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MERLATA BLOOM: la FOTOGALLERY e le ATTRAZIONI principali del più grande MALL di Milano

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Tutti i numeri del lifestyle center di Milano e le cose più interessanti da vedere e provare. 

MERLATA BLOOM: la FOTOGALLERY e le ATTRAZIONI principali del più grande MALL di Milano

# Il più grande mall di Milano: tutti i numeri

Ezio Cairoli – Merlata Bloom

Il lifestyle center Merlata Bloom, gestito e commercializzato da Nhood Services Italy e che ha inaugurato il 15 novembre 2023, è il più grande mall commerciale di Milano con circa 200.000 mq e tra i più grandi in Italia. Un’architettura iconica e “green” che funge da cerniera spaziale e funzionale tra il quartiere residenziale UpTown di Cascina Merlata e il distretto dell’innovazione MIND e connessa alle principali arterie autostradali, alla rete del trasporto pubblico regionale e comunale, alla rete ciclopedonale urbana e in futuro alla stazione della Circle Line Mind-Merlata.

I numeri in breve:

  • 210 attività commerciali di cui 43 unità di food & beverage;
  • oltre 8.000 mq di spazi dedicati a tempo libero, cultura e intrattenimento;
  • 4.000 posti auto con localizzazione del proprio mezzo tramite sito da parte del cliente;
  • immerso in 30 ettari di parco, con 5.000 mq di aree verdi interne ed esterne;
  • oltre 5.000 mq di pannelli fotovoltaici in copertura;
  • 9.400 tonnellate di CO2 saranno risparmiate da oggi al 2050 grazie all’utilizzo della rete di teleriscaldamento A2A e di pozzi geotermici per le pompe di calore, a cui si aggiunge l’energia solare prodotta dai pannelli fotovoltaici;
  • 200 microantenne, con 3 operatori già attivi, che consentono la ricezione del segnale wireless nell’intera area del Merlata Bloom, di cui ben 3.200 mq in 5G e i restanti in 5G ready.

Le attrazioni principali

# Il “winter garden”

Nel suggestivo “winter garden” in legno e vetro con aiuole verdi, alberi e ampi affacci sul parco circostante sono dislocate le attività di food & beverage. 

# Il Wonderwood Green Forest

Credits Andrea Cherchi – Wonderwood Green Forest

Il Wonderwood Green Forest è un format dedicato all’intrattenimento creato appositamente per Merlata Bloom Milano, dove la magia della natura e il rispetto per il pianeta diventano un luogo di educ-action al coperto.

# Il primo Esselunga in un centro commerciale

Il superstore Esselunga, il primo in un mall commerciale e tra i più grandi della catena con 6.000 mq di superficie, con accesso diretto dall’interno del mall. Al suo interno il Bar Atlantic e il beauty store. 

# Uno store Decathlon su due piani, con gli uffici del gruppo e campo da tennis sul tetto

Ezio Cairoli – Decathlon

Decathlon è presente con uno store su due piani ed un nuovo polo di uffici. Comprende uno polo di 150 mq dedicato ai servizi di riparazione, noleggio e acquisto di seconda mano e campi da tennis sul tetto.

# Il cinema Noturius

Il multisala Notorius, tra le realtà emergenti del settore, propone 10 sale e 1.000 posti a sedere con poltrone reclinabili in finta pelle di ultima generazione, dotate di caricatore wireless per lo smartphone e di un QR code che consente di ordinare bibite e popcorn direttamente in sala, audio e video di altissimo livello. 

# LOG – Lot Of Games, la sala giochi più innovativa d’Europa

C’è spazio anche per LOG – Lot Of Games, la sala giochi più innovativa d’Europa. Al suo interno arene virtuali multi-players, simulatori di ultima generazione e videogiochi arcade, per un’esperienza di divertimento unica.

# Una piccola galleria d’arte moderna

Ezio Cairoli – Galleria d’Arte moderna

Presente anche una piccola galleria d’arte moderna, Love Spot by Deodato Art Gallery.

# I negozi al debutto in Italia: ci sono anche Di Caprio e Lewis Hamilton

Per la prima volta in Italia i punti di Arabian Oud (beauty); Neat Burger, l’Hmaburger vegano di Leonardo di Caprio e Hamilton, e Ric (food), Only, Reserved e Mohito (fashion).

# I punti vendita per la prima volta in un mall

Al debutto in un mall ci sono: beauty store eb® (beauty – Esselunga), Bomboogie, Colmar, Jaggy, Paragon (fashion), Caffè Caruso, Cipiace, Fresco&Cimmino, Hamerica’s, Hiromi Cake, Macha café, Martinucci Laboratory, Pasticceria Sessa, Poldo, Rinaldini, Starbox (food).

A questi si affiancano insegne premium come Boss, Calvin Klein, David Naman, altre dedicate allo sport come Game7Athletics, North Sails e Under Armour, insieme a quelle di food & beverage tra cui il messicano Calavera, la pizza milanese Spontini e la pasticceria pugliese Martinucci.

Foto di Ezio Cairoli e Andrea Cherchi

Continua la lettura con: Inaugura MERLATA BLOOM, il centro commerciale dei record: all’orizzonte anche la STAZIONE della CIRCLE LINE (Rendering)

FABIO MARCOMIN

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L’ “INTERSCAMBIO FANTASMA” M3-M4: il punto sui lavori

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Comune di Milano - Corridoio di indirizzamento

Entra nel vivo il cantiere per la realizzazione del collegamento pedonale tra la stazione di Missori M3 e Sforza Policlinico M4. La conferma definitiva: non ci sarà nessun collegamento sottoterra. Le ultime immagini da urbanfile.org.

L’ “INTERSCAMBIO FANTASMA” M3-M4: il punto sui lavori

# Previsto un “corridoio di indirizzamento” invece che un vero interscambio

 

I lavori per l’interscambio, che interscambio non è, tra la linea M3 e la linea M4 sono partiti il 19 giugno 2023. Come anticipato da tempo, arriva la conferma: non ci sarà alcun collegamento sotterraneo tra le due metropolitane. La durata prevista del cantiere è di 15 mesi, a cui si affianca quello per la sistemazione di Piazza Velasca nell’ambito della riqualificazione del grattacielo progettato dallo studio BBPR. 

I lavori sono stati finanziati con circa 10 milioni di euro e riguardano la realizzazione delle sistemazioni delle aree in superficie e del cosiddetto “corridoio di indirizzamento”, i termini utilizzati per definire la connessione tra le fermate di Missori M3 e Sforza Policlinico M4. Nello specifico viene costruito un breve tunnel dalla stazione M3 Missori fino all’incrocio di via Pantano, via Albricci e via Larga dove è prevista una nuova uscita per la linea.

# Per passare dalla M3 alla M4 una passeggiata sotto il sole o lo pioggia con bagagli al seguito

Comune di Milano – Corridoio di indirizzamento

Dalla nuova uscita su Via Larga parte la pedonalizzazione di via Pantano, con panchine anche a protezione dalle auto dei residenti che hanno l’accesso carrabile lungo la via, che gli utenti della metropolitana percorreranno a piedi per circa 10 minuti magari sotto la pioggia e con i bagagli per arrivare alla stazione di M4. Questo perché una parte di loro arriverà da una delle stazioni ferroviarie dell’alta velocità sulla M3, Centrale e Rogoredo, per poi recarsi in aeroporto o fare il percorso inverso.

Credits Urbanfile – M4-M1 Stazione San Babila

Appena meglio gli interscambi tra M1 e M4 a San Babila e tra M2 e M4 a Sant’Ambrogio. Si è infatti obbligati ad uscire e rientrare dai tornelli, nel primo caso rimanendo nel mezzanino, mentre nel secondo uscendo all’esterno anche se protetti da una copertura.

# Il punto sui cantieri

Nel reportage fotografico del blog Urbanfile si può vedere la situazione del cantiere aggiornata al 15 novembre 2023, con transenne e new jersey a incanalare i flussi di pedoni e veicoli e le prime attività di scavo su Via Pantano e all’incrocio con Via Larga.

Fonte: Urbanfile

Continua la lettura con: La M4 è una METRO “di GHIACCIO”

FABIO MARCOMIN

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La PIAZZA dello STADIO: da no man’s Land a OASI GREEN. Il progetto di rilancio

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Piano Mosaico San Siro

A prescindere dal destino dello Stadio Meazza procede il piano “Mosaico San Siro” che prevede la riconnessione dei grandi parchi a Ovest della città, il collegamento tra i quartieri, il recupero di edifici dismessi e nuove centralità del tessuto urbano. Tra gli interventi previsti la trasformazione della piazza dove affaccia la Scala del Calcio.

La PIAZZA dello STADIO: da no man’s Land a OASI GREEN. Il progetto di rilancio

# Il piano “Mosaico San Siro” per il rilancio del quartiere

Piano Mosaico San Siro

La volontà di procedere con il piano “Mosaico San Siro”, a prescindere dal destino dello Stadio Meazza e delle decisioni giudiziarie sui vincoli, rimane intatta da parte del Comune di Milano. Nello specifico si prevede la riconnessione dei grandi parchi a Ovest della città, il collegamento tra i quartieri, il recupero di edifici dismessi e nuove centralità del tessuto urbano.

 

Al centro di questa trasformazione urbanistica c’è Piazza Axum, dove affaccia la Scala del Calcio. Un colata di asfalto con un reticolo di binari, marciapiedi transennati tra gli scambi, un’invasione di motorini durante le partite e terra di nessuno quando non ci sono eventi.

# Gli operatori privati coinvolti nella riqualificazione della piazza

Progetto ex trotto

Nell’area dell’intervento di riqualificazione sono coinvolti alcuni operatori privati, Hines e Axa Im (con Red Brick). Il primo si sta occupando della rigenerazione dell’area Ex Trotto e delle ex scuderie, dove sorgeranno residenze metà in edilizia libera e metà in edilizia convenzionata, un parco sulle forme dell’antico ovale ippico, con asilo, mercato e negozi. Il secondo ha incarico il progetto Syre, un comparto residenziale di lusso con una torre di 70 metri, altri due edifici più bassi e un parco condominiale. 

Leggi anche: Il nuovo QUARTIERE VERDE di MILANO con 700 case a basso prezzo

# Come potrebbe diventare

Corriere della Sera – Intervento Piazzale Axum

Venerdì 17 settembre la giunta comunale presenta una serie di progetti in fase di studio, finanziabili tramite gli oneri urbanistici a scomputo del progetto di Axa, che prevedono: 

  • lo spostamento del capolinea del tram 16 in piazzale Segesta;
  • la creazione di aree gioco e palestre nelle aree verdi;
  • una playstreet in via Val Poschiavina per collegare piazza Axum e il giardino Marangoni;
  • nuovi attraversamenti nord-sud, pedonalizzando l’area davanti alle scuole e mantenendo il passaggio del bus.

A questo si aggiunge la valorizzazione dei futuri servizi verso l’ex Trottom e superare il «muro invisibile» delle vie Harar, Dessiè e Rospigliosi.

Francesco Rovere, responsabile dei progetti di sviluppo di Axa Im, ha spiegato al Corriere della Sera che la scadenza temporale di trasformazione dell’area di Piazza Axum potrebbe essere il 2025, anno in cui è prevista la conclusione del progetto Syre. Ha aggiunto inoltre che gli oneri urbanistici calcolati per il loro intervento residenziale, circa 1,5 milioni di euro, non saranno comunque sufficienti e che saranno quindi da trovare altre risorse pubbliche e da altri privati attivi nella zona, tra cui appunto Hines.

Fonte: Corriere Milano

Continua la lettura con: SAN SIRO sì o SAN SIRO no: anche questo lo ha deciso ROMA

FABIO MARCOMIN

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#36 – Il PICCOLO BORGO ai confini della Lombardia considerato CAPOLAVORO URBANISTICO del ‘500

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Ph. @osvaldobevilacquaofficial.jpg IG

Uno dei “Borghi più belli d’Italia” è quello di Gualtieri, cittadina che conta circa 7000 abitanti, a meno di due ore da Milano. Foto Cover: @osvaldobevilacquaofficial.jpg IG

II PICCOLO BORGO ai confini della Lombardia considerato CAPOLAVORO URBANISTICO del ‘500

# Un borgo di origini longobarde

Credits: travelemiliaromagna.it
Palazzo Bentivoglio

Si tratta di un borgo capace di offrire molte attrattive, dalla possibilità di pescare e di andare in canoa sul Po, fino al trekking ed al ciclismo, dato che Gualtieri si trova sulla direttrice delle piste ciclabili del Po. Dal momento che anche il paesaggio locale è molto vario, in pochi chilometri si possono trovare tutta una serie di biomi differenti.

Abitato anch’esso, come già Montechiarugolo, sin dall’età del Bronzo, Gualtieri ha una storia molto complessa. Lo stesso nome del borgo sarebbe di ispirazione longobarda, proveniente da “Castrum Walterii (o “Vulturena”), dal nome del signore locale dell’epoca, Gualtiero, appunto.

# Il borgo è tra la Lombardia e l’Emilia-Romagna: dagli Sforza agli Este

Credits: travelemiliaromagna.it
Gualtieri

Come sovente capitava in epoca comunale, dal XII secolo in avanti, la vita sociale si coagulò intorno alla chiesa di sant’Andrea. Dopo un periodo sotto la signoria degli Sforza, Gualtieri si trova in corrispondenza dell’argine del Po che segna il confine tra Emilia-Romagna e Lombardia, la cittadina passò sotto la signoria estense. Ad essa apparterrà sino al 1860, all’indomani dell’Unità d’Italia, salvo una pausa sotto il marchesato dei Bentivoglio, dal 1560 al 1635, che la resero un paradigma architettonico del tempo. Ulteriore prova della lungimiranza architettonica dei Bentivoglio si vede nella Piazza e nel Palazzo, che portano il loro nome e che richiamano l’epoca classica.

# Le architetture di Gualtieri

Credits: @villa_malaspina_gualtieri
Villa Malaspina Gualtieri

Pensata sia come piazza per la cittadinanza che come “balcone” per i Bentivoglio, la Piazza ed il Palazzo, pieno di affreschi, sono due dei centri della vita sociale e culturale del borgo. Il Palazzo Bentivoglio ospita il Teatro Sociale, costruito anch’esso sotto i Bentivoglio e, come la Piazza e il Palazzo, progettato dall’Argenta, architetto della corte estense. Il Teatro Sociale verrà ripensato in funzione dei suoi fruitori e completamente ricostruito nel 1907.

Un’altra gemma architettonica di Gualtieri è la Villa Torello-Malaspina-Guarienti. Sorge su di un luogo abitato sin dall’epoca romana e che ospitava anche il castello del Vescovo di Parma. La ricca famiglia dei Torello iniziò ad abitarla dal XVI secolo e, nel 1841, passò al Marchese Francesco Malaspina ed alla Contessa Laura Torello. Si tratta di un’altra struttura di Gualtieri che richiama l’antichità classica; il parco che ospita è un mirabile esempio di giardino all’inglese.

# La Gualtieri moderna: l’impronta di Antonio Ligabue

Credits: laliberta.info
Mostra di Ligabue

Gualtieri ha anche ospitato ed ispirato Antonio Ligabue, celebre pittore, dal 1919, quando fu espulso da Chiasso, sino alla sua morte, avvenuta nel 1965. Oggi, il paese lo celebra con un museo, ossia il Museo Documentario che porta il suo nome. Elio Germano, che ha interpretato il pittore in un film, è stato premiato con l’Orso d’Argento alla Berlinale di gennaio 2020.

 

Continua la lettura con: La gita più bella #37 – Il CASTELLO sul LAGO a forma di CUORE a due ore da Milano

ANTONIO ENRICO BUONOCORE

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

 

A portare via i RIFIUTI NON sono i CAMION: il METODO SVEDESE in due QUARTIERI di MILANO

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soloecologia.it - Raccolta pneumatica rifiuti

Un sistema nato oltre 60 anni fa in Svezia e diffuso oggi in molte città del mondo. Alcuni esempi, pur se in un contesto limitato e di iniziativa privata, sono presenti anche a Milano. Come funziona e i vantaggi rispetto alla raccolta su strada.

A portare via i RIFIUTI NON sono i CAMION: il METODO SVEDESE in due QUARTIERI di MILANO

# I primi test negli anni ‘60 in un piccolo ospedale

La raccolta pneumatica dei rifiuti nasce in Svezia nel 1961, con un primo test nel piccolo ospedale di Sollefteå per poi essere applicata in un contesto residenziale nel 1965, nel quartiere di Ör-Hallonbergen a Sundbyberg.

# Come funziona

green.it – Raccolta pneumatica

Questo sistema consente di raccogliere le spazzatura tramite l’utilizzo di una rete di tubi sotterranei, collegati su strada a dei piccolo bidoni. Una volta gettati all’interno dei bidoni, i rifiuti vengono risucchiati nei tubi sottoterra verso un sito di stoccaggio che li differenzia in rifiuti organici, del vetro, della carta e della plastica. Quando anche quest’ultimo è saturo tutto il contenuto viene trasportato in un centro raccolta fuori città tramite un getto d’aria della potenza di 70 chilometri orari.

# Oltre 1.000 impianti in diverse città del mondo: a Milano nei quartieri di Porta Nuova e Citylife

Credits Andrea Cherchi – Porta nuova dall’alto

Sono ormai oltre 1.000 gli impianti installati in diverse città del mondo. Tra queste Stoccolma, Londra e Barcellona, Parigi e New York, oltre che in Medio Oriente, Asia orientale, America settentrionale. Anche in Italia abbiamo alcuni esempi, anche se in un contesto limitato e nell’ambito di iniziative private. La prima applicazione di questo sistema è avvenuta nel 2014 nel quartiere di Porta Nuova a Milano, seguito poi dall’edificio Eurosky di Roma e negli anni successivi dal quartiere di Citylife.

# I vantaggi di questo sistema

arketipomagazine.it – Sistema di raccolta pneumatica

Il principale vantaggio della raccolta pneumatica dei rifiuti è il quasi azzeramento dei mezzi incaricati alla raccolta e al trasporto, in Svezia il numero è diminuito del 90 per cento, con conseguente meno traffico e emissioni inquinanti. A questo si aggiunge l’eliminazione dei cassonetti, cosa che a Milano è così da tempo, e il miglioramento delle condizioni igienico sanitarie che non sempre è garantito quando i rifiuti vengono lasciati per strada magari sotto il sole.

# Le difficoltà e i limiti alla sua implementazione

Uno dei limiti di questo sistema è la necessità di molta energia per farlo funzionare e che la sua introduzione è più fattibile in zone o quartieri della città in fase di progettazione rispetto ad aree delle città già densamente urbanizzate a causa degli onerosi investimenti richiesti. Un altro ostacolo alla sua implementazione è il danno che potrebbe provocare alle tubature sotterranee il trasporto di materiali come vetro e metallo, con inevitabili elevati costi di riparazione e manutenzione.

Continua la lettura con: E se PORTASSIMO a Milano i BYTTERUM DANESI? Ecco a cosa servono

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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#36 – La città della libertà di culto: le CHIESE ORTODOSSE a Milano

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A Milano è nata la civiltà occidentale. L’atto fondativo è stato l’Editto di Milano, quando Costantino ha sancito la libertà di culto in tutto l’impero. Da allora Milano ha mantenuto la sua storica tolleranza per ogni forma di professione di fede. In particolare, ospita numerose chiese di culto ortodosso. Alcune di grande interesse storico-culturale. 

La città della libertà di culto: le CHIESE ORTODOSSE a Milano

# L’Editto di Milano 

Credits: altervista.org – Editto di Milano

Fin dall’Editto di Milano (detto, non a caso, anche Editto di Tolleranza) dell’anno 313, Milano è stata accogliente anche dal punto di vista religioso.
Proprio in questo Editto, firmato a Milano, che all’epoca era la Capitale dell’Impero romano d’Occidente e seggio del più anziano tra i due Imperatori, ossia Costantino, fu sancita la libertà di tutti i cittadini dell’Impero di professare il proprio credo.

# La nascita dell’ortodossia: le differenze con la Chiesa Cattolica

Lo scisma del 1054 ha di fatto sancito e consolidato le differenze fra le due confessioni: in primo luogo, gli ortodossi, pur rispettando il Papa di Roma, hanno come massima autorità un Sinodo, ossia un’assemblea, di Patriarchi, ciascuno dei quali può rivendicare l’onorifico di “Santità”, e le decisioni vengono prese appunto dal Sinodo. Inoltre, dato che le confessioni ortodosse, con la notevole eccezione di quella greca seguono il calendario giuliano, il Natale ortodosso (che non contempla il presepe, ma condivide l’albero addobbato) si celebra il 7 gennaio e anche la Pasqua è celebrata in altra data rispetto, ad esempio, al rito cattolico.

Un’altra rilevante differenza è che per gli ortodossi lo Spirito Santo procede dal solo Padre, anziché dal Padre e dal Figlio, come nel rito cattolico, sicché adesso, durante le preghiere comuni, si recita un testo del Credo gradito ad entrambe le confessioni, risalente al V secolo e dunque precedente allo scisma.

Inoltre, alcuni aspetti dello spirito che secondo il rito cattolico si ottengono con l’esercizio e lo studio (quali l’esorcismo) per gli ortodossi sono carismi, ossia doni naturali, potenzialmente appannaggio di tutti.

Lo scisma, che nel 1054 creò anche reciproche scomuniche, fu sanato più di 900 anni dopo, nel 1965, quando Papa Paolo VI ed Atenagora, Patriarca di Costantinopoli decisero di comune accordo di “cancellare dal seno della Chiesa” la situazione precedente.
Inoltre, dal 1980, è attiva una commissione, interconfessionale e di respiro internazionale per il riavvicinamento della fede cattolica e quella ortodossa.

Da ultimo, nel 2013, detto “Anno Costantiniano”, per commemorare il 1700° anniversario dell’Editto, nell’ambito di una serie di eventi collegati a questa data importante, fu proprio Milano ad ospitare l’incontro del Patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo, con il Cardinale Angelo Scola.

# Le chiese ortodosse di Milano 

L’indipendenza delle Chiese ortodosse ha generato anche differenze nei riti e diverse sono le Chiese ortodosse che hanno edifici di culto anche a Milano: nello specifico si tratta di quella russa (che accoglie in sé anche la Chiesa ortodossa ucraina e moldava), di quella serba, di quella greca, di quella bulgara, quella romena, nonché quella armena, quella eritrea, quella etiope e la chiesa copta di Alessandria d’Egitto.
Tutte queste chiese si sono adoperate per la città e per integrarvi nel modo migliore possibile i loro fedeli. Eccone le tre forse più iconiche:

#1 Chiesa Ortodossa russa di San Nicola

In via S.Gregorio, nei pressi dell’incrocio con corso Buenos Aires, si trova la piccolissima chiesa russa di S.Nicola, metropolia di Longobardia e Aquileia. La chiesa è costruita all’interno dell’antico porticato bramantesco del lazzaretto di Milano, anche citato dal Manzoni. Si racconta che l’icona della madonnina ogni tanto pianga.

#2 Chiesa Ortodossa russa “Santi Sergio, Serafino e Vincenzo”

Forse la più celebre tra le chiese ortodosse di Milano. A due passi dal Duomo, la più grande chiesa gotica del mondo, si trova il suo opposto: la chiesa più corta di Milano. In via Giulini, all’angolo con via Porlezza, c’è la parrocchia ortodossa dei santi Sergio, Serafino e Vincenzo. Dietro la facciata alta 12 metri, si trova un locale di soli 72 mq, con l’altare, separato da una iconostasi, sulla destra rispetto al portone d’ingresso.

Si tratta di una chiesa tagliata in due: è infatti la parte superstite di una chiesa benedettina che in origine era molto più lunga ma è stata poi demolita. La chiesa è stata presa in affitto dalla comunità ortodossa russa che negli anni novanta l’ha ricostruita e, da allora, ospita i fedeli del culto orientale. Nell’interno si trovano degli affreschi di Aurelio Luini, risalenti al Cinquecento.

#3 Chiesa Greco-Ortodossa Santa Maria Podone 

 

Una delle più antiche chiese di Milano, fondata durante il nono secolo. La chiesa ha questo nome perché il terreno sulla quale venne edificata fu donato da un nobiluomo milanese, un certo Vuerolfo detto Pedone o Podone. Dal 13 ottobre 2012 ospita la Chiesa Ortodossa d’Italia. Al suo interno conserva ancora in ottimo stato gli affreschi quattrocenteschi raffiguranti l’Incoronazione della Vergine e la Crocifissione di Gesù.

Continua la lettura con: Luogo nascosto #37 – ASSIANO: il quartiere “fantasma” che è ancora campagna

ANTONIO ENRICO BUONOCORE

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LINEA 73: va RIPRISTINATA?

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Linea 73

Le proteste di oltre 200 cittadini durante la Commissione consiliare Mobilità, Ambiente, Verde-Animali per il ripristino integrale della linea di bus da Linate al centro città. Le motivazioni alla base della richiesta e gli interventi fattibili per migliorare il servizio.

LINEA 73: va RIPRISTINATA?

# Dopo il prolungamento della M4 a San Babila è stata soppressa la linea bus 73, ma l’asse servito è un altro

Tracciato Centro-Est linea M4

La linea M4 è stata progettata per collegare da ovest a est la città ma soprattutto il centro con l’Aeroporto di Linate e quando ha inaugurato la stazione di San Babila il collegamento in superficie servito dalla 73 è stato soppresso.

Linea 73

Una decisione per molti inspiegabile dato che il tracciato della metropolitana segue solo in parte quello della ex linea 73, correndo nell’asse più nord di Corso Concordia-Viale Argonne invece che su Corso XXII Marzo-Viale Corsica, e ne condivide solo il capolinea in centro e il tratto da Via Mazzucottelli fino a Linate lungo Viale Forlanini.

linea 973

La 973, la linea che la sostituisce oggi, percorre Viale Forlanini partendo da Piazzale Ovidio, quindi appena dopo la ferrovia.

# Le proteste di oltre 200 milanesi e residenti dell’hinterland

milanopost.info – Comitati in commissione consiliare

Per questo motivo le proteste dei cittadini residenti nell’area attorno a Corso XXII Marzo e Viale Corsica, oltre di quelli che provengono da fuori Milano, non si sono fatte attendere. Più di 200 persone erano presenti alla Commissione consiliare Mobilità, Ambiente, Verde-Animali tenuta al centro Kolbe per la prosecuzione del tavolo di lavoro sulla linea ex 73. Le parole di Sebastiano Gravina, presidente del Comitato di quartiere XXII Marzo: “Noi vogliamo il servizio com’era prima, con il ripristino della linea 73 e 73 barrato. La 73 è il mezzo più valido per trasportare la gente dal centro all’aeroporto, chi ha preso la decisione di sopprimerla non conosce il territorio e il suo tessuto sociale. Sul percorso della linea ci sono strutture sanitarie, quattro scuole, tre asili, centri disabili e questa scelta ha danneggiato fortemente anche tutte le attività commerciali. È una cosa scandalosa e vergognosa che qui non ci siano i diretti responsabili”.

# Corse poco frequenti e obbligo di cambio di mezzi per arrivare in centro

Tra i problemi della soppressione della 73 ci sono corse che saltano e ritardi. Non basta nemmeno il prolungamento della linea 973, per giunta ottenuto sempre dopo le proteste dei residenti. Una cittadina spiega la situazione: “Ci sono corse che saltano e attese infinite”. Un’altra aggiunge: “Le corse della vecchia 73 erano molte più numerose come orari. Adesso con la 973 ce ne sono solo due all’ora. Per noi che abitiamo nell’ hinterland è stato un disastro. La 73 e la 73 barrata servivano anche i comuni limitrofi di Segrate e Peschiera. Oggi Milano è raggiungibile solo in taxi o con cambio di mezzi, cosa non possibile per le parti più deboli della popolazione.” Per arrivare in centro non esiste un collegamento diretto con il trasporto pubblico di superficie e quindi anche chi arriva da fuori Milano è costretto a cambiare mezzi e attendere molto più tempo.

# Assenti i referenti di Atm e l’Assessore alla Mobilità Arianna Censi

Credits: it.blastingnews.com

L’assenza di referenti Atm e dell’Assessore alla Mobilità Arianna Censi, a causa di altri impegni, non ha fatto altro che alimentare le proteste dato che dopo la commissione online del 6 settembre ci sarebbe dovuto essere un tavolo di lavoro a novembre, del quale i comitati non hanno più avuto notizie. Per questo motivo la richiesta di una seconda convocazione urgente. Cecilia De Santis del Comitato XXII Marzo a margine dell’incontro: “L’assessore Censi e i vertici di Atm che hanno preso questa decisione sciagurata non si sono presentati. Però l’ampia presenza che abbiamo avuto oggi è la dimostrazione del fatto che ci sono parecchi cittadini che sono molto arrabbiati e stanchi di vivere questa situazione.”

# La soppressione della linea per problemi di bilancio

Alla base della soppressione della linea 73 e 73 barrato ci sono problemi di bilancio. A confermarlo anche il consigliere del Municipio 4 Davide Borghi che ipotizza gli interventi possibili sulla nuova linea 973 escludendo il ripristino della vecchia linea: “Noi siamo con i cittadini, ci muoviamo come loro. Riteniamo sia opportuno il ripristino di una parte della linea ma, se vogliamo essere realistici, non penso che ci sia possibile il ripristino della 73. I tecnici e l’amministrazione ci dicono che è impossibile per questioni legate al bilancio. Lo scenario migliore è il ripristino fino almeno ai Tre ponti con un interscambio che funzioni veramente con il tram 27 e vedremo se si potrà arrivare altrove, magari fino al parco Formentano e magari più in là”.

Fonte: milanopost.info

Continua la lettura con: STRANEZZE e CONTRADDIZIONI irrisolte della METRO di Milano

FABIO MARCOMIN

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#37 – Il CASTELLO sul LAGO a forma di CUORE a due ore da Milano

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credits: @passioneviaggi1 Lago a forma di cuore*

Lasciate ogni preoccupazione, o voi che entrate…”, è così che si presenta il paese di Castellaro Lagusello, frazione di Monzambano in provincia di Mantova.  Se si vuole entrare in un’altra dimensione, ai tempi passati e al relax assoluto, infatti, il borgo che si specchia nel suo magnifico lago dalla forma di cuore è perfetto.  A far da padroni in questo borgo, come è possibile dedurre dall’origine del nome “castellaro”, ovvero recinto fortificato, e “lagusello”, cioè laghetto, sono il castello e il lago dalla forma particolare.

Il CASTELLO sul LAGO a forma di CUORE a due ore da Milano

# Un po’ di storia…

Credits: borghipiubelliditalia.it
Castellaro Lagusello, Mantova

Il castello è stato costruito su una collina intorno al 1200 dalla famiglia degli Scaligeri. Grazie alla sua posizione strategica, fu conteso per molto tempo dalle città di Verona e di Mantova, fino a quando la Serenissima Repubblica di Venezia riuscì ad appropriarsene. Dalla funzione principalmente difensiva, l’edificio, a cui si accedeva tramite un ponte levatoio, era circondato da imponenti mura merlate e da dieci torri. Ad oggi parte delle mura e delle torri sono ancora presenti, tra queste vi è sicuramente, nell’area settentrionale, l’alta torre quadrata detta dell’Orologio. Indubbiamente il castello è l’edificio più affascinante del paese, ma l’ottocentesca Villa Arrighi-Tacoli, che rappresenta la trasformazione del castello feudale insieme alla chiesetta di San Giuseppe, è un’ottima concorrente. La particolarità di questa villa è sicuramente quella che ha ospitato alcuni pilastri della storia europea, quali Napoleone I e Napoleone III.

# Castellaro Lagusello e il laghetto degli innamorati

Credits: @marin_n_ka77
Castellaro Lagusello, Mantova

Inserito in un’atmosfera bucolica, quasi virgiliana, il laghetto, che rappresenta letteralmente il “cuore” del borgo lombardo, fa parte di una riserva naturale gestita da Parco del Mincio. Circondata dalle colline moreniche, la zona in cui si inserisce Castellaro Lagusello, in passato, era probabilmente una dei più importanti siti palafitticoli dell’Italia. Tornando però al nostro lago dalla forma particolare, è abbastanza intuitivo il motivo per cui il borgo qui descritto è considerato meta romantica e soprannominato “il borgo degli innamorati”. La sua forma di cuore rende l’intero paese ancora più suggestivo e affascinante di quello che fanno le sue mura antiche e gli edifici in pietra.

*Rettifica: nell’immagine di copertina il Lagh de Valvaresc, nell’alta Val Calanca (Cantone dei Grigioni, Svizzera)

Continua la lettura con: La gita più bella #38 – Il “piccolo CAMMINO di SANTIAGO italiano”: più breve ma molto più impegnativo dell’ORIGINALE

BEATRICE BARAZZETTI

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#37 – ASSIANO: il quartiere “fantasma” che è ancora campagna

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Cascina di Assiano

Oltre la Tangenziale, oltre quelli che sembrano i confini di Milano all’estrema periferia occidentale esiste una località rurale, fatta in gran parte di casali in decadimento, che fa ancora parte del comune di Milano. 

ASSIANO: il quartiere “fantasma” che è ancora campagna

Assiano in origine era un esteso borgo cascinale con numerose case rustiche piene di finestrelle, la cui parte centrale fu abbattuta per fare spazio a un ampio piazzale su cui si affacciava un’osteria e diverse botteghe artigiane a servizio delle attività agricole e degli abitanti del borgo. Ha mantenuto la sua atipicità anche ora che fa parte dei confini amministrativi di Milano. Anche se sembra una vera e propria isola in mezzo alla campagna che solo pochi milanesi conoscono e che ancor meno hanno visitato. Andiamolo a scoprire. 

Ph. @federico_cantoro IG

# Le origini romane in una lapide scolpita ora al Castello Sforzesco

Il borgo pare abbia origini romane e infatti nel museo archeologico del Castello Sforzesco c’è una lapide romana con scolpito AXILIANUM, appunto Assiano in latino, rinvenuta proprio nel territorio di Baggio di cui il complesso rurale fa parte.

In una sentenza del novembre 1045 ed in un’altra successiva dell’ottobre 1046, Azzano, marchese e conte di Milano riconosce alla Basilica del Capitolo di Sant’Ambrogio di Milano il possesso di alcuni beni in Axiliano (toponimo precedente), già appartenenti ad un certo Arderico de Muzano (Muggiano).

Nel 1841 il comune di Assiano fu aggregato a quello di Muggiano, a sua volta annesso a Baggio nel 1869. Alla fine, nel 1923 anche il comune di Baggio fu soppresso e annesso alla città di Milano.

assiano
assiano

# Dagli Agnelli ai Feltrinelli, i proprietari terrieri più potenti di Assiano

L’azienda più grande, del secolo appena trascorso, con un’estensione di 120 ettari era della famiglia Agnelli, che costruirono la propria casa padronale predisponendo la cantina per sfruttare l’omeotermia dell’acqua di risorgiva del fontanile San Martino per la conservazione e stagionatura delle derrate alimentari (formaggi freschi, del burro). Nel 1946 gli Agnelli l’hanno venduta alla famiglia di industriali Feltrinelli, diventata poi di proprietà dell’Aler.

I resti di una “casera”, un caseificio funzionante fino agli anni ’50, per la trasformazione del latte prodotto in cascina, sono ancora visibili nella corte di proprietà di ALER.

Cascina di Assiano

# I tre fontanili usati per irrigare i campi agricoli di Assiano

Nel territorio di Assiano sono presenti tre fontanili: il “Curora” o Fontanile di Monzoro, questo fontanile con tre sorgenti ubicate a nord della cascina Molinetto di Monzoro, nell’ex comprensorio Italtel di Castelletto di Settimo Milanese, l’Orenella ed il Branzino, localizzati a sud del borgo cascinale e con la testa di fonte nel territorio di Monzoro.

Continua la lettura con: Luogo nascosto #38 Le tre STRANEZZE di via Porlezza, la strada più bizzarra di Milano

FABIO MARCOMIN

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Inaugura MERLATA BLOOM, il centro commerciale dei record: all’orizzonte anche la STAZIONE della CIRCLE LINE (Rendering)

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Milano sterza a Ovest. Il nuovo polo tecnologico di MIND avanza e si inaugura il grande polo di attrazione di Merlata: Bloom, il centro commerciale dei record. Accelera anche il progetto di connessione con la circle line. Ma facciamo un passo alla volta. 

Inaugura MERLATA BLOOM, il centro commerciale dei record: all’orizzonte anche la STAZIONE della CIRCLE LINE (Rendering)

# Merlata Bloom: un’inaugurazione da record con il fast food vegano di Di Caprio e Lewis Hamilton

Andrea Cherchi

Mercoledì 15 Novembre 2023. Il D-Day di Merlata Bloom, il nuovo Mega Centro Commerciale di 70mila metri quadrati del quartiere nascente di Milano. L’inaugurazione ha luogo con tre giorni di festa con musica e spettacoli. Il supermall nei pressi dell’Autostrada dei Laghi e di MIND ha numeri da record: ospita 210 negozi, 43 ristoranti, oltre a un superstore Esselunga. Il Merlata Bloom è aperto dalle 9 alle 22 tutti i giorni: all’interno è presente anche il multisala Notorious, aperto fino a tarda sera. Tra le novità proposte c’è anche Neat Burger, il fast food vegano di Leonardo Di Caprio e Lewis Hamilton. 

Merlata Bloom è anche un gigantesco motore di occupazione: sono state assunte circa 1.000 persone. Ancora scoperte quasi 300 posizioni in negozi e ristoranti, in particolare si cercano cuochi, pizzaioli, camerieri, banconisti. Per la consacrazione definitiva del quartiere a questo punto manca un solo tassello: la nuova stazione della Circle Line. Anche su questo fronte ci sono novità. 

# La nuova stazione MIND – Merlata si fa sempre più vicina

credits: @mindmilano

A fine settembre 2023 si è fatto un passo decisivo per la realizzazione della nuova stazione del Passante Ferroviario MIND-Merlata. 

Il Collegio di Vigilanza dell’Accordo di Programma Cascina Merlata (di cui fanno parte Regione Lombardia, Comune di Milano, Città Metropolitana di Milano, Comune di Pero, EuroMilano SpA) ha destinato 14 milioni di euro di oneri di urbanizzazione al potenziamento del sistema di trasporto pubblico del quadrante nord ovest di Milano. Grazie a questo finanziamento possono finalmente partire la progettazione e la realizzazione della nuova stazione MIND-Merlata. Esistono anche immagini in anteprima di come sarà la futura stazione. 

# Le prime immagini della nuova stazione della Circle Line di Merlata-MIND

Nuove stazioni circle line Milano MIND-Merlata e Milano Stephenson

Come riportato dal blog Urbanfile lo studio 3TI Progetti, che ha firmato un nuovo contratto con Arexpo per la progettazione di fattibilità tecnica ed economica della nuova stazione “Milano MIND-Merlata” lungo la ferrovia Milano-Domodossola, ha rilasciato le prime immagini della futura fermata.

Verrà realizzata tra le stazioni di Milano-Certosa e Rho Fiera Milano e andrà a servire il nuovo quartiere di Cascina Merlata con annesso nuovo mall commerciale, e MIND, il nuovo centro dell’innovazione di Milano in costruzione sui terreni che hanno ospitato l’Expo 2015. La stazione sorgerà sotto il cavalcavia pedonale “MIC” – Passerella MIND-Cascina Merlata e sarà inserita nel percorso della futura Circle Line.

Leggi anche: In costruzione la PRIMA STAZIONE della futura CIRCLE LINE

# I rendering della futura fermata “green” 

La struttura della stazione è stata pensata in metallo bianco, per integrarsi con la vicina passerella ciclopedonale, e come mostrano le immagini dovrebbe venire ricoperta di rampicanti e circondata da alberi. I rendering rilasciati dallo studio di progettazione si riferiscono però solo alla porzione di manufatto che si collega alla passerella, mentre a metà della stessa dovrebbe essere costruito l’edificio della stazione vero e proprio con annesse piattaforme e banchine dei treni.

Circle line Milano
Credits: Comune di Milano – Tracciato Circle line Milano prima dell’aggiunta delle nuove stazioni

Quando entrerà in funzione, la fermata MIND-Cascina Merlata sarà dedicata al servizio delle linee suburbane e della futura Circle Line con partenza da Rho Fiera e capolinea a sud ovest nella stazione di San Cristoforo FS.

Fonte: Urbanfile

Continua la lettura con: CIRCLE LINE: tutta la verità sul progetto più sognato dai milanesi

MILANO CITTA’ STATO

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Il VILLAGGIO OLIMPICO e la rinascita di MILANO SUD

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Credits: Skidmore, Owings & Merrill

Una stazione ferroviaria in degrado, locali che aprivano e chiudevano dall’oggi al domani, una distilleria abbandonata da anni in una strada frequentata principalmente da prostitute e clienti. L’area a sud di Porta Romana con il baricentro a Piazzale Lodi da qualche anno sta vivendo una rinascita urbana e architettonica come poche altre zone a Milano e che continuerà per diversi anni ancora. 

Dall’antica distilleria riqualificata con Fondazione Prada che ha preso il suo posto, il progetto Symbiosis che ha visto Fastweb e Louis Vuitton insediare il loro quartier generale, a cui seguirà Moncler poco più a sud vicino all’ICS International School inaugurata da un paio di anni. A questo si aggiunge un altro tassello forse ancora più importante, quello del Villaggio Olimpico protagonista delle Olimpiadi Invernali 2026 e del futuro quartiere di Scalo Romana.

Il VILLAGGIO OLIMPICO e la rinascita di MILANO SUD

#I giochi olimpici invernali di Milano-Cortina 2026

Futura, il logo ufficiale delle Olimpiadi 2026

Milano-Cortina 2026 sarà la quarta edizione dei Giochi Olimpici a svolgersi in Italia, l’ultima volta fu a Torino nel 2006, dal 6 al 22 febbraio 2026. Un evento sportivo di impatto mediatico planetario con gare a Milano, Assago, Rho, Bormio, Litigoni, Predazzo, Rasun-Anterselva e Tesero, che, come successo per l’edizione torinese, potrebbe dare un’ulteriore spinta allo sviluppo di quest’area della città e non solo.

# Un progetto proiettato verso il futuro

Skidmore, Owings & Merrill Vista aerea lato Ripamonti Villaggio Olimpico

Incaricati dello sviluppo del progetto di riqualificazione dell’ex scalo di Porta Romana sono Coima, Covivio e Prada Holding. Al suo interno spicca il Villaggio Olimpico, come da progetto vincitore dello studio americano Sonìm, Skidmore Owings & Merril, composto da sei edifici a stecca, di altezze diverse.

 

Il cantiere procede secondo i tempi previsti, anzi in anticipo di 3 mesi, con completamento delle strutture in elevazione a inizio 2024 e consegna a luglio del 2025 alla Fondazione di Milano Cortina. Tra le strutture preservate e riqualificate c’è l’edificio “Basilico”, un tempo a servizio dei lavoratori dello scalo, mentre quello di fronte che fungeva da deposito è previsto che venga ricostruito sull’impianto originale realizzando una corte interna nella parte centrale attraverso uno sfondato della copertura.

Leggi anche: Il CANTIERE del VILLAGGIO OLIMPICO: le IMMAGINI dall’interno

#Il lascito delle Olimpiadi

Skidmore, Owings & Merrill – Olympic Village Plaza

Al termine dell’evento il Villaggio Olimpico diventerà il più grande studentato d’Italia realizzato in Edilizia Residenziale Sociale con 1.700 posti letto. Si prevedono diverse aperture di spazi coworking, l’Olympic Village Plaza, il fulcro di questa parte del futuro quartiere di Scalo Romana, prevede negozi e spazi dedicati all’organizzazione di mostre e di mercati.

Leggi anche: OLIMPIADI a MILANO: le 7 opere da MEDAGLIA d’ORO

# Un nuovo parco, una foresta sospesa e percorsi ciclopedonali di ricucitura di due zone oggi divise dai binari

Masterplan Scalo Romana

Oltre all’area destinata alle Olimpiadi Invernali anche la restante porzione dell’ex scalo merci è stata ripensata nel masterplan. Al centro un nuovo parco cittadino di circa 100mila mq parzialmente a copertura dei binari, a formare una specie di piccola collina. Nell’asse longitudinale sempre al centro trova spazio una sorta di “High Line”, a nascondere alla vista i binari alle due estremità dell’ex scalo, con una foresta sospesa e panchine dove fermarsi a osservare dall’alto il nuovo quartiere. Previsti anche altri edifici ad uso residenziale, commerciale e uffici, 400 parcheggi interrati e in superficie a servizio del quartiere e il ritorno del Piazzale Lodi alla originaria forma ellittica, con allargamento e riqualificazione del marciapiede lato uscite della metropolitana. L’area di intervento complessiva è di circa 190mila mq.

A ricucire due zone oggi separate, il quadrante di Porta Romana della movida e dei negozi e la zona più a sud che si spinge verso il Corvetto, nel masterplan realizzato da Outcomist, Diller Scofidio + Renfro, PLP Architecture e Carlo Ratti Associati e ARUP sono stati progettati percorsi ciclopedonali che attraversando l’ex scalo conducono da Via Brembo e Via Lorenzini a Viale Isonzo e quindi al trittico di strade attorno a Piazza Trento.

# La riqualificazione della stazione di Porta Romana

Aoumm – Rendering stazione Porta Romana

A completare il tutto la riqualificazione entro la fine del 2025 della Stazione di Porta Romana, sulla base del progetto dello studio AOUMM. Si prevede il suo mantenimento nella posizione attuale, con un sistema integrato di accessibilità ciclopedonale con la stazione metropolitana M3 Lodi, il rifacimento le pensiline di copertura, la costruzione di ascensori e la ristrutturazione del vecchio edificio viaggiatori in stile modernista decò.

Leggi anche: Le PROSSIME FERMATE in arrivo sulla CIRCLE LINE di Milano: il punto sui lavori

Continua la lettura con: I 18 GRANDI PROGETTI di RIGENERAZIONE che TRASFORMERANNO MILANO e il suo hinterland

Articolo originale di MICHELE LAROTONDA aggiornato dalla redazione

copyright milanocittastato.it

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L’OASI con CASCATE e i LAGHETTI GEMELLI a un’ora da Milano

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moira_mammaditrefiglimaschi

Un tempo usata come cava per il vicino cementificio, oggi una splendida oasi naturale.

Milano-Oasi di Baggero

L’OASI con CASCATE e i LAGHETTI GEMELLI a un’ora da Milano

# Da cava di estrazione a oasi naturale

simonbrazzi93 IG – Laghetti oasi di Baggero

In passato era utilizzata come miniera per estrarre la marna destinata a rifornire il vicino cementificio di Merone, oggi è un’oasi naturale dove rilassarsi e praticare sporta all’aperto. L’Oasi di Baggero, in provincia di Como, si estende su una superficie di 225.000 metri quadrati tra i comuni di Merone, Monguzzo, Lurago d’Erba e Lambrugo. Perfetta per un’escursione in ogni stagione dall’anno e adatta a tutti, bambini compresi. C’è persino un ostello, una struttura nuova ed eco-compatibile da 25 posti letto, per chi vuole trascorrere più giorni all’interno dell’oasi oltre a tavoli e panchine per il pic-nic.

# I laghetti gemelli e il percorso ad anello ciclo-pedonale

ali_icee IG – Oasi di Baggero

L’oasi si caratterizza per due laghetti gemelli artificiali, un tempo cave, attorno ai quali si snoda un percorso ad anello ciclo-pedonale con torrenti e piccole cascate percorribili anche con i passeggini. I sentieri dell’oasi sono indicati da cartelli in legno che riportano le direzioni verso i punti principali, tra cui l’altavia dove poter godere di una vista panoramica dell’Oasi di Baggero.

simonbrazzi93 IG – Oasi di Baggero

Ci si può anche addentrare nella natura salendo sui ponticelli dentro il parco per osservare gli uccelli acquatici. Presente anche un’area giochi per arrampicarsi in sicurezza pensata per i più piccoli.

# Gli angoli più suggestivi

moira_mammaditrefiglimaschi IG – Oasi di Baggero

Tra gli angoli più suggestivi da fotografare troviamo la parete rocciosa adiacente a uno dei due laghetti, le cascate e il sasso panoramico, da dove ammirare una splendida vista sui monti e sui paesaggi circostanti.

Fonte: Quicomo

Continua la lettura con: La “PORTOFINO del lago di GARDA”

FABIO MARCOMIN

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Che ci fanno TRAM e BUS milanesi in mezzo a un BOSCO della Liguria?

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credits: ascosilasciti.com

Foto copertina: Davide Calloni – ascosilasciti.com

La spiegazione c’è e ha dell’incredibile.

Che ci fanno TRAM e BUS milanesi in mezzo a un BOSCO della Liguria?

# Due tram e due autobus

credits: foto Davide Calloni – ascosilasciti.com

Immersi nella vegetazione, tra edera e rovi, si nascondono due tram e due bus abbandonati. Guardando meglio, si scopre che si tratta di due motrici tranviarie interurbane milanesi (n. 111 e 112) nonché due autobus, uno urbano, FIAT 411, sempre di provenienza milanese, e uno genovese, il vecchio 62 XX dell’azienda AMT. La loro presenza nel bosco ligure è decisamente fuori posto, tuttavia c’è una ragione.

# Un locale molto alternativo. Forse troppo

credits: Il Sottosuolo di Genova e oltre. Ricerca E Studio, PH. Luciano Rosselli

Patrizia Vian, insieme al marito Joseph Bonfanti vollero aprire, in un bosco appena sopra a Rapallo, quello che negli anni ’90 diventò uno dei locali più frequentati e incredibili del Levante. Ma non era un semplice locale. Per poter aggirare la legge che vietava di edificare qualsiasi tipo di edificio in questi terreni, i due proprietari trovarono una soluzione geniale: usare i due autobus e tram come “immobili”. L’idea nacque frequentando eccentrici locali francesi che diedero l’ispirazione necessaria per realizzare un locale in stile bohémien.

# Il CAPOLINEA: cibo e musica nel mezzo della natura

credits: corfole.it

I mezzi vennero riadattati, stabilizzati su rotaie e trasformati. I due tram vennero adibiti a ristorante, un autobus come cucina e il rimanente fungeva da magazzino. Così, nasce “Il Capolinea”, un locale di nicchia dove la particolarità non era solo il ristorante, ma anche la sala esibizioni con musica di ogni genere dal vivo. Dal 1990 al 1995, contro ogni previsione, la fama di questo locale crebbe esponenzialmente, artisti emergenti e band internazionali facevano a gara per potersi esibire. Anche il figlio di John, dei Beatles, si recò in questo caratteristico locale per godersi una serata a ritmo di musica.

# Non sempre c’è il lieto fine

credits: foto Davide Calloni – ascosilasciti.com

Si sa, a volte la fama dà alla testa. La gloria cresceva e così anche i “rumors”, le leggende sul suo conto. Come quella che i tram “fossero stati portati direttamente in elicottero o che fossero stati costruiti da un gruppo di collezionisti fanatici imitando fedelmente i modelli originali”, scrive David Calloni nel suo articolo.
Allo stesso tempo iniziarono ad accumularsi tutte le lamentele, per i rumori e gli schiamazzi, che sfociarono con visite e numerosi controlli da parte dei Carabinieri, senza mai trovare nulla di punibile. Poi, nel 1996 durante uno dei soliti controlli, la licenza del locale venne ritirata una volta per tutte per il “pavimento dei tram non a norma” e il locale venne abbandonato.

Il Capolinea è ancora lì, ma il suo è stato un triste declino. Pesantemente vandalizzato dopo anni di abbandono, purtroppo si è trasformato in una discarica abusiva e parte del suo contenuto è stato smantellato.

Continua a leggere con: Il PAZZO PROGETTO in Italia di trasformare un AEROPORTO in un RISTORANTE: ecco che fine ha fatto

SELENE MANGIAROTTI

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I LOCALI per una CENA VIP a Milano

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giuliagaudino IG - Al Bolognese

Dove vanno a mangiare i vip a Milano? 

I LOCALI per una CENA VIP a Milano

# Penelope a casa in Ripamonti: elegante e raffinato (avvistati De Martino e Argentero)

whosdaf IG – Penelope a casa

Ristorante elegante e raffinato che colpisce visivamente all’ingresso per via del bancone che accoglie chi entra. Soffitti alti, altissime scaffalature e lampadari in cristallo. Elegante e raffinato anche il dehor esterno, appartato, intimo e ricco di piante. Qui sono passati Stefano De Martino, vi fa tappa spesso Luca Argentero, modelle e influencer. Il menu spazia dalla carne al pesce, è raffinato e ben curato. Si può anche fare colazione sia dolce che salata.

# La Briciola in via Marsala 1: atmosfera festosa e cucina mediterranea (Gerald Butler e John Travolta)

petits.plaisirss IG – La Briciola

Questo elegante ristorante da 40 anni è il punto di riferimento per i milanesi. Propone una cucina mediterranea prevalentemente a base di pesce ed è spesso meta prescelta dai vip per una sosta culinaria di qualità. Da Gerard Butler a John Travolta o ad altri vip ed influencer nostrani, qui si viene perché si mangia e si beve bene in una atmosfera rilassante e festosa.

# L’angolo di casa in viale Piave 17: per mangiare come a casa (Bolle e Boldi)

angolodicasa.milano IG

Questo ristorante propone una cucina eminentemente mediterranea, soprattutto di pesce ma che strizza l’occhio anche ai piatti di carne soprattutto quelli tipici della cucina milanese come la costoletta. Vi fa tappa Gigi D’Alessio quando sosta a Milano, recentemente è stato qui Roberto Bolle, ci andava l’indimenticato Vialli e vi si reca spesso anche Massimo Boldi. Per mangiare bene sentendosi a casa. 

# Dal Bolognese in via Amedei 8: la buona cucina emiliana (Ferragnez)

giuliagaudino IG – Al Bolognese

La buona cucina bolognese a Milano. Raffinato locale all’interno di Palazzo Recalcati, questo ristorante propone una cucina tradizionale made in Emilia Romagna a base di culatello, tagliatelle alla bolognese, cotoletta alla bolognese e, soprattutto, il carrello dei bolliti misti. Qui si reca, spesso la famiglia Ferragni, o se preferite dei Ferragnez, per festeggiare compleanni, ricorrenze ed eventi di ogni genere. 

# Ta Hua in via Fara 15: cucina di Hong Kong di tendenza (Maldini e Leotta)

ayeshaalhazza IG – Ta Hua

Ristorante di Hong Kong alla moda. Questo ristorante propone tutti i piatti della tradizionale e autentica cucina made in Hong Kong. Ed ecco spaghetti di soia, dim sum, una sorta di raviolo e tondo ripieno di carne o pesce, zuppe di carne o pesce e, per chi lo preferisce, è disponibile anche il menù senza glutine. Qui tra gli altri, sono stati Ambra Angiolini, Diletta Leotta, Paolo Maldini. 

# Bice Milano in via Borgospesso 12: ristorante storico e glamour (Di Caprio e Chastain)

Credits bicemilano IG – Bice

Ristorante storico e glamour a pochi passi dal Quadrilatero della Moda che continua con successo a scrivere la storia della ristorazione milanese dal 1926. Intimo ed accogliente, offre una cucina variegata di carne o pesce con uno sguardo particolare rivolto alla cucina toscana, ma, senza tralasciare i piatti tipici della tradizione milanese come l’ossobuco con risotto. Leonardo Di Caprio, Julia Roberts, il rapper Ghali o Jessica Chastain tra i nomi dei molti vip che sono passati da qui.

Continua la lettura con: FASHION FOOD: i CIBI più TRENDY a MILANO

ALESSANDRA GURRIERI

copyright milanocittastato.it

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#38 – Il “piccolo CAMMINO di SANTIAGO italiano”: più breve ma molto più impegnativo dell’ORIGINALE

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Il sentiero di San Vili, che collega Madonna di Campiglio a Trento, è stato soprannominato “il piccolo cammino di Santiago italiano”. Andiamo a scoprirlo insieme.

Il “piccolo CAMMINO di SANTIAGO italiano”: più breve ma molto più impegnativo

# Si trova in Trentino ed è lungo 100 km: è il percorso che affrontò San Vigilio nel ‘400

Il sentiero di San Vili è un percorso di oltre 100 km che dalla Valle dell’Adige arriva alle Dolomiti. Prende il suo nome dal santo Vigilio, vescovo e martire di Trento, che per primo affrontò nel ‘400 questi piccoli sentieri nella sua opera di evangelizzazione. Il santo era molto amato e, a testimonianza del suo passaggio, il percorso è costellato di chiese e cappelle dedicate a lui.

Il sentiero è stato aperto ufficialmente nel 1988 dalla Società Alpinisti Tridentini, ed è stato diviso in 6 tappe, ognuna delle quali può essere considerata come un’escursione completa.

# Tappa 1: si parte da Trento per i laghi di Lamar

credits: @camminosanvili

Se si parte da Trento il cammino inizia nella località di Vela, 200 metri di altitudine, per arrivare ai Laghi di Lamar, sotto al Monte Paganella. La tappa finisce a Covelo, a 930 metri sul livello del mare.

# Tappa 2: le gole del Sarca

credits: visittrentino.info

La seconda tappa va da Covelo a S. Lorenzo in Banale. Lungo il percorso si trovano numerose chiese e santuari ma non solo, ci sono anche paesaggi stupendi, come le Gole del Sarca, un canyon naturale tutto da ammirare.

# Tappa 3: il villaggio fantasma

La terza tappa è quella più dark. Si parte da S. Lorenzo in Banale e si arriva ad Irone (Airone), un villaggio che fu abbandonato durante la peste del 1630.

# Tappa 4: si sale in quota

cima durmont. Credit: @elielieli23 (INSTG)

La quarta tappa va da Airone a Passo Daone (Prà de l’Asen) dove ci si può godere la bellezza intatta della natura e l’ebbrezza della quota, visto che si arriva a 1.300 metri di altitudine.

# Tappa 5: il luogo del martirio

credits: @campigliodolomiti

La quinta tappa è un sali-scendi che va da Passo Daone a Pinzolo. Si deve scendere lungo la Val Rendena, poi dal ponte di Vigo si risale la valle fino a Fisto ed infine si raggiunge la pieve di San Vigilio, che secondo la tradizione dovrebbe essere il luogo del martirio del Santo.

# Tappa 6

credits: @cammini_ditalia

L’ultima tappa va da Pinzolo a Madonna di Campiglio.

Piccola curiosità: il sentiero non è nato con lo scopo del pellegrinaggio anche se molti lo hanno fatto con questo intento. Negli ultimi anni ha attirato sempre più persone tanto da portare alla creazione di un sentiero alternativo per i più esperti e uno con meno dislivelli per i principianti.

Continua la lettura con: La gita più bella #39 – ANNONE di BRIANZA: i SEGRETI della regina lombarda delle CASE VACANZA

ANDRA STEFANIA GATU

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#38 – Le tre STRANEZZE di via Porlezza, la strada più bizzarra di Milano

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Ph. @milano_backwards IG

Via Porlezza è una strada breve e stretta tra piazza Cairoli a via Dante. E’ una delle vie più curiose di Milano per via di tre stranezze alquanto bizzarre. Foto cover: @milano_backwards IG

Le tre STRANEZZE di via Porlezza, la strada più bizzarra di Milano

#1 All’angolo con via Giulini si trova la Chiesa più “Corta” di Milano.

#2 Poi c’era un piccolo anfiteatro, in abbandono e poco considerato, che veniva utilizzato come ritrovo collettivo dalla comunità russa, dopo la funzione domenicale.

Demolito nel 2021, al suo posto è stata realizzata una piazzetta con pavimentazione composta da ciottoli di fiume per la classica rizzata lombarda e piantumate 4 alberature di ciliegi da fiore.

Urbanfile – Piazzetta Porlezza

#3 Infine c’è anche una casa tagliata a metà in orizzontale, nella parte più alta. Sull’ingresso principale è visibile il numero civico, dalle sbarre del cancello si può osservare l’interno, oggi un parcheggio privato e poco curato.

La casa un tempo era abitata e durante la guerra è stata bombardata lasciandola nelle condizioni in cui si trova oggi.

# Anche Porlezza, a cui è intitolata una via, è una località molto curiosa

credits: ticinonews

Porlezza è un paese in provincia di Como. Si trova sul lago di Lugano. Pochi sanno che il lago di Lugano ha la parte più a Nord che appartiene all’Italia. Da Milano Porlezza si raggiunge con l’autostrada passando prima in Svizzera. Il paese è circondato dalle Prealpi ticinesi. A Porlezza si trova la pieve dedicata a San Vittore, appartenente all’antica arcidiocesi di Milano. 

Continua la lettura con: Luogo nascosto #39 – A Milano c’è il GIARDINO dei MAIALINI ROSA

MILANO CITTA’ STATO

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Il CIOCCOLATO più RARO e PREGIATO al mondo sbarca all’ESSELUNGA

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AlexanderStein-pixabay - Cioccolato

Amanti ed appassionati del cacao udite, udite: di recente, grazie ad una importante liaison tra Illy caffè ed Esselunga, il cacao più raro del mondo si può trovare anche all’Esselunga 

Il CIOCCOLATO più RARO e PREGIATO al mondo sbarca all’ESSELUNGA

# Un cacao assai raro e pregiato

scattidigusto-it – Cioccolato raro

Il cioccolato criollo è un cacao assai raro e pregiato coltivato soprattutto in Venezuela. La sua pianta è piuttosto fragile, non è facile da coltivare e non è mai stata oggetto di incrocio con altre varietà di piante ed è proprio per questo che il cacao che ne deriva, è molto raro e prezioso. 

# Le origini

viverezen.org – Cioccolato Criollo

Le origini del cioccolato Domori risalgono agli anni ’90, quando un imprenditore bolognese, Franzoni, amante del cioccolato e del caffè, fonda la Domori. Il nome vuole rendere omaggio ai due Morì di Venezia, che segnano le ore sulla sommità della Torre dell’orologio affacciata su Piazza San Marco e che rappresentano, appunto, il cacao ed il caffè. Franzoni possiede piantagioni di cacao criollo in Venezuela e in Ecuador e le usa per produrre il pregiato cioccolato venduto in Italia. Un prodotto artigianale, raro e prezioso.

# I Maya e gli Aztechi 

Credits: mayavacanze.it

Le origini del criollo sono però ancora più antiche visto che affondano le loro radici ai tempi dei Maya e degli Aztechi. Questi popoli conoscevano bene il cacao criollo e lo usavano soprattutto per produrre la bevanda da essi più amata a base di cacao, peperoncino e spezie. È solo molto tempo dopo, a partire dal 1800 che, grazie alla fusione tra fave di cacao e burro di cacao, nasce il cioccolato così come lo conosciamo oggi.

# La cessione a Illy

Credits Alimentandoinfo -Esselunga

Negli anni 2000 il Franzoni decide di cedere la Domori all’imprenditore Illy. Lo fa perché ama il caffè, e lo fa per rendere più capillare ed estesa la distribuzione del cioccolato Domori. Sicuramente se ne perde l’artigianalità ma nello stesso tempo se ne garantisce la produzione a livelli industriali. Da qui la collaborazione con Esselunga, la prima catena di supermercati che da ottobre ha introdotto le preziose tavolette nella sua rete di vendita. È probabile che in futuro saranno interessate altre catene di supermercati o altre reti di distribuzione come gli aeroporti.

Continua la lettura con: I 7 SUPER FORMAGGI della LOMBARDIA

ALESSANDRA GURRIERI

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Il video del giorno. Allarme SICUREZZA a MILANO? I COMMERCIANTI: “Sì, ma DENUNCIARE è INUTILE”

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Allarme sicurezza

Stando a quanto riferito dal Sole 24 Ore sulla base dei dati forniti dal Viminale, Milano è maglia nera d’Italia in tema di sicurezza. È la prima città per furti e rapine ogni 100 mila abitanti. I commercianti spesso sono quelli che più subiscono e per questo motivo sono andata a farmi raccontare la loro esperienza.

I dati ci dicono che nel capoluogo lombardo in 12 mesi gli episodi denunciati di rapine in pubblica via sono più di 2700, quasi ai livelli del 2007. Ma dalle interviste emerge un fatto inquietante: solo in pochi vanno a denunciare. Se così fosse, i numeri sarebbero ancora più allarmanti. 

Il nuovo video di Milano Città Stato. Iscriviti al canale su YouTube per i video esclusivi.

 

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FRANCESCA MONTERISI

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DA MILANO A CAPO NORD IN BICI A FIN DI BENE

IL MODO PIU’ ECONOMICO DI MANGIARE A MILANO

Lezioni di danza in Piazza Duomo

Lo spot della Milano da Bere

LA CODA per la FAME

UN ROMANTICO A MILANO

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Gli ULTIMI COLPI ad effetto di CITYLIFE: il tempio del PADEL e il grattacielo SDRAIATO con rooftop bar con piscina

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skysport - Padel Pavillon

Terminate anche le residenze Libeskind, rimane solo il completamento dell’area verde circondante il cantiere: scopriamo le ultime architetture in costruzione nel quartiere.

Gli ULTIMI COLPI ad effetto di CITYLIFE: il tempio del PADEL e il grattacielo SDRAIATO con rooftop bar con piscina

# CityWave, il grattacielo “sdraiato” con uno spettacolare portico di 140 metri e un rooftop bar con piscina

Citywave

CityWave, già soprannominato “lo sdraiato”, è il quarto e ultimo edificio di Citylife in costruzione. La nuova quinta dal quartiere, per chi proviene da Largo Domodossola, è stata progettata dallo studio di architettura BIG e prevede spazi di lavoro, negozi, ristoranti, due corti private ed un rooftop bar con piscina.

Credits BIG – Citywave piscina

A caratterizzare il progetto è un lungo porticato sospeso di 140 metri che collega due edifici di altezze diverse, uno di 50 metri d’altezza con un hotel di 10 piani e più di 120 camere, uno di 110 metri di altezza nell’estremità strutturale adibito ad uffici. L’inaugurazione dovrebbe avvenire in tempo per le Olimpiadi di Milano Cortina 2026.

Leggi anche: La GRANDE ONDA si alza su MILANO: le IMMAGINI e i tempi per l’INAUGURAZIONE

# Padel Pavillon, l’innovativo centro sportivo di design dedicato al padel

skysport – Padel Pavillon

Poco distante, nei pressi del MiCo, è attesa la costruzione del Padel Pavillon progettato da Novembre Studio. L’innovativo centro sportivo si inserisce nel parco di Citylife e si pone in continuità visiva con le architetture preesistenti e soprattutto con quelle del progetto CityWave. 

skysport – Altra vista Padel Pavillon

Si caratterizza infatti per un grande sbalzo con un aggetto curvo di 17 metri pensato per invitare il pubblico del parco verso l’ingresso. Nei 2.800 mq di superficie dell’edificio, alto 12 metri, sono previsti 7 campi da padel, un’area ristoro e uno spazio multifunzionale rialzato. Il centro sarà gestito da City Padel Milano, fondata da Demetrio Albertini nel 2017, che ha avuto in gestione il precedente centro sportivo provvisorio di padel del quartiere.

Continua la lettura con: La nuova zona dei sogni: quanto COSTA un APPARTAMENTO a CITYLIFE

FABIO MARCOMIN

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La SALA del RE nascosta nella STAZIONE CENTRALE: visitabile GRATIS (ancora per pochi giorni)

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All’interno della Stazione Centrale, si nasconde una sala che quasi nessuno conosce: la Sala Reale. Un gioiellino segreto visitabile gratis per alcuni giorni. 

La SALA del RE nascosta nella STAZIONE CENTRALE: visitabile GRATIS (ancora per pochi giorni)

All’interno della Stazione Centrale non ci sono solo turisti, treni e pendolari. Si nasconde una sala che pochi fortunati hanno potuto visitare e che quasi nessuno conosce: la Sala Reale. Una sala segreta visitabile gratuitamente in via eccezionale. 

# Una sala d’attesa reale…

credit: curiosami.altervista.com

“Ma cosa ci fa una Sala Reale in una stazione?”. La Sala Reale della Stazione Centrale era la sala d’attesa del Re D’Italia e della sua famiglia, alla quale era riservato un trattamento speciale per ragioni di sicurezza: venne infatti costruita per proteggere il re d’Italia scampato a due attentati. I Savoia potevano accedervi da un’entrata segreta, sul lato sud-est della stazione, in Piazza Luigi di Savoia 1/26.

# … per un’attesa sfarzosa

credit: akropolismilano.com

Anche se la sala d’attesa è un luogo temporaneo, quella riservata alla famiglia reale non poteva che essere sfarzosa: l’arredo è curato nei minimi dettagli, con mobili di grandissimo valore che decorano una sala già di per sé maestosa. Il progetto era stato affidato all’architetto Ulisse Stacchini che nel 1931 consegnò al Re una sala d’attesa all’altezza delle sue aspettative. I marmi, i lampadari in cristallo, una fontana e il pavimento in legno intarsiato, senza dimenticare poi i mosaici, sono solo alcuni degli elementi che fanno della Sala Reale uno spettacolo imperdibile.

# Un vero salto nel tempo: ci sono anche delle svastiche intarsiate e dei passaggi segreti

credit: sciurapina.net

Strategicamente la Sala è stata costruita al piano binari, con un accesso diretto dal Binario 21. Qui il re e la regina potevano aspettare il loro treno insieme oppure separati, viste le dimensioni della sala: l’ampiezza è di 416 metri quadrati e la sua capienza è di ben 245 persone in piedi.

Tra le macabre curiosità: sul pavimento intarsiato di tanti motivi decorativi, è possibile trovare ancora delle svastiche che erano state intarsiate appositamente per accogliere Adolf Hitler, che però non attraversò mai questa sala. Ma c’è un particolare che stupisce ancora di più: il bagno. 

# Il passaggio segreto dietro lo specchio del bagno

Via di fuga nei bagni della Sala Reale del re in Stazione Centrale – Rai Uno

Cosa si nasconderà mai nel bagno della sala d’attesa della famiglia Savoia? Entrando nel bagno si trova un grande specchio, questo all’apparenza può sembrare solo un semplice specchio ma in realtà cela un passaggio segreto che avrebbe portato al sicuro i reali in caso di emergenza.

La Sala è stata eccezionalmente aperta al pubblico: è visitabile gratuitamente fino al 23 Novembre. Per accedervi è possibile farlo:

  • direttamente in stazione dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13 e dalle 14.30 alle 18
  • contattando Grandi Stazioni (Piazza Luigi di Savoia, 1/23 – 21124 Milano): tel. +39 02 66 73 511 – info@grandistazioni.it

Continua la lettura con: La STAZIONE CENTRALE è la stazione più GRANDE d’Europa

ROSITA GIULIANO (articolo aggiornato dalla REDAZIONE)

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