Siamo soliti rivolgere il nostro sguardo a città come Barcellona, Parigi, Monaco, Berlino, Londra o Vienna quando vogliamo fare confronti con Milano o prendere spunti per migliorare. Delle volte tentiamo anche improbabili paragoni con realtà molto lontane da noi come New York o Sydney.
Dovremmo imparare invece ad allargare un po’ gli orizzonti e provare a prendere esempio da realtà urbane meno note, meno ricche ma che per alcuni aspetti possono ispirare Milano. Come Tbilisi.
La bella e vibrante capitale della Georgia,ricca di storia, arte e differenti stili architettonici offre sicuramente alcune eccellenze da prendere a modello per Milano. Fondata circa 1500 anni fa da Vakhtang I di Iberia, nel corso dei secoli è stata la capitale di vari regni e repubbliche georgiane. Tbilisi come Milano ha subito diverse influenze: romana, araba, mongola, persiana e nel secolo scorso la dominazione sovietica che ha lasciato la sua impronta in diversi aspetti.
Andrea Urbano -Tbilisi giorno
La Georgia la si può considerare il confine tra Europa e Asia e Tbilisi la sua capitale, per quanto sia a tutti gli effetti una città europea, risente molto dell’influenza orientale sia nell’aspetto che nella mentalità.
# La città che non dorme mai
Andrea Urbano -Tbilisi di notte
Pare incredibile per un milanese abituato ad orari elvetici trovare ristoranti e negozi aperti tutta notte. Nel cuore del centro storico e non solo non è raro vedere georgiani o turisti provenienti da qualche remota ex repubblica sovietica ordinare grigliate alle 03:00 del mattinoo fumare il narghilè all’alba.
# Numerosi taxi, a prezzi modici
Andrea Urbano -Tbilisi, Georgia
I mezzi pubblici interrompono il servizio abbastanza presto, ma i taxi sono tantissimi e il costo delle corse è davvero contenuto. Dappertutto si paga con il bancomat senza dover pertanto essere costretti a cambiare valuta e la gente passeggia a tutte le ore in totale sicurezza.
# Pulizia delle strade
Andrea Urbano - Tbilisi
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Tbilisi non è certo opulenta come Zurigo, ma sicuramente è una città con strade e marciapiedi puliti, i suoi abitanti non sono soliti gettare alcunché a terra.
# Microcriminalità inesistente
Andrea Urbano -Tbilisi polizia
Tema molto sentito dalle nostre parti quello della sicurezza e, purtroppo il confronto tra Milano e Tbilisi è impietoso. Nella capitale georgiana non esiste microcriminalità, un controllo capillare del territorio da parte delle forze dell’ordine con innumerevoli pattuglie e agenti per la città, una immigrazione decisamente più controllata e una cultura di stampo sovietico la rendono una città decisamente sicura.
È possibile passeggiare senza rischio di essere derubati, aggrediti, importunati. Non di rado ragazze sole passeggiano sole in piena notte. Un livello di sicurezza nemmeno minimamente comparabile con quello dei grandi centri italiani, in ogni stazione della metropolitana sono presenti uno o due agenti di polizia il che rende impossibile non pagare il biglietto.
Andrea Urbano -Tbilisi dall’alto
Non è solo una superficiale percezione da turista anche perché chi scrive ha quasi sempre girato a piedi e con i mezzi pubblici anche a notte fonda. Lo conferma anche un giovane pizzaiolo dell’Alto Adigetrasferitosi qui in città qualche anno fa, gestore della Pizzeria La Gamba, che non ci sono furti, scippi, aggressioni o furti d’auto.
La Georgia non solo è calcisticamente in un momento decisamente migliore del nostro, la sua capitale è un esempio di multiculturalità e tradizione dal quale prendere il meglio.
Prossima fermata: il futuro. Su una passerella di vetro.
Nel comune di Sesto San Giovanni, stanno proseguendo, infatti, i lavori per la costruzione della nuova stazione futuristica progettata da Renzo Piano.
Il progetto, le novità, il costo e ulteriori aggiornamenti: tutto questo nel video.
Il nuovo video di Milano Città Stato di Silvia Arosio. Iscriviti al canale su YouTubeper i video esclusivi.
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A pochi passi dal Duomo si trova Casa Morigi, splendido palazzo quattrocentesco di proprietà del Demanio. E’ diventato simbolo della comunità gay d’Italia. Questa la sua storia.
Casa Morigi, a due passi dal Duomo la prima comune gay della storia d’Italia
Nel 1976 Casa Morigi venne abitata per la prima volta sull’onda delle occupazioni europee dove i bisogni sociali erano diventati delle emergenze. Così iniziò il susseguirsi in Casa Morigi di varie persone ma furono in pochi a fermarsi. Rimasero solo coloro i quali non avevano un altro posto dove andare. Queste persone sentivano la necessità di avere un luogo dove rappresentare la propria storia di identità e fra questi individui ci furono gruppi di omosessuali.
Così nacque in questo palazzo occupato il movimento gay italiano. Ripensando a quelli anni, come può essere definita Casa Morigi? “Era sede per le attività dei vari collettivi, luogo di incontro aperto all’esterno nonché una sistemazione per chi aveva problemi di alloggio” (Roberta Liopi, da Affari Italiani).
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Sono ancora molti i tesori artistici nascosti o che non hanno ottenuto il giusto riconoscimento, pezzi di storia nascosti dagli occhi di tutti, spesso ignorati e poco valorizzati, ma che avrebbero tante storie da raccontare.
Dopo le ormai dimenticate palme in Piazza Duomo, c’è una palma in particolare che resiste e che ha tutta un’altra immagine. Non si tratta di una palma qualsiasi: è interamente di bronzo e segna un punto importante per la città di Milano.
Il “punto zero” di Milano: questo è il centro esatto della città. Secondo Leonardo da Vinci
# Una palma in bronzo a pochi passi dal Duomo
credits: blitzquotidiano.it
Ecco un’altra piccola curiosità storica (e religiosa) che si nasconde nel cuore di Milano di cui, forse, non tutti ne sono a conoscenza. Nel 1600, il cardinale Carlo Borromeo fece commissionare la realizzazione di una grossa palma in bronzo e in rame che ora custodisce in modo simbolico il “punto zero” della metropoli.
La si può osservare in Piazza Pio XI, nella cripta della Chiesa del San Sepolcro, a pochi passi da Piazza Duomo. Al suo interno, oltre alla bellissima palma, è stata custodita della terra che i crociati prelevarono da Gerusalemme.
# Il vero centro di Milano secondo Leonardo Da Vinci
credits: Veneranda Pinacoteca Ambrosiana
Questa palma è custodita nel punto che, come indicato nella mappa del Codice Atlantico Leonardo di Leonardo Da Vinci, rappresenta il vero centro di Milano. Anche il cardinale è d’accordo con Da Vinci e per questo l’ha fatta collocare nella cripta. Quella posizione identifica “l’ombelico della antica Milano e della civitas romana, sia in termini geografici sia etico-morali, perché si trova accanto alla copia esatta del sepolcro di Cristo realizzata nel 1100”.
# In origine avrebbe dovuto essere una fontana
credits: milanosguardiinediti.com
Inizialmente concepita come una fontana, la palma di bronzo venne posta nel cortile interno della Biblioteca Ambrosiana, tuttavia rimase in balia delle intemperie poiché si trattava di un luogo non riparato. Col tempo, venne rimossa e collocata nella cripta della Chiesa di San Sepolcro e rimase lì fino al 2015, quando venne finalmente riscoperta e restaurata.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
In città ci sono quasi 10mila pizzerie di tutti i tipi e per tutte le tasche. Molte grandi firme di maestri pizzaioli partenopei sono giunti a Milano per aprire le proprie insegne di successo. La città ha risposto bene, diventando, in breve tempo, la capitale indiscussa della pizza creativa. I motivi?
3 motivi che fanno di Milano la capitale della pizza del nuovo millennio
#1 Milano è un laboratorio di creatività: se ha successo qui, poi può prendere il volo
Credits alessandraterenzio IG – Pizzeria Sorbillo
Per questo, chi ha voglia di accettare la sfida mettendosi in gioco in un mercato competitivo ma allettante, giunge qui per mettersi alla prova, testando le proprie capacità grazie ad un palcoscenico stimolante e che accoglie tutti. Da Sorbillo a Capuano passando per Lionello, la sfida è stata accettata da molti e vinta con successo.
Credits : @crocca_
Ma il terreno è fertile per tutti, non solo per i pizzaioli partenopei. C’è spazio per la pizza al trancio o al padellino, per la pizza col cornicione alto o per quella sottile come da Crocca.
Credits pizz_aut IG – PizzAut
Un terreno fertile ed inclusivo, esempio ne sia PizzAut o Pit’sa, appena aperto in via Cadore e che dà lavoro a ragazzi con sindrome di down.
#2 Gli eventi: il palcoscenico per un grande lancio
Pizza week
Gli stimoli arrivano anche dai numeri eventi a tema pizza. A settembre tornerà infatti il Pizza Village nel parco di City life. Dal 4 all’8 sarà un vero e proprio festival per i migliori maestri pizzaioli italiani con musica, divertimento e pizze per tutti.
Ma già a luglio dal 6 al 13, arriverà la Pizza Week, evento organizzato da 50 top pizza. Ci saranno tutti, dalle catene come Alice pizza, ai nomi altisonanti come quello di Davide Longoni con la sua pizza in teglia, a Berberè che he servirà una pizza ideata da Cesare Battisti di Ratanà, o ancora Dry, pizzeria al top per il connubio pizza e cocktail che, non a caso, ospiterà bartenders italiani e internazionali.
#3 Molte nicchie e vasta possibilità di diversificazione
Credits: @corner58_byrobertoconti e @posti_cibi pizza liquida e calice al Corner 58
Milano dunque è un campo largo, un enorme banco di prova per tutti. Chef famosi, piccole botteghe, tipi di pizza assai diversi tra loro ma tutti attrattivi. La forbice dei prezzi é anch’essa, assai varia: se una Margherita in centro ha ormai da tempo superato i 9 euro, nelle periferie si può ancora assaggiare una dignitosa Margherita a 6 euro. Le zone più economiche? Famagosta, Barona, Cenisio e Ghisolfa
Studente fuori sede? Primo impiego a Milano? Queste sono le zone più accessibili per vivere in città in affitto, in un appartamento o in un stanza singola.
# Per una stanza servono in media 626 euro a Milano, la zona più accessibile è Napoli-Soderini
Maps – Piazza Napoli
In base all’ultimo dall’ultimo Osservatorio sulle Stanze di Immobiliare.it il prezzo medio per l’affitto di una stanza a Milano è di 626 euro al mese. Se le zone più care si distribuiscono tra il Municipio 1, Porta Venezia e Porta Genova, ce ne sono diverse dove è possibile trovare prezzi sotto i 600 euro e in alcuni casi vicini ai 500 euro.
Zone con le stanze più economiche
Prendendo in considerazione le dieci meno care in assoluto troviamo:
Affori, Bovisa con 592 euro;
San Siro, Trenno con 584 euro;
Famagosta, Barona con 582 euro;
Bicocca, Niguarda con 580 euro;
Bisceglie, Baggio, Olmi con 571 euro;
Viale Certosa, Cascina Merlata con 569 euro;
Abbiategrasso, Chiesa Rossa con 568 euro;
Udine, Lambrate con 567 euro;
Forlanini con 553 euro;
Napoli, Soderini con 536 euro.
# I quartieri più economici per un appartamento sono nell’area Bisceglie, Baggio, Olmi
Credits Andrea Cherchi – Chiesa di Baggio
E per l’affitto di un intero appartamento? Osservando gli ultimi dati a disposizione del report emergono delle differenze per quanto riguarda le zone più economiche. Quelle centrali risultano essere sempre le più costose, con una media di 32 euro al mq nel centro storico, 30,5 euro al mq in media nei quartieri di Garibaldi, Moscova, Porta Nuova e 28,2 euro al mq in quelli di Arco della Pace, Arena, Pagano.
Zone con appartamenti più economici,
La top ten dei quartieri più accessibili della città sono in invece:
Affori, Bovisa con un prezzo medio di affitto di 20 euro al mq;
Bande Nere, Inganni con 19,6 euro al mq;
Udine, Lambrate con 19,3 euro al mq;
Viale Certosa, Cascina Merlata con 19,2 euro al mq;
San Siro, Trenno con 19,1 euro al mq;
Bicocca, Niguarda con 19,0euro al mq;
Forlanini 18,7 con euro al mq;
Cimiano, Crescenzago, Adriano 18,6 con euro al mq;
Ponte Lambro, Santa Giulia con 17,6 euro al mq;
Bisceglie, Baggio, Olmi è la zona più economica in assoluto con 17,1 euro al mq
In un sondaggio, “2 cittadini su 3 hanno dichiarato di essere a favore che Milano abbia poteri e competenze da regione o provincia autonoma” (Sondaggio Ipsos). Ma qual è l’unità amministrativa ideale per l’autonomia di Milano? Ci sono almeno tre opzioni principali.
Mini o Maxi: quali potrebbero essere i confini di Milano Città Stato?
La Costituzioneconsente molta flessibilità nel definire il tipo di autonomia e di confini che può avere una determinata area. Nei principi fondamentali, all’articolo 5 la Costituzione promuove le autonomie locali, attua nei servizi “il più ampio decentramento amministrativo” e “adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento”.
L’articolo 132 prevede che ogni area di almeno 1 milione di abitantipossa chiedere lo status di regione e l’articolo 116, nel terzo comma, consente alle Regioni di ottenere forme speciali di autonomia contrattandole con lo Stato. Per quanto riguarda i confini, sempre l’articolo 132 consente a tutti i Comuni che ne facciano richiesta di essere “staccati da una Regione ed aggregati ad un’altra“.
l’articolo 132 consente a tutti i Comuni che ne facciano richiesta di essere “staccati da una Regione ed aggregati ad un’altra“.
Quindi, se Milano diventasse una città stato acquisendo lo status che il nostro ordinamento assegna a una regione, potrebbe sia accedere a forme di autonomia più spinta, simili a quelle delle regioni a statuto speciale, sia poter estendere i suoi confini su tutti i comuni che dovessero preferire fare parte di Milano Città Stato invece che della regione a cui appartengono. Quali potrebbero essere prevedibilmente i confini di Milano Città Stato?
#1. Milano Città Stato = Comune di Milano (come l’Estonia)
Questa rappresenta la soluzione più semplice. Il Comune di Milano ha una popolazione di circa 1.347.000 abitanti e quindi, superando il milione, ha le carte in regola per poter richiedere lo status di regione, come da articolo 132. La semplicità deriva dal fatto che basterebbe la volontà di una sola giunta, quella appunto del Comune di Milano, per avviare la pratica con il parlamento.
L’ultimo asso sarebbe poi quello del referendum confermativo che coinvolgerebbe tutti i cittadini. L’esito sarebbe di avere una città stato piccolina, anche se già così la regione di Milano avrebbe più abitanti di nazioni comeEstoniao Cipro, come ha ricordato Alex Storti nell’articolo “Abitanti a Milano: quanti sono?“.
2. Milano Città Stato = Città Metropolitana (come la Slovenia)
Qui il terreno si fa piuttosto spinoso. Le città metropolitaneintrodotte nella riforma Del Rio avrebbero dovuto sostituire le province. Ma la bocciatura della riforma costituzionale ha mantenuto formalmente le province nella Costituzione, mentre le città metropolitane sono rimaste carta straccia. Quindi, in caso di creazione di Milano Città Stato, per poter estendere i confini sulla città metropolitana, potrebbe bastare la delibera della giunta della città metropolitana o dovrebbero invece esprimersi le giunte di ogni singolo comune? La seconda ipotesi è più plausibile. Quindi, perchè Milano Città Stato coincida come confini con l’attuale città metropolitana dovrebbe essere deliberato in tal senso da tutti i comuni dell’hinterland e, successivamente, dalle rispettive popolazioni. Si potrebbe pensare che per tutti loro sia più naturale fare parte della Regione di Milano invece che del resto della Lombardia.
Se ciò accadesse, Milano Città Stato avrebbe una popolazione di 3.211.000 abitanti, portandola così ad avere un peso superiore a quello di nazioni come Lituania, Lettonia o Slovenia.
3. Milano Città Stato = Area Metropolitana OCSE di Milano (come l’Irlanda)
Questa sarebbe la soluzione più pesante dal punto di vista politico. Milano Città Stato coincide con l’area metropolitana di Milano, la cosiddetta Grande Milano, come viene definita dall’OCSE.
Questa area è stata calcolata sulla base dei flussi produttivi e racchiude tutte le zone che economicamente hanno Milano come loro centro di riferimento. Si tratta dei territori, totali o parziali, delle province di Monza e Brianza, Varese, Bergamo, Como, Lecco, Brescia, Cremona, Lodi, Pavia, Novara, Alessandria e Piacenza.
Per arrivare a questo occorrerebbe che tutti i comuni deliberassero di aderire a quest’area, in ottemperanza con quanto definito dall’OCSE, e si potrebbe raggiungere una popolazione compresa tra i 7 milioni e mezzo e gli 8 milioni e mezzo, raddoppiando così Roma, diventando il quarto centro d’Europa e superando nazioni come Finlandia, l’Irlanda, la Danimarca, laCroazia, la Slovacchia, la Bulgaria.
Può sembrare un’utopia ma se Milano Città Stato si farà con l’obiettivo non di chiusura ma, al contrario, di stimolo per il Paese, diventando un laboratorio di sperimentazione e di innovazione sociale, potrebbe accadere che molti comuni e territori preferiscano far parte di Milano Città Stato invece che restare amministrati da regioni più inefficienti.
Le città più “alla moda” del mondo: c’è anche Milano?
Le capitali della moda le conosciamo tutti: Parigi, New York, Londra e Milano. Ma se invece che “fashion” passiamo alle “fashionable”, alle città più “alla moda”, che cosa succede? Lo ha cercato di scoprire la rivista internazionale Time Out che ha redatto questa classifica delle città più “fashionable” del mondo.
#10 Copenaghen
Nyhavn, Copenaghen. Credits: jolandalinckens IG
Sempre più alla moda la capitale danese. Con le sue bici, i suoi chef stellati, la sua Sirenetta e la metropolitana Made by Milan. Sì, perchè la subway nella capitale danese è gestita da ATM.
#9 Miami
Sonny e Crocket, colonna sonora da brividi
Dai tempi di Sonny e Crocket, i due sbirri più stilosi della storia, Miami è una città “alla moda”. Però resta ai limiti della top 10. Forse sognava qualcosa di più.
#8 Londra
Londra
What a delusion! Una delle 4 capitali della moda mondiale si posiziona appena all’ottavo posto. Fashion ma poco fashionable: possibile?
#7 Seul
Credits Jamesgraphy-pixabay – Seul
Seul rocks! Spopola nel cinema, nella musica e anche tra le città “alla moda”. La capitale della Corea del Sud per molti è la Berlino del nuovo decennio e si candida a essere una delle capitali mondiali del millennio.
#6 New York
Credits: @newyork.view
Anche se si considera la capitale del mondo, come città “fashionable” si trova dietro altre cinque.
#5 Stoccolma
Metropolitana a Stoccolma. Credits: Annika Fundin. @ nikkfun IG
Chi c’è stato non può che confermarlo. Stoccolma è una città super alla moda. Ci sono più parrucchieri che bar, la metropolitana sembra una location della fashion week, le persone hanno uno stile raffinato. Però c’è chi la supera.
#4 Milano
Credits: @paolo_streetshooting IG
Fashion e fashionable. Questa è Milano. Capitale della moda e tra le città più alla moda nel mondo di oggi. Ma quanto siamo fighi?
#3 Dubai
Credits: pixabay.com
Qui si entra tra le città stratosferiche. La regina degli effetti speciali non può che essere lei: Dubai. Ormai è la città a cui tutto il mondo guarda. Non può che essere anche “alla moda”.
#2 Tokyo
Credits: lonelyplanetitalia.it – Tokyo
Altra città pazzesca. Elegante, raffinata, supervitale. La numero uno d’Oriente che mira al primato mondiale. Ma ancora non ce la fa.
#1 Parigi
Ph. LUM3N
Tutti la insidiano ma lei tiene botta. La capitale della moda è anche quella più “alla moda”. Tra Marine Le Pin e le Olimpiadi, resta lei la più affascinante del mondo.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
L’estate è fatta di vacanze al mare, gite in montagna, lunghe passeggiate e… di picnic comodi comodi da organizzare in città o poco lontano. Le idee per una bella scampagnata a Milano e fuori Milano non mancano: iniziando dalla città, ecco alcuni dei parchi più belli dove trascorrere un picnic in famiglia o con gli amici.
Il parchetto prediletto dagli studenti dell’Università degli Studi(che è proprio lì vicino) perché è perfetto per rilassarsi, trascorrere la pausa pranzo o studiare in tranquillità. La Guastalla è ideale anche per un picnic: non è grande, ma lo è abbastanza da ospitare giochi per i bambini e un’area cani. Ma a stupire è la grande vasca barocca che è impossibile non notare, che un tempo era alimentata dal Naviglio e che veniva utilizzata come peschiera: oggi, invece, ospita qualche pesce rosso.
Consigliamo il Giardino della Guastalla per un picnic semplice e improvvisato, seguito da un giro in centro.
#2 Boscoincittà
In questa lista non poteva mancare il bosco di Milano, il Boscoincittà, un’immensa area di verde e alberi dove i bambini possono sfogarsi per bene con corse, giochi e attività all’aria aperta. Il cuore del bosco è l’antica Cascina San Romano, risalente almeno al XV secolo: i suoi portici possono ospitare grigliate, feste di compleanno e, ovviamente, picnic.
Un parco immenso con laghetti e boschetti, dove avvistare animali e giocare a pallone: se oltre al picnic si vuole trascorrere una lunga giornata in mezzo al verde, il Parco delle Cave è il posto perfetto.
#4 Parco della Martesana
Lungo il Naviglio più pittoresco di Milano, la Martesana, si trova il parco omonimo, attraversato da una pista ciclabile che arriva fino a Cassano d’Adda: gli spunti per un picnic e una giornata piacevole ci sono tutti, sia con i bambini che con gli amici.
A pochi chilometri da Milano sorge l’affascinante Abbazia di Morimondo, una località che permette di perdersi tra i sentieri di campagna. Organizzare un picnic informale sul prato dell’Abbazia può essere un modo tranquillo e gradevole per trascorrere mezza giornata lontani dalla città (ma non troppo).
#2 Lago di Monate
Se ci si vuole spingere un po’ più lontano, la soluzione per una gita con picnic possono essere i laghi di Varese, tra i quali rientra il Lago di Monate, particolarmente curato e ben tenuto. Per il picnic il consiglio è quello di raggiungere la spiaggia diComabbio, dotata di un’apposita area.
#3 Parco Ittico Paradiso
Un’oasi naturale perfetta per una gita in famiglia, dove poter ammirare pesci di ogni tipo (dallo storione alle carpe koi) ma anche animali da fattoria. Il parco è attrezzato con un’ampia zona picnic.
#4 Oasi Sant’Alessio
Un castello, un’oasi faunistica, un’immersione nella natura a pochi chilometri della città: l’Oasi di Sant’Alessio ha tutte le caratteristiche per offrire una giornata di ampio respiro ed è anche dotata di una grande zona picnic.
#5 Parco della Preistoria
Ideale per i bambini, il Parco della Preistoria è un percorso nella natura ma anche un viaggio nel tempo, indietro per millenni, fino all’epoca dei dinosauri. Infatti nel parco si trovano sia animali in libertà sia modelli di animali preistorici, ricostruiti in scala 1:1. Ovviamente anche qui non manca l’area picnic, attrezzata anche con barbecue e griglie.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Cinque grandi aree in trasformazione che cambieranno il volto delle periferie milanesi. Scopriamo quali sono con immagini, rendering e punto sui cantieri.
La “Foglia”, la Foresta Sospesa, il grattacielo in legno più alto d’Italia: le 5 cose più interessanti in arrivo nelle periferie di Milano
#1 La “foglia” di Santa Giulia Nord: uno dei parchi più grandi della città, il PalaItalia e la metrotranvia 13
MCA_Milano Santa Giulia_birds-eye view_Visual by MCA VIsual
Lendlease continua lo sviluppo del quartiere Santa Giulia nel sud est di Milano. Il progetto prevede investimenti di 3,5 miliardi di euro su 1,1 milioni di mq rigenerati, inclusi il campus del conservatorio “Giuseppe Verdi”, il Museo per Bambini, l’area commerciale Soul a cielo aperto di 55.000 mq e un flagshipstore Esselunga.
pH. area-arch.it – PalaItalia
Tra le opere in costruzione c’è il PalaItalia, un’arena da 16.000 posti per le Olimpiadi 2026 e che in futuro potrà essere utilizzata per accogliere altri eventi sportivi e concerti, si stima fino a 200 all’anno. Il quartiere avrà anche un grande parco urbano di 270.000 mq, tra i più grandi della città, un laghetto, un waterfront di 400 metri lineari e 3.500 nuove abitazioni, con Spark Living in costruzione entro fine anno e consegna nel 2027. Tutto il progetto dovrebbe essere completato nel 2032.
Percorso Metrotranvia 13
Prevista anchela nuova metrotranvia 13, a collegare M4 Repetti alla stazione di Rogoredo M3 FS servendo tutto il quartiere, con 4,7 km e avrà complessivamente 17 fermate. Una è prevista nei pressi dell’arena ma l’inaugurazione è programmata solo per giugno 2027, non arrivando quindi in tempo per l’evento olimpico del 2026.
Rimaniamo a sud, dirigendosi verso il centro. L’area tra Scalo Romana e il Vigentino da periferia sta diventando una nuova centralità della città. Nel primo è in costruzione il Villaggio Olimpico, sei edifici sono già arrivati al tetto con consegna prevista tra febbraio e marzo 2025. Tra il 2026 e il 2027 lo sviluppo completo con il parco al centro con la riconversione del Villaggio Olimpico in residenze, sarà il più grande studentato d’Italia, mentre la realizzazione dei 70.000 mq tra uffici e retail nel lato verso piazzale Lodi dovrebbero avvenire attorno al 2028-2030.
Foresta sospesa
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Foresta sospesa
Masterplan Scalo Romana
Prevista anche una foresta sospesa a copertura della ferrovia, un parco al centro dell’ex scalo e il rinnovo in corso della stazione di Porta Romana Fs.
credit: areasymbiosis.com
In fase avanzata il completamento di Symbiosis, un’area di 125milan mq, con la costruzione della nuova sede di Snam, un edificio tre volumi sovrapposti articolati in 14 piani, un grande parco con specchi d’acqua e persino un “Teatro Verde”, e il nuovo Hq di Moncler, nell’area retrostante la scuola internazionale.
Progetti Symbiosis
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credit: areasymbiosis.com
credit: areasymbiosis.com
credit: areasymbiosis.com
Credits Urbanfile - Sede Snam
Credits Urbanfile - Sede Snam
Credits Urbanfile - Rendering nuova sede Moncler
Fermo al momento quello relativo al progetto “Vitae” caratterizzato da una “Spirale verde”, vincitore del concorso internazionale Reinventing Cities, un sentiero con una pergola di vite che sale in cima all’edificio, filari sui tetti che si alternano a terrazze e orti e serre stagionali. Altri edifici tra via Lorenzini e via Privata Ercole Marelli sono in costruzione o ricostruzione.
Maps – Scalo Romana
#3 SeiMilano: il parco residenziale occidentale di Cucinella in zona Bisceglie, ispirato alla Pianura Padana
Masterplan SeiMilano
Spostiamoci a ovest. Il progetto di rigenerazione urbana Sei Milano, situato nelle ex cave inquinate di Calchi Taeggi, è in fase avanzata. La firma è dell’architetto Cucinella. L’area, che copre oltre 300.000 mq vicino alla stazione della metropolitana Bisceglie, ospiterà un nuovo quartiere multifunzionale con uffici, spazi commerciali e residenziali, il tutto immerso in un parco di oltre 16 ettari con 4.100 arbusti e 2.300 alberi ad alto fusto che ricorda il paesaggio della Pianura Padana.
La costruzione del primo lotto residenziale è quasi conclusa, così come le torri per uffici Park West. Il secondo lotto, che prevede 11 edifici per un totale di 650 appartamenti, dovrebbe essere terminato entro il 2025. Nel complesso sono previste circa 1000 residenze in edilizia libera e convenzionata, 30.000 mq destinati ad uffici, circa 10.000 mq per funzioni commerciali. L’intero progetto sarà completato tra il 2026 e il 2027, con l’inaugurazione finale prevista tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026.
#4 La Nuova Goccia: il parco scientifico tecnologico in Bovisa
Politecnico – Rpbw – Masterplan Goccia-Bovisa
Andiamo a nord. Il futuro della Goccia prevede la trasformazione in un grande parco scientifico-tecnologico, con due gasometri recuperati: uno diventerà lo “Smart City Innovation Hub” e l’altro la “Fabbrica dello Sport”, ampliando il campus della Bovisa. Il progetto, presentato il 25 novembre 2022 al Politecnico di Milano, è firmato da Renzo Piano e Andrea Kipar. Un’area di 33 ettari, di cui 18 ettari occupati dal bosco spontaneo, da bonificare con tecniche di fito-risanamento. Il Masterplan Bovisa-Goccia include residenze universitarie per 500 posti, la riqualificazione di un edificio storico per il food and beverage, tre edifici per aule, una sala conferenze, un edificio sperimentale a zero emissioni chiamato En già terminato, e uno smart city innovation hub di 35.000 mq con cinque edifici.
Politecnico – Renderging Goccia Bovisa
La fabbrica dello sport avrà quattro piani dedicati a diverse discipline sportive, mentre un’area verde pubblica di 40.000 mq circonderà i gasometri con 1.000 nuovi alberi che si aggiungeranno ai 2.000 esistenti. Il progetto mira all’indipendenza energetica e all’azzeramento delle emissioni di CO2, includendo un tetto fotovoltaico e edifici trasparenti per integrare la natura. È previsto anche un grande asse ciclo-pedonale per collegare le stazioni di Bovisa e Villapizzone al campus.
rpbw – Campus Politecnico Milano
Il completamento del progetto, inizialmente previsto per il 2026, subirà un ritardo fino al 2027 a causa di bonifiche più lunghe e complesse e della necessità di reperire ulteriori risorse, con il primo bando andato deserto. Questo slittamento riguarderà principalmente le aree destinate alle start-up, alle scuole civiche e alle residenze universitarie.
#5 Mind, la “città nella città”: il nuovo campus della Statale e il grattacielo in legno più alto d’Italia
foodserviceweb.it – MIND
Puntiamo quindi a nord-ovest. La “città del futuro” di MIND a Milano, in piccola parte ricadente nel territorio comunale di Rho, sta prendendo forma con diversi progetti innovativi. Cascina Triulza e l’Albero della Vita, simboli dell’Expo 2015, sono già operativi. Palazzo Italia è ora il centro di Human Technopole, un polo di ricerca per le Scienze della vita, in completamento un nuovo edificio con 16.500 mq di laboratori. Nel 2022, l’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio è diventato uno degli ospedali più alti d’Europa, mentre nel 2023 è stato inaugurato il “Big Theatre”, con una capienza fino a 3.500 persone.
carloratti – Campus Statale MIND
Operativo anche l’acceleratore di startup SkyDeck Europe dell’Università di Berkeley e il nuovo store senza casse di Esselunga che sperimenta un retail innovativo. Federated Innovation, una rete di 41 aziende tecnologiche, ha già creato oltre 100 innovazioni. In costruzione il nuovo polo universitario scientifico dell’Università Statale di Milano, progettato da Carlo Ratti Associati, pronto nel 2027, con 4facoltà scientifiche distribuiti da cinque corti circondate da cinque palazzi con 18.300 mq di aule.
Westgate
Nell’area Westgate, sono in costruzione “Molo”, il Mobility Hub e Horizon, alimentati al 100% da energia rinnovabile. Nel 2024 sarà completato Zenith, l’edificio in legno più alto d’Italia. Seguiranno le residenze, un hotel e l’Innovation Hub. La nuova città di MIND avrà il Common Ground, un parco lineare di 1,5 km con 460.000 mq di verde, 4 parchi tematici, piste ciclabili e specchi d’acqua. La connessione a MIND, oltre all’attuale stazione di Rho Fiera, sarà garantita in futuro dalla nuova stazione della Circle Line di MIND-Merlata.
La passeggiata verticale “più bella del mondo”: un’idea da realizzare anche a Milano?
E’ stata definita la passeggiata verticale più bella del mondo perché parte dal livello del suolo e termina sulle cime degli alberi. Un suggestivo cammino che si differenzia dalle altre treetop walk – letteralmente passeggiate sugli alberi – per il panorama mozzafiato che offre in cui si incontrano il verde accesso dei boschi con il blu del mare. Dove si trova e dove potremmo pensare di realizzarne una anche a Milano?
# Un’esperienza over the top sull’isola di Usedom
Credit: siviaggia.it
L’incontro spettacolare tra terra e mare si può osservare a 360° dalla torre di osservazione a Heringsdorf, in Germania. Questa alta torre si trova all’interno della treetop walk dell’isola di Usedom, uno dei luoghi tedeschi più soleggiati e in cui si può vivere un’esperienza letteralmente over the top. Si parte infatti dal sentiero ricco di faggi e pini, per salire sino alla cima della torre grazie a una comoda pedana in legno.
# Dalla cima si vede uno skyline marittimo pazzesco
Credit: siviaggia.it
Tutta la passeggiata si sviluppa verticalmente e offre ai fortunati visitatori panorami e prospettive uniche, oltre a immergerli nei vari livelli del Parco Naturale di Usedom tra flora e fauna. Una volta terminato il cammino si arriva in cima alla torre e si possono osservare, oltre al mar Baltico, tre località imperiali: Bansin, Heringsdorf e Ahlbeck.
Credit: baumwipfelpfade.de
E questa è la treetop walk più bella al mondo, ma potremmo realizzarne una anche a Milano per aggiungere una nuova e insolita prospettiva dalla quale osservare lo skyline meneghino.
# Dove si potrebbe realizzare a Milano?
Parco delle Cave
Si potrebbe pensare di costruire una passeggiata verticale anche a Milano? Il luogo ideale potrebbe essere nel Parco delle Cave, terzo per dimensioni ma ricco di flora e fauna. Lungo il cammino verso la vetta si potrebbero ammirare i suoi quattro bacini, stagni, orti urbani e le due cascine. Sarebbe un’ottima occasione per rilanciare il turismo, includendo anche gli amanti della natura. Se dalla torre di Usedom si può vedere l’incontro dei boschi con il mare, dalla torre panoramica meneghina si potrebbe ammirare come la natura si fonde gradualmente alla città.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Niente chiringuito alle Baleari. Per fare business sul serio si deve rimanere a Milano. Queste sono le attività più desiderate o più curiose segnalate dai milanesi che sognano di mettersi in proprio.
Se ti mettessi in proprio che cosa faresti? Questi sono i sogni dei milanesi
# Agenzia di pr e pubblicità
pexels-kaboompics- Agenzie di pubblicità
Tra i principali sogni nel cassetto c’è quello di aprire un’agenzia di pubblicità o di pubbliche relazioni. Un sogno ricorrente nell’universo di chi lavora nel marketing e che spera di capitalizzare l’esperienza per se stesso. Non solo: per i bassi costi di avviamento è anche una delle attività più facili da intraprendere quando non si hanno soldi.
# Atelier di moda
pixabay- stux – Atelier
Nella città della moda sono in molti a desiderare di aprire un atelier dove realizzare abiti sartoriali su misura da sfoggiare in ogni occasione. Che crescendo si possa poi affermare come fashion brand internazionale. L’atelier è un desiderio tra chi ha qualità artistiche e sensibilità estetica.
# Un food truck regionale
srburrito.it IG – Food truck
Il cibo di strada ha preso piede da ormai diversi anni anche a Milano. All’inizio i chioschi, ora sono i foodtruck a spopolare. Dal pollo fritto al cibo peruviano, dall’aperitivo ai gelati. Perchè non provare con uno dedicato a una particolare cucina regionale? Questa l’idea sollevata da alcuni milanesi.
# Una locale a tema con solo musica anni ’80
Credits: indieforbunnies.com MTV
Una delle trasformazioni più radicali che sta vivendo Milano riguarda i locali. Sembra tramontata l’epoca d’oro delle grandi discoteche e dei locali generalisti, mentre si sta diffondendo la tendenza della creazione di nicchie specifiche. Gli anni ’80 hanno segnato la nascita della musica pop come fenomeno globale, con artisti come Michael Jackson, Madonna e Prince. Viene lanciata anche MTV, che ha rivoluzionato il modo di fruire la musica. Una locale a tema con oggetti, allestimenti e solo musica di quella decade troverebbe molti nostalgici milanesi pronti a scatenarsi sulla pista da ballo, di questo ne sono sicuri i milanesi con il sogno di avere un proprio locale.
# Un albergo per gatti
Hotel per gatti
Secondo le ultime statistiche risulta a che 1 milanese su 2 abbia un animale domestico. Ma i milanesi amano anche viaggiare senza troppe rotture. Qual è allora la soluzione? I bar ci sono già, il primo è stato il Crazy Cat Cafè, dove i gatti possono scorrazzare liberamente tra i clienti e farsi coccolare, anzi hanno i propri “divanetti” dove riposarsi. Persino una pizzeria “i 12 gatti”, in questo caso dedicata a una colonia di felini sul tetto della Galleria Vittorio Emanuele. Quello che servono sono alberghi ad hoc, con ambienti dove gustare mousse e crocchette, stanze giochi e piccole spa per un soggiorno rilassante.
C’è chi propone un hub per piccoli artigiani. Un luogo dove mettere a sistema conoscenze e abilità, in certi casi quasi scomparse, per realizzare oggetti unici e rispolverare il mito della città del design.
C’è chi ci prova, come il bar in Brera dove si può bere il caffè gratis indovinando parole e proverbi in dialetto milanese. Purtroppo la “lingua” un tempo parlata da molti milanesi sta lentamente scomparendo, aprire un locale dove si parla solo in dialetto potrebbe aiutare a preservarla più a lungo nel tempo.
C’è anche chi sogna qualcosa di più originale. Come quello di aprire un casinò.In Italia c’è ne sono soltanto quattro: Sanremo, Saint Vincent e Venezia, oltre a quello di Campione d’Italia, comune comasco exclave in Svizzera. La motivazione ufficiale è quella di rispondere alla concorrenza oltre confine. Ma vale per tre su quattro, visto che Venezia non è a ridosso di una terra straniera. E allora, perché non rilanciare l’idea per Milano? Se diventasse Città Stato, con i confini allargati della sua area metropolitana, potrebbe ospitare il quinto casinò italiano.
Il parco agricolo sud si estende per oltre 46.000 ettari, in un’area ad arco di cerchio tra Milano e i confini sud, est e ovest dell’area metropolitana, andando ad insistere nei territori di sessantuno comuni, rendendolo quindi il parco periurbano più grande d’Europa.
La sua gestione è affidata alla Città Metropolitana di Milano e la sua istituzione fu determinata dalla necessità di protezione e valorizzazione dell’economia agricola del Sud Milano e di tutela dell’ambiente e del paesaggio.
Infatti nel parco sono presenti numerosi corsi d’acqua quali Adda, Lambro, Vettabbia, Ticinello, Navigli e diverse aree protette come le sorgenti della Muzzetta di Rodano e Settala, il Fontanile nuovo di Bareggio e boschi (Cusago, Riazzolo, Corbetta, Carengione), parchi (dell’Addetta, dell’Idroscalo, di Trenno, di Trenzanesio) ed oasi naturalistiche (Lacchiarella) e l’Oasi Levadina dove si possono incontrare vari tipi di fauna quali: cinghiali, caprioli, scoiattoli, ghiri, volpi, airone cinerini, cicogne bianche e tantissimi altri.
# L’agricoltura è predominante nel parco: 1400 aziende agricole
L’agricoltura svolge un ruolo predominante: l’area coltivata è la più estesa e nel parco ci sono oltre 1400 aziende agricole, che si occupano di allevamenti di bovini e suini; di coltivazioni di cereali, riso e il rimanente a prato, oltre a colture di girasole, orti e vivai. Caratteristiche del parco e poste sotto tutela ci sono le marcite.
Tralasciando l’aspetto naturalistico sono molti i luoghi degni di nota del parco agricolo: le abbazie di Chiaravalle, Mirasole e Viboldone, le numerose cascine, complessi agricoli fortificati e addirittura alcuni castelli come quelli ad esempio di Binasco, Melegnano e Buccinasco.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Anche se lo stivale d’Italia ce lo immaginiamo scendere da nord a sud, in realtà va verso est. Così va anche il muro che divide in due il paese. Scorre da nord ovest a sud est. Taglia in due Milano, lambisce Bologna, scorre lungo gli Appennini e termina sulle spiagge deserta della Basilicata. Da una parte gli occidentali, dall’altra gli orientali. Ma quali sono le differenze?
# A est più autonomisti, a ovest più statalisti
A est sono più attivi (si svegliano all’alba), a ovest sono più dormiglioni (vanno a dormire più tardi). A ovest sono statalisti (Roma, Torino, Calabria, Sicilia, Toscana), a est secessionisti: tutte le regioni che rivendicano più autonomia sono nella metà orientale.
Di carattere a ovest sono più ruvidi, a est sono più naif.
# A Est più alti, a Ovest più rotondi
Credits: museodelbasket-milano.it – Sef Costanza Milano
Cibo: a ovest si mangia meglio, è tutto un magna magna.
A est sono più alti, a ovest sono più rotondi.
# Spiagge: a est sabbia, a ovest scogli
Est
Adriatico
Ovest
Tirreno
# Turismo: a est di massa, a ovest elitario
Est
Di massa
Ovest
Radical chic
# Il fiume: Po vs Tevere
Est
Po
Ovest
Tevere
# Credo politico
Est
Repubblicani
Ovest
Monarchici
# Turisti: a est i tedeschi, a ovest i milanesi
Ost
Ovest
Uèst
# Monte
Est
Dolomiti
Ovest
Monte Bianco
# Lago
Est
Garda
Ovest
Maggiore
# Isola simbolo
Est
Tremiti
Ovest
Formentera
# Capitale
Est
Venezia
Ovest
Roma
# Progetto bloccato
Est
TAP
Ovest
TAV
# Progetto visionario
Est
Ponte sull’Adriatico
Ovest
Ponte sullo Stretto
# Il monumento
Est
Arena di Verona
Ovest
Tutti gli altri
# Il reperto più antico
Est
Incisioni rupestri della Valcamonica
Ovest
Nuraghe
# Il fatto storico
Est
Passaggio del Rubicone
Ovest
Caduta di Roma
# Milano
Est
Milano Est- via Lincoln
La città operaia
Ovest
Milano ovest – City Life
La città bauscia
# Cose tipiche
Cose a est
libertà, natura, turismo di massa, grandi spiagge. Cose a ovest
monumenti, città d’arte, isole, scudetti.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Una casa a meno di 1.000 euro al metro quadro? I due paesi dell’hinterland di Milano con il prezzo più basso
# Due comuni dell’hinterland sotto i 1000 euro
Credits silviacarella1 IG – Castano Primo
In base alle ultime rilevazioni di Osservatorio Immobiliare la Città metropolitana di Milano è tra quelle con i prezzi degli appartamenti più alti in Italia, con una media di circa 3.310 euro al mq, e il Comune di Milano è stato quello a registrare il prezzo più alto per gli immobili in vendita con 5.025 euro al mq.
Cifre proibitive per molti. Ma se si ampliano gli orizzonti le cose cambiano: resistono ancora due comuni con quotazioni medie sotto i 1.000 euro. Quelli più economici ex-aequo sono San Colombano al Lambro e Turbigo, dove il valore medio di immobile al mq è di 950 euro. Prendono il posto diCastano Primo che nel 2022 registrava una quotazione di 875 euro ma nel 2024 risulta di poco al di sopra dei 1.000 euro. Ma andiamo a scoprire queste “isole” della convenienza.
# San Colombano al Lambro, l’exclave della Città Metropolitana di Milano dove si produce il “vino dei milanesi”
Credits dariussefan IG – Vigneto San Colombano al Lambro
54 km dal centro di Milano, circa 22 chilometri a sud-est dai confini con la Città Metropolitana di cui è l’unica enclave (o exclave). I cittadini di San Colombano al Lambro avrebbero dovuto rientrare nella provincia di Lodi costituita nel 1992, ma votarono per restare a Milano. Qui si produce l’unico vino DOC della Città Metropolitana di Milano, in una collina a 147 metri di altezza con terrazzamenti e 230 ettari curati da una dozzina di aziende agricole. Esiste anche il San Colombano IGT denominato IGT Collina Milanese.
fiorellasironi IG – San Colombano al Lambro
Di interesse architettonico troviamo il cosiddetto “Portone”, costruito nel 1691 su volere dei Certosini, la rinascimentale Chiesa di San Francesco e soprattutto il Castello, che all’epoca della sua edificazione nel XV secolo, aveva un’importanza strategica nel borgo-fortezza di San Colombano. La popolazione è composta di poco più di 7.200 residenti.
# Turbigo, attraversato da Ticino e Naviglio Grande
Credits manolo.ga1 IG – Turbigo, resti della vecchia dogana austriaca di fine Settecento
Non molto più vicino Turbigo, a circa 48 km dal centro di Milano. È uno dei dei comuni consorziati del Parco Lombardo della Valle del Ticino. Attraversato anche dal Naviglio Grande, che scorre verso la Darsena di Milano, ha diversi edifici degni di nota. Tra questi il Castello Visconteo, che deve il suo nome allo stemma dei Visconti riprodotto sulla torre, il Palazzo De Cristoforis Gray, realizzato dall’unione di una villa settecentesca con un edificio cinquecentesco, oltre alla Chiesa dei Santi Cosma e Damiano ispirata alla Chiesa del Gesù di Roma. C’è persino un piccolo ponte tibetano, che costeggia il Ticino, lungo circa 70 metri e alto 8. Gli abitanti sono circa 7.000.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
La panchina più lunga del mondo si trova a Milano: è lunga 208 metri. Per farla ci sono volute all’incirca 25000 viti, 500 gambe di ferro, per non parlare poi di tutto il legno necessario. Scopriamo insieme questa panchina da record.
La panchina più lunga del mondo è a Milano: oltre 200 metri
# La panchina più lunga del mondo
Credit: pacchiarini.com
La panchina più lunga del mondo misura 208 metri e si trova a Milano, all’interno del parco del Portello.
La panchina da record è stata realizzata da Pacchiarini, un’azienda italiana leader nella progettazione e produzione di arredo urbano, da sempre impegnata nella ricerca di soluzioni e materiali ecosostenibili, sicuri e in armonia con l’ambiente. Ma come è stata costruita?
#Come realizzare una panchina da record
Credit: landarchs.com
Realizzare una panchina di così grandi dimensioni non è per niente facile. Basta pensare che per realizzarla sono servite 500 gambe di ferro, 1800 stecche da 4 metri di legno ciascuna e più di 25000 viti.
Oltre alle parti per costruirla si pone il problema del materiale con cui realizzarla. La panchina firmata Pacchiarini può sembrare fatta di un materiale semplice ma non è così.
Milano è una città con un tasso molto elevato di smog a cui si aggiungono dei grandissimi sbalzi di temperatura tra estate e inverno. L’azienda ha dovuto quindi trovare dei materiali che vadano bene per tutte le stagioni e che possano sopportare la verniciatura finale.
Vi è mai capitato di sedervi su una panchina in estate ma di balzare subito in aria perché aveva una temperatura di 1000 gradi? Questo succede perché materiali come alluminio o plastica prendono il freddo in inverno e il calore in estate, diventando non proprio piacevoli per le persone che vi si siedono sopra.
Il materiale vincente è stato quindi il legno, per la precisione legno americano, che ha bisogno di più manutenzioni ma che permette alle panchine di rimanere sempre in ottimo stato.
# Una panchina in armonia con l’ambiente
Credit: milanofree.it
Quando si vedono le foto del parco è difficile notare la panchina.
Questo avviene perché la struttura della panchina è curvilinea proprio per seguire le forme della natura.
I suoi 208 metri sono su una circonferenza che non ha sempre lo stesso raggio a causa della forma che segue l’andamento del parco: il profilo è stato raggiungibile solo grazie ad un legno molto malleabile.
Questa panchina da record è un altro esempio di come l’architettura e progetti creati dall’uomo possano essere in completa armonia con l’ambiente che li circondano.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Non è un mistero che molti milanesi stiano valutando anche la possibilità di andare a vivere fuori. Ma, restando in Lombardia, quali sono le località dove si abiterebbe più volentieri? Lo abbiamo chiesto ai milanesi. Queste le risposte.
Anno dopo anno sta recuperando terreno una delle località più sottovalutate. Soprattutto tra quelle in riva al lago. Di nobili origini, affacciata sul ramo citato dal Manzoni nei PromessiSposi, Lecco è tra le preferite dai milanesi per il suo lungolago e per i monti che la circondano, come i vicini Piani d’Erna raggiungibili con una funivia e dove si possono percorrere sentieri escursionistici e ammirare suggestivi panorami alpini.
La parte più selvaggia e meno affollata del lago di Como. Clima gradevole anche d’inverno, servizi quasi a livello della Svizzera, ottima posizione. Dongo, Domaso e Colico sono tra le località più menzionate.
Ormai lo abbiamo capito che i milanesi amano i laghi. Tra le sue bellezze le isole Borromee, come l’Isola Bella e l’Isola Madre, con giardini lussureggianti e palazzi storici. Stresa, tra le località più celebri, con viste spettacolari e l’accesso alla funivia per il Monte Mottarone, infine Verbania, con i suoi giardini botanici di Villa Taranto.
#7 Limone sul Garda
patrycjamadeja5 IG – Limone sul Garda
Borgo gioiello sulla sponda bresciana del più grande lago d’Italia. Conosciuto per il suo piccolo porticciolo fiorito, per la limonaia che produce frutti da cinque secoli continua e per il passaggio della ciclopista che collegherà le tre regioni bagnate dal Lago di Garda.
Ci sono anche i milanesi che se proprio se ne devono andare vogliono restare in un’area urbana. In questo caso un’ottima opzione è Bergamo, sempre più centro alternativo a Milano in Lombardia grazie anche all’Aeroporto di Orio al Serio, hub del low cost e terzo in Italia per numero di passeggeri. Dalla Città Bassa alla Città Alta,centro storico medievale circondato da mura veneziane nell’elenco dei siti Patrimonio dell’umanità UNESCO, dove tra le attrazioni spiccano il Duomo e la Basilica di Santa Maria Maggiore, oltre alla Rocca, fortificazione di origine trecentesca sul colle di Sant’Eufemia.
Quinta posizione per Pavia e l’Oltrepo Pavese. Per il capoluogo di provincia troviamo la celebre Certosa, un magnifico monastero rinascimentale, e l’Università di Pavia, tra le più antiche d’Italia, oltre al suo centro storico con il Ponte Coperto e la Basilica di San Michele Maggiore. L’Oltrepò Pavese, da anni rifugio di molti milanesi, è la “piccola Toscana”, la zona collinare famosa per i suoi paesaggi pittoreschi, i vigneti e la produzione di ottimi vini, come il Pinot Nero e il Bonarda.
La preferita tra chi ama la montagna. In inverno è un paradiso per gli amanti degli sport invernali, con 115 kmdi piste da sci e percorsi per snowboard, in estate è perfetto per fare escursioni, mountain bike e trekking. La località, immersa nel Parco Nazionale dello Stelvio, è famosa anche per lo shopping duty-free.
#3 Lago d’iseo
Credits: @alex.marse – Lago di Iseo
Si torna al lago, con uno di quelli meno noti. Da Monte Isola, la più grande isola lacustre d’Italia, con pittoreschi villaggi e sentieri panoramici, ai paesini di Sulzano e Iseo sulle rive dell’acqua, ideali per passeggiate rilassanti e cene con vista, fino alle Torbiere del Sebino, una riserva naturale con percorsi tra paludi e canneti, perfetti per birdwatching. Una menzione speciale alle cantine del Franciacorta, dove vengono prodotti alcuni degli spumanti più pregiati d’Italia.
Per chi vuole unire città e lago c’è Como. Famosa per i suoi splendidi panorami e il patrimonio storico, sulle sponde dell’omonimo lago, tra le attrazioni principali ci sono la cattedrale gotica-rinascimentale, il Tempio Voltiano che celebra Alessandro Volta, le eleganti ville, come Villa Olmo e Villa Carlotta nel Comune di Tremezzo, con i loro magnifici giardini e la funicolare per Brunate che offre viste mozzafiato sul lago e sulle Alpi. Ben collegata a Milano con l’A9 e a un passo dalla Svizzera.
#1 Desenzano del Garda
valefumelli IG – Desenzano sul Garda
La località preferita dai milanesi dove andare vivere, rimanendo in Lombardia, è Desenzano sul Garda. Situata sulla sponda meridionale del Lago di Garda, affascina per il suo lungolago e il suggestivo Porto Vecchio, per il Castello, con le sue vedute panoramiche sul lago, e il Duomo di Santa Maria Maddalena che ospita al suo interno splendide opere d’arte. Da citare anche la Villa Romana con i suoi mosaici e Piazza Malvezzi con i suoi portici. Posizionata lungo la dorsale della Milano-Venezia risulta ben collegata anche con il treno.
L’ultimo viaggio nel 2021. Da allora si sono rincorse notizie sul suo ripristino, ma nulla di concreto. La storia di questo iconico viaggio e le prospettive future.
# Dai TEE degli anni ’50 all’ultimo viaggio nel 2021
Credits: wikipedia.org
La storia dei collegamenti ferroviari tra Milano e la Costa Azzurraparte dai gloriosi TEE, la rete dei Trans-Europ-Express che metteva in connessione i Paesi Europei nel Dopoguerra, con il servizio attivo tra Milano a Marsiglia dal 1957 al 22 maggio 1982. Terminato questo servizio arrivò l’InterCity “Ligure”, nel 1994 attestato a Nizza, che cambiò nome in “Riviera dei Fiori” nel 1996 fino all’arrivo dell’Eurocity Milano-Nizza a dicembre 2004. Nel 2011 il cambio dall’offerta “Riviera” di Trenitalia a Thello, con gli ultimi dieci anni di attività del treno diretto prima della soppressione il primo luglio 2021, dopo un primo stop causa Covid19 a marzo 2020.
Il treno più amato dai milanesi diretti in Costa Azzurra, firmato Thello, aveva una livrea dedicata con la scritta sociale “thellō” in nero con la “ō” in rosso e l’accento diacritico “macron” in verde. I convogli si componevano della sette alle nove carrozze, sono state in totale 91 le unità, con due di prima classe di colore turchese e quelle di seconda classe in rosso con due fasce bianche oblique sulle fiancate.
# Nessuna novità su un possibile ripristino del servizio
treni-internazionali.it – Thello
Dopo la soppressione del servizio senza alcune spiegazioni Radio Nizza ha indagato sulle numerose notizie di ripartenza del servizio uscite nell’ultimo periodo usciti in Francia e Svizzera. Nessuna di queste si è rivelate veritiera, sia Sncf che Trenitalia hanno smentito un imminente ritorno sui binari dell’iconico treno della “Riviera dei Fiori”. Al momento quindi nessuna speranza per l’immediato futuro. Ci si deve accontentare, nella migliore delle soluzioni, di salire a Milano e fare un cambio a Ventimiglia per proseguire verso la Francia e raggiungere Nizza o Marsiglia.
Milano sarà circondata da una rete di metrotranvie, un sistema di trasporto ferroviario rapido che utilizzerà corsie dedicate e semafori prioritari.
Con diversi cantieri già aperti, progetti imminenti e altre proposte in fase di studio, analizziamo come evolverà la mobilità intorno alla città e quali ulteriori linee potrebbero essere create per completare il piano di trasporti dell’area metropolitana.
La Gronda Nord e le altre metrotranvie: i 5 progetti che trasformeranno la mobilità attorno a Milano
I cantieri in corso e quelli previsti
#1 La metrotranvia nord (o Gronda Nord) dovrebbe inaugurare per intero nel 2030: sarà una “tangenziale Nord” sui binari
Metrotranvia nord
La prima linea già in funzione in una parte del tracciato è la metrotranvia nord, soprannominata anche “Gronda Nord”, che corrisponde all’odierno tram 7 da Precotto a Piazzale Lagosta. La linea utilizzerà il canale urbano già previsto per il progetto, ora abbandonato, della strada interquartiere. Finanziata con fondi PNRR per 86,3 milioni, lunga circa 14 chilometri da Certosa Fs a Cascina Gobba M2, mette in collegamento tutte le metropolitane, eccetto la M4, oltre alla citata M2 anche: la M3 ad Affori, la M5 a Bicocca e la M1 a Precotto, a cui si aggiungono la tranvia 4 verso Seregno e le stazioni dei treni regionali e suburbani a Greco Pirelli, Villapizzone Fs e Certosa Fs. I lavori in corso riguardano il tratto dal capolinea ad est fino all’interno del quartiere Adriano, con inaugurazione slittata alla primavera 2025.
Tratta Adriano-Cascina Gobba
Partiti da poco anche i primi cantieri di due delle tre tratte da realizzare con risorse europee: quella da Quartiere Adriano e la stazione di Cascina Gobba M2 di 1,3 chilometri con 3 fermate, durata cantieri un anno, la Fulvio Testi-Pronto Soccorso di Niguarda di 1,7 km per 3 fermate. Il cantiere per la terza, da Piazza Bausan-Villapizzone, dovrebbe partire entro la fine dell’estate. Tutte tre dovranno essere operative entro il 2026 per non perdere i fondi.
Tratta Niguarda-Fulvio Testi
Sulle cinque tratte previste dal progetto, Le due tratte rimanenti dall’ospedale di Niguarda a via Durando e da Villapizzone e Stazione Certosa FS sono in fase di progettazione. La conclusione dei cantieri è programmata per il 2030.
#2 L’avvio dei primi cantieri per la metrotranvia Milano-Seregno: fine lavori nel 2025
Credits: MM – Metrotranvia Milano Seregno
Il 10 gennaio 2023 è stato sottoscritto l’atto integrativo tra la Città Metropolitana e l’appaltatore, l’impresa di costruzioni Cmc di Ravenna, per l’avvio dei cantieri della metrotranvia tra Milano e Seregno. A maggio dello stesso anno sono partiti ufficialmente i cantieri, attivi lungo tutto il tracciato. La linea sostituirà la dismessa tranvia extraurbana Milano-Desio prolungando il suo percorso con interventi sulle vie di corsa, la tecnologia impiantistica, la tipologia dei treni e i criteri di esercizio.
La nuova linea sarà lunga 14 km, avrà 25 fermate e attraverserà 8 comuni: Milano, Bresso, Cormano, Cusano Milanino, Paderno Dugnano, Nova Milanese, Desio e Seregno fino alla stazione per i collegamenti con Saronno, Como, Carnate e Monza. La prima parte fino a Paderno Dugnano (loc. Calderara) sarà a doppio binario e la seconda (da Calderara a Seregno) a binario singolo con raddoppi per gli incroci. Si prevede una frequenza di 10 minuti negli orari di punta e 30 negli orari di morbida. L’investimento complessivo è di circa 258 milioni di euro, la durata complessiva dei lavori è stimata in 28 mesi con inaugurazione tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026.
#1 Pubblicato il bando di gara per la metrotranvia Milano-Limbiate: fine lavori prevista per il 2028
Milano-Limbiate
La storica linea tranviaria che ha collegato da fine ‘800 alla fine del 2022 il quartiere Comasina a Limbiate, e che ha corso seriamente il rischio di essere smantellata per via dell’obsolescenza dell’infrastruttura e dei mezzi di trasporto che la percorrono, si prepara ad a rinascere come metrotranvia.
Dopo i problemi burocratici e finanziari, la scadenza per l’affidamento dei lavori e infine lo stop al servizio avvenuto nel settembre del 2022, dopo 140 anni di servizio, a dicembre dello stesso anno è stato dato via libera al progetto definitivo per la riqualificazione della metrotranvia Milano-Limbiate. Il tracciato è 11,7 chilometri con 19 fermate attraverso 6 comuni, della Città Metropolitana di Milano e della provincia di Monza Brianza: Milano, Cormano, Paderno Dugnano, Senago, Varedo e Limbiate.
Arrivate le risorse extra, il costo dell’opera è di circa 180 milioni di euro, a maggio 2024 è stato pubblicato il bando di gara, con scadenza luglio 2024, per l’affidamento della progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori. La durata prevista dei cantieri è di circa quattro anni e l’inaugurazione dovrebbe avvenire entro la fine del 2028 o al massimo all’inizio del 2029.
#2 La metrotranvia 13 “buca” l’appuntamento delle Olimpiadi Invernali 2026: pronta un anno e mezzo dopo
Credits: artecna.it – Tracciato e fermate
Niente Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026 per la nuova metrotranvia 13, che sarà comunque un lascito dell’evento. Il progetto prevede infatti un collegamento tra la stazione di Repetti M4 e quella di Rogoredo M3/FS , con una fermata proprio al servizio del costruendo PalaItalia, dove sono in programma le gare di hockey maschile sul ghiaccio e in futuro palazzetto per eventi sportivi e concerti. La linea si estenderà per 4,7 km e avrà complessivamente 17 fermate, di cui 9 già esistenti e in condivisione con il tram 27.
Fonte ufficio stampa – Prove in linea notturne tram Tramlink alla fermata
Partendo da viale Forlanini proseguirà sullo stesso percorso del tram 27, poi verso le vie Monlué e Bonfaldini, attraverserà il quartiere nuovo di Santa Giulia fino alla nuova piazza davanti a Sky Italia e terminerà al capolinea nel piazzale dinanzi all’entrata delle Stazioni FS e Metropolitana linea 3 di Rogoredo. L’inaugurazione slitta a giugno del 2027 e per il servizio, come la metrotranvia nord e per la Milano-Seregno, verranno impiegati i nuovi tram bidirezionali Tramlink.
#3 Linea E o T Sud: l’attuale 24 prima fino allo IEO e poi a Locate Triulzi: pubblicato bando di gara per la prima tratta
Ipotesi Linee T Pums
Le cosiddette linee T, previste dal PUMS, beneficeranno di vari miglioramenti come l’asservimento semaforico, l’adeguamento delle banchine e delle fermate (in alcune linee sono stati già realizzati questi ultimi interventi), e l’impiego di mezzi ad alta efficienza. Anche se la linea 24 non diventerà una metrotranvia è comunque inclusa tra le linee di forza programmate. Tra le ipotesi attualmente allo studio c’è il prolungamento della linea fino a Locate Triulzi, passando per Noverasco e Opera.
In preparazione di questo tracciato, viale Ripamonti è stato riqualificato con l’installazione di uno spartitraffico centrale alberato ai lati, progettato per ospitare i binari. Inoltre, sono state create piste ciclabili e gli incroci sono stati messi in sicurezza attraverso la costruzione di rotatorie.
Comune di Milano – Tram 24 IEO
Intanto a fine dicembre 2022 è stato finanziato il progetto di fattibilità tecnico-economica con fondi complementari al PNRR, per un importo pari a 25,82 milioni di euro, per realizzarne un primo tratto: la lunghezza sarà di 1,3 km e ci sarà una sola fermata in prossimità dello IEO e un anello di inversione a Selvanesco. Il percorso sarà tutto in sede protetta, il parterre centrale manca solo nel primo tratto mentre nel secondo è stato appunto realizzato in seguito alla riqualificazione di viale Ripamonti. Si prevede anche un collegamento verticale con la passerella prevista nel progetto di ampliamento dello IEO. Il bando di gara il bando per la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori è stato pubblicato a febbraio 2024, un anno dopo in base al precedente cronoprogramma, e pertanto i primi tram potrebbero circolare entro la fine del 2027.
# Le altre metrotranvie che servirebbero a Milano
Tutte le linee in cantiere, in programma e allo studio dovrebbero apportare benefici a tutta la mobilità interna ed esterna alla città e ai cittadini dell’area metropolitana, favorendo una riduzione del traffico veicolare e di conseguenza dell’inquinamento atmosferico.
Pensando in modo un po’ più ambizioso si potrebbero però immaginare altri tracciati utili a completare il lavoro di programmazione trasportistica. Questi potrebbero essere alcuni:
Metrotranvia Est tra Cascina Gobba M2/futuro capolinea Metrotranvia Nord e il capolinea a Quartiere Forlanini della metrotranvia sud-est;
Metrotranvia Sud che colleghi l’altro capolinea della metrotranvia sud-est a Rogoredo M3/FS e intercetti le linee tranviarie 24, 15 e 5 oltre alla linea metropolitana M2 e la futura M4;
Metrotranvia Ovest che partendo dalla metrotranvia sud intersechi le linee metropolitane M1 e M5, ai limiti dei confini comunali, per poi ricongiungersi a Certosa FS, capolinea della futura metrotranvia nord per realizzare così una “metrotranvia circolare”, anticipo di una futura circle line sul tipo della S-bahn berlinese. Queste ultime due ipotesi di metrotranvie potrebbero diventare realtà come linea metropolitana, la numero 6 o linea rosa, in base a a quanto immaginato dall’attuale amministrazione del Comune di Milano.
Il progetto potrà non essere magari realizzabile così come sommariamente ipotizzato, ma è una visione d’insieme che dovrebbe portare a dei seri ragionamenti per il futuro dei trasporti circolari di superficie a Milano.
Un progetto che unisce natura, design e benessere e che fa parte di una rigenerazione paesaggistica unica. Vediamo come e perchè è stato realizzato questo prato ergonomico.
Trasformare i prati urbani in poltrone di design? Questa città lo fa. Un’idea per Milano?
# La pista dell’aeroporto trasformata in un parco lineare
Sasaki – Runway Park
I prati urbani trasformati in poltrone di design? Si tratta di un progetto di riqualificazione paesaggistica concluso nel 2020, nel quartiere Xuhui, distretto finanziario nel cuore di Shanghai. Si trovano nel Runway Park, un’area di 14,63 ettari un tempo pista per l’aeroporto di Longhua, che ha funzionato per oltre 80 anni. Progettato come una strada pubblica e un parco lineare con 2.227 alberi e 82 diverse specie di piante, il lungofiume del quartiere funge ora da camminata per i cittadini e il disegno imita il movimento di una pista di decollo, creando diversi spazi lineari per veicoli, biciclette e pedoni. Al suo interno, in una porzione di terreno affacciata su un campo da basket pubblico nei pressi della stazione della metropolitana di Yunjin Road, è stato ricreato un angolo di verde rigenerante.
# Il “Santuario dei lavoratori”, dove riposarsi per una pausa rigenerante
Sixth Tone – Prato inclinato Runway
Stiamo parlando di un prato a più livelli di 30 metri di lunghezza, progettato per essere simile come forma a quella di una sedia a sdraio, che grazie alla sua inclinazione perfetta e all’ombra fornita dagli alberi è ormai conosciuto come il “Santuario dei lavoratori”. Qui infatti si rifugiano i dipendenti delle società presente nella zona per riposarsi e rigenerarsi, riducendo i livelli di stress e tornando più sereni e produttivi al lavoro.
# Un’inclinazione di 135 gradi per il massimo comfort
Sixth Tone – Prato inclinato dettaglio
Questo angolo di verde è stato progettato dallo studio americano Sasaki e presenta un’inclinazione di circa 135 gradi, mentre ogni livello ha un’altezza di 55 centimetri e una larghezza di 105 centimetri. Le misure sono state scelte dopo diversi test con l’obiettivo di garantire il massimo comfort possibile.