine, che venne chiuso nel 1959 per l’inagibilità dei locali.

Nel 1978 la struttura, abbandonata e completamente fatiscente, venne concessa in comodato d’uso ad alcune famiglie e ai padri Gesuiti che diedero il via a un esperimento di vita comunitaria e di ospitalità. Grazie al lavoro e ai sacrifici delle famiglie residenti, la villa oggi è bellissima e crogiolo di culture, solidarietà, fermento sociale.

Per informazioni, www.comunitavillapizzone.org

Io ❤️ il mio quartiere.

Fondazione Artepassante – Murales Villapizzone

Continua la lettura con: Luogo nascosto #78 – I segreti di CASA MANZONI: nel cuore di Milano la VILLA GIOIELLO del grande scrittore

BARBARA VOLPINI

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La strana FONTANA di Piazza San Babila e il suo significato misterioso

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Credits: www.fontanedimilano.it - Fontana Piazza San Babila

La fontana di Piazza San Babila con l’originale e discutibile “piramide” sormontata da qualcosa che sembra avere le sembianze di un uovo o una pigna o un pomello, in realtà pare non sia così originale. Si tratta di una copia o di una sperimentazione? E che cosa significa?

La strana FONTANA di Piazza San Babila e il suo significato misterioso

L’architetto Caccia Dominioni ne aveva già realizzata una a San Martino a Cosio

Credits: https://www.fortementein.com – Fontana piazza San Martino a Cosio

L’architetto, dopo la scoperta del Comune di Milano, pare abbia affermato che non si tratta di una copia più grande dell’originale da lui realizzato tempo prima ma di una sperimentazione utile alla realizzazione di progetti degni di una rilevanza maggiore.

Il significato della fontana

 
credits: unitremilano

La piramide di pietra rossa con un grande pomello sulla cima, dovrebbe richiamare le montagne lombarde mentre il pomolo sulla cima simboleggiare una nuvola, quindi l’acqua che scivola lungo le pareti levigate della montagna stilizzata e che riappare dopo il passaggio nella griglia che riproduce il cammino dell’acqua lungo i fiumi e i fontanili fino a giungere in una grande vasca simile a un lago. Infine la grande vasca dovrebbe rappresenta uno dei laghi lombardi e il getto d’acqua il processo di evaporazione che idealmente si ricongiunge alla sfera posizionata in cima alla fontana.

Continua la lettura con: La fontana asciutta di piazza Gramsci

FABIO MARCOMIN

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SADHGURU, lo yogi “più seguito al mondo”, ha scelto MILANO

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La scelta di Sadhguru è Milano. Domenica primo ottobre 2023, sarà all’Allianz Arena (l’ex Palalido) in piazzale Stuparich (MM Lotto). Un evento di 5 ore, aperto a tutti. Qui per iscriversi: Evento Sadhguru. Ma chi è Sadhguru?

# Lo yogi “più seguito al mondo”

Lo Yogi “più seguito al mondo”: oltre 1 miliardo di visualizzazioni su YouTube e oltre 50 milioni di follower sui social media. Riesce a essere mainstream senza rimanere intrappolato nel politically correct, riesce a essere provocatorio senza finire imbrigliato nell’etichetta di antisistema. Dedito al benessere fisico, mentale e spirituale dell’individuo Sadhguru si occupa di difendere il pianeta sensibilizzando la responsabilità di ognuno attraverso la presa di coscienza che non esistono confini tra l’Io e l’universo. Molto attivo per la salvaguardia ecologica degli elementi fondamentali del pianeta, si batte per la difesa delle acque dei fiumi e il suolo che a causa di elementi inquinanti rischiano di pregiudicare il futuro dell’umanità su questo pianeta. Ma qual è la sua storia?

# La prima esperienza mistica

3 settembre 1957. Sadghuru viene al mondo a Mysore, in India, con il nome di Jaggi Vasudev. A 12 anni entra in contatto con il maestro yogi Malladihalli Sri Raghavendra Swamiji che gli insegna delle tecniche di yoga che afferma di aver seguito da allora “senza interrompere nemmeno un giorno”

Laureato in letteratura e appassionato di motocicletta, all’età di 25 anni mentre è seduto su una roccia vive una peak experience che gli farà svoltare l’esistenza: “Fino a quel momento della mia vita, ho sempre pensato: ‘questo sono io’ e che qualcun altro è qualcos’altro. Ma per la prima volta non sapevo più cosa fosse ‘me’ e cosa non lo fosse. Ad un tratto, ciò che io ero era semplicemente ovunque. La stessa roccia su cui ero seduto, l’aria che respiravo, la stessa atmosfera intorno a me: ero appena esploso in ogni cosa. Il che suona come un’assoluta follia. Pensai che questa esperienza fosse durata dai dieci ai quindici minuti, ma, dopo essere tornato alla mia normale consapevolezza, ero stato seduto lì per quattro ore e mezza, pienamente cosciente, con occhi aperti, ma il tempo era semplicemente capovolto”.

# Il percorso di evoluzione 

Dopo quell’esperienza decide di abbandonare tutto e di dedicarsi interamente al percorso di evoluzione spirituale che lo ha portato a fondare scuole yoga, a tenere conferenze e seminari in tutte le più importanti istituzioni mondiali, a sviluppare tecniche di apprendimento e a fondare la Isha Foundation che porta avanti nel mondo le sue istanze per il benessere dell’umanità sul pianeta. Per iniziare a capirlo si può sentire il suo pensiero direttamente da lui nei molti video diffusi sul web, in gran parte tradotti o sottotitolati in italiano. Di seguito alcune delle sue parole tratti da alcuni video. 

# Le sue parole 

  • “Bisogna vivere ogni momento, ogni giorno pensando: tra 10 anni sarò grato di aver vissuto questo giorno o me ne pentirò?”
  • “Vivere ogni giorno aperto a ogni dimensione della vita facendo quello che c’è più bisogno di fare. Facendo ogni momento ciò che la situazione richiede: farlo con la massima gioia e devozione”
  • “Puoi vivere magicamente o razionalmente: la scelta è tua”
  • “I momenti più belli della tua vita ti sono capitati solo quando hai tenuto un po’ da parte la tua logica
  • Gestire al meglio le energie può portarti a fare in un anno quello che altri riescono in dieci”
  • La giocosità è lo stato dell’essere, delle forze della creazione. Se non sei giocoso significa che invece di esserein sintonia con la creazione sei asservito alla tua mente, al tuo pensiero, alle tue opinioni, alle tue ideologie, al tuo giusto o sbagliato. Se sei giocoso puoi affrontare i problemi della vita senza esserne influenzato. O divorato. Se fai le cose con giocosità stai facendo yoga. Se non rendi l’attività giocosa, l’attività ti uccide”
  • “Yoga significa acquisire flessibilità: passare da essere una persona (rigida, limitata dentro un guscio) a una presenza (capace di fare ciò che è necessario)”
  • “Il male più grande in questo momento sul pianeta non è la malvagità ma l’ignoranza
  • “La paura è un eccesso di immaginazione. Non si può combattere perché non esiste. E’ un film horror”
  • “La paura sorge semplicemente perché non stai vivendo con la vita: stai vivendo nella tua mente”
  • “Se resisti al cambiamento, resisti alla vita”
  • “Non serve credere che tutto andrà bene. Puoi rendere questo mondo un posto migliore facendo del tuo meglio
  • “Quando gli esseri umani sono pacifici e gioiosi dentro di sé, faranno proprio ciò che è necessario, niente di più, niente di meno”

Continua la lettura con: Intervista a Elio D’Anna: “il mondo intero è una tua invenzione”

ANDREA ZOPPOLATO

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#78 – Il “BORGO dell’AMORE” a meno di un’ora da Milano

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Credits Lionards - Villa Moltrasio con darsena privata

Una delle perle del Lario, un luogo dalla storia millenaria ricco di bellezze artistiche e naturali. Scopriamo quali meraviglie offre questo borgo a meno di un’ora da Milano.

MOLTRASIO, il BORGO dell’AMORE a meno di un’ora da Milano

# Un borgo dalla storia millenaria a meno di un’ora da Milano

Credits mariavittoriasantagata IG – Lavatoio Moltrasio

Moltrasio è un borgo dalle origini millenarie. Risalgono al 2000 a.C la tomba gallica e un’ascia ritrovati nel suo territorio, mentre il primo documento attestante la nascita del comune è datato 1058. Sono del periodo del Medioevo gli edifici più significativi presenti ancora oggi. Il borgo era conosciuto per la lavorazione della pietra estratta dalle cave di “Pietra Moltrasina” utilizzata dai Maestri Comacini per la costruzione di chiese, ville e i tipici “crotti“.

# Una delle perle del Lario

Credits nicole_marina_6 IG – Moltrasio

Il borgo si compone di 11 frazioni e poco meno di 1.600 abitanti, dal lungolago si estende fino alle pendici del Monte Bisbino, ed è una delle perle del Lario. Un luogo romantico con clima mite e panorami incredibili che ne fanno uno dei luoghi di vacanza più gettonati per chi ama relax e paesaggi da favola.

# Ville da sogno e chiese con affreschi del cinquecento

Credits viviana_rovi IG – Villa Passalacqua

Moltrasio è famoso per le sue numerose ville e le chiese affrescate. Tra le ville quella più importante è Villa Passalacqua di fine Settecento, costruita per volere della famiglia Odescalchi dimora del compositore Bellini a metà del 1800, posizionata sulla sommità di un grande parco terrazzato da cui si può godere di una vista incredibile sul Lago di Como. Degne di nota anche Villa Le Rose e i suoi favolosi giardini, Villa Pizzo caratterizzata da fontane e cascate e Villa Fontanella un tempo dimora Gianni Versace.

Credits jacopo811 IG – Chiesa di San Martino

Tra le chiese troviamo quella di San Martino, nella frazione centrale, impreziosita da pregevoli affreschi e dipinti e dalla magnifica pala cinquecentesca del pittore Alvise e la Chiesa di Sant’Agata con bellissimi affreschi del Cinquecento.

 

Continua la lettura con: La gita più bella #79 – La “CASA dei MAGHI”: il CASTELLO ALCHEMICO che incantava l’Europa

FABIO MARCOMIN

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#78 – I segreti di CASA MANZONI: nel cuore di Milano la VILLA GIOIELLO del grande scrittore

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Credits: @milano IG

Quasi nascosta nel cuore di Milano si trova la bellissima casa del Manzoni.
Facciamo un tour nelle stanze dove sono nate opere che hanno fatto grande la letteratura italiana.

I segreti di Casa MANZONI: nel cuore di Milano la VILLA GIOIELLO del grande scrittore

# Dove sono stati scritti i Promessi Sposi

Credit: milanopocket.it

Al civico 1 di Via Morone, a due passi dal Teatro Alla Scala e dal centro di Milano, c’è una targa un po’ sbiadita con sopra scritto “Casa Manzoni”.

Ogni giorno migliaia di milanesi e turisti passano davanti a quella targa, che si trova sui muri della dimora di uno dei più grandi scrittori e drammaturghi della letteratura italiana: il milanese Alessandro Manzoni.
Proprio tra quelle pareti color giallo, sono state scritte opere come I Promessi Sposi o l’Adelchi. Il Cinque maggio fu invece composto a Brusuglio.

# L’unica vera e propria casa dello scrittore, acquistata per 107mila lire

Credit: @milanoguida

Nella sua vita, il Manzoni, ha vissuto in diverse abitazioni, ma questa è l’unica che si può
considerare a tutti gli effetti la sua. Dopo il matrimonio con Enrichetta Blondel e la nascita dei figli, la famiglia Manzoni desiderava una residenza stabile, individuata proprio nel palazzo in contrada del Morone. Un edificio di proprietà di don Alberico de Felber, che Alessandro Manzoni acquistò il 2 ottobre 1813 per 107mila lire!

Visse in quella casa fino al 22 maggio 1873, giorno della sua morte.

La posizione era (è!) strategica e comoda perchè nel cuore della città e, in più, vicina ai pochi affetti cari allo scrittore, come Vincenzo Monti che abitava in Via Brera, i Verri e i Porta in Via Montenapoleone, Silvio Pellico e Federico Confalonieri in Via Monte di Pietà.

La soddisfazione per l’acquisto della dimora è tanta, come scriveva Donna Giulia Beccaria, madre di Alessandro Manzoni, in una lettera allo zio Michele Del Blasco, nel 1826:
Ci troviamo contentissimi della nostra nuova casa per l’aspetto veramente felice, sì nello inverno che nella state”.

La dimora subì un restauro, alcuni lavori vennero eseguiti subito e altri dilazionati nel tempo, ma piano piano prese forma una casa pronta ad accogliere dodici membri: Manzoni e la moglie, Donna Giulia Beccaria e ben nove figli.

# La stanza dello scrittore e le testimonianze

Credit: visiteguidatemilano.it

La stanza dello scrittore, al piano terra, era ovviamente quella più appartata, affacciava sul giardino.
Silenziosa e tranquilla, ideale per le sue meditazioni, le letture, per scrivere e per accogliere gli amici più stretti e intimi. In quella stanza passarono nomi illustri come Giuseppe Verdi (nel 1868) e Giuseppe Garibaldi (nel 1862). Al primo piano invece, si svolgeva la vita quotidiana della numerosa famiglia. Un clima sereno e festoso, che finì con la prematura morte della moglie Enrichetta e della figlia Giulietta.

Anche la suffragetta inglese Mary Clarke, rimase incantata da quelle stanze e nel 1824 racconta a De Gubernatis: “Devo confessare che spesso giocavamo a mosca cieca, Pietro e la primogenita Giulietta, e la signora Manzoni, che, sposatasi a 16 anni, era piuttosto la compagna di giochi dei suoi figli.
Manzoni si divertiva a questi giochi tanto quanto noi, a modo suo, ma non si univa a noi;
chiacchierava con il signor Fauriel e mia madre. Ricordo ancora, come se fosse ieri, che dopo una partita particolarmente accesa, quando ebbe fine, cinse le braccia attorno alla vita di sua moglie, dicendo: “Ti sei divertita, moglie mia”; e lei confermò questo giudizio. Il fatto è che era un interno affascinante. La persona che ha diffuso grande fascino in questo interno è stata la madre di Manzoni, che si chiamava Donna Giulia”.

Dopo la morte dello scrittore la casa viene acquistata dal Conte Bernardo Arnaboldi Gazzaniga che permise le visite allo studio e alla camera da letto nel giorno dell’anniversario della morte dell’illustre milanese.

Nel 1937 viene acquistata dalla Cariplo, che la dona al Comune di Milano affinchè venisse destinata ad uso esclusivo del centro nazionale studi manzoniani, fino al 15 dicembre 1965, quando viene inaugurato il Museo Manzoniano.

# La casa del Manzoni oggi: rivivere la vita quotidiana di Don Lisander

Credit: @milano

Nel 2015, in occasione dell’Expo, la casa è stata restaurata e riportata all’antico splendore, ed oggi sembra quasi che il tempo si sia fermato.

Entrando si può ammirare ancora la scrivania dove lo scrittore lavorava, ci sono molti oggetti personali, ritratti, stampe e cimeli, tutti elementi che riconducono alla vita del Manzoni, come scrittore e come uomo.
In camera da letto addirittura si possono osservare i suoi oggetti personali: il mantello, gli appunti, i quadri e i dipinti. In più c’è un’installazione multimediale che proietta tutte le versioni cinematografiche, teatrali e televisive dei Promessi Sposi.

Il percorso museale propone una visita suddivisa in dieci sezioni (il tutto dura circa 1h), ognuna delle quali ripercorre i diversi itinerari della vita e delle opere dello scrittore.

I giorni e orari di apertura sono: da martedì a venerdì dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17) e il sabato dalle 14 alle 18 (ultimo ingresso alle 17). Consigliata la prenotazione. Sono anche previste aperture straordinarie la prima domenica del mese. Il costo del biglietto intero è di 8 Euro, scontato € 5 per gli over 65 e gli studenti fino a 25 anni.

 

Continua la lettura con: Luogo nascosto #79 – Le 13 PORTE di Milano

ANGELA CALABRESE

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M1 a BAGGIO e METROTRANVIA Milano-limbiate: incontro Sala-Salvini. Ecco cosa accadrà

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M1 e tranvia Limbiate

Il Sindaco di Milano e il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti si sono incontrati a Roma per fare il punto sul finanziamento di due infrastrutture essenziali per la mobilità milanese.

M1 a BAGGIO e METROTRANVIA Milano-limbiate: incontro Sala-Salvini. Ecco cosa accadrà

# Incontro a Roma tra il Sindaco di Milano e il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti: l’ok del Governo

Credits milanopost.info – Incontro Salvini Sala

Giovedì 29 settembre 2023 il Sindaco di Milano, Beppe Sala, e il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, si sono incontrati a Roma per discutere, tra i diversi temi sul tavolo, anche della situazione di due infrastrutture importanti per la mobilità milanese: il prolungamento della M1 fino a Baggio e la realizzazione della metrotranvia Milano-Limbiate. Per entrambe le opere il problema principale è la mancanza di risorse sufficienti a far partire i rispettivi i bandi.

La prima era già stata finanziata interamente con 398 milioni di euro, ma a causa dei rincari del costo dei materiali e dell’energia elettrica si rendono necessari ulteriori 124 milioni di euro. Anche per la seconda c’è un problema di fondi a cui se ne sono aggiunti altri di varia natura, burocratica e finanziaria, nonostante l’accordo sulla ripartizione tra gli enti interessati. In questo caso ai 153 milioni previsti ne vanno aggiunti altri 26,9 milioni di extracosti e forse i 59 già finanziati dallo Stato qualora fossero andati ufficialmente persi dato che la scadenza del 30 giugno 2023 non era stata rispettata. 

L’incontro, come riportato da milanopost.info, ha avuto esito positivo con il Ministro Salvini che ha confermato la disponibilità a portare avanti il finanziamento per tutte e due i progetti.

# La M1 si allunga in direzione ovest verso Baggio con 3 fermate

Credits Comune di Milano – Estensione M1 Quartiere degli Olmi

Il progetto per il prolungamento ad ovest della linea M1 prevede la realizzazione di tre nuove fermate verso la tangenziale ovest e nello specifico: Parri, Baggio, Olmi. Il tracciato si snoda per 3,5 km, con capolinea in via degli Ulivi, e un nuovo deposito/rimessa oltre la tangenziale. Sono previste anche piste ciclabili e nuove aree verdi lungo il percorso. I tempi di costruzione sono stimati in 5 anni e pertanto, se viene confermato il finanziamento degli extra-costi, si potrebbero vedere i primi treni viaggiare dal 2029.

#3 La storica linea tranviaria Milano-Limbiate diventa metrotranvia

Milano-Limbiate

La storica linea tranviaria che ha collegato da fine ‘800 alla fine del 2022 il quartiere Comasina a Limbiate, e che ha corso seriamente il rischio di essere smantellata per via dell’obsolescenza dell’infrastruttura e dei mezzi di trasporto che la percorrono, verrà trasformata in metrotranvia. Dopo i problemi burocratici e finanziari, la scadenza per l’affidamento dei lavori e infine lo stop al servizio avvenuto nel settembre del 2022, dopo 140 anni di servizio, è stato dato via libera al progetto definitivo a dicembre dello stesso anno.

La linea riqualificata avrà uno sviluppo di 11.6 km con 18 fermate, attraverso i Comuni di Milano, Cormano, Paderno Dugnano, Senago, Varedo e Limbiate. La percentuale di linea caratterizzata da una sede tranviaria a doppio binario sarà notevolmente aumentata rispetto alla condizione attuale, arriverà a circa il 55%. Oltre la metà del tracciato sarà a centro strada. I cantieri avranno un durata di circa 3 anni e mezzo, quindi potrebbe entrare in funzione tra la fine del 2024 e la prima parte del 2025.

Leggi anche: Anche il MONDO si STUPISCE: perché Milano CHIUDE le METROTRANVIE?

Continua la lettura con: Morelli: “la M6 è una GRANDIOSA opportunità collegamento di MILANO con GENOVA”

FABIO MARCOMIN

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La GRANDE ONDA si alza su MILANO: le IMMAGINI e i tempi per l’INAUGURAZIONE

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Citywave

La CityWave, il quarto grattacielo di Citylife, ormai conosciuto dai milanesi con il soprannome di “sdraiato”, procede verso la sua realizzazione. A che punto siamo e quando dovrebbe essere terminato.

La GRANDE ONDA si alza su MILANO: le IMMAGINI e i tempi per l’INAUGURAZIONE

# Il quarto grattacielo di Citylife, con il porticato sospeso di 140 metri, procede spedito verso la sua realizzazione

# Come sarà “Citywave”: altezza fino a 110 metri, un hotel da 10 piani e il parco fotovoltaico più grande di Milano con 11.000 pannelli

Credits Urbanfile – Progetto Citywave

Con la nuova configurazione vengono ridistribuiti i 51.000 mq di volumetrie delle tre unità di Concentrazione Fondiaria non ancora edificate su viale Duilio, viale Boezio, viale Cassiodoro e viale Berengario, concentrandoli interamente sul lato di viale Boezio-Cassiodoro. In questo modo verrà garantita anche una miglior continuità delle aree verdi e degli spazi pubblici pedonali.

Leggi anche: 3 PROGETTI ICONICI nel FUTURO di Citylife

# L’ultimo tassello di Citylife dovrebbe inaugurare in tempo per le Olimpiadi di Milano Cortina 2026

Tutta l’area di cantiere dopo la bonifica dei terreni, sia nel lotto di viale Duilio a ovest che in quello di viale Boezio ad Est, ha visto concludersi anche i lavori di scavo. Da poche settimane è iniziata infatti la fase di edificazione vera e propria e da alcuni giorni il montaggio di due delle 8 gru che serviranno al cantiere come documentato da Urbanfile. In base alle informazioni di Milano Finanza l’ultimazione dei fabbricati è prevista entro la fine del 2025. L’inaugurazione dovrebbe quindi avvenire in tempo per le Olimpiadi di Milano Cortina 2026.

Continua la lettura con: WEST PARK STORY: le ultime sul nuovo quartiere-parco di Milano

FABIO MARCOMIN

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Non c’è DUE senza TRE: un TERZO OPERATORE lancia la sfida a ITALO e TRENITALIA. Queste le tratte previste e il PRIMO TRENO in partenza

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A fronte dell’esito della trafila giudiziaria la famiglia Arena ha deciso riprovarci. Le tratte previste e quando da quando sarà disponibile il servizio

Non c’è DUE senza TRE: un TERZO OPERATORE lancia la sfida a ITALO e TRENITALIA. Queste le tratte previste e il PRIMO TRENO in partenza

# Il tentativo fallito di scalfire il monopolio di Trenitalia

arenaways IG

Ancora prima di Italo è stata Arenaways a provare a scalfire il monopolio di Trenitalia. L’azienda fondata nel 2006 da Giuseppe Arena, ex capostazione Fs, ex dirigente di Trenitalia, debutta nell’autunno del 2010. L’offerta di corse ferroviarie sulla direttrice ferroviaria tra Milano e Torino prevedeva un tracciato ad anello che passasse anche da Vercelli, Novara, Pavia, Asti e altre stazioni sul percorso con una qualità del servizio tipo InterCity e con prenotazione obbligatoria. 

Un servizio contestato da subito dall’Ufficio per la Regolazione dei Servizi Ferroviari del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che espresse un parere contrario perché prevedendo fermate intermedie tra i due capoluoghi di regione, avrebbe compromesso l’equilibrio economico del contratto di servizio di Trenitalia. Arenaways fu quindi obbligata a rimodulare l’offerta, trasformando il servizio in regionale, eliminando le fermate intermedie fra i due capoluoghi e utilizzando solo il percorso settentrionale dell’anello. 

Le prime rilevazioni effettuate all’inizio del 2011 sul volume di passeggeri trasportati dal servizio sulla Torino-Milano furono sconfortanti e alle fine dello stesso anno l’azienda portò i libri in tribunale per dare il via all’istanza di fallimento. Giuseppe Arena diede colpa alle limitazioni imposte dall’URSF e da Trenitalia. 

# La famiglia Arena ci riprova

Longitude srl

Il fondatore di Arenaways decise quindi di partire con un’azione legale che si è conclusa il 13 febbraio 2023 con la sentenza della Corte di Cassazione, confermando quella del Tar, che ribaltava il pronunciamento del Consiglio di Stato e che sanzionò con 300.000 euro  Trenitalia e Rfi per “abuso di posizione dominante”.

A fronte dell’esito della trafila giudiziaria la famiglia Arena ha deciso riprovarci. Negli ultimi giorni di settembre 2023 la società Longitude Holding Srl con sede a Torino, con amministratore unico della società il commercialista Guglielmo Pepe e soci Gabriella Longo e Matteo Arena (fonte truenews.it) ha comunicato all’Autorità di regolazione dei trasporti che intende operare nuovi servizi ferroviari di trasporto passeggeri su sei tratte nazionali ed una internazionale. Ora il gestore dell’infrastruttura, quindi RFI Rete Ferroviaria Italiana deve fare le verifiche del caso per permettere l’entrata in esercizio dei treni di Longitude Holding.

# Le tratte previste e quando da quando sarà disponibile il servizio

Credits quotidianopiemontese – Tratte Arenaways

Il servizio regionale alternativo a Trenitalia andrebbe a coprire queste tratte:

  • Roma – Reggio Calabria, Torino – Milano – Lecce,
  • Torino – Milano – Reggio Calabria, Roma – Venezia,
  • Torino – Milano -Venezia, Roma – Genova -Milano
  • e quella internazionale Milano – Innsbruck – Monaco di Baviera via Brennero.

La prima partenza è prevista alle 6.05 da Torino-Porta Nuova il primo dicembre 2025 con treni da 330 posti.

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FABIO MARCOMIN

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