Si conclude domenica 26 maggio la prima edizione di BienNolo, la biennale d’arte contemporanea di NoLo, il distretto multietnico della creatività a Milano.
La location è l’ex stabilimento Cova di via Popoli Uniti 11 che da sola vale la visita: uno spazio in stile berlinese con un cortile post industriale con scorci che sembrano installazioni di arte contemporanea.
L’evento, nato da un’idea di Carlo Vanoni e sviluppato dal direttore di Exibart Matteo Bergamini e dalla vulcanica Rossana Ciocca, curatrice di eventi di arte partecipativa, famosa a livello cittadino per le cene in bianco, si è rivelato un successo straordinario.
Il titolo scelto è #eptacaidecafobia, ossia la paura per il numero di 17, e si è inaugurato proprio il 17, sfidando la paura ancestrale per questo numero. Il tema di Biennolo sono le paure immotivate che possono generare aggressività o, come in questo caso, creatività.
Numerose le installazioni di rilevanza creativa, tra cui queste dieci in ordine sparso:
#1 Le muffe colorate
Mario Airò ha colorato muri ricoperti da muffe offrendo uno spunto di riqualificazione del degrado urbano.
#2 La vegetazione post industriale
Adrian Paci pone lo spettatore in condizione di contemplare la vegetazione spontanea dell’ex spazio Cova.
#3 Il monumento da distruggere
Una colonna di cemento e perlite installata da The Cool Couple: un monumento che il pubblico è invitato a prendere a mazzate, trasformandolo in una scultura modellata attraverso la veemenza. Si potrà vedere quel che resta dopo giorni di violenza distruttiva e provare ad assestare il colpo definitivo.
#4 All I need: la casa autoritratto
All I need di Federica Perazzoli: un ambiente domestico contenente il “minimo” contro la bulimia della vita contemporanea.
#5 La parete di cactus
Attraverso la disposizione forzata in verticale di una parete di cactus, Carlo Dell’Acqua ci pone di fronte al concetto di resistenza al trauma, che se non affrontato diventa stato allucinatorio.
#6 Il filo spinato profumato di rose
Mettete i fiori nei vostri confini, questo il senso di un lungo filo spinato nel quale sono inseriti boccioli di rosa rende meno respingente la paura del confine nell’opera di Giuseppina Giordano che inonda lo spazio del profumo di fiori.
#7 La città ideale fatta di candele
Città ideale di Massimo Uberti ci racconta del desiderio dello spazio urbano immaginario, attraverso un’installazione di 200 candele.
#8 I continenti precipitati
Nell’opera di Elizabeth Aro tutti i continenti hanno perso la loro collocazione e precipitano verso sud.
#9 Gli odori urbani
Premiata Ditta costruisce una topografia di tags attraverso la mappatura di una serie di odori registrati nel quartiere di NoLo.
#10 Seminterrato da vertigini
Alfredo Rapetti Mogol ha trasformato un seminterrato in uno spazio tra sacro e profano.
In più, ultimi giorni anche per il FuoribieNoLo organizzato nel quartiere.
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Domenica 26 a City Life si corre la prima edizione della Policlinic Run, corsa di 4 o di 8 chilometri organizzata dal Policlinico per raccogliere fondi per acquistare nuovi impianti per i trapianti.
Oltre 1000 persone si sono già iscritte. E’ possibile farlo anche oggi o domenica prima della partenza, alle 9.30, facendolo direttamente in loco, a City Life. € 20 iscrizione, ricavato destinato in beneficenza. Sarà anche un modo per vivere City Life, l’ultimo nato tra i quartieri glam di Milano, anche per chi non corre: il parco diventerà un villaggio dedicato al mondo della salute e del benessere con il coinvolgimento di partner e associazioni legate a mondo dei trapianti.
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Dalle auto alla cultura. Questo in sintesi il progetto di Urban Value che si è aggiudicato il bando del Comune per riqualificare i cavalcavia Bussa, Corvetto e Monteceneri. Urban Value è l’unica società che ha partecipato al bando e si è aggiudicata i tre spazi con un’offerta di 58 mila euro, a fronte di una base d’asta di 55.195 euro.
Tra i tre spazi quello più impattante sarà il Bussa, con una riqualificazione che durerà almeno un anno.
Si tratta di un progetto che prevede l’uso temporaneo del Bussa da parte di Urban Value, società affiancata dallo studio Tspoon, che in una seconda fase porterà alla rigenerazione definitiva di tutto il ponte.
Inizialmente il bando mette a disposizione di Urban Value l’uso temporaneo di 1.450 metri quadrati del cavalcavia, circa un terzo del totale. Lo spazio ora utilizzato come parcheggio per le auto verrà consegnato entro giugno e ospiterà attività ed eventi per i più giovani, uno skate park, e per gli adulti, con il cinema all’aperto.
La porzione del cavalcavia assegnata potrà essere utilizzata anche per altri tipi di eventi aziendali o sociali, tra cui sfilate o concerti.
Per i cavalcavia Corvetto e Monte Ceneri il discorso è diverso. Il bando del Comune consente la concessione di questi ponti solo nel prossimo mese di agosto (da 5 a 20 giorni), periodo in cui i cavalcavia saranno chiusi al traffico. Un esperimento che consentirà all’amministrazione di valutare i flussi automobilistici nelle due zone senza l’utilizzo dei cavalcavia, in vista di una futura demolizione del cavalcavia Corvetto già annunciata dal sindaco Sala. Per Monte Ceneri si prevede invece la futura destinazione a una mobilità esclusivamente pubblica e ciclabile.
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Lo Scalo Farini è sogno per tutti quelli che amano fare aperitivi gourmet, all’insegna della buon cibo e del buon bere!
E’ un’osteria moderna dove fermarsi per un tipico aperitivo milanese, dove gustare ricette italiane, sorseggiare cockatails rivisitati. Ma anche ottima birra, vini e tisane! Ma, anche e specialmente, il luogo dove trascorrere una serata rilassante con gli amici.
E’ un nuovo modo di vivere la serata milanese… si inizia alle 18.30 con un ricco buffet gourmet, da gustare assieme ad uno dei tanti cocktails particolari.
Registrandoti su Spotlime, l’app che seleziona i migliori eventi di Milano, riceverai un promemoria dell’evento e potrai rimanere sempre aggiornato su questo e tutti gli eventi simili in città. Inoltre, prenotandoti dall’app e partecipando agli eventi, riceverai un vantaggio esclusivo.
Ogni anno a inizio maggio il Castello Sforzesco si popola di una nuova chiassosa comunità. Sono le rondini, che rientrano dall’Africa.
Le rondini si fermano a Milano fino a che i piccoli non sono in grado di volare in autonomia per affrontare la migrazione. Dopo un paio di mesi tutta la comunità di rondini, ingrandita dai nuovi nati, riprende il viaggio verso sud.
Una caratteristica di questo tipo di rondini è che nidificano nello stesso sito di provenienza, ossia dove sono nati e cresciuti. Questa caratteristica porta a intuire che le rondini del castello siano milanesi di antico lignaggio, da generazioni a generazioni fin dai tempi antichi, probabilmente ben prima dell’arrivo di Belloveso. Una ricerca ha anche individuato la destinazione delle loro migrazioni: il resto dell’anno lo trascorrono nella parte occidentale dell’Africa Equatoriale, nei paesi a nord del golfo di Guinea.
Altre notizie curiose sulle rondini del Castello?
Volano a una velocità compresa tra i 50 e i 65 chilometri all’ora, si cibano preferibilmente di mosche, moscerini e soprattutto zanzare. Nel periodo in cui devono cibare i piccoli, una rondine può ingerire una quantità di cibo che può arrivare fino a tre volte il suo peso corporeo.
Durante il volo riescono a selezionare gli insetti ed evitare api e vespe per via del pungiglione. Se un umano si avvicina troppo al nido può essere attaccato con aggressività da gruppi di rondini.
Le rondini del Castello sono lunghe una ventina di centimetri. La differenza principale tra maschi e femmine è la lunghezza della coda, che nei maschi è superiore di circa il 20%. Proprio la lunghezza della coda è il principale motivo di scelta del partner da parte delle femmine.
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Open House è un evento particolare. A metà tra l’arte e l’architettura, Open House ti permette di accedere gratuitamente ai più bei palazzi milanesi.
Durante l’intero weekend sarà possibile accedere gratuitamente, supportati da guide volontarie, ad oltre 70 siti architettonici, per riscoprire spazi che per la loro funzione o per mancanza di occasioni non sono aperti al pubblico, ma anche per apprezzare quei luoghi che fanno parte del quotidiano, ma di cui non si conosce la storia.
Come partecipare? Vai sul sito, registrati confermando l’orario della visita, l’edificio che ti interessa ed esci di casa!
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Non ci sono solo Porta Nuova o gli ex scali. Milano è ricca di luoghi straordinari da riqualificare completamente.
#1 Porto di Mare – Corvetto
Questa vasta area comprende un’ex area industriale che si porta dietro tutti i servizi accessori all’ortomercato, il boschetto di Rogoredo e un quartiere popolare difficile dove l’immigrazione ha reso ancora più complicata la situazione.
La zona di Porto di Mare oggi quasi adibita a terziario e che quindi di sera si svuota completamente, ha visto negli anni diverse ipotesi di riqualificazione tramite ad esempio la Cittadella giudiziaria o un nuovo stadio per Inter o Milan, ma nessuna di questa ha avuto esito positivo; da poco è stato avviato OpenAgri, con l’obbiettivo di realizzare un polo agricolo d’eccellenza che affronti i problemi relativi allo sviluppo urbano sostenibile, ma solo questo non basta.
Il boschetto della droga di Rogoredo, tra stazione, ferrovie e autostrada, è un problema ultradecennale che, fortunatamente sta facendo degli enormi passi in avanti per quanto riguarda la bonifica e la protezione; ancora lunga e forse irrisolvibile la piaga della droga.
La restituzione del parco ai cittadini, grazie all’aiuto di Italia Nostra sull’esempio di quanto fatto anni fa per il Parco delle Cave e il Bosco in Città, potrebbe magari prevedere un grande adventure park sul modello di quello già presente in zona.
Credits: milano.repubblica.com
Il cavalcavia che entra direttamente in Corvetto, proveniente da autostrade e tangenziali, è il lascito di una viabilità pensata per anni sessanta ed è stato infatti recentemente predisposto l’abbattimento, magari per realizzare un viale alberato ciclo-pedonale.
#2 Turro
Credits: yelp.com
I Giardini in memoria dei Caduti di Nassirya è un parchetto degradato in zona Turro, che necessiterebbe un abbellimento così come anche le zone adiacenti; ad esempio troviamo i distaccamenti dell’Ospedale San Raffaele che si presentano pieni di graffiti e in abbandono. Essendo vicino allo scalo di Greco, che a quanto sembra verrà riqualificato grazie al programma Reinventing Cities, anche Turro ne potrebbe beneficiare. Potrebbe diventare una nuova Isola. Isola è diventata quella che è, semplicemente perché era vicina a Porta Nuova. Next big thing.
#3 Ospedale delle malattie infettive di viale Jenner
Credits: milano.corriere.com
Un ospedale abbondonato in stile anni venti, su Viale Jenner, lungo la circonvallazione, specializzato nella cura delle malattie infettive, è una palazzina di pregio con finestre murate, pareti distrutte e degrado visibile a occhio nudo.
Qualche anno sembrava dovesse diventare un presidio ATS (Azienda Territoriale Sanitaria) Lombardia, ma l’operazione non è andata in porto.
Vista la qualità architettonica degli edifici, è presente anche un’antica villa di una famiglia di industriali annessa un secolo fa all’interno del perimetro dell’ospedale, potrebbe essere recuperato per un utilizzo museale.
#4 5 vie
Le 5 vie sono una splendida zona del centro storico milanese, che deve il suo nome alla forma di stella che genera il confluire di 5 strade in un stesso punto.
Necessita di diversi micro-interventi di arredo urbano, pedonalizzazione e limitazione del traffico automobilistico oltre alla riqualificazione di alcuni palazzi fatiscenti e addirittura (come si vede in foto) alla progettazione e costruzione di un edificio che riempia il vuoto lasciato dalla demolizione di un palazzo (inoltre quello a lato della voragine sembra stato appena bombardato, per lo stato in cui versa).
#5 Il Palazzo di Cristallo (Comprensorio dell’ex Innocenti)
Credits: andrearossi.org
Una cattedrale nel deserto in Viale Rubattino a Lambrate, così come l’area Falck tra Sesto San Giovanni e Milano destinata a diventare la città della Salute.
A Milano manca un parco divertimenti o un parco zoologico per la ripopolazione di specie animali in via d’estinzione, quest’area potrebbe rivelarsi un ottimo investimento.
#6 Ex scuderie San Siro
Credits: https://www.c40reinventingcities.org
La Riqualificazione delle ex-scuderie del quartiere di San Siro è una delle situazioni storiche di degrado a Milano, da ormai 20 anni, per la quale il Comune ha deciso di fare qualche passo.
Le scuderie, infatti, sono state inserite in Reinventing Cities, un progetto internazionale diffuso in 40 città, che apre a studi internazionali la progettazione e la riqualificazione di aree urbane, così come è stato fatto per lo scalo di Greco.
Nel frattempo si potrebbe ripulirle per riusi temporanei, in attesa di scelte definitive.
#7 il Maestoso di Viale Umbria
Credits: milano.repubblica.com
Tra corso Lodi e viale Umbria lo storico cinema “Maestoso”, da 1.800 posti ed il primo ad avere l’area condizionata negli anni ’50, è chiuso da 12 anni.
Prima occupato poi riverniciato all’esterno in attesa della realizzazione di uffici e negozi, è diventato dimora di senza-tetto davanti alle entrate, visto che le licenze per i lavori sono scaduti e non c’è niente all’orizzonte.
Un vero peccato vista la location (fermata 90-91 e M3 Lodi) e le dimensioni.
Vista la scarsità di locali per eventi musicali, potrebbe essere l’occasione per riconvertirlo a questo uso e nel frattempo sistemarlo e aprirlo per proiezioni speciali.
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A Milano arriva il tanto attesa Hawaiian Weekend! Ovviamente, targato East Market DINER.
Si inizia di giovedì, perché non è mai troppo presto per rilassarsi e godersi il buon cibo. Dalle 18.00 alle 24.00 potrete gustare i Pokè preparati per voi dall’East Market DINER, nella versione vegan con tofu, o tonno e salmone.
Nella versione burger: con burger di riso con tarare di salmone e avocado. O perché non i Pokè Donuts?
Ad accompagnare il tutto non mancheranno fiumi di birra by The Brooklyn Brewery!
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Progetto vincitore: CO-INVENTING DORIA Rappresentante del team: RETE FRA INPRESE “B SMART” Progettato da: STUDIO DI ARCHITETTURA DRMI / GUILIA PANNELLA Partner: POLITECNICO DI MILANO, DIPARTIMENTO DI ENERGIA/ UMERTO PUPPINI
Co-Inventing Doria intende essere un manifesto vivente di rinnovamento urbano sostenibile, in cui spazi privati e pubblici interagiscono, creando un ambiente amichevole, resiliente e sostenibile per cittadini e visitatori.
Il progetto è composto da due elementi cardinali: l’ostello carbon neutral e il nuovo asse verde di Via Doria. L’ostello è realizzato con una parete respiratoria, in grado di recuperare energia e filtrare l’aria di ventilazione. L’utilizzo energetico dell’edificio è ridotto al minimo nel suo intero ciclo di vita e le fonti di energia rinnovabile sono ampiamente sfruttate in loco, migliorando le prestazioni complessive dell’edificio.
Via Doria è concepito come una strada multifunzionale, progettata con un approccio cronotropico in cui gli spazi urbani si evolvono nel tempo, seguendo le esigenze dei cittadini. La strada ha una dimensione pedonale predominante, con ampi spazi per la vegetazione e molteplici servizi ecosistemici, tra cui la cattura e lo stoccaggio del carbonio.
L’ostello si connette con i nuovi giovani invitanti all’aperto verdi per entrare e camminare lungo l’ampia scalinata che degrada verso il cortile verde aperto. Complessivamente il progetto è concepito per coinvolgere i cittadini sulla sostenibilità, fornendo un’esperienza interattiva e educando a comportamenti proattivi sostenibili.
Nome del progetto: L’INNESTO Team rappresentante: INVESTIRE SGR SPA
Architetto: BARRECA & LA VARRA Esperti ambientali: ARUP ITALIA SRL / STANTEC SPA / POLITCNICO MILANO, DIP ENERGIA
Il primo progetto di “Housing Sociale” di Zero Carbon in Italia è una vetrina delle nuove strategie di sostenibilità di Milano.INNESTO propone lo sviluppo di un innovativo sistema di teleriscaldamento di quarta generazione (4GDH), alimentato da fonti rinnovabili (incluso un sistema di recupero di calore per le acque reflue urbane). Il design di Nearly Zero Energy Buildings è abbinato a una tecnologia costruttiva pre-assemblata e a un mix ottimale di materiali bio-sourced. L’obiettivo è ridurre le emissioni di CO2 e ridurre gli sprechi, consentendo di smontare la struttura e riciclare al 100%. Un approccio globale alla mobilità sostenibile offre ai cittadini piena accessibilità. Il progetto promuove la mobilità attiva, il trasporto pubblico, i sistemi di condivisione e una drastica riduzione dell’uso dei veicoli privati attraverso una ridotta disponibilità di aree di parcheggio.
Le ex stalle storiche di San Siro saranno convertite in un centro di attività termale.
Il progetto è concepito in modo armonioso utilizzando sorgenti d’acqua termale presenti nel sottosuolo. Il progetto mira a ridurre significativamente il consumo di energia e acqua grazie alla produzione di energia in loco attraverso il fotovoltaico, i pannelli solari termici e la creazione di un collegamento con la rete di teleriscaldamento attraverso il recupero dell’energia da scarto a energia.
Il progetto prevede una buona gestione dei materiali da costruzione, utilizzando l’isolamento della fibra di legno e la costruzione con strutture in legno.
Infine, il progetto compenserà tutte le emissioni di CO2 residue acquistando crediti di carbonio. Il Teatro delle Terme sarà un’oasi di benessere e sostenibilità strettamente legata all’acqua, alla terra, al verde, alle piante e al cibo.
Progetto vincente: VITAE
Rappresentante: COVIVIO DEVELOPMENT
Architetto: CARLORATTIASSOCIATI SRL
Esperto ambientale: DISTRETTO TECNOLOGICO TRENTINO S.C.A R.L.
La “Spirale verde” è un sentiero con una pergola di vite che sale in cima all’edificio simboleggia la doppia elica del DNA, l’abbraccio tra ricerca e biofilia. I filari sposati sui tetti si alternano a terrazze e orti. Le serre stagionali e il Giardino dei Semplici sono ambienti collettivi di sperimentazione. Il progetto sviluppa anche una strategia globale per ridurre la sua impronta di carbonio e il suo impatto ambientale attraverso una vasta gamma di soluzioni per l’energia pulita, materiali da costruzione sostenibili, mobilità a basse emissioni di carbonio e gestione delle risorse idriche.
Vitae è consolidata da una forte partnership con attori locali e sviluppa attività sostenibili e uno stile di vita verde. Ospiterà spazi per eventi pubblici per nutrizione e istruzione, ricerca oncologica molecolare e guesthouse per ricercatori internazionali. Propone un modello avanzato di convivenza urbana legato alla migliore tradizione europea, tutto all’insegna di un nuovo Umanesimo.
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A Helsinki sono stati annunciati i progetti vincitori del bando Reinventing Cities. Milano concorreva con le aree di Via Serio, V.le Andrea Doria, Gorla, Scuderie de Montel, Scalo di Greco.
Lo Scalo di Greco risulta tra i vincitori.
Winning project : L’INNESTO
Team representative: INVESTIRE SGR SPA
Architect(s): BARRECA & LA VARRA
Environmental expert(s): ARUP ITALIA SRL / STANTEC SPA / POLITCNICO MILANO, DIP ENERGIA
INNESTO, è il primo progetto di “Housing Sociale” a impatto zero in Italia, vetrina delle strategie di nuova sostenibilità di Milano.
Questo significa soldi e visibilità per il progetto e per Milano.
Complimenti ai progettisti, alle istituzioni coinvolte e ai milanesi.
Avviato dal C40 Cities Climate Leadership Group e reso possibile grazie al contributo di Climate KIC e ofo, “Reinventing Cities” è un bando internazionale senza precedenti per avviare una rigenerazione urbana resiliente e a zero emissioni.
14 città hanno individuato insieme 31 siti sottoutilizzati da ricostruire, compresi numerosi spazi liberi, edifici abbandonati, il sito di un ex aeroporto, dimore storiche, mercati inutilizzati, parcheggi da trasformare, e un inceneritore dismesso con annessa discarica.
Attraverso questo bando C40 e le città partecipanti invitano architetti, operatori, esperti ambientali, comunità di quartiere, artisti, a costituire team multidisciplinari e a concorrere per trasformare i siti scelti in nuovi baluardi di sostenibilità e resilienza. Le proposte dovranno dimostrare come sia possibile realizzare soluzioni innovative che rispettino l’ambiente, parallelamente ad architetture di alta qualità e benefici per la comunità.
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La città di Milano è una delle poche a poter vantare di essere gemellata con altre città (in totale 15 città sono gemellate con il capoluogo lombardo) in tutti e cinque i continenti.
Nelle intenzioni della nostra città, i gemellaggi hanno lo scopo di scambiare delegazioni, condurre iniziative sociali, scientifiche e culturali congiunte, favorendo l’interscambio e migliorando la qualità della vita dei cittadini delle città coinvolte nel gemellaggio, comprese le comunità provenienti da una città e stabilite nell’altra.
Tale decisione si deve alla legge che la città russa approvò, appunto nel 2012, definita “contro la propagazione dell’omosessualità” e ritenuta retrograda da gran parte del resto del mondo.
Il gemellaggio con la città russa era stato stipulato in epoca sovietica (era il 2 ottobre 1967) ed esso figura ancora nella pagina dei gemellaggi curata dal Comune di Milano.
San Paolo: la prima
São Paulo
Il primo gemellaggio in ordine di tempo (era il 28 luglio del 1961) è stato quello tra Milano e San Paolo del Brasile, città affine a Milano in virtù del ruolo preminente, sia dal punto di vista culturale che economico, che essa ha in Brasile. E’ probabile che l’ordinamento federale del Paese latinoamericano permette a San Paolo un’azione più incisiva, ma la comunità di intenti fra le due città ha radici antiche, data anche la notevole presenza di italiani nel Paese, sia di prima generazione che successivi.
Negli ultimi anni, le attività congiunte tra Milano e San Paolo hanno riguardato in primiscultura, turismo e ambiente.
Lione: gemella metropolitana
Lyon
Il 22 novembre 1967, Milano si è gemellata con Lione, città che, ad oggi, considerata l’area metropolitana, è la terza più popolosa della Francia (con oltre 2 milioni di abitanti, contro i poco più che 530mila della sola Lione). L’ultimo incontro tra i sindaci delle due città risale al febbraio 2019 e ha visto protagonisti oltre al Sindaco di Milano Sala l’allora Sindaco della città francese Gérard Collomb.
Francoforte: money sister
Frankfurt am Main
La capitale finanziaria d’Europa, consacrata anche dalla sede centrale della BCE, è gemellata con Milano dal 21 ottobre 1969. Ciò in virtù delle affinità di “motore economico” e di città attente al progresso dei loro cittadini, sotto ogni aspetto.
Ogni anno, in aprile, il Liceo Linguistico “Manzoni” di Milano organizza scambi con i suoi epigoni della Elisabethenschule di Francoforte. Inoltre (sempre con cadenza annuale) in agosto, i cittadini di Milano hanno l’opportunità di frequentare un corso di due settimane sulla lingua e la cultura tedesca, che si tiene appunto a Francoforte, mentre Milano apre le porte ai cittadini tedeschi in ottobre, per un corso di 15 ore sulla lingua, sulla cultura e sulle eccellenze d’Italia.
Nel settembre 2013 un incontro fra il Sindaco Pisapia ed il suo omologo Feldmann ha sancito la cornice di scambi culturali fra le due città e, dal 2017, è nuovamente in attività il treno diretto ad alta velocità Milano-Francoforte.
Chicago: ci ha dato anche Dan Peterson
Chicago
Chicago è gemellata con Milano dal 1973. Anche in questo caso, per il gemellaggio, si è scelto il fil rouge delle città importanti sia dal punto di vista economico che culturale ed industriale. L’Aeroporto O’Hare di Chicago è uno dei più trafficati al mondo e la città è importante sia dal punto di vista industriale (la città ha anticipato l’industrializzazione degli USA in molti settori) che culturale.
Barack Obama, prima di intraprendere la sua carriera politica (è stato senatore dell’Illinois, lo Stato in cui Chicago sorge, prima che Presidente degli Stati Uniti) ha diretto un progetto di assistenza per le fasce svantaggiate del South Side di Chicago.
Ed è proprio dal South Side che proviene il Timeless Gift Vocal Ensemble, il coro gospel che si è esibito a Milano nell’aprile 2019, sempre nell’ambito del gemellaggio fra le due città. Sempre nell’aprile 2019 (e sempre nell’ambito del gemellaggio), l’audtorium “Baldoni” di Milano ha ospitato la proiezione di “Shadowgram”, un documentario sul South Side e West Side di Chicago.
Birmingham: urban twins
Birmingham
Un’altra città anglofona che si è gemellata con Milano (precisamente il 5 giugno 1974) è Birmingham, nel Regno Unito.
Questo gemellaggio ha un focus soprattutto sulla dimensione della città e sull’urbanistica. Lo dimostrano la partecipazione della città al Forum delle Politiche Sociali di Milano nel gennaio 2013 e la collaborazione fra le due città nella partecipazione a tre progetti UE con focus urbanistico nel periodo 2011-2015.
Da ultimo, Birmingham e Milano hanno condotto iniziative congiunte di rilievo collegate ad Expo 2015.
Dakar: quella che non ti aspetti
Dakar
Con notevole lungimiranza e nello spirito di legarsi a città caratterizzate da significativo sviluppo, Milano si è gemellata con Dakar nel 1974.
Shanghai: la Milano d’oriente
Shanghai
Anche qui in netto anticipo sui tempi (era il 3 luglio del 1979) rispetto al resto d’Italia, Milano si è aperta alla Cina, gemellandosi con Shanghai. Nell’ambito di questo gemellaggio, è attivo un accordo tra biblioteche, che contempla la donazione di 200 libri l’anno da parte della Biblioteca di Shanghai alla biblioteca rionale di Dergano, zona di Milano ad altra presenza cinese.
Tra le attività più recenti nell’ambito del gemellaggio tra queste due città c’è stato l’Anno Culturale della Cina in Italia (2011) che ha visto a Milano alcuni dei suoi momenti più importanti, la Mostra fotografica su Shanghai e sugli abiti tradizionali cinesi (entrambe nel 2014) e la collaborazione tra Milano e Shanghai nella moda e nel food in occasione di Expo 2015.
Osaka: compagna di università
Osaka
Circa due anni dopo, il 10 aprile 1981, fu ratificato l’accordo di gemellaggio tra Milano e Osaka. Anche qui, la ratio è stata quella di approfondire i rapporti fra due città che hanno un ruolo importante dal punto di vista economico, industriale e culturale nei rispettivi Paesi.
Il gemellaggio fra Milano e Osaka consente ad alcuni studenti universitari della città giapponese di prendere parte ad alcune iniziative culturali del Consolato Generale del Giappone a Milano e favorisce la mobilità universitaria fra le due città.
Osaka ospiterà Expo 2025.
Betlemme e Tel Aviv: come Duomo e Sforzesco
Tel Aviv
Il prestigio che Milano ha in tutto il mondo appare confermato anche dai gemellaggi che la città ha stipulato, il 16 ottobre 1997 con Tel Aviv (che poi ha portato a collaborazioni tra le due città nell’ICT e nel digitale a partire dal 2012) e dal 22 maggio 2000 con Betlemme, riuscendo a dialogare con due realtà insieme così vicine e così lontane.
Cracovia: capitali morali
Kraków
Milano si è dimostrata “sul pezzo” anche quando si è gemellata con Cracovia (il 10 giugno 2003, circa 11 mesi prima dell’entrata della Polonia nell’UE, avvenuta il 1° maggio 2004). Con la città polacca, seconda come centro industriale economico e culturale e prima destinazione turistica nel Paese, è in atto uno scambio culturale tra gli studenti dei licei scientifici di Milano ed il Liceo Scientifico Ogólnokształcące di Cracovia.
Negli ultimi anni, le due città hanno avuto diverse occasioni di proficua collaborazione, nel 2012 Milano ha infatti supportato la candidatura di Cracovia a Città della Letteratura dell’UNESCO, risultato che la città polacca ha poi raggiunto nel 2013; nel 2014 i decisori delle due città si sono scambiati delle visite in ambito urbanistico e, sempre in ambito urbanistico, Milano e Cracovia hanno preso parte al Progetto UE intitolato Stars e votato all’urbanistica e alle biciclette come mezzo ideale per brevi tragitti urbani.
Toronto: affinità elettiva
Toronto
Un’altra città nota per la sua comunità italiana è Toronto, capoluogo della regione dell’Ontario e seconda città del Paese, gemellata con Milano dal 30 giugno 2003.
Le due città collaborano innanzitutto in ambito ambientale, attraverso il framework comune del Climate Leadership Group.
Da maggio 2019, il vettore Air Italy opera un volo diretto sulla tratta Milano-Toronto.
Melbourne: gemella australe
Melbourne
Lo stesso focus sulla comunità italiana e sull’importanza nel Paese ha animato anche il gemellaggio tra la nostra città e Melbourne, attivo dal 21 luglio 2004.
Le attività oggetto del gemellaggio riguardano innanzitutto la risoluzione di problemi e l’attuazione di politiche in ambito sociale, economico o ambientale.
Da aprile 2019 è attivo un percorso di formazione rivolto ai professionisti dell’ospitalità attivi in queste due città.
Daegu: la sorpresa coreana
Daeugu
Ultima “città sorella” di Milano, in senso cronologico e non certo per importanza, è Daegu, in Corea del Sud, con la quale il gemellaggio è attivo dal 2 luglio 2015, preceduto da una visita ufficiale, nel 2014, e dalla partecipazione, sempre nello stesso anno, di una delegazione milanese al DGSIT Global Innovation Festival, una manifestazione dedicata all’innovazione in campo tessile. Fedele al suo concetto di innovarsi senza dimenticare le sue radici, Milano ha stipulato il gemellaggio con Daegu anche sulla base delle avanzate politiche di sostenibilità ambientale della città coreana. Daegu ha attivamente partecipato, insieme con Milano, alle iniziative collegate ad Expo 2015 ed alla stesura del Milan Urban Food Policy Pact, un’importante iniziativa sulla sostenibilità alimentare.
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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
Pochi sanno che a Milano c’è uno dei chiodi usati per crocifiggere Gesù.
Si trova all’interno del Duomo, in una teca a quarantacinque metri di altezza, sospesa al di sopra dell’altare maggiore.
Secondo la leggenda a trovarlo fu Ambrogio in persona. Un giorno il vescovo di Milano mentre passeggiava per le vie di Milano fu attirato da un fabbro che imprecava contro un pezzo di metallo che non riusciva a piegare.
Il piccolo oggetto reso incandescente dal fuoco resisteva ai colpi del martello senza deformarsi. Ambrogio chiese al fabbro di poter esaminare l’oggetto. Si trattava di un chiodo ritorto e Ambrogio divenne bianco dallo stupore: era uno dei chiodi della Crocifissione di Gesù!
Ma come era arrivato quel chiodo a Milano?
La madre dell’imperatore Costantino, Elena, durante un viaggio a Gerusalemme aveva trovato tutti e tre i chiodi della Crocifissione. Rientrata a casa li aveva donati al figlio che, per ricevere protezione in battaglia, li fece inserire nel suo elmo, nel morso del cavallo e in una briglia. Alla morte dell’imperatore dei tre chiodi si perse traccia fino al giorno in cui il chiodo adattato a morso del cavallo era riapparso nella bottega di un fabbro di Milano.
Il chiodo di Gesù non è un caso isolato per Milano. Le reliquie in possesso di Costantino finirono infatti all’imperatore Teodosio che era un grande amico di Ambrogio. All’epoca Milano era la capitale dell’Impero Romano e quando Teodosio morì nel suo palazzo milanese potrebbe aver lasciato ad Ambrogio il sacro chiodo adattato a morso di cavallo.
Una volta all’anno, il sabato precedente al 14 settembre, il chiodo viene prelevato dal soffitto del Duomo, durante la cerimonia detta della Nivola. In quell’occasione il chiodo viene preso tramite il cosiddetto “ascensore della Nivola”, portato a terra dall’arcivescovo e lasciato per quaranta ore a disposizione dell’adorazione dei fedeli.
Probabilmente lo sapevi, ma non hai mai pensato di andarci…Alla Fondazione Prada c’è un cinema che proietta film rari ed artistici.
Questa settimana ti porto a vedere “Night Tide”. Ma anziché parlarti della trama del film, ti racconto un’altra storia… L’immaginario gotico del regista Curtis Harrington è stato uno dei motivi che ha spinto il collezionista Nicolas Winding Refn ad acquisire la pellicola originale di questo film, ormai molto danneggiata, per lanciarsi nell’impresa del suo restauro.
Un anno di lavoro che ha visto la collaborazione del laboratorio Hiventy a Parigi e dell’Academy Film Archive in California, e che ha dato vita al primo restauro integrale in digitale 4K. Il risultato è di altissima qualità: una pellicola con un’eccezionale, quanto inedita, profondità del bianco e nero.
Proiezione a ingresso gratuito senza prenotazione fino ad esaurimento posti. All’ingresso sarà distribuito in omaggio il poster del film.
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Uno dei simboli più noti e diffusi di Milano, il biscione (per gli amici el bisson o la bissa) può vantare una storia lunga e prestigiosa.
Era infatti già noto dagli albori del Cristianesimo, come ipostasi del profeta Giona che visse nella balena.
Dal punto di vista araldico, il biscione risale al Sacro Romano Impero e sarebbe diventato il simbolo della nostra città durante il periodo della signoria viscontea di Milano. Non vi sono però elementi decisivi per stabilire se il simbolo del biscione fosse stato portato dai Visconti a Milano o se questi lo avessero già trovato in città.
Anche gli Sforza, che succedettero ai Visconti ai quali erano imparentati, mantennero il biscione, che vollero simile a un drago, sui loro stemmi. Il simbolo rimase, anche dopo il periodo sforzesco, a rappresentare Milano durante la dominazione spagnola e ancora, all’epoca di Napoleone in Italia ed al successivo periodo del Regno Italico, come pure durante il periodo del Lombardo-Veneto, che lo annoverava tra i suoi simboli. Il biscione resta dunque il simbolo (araldico) distintivo di Milano per circa mille anni, dal X al XIX secolo. Lo stesso Dante lo cita nella Divina Commedia, precisamente nel Canto VIII del Purgatorio, definendolo “la vipera che il Melanese accampa”, indicandolo perciò come insegna del potere (anche militare) di Milano. Successivamente, il biscione finirà col campeggiare anche su altri stemmi di casate e città, non necessariamente collegate a Milano e alla sua storia.
Sulla “nascita” di questa creatura leggendaria, molto è stato scritto; secondo alcuni, il biscione simboleggerebbe un altro rettile fantastico, ossia il drago detto Taranto o Tarantasio, nato, come vuole una leggenda, dal corpo moribondo del malvagio signorotto Ezzelino da Romano e che sarebbe vissuto nel Lago Gerundo, uno specchio d’acqua ora scomparso che si trovava in Lombardia. Come quello di San Giorgio (la cui Croce campeggia anche sul gonfalone di Milano), il drago del Gerundo sarebbe stato provvisto di un soffio pestilenziale ed avrebbe trovato la morte all’arma bianca per mano di un santo o di un eroe.
Un’altra tradizione vedrebbe invece il biscione come creatura benevola (da qui nascerebbe il suo rimando alla balena che protesse Giona) che quindi proteggerebbe, o farebbe addirittura rinascere (anche qui si richiama Giona, che “rinacque a nuova vita” dopo essere fuoriuscito dalla balena) la figura umana che porta in bocca.
In effetti, nelle varie raffigurazioni, né la bestia né l’umano appaiono feriti: inoltre, l’immagine di profilo del biscione ne svelerebbe le buone intenzioni, dal momento che in araldica le bestie malvage, vere o fantastiche che siano, vengono rese di fronte agli osservatori, come a sfidarli.
Le raffigurazioni artistiche del biscione a Milano sono molteplici. Particolarmente pregevoli sono quella che si trova come fregio in Stazione Centrale e quella che si trova su di un capitello della Basilica di Sant’Ambrogio (si tratterebbe, in questo caso, di una figura assimilabile al biscione).
In epoca più moderna, il binomio tra la Croce di San Giorgio e il biscione si ritrova anche nello stemma dell’Alfa Romeo, rimasto immutato negli anni. Il biscione è anche il simbolo di Canale 5, rete ammiraglia di Mediaset, e prima ancora lo era di Telemilano 58 che la precedette. Nel simbolo di queste emittenti, l’umano in bocca al biscione stilizzato è sostituito da un fiore. Inoltre, dal primo logo di Canale 5, risalente al 1980, sino all’ultima versione (datata 2018), il biscione, restando sempre riconoscibile, si è ridotto a vantaggio del “5”.
L’Inter, che aveva deciso di assumere il biscione tra i suoi simboli fin dalla sua fondazione, lo ha sottoposto a varie operazioni di restyling, sino ad eliminarlo dal suo logo sul finire degli anni ’90.
E tuttavia il biscione, simbolo di antichità sempre rinnovata, saggezza e magia, non è mai lontano dalle raffigurazioni e dalla percezione di Milano.
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Cosa sono i Tiki? Sono dei tipi di cocktail che nascono negli anni ’40 in California, e sono speciali perché: 1. Si usa prevalentemente Rum. 2. Sono floreali e fruttati. 3. Sono altamente scenografici.
Ed indovinate chi li fa benissimo? I ragazzi del Rita’s Tiki Room!
Il locale è tutto fiori, pappagalli, piante esotiche e, ovviamente, camicie hawaiane. Se pensi di venire qui e bere e basta, ti sbagli di grosso, l’offerta culinaria ti porta in Paradiso senza passare dal via: nachos pieni di formaggio fuso, involtini tahilandesi, polpette asiatiche, pollo fritto e molto molto altro.
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Il primo tassello di Porta Nuova Bis è stato ufficialmente collocato. Oggi, 20 maggio, Manfreda Catella ha presentato lo studio vincitore del concorso internazionale di progettazionene di Gioia 20, l’area comunale posta all’incrocio tra Melchiorre Gioia, via Pirelli e via Sassetti, acquistata tempo fa da Coima per complessivi 32.208 metri quadri e 78,9 milioni di euro di valore.
Antonio Citterio e Patricia Viel hanno primeggiato sui 19 studi di architettura che erano stati selezionati per partecipare al concorso, con un progetto che punta tutto sulle grandi altezze e sul fotovoltaico.
A breve dunque una nuovo cantiere si affiancherà a quello già avviato di Gioa 22, che dovrebbe raggiungere il tetto entro il 2020.
Progetto Gioia 22
Obiettivo finale: 400mq da ridisegnare per il nuovo volto di Porta Nuova Gioia.
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Fino a poco prima dell’intervento di urbanistica tattica realizzato all’interno del progetto “Piazze Aperte”, in collaborazione tra vari soggetti Bloomberg Associates, Nacto Global Designing Cities Initiatives, Comune di Milano, Retake Milano e il Colorificio Sammarinese, il piazzale di Porta Genova era un parcheggio disordinato per auto private e taxi tra la fermata di capolinea del tram.
Con questo intervento (vedi foto di copertina), oltre al parcheggio, è stato interdetto anche il transito di auto private e taxi, la cui area di sosta è stata spostata all’esterno del piazzale, con la contestuale sistemazione delle fermate bus e della linea tranviaria 2 su Via Valenza, lasciando inalterato il traffico veicolare su via Vigevano, corso Colombo e appunto via Valenza.
NON TUTTO È ANDATO NEL VERSO GIUSTO: il traffico è diventato insostenibile
A corredo di questo intervento di pedonalizzazione leggera (un progetto vero e proprio di ridisegno della piazza non esiste) non sono stati nè studiati nè previsti operazioni di mitigazione del nuovo cambio di viabilità (auto che non possono più immettersi nel piazzale), non prevedendo in alcun modo semafori che regolino l’attraversamento pedonale nè all’interno della piazza dove insiste il transito di 2 linee di tram, nè verso l’esterno dove si aggiunge una linea bus, oltre al traffico veicolare proveniente da 3 direzioni.
Il risultato è un continuo incolonnamentodi:
tram che rimangono bloccati in entrata e in uscita dalla piazza,
autobus e auto che non riescono a svoltare in nessuna delle direzioni
che produce come effetti:
la congestione dell’incrocio tra Via Vigevano, Corso Colombo e Via Valenza
i ritardi sulla tabella oraria per linea di tram 9, 2 e la linea di bus 74
un aumento della concentrazione di inquinamento causato soprattutto dal rallentamento del flusso veicolare
la difficoltà dei pedoni nell’attraversamento della piazza e nella prosecuzione verso la Darsena
COSA SI POTREBBE FARE?
Innanzitutto, come detto sopra, studiare e implementare una regolamentazione semaforica anche per i pedoni e ovviamente riprogettare la viabilità, nel limite del possibile, con percorsi alternativi.
La situazione di caos è presente da anni in questa zona e un intervento fatto con le seppur buone intenzioni non può far altro che, come dimostrato, peggiorare la situazione e paralizzare una parte della città. Occorrono al più presto soluzioni, anche out-of the box, che consentano di risolvere definitivamente l’annoso problema del traffico che affligge Porta Genova.
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Dopo i risultati positivi nei test di Dubai, Torino sarà la prima città italiana ad avere dei taxi droni nel cielo. La sperimentazione avrà inizio nel 2021 grazie all’assegnazione a Torino della guida del gruppo di “testing” di mobilità area del progetto europeo “Urban air mobility”. Il programma europeo ha l’obiettivo di aprire la strada agli spostamenti aerei a bassa quota e in ambito urbano, favorendo l’accettazione sociale per questa innovazione che potrà contribuire a migliorare il traffico nelle città.
La notizia è stata annunciata da Paola Pisano, assessore all’Innovazione della giunta Appendino. Il progetto sarà sviluppato con il Politecnico di Torino, Italdesign, ha come capofila Airbus, e si inserisce nella cornice di Torino City Lab, mentre la parte di interazione con imprese innovative e startup sarà portata avanti con la fondazione Links.
I droni al momento sono comandati da remoto con un pilota che li controlla a vista, ma in futuro potranno muoversi in modo autonomo, trasportando oggetti e persone. Il primo volo di droni taxi è stato sperimentano a Dubai e si è concluso con successo, con il trasporto di due persone in un tratto di alcune centinaia di metri. Torino ha già raggiunto un record, con un drone che ha trasportato un carico da 100 chili.
La sperimentazione avrà inizio nel 2021 e saranno almeno 17 i dimostratori che saranno sviluppati che dovrebbero iniziare a volare a Torino, “Insieme con Enac stiamo valutando i cosiddetti canali aerei urbani, cioè gli spazi dove sarà autorizzato il volo sia per i droni che portano cose, sia per quelli che portano oggetti” annuncia Pisano.
“Se a Torino inizieranno i test”, conclude l’assessore, “potremo anche portare qui parti di produzione delle imprese che stanno investendo su questo nuovo modello di mobilità”, con effetti non solo sul traffico ma sull’intera economia della città.
Dopo le ciclabili illuminate di nottecon l’energia solare e il lavaggio strade mangia smog, un’altra città italiana propone un’innovazione rivoluzionaria. Si attende ora una reazione di Milano che sul tema dell’innovazione e della mobilità sostenibile in Italia non può essere seconda a nessuno.
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Si apre un nuovo capitolo nell’iter “Salva Roma”, inserito dal governo nel Decreto Crescita e che prevede il trasferimento dei debiti di Roma allo Stato.
Entra in campo uno dei partiti d’opposizione che, a sorpresa, non solo appoggia la scelta del governo ma addirittura rilancia, in una conferenza stampa del 17 maggio, con il presidente di Forza Italia, Antonio Tajani, che presenta la sua versione potenziata del “Salva Roma”.
Priorità di Forza Italia, spiega il presidente, è di “rendere effettiva l’autonomia della capitale d’Italia per renderla, alla pari delle altri capitali d’Europa, autonoma ed efficiente dal punto di vista economico e finanziario”.
Priorità di Forza Italia è di rendere effettiva l’autonomia della capitale
Questo l’annuncio choc nel corso di una conferenza stampa appena conclusa alla Camera dei Deputati in cui Forza Italia ha presentato una serie di proposte per dare autonomia e sovranità a Roma e salvarla dal fallimento.
La proposta di Forza Italia è di approvare una legge costituzionale per dare a Roma i poteri necessari per svolgere il suo ruolo di grande capitale europea. “Siamo molto preoccupati”, ha aggiunto Tajani, “perchè il governo sta abbandonando Roma” e ricorda una legge concepita dal governo Berlusconi che prevedeva il passaggio alla città di Roma di alcuni poteri e competenze della Regione Lazio.
Conferma la linea del partito il deputato romano Paolo Barelli: “abbiamo presentato una proposta di riforma costituzionale che consta di due articoli molto semplici che attribuiscono alla città di Roma i poteri ordinari che hanno le regioni“, consentendole così di diventare di fatto una città stato. “Vogliamo garantire alla capitale una velocità di azione e risoluzione dei problemi che deve essere un vanto di tutto il Paese“.
abbiamo presentato una proposta di riforma costituzionale che consta di due articoli molto semplici che attribuiscono alla città di Roma i poteri ordinari che hanno le regioni
“Un’autonomia costituzionalmente garantita a Roma è stata sempre una priorità del centrodestra”, ribadisce Maurizio Gasparri. “Roma non è paragonabile agli altri Comuni“, conclude la deputata Annagrazia Calabria.
La notizia sta facendo il giro delle agenzie. La sola nota che ci sentiamo di fare è che ci sembra irresponsabile premiare con l’autonomia l’inefficienza e il cattivo funzionamento. Se si deve partire con una città autonoma l’unica scelta logica è di farlo con la città più efficiente e più integrata in Europa.
Se si deve partire con una città autonoma è più logico e più giusto farlo con la città più efficiente e più integrata in Europa.
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A volte capita di alzarsi col piede storto, di passare una giornata monotona e di avere solo voglia di andare a casa a riposare. Invece no: sorridi, perché è la giornata giusto per mangiare una pizza!
E tu dirai: “Sai che novità…”, invece noi ti portiamo a mangiare una pizza indimenticabile. Te la sognerai di notte, e non perché rimarrà indigesta, ma perché è talmente buona che non potrai più farne a meno.
Alla fine mi chiederai di tornare anche domani, ed il giorno dopo domani, e quello dopo ancora… La Piccola Ischia è quel locale che ti catapulta a Napoli.
La pizza è quella vera napoletana, con vero pomodoro, vera mozzarella, vero basilico… un vero sogno!
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