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Se Milano diventa una città regione, il capoluogo della Lombardia sarà BERGAMO

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bergamo

Si sta sempre più diffondendo l’idea che Milano debba diventare una città regione. Questo sarebbe consentito dalla Costituzione (art.132), perchè Milano ha più del milione di abitanti necessari per potersi costituire come regione, e come avviene per le città più internazionali degli Stati europei: Berlino, Amburgo, Madrid, Londra, Ginevra, Basilea, Vienna, Bruxelles, Budapest, San Pietroburgo e tante altre. I vantaggi del diventare una regione sono di poter avere risorse e poteri per affrontare temi che a Milano risultano diversi dal resto della Lombardia, come il caro affitti, la metropolitana, l’inquinamento, la mobilità urbana, il tipo di immigrazione, le università, la competizione internazionali con le altre città d’Europa.

Se Milano diventa una città regione, serve individuare un nuovo capoluogo per la Lombardia. Tra le diverse ipotesi quella che ci sembra più di buon senso è Bergamo. Ecco perchè.

Se Milano diventa una città regione, il capoluogo della Lombardia sarà BERGAMO

#1 Opzione Enclave

Una possibilità è che Milano rimanga sede del Palazzo della Regione e dunque una specie di exclave che continua ad amministrare il territorio lombardo. Una soluzione molto pragmatica, che consentirebbe di utilizzare l’attuale palazzo della Lombardia. In questo modo a Milano si concentrerebbero due poteri: quello della città regione e quello della regione di cui rimarrebbe comunque la capitale geografica e riferimento amministrativo. Sarebbe un po’ come trasformare il resto della Lombardia in una colonia. Intrigante per Milano ma forse non sarebbe accolto con entusiasmo dalle altre città.

#2 Monza

monza

A vantaggio dell’ipotesi Monza capoluogo c’è il suo passato regale oltre alla vicinanza con Milano che renderebbe più semplice il trasloco e anche il mantenimento di una relazione agevole tra le due regioni. Una soluzione ad esempio simile con Berlino e Potsdam, sobborgo berlinese che è capoluogo della Regione del Brandeburgo. Però ci sembra un’opzione da scartare perchè con la città regione Monza rientra in Milano.

#3 Brescia

I vantaggi sono che è dopo Milano è la città più grande e che ha anche la metropolitana. Però a suo svantaggio c’è la storia, che la pone troppo legata a Venezia e la sua collocazione prossima ai confini della regione, fattore che penalizza anche altre ipotesi come Como o Mantova.

#4 Una nuova città

city smart eco citta stato del futuro

L’ipotesi più affascinante. Milano è insostituibile. Per colmare un vuoto abissale forse l’unico modo è di realizzare una nuova grande città, un luogo dei sogni, avveniristico che possa mettere in discussione il primato nazionale di Milano. Per questo è un’ipotesi da non prendere in considerazione.

#5 Bergamo

Solo vantaggi per Bergamo. E’ la più centrale, era il confine con Venezia ed è tra montagna e pianura. Ha anche l’aeroporto e la sua squadra gioca a San Siro. Una soluzione perfetta. Amici bergamaschi, aiutateci a fare di Milano una città regione. Vi aiuteremo a fare risplendere la vostra magnifica città su tutta la Lombardia.

MILANO CITTA’ STATO

De Chirico mangia il risotto alla milanese!

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All’ombra della Madonnina è arrivata una mostra che fa venire l’acquolina in bocca a tutti gli appassionati d’arte. E’ la mostra su De Chirico!

Ebbene sì, pare che al nostro amico Giorgio De Chirico piaccia molto il risotto alla milanese, perchè la sua mostra rimarrà a Palazzo Reale fino a Gennaio 2020!

Una raccolta di opere, realizzate durante tutto l’arco della carriera artistica del pittore. Un modo per comprendere l’evoluzione del pensiero artistico e della mano di De Chiric.

Cosa ha di speciale questa mostra? E’ bellissima!

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Indie Mania Dance

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Per tutti cultori snob che di nascosto sanno a memoria Calcutta e i finti intellettuali che ascoltano trap,Per chi va ogni giorno in ufficio con la camicia, nascondendo tatuaggi pop-punk e le ragazze serie in tailleur, che si scatenavano con le spice girls. Per i rocker a cui piace l’Edm e i giovani che ascoltano i vecchi Beach boys.

Per tutte le compilations su cd Verbatim con le scritte a pennarello o gli iPod da 1 giga pieni. Ma anche per tutti i tormentoni da milioni di views o le colonne sonore delle stories instagram.

Indie Mania Dance è il nuovo concetto di club party 2.0, una festa dove ballare e cantare a squarciagola tutte le più grandi HIT del presente e del passato.

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10 nuovi progetti per il CENTRO di Milano

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Area C
Riqualificazione piazza Cordusio

Con i suoi luoghi storici e i suoi monumenti, con i suoi musei e i suoi locali notturni, l’Area C rappresenta senza dubbio la parte di Milano più conosciuta e apprezzata da milanesi e turisti di tutto il mondo.

Ma cosa si potrebbe fare per valorizzarla ancora di più? Di proposte ce ne sono molte. Ecco le prime 10 che saltano all’occhio passeggiando per il centro città.

#1 Area C 24h/24

Area C

L’attuale scansione oraria 7.30-19.30 non è molto efficace: un danno per i milanesi che lavorano e si spostano durante la giornata e un vantaggio per la movida milanese pronta a prendere la macchina per andare in centro nella fascia oraria aperitivo.  Le lunghe file lungo la circonvallazione allo scoccare delle 19.30 ne sono la dimostrazione. O si fa pagare tutti, o nessuno. La proposta è estendere l’orario 24h/24 e, in compenso, migliorare l’efficienza dei trasporti nel centro città.

 

#2 Metropolitana 24h/24

Area C

Una delle esigenze più comuni evidenziate tra i milanesi. La metropolitana 24h/24 non solo sarebbe un motivo in più per non prendere la macchina e un’occasione per vivere la città fino a tardi, ma risparmierebbe anche inutili ansie (e corse) nel tornare a casa la sera. Speriamo non rimanga un’utopia.

 

#3 Aree pedonali

Area C

Quando si lascia spazio ad aree pedonali, la maggior parte delle volte la città ne beneficia in termini di benessere e di estetica. Piazza Cordusio sarebbe uno di quei punti da valorizzare. In realtà un primo progetto dovrebbe essere già in cantiere: se tutto andrà come previsto (dopo il parere della soprintendenza, il progetto verrà presentato ufficialmente nella sede del Municipio 1), i lavori inizieranno nel 2020.

 

#4 Un circuito di piste ciclabili

Area C

Da anni motivo di accesi dibattiti. Milano si vanta di essere il capoluogo con le piste ciclabili più lunghe d’Italia, ma non tiene conto dei disagi che queste recano ai ciclisti quando si interrompono e scompaiano nel nulla, magari proprio dove ce ne sarebbe più bisogno. È il caso della ciclabile che da Piazza della Repubblica, al confine dell’Area C, dovrebbe in teoria proseguire in Via Turati. La proposta: un circuito senza interruzioni che colleghi alcuni punti strategici del centro di Milano.

 

#5 Allargare i marciapiedi

Area C

È il caso di Via Ponte Vetero. I marciapiedi di entrambi i sensi di marcia sono strettissimi e anche molto pericolosi quando i tram, sempre più grandi, passano a lato sfiorando i pedoni. Anche se esteticamente molto brutto, occorrerebbe una transenna di sicurezza. La viabilità di questo punto è sicuramente da ripensare.

 

#6 Parco Sempione 24h/24

Area C

L’orario continuato sarà la cifra dei prossimi progetti per Milano. E anche Parco Sempione, uno dei più antichi polmoni verdi della città, deve stare a passo con i tempi. Sul modello del nuovo parco della Biblioteca degli Alberi, la proposta è di estendere l’apertura 24h/24 per renderlo una vera e propria via di comunicazione tra i vari quartieri del centro. E anche chi è solito fare jogging la sera non dovrà preoccuparsi di guardare l’orologio per non rimanere chiuso dentro.

 

#7 Dissuasori sui marciapiedi

Area C

Sin dalle prime ore dell’alba, quando un milanese esce di casa, corre uno dei pericoli più grandi che ci siano in questa città. Motorini, biciclette, monopattini sfrecciano a tutta velocità sui marciapiedi facendo il filo ai portoni delle abitazioni. Se una sanzione fino a 168 euro non è abbastanza, devono essere trovate altre soluzioni. Dei dissuasori per esempio.

 

#8 Piscina in Moscova

Area C

Grandi notizie dalla zona di Moscova. È stato dato via ai lavori di una nuova piscina che rientra nel progetto di riqualificazione dell’area di Via Fatebenesorelle. L’impianto ospiterà una vasca principale, una vasca per bambini, un’area ristoro e una palestra separata: l’intento è che sia una piscina al servizio del quartiere.

 

#9 Rivalorizzazione di parco Vetra

Area C

Era uno dei posti più degradati del centro città, ma finalmente il progetto inizia a prendere forma. Il Vetra Building, l’edificio di circa 25.000 mq in Piazza Vetra alle spalle della chiesa di San Lorenzo, è in piena fase di ristrutturazione. L’idea è quella di inserire funzioni che restituiscano alla fascia al piano terra verso il parco una maggiore vivibilità e vivacità, in modo da farne un luogo aggregativo che ne ostacoli il deterioramento.

 

#10 Preservare Colonne di San Lorenzo

Area C

Pur essendo uno dei patrimoni artistici più belli che la città ha da offrire, uno dei rari reperti della Milano Imperiale, le colonne di San Lorenzo sono lasciate allo sbando. Un po’ è la movida milanese, che le sfrutta come se fossero un muretto di periferia. Un po’ sono i bivacchi notturni. E un po’ sono le vibrazioni continue del tram che ci passa di fianco. Tutti fattori che rendono questo meraviglioso luogo alla mercè di continui danneggiamenti. La curia vorrebbe recintare il sagrato e le colonne con un’inferriata, ma per adesso l’idea non è stata ancora realizzata e la piazza continua a rimanere così, suggestiva e aperta a tutti.

 

 

LETIZIA DEHÒ

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ANDREA CHERCHI: “Amo la Milano internazionale, che ragiona in positivo, senza lamentarsi”

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Andrea Cherchi

Andrea Cherchi è nato nel 1969 ma in due giorni diversi. Uno a giugno, l’altro a ottobre. Ma il suo obiettivo è unico, quello di raccontare il bello e il cattivo tempo, ma soprattutto quello bello, della sua amata Milano, della sua Lombardia. È stato votato dai cittadini al secondo posto come “personaggio dell’anno” nel 2018.

Andrea Cherchi, l’uomo nato due volte

“Nella vita mi sono capitate cose che non accadono spesso a tutti – ha commentato il 1° ottobre sui suoi profili social – cose come ad esempio pubblicare libri, fare il reporter e giornalista seguendo anche eventi importanti. Cose come ad esempio avere due compleanni… Uno il 17 giugno, data in cui sono nato e uno, oggi, il 1° ottobre, data in cui sono arrivato in casa Cherchi, accompagnato da una suora, con un gioco in mano… Pronto a rinascere e a rivivere. Oggi, come sempre, ringrazio chi non ha potuto tenermi, ma ha comunque deciso di donarmi la vita e chi mi ha salvato dall’abbandono e mi accolto in una famiglia vera. A tutti porto questo umile esempio…”.

Nato a Como, oggi Andrea Cherchi vive tra Milano e Vercelli. Sempre il 1° ottobre gli è arrivato un bellissimo regalo: il Corriere della Sera gli ha dedicato un’intervista a tutta pagina sull’inserto “Buone Notizie”. Ha vinto numerosi premi, è candidato ad altri, le sue fotografie tappezzano muri, cartelloni pubblicitari, testate nazionali e internazionali…

Insomma, quello che per molti bambini in qualche modo considerati “diversi” (da cosa poi?) può essere un peso, Andrea lo ha trasformato in coraggio, voglia di vivere, caparbietà, perseveranza. Ha una sua famiglia, è marito, papà e ha una “compagna” che da cui non si separa mai e che non nasconde, anzi: la sua macchina fotografica.

“Oggi pubblico diverse foto al giorno sui miei profili social – sottolinea Andrea – a un certo punto mi sono reso conto di avere un grande patrimonio fotografico, frutto di anni da fotoreporter. Mi dispiaceva non usare le tante immagini fatte durante un servizio: di solito i giornali e i clienti in generale te ne chiedono 2 o 3 e allora pian piano ho iniziato a pubblicarle. Non metto la firma sopra a quelle che pubblico: un’immagine va fruita e condivisa, senza sapere necessariamente chi l’ha fatta. Ha una sua vita propria”.

Nei mesi scorsi il tuo libro, ovviamente fotografico, “Semplicemente Milano” (Gallo Edizioni) ha riscosso un grande successo.

“Sì, il libro è iniziato artigianalmente diciamo, in modo umile, con l’editore abbiamo fatto questa scommessa ed è andato molto bene”.

Ma per arrivare a un libro “best seller” nella sua categoria, da dove hai iniziato?

“La mia è una passione partita nei giornali locali e in una piccola tv privata. Inizialmente scrivevo e basta, poi sono arrivato al punto in cui al pezzo mi si chiedeva di unire anche una fotografia. Nelle redazioni locali che hanno meno mezzi dei grandi giornali, spesso veniva associata una foto di archivio, che non c’entrava nulla con l’anima del mio testo. E allora ho iniziato a fare io le fotografie e da giornalista sono diventato fotoreporter…”.

Parliamo di Milano. Come hai visto cambiare questa città?

“È una città unica nel suo genere, il cambiamento c’è stato eccome. A Porta Nuova da ragazzino andavo al Luna Park, oggi c’è Piazza Gae Aulenti. Oggi parliamo dello Skyline di Milano, quando è nata mia figlia non sapevamo neanche cosa significassero quelle parole. Sembra una città fuori dall’Italia, dove tutto va veloce, con grandi investimenti e la realizzazione di capolavori: non solo costruzioni ingegneristiche, ma grandi menti che progettano guardando all’interesse della collettività. Milano è cresciuta soprattutto a livello di mentalità: aperta, internazionale, che ragiona in positivo senza lamentarsi. Ecco questo è un aspetto positivo: chi vive qui non critica gli altri, ma fa”.

Dicci le 3 cose che ti piacciono di più a Milano

#1 Il contrasto tra il passato e il moderno, che si uniscono bene, rispettandosi tra loro.

#2 Tantissimi dettagli nascosti. Li racconto spesso, non tutti, e sono anche contento che non tutti li conoscano… perché dobbiamo custodirli gelosamente.

#3 La campagna milanese: uno dei miei posti del cuore è una cascina, a 2 km dalla città. Non ci sono, infatti, solo il Duomo con la Madonnina”.

E 3 cose che vorresti cambiare

#1 Non mi piace chi non ha combattuto abbastanza per mantenere e difendere le botteghe storiche.

#2 Neanche quelle persone che vengono a Milano e si mettono a fare i criticoni di ogni natura e genere. Milano va conosciuta e vissuta, poi la si può criticare…

#3 La terza? Ognuno metta la sua in modo costruttivo sotto a questa intervista, così ci può aiutare a migliorare ancor più Milano…”.

La persona che ti è piaciuta intervistare e fotografare?

Simone Lunghi, della Canottieri San Cristoforo. Gli dovrebbero dare l’Ambrogino d’Oro. Lotta ogni giorno per fare più belli i nostri Navigli. E Gianni Bianchi della Cascina Linterno, una persona straordinaria, un uomo che ha dedicato tanto alla cultura milanese senza un tornaconto personale”.

Leggi anche: Il PERSONAGGIO dell’anno a Milano è SIMONE LUNGHI

E di Milano Città Stato cosa ne pensi?

“La vedo esattamente così, come la vedete voi. Milano da sola è riuscita a doppiare il resto d’Italia. Non è giusto dire una città che deve aiutare tutte le altre e basta. Per poter contribuire di più e al meglio, ha bisogno di più autonomia reale, legislativa, di meno burocrazia, pur restando ovviamente al 100% italiana. Non stiamo parlando di secessione e chi dice questo non sa cosa stiamo dicendo. Sono per l’integrazione di tutto e di tutti”.

Perché si parla tanto di te, anzi perché Milano è raccontata così intensamente dalle tue fotografie?

“Fino a poco tempo fa sono stato sempre la riserva di qualcuno, in tutto quello che ho fatto, venivo chiamato quando saltava quello prima di me… Poi però quando era il mio turno, davo il massimo e con una carica forte, entusiasta di chi appunto non è il primo della lista. Poi non ho mai usato immagini che non andavano, che potevano cioè fare danni. Sono convinto che la vita e il lavoro vadano affrontati con umanità…”.

FLAVIO INCARBONE

Per seguire Andrea Cherchi sui Social:

@andreacherchimilano | @andreacherchi_foto

 

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Il FUORISALONE di Lambrate è nato come progetto di rivalutazione immobiliare

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fuorisalone di lambrate
Credits: luukmagazine.com

Primavera a Milano coincide con il Fuorisalone, o quasi. Se il ‘Salone internazionale del Mobile’ accoglie oltre 380 mila visitatori all’anno, il Fuori Salone o ‘Fuorisalone’, una serie di eventi dedicati al design organizzata in maniera autonoma, non è da meno. Il solo ‘Lambrate Design District’ accoglie infatti circa 100 mila visitatori all’anno (¹).

Ma, in fondo, le origini del Fuorisalone a Lambrate, zona che oggi è definita la Brooklyn italiana, si ritrovano in un progetto di rivalutazione immobiliare del quartiere, allora degradato e isolato dal centro città. Un’idea imprenditoriale nata per aumentare il valore del distretto, sfruttando la storicità e originalità di un luogo ancora in fase di ricerca della propria identità.

Leggi anche: Make Lambrate Great Again

Un’agenzia immobiliare, un giornalista, una quindicina di designer olandesi interessati a spostarsi ‘dalle cantine di via Tortona’, un contatto di rilevanza pubblica e sensibile al mondo del design e dell’arte: Mariano Pichler, imprenditore e architetto. Per quest’ultimo, un ruolo centrale nell’affermazione del distretto all’interno della Design Week di Milano che già, l’anno successivo, ne contò oltre di 50 artisti internazionali, alcuni in prima linea nella gestione degli spazi espositivi stessi (non senza difficoltà organizzative).

Oggi, dopo 7 edizioni, gli espositori al Lambrate District sono oltre 350 di 43 diverse nazionalità, riconfermandosi, di anno in anno, un luogo cult per gli amanti del design di tutto il mondo (¹).

Ancora una volta, occupare aree della città in nome del design ha prodotto effetti positivi. Ma, ora che Lambrate aveva iniziato a seguire lo stesso destino già vissuto da via Tortona, cosa succederà visto che gli investitori si sono spostati in Loreto e Stazione Centrale?

 

(¹) Fonte http://www.lambratedesigndistrict.com

SILVIA BOCCARDELLI

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Entriamo nel Tunnel!

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Ricavato sotto i binari della Stazione Centrale di Milano, da metà degli anni 90 ha permesso ai milanesi di collegarsi con tutti i suoni elettronici contemporanei ed era pieno sette sere su sette.

Oggi è uno dei punti di riferimento della mappa del clubbing milanese! E’ il Tunnel ed è il luogo del divertimento!

Dove la musica ti scatena, la gente ti diverte ed i drink e proposte mixology ti mandano in estasi!

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Aperitivo tra le stelle? La guida aggiornata alle 10 TERRAZZE più belle di Milano

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migliori rooftop

Ad oggi il milanese preferisce godere di una bella vista mentre sorseggia il suo bicchiere di vino o il suo Spritz piuttosto che limitarsi a berlo in un bar di una piazza qualunque. Ormai stiamo andando in una direzione precisa, cercando di giungere ai livelli dei rooftop di New York. Anche se forse i milanesi si sentiranno ancora un po’ invidiosi di queste terrazze, specie se pensiamo a questi tre esempi di bellezze newyorkesi: The Press Lounge, la Sky Room e il The Roof al Public Hotel.

migliori rooftop
The Press Lounge – Credits: tripadvisor.com
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Sky Room – Credits: nycgo.com
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The Roof – Credits: pinterest.it

 

Tuttavia a Milano ci sono altrettante affascinanti terrazze: ecco a voi la GUIDA AGGIORNATA ai migliori rooftop della città.

Aperitivo tra le stelle? La guida aggiornata alle 10 TERRAZZE più belle di Milano

 

1) Hotel Meliá / Radio Rooftop

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Credits: trivago.com

La Meliá Hotels International è una catena alberghiera spagnola molto famosa, fondata negli anni 50’ da Gabriel Escarrer Juliá a Palma di Maiorca.

POSIZIONE: Piazza della Repubblica 13

COME ARRIVARCI:
* Fermata Metropolitana Repubblica (linea gialla)
* Tram numero 33

 

2) LaGare Rooftop Bar

migliori rooftop
Credits: zero.eu

LaGare Rooftop Bar è un cocktail bar al tredicesimo piano del LaGare Hotel. Si trova tra i grattacieli di Porta Nuova e il Pirellone.

POSIZIONE: Via Giovanni Battista Pirelli 20, zona Centrale

COME ARRIVARCI:

* Fermata Metropolitana Centrale FS (linea verde e gialla)
* Tram 5, 9, 10
* Autobus 81, 42

 

3) Terrazza Triennale

migliori rooftop
Credits: bcool.com

Terrazza Triennale è un cocktail bar e ristorante che propone una cucina raffinata e prelibata. La Triennale organizza anche mostre di grande visibilità dedicate all’arte contemporanea, agli architetti e designer e a grandi stilisti.

POSIZIONE: Viale Emilio Alemagna 6, Parco Sempione

COME ARRIVARCI:

* Fermata della Metropolitanea Cadorna (linea verde e rossa)
* Tram 19 e 1,
* Autobus 94, 61, 58

 

4) Palazzo Matteotti

migliori rooftop
Credits: hotelscombined.it

Affacciata sul Duomo di Milano, raffinato e comodo, l’Hotel Palazzo Matteotti è stato inaugurato nel 1937, poi rinnovato dall’architetto Italo Rota.

POSIZIONE: Corso Giacomo Matteotti 4/6, zona San Babila

COME ARRIVARCI:

*Fermata della Metropolitana San Babila (linea rossa)
* Autobus 61, 50, 84, 60, 73

 

5) Ceresio 7 Pools & Restaurant

migliori rooftop
Credits: ceresio7.com

È un luogo aperto tutta la giornata, ideale per un aperitivo romantico tra fidanzati.

POSIZIONE: Via Ceresio 7, zona monumentale

COME ARRIVARCI:

* Fermata della Metropolitana Monumentale (linea lilla)
* Tram 10, 12, 14

 

6) Excelsior Hotel Gallia

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Credits: scattidigusto.it

Hotel Gallia o noto come Gallia in tributo a Carlo Gallia, primo proprietario, è uno storico albergo milanese situato in Piazza Duca D’Aosta. Edificato nel 1932, lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale lo penalizzò molto, ma allo stesso tempo divenne, nel periodo post bellico, un punto di riferimento di importanti personaggi.

POSIZIONE: Piazza Duca D’Aosta 9, Zona Centrale

COME ARRIVARCI:

* Fermata della Metropolitana Centrale (linea verde e gialla)
* Tram 5, 9, 10
* Autobus 81, 42

 

7) Terrazza Martini

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Credits: designlifestyle.it

Fino ad un anno fa Terrazza Martini era chiusa al pubblico e vi si poteva accedere solo tramite invito, liste VIP o in occasione di eventi speciali. Dal 2018 Terrazza Martini è aperta al pubblico su prenotazione, effettuabile tramite link.

POSIZIONE: Piazza Armando Diaz 7, Duomo

COME ARRIVARCI:

* Fermata della Metropolitana Duomo (linea rossa e gialla)
* Tram 16, 27, 2, 12, 19
* Autobus 14

 

8) Globe

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Credits: globeinmilano.it

Il Globe è un ristorante e Lounge Bar che si affaccia su una delle più antiche piazze di Milano, Piazza Cinque Giornate. Al centro di essa vi è la statua commemorativa per le vittime dell’insurrezione della città contro le truppe austriache, nei cinque giorni fra il 18 e il 22 marzo 1848.

POSIZIONE: Piazza Cinque Giornate

COME ARRIVARCI:

* Tram 9, 19
* Autobus 60, 73

 

9) Hotel Dei Cavalieri Milano Duomo

migliori rooftop
Credits: tripadvisor.it

Si trova in Piazza Missori, splendida terrazza che offre uno spazio per eventi, cocktail bar e un ristorante. È un edificio storico ed è situato a 250 m dal duomo.

POSIZIONE: Piazza Giuseppe Missori 1, zona Duomo

COME ARRIVARCI:

* Fermata della Metropolitana Missori (linea gialla)
* Tram 16, 27, 2, 12, 19
* Autobus 14

 

10) La Rinascente

migliori rooftop
Credits: madtrip.co

La Rinascente è un grande magazzino di lusso che ospita le più grandi marche. All’ultimo piano si trovano un ristorante e Lounge Bar all’aperto, affacciati sul Duomo di Milano.

POSIZIONE: Piazza Duomo

COME ARRIVARCI:

* Fermata della Metropolitana Duomo (linea rossa)
* Tram 16, 27, 2, 12, 19
* Autobus 14

 

VALENTINA CONTRI

 

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Atmosphere American Pub

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Gin Tonic

L’Atmosphere Pub non delude mai. Non delude mai specialmente nella selezione e nella proposta di cocktails sempre nuovi, sempre sperimentali, sempre gustosissimi.

Questa volta, la serata prevedere il tema “Mexico”, e quindi vi attendono drink a base di tequila, mezcal e varie stuzzicherie.

Qui all’Atmosphere non si viene solo per bere birra, la vera chicca sono i cocktail. La bottigliera è attenta a selezionare prodotti di pregio. Whiskey, tequila, mezcal, gin, tutto è a regola d’arte per considerare questo piccolo locale in legno uno dei locali dove si beve bene a Milano.

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Signorvino, SignorSì!

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Chi beve vino campa cent’anni, oppure Vino rosso fa buon sangue, di proverbi legati al vino ce ne sono tantissimi, e sono sicura che voi ne conosciate parecchi.

Ecco, quindi ho l’evento che fa per voi: una degustazione di vino, in abbinamento con le eccellenze gastronomiche del nostro Bel Paese!

La serata, a soli 35 Euro prevedere la degustazione di tre vini, una cena di tre portate in abbinamento ai vini scelti, acqua e caffè.

Cosa stai aspettando?

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ANDREA PEZZI e MILANO, “la città vetrina dell’Italia che vuole fare azione”

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Martedì 15 ottobre. Alle 18.30 al Circolo Filologico, Andrea Pezzi presenta IO SONO, il suo nuovo libro edito da La Nave di Teseo, con cui parla di una nuova iniziativa destinata a portare un grande valore sulla scena culturale milanese e nazionale. Figura ispirante per Milano città stato fin dai suoi primi passi, lo abbiamo incontrato per parlarci dell’Uomo e di Milano.

Qui il link all’evento su Facebook: 15 ottobre Io Sono
Qui il link su Eventbride: 15 ottobre Io Sono (prenotazione)
Qui il libro su Amazon: Io Sono (Libro)

ANDREA PEZZI e MILANO, “la città vetrina dell’Italia che vuole fare azione”

Dopo qualche anno di silenzio arriva finalmente un tuo nuovo libro: Io Sono.

Il libro è un manifesto che racconta l’idea di uomo che io ho in mente in ogni cosa che faccio. Penso che questa sia una condizione fondamentale per chiunque: ogni volta che facciamo qualcosa abbiamo un’idea di uomo nella mente. Questo definisce le nostre relazioni, le idee, le nostre attività, ogni singolo momento della nostra vita. Il modo in cui lavoriamo, in cui amiamo, in cui ci ammaliamo, il modo in cui facciamo tutto: l’idea di uomo è l’inizio di ogni nostra fortuna o della nostra sventura.

La mia idea di uomo non me la sono inventata ma è quella che ho trovato nei libri della grande cultura umanista che in Italia ha avuto grandi giorni di sole. Ho voluto fare di questa cultura che ho tanto amato un percorso affinché possa ispirare altri.

Perché ritieni così importante riportare in auge la grande cultura classica?

Siamo in un tempo in cui parlare di essere umano è indispensabile perché l’arrivo della tecnologia è una grande opportunità ma anche un grande pericolo: se non parliamo prima di cosa è un essere umano, parlare di robotica o di ogni altra ipotesi tecnologica, non ha alcun senso. Se non riprendiamo in mano questa idea di uomo, entrando nel mondo della cultura viva, rischiamo, nel giro di qualche decennio di costruire una società non più sostenibile per l’umano in quanto tale.

La tecnologia offre comunque una grande opportunità: è un grande esame di coscienza che ci dobbiamo fare tutti e che ci consente di affrontare delle tematiche importanti che abbiamo a lungo trascurato: che senso ha la mia esistenza? Perché i problemi? Perché la gioia? Perché l’amore?

Che relazione ci può essere tra la dimensione individuale e quella della politica, quando investe un’intera comunità?

È importante rendersi conto che quando l’essere umano non si conosce produce dei danni anche per gli altri. Specie se è un leader sociale i suoi limiti ricadono sulla vita anche di quelli che fanno a lui riferimento.

Negli ultimi anni tutte le grandi occasioni perse nella politica italiana sono legate a fragilità individuali, a moti di egotismo controproduttivo, a vizi e debolezze di bassissimo livello, che hanno portato chi aveva l’occasione storica del potere a non essere più in grado di fare il bene comune.

Rapporto con Milano attuale?

Milano città stato mi piace perché dà azione al protagonismo di una comunità. Io sono un sostenitore del progetto di Milano città stato perché credo che l’Italia possa ricominciare a crescere davvero se riesce a fare pace con la sua natura, un concetto che vale ovviamente per gli individui come per le collettività.

La natura dell’Italia è fatta delle sue tante identità. Ogni singola città dovrebbe fare un processo di avveramento, di esaltazione dei suoi fattori fondamentali, perché solo così l’Italia può acquisire il ruolo di laboratorio per l’Europa visto che anche il nostro continente è fondato nella diversità: l’Europa è delle nazioni e l’Italia è dei comuni, dei campanili e delle infinite tradizioni. Milano, tra le tante, è la città che ha saputo con orgoglio declinare la sua identità che non è fatta solo di milanesi: è la Milano di un romagnolo, di una romana, come la mia compagna che ama Milano, dei tanti meridionali che sono venuti qui, Milano è la città vetrina dell’Italia che vuole fare azione. È la meno italiana perché è la meno radicata nella sua storia ed è la più disponibile a proiettarsi in Europa.

Come ti piacerebbe Milano nel futuro?

Vorrei che in futuro Milano potesse avere ancora più forza in questo suo cammino e possa diventare un esempio per tante altre realtà nazionali. Milano città stato lo seguo con empatia dal primo giorno perché parla di autonomia e di maggiore capacità di incidere nella storia da parte di una città che, come ogni città italiana, è cellula primordiale della più ampia comunità che non possiamo fare a meno di amare: l’Italia. Spero quindi che a Milano venga riconosciuta la giusta autonomia, che le venga aumentato il budget amministrato, le vengano date delle disponibilità crescenti in modo da poter fare sempre più e sempre meglio ciò che sa fare affinché possa diventare la città laboratorio dell’Italia di domani.

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ANDREA ZOPPOLATO

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🇰🇿 Anel Alibayeva: “Mi è bastato un giorno per INNAMORARMI di Milano”

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Intervista ad Anel Alibayeva. Trasferita dal Kazakistan per amore. Di suo marito e di Milano.

Partiamo dall’inizio

Sono nata ad Almaty, in Kazakistan, dove si parla kazako e russo. In Kazakistan ho studiato italiano con i preti di Comunione e Liberazione. Ho vinto una borsa di studio del Ministero degli Affari esteri e mi sono trasferita a Perugia per tre mesi. Poi sono rientrata in Kazakistan lavorando comunque per aziende italiane:  ho lavorato per l’ICE e in Saipem.

Il tuo lavoro?

L’ultimo lavoro è nell’azienda di mio suocero. Impianti elettrici e fotovoltaici.

Perché in Italia? Perché a Milano?

Ad Almaty ho studiato la lingua e la cultura italiana che mi hanno sempre affascinata.  Poi quando vivevo a Perugia sono stata a Milano per un giorno e mi sono innamorata a prima vista della città. La seconda volta sono tornata nel 2011 in vacanza e mi sono detta: io devo trasferirmi a Milano. Era la città dove amavo vivere e lavorare. Infine ad Almaty ho conosciuto mio marito che è milanese.

Quali sono le differenze tra Milano e Almaty?

Milano è una città internazionale. Almaty è l’ex capitale del Kazakistan, anche se ci sono tanti stranieri la popolazione è costituita principalmente da russi e kazaki. La differenza principale è la sanità, in Italia poi c’è più attenzione ai problemi ambientali, c’è la raccolta differenziata, anche il sistema dei trasporti pubblici è più sviluppato.

I principali problemi che hai riscontrato in Italia?

Non ho avuto problemi. A Milano il principale problema è il contrasto tra centro e periferia.

Cosa pensi di Milano e dei milanesi?

Io sono innamorata di Milano. Mi piace l’Italia in generale ma non potrei vivere in altri luoghi. Sento Milano e il nord Italia vicini a me per mentalità. Amo la sua vita frenetica, amo l’accento milanese, i cortili nascosti, le case di ringhiera, i palazzi degli anni ’70 con le facciate in klinker, i Navigli e tanti altri luoghi più o meno famosi.  Mi piace l’architettura e il mix tra storico e moderno.

Cosa cambieresti di Milano?

Le darei almeno uno status speciale come altre grandi città del mondo. Vorrei che fosse autonoma dal punto di vista economico e amministrativo. Poi i mezzi: quando si va fuori dai confini comunali non si capisce bene che mezzi prendere.  Nei forum russofoni  a volte qualche compaesano dice che a Milano basta una mezza giornata e ti basta, quando invece dopo anni ancora mi sorprende con gemme sconosciute. Tutti parlano solo del Duomo ma Milano non è solo il Duomo. Io con loro promuovo Milano, dico che Milano non è solo il Duomo. Mi spiace quando i turisti sottovalutano quello che offre Milano: io dico sempre che bisogna viverci per capirla. In mezza giornata cosa vedi? Secondo me Milano potrebbe promuoversi meglio. Ci sono altre città che magari hanno poco da offrire però a livello di promozione turistica sono più brave. Ne ho viste parecchie nei miei viaggi in giro per il mondo.

Quali sono i tuoi posti preferiti qui?

Il centro storico, Porta Venezia, Brera il quadrilatero del silenzio. Poi mi piacciono tanto anche alcune periferie perchè hanno tanto da raccontare ma vorrei che fossero più curate, più pulite, più dignitose. 

Cosa pensi di Milano Città Stato? Di dare a Milano i poteri di una Regione?

Vorrei che ottenesse l’autonomia economica e amministrativa. Se potessi votare, voterei perché questa situazione è come quella di Almaty che produce tanto e dà tanto a tutto il Paese ma rimane sempre poco per se stessa. Almaty però comunque ha uno status speciale, e può investire per se stessa mente Milano no e non mi sembra la situazione ideale per la città che è il motore d’Italia ed una delle regioni più ricche d’Europa.

ANDREA ZOPPOLATO

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Wunderkit di creatività!

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Al BASE arriva un evento particolare: a base d’arte!

Si chiama WunderKit e tratta di oggetti misteriosi, oggetti trovati per strada, autobiografici, oggetti presi dalla cassetta degli attrezzi, talismani, oggetti totalmente inutili ma belli, oggetti anti-stress, oggetti che odorano di nuovo e oggetti antichi.

Oggetti come innesco di ricordi, storie e ispirazioni.

 

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VIE e PIAZZE di Milano a cui cambiare nome, ad ogni costo

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“odiare questa vile e infetta razza di canaglie” – era la lettera di Vittorio Emanuele II ad Alfonso La Marmora contro la città di GENOVA
“odiare questa vile e infetta razza di canaglie” – era la lettera di Vittorio Emanuele II ad Alfonso La Marmora contro la città di GENOVA

E’ noto che il milanese di oggi, di nascita o di adozione, non primeggi per orgoglio di appartenenza alla propria città né tanto meno si distingua per attaccamento alla sua storia, al suo patrimonio storico, linguistico e culturale in genere. Troppo impegnato a seguire il ritmo frenetico della città.

VIE e PIAZZE di Milano a cui cambiare nome, ad ogni costo

Non di rado si resta indifferenti o addirittura ci si rallegra quando si cancellano o stravolgono pezzi di città, come accaduto di recente con antiche cascine o dimore demolite nel silenzio generale o pavimentazioni storiche rimosse senza alcuna rimostranza. Questo disinteresse alla propria peculiarità storica si riflette anche nella toponomastica e nei monumenti. Non solo i milanesi lasciano che un goffo re sabaudo di mediocre spessore occupi il posto più importante di Milano, ma permettono anche l’esistenza di vie, viali e piazze che sembrano decise da un impiegato comunale di Pinerolo di fine ‘800.

Leggi anche: Abbattiamo il savoiardo di Piazza del Duomo

In piazza Duomo oltre alla ingombrante statua del cavallo, troviamo una galleria e un corso intestati sempre intestato al re di Torino, una via dedicata alla sua città natale tanto da far sospettare che nemmeno Moncalieri trasudi dalla sue strade tanta servile “gratitudine “.

Le assurdità non finiscono qui, nella nostra città troviamo tra le altre:

#1 Via Generale Lamarmora: un criminale che si macchiò di un massacro contro la popolazione di Genova su ordine di sua maesta’ “re galantuomo”.

#2 Piazzale Cadorna: generale criminale,  fu protagonista di una delle peggiori disfatte militari italiane, personaggio ottuso e arrogante. A lui è stato dedicato uno snodo ferroviario importantissimo e una piazza centralissima.

#3 Via Enrico Cialdini: altro criminale di guerra degno di una condanna all’ergastolo, o di una fucilazione, militare al soldo del solito Re savoiardo protagonista di massacri nel sud Italia. A Milano si è pensato bene di dedicargli una via.

#4 Piazza Principessa Maria Clotilde: fosse il nome di una principessina di una fiaba sarebbe anche simpatico, purtroppo semplicemente discendente del solito re savoiardo per Milano e l’Italia dedicarle un tombino sarebbe forse anche troppo.

#5 Viale Regina Margherita: purtroppo non è dedicata ad un fiore o tantomeno alla pizza più amata. Semplicemente a una Savoia.

#6 Piazza Duca d’ Aosta: la piazza antistante una delle principali stazioni ferroviarie d’Europa dedicate ad un altro personaggio irrilevante per Milano.

Possiamo poi notare tra le altre anomalie, vie dedicate a luoghi la cui scelta ci lascia molto dubbiosi.

#7 Via Corleone: tra le tante località italiane forse se ne poteva scegliere un’altra, visto quanto di negativo evoca questo ridente paese siculo in tutto il mondo.

#8 Viale Regina Giovanna: qualcuno ci informi sulle gesta di tale nobildonna che la rendono meritevole della dedica di una via cosi’ importante.

#9 Via Bisceglie: forse una fermata della metropolitana capolinea e terminal degli autobus meriterebbe una citta’ piu importante, anche della stessa Puglia.

Mancano in compenso vie o corsi intitolati a Lione, Shanghai, Chicago, Francoforte, Barcellona, tutte citta’ gemellate con Milano. Sarebbero auspicabili inoltre delle intitolazioni a città come Varsavia, Berlino, Monaco, Mosca, Londra, Parigi che darebbero certo un respiro molto più internazionale, oppure riferimenti ad un periodo importantissimo per Milano, quello degli Asburgo. Nulla che ricordi l’Austria, Vienna o Maria Teresa. Il legame e’ ancora forte e sentito, perché ignorarlo?

Un posto d’onore lo meriterebbero l’Anarchico Bresci e il soldato che pago’ con la vita il rifiuto di sparare sulla popolazione durante i moti del 1898 repressi nel sangue dal criminale Beccaris.

ANDREA URBANO

 

La complicata storia del CAVALLO di Leonardo

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cavallo di leonardo

Questa storia inizia nel 1482, quando Ludovico il Moro affida a Leonardo da Vinci la progettazione di un’imponente statua equestre in memoria del padre Francesco, il fondatore della casata Sforza.

Il genio toscano inizia così a studiare ogni dettaglio anatomico dell’animale, ipotizzando dapprima un cavallo in posizione rampante nell’atto di abbattersi sul nemico e successivamente un cavallo poggiato su due zampe.

Nel 1491 viene presentato il modello: oltre sette metri di altezza di opera in creta, che avrebbe dovuto essere coperta dalla cera protettiva e dall’involucro di terracotta per essere poi ricoperta da oltre 100 tonnellate di bronzo. Ma arriva l’imprevisto che, come sempre, stravolge i piani e il corso della storia. La Francia invade il ducato d’Este e il bronzo destinato al Cavallo viene invece utilizzato per realizzare i cannoni a difesa di Milano. E di lì a poco con l’invasione di Milano anche Leonardo è costretto ad abbandonare sia Milano sia il cavallo di creta, che, secondo la tradizione, venne utilizzato quale bersaglio dai balestrieri francesi, che lo distrussero completamente.

Cinque secoli più tardi…

Sono dovuti passare ben cinque secoli perché il pilota americano nonché collezionista d’arte, Charles Dent, si innamorasse della storia del cavallo incompiuto decidendo di portarla a termine. Attraverso la Leonardo da Vinci’s Horse Foundation (Ldvhf) indisse una raccolta fondi riuscendo a raccogliere circa 2,5 milioni di dollari per realizzare l’imponente statua.
Ma anche questa volta il progetto si interruppe perché Charles Dent morì nel 1994 (ndr viene quasi da pensare che questo cavallo non porti benissimo).

Happy ending

È il caso di dire che a riprendere le redini della situazione fu il proprietario di una catena di supermercati del Michigan, Frederik Meijer, che, dopo aver assunto la guida della Ldvhf, finalmente terminò l’opera, grazie all’artista di origine giapponese Nina Akamu. Il Cavallo di Akamu, la cui particolarità sta nel fatto di poggiarsi solo su due zampe, è in realtà un omaggio al progetto del genio rinascimentale, più che una realizzazione rigorosamente fedele ai pochi disegni rimasti. La Statua venne regalata alla città di Milano, a condizione, però, che venisse esposta in un luogo che piacesse alla Fondazione stessa. Tra le varie location alla fine vinse l’ippodromo del galoppo di Milano. Diviso in sette parti, il Cavallo è arrivato nella nostra città nell’autunno del 1999 e, una volta saldati insieme i pezzi, è stato – finalmente –  inaugurato e posto all’ingresso della tribuna secondaria dell’ippodromo del galoppo di San Siro a Milano.

 

VALENTINA BURLANDO

 

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Rita El Khayat al Colibrì

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Il Colibrì è un posticino preziosissimo per chi ama gli ambienti genuini, tranquilli, vivaci e alla mano. E’ un luogo in cui fare serate danzanti, aperitivi e bere un cocktail o due.

Ma il Colibrì è un luogo ancora più magico, perché qui si parla anche di libri, letture, poesie e romanzi. Questa volta si parla del libro, “Le figlie di Sherazade” con Rita El Khayat.

Il lavoro di Rita El Khayat è una lettura riattualizzante delle condizioni delle donne nel mondo arabo, considerate dal punto di vista storico, psicologico, antropologico e culturale, e insieme la formulazione di prospettive riguardo alla situazione dei nostri giorni. L’autrice, psichiatra e giornalista, ci indirizza sulle piste che devono assicurare la promozione della condizione femminile nel mondo arabo e garantirne l’evoluzione, a partire dall’alfabetizzazione.

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La GRONDA NORD e le altre METROTRANVIE che ruoteranno attorno a Milano

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Future linee di Forza del sistema tranviario
Future linee di Forza del sistema tranviario

Nei prossimi anni Milano potrebbe essere circondata da metrotranvie, che a differenza delle metropolitane non viaggiano in sotterranea, ma traggono beneficio dal transitare in corsie riservate e dall’asservimento semaforico.

Da nord a sud, da est a ovest, alcuni progetti sono già partiti, altri partiranno in futuro, qualcuno non è stato nemmeno ipotizzato.

La GRONDA NORD e le altre METROTRANVIE che ruoteranno attorno a Milano

I LAVORI IN AVANZAMENTO E QUELLI ATTESI

1# LA METROTRANVIA NORD (O GRONDA NORD)Metrotranvia nord

Credits: Comune di Milano/MM – Metrotranvia nordLa metrotranvia nord è la prima linea in parte realizzata, in realtà è l’attuale tram 7 da Precotto a Piazzale Lagosta, che dovrebbe costituire un collegamennto tangenziale nel nord milanese tra Cascina Gobba M2 e Certosa FS, intercettando quindi anche la linea M3, utilizzando il canale urbano già previsto per il progetto, ora abbandonato, della strada interquartiere.

I lavori, soprannominati anche “Gronda Nord”, interessano al momento il tratto dal capolinea ad est fino all’interno del quartiere Adriano, che dovrebbe avere le fermate operative entro il 2021, mentre per la tratta Cascina Gobba siamo ancora in fase di progettazione e addirittura per la rimanente metà del percorso verso ovest ancora non ci sono previsioni. L’orizzonte 2030 potrebbe essere quello più plausibile.

2# LA METROTRANVIA MILANO-SEREGNO

Metrotranvia Milano Seregno
Credits: MM – Metrotranvia Milano Seregno

La prima parte fino a Paderno Dugnano (loc. Calderara) sarà a doppio binario e la seconda (da Calderara a Seregno) a binario singolo con raddoppi per gli incroci. Il progetto prevede la trasformazione dell’obsoleta tranvia interurbana Milano-Desio, con prolungamento a Seregno, in una moderna metrotranvia, intervenendo sulle vie di corsa, la tecnologia impiantistica, la tipologia dei treni e i criteri di esercizio.

È prevista inoltre la realizzazione di un nuovo deposito tranviario ubicato al confine fra i comuni di Desio e Seregno.

Al momento i lavori sono in alto mare tra ricorsi, contro-ricorsi, richiesta di modifiche di cittadini e associazioni, con il rischio di non vederla mai in funzione.

3# LA METROTRANVIA MILANO-LIMBIATE

Tranvia Milano Limbiate
Credits: ilsaronno.it – Tranvia Milano Limbiate

La metrotranvia Milano-Limbiate non è altro che la storica linea tranviaria che collega da fine ‘800 il quartiere Comasina a Limbiate e che ha rischiato seriamente la dismissione per via dell’obsolescenza dell’infrastruttura e dei mezzi di trasporto che la percorrono.

La trasformazione in metrotranvia è prevista da anni e al momento tra sostituzione del servizio in alcune tratte con dei bus e riammodernamento dei binari, sta attendendo i finanziamenti necessari perchè possano partire effettivamente i lavori per farla diventare una vera linea di forza del trasporti milanesi.

I PROGETTI FUTURI

4# LA METROTRANVIA SUD-EST

Credits: Urbanfile – Metrotranvia Sud-Est

Il percorso della nuova metrotranvia partirà dalla stazione M4 Quartiere Forlanini e terminerà a M3/FS Rogoredo. I tram partendo da viale Forlanini proseguiranno sullo stesso percorso del tram 27, poi verso le vie Monlué e Bonfaldini, attraverseranno il quartiere nuovo di Santa Giulia fino alla nuova piazza davanti a Sky Italia e terminando al capolinea nel piazzale dinanzi all’entrata delle Stazioni FS e Metropolitana linea 3 di Rogoredo.

Come riportato da Urbanfile la linea dovrebbe essere operativa entro il 2022.

5# LINEA T SUD: 24 FINO A NOVERASCO

Nuovi Tram e Metrotranvie a Milano
Credits: Urbanfile – Nuovi Tram e Metrotranvie a Milano

Non diventerà probabilmente una metrotranvia ma costituirà una delle future linee di forza del trasporto di superficie, le cosiddette linee T, che beneficeranno dell’asservimento semaforico, adeguamento delle banchine e fermate (in parte già realizzato) e l’impiego di mezzi ad alta efficienza.

L’ipotesi allo studio è il prolungamento della linea fino a Noverasco passando per Opera e Locate Triulzi; in previsione di questo tracciato Viale Ripamonti è stata riqualficata attraverso uno spartitraffico centrale alberato ai lati e adatto ad ospitare i binari, oltre a piste ciclabili e messa in sicurezza degli incroci tramite realizzazione di rotatorie.

In questo caso non ci sono ancora date certe di una sua futura realizzazione.

COSA SI POTREBBE ANCORA REALIZZARE

Certamente queste linee, insieme ad altri prolungamenti tranviari ipotizzati e in fase di studio, potranno portare notevoli benefici ai fruitori del trasporto pubblico milanese e a quelli che vorrebbero usarlo.

Se però si volesse pensare a completare il lavoro di programmazione trasportistica, altre linee sarebbero sicuramente utili, ad esempio:

  • Metrotranvia Est tra Cascina Gobba M2/futuro capolinea Metrotranvia Nord e il capolinea a Quartiere Forlanini della metrotranvia sud-est;
  • Metrotranvia Sud che colleghi l’altro capolinea della metrotranvia sud-est a Rogoredo M3/FS e intercetti le linee tranviarie 24, 15 e 5 oltre alla linea metropolitana M2 e la futura M4;
  • Metrotranvia Ovest che partendo dalla metrotranvia sud intersechi le linee metropolitane M1 e M5 , ai limiti dei confini comunali, per poi ricongiungersi a Certosa FS, capolinea della futura metrotranvia nord per realizzare così una “metrotranvia circolare”, anticipo di una futura circle line sul tipo della S-bahn berlinese.

Il progetto potrà non essere magari realizzabile così come sommariamente ipotizzato, ma è una visione d’insieme che dovrebbe portare a dei seri ragionamenti per il futuro dei trasporti circolari di superficie a Milano.

FABIO MARCOMIN

Leggi anche: Città a 15 minuti: l’idea di Parigi che stuzzica Milano è una sciocchezza

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

Il TERMOVALORIZZATORE di Figino è un’eccellenza: ha vinto la Medaglia d’Oro all’Architettura italiana

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Credits: figino.net - Termovalorizzatore Silla 2

Anche bruciare i rifiuti porta a vincere dei premi: questo è il caso del termovalorizzatore Silla2, nel quartiere storico di Figino nel Municipio 7, premiato nel 2003 dalla Triennale di Milano con la Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana per la committenza privata.

I termovalorizzatori a Figino

Amsa è diventata nel 1968 la prima azienda in Italia ad adottare questa tecnologia, degli inceneritori e nel 1975 fu realizzato il secondo nel quartiere Figino.
A seguito di ammodernamenti furono dismessi entrambi quanto entrò in funzione il termovalorizzatore Silla 2, progettato dallo studio Quattroassociati grazie al quale ha ottenuto la Medaglia d’oro per la qualità architettonica.

Credits: Urbanfile

L’impianto tratta oltre 500.000 tonnellate di rifiuti e produce energia elettrica e acqua calda per la rete di teleriscaldamento del quartiere Gallaratese, polo Fiera Rho-Pero e diverse utenze dei comuni limitrofi  Oltre a riscaldare quindi, soddisfa il consumo annuo di energia elettrica di 130.000 famiglie e riveste un ruolo importante nella rete di termovalorizzatori lombardi.

Il Silla2 è un eccellente esempio di valorizzazione energetica dei rifiuti residui a valle della raccolta differenziata ed è dotato di sistemi sofisticati di analisi delle emissioni che le monitorano in continuo 24 ore su 24 per garantire il rispetto delle normative europee sul rispetto dell’ambiente.

FABIO MARCOMIN

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🔴 BREAKING NEWS. Nuovo intoppo per la M1: a rischio l’estensione verso MONZA

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Cartello riapertura cantiere M1
Credits: ilsole24ore.com - Cartello riapertura cantiere M1

Le 2 fermate aggiuntive della M1 fino a Monza Bettola, un paio di chilometri di linea, avrebbero dovuto aprire inizialmente entro il 2015, ora il cronoprogramma fissa la data nell’estate 2021, ma potrebbe slittare ancora.
Purtroppo, come racconta Il Giorno, i lavori di questo breve prolungamento rischiano di subire l’ennesimo stop, dopo il precedente fermo lungo anni dovuto al fallimento della ditta costruttrice.

10 anni di cantiere per 2 fermate

La storia del prolungamento della prima linea milanese oltre Sesto San Giovanni ha dell’incredibile: prima del 2012 erano partiti i lavori di preparazione allo scavo delle gallerie per inaugurare le stazioni in tempo per l’Expo del 2015 ma, prima la mancanza di fondi per l’opera poi il fallimento della ditta aggiudicataria, hanno portato alla situazione di stallo attuale.

Dopo diverse vicessitudini i cantieri erano ripartiti a giugno 2017 con i lavori assegnati alla società De Se Sanctis, all’interno di nuovo progetto: la creazione di un nodo d’interscambio per auto, bici e la linea metropolitana M5 con direzione Monza Polo Istituzionale di prossima costruzione inserito in nuovo centro commerciale al posto dell’attuale Auchan.

I 24 milioni mancanti

Il problema sono le opere collegate alla realizzazione della linea ed in particolare il parcheggio sotterraneo di interscambio nel sottosuolo del nuovo centro commerciale Milanord2 (ex Auchan), i cui lavori sono da poco cominciati con la demolizione della vecchia struttura commerciale. L’azienda costruttrice ha segnalato l’insufficienza di fondi per un ammontare di 24 milioni di euro per realizzare il parcheggio multipiano e le opere propedeutiche.

A questo fatto si aggiunge la mancata presentazione del progetto di quest’opera collegata alla costruzione del maxi centro commerciale, da parte dell’immobiliare proprietaria del progetto commerciale Milanord2.
Il risultato è che se entro 3 mesi gli stanziamenti non arriveranno ci sarà un nuovo stop dei lavori.

Milano non può fare queste figure barbine

Pranzo gourmet e tutto è parfait

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Alzi la mano chi ha voglia di cucinare sabato? Io sicuramente la mano non la alzo: il sabato è il giorno in cui mi riposo e, specialmente, in cui mi piace mangiare cose nuove e sfiziose.

Questo sabato, il Plaza Cafè ha in serbo un pranzetto molto speciale della sua tavola fredda a partire da 9 euro: potrai, infatti, goderti le pietanze gourmet del menù del giorno, studiato in base agli ingredienti di stagione di alta qualità per proporti una cucina curata e sfiziosa.

Insomma, quello che ti posso garantire è che passerai un sabato da ricordare.

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