Ma non ci sarà l’aiuto da casa e nemmeno il 50 e 50.
Non potrai domandare l’opinione del pubblico e non ci sarà Gerry Scotti.
Sto parlando della Quiz Night della Santeria, una serata durante la quale la tua squadra potrà sfidare le altre fino all’ultima domanda.
Questo martedì, a partire dalle 19.45 potrai iscrivere la tua squadra di 4 persone alla sfida da aperitivo più agguerrita di sempre… con ingresso gratuito, per di più.
I temi saranno musica, cinema e molto altro ancora, ma la cosa più allettante sarà, ovviamente, il premio: Birrette e brunch a nastro per i vincitori.
Non scannatevi però, che c’è da bere per tutti. Che vinca il migliore.
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Stà schisc, è un tipico modo di dire meneghino. Indica il farsi metaforicamente piccolo, lo schiacciarsi verso il pavimento per non farsi notare. Si usa per esprimere l’atteggiamento di chi tace cose che sa e che potrebbe o dovrebbe dire, ma furbescamente preferisce rimanere reticente o guardingo.
Il non dar troppo nell’occhio, insomma, per varie ragioni.
“Son staa schisc per avegh minga rogn“.
Rivolto ad altri, è l’invito perentorio ad abbassare le ali, del tipo “stai al tuo posto”, non essere troppo appariscente o esuberante.
Il verbo che ne è alla base è ovviamente “schiscià“, cioè schiacciare, premere. Secondo il Cherubini (nel suo ottocentesco vocabolario milanese-italiano) un derivato è il termine Schiscetta, che un tempo indicava il cappellaccio a nicchio, che si portava appunto schiacciato sotto il braccio.
In tempi moderni il sostantivo femminile “schiscetta” prese ad indicare il contenitore per il pranzo che gli operai portavano sotto braccio, recandosi alla fabbrica. Contenitore in alluminio, dentro al quale era ben schiacciata un’abbondante porzione di pasta, di minestrone, o di altra pietanza che le mogli avevano preparato. Ne fu anche brevettato uno specifico modello, dalla Caimi Brevetti s.p.a. nel 1952, all’alba del boom economico.
Oggi, più semplicemente, il termine indica l’azione di portarsi da casa il cibo da consumare nella pausa pranzo (o meglio, a Milano, a colazione).
Dicono che la musica si gusta meglio ad occhi chiusi, isolandosi il più possibile. Del resto, facendo a meno di uni dei cinque sensi, si amplificano tutti gli altri. Questa sera, senza chiudere gli occhi, proverai un’esperienza musicale straordinaria. Infatti, il concerto sarà al buio al Piano Terra di Palazzo Reale. Si, hai capito bene: immagina di viaggiare con la mente su note avvolgenti nella completa oscurità. In un primo momento, forse, potrà sembrarti strano, magari anche un po’ assurdo ma sono sicura che dopo i primi minuti ne sarai rapito. Ti faranno sedere in mezzo alla sala e i musicisti si posizioneranno ad ogni angolo: ecco come le note ti arriveranno da ogni parte, altro che dolby surround. Un’esperienza sensoriale pazzesca, non trovi? Ah, dimenticavo: per questa sera lo stile sarà davvero unico, con suggestioni orientali di Bali Dharma, un quartetto davvero particolare. Insomma, uno spettacolo imperdibile, da assaporare fino in fondo e… senza guardare.
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Dopo la violenza spregiudicata profusa a piene mani dalla Banda Cavallero nel 1967 in largo Zandonai, gli anni settanta si presentarono con il loro tragico biglietto da visita. Anni di piombo, anni irrequieti, non solo per le violenze politiche e le contestazioni di piazza, con scontri e morti, ma anche per l’incattivirsi della criminalità, più vera e cruenta rispetto a quella alla quale ci si era abituati in precedenza.
Quando a Milano vincevano i CATTIVI: Turatello, Epaminonda, Vallanzasca e la mala degli anni 70
Milano era da considerare una vera metropoli, una città europea, in espansione urbanistica, con un milione e settecentomila abitanti (il picco più alto), punteggiata di fabbriche e banche. Insomma, la città più ricca nel ricco nord della penisola. Qui si concentravano lusso, soldi, potere, e di conseguenza, malavita.
Come funghi velenosi erano spuntati night club e bische, dove di notte venivano spesi a fiumi i soldi che di giorno erano stati rapinati nelle banche, o estorti con i sequestri di persona.
Come se non bastasse, prende forma in quegli anni il terrorismo. E subito dopo, ecco la mafia e la ‘ndrangheta calabrese. La ferocia dilaga per le strade, il sangue scorre a fiumi, non meno di cento morti ammazzati all’anno (tra il 1970 e il 1980). Non a caso imperversano le pellicole cinematografiche del genere poliziottesco.
Milano odia, la polizia non può sparare; Il giustiziere sfida la città; Milano violenta, questi i film proiettati sul grande schermo, tanto perchè i milanesi non scordassero cosa li attendeva fuori dalle sale, nella vita reale, quella quotidiana.
Uscire di giorno, in certe zone o in certi momenti, poteva essere un azzardo; di notte, una follia. Aumentano i cittadini con il porto d’armi, gli imprenditori viaggiano veloci su Alfa blindate, molti si trasferiscono nelle nuove cittadine satellite nate come risposta alla domanda di maggior sicurezza e benessere.
Tra i numerosi protagonisti negativi di quegli anni maledetti, il podio spetta probabilmente a Turatello, Vallanzasca, Epaminonda.
Francesco Turatello, detto Francis, inizia a dedicarsi alla gestione della prostituzione e delle bische clandestine all’alba degli anni settanta. Francis, la faccia d’angelo, espande ben presto i suoi traffici dedicandosi alla cocaina, che vende ai facoltosi clienti delle sue bische.
Presto mette in piedi una agguerrita banda, composta da un centinaio di uomini senza scrupoli. Figuri come Michele Argento, Franchino Restelli, Gianni Scupola, spadroneggiano in città facendo il bello e il cattivo tempo, terrorizzando cittadini e beffando le forze dell’ordine.
La banda Turatello si specializza nei sequestri di persona, un affare redditizio e molto sfruttato. Solo a Milano, se ne contarono 100 nel decennio ’73-’84. La carriera di Turatello termina con l’arresto in Cordusio nel 1977. La sua vita poco dopo, in carcere, nel 1981.
Renato Vallanzasca nasce a Milano, cresce tra via Porpora e il Giambellino, diviso fra le due famiglie che il padre aveva messo in piedi. Renato si mostra subito ribelle alle regole e attratto dai furti. Presto conosce il malsano ambiente del riformatorio e poco dopo quello ancora più avvelenato del carcere. Vallanzasca, assieme alla banda che i giornalisti avevano battezzato “della Comasina”, ma anche “dei drogati”, innalza il livello della violenza che Milano subisce quasi impotente.
Con gli uomini della sua batteria, tra i quali Mario Carluccio, Franco Carreccia, Rossano Cochis e Antonio Colia (il “Pinella” mago delle fughe in auto a cento all’ora), sottomette la città terrorizzandola con rapine cruente e sequestri di persona.
Il 17 novembre 1976, una data indimenticabile nel calendario dei giorni neri per Milano, Vallanzasca e la sua banda tentano l’assalto all’esattoria di piazza Vetra.
Accorrono gli equipaggi di due volanti allertate dal direttore dell’adiacente Cariplo. E’ il giovane vicebrigadiere Giovanni Ripani ad intimare per primo l’alt. Presto nasce un fulmineo conflitto a fuoco: un malvivente muore subito, il poliziotto poco dopo, in ospedale. Un secondo delinquente armato è affrontato dall’agente Domenico Fraina, accorso per dar manforte al capopattuglia ormai esangue. Anche in questa sparatoria il rapinatore ha la peggio, finendo al Policlinico in gravi condizioni. Gli altri esponenti della banda fuggono disperdendosi. Grande clamore mediatico ha più tardi il sequestro ai danni della famiglia Trapani, con il rapimento della figlia adolescente.
Infine, Angelo Epaminonda, “il Tebano”, l’ultimo protagonista malavitoso prima della grande svolta degli anni ottanta.
Siciliano, comincia la carriera criminosa nelle bische di Turatello, e quando questo è arrestato, cerca in tutti i modi di ereditarne potere e ricchezza. Presto, aiutato dalla mafia, passa al redditizio mercato degli stupefacenti, e si circonda di una nutrita schiera di delinquenti drogati detti gli Indiani, o Apaches. Tra loro, spiccano Angelo Scaranello, Demetrio Latella, Santo Mazzei. Epaminonda rende Milano il principale snodo europeo di smercio di cocaina ed eroina, primato che ancora oggi è riconosciuto alla città.
Sconvolge la città nel 1979, con la strage di via Moncucco, che rende Milano simile alle violente città americane.
Arrestato nel 1984, passa involontariamente lo scettro ai capi di mafia, ‘ndrangheta, e organizzazioni straniere.
Con la sua uscita di scena, la mala milanese, quella nata come Ligera, con Barbieri e Ciappina negli anni quaranta, quella quasi eroica della rapina del 1958 di via Osoppo, quella prima dei banditi gentiluomini del calibro di Gesmundo e De Maria, poi violenta e sanguinaria degli anni settanta, finisce per sempre.
Nel primo dopoguerra si era già deciso di mettere in liquidazione l’Agip quando Mattei, incaricato della messa in liquidazione, si rifiutò proseguendo la ricerca mineraria nel sottosuolo della Pianura Padana che nel 1946 a Caviaga, vicino a Lodi, scoprì il primo giacimento di gas metano. Il 1953 Mattei fu nominato presidente dell’ENI con sede dal 1956 a San Donato Milanese che fu ribattezzata Metanopoli.
Mattei si distinse nello scenario internazionale per le alleanze controcorrente con i paesi arabi e l’Unione Sovietica. Si attirò molti nemici e quando il 27 ottobre del 1962 il suo arrivo in arrivo da Catania precipitò al suolo, furono in molti a sospettare che non si fosse trattato di un incidente ma di un attentato, anche se ancora oggi non è stato riscontrato nulla di certo.
Fonte: Milano d’Italia, Alberto Pezzotta- Anna Gilardelli, Bompiani
“Il coraggio, l’audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia”.
Questo è il secondo punto del Manifesto del Futurismo che Marinetti scrisse nel febbraio del 1909.
Con la forza di un tuono, queste parole sono eccheggiate per tutta Europa, segnando per sempre un’epoca. I futuristi erano devoti al movimento, al progresso e al dinamismo, che per loro significava “sviluppo tecnologico e industriale”… ma anche “guerre”.
Ed eccoci ai giorni nostri, i così detti “tempi moderni”. Dando uno sguardo al passato cosa ci resta di questa corrente? la risolutezza, la forza e, purtroppo, anche un po’ di istigazione alla violenza. “Guerra” potrebbe essere la parola chiave che meglio rappresenta il futurismo, non a caso i Fascisti hanno cavalcato a lungo l’onda di questo movimento. La mostra “Post Zang Tumb Tuuum. Art Life Politics” della Fondazione Prada si pone proprio l’obiettivo di analizzare le opere prodotte tra il 1918 e il 1943, per un totale di quasi cinquecento dipinti, sculture, fotografie e molto altro. Lo scopo è provare a capire se si può affermare con certezza la relazione tra la corrente artistica del dinamismo e l’ideologia di Benito Mussolini.
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“Aeroporto che emozione”: questo uno degli slogan con cui venne lanciato Malpensa 2000, il grande progetto che avrebbe dovuto fare dello scalo milanese un hub europeo a livello globale.
18 anni dopo, se sbirciamo le classifiche dei sistemi aeroportuali del mondo per traffico passeggeri, al primo posto troviamo Londra (170 milioni di passeggeri transitati nei suoi 6 aeroporti nel 2017), al secondo New York (135 milioni), poi Tokyo (126 milioni), Shanghai (111 milioni), Los Angeles (108 milioni) e Parigi (105 milioni).
Insomma, balza subito all’occhio che grandezza e preponderanza di ogni città del pianeta passano anche dagli aeroporti: in questo campo Milano è, senza mezzi termini, indietrissimo.
Routine mattutina a Heathrow, il più importante aeroporto di Londra
Malpensa, Linate e Orio al Serio hanno sommato, nel 2017, 42 milioni di passeggeri. Il solo Roma Fiumicino ne ha avuti 41.7 milioni (e con Ciampino supera i 47M).
Restando in Europa, volendo anche tralasciare Istanbul (95 milioni di passeggeri nel 2017, su due aeroporti) e Mosca (89 milioni), subito dietro a Londra e a Parigi ci sono Amsterdam (68M), Francoforte (66M) e Madrid (53M) a surclassare Milano.
Uno dei terminal di Amsterdam Schiphol, dominato dalla compagnia di bandiera KLM
Stando al Destination Cities Index, nel 2017 la città di Milano ha attirato quasi 8.5 milioni di turisti, più di Roma (7.3M) e al 6° posto assoluto in Europa, dietro solo a Londra, Parigi, Istanbul, Barcellona e Amsterdam.
Il 50% delle persone che sale su un aereo lo fa per motivi puramente turistici: e allora perché gli aeroporti di Milano sono così clamorosamente dietro a quelli di Madrid, che di turisti l’anno scorso ne ha avuti “solo” 6.7 milioni, e Francoforte, con 5.6 milioni di visitatori?
Il motivo sta nel concetto che soprattutto Malpensa avrebbe dovuto rappresentare e che invece non ha fatto: quello di hub aeroportuale.
Monaco di Baviera: l’aeroporto più bello d’Europa secondo Skytrax
I problemi di Alitalia sono i problemi di Malpensa
Nel 2008, Alitalia prende la nefasta decisione di abbandonare Malpensa per concentrarsi esclusivamente su Roma Fiumicino. L’intenzione era quella di salvare la compagnia tagliando al massimo le sue attività e così i suoi costi. Strategia sbagliatissima, dato che è cristallino come non basti semplicemente ridimensionare un’azienda in perdita e mal gestita per aumentarne i guadagni.
Considerando i ricavi, la compagnia aerea di bandiera (com’è Alitalia, almeno secondo il suo modello di business) più grande d’Europa è Lufthansa, seguita dalle cordate Air France-KLM e British Airways-Iberia. Questi tre giganti sono accomunati dall’avere un network su scala mondiale servito da hub consolidati: Francoforte e Monaco di Baviera per Lufthansa; Parigi Charles de Gaulle e Amsterdam per Air France-KLM; Londra Heathrow e Madrid Barajas per British Airways-Iberia.
Un Boeing 777 di British Airways a Lusaka, in Zambia
Lufthansa serve 220 destinazioni, Air France-KLM 225 e British Airways-Iberia 200.
Alitalia vola su 94 destinazioni, col solo hub di Fiumicino. Alitalia non ha nessun volo diretto per la Cina, non va né a Singapore né a Dubai, in India solo a Delhi (da Roma), negli Stati Uniti nulla oltre New York, Miami e Los Angeles.
Ecco qui esposta una delle ragioni profonde della sua perenne crisi: volendo per esempio andare da qui a Shanghai senza fare nessuno scalo, avremmo esclusivamente la scelta di Air China da Malpensa o di China Eastern da Fiumicino. Altrimenti, sosta a Dubai, Istanbul, Parigi o Francoforte: i grandi hub del mondo.
Il mercato intra-europeo è dominato dalle low cost, ma Lufthansa, Air France e British Airways continuano ad operare voli quotidiani da Milano non per portare passeggeri a Francoforte, Parigi o Londra, bensì per spostarli da lì su un altro volo verso qualunque posto del mondo.
Con Alitalia dove mai si potrà andare? La sua rete è troppo poco sviluppata e non può certo convincere il pubblico a transitare dai suoi hub: infatti lo fa meno del 25% dei suoi passeggeri, a fronte di una percentuale mai sotto il 40% per le maggiori linee aeree mondiali.
Un Boeing 777 di Alitalia al JFK di New York
Da Malpensa, fuori dall’Europa Alitalia porta solo a New York e a Tokyo, una volta al giorno. Almeno per queste specifiche città può sembrare abbastanza, ma non lo è: British Airways ha 7 voli al giorno solo tra Londra Heathrow e New York JFK (poi ci sono Londra Gatwick e Newark); Air France 4 voli quotidiani da CDG; Lufthansa 2, da Francoforte.
Malpensa preda delle compagnie straniere
Dall’addio di Alitalia, Malpensa ha subito un grande shock, perdendo fino a 6 milioni di passeggeri, passando dai 23 milioni del 2007 ai 17M del 2009, per poi tornare a quota 22M l’anno scorso, grazie anche alla sua apertura nei confronti del mondo: l’aeroporto del varesotto è diventato un vero e proprio terreno di conquista.
Emirates nel 2013 ha appositamente aperto una sede in Italia per operare sulla tratta Milano-New York, ora servita quotidianamente con un Airbus A380 da 500 posti. Rimanendo sulla Grande Mela, anche Delta, American e United offrono un servizio giornaliero. Air Italy, sorta dalle ceneri di Meridiana sotto l’ala protettrice di Qatar Airways, ha appena eletto Malpensa a suo hub per i voli intercontinentali e inizierà a coprire numerose rotte a lungo raggio nei prossimi mesi. EasyJet, numero due tra le low cost europee dietro a Ryanair, ha Malpensa come suo hub principale dopo quello di Londra Gatwick, e così sarà anche per Norwegian, una delle compagnie pioniere nei voli low cost dall’Europa verso il mondo.
EasyJet e Norwegian: il futuro di Malpensa
Nei prossimi anni, quindi, Malpensa dovrà lasciare libero spazio a queste iniziative, che però non sono la panacea.
Occorre sperare in un massiccio ritornodi Alitalia, come sarebbe naturale guardando agli altri grandi aeroporti: a Heathrow è un tripudio di British Airways, a CDG di Air France, a Francoforte di Lufthansa. Gli hub principali del pianeta sono intrinsecamente collegati ad una compagnia aerea di livello mondiale.
Una nuova flotta verso nuovi lidi
Qantas ha appena iniziato ad operare il primo volo diretto della storia dall’Oceania all’Europa, sulla tratta Perth-Londra, servita dal nuovissimo Boeing 787: questo modello e la sua controparte europea, l’Airbus A350, sono il futuro dei voli intercontinentali, base del network che, come abbiamo visto, ogni grande aeroporto e ogni grande linea aerea deve avere. Per i voli europei, puntare sugli Embraer E-Jets, sui modernissimi Bombardier CSeries e sui modelli più piccoli della famiglia degli Airbus A320 è l’unica strada percorribile da Alitalia per rubare passeggeri dalle metropoli europee e portarli a un rinnovato, nelle rotte, Malpensa, senza entrare in quella che sarebbe una concorrenza a perdere con le low cost.
Orio fa sul serio
Bergamo Orio al Serio è una delle capitali delle low cost europee
Il modello dei voli aerei a basso prezzo sta dominando il mercato mondiale nel corto-medio raggio da almeno 20 anni, e Orio al Serio è uno degli emblemi di questa rivoluzione: passato dai 4 milioni di passeggeri del 2005 agli oltre 11 totalizzati lo scorso anno, l’aeroporto condiviso tra Milano e Bergamo è ormai al terzo posto tra i più frequentati d’Italia, dietro proprio a Fiumicino e Malpensa.
Completamente rimesso a nuovo nel 2014, Orio al Serio rimane perfetto per il proliferare delle low cost, soprattutto Ryanair che l’ha eretto a suo hub, grazie ad una delle caratteristiche fondamentali che tanto piacciono a questa fetta di mercato: la lontananza dal centro cittadino (guardando a Milano), che si traduce in bassi costi per gli slot, le “bande orarie” entro le quali ad una linea aerea è consentito atterrare e decollare in un aeroporto, coordinate ad una specifica data e orario, e per le tasse aeroportuali in generale.
Anche Malpensa, situato a 50 km dal capoluogo lombardo, può sposare questo modello, infatti ne sta approfittando (ma nel suo caso, come abbiamo visto, non può bastare).
La nuova facciata di Orio al Serio
Linate: efficienza senza clamore
Linate, in attesa della nuova linea M4 della metropolitana milanese, è sotto lifting dall’estate 2017, si attesta sui 10 milioni di passeggeri l’anno ormai da un po’ e teoricamente resterà su questi numeri anche negli anni a venire: come aeroporto cittadino va già bene così. E in effetti è difficile trovare in giro per il mondo una struttura dalla quale risulta così rapido passare dalla scaletta dell’aereo al centro città.
Da quando sarà attiva la metropolitana il servizio migliorerà ulteriormente.
Rendering del nuovo look che avrà Linate a rifacimento completato
La vera sfida: diventare il primo vero hub internazionale italiano
I destini della grandezza di Milano passano quindi da Malpensa.
L’unica altra anomalia e grande discrepanza, simile alla nostra, tra l’importanza geopolitico-economica della città e i numeri dei suoi aeroporti la troviamo a Berlino: uno dei cuori pulsanti dell’Europa, con due scali, Tegel e Schönefeld, che nel 2017 hanno sommato 33 milioni di passeggeri.
La capitale tedesca sconta però svantaggi storici (il Muro) nonché circostanziali (il fallimento di Air Berlin) in questo campo, e resta in attesa dell’apertura del nuovo Brandenburg Airport, previsto per il 2020 e progettato per diventare un hub tedesco all’altezza di quelli di Francoforte e Monaco di Baviera.
L’aeroporto di Berlino Tegel, atteso da un futuro incerto
Tutte le più importanti città del pianeta hanno almeno uno dei loro aeroporti (Londra ne ha due) nella top 30 stilata per numero di passeggeri internazionali, da Seoul a Barcellona passando per Dublino e persino per Roma (20°): se vogliamo la città stato avremo bisogno di diventare uno snodo focale per il traffico aereo mondiale e, prima ancora, il punto di riferimento per tutta l’Italia.
1956. Con l’esplicita missione di contrastare il Corriere della Sera viene fondato in via Settala Il Giorno, quotidiano finanziato dall’ENI di Enrico Mattei. Aveva una linea vicina al centro sinistra e una grafica molto popolare con grandi titoli e grandi fotografie. Si diffuse rapidamente in particolare grazie al grande peso dato allo sport e ai fumetti, tra cui svettavano le strisce di Cocco Bill.
Fonte: Milano d’Italia, Alberto Pezzotta- Anna Gilardelli, Bompiani
Siamo al “giro di boa” della settimana: è mercoledì e il week end non è ancora abbastanza vicino ma, per fortuna, il lunedì è abbastanza lontano.
Come puoi sopravvivere alla “giungla” della città fino al tanto sospirato weekend? Beh, sicuramente se fai serata in un bel posticino accogliente, con tanta bella musica e qualche buon drink, sicuramente il venerdì arriverà più in fretta.
Di quale posto sto parlando? DelBarba, ovviamente. Un locale che sprizza passione da tutti i pori e questo è evidente: il sapore e la qualità delle materie prime sono esaltati con cura e amore.
Quello che troverai è un’atmosfera accogliente, ma anche sofisticata, dove provare un’ esperienza culinaria unica, sia a pranzo sia a cena.
Ed è qui che torniamo al nostro mercoledì sera, perchè dalle 20 alle 23 il Barba ti propone una serata jazz: recenti studi hanno dimostrato che la musica è un ottimo antidepressivo. E dopo questo siparietto in stile Solaris, bando alle ciance: corri al Barba per una serata top.
Ah, dimenticavo: se ti viene fame, direi che i deliziosi panini e cocktail del Barba sono l’ideale per arricchire la serata.
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Nella seguente lista vengono riportati in ordine alfabetico dieci titoli di Piazza Affari considerati molto redditizi negli ultimi anni. Analizziamo le loro potenzialità e punti di forza.
I 10 titoli più redditizi della Borsa di Milano*
#1 Amplifon (leader mondiale nelle soluzioni per l’udito)
PERFORMANCE
%
Ytd
+12.5
1 Mese
+10.8
6 Mesi
+12.4
1 Anno
+27.9
3 Anni
+128
5 Anni
+255
Prosegue lungo la via degli acquisti il titolo Amplifon che ha fatto registrare nuovi massimi storici sul listino milanese (+850% dal debutto ad oggi).
Punti di forza:
la consolidata posizione di leadership a livello globale, la continua innovazione nel settore, un portafoglio marchi unico, un solido profilo economico-finanziario ed un settore (hearing care) fortemente attrattivo e in crescita, specie considerando l’invecchiamento della popolazione. Inoltre va sottolineato il significativo contributo delle acquisizioni che hanno raggiunto ottimi livelli di crescita e la crescita ad un tasso tre volte superiore al mercato di riferimento.
Prospettive future:
Amplifon prevede di continuare a rafforzare il proprio posizionamento di leadership sul mercato mondiale grazie anche ai consistenti investimenti in marketing (espansione del network con circa 700 nuovi punti vendita al 2020) che consentiranno di trainare la crescita organica. Per il triennio 2018-2020 il Gruppo prevede un aumento dei ricavi consolidati superiore alla crescita attesa del mercato ed una crescita dell’utile nel triennio, inoltre punta a generare un flusso di cassa operativo cumulato per il triennio 2018-2020 pari a circa 600 milioni di euro.
Nome
Data
Rating
Target Price
Equita sim
02/03/2018
Hold
13.10
Kepler Cheuvreux
01/02/2018
Hold
12.60
Banca Akros
01/02/2018
Neutral
14.00
Mediobanca
10/01/2018
Outperform
14.50
Kepler Cheuvreux
26/10/2017
Hold
12.00
#2 Biesse (leader nelle macchine e nei sistemi destinati alla lavorazione di legno, vetro, marmo e pietra)
PERFORMANCE
%
Ytd
+14
1 Mese
+6.1
6 Mesi
+28.7
1 Anno
+90
3 Anni
+202
5 Anni
+1980.3
Nuovi massimi storici anche per Biesse che prosegue lungo la via degli acquisti (+450% dal debutto).
Punti di forza:
il mercato delle macchine utensili e dei sistemi di automazione destinati alla lavorazione del legno, del vetro e del marmo e di alcuni materiali non ferrosi è in continua crescita e Biesse, grazie anche a mirati investimenti e sviluppi, sta avendo negli ultimi anni un ruolo da leader nel settore di riferimento. Altro punto di forza è “Sophia”, innovativa piattaforma IoT di Biesse che abilita i propri clienti a una vasta gamma di servizi per semplificare e razionalizzare la gestione del lavoro.
Prospettive future:
il Gruppo prevede una crescita media del 9,5 % nel triennio 2018-2020 suffragate anche dal backlog pari a € 215 milioni e dalla conferma del trend positivo di ordini. Biesse vuole proseguire nella crescita degli investimenti con lo scopo di sviluppare ulteriormente l’automazione industriale. Nel triennio il Gruppo prevede una crescita dei ricavi netti consolidati con un CAGR triennale organico del 9,5%; un aumento della marginalità operativa: ebitda CAGR triennale del 12,7% (incidenza del 14% nel 2020) e un ebit CAGR triennale del 14,7% (incidenza del 10,6% nel 2020): Inoltre è previsto un free cashflow positivo per complessivi 120 milioni di Euro nel triennio 2018-2020.
Nome
Data
Rating
Target Price
Banca Akros
13/03/2018
Accumulate
49.70
Banca IMI
02/03/2018
Add
50.50
Banca Akros
01/03/2018
Accumulate
48.60
Exane
05/01/2018
Outperform
50.00
Banca IMI
13/11/2017
Add
43.20
#3 Cembre (azienda leader nella produzione e distribuzione di connettori elettrici ed accessori per cavo)
PERFORMANCE
%
Ytd
+7.9
1 Mese
+9.7
6 Mesi
-6.8
1 Anno
+33
3 Anni
+65
5 Anni
+236
Risale la china il titolo Cembre che tenta di riportarsi nei pressi dei massimi storici (+540% dal debutto).
Punti di forza:
solida posizione finanziaria (18.3 mln di euro), dividendi in crescita negli ultimi anni (da 0.16 euro del 2012 a 0.80 euro nel 2018; Cembre ha distribuito dividendi con un payout ratio medio del 47,8% degli utili ed un dividend yield medio del 3,6% negli ultimi 17 anni) e distribuzione capillare ed estesa sia in Italia sia all’estero.
Prospettive future:
il fatturato del Gruppo continuerà a essere in crescita anche nel 2018, inoltre Cembre proseguirà nello sviluppo di nuovi prodotti e con un continuo rinnovamento di gamma ed una maggiore penetrazione nei mercati esteri, in particolare quello statunitense. E’ previsto un rafforzamento della struttura produttiva attraverso investimenti in macchinari altamente tecnologici ed automatizzati.
Nome
Data
Rating
Target Price
Banca Akros
23/03/2018
Neutral
22.00
Banca Akros
21/11/2017
Neutral
21.00
Banca Aletti
15/09/2017
In-line
21.00
#4 Diasorin (leader mondiale nella diagnostica in vitro)
PERFORMANCE
%
Ytd
-1.2
1 Mese
+8.8
6 Mesi
-3.2
1 Anno
+15.5
3 Anni
+79
5 Anni
+168
Buon titolo difensivo Diasorin che negli ultimi anni sta dando buone soddisfazioni (+520% dal debutto ad oggi).
Punti di forza:
solida posizione finanziaria (149.3 mln di euro), rafforzamento del proprio ruolo di partner specialistico nei segmenti dell’immunodiagnostica e della diagnostica molecolare (grazie ad una strategia di business fortemente orientata all’innovazione) e continui investimenti in sviluppo e ricerca (pedine essenziali in questo settore molto competitivo).
Prospettive future:
per il prossimo esercizio Diasorin prevede ricavi in crescita dell’11% circa e un Ebitda di circa 13 punti percentuali. Lo scenario macro-economico dovrebbe rimanere buono anche per il 2018, con stime di crescita riviste al rialzo. Anche la riforma fiscale approvata negli Stati Uniti potrebbe portare ulteriori benefici. Inoltre l’acquisizione da Siemens Healthcare GmbH e dalle sue affiliate (“Siemens Healthineers”) consentirà a DiaSorin di accedere ad una significativa base clienti (in particolar modo in Europa) e di espandere ulteriormente la propria presenza commerciale globale.
Nome
Data
Rating
Target Price
Jefferies
13/02/2018
Hold
70.00
Banca Akros
31/01/2018
Accumulate
84.60
Equita sim
25/01/2018
Hold
78.00
Berenberg
17/11/2017
Buy
85.00
Banca Akros
10/11/2017
Accumulate
80.30
#5 El.En. (azienda leader nei sistemi laser)
PERFORMANCE
%
Ytd
+24.5
1 Mese
+31.7
6 Mesi
+36.1
1 Anno
+17.5
3 Anni
+227
5 Anni
+743
Il mese scorso El.En. ha dato vita ad un nuovo rialzo culminato con i massimi a quota 32.94 euro, non lontano dai massimi storici a 34.38 euro (+500% dal debutto). Il titolo è riuscito a risalire la china grazie ai risultati superiori alle attese.
Punti di forza:
la trasformazione tecnologica del mercato dei sistemi laser è in continua crescita grazie ad una maggiore richiesta da parte del mercato ed El.En. ha un posizionamento leader nel settore. Inoltre il Gruppo sta ponendo in essere una serie di azioni organizzative, rinforzando la propria posizione di mercato e creando nuovi settori vitali per la crescita delle società.
Prospettive future:
il Gruppo El.En. si prefigge di conseguire nel 2018 una crescita consolidata nell’ordine del 10%, mantenendo il risultato operativo al 10% rispetto al fatturato. Nei prossimi tre anni i ricavi dovrebbero aumentare ulteriormente, così come la redditività. Non sono da escludere nuove acquisizioni strategiche o investimenti in ulteriori ricerche grazie alla liquidità disponibile.
Nome
Data
Rating
Target Price
Intermonte
26/03/2018
Outperform
36.00
Banca Akros
16/03/2018
Buy
34.00
Twice Research
23/01/2018
N.d.
31.96
Banca Akros
27/11/2017
Buy
28.00
Intermonte
16/11/2017
Outperform
29.00
#6 Campari (leader nell’industria globale del beverage di marca)
PERFORMANCE
%
Ytd
-4.6
1 Mese
+7.1
6 Mesi
-0.3
1 Anno
+13.1
3 Anni
+79.8
5 Anni
+101
Dopo un lungo rally il titolo Campari (+818% dal debutto), da circa un mese, sta cercando di ricostruire una base da cui ripartire e raggiungere il massimo storico a quota 6.95 euro.
Punti di forza:
buon posizionamento negli Usa, mercato che continua ad apprezzare i brand di proprietà Campari. Rigorosa attenzione ai costi per reinvestire in brand building strategico. Dal 1 gennaio 2017 Campari ha iniziato la distribuzione dei suoi brand in Sud Africa attraverso la controllata South Africa PTY lyd. La relativa organizzazione commerciale è in fase di rafforzamento, con lo scopo di sfruttare le opportunità di crescita per l’intero portafoglio.
Prospettive future:
il Gruppo ritiene che le prospettive di crescita nel 2018 rimangano sostanzialmente bilanciate a causa dell’incertezza economica in alcuni mercati emergenti. L’evoluzione favorevole del mix delle vendite per prodotto mercato continuerà a costituire il principale driver di crescita della redditività lorda del Gruppo. Inoltre la strategia del gruppo si concentrerà nel sviluppare la presenza nei mercati ad alto potenziale, sull’identificare specialty brand con una forte equity e pricing power elevato e cercare acquisizioni dove il Gruppo Campari controlla la distribuzione.
Nome
Data
Rating
Target Price
Societe Generale
12/03/2018
Buy
7.00
Mediobanca
06/03/2018
Neutral
6.00
Banca IMI
06/03/2018
Hold
5.10
Bank of America ML
02/03/2018
Underperform
5.20
Raymond James
01/03/2018
Outperform
6.80
#7 Interpump Grp (leader mondiale nelle pompe a pistoni professionali ad alta pressione)
PERFORMANCE
%
Ytd
+4.8
1 Mese
+3.9
6 Mesi
+4.1
1 Anno
+26
3 Anni
+81
5 Anni
+340
Continuano le prese di beneficio per il titolo Intermpump Grp (+120% in 2 anni; +990% dal debutto) che si spinge fino in area 26.0 euro allontanandosi dal massimo storico a 31.0 euro.
Punti di forza:
25 società acquisite dall’IPO nel 1996 rappresentano circa 2/3 di ogni anno crescita; notevole aumento dei margini EBITDA delle società acquisite, utilizzo delle azioni proprie di Interpump come pagamento totale o parziale per alcune acquisizioni.
Prospettive future:
previsti al rialzo le stime sull’utile per azione per il biennio 2018/2019. Il Gruppo Interpump mira ad un ulteriore rafforzamento dell’attuale posizione di leadership nel settore di riferimento e perseguire una ulteriore crescita attraverso acquisizioni mirate.
Nome
Data
Rating
Target Price
Banca IMI
29/03/2018
Add
33.00
Kepler Cheuvreux
15/02/2018
Buy
33.50
Banca Akros
15/02/2018
Accumulate
33.00
Mediobanca
06/02/2018
Outperform
31.50
Equita sim
15/01/2018
Buy
32.00
#8 Marr (leader in Italia nella distribuzione specializzata di prodotti alimentari alla ristorazione)
PERFORMANCE
%
Ytd
+12.2
1 Mese
+14.2
6 Mesi
+7.9
1 Anno
+19
3 Anni
+48.8
5 Anni
+182
Buona risalita per il titolo Marr che mette a segno nuovi massimi storici a quota 25.36 euro (+272% dal debutto).
Punti di forza:
un sistema logistico efficiente, MARR è presente su tutto il territorio nazionale, avvalendosi di una struttura commerciale costituita da oltre 800 dipendenti. Un’ampia offerta di prodotti alimentari (ittici, carni, ortofrutta) e la capacità di innovazione merceologica (MARR ha ampliato la propria gamma commerciale con prodotti a marchio proprio ed in esclusiva).
Prospettive future:
le aspettative per il mercato di riferimento dei consumi alimentari (food service) sono previsti in crescita anche nel 2018. Il Gruppo Marr vuole mantenere i livelli di redditività raggiunti e l’assorbimento di capitale circolante sotto controllo. Inoltre il titolo fino al 2020 dovrebbe avere un tasso medio annuo di crescita dell’utile per azione del 4%.
Nome
Data
Rating
Target Price
Banca IMI
29/03/2018
Add
27.80
Mediobanca
20/03/2018
Neutral
23.30
Banca IMI
19/03/2018
Add
27.80
Kepler Cheuvreux
15/03/2018
Buy
25.50
Banca IMI
20/11/2017
Add
23.90
#9 Retelit (operatore italiano di servizi dati e infrastrutture per il mercato delle telecomunicazioni)
PERFORMANCE
%
Ytd
+18.6
1 Mese
+17.3
6 Mesi
+38.6
1 Anno
+47.3
3 Anni
+216
5 Anni
+294
Il processo di risanamento economico/finanziario e di riposizionamento sul mercato nazionale ed internazionale ha permesso al titolo di guadagnare in tre anni oltre il 215%.
Punti di forza:
innovazione, internazionalizzazione e un modello di business capace di attrarre l’interesse di nuovi e efficaci partner; buona posizione per agire da consolidatore data la sua esperienza; buona posizione finanziaria netta e strategia efficace.
Prospettive future:
nel triennio 2015-2017 il Management si è focalizzato sul risanamento economico ed il riposizionamento sui mercati nazionali ed internazionali. Grazie al nuovo Piano Industriale 2018-2022 ci sarà una nuova fase atta allo sviluppo e all’espansione attraverso una crescita organica tramite acquisizioni. Il piano prevede anche l’acquisizione di quote di mercato nei segmenti Wholesale Nazionale ed Internazionale. L’EBITDA è previsto attestarsi nel 2021 tra €44-46 milioni e tra €48-51 milioni nel 2022. Per il 2018 il fatturato è atteso tra i €67 e €71 milioni, EBITDA tra gli €24 e €28 milioni, investimenti nel range €28 e €31 milioni e una PFN positiva compresa tra i €37 e i €40 milioni.
Nome
Data
Rating
Target Price
Intermonte
16/03/2018
Outperform
2.20
Intermonte
20/11/2017
Outperform
1.70
Banca Akros
11/10/2017
Neutral
1.40
Intermonte
05/10/2017
Outperform
1.70
#10 Technogym (azienda leader nella produzione di attrezzi per lo sport e il tempo libero)
PERFORMANCE
%
Ytd
+23.5
1 Mese
+25.6
6 Mesi
+35.9
1 Anno
+58
3 Anni
–
5 Anni
–
Nuovi massimi storici per Technogym che beneficia dei risultati di bilancio 2017.
Punti di forza:
posizione di leadership nel mercato delle attrezzature per il fitness a livello internazionale anche nei nuovi sistemi intelligenti grazie alla piattaforma Mywellness; un’elevata diversificazione geografica e una presenza consolidata in Europa, America e Asia e circa il 90% dei ricavi prodotti al di fuori dell’Italia e l’ampiezza di gamma delle diverse linee di attrezzature per il fitness e di servizi per il wellness.
Prospettive future:
Per il 2018 il Gruppo conferma le linee guida di sviluppo già avviate nel 2017 ed il management ritiene che Technogym possa continuare il suo percorso di crescita economica, costante e sostenibile.Lo sviluppo internazionale si baserà sul consolidamento delle quote di mercato in Europa, da un’ulteriore crescita in Nord America e da un ulteriore espansione in Cina che rimane un mercato dalle grandi potenzialità. Nel 2018 verranno inaugurati nuovi prodotti e soluzioni. Le prospettive di medio periodo sono promettenti ed il fatturato nel 2019 dovrebbe raggiungere i 700 mln di euro.
Nome
Data
Rating
Target Price
Mediobanca
29/03/2018
Neutral
8.40
Kepler Cheuvreux
29/03/2018
Buy
10.00
Equita sim
29/03/2018
Hold
9.30
Mediobanca
12/02/2018
Neutral
8.00
Kepler Cheuvreux
12/02/2018
Buy
10.00
PASQUALE FERRARO
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Pochi sanno che negli anni cinquanta Milano fu assieme a Parigi e a Darmstadt una delle capitali europee della musica elettronica. Lo si deve a due funzionari della RAI di corso Sempione, Giulio Razzi e Nino Castelnuovo, che aprirono lo studio di fonologia musicale in cui riprodurre suoni inesistenti in natura.
Lo Studio di fonografia è stato chiuso nel 1983 e lo si può trovare nel Museo degli strumenti musicali del Castello Sforzesco.
Fonte: Milano d’Italia, Alberto Pezzotta- Anna Gilardelli, Bompiani
La storia ci regala personaggi unici, molto più della finzione.
Winston Churchill, appena eletto Primo Ministro della Gran Bretagna, deve affrontare una sfida che segnerà le sorti di uno dei conflitti più combattuti della storia.
Resistere o cedere? Questo è il bivio di fronte al quale si trova il nostro personaggio. L’armistizio potrebbe negare per sempre la libertà e l’autonomia di una nazione; allo stesso tempo difendere un ideale può costare molto caro, sotto tutti i fronti.
E’ proprio qui che Churchill si trova a dover affrontare “L’ora più buia”: i Nazisti si allargano a macchia d’olio sull’Europa occidentale, mentre altre minacce tramano dall’interno: il Re e il suo partito osteggiano il Primo Ministro senza alcun ripensamento. Non resta che un’unica soluzione: unire una nazione e tentare di cambiare il corso della storia del mondo intero.
Questa è un accenno di quello che potrai vedere durante la visione di “L’ora più buia”, il film proiettano questo martedì al Cinema Ariosto.
Ricorda che lo spettacolo è alle 21:20, non fare tardi: compra il biglietto in tempo, che costa 10€, e mettiti comodo i poltrona con un mega secchiello di Pop Corn: quando le luci si spengono, inizia la magia.
Registrandoti su Spotlime, l’app che seleziona i migliori eventi di Milano, riceverai un promemoria dell’evento e potrai rimanere sempre aggiornato su questo e tutti gli eventi simili in città. Inoltre, prenotandoti dall’app e partecipando agli eventi, riceverai un vantaggio esclusivo.
Berlino, Tel Aviv, Santiago del Cile. Tre realtà che in pochi anni sono diventate delle capitali internazionali delle start up, capaci di attrarre nuovi imprenditori da tutto il mondo. Mai come oggi il fare impresa è diventato un’opportunità per vivere senza frontiere. Ci piacerebbe che anche Milano si affacciasse e diventasse capace di fare arrivare talenti di tutto il mondo che possano trovare qui il miglior terreno per lanciare le loro idee. Per il momento ci accontenteremmo che le nostre migliori imprese non fuggissero ai primi soldi che fanno. Ecco allora la nostra top 10 in ordine alfabetico di nuove aziende, molto innovative, che ancora non sono scappate o che non sono state acquisite da gruppi stranieri. Se ne avete altre da suggerire fatevi avanti.
10 STARTUP DI MILANO CHE POTREBBERO CAMBIARE IL MONDO
#1 Bon: il cibo buono che fa bene
Progetto nato da Debora Cantarutti, esperta in nutrizione che dal Friuli si è trasferita a Milano per diffondere il cibo buono e sano. Dopo aver vinto il premio Expop di Vivaio Bon sta venendo incubata da MadebyMilan, start up innovativa a vocazione sociale che trasforma idee sociali in business. Il business di Bon sono dei prodotti che uniscono caratteristiche funzionali di impatto positivo sull’organismo a un ottimo gusto. Bon lavora anche sugli ambienti in cui si consuma il cibo e ha depositato un brevetto mondiale per rendere le vending machine dei depuratori ambientali. Insieme con un partner si è aggiudicata la gestione della nuova ristorazione alla Pinacoteca di Brera. www.cibobuonochefabene.it
#2 Copernico: la rivoluzione del coworking
Nome omen. E’ questo il caso del progetto innovativo nato dalla mente di Pietro Martani il cui primo centro lo ha creato in via Copernico 38. Da qui il nome di un nuovo concept del coworking che combina la presenza di aziende più strutturate e di freelance o startupper all’arrembaggio. La forza di Copernico sono gli spazi comuni in cui raffinatezza e informalità fanno a sentire chiunque a proprio agio e alimentano un’atmosfera molto trasversale, quasi berlinese. Dopo la prima sede Copernico ha aperto altre 4 centri a Milano e si sta ampliando in Italia (Torino, Roma, Firenze) e all’estero (Odessa). www.copernicomilano.it/
#3 Cortilia: la campagna a casa tua
In realtà è un po’ vecchietta per essere considerata ancora una start up, visto che è operativa dal 2012. Però la inseriamo perchè l’espansione è ancora da start up e sicuramente ha tutte le caratteristiche per cambiare il mondo. Nata da Marco Porcaro, visionario pioniere del digitale, ha una mission molto chiara: portare la campagna a casa tua. Mette in contatto diretto i consumatori con i produttori con un servizio di logistica efficiente e a basso impatto (a chi non è capitato di vedere uno spedizioniere di Cortilia in bicicletta?). Da Milano sta rifornendo gran parte del nord Italia e ha grandi piani di espansione geografica e per categorie merceologiche, in particolare per puntare all’Health Food. www.cortilia.it
#4 Easy feel: il business pulito
Fondata da tre bocconiani, offre un servizio di pulizie a domicilio che funziona 24h, 7 giorni su 7, costando meno della media del mercato. Ha avuto larga eco sui giornali grazie al pubblico apprezzamento di Tim Cook, durante la sua visita in Italia. www.easyfeel.it
#5 Easy Welfare: la rivoluzione del welfare aziendale
Dopo l’esperienza da manager in grandi aziende, il bocconiano Federico Isenburg ha capito che il sistema fiscale italiano penalizza molto i trasferimenti in denaro da datore di lavoro a dipendenti. Ma se questi trasferimenti vengono sostituiti dall’acquisto di servizi allora si hanno vantaggi per entrambi: aziende e dipendenti. Da questo nasce la rivoluzione del welfare aziendale che dal 2015 prende il nome di Easy Welfare e consente di introdurre nella retribuzione un sistema di servizi a sostegno del collaboratore, con vantaggi fiscali per l‘azienda e per il dipendente.
In sintesi come appare sul sito: 500 euro di servizi Welfare = 500 euro spendibili dal dipendente = 500 euro costo per l’azienda. easywelfare.com
#6 Eternity wall: messaggi che durano per sempre
Utilizzano la tecnologia più di moda, la blockchain dei bitcoin, per realizzare una specie di twitter con messaggi incancellabili. Finché funzionerà la blochchain ogni scritta rimarrà incancellabile. L’ideatore è Riccardo Casatta, milanese di San Donato, che porta sul web l’unico vantaggio che era rimasto per le opere stampate: il fatto di non poter essere modificate.
Come i lucchetti di Moccia. www.eternitywall.it
#7 FiscoZen: il commercialista 4.0
Fiscozen.it è nata a Milano a fine 2017 da un idea di Fabio Ciotoli, Enrico Mattiazzi e Vito Lomele. Ha la missione di semplificare la gestione della Partita IVA ad oltre 3 milioni di imprese individuali in tutta Italia. In che modo? Con una piattaforma online che supporta gli imprenditori passo per passo, dall’apertura della Partita IVA fino alla dichiarazione dei redditi. Fiscozen permette infatti di completare tramite PC e smartphone tutti gli adempimenti fiscali, previdenziali e amministrativi richiesti per l’impresa individuale. Si propone quindi come una alternativa pratica ed economica al commercialista. www.Fiscozen.it
#8 Horus Technology: far vedere il mondo ai non vedenti
Ha vinto i più importanti premi internazionali sulla social innovation e ha raccolto circa un milione di euro da investitori americani. Ha sede vicino al naviglio Martesana e mira a diffondere nel mondo un dispositivo indossabile che sfrutta tecnologie di intelligenza artificiale per aiutare i non vedenti a percepire il mondo circostante. Per certi aspetti ricordano i Google Glass, ma servono a chi non riesce a vedere. Il dispositivo ha un costo di 1500 dollari e può processare e identificare ostacoli 48 volte più velocemente di un normale apparecchio equipaggiato con una comune CPU, come spiega il fondatore Saverio Murgia. horus.tech/it/
#9 Satispay
Start up di Milano fondata da Alberto Dalmasso, Dario Brignone e Samuele Pinta nel 2013 che rappresenta gran parte del mercato italiano dei pagamenti via smartphone nei negozi. Si sta espandendo a gonfie vele e sta iniziando ad attivare contatti anche con il resto d’Europa. E’ una delle aziende d’eccellenza del fintech district di via Sassetti. www.satispay.com
#10 Zego: il nuovo uber pop
E per finire segnaliamo Zego: viene da let’s go. Hanno preso la sentenza che ha messo fuorilegge Uber pop e sulla base di quella sentenza hanno messo su una start up andando incontro a tutto quanto detto alla sentenza. Hanno creato un nuovo Uber pop, un carpooling istantaneo, che dovrebbe essere resiliente a qualunque sentenza. Il fondatore si chiama Davide Ghezzi. Si trovano a Torino, ai confini di Milano Città Stato. www.zegoapp.com
Dal dopo EXPO Milano è in continua fase ascendente, si vede nei numeri, si percepisce nelle strade, tant’è che ormai è diventato davvero difficile includere il centro città nel resto del paese Italia. Il percorso da fare, però, è ancora lungo e in un momento come questo non ci sarebbe niente di più pericoloso che specchiarsi, piacersi e adagiarsi sugli allori: Milano deve accelerare, merita un partito accelerazionista.
#Accelerate: la miglior genealogia dell’ideologia accelerazionista
L’accelerazionismo è perfetto per il Terzo Millennio e per l’era di Internet: è fumoso, post-ideologico, sfaccettato.
Trae le sue origini dalla Volontà di Potenza di Nietzsche, specificatamente in un passaggio dell’aforisma 672, “I forti dell’avvenire”: «II livellamento dell’uomo europeo è il grande processo che non si può ostacolare; si dovrebbe anzi accelerare».
Come molte altre manifestazioni del pensiero del filosofo tedesco (ad esempio l’Übermensch, diventato oltreuomo a sinistra e superuomo a destra), anche questa è stata fraintesa e strumentalizzata da una parte e dall’altra: la sinistra ci ha visto il superamento del capitalismo tramite la spinta continua all’innovazione tecnologica; la destra l’intensificazione del meccanismo capitalista stesso, fino al raggiungimento della cosiddetta singolarità tecnologica, il punto in cui il progresso accelererà oltre la capacità di comprendere e prevedere degli esseri umani (si pensi alle inquietudini odierne riguardo l’intelligenza artificiale).
Uno schema speculativo sul futuro dell’umanità
Milano può andare oltre le interpretazioni novecentesche del Nietzsche-pensiero; come la Cina con il suo socialismo con caratteristiche cinesi, qui potremmo avere un accelerazionismo in salsa milanese.
D’altronde, l’evoluzione di questa idea è continua: i francesi Deleuze e Guattari riscrissero l’accelerazionismo nel loro Capitalismo e schizofrenia del 1972, nel volume L’Anti-Edipo, dove studiarono l’essenza del capitalismo rilevando che 1) nel suo essere è richiesta la continua, obbligata crescita economica, obiettivo da porre al di sopra di tutto, come una sorta di diktat metafisico e che 2) questo rende necessarie pratiche di deterritorializzazione, deregolamentazione, sradicamento identitario.
Il continuo e costretto accelerare di queste modalità porterà il sistema a implodere, collassare da solo, autofagocitarsi.
L’iconico Charging Bull posto dinnanzi alla New York Stock Exchange
Le prospettive odierne sono molteplici.
Abbiamo il Manifesto per una politica accelerazionista di Alex Williams e Nick Srnicek: qui l’orizzonte è l’inevitabile (secondo gli autori) crisi che porteranno i cambiamenti climatici uniti all’automazione del lavoro. La soluzione? Abbandono della democrazia (“la segretezza, la verticalità e l’esclusione tutte hanno un loro posto in un’azione politica efficace”) e tecnopolitica, con un’ottimizzazione del tempo passato in ufficio: lavorare meno, lavorare meglio. Richard Branson, fondatore della Virgin, in una certa misura applica già questi principi ai suoi impiegati.
In quest’ottica estrema, però, servirebbe certamente una preparazione di base elevatissima da parte di tutti i lavoratori.
The Third Hand, performance dell’artista Stelarc
Poi ci sono Nick Land e il suoCCRU (Cybernetic Culture Research Unit), uno spin-off dell’Università di Warwick in Inghilterra, secondo cui il capitalismo ha in parte tradito sé stesso, non si è spinto abbastanza oltre, e occorre quindi puntare a un capitalismo distopico, visto come inevitabile forma pervasiva finale dell’umanità.
Paul Mason, invece, scrive che “come accaduto con la fine del feudalesimo 500 anni fa, il capitalismo sta venendo rimpiazzato dal post-capitalismo in maniera sempre più rapida ed ineluttabile, un processo, questo, che sarà accelerato dalle grandi crisi e che verrà forgiato dall’emergere di un nuovo tipo di umanità. Sta già accadendo”.
Certamente, non mancano gli scettici: Mark Fisher, eclettico intellettuale inglese, il quale afferma che “è più facile immaginarci la fine del mondo che la fine del capitalismo”.
Luigi Russolo, “La Rivolta” (1911)
E’ fuori di dubbio che la città italiana più pronta ad accelerare sia Milano: come abbiamo capito, il discorso passa dalla scienza e dalla tecnologia.
Partiamo dall’illuminante constatazione di Roberto Calasso, direttore della milanese Adelphi, il quale ha sapientemente scritto: “tutto il mondo secolare si fonda sul libero arbitrio e sulla fede nella scienza. Ma la scienza non dà alcun segno di credere nel libero arbitrio. Anzi, sulla base di argomenti ed esperimenti diversi, lo nega. […] Il dilemma è così grave da non essere riconosciuto”. Germogli per un cambio di paradigma: purtroppo gran parte del pensiero comune, così come dell’insegnamento scolastico, si basa ancora su modi ottocenteschi.
Una città pronta a dire la sua nei decenni a venire non può lasciarsi sfuggire l’occasione di implementare al meglio una realtà come quella dello Human Technopole, il nuovissimo istituto di ricerca in scienze della vita sorto in Arexpo, che si propone di diventare il centro di eccellenza mondiale per la genomica e i big data applicati agli studi su salute e invecchiamento.
Rendering dello Human Technopole a pieno regime
Bisogna però fare di più, molto di più: un articolo uscito su Nature il 20 febbraio 2018, e sostanzialmente ignorato dai media nostrani, denunciava la totale assenza delle tematiche scientifiche nei discorsi da campagna elettorale italiani.
Come dargli torto? Gli investimenti del governo in ricerca e sviluppo qui sono in calo dal 2008, precisamente un -20%, quantificabile in 1.2 miliardi di euro in meno negli ultimi dieci anni. Al contrario, però, nello stesso periodo di tempo, le pubblicazioni made in Italy sulle più prestigiose riviste scientifiche sono cresciute del 10%.
Questo significa che abbiamo qualità, una qualità eccezionale, ma questo è un trend insostenibile, come sostiene Mario Pianta, economista dell’Università di Roma Tre che collabora con la Commissione Europea nell’ambito degli investimenti scientifici.
Provocazioni accelerazioniste
Nel frattempo, Macron volain India a siglare accordi miliardari atti a promuovere uno sfruttamento efficiente dell’energia solare.
Sempre la Francia sta portando avanti il più importante progetto a livello mondiale sulla realizzazione del primo reattore a fusione (non fissione, come funziona oggi) nucleare della storia, che imiterà il funzionamento delle stelle: reazioni in cui due nuclei leggeri si combinano in uno più pesante, liberando una quantità di energia che per i canoni umani è praticamente infinita.
Si chiamerà ITER e dovrebbe iniziare le operazioni nel 2025. E le scorie? Sarebbero meno incidenti della plastica. Il problema resta proprio come gestire al meglio quell’incredibile rilascio di energia.
L’accelerazionismo non ha ancora sviscerato l’idea che sta dietro alla scala di Kardašëv, un metodo di classificazione delle civiltà basato sulla loro abilità di utilizzare l’energia disponibile nell’ecosistema di riferimento, che può andare dal pianeta d’origine (I livello) al sistema solare (II livello), fino alla galassia (III livello) e all’universo intero (V livello).
Secondo questa scala, l’umanità al momento è al livello 0.71, per non dire livello zero: raggiungere l’obiettivo di padroneggiare la fusione nucleare cambierebbe radicalmente le modalità di vita sulla Terra.
Il Sole è acceso dalla fusione nucleare
Da questo punto di vista l’Italia c’è: l’Eni e il MIT hanno da poco siglato un accordo per portare avanti una ricerca ad altissimi livelli in questo ambito; Brindisi si è candidata per ospitare il sito per gli studi sulla fusione termonucleare nella sua Area della Cittadella della Ricerca; nell’ITER ci sono anche soldi nostri, dato che l’Unione Europea è, chiaramente, uno dei suoi principali sostenitori.
Ma Milano non è protagonista. Concentrare qui la vocazione italiana alla big science, magari anche attraverso la realizzazione di un polo unico per le startup che già proliferano in città, farebbe solo bene a tutto il nostro sistema.
Il Bosco Verticale è così accelerazionista
Siamo la città che ha dato il via allo sviluppo delle green cities, che ora ci imitano dalla Cina alla Francia passando per il Vietnam, coinvolgendo anche lo stesso Boeri che ha progettato il Bosco Verticale, apripista di questo modello.
Inoltre, siamoprimi in Italia per presenza di imprese di research & development, potendo contare su 584 realtà con 5112 addetti; Roma è seconda, con 555 imprese e 4235 addetti.
Oggi Milano merita un partito accelerazionista: per riprendersi a piene mani la sua propulsione e verve innovativa che l’hanno sempre contraddistinta dal resto d’Italia.
VUOI CONTRIBUIRE ANCHE TU A TRASFORMARE IN REALTA’ IL SOGNO DI MILANO CITTA’ STATO?
SERVE SCRIVERE PER IL SITO, ORGANIZZARE EVENTI, COINVOLGERE PERSONE, CONDIVIDERE GLI ARTICOLI, PROMUOVERE L’ISTANZA, AIUTARE O CONTRIBUIRE NEL FUNDING, TROVARE NUOVE FORME UTILI ALL’INIZIATIVA. SE VUOI RENDERTI UTILE, SCRIVI A INFO@MILANOCITTASTATO.IT (OGGETTO: CI SONO ANCH’IO)
Il primo calcolatore elettronico, padre dei moderni computer, arrivò in Italia nel 1954 su iniziativa del rettore del Politecnico, Gino Cassinis. La macchina si chiamava CBC102A e fu bloccata a lungo alla dogana perché nessuno sapeva come classificarla. L’anno dopo venne inaugurato, sempre al Politecnico, il primo Centro di Calcoli Numerici d’Europa. Negli stessi anni l’Olivetti iniziò le ricerche per produrre il primo calcolatore elettronico in Italia.
Fonte: Milano d’Italia, Alberto Pezzotta- Anna Gilardelli, Bompiani
Avresti mai pensato che la questione dell'”abitare” potesse scaturire non una, ma centinaia di domande?
Almeno 999, per l’esattezza. Esatto e tutte inerenti a quello che facciamo, cosa compriamo e quello che preferiamo per la nostra casa.
Lo so perchè la Triennale di Milano ha organizzato un’intera mostra sull’argomento, chiamata proprio “999. Una collezione di domande sull’abitare contemporaneo”, una mostra proprio riguardante il concetto di “casa” e dei suoi spazi.
La manifestazione trimestrale è stata strutturata in base a workshop, incontri e performance che hanno chiarito ai visitatori curiosi in materia di design una serie di interrogativi e di problematiche che l’abitare moderno può scaturire al giorno d’oggi.
E’ proprio per ringraziare tutti gli utenti e i partecipanti a questa mostra che, alla vigilia del suo termine, la Triennale di Milano organizza il “999 Festival- Andiamo a casa”, quattro giornate che inizieranno questo venerdì alle ore 10.00 con ingresso a 9 euro (e gratuito dalle 20.30 alle 24, ma solo per oggi) grazie alle quali potrai esplorare ancora più a fondo la tematica dell'”abitare” grazie a tutti gli venti speciali previsti per l’occasione.
Ma non sarebbe la Triennale se, come cornice a tutto questo, non ci fosse almeno un po’ di arte, musica e dj set, giusto per rendere un po’ più frizzante questo weekend pasquale.
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Nell’Italia degli anni cinquanta si diffuse il Moplen, un nuovo materiale utilizzato per ogni tipo di utensili domestici. A inventarlo era stato Giulio Natta, laureato nel 1924 al Politecnico, per conto della Montedison. Nel 1963 Natta ricevette il nobel per la chimica.
Fonte: Milano d’Italia, Alberto Pezzotta- Anna Gilardelli, Bompiani
Come si sa, Milano è una grande città, una metropoli che corre in continuazione, senza mai fermarsi un attimo, ma i suoi abitanti non smettono di frequentare il proprio “mercato di quartiere”.
In questo marasma di cemento e rumore, puoi trovarne di ogni: abiti alla moda e vintage, locali serali e pomeridiani e, soprattutto, tutti gli alimenti che vuoi, anche quelli fuori stagione… talmente fuori stagione che, purtroppo, molte volte non sanno quasi di nulla, oltre a costare una caterva di soldi. Capito perchè molti cercano il mercato di quartiere?
Il fatto di andare nei grandi super mercati e trovare prodotti fuori stagione è una grande pecca per la città della Madonnina, soprattutto perchè essere abituati in questo modo distacca completamente le persone dalla terra e dalla natura e spinge i suoi abitanti a cercare qualcosa di fresco e genuino.
Ecco perchè oggi non voglio proporti un mercato qualsiasi, ma un mercato tutto particolare: il Mercato in Bellezza, l’evento dell’Arci Bellezza a ingresso gratuito grazie al quale ogni giovedì dalle 15.30 acquistare prodotti agricoli sani e genuini, tassativamente stagionali, che i Contadini Resistenti porteranno a Milano direttamente da Piacenza.
Avrai un intero pomeriggio per fare i tuoi acquisti… sicuro del fatto che comprerai solo roba biologica e deliziosa.
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La televisione italiana è nata a Milano: ogni tappa significativa ha avuto luogo qui. La prima trasmissione televisiva è stata trasmessa nel 1947 dal Teatro alla Scala ed è stata mostrata in uno speciale auditorium all’interno della Fiera Campionaria.
Il primo centro di produzione televisivo è stato aperto in corso Sempione 27 nell’aprile del 1952 da cui hanno inizio le prime trasmissioni sperimentali della RAI. Nei primi anni di trasmissioni televisive Milano ha un ruolo dominante realizzando l’85% di tutti i programmi nazionali, tra cui svetta Lascia o Raddoppia? Di Mike Bongiorno che dagli studi milanesi si diffonde in tutta Italia.
Tutto cambia a partire dal 1958 quando per volontà politica si spostano le trasmissioni da Milano a Roma. Nel giro di pochi anni Milano passa da centro a periferia della programmazione televisiva italiana. Almeno fino all’arrivo delle emittenti private, alla fine degli anni settanta.