La CityWave, il quarto grattacielo di Citylife, ormai conosciuto dai milanesi con il soprannome di “sdraiato”, procede verso la sua realizzazione. A che punto siamo e quando dovrebbe essere terminato.
La GRANDE ONDA si alza su MILANO: le IMMAGINI e i tempi per l’INAUGURAZIONE
# Il quarto grattacielo di Citylife, con il porticato sospeso di 140 metri, procede spedito verso la sua realizzazione
CityWave
I cantieri per la costruzione del quarto grattacielo di CityLife, già soprannominato “lo sdraiato”, sono partiti a maggio 2021 con le opere propedeutiche. La struttura sarà composta da due edifici di altezze diverse collegati da un lungo porticato sospeso di 140 metri. L’area in precedenza era occupata da campi da padel, trasferiti provvisoriamente in un’area vicino al Vigorelli in attesa della realizzazione del complesso definitivo all’interno del parco.
CityWave
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Credits: lamilano.it - Citywave
Credits: lamilano.it - The Gate
Credits: lamilano.it - Citywave
CityWave
CityWave
Credits Big - CityWave
Credits BIG - Interni Citywave
Credits BIG - Citywave piscina
“CityWave”, questo il nome ufficiale del grattacielo, sarà la nuova quinta dal quartiere andando ad accogliere idealmente i milanesi che arrivano da Largo Domodossola. Progettata dallo studio di architettura BIG, avrà spazi di lavoro, negozi, ristoranti, due corti private ed un rooftop bar con piscina.
# Come sarà “Citywave”: altezza fino a 110 metri, un hotel da 10 piani e il parco fotovoltaico più grande di Milano con 11.000 pannelli
Citywave
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Credit Urbanfile - Interno Citywave
Credits Urbanfile - Citywave interni
Credits Urbanfile - Citywave vista dall'alto
Credits Urbanfile - Citywave vista da lontano
Credits BIG - Portico Citywave
Come detto il portico unirà due edifici. L’edificio più basso, circa 50 metri d’altezza, comprenderà un hotel di 10 piani e più di 120 camere, il più alto adibito ad uffici arriverà a 110 metri di altezza nell’estremità strutturale. Il rivestimento in pannelli fotovoltaici della struttura costituirà il parco fotovoltaico più grande di Milano ed uno dei più grandi parchi fotovoltaici urbani in Italia, con una superficie di circa 11.000 mq di pannelli, in grado di fornire una produzione di energia stimata in 1.200 MWh l’anno. Oltre a questo il quarto grattacielo di Citylife è stato progettato per un consumo inferiore di energia del 45% rispetto allo standard, grazie ad esempio all’uso termico delle acque di falda, con un risparmio di 520 tonnellate l’anno di CO2, pari alle emissioni assorbite da 20.000 alberi.
Credits Urbanfile – Progetto Citywave
Con la nuova configurazione vengono ridistribuiti i 51.000 mq di volumetrie delle tre unità di Concentrazione Fondiaria non ancora edificate su viale Duilio, viale Boezio, viale Cassiodoro e viale Berengario, concentrandoli interamente sul lato di viale Boezio-Cassiodoro. In questo modo verrà garantita anche una miglior continuità delle aree verdi e degli spazi pubblici pedonali.
# L’ultimo tassello di Citylife dovrebbe inaugurare in tempo per le Olimpiadi di Milano Cortina 2026
redits Urbanfile - Cantiere Citylife settembre 2023
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Credits @papoff - Urbanfile - Cantiere Citylife settembre 2023
Credits Urbanfile - Cantiere Citylife settembre 2023 vista Torre Isozaki
Credits Urbanfile - Cantiere Citylife settembre 2023
Credits Urbanfile - Dettaglio cantiere Citywave Settembre 2023
Tutta l’area di cantiere dopo la bonifica dei terreni, sia nel lotto di viale Duilio a ovest che in quello di viale Boezio ad Est, ha visto concludersi anche i lavori di scavo. Da poche settimane è iniziata infatti la fase di edificazione vera e propria e da alcuni giorni il montaggio di due delle 8 gru che serviranno al cantiere come documentato da Urbanfile. In base alle informazioni di Milano Finanza l’ultimazione dei fabbricati è prevista entro la fine del 2025.L’inaugurazione dovrebbe quindi avvenire in tempo per le Olimpiadi di Milano Cortina 2026.
A fronte dell’esito della trafila giudiziaria la famiglia Arena ha deciso riprovarci. Le tratte previste e quando da quando sarà disponibile il servizio
Non c’è DUE senza TRE: un TERZO OPERATORE lancia la sfida a ITALO e TRENITALIA. Queste le tratte previste e il PRIMO TRENO in partenza
# Il tentativo fallito di scalfire il monopolio di Trenitalia
arenaways IG
Ancora prima di Italo è stata Arenaways a provare a scalfire il monopolio di Trenitalia. L’azienda fondata nel 2006 da Giuseppe Arena, ex capostazione Fs, ex dirigente di Trenitalia, debutta nell’autunno del 2010. L’offerta di corse ferroviarie sulla direttrice ferroviaria tra Milano e Torino prevedeva un tracciato ad anello che passasse anche da Vercelli, Novara, Pavia, Asti e altre stazioni sul percorso con una qualità del servizio tipo InterCity e con prenotazione obbligatoria.
Un servizio contestato da subito dall’Ufficio per la Regolazione dei Servizi Ferroviari del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che espresse un parere contrario perché prevedendo fermate intermedie tra i due capoluoghi di regione, avrebbe compromesso l’equilibrio economico del contratto di servizio di Trenitalia. Arenaways fu quindi obbligata a rimodulare l’offerta, trasformando il servizio in regionale, eliminando le fermate intermedie fra i due capoluoghi e utilizzando solo il percorso settentrionale dell’anello.
Le prime rilevazioni effettuate all’inizio del 2011 sul volume di passeggeri trasportati dal servizio sulla Torino-Milano furono sconfortanti e alle fine dello stesso anno l’azienda portò i libri in tribunale per dare il via all’istanza di fallimento. Giuseppe Arena diede colpa alle limitazioni imposte dall’URSF e da Trenitalia.
# La famiglia Arena ci riprova
Longitude srl
Il fondatore di Arenaways decise quindi di partire con un’azione legale che si è conclusa il 13 febbraio 2023 con la sentenza della Corte di Cassazione, confermando quella del Tar, che ribaltava il pronunciamento del Consiglio di Stato e che sanzionò con 300.000 euro Trenitalia e Rfi per “abuso di posizione dominante”.
A fronte dell’esito della trafila giudiziaria la famiglia Arena ha deciso riprovarci. Negli ultimi giorni di settembre 2023 la società Longitude HoldingSrl con sede a Torino, con amministratore unico della società il commercialista Guglielmo Pepe e soci Gabriella Longo e Matteo Arena (fonte truenews.it) ha comunicato all’Autorità di regolazione dei trasporti che intende operare nuovi servizi ferroviari di trasporto passeggeri su sei tratte nazionali ed una internazionale. Ora il gestore dell’infrastruttura, quindi RFI Rete Ferroviaria Italiana deve fare le verifiche del caso per permettere l’entrata in esercizio dei treni di Longitude Holding.
# Le tratte previste e quando da quando sarà disponibile il servizio
Credits quotidianopiemontese – Tratte Arenaways
Il servizio regionale alternativo a Trenitalia andrebbe a coprire queste tratte:
Roma – Reggio Calabria, Torino – Milano – Lecce,
Torino – Milano – Reggio Calabria, Roma – Venezia,
Torino – Milano -Venezia, Roma – Genova -Milano
e quella internazionale Milano – Innsbruck – Monaco di Baviera via Brennero.
La prima partenza è prevista alle 6.05 da Torino-Porta Nuova il primo dicembre 2025 con treni da 330 posti.
Credits Andrea Cherchi - La ciclabile umana su viale Monza
Più di un incidente su 10 a Milano vede coinvolto un ciclista. E gli eventi più drammatici si registrano spesso nelle solite strade. I dati emersi da una ricerca del Politenico di Milano.
Le 10 STRADE di MILANO da PAURA per i CICLISTI
# Uno studio rivela che il 12,7% degli incidenti a Milano vede coinvolto almeno un ciclista
Credits Andrea Cherchi – La ciclabile umana su viale Monza
L’incidentalità ciclistica a Milano sia più alta rispetto a molte altre città. E’ il risultato di una ricerca del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano dal titolo “Atlante italiano dei morti e dei feriti gravi in bicicletta“, curata dal professore Paolo Bozzuto, dal dottor Fabio Manfredini e dall’architetto Emilio Guastamacchia, con la collaborazione di Benedetta Damiani, Micaela De Carlo e Ginevra Santomero.
Il periodo di osservazione va dal 2014 al 2021: nell’arco di questi 7 anni oggetto di analisi, su 64.289 incidenti stradali nel territorio comunale ben 8.148 hanno coinvolto almeno una bicicletta: il 12,7%. La maggior parte degli incidenti riguardanti le due ruote coinvolge inoltre un’auto privata e una bici: il 48,8%, quasi la metà del totale. Nel 2023 sono già stati 5 i ciclisti deceduti in seguito a un sinistro, come in tutto il 2014, il 2016 e il 2021. Ma quali sono le strade più pericolose a Milano?
# La top ten delle strade più pericolose per i ciclisti
Credits Roberto Lorenzetti FB – Cordoli ciclabile Corso Buenos Aires
Lo studio del Politecnico ha anche stilato una classifica delle strade più pericolose in città per i ciclisti. Il primo posto se lo è aggiudicato il tanto discusso Corso Buenos Aires, che ha visto da poco la realizzazione di una pista ciclabile in sede protetta, con 135 incidenti tra il 2014 al 2021.
Alla seconda posizione di questa classifica poco edificante c’è Corso San Gottardo, con 51 incidenti, al terzo Via Palmanova con 37. Seguono Piazzale Loreto con 65 incidenti, piazza Oberdan con 32, Piazzale Cantore con 25 e Via Castelbarco con 21.
A queste sette si aggiungono come luoghi più critici: Piazza Lega Lombarda, segnalata da Ilaria Fiorillo di “Milano in bicicletta”, l’incrocio tra corso Magenta, via Vincenzo Monti e via Giosuè Carducci indicato dall’Associazione di volontariato Massa Marmocchi e Piazza Stuparich, segnalata da MiTomorrow in quanto attraversata da molti studenti diretti a diversi istituti scolastici della zona e non servita da piste ciclabili.
Il quartiere Sei Milano sta prendendo sempre più forma. Scopriamo a che punto è il progetto di rigenerazione dell’ex cava Calchi Taeggi.
WEST PARK STORY: le ultime sul nuovo quartiere-parco di Milano
# Il quartiere Sei Milano al posto dell’ex cava Calchi Taeggi
Masterplan Sei Milano
Prosegue la realizzazione del progetto di Sei Milano, curato dello studio Studio Mario Cucinella Architects (MCA) e sviluppato dall’impresa milanese Borio Mangiarotti sostenuta dal fondo americano Värde Partners, in prossimità della stazione di Bisceglie M1 nel distretto di Sella Nuova nei terreni dell’ex cava Calchi Taeggi.
Si tratta di un nuovo quartiere sviluppato una superficie di oltre 300.000 mq, fra Via dei Calchi Taeggi e Via Bisceglie, con circa 1000 residenze in edilizia libera e convenzionata, 30.000 mq destinati ad uffici, circa 10.000 mq per funzioni commerciali e un nuovo parco pubblico di oltre 16 ettari il cui disegno è stato affidato a Michel Desvigne MDP.
Parco SeiMilano
Lo scopo del paesaggista è quello di sfruttare il paesaggio agricolo lombardo e trasformalo in un parco fruibile e attrattivo agli occhi, unendo tradizione e innovazione. Il filo conduttore che terrà insieme il parco è il canale deviato dell’Olona che parte dalla zona di Rho, passando per il Bosco in città (via Novara) e dal Parco delle Cave per poi immettersi nel Lambro Meridionale, nelle zone Chiesa Rossa e Gratosoglio. Il grande parco ospiterà zone verdi incontaminate ma anche aree attrezzate per adulti e bambini.
Per il comparto residenziale sono già state quasi completate le 23 palazzine di Via Ceva, di 7/8 piani, in fase di realizzazione invece gli 11 edifici che ospiteranno 650 appartamenti interamente destinati all’affitto multifamily lungo la Via Calchi Taeggi, così come l’area commerciale all’altezza del civico 80 in direzione di Via Bisceglie. Avanza anche la realizzazione del parco.
# Park West, il business center con tre torri
redits Urbanfile - Park West
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Credits Urbanfile - Park West
Credits Urbanfile - Park West altra vista
Credits Urbanfile - Park west torre
Nella parte Nord-Est del complesso di SeiMilano è in costruzione il comparto terziario di Park West. Si compone di 3 edifici ad uso misto terziario e commerciale, con parcheggio interrato, e nello specifico di:
TOWER A di 16 piani e superficie 16.506 mq;
TOWER B di 10 piani e 10.989 mq;
TOWER C di 7 piani e 7.260 mq.
Gli spazi di Park West sono stati pensati per essere personalizzati e flessibili, dalle aree open pensate per il lavoro collaborativo, ai “concentration spot” che consentono maggiore privacy e spazi comuni per pause e incontri, tra cui anche delle terrazze.
La conclusione di tutto il progetto è prevista per il primo semestre del 2025.
Un castello fiabesco che nella seconda metà dell’800 affascinò tutta l’Europa con l’elettro-omeopatia. Una meraviglia che si trova a tre ore da Milano.
La “CASA dei MAGHI”: il CASTELLO ALCHEMICO che incantava l’Europa
L’Italia è ricca di castelli, di vario stile e di diverse dimensioni, ma pochi hanno il fascino e quella indescrivibile aura di mistero che avvolge la Rocchetta Mattei. Costruita nel 1850 dal conte Mattei con il preciso intento di abbattere le certezze di chi lo visita, alla Rocchetta niente è come sembra e chi entra è costretto ad abbandonare la razionalità del mondo esterno per accedere a un mondo di misteri e illusioni.
Una vera e propria ‘casa dei maghi’, con scale escheriane, cupole moresche, decorazioni orientali e stanze segrete che richiamano diversi stili architettonici e dove Mattei condusse i suoi studi sull’elettro-omeopatia che lo fecero diventare così celebre da richiamare pazienti da tutta Europa ed essere citato da Dostoevskij ne “I fratelli Karamazov”.
# Il regno dell’ultimo alchimista
romeanditaly.com
La Rocchetta Mattei è stata costruita tra il 1850 e il 1859 su un antico feudo di proprietà della famiglia Mattei. Il conte Cesare, dopo essersi dedicato in gioventù alla vita politica, rimase sconvolto dalle sofferenze della madre, uccisa lentamente da un tumore. Per superare la depressione che lo aveva afflitto, decise quindi di crearsi un rifugio privato sull’Appennino, un luogo dove potersi dedicare allo studio e mettere a punto una “nuova medicina”, più efficace di quella tradizionale che aveva fallito nel curare la madre.
Fortemente motivato a trovare dei rimedi alternativi a quelli della medicina moderna, Mattei iniziò con lo studio delle piante e dell’omeopatia ma poi si spinse oltre, inventando una nuova metodologia curativa che univa elementi vegetali a misteriosi “fluidi elettrici”. Nel giro di qualche anno il conte riuscì a mettere a punto una cura basata sull’abbinamento di granuli simil-omeopatici (i cui principi erano estratti da piante officinali e lavorati con una metodologia segreta) con 5 liquidi elettrici, utili a ristabilire il corretto equilibrio delle cariche elettriche del corpo per riportarlo alla “neutralità”. Questa nuova cura prese il nome appunto di elettro-omeopatia.
Pur essendo osteggiato e considerato pazzo, la sua pratica medica si diffuse ben presto in tutta Europa e i suoi rimedi divennero molto richiesti, anche all’estero. Negli anni tra il 1860 e il 1880 questo nuovo metodo richiamò malati da ogni parte del mondo, compresi aristocratici e Reali delle più antiche case regnanti d’ Europa. Si narra che lo Zar Alessandro di Russia, la Regina Margherita e la Regina Vittoria e la stessa principessa Sissi si siano avvalsi della cura “inventata” dal conte Mattei.
Il successo dei suoi rimedi fu tale che Mattei venne citato anche da Dostoevskji ne “I fratelli Karamàzov”: “Ma che filosofia e filosofia, quando tutta la parte destra del corpo mi si è paralizzata e io non faccio che gemere e lamentarmi. Ho tentato tutti i rimedi della medicina: sanno fare la diagnosi in maniera eccellente, conoscono la tua malattia come il palmo delle loro mani, ma non sono capaci di curare. Disperato, ho scritto al conte Mattei a Milano, che mi ha mandato un libro e delle gocce, che Dio lo benedica“.
# Il castello delle meraviglie: dal giardino arabesco ai soffitti in giornale
credit: travelemiliaromagna.it
La struttura del castello fu modificata più volte dal conte durante la sua vita, rendendola un labirinto di torri, scalinate monumentali, sale da ricevimento e camere private che richiamano diversi stili, dal medievale al moresco, dal liberty al gotico, e dando al castello un aspetto fiabesco.
L’ingresso è “sorvegliato” dalla statua di un ippogrifo (il protettore dei maghi) e alla rocchetta si accede attraverso un cortile scavato nella roccia, che contribuisce ad accentuare l’atmosfera di magia e mistero.
L’interno del castello sembra poi rispecchiare l’animo inquieto del Conte: un rincorrersi senza fine di stanze, saloni, scale scenografiche, torri e cortili arabeggianti e addirittura un ponte levatoio, che conduce in quella che era la stanza da letto di Mattei.
Le sale più suggestive del Castello sono la Cappella dove è sepolto il conte, ispirata alla grande Moschea di Cordoba, la Sala delle Maioliche, la Sala Bianca, la Sala dei Novanta, e il bellissimoCortile dei Leoni, che riproduce il cortile dell’Alhambra di Granada. I materiali poi sono davvero sorprendenti, soprattutto per l’epoca: quello che sembra cemento è in realtà legno, i soffitti sono fatti con fogli di giornale compressato e lo stesso marmo della cappella è in realtà legno.
# Decorazioni esoteriche per catalizzare le energie ultraterrene
credit: gpsturismo.it
Il mito dell’esoterismo legato a Rocchetta Mattei è dovuto non tanto agli studi omeopatici del conte ma alle forme, ai materiali e ai simboli esoterici nascosti nella sua architettura.
I numerosi elementi decorativi ispirati all’oriente, l’ippogrifo, la “mano di Fatima”, le pigne, le forme geometriche particolari che si ritrovano in giro per il castello sono stati interpretati da alcuni studiosi di esoterismo come punti di catalizzazione delle energie ultraterrene.
Inoltre si narra che lo stesso Ludwig II di Baviera, il famoso ed eccentrico Re della Baviera con la passione per l’occulto, sia stato ospite della Rocchetta Mattei e lo stesso Castello di Neuschwanstein ha al suo interno richiami all’Oriente ed elementi decorativi simili alla Rocchetta.
Le famose “porte” di Milano sono aperture stradali ricavate in varie epoche nelle cinte murarie romane, medievali e poi spagnole della città. Nel 1500, con la sostituzione delle mura medievali con quelle spagnole, la città si è circondata di 11 chilometri di mura, a volte con fossati d’acqua: il più lungo muro urbano d’Europa.
Le 13 porte di Milano
#1 Porta Garibaldi: un tempo Porta Comasina.
credits: milanodavedere.it
Un tempo denominata Porta Comasina, così chiamata perché da qui si usciva dal perimetro della città per raggiungere Como e prendere la Comasina. È caratterizzata dalla presenza dell’arco neoclassico. Nel 1860 la Porta prese il nome attuale in memoria dell’ingresso, qualche anno prima, di Giuseppe Garibaldi, proveniente da Como.
Dove si trova: Fermata Garibaldi, metropolitana Verde, percorrendo Corso Garibaldi. Nel cuore della “nuova Milano” ai piedi della Torre Unicredit, tra bar, locali, discoteche e negozi.
#2 Porta Genova, una delle più recenti con sguardo verso il mare
credits: mumi-ecomuseo.it
Una delle porte più recenti è Porta Genova che dava accesso alla stazione di Porta Ticinese, ora chiamata proprio stazione di Milano Porta Genova, capolinea dello snodo ferroviario della linea Mortara.
Dove si trova: Fermata Porta Genova, metro Verde – Famosa zona di ristoranti e locali serali, vicina alla zona Navigli.
#3 Porta Lodovica, l’ingresso dei pellegrini
credits: it.wikipedia.org
Costruita da Lodovico Il Moro, da cui prende il nome, per fare entrare i pellegrini. La Porta sorgeva in quello che è l’attuale piazzale di Porta Lodovica, di cui però non rimane alcuna traccia della struttura. L’arco che lo caratterizzava venne smontato alla fine dell’Ottocento per motivi di traffico ed esigenze derivanti dal nuovo piano edilizio della città. Oggi
Dove si trova: Prossima fermata MM6 “Porta Lodovica-Bocconi”. Zona universitaria, vicino alla Bocconi, in fondo a corso Italia.
#4 Porta Magenta, prima chiamata Porta Vercellina.
credits: it.wikipedia.org
Una delle sei porte principali di Milano, ricavata all’interno dei bastioni spagnoli, oggi demoliti. Situata allo sbocco dell’attuale corso Magenta, di cui prese il nome già alla fine dell’Ottocento. Nel 1885, le mura spagnole furono demolite, così come anche Porta Vercellina, per cui non esistono più tracce dei bastioni, della porta e dei caselli daziari.
Dove si trova: Fermata Cairoli, M1 – Strada storica di negozi e monumenti.
#5 Porta Nuova, contrapposta a Porta Vecchia
credits: it.wikipedia.org
A due passi dai nuovi grattacieli di Gae Aulenti, Porta Nuova è una delle sei principali porte di Milano. Si contrappone alla Porta Vecchia che sorge nei pressi di via Manzoni. Anch’essa è ricavata all’interno dei bastioni delle città e si apre lungo la strada per Monza. Si trova di fronte al Pronto Soccorso dell’Ospedale Fatebenefratelli.
Dove si trova: Fermata metro Gioia, M2, o Repubblica / Turati, M3 – Zona di shopping e bar, ristoranti e localini.
#6 Porta Romana, che portava all’Urbe
credits: beethecity.com
Porta Romana prende il nome dalla strada che portava a Roma. Posta quindi a Sud Est di Milano, sorge al centro di piazza Medaglie d’Oro, allo sbocco di corso di Porta Romana. È caratterizzata dalla presenza di un arco monumentale. Attraversata da resti di binari del tram 13, è stata riconvertita nel 2010 in struttura termale, le Terme di Milano.
Dove si trova: Fermata Porta Romana, metro Gialla. Ristorantini e locali dove trascorrere una bella serata.
#7 Porta Sempione o Arco della Pace, per unire Milano a Parigi
credits: milanodavedere.it
Porta Sempione, o Arco della Pace, risale all’epoca napoleonica e rappresenta l’asse di maggiore innovazione urbanistica di quel periodo, con l’intento di unire metaforicamente Milano a Parigi. In piazza d’Armi, rappresenta ancora oggi uno dei maggiori monumenti neoclassici di Milano. È ricordata nei libri di storia perché nel 1859, quattro giorni dopo la vittoria di Magenta, vi fecero il loro ingresso trionfale nella città meneghina Napoleone III e Vittorio Emanuele II.
Dove si trova: Fermata Moscova, M2, o Gerusalemme, M5 – Zona di ritrovo giovanile per aperitivi e serate di notte, e di passeggiate nel vicino parco Sempione di giorno.
#8 Porta Tenaglia, succursale del Castello Sforzesco
credits: urbanlife.it
Porta Tenaglia è una delle quattro porte succursali di Milano, ricavata lungo i bastioni spagnoli, oggi demoliti, come succursale del Castello Sforzesco. Posta a nord-ovest della città, si apriva lungo la strada che dava sul Borgo degli Ortolani. Demolita già nel 1571, sorgeva al centro di quella che in epoca moderna si chiama piazzale Biancamano, all’imbocco delle attuali via Bramante e viale Montello.
Dove si trova: Fermata Moscova, M2. Zona di negozi e locali.
#9 Porta Ticinese, per dirigersi al fiume Ticino
credits: it.wikipedia.org
Prende il nome dal fatto che attraversandola si andava verso il fiume Ticino. La porta costringeva le persone al pagamento del dazio per chi entrava. L’architetto, Cagnola, è lo stesso che progettò l’Arco della Pace. Punto di ritrovo vicino i Navigli per i giovani Milanesi, è una delle porte principali di Milano.
Dove si trova: Fermata Porta Genova, metro Verde. Zona di aperitivi e ritrovi giovanili. Risalendo il corso si arriva alle colonne di San Lorenzo.
#10 Porta Venezia, una volta la celebre Porta Orientale
credits: urbanlife.it
Conosciuta come Porta Orientale fino al 1860 e come Porta Riconoscenza in epoca napoleonica, la sua costruzione originale risale all’epoca romana e fu in seguito ricostruita dal celebre architetto Giuseppe Piermarini alla fine del Settecento ed è caratterizzata dalla presenza dei caselli neoclassici dell’architetto Rodolfo Vantini. Oggi sorge al centro di piazza Oberdan, allo sbocco di Corso Venezia, che collega la Porta a piazza San Babila,
Dove si trova: Fermata Porta Venezia, metro Rossa. Zona di shopping e aperitivi.
#11 Porta Vigentina, sulla strada di Pavia
credits: it.wikipedia.org
Di questa non resta alcuna traccia. Era una specie di succursale della più famosa e ancora visibile Porta Romana, da cui partiva la Strada Vigentina, che univa Milano all’Abbazia di Mirasole alla città di Pavia. Il Vigentino era un comune autonomo da Milano a 20 miglia da Pavia, da qui il nome, dal latino “Viginti”, cioè “venti” miglia da Pavia. In corso di Porta Vigentina 15, si trova una nuova sede dell’Accademia di Brera, in uno storico edifico del Comune.
Dove si trova: Fermata Crocetta, metro Gialla. Zona di ristorantini e locali, ideale per una passeggiata.
#12 Porta Volta, la via per il Cimitero Monumentale
credits: it.wikipedia.org
Un tempo nota come Porta Tenaglia, è una delle più recenti costruite a Milano, ricavata nel 1880 all’interno dei Bastioni per consentire una più diretta comunicazione fra la città e il Cimitero monumentale, e aperto lungo il tracciato delle mura spagnole. La porta, composta di due caselli daziari inquadranti una cancellata, fu progettata da Cesare Beruto. Si trova al centro di piazzale Baiamonti, in cui è possibile ammirarne i bastioni.
Dove si trova: Fermata Monumentale, M5 – Nei dintorni, ci sono scuole e negozi, soprattutto librerie.
#13 Porta Vittoria, un tempo Porta Tosa
credits: it.wikipedia.org
Ribattezzata Porta Vittoria subito dopo l’Unità d’Italia, Porta Tosa faceva parte delle mura spagnole della città. L’origine del nome va attribuito ad una figura di una ragazza scolpita in un bassorilievo di arte popolare, raffigurante la moglie del Barbarossa ritratta in segno di spregio mentre si rade il pube, atto considerato all’epoca barbarico nella cultura medievale. L’arco dell’antica porta venne abbattuto e oggi si può ammirare solo l’obelisco circondato da una piazza, intitolata alle Cinque Giornate di Milano, che voleva simboleggiare lo sforzo compiuto dal popolo italiano per raggiungere la libertà. Nei dintorni c’è anche l’omonima fermata della stazione ferroviaria per il trasporto suburbano, ubicata in viale Molise, nella zona est della città.
Dove si trova: Fermata del Passante Porta Vittoria. Negozi storici, mercatini, piccole mostre e street food.
Primo passo concreto del Milan per la realizzazione del proprio stadio. Per San Siro si prospetta sempre più un destino da cattedrale del deserto. Mentre Milano si estende sempre più oltre i suoi confini.
“Il MILAN avrà lo STADIO più BELLO del MONDO”: come sarà e quando ci sarà la prima partita
# Presentata la prima bozza di progetto per dare l’avvio all’iter procedurale
Rendering Stadio Milan dall’alto
Primo passo concreto del Milan per la realizzazione del proprio stadio a San Donato, dopo l’acquisizione delle aree di San Francesco nei mesi precedenti, anche se la strada da fare è ancora lunga. Il 27 settembre 2023 la società Sportlifecity ha infatti presentato al Comune di San Donato Milanese la documentazione per la richiesta di variante al Piano Integrato di Intervento relativo al comparto San Francesco.
Le parole del Sindaco Squeri: “Adesso, dopo che la società Sportlifecity ha formalizzato la scelta su San Donato per il dopo San Siro, inizia il nostro lavoro come Amministrazione. Si valuteranno con attenzione i contenuti progettuali per una prima verifica di fattibilità legata all’avvio dell’iter procedurale.Come già affermato in molte occasioni, verificata la percorribilità dell’operazione urbanistica presentata, studieremo e metteremo in campo tutti gli strumenti per garantire il coinvolgimento del Consiglio Comunale, dei cittadini, delle associazioni e dei partiti politici […] Insieme alla città coinvolgeremo anche Regione Lombardia, Città Metropolitana, Città di Milano e i Comuni confinanti, oltre a Ferrovie, Metropolitana Milanese, Autostrade per l’Italia e Parco Agricolo Sud Milano, che sono tutti parte delle scelte che incideranno sul successo di un progetto così storico e ambizioso.”
# Uno stadio da 70.000 posti su un’area di 108.000 mq
Rendering Stadio Milan San Donato
L’intervento urbanistico previsto riguarda un’area di 108.000 mq di superficie lorda sul totale di circa 400.000 mq con le aree verdi fruibili che passano da 85.000 a 235.000 mq e che oltre a uno stadio con una capienza di 70.000 posti, ospiterebbe: il Museo del Club, un Milan store, il nuovo headquarter rossonero, un hotel e un distretto per l’intrattenimento, un parco attrezzato, un parcheggio a raso e due ponti pedonali. Le gradinate dell’impianto dovrebbero essere tra gli 80 e i 120 centimetri con sedute più larghe, previsti poi bagni in tutti i settori e accessibilità per i diversamente abili. Nello spogliatoio di 1.000 mq di superficie sono stati previsti: palestra, area riscaldamento, fisioterapia e piscine criogeniche. Al suo interno potranno essere ospitati concerti e partite di football americano, rugby e tornei internazionali. Il progetto punta ad ottenere la certificazione LEED Gold, per essere tra gli stadi più sostenibili d’Europa, grazie alla realizzazione di un Energy Center per la produzione di energia sostenibile oltre all’implementazione di sistemi per il recupero delle acque.
# Gli interventi sulla mobilità
Il progetto prevede interventi migliorativi sulla rete infrastrutturale esistente, che andrebbero a coinvolgere la stazione ferroviaria, quella metropolitana e la rete viaria, come un nuovo sistema di percorsi pedonali e ciclabili. L’idea è infatti quella di creare uno snodo infrastrutturale unico sul territorio (ferrovia, metro, autostrade) con la creazione a Sud di una nuova “Porta di Milano”, la connessione (Est-Ovest) di San Donato verso l’Abbazia di Chiaravalle e i suoi parchi e una più facile fruibilità e servizi per il Parco Sud oltre a una ordinata accessibilità al possibile futuro sito dedicato allo sport.
# “Sarà lo stadio più bello del mondo“, con “le tribune verticali come il Meazza“. La prima partita nel 2028
“Caa Icon” si occuperà di guidare la realizzazione del progetto, mentre il design dello stadio e la realizzazione del masteplan è stata affidata a Manica, uno dei due studi di architettura coinvolti anche per il progetto dello Stadio di San Siro insieme all’Inter.
Il Presidente del Milan, Paolo Scaroni, ha affermato come il nuovo impianto “sarà lo stadio più bello del mondo” e che “manterremo la cosa bella che abbiamo a San Siro, cioè uno stadio verticale da cui si vedono molto bene le partite“. Per quanto riguarda la sua costruzione ha aggiunto che se tutto l’iter avanzerà senza intoppi la prima partita del Milan potrebbe disputarsi nel 2028. Allo stesso tempo Scaroni ha anche dichiarato come non sia stata messa ancora una pietra tombale sul progetto dello nuovo Stadio San Siro, a patto che il Sindaco Sala riesca a rimuovere il vincolo, anche perché la soluzione San Donato non è esente da scogli che potrebbero rendere difficoltoso arrivare al traguardo.
# I nodi da sciogliere
Per prima cosa il Comune di San Donato dovrà dare il via ufficiale all’iter procedurale, decidendo positivamente sulla variante al Piano Integrato di Intervento. Per vedere la posa della prima pietra ci vorranno poi circa 12-18 mesi durante i quali potrebbe essere indetto, come successo per il progetto di San Siro, un dibattito pubblico aperto ai cittadini. In questo arco di tempo saranno però molti i nodi da sciogliere e gli attori ad essere coinvolti nel processo.
Uno di questi è il Parco Agricolo Sud Milano il cui consiglio direttivo nei giorni scorsi ha votato all’unanimità una mozione che esprime parere preventivo negativo rispetto alla richiesta di costruzione di grandi impianti sportivi, compresi i servizi connessi. In questo caso i terreni ricompresi nel Parco Agricolo Sud sarebbero quelli adiacenti all’area San Francesco, che il Milan ha interesse ad acquisire per realizzare i parcheggi a raso dello stadio, in un contesto verde in prossimità dell’abbazia di Chiaravalle e quella di Viboldone.
Un nodo da sciogliere è quello della sicurezza. Per ogni partita di calcio di Inter e Milan sono richiesti in media oltre un centinaio di agenti di polizia, tra locale, Carabinieri e Polizia di Stato. Il Comune di San Donato può contare su meno di 40 dipendenti del corpo di Polizia Locale e solo una parte di questi potrà essere impiegata per il servizio durante i match del Milan.
La stagione autunnale inizia con interessanti novità a Milano che continua a far tendenza fra nuovi ristoranti, terrazze panoramiche e un distretto, il Certosa District dedicato, tra l’altro, anche alla buona tavola.
Le APERTURE più INTERESSANTI dell’autunno milanese
# Caruso Nuovo al Grande Hotel et de Milan
carusonuovo ig
Gestito da Gennaro Esposito presso il Grande Hotel et de Milan, propone una cucina semplice, di ispirazione prevalentemente partenopea ma che strizza l’occhio anche alla tradizione culinaria meneghina.
Indirizzo: Via Alessandro Manzoni, 29
# Denis in Porta Venezia, il secondo locale con la pizza di montagna
dennispizzadimontagna IG
Lo chef pizzaiolo Denis Lovatel ha già un locale in via Statuto. Tanto e tale è stato il successo della sua pizza di montagna, croccante e gustosissima, che non si poteva non fare il bis in via Melzo.
Indirizzo: Via Melzo, 16
# Non la solita vineria in Porta Romana
ortiquattro IG – Non la solita vineria
Un nuovo locale in zona Porta Romana e che non si propone di essere un ristorante tradizionale ma un luogo di ritrovo e di incontro, di compagnia e condivisione dove trascorrere amabilmente una serata tra formaggi, salumi e un buon calice di vino.
Indirizzo: Via Orti, 4
# Silvano vini e cibo al banco a Nolo
silvano_viniecibi IG
Ha da pochissimo aperto in zona Nolo, va ad arricchire la corposa lista di locali innovativi che stanno trasformando in meglio questa zona di Milano. Qui la cucina è semplice e di sostanza e il vino proviene prevalentemente da produttori che lavorano in naturale.
Indirizzo: Piazza Morbegno 2
# Via Stampa: il locale prende il nome dalla via in cui si trova
viastampamilano IG
Un posto raccolto ed intimo, ma, allo stesso tempo elegante ed accogliente e in cui apprezzare una cucina ricercata e raffinata sentendosi comunque a proprio agio come a casa.
Indirizzo: Via Stampa, 8
# Scighera in zona Solari
scighera.family IG
Una nuova apertura piuttosto interessante visto che il locale si propone di mantenere ben salde le tradizioni culinarie milanesi, a cominciare dal nome scighera, ossia nebbia, proseguendo con i piatti tipici tra cui, fra tutti, sua maestà il risotto alla milanese e terminando con la frase che si legge sul loro profilo Instagram ovvero, “The new Tradizione milanese per real bauscia“.
Indirizzo: Via Solari, 23
# Da non perdere 2 nuove terrazze panoramiche
Credits booking terrazza 21 house of stories
Una nel cuore di Brera presso l’hotel Casa Baglioni in Via dei Giardini, 21 e in cui lo chef stellato Claudio Sadler guida il Rooftop di 150 mq con la sua proposta culinaria raffinata.
L’altro i Mirador presso l’hotel 21 House of Stories, in zona Navigli in Via Ascanio Sforza 7, offre due incantevoli terrazze: una, al settimo piano dedicata ai cocktails a bordo piscina e l’altra all’ottavo piano dedicata alla cucina di alto livello e con vista mozzafiato su Milano.
Uno spazio polifunzionale con un importante progetto di riqualificazione urbana alle spalle, ove, fra i tanti locali, meritano una menzione June Collective, ossia un ristorante con una proposta culinaria internazionale e creativa, il Loste caffè, già presente in via Guicciardini, spicca per gli ottimi caffè e per gli eccellenti dolci ed infine Lafa, ristorante arabo con una proposta culinaria prevalentemente vegetariana.
Credits nen_senzaparole IG - Cascata Santa Petronilla
Tre cascate in serie che formano piccoli laghetti con una vista mozzafiato.
NUOTARE sotto una CASCATA a un’ora da Milano
Milano-Cascata di Santa Petronilla
# Il salto incrociato della Cascata di Santa Petronilla a Biasca
Credits jen.nxy IG – Salto incrociato
A poco più di un’ora da Milano, sotto la Cima di Biasca in Svizzera, c’è una delle cascate più spettacolari del Canton Ticino: la Cascata di Santa Petronilla. Si forma dal Ri della Froda, un torrente che scende dall’Alpe di Lago e scorre tra le rocce che l’acqua ha lentamente scavato nel corso dei secoli. Le acque spumeggianti della cascata si tuffano tra le pareti rocciose per poi scomparire nel nulla dietro la stazione ferroviaria. Dai binari si può vedere anche un salto incrociato.
# Le pozze dove rinfrescarsi
Cascata San Petronilla
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Credits nen_senzaparole IG - Cascata Santa Petronilla
Credits eiilehpo IG - Pozze Santa Petronilla
Sono diversi i salti della cascata, che ha un’altezza di 43 metri, e anche le pozze balneabili dove rinfrescarsi, segnalate da un suggestivo ponte romano. In una di quelle con l’acqua dal colore verde si può nuotare addirittura sotto uno dei salti.
Credits serena_singer_ IG – Cascata Santa Petronilla
Sotto il ponte c’è poi una delle pozze più spettacoli del Canton Ticino anche se l’acqua è molto alta e il sentiero per arrivarci abbastanza pericoloso, pertanto è consigliata solo ad esperti.
# Come si raggiunge la cascata
Da Milano si prende l’A9 e poi l’A2 in Svizzera con uscita a Biasca. Dalla Piazza Centrale di Biasca si passa accanto alla Casa Cavalier Pellanda e si sale poi verso la Chiesa di San Pietro e Paolo. Camminando lungo il sentiero della Via Crucis con le sue 14 cappelle si giunge al ponte romanico, da cui si possono ammirare le cascate.
Credits ___denny85___ IG – Cascata di Santa Petronilla
Attraversando il ponte si giunge infine all’Oratorio di Santa Petronilla. Il tragitto a piedi dura circa 30 minuti.
Tutti conosciamo Alessandro Manzoni, tutti abbiano studiato, amato o odiato la sua opera più famosa: I Promessi Sposi. Tanti hanno fantasticato sulla storia d’amore di Renzo e Lucia, deriso Don Abbondio, odiato Don Rodrigo e nei secoli successivi tante frasi scritte nell’opera sono diventate di uso comune (questo matrimonio non s’ha da fare nda). L’importanza e la grandezza del Manzoni, soprattutto per noi milanesi, è incontestabile, eppure qualche anno fa c’è stato un episodio che ha turbato molto gli estimatori dello scrittore. Un episodio che metteva in dubbio l’origine lombarda della storia dei Promessi Sposi.
E se i PROMESSI SPOSI avessero ORIGINI LUCANE?
# Su quel ramo del Lago di Monticchio…
Credits nadiapizzolorusso IG – Lago di Monticchio
La questione fu sollevata qualche anno fa dal quotidiano Il Giorno che sostenne che, molto probabilmente, la storia raccontata nei Promessi Sposi sia ispirata ad una storia vera avvenuta sulle sponde dei laghi vulcanici di Monticchio nella provincia attuale di Potenza in Basilicata (o Lucania nda). Solo in un secondo tempo, poco prima della stesura definitiva dell’opera, l’ambientazione è stata cambiata per renderla più vicina e consona all’autore.
Si tratta di un’ipotesi né confermata, né smentita lanciata alla mercè giornalistica dal gesuita Padre Gabriele Ranzano che sosteneva l’esistenza di un manoscritto custodito gelosamente nell’Abbazia San Michele a Monticchio. Un manoscritto che parla di due innamorati della zona (Fermo e Lucia), la cui storia viene ostacolata dai signorotti che al tempo governavano il sud Italia, i Borboni. Un manoscritto che arrivato nelle mani del Manzoni, è stato copiato e riadattato.
# Differenze e similitudini
Credits studiarapido – I promessi sposi
Secondo Padre Gabriele Ranzano, il manoscritto non parla di spagnoli ma dei Borboni, che i “bravi” fossero in realtà dei “picciotti” e per dare più credito alla sua storia svela anche il nome dei tre più importanti: Sfregiato, Tiradritto e Grignapoco. Esiste anche un Padre Cristoforo che nel romanzo manzoniano fugge a Rimini, mentre nel manoscritto lucano preferisce le coste siciliane. La madre di Lucia spesso la si trova a pregare la Madonna del Carmelo e la celebre Monaca di Monza non sarebbe altro che ispirata a Geltrude De Leyva rampolla dei commendatari dell’Abbazia di San Michele Arcangelo.
Le similitudini non si limitano anche ai personaggi, ma anche ad alcuni passaggi letterari. Il famoso passaggio poetico: “…monti sorgenti dall’acque, ed elevati al ciel…” descrive in maniera perfetta il paesaggio dei laghi di Monticchio che guarda caso hanno qualche similitudine con quello del Resegone e del Lario.
# Una tesi non comprovabile
Credits: promessisposi.weebly.com Promessi sposi Milano
Per quanto questa storia sia affascinante, purtroppo quel manoscritto è stato smarrito e molto probabilmente distrutto, per cui prove sicure non sono più consultabili. Eppure, il fascino di questa presunta origine lucana dei Promessi Sposi è tornata in tempi più recenti quando il giornalista Vincenzo Maida pubblica una raccolta di racconti dove uno di questi è stato ispirato da una lapide a Montalbano Jonico a ricordo dell’amicizia di Francesco Lomonaco e del suo allievo…Alessandro Manzoni.
Verità, storia, leggenda o mito, la questione è ancora aperta.
Debutta a Milano lo spettacolo “And Now, Yoga” della compagnia di arti classiche indiane Project Samskriti. Ecco quando e dove.
Le ARTI CLASSICHE INDIANE arrivano a Milano
# Il debutto a Milano a dello spettacolo “And Now, Yoga” della compagnia di arti classiche indiane Project Samskriti
Arti marziali spettacolo And Now, Yoga
Il 29 settembre alle ore 20:00 debutta a Milano lo spettacolo “And Now, Yoga” della compagnia di arti classiche indiane Project Samskriti presso la Sala Nera Dance studio di Milano, un polo indipendente per le arti performative situato all’interno del Tempio del Futuro Perduto.
La compagnia è un ensemble contemporaneo che si esibisce e propone le arti classiche indiane in tutto il mondo fondendo armoniosamente danza classica, musica e arti marziali in un’espressione esuberante e straordinaria di arte e spiritualità. Si compone di ex allievi della Isha Samskriti, una scuola unica nel suo genere nel sud dell’India, dove i bambini iniziano a studiare le arti classiche indiane all’età di otto anni. Avendo assorbito queste antiche arti come parte di loro stessi, trasudano la forza aggraziata del Kalaripayattu (un’antica forma di arte marziale) e incarnano l‘equilibrio perfetto del Bharatanatyam (danza classica indiana).
# Oltre 140 milioni di spettatori in tutto il mondo
Arti indiane
Il Project Samskriti ha riscosso un enorme successo a livello mondiale nel corso degli anni, oltre 140 milioni gli spettatori che hanno assistito alle loro esibizioni. Il fine ultimo di questa compagnia è quello di “coltivare, mostrare e preservare la magnificenza delle arti classiche indiane come possibilità di autotrasformazione e crescita interiore.”
Una delle coordinatrici del gruppo, Radhe Jaggi, ha dichiarato: “Con una cultura dell’arte così rinomata a Milano e in Italia, spero di vedere queste pratiche diventare sempre più popolari e a disposizione di un maggior numero di persone“. Questo è il link per acquistare i biglietti dello spettacolo.
Il Progetto Samskriti offre anche seminari in presenza e corsi online. Il primo workshop, sulla danza classica indiana e arti marziali si terrà il 30 settembre alle 12:00, sempre presso la Sala Nera, con iscrizione a questolink.
# Completa il Week End il grande evento con Sadhguru all’ex Palalido
Lo Yogi “più seguito al mondo”: oltre 1 miliardo di visualizzazioni su YouTube e oltre 50 milioni di follower sui social media. La scelta di Sadhguru è Milano. Domenica primo ottobre 2023, sarà all’Allianz Arena (l’ex Palalido) in piazzale Stuparich (MM Lotto). Un evento di 5 ore. Qui per gli ultimi biglietti: Evento Sadhguru.
I quartieri ebraici sono un punto di riferimento in tutte le citta importanti del mondo, come ad esempio a New York o lo Josefov di Praga. Anche a Milano esiste un quartiere ebraico ma le principali attrazioni sono in altre zone della città.
Attrazioni e luoghi segreti del QUARTIERE EBRAICO “DIFFUSO” di Milano
# Il quartiere ebraico di Milano
Quartiere Ebraico
Il Quartiere Ebraico di Milano si trova all’altezza della fermata della linea rossa Bande nere. Comprende diverse sinagoghe, centri comunitari, scuole ebraiche come il liceo scientifico e ristoranti kosher. Tra questi il Kosher Paradise, un delizioso negozio con tanti prodotti della tradizione ebraica e Da Tuv Taam dove si può assaporare il miglior challah della città. Le attrazioni principali della cultura ebraica si trovano però sparse in altre parti della città.
# La Casa 770, l’unica in Europa
Casa 770
La Casa 770, chiamata l’Olandese, in via Poerio è un clone di altre 11 case sparse per il mondo, con architettura in stile neo-gotica. Questo tipo di edificio è presente negli Stati Uniti, a New York, nel New Jersey, a Cleveland e anche a Los Angeles. In Canada a Montrèal, in Israele a Ramat Shlomo a Kfar Chabad, Kfar Tapuach, Kiryat Ata e Zikhron Ya’aquov, località situate vicino Tel Aviv e Haifa. Ce ne sono altre a San Paolo, Buenos Aires, Melbourne, Santiago del Cile e anche in Ucraina. Quella italiana e milanese è l’unica in Europa.
Un punto di aggregazione, un riferimento culturale per la città, dove si organizzano eventi che spaziano dalle esposizioni artistiche agli assaggi della tipica cucina ebraica, pietanze rigorosamente kosher, come tradizione comanda. La decisione di replicare il modello architettonico in altre nazioni è legata anche al prestigio del genero di Yitzchok Schneerson, Menachem Mendel Schneerson, che divenne molto noto e apprezzato per la sua devozione, la sua cultura e il suo impegno nella diffusione dell’ebraismo chassidico. La Casa 770 arrivò a essere considerata un vero e proprio luogo simbolo per la comunità ebraica ortodossa dei Lubavitcher e per questo iniziò a essere imitata in diversi Paesi.
# La Sinagoga Centrale
L’edificio religioso più importante a Milano è la Sinagoga Ebraica che si trova nei pressi del Palazzo di Giustizia. E se per i magistrati “la legge è uguale per tutti”, si può dire che anche i dieci comandamenti valgono per tutti. Fu edificata nel 1892 dall’architetto Luca Beltrami in stile eclettico e ricostruita nel 1953 e poi nel 1997. L’unica parte rimasta originale è la facciata. I siti ebraici sono sparpagliati un po’ per tutta Milano e vale la pena ricordare che noi italiani abbiamo radici giudaico-cristiane.
La grande area dismessa dal 2012 dell’ex Ippodromo del Trotto a San Siro si prepara a rinascere. Il progetto EXTM – Ex Trotto Milano è stato ufficialmente presentato il 26 settembre 2023 da Mario Abbadessa, Senior Managing Director & Country Head di Hines Italy, la società di investimento e gestione immobiliare che ha siglato il patto attuativo con il Comune di Milano, affiancato dall’Assessore alla Rigenerazione Urbana, Giancarlo Tancredi. Il masterplan è stato curato dallo studio internazionale di architettura Kohn Pedersen Fox Associates (KPF), per il progetto architettonico definitivo bisognerà attendere circa 6 mesi.
# Un nuovo quartiere verde di 130.000 mq a prevalenza pedonale
Il progetto si sviluppa su un’area di 130.000 mq accanto allo Stadio di San Siro e compresa tra le vie Piccolomini, Rospigliosi, Aldobrandini e il piazzale dello Sport. Nel 2022 sono terminati i lavori di demolizione delle parti inutilizzate e non protette da vincolo, come le tribune e gli edifici minori. Sarà un nuovo quartiere urbano a prevalenza pedonale. L’obiettivo è quello di classificare l’intervento come NZEB (Near Zero Energy Building), attraverso la realizzazione di aree verdi pedonali e nuovi servizi aperti al quartiere e rispondere rispondere all’esigenza abitativa della città e alla carenza di attività commerciali di vicinato e di servizi locali nella zona.
# 700 abitazioni a canone convenzionato
Rendering riqualificazione ex-trotto
Sono previste 700 abitazioni che saranno affittate a canone convenzionato e altre 600 in regime di libero mercato per una capienza stimata di 3.000 abitanti. Al residenziale si affiancheranno un nuovo parco di 50.000 mq con alberi, piante e spazi pubblici che ricalcherà lo storico tracciato della pista dell’ex Trotto il cui progetto verrà curato dalla società internazionale di consulenza e progettazione paesaggistica LAND.
Saranno destinati circa 4.200 mq a nuovi impianti sportivi aperti alla città, con tariffe di accesso convenzionate. Tra questi un palazzetto sportivo, aperto alle associazioni sportive dilettantistiche, uno spazio palestra di 200 metri quadrati e campi da padel, coperti e scoperti.
# Un nuovo mercato urbano di 3.600 mq
Mercato ex-trotto
La porta di accesso nel nuovo quartiere sarà un mercato urbano di 3.600 mq, di supporto anche creazione di nuovi posti di lavoro nella zona, realizzato all’interno delle palazzine delle ex scuderie a Sud Ovest dell’area, verso piazzale Axum. Ci saranno negozi, anche in questo caso con affitti calmierati, destinati ai produttori locali e soprattutto a chi si occupa di km zero. Oltre a questi anche laboratori di artigianato locale e spazi per attività di aggregazione.
# Il recupero delle ex scuderie e degli ex fienili
Progetto ex trotto
Lo Studio Freyrie Flores Architettura si occuperà del progetto di recupero architettonico degli edifici vincolati delle ex scuderie e degli ex fienili del Trotto per mantenerne una memoria storica. Ospiteranno un polo in gestione all’associazione Portofranco con doposcuola gratuito per i bambini. Nel progetto sono previsti anche un asilo nido per circa 60 bambini, con il 50% dei posti disponibili a canone convenzionato e una scuola d’infanzia pubblica comunale per 125 bambini.
# Un investimento di circa 450 milioni di euro
L’investimento previsto è di circa 450 milioni di euro, 6 milioni sono destinati alla realizzazione di di nuovi percorsi ciclabili e pedonali nell’area di San Siro come previsto dallo studio di area “Mosaico” sullo sviluppo urbano realizzato dal Comune di Milano. L’inizio dei lavori è programmato per il 2024 e la conclusione entro la fine del 2027.
Dal primo ottobre 2023 si fa ancora più difficile entrare o circolare a Milano con un veicolo considerato inquinante. Una delle novità che ancora pochi conoscono è l’obbligo di registrazione. Ma vediamo quali sono tutte le novità in arrivo per circolare a Milano.
Dal primo ottobre OBBLIGO di REGISTRAZIONE per entrare o circolare a Milano con un veicolo “inquinante”
# La dura vita per un Diesel in Lombardia
Ph. Falkenpost – Pixabay
Ai limiti di Milano si sono aggiunti quelli imposti dalla giunta della Regione Lombardia che il 25 settembre ha deliberato una ulteriore restrizione: la limitazione alla circolazione dei Diesel Euro 4 viene estesa in tutti i comuni con più di 30 mila abitanti a tutto l’anno, non più solo nei mesi invernali, a partire dal primo ottobre 2023, anche se dotate di FAP. Dal primo ottobre 2024 tale limitazione riguarderà anche i veicoli euro 0 e euro 1 GPL e Metano. Ed è subito caos: ad esempio, vale ancora il diritto di accesso limitato per residenti e non a Milano?
# Obbligo di registrazione a Milano
Telecamere Area B
In realtà l’ordinanza della Regione non ha effetto a Milano in quanto nel Comune sono già in vigore “norme ancora più restrittive”. Chi ha un Diesel Euro 4 deve fare particolare attenzione a partire dal primo ottobre per due novità rispetto all’anno appena trascorso. I residenti vedono dimezzato il numero di ingressi bonus che passano da 50 a 25 (5 per i non residenti). E questa è ormai cosa nota. Meno conosciuta invece un’altra importante novità: mentre i 50 ingressi erano un bonus automatico, che non richiedeva nessun tipo di adempimento, dal primo ottobre 2023 per usufruire del diritto ad entrare e a circolare ancora in città serve registrarsi obbligatoriamente sul portale areab.atm.it nella sezione “richiesta permessi”. Resta comunque l’alternativa di adottare il dispositivo Move-In che conteggia i chilometri percorsi in Regione. Ma quella riguardanti i veicolo inquinati non è la sola novità in arrivo con l’autunno a Milano.
# Le altre novità in arrivo ad autunno a Milano
Area C
Le altre novità riguardano l’Area C e i parcheggi in zona.
Dal 30 ottobre 2023 aumenta del 50% della tariffa di ingresso: da 5 a 7,50 euro. Non solo. La Ztl sarà sempre in vigore dalle 7.30 alle 19.30 ma le telecamere rimarranno attive anche nei weekend, quindi tutti i giorni della settimana. Novità invece positiva per i residenti: beneficeranno di 10 ingressi annui gratuiti in più, passando da 40 a 50.
Da fine ottobre 2023 scatta anche la rivoluzione per i parcheggi. Nel perimetro di Area C si potrà lasciare l’auto parcheggiata in strada al massimo per due ore consecutive dalle 8 alle 19 tutti i giorni della settimana. Unica eccezione: i parcheggi interrati. Si potrà parcheggiare in strada senza limiti di tempo solo nel periodo tra le 19 e le 8 della mattina successiva, anche se la sosta rimane a pagamento. Fuori dal centro invece l’orario in cui è previsto il pagamento fino alle 13 viene esteso fino alle 19 a tutti i giorni feriali, sabato incluso.
Arrivare è sempre uno spettacolo meraviglioso. Compare come un’isola accerchiata dal fiume, una Venezia di pianura. Un luogo meraviglioso dove sembra di tornare indietro nel Rinascimento.
MANTOVA: l’isola rinascimentale a due ore da Milano
Nel XII secolo l’architetto e ingegnere Alberto Pitentino, su incarico del Comune, organizzò un sistema di difesa della città intervenendo sul fiume Mincio in modo da circondare completamente il centro abitato con quattro specchi d’acqua, così da formare quattro laghi: Superiore, di Mezzo, Inferiore e Paiolo. Mantova, di fatto, è diventata un’isola.
50.000 abitanti nella città diventata, insieme a Sabbioneta, patrimonio dell’Unesco per il suo passato rinascimentale. E’ considerata una delle 14 città “madri nobili” dell’Italia, sede del festival della letteratura a settembre, una delle capitali della gastronomia e da anni ai primi posti nelle classifiche della qualità della vita. Questi sono i suoi sette principali segreti del suo successo che potrebbero anche tentare chi la visita in una giornata a prolungare il suo soggiorno andandoci a vivere.
#1 Cibo: la provincia italiana con il più alto numero di stelle Michelin per abitante
Credits: pinterest.com, blog.cookaround.com
Mantova è una capitale della gastronomia, famosa per i suoi piatti secolari. Dai Gonzaga ad oggi la città offre un’altissima qualità a livello gastronomico, adattandosi alle nuove tendenze ed esigenze, ma mantenendo forte la cucina tradizionale locale. Tradizione e qualità sono il connubio che fa in modo sia la provincia con il più alto numero di stelle Michelin per abitante, tra cui si trova Nadia Santini, chef del ristorante “Il Pescatore”, che nel 1996 divenne la prima donna italiana ad essere premiata con tre stelle per il suo ristorante e nel 2013 è stata eletta miglior chef donna del mondo. Inoltre, Mantova è l’unica provincia italiana a produrre sia il Grana Padano che il Parmigiano, due colonne portanti della tradizione italiana.
#2 Una città a misura di piedi
Se la si confronta con Milano, Mantova è piccola, si può girare tutta a piedi. Essendo piccola e antica il traffico è ridotto, motivo per cui l’unica area con l’imposizione del traffico limitato è la zona medievale storica, ossia il centro della città. Le sue ridotte dimensioni la rendono una città tranquilla, con servizi proporzionati e una movida quasi inesistente, l’ideale per scappare dalle folle dei navigli o del Duomo di Milano. La piccola Mantova offre inoltre diversi spazi verdi, molti dei quali dotati di servizi ciclabili, che rendono gli spostamenti agili, godendo di un bel paesaggio, soprattutto in estate.
#3 Trasporti pubblici: i secondi migliori d’Italia
Credits: pixabay.com
I trasporti pubblici di Mantova, offrono un buon servizio: in Italia risultano secondi solo a Trento. si tratta più che altro di mezzi di superficie, che agevolano gli spostamenti da un capo all’altro della città. L’APAM, Agenzia Pubblici Autoservizi Mantova, non serve solamente la città, ma tutta la provincia, costituita da paesi di campagna, alcuni dei quali piuttosto isolati. I trasporti pubblici arrivano dove necessario, anche se più ci si allontana dalla città più gli orari diventano radi. Nonostante ciò, l’efficienza dei trasporti è apprezzata dai cittadini, che in particolare vedono la comodità per gli studenti degli istituti superiori, che possono essere indipendenti nel raggiungimento quotidiano delle sedi. La presenza dei trasporti favorisce anche la circolazione di biciclette, poiché viene ridotto il traffico.
#4 Immersa nella natura
Credits: Pinterest.com, sigurtà.it
Per chi preferisse spostarsi in bicicletta, Mantova offre numerosi percorsi, molti dei quali panoramici. Infatti, un aspetto fondamentale della vita nella città è il rapporto con la natura, le piste ciclabili che attraversano la città spesso e volentieri passano attraverso ampi prati, viali alberati e sulla riva del fiume. Il verde mantovano viene preso seriamente dall’amministrazione comunale e provinciale, che si occupa della cura delle aree naturali. La natura conferisce un vantaggio a livello ambientale ma anche da punto di vista psicologico, vivere in mezzo alla natura permette infatti di dimenticarsi il caos cittadino e affrontare la quotidianità con uno spirito più tranquillo. Inoltre, la vicinanza al Parco del Mincio rende la città un luogo ameno, fatto di gite in barca nel weekend e fioritura di ninfee e loto in estate. Da visitare anche il Parco Giardino Sigurtà, antico giardino all’italiana di interesse turistico.
#5 Città d’arte: patrimonio Unesco
La sala dei Giganti, Mantova
Oltre che di natura, Mantova è una città ricca di arte: nel 2008, insieme alla città ideale Sabbioneta, è diventata patrimonio dell’UNESCO. Gli esempi della sua unicità artistica sono numerosi, dalla prima prospettiva verticale al mondo: il capolavoro della stanza degli sposi del Mantegna al Palazzo Ducale, alla stanza senza pareti di Palazzo Tè, la Sala dei Giganti. Non solo però arte figurativa, Mantova è una città con una storia antica, che ha visto come suoi più grandi protagonisti i Gonzaga, che le hanno portato prosperità, solide strutture architettoniche e il mantenimento di tradizioni culinarie e letterarie. La ricchezza artistica di Mantova, la rende una città che punta molto sull’attrazione turistica che, per essere attrattiva al pubblico, deve mantenere una qualità visiva che fa si che anche chi ci abita riesca a godere della sua bellezza, accessibilità e tranquillità. A Settembre Mantova ospita il Festival Letteratura, un Fuorisalone dei libri.
Nei secoli, molte personalità artistiche, geni nel proprio campo, hanno abitato o frequentato Mantova: da Vivaldi, che vi scrisse le Quattro Stagioni, ispirandosi alla bellezza naturale del territorio, a Mozart che, giovanissimo, inaugurò l’apertura del Teatro Bibiena, definito dal padre «il più bello al mondo». E ancora Mantova ha ispirato Shakespeare, che vi esilia Romeo, e Verdi, che ne fa lo sfondo della sua tragedia Rigoletto. In epoca più recente, la città ha ospitato grandi cantanti d’opera, come Pavarotti, per perfezionare la loro tecnica. La città ha ispirato molte menti geniali, questo la rende l’ideale per le nuove generazioni, che vi possono trovare ispirazione contribuendo alla creazione di una nuova società creativa, essenziale per il progredire dell’Italia verso un futuro non solo tecnologicamente avanzato ma anche umanamente più responsabile.
#7 Basso livello di criminalità
Il livello di sicurezza della città è molto alto, infatti è stato stimato dalle statistiche, che nonostante l’incremento degli ultimi tre anni dei furti nelle case, Mantova resta una delle città più sicure della penisola. Il livello di criminalità è molto basso rispetto alle altre città italiane, le strade sono sicure, anche se poco frequentate di notte, per via del ridotto livello della socialità giovanile, i casi di aggressione sono perlopiù inesistenti e la percezione di sicurezza è alta, anche per stranieri e immigrati, che si trovano generalmente integrati all’interno dei quartieri.
I sindaci delle grandi città dal 2024 guadagneranno come i governatori di regione. Effetto di una norma del Governo Draghi. L’aumento non riguarda solo i sindaci, ma anche vice sindaci, assessori, consiglieri comunali. Vediamo quanto guadagneranno.
RADDOPPIA lo STIPENDIO dei SINDACI
# Quanto guadagnerà Sala
Credits beppesala IG – Beppe Sala
Il sindaco di Milano raddoppia lo stipendio: l’indennità di funzione passa da poco più di 7 mila euro a 13.800 euro. Stesso aumento per il sindaco di Roma e per quelli delle città metropolitane.
E’ l’effetto di una norma inserita nella Legge di Bilancio 2022, decisa dal Governo Draghi, che eguaglia di fatto lo stipendio del sindaco di Roma e di Milano a quello di un governatore. L’incremento riguarda non solo i sindaci delle città metropolitane (Milano, Torino, Napoli, Bologna, Firenze, Venezia) ma anche quelli dei centri con meno di 3mila abitanti che percepiranno altri 1.500 euro lordi, cioè circa 700 euro netti al mese.
# L’aumento riguarda tutte le cariche
Credits: corriere.quotidiano.it politici
L’aumento generale degli stipendi è diretto a tutte le cariche cittadine: vice sindaci, assessori, consiglieri comunali. Nel testo si legge che, “a decorrere dal 2024, l’indennità di funzione dei sindaci metropolitani e dei sindaci dei Comuni ubicati nelle Regioni a statuto ordinario è parametrata al trattamento economico complessivo dei presidenti delle Regioni”.
L’aumento varia in proporzione all’estensione del Comune. Si va dal +100% per i sindaci metropolitani all’80% per chi guida Comuni capoluogo di Regione e capoluogo di provincia con più di 100mila abitanti. Più contenuto l’aumento, pari al +16%, per i sindaci dei Comuni con popolazione fino a 3mila abitanti.
La "statua della libertà" del Duomo di Milano. Foto di Andrea Cherchi (c)
La riscossa dei liberi pensatori. Questa in sintesi la novità dell’iniziativa in arrivo a Milano.
Le “TRE GIORNATE di MILANO”: la RIVOLTA del LIBERO PENSIERO
# L’obiettivo di Free Academy: porre le basi di una rinascita intellettuale che ridia legittimità al confronto delle idee e al pluralismo
Free Academy
Marco Bassani, docente di Storia delle dottrine politiche all’università di Milano, spiega sulla testatanicolaporro.it cosa ha spinto lui e altri studiosi e intellettuali dissidenti a far nascere Free Academy: “la crisi che l’Occidente sta vivendo è, in primo luogo, una crisi culturale. Il trionfo mediatico ed intellettuale di una serie di dogmi che sarebbe azzardato mettere in discussione sta restringendo sempre più gli spazi di libera espressione e di discussione critica. Ormai sembra quasi normale che una rivista di fisica ritiri un saggio parecchi mesi dopo la pubblicazione, a seguito di una campagna politica, oppure che ci si confronti sulla possibilità (davvero folle!) d’introdurre il reato di “negazionismo climatico”.
L’obiettivo di Free Academy è di “porre le basi di una rinascita intellettuale che ridia legittimità al confronto delle idee e al pluralismo” attraverso la discussione di tesi e questioni che l’ideologia imperante in questo periodo storico vorrebbe mettere da parte per sempre.
# Sta venendo meno una certa idea di cultura, sensibilità, curiosità
Tra le convinzioni alla base di questo progetto, prosegue Bassani, quella che “stia venendo meno, tra le altre cose, una certa idea di cultura, sensibilità, curiosità. In passato non era pensabile che un medico non fosse in qualche modo interessato alla musica, oppure un ingegnere alla storia o alla letteratura. I lavoratori della mente appartenevano a una repubblica delle lettere sovraccarica di interessi, passioni civili e curiosità.Un certo specialismo estremizzato ci ha invece consegnato una classe dirigente totalmente incapace di comprendere come pensare il proprio tempo aiuti anche a operare al meglio nel proprio ambito.” aggiungendo inoltre che “la pandemia ci ha mostrato come il potere sia in grado di disporre di noi, del nostro tempo, dei nostri corpi, con incredibile facilità. Non deve mai più succedere“.
# Le prime tre giornate a Milano
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Si tratta dell’inizio di un percorso per arrivare a costruire un “progetto di istruzione superiore che sia profondamente alternativo all’esistente“. Si parte con tre giornate a Milano vicino alla Stazione Centrale. Le lezioni sono disponibili anche online e ci si può registrare a questo link. Questo il calendario:
sabato 7 ottobre Giacomo Zucco, uno dei massimi esperti ed esponenti del movimento Bitcoin a livello mondiale, parlerà delle origini storiche e le ambizioni economiche della prima e più famosa criptovaluta, delle sue basi scientifiche e tecnologiche e delle prospettive di evoluzione;
il 14 ottobre Camillo Langone, giornalista, autore eclettico e curatore di mostre d’arte, parlerà dei protagonisti del rinascimento pittorico contemporaneo;
21 ottobre Carlo Lottieri, filosofo, professore universitario e saggista bresciano, esaminerà il rapporto tra proprietà e tassazione, libertà e coercizione.
Tre temi differenti, valuta digitale, arte contemporanea e fisco oppressivo, che possono essere tenuti insieme da un unico progetto, quello di ribadire che la libertà umana è il fine politico supremo.
Al Teatro Leonardo (via Ampére, 1) si ride per 80 minuti di seguito conLa Cena dei cretini, la commedia esilarante che Nino Formicola insieme a Max Pisu porta in scena fino al 22 ottobre. Classe 1953, protagonista indiscusso della comicità degli anni Ottanta, insieme ad Andrea Brambilla (nel duo comico Zuzzurro e Gaspare), con Drive In, uno show che avrebbe rivoluzionato la grammatica del varietà televisivo, se ne fa un baffo dell’ingratitudine del piccolo schermo. Ci racconta del suo rapporto con Milano e di come la città è cambiata.
NINO FORMICOLA: “Milano? È diventata una REAL ESTATE di case di pregio”
# Dedicato ad Andrea Brambilla (Zuzzurro)
La Cena dei Cretini
“Oggi per fare uscire di casa la gente devi offrire qualcosa di speciale. La cena dei cretini è un pieno di risate. Ci sono tre anniversari a rendere invece speciale il mio ritorno sul palco del Leonardo. Ho compiuto 70 anni, il 12 giugno proprio quando è morto Silvio Berlusconi e nessuno se ne è accorto. Festeggio 50 anni di carriera ma neppure io me ne sono reso conto e poi (e Formicola diventa serio, ndr) sono dieci anni che è scomparso Andrea. L’abbiamo portato in scena due volte nel 2008 e nel 2010, facendo sfracelli. Abituato da sempre a ragionare per due, dopo la sua scomparsa ho impiegato 3 anni a rimettermi su un palco da solo, psicologicamente rifiutavo di farlo. Adesso sono contento: salgo sul palco con la determinazione e la certezza di sapere che insieme abbiamo fatto spettacoli che hanno lasciato un piccolo segno. E questo spettacolo è dedicato a lui.”
# Non porti più il gel sui capelli
“Mai messo fuori dalla scena. A quei tempi si utilizzava la brillantina o la pomata Tenax, cemento armato che non veniva mai via.”
# Presentarsi come Nino Formicola, che effetto fa?
“È quello che sono. Gaspare non c’è più. Rimane lì, in un angolo, con Zuzzurro. La morte di Andrea Brambilla è stata un duro colpo da superare. Tra noi non c’era la spalla e il comico, funzionava il meccanismo del palleggio, tira la palla contro il muro e l’altro ne coglie il rimbalzo, aggiunge qualcosa e te la rinvia è così passo-passo si riapriva al testo, quello che funziona. E non è un caso se noi siamo l’unica coppia nella storia della comicità a cui cambiavano i nomi. Eravamo Zuzzurro e Gaspare, e ci chiamavano indistintamente Gaspare e Zuzzurro. Eravamo alla pari, interscambiabili.”
# Qual è il segreto di questa commedia che ha successo da più di 20 anni?
“Ogni settimana alcuni amici organizzano una cena dove bisogna arrivare accompagnati da un imbecille totale. Una trama semplice ma di grande impatto comico, come si addice alle commedie più riuscite È una macchina comica perfetta di comicità. Il “cretino” che come un elefante in un negozio di cristallerie distrugge la vita alla carogna che voleva farsi beffe di lui, unita a un risvolto tenerissimo che porta a un finale inaspettato. Ormai siamo abituati a veder un tv quelli che arrivano davanti a un microfono e sparano 25mila battute in tre minuti invece “La Cena dei cretini” è costruita sui meccanismi della comicità: silenzi, pause, sguardi, gag fisiche… Ormai in tv questo non si può fare. A teatro sì. Chi l’ha già vista torni a rivederla, perché questo testo consente ai comici, quella cosa che il pubblico ama di più, l’improvvisazione.”
Credits ninoformicolaofficial IG
# Quando hai deciso che saresti stato un comico?
“Un pomeriggio di domenica del 1969 quando mia madre appassionata di teatro mi trascinò con lei al Teatro Nuovo a vedere quattro signori vestiti come dei bachi. Erano “i Gufi”, che facevano Non spingete, scappiamo anche noi. Rimasi letteralmente fulminato da questi quattro attori vestiti di nero capaci di divertire e intrattenere usando soltanto una scala, una sedia e una chitarra. e mi dissi che avrei voluto farlo anch’io. Ed è stato così, ho sempre amato lavorare dal vivo, avere il contatto con il pubblico, sentirne la reazione alla battuta. Cominciai a frequentare il Derby e poiché ero ancora minorenne e non avevo la patente, convinsi mia mamma ad accompagnarmi lei in macchina.”
# Primo palcoscenico
“Il primo teatrino fu quello delle suore Orsoline di via Lanzone dove studiava mia sorella Cocca (Francesca,ndr). Pezzi di Cochi e Renato. L’incasso, dato in beneficienza, andò tanto bene che l’anno seguente le suore ci diedero il salone grande del pensionato universitario. Terzo palco quello del monastero delle Clarisse a Rapallo dove la ma famiglia trascorreva le vacanze: facevo un Enrico Berlinguer che impazziva e si tramutava in Hitler.”
# Quando e dove e come avvenne l’incontro con Andrea Brambilla?
“Ci siamo conosciuti nel 1975, tirando l’alba al Refettorio, il mitico locale gestito da Roberto Brivio, uno dei “Gufi”, nel seminterrato di un cortile di via San Maurilio. Andrea lavorava al Derby ed era capitato lì. Ero in scena insieme ai Licantropi con Garabadenzideck uno spettacolo su un golpe organizzato dai barattoli dei pomodori pelati. Pura follia demenziale. Alla fine della serata, si presenta e mi chiede chi era l’autore. Da lì, cominciammo a lavorare insieme, nel 1976 abbiamo fondato il gruppo cabarettistico La Compagnia della Forca, in omaggio a una serie di fumetti uscita all’epoca, insieme a Marco Columbro e Barbara Marciano.”
# Anni intensissimi
“Dall’80 al ’94. Sembrava di stare su uno scivolo imburrato.”
# Che cos’è cambiato da allora?
“Praticamente tutto. Intanto a Milano c’era la nebbia. Quando uscivi alle tre di notte non ci vedevi una mazza. Poi in quei locali non c’erano solo i comici ma anche i cantanti, i fantasisti. Erano posti per nottambuli dove si poteva cenare, ballare, e soprattutto conoscere altri nottambuli.”
# Sei nato nato a Milano da padre napoletano e madre catanese
“Papà Umbertorampollo di una ricca famiglia di industriali di origine napoletana. Mamma Carmela, ma tutti l’hanno sempre chiamata Liana, era arrivata a Milano da Catania quando era una bambina con la famiglia. Dato che mia nonna lavorava alla Rinascente, mia madre cominciò a fare la modella di abiti per bambine. Bellissima, vinse persino il titolo di Miss Milano. In realtà lei non aveva partecipato al concorso, era andata a vederlo ma il pubblico in sala decise che era lei la più bella a e le assegno la fascia. Venne addirittura contattata dal grande Vittorio De Sica per il film Miracolo a Milano. Nel frattempo si era fidanzata con mio padre che la mise di fronte a un aut aut: o sposi me o fai l’attrice. E mia madre decise di sposarlo. Ma l’amore per lo spettacolo non si estinse mai e forse anche per questo non mi ha fatto mai mancare il suo appoggio incondizionato quando ho deciso di fare il comico.”
# In che In che zone hai abitato
Peschiera Borromeo
“Sono nato vicino a Piazzale Maciachini. Papà aveva una fabbrica di alimenti per ristoranti a Cinisello e lui voleva stare vicino alla fabbrica, voleva essere il primo ad arrivare, prima degli operai. Mia madre non era molto d’accordo cosi quando si sono separati ho traslocato con mamma in Viale Elvezia in un signorile edificio progettato dal celebre Architetto Marco Zanuso davanti al parco Sempione. La prima casa da single, in Via Durini, poi Corso Monforte, Via Mascagni, Corso Venezia. Sono sempre stato un centrista, poi una decina di anni fa sono andato ad abitare vicino a Piazzale Libia. Non ne potevo più del centro, dove ci sono solo negozi di abbigliamento e non ne trovi uno per comperare una lampadina o un calzolaio per fare risuolare le scarpe in cuoio. Per comprare un etto di prosciutto andavo al bar.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la chiusura del Garage Traversi, la prima autorimessa multipiano della città, aperta h24, a due passi da Piazza San Babila. Quello che dopo anni di abbandono è stato riqualificato per far spazio a un luxury store. Vuitton. Parcheggiare era diventato un incubo e fioccavano le multe. Pochi mesi fa ho fatto la scelta di lasciare la città e sono andato a vivere nell’hinterland, a Peschiera Borromeo e sono molto contento. Mai avrei pensato di lasciarla. Ma da un po’ non la riconosco più. Ma le voglio sempre bene..”
# Come racconteresti la Milano di oggi da cabarettista?
“Era la capitale economica, finanziaria e morale, adesso vende soprattutto metri quadri, è diventata una real estate di chi compra case di prestigio. Una meta turistica, città delle tante week e degli eventi speciali. Una città per ricchi e poveri. Pieno di poveri. Tantissimi poveri. 2.615 aziende e aziendine milanesi hanno chiuso i battenti negli ultimi due anni. Chiudono le librerie sostituite da negozi di paccottiglie. Ha chiuso anche il Teatro Nuovo e arriva Salt Bae: la bistecca vip dell’ex macellaio influencer, impoverendo la città di un luogo di produzione culturale e chiude i battenti in silenzio, nell’indifferenza generale. L’Inter diventa indonesiana. Perfino la pasticceria Cova di via Montenapoleone è stata comprata dal colosso del lusso Lvmh.
L’area verde dei Bastioni fra sporcizia e degrado non è certo il green che vogliamo per la città. Possibile che quella piazza dei Mercanti a due passi dal Duomo, l’unica piazza dal sapore medievale di Milano, dove sono esposte le 19 lapidi con i 1739 nomi dei partigiani caduti, è possibile che la sera, soprattutto, diventa terra di nessuno fra bivacchi, risse, atti vandalici, rifiuti? Dehor di bar e ristoranti hanno invaso Milano. Intanto si aggrava il bilancio dei ciclisti investiti e uccisi nei tratti urbani. Personalmente sono favorevole al maggior numero di piste ciclabili possibile. Ma una pista come quella di Viale Tunisia non piace a nessuno. Neanche ai ciclisti.”
# Insomma Milano non ti piace più
“Avevo sempre pensato che da qui non me ne sarei mai ma da qualche tempo non la riconosco più. ”
# Milano stenta a trovare la sua anima?
“Forse c’è da lamentarsi meno che in altre città, ma Milano pare a un bivio. Da un lato, la città è tornata a muoversi, i cantieri non si fermano, gli investimenti si moltiplicano, sono tornati i turisti. Dall’altra, ci sono segnali nuovi e preoccupanti che ci parlano di quel mix di povertà e ignoranza che, non raramente, diventa disagio, solitudini, microcriminalità, malaffare. Milano è la città dove avvengono più scippi e rapine. Crescono le baby gang. In Corso Como c’è una movida pericolosa, fra furti e rapine di lusso ai malcapitati che frequentano i locali. Una zona che neanche in regalo lo voglio un monolocale lì. Il problema esiste e non va sottovalutato.”
# A Zuzzurro cosa diresti?
Credits ninoformicolaofficial IG – Gaspare e Zuzzurro
“A te non piaceva la confusione. Quindi non venirci, a Milano, rimarresti deluso. Vieni anche tu a Peschiera Borromeo.”
Un viaggio affascinante tra luci, suoni e colori per “rivivere” i primi giorni della creazione del Pianeta Terra.
A MILANO si può assistere alla NASCITA del MONDO: dove e quando
# Genesis, la nascita del Pianeta Terra
Credits eonariumexperience – Genesis a Milano
È arrivato anche in Italia, dopo il successo in Europa, l’evento dell’anno: “Genesis“. Lo spettacolo di luci e colori si può vedere a Milano all’interno della bellissima Casa Cardinale Ildefonso Schuster. Gli spettatori vengono trasportati in un viaggio affascinante della durata di 30 minuti, suddiviso in quattro parti e accompagnato da un rilassante sottofondo musicale, attraverso gli elementi di luce, acqua, terra e piante, che rappresentano i primi tre giorni della creazione del Pianeta Terra.
# Immersi in un capolavoro architettonico del XVI secolo
Credits eonariumexperience – Genesis
Per dar vita a questo incredibile show la sala dell’edificio scelta per la proiezione, Sala Pio XII un tempo chiostro del convento dell’attigua chiesa di Sant’Antonio Abate oggi coperto e adibito ad aula magna per i corsi di storia e filosofia della Statale, è stata misurata e analizzata nei minimi dettagli per consentire alle luci di adattarsi in modo perfetto alle sue proporzioni. Un mix di arte, tecnologia e spiritualità che fa vivere allo spettatore un’esperienza mistica e stimolante, un vero momento di contemplazione, nella cornice di un capolavoro architettonico del XVI secolo.
Lo spettacolo nella nascita del mondo rimarrà a Milano fino a dicembre e si può vedere in questi giorni e orari: il venerdì dalle 19:00 alle 22:00, il sabato dalle 18:00 alle 22:00 e la domenica dalle 18:00 alle 21:00. Non c’è nessun limite d’età. La prenotazione del biglietto online è consigliata, si parte da 9 euro, e garantisce l’ingresso. Si può anche acquistare in loco il giorno dello spettacolo, ma senza garanzia di un posto libero.
Credits: @archeologia.del.sottosuolo
Tempio della Notte Cernusco
Gli speleologi di “Milano Sotterranea” hanno visto cose che noi milanesi non possiamo neanche immaginare…
La MILANO SOTTERRANEA: sotto i nostri piedi si nascondono cose che noi milanesi non possiamo neanche immaginare
#1 Il progetto di Leonardo da Vinci per trasportare carri nel sottosuolo
Secoli prima della metropolitana o dei treni a vapore della Tube di Londra, Leonardo da Vinci aveva studiato un progetto per spostare il traffico mercinel sottosuolo effettuato con i carri tramite lo scavo di strade carreggiabili e di canali navigabili.
#2 Il silenzio assoluto
Milano sotterranea
La Milano sotterranea è probabilmente l’unico luogo di Milano dove regna il silenzio assoluto: d’inquinamento acustico non c’è traccia.
#3 Ma dallo smog non si sfugge
Andando sottoterra si sfugge dall’inquinamento acustico ma non da quello atmosferico. Lo smog infatti è presente anche sotto le strade di Milano: anzi in profondità forse più che in superficie. Questo il risultato di studi degli speleologi.
#4 Il Tempio della Notte
Credits: @archeologia.del.sottosuolo – Tempio della Notte Cernusco
Una delle cose più affascinanti che si trovano sottoterra è il Tempio della Notte, tempio monoptero con annessa grotta artificiale dei primi dell’Ottocento. Ne sono presenti solo due in Italia: uno è a Cernusco sul Naviglio, quello meglio conservato, il secondo è a Milano all’interno nel Parco Pubblico in via Sant’Erlembardo, nel quartiere Gorla. Si tratta di un’architettura da giardino paesaggistico in stile neoclassico.
Tra il reticolo della Milano sotterranea c’è di sicuro un passaggio segreto, documentato dagli speleologi, nella Chiesa di San Marco a Brera. Tra le ipotesi quella che possa condurre ad ambienti sotterranei sotto alla chiesa o addirittura a un cunicolo da usare come via di fuga segreta in direzione del Castello Sforzesco.
#6 I percorsi sotterranei più lunghi
Tra i percorsi più lunghi nelle esplorazioni sotto Milano ci sono la Roggia San Gregorio che attraversava il Lazzaretto nel 1870, dove le donne lavavano i panni, e la Galleria di Controscarpa del Castello.
#7 La “strada segreta di dentro” del Brunelleschi
Proprio la galleria di controscarpa del Castello di Porta Giovia, chiamata da Leonardo “strada segreta di dentro” è un esempio unico al mondo per estensione, articolazione e periodo storico di costruzione. Risalirebbe ai primi del Quattrocento e secondo l’architetto Luca Beltrami la sua progettazione sarebbe opera del Brunelleschi.
#8 L’ingresso del “villaggio celtico” di Baggio
Il portone al civico 399 di Via delle Forze Armate pare fosse l’ingresso rivolto verso Milano di Baggio, all’epoca in cui si suppone fosse stato un villaggio celtico piccolo ma potente. Proprio una delle strade principali in direzione di Milano si sarebbe incontrato al centro del cerchio come in una celtica.
#9 Il putridarium nell’Archivio di Stato
Oltre a quello della Chiesa di San Bernardino alle Ossa, luogo di culto milanese celebre per l’ossario, è stato scoperto un altro putridarium sotto il pavimento dell’Archivio di Stato in via Senato in seguito ad alcuni lavori di ristrutturazione. In quel luogo c’era il monastero delle monache umiliate e qui venivano deposte i loro cadaveri.
#10 I rifugi antiaerei e ricoveri sotto le scuole
credits: fontanedimilano.it – Rifugio sotto la fontana in Piazza Grandi
Tra i 135 rifugi antiaerei fatti approntare dal Comune di Milano in occasione della Seconda Guerra Mondiale, come quello di Piazza Grandi, ce ne sono alcuni ancora rintracciabili sotto delle scuole. Uno è il n° 87, sotto le Scuole Primarie Giacomo Leopardi in Viale Bodio di cui Neiade srl ASU si occupa di “mantenerlo in vita” nella memoria dei milanesi organizzando le visite turistiche (www.neiade.com). Negli scantinati dell’ex scuola primaria di Via della Spiga, chiusa qualche mese fa, si trovano invece il ricovero 5/B e 6/B con funzione di rifugio.
# Queste e altre testimonianze della Milano Sotterranea
Milano Sotterranea, 2013, libro
Queste testimonianze sono ricavate dall’intervista realizzata daPaola Perfetti allo speleologo Gianluca Padovan e allo scrittore Ippolito Edmondo Ferrario, autori del libro Milano Sotterranea in cui vengono raccontati i passaggi segreti, i bunker antiaerei e le altre stranezze nascoste nel sottosuolo della città, abbiamo raccolto le cose più curiose e interessanti.