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La «foresta abitata»: Roma lancia la archi-sfida a Milano

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foroliving mcavisual

Il progetto è firmato dall’architetto che ha dato vita al Nido Verticale in Porta Nuova. Le caratteristiche uniche del nuovo complesso in costruzione nella Capitale e che lancia la sfida al Bosco Verticale. 

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La «foresta abitata»: Roma lancia la archi-sfida a Milano

# Un progetto a firma dell’architetto Mario Cucinella

foroliving rendering

Roma lancia la sfida a Milano sull’architettura contemporanea. FO.RO Living – Foresta Romana è un progetto a firma dell’architetto Mario Cucinella, lo stesso del Nido Verticale in Porta Nuova, che si struttura come un albero. È in costruzione in piazza dei Navigatori, tra viale di Tor Marancia e via delle Sette Chiese nel sud della Capitale, all’interno di un più grande progetto di riqualificazione della zona. Una sorta di “foresta abitata”, un accostamento di steli e tronchi di altezze diverse, con i primi piani di uffici e spazi commerciali lo radicano a terra, le residenze ai piani superiori costituiscono il fusto, da cui si estendono, come rami, le logge ricche di vegetazione.

# Una serie di volumi iconici che danno vita ad una “foresta abitata”

foroliving rendering edifici

Il complesso si compone di una serie di volumi iconici che si sviluppano su 12 livelli fuori terra oltre a 3 interrati. Invece che realizzare più torri separate la scelta è ricaduta sull’organizzazione di un volume che andasse a massimizzare sia l’esposizione verso sud sia la vista verso il centro di Roma a nord. La superficie dell’intervento è di 16.500 mq, con circa 10.000 metri quadrati destinati a social housing a canone concordato, comprese aree a verde e parcheggi. La parte residenziale con facciate tondeggianti riprende la corteccia, i primi due livelli dedicati al commerciale e al terziario vanno a formare un’orografia artificiale, come zolle di terra posizionate a quote diverse. I corpi degli edifici culminano con i balconi caratterizzati da una forma conico-circolare.

# Grandi terrazzi con piscine e vasche ricolme di piante 

foroliving terrazzi

Centrale nel progetto è la vegetazione, inserite nei terrazzi con grandi vasche di piante integrate come asole ai bordi, con ringhiere ancorate in continuità con il rivestimento della facciata e che consentono di avere una vista a 360 gradi sul panorama circostante. Le coperture dei terrazzi del basamento offrono invece la possibilità per creare dei veri e propri giardini pensili.

# L’obiettivo è raggiungere un elevato standard abitativo

progetto blioclimatico

Sono previste diverse strategie passive come la permeabilità ai venti, l’illuminazione naturale, la raccolta delle acque meteoriche e la produzione di energia da fonti rinnovabili in sito per garantire la massima efficienza energetica. Il ricorso a condizionatori si riduce grazie alla schermatura delle superfici trasparenti e alla ventilazione naturale degli ambienti. In inverno grazie a un involucro performante che limita le dispersioni termiche diminuisce anche la necessità di utilizzare il riscaldamento fornito dagli impianti domestici. 

I lavori sono partiti nell’estate 2023 e dovrebbero concludersi nel 2026.

Continua la lettura con: Il progetto di grattacielo più alto e più futurista d’Europa: abitare a 600 metri sopra la città

FABIO MARCOMIN

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Tipo Kenya o Bolivia: l’aeroporto italiano considerato (a sorpresa) tra i peggiori del mondo

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blogdiviaggi IG - Aeoporto peggiori al mondo

La lista dei 20 peggiori aeroporti del mondo. Tra questi ce n’è anche uno italiano. Di quale si tratta e perchè è considerato così pessimo.

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Tipo Kenya o Bolivia: l’aeroporto italiano considerato (a sorpresa) tra i peggiori del mondo

# Il Marconi di Bologna è uno dei peggiori del mondo

laura_ferioli IG – Aeroporto Marconi

Come lo scalo di Mombasa in Kenya o quello di Zanzibar in Tanzania: l’aeroporto Marconi di Bologna è uno dei peggiori del mondo. Questo è il parere di Christian Cappello, titolare del sito blogdiviaggi.com che ha fondato nel 2008 insieme a Marta dopo una una vita da expat a Londra ed un giro del mondo lungo un anno. L’elenco, come riportato sul posto sull’account Ig, è stato stilato tenendo conto di diversi fattori, tra cui: i commenti e le impressioni dei viaggiatori, la puntualità dei voli, i servizi offerti dall’aeroporto, esempio aree in aeroporto come posti sedere, bar ristoranti, i prezzi applicati.

# «Non sembra un aeroporto, sembra un mercato»

ujku__gri IG – Aeroporto Bologna

Ma è davvero così? Andando a vedere diverse recensioni e commenti ai servizi e alla qualità in generale dello scalo sembrerebbe di si. Eccone alcuni:

 
Attilio Conti google – Scalo Bologna

“Fiumicino avrà i suoi difetti, ma Bologna non sembra un aeroporto, sembra un mercato! Negozi in mezzo ai gate, no” – cat.alessi IG

 
“File di un ora per il taxi, dodici euro per il Marconi express che smette di passare in tarda notte, zero posti per sedersi, bar carissimo e ritardi costanti. Molte volte mi è capitato che il pilota stesso si scusasse con i viaggiatori, lamentandosi della disorganizzazione dell’aeroporto – _enettare IG
 
“Bologna si conferma anche tra le prime 4. Partenza a luglio per Minorca. Ammassati come bestiame in attesa e con prezzi folli ai punti ristoro. Manco all’autogrill fanno così schifo” – gi_gio1991 IG
 
alessandrogoldoni_tenor IG – Valigie in attesa
“Sono Bolognese e purtroppo riconosco che il nostro aeroporto ha parecchie note negative…in primis pochissimi posti a sedere per il flusso di gente che ormai da anni questo scalo accoglie, prezzi assurdi in tutti i punti di ristoro, bagni insufficienti per lo stesso motivo del punto 1. Credo che il sig. Postacchini presidente Aereoporti Bologna debba rimboccarsi le maniche” – miguelsarti IG
 
Bologna è veramente il terzo mondo, autobus per andare sull’aereo senza aria accesa fermo 30 min a 40 gradi, gente seduta per terra ammassata ovunque, gate fatti male che se la gente si mette in fila non puoi manco muoverti per recarti al bagno” – giovannilauro10 IG

# Gli altri scali in cattiva compagnia con il Marconi di Bologna

blogdiviaggi IG – Aeoporto peggiori al mondo

Sono 20 gli aeroporti inseriti nell’elenco del peggiori. A quello italiano si affiancano i due già citati di Kenya e Tanzania, quello cubano José Martì, quelli greci di Heraklion, Corfù, Santorini e Mykonos, il parigino Beauvais e il tedesco Frankfurt Hahn. Si trovano poi l’aeroporto minore londinese di Luton e due egiziani del Cairo e di Sharm El-Sheikh.

Continua la lettura con: «Orio sembra il Terminal Bus di Lampugnano»: la Cenerentola degli aeroporti milanesi diventerà un principe azzurro?

MILANO CITTA’ STATO

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Ufficiale! M4: c’è la data del primo viaggio tutto blu… e si fa festa con spettacoli gratis lungo il percorso

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Habumes data. Arrivata la comunicazione ufficiale per la tanto sospirata inaugurazione integrale della linea M4. Ecco quando è prevista e cosa si può fare gratis.

Ufficiale! M4: c’è la data del primo viaggio tutto blu… e si fa festa con spettacoli gratis lungo il percorso

# Pronti tutti i 15 km di linea da Linate a San Cristoforo FS

Tracciato M4

Nel 2022 le prime 6 fermate. Nell’estate 2023 l’estensione della M4 fino a San Babila. Nelle prossime settimane l’entrata in funzione di tutto il tracciato di 15 km e 21 fermate, dall’aeroporto di Linate a San Cristoforo Fs.

Queste tutte le nuove 13 stazioni in arrivo: Sforza Policlinico (in futuro con collegamento pedonale con Missori M3), Santa Sofia, Vetra , De Amicis, Sant’Ambrogio che interscambia con la M2, Coni Zugna, California, Bolivar, Tolstoj, Frattini, Gelsomini, Segneri e San Cristoforo.

# Festa M4: la data di inaugurazione e cosa si può fare gratis

Festa M4

Dopo le indiscrezioni è arrivata la conferma ufficiale: la linea M4 apre interamente al pubblico il 12 ottobre. Come già successo per l’inaugurazione delle due fermate di Tricolore e San Babila sarà una giornata di festa. Per l’occasione si può andare gratis al cinema e al teatro. Sono disponibili infatti 17 spettacoli gratuiti. 

# L’elenco completo di tutti gli spettacoli

Credits LabArca Teatro Musica IG – LabArca

Ecco l’elenco completo di tutti gli spettacoli con luoghi, orari e informazioni per prenotare i biglietti:

  • ore 20:30
    AltaLuce Teatro – Alzaia Naviglio Grande, 190
    Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello
    Regia a drammaturgia Vincenzo Romano con Vincenzo Romano
    Prenotazioni: 348 7076093 – alt@altaluceteatro.com
  • ore 17:00
    Teatro Alfredo Chiesa / Teatro Bello – Via S. Cristoforo, 1
    I Grandi del Jazz con Paolo Tomelleri e i suoi amici Musicisti
    La Storia del Jazz da Bourbon Street a San Cristoforo
    Prenotazioni:
  • ore 16:00
    Teatro Carcano – Corso di Porta Romana, 63
    Gianni Schicchi e Suor Angelica
    Di Giacomo Puccini – Direttore Andrea Solinas – Regia Mario De Carlo Produzione Conservatorio di Musica G. Verdi di Milano
    Prenotazioni: www.teatrocarcano.com
  • ore 21:00
    Il Mecenate – Teatro Delfino – Piazza Piero Carnelli
    Prenotazioni: www.teatrodelfino.it e telefonicamente tel. 02 87281266/335 5730340 (telefono attivo lunedì – mercoledì – venerdì dalle ore 15:00 alle ore 19:00)
  • ore 11:00 – 13:00 – 19:00
    Cinema Ducale Multisala – Piazza Napoli, 27
    4 proiezioni:
    – Joker – Folie à deux
    – Inter – Due stelle sul Cuore
    – Rocco e i suoi fratelli
    – Picasso – un ribelle a Parigi (non definitivo)
    Prenotazioni: www.cinenauta.it
  • ore 16:00
    Multisala Eliseo – Via Torino, 64
    In attesa di proposta proiezione ???
    Di Giacomo Puccini – Direttore Andrea Solinas – Regia Mario De Carlo Produzione Conservatorio di Musica G. Verdi di Milano
    Prenotazioni: www.ilregnodelcinema.com
  • ore 21:00
    Caboto Teatro Kolbe – Viale Corsica, 68
    “O la moglie o le corna” e “Velocità apparente”
    Regia di Gianluca Frigerio – Direttore Artistico del Teatro Caboto
    Prenotazioni: mail@teatrocaboto.com
  • ore 21:30
    Teatro LabArca – Via Marco D’Oggiono, 1
    Lazy Sloths Jazz Band feat, Paolo Tomelleri
    Con Paolo Tomelleri sassofono, Paolo Barbato pianoforte, Giacomo Bertazzoni sax tenore, Fabio Danusso batteria, Luca Grazioli tromba, Alberto Introini basso tuba
    Prenotazioni: mail all’indirizzo prenotazioni@lab-arca.it, specificando i dati per il tesseramento ad associazione Arcaduemila: NOME, COGNOME, CODICE FISCALE, EMAIL, RESIDENZA (via, città, cap)
  • ore 20:00
    Teatro Menotti – Via Ciro Menotti, 11
    Medea
    Produzione Tieffe Teatro Regia di Emilio Russo
  • ore 15:00
    Cinema Mexico – Via Savona, 57
    Proposta proiezione entro matttinata 11/9
    Regia di Gianluca Frigerio – Direttore Artistico del Teatro Caboto
    Prenotazioni: mail della cassa del cinema mexico.milano@gmail.com o in alternativa il telefono 02 48951802 in orario di apertura
  • ore 20:30
    Manifatture Teatrali Milanesi Teatro Litta – Corso Magenta, 24
    La casa di Bernarda Alba
    Di Federico García Lorca – A cura di Susanna Baccari e Antonio Syxty con i neo diplomati MTM – Grock
    Prenotazioni: biglietti.mtmteatro.it
  • ore 19:00
    Cinema Orfeo Multisala – Viale Coni Zugna, 50
    Joker: Folie à Deux
  • ore 21:00
    Cineforum Rosario “Giovanni Crocé” – Via Andrea Solari, 22
    Inside Out 2
    Prenotazioni: www.cineforumrosario.it
  • ore 20:45
    Fondazione culturale San Fedele – Via Ulrico Hoepli, 3/b
    M4. Un percorso tra arte e spiritualità. Chiese e monumenti lungo la nuova linea della metropoiltana. A seguire visita guidata gratuita alla Chiesa di San Fedele
    Conversazione tra Andrea Dell’Asta SJ, docente di Estetica del Sacro presso l’Accademia di Brera, e Luca Ilgrande, storico dell’arte e coordinatore del Museo San Fedele di Milano.

Fonte: Comune di Milano

Continua la lettura con: Milano diventa sempre più blu: la data della prima corsa su tutta la M4

FABIO MARCOMIN

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Il castello medievale nella «valle incantata» a due ore da Milano

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Un maestoso castello medievale domina una valle incantata. Considerato uno dei più notevoli, scenografici e meglio conservati castelli d’Italia, al suo interno conserva la Camera d’Oro, unico esempio in Italia di un intero ciclo di dipinti medievali incentrati sulla glorificazione dell’amor cortese tra due personaggi realmente esistiti.

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Il castello medievale nella «valle incantata» a due ore da Milano

Nel cuore dell’Emilia c’è una valle incantata che potrebbe facilmente assumere in sé quel significato di Food Valley che adesso si usa in maniera allargata per tutta la regione.

Seguendo la strada che da Parma porta verso l’appennino, il turista può scoprire alcuni dei prodotti più tipici della zona, dal salame di Felino al prosciutto crudo di Langhirano, sino alla Malvasia e al Lambrusco delle colline di Ariola e Calicella.

Sembra uno di quei luoghi più noti all’estero che in Italia, vista la cospicua presenza di inglesi (ma anche tedeschi e olandesi) in zona.
A metà circa della valle, emerge dalle brume incantate di una favola autunnale, in mezzo ai vigneti delle prime colline parmensi, lo splendido Castello di Torrechiara.
Si tratta di un vero e proprio gioiello dell’architettura castellana del Quattrocento, tra i meglio conservati in tutta Italia.

Ci sono quattro torri, tre cerchie murarie e un doppio fossato che richiama la funzione di difesa, e all’interno della porta del castello c’è un piccolo borgo formato da un vicolo e da una balconata panoramica.
Va assolutamente visitato l’interno del castello: il biglietto costa solo 5 euro e le sale residenziali hanno un cuore affrescato a temi naturalistici e fantastici: la Camera d’Oro è la più famosa e l’unica a conservare ancora la sua decorazione originaria.

la camera d’ Oro

Poi potremo fermarci nel cuore del borgo per una favolosa degustazione di prodotti tipici, alcuni dei quali a chilometro zero, ammirando il panorama di questa sorprendente Emilia Felix.

Continua la lettura con: Le località del giorno (per una gita da Milano)

LORENZO ZUCCHI

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Le 7 prove da superare per conquistare una milanese DOC

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Matilde Gioli - Icona di stile milanese (Credit: Instagram @matildegioli)

Avete un appuntamento con una Milanese DOC? Ecco sette dritte da tener presente per fare colpo alla prima uscita.

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Le 7 prove da superare per conquistare una milanese DOC

Credits: donnaglamour.it

#1 Non vestirti da barbone (anche se di lusso!)

Streetwear bandito. Presentati sempre almeno in jeans, camicia o polo e church’s. La milanese è elegante, si sa, e vuole avere accanto a sé un uomo altrettanto curato e ben vestito. Ricordati, l’attenzione con cui ti sei preparato per l’appuntamento è indice di quanto ci tieni ad uscire con lei. Se ti presenti trasandato, dimostri disinteresse e la fai sentire poco importante.

#2 Aperitivo si, ma con stile

Non aspettare che sia lei a proporre qualcosa ma scegli tu il locale, possibilmente alla moda ma non inflazionato. Niente spritz annacquato sui Navigli, punta su cocktail bar di livello con barman attenti alla ricerca di mix particolari e capaci di stupire anche la più cosmopolita delle milanesi. Qualche dritta? Botanical club, Gino12, Lacerba, Rita.

Il consiglio in più? Quello che bevi dimostra il tuo carattere. Punta sicuro sul cocktail che ti piace, meglio ancora se non c’è nella lista cosi avrai modo di sfoggiare la tua conoscenza e spiegare la ricetta direttamente al bartender.

#3 Cena sushi, ma rigorosamente alla carta

Se sei riuscito a strapparle un invito a cena, e lei con grande probabilità è una fissata con il sushi, la scelta del posto è fondamentale perché il primo appuntamento non diventi anche l’ultimo. Vietati gli “All you can eat”, punta su un ristorantino un po’ più elegante, magari con un giardino riscaldato per un’atmosfera romantica. La scelta è davvero ampia, anche senza dover vendere un rene, ma tieni sempre presente la qualità, altrimenti la serata rischia di non proseguire nel verso sperato.

#4 Fondamentale il menù della conversazione: conquistala con le tue ambizioni

Chiariamo subito un concetto importante, le milanesi non vogliono perdere tempo con sfigati cronici che rischiano di azzeccarsi dopo il primo appuntamento. Per fare subito colpo, devi dimostrarti sicuro di te, con molti amici e una vita sociale ricca e appagante che proprio quella sera hai deciso di sacrificare pur di stare con lei. Se vuoi davvero esagerare, parlale del tuo lavoro o dei tuoi studi, ma soprattutto delle tue ambizioni e dei tuoi progetti. Non potrà resisterti!

#5 Comportati da gentiluomo ma senza fare lo zerbino

La società si è fortunatamente evoluta, ma ciò non toglie che essere galanti al primo appuntamento vi farà conquistare molti punti. Le buone maniere e la gentilezza non passano mai di moda, soprattutto in amore e anche i piccoli gesti possono fare una grande differenza. Versatele da bere, apritele la porta, assicuratevi che sia entrata in casa prima di allontanarti. La milanese è capace di badare a sé stessa, è forte e indipendente ma ama comunque essere desiderata e coccolata. Attenzione però a non cedere troppo e diventare eccessivamente accondiscendente. Alla milanese piace l’uomo sicuro di sé e che sa quello che vuole, tienile testa nelle discussioni e le dimostrerai di meritare il suo tempo e le sue attenzioni!

#6 In “mezzo” stat virtus

Al primo appuntamento, non è necessario andarla a prendere ma è tassativo accompagnarla a casa. Se non possiedi la Porsche di ordinanza, che tra l’altro fa un po’ brianzolo, non spezzare la magia del primo appuntamento con un’utilitaria, piuttosto noleggia una bella auto elettrica con il car sharing per mostrare fin da subito il tuo impegno ecologista. E se sei un tipo romantico, caricala sulla tua bici e pedala fino a casa sua!

#7 Usa il jolly Milano: falle vedere la città con i tuoi occhi

Non c’è niente di più romantico che vedere una ragazza sciogliersi di gioia per una sorpresa. E da questo punto di vista la milanese è un’assicurazione. Sorprendetela e divertitela con delle attività alle quali non penserebbe mai. Fatele vedere la città con gli occhi di chi non ci è cresciuto e non potrà più resistervi. Qualche suggerimento? Se volete mettere alla prova la sua autoironia proponetele una gita sul CitySightseeing Bus, se invece volete andare sul sicuro perdertevi tra gli orti di Leonardo o passeggiate nei luoghi di “Un amore” di Buzzati.

E ricorda le caratteristiche distintive della milanese doc: romantica, affettuosa ma anche esigente e un po’ narcisista. Una donna affascinate e decisa per la quale non esistono vie di mezzo e solo l’uomo che saprà tenerle testa riuscirà a conquistarla. Ma amatela e vi saprà ri-amare 100 volte di più.

Continua la lettura con: Come riconoscere se chi hai davanti appartiene all’Upper Class di Milano

LAURA COSTANTIN

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Le ville più belle della «Vie en Rose» di Milano (Foto)

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Foto Andrea Zoppolato - Casa rosa

Dopo via Venti Settembre e Corso Venezia andiamo alla scoperta di un’altra delle strade con le ville più interessanti di Milano. 

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Le ville più belle della «Vie en Rose» di Milano (Foto)

# La Vie en Rose di Milano: super servita dalla metro

Google Maps – Via Monte Rosa

Ha ispirato una strada del Monopoli. Non solo: malgrado la posizione a ridosso della circonvallazione è una delle strade più borghesi di Milano, ricca di villini e edifici sofisticati o curiosi. La strada si estende per circa 1,3 km da piazza Buonarroti a piazzale Lotto incrociando lo snodo di piazza Amendola, dove spicca la controversa scultura dal nome “Danza, che i detrattori hanno ribattezzato l’ “Incidente stradale”.

Danza – Ph. Art@site

Altro punto forte della strada: è servita da 3 fermate della metropolitane e due linee, Buonarroti e Amendola per la linea M1 e Lotto per la linea M1 e M5. Ma scorriamo in rassegna le sue ville più interessanti, partendo da Buonarroti. 

Leggi anche: L’ “Incidente stradale” di piazza Amendola

# Casa Verdi, la casa di riposo per cantanti e musicisti

Foto Andrea Zoppolato – Casa dei musicisti intitolata a Giuseppe Verdi

All’inizio della via, all’angolo con piazza Buonarroti, troviamo Casa Verdi: casa di riposo in stile neogotico per cantanti e musicisti che abbiano compiuto 65 anni di età. Fu realizzata su progetto di Camillo Boito per volontà di Giuseppe Verdi nel 1899. Nel testamento il musicista stabilì che i proventi delle sue opere sarebbero serviti per pagare l’erezione della casa dopo la sua morte, che avvenne due anni dopo il termine dei lavori. Fino ad oggi vi hanno soggiornato più di mille persone. Le spoglie di Verdi si trovano nella cappella della casa accanto alla moglie. 

# Consolato Polacco e l’appariscente torretta

Foto Andrea Zoppolato – Consolato Polacco

Al civico 6 troviamo la sede del Consolato Polacco, un edificio in stile liberty ricco di elementi floreali con una graziosa torretta sull’angolo destro della facciata d’ingresso.

# La villa in stile “Campidoglio”

Foto Andrea Zoppolato – Villa in stile “Campidogllio”

Proseguendo alla fine del primo tratto della strada, all’angolo con piazza Amendola, c’è una villa di colore bianco candido che ricorda il Campidoglio Americano.

# La “casa rosa”

Foto Andrea Zoppolato – Casa rosa

La Vie en Rose non può non avere una casa rosa. La troviamo al civico 36, nel secondo tratto che va da Amendola a Lotto: un’elegante villetta di colore rosa con una fascia in marmo al piano terra e balconcini con colonne sempre in marmo. Rappresenta uno dei simboli della strada. 

# Il Villino tardo-eclettico

Foto Andrea Zoppolato – Villino Monterosa 44

Il Villino Via Monterosa 44 è un pregevole esempio di villa urbana di gusto tardo-eclettico. Costruito ai primi decenni del ventesimo secolo, si caratterizza per un trattamento a “finta pietra” dei primi due livelli, da eleganti incorniciature delle finestre e dal raffinato gioco di archi e colonne che racchiudono l’ingresso. Un tempo abitazione della borghesia milanese oggi è adibito ad uso uffici.

# Il “maniero” di via Monterosa 64

Foto Andrea Zoppolato – Villa 3 dettaglio

Al civico 64 c’è un edificio in mattoni rossi con archi in pietra a incorniciare finestre singole e bifore, balconi in ferro battuto e altri elementi che nell’insieme rimandano a un antico maniero.

# Altre ville degne di nota

# Il centro sociale ricoperto di murales

Foto Andrea Zoppolato – Casa murales libreria don Dorito da vicino

In via Monte Rosa 84 c’è la palazzina occupata del Centro Sociale Cantiere e dalla libreria indipendente e partigiana Don Durito nata nel 2005. Le pareti sono interamente ricoperte da murales di alieni, robot e altri personaggi bizzarri.

# La ex sede de Il Sole24ore progettata da Renzo Piano

Foto Andrea Zoppolato – Ex sede Sole24ore

Monte Rosa 91, ad oggi l’unico grande intervento edilizio realizzato da Renzo Piano Building Workshop e costruito tra il 1998 e il 2004, è l’edificio moderno più iconico della via un tempo sede dello stabilimento della Isotta-Franchini. Le sue lunghe facciate con finestrature trasparenti e il giardino a collina al centro della corte interna sono i due elementi più caratteristici. Fino a qualche anno fa ospitava tra gli altri la redazione de Il Sole24ore e la Business School, quest’ultima rimasta con spazi aggiuntivi, al momento è in fase di riqualificazione su incarico di Axa Investment Managers per mettere a disposizione spazi polifunzionali per aziende e cittadini.

Continua la lettura: I PALAZZI più BELLI di CORSO VENEZIA, la STRADA più REGALE di Milano (FOTO)

FABIO MARCOMIN

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La nuova linea superveloce da Milano a Parigi: in arrivo nel 2033

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Rendering stazione Susa

Un’opera discussa, ostacolata anche in modo violento, ma la cui costruzione avanza. Una volta completata rivoluzionerà la mobilità tra le Alpi: si potrà fare colazione in Brera e pranzare a Montmartre.

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La nuova linea superveloce da Milano a Parigi: in arrivo nel 2033

# Una nuova linea ferroviaria di 270 km

Tracciato Torino Lione

Nonostante tutto, procede. Stiamo parlando della Torino-Lione, una delle opere più discusse e ostacolata anche in modo violento, in particolare in Italia in Val di Susa, ma che rivoluzionerà la mobilità tra le Alpi. Una nuova linea ferroviaria per merci e passeggeri della lunghezza di 270 km: per il 70% su suolo francese e per il 30% su quello italiano, anello centrale del Corridoio Mediterraneo parte della rete rete di trasporto europea TEN-T. 

# Il tunnel da record di 57,5 km e due nuove stazioni internazionali

Rendering stazione Susa

Il tratto tra le due Nazioni si sviluppa lungo 65 km, unendo le due stazioni internazionali da costruire a Saint-Jean-de-Maurienne e Susa/Bussoleno e dove i binari si connettono alle linee esistenti.

Schema tunnel

In totale si prevede uno scavo di 162 km di gallerie, tra cui un tunnel da record che è anche l’opera principale del progetto: il tunnel di base del Moncenisio, a doppia canna a singolo binario e che con i suoi 57,5 km è la più lunga galleria ferroviaria in costruzione, superando quella del Brennero in realizzazione non considerando la circonvallazione di Innsbruck con cui si unirà nel 2032 (la galleria tra il portale di Innsbruck e quello di Fortezza avrà una lunghezza di 55 km ndr). Del tracciato 45 km ricadono in Francia e 12,5 km in Italia.

Leggi anche: Si sta costruendo in Italia il traforo più lungo del mondo: 64 Km sottoterra

# Da Milano a Parigi in sole 4 ore

Corridoi TEN

Rispetto alla situazione attuale è previsto un sensibile incremento dei treni a lunga percorrenza quotidiani, dai 6 TGV di oggi (in attesa del ripristino del servizio in seguito a una frana ndr) ai 22 treni futuri. Oltre alla frequenza l’altro beneficio atteso è la riduzione dei tempi di viaggio:

  • da Torino a Lione, senza fermate intermedie, si passera da 3 ore 47 minuti a 1 ora e 47; contro le 3h 47”;
  • da Torino-Parigi in circa 4 ore invece di 5 ore e mezza;
  • infine da Milano a Parigi in 4 ore e mezza invece di 7 ore.

L’inserimento della tratta del Corridoio Mediterraneo consentirà inoltre di moltiplicare le origini-destinazioni possibili per i passeggeri su diverse direttrici europee.

# L’inaugurazione è prevista alla fine del 2033

societaitalianagallerie.it – Cerimonia scavo primi 9 km

Il costo complessivo dell’opera è salito dagli 8,6 miliardi di euro inizialmente previsti a 11,1 miliardi di euro. Tutti i bandi per i lavori civili sono stati assegnati, ma insieme all’adeguamento del piano dei costi dell’opera è stato riprogrammata la data inaugurazione, dal 2032 alla fine del 2033.

Continua la lettura con: I viaggi in treno più lunghi partendo da Milano

FABIO MARCOMIN

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Scendiamo a Dèrgano o Dergàno?

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Milano è caratterizzata da quartieri ricchi di storia in ogni quadrante, molti dei quali sono stati in passato comuni indipendenti poi annessi alla città.
Dergano, facente parte del Municipio 9, è stato uno di questi, annesso nel 1868 ad Affori e nel 1923 assieme a quello del capoluogo meneghino. Un quartiere il cui nome si è affermato in tutta la città anche grazie alla fermata della metro gialla. Ma una questione dibattuta, un po’ come accade per Gambara, è: dove cade l’accento?

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Scendiamo a Dèrgano o Dergàno?

# In origine era Dervulus

Per capirlo bisogna fare qualche passo indietro e rintracciare l’origine del nome. Secondo il Dizionario di toponomastica lombarda si possono trovare diverse possibilità: Dergano potrebbe derivare da Laterculus, nome che nella tarda antichità e nell’alto Medioevo si dava ad una lastra in pietra od in terracotta sulla quale era stata scritta un’epigrafe, oppure dal nome dell’eroe inglese Derkynos.
L’ipotesi più veritiera, però, riconduce l’etimologia del nome alla parola Dervulus, dal gallico Devos che significa quercia.

# La soluzione definitiva

https://sinistraxmilano.org/blog/piazza-dergano-diventa-grande/

Risolto il tema dell’origine del nome resta però da trovare la risposta più importante. Dèrgano o Dergàno? E soprattutto: perchè? Molti milanesi se devono indicare il quartiere o la stazione della metropolitana inciampano sulla corretta sillaba da accentare.

La soluzione definitiva ci arriva dal dialetto milanese che denomina il quartiere con Dèrghen e quindi Dèrgano.

Continua la lettura con: Gàmbara o Gambàra? Risolto l’arcano

FABIO MARCOMIN

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Perché Milano città stato (far diventare Milano una città regione)?
1. Per avere un solo POTERE sul territorio e nei rapporti con Roma (invece che comune, città metropolitana e regione con confusione di competenze e responsabilità)
2. Per avere una gestione diretta delle RISORSE per risolvere i problemi di Milano
(Invece che dover sempre chiedere a regione o stato le risorse per realizzare qualcosa di strutturale sul territorio) e gestire direttamente i fondi europei (riuscendo anche a farsene assegnare di più)
3. Per avere un MODELLO per consentire a Milano di rilanciare il Paese (diventando un laboratorio di sperimentazione con autonomia di decisioni e possibilità di legiferare norme più efficienti).

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo     #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo   #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong               #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Ecco com’è nato lo stemma di Milano

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credits: brand milano

Ogni città, grande o piccola che sia, ha il suo stemma. Sin dai tempi più antichi, dinastie, popoli, imperi, nazioni, eserciti erano riconoscibili attraverso uno stemma o un simbolo, insomma un elemento grafico che consentisse di essere in qualche modo riconosciuto con immediatezza e precisione. Quando si parla di stemma per una città, parliamo di Araldica Civica che esiste sin dai tempi del medioevo, poi a mano a mano che gli anni e i secoli passavano, ogni città, ogni paese del mondo, ha saputo sviluppare normi comuni per gli stemmi civici.  

Lo stemma di Milano l’avremo visto centinaia di volte, nelle manifestazioni politiche, nelle carte burocratiche, sugli elmetti dei vigili, alle elezioni comunali, insomma un po’ ovunque che ormai è raro e difficile trovare un milanese che non lo conosca o che lo sappia descrivere. Ma sappiamo le sue origini? Perché è stato scelto questo simbolo e non un altro? 

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Ecco com’è nato lo stemma di Milano

# Lo stemma nasce come arazzo

credits: wikipedia

Il primo abbozzo dello stemma milanese risale a sette secoli fa ed esattamente nel 1395, anno in cui risalgono alcune bozze ritrovate e conservate negli archivi: un vessillo bianco con una croce di colore rosso che riprendeva fedelmente quello usato durante il Ducato di Milano. Simbolo cui saranno apportate leggere modifiche a seconda della famiglia governate del momento.

Come ad esempio saranno aggiunte la figura di un biscione e un’aquila imperiale durante il periodo dei Visconti e degli Sforza, un Giglio di Francia su volere di Carlo VI per poi arrivare intorno al cinquecento. È in questo periodo che appare il primo e vero gonfalone di Milano, che in realtà si tratta di un arazzo, dove viene raffigurato Sant’Ambrogio, munito di una sferza, in atto di cacciare gli Ariani.

Realizzato da Scipione Delfinone, Camillo Pusterla, Giuseppe Arcimboldi e Giuseppe Meda, negli anni è stato restaurato numerose volte e attualmente è conservato presso il Castello Sforzesco nella Sala del Gonfalone. Una sua copia è conservata a Palazzo Marino e viene esibita solo durante le ricorrenze ufficiali del comune. Un gonfalone che vanta anche due onorificenze benemerite del Risorgimento Nazionale per le azioni altamente patriottiche del tempo. 

# Era stato abolito perché simbolo di schiavitù

credits: brand milano

Sappiamo che durante l’era napoleonica, Milano diventa prima capitale della Repubblica Italiana e poi del Regno d’Italia e sappiamo che Napoleone Bonaparte aveva una passione smisurata per Milano. Fu grazie a lui che vennero ripristinati gli stemmi e i simboli aboliti durante la Rivoluzione Francese, perché considerati come simboli di schiavitù e così nel 1813 appare uno stemma, che pur mantenendo la croce rossa su sfondo bianco, vengono aggiunti un’aquila imperiale e una striscia verde con tre gigli francesi e una N di Napoleone.

Una volta sconfitto l’imperatore, a Milano tornano gli austriaci e la casata degli Asburgo decide di modificare il simbolo della città, aggiungendo un ornamento in oro attorno alla croce, due aquile imperiali incoronate ed eliminando la striscia verde di memoria napoleonica.  

# Ottenne il riconoscimento legale durante il fascismo

credits: wikipedia

Con l’avvento dei Savoia e l’annessione prima al Regno di Sardegna e poi a quello d’Italia, lo stemma di Milano subì delle modifiche importanti: vennero tolte le aquile e la croce e gli ornamenti vennero modificate su volere della casata piemontese. Durante il regime fascista, il podestà Marco Visconti si attivò per promuovere un decreto che desse allo stemma della sua città un riconoscimento legale da parte dello stato italiano. Concessione data nel 1934, Milano si dotò di uno stemma che richiamasse la tradizione e l’esigenza araldica ed estetica, con l’aggiunta di un fascio littorio divenuto obbligatorio per tutti i comuni, province ed enti morali. Solo dopo la caduta del regime, il fascio venne tolto e assunse la forma attuale che conosciamo tutti. 

# Lo stemma al giorno d’oggi

credits: wikipedia

Lo stemma di Milano, come ho detto all’inizio, lo troviamo un po’ ovunque: nella sala consiliare a Palazzo Marino, sulla facciata della Banca Commerciale Italiana di Milano, sul pavimento della Galleria Vittorio Emanuele, sui tram, sugli autobus, nelle metro sulle “vedovelle”, nelle manifestazioni politiche, nelle carte burocratiche, sugli elmetti dei vigili, alle elezioni comunali e tanti altri luoghi.

Infine, Milano, ha un vanto particolare perché oltre allo stemma, ha altri simboli che la rendono riconoscibile in tutto il mondo. Luoghi simboli come: la Madonnina, il Biscione e il Duomo, ma queste sono altre storie. 

Continua a leggere con: I SIMBOLI di MILANO, dal VI sec a.C. ad oggi

MICHELE LAROTONDA

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

Le sagre di settembre a due passi da Milano: dalla più vicina alla più lontana

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prolocogorgonzola IG

Tempo di sagre. Il mese di settembre offre come sempre un ricco calendari di eventi dedicati a scoprire i sapori locali, prodotti, piatti e vini tipici, nei borghi e nelle vallate nei dintorni di Milano. Ecco quali sono i più caratteristici, dal più vicino al più lontano dalla nostra città.

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Le sagre di settembre a due passi da Milano: dalla più vicina alla più lontana

# La Sagra del Gorgonzola (Milano): 14 e 15 settembre

Sagra del Gorgonzola

Tra le più caratteristiche e tipiche dell’hinterland milanese, ci si può arrivare anche grazie all’omonima fermata della metropolitana verde, è la Sagra del Gorgonzola. Il programma della manifestazione del celebre formaggio erborinato, prevista nel weekend del 14-15 settembre, prevede numerosi stand che offrono piatti a base di zola, tra cui risotti, gnocchi, hamburger e pizze, show cooking con chef locali, laboratori per bambini e nella serata del 13 è prevista la candidatura di Gorgonzola a Città del Formaggio 2025 a cura dell’Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Formaggi.

A 20 km dal centro di Milano.

# Aspettando la Sagra a Oreno di Vimercate (Monza Brianza): 13-15 settembre

Programma Oreno 2024

Dal 13 al 15 settembre si tiene Aspettando la Sagra, che anticipa la famosa Sagra della Patata di Oreno, nella frazione di Oreno nel Comune di Vimercate. Previsti stand gastronomici, bancarelle e intrattenimento.

A 25 km dal centro di Milano.

# La Sagra del Fungo Porcino a Motta Visconti (Milano): 21-23 settembre

hinterland

A Motta Visconti c’è la Sagra del Fungo Porcino. Il borgo si anima nelle giornate dal 21 al 23 settembre con degustazioni e una cena all’aperto dedicata ai funghi porcini. 

A 30 km dal centro di Milano.

# La Festa dell’Uva a San Colombano al Lambro (Milano): 22 settembre

Festa dell’uva

Nell’exclave di Milano, dove si produce l’unico vino DOC della Città Metropolitana, si tiene “La Festa dell’Uva”. Il 22 settembre a San Colombano al Lambro va in scena una storica celebrazione che unisce degustazioni di vino e carri allegorici.

A circa 60 km da Milano.

# Franciacorta in Cantina (Brescia): 13-15 settembre

franciacorta.wine – Franciacorta in cantina

Per gli amanti del vino, in particolare delle bollicine, dal 13 al 15 settembre c’è Franciacorta in Cantina. Un evento per esplorare le cantine della Franciacorta e scoprire i suoi prestigiosi vini. 

A 80 km da Milano.

# Morbegno in Cantina (Sondrio): 28-29 settembre

Bassa Valtellina

Spostiamoci verso le montagne. Chiude il mese il 28 e 29 settembre Morbegno in Cantina. La fiera offre la possibilità di degustare i vini valtellinesi e i prodotti tipici nelle suggestive antiche cantine del borgo. Per i ritardatari le altre date sono il 5, 6, e il 12 e 13 ottobre

A circa 120 km dal centro di Milano. 

# La Sagra del Bitto in Val Gerola (Sondrio): 14-15 settembre

Sagra del Bitto

In Val Gerola il 14 e il 15 settembre c’è la Sagra del Bitto, il re dei formaggi lombardi, accompagnato dalla altrettanto tipica polenta taragna.

A circa 125 km dal centro di Milano.

# La Sagra dei Crotti di Chiavenna (Sondrio): 14-15 settembre

Sagra dei Crotti

Il borgo di Chiavenna, sempre in provincia di Sondrio, celebra le note cantine naturali durante la Sagra dei Crotti il 14 e 15 settembre, dopo il primo weekend del 7 e 8. Utilizzate storicamente per la stagionatura di salumi e formaggi, grazie al loro clima fresco e costante, si possono visitare e degustare i piatti tipici quali pizzoccheri, bresaola e torta fioretto.

A circa 125 km dal centro di Milano.

Fonte: Stefano Corrada per Libero

Continua la lettura con: Le più antiche tradizioni di Milano ancora vive ai giorni nostri

FABIO MARCOMIN

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I «piccoli borghi più belli del mondo» secondo Time Out: uno è in Italia

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Zachtleven-pixabay - Rothenburg ob der tauber

La rivista Time Out ha fatto una selezione con le piccole cittadine o paesini più belli da visitare nel mondo. Tra questi ce n’è anche uno italiano. Scopriamo quale è insieme alla classifica completa.

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I «piccoli borghi più belli del mondo» secondo Time Out: uno è in Italia

# Nella classifica dei paesini più belli del mondo c’è anche Alberobello

Credits jaccy007-pixabay – Trulli Alberobello

Dopo che la classifica “40 coolest neighbourhoods in the world” aveva premiato il quartiere Isola di Milano, mettendolo in dodicesima posizione, la rivista Time Out ha inserito una località italiana anche nella graduatoria dei piccoli paesi più belli del mondo. 

Tra i 16 paesi considerati tra i più belli troviamo al quinto posto Alberobello, la perla pugliese  Patrimonio dell’Unesco, famosa per i suoi adorabili trulli, le tipiche case rotonde fatte di pietra calcarea con tetti conici in pietra. 

Leggi anche: Un QUARTIERE di MILANO è uno dei più COOL del MONDO secondo Time Out

# Dal Rione Monti al “Re dei Trulli”

Credits: @micheizzo – Alberobello 

Il Rione Monti, la zona di trulli più estesa con circa 1000 esemplari, è il più conosciuto di Alberobello. Formato da caratteristiche stradine parallele, tutte in salita e che portano sulla cima del “monte”, dove si trova la chiesa a trullo, è la zona dello “shopping” locale dove si possono acquistare i souvenir del paese.

Credits primadeltramonto IG – Trullo siamese

Una delle strutture più originali è sicuramento il trullo doppio, conosciuto come “Trullo Siamese”. C’è poi la chiesa di S. Antonio da Padova, l’unica chiesa nel mondo fatta a trullo. Infine il Trullo Sovrano, considerato il re dei trulli in quanto il più grande nucleo abitativo realizzato e tra i primi ad essere costruito con la malta, oggi casa museo.

Leggi anche: ALBEROBELLO, la città dei trulli: le 7 ATTRAZIONI UNICHE al MONDO

# La classifica completa: la più bella in assoluto è una cittadina fiabesca in Germania

grafica seasia.stats – I piccoli paesi più belli del mondo secondo Time Out

Il Vecchio Continente è quello con il maggior numero di paesini presenti in classifica, a cominciare dal primo classificato: Rothenburg ob der Tauber nella Baviera settentrionale.

Zachtleven-pixabay – Rothenburg ob der tauber

Una cittadina fiabesca, posta su un colle che domina il fiume Tauber con un’architettura medievale, un castello, graziose case in legno con fioriere colorate alle finestre e strade acciottolate. A completare il podio la città di Wae Rebo sull’isola di Flores in Indonesia, famosa per le tradizionali case Mbaru Niang a forma di cono, e Sidi Bou Said in Tunisia, che ricorda le architetture di Santorini e Mykonos. 

carmel-by-the-sea- Pixabay

Al quarto posto c’è Carmel-by-the-Sea, nella pittoresca penisola di Monterey in California, al sesto dopo Alberobello ecco la cittadina di Esperance in Australia, poi Ogimachi in Giappone. A chiudere al top ten Grindelwald nelle nelle Alpi Bernesi della Svizzera, Kralendijk nell’isola tropicale di Bonaire, sotto la municipalità dei Paesi Bassi, Stepantsminda o Kazbegi in Georgia. Le ultime sei nella classifica sono: Guatapé in Colombia, Ilulissat in Groenlandia, Banff in Canada, Sapa in Vietnam, Klaksvik nelle Isole Faroe e Ghandruk in Nepal.

Fonte: Time Out

Continua la lettura con: I 7 incantevoli borghi dell’entroterra ligure che strappano turisti alla Costa Azzurra

FABIO MARCOMIN

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Affitti a Milano (Estate 2024): i canoni per quartiere e la zona meno cara

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Credits Andrea Cherchi - Quartiere Quarto Oggiaro

Secondo l’ultimo report del Gruppo Tecnocasa Milano continua a rimanere in testa per i valori degli affitti in Italia. Alcune zone rimangono ancora abbordabili. Scopriamo quali sono insieme a quelle meno accessibili con le ultime rilevazioni aggiornate di wikicasa.it.

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Affitti a Milano (Estate 2024): i canoni per quartiere e la zona meno cara

# Un monolocale costa in media 800 euro, un bilocale 1.100 euro

Credits Andrea Cherchi – Citylige vista dalla Terrazze Duomo

In base all’ultimo report del Gruppo Tecnocasa Milano si conferma quella con i canoni di locazione mensili più elevati: si va da una media di 800 euro per un monolocale a 1480 euro per un trilocale. Un bilocale si trova invece a 1.100 euro.

Milano non è invece in testa per quanto riguarda le percentuali di rialzo, dove si posiziona dietro ad esempio a Firenze, Roma e Napoli. Lo studio mette a confronto i due semestri del 2023.

Leggi anche: I 3 quartieri di Milano dove costa di più affittare una stanza: gli ultimi prezzi

# Gli affitti più cari sono nel super centro: si superano i 3.000 euro al mese

Wikicasa.it – Quotazioni affitti agosto 2024

Aiutandoci con le quotazioni mensili pubblicate su Wikicasa.it,, portale di riferimento per le agenzie immobiliari italiane, si possono avere gli ultimi dati aggiornati per quanto riguarda i canoni medi mensili nei singoli mesi. Il podio del mese di agosto 2024 è composto ancora dall’area che include “Duomo, Cadorna, Cordusio, Castello Sforzesco, Parco Sempione”, al primo posto con un prezzo al mq di 60,21 euro:  per un bilocale di 50 mq significa oltre 3.000 euro al mq di affitto. 

Segue la zona di “Montenapoleone, Quadrilatero della Moda” con 2.839 euro al mese e “Porta Nuova, Moscova, Garibaldi, Repubblica, Turati” con 2.100 euro al mese.

# Gli altri quartieri sopra i 1.500 euro

Zona Affitto €/m2 Costo mensile
Cattolica, Sant Ambrogio, Magenta, Brera 37,01        1.851 €
Centrale, Bacone, Benedetto Marcello 36,05        1.803 €
Guastalla, Crocetta, Tribunale, Policlinico 35,35        1.768 €
Porta Venezia, Palestro, Monforte, Corridoni 33,4        1.670 €
Bocconi, Bligny, Tibaldi 32,72        1.636 €
Sarpi, Canonica, Arco della Pace, Arena, Sempione 32,55        1.628 €
Corso Genova, Ticinese, Conchetta 31,14        1.557 €
Porta Romana, Sabotino, Muratori, Cadore, Montenero, Cinque Giornate 30,56        1.528 €
Tortona, Solari, Savona 30,42        1.521 €
Monte Rosa, Amendola 30,14        1.507 €

 

Sono dieci invece le zone sopra i 1.500 euro fino ai 2.000 al mese: dai 1.851 di “Cattolica, Sant’ Ambrogio, Magenta, Brera” ai 1.507 euro di “Monte Rosa, Amendola”.

# La zona più economica: Quarto Oggiaro dove bastano meno di 700 euro per un bilocale

Credits Andrea Cherchi – Quartiere Quarto Oggiaro

Per trovare le zone più economiche bisogna spostarsi in periferia. Nell’area a nord che comprende Gratosoglio e Ronchetto delle Rane la media per un affitto di un bilocale di 50 mq è di 870 euro, a sud nel quadrante dove si trova Quintosole e Parco delle Abbazie si spende 847 euro al mese. Gli appartamenti meno cari in assoluto sono nei quartieri di Quarto Oggiaro ed Euromilano: servono infatti in media 674 euro mensili. 

Continua la lettura con: Il “City Pop” di Milano: la rivoluzione dei micro appartamenti con affitto “all inclusive”

FABIO MARCOMIN

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I 10 quartieri più belli delle città d’Italia

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Credits: @clickfor__levanteligure IG

Quali sono i quartieri più iconici lungo tutta la penisola? Ecco i 10 più belli da Trieste in giù secondo la selezione del sito Zingarate.

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I 10 quartieri più belli delle città d’Italia

#1 Il Borgo Teresiano, uno dei quartieri più ricchi di storia e suggestivi di Trieste

Credits: sgarzilla IG – Borgo Teresiano Trieste

A Trieste il Borgo Teresiano è tra i più suggestivi quartieri della città, grazie al Canal Grande che scorre tra le sue vie in modo perpendicolare al lungomare, e al tempo stesso uno dei quartieri più antichi e ricchi di storia del centro per via dei suoi palazzi ottocenteschi. Tra i più famosi ci sono il Palazzo della Borsa Vecchia, il Palazzo del Tergesteo e il prestigioso Teatro Verdi. 

 

#2 Isola, l’unione tra lo stile moderno dei grattacieli e il fascino della Milano di una volta

Credits: geomark86
IG – Isola Milano

Il simbolo più iconico del quartiere Isola è l’edificio conosciuto come Bosco Verticale progettato da Stefano Boeri e votato come il più bello al mondo. Già il nome Isola lo identifica come un quartiere a sé stante nella metropoli meneghina, e in effetti un tempo era separato dai binari, dove strade, piazze edifici di origine industriale, trasmettono il fascino di una zona tra le più singolari e ricercate di Milano. Un’isola urbana piena di stile moderno e fascino milanese in perfetto equilibrio di stili architettonici e di spazi pubblici come la BAM, i negozi e i locali di Via Pastrengo e la street art di Via Carmagnola e Angelo della Pergola, e i grattacieli delle nuova Milano.

 

#3 Crocetta, l’affascinate quartiere residenziale a due passi del centro storico di Torino

Credits: arthurtaine
IG – Crocetta Torino

La Crocetta di Torino è un piccolo e affascinante quartiere a pochi passi dal centro. Ville di lusso, eleganti palazzi liberty, viali alberati, spazi pedonali ne fanno una delle zone più ricercate e prestigiose della città, anche grazie al presenza del Politecnico e della chiesa settecentesca della Beata Vergine delle Grazie, il cui simbolo dà il nome al quartiere.

 

#4 Il borgo marinaro di Boccadasse a Genova

Credits: @francy.946 – Boccadesse Genova

Non ci sono solo le cinque terre a lasciare a bocca aperta i visitatori della Liguria. All’interno del quartiere Albaro nella parte orientale del lungomare di Genova, si apre alla vista il borgo marinaro di Boccadasse. Bagnato dalle onde della piccola baia è un villaggio avvolto in un’atmosfera magica, romantica e ferma nel tempo, in un lembo di terra dove case colorate ammassate l’una sull’altra, scale di pietra, reti di pescatori e locali sul mare. A poche pedalate dal centro città. 

 

#5 Il quartiere Santo Stefano di Bologna è un connubio tra cultura e natura 

Credits: @_.silvi_a IG – Santo Stefano Bologna

In realtà più che un quartiere è una vasta zona nata dalla fusione di altre aree delle città dal centro fino ai rinomati Colli. La sotto zona più conosciuta ed elegante è quella all’interno della cinta muraria che include Piazza Santo Stefano, che dà il nome al quartiere. La vitalità culturale e il verde sono i suoi elementi caratterizzanti: sede di numerosi eventi culturali e musicali, mercatini vintage, chiese antiche e soprattutto parchi cittadini come parco Lunetta Gamberini, i giardini di Villa Ghigi e i Giardini Margherita.

 

#6 Borgo San Frediano, un mix di rinascimentale e moderno sulla riva sinistra dell’Arno a Firenze

Credits: gregorbrown1 IG -Porta San Frediano

A Firenze c’è un elegante quartiere sulla riva sinistra dell’Arno dove l’atmosfera rinascimentale e l’anima più moderna della città si incontrano, è Borgo San Frediano. Accedendo dalla grande porta di San Frediano, ci si può perdere tra i suoi suggestivi vicoli e le vecchie botteghe artigiane, oppure fermarsi tra i numerosi e moderni locali, come caffè e ristoranti, che sono sorti negli ultimi anni. 

 

#7 Rione Monti, uno dei quartieri più autentici della capitale

Credits: alessio.bruni89
IG – Rione Monti

Difficile scegliere un quartiere iconico di Roma, Rione Monti è certamente uno di questi. Incastonato tra i Fori Imperiali e il quartiere Esquilino, si contraddistingue per i vicoli con scorci panoramici sulle meraviglie di Roma, saliscendi di strade fatte di sanpietrini e punti di ritrovo meravigliosi come la piazzetta di Madonna dei Monti con al centro la Fontana dei Catecumeni. Rimane tra i quartieri più autentici della capitale dove convivono insieme gallerie d’arte, vinerie, monumenti storici, tradizioni popolari e vita notturna. 

 

#8 Bari Vecchia, il borgo antico della capitale del sud

Credits: febio15
IG – Bari vecchia

Lo storico centro città di Bari Vecchia è un dedalo di vicoli stretti e acciottolati che serpeggiano tra splendidi edifici antichi, piazzette e chiese. Qui la capitale del sud assomiglia a un borgo antico, dove si respira l’aria autentica delle tradizioni di una volta che alla sera si mescola al vociare della gente per strada e alla vita dei locali e dei ristoranti tipici.

 

#9 Posillipo, il quartiere esclusivo di Napoli con affaccio sul Golfo

Credits: @anakena88 IG – Posillipo

Posillipo è uno dei quartieri più esclusivi e belli del capoluogo campano, con affaccio sullo spettacolare Golfo e l’incredibile scorcio sulla splendida Villa Imperiale di epoca romana con parco archeologico. È un’elegante zona residenziale affacciata sul mare da una penisola collinare di natura lussureggiante con scogliere a picco, piccole isole, calette, ville e palazzi pittoreschi. 

 

#10 La Kalsa, il quartiere arabo di Palermo

Credits: visitapalermo IG – La Kalsa Palermo

La Kalsa è una zona tra le più storiche e vitali di Palermo. La sua origine araba è rimasta nei suoi vicoli stretti, negli eleganti edifici antichi e nelle piazze adornate da alte palme. Tra i suoi tesori troviamo il Giardino dei Giusti e la Chiesa Santa Maria dello Spasimo. Ai margini del quartiere si trova Piazza Pretoria uno dei luoghi più spettacolari e simbolici di Palermo.

 

Fonte: Zingarate

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FABIO MARCOMIN

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Tram 1, la storica “Carrelli” che attraversa il cuore di Milano

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Parte dal nord e taglia il tessuto urbano come una lama che scende verticale. Una lancetta di mezzogiorno che punta verso il centro dell’orologio.

È il tracciato del tram 1, che vede le storiche Carrelli color crema e giallomilano sferragliare dal capolinea di via Martiri Oscuri, a Greco, fino alla stazione ferroviaria di Certosa. E passando dal centro-centro, sfiorando poi il parco Sempione, salutando l’Arco della Pace e sfrecciando tra i platani di viale Certosa, arrivano a scrutare lo skyline alpino dal ponte di via Palizzi, prima di riposarsi a Roserio.

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Tram 1, la storica “Carrelli” che attraversa il cuore di Milano

# La nuova anima di NoLo e la Hollywood di Milano

Si parte dal quartiere un tempo chiamato Greco (oggi NoLo, acronimo di Nord Loreto), che poi l’urbanizzazione e l’evoluzione sociale hanno inglobato nelle dinamiche delle periferie milanesi, per poi rinascere a vita nuova, con un’anima rinnovata e vitale.
Proprio a pochi passi dal capolinea, in via Oxilia, c’è la sede di Radio NoLo, la web radio di quartiere, mentre poco più in là, in via Aporti, troviamo i tunnel sotto la Stazione Centrale, che durante la settimana del design si popolano di eventi, mostre e installazioni.

Sempre in zona, in via Venini, c’era quella che era chiamata la “Hollywood di Milano”: in molti magazzini ferroviari venivano stoccati gli arrivi settimanali di materiale cinematografico, le “pizze” in gergo tecnico, che poi venivano distribuite nei cinema della città. Ancora oggi in zona sono sopravvissute non certo le pizze, ma alcune società di distribuzione cinematografica.

# Nel cuore di Milano

credits: @fabio_capillo_80
IG

Affondando la lama verso il centro, in zona Stazione Centrale è da visitare il Binario 21, ovvero il Memoriale della Shoa, che mostra il luogo da cui partivano i vagoni della vergogna verso i campi di concentramento. Scivolando ancora in giù, in zona viale Tunisia, c’è l’ex quartiere eritreo, oggi luogo multietnico, noto per i ristoranti di tutte o quasi le cucine del mondo.

Poi, i Giardini Pubblici, in cui si può visitare il Museo di storia naturale ma che fino al 1991 erano sede dello zoo municipale di cui praticamente non rimane più traccia. Più avanti, in via Turati, si trova il Museo della Permanente, poco conosciuto nonostante sia la sede storica dell’arte milanese, promotrice di manifestazioni e premi, tra i quali il noto Premio Bagutta.

Il tour turistico finisce davanti al Comune di Milano, il cinquecentesco Palazzo Marino, sede dell’amministrazione comunale da un secolo e mezzo. Proprio di fronte alla Scala, è da oltre due secoli uno dei teatri lirici più prestigiosi al mondo, che il tram della linea 1 tutti i giorni, passando, saluta.

# A Roserio il tram “tocca il cielo”

Ehi guarda c’è un tram che vola… Non è un fake, alla periferia occidentale di Milano c’è un tram che dalla terra vuole levarsi in volo. È sempre la nostra Carrelli della linea 1: nonostante il peso non sia proprio da ballerina, si avvicina al cielo, al sole, alle nuvole.

Dal capolinea di Roserio le vetture iniziano il loro percorso, in corrispondenza del grande polo ospedaliero universitario Luigi Sacco, una delle realtà milanesi più conosciute a livello nazionale e centro di riferimento per le patologie infettive, emergenze epidemiologiche e malattie cardiache. Il capolinea è la rampa di lancio per permettere alle Carrelli di salire sul cavalcavia Giovanni Battista Grassi, guardare dall’alto in basso le auto dell’intricatissimo svincolo autostradale sottostante, vedere lo skyline alpino, la Grigna, il Resegone e il Monte Rosa in primo piano. E qui, toccare quasi il cielo.

# Ultima tappa, la Scala

Poi si scende, sfiorando la stazione ferroviaria di Certosa e rotola per tutto viale Espinasse, lungo, popoloso e popolare, fino ad immettersi in quel viale Certosa che inizia un chilometro prima, dal complesso monastico di Santa Maria Assunta. Nota a tutti come Certosa di Garegnano, è uno dei grandi monumenti della storia dell’arte ambrosiana. Fondata nel 1349 dal signore della città Giovanni Visconti, ebbe l’onore di ospitare e di essere frequentata regolarmente da Francesco Petrarca.

Da piazza Firenze “l’uno” continua il percorso, punta dritto verso il centro, sferraglia lungo quel corso Sempione così ampio ed elegante, che sfocia nel parco omonimo. La Carrelli lo lambisce, arriva in piazzale Cadorna dove incontra l’Ago e Filo, opera maestosa inaugurata nel 2000. La scultura alta 18 metri, fu richiesta da Gae Aulenti e realizzata dallo svedese Claes Oldenburg con i colori rosso, verde e giallo, come le tre linee metropolitane esistenti all’epoca.

Prima di arrivare nel salotto buono di piazza della Scala, il tram ha il tempo di salutare metaforicamente il civico 61 di Foro Buonaparte. Sede della (ex) municipalizzata, che dirige e pianifica quotidianamente le sue scorribande cittadine.

Foto: da ATM

Continua a leggere con: La Foca Barbisa: il TRAM che LAVAVA le STRADE di Milano

LEONARDO MENEGHINO

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Gli attici da sogno di Milano: le foto

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Attico Sempione

Milano può essere uno spettacolo se si alzano gli occhi al cielo. Non solo per i grattacieli. Questi alcuni degli attici più appariscenti che svettano sulle strade della città. 

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Gli ATTICI da SOGNO di Milano: le FOTO

# Attico Arco della Pace

Difficile non notarlo. Sulla destra dell’Arco della Pace arrivando dal Sempione. Vista sul Parco oltre che sull’Arco e lo Skyline di Porta Nuova. Non solo: puntando verso Nord facile immaginare la vista delle montagne nelle giornate di sereno. 

Attico Arco della Pace
Attico Arco della Pace
Attico Arco della Pace

# Attico Piazza Castello 

Altro attico notato praticamente da tutti i milanesi. Uscendo dal Castello lo si vede sulla sinistra facendo angolo con Beltrami. Vista che si apre sul Castello, sul Parco e i grattacieli di Citylife. 

Attico Castello

 

Attico Castello

# Attico via Palermo

A Brera, dietro a Garibaldi, su via Palermo, la strada un tempo celebre per La Pelota. Lo si nota per le piante lussureggiante e colorate. Punta verso Sud con vista Duomo. 

Attico via Palermo

# Attico Largo Treves

A pochi metri un altro attico che si fa notare alla grande a Brera. Impossibile non vederlo percorrendo il primo tratto di via Solferino. Prende l’ultimo piano di un palazzo storico, accanto al grattacielo che sta venendo ristrutturato nella stessa piazza. Si dice che appartenga a una nota cantante. 

Attico Treves
Attico Treves

# Attico Piazza San Babila

Noto come l’attico di Gucci ha cambiato proprietà di recente. Si dice che sia stato insieme a quello di Versace l’acquisto di appartamento più caro della storia di Milano. Si vede praticamente tutto: Duomo, montagne, Porta Nuova, Citylife. 

Attico San Babila
Attico San Babila
Attico San Babila

# Attico CityLife

E’ lui o non è lui? E’ quello di proprietà dei Ferragnez? Di sicuro è quello che svetta per altezza e posizione tra gli attici più belli di CityLife. Non proviamo neanche a immaginare il prezzo. 

Attico CityLife

# Attico Corso Sempione

Un attico che si nota percorrendo Corso Sempione da Piazza Firenze sulla destra. Vista a 360 gradi, da un lato Citylife, da cui dista poche centinaia di metri, dall’altro Porta Nuova, montagne e centro di Milano, Duomo compreso. 

Attico Sempione
Attico Sempione

# Attico Corso Vercelli

Altro attico iconico. Su Corso Vercelli in prossimità dell’incrocio con Cherubini, è un autentico spettacolo anche solo visto dalla strada. Anche da qui si può immaginare una vista a 360 gradi su tutta Milano. 

Corso Vercelli
Corso Vercelli

GALLERY:

Continua la lettura con: Luogo nascosto #11 – DOVE viveva LEONARDO a MILANO? La sua CASA è sul MERCATO

ANDREA ZOPPOLATO

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La «lacrima» di Palazzo Litta, gioiello inaccessibile al pubblico

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Fu così grande l’emozione che prese la duchessa Barbara Litta al cospetto di Napoleone Bonaparte in visita nel suo salotto da scoppiare a piangere. Una di queste lacrime, caduta sul pavimento del Salotto Rosso, fu celebrata con una perla incastonata in un mosaico a forma di fiore.  

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La «lacrima» di Palazzo Litta, gioiello inaccessibile al pubblico

lacrima palazzo litta salotto rosso
lacrima palazzo litta salotto rosso

E’ questa una delle curiosità del bellissimo palazzo Arese Litta in corso Magenta 24. Fu costruito a partire dal 1642 da Francesco Maria Richini per il conte Bartolomeo Arese.

Tra le altre meraviglie del palazzo, tra i più belli della città, ci sono lo Scalone d’Onore a tre rampe “a forbice” e le vetrate originali con lo stemma di famiglia, scampate ai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Oltre al Salotto Rosso, altre stanze degne di nota sono la Sala degli Specchi e la Sala della Duchessa con mobili, affreschi e dipinti originali di Martin Knoller e di Giuseppe e Agostino Gerli. Nel piccolo salotto della Duchessa è presente anche una porta nascosta tra le pareti che serviva alla servitù o a ospiti che desiderassero dileguarsi senza farsi troppo notare. Nello stesso salotto c’è anche una piccola apertura nel pavimento che consentiva di ascoltare quello che dicevano gli ospiti della duchessa.

Oggi il Palazzo è sede della Sede Regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia, del Polo Museale Regionale della Lombardia e della Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Milano e, purtroppo, non è aperto al pubblico, salvo casi eccezionali.

Continua la lettura con: Berri Meregalli, il palazzo più eclettico di Milano 

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Via Cusani è la prima via di Milano

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Fino al millesettecento inoltrato a Milano non esistevano le vie. La prima a nascere è stata via Cusani. Il motivo è curioso. 

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Via Cusani è la prima via di Milano

# La rivoluzione austriaca delle strade di Milano

Credits: viaggio-in-austria.it

Fino al millesettecento inoltrato a Milano non esistevano le vie, almeno non come le intendiamo noi. Se qualcuno vi avesse chiesto una destinazione voi gli avreste risposto qualcosa tipo “la prima strada a dritta, dopo la chiesa X o la croce Y o la porta Z, l’ultima casa grande a sinistra” (cit. I Promessi Sposi). Milano era un po’ come la Tokyo di oggi, insomma. Invece di strade con il nome, c’erano punti di riferimento con cui orientarsi.

Facile immaginare che una situazione così approssimativa non doveva andare a genio agli austriaci che decisero di mettere ordine a questa confusione.

# Il compito di dare un nome alle strade viene dato a… Ferdinando Cusani

Credits: eguideescperience.it – Esterno Palazzo Cusani

Nel 1786 il conte Wilzeck, ministro imperiale del governo della Lombardia, ordinò a un marchese milanese, che aveva la carica di “giudice delle strade”, di battezzarle ufficialmente.

Il marchese iniziò la sua opera dalla Contrada dei Baggi che si snodava nei dintorni del Castello. Come primo nome da dare a una via scelse il suo: Ferdinando Cusani.
Procedette quindi battezzando tutte le contrade di Milano affiggendo sulle cantonate delle cartelle su cui fece dipingere in nero il loro nome. Cartelle che furono poi sostituite da targhe in marmo.

# I numeri teresiani come numeri civici

Sempre Cusani attribuì anche i numeri civici alle case, ma utilizzò il sistema asburgico, che è ancora in vigore a Venezia. Partendo dal centro ordinò con numeri crescenti tutte le case procedendo in senso circolare antiorario. Il numero “uno” toccò al Palazzo Arciducale, il “due” all’Arcivescovado, il “tredici” al Palazzo di Giustizia e così via. L’ultima casa raggiunta con questa numerazione ebbe il 5314.
Solo con l’unità d’Italia si passò alla numerazione per vie e venne adottato il sistema di numerare con i dispari le case a sinistra e con i pari quelle di destra.

A Milano esiste ancora una cartella viaria dei tempi di Maria Teresa d’Austria: si trova in via san Maurilio al numero 18 e reca la scritta “CONTRADA DI SANT’AMBROGIO ALLA BALLA”. Le balle erano gli involucri caricati sulle spalle dai facchini che in questa zona si radunavano.

Continua la lettura con: I numeri teresiani a Milano

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«Milano dà a Roma 20 miliardi ma ne riceve indietro solo 0,5»: Sala si allinea con Milano Città Stato?

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Credits ilgiorno.it - Coda fuori dalla fermata Pasteur

Il sindaco torna su un tema caro a Milano Città Stato. La mancanza di autonomia obbliga Milano a tagliare i servizi ai cittadini. 

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«Milano dà a Roma 20 miliardi ma ne riceve indietro solo 0,5»: Sala si allinea con Milano Città Stato?

# 20 miliardi allo Stato e poi Milano è costretta a tagliare i servizi

Credits ilgiorno.it – Coda fuori dalla fermata Pasteur

«Da Milano arrivano a Roma 20 miliardi di euro l’anno solo da tasse sul reddito, e ne riceviamo 500 milioni» lo ha affermato il sindaco Giuseppe Sala, alla presentazione del libro “Un patto per il futuro. Dalla sopravvivenza alla convivenza”, Giovanni Maria Flick, ex presidente della Corte costituzionale. Il sindaco torna su un tema caro a Milano Città Stato: è corretto che la città che versa allo Stato 20 miliardi di euro ne riceva indietro appena 500 milioni? E che, soprattutto, per l’inadeguatezza della cifra sia costretta a caricare di tasse e gabelle i cittadini per poter mantenere un minimo standard nei servizi?

# In realtà la cifra da Milano allo Stato è il doppio: 40 miliardi

L’OCSE calcola in 312 miliardi il PIL prodotto nell’area metropolitana, di cui circa 80 miliardi nel Comune di Milano. Applicando il tasso di pressione fiscale reale in Italia, significa che Milano versa oltre 40 miliardi allo stato italiano, considerando solo il Comune. Cifra che arriva a 156 miliardi di tasse pagate allo stato, se si calcola l’area metropolitana di Milano, come viene definita dall’ OCSE.

# Se Milano potesse fare come la città stato di Madrid 

Isabel Diaz Ayuso, presidente
della città statodi Madrid che si è opposta al governo centrale (da: @isabeldiazayuso – instagram)

Se Milano potesse trattenere il 50% delle imposte generate sul territorio come accade per Madrid (città stato), significa che potrebbe avere un budget superiore di 10 miliardi ogni anno.
Invece di doversi indebitare o andare a chiedere soldi a Roma, Milano potrebbe avere risorse straordinarie che potrebbe utilizzare per incentivare ancora di più lo sviluppo del territorio.
Anche senza arrivare all’estremo di Madrid, diventando una regione a statuto ordinario Milano potrebbe disporre di molte più risorse che sarebbero più coerenti rispetto a quello che produce.

# I vantaggi a diventare una città stato

Credits andreazambelli__ IG – Amburgo

Oltre ai vantaggi di budget vediamone altri che si potrebbero ottenere se Milano acquisisse lo status di regione.

Gestione sanità locale. Milano potrebbe gestire la sanità in autonomia. All’interno della regione che raggiunge gli standard più elevati pensiamo che modello straordinario rappresenterebbe il sistema sanitario milanese. Un’eccellenza mondiale
Rappresentanza nel senato delle regioni. Se il referendum dovesse ratificare la riforma costituzionale, Milano potrebbe disporre di suoi rappresentanti nel nuovo senato delle regioni.
Possibilità di trattare direttamente con il governo. Con lo status di regione, Milano non avrebbe più organi intermedi tra sé e il governo di Roma. Questo significa che potrebbe contrattare direttamente l’eventuale estensione dell’autonomia o l’attribuzione di leggi speciali.
Possibilità di chiedere lo statuto speciale. In Italia ci sono regioni a statuto ordinario e regioni a statuto speciale, con un’autonomia più estesa e una disciplina applicata ad hoc. Come previsto dall’articolo 116 terzo comma della legge di riforma delle regioni del 2001, con lo status di regione Milano potrebbe chiedere l’estensione allo statuto speciale, in modo coerente con le esigenze del territorio.
Possibilità di confrontarsi alla pari con le altre città stato (o città regione) d’Europa. Le regioni hanno la possibilità di avere propri rappresentarsi e di gestire la comunicazione in modo autonomo a livello internazionale. Milano potrebbe agire a livello internazionale in autonomia e si potrebbe confrontarsi con tutte le città che hanno lo stesso status, come Madrid, Berlino, Londra, Parigi, Bruxelles, Vienna o San Pietroburgo.
Possibilità di sperimentare politiche utili per il paese. Ottenere l’autonomia è la premessa per poter sperimentare sul territorio azioni politiche, economiche e sociali che, in caso di successo, potrebbero essere estese al resto del paese. In questo senso Milano Città Stato potrebbe costituire il laboratorio per riformare l’Italia.

Questi sono solo alcuni dei vantaggi che sono previsti dall’attuale ordinamento. Se si prendono a riferimento altri modelli, si può perfino immaginare che Milano possa dotarsi di una sua costituzione (come Berlino), possa trattenere sul territorio il 50% delle tasse generate e possa trattare con il governo le competenze da gestire direttamente (come Madrid) fino ad arrivare ad un suo autonomo sistema di istruzione, giudiziario o perfino monetario come succede ad Hong Kong.

# Le città stato 

Credits @im_an10 IG – Berlino

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul#Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

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La metro a Monza resta un miraggio: perché tutto è bloccato?

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M1 Monza

Un passo avanti e due indietro. Sembra questo il destino del prolungamento della linea M5 verso Monza. Ecco cosa sta fermando il progetto e quando potrebbero partire i cantieri.

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La metro a Monza resta un miraggio: perché tutto è bloccato?

# Il nodo extra costi quando tutto sembrava essere in discesa

Tutto sembrava ormai andare per il verso giusto per la realizzazione del prolungamento della M5 verso Monza. Il 30 novembre 2023 era stato pubblicato l‘avvio del procedimento degli espropri dei terreni lungo il tracciato, il 21 giugno 2024 l’annuncio dell’esito favorevole al PAUR, il Provvedimento Autorizzatorio Unico, da parte della Conferenza dei Servizi radunata presso la sede di Regione Lombardia.

Alla fine di agosto 2024 la doccia fredda: Palazzo Marino ha inviato una lettera al Ministero delle Infrastrutture comunicando l’incremento del costo del progetto di circa il 35-40%, pari a  400 milioni di euro, da aggiungere a quelli già stanziati di 1 miliardo e 300 milioni.

# Lo stupore dell’Associazione Hq Monza per la richiesta di un importo così elevato e della proroga di due anni per l’assunzione dell’obbligazione giuridicamente vincolante in carico a Palazzo Marino

Credits federfana IG – Linea M5

L’Associazione Hq Monza, attiva dagli albori del progetto nel proporre soluzioni e nel sollecitare la politica a realizzarlo quanto prima, ha commentato così a stretto giro come riportato da “Il Cittadino Monza Brianza”: “C’era da aspettarsi un passo del genere, viste le lungaggini che hanno fatto slittare il progetto di anno in anno e considerati i forti aumenti dei materiali delle costruzioni. Il ministro Salvini ha più volte assicurato la disponibilità a integrare i fondi, ma ora sorprende la richiesta di un importo così elevato, tenuto conto delle valutazioni ufficiose (più o meno la metà) circolate negli enti pubblici e tra i tecnici coinvolti.” L’assessore alle Infrastrutture della Lombardia, Claudia Maria Terzi, ha infatti spiegato come dal Comune di Milano non siano ancora arrivati i dati richiesti in base ai quali si chiedono altre risorse aggiuntive.

L’associazione si dice inoltre stupita della richiesta di proroga di altri due anni del termine ultimo per l’assunzione dell’obbligazione giuridicamente vincolante, già slittata dal 2022 al dicembre 2024 e che quindi ora dovrebbe slittare a dicembre 2026: “Una richiesta che non ha giustificazioni, considerato che il progetto definitivo è pronto, approvato e verificato da Regione Lombardia e che MM Spa dovrebbe essere già al lavoro da mesi sulla preparazione della gara d’appalto. Tutto si può predisporre entro dicembre in attesa dei fondi supplementari necessari, altri 24 mesi di tempo francamente non si capisce a cosa servano”.

# Più ottimista il Sindaco di Monza

pisces_iscariot IG – Monumentale M5

A riguardo si è espresso in modo più ottimistico il Sindaco di Monza, Paolo Pilotto, che in occasione del Gran Premio ho espresso il suo parere: “La richiesta di più tempo mi sembra una scelta prudenziale, ma non è detto che servano davvero. In ogni caso sulla questione metropolitana sono in stretto contatto con i sindaci di Sesto San Giovanni e Cinisello. Faremo fronte comune e se è il caso chiederemo un incontro al ministro Salvini”. 

Ma come si svilupperà il tracciato? Rivediamo il progetto nel dettaglio.

# La linea M5 mira a raddoppiare il suo tracciato con ulteriori 13km e 11 fermate

Tracciato M5

Un tracciato di 13 km e 11 nuove fermate. Questo è il prolungamento previsto per la linea M5 oltre Bignami, raddoppiando l’estensione attuale di 12,9 km, a servizio dei comuni di Cinisello Balsamo e Monza. Usciti dai confini del Comune di Milano il percorso prosegue con 4 fermate a Cinisello Balsamo (Testi-Gorky, Rondinella-Crocetta, Lincoln e Bettola con il futuro interscambio con la M1), e 7 a Monza (Campania, Marsala, Monza Fs, Monza Centro Trento Trieste, Villa Reale, Ospedale San Gerardo, Polo Istituzionale). Previsto anche un deposito a raso di 180mila mq nel quartiere di San Rocco-Casignolo

# Cosa succede ora

Hub m1-m5 a Monza Bettola

Il Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha confermato la disponibilità a trovare le risorse necessarie a realizzare il prolungamento della linea M5 anche se al momento non è arrivata alcuna comunicazione ufficiale. Da risolvere ancora il nodo di Bettola, dove è previsto l’interscambio con linea M1 che allunga il suo percorso da Sesto San Giovanni: bisogna trovare la nuova azienda per proseguire il cantiere, si attende il bando, dato che è già avvenuta l’assegnazione delle risorse per coprire gli extracosti per l’estensione della linea rossa. Per quanto riguarda il possibile cronoprogramma della M5 si può dare ormai come scontata l’impossibilità di pubblicare il bando di gara entro la fine del 2024, che se andrà bene avverrà nel 2025. Il cantiere potrebbe partire tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026. 

La durata dei lavori è stimata in 7 anni, necessari tra i 1.400 e i 1.700 giorni per la realizzazione di ogni stazione, pertanto l’inaugurazione dovrebbe avvenire tra il 2032 e il 2033, sempre che la proroga di due anni richiesta dal Comune di Milano non posticipi ulteriormente la costruzione dell’opera.

Continua la lettura con: Metro 5: servono 400 milioni

FABIO MARCOMIN

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Perché in Centrale è così complicato andare a prendere qualcuno?

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Ph. laragione.eu IG

Una domanda che ci siamo fatti tutti. Almeno a chi è capitato di andare a prendere qualcuno in stazione.

Perché in Centrale è così complicato andare a prendere qualcuno?

L’ultimo a farsi questa domanda è Stefano Mariotti che così scrive sul suo profilo Facebook: «Continuo a non capire perché se vai a prendere qualcuno in Stazione Centrale non solo non puoi accedere ai binari ma non c’è neanche un tabellone con l’aggiornamento degli arrivi, solo le partenze».

Una stazione inospitale non solo con chi è interessato a chi arriva ma anche con chi è in transito: trovare una panchina o un luogo per attendere la coincidenza è una caccia al tesoro. Quale può essere la ragione di questo trattamento così scomodo? Queste sono le tre possibili risposte. 

#1 Non vogliono che si vada a prendere nessuno

Atm point centrale

A Milano bisogna imparare fin da subito che bisogna farcela da soli. Ogni aiuto è superfluo. E poi chi arriva deve capire subito la legge di Milano: a Milano si deve pagare (taxi, metro etc).

#2 La stazione è ormai diventata un centro commerciale

Credits Andrea Cherchi – Mercato Centrale di Milano

Negozi, ristoranti, il treno è un dettaglio, come sottolinea Giorgia Terni: «Questa stazione, come è concepita oggi, non fa un servizio agli utenti ma solo ai negozianti, insomma gente vi vogliono spillare soldi, poi una volta presso i binari , portatevi un seggiolino, panchine neanche se piangi…».

#3 Trasmette lo spirito dei tempi

Tristezza

Come scrive Jole Milanesi: «Ne hanno fatto un posto ostile di attese in piedi di mancanza di gioia e tristezza nei saluti. Inumano».

# Nota: il tabellone con gli arrivi è al piano terra

I monitor con gli arrivi sono al piano terra... effettivamente un po’ scomodo.

Continua la lettura con: La Centrale è la più grande d’Europa

MILANO CITTA’ STATO

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