Home Blog Pagina 570

🔴 Sala attacca il Governo: basta con la politica del NON SI PUÒ!

0

“Trovo inaccettabile che ci si arrenda!”

Il sindaco dalla sua consueta postazione di Palazzo Marino, dove è costretto a fare lo spettatore di lusso di scelte a cui non può partecipare perché non ne ha i poteri, attacca senza mezzi termini il governo sui temi caldi della scuola e dei trasporti e soprattutto sulla riapertura: “se dobbiamo riaprire non potete dircelo 48 ore prima”.

Sala aggiunge alzano il tono di voce: “noi facciamo la nostra parte, ma gli altri devono fare la loro parte”. In particolare entra ne dettaglio della strategia della riapertura:

#1 I trasporti

“Sulle metropolitane possiamo disegnare dei cerchi sui pavimenti”, “dobbiamo promuovere lo sharing dei veicoli elettrici, ma il governo deve fare chiarezza!”. E mette in guardia che se dovesse diventare obbligatorio stare solo seduti sui mezzi pubblici mantenendo una distanza, la capienza scenderebbe addirittura al 10% e la gestione sarebbe insostenibile.

#2 La scuola

 “E’ una ferita nel cuore sapere che il sistema educativo italiano è così buono in termini di offerta per i ragazzi, ma in questo momento la risposta è così debole. Altri parlano di riaprire e noi diciamo forse a settembre”. E’ il tema della competenza quello su cui batte il sindaco, che fa chiaro riferimento alla sua precedente carriera nella gestione delle aziende: “qui ci vuole la capacità di aver gestito complessità e anche un po’ di fantasia”. Chiede che si abilitino nuovi professori, che li si paghi e li si formi in maniera adeguata. Ed ecco l’idea, che potrebbe anche risollevare le sorti dei luoghi della cultura: “Portiamo le scuole a fare lezione nei teatri e nei cinema”. Ci vogliono idee e creatività per risolvere il problema, aggiunge il sindaco. 

#3 Il commercio

Sala ventila l’ipotesi di sospendere la Cosap, la tassa sull’occupazione del suolo pubblico per bar e ristoranti che potranno allargarsi sui marciapiedi e nelle piazze per rispettare il distanziamento senza perdere capienza. E poi parla di aperture scaglionate e anche serali per i negozi.

Ma il punto è che “con le nostre rigidità, con i nostri non si può, con le nostre abitudini ad accettare come dato di fatto le abitudini precedenti, perdiamo. Nelle aziende la cultura del Non si può non esiste. In questo momento il Settore Pubblico non può dire non si può”.

Milano città stato: il regno del si può come alternativa positiva alla politica del divieto

“A Milano puoi”. Questo uno degli slogan più popolari di Milano Città Stato. Ora più che mai occorre creare uno spirito di comunità per poter fare ripartire da Milano una politica del “si può”. Anche perchè è troppo facile governare un Paese solo con i divieti. Troppo facile ma catastrofico per il futuro dei suoi cittadini.  Se il sindaco vuole dare seguito alle sue parole noi gli tendiamo la mano (una volta ancora). Ora è il momento di smetterla con i giochini e gli interessi di parte e lavorare uniti per il bene comune. 

Partecipa al rinnovamento e mandaci le tue proposte per fare rinascere Milano: https://www.milanocittastato.it/rinascimilano/

ALBERTO OLIVA

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

SOSTIENI MILANO CITTÀ STATO

Caro lettore, il sito Milano Città Stato è gestito da Vivaio, associazione no profit. Per assicurare contenuti di qualità tutti i collaboratori lavorano senza sosta. Se apprezzi il nostro lavoro, da sempre per te gratuito, se ci leggi spesso e se condividi il nostro intento di contribuire a una Milano (e un’Italia) che sia sempre migliore, ti chiediamo un piccolo contributo per supportarci, in particolare in questo momento così delicato. Grazie!

 

BOLZANO: “sospendiamo i versamenti allo Stato”. Se le altre regioni del nord facessero lo stesso avrebbero le risorse per fronteggiare l’emergenza economica

0
Credits: lonelyplanet.com Bolzano

La crisi sta facendo sentire i suoi effetti. Uno di questi è la spaccatura tra regioni del nord e alcune di quelle del sud. Il coronavirus si è concentrato sulle regioni del nord Italia che invece di ricevere l’aiuto dalle regioni meno colpite, si sono trovate davanti a muri e a minacce, in particolare da parte del governatore della Campania De Luca. Molti al nord sono convinti che se fosse successo l’opposto, le regioni del nord sarebbero venute in soccorso di quelle del sud inviando medici e aiuti economici invece che alzare muri.

Leggi anche: 🔴 Al Sud che vieta l’ingresso ai lombardi risponde la ROMAGNA: “Noi non chiuderemo mai a chi ha reso grande il nostro turismo”

Anche il comportamento dello Stato sta aizzando gli animi delle aree più produttive: perchè, in molti si chiedono, se i morti e i contagi si sono concentrati quasi al 90% nelle regioni del nord, gli aiuti sono stati distribuiti sull’intero del territorio, spesso privilegiando proprio le aree più lontane da quelle più colpite dall’emergenza? In breve, la situazione nel nord Italia sta diventando incendiaria. Non solo per il virus. E crolla la fiducia nella capacità del governo di far fronte all’emergenza economica delle zone che rischiano di pagare il prezzo più alto delle decisioni prese dal governo per contrastare l’emergenza sanitaria.

Il primo atto di ribellione è del governatore della provincia autonoma di Bolzano. Ha chiesto la sospensione dei versamenti allo stato, ovvero tenere per sé il “residuo fiscale”, per coprire il mancato gettito fiscale e garantire i servizi. Cosa potrebbe fare la Lombardia e Milano se decidessero di avanzare a loro volta tale richiesta?

 

BOLZANO: “sospendiamo i versamenti allo Stato”. Se lo facessero anche altre regioni e città del Nord?

# Il governatore Kompatscher “Come Provincia autonoma dobbiamo comunque finanziare i servizi essenziali a nostro carico, come la sanità, la scuola e le strade

Il governatore altoatesino Arno Kompatscher ha chiesto la sospensione del contributo della Provincia autonoma al risanamento del disavanzo statale, ovvero di 476 milioni di euro annui che serviranno a sopperire il mancato gettito fiscale a causa dell’emergenza coronavirus. “Come Provincia autonoma dobbiamo comunque finanziare i servizi essenziali a nostro carico, come la sanità, la scuola e le strade“, ha spiegato il presidente aggiungendo la possibilità di ‘bond regionali’ per finanziare i programmi di rilancio e i trasferimenti ai Comuni che è in attesa della risposta dal Governo.

Fonte: ansa.it

# Le aree del Nord, con Lombardia e Milano su tutte, vantano un residuo fiscale tale da potere uscire dalla crisi in autonomia


Il residuo fiscale è, giusto per rinfrescarsi la memoria, la differenza tra quanto un territorio versa sotto forma di tributi allo Stato e quanto da esso riceve sotto forma di servizi e investimenti.

Nel dettaglio i versamenti allo Stato riguardano in particolare queste imposte e tributi:

  • Imposte dirette (per esempio l’Irpef) , imposte in conto capitale (per esempio l’Imu), imposte dirette (per esempio l’Iva)
  • Contributi sociali effettivi e figurativi versati da lavoratori e imprese (i contributi di lavoro che vanno principalmente all’Inps)
  • Interessi, dividendi, redditi prelevati dai membri di quasi società (es interessi su obbligazioni di imprese) , utili reinvestiti di investimenti all’estero, fitti di terreni e diritti sfruttamento giacimenti
  • Trasferimenti correnti o in conto capitale diversi da famiglie e imprese
  • Produzione di servizi vendibili e produzione di beni e servizi per uso proprio

Mentre queste sono le principali voci di spesa dello Stato sui territori regionali.

  • Spesa per consumi finali (per esempio la spesa statale in giustizia, istruzione, ecc)
  • Prestazioni sociali in denaro e trasferimenti correnti diversi a famiglie e istituzioni sociali private (tipicamente le pensioni in particolare quelle sociali o di invalidità)
  • Contributi alla produzione e trasferimenti correnti diversi a imprese (i vari incentivi alle aziende)
  • Imposte dirette ,trasferimenti ad enti pubblici (ovvero i gettiti delle tasse come l’Irap re-indirizzate alle regioni)
  • Investimenti fissi lordi (per esempio quando lo Stato costruisce una nuova autostrada in una regione)
  • Contributi agli investimenti a famiglie e imprese (trasferimenti in conto capitale, per esempio contributi a fondo perduto a start-up).

Fonte: truenumbers.it

Attribuire con precisione a ogni regione tutti i gettiti delle imposte e soprattutto tutte le spese dello Stato è complicato, ma le cifre che risultano ad oggi vedono Lombardia con 54 miliardi, Veneto con 18,8 miliardi e Emilia Romagna con 15,4 miliardi sul podio degli enti che più aiutano lo Stato. Inoltre Milano che secondo l’OCSE produce 312 miliardi il PIL  nell’area metropolitana, di cui circa 80 miliardi nel Comune di Milano verserebbe oltre 40 miliardi allo stato italiano, considerando solo il Comune e 156 miliardi di tasse pagate su base metropolitana. Ricevendo indietro solo 450 milioni a fronte dei 40 miliardi versati ritorna l’1% di quanto versa. Cosa potrebbero fare le regine del disavanzo fiscale, la Lombardia e Milano, seguendo l’esempio di Bolzano o, almeno, trattenendo sul loro territorio il residuo fiscale?

Fonte: Milano riceve indietro dallo stato solo l’1% di quanto versa: 450 milioni a fronte di oltre 40 miliardi di tasse

# Dove potrebbero destinare le risorse trattenute la Lombardia e Milano per rilanciare l’economia post Covid-19?

Alcune misure potrebbero riferirsi solo al capoluogo lombardo e altre a tutte le regioni, vediamo alcune proposte:

  • In primo luogo stornare sotto forma di sgravi fiscali i 5,77 miliardi di euro di costi per la città di Milano, causati dalla burocrazia alle imprese, stimati dall’Ufficio Studi della CGIA di Mestre che fanno perdere parte della competitività internazionale e ridurre a solo un passaggio la richiesta di attivazione di qualsiasi pratica per fare business
  • Sempre Milano potrebbe garantire senza costi extra per i cittadini tutti i servizi di pubblica utilità, aumentando la frequenza e capillarità: trasporto pubblico, raccolta rifiuti, pulizia e igienizzazione quotidiana delle strade, manutenzione ordinaria e straordinaria manto stradale, investimenti in nuove linee metropolitane e sistemi per garantire la ripresa della vita lavorativa senza pericoli di contagi dal virus fino alla fine dell’emergenza
  • La regione Lombardia potrebbe immettere liquidità sui conti correnti aziendali, con semplice autocertificazione, per coprire almeno l’80% del fatturato mensile medio fino alla fine del 2020, e tramite assegno, inviato direttamente presso l’indirizzo di residenza, distribuire un sussidio a tutte le persone fisiche un importo pari alla retribuzione media italiana di € 1.400 fino alla ripresa lavorativa
  • Sia Comune che Regione potrebbero azzerare tributi e imposte a tutte le aziende, liberi professionisti e cittadini sulla scorta di quanto fatto dal Sindaco di Napoli de Magistris che le ha cancellate per tutto l’anno
  • Predisporre un piano di finanziamento a fondo perduto alle aziende per implementare nuove tecnologie per favorire lo smartworking, sviluppare l’internazionalizzazione e assumere dipendenti per contenere l’aumento previsto della disoccupazione
  • Ridurre i debiti degli enti locali per favorire nuovi investimenti per i territori negli anni a venire

Fonte: I danni economici del lockdown: PIL -9,1%, debito al 160%, 10 milioni a rischio disoccupazione. Le tre azioni per evitare il fallimento del Paese

C’è curiosità nello scoprire se il Governo avvallerà le richieste di Bolzano, potrebbe essere un precedente importante su cui fare leva nell’invocare un prossimo cambio dell’assetto istituzionale in cui ogni ente possa gestire in autonomia quello che produce sul territorio e lo Stato possa fungere esclusivamente da supervisore del decentramento e coordinamento di indirizzi per regole nazionali comuni.

FABIO MARCOMIN

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

SOSTIENI MILANO CITTÀ STATO

Caro lettore, il sito Milano Città Stato è gestito da Vivaio, associazione no profit. Per assicurare contenuti di qualità tutti i collaboratori lavorano senza sosta. Se apprezzi il nostro lavoro, da sempre per te gratuito, se ci leggi spesso e se condividi il nostro intento di contribuire a una Milano (e un’Italia) che sia sempre migliore, ti chiediamo un piccolo contributo per supportarci, in particolare in questo momento così delicato. Grazie!

 

 

🔴 Dati 19 aprile. Lombardia: CALO nei decessi (+163) e nei nuovi contagi che tornano sotto quota 1.000. Solo Milano ancora in controtendenza

0
Foto: Andrea Cherchi (c)

19 aprile 2020. Prosegue il trend di riduzione nelle terapie intensive. L’Ospedale Niguarda ha chiuso un reparto per la terapia intensiva del Covid. Calano i morti al livello più basso da una settimana. I contagi in regione tornano sotto quota 1.000. Solo Milano ancora in controtendenza.

Forte calo dei nuovi contagi che tornano sotto quota 1000: +855 (ieri erano stati +1.246), anche se sono diminuiti anche i tamponi a +8.824 (ieri +11.818).

Prosegue il calo dei decessi che segna il numero più basso da una settimana: nelle ultime 24 ore sono stati 163 (ieri 199)

Dagli ospedali. Le persone ricoverate aumentano di 300 (ieri erano diminuite di 585). Altri 25 posti liberati in terapia intensiva (ieri erano stati 24). In 390 hanno lasciato gli ospedali nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 286).

Situazione delle province. L’unica ancora in controtendenza è Milano: nell’area metropolitana i nuovi contagi crescono leggermente a +279 (da +269) e in città risalgono sopra i 100 a +128 (ieri erano stati +95).

Italia. Dati in miglioramento. 433 morti nelle ultime 24 ore (in calo dai 482 di ieri). -98 persone in terapia intensiva (ieri -79). I nuovi contagi sono +3047 (ieri erano stati +3491).

Mondo. Al momento l’Italia resta al secondo posto dopo la Gran Bretagna (+596 dai +888 di ieri) per morti nelle ultime 24 ore. Seguono Spagna (+410), Francia (+395) e il Belgio (+230) che raggiunge il picco più alto di mortalità. Migliorano gli Stati Uniti. Come nuovi contagi del giorno l’Italia è al quarto posto, dietro alla Russia in forte crescita (+6.060), UK (+5.850 dai 5.525) e Turchia (+3.977).

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
15/4: +827 (+1,3%)***
16/4: +941 (+1,5%)
17/4: +1.041 (+1,6%)
18/4: +1.246 (+1,9%)
19/4: +855 (+1,3%)
Totale: 66.236

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)***
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
15/4: +235 (+2,1%)
16/4: +231 (+2,0%)
17/4: +243 (+2,1%)
18/4: +199 (+1,7%)
19/4: +163 (+1,4%)
Totale: 12.213

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)***
15/4: +325 (+2,2%)
16/4: +277 (+1,8%)
17/4: +325 (+2,1%)
18/4: +269 (+1,7%)
19/4: +279 (+1,7%)
Totale: 15.825

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
15/4: +144 (+2,4%)
16/4: +102 (+1,6%)
17/4: +166 (+2,6%)
18/4: +95 (+1,6%)
19/4: +128 (+1,9%)
Totale: 6.549

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

Ultimi articoli:
La CLASSIFICA dei paesi che hanno saputo fronteggiare meglio il Covid. L’Italia? Fanalino di coda
I danni economici del lockdown: PIL -9,1%, debito al 160%, 10 milioni a rischio disoccupazione. Le tre azioni per evitare il fallimento del Paese
Le 10 multe più CATTIVE della quarantena
L’eccezione TEDESCA: le 5 mosse che hanno consentito alla Germania di vincere contro il coronavirus (per ora)
🔴 Al Sud che vieta l’ingresso ai lombardi risponde la ROMAGNA: “Noi non chiuderemo mai a chi ha reso grande il nostro turismo”

 

MILANO CITTA’ STATO

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

SOSTIENI MILANO CITTÀ STATO

Caro lettore, il sito Milano Città Stato è gestito da Vivaio, associazione no profit. Per assicurare contenuti di qualità tutti i collaboratori lavorano senza sosta. Se apprezzi il nostro lavoro, da sempre per te gratuito, se ci leggi spesso e se condividi il nostro intento di contribuire a una Milano (e un’Italia) che sia sempre migliore, ti chiediamo un piccolo contributo per supportarci, in particolare in questo momento così delicato. Grazie!

 

La CLASSIFICA dei paesi che hanno saputo fronteggiare meglio il Covid. L’Italia? Fanalino di coda

3
Credits: forbes.com - Classifica dei 40 migliori paesi che hanno affrontato meglio il Covid-19

Il refrain di questi mesi che politici e media hanno ci hanno ripetuto è che il metodo italiano per affrontare l’emergenza coronavirus è stato un modello per il mondo, copiato da molti e ci ha permesso di limitare il numero di contagi e decessi che altrimenti sarebbe stato molto superiore. Se si esce dai confini della nostra propaganda la verità sembra un’altra, come abbiamo raccontato nelle nostre inchieste sugli approcci vincenti in Asia e in Europa. A conferma della nostra tesi che in Italia siamo stati incapaci di mettere in atto le misure più efficace arriva dal più grande studio internazionale per valutare l’efficienza comprata nella lotta al coronavirus realizzato dal consorzio Deep Knowledge Group. Si tratta di un’analisi approfondita su tutti i dati raccolti da 200 paesi nel mondo che è stata rilanciata da Forbes e da media di tutto il mondo anche se non ancora da quelli italiani. Sulla base dei dati raccolti è stata stilata una classifica dei paesi che possono rappresentare il miglior modello per affrontare il coronavirus.

Fonte: forbes.com

La CLASSIFICA dei paesi che hanno saputo fronteggiare meglio il Covid. L’Italia? Fanalino di coda

Quando la gravità della pandemia divenne chiara, Il Deep Knowledge Group ha adattato i suoi quadri analitici esistenti, precedentemente applicati a domini complessi come l’intelligenza artificiale per la Drug Discovery e NeuroTech, al panorama pandemico globale COVID-19. Un team di esperti ha raccolto e analizzato i dati generati in 200 Paesi e sulla base di un’analisi approfondita di 60 Paesi ha realizzato delle classifiche che aiutano ad avere un quadro reale sulla qualità operativa di gestione dell’emergenza.

Le classifiche possono essere utilizzate come strumento per aziende e governi per aiutare a prendere decisioni efficaci e potrebbero aiutare gli sforzi effettuati per migliorare il sistema sanitario e partire con la “Fase 2”. Ogni paese è stato classificato con un punteggio numerico costruito utilizzando una metodologia ben definita. A ogni classifica viene assegnato un peso specifico, o fattore di importanza, che viene utilizzato come input nelle equazioni analitiche proprietarie.

#1 Safety Ranking: la nazione migliore è Israele, l’Italia non figura tra i 40 paesi virtuosi

Credits: forbes.com – Classifica dei 40 migliori paesi che hanno affrontato meglio il Covid-19

Il Safety Ranking COVID-19 riporta i risultati di un’analisi comparativa per determinare i livelli di salute e sicurezza per ciascun Stato durante la pandemia.

Il quadro di questa classifica è il frutto di 24 parametri raggruppati in 4 categorie principali:

  • Efficienza di quarantena
  • Efficienza della gestione del governo
  • Monitoraggio e rilevazione
  • Disponibilità al trattamento di emergenza

Le classifiche di sicurezza e di rischio tengono conto della protezione dall’infezione COVID, della mortalità e degli esiti negativi dei pazienti, delle metriche relative alla quarantena e al monitoraggio, del rilevamento e della gestione della quarantena e delle infezioni e della sicurezza e stabilità in senso lato, compresa la protezione dagli esiti negativi estremi a seguito la pandemia oltre la salute.

#2 Risk Ranking: analizza tutti i livelli di rischio dei Paesi, sia sanitari che economici. Italia al primo posto nelle condizioni di rischio

La cornice di questa classifica prende in esame 24 parametri raggruppati in 4 categorie principali:

  • Rischio di diffusione dell’infezione
  • Gestione del governo
  • Efficienza sanitaria
  • Rischi specifici regionali

I parametri tengono conto di: fattori medici e non medici, tra cui il rischio di infezione, ricovero, decesso e condizioni di salute durature, nonché il rischio di crisi economica, la qualità della vita e le questioni geopolitiche derivanti dalla pandemia. Il quadro viene utilizzato per fornire informazioni su quali sono i paesi in cui i cittadini avranno la maggiore probabilità di successo durante la pandemia globale COVID-19, attraverso l’intera gamma di fattori che incidono sulla sicurezza generale, sul benessere e sulla qualità della vita.

Se nella classifica sulla sicurezza la nostra nazione non era tra le prime 40, in questa sul rischio è addirittura al primo posto, un risultato che pone un serio interrogativo sulle responsabilità delle istituzioni sul disastro sanitario.

#3 Treatment Efficiency Ranking: l’efficacia nella trattamento sanitario e nella ricerca di cure. Italia fuori dal ranking

La classifica sull’efficienza del trattamento COVID-19, che include le prime 10 nazioni con la Germania in testa e l’Italia inesistente, conduce un’analisi comparativa dei paesi in base al modo in cui stanno monitorando la diffusione dell’infezione, offrendo ai cittadini gli strumenti e le informazioni necessarie per gestire i casi non critici a casa senza sovraccaricare l’infrastruttura sanitaria, quanto stanno trattando i casi critici e quanto stanno rapidamente sviluppando test, vaccini e cure COVID-19 efficaci.

Anche in questo caso sono presenti 24 parametri suddivisi in 4 categorie specifiche:

  • Monitoraggio delle malattie
  • Gestione delle malattie
  • Trattamento d’emergenza
  • Nuovi approcci alla ricerca e sviluppo sulle terapie di cura

#4 Eurozone Safety / Risk Ranking: una classifica speciale comparata su sicurezza e rischi studiata per l’eurozona. Italia al penultimo posto

Lo studio che integra i parametri delle sue classifiche di Safety e Risk è stato incardinato ponendo particolare attenzione alle caratteristiche peculiari dell’Europa, tra cui economie altamente interconnesse, alti livelli di filiera, flusso turistico e incidenza di punti critici: da questa analisi, su 33 Stati Europei, l’Italia si è posizionato penultimo giusto sopra la Spagna che ha inizialmente utilizzato il nostro approccio riportando i medesimi risultati.

Questa ricerca da un lato si mostra impietosa sul modo in cui l’Italia ha affrontato l’emergenza coronavirus affidandosi, secondo molti, esclusivamente alla tattica del lockdown ma senza approntare strumenti proattivi, come quello dei tamponi a tappeto, dell’isolamento e del tracciamento dei contagiati. Però può anche essere utile per fare tesoro degli errori ed apportare quelle correzioni necessarie per rendere più sicura la fase due. Perchè forse è arrivato il momento di fare meno propaganda ma più azioni concrete per la sicurezza dei cittadini e per il rilancio del Paese.

Leggi anche:
L’eccezione TEDESCA: le 5 mosse che hanno consentito alla Germania di vincere contro il coronavirus (per ora)
La RIAPERTURA: ecco dove e come in Europa si sta entrando nella fase 2
HONG KONG SINGAPORE BERLINO: la città stato si rivela lo status ottimale anche in un’emergenza sanitaria
La via DANESE tra libertà e sicurezza: riaprono asili e scuole elementari
IMMUNITA’ DI GREGGE: l’Olanda resiste, ma con quali risultati?
5 VERITÀ che stanno emergendo sul coronavirus in Italia
La via SVEDESE nella lotta al virus: nessun divieto, la vita continua
Indennizzi per il Coronavirus: MILANO e BERLINO a confronto

FABIO MARCOMIN

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

🍾 ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

I danni economici del lockdown: PIL -9,1%, debito al 160%, 10 milioni a rischio disoccupazione. Le tre azioni per evitare il fallimento del Paese

0
Credits: opne.online - Crollo economia

Il “lockdown” ancora non è terminato, ma si possono già misurare i numeri del disastro ad oggi e quelli in previsione futura. Le prime stime ufficiali riportano dati macroeconomici del Paese in grave peggioramento, con interi settori a rischio di fallimenti a catena. Vediamo nel dettaglio alcuni di questi numeri per capire in che stato si ritroverà la nostra economia e per suggerire a governo e cittadini come agire per metterci in salvo.

I danni economici del lockdown: PIL -9,1%, debito al 160%, 10 milioni a rischio disoccupazione. Le tre azioni per evitare il fallimento del Paese

#1 Il crollo del PIL: siamo il Paese più colpito

Credits: FMI – Stime Pil Fondo Monetario Internazionale

Secondo il rapporto World Economic Outlook del Fondo monetario internazionale è stimato un calo del Pil attorno al 9,1%, meno pessimiste le ipotesi del centro studi Oxford Economics che vede la contrazione del Pil al 7,6%. Confindustria vede un calo fino al 10% nel primo trimestre che in termini monetari significa una perdita settimanale di 9 miliardi di euro e un totale di 47 miliardi da inizio della chiusura delle attività: 37 dei quali ‘persi’ al Nord e 10 nel Mezzogiorno. Si tratta di 788 euro pro capite al mese nella media italiana, 951 euro al Centro-Nord contro i 473 al Sud. A livello territoriale, sono più interessate le regioni del Nord soprattutto in termini di valore aggiunto (49,1%, circa 6 punti percentuali in più rispetto al Centro e al Mezzogiorno).

#2 10 milioni di italiani a rischio disoccupazione

Tanti settori hanno subìto perdite importanti che influiranno sul futuro numero di dipendenti impiegati: oltre 400 mila contratti a termine in scadenza tra marzo e aprile. Almeno 70.000 lavoratori italiani attivi nella produzione automobilistica sono impattati dalla chiusura delle fabbriche. Il rischio sta in particolare nei settori ricettivo-alberghiero, dei viaggi e trasporti, dei servizi ricreativi, culturali e personali e del commercio al dettaglio non alimentare. In America in un solo mese si sono avuti 22 milioni di disoccupati per la pandemia (Dati Il Sole 24 ore). In Italia ancora non si hanno contraccolpi anche per gli interventi del governo per impedire i licenziamenti. Si è calcolato che circa 3 milioni di persone hanno bloccato l’attività a causa dei decreti (Repubblica) e secondo alcune stime circa 10 milioni di italiani potrebbero restare senza lavoro (Il Tempo).

#3 Riduzione degli affari fino al 99%

Solo a Milano gli hotel hanno perso il 95% delle prenotazioni, la produzione industriale nazionale avrebbe subito un ribasso del 6%, e del 15% nel solo mese di marzo, per autonomi e partite iva la perdita complessiva di fatturato è di oltre 25,2 miliardi in Italia, così distribuiti territorialmente: 12,6 al Nord, 5,2 al Centro e 7,7 nel Mezzogiorno.
Nel trasporto aereo milanese a Malpensa si è registrato un calo del 99% dei passeggeri e del 22% di quello merci.

#4 Da 250 a 500 milioni la perdita per il bilancio del Comune di Milano

Senza turisti non c’è la tassa di soggiorno. La pubblicità è diminuita per non parlare del cospicuo introito generato dalle contravvenzioni che in questo periodo di circolazione ‘zero’ si è volatilizzato. L’elenco di mancate entrate per il Comune di Milano è lungo e, probabilmente, destinato a proseguire anche finito il lockdown. “Il totale delle entrate del Comune di Milano, ad esclusione dei trasferimenti vincolati (circa 500 milioni), sono 2,7 miliardi all’anno”, spiega l’assessore al Bilancio Roberto Tasca. Per prevedere le perdite basta considerare che durante il lockdown le perdite dovrebbero superare i 150 milioni di euro al mese. E anche nei mesi successivi si prevede un forte calo delle entrate. E’ ancora presto per fare previsione ma, senza aiuti dallo Stato, la perdita per il bilancio del Comune di Milano potrebbe avvicinare i 500 milioni di euro.

#5 Debito pubblico oltre il 160%

Altra voce critica che potrebbe pesare come una zavorra sul futuro del Paese è il debito pubblico. Per le iniziative già approvate la stima è che il deficit dello Stato dovrebbe salire al 9%. Se si dovesse procedere ai programmi di indebitamento previsti con l’Europa il deficit potrebbe crescere fino al 20% del PIL. Preoccupa poi la perdita del PIL che se dovesse superare il 10% farebbe crescere ulteriormente il rapporto debito/PIL. L’osservatorio sui conti pubblici ha infatti calcolato che solo per la perdita del PIL il debito rischia di sfiorare il 160% (La Stampa). Se a questo si aggiunge nuovo debito per fronteggiare l’emergenza e la riduzione delle entrate fiscali è facile prevedere che anche la quota del 200% non sia così irreale. 

# Come intervenire? 1. Liquidità 2. No tasse 3. Burocrazia zero

Ammonta a 57,2 miliardi di euro il costo che ogni anno grava sulle imprese italiane a causa del cattivo funzionamento della nostra burocrazia. L’Ufficio studi della CGIA ha provato a stimare a livello provinciale/regionale a quanto ammonta il peso della burocrazia sulle imprese di quelle aree geografiche. In questa simulazione, ovviamente, risultano essere maggiormente penalizzate quelle realtà territoriali dove è maggiore la concentrazione di attività economiche che producono ricchezza infatti sono Milano con 5,77 miliardi di euro e Roma con 5,37 che subiscono il carico maggiore.

Oltre ai mancati guadagni a causa del lockdown e all’aggravio burocratico introdotto dal Governo per venire incontro alle esigenze di liquidità delle aziende, queste ultime non hanno ancora ricevuto un riscontro economico alle loro richieste.

Come intervenire allora? Visto che il crollo nell’economia del Paese è determinata dalla perdita di domande e di giro d’affari delle imprese, per evitare il loro fallimento lo Stato dovrebbe concentrare tutti i suoi sforzi a garantire la loro sopravvivenza fornendo liquidità alle aziende per compensare il calo dei ricavi, azzerare le imposte finché non si torna alla normalità e ridurre al minimo la burocrazia. In tempi di guerra non valgono le regole della pace. 

Fonti:
Asarva.org
Agi.it
IlSole24ore.it

MILANO CITTA’ STATO

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

SOSTIENI MILANO CITTÀ STATO

Caro lettore, il sito Milano Città Stato è gestito da Vivaio, associazione no profit. Per assicurare contenuti di qualità tutti i collaboratori lavorano senza sosta. Se apprezzi il nostro lavoro, da sempre per te gratuito, se ci leggi spesso e se condividi il nostro intento di contribuire a una Milano (e un’Italia) che sia sempre migliore, ti chiediamo un piccolo contributo per supportarci, in particolare in questo momento così delicato. Grazie!

 

 

Le 10 multe più CATTIVE della quarantena

0
Finanziere insegue runner in spiaggia

Malati a casa senza potersi fare il tampone. Anziani respinti dagli ospedali e inviati a infettare le RSA. Medici e infermieri lasciati senza protezioni. Nell’emergenza sanitaria spesso l’autorità ha dato prova di incapacità. Ma dove lo Stato ha dato prova di un’organizzazione micidiale è stata contro le persone fuori di casa, con una mobilitazione di forze dell’ordine sul territorio mai vista dai tempi della guerra e un sistema di controllo che a volte è andato fuori controllo.

Leggi anche: Milano è la città al mondo dove i cittadini si stanno MUOVENDO DI MENO (Economist – City Mapper)

Le 10 multe più CATTIVE della quarantena

Fonte: www.albaria.org

# 102 euro per avere comprato solo del vino

«Non conta l’importo della spesa, si può acquistare anche solo un po’ pane, della carne, o dell’acqua, ma tre bottiglie di vino non possono certo essere considerate una necessità». Per questo un uomo di Vigliano, nel Biellese, è stato multato dai carabinieri per 102,50 euro.

# 280 euro all’anziana seduta

Una delle motivazioni per uscire è andare al supermercato. Il problema è che spesso si formano code di ore. Non è facile per un’anziana malata di osteoporosi che per aspettare il proprio turno è costretta a sedersi. «“Che fa, sta seduta?”, mi ha detto un carabiniere. Io soffro pure di osteoporosi e il medico mi ha detto di prendere sole. Ma voleva il certificato». Aveva guanti e mascherina ma stare seduta le è stato fatale: 280 euro a Ilaria, sessantenne del Testaccio.

# 373 euro perchè si compra il giornale

Le edicole sono rimaste aperte durante il lockdown. Ma non è chiaro se comprare il giornale può essere considerata una giustificazione per superare il limite dei 200 metri da casa. Non lo è secondo le forze dell’ordine di Villa Minozzo, Reggio Emilia, che hanno multato Giuseppe Sciaboni, 70 anni, ortopedico in pensione tra i medici richiamati al lavoro per l’emergenza Covid. «Ero uscito da casa per andare a comprare il giornale e le mascherine. Ho detto che lo facevo tutti i giorni». Multa da 373 euro.

# 400 euro per avere superato il limite dei 200 metri da casa

Da via del Corso alla Fontana di Trevi e ritorno. Entro il limite dei 200 metri? Di questo era convinta una dottoressa che abita in centro a Roma. Ma i poliziotti non sono stati di questo avviso e l’hanno multata di 400 euro. «Ero a poche centinaia di metri, mi hanno contestato che erano più di 200, ma il decreto dice “in prossimità”. L’avevo con me, gliel’ho mostrato, mi hanno detto: faccia ricorso»

# Multa perchè fa la spesa in tuta

Si può andare a fare la spesa in tenuta da jogging? Non c’è scritto nelle ordinanze. Nel dubbio scatta la multa. E’ quello che è successo in Toscana a Federica Torti, presentatrice tv. «Adesso non si è liberi neanche di indossare le sneakers? Stavo andando al supermercato più vicino e avevo lo zaino per la spesa», ha dichiarato, ma non le è bastato ad evitare la sanzione.

# Multa al prete in processione (da solo)

Le ordinanze contenute nei vari decreti sono chiare: non è consentito portare Cristo in croce nelle strade della propria città. Neppure se sei un prete. A Cosenza è stato multato un sacerdote che ripercorreva da solo la via crucis con un Cristo in croce.

# Una preghiera da 400 euro

Lo Stato è stato inflessibile anche con i fedeli. A Pozzuoli una donna è stata multata con 400 euro per essere andata a pregare in chiesa da sola.

# 530 euro alla bambina post trapianto

Multa di 530 euro per una famiglia partita da Grosseto e diretta all’ospedale di Pisa per portare una bimba di 8 anni ad un controllo dopo un trapianto di midollo osseo. Dopo che la notizia è stata rilanciata dai giornali, la multa è stata cancellata.

# 900 euro a coppia che va assieme a fare la spesa (lei disabile)

Novecento euro, una multa record per due anziani pensionati (marito e moglie, lei disabile) usciti insieme per andare a fare la spesa a Nuoro. Davanti agli impietosii vigili, lui ha avuto un malore.

# Il recordman: multato 9 volte in 12 giorni perchè passeggia in spiaggia

L’ingegnere Erminio Nobili mentre passeggia sulla spiaggia (foto Newsrimini.it)

“Voglio sentirmi libero so di violare la legge, ma non ce la faccio a stare chiuso in casa“. Petto nudo, calzoncini al ginocchio e senza scarpe, Erminio Nobili, 62 anni, si è beccato la nona multa in soli 12 giorni mentre camminava da solo in spiaggia a Riccione. Ha così superato Domenico Finazzo, il bagnante di Mondello: “Pagherò ma vado in spiaggia, sono un uomo libero”. Dovrà pagare oltre 1.500 euro per le 5 multe prese fin qui.

# Menzione d’onore: strattonati dai vigili mentre portano l’immondizia

Invece di una multa hanno ricevuto le mani addosso. E’ capitato a una coppia di Sassari scesa da casa per portare fuori l’immondizia. Sono stati bloccati e strattonati da tre pattuglie della polizia municipale. La scena è stata immortalata da un vicino che ha girato un video e ha chiamato il 112.

Fonti: Lo Stato sceriffo, Repubblica         Il Mattino

Leggi anche:
L’eccezione TEDESCA: le 5 mosse che hanno consentito alla Germania di vincere contro il coronavirus (per ora)

MILANO CITTA’ STATO

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

SOSTIENI MILANO CITTÀ STATO

Caro lettore, il sito Milano Città Stato è gestito da Vivaio, associazione no profit. Per assicurare contenuti di qualità tutti i collaboratori lavorano senza sosta. Se apprezzi il nostro lavoro, da sempre per te gratuito, se ci leggi spesso e se condividi il nostro intento di contribuire a una Milano (e un’Italia) che sia sempre migliore, ti chiediamo un piccolo contributo per supportarci, in particolare in questo momento così delicato. Grazie!

 

 

🔴 Dati 18 aprile. Lombardia: crescono i nuovi contagi, superati i 12.000 morti. Buone notizie per ricoveri e Milano

0
Foto: Andrea Cherchi (c)

18 aprile 2020. Ancora non si riesce a spezzare definitivamente la curva verso il basso. Decessi e nuovi contagi ancora alti, proseguono le buone notizie sui ricoveri e nell’area di Milano.

Per il terzo giorno di fila crescono i nuovi contagi: +1.246 (ieri erano +1.041), anche perchè crescono ancora i tamponi 11.818 (ieri erano stati 10.839).

I decessi segnano il numero più basso da sei giorni: nelle ultime 24 ore sono stati 199 (ieri 243)

Dagli ospedali. Prosegue il miglioramento negli ospedali. Le persone ricoverate diminuiscono di 585 (ieri erano stati –729). Altri 24 posti liberati in terapia intensiva (ieri erano stati 61). In 286 hanno lasciato gli ospedali nelle ultime 24 ore (ieri erano stati in 454).

Situazione delle province. Cala di nuovo Milano dopo il rialzo di ieri: nell’area metropolitana i nuovi contagi scendono sotto quota 300 (a +269 da +325) e in città sotto ai 100 a +95 da +166.

Italia. 482 morti nelle ultime 24 ore (in calo dai 575 di ieri). -79 persone in terapia intensiva. I nuovi contagi sono +3491 (in linea con ieri che erano stati +3.493).

Mondo. Tra i paesi più colpiti migliorano USA e soprattutto la Spagna (887 contagiati e 41 morti nell’ultimo giorno), grazie anche alle politiche di isolamento su tutti pazienti COVID. Ancora grave la situazione in Gran Bretagna. Al momento l’Italia è al secondo posto proprio dopo UK (+888) per morti nelle ultime 24 ore, anche se al momento mancano i dati della Francia. Come nuovi contagi del giorno l’Italia è al quarto posto, dietro a USA (+4.652 da +7.435), UK (+5.525 da 5.599) e Russia (+4.785). Tra gli altri paesi in forte crescita il Belgio. 

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
15/4: +827 (+1,3%)***
16/4: +941 (+1,5%)
17/4: +1.041 (+1,6%)
18/4: +1.246 (+1,9%)
Totale: 65.381

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)***
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
15/4: +235 (+2,1%)
16/4: +231 (+2,0%)
17/4: +243 (+2,1%)
18/4: +199 (+1,7%)
Totale: 12.050

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)***
15/4: +325 (+2,2%)
16/4: +277 (+1,8%)
17/4: +325 (+2,1%)
18/4: +269 (+1,7%)
Totale: 15.546

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
15/4: +144 (+2,4%)
16/4: +102 (+1,6%)
17/4: +166 (+2,6%)
18/4: +95 (+1,6%)
Totale: 6.421

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

Articoli ultime 24 ore:

L’eccezione TEDESCA: le 5 mosse che hanno consentito alla Germania di vincere contro il coronavirus (per ora)
🔴 Al Sud che vieta l’ingresso ai lombardi risponde la ROMAGNA: “Noi non chiuderemo mai a chi ha reso grande il nostro turismo”
🔴 Gallera: bloccare test sierologici nei centri privati. O tutti o nessuno: è corretto perseguire questa logica?
Le mani di Roma sul TESORO della Lombardia
DISPACCIO DALL’INDIA🇮🇳: come MUMBAI sta affrontando il COVID-19

 

MILANO CITTA’ STATO

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

SOSTIENI MILANO CITTÀ STATO

Caro lettore, il sito Milano Città Stato è gestito da Vivaio, associazione no profit. Per assicurare contenuti di qualità tutti i collaboratori lavorano senza sosta. Se apprezzi il nostro lavoro, da sempre per te gratuito, se ci leggi spesso e se condividi il nostro intento di contribuire a una Milano (e un’Italia) che sia sempre migliore, ti chiediamo un piccolo contributo per supportarci, in particolare in questo momento così delicato. Grazie!

 

🔴 Al Sud che vieta l’ingresso ai lombardi risponde la ROMAGNA: “Noi non chiuderemo mai a chi ha reso grande il nostro turismo”

6
Credits: bologna.repubblica.it - Spiaggia di Riccione

La Campania per voce del governatore De Luca ha già detto che ai lombardi sarà vietato l’ingresso nella sua Regione, alla quale si aggiunta anche la Calabria con ha previsto già ordinanza di blocco, ma di fatto tutto il sud non ci vede di buon occhio addossandoci tutte le colpe. La Romagna invece non vede l’ora di accoglierci nelle loro spiagge e nei loro hotel.

Il Sud non vuole i Lombardi, la Romagna non vede l’ora di accoglierli in vacanza

# Campania e Calabria: divieto di ingresso a chi arriva dal nord Italia

Prima la richiesta di “commissariamento” della Lombardia, per la colpa della predisposizione al lavoro di chi ci vive che avrebbe favorito la maggior diffusione del virus e l’incidenza di decessi, poi le dichiarazioni del Governatore della Campania “Se al nord allentano misure chiudiamo i confini della Campania” e quelle della Governatrice calabrese Jole Santelli che promette “faremo una ordinanza per vietare l’ingresso dei cittadini provenienti da quelle regioni”, cioè quelle più colpite come Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.

Proprio le regioni che quando c’è da ricevere fondi si appellano alla solidarietà, a parti inverse si dimostrano le più intransigenti.  In questa situazione un po’ ipocrita, c’è un’eccezione.

# Il Sindaco di Riccione Tosi: “Se la Campania vi chiude, la Romagna e Riccione vi aspettano. Non dimentichiamo i connazionali lombardi, veneti e emiliani che hanno reso grande il nostro turismo”

Il Sindaco Tosi non aspetta altro che aprire le spiagge a turisti lombardi, veneti e emiliani, vista la previsione di riaperture differenziate per macroaree e in merito alle dichiarazioni dei presidenti delle altre regioni commenta: “Niente di più sbagliato da tutti i punti di vista, economico, istituzionale e soprattutto umano. Sono sicura che la Romagna e Riccione in testa siano capaci di solidarietà nei confronti di connazionali come i lombardi, i veneti e gli emiliani che hanno subito così duramente l’epidemia, ai quali mai e poi mai sbarreremmo i confini. Noi siamo solidali nei confronti di chi per anni ci ha scelto e privilegiato come meta turistica preferita. Non li lasciamo certo soli nel momento del bisogno. Perché andare al mare, respirare aria pura, prendere il sole e fare il bagno è un bisogno primario e di salute. E va anche bene che il Governo pensi a macroaree per riportare un po’ di vita, di libertà ai cittadini. Riccione e la Romagna ci sono, ci stiamo attrezzando per dare agli ospiti lombardi, veneti ed emiliani la migliore delle accoglienze possibili in un momento così delicato per l’Italia intera”. Federalberghi Riccione stima che il 31,4% del mercato totale dei pernottamenti è rappresentato da cittadini lombardi, seguiti da emiliani, piemontesi e veneti. “Noi non dimentichiamo e anzi stiamo organizzando la nostra Riviera Romagnola e Riccione in maniera tale che quando arriveranno qui, sapranno che ci sono i presidi sanitari, che si fanno gli screening sulla popolazione e sui lavoratori. Non chiuderemo mai agli oltre 6000 proprietari di seconde case che arrivano da Emilia e Lombardia. Stiamo lavorando anche per loro“.

Da questa emergenza ne esce un’Italia spaccata in due: nord contro sud. Non solo per la diffusione dei contagi. La causa è una crisi culturale diffusa, in primis a livello politico, affiancata alla presenza di due modelli economici all’antitesi: da un lato l’esigenza di maggiore autonomia dal governo e dall’altro la spinta a una maggiore centralizzazione da parte del governo che porterebbe al livellamento verso il basso di tutte le regioni e un depauperamento delle risorse. Ha ancora senso questo tipo di sistema istituzionale?

Fonte: Ufficio Stampa Comune di Riccione

FABIO MARCOMIN

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

🍾 ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

🔴 Gallera: bloccare test sierologici nei centri privati. O tutti o nessuno: è corretto perseguire questa logica?

0
1984 Orwell

O tutti o nessuno: è corretto perseguire questa logica? Di questo sembra convinto l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera che dopo aver già provveduto a vietare a centri privati di eseguire tamponi per verificare se si è positivi al COVID, in commissione regionale Sanità ha auspicato che si faccia lo stesso anche per i test per l’immunità al coronavirus e che vengano gestiti unicamente dalla sanità pubblica. Molti applaudono la decisione dell’assessore, ma c’è anche chi si chiede: è giusto che l’autorità pubblica impedisca ai cittadini di tutelare la loro salute, nel caso in cui lo Stato sia nell’incapacità di farlo? O è un altro passo verso una società totalitaria?

Fonti: imprese-lavoro.com Repubblica

🔴 Gallera: bloccare test sierologici nei centri privati. O tutti o nessuno: è corretto perseguire questa logica?

# Gallera “Io auspico che vengano bloccate queste iniziative, penso che sia necessaria una decisione nazionale

Gallera ha specificato:”io auspicherei le stesse modalità usate per i tamponi rinofaringei, cioe’ che i laboratori possano farlo solo nelle misure di salute pubblica. Ne ho parlato 15 giorni fa con il Ministro Speranza – ha aggiunto – quando c’e’ stato il primo caso in un piccolo comune, paventando il rischio di ingenerare un percorso sul territorio difficilmente controllabile e quindi un rischio per la salute pubblica. Io auspico che vengano bloccate queste iniziative, penso che sia necessaria una decisione nazionale”. Per l’assessore Gallera “La patente di immunizzazione, che è quello che i cittadini chiedono, sia governata dal servizio sanitario pubblico.

# Milano Città Stato sarà un luogo più libero per i cittadini

A Milano Città Stato se l’autorità non sarà in grado di provvedere a tutti un servizio, come in questo caso la possibilità di fare tamponi o test, non potrà reprimere la libertà ai cittadini di ottenere in altro modo il servizio di cui hanno bisogno. In questo Milano città stato sarà più simile a quello che è stato fatto in Germania dove tutti i cittadini sono liberi di sottoporsi al tampone. In Germania invece che reprimere e vietare si è scelto di aiutare i cittadini che possono verificare se sono positivi al virus facendo richiesta al proprio medico di base o attraverso la modalità di drive-through dal finestrino della propria auto in aree dedicate o, in alcune città, grazie ai “corona-taxi” direttamente domicilio.

Leggi anche: L’eccezione TEDESCA: le 5 mosse che hanno consentito alla Germania di vincere contro il coronavirus (per ora)

La libertà è schiavitù (1984 – Orwell)

La sensazione è che il clima in Italia sta diventando sempre più repressivo. Non basta che lo Stato italiano abbia privato della libertà i cittadini per una scelta quantomeno opinabile, visto che nessun’altra democrazia ha adottato restrizioni così repressive contro i suoi cittadini e che, ad oggi, non esiste alcun dato certo che adottare il lockdown totale abbia consentito di avere risultati migliori rispetto a chi invece ha lasciato liberi i suoi cittadini.

Leggi anche: Siamo l’unico Paese che sta distruggendo la sua economia e la sua cultura causa virus (Il Sole 24 ore)
Covid-19, scienziato israeliano: «Ogni ciclo epidemico dura 70 giorni, poi il virus scompare»

Non solo i cittadini sono stati privati di una delle libertà fondamentali ma l’autorità non è ancora in grado di fornire ai cittadini gli strumenti per capire se sono contagiati oppure no. E vieta loro di poter trovare altri modi per trovare quelle soluzioni che l’autorità pubblica non è in grado di dare. Immaginiamo una persona che ha lui o un familiare con sintomi COVID: è legittimo che abbia il diritto di scoprire se è colpito dal virus oppure no, in modo da poter scegliere anche il tipo di cure più adatte?
Impedendo di sottoporsi a test privati il rischio è duplice: di arrivare in ritardo alla diagnosi favorendo nuovi contagi e di implementare l’approccio curativo sbagliato provocando ancora inutili decessi. Dopo aver chiuso tutte le attività e le persone a casa propria per due mesi viene impedito di fare i tamponi che la regione non è in grado di fare. Questo perchè non si ritiene giusto che solo a pochi sia consentito questo. Invece di attaccare, come al solito, i cittadini in questo caso colpevoli di cercare di fare il tampone o il test, la vera questione è: come è possibile che a due mesi dall’inizio dell’emergenza la Regione e lo Stato non siano in grado di fornire i test a tutti quelli che vogliano farli?

Leggi anche: 🔴 Altro SCHIAFFO a Milano: test sierologici al via in Lombardia. Ma non a Milano

Questa logica del tutti o nessuno, del livellamento al livello più basso possibile, sta facendo precipitare l’Italia a un disastro di economia e di civiltà. E’ lo stesso principio per cui non si ritiene giusto che certe regioni possano avere un servizio sanitario migliore di altri, che Milano o altre aree possano essere libere di eccellere e, in futuro, che qualunque essere umano possa avere l’opportunità di realizzare se stesso raggiungendo risultati migliori di altri.

La fase due si profila un momento critico per il futuro di Milano e dell’Italia intera. Stiamo andando verso uno scontro di due diverse idee di società: una civile basata sulla responsabilità individuale e una totalitaria repressiva.
La scelta di fondo sarà se dare ancora più poteri di repressione sui cittadini a uno Stato burocratico che si è rivelato incapace di gestire l’emergenza sanitaria e l’economia del Paese oppure ripristinare una società più umana in cui lo Stato sia funzione della persona e non di se stesso.

Altri Riferimenti:
Corea del Sud (https://www.milanocittastato.it/…/quello-che-la-corea-sta-…/)
Taiwan (https://www.milanocittastato.it/…/a-un-passo-dalla-cina-ma…/)
Olanda (https://www.milanocittastato.it/…/immunita-di-gregge-lolan…/)
Germania (https://www.milanocittastato.it/…/la-realpolitik-tedesca-c…/)
Svizzera (https://www.milanocittastato.it/…/la-svizzera-e-il-virus-p…/)
Svezia (https://www.milanocittastato.it/…/la-via-svedese-nella-lot…/)
Paesi che riaprono (https://www.milanocittastato.it/…/la-riapertura-ecco-dove-…/)

Leggi anche:
L’eccezione TEDESCA: le 5 mosse che hanno consentito alla Germania di vincere contro il coronavirus (per ora)

MILANO CITTA’ STATO

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

SOSTIENI MILANO CITTÀ STATO

Caro lettore, il sito Milano Città Stato è gestito da Vivaio, associazione no profit. Per assicurare contenuti di qualità tutti i collaboratori lavorano senza sosta. Se apprezzi il nostro lavoro, da sempre per te gratuito, se ci leggi spesso e se condividi il nostro intento di contribuire a una Milano (e un’Italia) che sia sempre migliore, ti chiediamo un piccolo contributo per supportarci, in particolare in questo momento così delicato. Grazie!

 

Le mani di Roma sul TESORO della Lombardia

0
Credits: Andrea Cherchi - Duomo di Milano

La gestione dell’emergenza da Covid-19 in Lombardia restituisce un quadro disastroso: 11.608 decessi certificati alla data del 16 aprile oltre ad altre migliaia che hanno trovato la morte in casa o nelle residenze assistenziali senza che si sia potuto verificare se fossero affette dal virus.

Dopo questo tragico fallimento qual è ora la soluzione proposta dal governo di Roma? Commissariare la regione che, con Milano in testa, più contribuisce alle casse dello Stato. Più lo stato mostra di non essere capace e più avoca maggiori poteri a sé: così si procede ancora di più verso un centralismo ancora più spinto, come riporta Fabio Massa su affaritaliani.it. Ma si tratta davvero di una soluzione corretta?

La contagiosità ha avuto il suo impatto, ma probabilmente la sua elevata letalità nel nostro territorio è stata aggravata dalle scelte della giunta lombarda e del governo nazionale. Già, anche del governo nazionale. Anche se prova a chiamarsi fuori, le responsabilità del governo nazionale in Lombardia sono almeno altrettanto gravi a quello dei vertici della Regione.

Le mani di Roma sul tesoro della Lombardia

#1 Fallimento bipartisan: Regione Lombardia e Governo equamente responsabili del disastro

Nel disastro sanitario lombardo è venuto alla luce come entrambi gli organi istituzionali abbiano commesso degli errori in particolare su 3 punti:

  • benché le Regioni siano responsabili del sistema sanitario non sono “sovrane” nel gestire la sanità pubblica essendo la loro competenza non “esclusiva”, bensì “concorrente”, ossia devono sottostare al rispetto dei principi fondamentali dettati dallo Stato, il quale può attivare lo strumento del potere sostitutivo all’art. 120 della Costituzione che tutto gli consente quando vi è “pericolo grave per l’incolumità e la sicurezza pubblica”.
  • riguardo l’istituzione delle zone rosse, come dimostra il caso Emilia Romagna con il Comune di Medicina, anche Fontana poteva istituire le zone rosse di Nembro e Alzano Lombardo. Ma lo stesso potere di creare zone rosse in una regione ce l’ha anche il governo: la Costituzione fornisce al Governo, infatti, gli strumenti per decidere in via esclusiva e definitiva tutte le limitazioni delle libertà necessarie a combattere l’epidemia.
  • la totale assenza di una programmazione adeguata e i ritardi nell’approvvigionamento da parte della centrale acquisti dello Stato ha impedito che operatori sanitari e pazienti avessero i dispositivi di protezione necessari per difendere se stessi e gli altri dal contagio. Un fattore che ha alimentato i danni negli ospedali e in tutte quelle RSA nelle quali la giunta lombarda ha consentito il proliferare del virus tra operatori sanitari e anziani.

A questo si aggiunge la comunicazione contraddittoria e approssimativa che i vertici nazionali hanno fornito a Regioni e a cittadini per tutta la durata dell’emergenza, affermando e negando le stesse cose a distanza di tempo.

Pertanto se da un lato l’istituzione regionale è stata mancante e dannosa in diversi aspetti della gestione dell’emergenza, dall’altro lato il Governo ha ritardato e omesso diversi interventi risultando corresponsabile nel disastro. Perchè aveva già tutti i poteri per evitarlo. 

Leggi anche:
Covid-19: tutti gli scontri Governo-Regione. Chi ha RAGIONE?
I 5 BUCHI NERI della sanità lombarda che potrebbero avere favorito il coronavirus

#2 Gli unici 2 modelli in Italia che hanno funzionato hanno seguito una strada diversa rispetto al governo

Dopo i primi momenti di sbandamento, soprattutto in Veneto, il governatore della Lega Zaia e quello del PD Bonaccini hanno scelto strategie simili ma divergenti da quanto adottato dallo Stato Centrale.

Il presidente della Regione Veneto ha prima sottoposto a test tutti gli abitanti di Vo’ Euganeo primo focolaio regionale, poi ha azionato un piano di controllo della popolazione contagiata, sul modello applicato in Corea, con la verifica anche dei positivi asintomatici al Covid-19 tramite tamponi effettuati per strada, fuori dai supermercati e anche al personale degli stessi, oltre all’assunzione di laureati in medicina in supporto al personale medico effettivo. In aggiunta, ha iniziato la distribuzione di mascherine in anticipo, grazie ad un’azienda di grafica veneta che le ha prodotte gratuitamente, sperimentando per primo il farmaco giapponese Avigal per la cura del Covid-19.

Stefano Bonaccini ha istituito zone rosse al verificarsi di nuovi focolai come nel Comune di Medicina, ha implementato il servizio di visita a domicilio per controllare lo stato di salute ed eventuale positività dei cittadini, rafforzando il presidio territoriale per decongestionare gli ospedali. L’Emilia Romagna è stata inoltre la prima regione a sperimentare i test sierologici rapidi per consentire un numero di controlli maggiori rispetto al classico tampone.

Entrambe la Regioni, tra le più colpite insieme alla Lombardia, sono riuscite a contenere la diffusione del virus e il numero di decessi e a evitare il tracollo del sistema ospedaliero.

#3 Anche all’estero chi è stato più efficace nella lotta al virus sono due paesi centrati sulle autonomie e sulle città stato: Corea del Sud e Germania.

Il governo della Corea del Sud, avendo esperienza anche delle epidemie di Sars e Mers, ha messo in campo delle azioni precise, che hanno permesso di controllare il contagio e mantenere viva l’economia:

  • Attività commerciali e culturali lasciate aperte con disponibilità di liquido disinfettante all’entrata di ogni locale pubblico
  • Lezioni online per scuole di ogni grado e università
  • Nessuna restrizione ai movimenti dei cittadini
  • Nessuna creazione di zone rosse
  • Servizi di informazione ufficiale tramite SMS
  • Misure di profilassi e di disinfezione con obbligo di misurazione temperatura e mascherine anche per le aziende
  • Tamponi a tappeto in apposita area di servizio direttamente in auto senza rischi per gli operatori sanitari
  • Contagiati isolati ma non lasciati da soli
  • Potenziamento delle strutture sanitarie e gestione del sovraffollamento

Leggi anche: Quello che la COREA sta facendo per sconfiggere il coronavirus

La Germania invece, avendo già un piano per la gestione di un’eventuale pandemia stile coronavirus, ha scelto un piano in 5 punti:

  • Ha eseguito sin da subito tamponi a tappeto sulla popolazione, arrivando già ad aprile a superare i 116.000 a settimana
  • Chiunque può chiedere di sottoporsi al tampone facendo richiesta al proprio medico di base o attraverso la modalità di drive-through dal finestrino della propria auto
  • Tracciamento dei positivi, con relativo isolamento, e ricerca a ritroso dei contatti avuti per determinare l’eventuale propagazione del virus
  • Isolamento dei positivi con distribuzione in piccoli presidi ospedalieri locali e controlli anche a domicilio
  • Sin da febbraio il governo tedesco si era approvvigionato di reagenti per i test, mascherine, dispositivi di sicurezza e ventilatori, e quasi raddoppiato in poche settimane i 28.000 posti di terapia intensiva fino a 40.000 nonostante la situazione fosse sotto controllo

Leggi anche: L’eccezione TEDESCA: le 5 mosse che hanno consentito alla Germania di vincere contro il coronavirus (per ora)

La stessa Berlino, una delle città-stato tedesche ha imposto poche restrizioni ai cittadini e aumentato molti posti letto in terapia intensiva e grazie ad una strategia che prevede anche la protezione delle persone anziane ha registrato pochissimi contagi e decessi.

Le principali città-stato nel mondo sono risultati modelli vincenti per combattere il Coronavirus.

Leggi anche:HONG KONG SINGAPORE BERLINO: la città stato si rivela lo status ottimale anche in un’emergenza sanitaria

# Togliere (quella poca) autonomia che ha la Lombardia significa livellarla verso il basso (e pregiudicare il futuro di Milano)

È evidente che dietro l’ipocrisia di sostenere che un controllo romanocentrico della Lombardia possa migliorare il funzionamento della regione, c’è solo l’avidità di depredare quel poco che è rimasto del tesoro lombardo. Come racconta affaritaliani.it, nonostante un residuo fiscale monstre di 54 miliardi che tiene in piedi il Mezzogiorno, nonostante centinaia di milioni di euro che sono finiti nel fondo di solidarietà comunale per aiutare gli altri enti in difficoltà, il modello Lombardia e ancor più il modello Milano è da spazzar via o meglio da tenere sotto controllo della burocrazia centrale.

In aggiunta a questo, veniamo sbeffeggiati perché lavoriamo, perché tendiamo a puntare sempre al meglio anche per trainare il resto del Paese che invece ci sputa in faccia, come l’estratto riportato sempre da Fabio Massa di Michele Serra: “Il cielo di Lombardia” ed in particolare: “Si devono spendere due parole di compassione per i dissennati fratelli lombardi, ai quali la religione del lavoro è costata, in questo caso, la vita. Il popolo del non si chiude, brava gente e però monoculturale, confindustriali lillipuziani, i magutt bergamaschi tal quali i padroni delle acciaierie, lavoro lavoro lavoro, il resto è solamente un impiccio, una deviazione dalla via maestra“. Oppure il governatore campano De Luca ha affermato che, alla notizia di una prossima graduale riapertura della Lombardia, “Se una regione d’Italia che ha una situazione epidemiologica assolutamente non tranquillizzante e dove l’epidemia non è ancora alle spalle accelera in maniera non responsabile e non coerente con i dati del contagio rischia di rovinare l’Italia intera”.

Finire nelle mani di Roma sarebbe mettere una pietra tombale sulla forza di Milano: l’unica salvezza non è il centralismo ma il suo opposto ovvero dare a Milano la possibilità di gestirsi liberamente come fanno le più importanti città del mondo.
Fontana, se hai a cuore il bene di Milano lasciala libera. Sala, se vuoi assumere un ruolo da statista invece che da manager è il momento di lottare per la libertà di Milano. Non ci possiamo permettere altre imprudenze e indecisioni.

Fonte: affaritaliani.it

FABIO MARCOMIN

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

🍾 ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

DISPACCIO DALL’INDIA🇮🇳: come MUMBAI sta affrontando il COVID-19

0
Mumbai Slum (instagram -@j3ssicak3lly)

(NdR: questo articolo è una traduzione. Qui l’originale)

 

Quella che sembrava essere una malattia come un’altra, una polmonite originatasi a Wuhan in Cina, è diventata presto una pandemia, che ha preso il nome di COVID-19. L’Italia è uno dei paesi più colpiti, soprattutto nella regione della Lombardia e a Milano. I numeri dei malati affetti in India, anche se meno drammatici, sono ben gestiti in quanto il governo indiano sta adottando tutte le misure necessarie per assicurarsi che la situazione non gli sfugga di mano e per farsi trovare pronto ad affrontare questa sfida senza precedenti.

In India, secondo il Ministero della Salute e del Benessere della Famiglia, sono stati segnalati 12.322 casi confermati e 405 decessi (al 15 aprile 2020). Per controllare la diffusione del coronavirus, il primo ministro Narendra Modi ha annunciato il 23 marzo scorso un lockdown nazionale di 21 giorni. Successivamente, a Mumbai e in altri luoghi, il lockdown è stato esteso almeno fino al 3 maggio 2020, poiché la situazione stenta a migliorare. Nell’intero paese non si potrà uscire dalle proprie case, con l’esclusione dei lavoratori nei servizi essenziali.


Parlando di Mumbai, la città ha iniziato a registrare più di 100 nuovi casi al giorno: gli esperti lo definiscono come l’inizio di una crescita esponenziale, mentre il governo sta impiegando tutte le sue forze per appiattire la curva. Ci riuscirà? Chi contribuirà a rendere sopportabile il lockdown? Sarà compito della sola Amministrazione, dei fornitori di servizi essenziali o di tutti i cittadini?

 

La città che non dorme mai

mumbai coronavirus
Credits: Himanshu Bhatt/NurPhoto via Getty Images

Mumbai, la città che non dorme mai, ci restituisce oggi un’immagine di sé inquietante, di una città silenziosa e desolata. Mumbai ha chiuso, i cittadini sono confinati nelle loro case, le strade vuote. L’instancabile vibrazione di Mumbai non c’è più. La città è bloccata come mai prima. Mumbai ha vissuto diverse avversità nel suo recente passato: i devastanti attentati del 1993, quelli clamorosi del 26 novembre 2008, il monsone del 2005, l’epidemia di influenza suina, per citarne solo alcuni. Ma Mumbai ha sempre tenuto la testa alta continuando ad essere la città che non dorme mai. La città è sempre risorta rapidamente, anche dopo le più devastanti tempeste. Ora, i Mumbaikar parlano quasi esclusivamente di lavaggio delle mani e di distanziamento sociale. Tutti sembrano nascondersi dal vicino, mantenendo la distanza.

Scopri di più: Il Coronavirus in India

Con il blocco, anche i servizi ferroviari locali di Mumbai si sono fermati. Più di 8 milioni di persone li utilizzano quotidianamente per raggiungere il luogo di lavoro. Oggi, la stazione prima brulicante di vita lascia spazio ad un ambiente desolante. Un incubo per tutti i Mumbaikar. La COVID-19 è riuscito a mutare lo scenario dell’intera città. Il quadro calmo e silenzioso di Mumbai, consegnatoci dal coronavirus, non fa emergere alcuna felicità, ma causa pena e dolore nel cuore delle persone.

 

Le Slum sono abbandonate a loro stesse

Mumbai è una delle città più popolate del mondo, che ospita una delle più grandi baraccopoli, il Dharavi Slum, in cui una piccola stanza è condivisa da 10 o 12 persone e un unico bagno è utilizzato da 80 persone in un giorno: pensare al distanziamento sociale in questo ammasso è praticamente impossibile. Se il coronavirus colpisse le Slum, la diffusione di questa malattia avrebbe una crescita disarmante.

Il governo dello Stato del Maharashtra, con una squadra di esperti, fornitori di servizi e polizia, sta lavorando come un gabinetto di guerra per identificare i focolai, scovare gli infetti e la storia degli spostamenti e dei contatti. In spazi molto affollati come Dharavi e altre Slum, i medici stanno raggiungendo i malati per fornire loro i test ed evitare che affollino gli ospedali. Sono stati identificati speciali ospedali COVID-19, e a tanti altri sono state aggiunte unità di isolamento dedicate. Prevedendo una crescita dei casi, il governo ha in programma di aggiungere sempre più spazi di isolamento. Gli ospedali privati ​​e alcuni hotel stanno servendo a questa funzione. Oltre al governo e alle sue agenzie, un esercito di volontari e ONG sta facendo il possibile per aiutare le parti più vulnerabili, come la classe lavoratrice e gli impiegati nell’economia informale. Distribuzioni di cibo e kit avvengono quotidianamente per le persone che hanno perso il lavoro e non possono più avventurarsi in nessun dove per guadagnarsi il pane. Tutti coloro che sono bisognosi e indifesi sono curati dai volontari locali e dalle varie organizzazioni sociali senza scopo di lucro.

mumbai coronavirus

Una strada in salita

Parallelamente, la classe media e i benestanti hanno le forniture di cibo assicurate nei supermercati, ben curati dal governo che si prodiga affinché non vi sia carenza alcuna.

Lo spirito indomito dei Mumbaikars emerge anche ora: il lockdown è rigorosamente rispettato, i sospetti senza sintomi si mettono autonomamente in quarantena, cooperando e contribuendo alla ratio di queste misure draconiane.

La diffusione e la crescita della malattia appaiono incontrollabili, ma gli sforzi e lo spirito del governo e dei cittadini terranno in piedi Mumbai fino a farla ritornare ad essere la città che non dorme mai. Sebbene preoccupante, la situazione può essere superata.

I nostri migliori auguri sono per tutti i cittadini di Milano e di tutta l’Italia. Siamo con voi e speriamo in un rapido ritorno alla normalità. Siamo tutti insieme in questa situazione difficile, e così preghiamo gli uni per gli altri.

 

MRUTHUBASHINI SRINIVAS di memumbai.com (Tradotto da HARI DE MIRANDA)

The original version -> A DISPATCH FROM INDIA🇮🇳: how MUMBAI is battling COVID-19

 

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

SOSTIENI MILANO CITTÀ STATO

Caro lettore, il sito Milano Città Stato è gestito da Vivaio, associazione no profit. Per assicurare contenuti di qualità tutti i collaboratori lavorano senza sosta. Se apprezzi il nostro lavoro, da sempre per te gratuito, se ci leggi spesso e se condividi il nostro intento di contribuire a una Milano (e un’Italia) che sia sempre migliore, ti chiediamo un piccolo contributo per supportarci, in particolare in questo momento così delicato. Grazie!

 

 

A DISPATCH FROM INDIA🇮🇳: how MUMBAI is battling COVID-19

0
mumbai coronavirus
Mumbai's Bandra-Worli Sea Link road wears a deserted look during 'Janata curfew' in the wake of coronavirus pandemic, Sunday March 22, 2020. Credits: Press Trust of India

A common disease like pneumonia originating from Wuhan, China, has grown into a health emergency, name COVID 19 across the globe. Italy is one of the worst hit country, especially in the region of Lombardy and in Milan. India’s affected numbers, although less to start with, are well managed as Government of India is taking all necessary steps to ensure that we are prepared well to face the challenge and threat posed by the pandemic.

In India approximately 12.322 confirmed cases and 405 deaths as on 15th April 2020 have been reported, according to Ministry of Health and Family Welfare (MoHFW). To keep a check on the spread of CORONA Virus pandemic Prime Minister Shri Narendra Modi on March 23rd announced a 21-day nationwide lockdown. Later in Mumbai and other places it is being extended till 3rd May 2020, since situation didn’t improved. The entire country will not step out of their homes, except those involved in essential services.

Talking about Mumbai, the city has started recording more than 100 cases daily over the past couple of days, the experts call it as peaking, whereas the Government is putting all its forces to flatten the curve, is it possible? Who all will contribute to this? Is it just the administration, the service providers or each and every citizen Mumbaikar?

 

The city that never sleeps

mumbai coronavirus
Credits: Himanshu Bhatt/NurPhoto via Getty Images

Mumbai, the city that never sleeps, today portrays an eerie picture, silent and desolate. Mumbai has locked itself, citizens couched in their houses, the streets emptied. Mumbai’s life line has slowed down. The city is unbelievably clamped down. Mumbai has seen several adversities in the recent past viz., the 1993 bomb blasts, 26/11 incident, the 2005 deluge, the swine flu disease to name a few, but Mumbai has always kept up with the metaphor as the city that never sleeps. Come what may, the life line continues to be on track, the city has always risen after every devastating stormy day. Space and time, the two prime words used by Mumbaikars swaps to hand washing and social distancing. Every one seems to hide away from each other, maintaining distance.

Learn more: Coronavirus outbreak in India

With lockdown, Mumbai’s Local Train Services has also stopped. Approximately, 80 lakh people use nearly 3000 services run by the Railways to help reach people to their place of work. Today, the station with its platform swelling with human footfalls gives a lamenting deserted look. A nightmare for any Mumbaikar. COVID-19 has changed the entire city’s scenario. The calm and serene picture of Mumbai handed over by the coronavirus doesn’t bring out happiness, instead induces pensiveness in the heart of the people snatching all the hustle–bustle from it.

 

Slums are helpless

Mumbai is one of the highest populated cities in the world, hosting the largest slum locality, the Dharavi Slum which a small room is shared by 10 to 12 people and a single washroom is used by 50 to 80 people in a day, thinking of social distancing, ideally one metre apart among two individual, in this cluster is next to impossible. With the coronavirus hitting the Slum, the spread of this disease may take an alarming rise.

The State Government with experts, service providers and police as a team are working war-footed to identify the hotspots, testing the infected with travel history, tracing their movements and contacts. In closely packed clusters like Dharavi and other slums, the doctors are reaching the infected the for testing to avoid their movements and crowding at the test centres. Special COVID-19 hospitals are identified, many hospitals has been added with isolation units. Foreseeing the growth of positive infected cases, Government has plans to add more and more isolation wards. Private hospitals and some hotels are becoming isolation wards as per orders. More and more tests are being conducted to identify the infected and further tracing of transmission. Apart from Government and its allied agencies, human force in the form of volunteers and NGOs are putting their best foot forward to help the most vulnerable sect like the labour class and the daily wagers. Food hand outs and ration kits are being distributed to the affected who have lost their daily work and cannot venture out to earn their daily bread. All those who are needy and helpless are taken care of by the local volunteers and various non-profit social organisations.

mumbai coronavirus

 

It will get worse, before it gets better

On parallel lines, for the healthy till now, the emergencies and essentials are well taken care of by the rulers so that no shortage falls in.

The indomitable spirit of Mumbaikars can be seen even today, the lockdown is strictly obeyed thereby maintaining social distancing, the suspected with no symptoms home quarantine themselves cooperating and contributing to the lockdown motto.

The spread and growth of the disease seems unfathomable, but the efforts and spirits of the Government and the citizen will make Mumbai reiterate and reverberate the metaphor solely of the city. Although worrying, the situation can be overcome.

Our best wishes are there with all the people in Milan and whole Italy. We hope that soon the situation will improve. In this difficult situation we all are together and praying for each other.

 

MRUTHUBASHINI SRINIVAS from memumbai.com

 

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

 

SOSTIENI MILANO CITTÀ STATO

Caro lettore, il sito Milano Città Stato è gestito da Vivaio, associazione no profit. Per assicurare contenuti di qualità tutti i collaboratori lavorano senza sosta. Se apprezzi il nostro lavoro, da sempre per te gratuito, se ci leggi spesso e se condividi il nostro intento di contribuire a una Milano (e un’Italia) che sia sempre migliore, ti chiediamo un piccolo contributo per supportarci, in particolare in questo momento così delicato. Grazie!

 

 

 

🔴 Dati 17 aprile. Lombardia: lieve crescita dei morti (+243) e dei contagi che tornano sopra i mille. Milano peggiora ancora

0

17 aprile 2020. La conferenza della Regione sui dati del giorno la conduce Fontana per chiarire come sarà organizzata la ripresa dell’attività della Regione: “Esperti e virologi ci devono dare il via libera.” La ripresa sarà graduale, assicura Fontana.

Dati in leggero peggioramento: crescono morti e nuovi contagi, anche se all’interno di un trend ormai stabile. I contagi tornano sopra quota 1.000 a +1.041 dai +941 di ieri, per un numero di tamponi stabile a 10.839 (superata la quota record di ieri di 10.706).

I decessi sono da quattro giorni relativamente stabili, oscillando tra i 230 e i 245: nelle ultime 24 ore sono stati 243 (ieri 231)

Dagli ospedali. Prosegue il miglioramento negli ospedali. Le persone ricoverate diminuiscono di 729 (ieri erano 687). Altri 61 posti liberati in terapia intensiva (ieri erano stati 42). In 454 hanno lasciato gli ospedali nelle ultime 24 ore (ieri erano stati in 541).

Situazione delle province. L’unica città con un focolaio su cui prestare attenzione si conferma Milano: nell’area metropolitana i nuovi contagi risalgono ancora sopra quota 300 (a +325 dai +277) e in città a +166 (ieri +102).

Italia. 575 morti nelle ultime 24 ore. I guariti sono +2563, il numero più alto dall’inizio dell’emergenza. Ci sono anche 1.107 persone ricoverate di meno rispetto a ieri, dato più basso dal 27 marzo, e 224 in meno nella terapia intensiva. I nuovi contagi sono +3.493.

Mondo. La giornata è segnata dalla correzione del numero di morti eseguita dalla Cina con 1.290 decessi in più rispetto a quanto indicato nelle statistiche precedenti. Come numero di morti nell’ultimo giorno l’Italia è al terzo posto dopo USA (+864) e UK (+847), anche se al momento mancano i dati della Francia. Come nuovi contagi del giorno l’Italia è al quinto posto, dietro a USA (+7.435), UK (+5.599), Turchia (+4.353) e Russia (+4.070).

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
15/4: +827 (+1,3%)***
16/4: +941 (+1,5%)
17/4: +1.041 (+1,6%)
Totale: 64.135

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)***
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
15/4: +235 (+2,1%)
16/4: +231 (+2,0%)
17/4: +243 (+2,1%)
Totale: 11.851

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)***
15/4: +325 (+2,2%)
16/4: +277 (+1,8%)
17/4: +325 (+2,1%)
Totale: 15.277

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
15/4: +144 (+2,4%)
16/4: +102 (+1,6%)
17/4: +166 (+2,6%)
Totale: 6.326

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

Articoli ultime 24 ore:
L’eccezione TEDESCA: le 5 mosse che hanno consentito alla Germania di vincere contro il coronavirus (per ora)
Le TIGRI del Covid: 7 nuove soluzioni di aziende italiane per gestire in sicurezza la fase due
Vado avanti e indietro per la casa come un LEONE IN GABBIA
Mike Bongiorno, Demetrio Stratos… 7 VIE di Milano tributo a contemporanei che forse non sai localizzare

 

MILANO CITTA’ STATO

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

SOSTIENI MILANO CITTÀ STATO

Caro lettore, il sito Milano Città Stato è gestito da Vivaio, associazione no profit. Per assicurare contenuti di qualità tutti i collaboratori lavorano senza sosta. Se apprezzi il nostro lavoro, da sempre per te gratuito, se ci leggi spesso e se condividi il nostro intento di contribuire a una Milano (e un’Italia) che sia sempre migliore, ti chiediamo un piccolo contributo per supportarci, in particolare in questo momento così delicato. Grazie!

 

L’eccezione TEDESCA: le 5 mosse che hanno consentito alla Germania di vincere contro il coronavirus (per ora)

2
German Chancellor Angela Merkel speaks during a union rally of German metalworkers union in Frankfurt on Monday, Nov. 25, 2013. (AP Photo/Michael Probst)

Con 138mila casi confermati al 17 aprile, anche la Germania è stata colpita duramente dal Coronavirus, risultando al momento il quinto paese con più contagiati al mondo (l’Italia è al terzo posto). La particolarità della Germania è però nel basso numero di decessi: 4.052. Significa che il paese tedesco conta 48 morti per milione di abitanti contro i 367 per milione dell’Italia o i 413 della Spagna, per un tasso di letalità inferiore al 3%.

Per un po’ di tempo abbiamo pensato che lo sviluppo dell’epidemia in Germania fosse solo ad uno stadio più precoce e che la curva dei decessi si sarebbe presto adeguata a quella delle altre nazioni. Si è anche ipotizzato che la Germania “nascondesse” i morti da Coronavirus, cosa che non sembra plausibile alla luce della definizione dei morti da Coronavirus secondo le indicazioni del Robert Koch Institute (RKI), l’Agenzia Federale responsabile per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive.

La soluzione dell’arcano è molto più semplice di quanto si pensi. La Germania aveva un piano pandemico e l’ha seguito. Già nel 2013, il Robert Koch Institute aveva presentato al parlamento tedesco un documento in cui simulava l’arrivo di un coronavirus dall’Asia e ne stimava le conseguenze, compresi i rischi per gli anziani e il distanziamento sociale. Inoltre, il piano pandemico della Germania è uno dei più recenti (risale al 2016) ed è stato in buona parte attuato durante questa emergenza.

Vediamo quindi come si è mossa la Germania e come è riuscita a contenere il coronavirus fino a programmare nel dettaglio già il processo di riapertura.

L’eccezione TEDESCA: le 5 mosse che hanno consentito alla Germania di vincere contro il coronavirus (per ora)

#1 Test a tappeto

Sulla questione dei tamponi, il principale vantaggio della Germania è stato rappresentato dal tempismo. Già a metà gennaio, l’ospedale Charitè di Berlino aveva sviluppato un test per il coronavirus, mettendo inoltre la formula disponibile on line. A partire dalle prime settimane del 2020, la Germania ha quindi aumentato la sua capacità di fare tamponi, passando da 7.115 test/settimana a marzo a 116.667 test/settimana ad aprile.

Questo ha consentito alla Germania di effettuare un ampio numero di test e soprattutto di fare i tamponi non solo ai sintomatici gravi ma ad un più ampio spettro di soggetti, compresi i non sintomatici e i sospetti positivi. Secondo uno studio della London School of Hygene and Tropical Medicine, si stima che in Germania il numero di casi positivi rilevati sia pari al 66%, mente in Italia sarebbe del 5%. Tradotto in altre parole, i dati della Germania descrivono in maniera abbastanza fedele la circolazione del virus nel paese, mentre in Italia vi è una sottostima dei casi ufficiali e i contagiati reali sarebbero almeno 10 volte di più di quelli identificati. Risultati analoghi si possono evincere anche dallo studio effettuato dall’Imperial College, secondo il quale in Germania il numero dei contagi sarebbe pari allo 0.72 per cento, un numero che si avvicina abbastanza a quello dei casi ufficiali (circa 0.16 per cento), mentre in Italia sarebbe ormai contagiato il 9.8 per cento della popolazione, dato che si discosta molto da quello dei casi ufficiali (0.27 per cento).

#2 Tutti i cittadini possono farsi i tamponi

In Germania sono i cittadini tedeschi a decidere se e dove fare il test. I cittadini tedeschi si possono rivolgere al proprio medico di famiglia o alla continuità assistenziale per avere la prescrizione del tampone Covid-19 con la quale si rivolgono poi ai laboratori di analisi locali.

Per facilitare i cittadini a fare i test, da inizio marzo sono stati aperti degli appositi Abstrichzentrum, i cosiddetti drive-in dove si può andare in macchina ed eseguire il test direttamente dal finestrino. I drive-in si trovano nei grandi centri urbani e nelle zone maggiormente popolate o colpite da coronavirus come Monaco di Baviera, Oberhausen, Bochum, Düsseldorf, le Province di Rhein-Neckar e di Esslingen. Altri comuni, come ad esempio Heidelberg, fanno affidamento sull’invio del personale a casa dei pazienti e hanno istituito i cosiddetti corona-taxi, ovvero medici e personale sanitario che vanno direttamente a casa dei sospetti positivi per visitarli e fare il tampone.

#3 Tracciamento dei positivi

Testare il maggior numero di persone, inclusi i sospetti positivi, consente di studiare i meccanismi di propagazione del virus e permette di elaborare strategie ad-hoc per arginarne la diffusione.

Quando i primi casi tedeschi si sono verificati in un’azienda bavarese, la Webasto, i medici e gli epidemiologi tedeschi sono riusciti a ricostruire una certa affidabilità la catena del contagio e hanno dimostrato che il paziente 4 aveva contagiato il paziente 5 passandogli semplicemente la saliera in mensa.

La stessa meticolosa analisi è stata compiuta a Heinsberg, la “Codogno tedesca” con 1521 contagi e 45 decessi su 40 mila abitanti. In questo caso, l’evento scatenante nella diffusione del contagio è stata una festa di Carnevale a cui partecipò il “paziente 0” della zona. Da lì in poi, il virus si è diffuso molto rapidamente ma gli epidemiologi, capitanati da Henrick Streek, sono riusciti anche in questo caso ricostruire e interrompere la catena dei contagi.

“Abbiamo capito che dobbiamo tracciare meticolosamente la catena del contagio per interromperla” ha dichiarato, Clemens Wendtner, il medico che ha ricostruito la catena di contagio dell’azienda bavarese.

Mettere al centro l’individuazione e il l’isolamento dei positivi ha significato impiegare molti reparti investigativi della Polizei per rintracciare di ogni positivo i contatti avuti, i luoghi frequentati e le possibili fonti di contagio, in modo da procedere ad analizzare con tamponi i potenziali infetti.

Contagi e decessi nei quartieri di Berlino (Fonte: www.berlinomagazine.com)

#4 Isolamento dei positivi sul territorio: gli “ospedali diffusi”

Nel caso di sintomi, la procedura tedesca prevede che la prima persona da contattare sia il medico di base che può recarsi a casa dell’assistito per eseguire il test o in alternativa può allertare il dipartimento territoriale della salute e richiedere che si occuperà di eseguire il test a domicilio.

Inoltre il sistema sanitario tedesco ha tantissimi posti letto e tanti piccoli ospedali diffusi sul territorio. Questa sanità iper-diffusa, considerata un modello inefficiente di allocazione delle risorse sanitarie, ha invece fatto la differenza ed è stata efficace nel contenere la diffusione del coronavirus, al contrario di quanto successo in alcune regioni d’Italia, Lombardia in primis, dove il primo punto di accesso dei pazienti sono i Pronto soccorso dei grandi ospedali, con conseguente aumento delle possibilità di diffusione del virus nelle strutture sanitarie.

 

#5 Approvvigionamento di materiale sanitario fin dai primi di febbraio

Il tempismo tedesco ha avuto un ruolo fondamentale anche per l’approvigionamento del materiale sanitario. Fin dai primi di febbraio, la Germania si è infatti adoperata per procurarsi reagenti per i test, mascherine, dispositivi di sicurezza e ventilatori, in modo tale da essere pronta ad affrontare il picco dell’epidemia.

Allo stesso modo, il governo tedesco è intervenuto tempestivamente sull’aumento dei posti letto in terapia intensiva. All’inizio dell’epidemia, la Germania aveva infatti 28 mila posti letto di terapia intensiva e non si trovava in una situazione di emergenza. Malgrado ciò, le autorità sanitarie si sono ugualmente allertate e hanno portato la capacità dei posti letto in terapia intensiva a 40 mila in poche settimane.

# Le regole per ripartire

i punti sostanziali della cosiddetta fase 2 sono già state stabilite. Saranno queste:

  • Le norme sul distanziamento sociale tra le persone è prolungato fino al 3 maggio.
  • Dal 4 maggio riaprono le scuole primarie e superiori per le classi che hanno esami quest’anno. È possibile poco dopo l’apertura anche di altri classi. Si raccomanda ogni istituto di cercare di creare gruppi ridotti di studio.
  • Non ci sarà un obbligo di mascherine, ma lo stato consiglierà fortemente a tutti i cittadini il loro utilizzi sui mezzi pubblici e nei negozi
  • Commercio al dettaglio e negozi con una superficie di vendita fino a 800 metri quadrati possono riaprire da lunedì 20 aprile. Indipendentemente dalla loro grandezza possono riaprire i rivenditori di auto, i rivenditori di biciclette e le librerie. Tutti possono ospitare un numero limitato di clienti all’interno.
  • I grandi eventi sono annullati fino al 31 agosto. Ogni regione deciderà però precisamente cosa si intende per grande eventi
  • Parrucchieri, massaggiatori, tatuatori e altri servizi dove la vicinanza fisica è imprescindibile possono riaprire dal 4 maggio a patto che siano rispettate tutte le norme igieniche.
  • Ristoranti, bar e pub rimangono chiusi fino a nuovo ordine.
  • Messe e riti religiosi in generale sono vietati fino a nuovi ordini.
  • Hotel aperti e disponibili solo se non per fini turistici

Ogni punto potrà essere poi valutato indipendentemente dai governatori dei 16 Länder.

Non ci sarà nessuna limitazione legata all’età dei cittadini.

Fonte: www.berlinomagazine.com

Angela Merkel spiega in modo chiaro ai tedeschi la correlazione tra indice di contagi e il rischio per la tenuta del sistema sanitario

 

FONTI

LAURA COSTANTIN

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

🍾 ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

Le TIGRI del Covid: 7 nuove soluzioni di aziende italiane per gestire in sicurezza la fase due

0
pj20tracer

Gli italiani stanno dimostrando un grande senso di responsabilità in questa emergenza e così stanno facendo le aziende che si stanno trasformando per trasformare la fase due in una grande opportunità di crescita.

Le TIGRI del Covid: 7 nuove soluzioni di aziende italiane per gestire in sicurezza la fase due

#1 Test per verifica positività da Coronavirus in 60 minuti (Diasorin)

La DiaSorin Group, azienda del vercellese, ha realizzato un kit di test molecolare che permetterà di effettuare 100mila controlli sulla presenza del Coronavirus in soli 60 minuti. Il sistema di test adottato dalle strutture di triage, consente di  le analisi senza dover entrare nelle strutture ospedaliere ma direttamente nelle tensostrutture poste all’esterno. Il risultato di questa tecnologia, che ha sfruttato una piattaforma pensata ai tempi dell’operazione Desert Storm (la Diasorin Group ha rilevato nel 2016 l’azienda americana che l’ha sviluppata), quando tutti i militari statunitensi furono tutti vaccinati contro l’antrace, è frutto del lavoro H24 di 25 ricercatori in collaborazione con lo Spallanzani di Roma e il San Matteo di Pavia italiane che in sole 8 settimane hanno portato a temine un lavoro che di solito impegna 12 mesi. Presto farsi un tampone potrebbe diventare un’attività fai da te, disponibile anche per il grande pubblico.

Leggi anche: 🔴 Pronto TEST per verifica positività da Coronavirus IN 60 MINUTI: l’Italia potrebbe seguire il modello Corea del Sud

#2 Kit diagnostico tracciato con la blockchain (EZ Lab e AB Analitica)

Dalla collaborazione di due aziende italiane, EZ Lab e AB Analitica, è già in commercio un kit che permette di analizzare in circa 3 ore fino a 100 campioni provenienti dai tamponi nasofaringei, in grado di estrarre l’RNA virale, amplificarlo e replicarlo in tempo reale per individuare l’eventuale presenza di infezione da Covid-19, e verificare fino a 400 campioni al giorno. L’innovazione di questo strumento garantisce agli operatori di laboratorio, tramite la semplice lettura di un QR Code posizionato sulla confezione, di essere in possesso di materiale a norma di legge e dalla provenienza certificata, grazie alla blockchain. Nel dettaglio il sistema di tracciabilità tramite blockchain fornito da EZ Lab sarà applicato sul kit diagnostico RQ-2019-nCoV, interamente progettato e prodotto all’interno di AB Analitica,  fornito ai laboratori del territorio che effettuano i test diagnostici e di screening.

Siamo soddisfatti di poter proseguire una partnership con AB Analitica che avevamo inaugurato già un anno fa, collaborando sui biomarcatori per la diagnostica personalizzata in ambito oncologico – afferma Massimo Morbiato, Ceo e fondatore di EZ Lab –. Andremo ad applicare la blockchain su tutti i kit, in modo che chi li acquisterà avrà la garanzia della loro provenienza. Mettiamo la nostra innovazione al servizio degli operatori sanitari per dare loro più sicurezza, in un momento in cui è ancora più necessario garantire materiale sanitario a norma“.

Fonte: industriaitaliana.it

#3 Test sierologici per la “patente immunitaria” (Diasorin)

I test sierologici mostrano chi ha gli anticorpi che sono in grado di impedire la proliferazione del virus per consentire di avere una patente di immunità e riprendere l’attività lavorativa senza correre rischi o farli correre ad altre persone che non hanno contratto il virus. Il merito è da iscrivere anche in questo caso a Diasorin Group che grazie agli studi condotti presso il Policlinico San Matteo di Pavia è in grado di fornire un test ad alto volume di processamento per rilevare la presenza di anticorpi in persone che sono state infettati dal Sars-CoV-2. I laboratori potranno processare fino a 170 campioni di sieri di pazienti ogni ora, con un livello minimo di intervento richiesto agli operatori del laboratorio. Il funzionamento prevede il prelievo di una goccia di sangue, inizialmente a chi è risultato positivo al Covid-19 e successivamente guarito dopo due test negativi, poi alle persone che hanno continuato a lavorare nel periodo di “lockdown”.

Il 21 Aprile la Regione Lombardia partirà con questo test nelle province di Bergamo, Brescia, Cremona e Lodi, agli operatori sanitari e ai contagiati, mentre grazie ad un accordo tra il Sindaco Sala e l’università legata all’Ospedale Sacco nello stesso periodo verranno controllati 4000 dipendenti ATM essendo Milano esclusa dalla prima tornata di controlli.

Leggi anche:
Pronto il test per avere la PATENTE D’IMMUNITÀ: la nostra proposta per testare l’intera popolazione in tempi rapidi
🔴 Altro SCHIAFFO a Milano: test sierologici al via in Lombardia. Ma non a Milano
🔴 Lo strappo di Sala: Milano parte con i TEST D’IMMUNITA’ senza

#4 La barella “bioingegnerizzata” per trasportare pazienti affetti da patologie contagiose (OMP Engineering)

La barella “bioingegnerizzata” è un sistema di trasporto aereo in biocontenimento, che consente sia di curare la persona affetta da patologie trasmissibili, sia di evitare la diffusione degli agenti patogeni e proteggere così personale sanitario e militare è stata prodotta dalla OMP Engineering di Vicenza. L’azienda da fine Anni ’90 è fornitrice di soluzioni “life support systems” e “solution provider” per l’esercito italiano, gli eserciti del Nord Europa e, più in generale, dell’area NATO. Il sistema A.T.Isol. è stata ad esempio utilizzata per il trasporto di un ragazzo italiano bloccato per due settimane a Wuhan a causa della febbre, riportato in patria dal nostro esercito.

Fonte: quifinanza.it

#5 La sanificazione degli ambienti grazie alla fotocatalisi (Idrobase)

Il sistema sperimentato da Idrobase, validato dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, potrà consentire una rapida sanificazione senza che siti produttivi e uffici restino chiusi a causa del contagio. L’azienda padovana ha costruito un macchinario che genera elettroni in grado di “aspirare” l’aria e purificarla attraverso una reazione chimico-fisica di fotocatalisi che, sfruttando una sorgente di luce naturale o artificiale, permette di eliminare il 95% di virus, batteri e muffe presenti in un ambiente.

A causa dello stop degli impianti in Cina in seguito alla diffusione del Covid-19, ha deciso di sfruttare una tecnologia utilizzata anche dalla Nasa nei suoi laboratori e per rendersi utili in questa emergenza.

Fonte: quifinanza.it

#6 Il sistema di tracciamento per mettere in sicurezza chi lavora nelle aziende (Vetrya)

Vetrya, la società con base a Orvieto esperta nel settore tecnologico e informatico di servizi digitali, ha sviluppato un sistema in grado di tracciare gli spostamenti all’interno delle aziende. Ci si potrà avvalere di due modalità: l’utilizzo di un dispositivo Bluetooh indossabile oppure con l’app Pj20Tracer che monitora in tempo reale la distanza che c’è tra persone che lavorano all’interno dello stesso contesto lavorativo. L’A.D. Luca Tomassini ha assicurato che “non sarà effettuato alcun tracciamento di posizioni assolute di ogni singola persona all’interno dell’azienda ma le posizioni relative rispetto ad altri collaboratori” e quindi la privacy è garantita.

Per abilitare la tecnologia non sarà necessaria nessuna nuova infrastruttura e come riporta una nota di Vetrya, il funzionamento avviene in questo modo: “quando due o più dispositivi Bluetooth Pj20 Tracer e/o all’app Pj20 Tracer App si avvicinano al di sotto di una determinata distanza (ad esempio 1 metro) la persona sarà avvertita da un suono, una vibrazione o una segnalazione luminosa. La memoria del dispositivo e/o dell’applicazione smartphone registrano l’evento e, in caso di necessità, la piattaforma PJ20 mostra la mappa delle correlazione dei contatti.”

Fonte: firstonline.it

#7 L’app di tracciamento dei contatti approvata dal governo (Bending Spoons)

Il supercommissario Arcuri ha annunciato tramite ordinanza la softwarehouse vincitrice del bando di ricerca per la realizzazione dell’app utile a geolocalizzare i contatti affetti dal virus, si tratta di “Immuni” prodotta dalla milanese Bending Spoons assieme alla rete lombarda di poliambulatori del Centro Medico Santagostino e alla società di marketing di Milano Jakala, con il supporto di un partner pubblico.

La licenza dell’applicazione sarà concessa a titolo gratuito e come afferma Arcuri “verrà avviata una sperimentazione in alcune regioni pilota per progressivamente estendere la facoltà volontaria, ma speriamo massiccia dei nostri cittadini a sopportare e supportare questo sistema che ci serve a evitare che si possa replicare la drammatica fase precedente“. Oltre alle regioni verrà testata, senza obbligo, anche dai dipendenti del cavallino rampante negli stabilimenti di Modena e Maranello. Quando sarà disponibili per tutti, a Maggio, occorrerà un’adesione di almeno il 60% della popolazione per produrre risultati attendibili.

Il software per smartphone avrà due sezioni: una con il diario clinico evolutivo della persona e un’altra per il tracciamento dei contatti basata sulla tecnologia bluetooth: chi risultasse positivo al test di Sars-Cov-2 verrà poi interrogato dal medico, dotato di una sua versione della applicazione, sulla possibilità di sbloccare, ancora volontariamente, con un codice la lista dei contatti anonimizzati di chi ha incrociato per far arrivare una notifica a chi è a rischio contagio. Rimane solo l’ultimo avvallo della task force capitanata da Colao per partire con il test.

Fonte: corriere.it

FABIO MARCOMIN

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

SOSTIENI MILANO CITTÀ STATO

Caro lettore, il sito Milano Città Stato è gestito da Vivaio, associazione no profit. Per assicurare contenuti di qualità tutti i collaboratori lavorano senza sosta. Se apprezzi il nostro lavoro, da sempre per te gratuito, se ci leggi spesso e se condividi il nostro intento di contribuire a una Milano (e un’Italia) che sia sempre migliore, ti chiediamo un piccolo contributo per supportarci, in particolare in questo momento così delicato. Grazie!

 

Vado avanti e indietro per la casa come un LEONE IN GABBIA

0
Foto: Andrea Cherchi (c)

Lo smoking nero mi veste a pennello.

Mi toglie dieci anni e almeno dieci chili. Avanzo disinvolto nella sala sapientemente illuminata, fumosa e affollata. Soppeso le fiches e penso a dove mettere a prova la mia fortuna. Sarà la roulette, che qui ha pure il doppio zero verde… o magari un black jack: ma non ho voglia di stare a contare le carte. La moquette è folta e morbidissima, sembra di fluttuarci sopra. O forse m’avranno drogato.

Sono assorto in questi gravi pensieri quando, al di là del bar affacciato sul mare illuminato da una luna vitrea, colgo fissarmi due splendidi occhi celesti. Ed è proprio uno di quegli, sguardi. C’è dentro provocazione, un’alchimia di dominazione e sottomissione. Non può restare non ricambiato. Ah, Macao, così corrotta. Qui si gioca d’azzardo con tutto e su tutti. Al gioco della seduzione non sono ammesse debolezze. Solo calcolo. Ed io, lucido nel mio smoking blu notte (strano. Pensavo fosse nero), sono una vera faina, uno che le ha già viste tutte, brillante fuori e marcio dentro. Ostento indifferenza dando la precedenza a un pelucco su una manica della mia giacca bianca (bianca, sì. E allora?) e scambio un cenno d’intesa con qualcuno mai visto prima. Calmo, m’avvicino con aria annoiata al bancone, pronto alla collaudata liturgia che precede l’intreccio selvaggio dei corpi. Lo smoking è di nuovo nero.

Neanche il tempo di ordinarmi un armagnac che quella magnifica creatura balza agile sul banco e, con sguardo predatorio, s’allunga muta fino a strusciare languidamente il suo viso al mio. Avverto la carezza d’una morbida peluria che non avevo notato, ma non mi scompongo.

È solo quando Seducciòn mi lecca il naso con alito fetido e lingua rasposa,

che inizio ad agitarmi e mi sveglio di colpo, ansimando come un mantice. È ancora buio. Donna Adelaide è sulla mia faccia e ha deciso che è l’ora delle sue coccole. Tutto il resto può andare affanculo, comprese le mie fantasie da James Bond con la frequenza di cambi d’abito della Carrà. Ammetto di non averla presa bene. Preferivo il sogno, e ammetto d’aver anche tentato di rientrarci. Ma niente.

Mentre dispenso a Donna Adelaide i suoi agognati grattini e il Benny mi fissa incuriosito – lui che ha appeso le palle al chiodo e certe mestizie più non patisce – cerco di mettere a fuoco il problema. Insomma, non sono più un ragazzino, tutto è sotto controllo, la domanda di ammissione alla Banda Barzotti è ancora lontana, ma è innegabile che questo isolamento forzato stia iniziando a farsi sentire anche ad altre latitudini.

Certo, mi sono tenuto aggiornato con la (ehm) formazione a distanza, ma i (ehm) convegni online dopo un po’ annoiano. E la traversata del deserto continuerà ancora. Bisogna pensare ad altro e in fretta. Concentrarsi su qualcosa di costruttivo e completamente asessuato. Alati pensieri.

Apro il cellulare per distrarmi con le notizie del giorno.

Coronavirus, coronavirus e coronavirus. Che palle. Infetti tot, guariti tot, deceduti tot, risorti uno. Ma insomma cos’è che non funziona, fermati tot, sanzionati tot, le solite cose. Poi salta fuori che due panda giganti dell’Ocean Zoo di Hong Kong, dopo dieci anni, hanno colto l’occasione della chiusura dello zoo per farsi la tanto sospirata trombata; che a Taranto due amanti, allontanatisi dalle rispettive abitazioni con la scusa di far spesa, sono stati pinzati nel parcheggio del supermercato a giocare a wurstel e patatina; idem a Erice, stesse circostanze, beccati che giocavano all’intubazione, versione COVID-19 dell’intramontabile gioco del dottore, ometto dettagli; che in Francia tiene banco la protesta delle lavoratrici del sesso che, pur avendo scelto – precisa l’articolo – di praticare “volontariamente” il mestiere più antico del mondo, e sono rimaste fregate da un virus ancora più antico del loro mestiere; e che il re di Thailandia è in isolamento in Baviera con venti concubine: un topo nel groviera!

Da lì è una valanga. Implacabili, gli algoritmi di google e dei social non fanno che ripropormi storie di sesso clandestino ai tempi del coronavirus. Consigli per ritrovare la passione in una coppia. Per gestire il calore degli animali domestici. Per rimediare alla calvizie (immancabile). Per tonificare i glutei. C’è da picchiare la testa contro il muro.

Forse dovrei farmi una doccia gelata per placare queste pulsioni ancestrali. L’ultima volta in cui ho fatto ricorso a questi mezzucci ero a militare, trent’anni fa, ed era anche peggio che essere forzati in casa con due gatti nevrastenici in un condominio di cariatidi e vecchi della montagna. Le tempie pulsano. Vado in cucina a bermi un caffè ed accendo la radio, che in quel momento sta inspiegabilmente passando una rassegna di lasciva musica brasiliana. Accendo la tv e ovviamente c’è l’immancabile documentario sul focoso accoppiamento delle manguste. E basta, cazzo!

Vado avanti e indietro per la casa come un leone in gabbia.

È notte fonda, ma di tornare a dormire non se ne parla. Le alternative sono due. O si tromba, e alla svelta, o si trova una qualche distrazione.

L’opzione uno non è concretamente percorribile. Nell’epoca che fu, il sesso metropolitano aveva i suoi rituali sociali. Over 40: aggancio all’aperitivo, fraseggio di circostanza, mangiamoci qualcosa in quel ristorante stellato, che belli i Navigli di sera, beviamoci ancora qualcosa, abito qui a due passi, ti mostro l’appartamento, esito: buca / mal di testa / sono appena uscito/a da una storia / domani lavoro sai / ci sentiamo. Under 40: chat, buca. Under 25: hey, buca. E per tutti la regola aurea: dopo il terzo mojito basta sia un bipede e che respiri, dal quinto in avanti è la mattanza dei tonni.

Superata la fase 1, che rischi correvi mai? Praticamente nessuno – a parte sifilide, clamidia, candida, epatite B e C, HIV, scolo, gonorrea, condiloma, herpes zoster, mononucleosi, congiuntivite e comunque, anche con tutte le precauzioni del caso, gli spiacevoli effetti collaterali dell’alitosi e del meteorismo incendiario congenito. Una passeggiata!

Un sogno, nell’epoca del COVID-19.

L’altro giorno al super, quella che in altri tempi avrebbe potuto essere la preda perfetta s’è avvicinata a 80 centimetri e quest’intimità m’ha mandato in acido. Che o-r-r-o-r-e solo l’idea di questo scambio di umori, oddio sto male.

Urge un rimedio, sono al limite della sopportazione. Ho deciso, scendo nel box e lavo la macchina. Se non altro, avrò per le mani un corpo solido, flessuoso e virus free. E pazienza se, al posto della solita strafiga insaponata delle foto sui calendari dei carrozzieri, ci sarà un avvocato cinquantenne sovrappeso e con sindrome delirante da isolamento, a contorcersi isterico sul cofano.

Oggi non c’è la bisca clandestina nell’appartamento degli Shaeffer. Butto un occhio dalla finestra e l’occhio si schianta di sotto. Tanto sono un personaggio inventato e me ne ricresce subito un altro. Il cortile è tranquillo, nessuno in giro. Neanche il corriere dell’erba della Petting e – ahimè, ci sono cadute – delle un tempo ineccepibili vedove Speranza. Via libera.

M’infilo una muta da sub che mi fa sembrare un insaccato andato a male, ma non voglio infradiciarmi. Il neoprene, inoltre, obbliga ad un controllo ferreo dei pensieri impuri. È l’ideale. Scendo furtivo ai garage. M’accingo ad aprire cautamente la saracinesca. La so lì ad aspettarmi, languida e sinuosa. Alcuni punti di ruggine rivelano torbidi del passato e ti fanno pensare con rimpianto all’antitetanica, che tempi meravigliosi. M’immagino il muso della Jaguar E-Type oscenamente proteso, le curve morbide dei parafanghi posteriori e quel codino stretto che…

Tento d’inserire la chiave nella basculante,

parola normalmente innocua ma che ora evoca tutt’altro, con buona pace della mia muta da sub. Amara allegoria di quest’ora oscura, la chiave non entra. Arretro d’un passo e constato due cose: a) non è il mio box e b) da sotto la cler, una luce si spegne improvvisamente.

M’inchiodo sul posto. Nessun rumore. Nessun movimento. Mah… Trovo il mio garage e apro cautamente la serranda. Ogni tanto fa lo scherzetto di fare uno scatto repentino, c’è una molla mezza marcia che dovrei sostituire. Ma ci sto attento e non produco alcun rumore.

Prendo su il secchio e m’avvio felpato al rubinetto, situato all’angolo dei due bracci dei garage. Potrei sbagliarmi ma giurerei d’aver visto spegnersi di colpo delle luci in almeno altri due box dell’altro braccio. Qua c’è maretta, cazzo!

Sono paralizzato dall’indecisione.

Il controllato avvocato meneghino s’imporrebbe di defilarsi alla svelta, ma l’uomo di Cro-Magnon che s’è impossessato delle mie membra è un gavettone di adrenalina. Il neoprene frustra il titanico sforzo di dominare i turpi pensieri. È estremamente imbarazzante. Opto per un ripiego tattico ma, mentre mi dirigo verso le scale, vedo aprirsi dall’interno un box nel corsello perpendicolare. Corro a nascondermi nel mio box tenendo d’occhio le scale. Scorgo avvicinarsi i coniugi Bortoli della scala D, due o tre figli piccoli. Lei è in uniforme da vigile urbano e lui in mutande e canottiera. Giurerei che, messi i figli a letto, sono andati nel garage a fare la scenetta in cui lui è in macchina, lei lo ferma per multarlo, lui se la sbatte sul cofano. Sto regredendo nella scala evolutiva.

Dal garage di fianco al mio, quello che avevo tentato di aprire per errore, quello della (tutt’altro che) impenetrabile dottoressa Morelli, arrivano nitidi ansimi inequivocabili, e non giurerei che si tratti soltanto di due persone. Da quello di fronte giunge soffocato il cigolio delle sospensioni. Sento uno scalpiccìo nell’altra ala. No cazzo, non è possibile. Sono venuto qua a cercare di calmarmi e sono circondato da ogni sorta di turpitudine -che non posso impedirmi dall’immaginare a tinte vivissime- mentre io ho un solo, affannoso, pulsante, insopprimibile pensiero in testa.

Sudore palustre.

La sola idea che qualcuno possa vedermi aggirarmi di notte così conciato, con una muta da sub parlante, mi fa impazzire dalla vergogna. Mi sento il Pacciani della situazione. Bisogna che me ne vada e alla svelta. Cerco di chiudere la serranda facendo il minimo rumore. Ci sono quasi riuscito, quando quella cazzo di molla scatta, la cler mi centra in pieno mento e mi spinge indietro fino a sbattere la testa contro la serranda del box di fronte.

Per lo schianto, l’antifurto sballato della Jaguar inizia a strombazzare e lampeggiare dritto su di me, sulla mia tuta di neoprene e su tutti i miei turpi pensieri in bella vista. Prima di perdere i sensi, sono quasi certo d’aver sentito qualcuno biasimare le mie tendenze sadomaso.

Mi sveglio in un ambiente illuminato, scrutato senza empatica da due profondissimi occhi verdi.

Non sapevo che il personale delle ambulanze potesse essere così sensuale, né sapevo che avessero uniformi nere. Qualcuno si china sul mio viso per controllare la sclera e mi lecca un occhio con lingua rasposa.

Ma che… mi risveglio di botto.

Sopra le coperte c’è il Benny che fa le fusa: è il suo turno di molestarmi. È giorno fatto. Scoppio a ridere come un pirla e avverto un profondo senso di sollievo. Era solo un incubo, un incubo concentrico. Pensavo d’essermi svegliato dopo il sogno di Macao e invece no, non era vero niente! Non ho perso la faccia davanti a nessuno! Sono diventato un personaggio di Inception… pazzesco. Te guarda la mente che scherzi che fa.

Completamente rincoglionito da questa notte tormentosa, corro a far pipì con gli occhi chiusi continuando a ridacchiare tra me e me.  Ma è ormai  troppo tardi. La tuta di neoprene ha la cerniera sul retro.

ANDREA BULLO

Altre storie dalla quarantena di Andrea Bullo:
Milano, ventordicesimo giorno di QUARANTENA
Sono qui che parlo col Sergio. Sergio è il mio LIMONE
Il Porconauta
Il PROFUGO
I CARBONARI della Quarantena
Addio, RENO
VILE ATTENTATO
L’erba del vicino

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

/* custom css */
.tdi_35_5bb{
min-height: 0;
}

/* custom css */
.tdi_37_59a{
vertical-align: baseline;
}

/* tdc_composer_block – inline css att */
.vc_custom_1586189027371{background-color: #ffff00 !important;}
/* custom css */
.tdi_39_7e5{
vertical-align: baseline;
}

SOSTIENI MILANO CITTÀ STATO

Caro lettore, il sito Milano Città Stato è gestito da Vivaio, associazione no profit. Per assicurare contenuti di qualità tutti i collaboratori lavorano senza sosta. Se apprezzi il nostro lavoro, da sempre per te gratuito, se ci leggi spesso e se condividi il nostro intento di contribuire a una Milano (e un’Italia) che sia sempre migliore, ti chiediamo un piccolo contributo per supportarci, in particolare in questo momento così delicato. Grazie!

/* custom css */
.tdi_41_e88{
position: relative !important;
top: 0;
transform: none;
-webkit-transform: none;
}

/* custom css */
.tdi_43_fd5{
vertical-align: baseline;
}

/* custom css */
.tdi_45_eb8{
vertical-align: baseline;
}

/* custom css */
.tdi_47_88d{
vertical-align: baseline;
}

/* custom css */
.tdi_49_a55{
position: relative !important;
top: 0;
transform: none;
-webkit-transform: none;
}

/* custom css */
.tdi_51_57a{
vertical-align: baseline;
}

/* custom css */
.tdi_53_b7a{
vertical-align: baseline;
}

/* custom css */
.tdi_55_00f{
vertical-align: baseline;
}

 

 

 

Mike Bongiorno, Demetrio Stratos… 7 VIE di Milano tributo a contemporanei che forse non sai localizzare

0
Dubai, Milano

La toponomastica e l’odonomastica di Milano, negli ultimi anni, sono particolarmente in fermento. Aree cittadine del tutto nuove sono sorte velocemente, vecchi quartieri hanno ripreso vita e, nel contempo, nomi illustri della storia contemporanea italiana ci hanno lasciato. Personaggi, dei più svariati campi, tutti meritevoli di un riconoscimento.
A finire su una targa, Demetrio Stratos, Mike Bongiorno, Moratti e tanti altri.


Mike Bongiorno, Demetrio Stratos… 7 VIE di Milano tributo a contemporanei che forse non sai localizzare


Cosa dice la legge

La legge n. 1188/1927 prevede che l’intitolazione di nuove strade e piazze pubbliche, la variazione del nome di quelle già esistenti, nonché l’approvazione di targhe e monumenti commemorativi a persone decedute da oltre dieci anni, può avvenire soltanto previa autorizzazione del Prefetto.

Invece, per le intitolazioni a persone decedute da meno di dieci anni che si siano distinte per particolari benemerenze, è consentita, a norma dell’articolo 4 della legge appena citata, la deroga da parte del Ministero dell’Interno al divieto posto dagli art. 2 e 3.

I 7 riconoscimenti della contemporaneità

1# Via Mike Bongiorno

via mike bongiorno

E’ la via pedonale parallela a Viale della Liberazione, che collega Porta Nuova a Repubblica e che passa attraverso i grattacieli della nuova area. Il presentatore, che ha sempre avuto Milano nel cuore è scomparso nel 2009.


2# Giardino Franca Rame

giardino franca rame

Realizzato nel 2004, è un giardino di oltre 51mila metro quadrati, progettato con spazi di ricreazione, percorsi, giochi per bambini, campi da bocce, un pergolato, un’area cani e architetture verdi. L’attrice teatrale, drammaturga e politica è scomparsa nel 2013.


3# Piazza Gae Aulenti


E’ una piazza circolare sopraelevata, rialzata di 6 metri rispetto al livello della strada, con un diametro di di 100 metri. Situata nel Centro Direzionale di Milano, è stata premiata dal Landscape Institute come una delle piazze più belle del mondo. La piazza è stata progettata dall’architetto argentino César Pelli, ma dedicata alla designer e architetta, scomparsa nel 2012.

Dubai, Milano


4# Via Demetrio Stratos

Dedicata alla voce degli Area, una delle più famose band progressive rock italiane, è la via più lunga del Parco CityLife. Stratos, cantante, polistrumentista e ricercatore musicale, era di origine greche, ma milanese di adozione, ed è scomparso nel 1979.


5# Piazzale Angelo Moratti

moratti milano
1966–67 Serie A – AC Mantova v Inter Milan – Gian Marco, Massimo and Angelo Moratti

Di fronte agli ingressi dello stadio Meazza, questo ampio spazio è intitolato al presidente dell’Inter dal 1955 al 1968. Protagonista dell’economia milanese e italiana, è scomparso nel 1981.

Credit Il Giorno


6# Ponte Alda Merini

alda merini navigli

E’ il ponte più celebre del Naviglio Grande, all’altezza di via Corsico, costruito negli anni 30. Da pochi mesi è dedicato alla poetessa, scrittrice e aforista Alda Merini, che viveva proprio di fronte.


7# Via Carlo Maria Martini

cardinal martini
MILANO 22 Mag 1983 – VISITA DEL PAPA GIOVANNI PAOLO II, KAROL WOJITILA A MILANO

Via dell’Arcivescovado, la strada che costeggia il palazzo arcivescovile fra Piazza Duomo e Piazza Fontana, ha cambiato nome in Via Carlo Maria Martini per volontà dell’amministrazione comunale nel 2016. Il cardinale Martini, che ha guidato la Chiesa ambrosiana dal 1979 al 2002 con grande dedizione, è scomparso nel 2012.


Per chi vuole Milano sul frigo

Emanuele Mantovani, artista milanese, come professione riproduce in miniatura le targhe delle vie, dei corsi e delle piazze di Milano, trasformandole in calamite da collezione. Nel suo laboratorio di via Giordano Bruno realizza la sua “opera di cristallizzazione della città” perpetuando la memoria della Milano che è e che fu.


Le prossime titolazioni papabili

Umberto Eco, Dario Fo, Bettino Craxi, Umberto Veronesi, Bernardo Caprotti…
E voi a chi la dedichereste una targa?

BARBARA VOLPINI

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

Leggi anche:
10 città stato del mondo che possono ispirare Milano
* E ora Milano Città Stato! Se non lo fa l’Italia, si può chiederlo all’Europa
Milano Città Stato sarebbe un bene soprattutto per l’Italia
Primo passo del consiglio comunale verso Milano Città Stato
Corrado Passera: Milano Città Stato è il più interessante progetto che ci sarà in Europa nei prossimi anni
“Proviamoci. Mi impegnerò personalmente”. Beppe Sala a Milano Città Stato

VUOI CONTRIBUIRE ANCHE TU A TRASFORMARE IN REALTA’ IL SOGNO DI MILANO CITTA’ STATO?
SERVE SCRIVERE PER IL SITO, ORGANIZZARE EVENTI, COINVOLGERE PERSONE, CONDIVIDERE GLI ARTICOLI, PROMUOVERE L’ISTANZA, AIUTARE O CONTRIBUIRE NEL FUNDING, TROVARE NUOVE FORME UTILI ALL’INIZIATIVA.
SE VUOI RENDERTI UTILE, SCRIVI A INFO@MILANOCITTASTATO.IT(OGGETTO: CI SONO ANCH’IO)

 

/* custom css */
.tdi_35_5bb{
min-height: 0;
}

/* custom css */
.tdi_37_59a{
vertical-align: baseline;
}

/* tdc_composer_block – inline css att */
.vc_custom_1586189027371{background-color: #ffff00 !important;}
/* custom css */
.tdi_39_7e5{
vertical-align: baseline;
}

SOSTIENI MILANO CITTÀ STATO

Caro lettore, il sito Milano Città Stato è gestito da Vivaio, associazione no profit. Per assicurare contenuti di qualità tutti i collaboratori lavorano senza sosta. Se apprezzi il nostro lavoro, da sempre per te gratuito, se ci leggi spesso e se condividi il nostro intento di contribuire a una Milano (e un’Italia) che sia sempre migliore, ti chiediamo un piccolo contributo per supportarci, in particolare in questo momento così delicato. Grazie!

/* custom css */
.tdi_41_e88{
position: relative !important;
top: 0;
transform: none;
-webkit-transform: none;
}

/* custom css */
.tdi_43_fd5{
vertical-align: baseline;
}

/* custom css */
.tdi_45_eb8{
vertical-align: baseline;
}

/* custom css */
.tdi_47_88d{
vertical-align: baseline;
}

/* custom css */
.tdi_49_a55{
position: relative !important;
top: 0;
transform: none;
-webkit-transform: none;
}

/* custom css */
.tdi_51_57a{
vertical-align: baseline;
}

/* custom css */
.tdi_53_b7a{
vertical-align: baseline;
}

/* custom css */
.tdi_55_00f{
vertical-align: baseline;
}

🔴 Dati 16 aprile. Lombardia: forte calo dei ricoveri, stabili contagi (+941) e decessi (+231). Milano migliora

0
Foto: Andrea Cherchi (c)

16 aprile 2020. Situazione stabilmente positiva anche se “siamo ancora in stato di epidemia”, dichiara il vicepresidente Fabrizio Sala. Dopo quattro giorni i contagi tornano a crescere a +941 dai +827 di ieri, ma considerando l’incremento di tamponi (quota record di 10.706) si tratta di una notizia positiva.

Lieve calo per i decessi: 231 (ieri erano stati 235)

Dagli ospedali. Sensibile miglioramento negli ospedali. Le persone ricoverate diminuiscono di 687 (ieri erano diminuite di 34). Altri 42 posti liberati in terapia intensiva (ieri erano stati 48). In 541 hanno lasciato gli ospedali nelle ultime 24 ore (ieri erano stati in 34).

Situazione delle province. Prosegue il miglioramento a Milano: nell’area metropolitana i nuovi contagi risalgono a +277 (ieri +325) e in città a +102 (ieri +144).

Aiutiamoci da soli. Se vuoi aiutare a fornire un pasto alle famiglie di Milano che in questo momento sono più in difficoltà, puoi partecipare a #aggiungiunpastoatavola iniziativa di #milanopermilano. Puoi donare qui (il 100% del ricavato viene usato usato per acquistare cibo dalla Fondazione Comunità di Milano): milanopermilano.it/dona

DATI DALL’INIZIO DEL LOCKDOWN TOTALE

Contagi Lombardia (giornalieri)*
11/3: +1489 (+25,7%)
12/3: +1445 (+19,8%)
13/3: +1095 (+12,6%)
14/3: +1865 (+18,9%)
15/3: +1587 (+13,5%)
16/3: +1377 (+10,3%)
17/3: +1571 (+9,6%)
18/3: +1493 (+9,2%)
19/3: +2171 (+12,2%)
20/3: +2380 (+11,9%)
21/3: +3251** (+14,6%)
22/3: +1691 (+6,6%)
23/3: +1555 (+5,7%)
24/3: +1942 (+6,7%)
25/3: +1643 (+5,0%)
26/3: +2543 (+7,2%)
27/3: +2409 (+6.9%)
28/3: +2117 (+5.6%)
29/3: +1592 (+4,0%)
30/3: +1154 (+2,8%)
31/3: +1047 (+2,4%)
1/4: +1.575 (+3,6%)
2/4: +1.222 (+2,6%)
3/4: +1.455 (+3,1%)
4/4: +1.598 (+3,3%)
5/4: +1.337 (+2,7%)
6/4: +1.079 (+2,0%)
7/4: +791 (+1,5%)
8/4: +1.089 (+2,0%)
9/4: +1.388 (+2,5%)
10/4: +1.246 (+2,2%)
11/4: +1.544 (+2,7%)
12/4: +1.460 (+2,5%)
13/4: +1.262 (+2,1%)
14/4: +1.012 (+1,6%)
15/4: +827 (+1,3%)***
16/4: +941 (+1,5%)
Totale: 63.094

Decessi Lombardia (giornalieri)*
9/3: 76 (+29,7%)
10/3: 135 (+40,5%)
11/3: 149 (+31,8%)
12/3: 127 (+20,6%)
13/3: 146 (+19,6%)
14/3: 76 (+8,5%)
15/3: 252 (+26,0%)
16/3: 202 (+16,6%)
17/3: 220 (+15,5%)
18/3: 319 (+19,5%)
19/3: 209 (+10,7%)
20/3: 381 (+17,6%)
21/3: 546** (+21,4%)
22/3: 361 (+11,7%)
23/3: 320 (+9,3%)
24/3: 402 (+10,6%)
25/3: 296 (+7,1%)
26/3: 387 (+8,6%)
27/3: 541 (+11,1%)
28/3: 542 (+10,0%)
29/3: 416 (+7,0%)
30/3: +458 (+7,2%)
31/3: +381 (+5,6%)
1/4: +394 (+5,5%)
2/4: +367 (+4,8%)
3/4: +351 (+4,4%)
4/4: +345 (+4,2%)
5/4: +249 (+2,9%)
6/4: +297 (+3,3%)
7/4: +282 (+3,1%)
8/4: +238 (+2,5%)
9/4: +300 (+3,1%)
10/4: +216 (+2,2%)
11/4: +273 (+2,7%)
12/4: +110 (+1,0%)***
13/4: +280 (+2,6%)
14/4: +241 (+2,2%)
15/4: +235 (+2,1%)
16/4: +231 (+2,0%)
Totale: 11.608

Contagi Milano città metropolitana (giornalieri)*
11/3: +333 (+55,4%)
12/3: +221 (+23,7%)
13/3: +152 (+13,2%)
14/3: +244 (+18,6%)
15/3: +200 (+12,8%)
16/3: +233 (+13,3%)
17/3: +343 (+17,2%)
18/3: +318 (+13,6%)
19/3: +634 (+23,9%)
20/3: +526 (+12,2%)
21/3: +868** (+22,8%)
22/3: +424 (+9,0%)
23/3: +230 (+4,5%)
24/3: +375 (+7,0%)
25/3: +373 (+6,5%)
26/3: +848 (+13,9%)
27/3: +574 (+8,2%)
28/3: +314 (+4,2%)
29/3: +546 (+7,0%)
30/3: +348 (+4,1%)
31/3: +235 (+2,7%)
1/4: +611 (+6,8%)
2/4: +482 (+5,0%)
3/4: +387 (+3,8%)
4/4: +428 (+4,1%)
5/4: +411 (+3,7%)
6/4: +308 (+2,7%)
7/4: +249 (+2,1%)
8/4: +252 (+2,1%)
9/4: +440 (+3,6%)
10/4: +269 (+2,1%)
11/4: +520 (+4,0%)
12/4: +412 (+3,1%)
13/4: +481 (+3,5%)
14/4: +189 (+1,3%)***
15/4: +325 (+2,2%)
16/4: +277 (+1,8%)
Totale: 14.952

Contagi Milano città (giornalieri)*
11/3: +113
12/3: +92
13/3: +83
14/3: +98
15/3: +79 (+12,5%)
16/3: +102 (+14,3%)
17/3: +151 (+18,5%)
18/3: +127 (+13,1%)
19/3: +287 (+18,5%)
20/3: +172 (+12,4%)
21/3: +279 (+12,4%)
22/3: +210 (+11,8%)
23/3: +137 (+6,7%)
24/3: +121 (+5,5%)
25/3: +141 (+6,1%)
26/3: +310** (+12,7%)
27/3: +261 (+9,5%)
28/3: +150 (+4,9%)
29/3: +247 (+7,8%)
30/3: +154 (+4,5%)
31/3: +96 (+2,6%)
1/4: +159 (+4,3%)
2/4: +203 (+5,3%)
3/4: +166 (+4,1%)
4/4: +178 (+4,2%)
5/4: +171 (+3,9%)
6/4: +112 (+2,4%)
7/4: +99 (+2,1%)
8/4: +80 (+1,6%)
9/4: +155 (+3,2%)
10/4: +127 (+2,5%)
11/4: +262 (+5,1%)
12/4: +193 (+3,5%)
13/4: +296 (+5,3%)
14/4: +57 (+0,9%)***
15/4: +144 (+2,4%)
16/4: +102 (+1,6%)
Totale: 6.160

*Nota: tra parentesi la variazione rispetto all’ammontare totale del giorno prima (di contagi o decessi).
**Numero più elevato dall’inizio dell’emergenza
***Percentuale più bassa di incremento

Fonte: dati Regione Lombardia

Articoli ultime 24 ore:
I 5 BUCHI NERI della sanità lombarda che potrebbero avere favorito il coronavirus
🔴 Sala nominato alla guida della TASK FORCE del C40 per rilanciare le città del mondo
“Napoli TAX-FREE per tutto il 2020”. Ora la palla passa a Sala
🔴 Sala contro le 4D di Regione Lombardia: “Sono solo SLOGAN!”. Si aggrava la frattura tra Milano e Lombardia

 

MILANO CITTA’ STATO

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 

SOSTIENI MILANO CITTÀ STATO

Caro lettore, il sito Milano Città Stato è gestito da Vivaio, associazione no profit. Per assicurare contenuti di qualità tutti i collaboratori lavorano senza sosta. Se apprezzi il nostro lavoro, da sempre per te gratuito, se ci leggi spesso e se condividi il nostro intento di contribuire a una Milano (e un’Italia) che sia sempre migliore, ti chiediamo un piccolo contributo per supportarci, in particolare in questo momento così delicato. Grazie!

 

Il coronavirus me l’ha portato via. La sua passione politica vivrà con me

0

Mi ritorna in mente l’ultimo momento con lui. Due mesi fa, la sua solita risata, l’abbraccio forte ma forse non abbastanza, la mia promessa non mantenuta di rivederci dopo qualche settimana a causa del “lockdown”.

Il coronavirus me l’ha portato via, ma la sua passione politica mi sarà da esempio

# Il ricordo di mio nonno, dalle sponde del Fiume Po, una testimonianza che non avrei mai voluto raccontare

Ricordo una persona dall’animo gentile, discreta nella sua presenza, autoironica, dalla battuta dissacrante a smorzare anche le situazioni più drammatiche, sempre disponibile con me e miei fratelli. Il legame con lui era speciale, forse perché ci somigliavamo sotto tanti aspetti sia caratteriali che nel modo di vedere la vita. Tifoso nerazzurro da sempre, una passione condivisa, ha visto la Grande di Inter di Helenio Herrera e ha vissuto con me il Triplete di Mourinho.

L’altra sua passione era la politica, quella locale del piccolo paese, intesa come servizio alla comunità: Sindaco in due paesi del Polesine, nel Veneto più povero, Canaro e Occhiobello dove è ancora ricordato per il suo impegno disinteressato. Il Comune di Occhiobello, noto alla cronache come luogo in cui nel ’51 il Fiume Po ha rotto gli argini causando la più grande alluvione dell’epoca contemporanea in Italia, è anche quello dove mio nonno ha trascorso quasi tutta la sua vita e dove il suo impegno politico e sociale è stato attivo fino a che la “malattia che porta a dimenticare le cose quotidiane” ha preso il sopravvento. Questo era mio nonno, ora non c’è più.

Ricoverato per una brutta caduta e poi contagiato dal coronavirus nell’ennesimo focolaio ospedaliero, di cui nessuno era conoscenza, è stato trasferito in un centro covid-19 dove ieri è venuto a mancare dopo quasi un mese senza la visita di un famigliare. La lontananza da rispettare dovuta alle misure di prevenzione imposte agli ospedali non ci hanno consentito nemmeno di seguire l’ambulanza al momento del ricovero e a causa del “lockdown” vivendo in Lombardia non potrò accompagnarlo nel suo ultimo viaggio in Veneto: la sensazione di abbandono che mio nonno avrà provato nei suoi momenti di lucidità, l’impossibilità di fargli avere non solo la nostra presenza ma nemmeno qualche “straccio” in più di quei pochi avuti con sé al momento del trasporto in ambulanza è straziante.

# La necessità di nuova responsabilità politica

Il dito puntato dai politicanti contro noi cittadini è inaccettabile e insopportabile, a fronte di una loro totale irresponsabilità nel preservare la salute delle persone più fragili e degli operatori sanitari impegnati in uno sforzo sovrumano senza protezioni, nell’incapacità di pensare ai sentimenti negati di famiglie che non hanno più notizie dei loro cari ricoverati fino al giorno della loro dipartita. Non riuscirò a mettermi il cuore in pace finché non avrò profuso ogni sforzo per contribuire a cambiare il paradigma di una politica che ha smarrito la bussola e lasciato gli uomini soli a combattere disarmati contro le stesse istituzioni che dovrebbero esser al loro fianco.

Lo devo ancor di più oggi per onorare le memoria di mio nonno, a tutti coloro a cui è stata tolta la dignità di morire circondati dai loro affetti e a tutte le famiglie allontanate dai loro cari negli ultimi giorni della loro vita.

FABIO MARCOMIN

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

SOSTIENI MILANO CITTÀ STATO

Caro lettore, il sito Milano Città Stato è gestito da Vivaio, associazione no profit. Per assicurare contenuti di qualità tutti i collaboratori lavorano senza sosta. Se apprezzi il nostro lavoro, da sempre per te gratuito, se ci leggi spesso e se condividi il nostro intento di contribuire a una Milano (e un’Italia) che sia sempre migliore, ti chiediamo un piccolo contributo per supportarci, in particolare in questo momento così delicato. Grazie!

 

I 5 BUCHI NERI della sanità lombarda che potrebbero avere favorito il coronavirus

1
Foto: Andrea Cherchi (c)

11.377 morti al 15 aprile. Un numero colossale: oltre la metà dei morti in Italia sono in Lombardia. Per capirci sono morte in Lombardia tante persone quante quasi in tutta la Gran Bretagna e quattro volte di più che in Germania o in Cina, nonostante che i suoi abitanti siano di molto inferiori. Con un lockdown totale la Lombardia ha avuto finora 10 volte i morti che ci sono stati in Svezia che non ha fatto il lockdown (1.200).

La Lombardia è ad oggi la zona al mondo dove si concentra il più alto numero di vittime con un tasso di mortalità agghiacciante. Alla domanda: perchè è capitato proprio qui? nella conferenza del 15 aprile l’assessore Caparini ha trovato questa motivazione: perchè la Lombardia è un luogo a grande traffico di commercio. Ma è proprio così? Noi crediamo che invece bisognerebbe assumersi la responsabilità di individuare cause legate a quello che si è fatto o non si è fatto di diverso nella nostra Regione.

In questa tragedia si evidenziano infatti almeno 5 buchi neri della gestione della sanità lombarda nell’affrontare l’emergenza, che se coperti avrebbero limitato sensibilmente i danni e forse consentito a centinaia, se non migliaia, di anziani di essere ancora in vita.

I 5 BUCHI NERI della sanità lombarda che potrebbero avere favorito il coronavirus

#1 Delibera sullo spostamento di malati COVID dagli ospedali alle RSA

8 marzo. La delibera emanata dalla Regione Lombardia: “a fronte della necessità di liberare rapidamente posti letto di Terapia Intensiva e Sub Intensiva e in regime di ricovero ordinario degli ospedali per acuti, occorre mettere a disposizione del Sistema Regionale i posti letto delle “Cure extra ospedaliere”: “l’individuazione da parte delle ATS di strutture autonome dal punto di vista strutturale (padiglione separato dagli altri o struttura fisicamente indipendente) e dal punto di vista organizzativo, sia di strutture non inserite nella rete dell’emergenza urgenza e POT, sia di strutture della rete sociosanitaria (ad esempio RSA) da dedicare all’assistenza a bassa intensità dei pazienti COVID positivi.

Un’ulteriore delibera datata 30 marzo  in merito alla gestione dei malati nelle RSA, RSD e case di riposo con lievi sintomi influenzali o positivi al covid con discrete condizioni di salute prevede “la semplice misura della saturazione periferica di ossigeno e nel caso di bassa saturazione e presenza di situazioni di precedente fragilità nonché presenza di più comorbilità, è opportuno che le cure vengano prestate presso la stessa struttura per evitare ulteriori rischi di peggioramento dovuti al trasporto e all’attesa in Pronto Soccorso”, rischi non previsti in precedenza.

La conseguenze di tale delibere, abbinata all’assenza di dispositivi di protezione individuale per medici, infermieri e malati avrebbe favorito la diffusione del virus e l’alto numero di decessi, in quanto essendo le residenze “abitate” da persone anziane ed affette da più patologie sono i luoghi in cui vive la categoria di popolazione più fragile.

Cosa avrebbe potuto evitare la strage dei nostri anziani?
L’indicazione mancante negli atti regionali, forse ancora più grave di quanto prescritto, è quella che avrebbe consentito di trasferire tutte le persone anziane non gravi dagli ospedali e dalla RSA a domicilio e/o in strutture apposite separate. All’estero, abbiamo numerosi esempi, uno fra tutti quello di Dotmund dove il Westfalen Stadion è stato trasformato in un ospedale da campo e l’area della tribuna Nord un centro di trattamento per valutare la gravità del virus e decidere se il paziente può continuare ad essere curato in regime ambulatoriale o ha bisogno di cure ospedaliere.

Non è stata disposta inoltre una strategia per evitare i contagi intrafamigliari tramite la gestione di quarantene specifiche per i malati intrafamigliari. Per rimanere a Milano, tarda ancora la distribuzione dei malati in strutture aperte per la quarantena come l’Hotel Michelangelo in funzione da quasi un mese e che al momento, come afferma l’assessore Maran, “vede poco più di 100 persone: circa 60 appartenenti alle forze dell’ordine, una decina di casi segnalati per motivi sociali e una quarantina di persone dimesse dagli ospedali”.

Fonti:
DELIBERAZIONE N° XI / 2906 Seduta del 08/03/2020
DELIBERAZIONE N° XI / 3018 Seduta del 30/03/2020

#2 Persone a rischio COVID portate in ospedale in ambulanza ma, se risultate positive al tampone,  se non sono gravi devono tornare a casa con mezzi propri o mezzi pubblici

Problemi anche sul trasporto a casa per trascorrere la quarantena di pazienti trovati positivi al virus, i quali si sono dovuto organizzare per conto proprio anche utilizzando i servizi di trasporto pubblico e favorendo la diffusione del contagio. Come ha riportato una lettrice di TGcom24, portata in ambulanza al Sacco perché positiva al Covid-19, dopo la visita e successive dimissioni è stata rimbalzata più volte da Croce Rossa, 118 e 113 dopo che gli inservienti dell’Ospedale le hanno riferito che le disposizioni regionali prevedono l’accompagnamento presso la propria abitazione solo per i malati dimessi dopo un ricovero e non anche per chi registra pochi sintomi. Solo a seguito di proteste contro la polizia un’ambulanza si è resa disponibile al trasporto, ma in altre situazioni i contagiati hanno potuto prendere solo i mezzi di trasporto pubblico.

Un estratto della lettera: “Chiami il 118”. L’ho fatto, ma l’operatore mi ha risposto che la mia non era un’emergenza sanitaria: “Torni a casa con mezzi propri: si faccia dare un passaggio da un amico o un parente, oppure prenda i mezzi pubblici”.

Fonte: Tgcom24

Cosa avrebbe potuto evitare contagi di persone positive fatte uscire dagli ospedali con mezzi propri o mezzi pubblici?
Predisporre nei protocolli l’uso di ambulanza per il rientro a casa per tutti i positivi al COVID insieme alla verifica del loro isolamento intrafamigliare.

#3 No tamponi: contagi incontrollati e no strategia dell’isolamento

Sul fronte tamponi si è registrata un’altra mancanza nella gestione del sistema sanitario in quanto come riportano diversi operatori di case di riposo: “la situazione sta diventando pesante. Gli infermieri presenti sono meno della metà, stanno facendo molta fatica e turni molto faticosi. Ci sono diversi operatori sanitari positivi al virus, è difficile coprire i turni e lavorare in maniera adeguata“, racconta. Inoltre la positività è difficile verificarla attraverso i tamponi perché in realtà non arrivano quasi mai presso le strutture e “infemieri e Oss non sono mai stati sottoposti al test e le precauzioni non sono mai state prese e non vengono tuttora prese” e anzi se presentano febbre e difficoltà respiratorie vengono solamente sospesi provvisoriamente dal lavoro.

La mancata verifica della positività e nessuna strategia di isolamento in quarantena, possibile appunto utilizzando luoghi chiusi per il lockdown come stadi, palestre, hotel, anche per i positivi con pochi sintomi, ha favorito una diffusione incontrollata del virus sopratutto in RSA e case di riposo con conseguenze di un alto numero di decessi.

Fonte: Milanotoday

Cosa avrebbe potuto evitare la diffusione incontrollata dei contagi?
Mettere al centro della strategia l’individuazione e l’isolamento dei contagiati, impiegando le forze dell’ordine per tracciare i loro ultimi contatti, così come accade in Germania o in Corea del Sud.

#4 No servizio di assistenza per i parenti dei ricoverati

Uno degli effetti collaterali più tragici della gestione dell’emergenza è nella necessaria separazione dei malati COVID dalle loro famiglie. Morire da soli e non avere più notizie dei propri cari rende ancora più tragico il dramma dei decessi COVID.

Sono molte le testimonianze di anziani portati in ospedali di cui non si sa più niente o di compagni di vita lasciati a casa in quarantena obbligatoria anche se non positivi e magari non autosufficienti, i quali non possono essere assistiti dai parenti per evitare al loro volta il contagio così si crea un limbo che mette in evidenza un vuoto organizzativo. I servizi per gli anziani ci sono, ma sono prestati da volontari ed addetti che comunque non hanno competenze e dispositivi per assistere le persone che non possono essere autosufficienti.

Cosa avrebbe potuto aiutare ad avere più prossimità umana tra malati e loro cari?
Bisognava creare un protocollo di assistenza a distanza per assicurare che le famiglie potessero avere informazioni e contatti anche virtuali con i loro cari, invece di vederli finire in un buco nero di totale assenza, in molti casi, di informazioni.

#5 No messa in sicurezza di medici e di malati tra di loro: a distanza di 50 giorni dall’inizio dell’emergenza RSA e ospedali sono ancora luogo di contagio

La magistratura è già partita per accertare la responsabilità dei contagi e decessi nelle RSA e negli ospedali, che potrebbero essere stati aggravati anche dalla carenza di dispositivi di protezione per gli inservienti e malati. In un video riportato da Milano Today un operatore ha assicurato che “In tutto questo tempo le procedure messe in atto da regione e Ats sono state scarse e sono arrivate in ritardo. Le mascherine agli operatori sono state date a metà marzo, una per turno” e comunque le mascherine chirurgiche risultano pressoché inutili perché “Con quelle possiamo evitare di contagiare noi le persone che ci stanno di fronte, colleghi e ospiti, ma noi chiaramente possiamo essere contagiati dai pazienti“.

A questo si aggiunge la denuncia del presidente dell’Uneba Lombardia, che raggruppa oltre 400 case di riposo lombarde “In molte case di riposo lombarde ancora si aspettano le mascherine. C’è chi ha provato a ordinarle senza aspettare la Regione e la Protezione civile. È riuscito a ottenerle camuffando l’ordine d’acquisto e la bolla di accompagnamento per evitare il sequestro e i controlli in dogana!

In alcuni casi manca addirittura i termometri, gli strumenti principali per evidenziare i sintomi principali della malattia: “C’è una notevole mancanza di strumenti, da noi scarseggiano anche i termometri – sottolinea l’operatore -. Noi siamo forniti di un termometro, a volte anche non funzionante, e ci dobbiamo attrezzare personalmente, con qualcuno che lo porta da casa“.

Fonti:
MilanoToday
Vita.it

Cosa si sarebbe dovuto fare?
Invece di focalizzare come priorità di azione quella del confinamento a casa di tutti i cittadini che ha portato a concentrare tutti gli sforzi delle forze dell’ordine per controllare gli spostamenti delle persone, si sarebbe dovuto seguire l’esempio di altri paesi che hanno messo al centro l’individuazione e l’isolamento dei contagiati e la messa in sicurezza dei luoghi a rischio, anche attraverso l’uso delle forze dell’ordine. Si sapeva fin dall’inizio che si trattava di una patologia particolarmente pericolosa per le persone più anziane e più fragili. La mancanza di una strategia che avesse avuto la priorità di mettere in sicurezza RSA, medici e ospedali fin dalle prime avvisaglie epidemiche potrebbe essere costato carissimo.

# Una soluzione necessaria per il futuro: una nuova sanità milanese

Le somme si tireranno alla fine, ma già ora è possibile capire come una gestione della sanità autonoma in capo a Milano avrebbe potuto produrre risultati differenti.

  • Un primo fattore di vantaggio nel gestire l’emergenza in un territorio più ristretto e con un’alta densità abitativa sarebbe stato un coordinamento più rapido e produttivo tra le ATS, le RSA e il relativo approvvigionamento di materiale sanitario di protezione e di verifica del virus, tamponi e test di vario tipo.
  • Un secondo fattore riguarda la vicinanza dell’ente amministrativo alla popolazione: avrebbe determinato un maggiore controllo e una diversa sensibilità, riducendo la pura logica dei numeri e andando più a fondo nelle situazioni personali. L’apertura dell’Hotel Michelangelo per ospitare persone obbligate alla quarantena è un segnale, seppur minimo, di quanto avrebbe potuto fare Milano: se fosse stata autonoma avrebbe potuto disporre subito il trasferimento dei malati non gravi in strutture di questo tipo, cosa che ad oggi è in capo alla Regione Lombardia che infatti non sfruttato questa opportunità.

Emblematica è l’ultima vicenda dello scontro tra Comune e Regione sui test per l’immunità, in cui l’ente governato da Fontana ha escluso il capoluogo lombardo dalla lista delle prime province interessate alla verifica della presenza di anticorpi nei suoi cittadini, per la quale il Sindaco si è visto costretto a sottoscrivere un accordo parallelo con l’Ospedale Sacco per certificare la patente immunitaria sui dipendenti ATM.

Leggi anche: Coronavirus: quello che potrebbe fare MILANO se fosse una città stato

FABIO MARCOMIN

Se vuoi collaborare al progetto di Milano Città Stato, scrivici su info@milanocittastato.it (oggetto: ci sono anch’io)

🍾 ENTRA NEL CAMBIAMENTO: Ti invitiamo a iscriverti alle nuove newsletter di milanocittastato.it qui: https://www.milanocittastato.it/iscrizione-newsletter/
Ti manderemo anche notizie che non pubblichiamo sui social

Le città più internazionali e aperte al mondo sono delle città stato come #Amburgo #Madrid #Berlino #Ginevra #Basilea #SanPietroburgo #Bruxelles #Budapest #Amsterdam #Praga #Londra #Mosca #Vienna #Tokyo #Seoul  #Manila #KualaLumpur #Washington #NuovaDelhi #HongKong   #CittàDelMessico #BuenosAires #Singapore

 


TLAPSE | Your Project in Motion