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Milano solo 35esima nella classifica per l’IMPRENDITORIA FEMMINILE: cosa serve per salire ai vertici

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ph. Andrea Cherchi (c)
ph. Andrea Cherchi (c)

E’ uscita la classifica mondiale del 2019 del Dell Women Enterpreneur Cities Index, sulle 50 città in grado di attrarre e supportare maggiormente l’imprenditoria al femminile. Milano è l’unica città italiana presente e si piazza al 35° posto (2 posizioni in più rispetto all’anno precedente).

MILANO CRESCE MA E’ ANCORA LONTANA DALLE CITTA’ TOP

L’ analisi prende in considerazione 5 fattori: capitale, tecnologia, talento, cultura e mercato.

Fattori chiave per competere a livello mondiale sono decisivi la possibilità di accesso ai capitali e il contributo della tecnologia. Punti centrali su cui le città ed il contesto sociale-lavorativo, devono investire.

Il tasso di imprenditorialità e lavoro femminile è in crescita, contribuendo in modo significativo alla generazione di valore economico e sociale, soprattutto in Lombardia dove negli ultimi 10 anni, la componente femminile è in aumento del +5,9 %, e dove Milano contribuisce in maniera preponderante.

LE DONNE BATTONO GLI UOMINI

A Milano emerge una forte presenza di lavoro femminile impegnato soprattutto nel settore terziario (nove donne su dieci), con un alto livello di scolarità (laureate 60% vs 35% uomini) ed elevata qualificazione.

A Milano emerge una forte presenza di lavoro femminile impegnato soprattutto nel settore terziario (nove donne su dieci), con un alto livello di scolarità (laureate 60% vs 35% uomini) ed elevata qualificazione.

Le professioniste a Milano risultano accedere a ruoli e posizioni di rilevanza, al pari delle colleghe di altre città europee in classifica (anche se nei ruoli dirigenziali sono ancora in minoranza). La presenza femminile è entrata anche in settori tipici e di spicco nel panorama milanese, come quello finanziario, da sempre considerato campo ad appannaggio maschile. Qui ormai le donne impegnate a Milano, risultano essere l’8,6 % contro l’ 8,7% gli uomini.

COSA DIFFERENZIA UNA PROFESSIONISTA MILANESE

Milano si dimostra ancora una volta modello trainante in Italia, risulta invece insufficiente nella competizione globale.

Tre quarti delle donne sono professionalmente attive, lavorano e vivono in una città, laboratorio di idee ed iniziative, intraprendente che cambia rapidamente, innovandosi ed anticipano il resto d’Italia.

Cosa differenzia probabilmente le donne che lavorano a Milano?

Con molta probabilità le professioniste a Milano hanno una forte determinazione nel raggiungere obiettivi professionali. Analizzando alcuni fattori, come il più alto livello di istruzione in comparazione agli uomini, avendo le stesse opportunità di studio, si evince probabilmente da subito, la voglia di voler essere parte attiva e cogliere tutte le opportunità che il mercato lavorativo offre o di crearne di nuove. L’insieme di questa determinazione che va al di là dell’esigenza monetaria ha contribuito plausibilmente a creare questa realtà virtuosa milanese. Una realtà ed un sistema economico, che non dovrebbe aver bisogno di quote rosa per valorizzare la sua forza lavoro femminile.

Il limite invalicabile è dato dalla mancanza di autonomia della città, per decidere liberamente le politiche migliori per il lavoro e le imprese per competere con le altre città più importanti del mondo.

LUCIA MARTINAZZO

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Un concerto per Enzo Jannacci alla Balera dell’Ortica

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Venerdì arriva la Balera dell’Ortica, ma non la solita Balera (che già è bellissima di per sé), una Balera animata dal Concerto per Enzo Jannacci.

L’Ortica infatti non è solo una pianta erbacea urticante: è un quartiere storico di Milano che fa da sfondo a una canzone diventata celebre per il palo di una banda di rapinatori che “l’ha vist na gota, ma in cumpens l’ha sentu nient”, perchè era sguercio e perchè l’era il so mestè.

Come ogni anno, molti artisti interpreteranno il vasto, vastissimo, vasterrimo repertorio di Enzo Jannacci! Proporranno anche qualcosa di loro, in una serata-concerto che proverà a far piangere, ridere, cantare, ballare e vivere un bellissimo ricordo!

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Il GLICINE di Leonardo e la leggenda di Morivione

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Il glicine in via Verro 2
Il glicine in via Verro 2

Non è incluso negli itinerari turistici, ma è uno dei luoghi che si accompagna a una delle creazioni più importanti per la storia di Milano. Si narra che il genio di Leonardo avesse elaborato il progetto dei Navigli all’ombra di un glicine, che si trova ancora oggi al numero 2 di Via Verro, nel quartiere di Morivione in pieno Municipio 5.

Il glicine amato da Leonardo da Vinci

Se oggi il glicine è malamente rinchiuso in un cortiletto privato, una volta era una delle mete proferite per i milanesi in cerca di un po’ di tranquillità. Si dice che il glicine abbia circa 717 anni e che sotto di lui abbiano trascorso i pomeriggi alcuni illustri personaggi della storia: tra questi spunta il nome di Leonardo Da Vinci.

Il Genio soleva ritirarsi in questo posto tranquillo alle porte di Milano per rilassarsi e meditare e proprio da qui, in compagnia di Ludovico Il Moro, avrebbe dato il via al progetto della Conca Fallata del Naviglio Pavese. Da allora prese il nome di “glicine di Leonardo”.

Al bandito Vione

Anche altre storie sono associate a questo glicine. Una delle più funeste tra queste risale al 1300 quando il bandito Alessandro Vione fu pugnalato a morte ai piedi della pianta da un soldato degli Sforza che lo aveva sorpreso a rubare del cibo. Da quel giorno la gente passando per questo luogo ha ricordato la morte del bandito con la frase “Qui morì Vione” che poi è diventata Morivione, oggi nome del quartiere .

I record

Credit: milano.repubblica.it – Glicine lato internoI

I record di questo glicine non riguardano solo gli anni di vita (ben 717), ma anche la lunghezza delle radici che, secondo alcune stime, arrivano a misurare ben 2 chilometri! È sicuramente una delle meraviglie di Milano da recuperare e valorizzare.

LETIZIA DEHO’

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🔴 La Regione boccia l’aumento di TAXI voluto dal Comune. Granelli: “per questo vogliamo l’AUTONOMIA”

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Taxi a Milano
Ph. Credits: linkiesta.it - Taxi a Milano

Nuovo scontro tra Regione e Comune di Milano, nuova bocciatura da parte della Lombardia di un’azione voluta dall’amministrazione cittadina sulla sua area metropolitana.

Il motivo della contesa è l’adozione del Piano Taxi da parte della giunta milanese che ha l’obbiettivo di potenziare il servizio in città in risposta all’esigenza dettata dall’aumento costante della popolazione, nell’ordine dell’8% in 10 anni, dei turisti che hanno visto una crescita del 100% in 15 anni, mentre il numero di taxi è rimasto inalterato.

Cosa prevede il Piano Taxi del Comune di Milano

In sintesi il piano di incremento del servizio taxi è incardinato su 5 azioni:

  • migliore gestione dei turni
  • doppie guide partendo dai famigliari dei taxisti
  • taxi sharing
  • taxi per trasporti inerenti servizi sanitari e sociali
  • 450 nuove licenze aggiuntive

I dati che hanno fatto sorgere il bisogno di adeguare il servizio sono stati quelli relativi alle chiamate inevase: la media certifica che il 14% non vengono gestite, con picchi del 28% tra le 19 e le 21 e del 30% nei giorni festivi.

L’ultimo accordo raggiunto ieri tra Comune e AREU (struttura regionale dell’emergenza sanitaria) prevede che tramite le risorse del sistema sanitario i taxi possano trasportare i pazienti dializzati all’Ospedale di Niguarda. Questo accordo garantisce ulteriore lavoro per i taxisti.

Lo stop della Regione e lo scontro con il Comune

Il motivo dello stop al Piano è che la Regione ha richiesto un nuovo studio. Nonostante l’analisi annuale fatta dalla Regione sul servizio taxi e i dati dello studio inviati dal Comune in Agosto, sembra che la giunta lombarda abbia bisogno di altro tempo per studiare il piano realizzato dal Comune e i dati in possesso già da mesi.

Molti si sono chiesti: ma perchè la Regione può bloccare il Piano di Servizio Taxi nella città di Milano? Perchè di fatto nel sistema attuale, il Comune di Milano ha ben pochi poteri di amministrazione del suo territorio e, in questo caso, il servizio taxi dall’area metropolitana milanese è inserito nel bacino aeroportuale della Lombardia che ha quindi i poteri di decidere se e come approvare delle modifiche di regolamento che influiscano su questa tipologia di trasporto.

L’Assessore Granelli sbotta: “la regione mette i bastoni fra le ruote: per questo vogliamo l’autonomia”

In un lungo post sulla sua propria pagina Facebook, l’assessore ai trasporti del Comune di Milano spiega tutto il percorso fatto dalla giunta comunale, passato attraverso l’ascolto e il parziale accoglimento delle richieste giunte dalle associazioni di categoria dei taxisti, per produrre un piano di incremento dell’offerta di corse taxi più adeguato all’attuale contesto della città.

Contestualmente rivendica quello che Milano Città Stato invoca da tempo, ovvero l’autonomia per Milano e lo fa senza troppi giri di parole: “Un servizio in più al cittadino, lavoro in più per i taxi…Ma la regione mette i bastoni fra le ruote: per questo vogliamo l’autonomia” 

L’assessore granelli :”Un servizio in più al cittadino, lavoro in più per i taxi…Ma la regione mette i bastoni fra le ruote: per questo vogliamo l’autonomia

 

Ora l’autonomia per Milano non è più un tabù

La necessità di un diverso assetto istituzionale per Milano, per competere alla pari con le migliori città europee, sta diventando sempre più d’attualità e anche la giunta in carica sta percependo che oltre non si può aspettare e che l’unico modo per garantire alla città lo status di città globale è darle maggiori libertà.

Non possiamo che accogliere con favore questo cambio di rotta da parte dell’amministrazione: la speranza è che questa presa di posizione non rimanga circoscritta alla dialettica politica utile ad attirare su di sè maggiore consenso, ma venga incanalata in un vero percorso di cambiamento istituzionale per tutta l’area metropolitana milanese.

FABIO MARCOMIN

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Oktoberfest all’italiana!

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Arriva al Bovisa Drive-In una serata fantastica, di puro divertimento e… birra!

Spingiti alla periferia cittadina e goditi una serata dedicata all’Oktoberfest all’Italiana,con street foodfesta del risottoproiezione del film Quo Vado e dj-set!

Insomma, se non hai voglia di andare fino a Monaco per l’oktoberfest, basta arrivare alla perifieria di Milano per godersi un’onda anomala di birra!

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FIGINO è il paese delle fragole

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Il borgo sostenibile

Figino è uno dei quartieri del Municipio 7 ed era celebre per la coltivazione di fragole.

Le fragole dei milanesi arrivavano da qua

Di Figino si ha notizia sin dal 1017, ma è dal 1923 che è entrato a far parte del comune di Milano pur preservando ancora oggi il carattere di piccolo borgo rurale, uno dei pochissimi quartieri di Milano staccato dall’area edificata della metropoli lombarda, quindi non raggiunto dall’espansione edilizia.

Quello che identificava di più Figino era appunto la coltivazione delle fragole che i cittadini  milanesi acquistavano quasi esclusivamente proprio da questa località, nella quale si teneva anche la Sagra delle fragole, la cui ultima edizione risale agli anni quaranta.

A ricordo di questa tradizione, nel 2017, in concomitanza con i 1000 anni dalla nascita del borgo, è stato realizzato un programma di eventi per celebrarne la storia e le sue peculiarità scomparse.

Credits: figino.net – Festa per il Millenario

Oggi, al posto delle fragole si trova l’impianto di termovalorizzazione e incenerimento rifiuti Silla 2.

Tra natura e edilizia sostenibile

Figino è lambita dall’Oasi naturale del Parco dei Fontanili, ricca di risorgive diffuse nel Parco Agricolo Sud di Milano, che lo caratterizza come un borgo rurale e naturalistico.

Credits: wikipedia.org – Parco dei Fontanili

Nel giugno 2015, con l’obiettivo di ampliare l’offerta abitativa, è stato inaugurato il Borgo Sostenibile, un complesso di 323 appartamenti di varie tipologie a basso impatto ambientale, che comprende al suo interno esclusivamente aree pedonali. Questo intervento, studiato per inserirsi al meglio nel contesto storico del borgo, ha favorito la realizzazione del senso unico di circolazione al fine di garantire maggiore sicurezza ai pedoni nelle vie più strette e antiche.

Il borgo sostenibile

FABIO MARCOMIN

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Intersection Workshop

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Come sempre, anche quest’anno torna l’evento Intersection Conference, organizzato da ibuildings. Lo scopo di questa giornata di Workshop è condividere idee ed opinioni su temi come strategie di progettazione, sviluppo, nuove tecniche, strumenti, tecnologie e tendenze.

Si inizia con Tom Greever ed il suo “Articulating Design Decisions”, con cui ci insegnerà strategie per articolare le scelte di design in modo che i capi o clienti le comprendano meglio. Non male eh?!

Si prosegue con Jeff Gothelf e “Leveraging Lean Ux to Lead Successful Agile Design Teams” ci mostra come utilizzare le famose tecniche di product discovery per creare sinergia e collaborazione tra i team di prodotto.

Vi chiedete mai perché i designer non siano presenti in tutte le fasi dello sviluppo di un prodotto? Ecco, con Jeff scopriremo come includerli in ogni passaggio!

Infine ci sarà “The Web in Motion” di Val Head per insegnarci gli elementi essenziali dell’animazione web. In questo workshop impareremo a rendere meno statiche le nostre pagine web.

Interessante, vero?

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Lo SCEMPIO di Porta Romana: sciatteria e degrado davanti alle MURA SPAGNOLE

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Sciatteria e Degrado in Porta Romana
Sciatteria e Degrado in Porta Romana

Porta Romana inteso come quartiere, come porta monumentale, come area compresa tra il Corso di Porta Romana, le mure spagnole e la fascia che si espande attorno a Corso Lodi, è una delle zone più iconiche della città.

Luogo storico cantato dai più grandi

Qui si ritrovavano i cantanti più rappresentativi degli anni ’60- ’70, Dalla, Vecchioni, Guccini, Gaber e il Mariposa, storico negozio musicale in Piazza Medaglie d’oro che era meta degli amanti dei dischi in in vinile. Giorgio Gaber ha dichiarato il suo amore al quartiere con la canzone “Porta Romana“, che altri hanno cantato, oppure la canzone “Porta Romana Bella” legata sembra alla malavita dell’epoca interpretata anche dal celebre Nanni Svampa.

Un quartiere in evoluzione sempre più di tendenza ma…

Negli anni della grande trasformazione di Milano questa zona ha subito cambiamenti in maniera limitata, infatti più di altre ha preservato il fascino della sua storia: le mure spagnole ora sede delle Terme di Milano, la Porta Romana al centro di Piazzale Medaglie d’Oro, il suggestivo Viale Montenero con i suoi alberi e i suoi tram così come tanti palazzi d’epoca molti dei quali nella conformazione delle tipiche “case di ringhiera”.

La trasformazione più impattante si è avuta negli anni Novanta con la costruzione della linea metropolitana gialla M3, in sostituzione delle storiche linee tranviarie 13 e 20 che dal Corvetto percorrevano Corso Lodi arrivando nel centro storico.

Una fermata è caduta proprio in Piazzale Medaglie d’oro, all’inizio di Corso Lodi, con il nome di Porta Romana M3. Indubbiamente si trova in un punto nevralgico in cui tram e autobus si incrociano creando un nodo trasportistico di rilievo per chi arriva dal sud di Milano.
La condizione in cui è lasciato il marciapiede della fermata però, sul lato civico pari di Corso Lodi, lascia a bocca aperta.

Il Suq permanente: un insulto alla storia di Milano (e a studenti e turisti)

Tra cianfrusaglie e venditori abusivi
Tra cianfrusaglie e venditori abusivi

Le immagini sono più evidenti di qualsiasi parola: oltre a venditori abusivi, che occupano illegalmente il suolo pubblico e vendono oggetti di dubbio gusto e dalla provenienza incerta, rendendo a volte difficoltosa l’uscita dalle scale delle metropolitana, si può trovare un’apecar totalmente imbrattata e sempre in divieto di sosta (di proprietà degli abusivi), sporcizia inaccettabile, carrelli della spesa, furgoni parcheggiati sul marciapiede e per concludere le bancherelle autorizzate con tendoni che coprono la vista dei bastioni e della storica porta.

Sembra proprio che non esista un limita all’indecenza: nella foto in basso è possibile vedere una bancarella di libri posizionata di fronte all’uscita delle scale e file di stand di vestiti a lato dei muretti e oltre la loro lunghezza, finanche appoggiate al manufatto dell’ascensore.

Venditore di libri e vestiti che ocuupano tutta l'area
Venditore di libri e vestiti che occupano tutta l’area

A volte è possibile trovare anche un venditore di noccioline e vestiti appesi un po’ ovunque, ma la situazione spesso è anche peggiore di quella documentata: ad esempio, quanto ritratto è permanente ma nel giorno del mercato zonale si aggiungono anche i venditori abusivi con i loro prodotti appoggiati su cartoni distesi per terra che rendono veramente impossibile anche solo camminare.

Porta Romana merita un trattamento migliore

In un punto chiave della storia della città simbolo di decoro e sobrietà è inconcepibile lo stato in cui si trova questo luogo a 50 metri dal centro storico e in prossimità delle monumentali mura, tenendo conto che al Suq di abusivi si aggiungono anche:

  • l’asfalto colato in maniera grossolana e quello che ha coperto parte dello storico pavè creando un patchwork imbarazzate;
  • i binari morti in parte coperti e in parte scoperti;
  • il caos viabilistico di Piazzale Medaglie d’Oro;
  • i cestini dei rifiuti sempre strabordanti e spesso con immondizia sparsa sul marciapiede.

Sono state fatte numerose segnalazioni in questi anni, ma sembra che a nessuno, amministrazione in primis, importi di restituire un degno decoro a una delle zone storiche di Milano più frequentate da milanesi e turisti.

FABIO MARCOMIN

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SPAZIO WOW: un cult per gli appassionati di fumetti

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La sede del museo Wow
Credit: museowow.it - Ph: urbanfile.org - La sede del museo Wow

Il Museo del fumetto (Spazio Wow) in viale Campania 12 è una Mecca per gli appassionati di fumetti. Dal 2011 si trova all’interno di un ex deposito ATM costruito nel 1926, acquistato dalla Motta nel 1960, dismesso nel 1985 e poi acquisito e riqualificato dal Comune di Milano. Nel suo retro ha un giardino nel quale è posizionata una scultura che riproduce il serpente araldico, simbolo di Milano.

Leggi anche: La grande FAIDA di Viale Campania tra genitori e proprietari di cani

La nona arte ha la sua casa

Nei suoi 1000 metri quadri il museo, pur non essendo inserito nel circuito museale milanese, è un polo culturale di rilievo della scena cittadina e nazionale, grazie anche al suo Direttore Mazzoni.

Da Tex Willer ad Alan Ford, da Paperino a DC Comics, da Crepax a Dylan Dog, da Linus a Diabolik: non c’è autore che non abbia avuto la sua mostra dedicata, eventi di approfondimento o altre iniziative a dare la giusta importanza alla nona arte.

Credit: museowow.it – Diabolik

La “città dei gatti” e tante altre manifestazioni

Il museo si propone come un centro di arte grafica con un fitto calendario di iniziative legate alle graphic novel. Una delle iniziative più riconosciute è la “città dei gatti”, una manifestazione legata al gatto che inzia il 17 di febbraio in occasione della Giornata Nazionale dedicata al gatto: una  rassegna dedicata alla cultura felina con mostre, concerti, rassegne e incontri letterari per un mese intero.

L’occasione di quest’anno è stata la celebrazione dei 100 anni del fumetto Felix.

Locandina Felix
Locandina Felix

Oltre a mostre ed eventi, lo Spazio Wow ospita una biblioteca, un bookshop e organizza attività didattiche anche con per studenti.

FABIO MARCOMIN

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Ghe Pensi Mi il Martedì

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Se vi piacciono i cocktail bar che vi fanno sentire a casa, parte di una bella comunità, della vita di quartiere, il Ghe Pensi Mi è il luogo perfetto per voi. Come riconoscerlo? Semplice, la folla che si raduna davanti: giovani e meno giovani, incamiciati e capelloni.

Non importa che giorno della settimana sia, al Ghe Pensi Mi trovi sempre qualcuno con cui condividere le gioie e i dolori della giornata. Ma è anche vero che se ci passi il martedì, troverai un’offerta a prova di fegato: il 2×1: prendi una birra e la seconda è in regalo.

Ottimi anche i cocktail, fatti con tutti i crismi del caso, e la bottigliera lo testimonia: una buona selezione di gin, whisky e bourbon fanno scattare subito l’ora di un Negroni. Ma chiedete pura la lista perché qui le proposte sono diverse e tutte molto interessanti.

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La storia delle DOCCE DI ROGOREDO

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Ex-docce di Rogoredo
Credit: lascuoladeiquartieri.it - Ex-docce di Rogoredo

Le Docce di Rogoredo sono una struttura anni ’20, con una lunetta verde, un giardinetto, una stanza e due stecche di box con le docce.

Erano le docce pubbliche del quartiere e hanno visto passare centinaia di migliaia le persone, ma la loro frequentazione era diventata incompatibile con l’adiacente scuola elementare. Dopo 75 anni di carriera, il 15 novembre del 2015 sono state chiuse.

Da luogo occupato a giardino condiviso

In seguito alla chiusura, “le docce” sono diventate oggetto di occupazioni abusive e di conseguente degrado.

L’associazione VerdeFestival, grazie ad un bando, ha preso lo spazio in gestione e ne ha realizzato un giardino condiviso. Tra le attività svolte: corsi di scrittura, spettacoli cabaret-musicali,  giochi-laboratori per bambini, corsi di taglio e cucito e giardinaggio.

L’area di 700 metri quadrati del giardino condiviso hanno visto l’utilizzo funzionale degli spazi interni (magazzino e servizi igienici) creando un punto d’incontro per tutta la comunità di Rogoredo e di quartieri.

Un tassello per ridurre il degrado di un quartiere, che subisce da anni il pellegrinaggio di uomini e donne in cerca di droga a basso costo, e che sta con fatica provando a restituire un’immagine migliore essendo il biglietto da visita per chi entra a Milano da sud.

FABIO MARCOMIN

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La classifica delle scuole di Milano: liceo CLASSICO vs SCIENTIFICO

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Liceo Carrell e Liceo Volta
Liceo Carrell e Liceo Volta

Le classifiche vengono fatte ormai per qualsiasi cosa, ma quella realizzata da Eduscopio colpisce l’orgoglio dei milanesi: in molti si riconosceranno in una di queste scuole in classifica, per averla frequentata o per esserne studente negli anni che portano alla maturità.
Ecco la prima “sfida” tra le scuole milanesi.

Iniziamo dai licei: liceo classico vs liceo scientifico

I licei classici hanno scandito la storia del pensiero delle generazioni passate e forgiano quelle delle generazioni future. Ecco i primi 10 classificati:

  1. Alexis Carrel
  2. Sacro Cuore / Giovanni Berchet
  3. Giosuè Carducci
  4. San Raffaele
  5. Alessandro Manzoni
  6. Cesare Beccaria
  7. Sant’Ambrogio
  8. Faes Monforte
  9. Primo Levi (San Donato Milanese)
  10. Giuseppe Parini

Ecco invece la classifica dei primi 10 licei scientifici:

  1. Alessandro Volta
  2. Leonardo da Vinci
  3. Sacro Cuore
  4. Vittorio Veneto
  5. Sant’Ambrogio
  6. Elio Vittorini
  7. Primo Levi
  8. Albert Einstein
  9. Luigi Cremona
  10. Piero Bottoni

Dove posizionereste il vostro liceo?

Leggi anche: Le scuole milanesi più frequentate dalle celebrità

FABIO MARCOMIN

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Divampa la questione: e se, politicamente, il modello Milano fosse solo FINZIONE?

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Foto di Andrea Cherchi
Foto di Andrea Cherchi

Sta succedendo qualcosa di strano a Milano: sembra di essere in una bolla dove tutto è magnificato e dove chi governa appare immune da ogni critica. Eppure i risultati, almeno dal punto di vista politico, non sembrano corrispondere a questo storytelling da favola.  Questa in sintesi la riflessione sulla reale situazione della città da parte di Fabio Massa nel suo articolo “A Milano la politica è polverizzata. E il dibattito pubblico non c’è più” su Affari Italiani.  Una riflessione condivisa anche da altri: sta crescendo, in particolare in periferia o tra siti, blog e associazioni “non allineati”, un malessere nei nei confronti di un sistema di potere insofferente a ogni critica.

“Milano non conta nulla in Italia, perchè qui la politica non esiste”

Quello che Massa e altri commentatori rilevano è che si parla tanto di Milano come modello di politica riformista, sbandierato spesso dal centro sinistra, eppure il nuovo governo che è espressione di quella stessa parte politica ha ignorato gli esponenti di punta di Milano, testimoniando dunque una irrilevanza politica della città sulla scena nazionale.

La decisione di ignorare i politici milanesi da parte dei vertici del PD nazionale dimostra ancora una volta che il modello Milano non è la politica bensì i suoi cittadini. Anzi, come afferma Massa, la politica a Milano è inesistente: a sinistra i politici sono impalpabili (PD senza idee) e a destra sono scomparsi (Forza Italia ormai defunto e la Lega che rimane sempre distante dai veri bisogni dei milanesi), rivelandosi tutti incapaci di proporre autonome visioni che escano dall’indottrinamento standardizzato imposto dai partiti che a Milano non riscuotono lo stesso entusiasmo di altre parti d’Italia.

La conseguenza è che se nessun politico milanese possiede un progetto visionario e di riforma radicale, che abbia già prodotto valore per i cittadini in una scala più ridotta come quella cittadina, è impossibile che possa essere anche solo preso in considerazione per impattare nel governo italiano.

Il terrore di uscire fuori dal coro

C’è poi un altro elemento che in realtà è fortemente collegato all’assenza di una reale identità politica: è quello di una paura diffusa di manifestare un’opinione non in linea con il potere della città.

In effetti i media economicamente più potenti tendono ad uniformarsi con quello che viene fatto dall’amministrazione milanese senza esprimere critiche, in particolare senza osare mettere in discussione il modello Milano, inteso come politica di gestione della città. Un celebre blogger romano ha notato come a Milano ci sia una grande quantità di siti che svolgono un’azione molto utile d’informazione ma che esista un timore, per lui inspiegabile, da parte di quasi tutti gli opinionisti e media di sollevare critiche o pensieri che possano essere non in linea con chi governa la città. Non è un mistero che siti e associazioni “non allineate”, ossia che non fanno da portavoce alla politica della giunta vengano ignorate e restino ai margini delle politiche partecipative attuate in città.  Questo malcontento lo si respira tanto più ci si allontana dal “fortino” del centro e dalla rete delle organizzazioni più vicine al sistema di potere cittadino.

Questa paura della critica e, in generale, questa diffidenza o addirittura intolleranza verso chi la pensa diversamente crediamo sia pericolosa per Milano. Perchè l’identità di Milano è proprio l’opposto: nasce e prospera sulla diversità, questa è la grande forza di Milano, sicuramente la città italiana che tra la sua identità dall’insieme di tutte le regioni d’Italia e di molte culture del mondo. E il risultato di questa insofferenza alle critiche è di alimentare uno storytelling certo intrigante ma che rischia di allontanarsi sempre di più dalla realtà della città e, come si è visto con la formazione del nuovo governo, venire usato più per propaganda che per dare vita ad effetti sulla politica nazionale. 

Il rischio, infine, in città, è quello di considerare come partecipazione solo l’assenso di chi si conforma con l’amministrazione, azzerando così una reale partecipazione cittadina, che faccia proposte o segnalazione di problemi con relative soluzioni utili per la crescita di Milano. Se la vera forza di Milano sono i suoi cittadini, ridurre la loro partecipazione reale sulle scelte per la città rischia di rivelarsi una scelta autodistruttiva.

Se scoppia la bolla, Milano rischia di venire trascinata in basso

La politica, come si dice spesso, è una cosa seria ed per questo che in pochi sanno farla: i più si limitano a seguire le idee storiche e non più attuali del partito, quelli un po’ più bravi riescono ad amministrare decentemente, quasi nessuno ha delle vere visioni che possano realmente incidere sul futuro di chi sarebbe pronto ad accoglierle.

A Milano le periferie votano a destra, ma la destra non c’è più, le zone centrali votano a sinistra, ma anche quella non c’è più: la crisi di cultura politica ha permeato la città che, per quanto incensata da molti, non è in grado di proporre un modello valido e andando di questo passo rischia di venire trascinata in basso dal resto del Paese invece che aiutarlo a riemergere.

FABIO MARCOMIN

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Tiny Cars e il MODELLISMO 4.0: un piccolo negozio in un settore in crisi diventato un riferimento internazionale

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Porsche 911-2 GT3 RS 4 SERIE + Porsche 911 s 2010
Porsche 911-2 GT3 RS 4 SERIE + Porsche 911 s 2010

In passato Milano era celebre per i suoi numerosi negozi di modellismo. Con l’arrivo di internet e l’esplosione dei giochi elettronici il mercato del modellismo è entrato in crisi schiacciato dal darwinismo economico, il mostro bifronte di consumismo e innovazione.

Il destino sembrava non consentire un futuro per il negozio Tiny Cars di via Cenisio 19. Invece Enrico Sardini ha avuto un’intuizione e ha deciso di scommettere su un settore da cui tutti stanno scappando. Ha acquistato il negozio di Emilio Re, ha saputo far buon viso a cattiva sorte e si è ingegnato un sistema che ha portato a invertire la rotta. Non solo il suo negozio è diventato un punto di riferimento per gli appassionati di modellismo internazionali.

Già perchè i clienti di Tiny Cars sono in gran parte internazionali: da Argentina, Australia, India, Cina, Europa, Usa, tutto il mondo acquista i modellini di Tiny Cars. Il segreto di Enrico? Innanzitutto la passione.

Poi la capacità di veleggiare sui tempi intuendo i punti di forza che ogni periodo porta in serbo. Ha capito che con internet un negozio fisico può avere non un concorrente bensì un moltiplicatore, specie se ti affermi leader di una nicchia.

In terzo luogo bisogna anche superare i confini settoriali dello spazio fisico: ogni venerdì organizza la TINYCENA al Ristorante/pizzeria PRIMO GUSTO (cuoco napoletano e moglie Inglese di Liverpool).

Infine il negozio è anche un riferimento per gli appassionati di auto d’epoche: vengono appassionati di vere automobili storiche e sportive e si presentano libri sulle case automobilistiche passate e presenti.

Per finire, in passato di organizzavano dei Tour alla Fiera di Norimberga del giocattolo e del modellismo: il sogno di Sardini è di riprendere in futuro pure questo tour specialistico.

Chevrolet Camarro ss 1980
Chevrolet Camarro ss 1980

Tiny Cars è una delle chicche di una città che si reinventa sempre e che a ogni crisi risponde con la passione e l’innovazione. Anche perchè siamo la città che ha saputo inventarsi un Gran Premio di Formula 1 fatto sul circuito esterno della Vecchia Fiera di Milano, anno domini 1947. Chi vinse il GP? Carlo Felice Trossi un Biellese trasferito a Milano alla guida dell’Alfa Romeo 158 DA cv1500.

DANIELE VASTA

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Boz Trio Live Music Colibrì

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Il Colibrì è un posticino preziosissimo per chi ama gli ambienti genuini, tranquilli, vivaci e alla mano. E’ un luogo in cui fare serate danzanti, aperitivi e bere un cocktail o due.

Ma il Colibrì è un luogo ancora più magico, perché qui si organizzano concerti live.

E’ la volta di Boz Trio, lo so: sembrano 3, ma sono 5 in realtà! Sono cinque musicisti pronti a farvi viaggiare lontano, verso la musica tradizionale dell’Europa dell’Est. E, come tutte le cose tradizionali che si rispettino, bivaccherete con i cosacchi della steppa russa, vi commuoverete con la poesia nomade del popolo ebraico e vi scatenerete con i folli ritmi balcanici!

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🔴 BREAKING NEWS. Il Ministro BOCCIA apre a Milano città stato: “Essendo la nostra testa in Europa e nel mondo Milano merita un’attenzione particolare”

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Boccia apre a Milano città stato! Mossa a sorpresa di Francesco Boccia, il ministro per gli affari regionali e le autonomie, emersa nei primi incontri con i governatori di Veneto e Lombardia.

Il ministro si è rivelato conciliante con le proposte rilanciate dai governatori ma ha colto di sorpresa, in particolare Fontana, esprimendo l’esigenza di affiancare a una più robusta autonomia regionale anche l’idea di dare poteri e risorse autonome alla città metropolitana di Milano. Qualche potere in più alla Lombardia ma anche autonomia di poteri e risorse per Milano, questa in sintesi la proposta di Boccia.

Qualche potere in più alla Lombardia ma anche AUTONOMIA DI poteri e risorse PER Milano, questa in sintesi la proposta di Boccia.

Come riporta l’Ansa, infatti, il ministro ha dichiarato al termine dell’incontro con il governatore della Lombardia Fontana che “Dentro lo schema della nuova cornice dell’Autonomia differenziata è inevitabile che alcune Città metropolitane, anche per le loro dimensioni e le loro vocazioni internazionali, non potranno non essere oggetto di un raccordo ancora più forte”. Boccia ha concluso sottolineando che “Milano, da questo punto di vista, essendo la nostra testa in Europa e nel mondo meriterà un’attenzione che non sfuggirà”.

Non è un mistero che Francesco Boccia sia molto legato Milano. Qui ha studiato negli anni universitari, ha vissuto i suoi primi anni di carriera e ha ribadito in diverse occasioni che il progetto di Milano città stato, ossia di dare a Milano un’autonomia simile alle migliori città del mondo, sia un progetto sensato non solo per la città ma per l’intero paese.

FRANCESCO BOCCIA ha ribadito in diverse occasioni che il progetto di Milano città stato, ossia di dare a Milano un’autonomia simile alle migliori città del mondo, sia un progetto sensato non solo per la città ma per l’intero paese

ANDREA ZOPPOLATO

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IL GIARDINO DELLE CULTURE: luogo iconico tra Expo e Milo

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Il Giardino delle Culture di via Morosini è un giardino condiviso nato dopo l’Expo del 2015. E’ stato realizzato al posto di un’autorimessa abbandonata, demolita anni fa: invece di realizzare un progetto immobiliare l’area è stata ripulita per renderla fruibile dai cittadini e la parete che delimita il giardino è stata ricoperta da un’installazione iconica di Milo, spesso soggetto di fotografie.

Le panchine del padiglione tedesco di Expo

La rinascita di questo luogo è avvenuta grazie ad un mecenate che ha deciso di donare 160.000 euro per dare nuova vita a questa piccola area abbandonata nei pressi di Corso XXII Marzo.

Oltre a alberi e percorsi di giochi per bambini dipinti sul pavimento sono state posizionate alcune sedute tra cui le panchine presenti nel padiglione della Germania durante l’Expo2015.

Giardino delle Culture
Credit: milanews.it – Giardino delle Culture

Il Giardino delle Culture ha fatto parte del “District Franco Parenti” durante il fuori salone con un’installazione container “la stanza del silenzio”, ha ospitato rassegne jazz, realizzato corsi per aggiustare biciclette e altre attività di condivisione come il cinema all’aperto.

La nuova vita dopo lo stop

A seguito dei primi 3 anni di operatività, il rinnovo della concessione per la gestione dello spazio ha subito un brusco stop a causa di contrasti inconciliabili tra le  associazioni che lo gestivano, ponendo fine all’accordo nel 2018.

Dopo qualche mese di abbandono, il Municipio 4 ha trovato un nuovo sponsor riunendo un altro gruppo di associazioni, alcune di loro storiche, per far rinascere nuovamente questo luogo di aggregazione.
La nuova gestione consentirà di ospitare servizi di sharing economy, svolgere una funzione di ‘conciergerie di strada’ attraverso la raccolta delle esigenze degli abitanti del quartiere, a cui si cercherà di dare una soluzione, ma sarà anche un collettore di segnalazioni di criticità da condividere con i servizi sociali.

Inoltre mostre, concerti, eventi culturali e formativi, cinema, moda, teatro tutto sotto la direzione artistica del designer Mario Prandina, che coordinerà anche l’arredo e l’allestimento artistico dello spazio.

FABIO MARCOMIN

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Drive me home

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Al Cinema Beltrade vi attende un film di Simone Catania.

Un film sull’amicizia, che cambia, cresce e si evolve

Ma di che si tratta?

Amici per la pelle, Antonio e Agostino crescono insieme in un piccolo paesino siciliano incastrato tra le montagne, sognando una vita diversa, altrove. Oggi trentenni, entrambi vivono all’estero, ma non si vedono né si sentono da anni. Quando Antonio scopre che la sua casa natia, abbandonata da molto tempo, sta per essere venduta all’asta, decide di partire per incontrare Agostino, il suo amico d’infanzia, con l’intento di coinvolgerlo per non farsi portare via quella casa alla quale sono entrambi legati. Le loro vite, però, sono cambiate profondamente. Vecchi conflitti e nuove rivelazioni li accompagnano attraverso l’Europa in un viaggio sulle ruote di un tir, alla riscoperta dei ricordi, dei segreti, dei propri sogni.

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Milano vista dalla VALTELLINA

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Credits
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Due anni fa mi sono trasferita a Milano da Talamona, paese di 5.000 abitanti a pochi chilometri da Morbegno. Nata e cresciuta in Valtellina avevo molti preconcetti sui milanesi che ho scoperto in parte essere veri.

I milanesi in Valtellina

Per i valtellinesi la targa MI vuol dire solo una cosa: CODA.

Un classico. Domenica, ore 18:30, SS38 bloccata dai Suv milanesi che rientrano dal weekend sulla neve. Vedendoli così incolonnati ci fanno pensare che non abbiano nessuna fretta di ritornare in città. Noi li capiamo bene: belli ghiotti di pizzoccheri e fieri delle loro discese a spazzaneve, come si può essere felici di rientrare nello smog cittadino?

Discese a spazzaneve? Vero, esagero, però tra di noi si scherza molto vedendo i milanesi atteggiarsi sule piste come dei fenomeni, quando ci basta un’occhiata per distinguerli dai nostri che anzi, l’unica vera paura che hanno quando si lanciano sulle nere e sui fuoripista è di scontrarsi con uno sciatore di pianura nelle sue maldestre traiettorie.

Comunque, malgrado le prese in giro, noi valtellinesi siamo comunque attratti da Milano.  La frequentiamo spesso per lavorare, per studiare o semplicemente per fare shopping. E per chi la frequenta solo mordi e fuggi, l’immagine peggiora pure: decidi di raggiungere la città in treno ma scopri che nel prezzo sono compresi anche i ritardi, allora vai in macchina, ma “che stress il traffico milanese!”, capisci quindi che l’opzione più conveniente è forse l’aereo.

Ecco, ci siamo, ma una volta arrivati rimpiangi la fresca aria valtellinese quando le porte della metropolitana si chiudono e ti ritrovi a sudare tra uomini in giacca e cravatta che ti guardano male perchè indossi il golf di lana cucito dalla nonna.

Questo accadeva a me, come a molti valtellinesi e non, che non vivono Milano ma la assaggiano. Trasferendomi per motivi di studio in città ho così scoperto che una delle caratteristiche di Milano è proprio quella di non lasciarsi assaggiare. La vera Milano la si scopre come degli esploratori andando al di là delle apparenze. Anche se prima di parlare di tutte le mie scoperte in un prossimo articolo, devo confessare che alcuni degli stereotipi sopra rimangono ancora nella mia mente anche dopo che vi ho conosciuti meglio:

Tendete molto a muovervi in massa, quasi con compiacimento del ritrovarvi tra di voi, date la sensazione di prendere spesso le cose in modo un po’ pesanti risultando un po’ frenati a godervi il bello della vita e, soprattutto, sugli sci non c’è gara.

ALESSIA TARABINI

 

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Micheal Buble per un pieno d’amore

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Micheal Bublé è il Re del romanticismo! Ammettetelo: almeno una volta avete sperato che il ragazzo dei vostri sogni vi dedicasse una sua canzone.

Ed ammettetelo anche voi maschietti: avete dedicato una sua canzone a qualche pulzella!

Ecco, Michael Bublé arriva al Mediolanum Forum di Assago per una tappa del suo tour mondiale. Io non credo di potermi perdere questo show incredibilmente romantico!

Voi che ne pensate?

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