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Lo spettacolo della fioritura: il più BEL CILIEGIO d’ITALIA è a pochi chilometri da Milano

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Credits: initialia.virgilio.it Ciliegio Vergo Zoccorino

Non solo in Giappone. Anche in Italia lo spettacolo dei ciliegi in fiore rende omaggio al periodo della fioritura. E per ammirare il più bell’albero di ciliegio in Italia basta uscire di pochi km da Milano.

Lo spettacolo della fioritura: il più BEL CILIEGIO d’ITALIA è a pochi chilometri da Milano

# Dove?

Credits: @brianzafoto
Ciliegio Vergo Zoccorino

A Vergo Zoccorino, una piccola frazione di Besana Brianza, si trova il più grande ciliegio selvatico dello Stivale. Sconsigliamo di recarvi in macchina fino ai piedi del fusto, meglio lasciare che la natura possa coinvolgervi e risparmiando un inutile inquinamento acustico e atmosferico, specie in prossimità del monumentale ciliegio. Si dice abbia più di 100 anni e il grosso fusto dà l’impressione che abbia davvero visto un’Italia che iniziava a covare il seme del ventennio.

 

# Quando?

Ad aprile, a volte anche prima se la stagione è propizia, è possibile visitare il luogo dove il grande albero regala uno spettacolo meraviglioso.

# Un albero tutelato

Il ciliegio è stato inserito nell’elenco degli alberi monumentali in Italia, grazie alla certificazione del Ministero delle Politiche Agricole.

# Preservare il nostro patrimonio

Credits: @scatto_monza
Ciliegio Vergo Zoccorino

È importante sapere dove poterlo ammirare, tanto quanto lo è conoscere il nostro territorio e le sue innumerevoli ricchezze, non soltanto architettoniche. Senza intaccare minimamente il primato degli ulivi italiani, primo fra tutti quello di Borgagne, in Puglia, che viene stimato intorno ai 4000 anni, il ciliegio di Vergo Zoccorino con i suoi quasi 25 metri di altezza e 5 metri di circonferenza regna con tutta la sua maestosità in un paesaggio che sembra di una fiaba. Anche se c’è chi dice che possa avere 200 anni si va a rigor di logica abbinando la sua piantumazione all’edificazione di una cascina che sorge a pochi metri. Ma poco importa quando, al suo cospetto, si rimane senza fiato rendendo eterna l’emozione che si prova.

Continua la lettura con: In Italia c’è l’albero più VECCHIO d’EUROPA: ha più di MILLE ANNI

ROBERTO BINAGHI

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Consoliamoci con il DOLCE: le 10 migliori COLOMBE ARTIGIANALI di Milano

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credit: corso22.com

La colomba, come il panettone, è un dolce tipico meneghino. Ma tra tutte, quali sono le 10 migliori colombe della città?

Consoliamoci con il DOLCE: le 10 migliori COLOMBE ARTIGIANALI di Milano

Se il panettone è il re del Natale, la colomba è indubbiamente la regina della Pasqua e non è un caso che entrambi siano milanesi. Anche il dolce tipico pasquale infatti è stato inventato a Milano ed è presente sulle tavole di tutta Italia in varie versioni: cioccolato, pistacchio, caramello, ecc… Ma quali sono le colombe artigianali più buone di Milano? Ecco la top 10 secondo Corso 22

#10 Mandarin Oriental

credit: corso22.com

L’hotel di lusso meneghino “Mandarin Oriental” quest’anno ha preparato una sorpresa pasquale: la colomba dello chef Nicola Di Lena (al prezzo di 45 euro). La si può gustare in una camera dell’hotel oppure comodamente a casa, ordinandola al numero 02 87318898 oppure mandando una mail a mandarinbarmilano@mohg.com.

#9 Armani Dolci

credit: corso22.com

Con Armani Dolci la moda arriva anche a tavola. Il packaging è ispirato alla collezione di stagione Armani donna, di cui riprende il motivo a rombi. La colomba artigianale è un prodotto di Guido Gobino, esperto di cioccolato a 360° ma soprattutto di Gianduia. La colomba di punta da 1 kg (al prezzo di 35€) segue la ricetta tradizionale; per i più pretenziosi invece la selezione prevede anche delle praline assortite e una golosa novità: ovetti di cioccolato al gianduia senza latte con cioccolato fondente, mandorle e croccante di nocciola oppure al cioccolato al latte con grué di cacao.

#8 Rinaldini – Pasticceria Artigianale

credit: corso22.com

Il pasticciere romagnolo Roberto Rinaldini per questa Pasqua 2021 propone varie tipologie di colomba, oltre ovviamente a quella tradizionale (38 euro): al profumo di vaniglia con scorzi di arance candite di Sicilia e mandorle, oppure quella al cioccolato (38 euro) e quella con albicocche semi candite e fichi (40 euro).

Per gli amanti dell’e-commerce c’è il 15% di sconto per lo shop online e la spedizione è gratuita con almeno 50 euro di dolcezza.

#7 Pasticceria Martesana

credit: corso22.com

Anche quest’anno la famosissima pasticceria milanese Martesana ha fatto parlare di sé, non il doppio bensì il triplo. Infatti oltre allo storico punto vendita se ne sono aggiunti altri due, raggiungendo quota tre: in via Paolo Sarpi 64 (tel. 02.99.26.50.69) e in piazza Sant’Agostino 7 (tel. 02.47.76.02.01).

Hanno ancora una volta stupito con le loro prelibatezze e, oltre alla classica (40 euro), in vendita trovate la versione pistacchio e cioccolato, in collaborazione con Acadèmia di Chef in Camicia. Per i fan delle uova di Pasqua qui la scelta è davvero difficile, sia nell’e-commerce che nei punti vendita si possono trovare le versioni: Fragolosona, Cioccococco e Martesananas. Oltre ad una inaspettata pastiera edizione milanese.

#6 Peck

credit: corso22.com

Peck è considerato da molti il tempio della gastronomia milanese e non potevano farsi mancare la colomba pasquale. All’interno dei laboratori Peck sono state ideate da milanesi per i milanesi la versione più tradizionale della colomba (30 euro), oppure quella ai 3 cioccolati per i più golosi (34 euro). Realizzate a mano come le colombe, si possono trovare anche le uova di cioccolato.

#5 Carlo Cracco

credit: corso22.com

Un po’ di Cracco in tutta Italia. Sullo shop online troverete la colomba classica preparata artigianalmente (40 euro) e, come la ciliegina che rende perfetta la torta, sono disponibili anche le creme alla nocciola realizzate il collaborazione con l’azienda Parodi: perfette da spalmare.

#4 Panzera Milano

credit: corso22.com

Ingredienti selezionati e 24 ore di lievitazione sono la ricetta perfetta per una colomba pasquale che non si dimentica facilmente, e sono anche i segreti che si nascondono dietro alla bontà della colomba di Panzera. Oltre alla colomba classica con una croccante crosta di mandorle e zucchero (36 euro), la pasticceria offre una vasta scelta: dal cioccolato, alle albicocche Pellecchiella del Vesuvio.

#3 Iginio Massari

credit: corso22.com

Massari è uno degli esponenti più apprezzati della pasticceria italiana e per la Pasqua 2021 ha creato un prodotto tradizionale ma arricchito: nell’impasto cubetti di scorza d’arancia candita, che accompagnano un mix di tre preziose varietà di vaniglia. Infine, ma non per minor importanza, la glassa di amaretti, mandorle e zucchero. I prezzi partono da 25 euro.

#2 Pasticceria Clivati

credit: corso22.com

La pasticceria Clivati è parte della tradizione meneghina ma quest’anno ha deciso di proporre, oltre a quella classica, una colomba particolare: la versione esotica. Per non farsi mancare nulla la pasticceria crea anche colombe decorate, il cui prezzo si alza rispetto alle versioni citate in precedenza (35 euro al kg) e si aggira intorno ai 90 euro.

#1 Ernst Knam

credit: corso22.com

Al primo posto della classifica, un pasticcere milanese di adozione: Ernst Knam, meglio conosciuto come “Il re del cioccolato”. Tedesco per nascita ma italiano per passione, lo chef conquista grandi e piccini con le sue creazioni, principalmente di cioccolato. Tra le sue invenzioni più apprezzate si ricordano: «Antica» (cioccolato e lamponi con frolla integrale) «Afrika» (mousse al cioccolato fondente 60% con una base di marquise al cacao), «Giulio» (una frolla al cioccolato con caramello lievemente salato). Sul sito Knam c’è un vero paradiso pasquale: coniglietti di cioccolato, uova di vari tipi e ovviamente la colomba, sia classica (40 euro) disponibile anche in versione mignon a 8 euro, che in edizione limitata – ed infatti è già sold out – cioccolato e albicocca. Nella versione natalizia del panettone lo chef ha stupito con il suo “knammettone”, stupirà i milanesi anche per Pasqua?

Fonte: Corso 22

Leggi anche: La COLOMBA è nata a Milano: storia e leggende del più tipico dolce pasquale

ROSITA GIULIANO

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🛑 Italia in STALLO ancora per minimo un mese: nessuna ZONA GIALLA fino al 30 aprile

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Credits: giornalelavoce.it

Il decreto, emanato dal Consiglio dei Ministri, prevede una Italia ferma al colore arancione o rosso per tutto il mese di aprile. Nasce, però, la speranza di possibili deroghe. Come influirà tutto ciò sugli spostamenti, sulle attività e sulla scuola?

Italia in STALLO ancora per minimo un mese: nessuna ZONA GIALLA fino al 30 aprile

# A Pasqua tutti in rosso

Credits: adnkronos.com

Come già avvenuto a Natale, nei giorni delle festività pasquali tutta Italia entrerà in zona rossa. Nello specifico, dal 3 al 5 aprile, non si potrà circolare nemmeno all’interno del proprio comune, se non per motivi di lavoro, salute e necessità. L’unica eccezione vale per le visite a parenti e amici nella propria regione, ma solo una volta al giorno e per un massimo di due persone conviventi. Inoltre, si può praticare attività motoria all’aperto nei pressi della propria abitazione e in forma individuale.

Nel resto del mese, però, in zona rossa non sarà permesso spostarsi per andare a trovare conoscenti, mentre in zona arancione sarà possibile solo all’interno del proprio comune. Per tutto aprile rimane in vigore lo stop allo spostamento tra regioni, a meno che non si possieda una seconda casa in cui spostarsi. In questo ultimo caso bisogna fare riferimento anche alle ordinanze dei Presidenti di regione che potrebbero imporre regole più restrittive, come in Campania, Puglia e Liguria.

# Coprifuoco e attività ancora ferme

Credits: agi.it

Come già accade, rimarrà in vigore il divieto di uscire di casa dalle 22:00 alle 5:00. Per i bar e ristoranti, che resteranno chiusi, è possibile solo l’asporto fino alle 18:00 e la consegna a domicilio fino alle 22:00. Parlando invece di palestre, piscine, teatri, cinema e musei, nessuna apertura o concessione fino al 30 aprile. Scelte drastiche che non fanno intravedere passi in avanti, ma che puntano ad abbassare la curva dei contagi e favorire una campagna vaccinale senza intoppi.

# Unica apertura: la scuola (fino alla prima media)

Credits: orizzontescuola.it

Dopo un periodo di chiusura praticamente totale, è stato deciso che la scuola deve ripartire. Dopo Pasqua, nelle zone rosse verranno aperte le scuole fino alla prima media, mentre nelle zone arancioni fino alla terza media e scuole superiori al 50% in presenza. Una ulteriore differenza rispetto al passato è che i presidenti di Regione non potranno emanare ordinanze più restrittive riguardo la scuola e dovranno aderire alle decisioni del Governo. Una scelta dovuta dalla volontà di non privare più gli studenti delle lezioni in presenza, soprattutto per i più piccoli.

# Rimane una piccola speranza a tornare in zona gialla 

Credits: cronachemaceratesi.it

Nonostante la linea rigorosa che è stata adottata, uno spiraglio sembra aprirsi per le regioni più virtuose. Il nuovo decreto prevede che, se la situazione epidemiologica lo permetterà, da metà aprile alcune zone potranno aspirare ad un cambio di colore ancora meno restrittivo. Il cambio in zona gialla, però, avverrà solo se il numero di contagi sarà ridotto e la campagna vaccinale procederà con un buon ritmo. Il Comitato Tecnico Scientifico, infatti, ha affermato che le misure delle zone gialle permettono di contenere l’aumento del numero dei casi, ma non di ridurli. Il passaggio in giallo non solo darebbe la possibilità di spostarsi liberamente all’interno della regione, ma anche di riaprire i ristoranti a pranzo e perfino cinema e teatri con le dovute cautele.

# Obblighi per i sanitari e concessioni per i concorsi

Credits: @spettacolinews

In tutto ciò, si procede spediti verso la copertura vaccinale per i sanitari. Tutto il personale che lavora presso una struttura sanitaria, ovvero medici, infermieri, farmacisti e dipendenti, avranno l’obbligo di vaccinarsi. Per chi si rifiuterà, sarà sanzionato con la sospensione dello stipendio per tutta la durata dell’emergenza pandemica. La sanzione durerà al massimo fino al 31 dicembre 2021 e verrebbe revocata prima solo se si verificherà un calo importante della diffusione del virus. In aggiunta, è stato concesso lo scudo penale per chi somministra il vaccino, che avrà una responsabilità limitata per gli eventuali effetti collaterali sul paziente. Infine, nel decreto è presente la norma che sblocca tutti i concorsi della Pubblica Amministrazione. Le prove potranno essere svolte su base provinciale e regionale, dove è possibile in spazi aperti.

Fonte: leggo.it

Continua la lettura con: La città tedesca dove tutto è APERTO con un PASS giornaliero per tampone negativo. Dopo 15 giorni questi i RISULTATI

MATTEO GUARDABASSI

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🛑 Shopping straniero a Milano: COPERNICO e CERESIO 7 cambiano bandiera

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Ceresio 7 e Copernico Isola

In tanti lo avevano paventato: la vendita o la svendita dei gioielli di Milano piegata dal Covid e dalle restrizioni. Ed è quello che sta avvenendo. Nel giro di pochi giorni il doppio annuncio di due marchi giovani ma tra i più promettenti di Milano che sono stati venduti a gruppi oltrefrontiera: il network di smart working Copernico e la sede della casa di moda Dsquared 2. Vediamo le due operazioni.

Shopping straniero a Milano: COPERNICO e CERESIO 7 cambiano bandiera

# La rete di coworking milanese Copernico, con sedi in tutta Italia, passa al gruppo lussemburghese di IWG

Copernico Isola

Era una delle iniziative imprenditoriali più interessanti nate in Italia negli ultimi anni. Dal cilindro di Pietro Martani è nato un concept di smart working che da Via Copernico a Milano, da cui ha preso il nome, si è rapidamente esteso in tutta Italia. 

Il valore dell’operazione non è stato svelato, ma è un duro colpo per il settore immobiliare milanese. Copernico, la rete di coworking milanese che in pochi anni aveva espanso il suo business in tutta Italia, con 14 spazi di coworking e uffici distribuiti a Milano, Bologna, Torino, Cagliari, Varese e Trieste cambia proprietà a causa delle difficoltà finanziarie conseguenti al lockdown e al lavoro da remoto di massa che ha svuotato gli uffici.

Il gruppo lussemburghese Iwg quotato alla borsa di Londra, società specializzata nel settore degli spazi flessibili e già presente sul territorio nazionale con i marchi Regus, Spaces e Signature, ha rilevato tutte le location del network Copernico. Le sedi continueranno a operare regolarmente ma con il marchio Copernico- Iwg. 

Fonte: Il Sole24ore

# I tedeschi di Deka Immobilien rilevano Ceresio 7, sede della maison Dsquared 2 con il più scenografico ristorante panoramico con piscina di Milano

i locali più top
Ceresio 7

La spesa degli investitori stranieri, in questo caso i tedeschi Deka Immobilien, ha colpito un altro bersaglio milanese: l’edificio di via Ceresio 7/9 con la spettacolare piscina con vista sullo skyline di Porta Nuova. Nell’immobile di 8.200 mq, ristrutturato negli ultimi anni trasformandolo in uno dei palazzi più iconici di Milano, ha sede la maison di Dsquared2 con lo showroom, uno dei primi ristoranti panoramici in città e un fitness center.

Milano riuscirà a riprendere la spinta economica che aveva prima dell’arrivo del Covid-19?

Fonti: Il Sole24ore

Continua la lettura con: Il RECOVERY PLAN di SALA a CONFRONTO con quello di MILANO CITTA’ STATO: quale preferite?

FABIO MARCOMIN

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Il MONOPATTINO LAMBORGHINI: una nuova fuoriserie sulle nostre strade

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Il monopattino elettrico sta diventando sempre più importante quando si parla di e-mobility ed è sempre più utilizzato, soprattutto nelle grandi città. È proprio per questo che anche i grandi marchi si stanno direzionando verso questo tipo di produzione. Dopo Ducati e Audi, arriva anche Lamborghini a cimentarsi nella mobilità elettrica e lancia, in collaborazione con M.T. Distribution, il primo monopattino elettrico. È stato prodotto nella Motor Valley italiana e si chiama AL1.

Il MONOPATTINO LAMBORGHINI: una nuova fuoriserie sulle nostre strade

# Le caratteristiche della nuova Lamborghini a due ruote

Credits: unieuro.it
Monopattino Lamborghini

Il monopattino AL1 pesa circa 15kg ed è robusto e pesante, ha un motore da 350W brushless con una tecnologia silenziosa e a basso rischio di usura. Ha una posizione di guida alta, un sistema a doppio freno, ruote a bassa possibilità di foratura, un manubrio con presa gommata e due leve per pilotare: bianca a destra per accelerare e rossa a sinistra per frenare (freno anteriore). Questo monopattino elettrico permette anche di impostare 3 modalità di guida: andare a 6 km/h nella modalità pedonale, a 15 km/h standard e addirittura spingersi fino ai limiti consentiti dalla normativa, cioè 25 km/h nella modalità “S” di sport. Inoltre, per permettere una maggiore visibilità del monopattino, alla “fast & furious”, ci sono due file di led ambientali sotto al pianale che colorano l’asfalto.

# Cosa rende il monopattino un vero modello Lamborghini?

Credits: wired.it
Monopattino Lamborghini

L’attenzione ai dettagli e alla qualità è ciò che rende l’AL1 un vero modello Lamborghini, oltre al logo con il Toro sull’asta e al prezzo. Il monopattino, in realtà, costa circa 500 euro, a mio parere ci si poteva aspettare una cifra molto più alta data la casa produttrice. L’AL1 è già preassemblato in scatola senza libretto di istruzioni, ma è possibile trovarlo su Internet e scaricarlo in PDF. Vengono, però, subito forniti attrezzi e viti di montaggio di scorta. Per controllare velocità, medie dei percorsi e avere altre informazioni c’è poi un app apposita che permette di collegare il monopattino al telefono via Bluetooth. A completare il tutto, sotto il manubrio c’è un gancio, perfetto per portare zaino o borsa della spesa. Il monopattino è stato presentato di colore nero, ma sarà disponibile anche in blu e bianco.

Fonti: wired.it

Continua la lettura con: MONOPATTINI IN SHARING a Milano: la sfida delle APP

BEATRICE BARAZZETTI

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Il primo SEMAFORO italiano comparve a Milano il 1° aprile 1925: con quattro colori. UrbanFile: trasformiamolo in MONUMENTO

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credits: avvenire.it

Uno strumento luminoso per regolare il traffico? All’epoca il semaforo dev’essere apparso certamente come qualcosa di alieno e incomprensibile. Anche se oggi Milano ne conta più di 700, nel 1925 i milanesi non ne rimasero affatto soddisfatti, tanto che in molti cominciarono a dire “dura minga”. Qual è la storia dietro al primo semaforo d’Italia?

Il primo SEMAFORO italiano comparve a Milano il 1° aprile 1925: con quattro colori. UrbanFile: trasformiamolo in MONUMENTO

# Un pesce d’Aprile o una nuova regola stradale?

credits: pochestorie.corriere.it

Era il primo aprile 1925, un mercoledì per la precisione, quando a Milano, all’incrocio tra Piazza Duomo, via Orefici e via Torino, comparve il primo semaforo d’Italia, tre anni dopo la prima accensione europea a Parigi.

Il nuovo regolamento della polizia urbana disponeva che i pedoni circolassero solo sui marciapiedi, i veicoli tenessero la parte sinistra della strada e che il movimento di entrambi fosse regolato dalle segnalazioni luminose del semaforo centrale. La maggior parte dei milanesi pensò subito che si trattasse di un pesce d’Aprile, a quel tempo infatti le persone erano solite camminare in mezzo alla strada e spettava ai vigili urbani regolare il traffico.

# Un semaforo un po’ diverso da quello che oggi conosciamo

Credits: pinterest

Che fosse una burla o meno, in migliaia accorsero per ammirare il nuovo marchingegno che però non fu da subito troppo efficace, causando diversi problemi nella circolazione dei mezzi.

Bisogna specificare che il semaforo di allora era sicuramente diverso da quelli che siamo abituati ad usare oggi. Innanzitutto, era regolato dai vigili urbani e, trovandosi all’incrocio tra cinque strade, era composto da cinque colonne luminose, ognuna con il compito di gestire il traffico proveniente da una determinata direzione.

Il prototipo aveva persino quattro colori, oltre a rosso, giallo e verde infatti c’era anche il bianco. Le segnalazioni luminose venivano anche abbinate tra loro, per esempio rosso e bianco significava via ai pedoni e stop ai veicoli, giallo e verde via a tutti i veicoli senza distinzione, e così via.

Solo nel 1960, con il nuovo codice della strada, i colori assunsero la sequenza attuale, prima infatti il verde era posizionato sopra e il rosso sotto.

# “Dura minga”: lo scetticismo dei milanesi nei confronti del semaforo

Insomma, come è facile immaginare, il semaforo causò lunghissime code e non venne accolto proprio benissimo dai cittadini. Questo è quello che riporta una cronaca dell’epoca: “Invece di circolare, i veicoli stavano fermi, inchiodati nelle vie di provenienza da lunghissime code su due o tre file, formate da tram, automobili, carrozze e carri, motociclette e biciclette”.

# La proposta di Urbanfile: trasformare il semaforo in un monumento

credits: blog.urbanflie.org

La proposta del blog di urbanistica Urbanfile è chiara e semplice: restituire a Piazza Duomo il suo semaforo, trasformandolo in un monumento. Oggi al suo posto sorge una semplicissima isola spartitraffico piena di cartelli stradali, perché quindi non collocare una riproduzione del semaforo nel punto in cui si trovava l’originale?

La copia non sarebbe chiaramente funzionante, ma diventerebbe a tutti gli effetti un monumento, un contributo significativo alla memoria della città, considerando anche che nel 2025 sarà il centesimo anniversario di questo caratteristico evento.

Fonte: avvenire.it 

Continua a leggere: Milano fu la prima in Italia e la quarta città in Europa ad avere un SEMAFORO 

CHIARA BARONE

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Il “CENTRO SOCIALE” per TURISTI: cittadini in rivolta

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Credits: romagnamania.com

La petizione online lanciata da “Cantiere Civico” per bloccare la costruzione dell’edificio e parcheggio bus annesso ha già ricevuto oltre 7.000 firme a favore a fronte di 2.000 residenti. La replica del sindaco: “Solo informazioni fuorvianti. La verità è un’altra”

Il “CENTRO SOCIALE” per TURISTI: cittadini in rivolta

# La petizione online per bloccare la costruzione del “Centro Sociale di Accoglienza Turistica” 

Parco Via Europa Gatteo a Mare

Il coordinatore di “Cantiere Civico” Angelo Ricci ha lanciato una petizione online per raccogliere le opinioni sul “Centro Sociale di Accoglienza Turistica” che dovrebbe essere realizzato a Gatteo a Mare, nella frazione marittima di Gatteo in provincia di Forlì-Cesena: “non siamo una lista civica, ma un semplice gruppo di cittadini che si riconosce nel centrosinistra e che sta raccogliendo idee per il paese“. Il risultato è stato che: “in meno di un mese sono stati raccolti quasi 7000 No, a fronte di circa 2000 residenti. […] è evidente che nessuno vuole quella orrenda colata di cemento: non la vogliono i turisti che provengono, e firmano, da ogni parte d’Italia e soprattutto non la vogliono i residenti. Per capire il loro stato d’animo, basta leggere i commenti sui social. Solo il nome di quell’ecomostro da 650mila euro genera ambiguità“.

Accanto a questo edificio verrebbe realizzato un centro smistamento per bus, sacrificando l’ultimo parco verde rimasto a Gatteo a Mare in Viale Europa, per realizzare una seconda fermata a Gatteo a Mare che nessuna compagnia di bus sarebbe intenzionata a fare: il costo complessivo arriva a 800.000 euro.

 

Fonte: Il Resto del Carlino

# La replica del sindaco: “L’opera è da sempre presente nel bilancio comunale. Solo ora in prossimità della tornata elettorale si vuole contestare la progettualità con informazioni fuorvianti”

Credits: ilgiornaledelrubicone.it

Il sindaco Vincenzi vuole fare chiarezza e spiegare cosa verrà realizzato nell’area del parco di viale Europa: “La nuova struttura che sorgerà lungo Viale Europa, concepita per avere un basso impatto, occuperà una minima parte del parco, meno del 2% dell’interra area di oltre 17.000 mq e ne garantirà un forte rilancio. La struttura prevista, di poco più di 200 mq a cui si aggiunge una pensilina di circa 100 mq, ha un duplice scopo: accogliere i turisti in arrivo a Gatteo Mare in pullman e fungere da nuovo centro per la comunità e la socialità. Un progetto di riqualificazione del parco con nuove piantumazioni ed arredi per poter finalmente creare un luogo di grande attrattività per la frazione e per donare nuova vita ad un’area oggi non sufficientemente utilizzata.” Secondo il primo cittadino non ci sarà quindi nessuna colata di cemento, come paventato dal coordinatore di “Cantiere Civico” Angelo Ricci, con grandi vantaggi per la cittadinanza: “In questo modo i turisti in arrivo a Gatteo Mare in pullman potranno giungere in questa nuova “stazione” ed essere accolti in un luogo fresco e confortevole e si potrà garantire la sicurezza di ciclisti e pedoni, tutelare l’ambiente e la qualità dell’aria, evitare il disagio causato da questi ingombranti mezzi che, a motore acceso, bloccano le vie per interminabili minuti.”

Sull’utilizzo del nuovo edificio come “centro sociale” il sindaco aggiunge che: “abbiamo allo studio la possibilità di mettere a disposizione del centro Auser Giulio Cesare questi nuovi spazi, così da garantire anche un secondo interesse pubblico per la comunità, ossia quello di liberare l’attuale centro sociale di Via Firenze, da dedicare all’allestimento di esposizioni culturali che potranno arricchire l’offerta turistica e da destinare a ludoteca o spazio per la nostra comunità.

Fonte: ilgiornaledelrubicone.it

Continua la lettura con: La CASA delle CONCHIGLIE. L’archistar? Un TASSISTA

FABIO MARCOMIN

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

🛑 Novità: le stazioni della METRO verranno dedicate a VIP MILANESI?

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credit: touringmagazine.com

E’ in arrivo una novità a Milano: le fermate metro avranno nomi di personaggi illustri milanesi (purché morti da almeno 10 anni).

Novità: le stazioni della METRO verranno dedicate a VIP MILANESI?

E’ in arrivo una grande novità a Milano? Il Comune ha deciso di cambiare il criterio di denominazione delle stazioni metropolitane e delle fermate di superficie, aggiungendo i nomi di personaggi illustri che hanno fatto la storia cittadina (purché siano morti da almeno 10 anni) e che avranno una lapide – forse questo dettaglio è un po’ macabro – ai tornelli d’ingresso e d’uscita. A parte questa piccola parentesi “lapidaria” bisogna ammettere che è proprio una bella idea, soprattutto se si pensa che la città di Milano è stata da sempre un grande crocevia di artisti, politici e più in generale intellettuali. Ma come riconosceremo la posizione delle fermate?

# Una bellissima proposta: quali nomi vorreste sentire quotidianamente?

credit: touringmagazine.com

“Alda Merini. Fermata Alda Merini. Apertura porte a destra – doors open on the right”. Questo è solo uno degli esempi che ora ci suonano strani, ma che potrebbero diventare la nostra quotidianità. Eppure la bellissima proposta comunale fa sorgere alcuni dubbi, tra questi il timore di non riconoscere la posizione della fermata basandosi solo su dei nomi, seppur celebri. Fortunatamente la nuova idea è stata accompagnata da chiare spiegazioni, infatti Palazzo Marino ha definito delle linee guida.

Voi quali VIP vorreste sentire nominare quotidianamente tra le fermate di Milano?

# Come si riconoscerà la posizione della fermata VIP?

La toponomastica delle fermate si svilupperà su tre livelli di denominazione.

  1. Il primo livello è costituito da un solo nome, che colloca la stazione nel suo contesto e verrà riportato sulla mappa; a questo verrà aggiunto eventualmente l’acronimo della stazione ferroviaria nelle località di interscambio.
  2. Nel secondo livello di denominazione invece verranno citate le istituzioni culturali, sportive, sociali, religiose etc. caratterizzanti e presenti sul territorio vicino alla stazione e visibili nelle ricerche georeferenziate.
  3. Il terzo ed ultimo livello è quello che rappresenta la vera novità: vi saranno inseriti i nomi di personaggi illustri che hanno fatto la storia della città, morti da almeno 10 anni. Attenzione però perché non tutte le fermate avranno questo terzo livello di denominazione.

# Quali motivazioni ci sono dietro a questa scelta?

credit: discoradio.it

Le motivazioni dietro a questa scelta sono molteplici e le ha spiegate l’assessore alla Mobilità Marco Granelli: “La rete metropolitana di Milano cresce ed è parte integrante dell’identità di Milano, per questo è importante che i cittadini, i city users e i visitatori che la utilizzano possano sempre orientarsi facilmente e identificare con immediatezza la stazione di interesse. Con questo obiettivo abbiamo deciso di valorizzare sempre il criterio toponomastico.

Una svolta nel sistema dei trasporti milanesi che potrebbe avere dei risvolti positivi sia sul senso di appartenenza dei cittadini ai luoghi della città, e sia dal punto di vista turistico. Infatti tutta la città potrebbe cavalcare l’onda delle fermate VIP per valorizzare quei luoghi d’interesse che per qualche motivo sono ancora sottovalutati.

Fonte: MilanoToday , Yahoo

Leggi anche: I DUE progetti RIVOLUZIONARI della METRO di MILANO mai realizzati

ROSITA GIULIANO

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🛑 Scelto il logo per le OLIMPIADI: Futura o AstraZeneca?

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Non è un pesce d’aprile. E’ stato scelto il logo per le Olimpiadi Milano Cortina 2026. La prima medaglia d’oro va a Futura che ha vinto il ballottaggio con la versione più colorata. Ma al momento della proclamazione c’è a chi è venuto in mente un altro marchio che sta ottenendo gli onori delle cronache. 

Scelto il logo per le OLIMPIADI: Futura o AstraZeneca?

Quello che si è appena concluso, può essere definito come uno dei mesi di marzo più intriganti della recente storia milanese.

Tutto inizia sabato 6, sul palcoscenico del Teatro Ariston di Sanremo: nella cornice più nazionalpopolare che ci sia, viene lanciato il contest per la scelta del logo che accompagnerà i prossimi Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano-Cortina 2026.
È la prima volta nella storia che il logo di un’Olimpiade viene scelto con questo metodo. Tra Dado e Futura è quest’ultimo che la spunta, una semplice carezza al pianeta che disegna con le dita sulla neve il numero 26.

Nel video di presentazione del referendum popolare, il Presidente della Fondazione Milano Cortina, Andrea Monti, parla inoltre di «abbraccio alle future generazioni», quel futuro in grado di svelare i propri sogni.

Essendosi trattato di un referendum popolare, la scelta del logo è stata accompagnata da un tripudio di commenti e molte riflessioni.

Alcuni osservatori hanno notato però una somiglianza del logo Futura con quello di Astra Zeneca. Il principio e la tecnica è la stessa: la stilizzazione di due caratteri, i numeri finali dell’anno olimpico e le iniziali della farmaceutica. A vederli vicini sembra quasi che Futura abbia sbrogliato il logo di Astrazeneca lasciando inalterata la forma. 

A parte questo episodio che sembra quasi un pesce d’aprile, l’attenzione dei più sta puntando sulla curiosa doppietta che gira intorno all’Olimpiade.
Nella giornata di ieri, infatti, è stato altresì assegnato il concorso per la riqualificazione della zona che ospiterà parte del villaggio olimpico a Milano.


Quello scalo di Porta Romana, nella parte sud della città, che per tornare a questa curiosa coincidenza è diretta verso Basiglio, dove si trova la sede di Astra Zeneca
in Italia.

Le coincidenze iniziano ad assomigliare alle ciliegie: una tira l’altra, mentre Astra Zeneca ha dichiarato che il suo vaccino cambierà nome. Si chiamerà Futura? No: Vaxzevria. 

Continua la lettura con: Campo Selvatico vince il concorso per lo Scalo Romana

LAURA LIONTI

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

 

🛑 Breaking News: CAMPO SELVATICO vince il concorso per lo SCALO ROMANA

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Outcomist si aggiudica il concorso internazionale per il masterplan dello scalo milanese di Porta Romana con il progetto Campo Selvatico.

Breaking News: CAMPO SELVATICO vince il concorso per lo SCALO ROMANA

La squadra del progetto è composta da Diller Scofidio + Renfro, PLP Architecture, Carlo Ratti Associati, Gross. Max, Nigel Dunnett Studio, Arup, Portland Design, Systematica, Studio Zoppini, Aecom, Land, Artelia.

Il progetto segue la gara per l’aggiudicamento per l’acquisto dello scalo, indetta da FS Sistemi Urbani e Rete Ferroviaria Italiana e di cui è risultata vincitrice la cordata Coima, Covivio e Prada Holding. 

Credit: Andrea Cherchi

Lo scalo di Porta Romana è posizionato fra il centro città e alcune zone più esterne già in via di riqualificazione. I 190.000 m² vedranno la riqualificazione dell’area ferroviaria già parzialmente dismessa, di cui 100.000 m² saranno destinati a parco un parco. Questa trasformazione permetterà quindi di attraversare quella che oggi è una barriera, rendendo più facili gli spostamenti fra il centro ed l’area sud/sud-est di Milano.

In questa area saranno ospitati gli atleti in gara ai XXV Giochi olimpici invernali di Milano-Cortina del 2026. Dopo la manifestazione, il villaggio olimpico – che sarà frutto di una partnership pubblico-privato – verrà trasformato in alloggi per circa 1.000 studenti.

L’area diventerà un “quartiere per giovani” è l’auspicio del sindaco Sala. 

MILANO CITTA’ STATO

On the road 2021

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Easy Rider

Il libro di Kerouac, Easy Rider, negli anni cinquanta e sessanta i giovani sono cresciuti alimentati da una cultura ribelle.
Era una cultura spesso eccessiva, quella hippy delle comuni, degli allucinogeni o delle trasgressioni, che metteva alla berlina i costumi della società e il conformismo.

Era anche una cultura che attaccando lo status quo ha consentito grandi conquiste sociali, con il femminismo, il divorzio, l’uguaglianza tra i sessi e i diritti per le minoranze.
Un tipo di cultura spesso disprezzata dai conservatori e dagli adulti ma che rappresentava una sorta di ossigeno per la mente dei giovani e consentiva di ampliare gli orizzonti.

Dove è finita quella cultura oggi? E soprattutto dove sono finiti i protagonisti di quella stagione?
Sono le stesse persone che oggi si scandalizzano perché quattro giovani prendono un aperitivo sui navigli.

Continua la lettura con: Liberi di non essere liberi

MILANO CITTA’ STATO

Il RECOVERY PLAN di SALA a CONFRONTO con quello di MILANO CITTA’ STATO: quale preferite?

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Credits: wsimag.com

Il piano di 5 miliardi presentato dal Sindaco ai ministri dell’Economia, dei Trasporti, della Transizione Ecologica e della Transizione Digitale prevede 3 macro capitoli: trasporti, recupero delle case popolari, energia pulita e verde. Il nostro piano è articolato in 7 punti: dall’alta velocità in tutta la regione alla città “smog free” fino alla riapertura dei Navigli. Ecco il confronto con la nostra proposta.

Il RECOVERY PLAN di SALA a CONFRONTO con quello di MILANO CITTA’ STATO: quale preferite?

# Il sindaco chiede 5 miliardi per 3 macro capitoli in linea con la sua delega alla transizione ambientale: trasporti, recupero delle case popolari e energia pulita e nuovo verde

Il Sindaco Sala ha presentato il piano di progetti, per cui ricevere i finanziamenti con il Recovery Plan, ai ministri dell’Economia, dei Trasporti, della Transizione Ecologica e della Transizione Digitale. Le risorse richieste per Milano ammontano a 5 miliardi per interventi riconducibili a 3 macro capitoli. Vediamo quali sono.

#1 Trasporti: recupero fondi comunali per le nuove linee e estensioni e risorse per i progetti futuri

Nuove linee

Nel 2030 con l’inaugurazione di M4, prolungamento della M1 fino a Monza-Bettola già in cantiere, quelle in progetto della M1 fino a Baggio, la M5 fino a Monza Polo Istituzionale, le metrotranvie fino a Niguarda, la Desio-Seregno, la Milano-Limbiate e la Repetti M4-Rogoredo M3 ci sarà una crescita complessiva di binari da 127 a 195 km. Sempre entro il 2030 ci sarà la trasformazione dell’intera flotta dei bus Atm in full electric. Nell’orizzonte 2050 sono in progetto altri 60 km di binari. Il Comune di Milano punta a recuperare parte delle risorse già stanziate e ulteriori per i progetti che potrebbero essere realizzati.

#2 Recupero degli alloggi popolari e efficientamento energetico degli edifici

credit: difesapopolo.it

Il Comune di Milano dovrebbe raggiungere entro la fine della primavera il recupero dei 3.000 alloggi sfitti delle case popolari, un’obiettivo fissato a metà del mandato. Con i fondi del recovery plan Milano potrebbe recupero dei rimanenti immobili inutilizzati e migliorare l’efficienza energetica di scuole e degli altri edifici pubblici.

#3 Energia pulita, verde e progetti culturali

Centrale Cassano d’Adda

Collegamento con la centrale di Cassano d’Adda per portare il riscaldamento a 150.000 milanesi e ai comuni dell’hinterland di passaggio sul percorso delle condutture. Sul tema verde il nuovo parco alla Goccia della Bovisa e interventi sul tema della cultura: il trasferimento dei laboratori della Scala al Rubattino, la mappa dei distretti culturali e il progetto della Beic accantonato da anni.

Fonte: Repubblica Milano

# Le 7 proposte di Milanocittàstato da inserire nel Recovery Plan

La nostra proposta è articolata in 7 punti, eccoli nel dettaglio.

#1 Trasporti locali: Circle line, M6 ed estensione delle linee esistenti

Ipotesi delle 3 Circle line
Ipotesi delle 3 Circle line

Realizzazione della circle sul percorso della linea S9 con chiusura dell’anello a ovest, trasformare la circolare filoviaria 90-91 in una vera linea di forza con corsie totalmente preferenziali e asservimento semaforico o in una metropolitana, altre due linee circolari sul percorso della tangenziale interne e esterna.

Leggi anche: CIRCLE LINE: tutta la verità sul progetto più sognato dai milanesi

La linea M6 con le varianti previste nel PUMS
La linea M6 con le varianti previste nel PUMS

La linea M6, escluso un secondo passante, sarebbe probabilmente l’ultima linea metropolitana radiale necessaria per Milano che andrebbe a raggiungere alcuni bacini di popolazione non coperti dal trasporto pubblico veloce, nello specifico collegando Milano dai quartieri nord-oves a sud-est.

Leggi anche: M6: la favola della metropolitana ROSA

Oltre ai prolungamenti in corso o già finanziati e programmati, estendere la linea metropolitana gialla fino a Paullo a sud-est e a Paderno Dugnano a nord, la linea verde a Rozzano a sud e Vimercate e nord-est, la linea lilla fino a Settimo Milanese ovest e la rossa fino a Abbiategrasso sempre ovest, infine la linea blu fino a Pioltello a est.

Leggi anche: Entro il 2030 la METRO CRESCERÀ del 34%: le 38 NUOVE FERMATE in arrivo

#2 ECONOMIA: costituzione di una ZES (Zona Economica Speciale)

4.500 nel mondo. In Italia per ora sono state programmate solo per il SUD (fonte: https://www.quotidianodelsud.it/)

L’istituzione di una ZES (Zona economica speciale) ovvero una regione geografica dotata di una legislazione economica differente dalla legislazione in atto nella nazione di appartenenza, di norma prevista per attrarre maggiori investimenti straniera, potrebbe essere lo strumento appropriato per ridare uno slancio alla nostra nazione già in condizione di recessione e in particolare alle aree più colpite, come Milano e la Lombardia.

#3 INFRASTRUTTURE di connessione: linea TAV Liguria-Friuli e collegamenti veloci tra le principali città lombarde

Una super-metropolitana regionale veloce per collegare tutte le città e i principali luoghi di interesse delle regioni del nord: laghi, monti e mari.

Treni ad alta velocità di collegamento tra Lombardia e le altre regioni del nord, come Liguria, Veneto e Friuli, mirando anche ai mercati al di là della frontiera.

Inserendosi nel progetto di alta velocità tra Parigi e Berlino che le collegherà in sole 4 ore, Milano potrebbe avvantaggiarsi di una rapida connessione con le principali economie europee e rilanciarla.

Potenziare le infrastrutture autostradali realizzando una tangenziale esterna ad ovest e un’autostrada per le montagne lombarde e svizzere.

#4. SMOG FREE CITY: rendere Milano città d’avanguardia nella depurazione dell’aria

Livelli di inquinamento da PM2.5 Arpa Lombardia 18-03-2020

Il problema dell’inquinamento nella Pianura Padana, l’area più inquinata d’Europa, e in particolare nell’area milanese richiede un intervento strutturale. La città deve puntare ad essere all’avanguardia nella ricerca e nell’innovazione per puntare a essere “smog free”. La strada ottimale, oltre all’impegno dell’amministrazione nell’introduzione di norme che obblighino a costruire con materiali ecologici e utilizzando filtri o sistemi di ventilazione per ridurre l’inquinamento, nella ricerca di risorse nella ricerca scientifica nella lotta allo smog e nel trasformare la città a impatto zero, è applicare le best practice presenti livello internazionale per rendere Milano il luogo di sperimentazione di nuove tecnologia di abbattimento dell’inquinamento. Alcuni esempi sono:

  • la mappatura di tutte le fonti inquinanti del territorio come fatto a San Pietroburgo
  • premiare imprese e condomini che riducono l’inquinamento come avviene a Rotterdam
  • la trasformazione dei palazzi da soggetti passivi a soggetti attivi contro l’inquinamento atmosferico come succede a Pechino o in Alto Adige

Leggi anche: Milano città leader contro l’inquinamento

#5. GREEN REVOLUTION: mezzi puliti, navigli balneabili, teleriscaldamento a impatto zero, creazione del più grande parco urbano d’Europa

Sostituire mezzi inquinanti con altri a impatto zero, investendo le risorse del Recovery Fund per sostituire tutti i mezzi inquinanti, pubblici e privati, con mezzi elettrici o a zero emissioni.

Il teleriscaldamento in tutta la città: Milano deve avere un sistema di teleriscaldamento che porti ogni palazzo a non avere emissioni inquinanti e, se possibile, ad essere esso stesso uno strumento di purificazione.

I Navigli devono avere dei sistemi di purificazione in grado di rendere le loro acque perfettamente pulite da poter essere utilizzate come acqua potabile o da bere come in montagna.

il progetto di parco orbitale

Realizzare il Parco Orbitale, il più grande parco urbano d’Europa. Il progetto nato da un privato, Giacomo Biraghi, per collegare tra loro la cintura verde di parchi che sono attorno alla città potrebbe diventare il simbolo della rivoluzione green di Milano.

#6 IL GRANDE SOGNO DEI NAVIGLI: il progetto originario con tunnel e parcheggi sotterranei

La riapertura completa del canale navigabile dei Navigli avrebbe un’estensione totale di 7,7 chilometri, creando itinerari navigabili e ciclabili tra i fiumi Ticino e Adda. Via San Marco, Tombun, Via Senato, Via Melchiorre Gioia fino a una rete che colleghi l’Adda con il Ticino: acqua come elemento di continuità dalle montagne al mare, con Milano al centro. In questo modo si renderebbe possibile la futura navigazione da Locarno e Colcio fino a Venezia, attraverso la Darsena.

Per risolvere il problema dell’inquinamento e del traffico, con le strade ridotte per la riapertura dei Navigli, si possono immaginare due tunnel stradali passanti sotto al centro storico, il primo dall’Arco della Pace a piazza Medaglie d’Oro (un percorso di circa 4 km), il secondo da Porta Venezia a piazza Napoli (poco più di 5 km).

credits: milanoweekend.it

Contestualmente alla realizzazione dei tunnel prevedere dei maxi parcheggi a prezzi agevolati da realizzare nei pressi dei capolinea della metro, in modo da rendere facile e conveniente l’abbandono dell’auto.

#7 UNA CASA PER TUTTI: abitazioni per giovani e persone a basso reddito, campus per studenti

social housing

Per gli studenti universitari e le persone comprese tra i 25 e i 40 anni di età, il problema degli immobili da prendere in affitto o acquistare sta diventando insostenibile. Una delle priorità per affrontare l’emergenza è quindi quella di rendere accessibile una casa per chi vive in città, riducendo i rischi per i proprietari che potrebbero essere di una parte dei prezzi di acquisto o di affitto tramite i fondi europei. 

Oltre a questo bisogna prevedere la realizzazione di un numero sempre maggiore di campus con le residenze per gli studenti.

Continua la lettura con:🔴 Le ESTENSIONI della metro tra i 35 PROGETTI per MILANO presentati al Governo per il RECOVERY FUND

FABIO MARCOMIN

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I ricchi ridono: volano i prezzi delle case nelle LOCALITÀ ALPINE. St. Moritz vale il doppio di Cortina

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Credits: idealista - Villa Sankt Moritz

Nel 2020 nell’arco alpino i prezzi di chalet e appartamenti di vacanza hanno fatto segnare un aumento fino ad oltre il 10%. L’unica località italiana è fuori dalle top 15.

I ricchi ridono: volano i prezzi delle case nelle LOCALITÀ ALPINE. St. Moritz vale il doppio di Cortina

# Un’immobile a St.Moritz ha una valutazione quasi doppia rispetto a Cortina

Credits: Ubs/Tv Svizzera – Prezzi abitazioni fascia alta località alpine

In base a un recente studio pubblicato da UBS nel 2020 i prezzi di chalet e appartamenti di vacanza nell’arco alpino hanno fatto segnare un aumento fino ad oltre il 10%. La destinazione più cara si conferma Sankt Moritz in Engadina dove servono quasi 17.000 franchi al metro quadro con un incremento del 7% rispetto all’anno precedente. In seconda posizione troviamo Gstaad, un’altra località svizzera, apprezzata anche da alcuni membri della famiglia reale britannica, con una quotazione al metro quadro di 16.500 franchi. Il podio svizzero è completato da Verbier, nel Canton Vallese: qui i prezzi superano i 14.500 franchi al metro quadro. La prima località italiana in classifica è Cortina d’Ampezzo, al 19esimo posto con una valutazione degli immobili poco superiore ai 9.000 franchi al metro quadro.

# Le abitazioni più costose registrano un costante aumento dei prezzi

Credits: idealista – Villa Sankt Moritz

Lo studio dii UBS hanno analizzato 41 destinazioni turistiche nell’arco alpino e in quelle svizzere, i prezzi delle case vacanza sono in crescita anche rispetto al 2019 con l’impennata maggiore registrata nelle località in cui le quotazioni erano più elevate. L’incremento medio è stato dell’8% con picchi a Davos/Klosters e Flims/Laax rispettivamente del +11,7 e +11%. Gli autori della ricerca hanno spiegato questa evoluzione come conseguenza della situazione pandemica, perché le restrizioni ai viaggi hanno “ridestato interesse verso i luoghi di villeggiatura locali e la possibilità di lavorare a domicilio ha fatto sembrare l’acquisto di una casa per le vacanze un’esperienza speciale“. Un altro fattore che ha contribuito a questo innalzamento dei valori, oltre alla scarsissima offerta di immobili in particolare nei cantoni di lingua tedesca, è l’interesse per l’acquisto di una seconda casa come un investimento sicuro, soprattutto da parte degli stranieri: “In tempi di incertezza economica, gli immobili diventano così ancor più richiesti“. 

Fonte: TvSvizzera

Continua la lettura con: L’APPARTAMENTO più COSTOSO di Milano è stato venduto! Chi l’ha comprato?

FABIO MARCOMIN

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VIDEOCHIAMATE NOIOSE? L’APP che ci consente di ABBANDONARLE con classe

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Credits: www.gqitalia.it

Lo smart working ha trasformato la vita di molti lavoratori. E continua a farlo. Infatti, le giornate sono un continuo susseguirsi di videochiamate e riunioni a distanza.

Ma chi non riesce più a passare ore davanti ad uno schermo ascoltando altri parlare può stare tranquillo. Oltre alle solite scuse, esiste un’altra soluzione: si tratta di un programma per abbandonare con classe una videochiamata noiosa.

VIDEOCHIAMATE NOIOSE? L’APP che ci consente di ABBANDONARLE con classe

# Sono molti i lavoratori che non sopportano più le numerose videochiamate. Ma ecco una nuova soluzione

Credits: www.laruotadimedicina.com

La comodità di lavorare comodamente da casa unita alla scocciature delle numerose videochiamate. Lo smart working, introdotto da marzo dell’anno scorso, ha sicuramente i suoi pro e i suoi contro.

Sono molti i lavoratori sottoposti a questi drastici cambiamenti e che, a distanza di un anno, non sopportano più l’idea di stare ore e ore in videochiamata con i propri colleghi.

I consigli online su come abbandonare una videochiamata sono tanti: dal telefono o il computer che sta per scaricarsi, al fingere un’emergenza, fino, per i più coraggiosi, ad appendere senza dire niente.

Però ora esiste una nuova applicazione web che consente di abbandonare le videochiamate noiose, ma con classe.

# Zoom Escaper, l’applicazione web gratuita che permette di “fuggire” dall’ennesima riunione online

Credits: zoomescaper.com

L’ultima soluzione approdata sul web è Zoom Escaper e solo il suo nome è molto evocativo. Infatti, si tratta di un’applicazione gratuita che permette di aggiungere una serie di falsi effetti sonori ad una Zoom Call.

Dai cani che abbaiano, ai bambini che piangono, fino ai rumori dei cantieri ed echi fastidiosissimi. Insomma, davvero delle ottime scuse che regalano numerosi motivi per “fuggire” dall’ennesima riunione online.

Un’idea semplice per sabotare le videochiamate noiose” nata da Sam Lavigne, artista americano anche creatore di Zoom Deleter, un’app che cancella automaticamente Zoom se si dovesse decidere di installarlo.

Fonte: www.tvsvizzera.it

Continua la lettura con: All’ESTERO in SMART WORKING? I paesi che offrono più VANTAGGI per i NOMADI DIGITALI

ALESSIA LONATI

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A New York i TEATRI POP UP: appaiono solo la sera. Un’idea per Milano?

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Credit: dezeen.com

Ogni città di notte si trasforma: le strade affollate del giorno, il rumore assordante delle macchine e i profumi dei ristoranti spariscono. Basta un attimo, e la città è tutta un’altra cosa.

Un po’ come nel film di Woody Allen “Midnight in Paris”, suona la mezzanotte e ti ritrovi in un altro mondo.

La città di New York questa trasformazione la vuole fare in grande.

Sulle vie della grande mela potrebbero infatti apparire dei teatri pop up all’aperto.

A New York i TEATRI POP UP: appaiono solo la sera. Un’idea per Milano?

# Niente più rappresentazioni teatrali online

Credit: Pinterest

“Niente più rappresentazioni teatrali online”, queste le parole di Andrew Cuomo, il governatore dello Stato di New York.

Ma come fare?

Broadway trova una risposta e crea NY PopUp, un progetto che prevede 300 spettacoli all’aperto, per le strade della città.

La bella stagione si avvicina ed è arrivato il momento di ricominciare, questa potrebbe essere l’occasione per far tornare ad esibirsi tutti gli artisti dei teatri di Broadway che sono ormai fermi da più di un anno.

Le cose si possono fare, basta solo ingegnarsi un po’.

# L’idea di Marvel

Credit: dezeen.com

Il progetto ha subito trovato l’appoggio dello studio di architettura Marvel, uno degli studi di architettura più prestigiosi al mondo.

Marvel ci ha messo il carico da novanta trovando una soluzione sulla realizzazione pratica dei teatri pop up, si è infatti detto disponibile a fornire container (già usati per le spedizioni delle navi) nelle strade per ospitare gli spettacoli all’aperto.

I container potrebbero essere montati a 3,6 metri di altezza, con due torri di ponteggi a reggerli.

# I teatri ponti sopra la città

Credit: dezeen.com

L’idea è quella di costruire i teatri pop up come dei ponti, così che le esibizioni possano essere eseguite su strade trafficate mantenendo un impatto limitato sul flusso dei pedoni e nessun impatto sul traffico.

Il traffico veicolare potrebbe infatti scorrere sotto la struttura ma questa è ancora un’ipotesi perchè in questo caso il teatro sarebbe solo su un piano.

Il bello arriva dopo: la sera potrebbero essere chiuse le strade interessate, così da ricavare un’area per il pubblico di fronte che potrebbe stare seduto e godersi lo spettacolo, come una volta.

In questo modo gli spettacoli potrebbero svolgersi su due piani, con la scena sopra e l’orchestra sotto, utilizzando schermi a led per le scenografie.

# Un’idea per Milano?

Per ora quella di New York è un’ipotesi che deve ancora avere l’approvazione ufficiale.

Il settore degli eventi è stato uno dei più colpiti dalla pandemia: tutti gli eventi sono infatti diminuiti quasi del 70%.

Le luci sono spente, le tende spiegate e nessuno canta più ma idee come queste potrebbero cambiare la situazione.

Potrebbe essere questa un’idea anche per Milano?

Fonti: darlin.it

Continua la lettura con: La lunga attesa dei TEATRI: i 5 templi dell’arte più FAMOSI al mondo

ARIANNA BOTTINI

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🛑 Germania e Canada: nuovo STOP PRECAUZIONALE ad ASTRAZENECA

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Credits: www.ilmeteo.it

All’inizio di marzo, dopo alcuni casi gravi di trombosi, molti paesi europei hanno sospeso l’uso del vaccino AstraZeneca. Ma, dal 18 dello stesso mese, le vaccinazioni sono riprese. Infatti, l’Agenzia Europea per i Medicinali, continuando ad indagare sulla questione, ha raccomandato di proseguire la somministrazione limitandola a certe fasce d’età, poiché i benefici del vaccino superano di gran lunga i rischi.

Da qualche ora circola la notizia che il vaccino AstraZeneca cambia nome in Vaxzevria. E, dal sito dell’EMA, si diffonde anche un nuovo bugiardino con tutte le informazioni relative agli effetti collaterali, in particolare sulla rara combinazione di trombosi e trombocitopenia.

Ma, adesso la Germania e il Canada hanno annunciato la sospensione del vaccino AstraZeneca agli under 60. Perché questa nuova marcia indietro?

Germania e Canada: nuovo STOP PRECAUZIONALE ad ASTRAZENECA

# AstraZeneca cambierà nome e il suo bugiardino conterrà un paragrafo dedicato ai casi di trombosi

Credits: www.ragusaoggi.it

Il nome del vaccino contro il Covid-19 AstraZeneca cambierà: si chiamerà Vaxzevria e anche il suo bugiardino sarà nuovo. Conterrà un aggiornamento sulle informazioni relative agli effetti collaterali, ma ciò che richiama l’attenzione è il paragrafo dedicato a “Trombocitopenia e disturbi della coagulazione”.

Ciò che si legge è che “è stata osservata molto raramente una combinazione di trombosi e trombocitopenia, in alcuni casi accompagnata da sanguinamento, in seguito alla vaccinazione con Vaxzevria. Questo include casi severi che si presentano come trombosi venosa, inclusi siti insoliti come trombosi del seno venoso cerebrale, trombosi della vena mesenterica e trombosi arteriosa, concomitante con trombocitopenia. La maggior parte di questi casi si è verificata entro i primi sette-quattordici giorni successivi alla vaccinazione e si è verificata in donne di età inferiore a 55 anni“.

# Un nuovo stop in Germania e Canada

Ma, dopo questa revisione, sarebbero emersi nuovi casi di trombosi cerebrale in soggetti under 60 anni in Germania. Così, dopo Berlino, anche Monaco di Baviera, Brandeburgo e Nord Reno-Westfalia hanno avviato la sospensione di AstraZeneca.

E sulla stessa scia è anche il Canada. Seppur sul suo territorio non si siano verificati casi mortali, ha preso in considerazione i dati forniti dagli altri Stati sugli effetti collaterali del vaccino AstraZeneca, bloccandone la somministrazione agli under 55, in attesa di ulteriori analisi.

# 11 casi di trombosi in donne under 55 hanno portato alla sospensione della somministrazione del vaccino AstraZeneca

Credits: www.pei.de

Ma quali sono i motivi che hanno portato a questa decisione in Germania?

Il Paul Ehrlich Institute (PEI), l’ente di controllo dei farmaci in Germania, ha riferito di 11 casi di trombosi in persone che avevano ricevuto la dose di AstraZeneca. E tutti i casi riguardavano donne giovani o di mezza età. È per questo che diversi ospedali, tra cui il rinomato Charitè, hanno sospeso la somministrazione del vaccino anglo-svedese nelle donne sotti i 55 anni.

E, dopo diverse consultazioni, anche la Stiko, la Commissione permanente tedesca sui vaccini, ha deciso a maggioranza di raccomandare il vaccino AstraZeneca solo a soggetti con più di 60 anni, sulla base di quelli che sono i dati disponibili sugli effetti collaterali, così rari quanto gravi.

# Merkel: “Dobbiamo poterci fidare dei vaccini, per questo aspettiamo ogni volta la loro approvazione”

Credits: www.ansa.it

E dopo lo stop dell’uso di AstraZeneca, Angela Merkel discuterà della questione con il Ministro della Sanità Jens Spahn ed i primi ministri degli Stati Federali. Ciò che comunica ai giornali è che è normale che tutto questo generi insicurezza, “ma è soprattutto la trasparenza a rappresentare la migliore opportunità per gestire la situazione”.

E, per rassicurare i cittadini, ha anche sottolineato di essere pronta a ricevere il siero di AstraZeneca, quando sarà il suo turno. Perché “dobbiamo poterci fidare dei vaccini, per questo aspettiamo ogni volta la loro approvazione, dato che è necessario ridurre al massimo i rischi. La fiducia nasce anche dal fatto che ogni caso sospetto viene analizzato in profondità”.

Fonte: www.ilgiorno.it

Continua la lettura con: Il nuovo piano vaccini della Lombardia: regione immunizzata entro l’estate

ALESSIA LONATI

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Le 3 grandi SUPERSTIZIONI tipiche dell’EMILIA ROMAGNA

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Credits: @rigoebasta Festa dei Becchi

Gli italiani sono molto scaramantici, inutile negarlo. Se ci attraversa la strada un gatto nero, difficile non notarlo e pensare “che sfortuna!”, poi crederci o no è un altro conto. Per non parlare del semplice mangiare le lenticchie a capodanno, stare attenti a non rovesciare il sale e si potrebbe stare ore a elencare tutte le credenze italiane. Se quindi ci sono quelle che tutti sanno, ogni regione o città a sé ha alcune scaramanzie legate a luoghi o situazioni tipiche. Ecco le 3 principali dell’Emilia Romagna!

Le 3 grandi SUPERSTIZIONI tipiche dell’EMILIA ROMAGNA

# Laureati state attenti

Credits: @brigrg
Torre degli Asinelli

Chi frequenta l’Università di Bologna, una delle più antiche al mondo, sicuramente lo sa già. Il lungo tempo di apertura dell’università ha portato gli studenti a creare innumerevoli riti scaramantici: i più importanti riguardano Piazza Maggiore e la Torre degli Asinelli.

Piazza Maggiore è conosciuta in questo modo solo dal Cinquecento, anche se dalla cacciata degli austriaci fino al 1944 venne intitolata al re Vittorio Emanuele II e solo dal 1945 si riappropriò del nome cinquecentesco. L’area risale al 1200, quando gli abitanti necessitavano di una zona da adibire sia a mercato che a centro di aggregazione ed è sicuramente il centro della città. Ecco, se sei universitario, mai attraversare Piazza Maggiore in diagonale, altrimenti vedrai allontanarsi in un batter d’occhio il giorno della laurea.

Lo stesso vale per la Torre degli Asinelli. Durante il periodo del corso di studi universitario meglio evitare di fare i 498 scalini; oltre a risparmiare fiato ti salvi anche la laurea.

# Il bacio alla statua

Credits: @ravennaincoming
Guidarello Guidarelli

Al MAR (Museo d’arte contemporanea) di Ravenna si trova la statua di Guidarello Guidarelli che è sempre stata apprezzata per la bellezza del volto dell’uomo. Il cavaliere del XV secolo incarna, infatti, bellezza e virtù e la sua statua, realizzata da Tullio Lombardia e che in realtà è una lastra funeraria, è conservata dal 1829. Secondo la leggenda, se qualche giovane donna è inspiegabilmente single deve andare a dare un bacio alla statua, in questo modo potrebbe trovare l’amore vero, quello da matrimonio. Nel corso di due secoli, sembra che oltre 5 milioni di donne hanno riposto le loro speranze di trovare l’amore in Guidarello Guidarelli.

# Occhio alle corna se oscillano

Credits: @rigoebasta
Festa dei Becchi

Le tradizioni non sono mai noiose, anzi. A Santarcangelo di Romagna l’11 novembre si festeggia le festa di San Marino o festa dei Becchi. Un tempo l’11 novembre corrispondeva al giorno della scadenza dei rapporti di lavoro e ad eventuali rinnovi di contratti di mezzadria. In quel giorno si comprava anche il bestiame, attrezzi e scorte alimentari; per questo la festa di San Marino è conosciuta anche come Fiera dei Becchi, ovvero dei caproni. Da qui l’associazione caproni cornuti è diventata automatica. L’11 novembre, infatti, si festeggiano tutti quegli uomini che per un motivo o per l’altro sono stati traditi.

Ma da questa festa è nato anche un rituale: in piazza Ganganelli, sotto l’Arco trionfale di Clemente XIV, vengono appese delle grandi corna sotto le quali bisogna passare. Se le corna oscillano durante il passaggio sotto l’arco, bisogna dubitare della fedeltà del partner.

Fonti:travelemiliaromagna.it

Continua la lettura con: A BOLOGNA ogni porta corrisponde a un SEGNO ZODIACALE

BEATRICE BARAZZETTI

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La città tedesca dove tutto è APERTO con un PASS giornaliero per tampone negativo. Dopo 15 giorni questi i RISULTATI

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Credits: jennifers.schmuckstuecke IG - Tubingen

L’esperimento nella cittadina universitaria tedesca ha consentito la riapertura di tutte le attività. Ecco in cosa consiste, che risultati ha ottenuto sui contagi e fino a quando proseguirà.

La città tedesca dove tutto è APERTO con un PASS giornaliero per tampone negativo. Dopo 15 giorni questi i RISULTATI

# Con tampone negativo si riceve un pass giornaliero per girare liberamente in città, in negozi, ristoranti, cinema e teatri

Credits: ilfogliettone.it – Tagesticket

Da 15 giorni a Tubinga i negozi non essenziali sono stati riaperti e per fare shopping è necessario un “Tagesticket“, un biglietto giornaliero, dietro la presentazione di un certificato con tampone negativo che si può effettuare gratuitamente in alcuni punti della cittadina universitaria tedesca. I risultati sono stampati su un braccialetto con un codice QR leggibile da smartphone che deve essere visualizzato per entrare in negozi e ristoranti.

Grazie a questo i cittadini possono pranzare nei ristoranti all’aperto, andare al cinema, al teatro o a fare shopping. L’iniziativa è stata proposta dal sindaco di Tubinga Boris Palmer: “Parlando con i commercianti del centro città, nel settore culturale, trovo sempre più persone disperate. Penso che abbiamo la responsabilità di dare una prospettiva. Secondo me è abbastanza sicuro, quasi tutti vengono sottoposti al test e ci si può muovere liberamente“.

# I casi non aumentano e sono inferiori alla media nazionale. La sperimentazione proseguirà fino al 18 aprile

Credits: ilfogliettone.it

La sperimentazione di Tubinga durerà fino al 18 aprile per essere analizzata dall’università. Ad oggi sono stati effettuati quasi 50.000 test gratuiti in due settimane. La responsabile della gestione della pandemia di Tubinga Lisa Federle afferma che nonostante le riaperture l’incidenza dei casi di Covid-19 non ha registrato un incremento. Il numero di casi degli ultimi sette giorni è stato di 70,8 per 100.000 persone, rispetto a un dato nazionale di 119,1, il livello più alto degli ultimi due mesi. Indipendentemente dal futuro della sperimentazione la dottoressa Federle conclude che: “è già un successo, perché la gente vede che non esistono solo le chiusure, ma si sta cercando di trovare altre alternative“.

Fonti: Latarde, Il Fogliettone

Continua la lettura con: Il trend della prossima ESTATE: le ISOLE Covid Free

FABIO MARCOMIN

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Giro di Roma in PASTICCERIA: i 5 migliori dolci da trovare in città

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I 5 migliori dolci da assaporare a Roma.

Quando a Roma si desidera acquistare un dolce da portare ad amici e parenti o per togliersi uno sfizio, l’operazione è scientifica e a seconda del tipo di dessert si va nel posto giusto, l’unico e il solo.

Giro di Roma in PASTICCERIA: i 5 migliori dolci da trovare in città

Ne abbiamo scelti cinque che possono soddisfare ogni tipo di palato, dagli amanti del dolce al cucchiaio a quelli della tradizionale crostata della nonna. Per ognuno di questi vale la pena fare un salto nelle pasticcerie di Roma.

# Il Millefoglie

Se la voglia da esaudire è quella di una sfoglia croccante immersa in una morbida crema allo zabaione, allora si sta parlando del Millefoglie di CavallettiDal 1951 a via Nemorense, è una vera e propria istituzione. Da quasi settant’anni è simbolo di Roma nel mondo con il suo Millefoglie a tre piani farcito di crema chantilly aromatizzata al marsala a quanto pare apprezzato anche dalla stessa regina d’Inghilterra, che più volte se lo è fatto spedire a Buckingham Palace.

# Il Tiramisù 

Se si brama un cucchiaio capace di far sentire il paradiso in bocca con la dolcezza del mascarpone e la forza di caffè e polvere di cioccolato, è tempo del Tiramisù di Pompi in Via della Croce. E’ il tiramisù più amato della capitale e trovandosi in pieno centro, a due passi da Piazza di Spagna, lo ha reso anche il più amato dai turisti. Realizzato secondo la personale ricetta di Giuliano Pompi, il suo inventore, oggi oltre al gusto classico con caffè e cacao, affianca gusti particolari e legati alle stagioni.

# Il maritozzo con la panna 

Quando a colazione si sente il bisogno di quella marcia in più e non si può fare a meno di pensare alla deliziosa panna fresca e al soffice panino di un Maritozzo, l’unico e il solo è quello di Regoli a Via dello Statuto, vicino all’Esquilino, antica pasticceria aperta nel 1916 da Umberto Regoli e sua moglie e oggi gestita dalla terza generazione. La ricetta dei maritozzi con la panna è tipica della tradizione laziale, si tratta di un panino soffice e dorato che a Roma è immancabile in ogni colazione che si rispetti e che da Regoli si può trovare nella sua forma più classica con panna montata che trasborda o nella versione quaresimale, che si differenzia per la preparazione senza uova e burro, rendendo quindi questo dolce adatto a essere consumato durante il digiuno pasquale.

# Il Montblanc 

Per chi invece ama l’autunno e il freddo e sogna montagne di marron glacé tuffarsi da pendii di meringa, allora è al Mont Blanc di Giuliani in Via Paolo Emilio in Prati che sta pensando, una pasticceria che risale al primo dopoguerra quando il suo fondatore Giulio Giuliani tornò dalla Svizzera dove aveva appreso l’arte della produzione artigianale del Marron Glacé e dei Cioccolatini. Il Montblanc qui è servito alto, ben farcito e stracolmo di panna montata freschissima. Prelibatezza di origine francese è un dolce al cucchiaio che si prepara con la pasta di marroni, trasformati in spaghetti su un letto di meringhe e panna, esclusivamente fresca. La leggenda narra che il Montblanc sia stato servito la prima volta sulla tavola della famiglia Borgia, alla fine del XV secolo, e che il decano della famiglia, futuro Papa Alessandro VI, ne sia rimasto letteralmente stregato. Questo dolce di origini franco-piemontesi è un omaggio alla vetta italiana più alta, il Montebianco. A Roma diventa in breve tempo il dolce autunnale della borghesia.

# La crostata di ricotta e visciole 

E per finire, quando la nostalgia di casa, della nonna o della campagna stringe il cuore e si sente l’odore di crostata calda e ricotta, non resta che andare da Boccione L’Antico Forno in Via del Portico d’Ottavia per la sua Crostata ricotta e visciole. Torta tipica della tradizione ebraica, giustamente famosa, romani e turisti fanno regolarmente la fila di fronte a Boccione, antico forno del Ghetto che gli intenditori giudicano all’unanimità il miglior indirizzo goloso del quartiere e forse del centro storico. E’ una pasticceria senza insegna, dalle vetrine spoglie e un po’ spartana dove spesso ci sono le code fuori per assaporare anche solo una fetta delle loro ormai iconiche crostate chiuse, ricoperte di pasta, con ripieno di ricotta e marmellata di visciole o ricotta e cioccolato. E da sole valgono la visita.

FRANCESCA SPINOLA

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Il più antico TEATRO coperto del MONDO

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Credits: @teatrolimpicovicenza (YG)

Il Teatro Olimpico è una delle attrazioni più interessanti di Vicenza, la sua importanza è stata riconosciuta anche dall’UNESCO ed è stata inserita nella lista dei patrimoni protetti. Se vuoi scoprirlo, continua a leggere.

Il più antico TEATRO coperto del MONDO

Abbiamo già parlato di Andrea Palladio, figura numero uno dell’architettura veneta. L’urbanista Ottavio Cabiati diceva che “grazie al Palladio, l’architettura italiana è diventata ancora una volta universale”. Un artista famoso non solo per le meravigliose Ville Palladiane che ha regalato al suo territorio, ma anche per la visione che aveva del mondo, per la sua innovazione, e per la sua proficua collaborazione con numerosi enti pubblici, dalla Repubblica della Serenissima al Comune di Vicenza.

Ed è proprio a Vicenza che si trova una delle massime espressioni del genio dell’architetto padovano, il Teatro Olimpico. 

Credits: @teatrolimpicovicenza (YG)

Il Teatro si trova all’interno del Palazzo del Territorio, nel cuore della città, Fino ad allora, il teatro non era un edificio permanente e a sé stante come lo conosciamo adesso: piuttosto, si trattava di una serie di sale o spazi all’aperto temporaneamente adibite alle rappresentazioni. 

Nel 1580 però, l’Accademia Olimpica gli commissiona la realizzazione di quello che diventerà il primo teatro stabile coperto al mondo. Il progetto palladiano si ispira chiaramente alle indicazioni di Vitruvio, rifacendosi alla costruzione dei teatri di epoca romana. Tutto questo per creare una linea di continuità con l’architettura classica che era la firma palladiana. Il classicismo del Teatro Olimpico traspare in diversi dei suoi elementi costitutivi: il monumentale proscenio rettangolare da cui si dipartono sette scene prospettiche in legno ne è un esempio. 

Credits: @teatrolimpicovicenza (YG)

I lavori di progettazione del Teatro Olimpico iniziarono nel 1580, quando fu commissionato dall’Accademia Olimpica, ma il Palladio, che aveva 72 anni all’epoca, morì pochi mesi dopo, e fu quindi impossibile per lui vederne il completamento. Sarà il figlio Silla a curarne l’esecuzione consegnando il teatro alla città nel 1583.

# La storia del Teatro Olimpico

La cerimonia di apertura del Teatro Olimpico si tenne il 3 marzo 1585 e la rappresentazione di “Edipo Re” di Sofocle è entrata nella storia del teatro. La scenografia riproduceva le sette vie di Tebe che si intravedono nelle cinque aperture del proscenio con un sapiente uso della prospettiva. La realizzazione di questa meravigliosa scenografia si deve a Vincenzo Scamozzi. L’effetto è così incantevole e ben riuscito da diventare parte integrante stabile del teatro..

Credits: @teatrolimpicovicenza (YG)

La fama del nuovo teatro si sparge prima a Venezia e poi in tutta Italia suscitando l’ammirazione di quanti vi vedevano materializzato il sogno umanistico di far rivivere l’arte classica. Poi, nonostante un inizio così esaltante, l’attività dell’Olimpico venne interrotta dalla censura imposta dalla Controriforma, e il teatro diventa un semplice luogo di rappresentanza. Bisognerà attendere la metà dell’Ottocento, con le sale appositamente restaurate per l’occasione, prima, e il secondo dopoguerra poi, per la ripresa delle attività artistiche all’interno di un teatro che non ha rivali al mondo.

Credits: @teatrolimpicovicenza (YG)

# Il Teatro Olimpico oggi

Il Teatro Olimpico attualmente può ospitare circa 400 posti ed è diventato un punto di riferimento per la panoramica della cultura e del teatro a Vicenza; le sue attività comprendono rassegne di musica classica e concerti.

Credits: @teatrolimpicovicenza (YG)

Purtroppo, però come gran parte delle attività legate ad arte e spettacolo, il Teatro Olimpico è momentaneamente chiuso al pubblico in ottemperanza con le misure di contenimento della pandemia in atto. 

Fonte: Teatro Olimpico di Vicenza, Paesi Online

Continua la lettura con: 

GIADA GRASSO 

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