Il “supermercato più amato dai milanesi” regala alla città la sua ultima creatura. Superproiettata sul futuro. Ma cosa ci sarà dentro?
Apre a Milano l’ESSELUNGA LAB, l’ultima frontiera dei SUPERMERCATI
West Gate di Mind, rendering dal lato ovest
Non poteva che nascere nel quartiere del futuro. EsselungaLab nasce all’interno di Mind, il Milano innovation district, l’ex area di Expo 2015 dedicata alle nuove frontiere della scienza e della sperimentazione.
# Le tre aree della sperimentazione aperte al pubblico
Campus Esselunga corte interna
In viale Decumano 39, Esselunga ha aperto un nuovo spazio in cui sperimentare un concetto innovativo di retail e soluzioni all’avanguardia. La struttura rappresenta un unicum per Esselunga e ha tre spazi di azione: il market essenziale, la caffetteria e l’offerta di ristorazione veloce. Si sviluppa su due piani per una superficie di circa 600 metri quadrati. Al piano terra si trovano la caffetteria, con 100 posti a sedere, tra interno e dehor, e il market per una spesa grab&go che offre prodotti in modalità self-service.
# La cassa sa già cosa il cliente ha selezionato
Credits: www.foodaffairs.it
Il market è il cuore della sperimentazione grazie a una tecnologia basata su un sistema che integra computer vision e sensori intelligenti: il cliente, dopo aver prelevato gli articoli desiderati da ogni scaffale, entrando nell’area self-checkout troverà la lista completa di tutti gli articoli selezionati che il sistema ha inviato in tempo reale direttamente alla cassa. Controllato il carrello virtuale, il cliente potrà quindi pagare e uscire.
# Lounge in terrazza, “cobot” e menù sempre in cambiamento
Campus Esselunga
Al primo piano c’è invece l’area della ristorazione espressa: 130 posti a sedere inclusa la lounge in terrazza, con uno spazio aperitivi e panineria. Anche qui è l’innovazione tecnologica a farla da padrona, su tutto il “cobot”, un robot in grado di interagire con gli operatori. La sperimentazione riguarda anche l’offerta di ristorazione: dai primi ai cocktail passando per proposte vegetali e ricette healthy, con sperimentazioni che vengono testate e, se necessario, modificate all’occorrenza.
Una intrigante nelle novità per le giornate FAI di primavera. Tra i luoghi selezionati dal Fondo per l’Ambiente Italiano per la prima volta sarà possibile visitare la sede Sky di Milano Santa Giulia. Un’occasione unica per entrare nella celebre tech-media company e scoprire il dietro le quinte di dove nascono le produzioni televisive.
SKY apre ai MILANESI: per la prima volta si potrà visitare la CASA del colosso TV
Credits: risanamentospa.com – Masterplan Santa Giulia
Il 23 e il 24 marzo per una volta non sarà Sky a entrare nelle nostre case ma sarà il contrario. Si potrà infatti accedere alla sede di Santa Giulia nel corso delle #GiornateFAI di Primavera.
Il quartiere di Rogoredo/Santa Giulia rappresenta un rilevante esempio di riqualificazione della periferia, con la realizzazione di un business district ispirato al principio della sostenibilità.
# La struttura di Sky
Ph. @medphoto73 IG
La sede Sky Italia di Milano Santa Giulia è un’apertura unica: permetterà ai visitatori di accedere a spazi operativi quali Studi e Regie, normalmente chiusi al pubblico. Si potrà così fare luce sul dietro le quinte televisive delle produzione che entrano nelle nostre case. La struttura di Sky si compone di 2 edifici collegati da un bridge. Il Building 1, dedicato alle aree tecniche, è il cuore pulsante e presenta diversi studi televisivi. Il Building 2 ospita le redazioni editoriali (Sky Sport, Sky TG24).
# Il programma della visita guidata
Ph. @bthoreca IG
La visita comincerà nella Hall al piano terra del bridge, dove i visitatori avranno l’occasione di approfondire le iniziative intraprese da Sky per minimizzare l’impatto ambientale delle proprie attività: ad esempio, si scoprirà come l’azienda è riuscita a diventare carbon neutral dal 2006. La visita proseguirà poi all’interno del Building 1, dapprima attraverso gli Studi al piano terra, e a seguire attraverso le Regie al piano 1. Negli Studi 2 e 6, i più grandi, vengono realizzate le produzioni di punta. Lo Studio 3, chiamato Infinite, è lo studio green di Sky: un limbo verde che permette di ricreare scenari sempre diversi.
La visita proseguirà nello Studio 6: la Casa dello Sport. Dove hanno luogo le produzioni live di Sky Sport 24, tutti gli show di Champions League, Europa League, Serie A e Serie B, Sky Calcio Club e tutte le Produzioni Originali di Sky Sport. Al primo piano del Building 1 si visiteranno le 6 regie, tutte full HD, di cui 2 dedicate alla Remote Production (per Formula 1 e MotoGP). Infine, le sale apparati che ospitano le parti elettroniche delle macchine in utilizzo nelle regie.
# Info utili per partecipare
Indirizzo – Via Luigi Russolo, 4, MILANO, MI
Sabato 23 Marzo 2024: 10:00 – 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
Note: 15 persone ogni 30 minuti
Domenica 24 Marzo 2024: 10:00 – 18:00 (ultimo ingresso 17:30)
Note: 15 persone ogni 30 minuti
Note per la visita – Non è possibile accedere con zaini, caschi o borse di grandi dimensioni. Non sono disponibili né armadietti né guardaroba. Ai visitatori non è consentito effettuare riprese video e/o fotografie in tutto l’edificio, fatta eccezione per gli studi televisivi e/o altri locali espressamente indicati da Sky Italia durante la visita. L’accesso alla visita è consentito previa registrazione, da effettuarsi in loco con i propri dati personali ed un documento d’identità valido.
Mezzi pubblici:
M3 (gialla) – fermata Rogoredo FS
Stazione di Milano Rogoredo FS (Trenord, Trenitalia, Italo)
Autobus 77 e 88
Possibilità di parcheggio:
su strada libero (via Monte Penice)
su strada a pagamento (via del Futurismo)
parcheggio ATM Rogoredo Santa Giulia (via Francesco Pizzolpasso, 7)
Durata visita– 45 minuti
Luogo accessibile. Ingresso dedicato agli iscritti Fai (con possibilità di iscrizione in loco).
Il colosso americano ha acquistato una parafarmacia a Milano. Ecco cosa se ne farà.
BEAUTY e FARMACI: in arrivo a MILANO il primo NEGOZIO FISICO di AMAZON
# Il debutto in Cadorna
Cadorna Milano Ovest
L’appetito di Amazon pare non avere limiti. Nel mirino ci sono ora le parafarmacie italiane. La prima è nel centro di Milano. Il colosso americano ha acquistato la parafarmacia Pulker di piazzale Cadorna. Come riporta il sito Pharmacy Scanner, il negozio è stato ceduto a gennaio alla Pellicano Italy, poi rilevata da Amazon.
# Da Milano l’assalto di Amazon al mercato europeo?
Credits: @techdale.it IG
Non si tratta di una novità assoluta. Negli Stati Uniti è già presente nel settore con i marchi di Amazon Pharmacy e Pillpack, entrambi però online. In questo caso sembra che Amazon non sia intenzionata a proseguire unicamente online, ma di puntare per l’Italia ai punti vendita fisici, nei quali offrirebbe solo farmaci senza obbligo di prescrizione e i prodotti beauty. C’è chi ipotizza che la mossa di Amazon possa essere un punto di partenza non solo per il mercato italiano ma per quello europeo. Non si sa comunque quale sarà l’insegna con cui Amazon aprirà il suo primo negozio. A presto per gli sviluppi.
L’arrivo della primavera a Milano lo si nota per le giornate che si fanno più lunghe della notte, per il cielo azzurro e, soprattutto, per gli alberi in fiore sulle strade. Ma c’è una piazza dove questo spettacolo è più impressionante che mai. Foto cover: @attavantihandbags IG
Gli ALBERI in FIORE di TOMMASEO, la PIAZZA simbolo della PRIMAVERA (IMMAGINI)
Ph. @sseriiii IG
Il giorno dell’equinozio di primavera varia ogni anno tra il 19 e il 21 marzo. La costante è che da il via libera alla primavera, forse la stagione più spettacolare da vivere a Milano. Lo sbocciare della primavera coincide con gli alberi che si colorano di fiori sulle strade di Milano. Ma c’è una piazza dove questo spettacolo è ancora più impressionante. La piazza che può essere assunta a simbolo della primavera a Milano.
# Le magnolie di Tommaseo
Ph. @iovivoamilano IG
Puntuale come la primavera sono le magnolie di piazza Tommaseo che si colorano con fiori rosa, bianchi e viola. Ci troviamo in zona Magenta, la piazza dove ha sede l’istituto delle Marcelline, a poca distanza dal Leone XIII, luogo dove da diversi decenni gli adolescenti amano ritrovarsi. Anche per questo forse ha senso definirla come la piazza della primavera.
Piazza Tommaseo è stata riqualificata nel 2017 e in primavera si colora con gradazioni spettacolari dei suoi alberi. Al centro della piazza si trova il giardino intitolato al celebre soprano Renata Tebaldi. Non solo: attorno alla piazza si ammirano delle stupende ville liberty insieme alla chiesa di Santa Maria Segreta, oltre all’Istituto delle Marcelline, costruito nel 1906 in stile neo-rinascimentale sul progetto dell’architetto Cecilio Arpesani, fino alla metà degli anni Ottanta frequentato unicamente da studentesse.
# L’altra celebre fioritura delle magnolie
Ph. @giandabaracco IG
Gli alberi di Tommaseo appartengono alla specie Magnolia Soulageana caratterizzano questa piazza, ma non solo. Sono straordinarie nella fioritura anche quelle nel chiostro di Santa Maria delle Grazie, anche se più riparate alla vista.
Un annuncio che scuote i mercati: in 5 giorni l’azienda milanese segna un +10% in Borsa, sfiorando una capitalizzazione di un miliardo e mezzo di euro.
Mutuionline diventa Moltiply: da MILANO la sfida alle BIG TECH d’Europa
# L’annuncio apprezzato dai mercati
Forse l’unica web company di proprietà e sede italiana capace di giocare da protagonista sui mercati internazionali. L’annuncio: cambia nome. Nota come mutuionline si trasforma in Moltiply. Non si tratta solo di un cambio di nome ma di un segnale di un cambiamento già in atto. Nel gruppo di proprietà e sede milanese, infatti, il comparto legato alla comparazione dei mutui è ormai uno dei tanti tasselli. Non solo: grazie a una serie di acquisizioni in Francia, Spagna e altri Paesi, l’azienda è ormai un player tra i più agguerriti a livello internazionale nel settore della comparazione di beni e servizi. L’annuncio pare ricevere l’apprezzamento dei mercati: il titolo ha registrato una crescita del 10% sfiorando una capitalizzazione di 1,5 miliardi.
«La società è nata il 6 aprile del 2000, quasi un quarto di secolo fa — racconta al Corriere della SeraAlessandro Fracassi, fondatore insieme a Marco Pescarmona di MutuiOnline (e rispettivamente amministratore delegato e presidente) —. Dal 2000 ad oggi siamo riusciti a costruire un’azienda che è cresciuta molto: da due persone siamo diventate oltre 3 mila nel 2023 e abbiamo registrato un fatturato che ha superato i 400 milioni di euro» (404,2 in salita del 30,1% sul 2022) e un Ebitda di 108,2 milioni (+22,2%).
# Mutuionline resta per il sito di comparazione dei mutui
Pescarmona e Fracassi (Foto Corriere)
«Moltiply è il marchio che utilizzeremo al posto di Gruppo MutuiOnline per contraddistinguere il gruppo e lo useremo anche per la divisione Bpo — aggiunge sempre al Corriere Pescarmona —. Si basa sul concetto del moltiplicare le forze, i risultati. Un amplificatore di successo per i nostri clienti ma anche per chi lavora per noi». Il nome MutuiOnline rimarrà per il comparatore dedicato, come anche tutti gli altri brand per i consumatori come Segugio.it, Trovaprezzi.it, SOStariffe.it. «Quello che cambia — afferma Fracassi — è il modo con cui ci identifichiamo sul mercato, sia per gli investitori e i clienti, sia per comunicare ai talenti che fanno parte di un progetto internazionale».
# Uno dei primi player europei
Mutuionline era una nome non rispettava più l’immagine del gruppo, anche «perché l’anno scorso siamo diventati internazionali attraverso un’acquisizione che ci ha portato, nell’ambito della comparazione prezzi, a diventare uno dei primi player europei, il primo come dimensione» spiega ancora Fracassi. «Abbiamo imparato a fare M&A, e ha funzionato bene, nel frattempo i mutui sono ripartiti — sottolinea Pescarmona —. Il business legato ai mutui è oggi il 25%, o anche meno, di tutti i nostri ricavi».
Credits ferrovie.it - Tracciato ferrovia Bergamo-Orio al Serio
Raddoppieranno i collegamenti su rotaia tra città e aeroporti. Ai quattordici esistenti se ne aggiungeranno altri tredici. Non solo: si prevedono nuove linee, stazioni e fermate di interscambio con anche l’obiettivo di mettere in connessione scali vicini per dar vita a dei veri e propri hub.
13 NUOVI COLLEGAMENTI in TRENO tra CITTÀ e AEROPORTI: le due GRANDI NOVITÀ per MILANO
# Stanziati 1,6 miliardi di euro per 13 nuovi collegamenti entro il 2033
fsnews.it – Forum dell’Intermodalità Sostenibile
Nell’ambito della seconda edizione del “Forum dell’Intermodalità Sostenibile”, Vincenzo Macello, Vice Direttore Generale Operation di Rete Ferroviaria Italiana, ha ricordato le risorse stanziate per migliorare i collegamenti ferroviarie tra città e aeroporti nel nostro Paese: “anche grazie al PNRR sono già stati finanziati 1,6 miliardi di euro non solo per collegamenti con gli aeroporti attraverso la realizzazione di nuove linee, stazioni e fermate di interscambio, ma anche per connettere in maniera integrata aeroporti tra loro vicini, realizzando così dei veri e propri hub”. Macello aggiunge che “ad oggi sono quattordici i collegamenti con gli aeroporti, di cui sette attraverso l’infrastruttura ferroviaria nazionale”. A questi ne sono previsti altri 13 entro il 2033.
# La nuova tratta Bergamo-Orio al Serio con inaugurazione prevista a dicembre 2026: si andrà dalla Centrale a Orio in un’ora
Credits ferrovie.it – Tracciato ferrovia Bergamo-Orio al Serio
Nell’area milanese il più importante è quello riguardante la tratta ferroviaria tra Bergamo e Orio al Serio che consentirà un collegamento diretto dalla Stazione Centrale di Milano e il Caravaggio in 60 minuti. Prevista una stazione dedicata, finanziata con 5,6 milioni di euro, dotata di quattro binari di stazionamento coperti da pensiline e connessa allo scalo tunnel lungo 80 metri. Il tracciato prevede una nuova linea a doppio binario di circa 5,3 chilometri, per un costo complessivo pari 209 milioni di euro. L’inaugurazione è programmata per dicembre 2026.
# La ferrovia Milano-Malpensa per chiudere l’anello ferroviario entro il 2025
Malpensa T2 Sempione
Sono in corso da tempo i lavori per la chiusura dell’anello ferroviario intorno a Malpensa, che consentirà una connessione veloce anche tra l’aeroporto di Malpensa e Milano e anche con la Svizzera. Stiamo parlando della costruzione del nuovo collegamento ferroviario tra il Terminal 2 dell’aeroporto di Milano Malpensa e la linea ferroviaria del Sempione. Un tracciato complessivo di 5,7 km, di cui 1,1 km relativo al raccordo verso Casorate Sempione, parte in sotterraneo e parte in trincea. L’investimento è pari a 257.553.700 euro e sono già stati acquistati 10 nuovi treni Caravaggio. La fine dei cantieri è prevista per la fine di dicembre 2024, mentre l’inaugurazione è fissata per luglio 2025.
# L’ultima linea attivata e alcuni degli altri interventi previsti: in pole position stazione di Olbia – Aeroporto
Collegamento Olbia treno-aereo
Attiva da qualche tempo invece è la nuova linea Torino-Aeroporto-Ceres, che connette l’aeroporto di Torino e le Valli di Lanzo con il centro città. Tra gli interventi previsti c’è quello per la realizzazione della linea Venezia-Aeroporto Marco Polo e quello della ferrovia tra lo Scalo Olbia Costa Smeralda e la stazione ferroviaria, per il quale alla fine del 2023 è stato pubblicato il bando, che sarà utile ai milanesi diretti nell’isola nei periodi estivi. Programmato anche il potenziamento della connessione con l’aeroporto di Catania Fontanarossa, il miglioramento della connessione tra Roma e Fiumicino e una linea a binario unico che collega la linea Bari-Lecce con la futura stazione di Brindisi Aeroporto.
Chi di noi non ha sognato per Milano dei fasci di luce giganti nelle zone monumentali più famose in stile Gotham City? Tanto più che l’immaginaria città patria di Batman è stata spesso paragonata a Milano per un problema sicurezza cresciuto negli ultimi anni, e anche il Sindaco Sala si è reso disponibile a girare uno spot con l’attore Claudio Santamaria ironizzando ma ammettendo di dover affrontare una problematica da non trascurare. Lasciamo però la politica e i fumetti a chi se ne intende. Dove vi piacerebbe avere dei proiettori di luce a Milano città? Ho provato ad immaginarne qualcuno.
LUCI a MILANO: PROIETTORI per dare VITA alla CITTÀ di notte
# Darsena: serate da mare
Credits sara_gypsy_soul IG – Darsena by night
Chi pensa che Milano non sia una città d’acqua si sbaglia di grosso. Fino agli anni ’50 era il tredicesimo porto in Italia per il ricevimento delle merci e il terzo per la quantità delle spedizioni gestite grazie ai Navigli. Il fulcro di questo commercio confluiva nella Darsena ovvero il punto in cui confluiscono Naviglio Pavese e Naviglio Grande. Oggi la Darsena di Milano è il secondo specchio d’acqua del capoluogo lombardo dopo l’Idroscalo e, come ogni bacino naturale o artificiale, rifletterebbe in maniera eccelsa qualunque fascio di luce che vi si proiettasse sopra. Ad esempio, si potrebbe pensare di installare un proiettore sui palazzi antistanti o sull’Arco di Porta Ticinese, per illuminarla quanto se non più di quanto dei comuni lampioni facciano oggi.
# Piazza 5 Giornate: una storia luminosa
Credits: @naambro Piazza Cinque Giornate
Quale miglior luogo se non la balconata dell’Ex Globe di Milano (oggi definitivamente chiuso) per dare più luce alla colonna più famosa del centro città assieme a quella del Verziere di Largo Augusto? Il Monumento alle 5 giornate di Milano fu inaugurato il 18 marzo 1895 e, con il tempo, ha progressivamente perso interesse anche per una appena sufficiente manutenzione della pietra grigia levigata con cui è stato realizzato. Un proiettore di luce lo illuminerebbe molto meglio e sarebbe forse anche un incentivo a conoscere la storia delle statue dell’aquila e del leone Borleo di Giuseppe Grandi, anche se forse costituirebbe un problema di sicurezza per la circolazione di moto e veicoli attorno alla sempre trafficata piazza.
# Arena Civica: luci olimpiche
paola_petrone IG – Arena Civica di notte
Illuminata a fasi alterne quando vi sono eventi sportivi di vario tipo, l’Arena Civica di Milano meriterebbe forse un’attenzione luminosa un po’ più corposa. Ad esempio si potrebbe pensare a un fascio di luce che partisse dai suoi spalti e si perdesse nel cielo a creare un logo di Milano o una silhouette della stessa Arena che svettasse su Piazza Castello e sul Parco Sempione.
# Idroscalo: surfin’ paradise
madeinvince IG – Idroscalo
I giochi luminosi che si potrebbe ottenere dalla riflessi di luci sull’acqua sarebbero eccezionali. Pensiamo ad esempio a un faro che consentirebbe di surfare di notte alla Wakeparadise di Milano, oppure dei lampioni rotanti che permetterebbero di seguire gare di canottaggio all’imbrunire. Qui però, essendo a un tiro di schioppo dall’aeroporto di Milano Linate, sarebbe necessario evitare che gli stessi disturbassero il traffico aereo.
# Luci a San Siro
Credits: Andrea Cherchi – Stadio San Siro
Come non chiudere in bellezza parlando dello stadio Giuseppe Meazza, a cui Roberto Vecchioni, grandissimo tifoso nerazzurro, ha dedicato una fra le sue canzoni più famose? E dato che da tempo ormai si parla di impianti privati per Inter e Milan seguendo così il modello in voga in Europa da anni, San Siro potrebbe diventare l’Arena Civica di domani: lo stadio di una volta crocevia di ricordi calcistici d’annata . Cosa ci sarebbe di meglio, quindi, di proiettare la sua immagine nel cielo di Milano nord? Un’altra idea sarebbe la proiezione di fasci luminosi nerazzurri o rossoneri. Ma solo se le squadre di Milano restassero a giocare lì. Che ne pensate?
Cinque location italiane per scappare dalla città e ritemprare lo spirito tra giardini, dimore storiche e natura lussureggiante.
5 GITE di PRIMAVERA da Milano nelle MERAVIGLIE d’Italia
#1 Oasi Zegna, natura lussureggiante in Piemonte
Credits: @50sfumaturedibiella Oasi Zegna
Sono ben 29 i percorsi naturalistici da intraprendere presso Oasi Zegna, il parco naturale fortemente voluto da Ermenegildo Zegna. Boschi, conifere, alberi e natura lussureggiante, la stessa che a breve sarà allestita in piazza Duomo a Milano, da percorrere a piedi, in mountain-bike o a cavallo. 100 km quadrati di natura incontaminata.
Vicino Bolzano, dalle acque color smeraldo, il Lago di Carezza è un luogo avvolto nella magia, sia per i colori cangianti del paesaggio che, riflettendosi nelle sue acque, gli sono valse l’appellativo di “lago dell’arcobaleno” e sia per le leggende che vogliono che qui, sul fondo del lago, sia vissuta una ninfa di nome Ondina, la cui statua si trova proprio sul fondale del lago e dove ancora oggi i sommozzatori si recano per andare ad ammirarla.
#3 Villa Monastero, il balcone a picco sul lago
ilena.montiglioIG – Villa Monastero
Un balcone a picco sul lago di incredibile bellezza. È il belvedere di Villa Monastero, recentemente ristrutturato e riportato al suo antico splendore arricchendo di bellezza il ramo lecchese del lago di Como. Siamo a Varenna, borgo romantico conosciuto in tutto il mondo per la sua bellezza e dove il belvedere non è che la ciliegina sulla torta.
#4 Parco Mediceo di Pratolino, il patrimonio UNESCO alle porte di Firenze
silvia_inunclick IG – Parco Mediceo di Pratolino
A Veglia in provincia di Firenze si trova questo splendido parco, famoso per essere uno dei giardini in stile inglese più belli della nostra penisola tra querce secolari cedri e ippocastani. Non mancano statue, vasche con giochi d acqua e altre opere scultoree del periodo mediceo. Un luogo magico riconosciuto patrimonio UNESCO nel 2013.
#5 Parco archeologico di Paestum e Velia, 3000 anni di storia
In provincia di Salerno nel comune di Ascea, si trova il Parco Archeologico di Paestum e Velia. Una location pazzesca, dove ammirare reperti archeologici di 3000 anni fa, respirare la storia, l’arte e la bellezza, riconosciuta patrimonio dell’UNESCO nel 1998. Un tesoro tutto italiano di inestimabile valore tra aree archeologiche, musei e templi greci.
Di Arbalete - Opera propria, Background map form Openstreetmap (http://www.openstreetmap.org/)., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=27630395 - Mappa filobus 1975
Per i milanesi la linea circolare filoviaria è la 90/91. Fino a qualche decennio fa ne esisteva però un’altra. Questo il percorso e il motivo per cui è stata soppressa.
L’ALTRA CIRCONVALLA: che fine ha fatto la DOPPIA CIRCOLARE?
# Lo sviluppo della rete di filobus a Milano con la doppia circolare
Le Tourbillon de Milan – Circonvalla 96-97
Dal primo filobus, come sperimentazione nel 1906 durante l’Esposizione Internazionale, alla rete attuale sono state tante le modifiche della rete cittadina. Il primo servizio ufficiale, la linea 81 da Piazza Spotorno a Piazza Dergano, è avvenuto nel 1933. Negli anni a seguire è proseguito lo sviluppo della rete, con una graduale sospensione durante la Seconda Guerra Mondiale e successiva riattivazione, che ha avuto il suo culmine massimo negli anni ’70. Tra le linee c’era la numero 82, 83, 84, 85, la CE, parte dell’attuale 90/91 e la CD e CS, in seguito 96/97.
# L’altra circolare sulla Cerchia dei Navigli: la 96/97
Di Arbalete – Opera propria, Background map form Openstreetmap (http://www.openstreetmap.org/)., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=27630395 – Mappa filobus 1975
La maggior parte delle linee fu soppressa a partire dalla metà degli anni ’70, per essere sostituite da bus, e tra queste ci fu la 96/97, l’altra circolare della città. Rispetto alla 90/91, che corre sulla circonvallazione esterna, la linea dismessa viaggiava sulla Cerchia dei Navigli. Il percorso andava dalla Stazione di Cadorna Fs per passare da Piazza Cavour lungo Via Visconti di Modrone, Via Sforza, Via Molino delle Armi, oggi coperto dalla linea 94. La soppressione diventò ufficiale nel 1979.
# Nella rete attuale ci sono solo tre linee di filobus
Di Arbalete – Opera propria, Background map form Openstreetmap (http://www.openstreetmap.org/)., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=27625293 – Rete filobus
Oggi sopravvivono a Milano solo due linee di filobus, oltre alla circolare 90/91: la 92 con una lunghezza di 10 km e un percorso semicircolare, in parte condiviso con la 90/91, da Via Durando in zona Bovisa a Piazzale Lodi, e la 93 da Viale Omero a Lambrate FS.
Un’isola dalla doppia vita. Settima per estensione in Italia, è anche la meno abitata tra le più grandi.
L’ISOLA “DESERTA” dei SOGNI TRICOLORI: la più GRANDE e MENO ABITATA d’Italia
# In 50 kmq di superficie vive una sola persona: il brigadiere scultore Enrico Mereu
Maps – Asinara
È la settima isola italiana per estensione, poco più di 50 kmq, dietro a Sardegna e Sicilia, e a quella dell’Elba, di Sant’Antioco, di Pantelleria e di San Pietro. L’Asinara, il cui territorio fa parte amministrativamente del Comune di Porto Torres, è terza per superficie tra le isole della Sardegna e anche la meno abitata tra tutte quelle presenti in Italia.
Al suo interno ci vive infatti una sola persona: l’artista Enrico Mereu, che è qui da oltre 40 anni. Arrivato nel 1980 come brigadiere degli agenti di custodia nel carcere di massima sicurezza ormai chiuso da tempo, dove sono passati tra gli altri Riina, Cutolo e Bagarella, è rimasto per coltivare la sua passione di scultore avuta sin da bambino. Recupera i legni portati dal mare e nella sua abitazione-atelier a Cala D’Oliva li lavora trasformandoli in corpi che raffigurano gli stati d’animo degli uomini e le figure della religione cristiana: da Cristo a San Francesco circondato da suoi animali, scultura questa regalata ad Assisi.
# Le due vite dell’isola: da carcere di massima sicurezza a parco nazionale protetto
luisabertoldo IG – Ex carcere Asinara
L’isola, che si trova nell’estrema punta nord occidentale della Sardegna al largo di Stintino e davanti a Porto Torres, è stata per oltre un secolo conosciuta per il suo istituto penitenziario, istituito nel 1885 e dismesso nel 1998.
fiammix IG – Parco Nazionale Asinara
Dal 2002 tutto il suo territorio è inserito nell’omonimo parco nazionale e nell’area marina protetta internazionale conosciuta come il Santuario per i mammiferi marini. Caratterizzata da vaste superfici di roccia affiorante e solo in parte presente la vegetazione tipica della macchia mediterranea, al suo interno sono presenti quasi 700 specie diverse di flora e per via del suo isolamento geografico sono circa 80 quelle animali, di cui tante sono di assoluta rarità.
# Il nome ha origine della sua conformazione, anche se il suo simbolo odierno sono i famosi asinelli albini
sardinsula IG
L’origine del nome dell’isola, a contrario di quello che si può pensare, parte da quello dato dai romani di Herculis Insula fino Insula Sinuaria: isola ricca di seni e golfi, data la sinuosità delle sue coste. Il nome odierno, Asinara, è dovuto a progressive storpiature di quello latino che si sono seguite nel tempo. Oggi tutti lo associano ai suoi animali simbolo, i famosi asinelli albini, che però sono proliferati solamente in epoca più recente.
E’ molto difficile cambiare ciò che è stato fatto. Sarebbe invece molto più facile ripartire da zero, immaginando di poter costruire ciò che sarebbe meglio, senza gli ostacoli del passato. Che cosa si farebbe di diverso se potessimo ricostruire Milano da zero?
MILANO DA ZERO: le 10 cose che cambieremmo se potessimo rifarla da capo
#1 Lasciare scoperti i Navigli
I milanesi si sono già espressi a favore nel referendum più ignorato dai politici della storia, quello del 2011. Il problema è che riaprire ora i navigli è un casino: non solo sono stati sotterrati ma l’urbanistica e la viabilità sono profondamente diversi rispetto a quando l’acqua scorreva sotto il cielo. Più facile sarebbe ripartire da zero: nessuno oggi si sognerebbe di interrare i navigli che, anzi, sarebbero una delle principali attrazioni turistiche della città.
#2 Viali più grandi
Milano è compressa, soffocante. A guardare la mappa della città sembra che i palazzi facciano a gara per addensarsi nel centro. Gran parte delle strade sono nate quando si circolava a piedi o al massimo a cavallo e da decenni sono ad alto rischio di congestione di traffico e smog. Immaginando di rifare da zero la città si potrebbero tracciare delle strade belle larghe, ad esempio si potrebbero costruire dei viali grandi come corso Sempione lungo le quattro assi nord-sud-est-ovest. Un’idea molto cara, peraltro, a Napoleone.
Simile al discorso delle strade è quello dei palazzi. Nelle grandi metropoli al di là delle Alpi o in America, c’è molto più spazio tra i palazzi. Altrove abbondano le villette unifamiliari con giardino attorno, da noi sono una rarità. Viali come via venti settembre sarebbero la prassi nella Milano ricostruita da capo.
#4 Più parchi
Credits: @albertolameriechimoderni Parco Portello
Se c’è una cosa che Milano invidia alle altre grandi città del mondo sono i parchi. Se ci confrontiamo con Parigi, Londra o Berlino, ci si accorge che quelli che noi chiamiamo parchi da loro sarebbero dei giardini. Tutte hanno in centro un enorme parco di dimensioni molto più grandi del nostro Sempione. E anche nel resto della città ci sono spazi verdi immensi che da noi si trovano purtroppo solo in alcune aree di periferia. Creare oggi qualcosa del genere è impossibile a meno che non si voglia abbattere interi quartieri. Se però potessimo rifare da zero, la presenza di grandi parchi in aree centrali sarebbe una priorità assoluta e vista dall’alto Milano diventerebbe una macchia verde.
#5 Ventole e turbine per pulire l’aria dallo smog
smog free tower (rotterdam)
Altra cosa molto complicata da fare ora. Ma che sarebbe vitale per la qualità della vita di Milano. Contro il ristagnare dello smog soprattutto nei mesi invernali rifacendo la città da zero si potrebbero edificare delle turbine a elica o impianti per fare circolare l’aria, da azionare quando si crea quella cappa venefica che rende Milano tra le più inquinate del mondo.
#6 Strade sotterranee e metropolitana diffusa
tunnel-alabama
Tutti sappiamo quanto sia difficile costruire anche un semplice sottopassaggio. Gli scavi della metropolitana vengono spesso bloccati dal ritrovamento di reperti o scheletri antichi. Ma se si ripartisse, il progetto di città dovrebbe prevedere da subito un’estesa rete metropolitana, come quella di Berlino o di Londra, e un sistema di tunnel di strade sotterranee per rendere più vivibile l’esistenza in superficie. Magari a LED colorati come quello della foto.
#7 Pista ciclabile prima di costruire ogni strada
Insieme a tunnel, parchi e metropolitana si dovrebbero tracciare piste ciclabili con un adeguato spazio ai margini delle strade di scorrimento. Ci si potrebbe anche sbizzarrire per creare delle piste particolarmente suggestive per trasformare il tragitto in un piacere.
#8 Fare il Montestella più alto e realizzare altri colli artificiali
Ph. elenabona77 IG
Milano è una città che punta in alto. Ospita i grattacieli più alti d’Italia e diventa più bella nelle giornate in cui appaiono le creste delle montagne all’orizzonte. Se si ricostruisse da zero si potrebbero realizzare progetti più arditi e di maggiore beneficio per i cittadini dei grattacieli. Si potrebbero costruire dei colli artificiali in cui godersi la città dall’alto, di altezza simile a quelli bolognesi, con un Montestella alto il doppio o il triplo.
#9 Costruire un round circle (con la ferrovia sopraelevata)
Dove oggi circola un po’ a fatica la 90/91 potrebbe esserci una ferrovia sopraelevata che renderebbe agevoli gli spostamenti, valorizzando anche con un’urbanistica particolare una cintura periferica che oggi risulta esteticamente molto degradata.
#10 Costruire la stazione centrale con i binari a croce
La Stazione Centrale è una costruzione magnifica però ha un problema: i binari. Per fare arrivare in stazione tutti i treni dalla stessa parte, si è creato un groviglio sterminato di binari che consentono ai treni che arrivano da nord-sud-est ed ovest di incanalarsi nella stessa direzione. Questo groviglio rappresenta uno scempio urbanistico per la città. Se si ricostruisse tutto si potrebbe adottare per Milano la stessa soluzione dell’Hauptbanhof di Berlino che ha posizionato su un livello i binari dei treni che scorrono tra nord e sud e su un altro livello i binari dei treni che scorrono tra est e ovest. Con i binari messi a croce non ci sarebbe alcuna matassa che squarcia la città e in più il passaggio dei treni a Milano sarebbe più agevole.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
A Milano vi sono palazzi appartenenti a epoche storiche differenti, che
conseguentemente hanno portato sul territorio riflessi di un mix di vari generi architettonici che oggi è uno dei punti di forza più rappresentativi dell’immagine della città.
Pochi sanno però che, scorrendo indietro di due millenni, possiamo trovare addirittura delle rovine intatte dell’antica Medionalum. Si tratta della più grande testimonianza archeologica della Roma antica nel centro di Milano.
Quando si chiamava MEDIOLANUM: questa è la COSTRUZIONE più ANTICA di MILANO
# Il Palazzo Imperiale di Milano Capitale
https://drpianale.wordpress.com/
Milano è stata capitale dell’Impero romano d’occidente: dal 286 al 402 d.C. In questo periodo, l’imperatore Massimiano abbellì la città con vari monumenti, e una parte considerevole della città (quella occidentale, una vera e propria città nella città) fu riservata al palazzo imperiale e al suo quartiere, che era anche la sua residenza nonché quella della sua corte e che comprendeva locali di rappresentanza e amministrativi, un centro termale privato, presidi militari fissi, luoghi di culto dedicati e aree residenziali. Probabilmente, anche lo stesso toponimo della moderna Piazza Vetra è legato al palazzo imperiale, dato che si ritiene provenga da Castra Vetera, con un richiamo al presidio di soldati nei pressi di Porta Ticinese Romana a guardia del palazzo imperiale.
Nel 313 d.C l’Imperatore Costantino promulgò l’Editto di Milano, e Milano avrebbe perso il ruolo di capitale a vantaggio di Ravenna, considerata più difendibile. Nonostante questo, il palazzo imperiale romano di Milano continuò ad essere accreditato come un importante luogo di potere.
# L’antico centro di Mediolanum
https://it.wikipedia.org
Per costruire il palazzo imperiale romano di Milano venne scelta una zona di Mediolanum che era contraddistinta dalla presenza di abitazioni di lusso. A fianco del palazzo fu edificato il Circo Romano di Milano, riproponendo lo schema palazzo imperiale-circo tanto frequente nelle città imperiali.
Più precisamente il circo e il palazzo di Milano si trovavano in un quartiere a ovest, tra Porta Vercellina e Porta Ticinese. Era compreso tra le moderne corso Magenta, via Santa Maria alla Porta e via Santa Maria Fulcorina.
La moderna via Torino, con la costruzione del palazzo imperiale, diventò il nuovo decumano massimo, dato che collegava il palazzo, centro politico e amministrativo della città, con il Palazzo Arcivescovile (che si trovava dove ora è situata Piazza Duomo) che rappresentava invece il centro religioso della città.
La posizione e l’estensione del complesso architettonico del palazzo imperiale sono state ricostruite sulla base di indagini archeologiche e di indizi topografici. Ma come era il palazzo imperiale originale?
# Il Palazzo Imperiale: i resti in via Brisa e come era fatto in origine
https://www.chiesadimilano.it/
Originariamente era costituito da più cortili porticati adeguatamente collegati che davano accesso sia ad ambienti pubblici che privati. L’ingresso del palazzo, situato lungo la moderna via Santa Maria alla Porta, era costituito da un grande vestibolo che dava l’accesso a una sala absidata. Le sezioni del palazzo destinate a funzioni di rappresentanza erano contraddistinte da locali più grandi e dotati di absidi, spesso con pavimenti rialzati, vista la possibile presenza dell’imperatore in vesti ufficiali. Una parte del palazzo era destinato alla famiglia imperiale, e le pareti erano ricoperte da affreschi, tra i quali spiccavano quelli che celebravano le vittorie militari dell’Impero.
I resti presenti in via Brisa coprono un’estensione totale è di 2160 metri quadri, ed è possibile riconoscere delle strutture di fondazione, oggi all’aperto, di un impianto termale che sembra riferirsi al nucleo più a nord del perimetro. Un settore destinato alla rappresentanza dove l’imperatore riceveva dignitari, principi o re stranieri venuti a fargli visita.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Se possiamo dare per assodato che i milanesi conoscano bene il centro storico (la zona 1 dal PIL pro capite più alto d’Italia), non sempre questo è vero per gli altri 8 municipi in cui la città è divisa. Vediamo dunque un quartiere per zona che i milanesi stanno riscoprendo. Cover: Ph. @starwalls IG
7+1 QUARTIERI per vivere da turisti a MILANO
# NOLO, il polo hype di Milano
Credits: @nolomilano IG – zona ricreativa in Via Venini
Il nome di questo quartiere richiama gli acronimi newyorkesi: sta per North of Loreto, indicando quella porzione di città compresa all’incirca tra Via Padova a est, piazzale Loreto a Sud, i binari della ferrovia a nord e a ovest. Area a lungo depressa, ha avuto un boost evidente anche solo dalla nuova denominazione che ha di fatto mappato il quartiere in città.
Il centro della zona è via Venini, un tempo conosciuta solo per alcuni hotel della vicinanza della Stazione Centrale. I progetti architettonici di rivalutazione della zona sono molteplici e sembrano non doversi fermare mai, dando a NoLo una decisa vitalità che ne costituisce al momento la più grande attrazione, tra le vecchie case riqualificate e i tanti locali internazionali o milanesi (che poi è la stessa cosa) per un aperitivo attorno a Piazza Morbegno.
Il monumento più importante della zona è la chiesa di Santa Maria Beltrade, prima chiesa progettata dalla Scuola d’Arte “Beato Angelico”, fondata nel 1921 da monsignor Giuseppe Polvara, che si presenta come un edificio dai gusti art déco nascosti dietro apparenze neoromaniche. NoLo è un must per ogni milanese à la page del 2022.
# LAMBRATE, il quartiere più “anarchico” di Milano
Credits: @zona_3_moviment IG
Vasto quartiere notissimo per la sua stazione ferroviaria, si estende principalmente a est dei binari, al di là di qualche locale DOC presente nelle strade residenziali che si avvicinano alla zona universitaria di Città Studi. I milanesi conoscono bene il comparto dedicato al Salone del mobile, attorno alla creatività imbattibile di Via Ventura.
Una delle primissime riqualificazioni ‘storiche’ dei quartieri periferici operate dal comune di Milano ha interessato la sua strada più iconica: Via Conte Rosso, dove le parigine segnalano sostanzialmente un vecchio borgo lombardo abbastanza conservato nella sua immagine DOP. Oltre a Viale delle Rimembranze, la famosa piazza con il nome di viale che anche solo per transito automobilistico molti milanesi conoscono, il monumento immancabile per i turisti nella loro stessa città è sicuramente Villa Folli, che essendo abitazione privata si può ammirare solo dall’esterno, con il suo impianto planimetrico ad “U” a corte aperta risalente al 1700. L’ennesimo gioiello nascosto della nostra città.
Un quartiere dall’identità così definita da avere addirittura una squadra di calcio, che gioca in Eccellenza, la quinta divisione del campionato italiano. Eppure, questa è una zona che sinora è stata snobbata alla grande dai milanesi per la sua edilizia popolare raccolta attorno alle belle piazze verdi Martini e Insubria, con l’appendice appena un po’ più cool della più intima piazza Tito Imperatore, ormai rivolta verso il respiro cittadino della circonvallazione interna.
In attesa che partano la riqualificazione delle favolose palazzine liberty abbandonate da anni lungo Viale Molise, oppure quella dell’Ortomercato, istituzione per la quale comunque ciascun milanese ha perlomeno attraversato la zona, è opportuno cominciare a esplorare il quartiere, a partire dai suoi nuovi pub dove si girano video musicali (Enchant me, della band rock degli Skeletoon).
Una nuova attrazione potrebbe essere la nuova Biblioteca di quartiere, i cui lavori di rigenerazione previsti dal Piano Quartieri stanno portando la struttura inaugurata nel 1969 a un nuovo splendore. Facciamoci un salto, incontreremo tanti abitanti della zona per la quale rappresenta un punto di riferimento in una zona destinata a divenire una delle prossime hype milanesi.
Zona molto estesa, i cui ‘confini’ sono delimitati in maniera piuttosto vaga: a sud c’è Gratosoglio, a nord la zona di via Meda che pochi conoscono con il nome storico di Stadera, a est il caos in rifacimento delle zone più esterne del Vigentino, a ovest il mitico Naviglio Pavese che in questo tratto riassume tutta la sua bellezza, superato il tratto orribile delle palazzine senza alberi del quartiere Promessi Sposi, appena oltre la parte centrale della città.
Piazza Abbiategrasso è il punto focale di Chiesa Rossa, ma il progetto originale della linea verde estesa ad Assago aveva le idee più chiare, denominando la stazione in loco con il nome del quartiere e non con quello della piazza, facilmente confondibile con la cittadina della provincia di Milano situata sull’altro Naviglio, quello Grande. In questa zona essenzialmente residenziale il milanese viene per scoprire le varie venature di una delle più grandi ricchezze cittadine, i corsi d’acqua tuttora emersi.
Nonostante il nome del quartiere derivi dall’interessantissima chiesa romanica di Santa Maria alla Fonte, l’attrazione principale è l’allestimento permanente di Dan Flavin, curato dalla Fondazione Prada, all’interno dell’altra basilica di Santa Maria Annunciata, dove l’opera ‘Untitled’ in luce verde, blu, rosa, dorata e ultravioletta permea l’intero volume della chiesa “fluo”. E voi, l’avete già vista?
Di FlavMi – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=99996940
Un’altra zona milanese a lungo relegata nell’anonimato assoluto che sta rapidamente scalando posizioni tra i quartieri della vasta prima periferia appena fuori dalla circonvalla è proprio la Barona, quartiere molto identitario da prima delle mode, in cui la gente ha sempre percepito un attaccamento particolare all’area prima che alla città di Milano. Dove si trova? Il suo centro storico si sviluppa attorno a via Zumbini, mentre via Watt a nord già consegna le case al destino d’acqua di San Cristoforo e viale Faenza, a sud e a ovest, delimita le zone residenziali dai parchi milanesi del meridione agricolo della città.
Anche qui come in tante altre zone milanesi da riscoprire si può semplicemente esplorare il quartiere in cerca dei suoi investimenti immobiliari di recupero, per esempio il recente Forrest in Townche a differenza di altri non si sviluppa in verticale ma in orizzontale, secondo il modello dei loft con esteso giardino interno.
Alla Barona le attrattive non mancano, dalle nuove birrerie alle vecchie trattorie di quartiere che servono cibo tipicamente milanese; in piazza Miani, snodo della zona verso la periferia newyorkese di Viale Famagosta, c’è un monumento che nessuno nota mai, e non potrebbe essere altrimenti, visto che i caduti per la guerra aumentano ogni giorno nella nostra apatia più o meno dichiarata.
Questo quartiere susciterà un’onda di disapprovazione nell’essere elencato nella lista delle zone da scoprire, perlomeno da parte dei milanesi DOC di una certa età. Il tutto a causa della famosa diceria locale secondo la quale quando si sparano affermazioni particolarmente esagerate e fuori controllo, l’esortazione del popolino è quella di andare a suonare l’organo a Baggio, in una chiesa dove l’organo è solo dipinto sulle pareti.
Ex comune indipendente aggregato a Milano città ben prima degli omaggi del rapper Ghali alla sua realtà odierna, il quartiere può contare su un’area particolarmente estesa che raggiunge ai suoi limitari orientali l’ormai mitico Parco delle Cave, il terzo parco di Milano per dimensioni, dopo il parco Nord e il parco Forlanini, con un’estensione pari a 135 ettari, caratterizzato da quattro bacini artificiali, uno stagno, boschi, corsi d’acqua, orti urbani, un’area agricola attorno alla cascina Linterno.
Proprio quest’ultima risulta essere l’attrazione principale per i milanesi curiosi, dato che già nel censimento del 2010 “I luoghi del cuore” a cura del FAI, la cascina si è piazzata al settimo posto tra gli edifici civili in Italia, in quanto ‘dimora di Francesco Petrarca e antico forno’. Domenica mattina, anyone?
Non esattamente un quartiere dove fare un aperitivo o una cena (tradizionale o etnica che sia), a causa del suo carattere che si mantiene residenziale negli anni, questa zona ai confini della circonvallazione, più o meno situata tra la vecchia zona Fiera, Lampugnano e San Siro deve il suo originale nome (Quartiere Triennale 8) all’ottava edizione della Triennale di Milano, svoltasi nel 1947.
Cantato nelle liriche della grande band di rock progressivo PFM, quest’isola di verde tra quartieri più urbanizzati di Milano ha un fascino speciale che val bene una lunga esplorazione. Le stradine laterali che si dipanano da via Diomede raccontano storie di un quartiere che rimane uno dei più originali di Milano, tra le sue case basse con giardino che richiamano modelli anglosassoni e il grande parco della Montagnetta (termine popolare per Monte Stella), famoso anche per il giardino dei Giusti recentemente ristabilito dal comune contro l’odio razziale sempre dominante.
A breve QT8 potrà contare sul CASVA – Centro Alti Studi per le Arti Visive, che raccoglierà gli archivi delle più importanti figure della cultura del progetto e dunque trasformerà l’edificio in un centro di rilevanza europea per lo studio dell’architettura, dell’arte e del design del Novecento. See you soon!
La Zona 9, grazie all’incredibile boom di Porta Nuova e del quartiere Isola (e forse a quello futuro dello Scalo Farini, tuttora misteriosa) è probabilmente il municipio che di più si è avvicinato all’essere considerata ‘semicentro’ dal milanese imbruttito.
Ma il cittadino che voglia improvvisarsi turista nella sua città deve sicuramente ancora scoprire tante zone di quest’area popolata, tra cui la vecchia frazione di Affori che oggi sta vivendo una nuova giovinezza, grazie alle iniziative sociali sviluppate come in nessuna altra parte della città (dalle sartorie con supporto psicologico ai locali che offrono un impiego a persone fragili).
Il quartiere, un tempo dormitorio, è sempre più richiesto per il suo carattere ‘berlinese’ dell’essere una comunità da 15 minuti, in cui tutto è facilmente raggiungibile. Tra i numerosi progetti edilizi che stanno dotando Dergano anche di torri a ziqqurat, la recente riqualifica effettuata dal comune dell’area più centrale, con pavé e paletti in finto antico, ha reso Villa Hanau, accessibile dal pubblico, la più grande attrazione storica del quartiere: venduta al Comune nel 1891, fu sede degli uffici amministrativi del vicino ospedale per contagiosi Agostino Bassi e attualmente ospita il Consiglio di Zona 9. Siete qui per un aperitivo, vero?
Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)
ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle newsletter di milanocittastato.it qui:https://www.milanocittastato
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Una chiesa davvero unica nel suo genere, forse troppo. Ecco a chi è dedicata, chi l’ha progettata e come è stata costruita.
La CHIESA più “ODIATA” dai MILANESI
# L’edificio religioso dedicato al patrono della Svizzera
Credits Andrea Cherchi – Dedica San Nicolao della Flue
Siamo in Via Dalmazia, al centro del quartiere Forlanini. Fu proprio la costruzione del quartiere, agli inizi degli anni ’60 del ‘900, a rendere necessaria l’istituzione di una nuova parrocchia. Dedicata a San Nicolao della Flüe, patrono della Svizzera, un primo progetto per la costruzione della chiesa fu infatti realizzato dall’architetto zurighese Fritz Metzger, nel 1962, ma venne accantonato. Quello definitivo fu ad opera dell’architetto Ignazio Gardella con Anna Castelli Ferrieri, mentre l’edificio religioso fu costruito tra il 1968 e il 1970.
# La “nave rovesciata” sul tetto
Credits Andrea Cherchi – San Nicolao della Flue
La sagoma esterna è davvero unica, molto particolare, tanto distante dai consueti canoni costruttivi che ha fatto fin da subito storcere il naso a molti milanesi. A chiudere la struttura dell’edificio volutamente scarno, sopraelevato rispetto alla piazza, c’è infatti quello che dovrebbe rappresentare la vela o la chiglia di una nave rovesciata.
# Costruita in cemento armato
openhousemilano IG – San Nicolao della Flue
Anche all’interno è visibile la forma che si è deciso di dare alla volta. La chiesa poggia su basamento dento il quale ci sono i locali parrocchiali e di servizio e su una serie di portali ricurvi in calcestruzzo armato a vista. L’edificio si suddivide in tre navate, con quella centrale a creare un effetto di slancio accentuato dall’illuminazione che entra delle finestre a feritoia.
Credits Andrea Cherchi – Organo San Nicolao
Sopra il tabernacolo e il fonte battesimale in beola, disegnati da padre Costantino Ruggeri, è presente l’organo.
Un piccolo borgo antico, con anche la parte un po’ più moderna, costruito nei minimi dettagli compreso il paesaggio naturale che lo circonda e i monumenti. Come è stato realizzato, dove si trova e quando si può visitare.
La “CITTÀ IDEALE” in MINIATURA a un’ora e mezza da Milano
# Un impianto urbanistico a carattere storico in scala 1:25
theidealtown.com – Vista aerea città
L’idea di costruire una città ideale è un sogno che Roberto, ingegnere innamorato degli antichi borghi e della città italiane, ha avuto sin da bambino. I primi esperimenti sono iniziati nel 1996 e la fondazione di “The Ideal Town”, nel giardino della sua abitazione, è avvenuta nel 2000. Si tratta di un impianto urbanistico a carattere storico in scala 1:25, immerso in un paesaggio caratteristico, con i dettagli realizzati alla perfezione. La città è in continua espansione con l’aggiunta di nuovi edifici, di realizzazione originale, modificando il suo aspetto con il passare del tempo e tenendo conto delle innovazioni delle tecniche costruttive e agli stili architettonici utilizzati.
# Occupa un’area di 220 mq e ospita oltre 70 edifici, più di 1.000 alberi, un lago e una rete stradale di 200 metri
viaggiosenzascalo IG – The ideal town
La superficie occupata dalla città di 220 mq e al suo interno sono presenti oltre 70 edifici, più di 1.000 alberi, una rete stradale di circa 200 metri, un lago e persino un sito archeologico. Per costruirla sono state utilizzate più di 40 tonnellate di malta di cemento e circa 20 tonnellate di materiale di edifici ed infrastrutture sono stati distrutti nel corso degli anni.
theidealtown.com – Primo manufatto
Il primo manufatto è stata la torre a pianta circolare sulla collina, struttura che oggi rimane come unica testimonianza del primo castello e sulle cui rovine è stato realizzato quello attuale, a cui ha seguito lo sviluppo il villaggio a valle.
# I paesaggi naturali: pianura, montagna, fiumi e laghi
theidealtown.com – Il bosco
Il periodo centrale degli anni 2000 è stato impiegato per realizzare il paesaggio naturale attorno alla cittadina. Si trova il territorio montuoso, con una foresta di conifere composta soprattutto da piante di ginepro, oltre 1.000, e un fitto sottobosco.
theidealtown.com – Ponte e cascata
Presente un laghetto e un torrente che scendendo in pianura, con i suoi emissari, crea una cascata e un lago profondo 35 cm ed esteso 5 mq popolato di pesci sole. Il corso d’acqua passa sotto il più grande ponte della città con con una luce di 90 cm.
# Il sito archeologico
theidealtown – Sito archeologico
Camminando tra le strade della città ideale si può visitare anche un vero e proprio sito archeologico, realizzato nel mezzo del territorio, che si compone di un teatro, due templi peripteri, una tholos circolare e da un tempio prostilo, sulla collina adiacente al teatro. Non possono mancare le antiche strade lastricate.
# Tra vicoli e viuzze alla scoperta dei monumenti: il Duomo e il complesso paleocristiano
theidealtown – Vie e vicoli città vecchia
Addentrandosi tra vicoli e viuzze della città vecchia, tra i dettagli della sua costruzione si possono notare i tombini del sistema fognario, sembra di trovarsi proprio in uno dei tanti borghi sparsi per l’Italia.
theidealtown – Complesso paloecristiano e duomo sullo sfondo
Spostandosi verso la città nuova si possono trovano dei piccoli canali, scavalcati da ponticelli, e i due monumenti principali: il Duomo e il complesso paleocristiano. Il primo è caratterizzato da un cupola e da un campanile, ed è stato terminato nel 2008, il secondo, realizzato nel 2011, comprende un mausoleo a pianta ottagonale e una basilica con tre navate divise da due file di colonne doriche entrambe con una cripta al loro interno
# L’ingresso è ad offerta libera e la piccola città è visitabile di sabato e domenica
Milano-città ideale
Questa città in miniatura si trova a Remedello di Sopra, in provincia di Brescia, in Via Capitano 2, a poco più di un’ora e mezza da Milano. Si può visitare di sabato e di domenica, l’ingresso è offerta libera, previo contatto del suo creatore.
Milano ha rivoluzionato il suo skyline costruendo gli edifici più alti d’Italia. Ma come si pone rispetto a quelli più alti d’Europa? Per prima cosa bisogna dire che sì, Milano figura nella top 10. Spoiler: la Brexit ha rivoluzionato la classifica.
I 10 GRATTACIELI più ALTI dell’Unione Europea
#10 Varso, Varsavia (Polonia): 220 metri per 46 piani d’altezza
Credits: wiikipedia.org
Il Warsaw Spire è un complesso costituito da un grattacielo e due edifici adiacenti situato a Varsavia, in Polonia. Quello centrale raggiunge l’altezza di 220 metri con le guglie, 180 metri al tetto, per un totale di 49 piani. Inaugurato nel 2016 ospita la sede del Frontex.
#9 Torre Espacio, Madrid (Spagna): 224 metri con 57 piani
Credits: wikipedia.org
Alto 224 metri la Torre Espacio fa parte del complesso Cuatro Torres Business nell’Area di Madrid. Terminato nel 2008 conta 57 piani.
#8 Torre Unicredit, Milano; alta 231 metri con 35 piani. Il più alto grattacielo d’Italia
Torre Unicredit è il più alto grattacielo in Italia con i suoi 231 metri e 35 piani, 80 dei quali conferiti dalla sinuosa guglia. Inaugurato nel 2012 nel quartiere di Porta Nuova, il centro direzionale di Milano, è stato progettato da Cesar Pelli ed è sede del gruppo bancario che da cui prende il nome.
#7 Il grattacielo Tour First, Courbevoie (Paris, la Défens): 231 metri con 52 piani. Il più alto di Francia
Credits: alchetron.com
Tour CB31, è un grattacielo situato nel quartiere finanziario della Défense, a Courbevoie, comune alla periferia di Parigi. Realizzato nel 1974, dopo le pesanti modifiche del 2011 ha raggiunto altezza di 231 metri, superando la Tour Montparnasse e diventando il grattacielo più alto della Francia. Curioso che i grattacieli più alti d’Italia e di Francia misurino la stessa altezza.
#6 Torre PwC, Madrid (Spagna): 236 metri con 52 piani
Credits: wikipedia.org
Un’altra delle quattro torri del quartiere del Cuatro Torres Business Area di Madrid, Torre PwC si issa al sesto posto di questa classifica con i suoi 236 metri e 52 piani.
#5 Palazzo della Cultura e della Scienza, Varsavia (Polonia): il più vecchio in classifica, raggiunge i 237 metri
Credits: wikipedia.org
Con i suoi 65 anni di storia è il grattacielo più vecchio in classifica, è alto 237 metri e ha 42 piani. Per diversi decenni è stato il secondo edificio più alto d’Europa, dopo l’edificio principale dell’Università statale di Mosca, più alto di tre metri.
#4 Torre Cepsa, Madrid (Spagna): alta 248 metri con 45 piani, l’icona di Norman Foster
Credits: wikipedia.org
Terminato nel 2008 è stata progettato da Norman Foster, appena giù dal podio dei grattacieli più alti dell’Unione Europea con i suoi 248 metri. Anch’esso nella “Cuatro Torres Business Area” rappresenta un’icona di stile, sembrando una piattaforma digitale con degli enormi tasti da premere.
#3 Torre de Cristal, Madrid (Spagna): 249,5 metri per 52 piani. Il più alto grattacielo della Spagna e dell’Europa del Sud
Credits: wikipedia.org
Il grattacielo più alto realizzato nel “Cuatro Torres Business Area”, nonché il più alto della capitale spagnola e di tutta la Nazione, è la Torre de Cristal ideata da Cesar Pelli, lo stesso architetto della nostra Unicredit Tower. Supera di 1,5 metri la Torre Cepsa e conquista il terzo posto in classifica, contribuendo a far occupare alla Spagna ben 4 posizioni su 10.
#2 Messeturm, Francoforte (Germania): 257 metri con 55 piani. Fino al 1997 la costruzione più alta d’Europa
Credits: wiikipedia.org
Inaugurato nel 1990, il grattacielo Messeturm a Francoforte è per un soffio sul secondo gradino del podio dei più alti dell’Unione Europea. La sua estremità tocca i 257 metri, per un totale di 55 piani. Fino al 1997 era la costruzione più alta d’Europa, sul vertice si staglia una struttura a forma di piramide, per alcuni espressione della massoneria. Per scoprire il numero uno non bisogna fare molta strada.
#1 Commerzbank Tower, Francoforte (Germania): 259 metri con 65 piani
Credits: wikipedia.org
Sono solo due i metri in più di altezza rispetto al Messeturm, ma sono sufficienti alla Commerzbank Tower per assicurarsi il primo posto in classifica tra i grattacieli dell’Unione Europea. Un primato che era stato perso nel 2012 in seguito all’inaugurazione dello “Shard” di Londra, ma riacquisito quest’anno grazie alla Brexit che ha escluso il Regno Unito da questa graduatoria. Progettata da Norman Foster & partners, al suo interno sono presenti dei giardini d’inverno.
La top ten delle più ambite del 2024: oltre la metà hanno sede in Lombardia, di queste quasi tutte sono a Milano.
Le MIGLIORI 10 AZIENDE dove lavorare in ITALIA
# La classifica aggiornata della piattaforma digitale Statista
La piattaforma digitale Statista ha stilato anche quest’anno la classifica con i migliori datori di lavoro italiana. La selezione si è basata su un metodologia che garantisce risultati imparziali e fornisce approfondimenti affidabili. Sono stati intervistati oltre 20.000 dipendenti di aziende con almeno 250 dipendenti, tra medie imprese e multinazionali, oltre a quelle del settore pubblico, quali ospedali, università e centri di ricerca. Ogni azienda ha ricevuto una valutazione con un punteggio da 0 a 10. Vediamo la classifica generale.
#10 Versace (Milano): 9,07
Credits Andrea Cher chi – Sede Versace
Ad aprire la top è la maison milanese Versace con un punteggio di 9,07. La casa della Medusa è stata fondata da Gianni Versace nel 1978, oggi è sotto la guida creativa della sorella Donatella e diretta dal Ceo Emmanuel Gintzburger, e da qualche anno ha spostato la sua sede in zona Porta Nuova.
#9 Istituto Nazionale dei Tumori (Milano): 9,09
Sede principale Istituto Nazionale dei Tumori
Nona piazza per l’Istituto Nazionale dei Tumori con un punteggio di 9,09. Fondato nel 1928, oggi guidato da Marco Luigi Votta, è una delle eccellenze milanesi ed europee nell’ambito delle cure delle malattie oncologiche.
#8 Heineken (Sesto San Giovanni): 9,10
Credits: mark-up.it – Heineken italia
Il famoso marchio olandese che produce birre si prende l’ottavo posto con un punteggio di 9.10. Anche se la sede fiscale di Heineken si trova a Pollein, in Valle d’Aosta, gli uffici più importanti si trovano in Viale Edison 110 a Sesto San Giovanni. Questa azienda è stabilmente nella top ten delle migliori aziende dove lavorare dal 2021, quando era al primo posto.
#7 Enav (Roma): 9,14
Enav group
Con il punteggio di 9,14 l’Enav, l’Ente Nazionale di Assistenza al Volo con sede a Roma, occupa la settima posizione. Fondato nel 1981, oggi è guidata dal Ceo Pasqualino Monti e vi lavorano 4.200 dipendenti.
#6 Tenaris (Dalmine – BG): 9,15
altmoldorin IG – Tenaris
Tenaris è il maggior produttore e fornitore a livello globale di tubi e servizi per l’esplorazione e la produzione di petrolio e gas. Fa parte del gruppo gruppo Techint e ha sua volta ha sotto il suo controllo diverse aziende tra cui la Dalmine in provincia di Bergamo. Il sesto posto in questa classifica, nella quale è presente dal 2021, è il risultato del punteggio di 9,15.
#5 Banca d’Italia (Roma): 9,15
danmaselli IG – Banca d’Italia
Quinto posto per Banca d’Italia con il punteggio di 9,15. Fondata nel 1893, è un organismo di diritto pubblico e il suo scopo è di mantenere la stabilità dei prezzi e la stabilità e l’efficienza del sistema finanziario. La sede principale è a Roma.
#4 Pandora (Milano): 9,18
zheniacharms IG – Pandora
L’azienda di gioielleria Pandora, famosa per i suoi braccialetti e charms, è stata fondata in Olanda nel 1982. Dal 2010 ha anche una sede italiana a Milano e con un punteggio di 9.18 si posiziona appena giù dal podio nella classifica delle società dove lavorare nel nostro Paese.
#3 Fratelli Carli (Imperia): 9,26
barla_andrea IG – Fratelli Carli
Medaglia di bronzo per Fratelli Carli Spa, fondata a Oneglia nel 1911 e oggi con quartier generale a Imperia. Specializzata nella produzione di olio d’oliva, nel corso dei decenni ha arricchito la sua proposta con prodotti che spaziano dall’aperitivo al dolce. Il punteggio ottenuto è di 9,26.
#2 Google (Milano): 9,30
nuova sede Google
La piazza d’onore spetta a Google, grazie ad un punteggio di 9,30, l’azienda informatica dove è stato sviluppato il più famoso e utilizzato motore di ricerca al mondo. Fondata nel 1988 a Menlo Park, oggi fa parte del gruppo Alphabet e ha sede a Mountain View. La sede italiana è stata aperta a Milano nel 2022 con uffici in zona Porta Nuova.
#1 Volkswagen (Verona): 9,31
omnifurgone.it – Volkswagen Italia
La migliore tra tutte le aziende è risultata l’azienda automobilistica tedesca Volkswagen, con un punteggio di 9,31. Nata a Wolfsburg nel 1937, la casa produttrice di autoveicoli una delle più importanti a livello globale con alcuni di modelli più iconici messi sul mercato, il Maggiolino e la Golf. La sede italiana, fondata nel 1985, si trova a Verona.
Se fino a pochi anni fa erano zone abbandonate a se stesse. Ora si stanno rivoluzionando o si preparano a farlo trasformandosi in quartieri completamente nuovi.
Scopri i sette quartieri nascenti che stanno cambiando il volto di Milano.
Il nuovo video di Milano Città Stato di Silvia Arosio. Iscriviti al canale su YouTubeper i video esclusivi.
Hai un video di Milano da inviarci o segnalarci? Scrivici su info@milanocittastato.it (video del giorno)
Didi Perego ha dato tutto al mondo del cinema, dalla comicità alla rappresentazione di una straziante sofferenza di vivere. Un’artista milanese purtroppo non ricordata a dovere.
DIDI PEREGO, la Sofia del film italiano candidato all’Oscar
# Un’inimitabile donna dello spettacolo
wikipedia – Kapò, al centro Didi
È stata un’inimitabile donna dello spettacolo, bella e carismatica, formidabile caratterista e, al tempo stesso, donna dotata di una capacità esclusiva nel tenere la scena. Proprio per questo la sua presenza, anche quando non era la protagonista principale, dava un tocco di “sale” al film. Ne “La Parmigiana” del 1963, proverbiale è stata la sua battuta, “guardalo, sembra il tre di bastoni”, oppure “nel matrimonio, l’amore, se c’è passa, se non c’è arriva”, con quel cinismo, a volte amaro, altre goliardico, che caratterizzava molti dei suoi personaggi.
Parliamo di Didi Perego, all’anagrafe Aida, nata a Milano il 14 aprile 1937 e deceduta a Roma il 28 giugno 1993. A dire il vero, la Perego, ce la siamo dimenticata, e non va bene.
Non va bene, perché, una come lei, deve essere un esempio per le nuove generazioni di attori e di attrici, capace di interpretare in modo struggente e drammatico la parte di Sofia in “Kapò” (1960), per poi essere la leggiadra Rosina nella commediola, “Mina…fuori la guardia” del 1961. Passa dal ruolo sofferente, al fianco di Gian Maria Volonté, di Barbara, nel film “Un uomo da bruciare”, tra lotta di classe e interessi di mafia, alla divertente Gisele Dupont in “Arriva Dorellik”.
# Tra teatro e cinema
Didi Perego ha dato tutto al mondo del cinema: comicità, ironia, impegno sociale, l’arte del grottesco e quella della rappresentazione di una straziante sofferenza di vivere. Sempre con abnegazione, lavoro certosino e grande rispetto, per la parte che doveva interpretare e per il pubblico.
Si affacciò al mondo della recitazione iniziando a soli 17 anni all’Accademia dei Filodrammatici di Milano, avendo avuto come maestri Ugo Tognazzi e, soprattutto, Giorgio Albertazzi. Dopo essersi fatta le ossa nel mondo del cinema, torna a teatro guidata da Giorgio Strehler, che la diresse in “Il campiello” e ne “Le baruffe chiozzotte”.
# Il debutto sul grande schermo
Il debutto sul grande schermo risale al 1959 con “Morte di un amico”, l’ultima volta che l’abbiamo vista al cinema è stata con “Maledetto il giorno che t’ho incontrato” di Carlo Verdone, nel 1992. In mezzo ha recitato in 78 pellicole. In Tv l’abbiamo vista negli sceneggiati, come “Le inchieste del commissario Maigret”, “Marcovaldo”, “Aereoporto internazionale” e “I promessi sposi”. Innumerevoli sono state le sue interpretazioni nella prosa, con esperienze anche nel doppiaggio.
# La vittoria del Nastro d’Argento come migliore attrice non protagonista
Perego
Nel 1961 vince il Nastro d’Argento, come migliore attrice non protagonista, per il film “Kapò”. E’ stata una donna propositiva, dinamica e dal carattere forte e determinato, un’attrice che ha saputo intendere la recitazione come specchio dell’anima, di un’anima a volte drammatica, altre sentimentale, altre ancora comica, sguaiata, irriverente, provocatoria, ma mai banale.
Che sia il mercato di viale Papiniano o quello di via Fauché poco importa: solo a Milano si possono incontrare queste 5 tipologie di persone.
I 5 PERSONAGGI tipici dei MERCATI di MILANO
#1 La “ravanatrice” del cesto
Offerte al mercato
Non la si vede nemmeno in faccia perché sta china sul cestone delle offerte a 1 euro e 99. Lei ravana sempre e comunque alla ricerca del capo di abbigliamento perfetto. E siccome i cestini sono sparsi tra più bancarelle, lei fa la posta presso ognuna di esse, vigile, attenta, sempre a testa in giù. Salta di bancarella in bancarella come una ranocchia impazzita, alla ricerca del cesto delle meraviglie.
Vengo al mercato memore di quella bancarella carina, con tanti oggetti graziosi, ovviamente inutili. Ma cercavo da tempo un oggettino da regalare, perciò oggi sicuramente troverò qualcosa. Mi sbagliavo. È praticamente impossibile perché c’è un muro umano che mi impedisce di scorgere anche solo 10 centimetri. La muraglia umana circonda la bancarella. La accerchia anche ai lati e quindi è inutile che io mi sposto sulle “ali”. Ahimè devo rinunciare, mission impossible.
#3 La sciura scovatutto
Credits andirivieni__ IG – Mercato di via Fauché
La sciura milanese viene al mercato per trovare il capo di abbigliamento o la borsetta più trendy del pianeta. La camicetta finto pizzo da mettere sotto la giacca di boutique, il foulard macchia di leopardo che fa tanto chic, la scarpina tacco basso o la friulana fuxia. Viene con l’amica, sembra siano qui solo per chiacchierare e invece no. Occhialoni scuri e mano lesta, lei guarda, analizza, scruta con attenzione e infine trova. Sempre.
#4 La sgomitatrice seriale
Donna al mercato
Ha la convinzione di essere l’unico essere umano sul pianeta. Ha una traiettoria ben precisa da seguire e la segue, incurante della folla che, più correttamente, dovrebbe obbligarla ad incedere a zig zag. E invece no, lei lo slalom non lo fa, ma va dritta sgomitando fieramente a destra e a manca. Ciò che è ancora più strano è che nessuno sembra scomporsi più di tanto. Evidentemente prendersi una gomitata fa tanto trendy.
Credits: @laurelevans Il Mercato Di Viale Papiniano
Sosta davanti alla bancarella del formaggio e assaggia un pezzetto di asiago, poi però dice che preferisce il Gorgonzola. Ma no in effetti il Gorgonzola è troppo molle, meglio il provolone. Si ma dolce o piccante? Niente formaggio, passa alla bancarella delle calze: i collant. No, meglio calze di cotone lunghe. No, meglio corte. No, meglio di spugna. Niente, nemmeno un gambaletto. La scena si ripete al banco della biancheria per la casa. A quella delle pentole. Padelle. Fiori. Frutta. Aiuto, si salvi chi può.