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Quelli che «dovevamo essere Svizzera»: la maxi provincia più curiosa della Lombardia

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Italia meravigliosa FB - Provincia di Sondrio

Curiosità e record di una provincia che sarebbe dovuta essere parte della Confederazione Elvetica. Ma si sono messi di mezzo gli austriaci. 

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Quelli che «dovevamo essere Svizzera»: la maxi provincia più curiosa della Lombardia

# La dichiarazione d’indipendenza della Valtellina

Di Tschubby – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=8247690 – Canton Grigioni

Per secoli la Valtellina è stata la più veloce via di collegamento tra Europa centrale e penisola italiana. Per questo fu oggetto di continue mire espansionistiche da parte dei popoli confinanti. Abitata in età antica da popolazioni celto-liguri e dai camuni, passò sotto l’Impero Romano, poi sotto Lombardi, Franchi, il Ducato di Milano e nel 1512 al dominio del Canton Grigioni in Svizzera. A seguito del Sacro Macello del 1620, in cui ci fu l’insurrezione dei cattolici che portò all’uccisione di 400 protestanti, ci fu la dichiarazione dell’indipendenza della Valtellina dal dominio grigionese. Tornata sotto la Svizzera, nel 1797 Napoleone Bonaparte annesse il territorio alla provincia alla Repubblica Cisalpina, col nome di Dipartimento dell’Adda.

# Gli austriaci la “strapparono” alla Svizzera

Credits: viaggio-in-austria.it

Con il tramonto di Napoleone, anche la Valtellina passò sotto l’Impero Austro Ungarico che durante il Congresso di Vienna, scelse di annetterlo al Regno Lombardo-Veneto, invece di farlo tornare alla Confederazione Elvetica, anche grazie all’incisiva azione della delegazione valtellinese guidata dal deputato Diego Guicciardi (fonte “La delegazione valtellinese al Congresso di Vienna (1814-1815)”). Infine nel 1861 entrò a far parte del Regno d’Italia.

# L’unica provincia italiana tra tre bacini differenti alpini fluviali principali 

Italia meravigliosa FB – Provincia di Sondrio

Quella di Sondrio viene considerata insieme a quella di Brescia una delle due maxi province della Lombardia. La provincia di Sondrio ha una caratteristica unica a livello italiano: il suo territorio si trova infatti tra i tre bacini alpini fluviali principali, manca solo quello del fiume Rodano. Eccoli nel dettaglio:

  • la Val di Lei con il Reno di Lei che manda le sue acque nel Mar del Nord nei pressi di Rotterdam tramite il Reno Posteriore e poi il Reno vero e proprio;
  • l’Adda, che forma la Valtellina e che è fiume principale della provincia, che sfocia nel Mar Adriatico tramite il Po;
  • il torrente Aqua Granda e altri minori che si scaricano nel fiume Inn in Svizzera per poi unirsi al Danubio nell’Austria settentrionale, tramite il lago artificiale Livigno, concludendo la corsa nel Mar Nero nel sud-est della Romania. 

# Le navi battenti bandiera italiana hanno il diritto di navigazione sul Danubio grazie ai suoi fiumi

Di Kimdime – File:Lignedepartagedeseaux.png, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=33119514 – Bacini idrografici Europa

La provincia di Sondrio insieme ad altre tre aree d’Italia, come quella di San Candido con la Drava, consentono di far arrivare l‘apporto di acque “italiane” al Danubio a circa lo 0,16% della sua portata complessiva. Questo consente, in base a quanto stabilito nella Convenzione di Belgrado del 1948, alle navi battenti bandiera italiana di avere il diritto di navigazione lungo il fiume.

# Racchiude le più elevate vette lombarde: il punto più alto supera i 4000 metri

Maps – Provincia di Sondrio

Per il suo sviluppo longitudinale e per il fatto di essere la provincia più a nord della Lombardia, racchiude al suo interno le cime più elevate della regione appartenenti alle Alpi Retiche, con il punto più alto segnato dalla Punta Perrucchetti a 4.020 m s.l.m., cima secondaria immediatamente a sud del Pizzo Bernina. La montagna più alta è invece Pizzo Zupò, che con i suoi 3996 m s.l.m. è seconda per altezza del Massiccio del Bernina, la cui vetta si trova in Svizzera.

Leggi anche: Dove osano le aquile: questo è il punto geografico più alto della città metropolitana

# Condivide con Brescia e il Trentino il più grande Parco Nazionale delle Alpi 

ph. Eric Westendarp from Pixabay – Giogo dello Stelvio

Un altro record della provincia riguarda la presenza del Parco Nazionale dello Stelvio: il più esteso delle Alpi con oltre 130mila ettari di terreno, dove è presente il secondo più alto valico transitabile d’Europa che mette in collegamento Bormio con Trafoi. Il parco è condiviso con Brescia e il Trentino Alto Adige, che contribuisce con il 48% della superficie complessiva.

FABIO MARCOMIN (Ultimo aggiornamento: 23 aprile 2025)

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I sette edifici di Milano di «livello internazionale» secondo il New York Times

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Villa Borsani - ph. @ katmclean63 IG

Milano non è affatto una città grigia. Se ne sono accorti anche gli USA.

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I sette edifici di Milano di «livello internazionale» secondo il New York Times

# La città vanta una lunga storia e una grandissima ricchezza architettonica

officina6arte IG – Mediolanum

Parola del New York Times. Premesso che su certi argomenti le opinioni che provengono da oltreoceano andrebbero prese con le pinze, in un dettagliato articolo la testata americana racconta come Milano possa vantare una lunga storia e una grandissima ricchezza architettonica. Ricorda che Milano fu fondata nel 590 A.C. e che sia sempre stata considerata grigia, poco romantica e principalmente un centro economico finanziario a differenza delle città d’arte di Roma, Venezia e Firenze. E che questo è stato senz’altro vero per molto tempo.

# La trasformazione degli ultimi 25 anni

Credits Andrea Cherchi – Porta Nuova new

Ma il NYTimes afferma che le cose sono cambiate: negli ultimi venticinque anni la città ha migliorato incredibilmente il suo aspetto e di conseguenza la sua immagine nel mondo. Le enormi aree abbandonate o dismesse, le nuove modernissime architetture, l’estesa rete metropolitana le hanno fatto perdere la nomea di città grigia e dimessa. Non solo: questa continua profonda trasformazione in atto tutt’ora la fa percepire come una realtà dinamica, pulsante e attrattiva che, unita ad un enorme patrimonio storico e artistico, la rendono una meta estremamente attrattiva in tutto il mondo. Addirittura presenta edifici di livello mondiale. Come questi. 

Leggi anche: Altro che Dubai o New York: è Milano la terra promessa dei ricchi del mondo 

# Gli edifici di Milano di livello internazionale secondo il NYT

Credits: @
fondazioneprada IG

L’articolo del NYT continua poi con un lungo elenco di quelle che considera gli edifici più interessanti di Milano. Ne dimentica molti, ma resta comunque una lista degna di nota considerando che alcune di queste non sono conosciute nemmeno dai milanesi stessi. Oltre a Duomo, Castello e Galleria (considerata il più antico centro commerciale del mondo), il NYT sottolinea queste sette eccellenze di livello mondiale:

  • Villa Necchi Campiglio,
  • Villa Borsani,
  • La Torre Velasca,
  • Chiesa di Santa Maria Annunciata di Gio’ Ponti,
  • L’Arengario (con il ristorante Da Giacomo),
  • Fondazione Prada
  • il Bosco Verticale.
Villa Borsani – ph. @alisabykova IG

Interessanti sono anche i commenti all’articolo dove qualcuno definisce Milano interessantissima, qualcuno la denigra, e dove più di uno ricorda il Cimitero Monumentale come struttura di interesse mondiale. Insomma possiamo dire che Milano non lascia mai indifferenti e riesce sempre ad attirare l’attenzione.

Continua la lettura con: I dieci luoghi simbolo di Milano che nascondono un segreto

ANDREA URBANO

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La foto del giorno: dove siamo?

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Ph. @andreacherchi_foto

La foto del giorno: oggi siamo a Gaggiano

Ph. @andreacherchi_foto IG 

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La risposta ammazza call center.
 

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Le 4 nuove fermate all’orizzonte della M4

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Credits milanotoday - Percorso breve M4 a Buccinasco

L’appetito vien mangiando. La M4, l’ultima arrivata, ha fretta di crescere. Questi i progetti approvati e quelli sul tavolo.

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Le 4 nuove fermate all’orizzonte della M4

# Prossime fermate a est: San Felice e Segrate

Credits segratecitylab – Hub segrate

Il progetto più avanzato prevede l’estensione della linea ad est: per altri 3,1 km con 2 fermate, Idroscalo e Segrate. Nel mese di dicembre 2023 la giunta di Milano ha approvato il Piano di fattibilità tecnica ed economica, anche se ai 420 milioni di euro già finanziati ne servono altri 44 milioni di extra costi dovuti all’incremento delle materie prime.

Credits mm – Planimetria stazione ferroviaria Segrate Porta Est

Il tracciato parte da Linate e sarà in parte subacqueo: passerà infatti sotto il bacino artificiale dell’Idroscalo, per terminare alla stazione di Segrate che diventerà la Stazione di Porta Est per l’Alta Velocità. I passi successivi saranno nell’ordine: progetto definitivo, esecutivo, indizione bando e avvio lavori. Se si troverà la copertura finanziaria integrale, l’inaugurazione non avverrà comunque prima del 2032.

Leggi anche: La “Grande Porta dell’Est”: nel futuro di Milano un grande Hub Metro-Ferroviario

# Direzione Sud-Ovest: Corsico e Buccinasco (fino a Trezzano?)

Credits: giornaledeinavigli.it – Diverse ipotesi di prolungamento M4 a ovest

In direzione sud-ovest, oltre la stazione di San Cristoforo FS, ci sono invece 6 ipotesi di prolungamento allo studio. Una di queste spingerebbe la linea fino a Trezzano sul Naviglio con fermate che toccherebbero i comuni di Corsico, Buccinasco e Cesano Boscone.

Gli altri scenari prevedono il prolungamento di una/due fermate a Buccinasco e Corsico.

Credits milanotoday – Percorso breve M4 a Buccinasco

Dalle ultime informazioni trapelate da Comune di Milano e Regione Lombardia l’ipotesi più probabile sarebbe quella di una sola fermata aggiuntiva dal costo di 150 milioni di euro. Pare esclusa una stazione sfruttando i binari del deposito. Al momento non è stata presa nessuna decisione. 

Continua la lettura con: Quante città hanno la metro in Italia?

FABIO MARCOMIN (Ultimo aggiornamento: 23 aprile 2025)

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I 10 posti dove ogni milanese deve essere stato. Almeno una volta

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Ph. @visit_milano IG

Milano è un luogo incredibilmente amichevole, ospitale e tollerante. Accoglie tutti, indistintamente. Basta essere residenti da una settimana, amare la città e si è milanesi da subito. Ma se l’ambiente urbano consegna questo titolo con grande facilità, a livello individuale ci sono alcuni posti che il nuovo milanese (o il milanese autoctono pigro) dovrebbe aver visitato, per potersi considerare un cittadino a tutti gli effetti.

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I 10 posti dove ogni milanese deve essere stato. Almeno una volta

#1 Sul tetto del Duomo

credits: IG @visit_milano

Le Terrazze sono il posto in cui si percepisce la città nel suo stadio più puro di bellezza gotica. 135 guglie, gli ornati, la statuaria, la Madonnina e tutte quelle preziosità architettoniche da ammirare da vicino, certamente. Ma più di tutto ancora l’esperienza incredibile di vedere il sole calare dal punto centrale della città, la vista a spaziare in tutte le direzioni. Attenzione, però: se siete studenti universitari, posticipate la visita a dopo la laurea!

Leggi anche: Le superstizioni universitarie a Milano: a volte studiare non basta

#2 “Qualcuno di voi mi tradirà”

monumenti da salvare

L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci fu dipinta nel 1497 sulla parete del refettorio di Santa Maria delle Grazie. Dopo svariati restauri conservativi dovuti alla tecnica sperimentale (fallimentare) che il genio fiorentino scelse al posto dell’affresco per questo suo capolavoro, l’opera è visitabile con prenotazione online. Per il valore artistico incommensurabile del dipinto, passare quei 15 minuti seduti sulla panchina in fondo alla sala è un rito di passaggio per immergersi nell’aspetto più geniale della milanesità.

Leggi anche: 7 motivi che rendono l’Ultima Cena un’opera unica al mondo 

#3 Spesa all’Esselunga

Credits: www.offerteshopping.it

Non si può essere di Milano se non si frequentano i punti vendita di una delle sue icone. L’Esselunga esordì nel 1957 con le famose insegne Supermarket dall’esse lunga, da cui deriverà il suo nome di fatto democraticamente scelto dai clienti. Fare la spesa qui è  uno stato d’animo. Di tutti i supermercati presenti a Milano, ce ne sono alcuni che risultano essere più cool, per storia, frequentazione o posizione: Papiniano, Washington e Gae Aulenti.

Leggi anche: I record di Esselunga

 #4 L’ascensore della Torre Branca 

torre branca

Negli anni ‘30 del secolo scorso, la città che sale (mai come oggi) costruì questo totem metallico nella radura del Parco Sempione, oggi divenuto il luogo prediletto dei milanesi per fare attività all’aperto. La ditta Fratelli Branca curò il restauro del monumento negli anni ’70 assicurandosene il nome, in omaggio dalla città. Salire sulla torre tramite il breve e claustrofobico percorso dell’ascensore, è una tappa immancabile per tutti i milanesi, in particolare gli innamorati.

Leggi anche: Torre Branca: 5+1 cose che forse non sai della Torre Eiffel di Milano

#5 Un derby (o una serata di Champions) a San Siro 

A che punto si è arrivati con la polemica sullo stadio? San Siro sì, San Siro no, come in ogni questione l’opinione pubblica si divide. Nel catino del Mondiale di Italia ’90 (per il quale fu aggiunto il famigerato ‘terzo anello’ da cui i giocatori sembrano le pedine del Subbuteo) adesso ci fanno anche i concerti degli artisti trap. Ma è solo durante uno dei derby (di campionato, di Coppa Italia o negli anni migliori in Champions League) che lo stadio trasmette la milanesità con le sue righe rosso-nero-azzurre. O, in alternativa, una serata di Champions. Soprattutto di questi tempi. 

Leggi anche: Milano è l’unica città al mondo ad aver vinto la Champions con due squadre diverse

#6 Shopping o aperitivo alla Rinascente

migliori rooftop
Credits: madtrip.co

La catena prototipo dei vecchi ma fascinosi ‘grandi magazzini’, oggi controllata da un gruppo thailandese, ha nella sede milanese la sua punta di diamante tra le 8 presenti in tutta Italia. Recentemente rinnovata nel concept, offre ogni possibile occasione di shopping, dalle grandi case di moda al food. Il periodo migliore dell’anno per visitarla è sotto le vacanze di Natale, per via dell’atmosfera magica che vi si respira. Tassativo rendere omaggio qui, sulla terrazza di fronte alle guglie del Domm, a un’altra religione milanese: l’aperitivo.

Leggi anche: Breve storia della Rinascente: da D’Annunzio ai thailandesi

 #7 Una serata alla Scala

Varcare gli stipiti d’epoca dell’ingresso è già una grande emozione. Ma nulla ci può ancora preparare al mistero dei corridoi dalle tante porticine, alla visuale privilegiata dall’intimità di un palco, al colpo d’occhio del volo d’uccello dall’alto del loggione. Venire qua è una tappa fondamentale, in una delle tante occasioni che il Teatro offre, dall’opera al balletto, dai concerti al coro delle voci bianche, dagli spettacoli per le scuole alle serate di gala. Simbolo di milanesità dal 1778.

Leggi anche: Napoleone aprì le porte della Scala al popolo

#8 Arrivare alla Centrale con un treno da Roma

Credits: milanopost.info

Così iconica da divenire anche lo scenario di thriller contemporanei, la Centrale è uno dei migliori lasciti dell’era fascista, dal gusto monumentale quasi tedesco. Oggi è piacevole attraversarla quando si torna da un viaggio in treno, perché per ogni milanese la galleria dei binari dalle alte volte è sinonimo di casa. Specie se si sta tornando da Roma e ci si è riempiti gli occhi per giorni (o ore) di quella italianità esasperata, così lontana dal sobrio internazionalismo di Milano.

Leggi anche: La Centrale è la stazione più grande d’Europa

#9 Street food a Chinatown

credits: IG @_prosciuttodiprada_

Milano è famosa per essere l’unica città al mondo in cui la Chinatown viene anche indicata con il nome originario del quartiere, che deriva dalla via che l’attraversa: Paolo Sarpi. Semi-pedonalizzata, con alberature e vari punti di attrazione, dalle botteghe storiche dove si possono trovare i formaggi inglesi alle enoteche con dehors che servono vino sloveno, è divenuta negli ultimi anni un must dello street food per ogni milanese à la page, che si fa paziente la coda per gustarsi una razione di ravioli di carne o di verdura da asporto.  

Leggi anche: Milano è l’unica città al mondo a chiamare Chinatown con il nome originale del quartiere

#10 Fuorisalone e Fondazione Prada

credits: IG @fondazioneprada

Ancor più che dalla settimana della moda, il milanese curioso si fa ipnotizzare dalla settimana del design e dalla sua fiera spontanea del Fuori Salone, iniziata negli anni ’80. L’atmosfera che si percepisce in zona Tortona o nel comparto di Ventura a Lambrate in quei giorni è qualcosa che va visto per essere veramente compreso, intrufolandosi nei cortili aperti per assistere a una delle tantissime performance artistiche collegate. Parlando di design, però, non si possono ignorare i richiami all’arte contemporanea offerti dallo splendido complesso della Fondazione Prada con la sua torre, le sue installazioni e il suo progetto di recupero architettonico. Sì, sì, anche qui (nel mitico Bar Luce progettato dal regista americano Wes Anderson) fanno l’aperitivo…

Continua la Lettura con: Fuorisalone: le 10 installazioni più suggestive di sempre

LORENZO ZUCCHI (Ultimo aggiornamento: 23 aprile 2025)

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23 aprile. Nasce la Vespa

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Ph. @fu_mannifu.official IG

23 aprile 1946. Nasce la Vespa. Il suo nome e la sua forma derivano dall’intuizione di Enrico Piaggio che voleva qualcosa di diverso dalle solite moto. Fece così progettare il motociclo da un ingegnere aeronautico, Corradino D’Ascanio, che aveva in carico progetti di elicotteri e la mente sgombra da stereotipi a due ruote.

Credits: teverepost.it
Fabio Cofferati sulla Vespa

Nasce così un motociclo su cui si può salire senza dover scavalcare il sellino, con il cambio sul manubrio, con una scocca che protegge il motore, con sospensione anteriore simile a quella degli aerei e con una ruota di scorta.

Un design unico. La leggenda dice che alla vista del primo prototipo Enrico Piaggio esclamò “sembra una Vespa”: nacque così il famoso nome, un Brand conosciuto a livello internazionale.

Credits: teverepost.it
Fabio Cofferati e la sua vespa

Continua la lettura: Le due ruote che non esistono più

MILANO CITTA’ STATO

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Le 10 estensioni della metro più urgenti da realizzare per collegare l’hinterland a Milano

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M3 Peschiera

A Milano, non si parla solo di linee metropolitane già approvate in modo definitivo, ma anche e, forse, ancor di più delle estensioni possibili o immaginate. Queste dovrebbero essere prioritarie. Lo dicono i milanesi stessi. 

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# M1 (o M4) fino ad Abbiategrasso

Naviglio-Grande-Abbiategrasso Credits: @Si Viaggia.jpg

Il sogno di arrivare in metro fino ad Abbiategrasso al momento rimane tale, dopo che era stata proposta alcuni anni fa dal Sindaco Sala. L’estensione della M1 è pianificata solo fino al Quartiere Olmi ad ovest, con la fine dei lavori prevista attorno al 2031, sempre che il secondo bando scaduto a febbraio 2025 sia andato a buon fine.

Milano-Abbiategrasso M4

Si tratterebbe quindi di allungare il tracciato di svariati chilometri oltre il futuro nuovo capolinea, oppure prolungare la M4 da San Cristoforo e invece che fermarla a Buccinasco farla procedere sulla Vigevanese fino al comune più grande dell’hinterland.

# M2 da Cologno Nord a Vimercate

Credits: mondomilano.it
prolungamento Cologno Vimercate

Il prolungamento della linea M2 da Cologno Nord a Vimercate è uno dei progetti più concreti in fase di sviluppo grazie all’avio dello studio di fattibilità preliminare. Il progetto prevede l’utilizzo di una metropolitana leggera, che rappresenta una soluzione ottimale in base al rapporto costi-benefici per i comuni dell’area. Il percorso di 12 km è pensato per servire i comuni di: Brugherio, Carugate, Agrate Brianza, Concorezzo e Vimercate. In caso di esito positivo si passerebbe alla realizzazione dello studio di fattibilità vero e proprio necessario alla richiesta delle risorse per realizzare l’opera. MM è chiamata a studiare le alternative migliori recependo le richieste dei singoli enti.

# M2 fino a Rozzano o Binasco

M2 a Rozzano

Una delle proposte più discusse riguarda l’estensione della M2 verso sud, fino a Rozzano o Binasco. Anche se inserita nel Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), al momento non esiste uno studio preliminare su quest’opera. I sindaci dell’area sud, in particolare quelli di Rozzano, Binasco e dei comuni limitrofi, avevano sollecitato il reinserimento di questa estensione nel piano di sviluppo della metropolitana. Tuttavia, la proposta non ha ricevuto l’attenzione che merita, e la realizzazione dell’opera rimane in sospeso. 

# M3 fino a Paderno Dugnano (Nord) e a Paullo (Sud)

Credit: nord24milano.it

Per l’estensione a nord, la proposta prevede il prolungamento di due fermate, passando per i comuni di Cormano e Paderno Dugnano, riducendo il traffico su alcune delle principali arterie stradali come la SP35 e la SP44. Nel 2020 erano stati stanziati 350 mila euro per lo studio di fattibilità, ma da allora non sono stati fatti progressi significativi.

M3 Peschiera

A sud, però, ci sono novità: la proposta di estendere la M3 fino a Paullo è stata recentemente messa in discussione. Si prevedeva la formula metro più metrotranvia. La Regione Lombardia ha presentato una nuova proposta per il sud-est di Milano, avvallata dai sindaci dei comuni interessati, per arrivare con la metropolitana fino a Peschiera Borromeo (2 fermate e 4,4 km di tracciato) e poi proseguire con bus in corsie protette e in alternativa o in aggiunta una ferrovia fino a Crema, per servire quindi tutto l’asse della Paullese. MM è al lavoro per realizzare lo studio di fattibilità, per la ferrovia è stato dato incarico a Ferrovie Nord.

Leggi anche: M3 fino a Peschiera, semaforo rosso per Paullo, novità per Crema: la proposta della regione per il sud-est di Milano

# Prolungamento M4 a est fino a Segrate e a ovest fino a Trezzano sul Naviglio

M4 Segrate

Il prolungamento della M4 è uno dei progetti più avanzati, con il tratto a est fino a Segrate già confermato e finanziato quasi integralmente. Si prevede che il prolungamento si concluda con due nuove fermate a Idroscalo San Felice e Segrate Porta Est, dove è prevista la nuova stazione dell’alta velocità, rendendo più facile l’accesso alla zona est di Milano. Al momento vanno però recuperati circa 70 milioni di euro per coprire il budget, oltre a dovere realizzare la progettazione definitiva, con l’attesa a breve della Conferenza dei Servizi: obiettivo avvio lavori entro il 2026.

M4 verso ovest

A ovest, il Comune di Milano ha recentemente avviato una discussione sul possibile prolungamento della M4 fino a Trezzano sul Naviglio, un progetto che si intreccia con le necessità di miglioramento del traffico nelle zone a ovest della città. Tra le sei ipotesi analizzate quella con il tracciato più esteso prevedeva di terminare a Trezzano sul Naviglio.

M4 a ovest

Negli ultimi giorni è arrivata la notizia della scelta del percorso più breve, di 1,5 km e una sola fermata a Buccinasco non lontano da Corsico, e dell’avvio dello studio di fattibilità. Puntando ancora di più verso l’esterno con il sogno Abbiategrasso, si potrebbe ridurre in maniera sensibile il traffico proveniente dai comuni dell’hinterland ovest e anche sulla tangenziale ovest, ma al momento l’ipotesi non è nemmeno all’orizzonte.

Leggi anche: La M4 si allunga ad ovest: questo il tracciato per portare la blu fuori Milano 

# M5 fino a Cinisello Balsamo passando per Cusano Milanino

ilgazzettinometropolitano.it – Sbinamento M5

In attesa che si risolva la grana extracosti per portare la linea fino al futuro capolinea di Monza Polo Istituzionale, il passo successivo è il bando di gara, alcuni anni fa era stata avanzata la proposta per allungarla fino a Cinisello Balsamo. Si prevedeva una biforcazione da Bignami per servire anche i comuni di Bresso e Cusano Milanino con cinque fermate in totali. Nonostante gli stanziamenti iniziali per lo sbinamento, il progetto è stato messo in pausa e non si sa ancora quando e se il progetto verrà di nuovo preso in considerazione.

Leggi anche: Tra Cinisello e Monza è battaglia per gli extra costi della M5

# M5 da San Siro Stadio a Magenta

Milano-Magenta M5

Il prolungamento della M5 è stato oggetto di discussioni anche riguardo la possibilità di estenderlo fino a Magenta, passando per Settimo Milanese. Un primo studio di fattibilità era stato realizzato nel 2019, con una proposta che prevedeva un tracciato di 5 fermate tra Settimo Milanese e San Siro Stadio. Un altro piano alternativo prevedeva un percorso di 2,5 km, con solo due fermate a ovest di Milano, in zone come Quarto Cagnino e Quinto Romano. Infine quello ambizioso per un tracciato di massimo 20 km, con Bareggio che ne trarrebbe il maggior beneficio a circa 11 km dal capolinea ovest di San Siro Stadio, e la prosecuzione in metrotranvia da Settimo. Nell’estate del 2024 è stata effettuata un’indagine geognostica nel Parco di Trenno, per procedere con lo studio di fattibilità sull’alternativa più probabile di estensione di 4 fermate e 4,5 km fino a Settimo Milanese.

Continua la lettura con: M6, il sogno rosa di Milano: l’ultimo aggiornamento sul tracciato più probabile

FABIO MARCOMIM

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Questo è il comune vicino a Milano con il prezzo delle case più basso

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Ph. @prolocoabbiategrasso IG

I prezzi delle case milanesi stanno volando sempre più alle stelle. Ma qual è la situazione nell’hinterland? 

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Questo è il comune vicino a Milano con il prezzo delle case più basso

# La regina delle case “low cost” è… Abbiategrasso

credits ilpazoo ig

Abitare Co, – società di intermediazione e servizi immobiliari specializzata sulle nuove residenze – ha appena pubblicato un report sul mercato immobiliare più conveniente. Per misurare qual è la regina delle case a buon prezzo, è stato calcolato dove, con un budget di 300 mila euro, si può acquistare una casa di metratura maggiore. Secondo lo studio, il comune dell’hinterland che dà la possibilità di acquistare abitazioni di dimensioni maggiori è Abbiategrasso: in media con 300mila euro si acquista una casa di 133 mq. Il vantaggio è consistente sui comuni che lo inseguono: 

  • Senago (107 mq),
  • Peschiera Borromeo (105 mq)
  • Rho (105 mq).

La maggiore opportunità nell’hinterland in termini di prezzi e qualità delle costruzioni ha avuto un impatto anche sulle compravendite. Se a Milano, dal 2019 al 2023, le transazioni sono calate del 5.3%, in media nell’hinterland si è registrato un aumento dell‘11,6 %.

# Il trend in Italia: la provincia rocks

credits andreacherchi ig

Il maggiore interesse agli acquisti nei dintorni delle città è un fenomeno che non riguarda solo Milano ma è esteso in tutta Italia. L’incremento maggiore delle compravendite di abitazioni, infatti, si è registrato nell’hinterland di Napoli, con un +78,3% dal 2019 al 2023. Seguono poi Bologna, con un +51,2% e Torino con un +35,1%. 

# L’andamento dei canoni d’affitto a Milano e provincia

credits comune di cernusco sul naviglio ig

Secondo gli ultimi dati forniti dal centro studi Immobiliare.it Insights, negli ultimi 8 anni i canoni d’affitto sono aumentati quasi in egual misura nel centro di Milano e in periferia: si parla, infatti, di poco più del 42% nei comuni limitrofi. Per quanto riguarda la vendita, invece, il gap tra Milano e il circondario si è allargato in maniera ben più rilevante: comprare casa oggi costa circa il 50% in più rispetto al 2016, mentre in provincia solo il 18% in più. Ma quali sono i comuni con i prezzi più alti?

# I comuni più costosi dell’hinterland di Milano

credits expedia ig

Quali sono quindi i comuni più costosi dell’hinterland di Milano? Il comune più costoso è Assago, dove chi vende immobile chiede in media oltre 3.800 euro/mq. Al secondo posto troviamo Segrate, con 3.400 euro/mq medi. Chiude il podio Cernusco sul Naviglio, con 3.350 euro/mq.

Continua la lettura con: I comuni dell’hinterland con i nomi più strani

ANDREA PARRINO

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Le 5 nuove stazioni di metro e circle line nel futuro di Milano

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Rendering dettaglio Milano Mind

Queste sono le tre nuove stazioni in costruzione a Milano, tra metropolitana e Circle Line. Lo sviluppo della rete di trasporto su ferro però non si ferma qui. Vediamo quali cantieri dovrebbero essere aperti nel prossimo futuro.

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Le 5 nuove stazioni di metro e circle line nel futuro di Milano

Le tre nuove stazioni della M1

Credits Comune di Milano – Estensione M1 Quartiere degli Olmi

Il progetto di estensione della metropolitana rossa prevede tre fermate, Parri-Valsesia, Baggio, Quartiere Olmi, e un tracciato di 3,3 km lungo le vie Parri e Pertini. A questo si aggiunge un deposito/rimessa oltre la tangenziale al confine con il Comune di Settimo Milanese. Nei prossimi mesi si dovrebbe conoscere l’azienda incaricata, nel caso il secondo bando fosse andato a buon fine, per poi dare il via lavori entro il 2025 e inaugurare la tratta nel 2031. Queste le prime immagini di come dovrebbero essere gli accessi e le aree superficiali di ognuna delle stazioni.

#1 Stazione Parri

Stazione Parri

La prima delle tre nuove fermate del prolungamento ovest della linea rossa. Situata lungo via Parri, in prossimità di via Valsesia, prevede tre accessi tra cui uno aggiunto per collegare direttamente il quartiere Mengoni. In superficie nuove aree verdi e alberature.

#2 Stazione Baggio

Stazione Baggio

All’ingresso sud dello quartiere storico di Baggio, la nuova stazione viene immersa in un contesto urbano rinnovato. Le sistemazioni superficiali prevedono la creazione di aree verdi attrezzate e interconnessioni ciclopedonali.

#3 Stazione Olmi

Stazione Olmi

Il futuro capolinea della linea M1 a sud ovest è un quartiere di edilizia residenziale pubblica di circa 8000 abitanti confinante con il Comune di Cesano Boscone, con il quale condivide un pezzetto di una via: il Quartiere degli Olmi. Anche qui sono previste aree verdi in superficie, aree gioco e percorsi ciclopedonali per collegare i paesi limitrofi, mentre il design degli accessi dovrebbe essere in linea a quello delle ultime fermate realizzate sulla M1 vero Rho Fiera.

Leggi anche: La linea M1 si fermerà a Olmi: le prime immagini delle tre nuove fermate

Le due nuove stazioni della Circle Line

Urbanfile – Stazioni MIND e Stephenson

Anche per la Circle Line, il futuro servizio svolto dalla sovrapposizione di più linee suburbane e regionali, sono previste nuove stazioni in aggiunta a Tibaldi attiva dal 2022 e Porta Romana Fs pronta nel 2026. 

#4 MIND-Merlata

Per la stazione di MIND-Merlata o MIND Milano, è in corso lo studio di fattibilità. È destinata a servire i due nuovi quartieri e si va a collocare prima della stazione di Rho Fiera Milano arrivando dal centro. Il progetto curato dallo studio CREW Cremonesi Workshop società di progettazione del Polo Urbano del Gruppo FS prevede una banchina coperta collegata alla passerella MIC tramite scale fisse, scale mobili e ascensori, per garantire funzionalità e accessibilità ottimali. Presente inoltre un edificio di stazione con atrio, sala d’attesa e servizi per i viaggiatori e all’esterno una velostazione. L’investimento previsto è di 33,5 milioni di euro.

#5 Stephenson

Nuove stazioni circle line Milano MIND-Merlata e Milano Stephenson

Per la stazione Stephenson, finanziata nell’ambito dell’Accordo Scali, non ci sono al momento indicazioni progettuali, ma si sa soltanto che verrà realizzata tra quella di MIND e quella di Certosa. Tra le altre previste, ma non ancora confermate, quelle di Istria, ad interscambio con la M5, e Dergano con la M3.

Leggi anche: A Milano nasce «la città dei giovani»: posata la prima pietra

Continua la lettura con: Metro e Circle Line: Porta Romana e le altre due nuove stazioni in costruzione a Milano

FABIO MARCOMIN

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I 5 quartieri di Milano da ricostruire da zero

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Gratosoglio - ph. @ italiacasepopolari IG

Abbiamo chiesto ai milanesi quale quartiere vorrebbero ricostruire da zero, se potessero. Queste le 5 prime scelte.

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I 5 quartieri di Milano da ricostruire da zero

 

#5 Bicocca, un tempo occupata dalla Pirelli, la sua ricostruzione non ha avuto gli effetti sperati

Il quartiere universitario della Bicocca
Il quartiere universitario della Bicocca

La Bicocca è uno dei quartieri più recenti di Milano. I fenomeni di deindustrializzazione e delocalizzazione dalla fine degli anni ’70 hanno infatti pesantemente inciso nella zona e sui suo futuri sviluppi. A partire dagli inizi degli anni ’80 fino al 2005 un grande progetto di riqualificazione e smantellamento dell’area di oltre 300.000 mq prima occupata dagli stabilimenti della Pirelli, ne ha cambiato il volto. Di recente sono stati realizzati altri interventi edilizi, con nuovi edifici residenziali, oltre all’avvio del restyling dell’ateneo. A detta di molti esperti di urbanistica però la ricostruzione di questa parte di città non ha sortito gli effetti sperati. La soluzione migliore sarebbe forse quella di abbatterla e ricostruirla da zero per farlo diventare il quartiere del futuro. 

#4 Giambellino, uno dei quartieri popolari più grandi di Milano

Credits: radiopopolare.it

Lo storico quartiere variegato e dalle molteplici identità, che prende il nome dalla via principale che percorre tutta la lunghezza, è un rettangolo di palazzi a quattro piani costruiti negli anni ’40 per alloggiare gli operai del complesso industriale adiacente. Questo ne fa uno dei quartieri popolari più grandi della città, assieme al limitrofo Lorenteggio. Attualmente è in corso un grande progetto di riqualificazione che li coinvolge entrambi con demolizione e ricostruzione di diversi immobili, per ora solo tre delle otto abbattute, mentre sono in fase di bonifica e demolizione le tre stecche su Via Lorenteggio. L’apertura della M4 con la contestuale riqualificazione delle aree superficiale è un ulteriore step nel processo di rinascita del quartiere, sarà sufficiente a trasformarlo?

Leggi anche: RESTYLING GIAMBELLINO: la riqualificazione dell’ex quartiere della MALA (rendering)

#3 Gratosoglio, il sogno infranto di realizzare un quartiere autonomo

Gratosoglio

L’idea per il Gratosoglio era quella di creare un grande quartiere autonomo. Per farlo si scelse lo studio BBPR, famoso per aver realizzato la Torre Velasca. Sviluppato su un’area di circa 50 ettari, nell’estrema periferia meridionale di Milano, è formato da otto torri alte 56 metri e 52 edifici in linea alti 30 metri. Il risultato non ha purtroppo mantenuto le aspettative, si presenta infatti anonimo, ripetitivo e con nessuno slancio estetico. Il quartiere sconta oggi anche anni di scarsa attenzione e manutenzione e conseguente degrado e, nonostante qualche timido intervento di riqualificazione, abbatterlo e rifarlo da capo potrebbe essere l’unica possibilità per farlo rinascere.

#2 Ponte Lambro, un quartiere isolato da decenni e in forte degrado

Credits: Urbanfile

Ponte Lambro tra tutti quelli da rifare è quello che sconta anche il fatto di essere mal collegato al resto della città, non ha né fermate di metro né di tram. Tutto è partito dalla crisi economica del dopoguerra con la conseguente chiusura e delocalizzazione della fabbriche della zona e che ha portato al suo isolamento. Poi l’ampliamento dell’aeroporto di Linate e l’interruzione della strada Paullese negli anni ’60, e infine agli inizi degli anni ’70 la realizzazione della Tangenziale Est gli hanno dato il colpo di grazia lasciandolo come un corpo a se stante. Il risultato inevitabile è stato un forte degrado urbano, carenza di servizi sociali e molte case fatiscenti, che potrebbe essere risolto solo ricostruendo il quartiere da zero e ripensando il trasporto pubblico.

Leggi anche: Uno dei due RISTORANTI più ANTICHI d’EUROPA è a Milano!

#1 La “zona nera” di San Siro 

Veniamo a un altro quartiere difficile della città, la porzione di San Siro a sud di Piazzale Segesta. Come il Giambellino si caratterizza per case popolari e palazzi tipici dell’edilizia degli anni cinquanta, dall’estetica approssimativa e improntati alla mera funzionalità. Tristemente conosciuta per essere degradata e pericolosa, anche per la popolazione a prevalenza straniera e in particolare di origine araba, con frequenti fenomeni di occupazione e microcriminalità e per questo conosciuta come il “Quadrilatero dell’illegalità”. A complicare il tutto la conformazione e la localizzazione degli edifici nel contesto cittadino ha creato una sorta di ghetto. Alla fine del 2023 è stata presentata la proposta “Rigenerare la città” che punta a trasformare radicalmente questo quadrante nell’ovest della città. Potrebbe essere l’ultima speranza prima di un eventuale intervento radicale di demolizione e ricostruzione.

Leggi anche: Torri, verde, boulevard pedonale: il FUTURO della “zona nera” di SAN SIRO

Continua la lettura: I cinque quartieri più curiosi di Milano

FABIO MARCOMIN (Ultimo aggiornamento: 22 aprile 2025)

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Un Milanese a Roma: le 5 differenze e i 3 punti in comune tra le due città rivali

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ilficoristorante IG

Come vive un milanese a Roma? Non da turista, ma affittando un appartamento in periferia e provando a vivere la città più reale. In questo caso il milanese non è di nascita ma di adozione, con ventun anni di milanesità alle spalle, sufficienti a fargli cogliere anche di sfuggita le differenze e le similitudini tra le due grandi città d’Italia eterne rivali.

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Un Milanese a Roma: le 5 differenze e i 3 punti in comune tra le due città rivali

Le 5 differenze

#1 Le dimensioni

francescomelchiorri IG – Pastorizia urbana

Facile sentirsi scorati, al verificare l’estensione della città eterna, che come ripetono qui è ‘undici volte Milano’ (per territorio), mentre è solo il doppio quanto a popolazione. La città finisce e ricomincia più volte, in mezzo ai colli e ai pini marittimi, con intere borgate di condominii popolari collegate da viali che scorrono in mezzo ai cartelloni pubblicitari. Noi invece dobbiamo ancora chiedere che venga annessa Pero, perché Sesto San Giovanni sarebbe troppo grande.

#2 La metropolitana

Mappa solo metro – Roma Metropolitane

A sorpresa, con la linea C (la ‘verde’) sembra proprio di essere a casa, visto che l’arredo interno è identico a quello delle nostre M4 e M5, frequenza a parte, copertura telefonica a parte. Esotiche invece le linee A e B, sicuramente meglio la A, anche se negli orari di punta si deve scendere a patti con la coscienza e pensare di essere ai cancelli di un mega evento live che sta per iniziare. Consolazione: la tratta costa 1,50 euro (e si entra con carta ovunque).

#3 La gente che parla

Sicuramente la differenza culturale più evidente, rispetto alla tendenza milanese di introversione, erede dei due stereotipi di mentalità chiuse e aperte con cui per anni hanno infarcito cinema e televisione di boutade su Nord e Sud. I clienti non si limitano mai a ordinare, ma approfittano per brevi conversazioni, anche se non si conoscono. Se invece sono amici, allora la coda può durare anche qualche minuto, ma nessuno protesta.

#4 I ristoranti tipici

ilficoristorante IG

Impressionante l’offerta di ristoranti con cucina romana, dalla pinsa al taglio che è in ogni baracchino di periferia e del centro, sino alle osterie specializzate in pasta, devo dire molto buona e al dente, sicuramente meglio di quella dei ristoranti per turisti nel centro. Prezzi popolari al confronto della capitale della moda, che ormai propone troppi locali settati per il target più alto, perdendo un po’ in autenticità. E poi forse il riso giallo non è abbastanza iconico.

#5 Le emergenze monumentali antiche che spuntano ovunque

istvan_81 IG – Acquedotti romani

Non parliamo dei fori romani, ma di tutte quelle formazioni in mattoni che compaiono all’improvviso mentre si vaga senza meta per la città: acquedotti, mura, rovine varie, terme, templi, ville di campagna, colonne, necropoli. Nelle prime ore di soggiorno sorprendono per estensione e stato di conservazione, e in alcuni casi anche per imponenza. Poi ci si abitua alla condizione: quella di convivere con il territorio dove nei secoli passati sorgeva il più grande impero della storia.

I 3 punti in comune

# Lo sviluppo delle periferie

inviaggioconlollo IG – Murale su edificio in periferia di Roma

Visitarle tutte mi sarebbe stato impossibile, ma il trend che ho riscontrato è lo stesso che da anni fa progredire anche Milano, dal modello primordiale delle varie NYC, Londra o Berlino. Ogni area si riscopre e diventa un quartiere attrattivo, grazie anche al successo delle trasmissioni immobiliari in televisione. Ci sono i quartieri snob, quelli fricchettoni, quelli autentici, quelli studenteschi, quelli popolari. Uno sviluppo da città stato.

# L’overtourism

francescafabene IG – Turisti a Roma

Inevitabile, tra settimana di Pasqua e giubileo, fare il conto delle presenze turistiche, che rendono una vasca il passeggio in qualsiasi strada del centro. Grandissima risorsa, ma anche presenza fissa che ormai rende meno vivibile la città per i residenti. Non siamo per il modello ‘ticket’ appena inaugurato da Venezia, ma auspicheremmo un tavolo bilaterale tra i due comuni per discutere del tema.

# I lavori pubblici delle amministrazioni

metrocspa IG

Giustappunto come ultimo punto in comune tra le due città non poteva mancare l’immobilismo delle due giunte politiche che al netto delle tasse di soggiorno non riescono veramente a svettare per quanto potrebbero. Se nella nostra città abbiamo da poco testimoniato la faticosa fine dei lavori alla M4, nella capitale attendono ancora il famoso prolungamento sino al centro della C. E intere tratte di tramvie periferiche giacciono abbandonate.

In fin dei conti, Roma è solo una Milano distopica, che esagera in tutto alcuni caratteri tipici dell’italianità presenti anche a Milano, nel bene e nel male. Vedremmo bene un riavvicinamento tra le due realtà, in fondo anche una capitale di impero deve essere prima di tutto capitale di sé stessa.

Continua la lettura con: Le 7 cose che un romano apprezza di Milano

LORENZO ZUCCHI

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La foto del giorno: dove siamo?

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Ph. @adifferentstory IG

La foto del giorno: oggi siamo davanti alla Basilica di San Lorenzo

Ph. @adifferentstory IG 

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Continua la lettura con: La foto del Giorno 

MILANO CITTA’ STATO

Tipica organizzazione di un lavoro pubblico in Italia

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Uno lavora, quindici guardano.
 

Qui il video: Tipica organizzazione di un lavoro pubblico in Italia

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Continua con: Il multitasking spiegato ai non milanesi

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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Il passante in alta velocità per rivoluzionare la mobilità di Milano: le due ipotesi di percorso

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Passante Av a Milano

Una soluzione che potrebbe rivoluzionare la mobilità ferroviaria di Milano, riproponendo anche alcune infrastrutture del passato. Ecco come si potrebbe fare.

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Il passante in alta velocità per rivoluzionare la mobilità di Milano: le due ipotesi di percorso

#1 Un super passante per l’alta velocità, con 4 fermate, interrando i binari da Rogoredo a Rho Fiera

Passante Av a Milano

In questo articolo avevamo lanciato l’idea di un super passante dell’alta velocità per Milano, interrando i binari da poco prima della Stazione di Rogoredo alla Stazione di Rho Fiera. In tutto 4 fermate sotterranee per rendere fluida la circolazione ferroviaria, aumentare la velocità in entrata e uscita di treni Frecciarossa e Italo, e dedicare i binari cittadini a treni regionali, suburbani e futura circle line. A questa proposta ne è seguita un’altra. 

Leggi anche: Un super passante per l’Alta Velocità a Milano? Queste le 4 stazioni sotterranee

#2 Usare il passante ferroviario solo per il transito dei treni veloci (e spostare i treni suburbani sulla cintura)

Altro passante

L’idea viene proposta da Federica Cumbo, Coordinatrice Viaggiatori e Pendolari d’Europa. Consiste nel destinare il passante ferroviario all’alta velocità e di trasferire i treni suburbani sulla cintura, seguendo questo percorso: Farini-Garibaldi-Mirabello-Cintura. Andrebbe poi aggiunta a Repubblica la direttrice da Monza/Lecco con un raccordo Repubblica-Bivio Mirabello, riproponendo il vecchio tracciato Ottocentesco con stazione AV in Piazza della Repubblica.

In alternativa si potrebbe realizzare un Passante AV sotto la via San Gregorio-Stoppani-Piazzale Susa-Argonne/Rogoredo e una stazione AV all’incrocio di San Gregorio con Pisani. 

Da questa stazione il passante si potrebbe dirigere verso Chiasso via Monza, ripristinando l’ex Bivio Livia e verso Torino/Bovisa a Farini. 

Rispetto all’ipotesi di un percorso Garibaldi-Centrale-Vitruvio-Cintura, che allungherebbe la galleria di diversi chilometri, l’opera sarebbe meno impattante, meno costosa, e non andrebbe a toccare la falda acquifera e le fondamenta della Stazione Centrale.

Leggi anche: Un passante di serie A: 5+1 proposte per una super-rete del trasporto ferroviario urbano di Milano

Passante

 

Continua la lettura con: Il progetto di un passante ovest per realizzare una vera circle line: il percorso

MILANO CITTA’ STATO (Ultimo aggiornamento: 22 aprile 2025)

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Il «Bosco Verticale di periferia» è realtà: ma dove è finito il bosco?

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ph. internews.biz

Dopo oltre un decennio di attesa un gruppo di edifici popolari è stato riqualificato ed efficientato a livello energetico. In base ai rendering diffusi inizialmente avrebbe dovuto essere una sorta di «Bosco Verticale» di periferia, ma del verde sulle pareti esterne non c’è traccia. 

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Il «Bosco Verticale di periferia» è realtà: ma dove è finito il bosco?

# Quattro palazzi popolari in zona Romolo rinascono tra scarti di riso del Parco Agricolo Sud e tecnologie di efficientamento energetico

Urbanfile – Foto edificio via Russoli prima dell’intervento

Per oltre dieci anni erano rimasti in sospeso: le facciate, spogliate dall’amianto, attendevano il primo intervento, mentre ALER, stretto nelle difficoltà economiche, non riusciva a dare una mano. Stiamo parlando dei quattro edifici ai civici 14, 16, 18 e 20 di via Franco Russoli, a due passi dalla stazione di Romolo M2, nella periferia sud-ovest di Milano. 

Oggi sono rinati grazie a un progetto di riqualificazione. Non solo sono stati rivestiti con materiali naturali, grazie a pannelli isolanti ottenuti dagli scarti di riso del Parco Agricolo Sud, ma sono stati dotati anche di impianti solari, orti condivisi, giardini sui tetti e piccoli spazi verdi che favoriscono l’incontro e il benessere. 

# Un investimento di 15 milioni di euro pubblico-privato

internews – Rendering di come avrebbe dovuto essere il risultato finale

Il progetto, inizialmente concepito con un budget di 12 milioni di euro, ha visto il consuntivo salire a 15 milioni, con lavori terminati nei primi mesi del 2024. La riuscita di questo intervento ha potuto contare sul partenariato pubblico-privato: ALER, A2A (che ha seguito lo studio di fattibilità e tutte le fasi progettuali), Wood Beton e il supporto di Regione Lombardia, che ha contributo per circa 1 milione di euro per coprire costi “non ammissibili”.

# Tutti i 187 appartamenti sono saliti in classe energetica A 

Nei 187 appartamenti del complesso sono stati realizzati interventi che hanno portato gli edifici alla classe energetica A. Con un occhio al futuro e all’efficienza, sono state effettuate diverse migliorie:

  • sostituzione di serramenti e avvolgibili: per migliorare l’isolamento termico;

  • eliminazione delle cucine a gas: sostituite da moderne piastre elettriche;

  • rimpiazzo dei vecchi scaldabagni: con una centrale elettrica unica, alimentata dal sole, che ha permesso una significativa riduzione dei costi di riscaldamento e di produzione dell’acqua calda.

# Come sono diventati oggi

lombardianotizie.online.it – Orti torri via Russoli

L’aspetto esteriore degli edifici è il risultato di un accurato ricorso a soluzioni innovative e sostenibili:

  • cappotto naturale: le facciate sono rivestite con pannelli isolanti in carta di riso, un materiale in grado di mantenere il fresco in estate e il calore in inverno;

  • tetti verdi: i tetti sono stati isolati e trasformati in spazi condivisi, con giardini, orti urbani, arnie e piccoli alberi da frutto. Il verde, concentrato sui tetti, serve non solo a creare aree per il relax e la socialità, ma anche a raffreddare l’ambiente circostante e a trattenere l’acqua piovana;

  • Fonti rinnovabili: l’installazione di pannelli fotovoltaici ha permesso di alimentare il nuovo impianto di riscaldamento e di produzione di acqua calda, evidenziando un’attenzione particolare ai consumi energetici.

# Ma il verde sulle facciate che fine ha fatto?

aler – Via Russoli

Una delle proposte più suggestive del progetto iniziale era però proprio quella di arricchire le facciate degli edifici con veri e propri elementi vegetali: rampicanti, piante pensili e un’estensione del verde che avrebbe potuto trasformare radicalmente il paesaggio urbano. Come un «Bosco Verticale» di periferia. Peccato che come spesso accade i rendering sono una cosa e la realtà è un altra. Anche in questo caso, pur trattandosi di un progetto di risanamento di edilizia pubblica e non di un investimento immobiliare privato, l’elemento verde che avrebbe caratterizzato l’esterno degli edifici alla fine non è stato realizzato. Anziché abbracciare le pareti, è cresciuto in orizzontale, concentrato esclusivamente sui tetti. Le solite promesse da marinaio che accompagnano i rendering all’assegnazione dei progetti.

Continua la lettura con: Scalo Romana e la altre «foreste scomparse» di Milano: inserite nei progetti immobiliari, poi svanite nel nulla

FABIO MARCOMIN

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22 aprile 1945. Muore a Mauthausen Giuseppe Pagano, l’architetto che ha progettato la Bocconi

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Ph. @ganeshel IG

Solo 13 giorni prima della liberazione del campo di concentramento.

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22 aprile 1945. Muore a Mauthausen Giuseppe Pagano, l’architetto che ha progettato la Bocconi

Ph. @ganeshel IG

21 dicembre 1941. Si inaugurava in via Sarfatti 25 la sede dell’Università Bocconi che costituisce ancora l’ingresso principale dell’ateneo. A progettarla è stato Giuseppe Pagano, l’architetto di origine istriana che di lì a poco avrà un destino tragico. Il 22 aprile 1945, perderà infatti la vita morirà a Mauthausen, solo 13 giorni prima della liberazione del campo di concentramento.

Credit: Requadro

La linea da lui disegnata è un palazzo dalle linee essenziali, significativo esempio di architettura razionalista. La struttura si apre su una serie di cortili, che consentono il passaggio di aria e luce. Due leoni in stile neomedievale in ceramica verde, opera dello scultore Arturo Martini, presidiano l’ingresso principale. Curiosamente, secondo gli studenti il passaggio prima del raggiungimento della laurea in mezzo ai due leoni dell’ingresso porterebbe cattiva sorte

Continua la lettura con: 21 aprile. Il giorno in cui un cannone ha ripreso a sparare

MILANO CITTA’ STATO

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I sette posti di Milano dove i milanesi non vogliono andare

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Con questo tempaccio alla fine solo in pochi sono scappati via da Milano. Ma per quanto possa andare male, c’è ancora di peggio del brutto tempo. Tipo ritrovarsi in questi luoghi dove, secondo i milanesi, non si deve andare. Questi i risultati di un sondaggio a risposta aperta. 

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I sette posti di Milano dove i milanesi non vogliono andare

# «Ogni angolo di Milano nasconde pericoli»

Milano, la capitale economica d’Italia, è in cima a molte classifiche che non vorremmo vedere. Secondo l’ultimo report pubblicato da Il Sole 24 Ore, la nostra città è la più pericolosa d’Italia.

In un contesto simile, non sorprende affatto che una porzione dei milanesi abbia tenuto a risponderci con affermazioni come: «Ogni angolo di Milano nasconde pericoli», oppure: «La lista è lunga…»

Al contrario, c’è anche chi ha tenuto a far sentire un’altra campana: «Milano è una metropoli come tutte le altre, ma non è affatto pericolosa come la dipinge la propaganda di destra. È in atto una campagna politica d’odio contro Milano. Io ci vivo da 63 anni e vado dovunque, sia di giorno che di sera.»

La maggior parte dei milanesi ci ha risposto identificando luoghi e servizi specifici, ecco i 7 principali.

#1 Via Padova

A nord-est della città, Via Padova è una delle vie più lunghe e storiche di Milano ed è caratterizzata da una popolazione multiculturale e da una grande varietà di attività commerciali. Da qualche decennio ormai, ha acquisito una reputazione negativa, principalmente a causa della presenza di episodi di “microcriminalità”: il quotidiano Repubblica conta ben 479 fatti sinistri in cinque anni.

In particolare, la linea 56 del tram, che si muove tra Loreto (M1 e M2) a Crescenzago (M2) e percorre questa via, è frequentemente segnalata per furti e comportamenti molesti.

#2 La 90/91

la paura fa novanta, la 91 paura, certo.”, canta il rapper (milanesissimo) Ernia, nella sua Puro Sinaloa. Come noto, la 90/91, che forma un anello attorno a Milano, è una delle linee più problematiche del servizio pubblico.

I passeggeri lamentano frequentemente furti e scippi, soprattutto durante le ore di punta, quando i mezzi sono affollati, mentre la sera i mezzi che battono la linea si trasformano nel “posto caldo” di tanti milanesi sfortunati. Non è raro, prendendo la linea dopo la mezzanotte, trovarvi qualcuno anche munito di materasso. Pur non dubitando delle intenzioni dei meno fortunati, è evidente il motivo per cui la 90/91 si trova su questa lista.

#3 Via Giambellino

Via Giambellino, situata nella periferia sud-ovest di Milano, è da sempre descritta come un’area caratterizzata da degrado e insicurezza. Qui il Comune di Milano si è attivato per tempo, con il recente arrivo della M4 e il progetto di riqualificazione il quartiere, per ora ancora di diritto in questa lista, sembra destinato a uscirne presto.

#4 Via Gola

Via Gola è anche il titolo di una canzone dei Coma Cose, quella che fa “Per raggiungere il Nirvana a volte serve un’overdose di fucile, Pam Pam”. Non molto distante dalla Darsena e comunque compresa tra il Naviglio Grande e Via Ascanio Sforza, è arcinota per i suoi murales e, soprattutto, per la condizione della sue case popolari: un terzo delle abitazioni Aler sono occupate abusivamente, nello specifico 237 alloggi su un totale di 689.

Via Gola è spesso teatro di episodi di violenza e furto e ciò la rende una delle vie di Milano da evitare, soprattutto di notte. La Regione ha stanziato 20 milioni per la riqualifica del complesso popolare, ma il progetto sembra essersi arenato sullo scontro politico: gli assessori lombardi chiedono al Comune maggiore sorveglianza perché l’investimento sia sensato.

#5 Snodi pericolosi: Darsena, Lotto/San Siro, Maciachini

Nelle zone ritenute pericolose appaiono anche quelle fermate della metropolitana o dei mezzi di superficie che possiamo considerare zone di snodo.

Vengono citate, in particolare, Porta Genova/Darsena, Lotto/San Siro e Maciachini, ma si possono aggiungere le stazioni, come Garibaldi e Centrale, e alcune fermate del passante, come Lancetti.

La ragione è piuttosto chiara: dove c’è più gente c’è maggiore micro-criminalità. Anche la soluzione è chiara, quantunque non semplice da praticare: aumentare il numero di agenti di Polizia. E se per zone come Centrale e Darsena, comunque, tanto è già stato fatto è legittimo dire che sono pochi i milanesi che hanno mai visto forze dell’ordine a Maciachini, Lancetti o Lotto.

#6 Piazzale Selinunte

A proposito di Lotto l’ultima zona, forse la più pericolosa, tra quelle in cui i milanesi sconsigliano di andare per il fattore (in)sicurezza è lì a pochi passi: Piazzale Selinunte

Situato nella zona sud-ovest di Milano, a due passi anche dall’area residenziale di San Siro, Piazzale Selinunte è un vero e proprio ghetto nel quale non ha senso andare: in primis non c’è nulla di interessante, in secundis è molto pericoloso. Tutto ciò, ovviamente è inaccettabile, tanto per la città di Milano, che non può tollerare aree di questo tipo se vuole essere un faro per il paese, quanto per i molti abitanti onesti di Selinunte.

Da anni la politica comunale, di qualunque colore, parla di riqualificare la zona, aumentare la sicurezza, mettere le telecamere… ma nulla si traduce in fatti. Tutto sommato, non è la zona di Milano che richiede l’intervento più urgente?

#7 Area C prima delle 19:30

E nella lista appare anche l’Area C. Per un motivo diverso: evitare il ticket o, peggio, una multa salata. Prima delle 19:30 è bene non mettere piede, o meglio ruota, dentro l’area C. Il costo dell’accesso è di 7,5 euro, le multa nel caso in cui non ci si accorga di essere entrati vanno dagli 80 ai 335 euro, il parcheggio non c’è e la zona del Centro è ben servita dai mezzi pubblici. Che si sia critici o meno di area C, entrarci in macchina prima delle 19:30 è da evitare.

Continua la lettura con: La Milano del futuro sarà «decentrata»: area C per turisti e periferie al centro? I quartieri su cui scommettere

MATTEO RESPINTI (Ultimo aggiornamento: 21 aprile 2025)

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Qual è il paese più bello del mondo (edizione 2025)? L’Italia è seconda: ci batte sempre lei

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Ph. Holgi

Uscita la classifica 2025 di Rough Guides dei paesi più belli del mondo. L’Italia si conferma al secondo posto. Ecco chi ci batte. 

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Qual è il paese più bello del mondo (edizione 2025)? L’Italia è seconda: ci batte sempre lei

Sempre attesa la classifica di Rough Guides sui paesi più belli del mondo. Partiamo dai paesi caldi, dal 20esimo all’undicesimo posto. 

# I paesi più belli dal 20esimo all’undicesimo posto

Credits skylagooniceland IG

Questi i paesi a ridosso della top 20. Al 20esimo posto si posiziona il Giappone. La sua forza? La storia e i paesaggi visitabili agevolmente e velocemente grazie ai bullet train, i treni proiettile. Al 19esimo posto torniamo più vicini alla nostra frontiera con la Slovenia, piccola meraviglia alle porte dell’Italia. 18esimo è il Portogallo con la sua favolosa costa sull’Oceano. Segue al 17esimo l’Indonesia, il paese musulmano più popoloso del mondo. Restiamo in Asia per il subcontinente indiano che si posiziona al 16esimo posto. Davanti avanza in 15esimo posto il Costa Rica, piccolo gioiello dell’America Centrale con la sua foresta pluviale, le sue spiagge e l’assenza di militari. Di nuovo nelle vicinanze troviamo al 14esimo posto la Croazia con la sua costa e le sue isole che un tempo erano veneziane. Grande influenza italiana anche per il Paese al 13esimo posto: l’Argentina. Tutt’altro scenario per l’Islanda che con i suoi ghiacci e le sue balene si avvicina alla top 10 al 12esimo posto. Subito fuori dai primi 10 c’è il Cile, il Paese più stretto e lungo del mondo. Arriviamo così ai primi dieci. Spoiler: rispetto all’anno scorso sono in caduta libera: Francia, Gran Bretagna e Australia. Addirittura escono non solo dalla top 10 ma dalle prime 20. 

#10 Marocco (Nuova entrata)

Ph. brokerx

Entra nella top 10 il paese. Questi i principali motivi della sua ascesa secondo Rough Guide: “Sebbene sia a solo un’ora di traghetto dalla Spagna, sembra molto lontano dall’Europa, con una cultura quasi completamente sconosciuta. Viaggiando in Marocco, scoprirete un paese di deserti aridi, souk carichi di spezie e un crogiolo di culture berbere e arabe“.

Dalle vaste dune del Sahara alle strade affollate di Marrakech, fino al fascino ventilato della costa di Essaouira: queste le principali meraviglie. E poi c’è Fez, “forse la più bella tra le città arabe”, che conserva uno stile di vita ancora radicato nel Medioevo, quando il regno del Marocco si estendeva dal Senegal alla Spagna settentrionale. 

#9 Sud Africa (+1)

Ph. Justasurferdude

Sale di una posizione rispetto al 2024 il Sud Africa. La sua forza sono i due oceani, la straordinaria miscela tra culture europee e africane, Città del Capo, gli altopiani, la spettacolare fauna

#8 Grecia (+1)

Ph. Julius_Silver

Avanza in classifica anche la culla della civiltà occidentale. La Grecia con l’Acropoli e i resti della sua età d’oro, con le sue 6.000 isole e i suoi tre mari: Ionio, Egeo e mar di Creta. 

#7 Madagascar (Nuova entrata)

Ph. aga2rk

Seconda nuova entrata nella top 10 con un altro Paese africano, continente in grande ascesa tra i gusti dei viaggiatori. Qual è la sua forza? “Foreste pluviali, fauna selvatica unica, spiagge mozzafiato e paesaggi ultraterreni“.

Su tutte le meraviglie naturali del Madagascar, tra cui il Viale dei Baobab, gli ultraterreni Tsingy di Bemaraha e le spiagge incontaminate di Nosy Be. Anche le lussureggianti foreste pluviali dell’isola, dimora dei suoi famosi lemuri, hanno ricevuto grandi elogi.

#6 Norvegia (+1)

Ph. trondmyhre4

Sale nella hit dei viaggiatori del mondo anche questo Paese, con le sue materie prime, in particolare petrolio e gas naturale, che contribuiscono a renderlo uno dei paesi più ricchi del mondo, al top negli indici di vita, classificandosi prima per indice di sviluppo umano e per indice di progresso sociale. E’ celebrato in particolare per i fiordi, i vichinghi e il salmone. 

#5 Messico (Nuova entrata)

Ph. Michelle_Pitzel

Poderoso nuovo ingresso nella top 10 del Messico che in un solo anno arriva alle soglie del podio. Quali sono i motivi del suo crescente successo tra i viaggiatori del mondo? La Rough Guide lascia che lo spieghi direttamente uno dei suoi lettori: “Le antiche rovine di Chichén Itzá e Palenque, le strade colorate di Guanajuato, la vivace energia di Città del Messico, le spiagge incontaminate di Tulum e la magia delle celebrazioni del Giorno dei Morti a Oaxaca“. A cui la Rough Guide aggiunge anche un giro panoramico in treno attraverso l’imponente Canyon del Rame, l’immersione nelle acque rosate di Las Coloradas, una passeggiata per le affascinanti strade coloniali di Mérida o un tuffo in un cenote nello Yucatán. Non solo: lo spettacolo delle balene in Baja o la delizia dei migliori tacos di strada a Puebla

#4 Svizzera (=)

Credits: svizzeramo.it – Berna

Difende la sua posizione fuori dal podio il Paese forse più celebre per i vantaggi fiscali che per le sue bellezze. Orson Wells si starà rivoltando nella tomba: sosteneva che l’unica cosa pregevole fatta dagli svizzera nella storia fossero gli orologi a cucù. Eppure i viaggiatori del mondo lo considerano uno dei Paesi più belli del pianeta: uno stato piccolo ma ricco di meraviglie, in particolare montagne e laghi, molto valorizzati da un sistema di trasporti unico al mondo. 

#3 Canada (=)

Credits: eta-canada.it

Nessuna novità per il podio. Al terzo posto c’è il Canada, o Canadà per dirlo alla francese. E’ il secondo Paese più grande del mondo, dopo la Russia, e possiede più laghi e acque interne di qualsiasi altro paese. Le sue spettacolari meraviglie naturali lo mantengono saldamente in terza posizione.

#2 Italia (=)

Ph. matunjic

Eccoci qui. Molti storceranno il naso per questo secondo posto. Il bicchiere mezzo pieno però è che ci confermiamo al primo posto in Europa. Certo è una sorpresa essere dietro a una nazione sconosciuta ai più che sta dall’altra parte del mondo, dove molti di noi pensano che sia solo abitata da pecore, rugbisti e velisti. Riusciremo nel sorpasso nel 2026?

#1 Nuova Zelanda (=)

Ph. Holgi

Allora è un vizio. Questo Paese ai confini del mondo si conferma primo in classifica. Grande quasi come l’Italia ma abitata più da pecore che da esseri umani (appena 5 milioni). Forse è questa la principale ragione?

Fonti: Rough Guides 

Continua la lettura con: La classifica dei quartieri più ricchi d’Italia

ANDREA ZOPPOLATO

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Farini sta tornando in città: il futuro del più grande ex scalo ferroviario di Milano, una nuova «visione urbana»

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Nuovo masterplan Farini

Un’area immensa al centro di Milano, in disuso da decenni, si prepara a diventare il simbolo di una nuova visione urbana: verde, cultura, abitazioni accessibili e un nuovo cuore finanziario si fondono in un unico ecosistema sostenibile. Vediamo a che punto siamo con il progetto.

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Farini sta tornando in città: il futuro del più grande ex scalo ferroviario di Milano, una nuova «visione urbana»

# Scalo Farini: OMA e il progetto “Agenti Climatici”, il verde come infrastruttura ecologica

Credits: Urbanfile – Masterplan OMA Scalo Farini

Farini sta tornando in città. Si appresta a rinascere il più grande tra gli ex scali ferroviari milanesi: circa 620.000 metri quadri sui circa 1,2 milioni totali comprendendo anche gli altri sei. Il masterplan per lo Scalo Farini, firmato dallo studio OMA e da Laboratorio Permanente, si fonda su un approccio radicalmente ecologico. Il cuore del progetto è il “Limpidarium d’aria”, un grande bosco lineare lungo il versante sud-ovest dell’area, progettato per raffrescare i venti caldi provenienti da sud-ovest e depurare l’aria. Questo sistema verde agisce come un filtro ecologico, riducendo l’isola di calore urbana e migliorando la qualità dell’aria. Il 50% della superficie totale è infatti destinato spazio verde pubblico, mentre almeno il 30% a funzioni non residenziali.

In parallelo, allo Scalo San Cristoforo è deputato il ruolo di “Limpidarium d’acqua”, un sistema lineare per la depurazione delle acque. L’intero progetto è concepito come un human smart neighborhood”, con parchi che funzionano da dispositivi ambientali, corridoi ecologici e sistemi per la purificazione dell’aria. L’orientamento degli edifici è studiato per favorire la circolazione di una nuova brezza, mitigando l’effetto “isola di calore” della città.

Leggi anche: «Fiumi verdi», scali rigenerati, Green Circle, quartieri dei giovani: tra 10 anni Milano sarà così

# Il Campus dell’Accademia di Brera: arte, architettura e sostenibilità

guastalla scalo farini
Rendering del distaccamento dell’Accademia di Brera

Il primo tassello concreto della rinascita dello Scalo Farini è il nuovo campus dell’Accademia di Brera, che sta sorgendo nel vecchio complesso ferroviario a forma di “U”. Il progetto prevede il recupero dell’architettura originaria, con ampi spazi luminosi e soluzioni energetiche sostenibili. Al suo interno trovano spazio aule, laboratori creativi, gallerie espositive e spazi per la sperimentazione artistica.

Mate – Studentato Brera

È incluso un nuovo studentato per circa 200 studenti, con 78 alloggi suddivisi tra miniappartamenti e unità da tre persone e al piano terra un grande spazio pubblico di 240 mq, concepito come un atelier urbano per ospitare mostre, eventi e concerti. Il campus viene immerso in un parco lineare di circa 300.000 mq, uno dei più grandi della città, un polmone verde per il quartiere e per l’intera città. Il progetto prevede anche la realizzazione di nuove passerelle ciclopedonali, come il “Ponte delle arti”, che collegheranno le aree riservate all’Accademia di Brera alla metropolitana M5 Monumentale, favorendo la mobilità sostenibile e l’accessibilità.

# Il Campus UniCredit: niente grattacieli ma un centro direzionale all’avanguardia con edifici bassi e orizzontali 

Volumetrie Scalo Farini

UniCredit ha annunciato nel giugno 2024 un investimento di 1 miliardo di euro per la realizzazione del suo nuovo campus nell’area dello Scalo Farini, destinato a diventare la sede centrale della banca entro il 2030 lasciando i grattacieli in affitto in piazza Gae Aulenti e gli uffici in zona Lampugnano. L’idea è di creare un ambiente ibrido, verde e flessibile, pensato per stimolare la collaborazione e il benessere lavorativo. Niente grattacieli, ma edifici bassi e orizzontali circondati da altri immobili, uffici e residenze necessari alla sostenibilità economica dell’operazione. 

Il campus viene sviluppato in collaborazione con Prelios e Hines, con UniCredit come unico investitore attraverso un fondo immobiliare chiuso gestito da Prelios SGR. Si prevede un centro direzionale all’avanguardia, immerso in un tessuto urbano verde e interconnesso con il resto della città, grazie a spazi pubblici, mobilità dolce e accessibilità potenziata. Un nuovo landmark per Milano.

# Il 30% destinato all’housing sociale, 1.700 mq opzionati dal Comune di Milano per realizzare edilizia pubblica

Nuovo masterplan Farini

Lo sviluppo dello Scalo Farini prevede inoltre la realizzazione di circa 2.500 appartamenti, con una quota aumentata al 30% di edilizia convenzionata e sociale (pari a circa 1.800 alloggi), in risposta alle esigenze abitative più urgenti della città. Il Comune ha ottenuto anche un diritto di opzione su 17.000 mq da destinare all’edilizia pubblica, potenziando così il patrimonio immobiliare a disposizione della cittadinanza.

Continua la lettura con: La trasformazione dei 7 ex scali ferroviari di Milano: a che punto siamo

FABIO MARCOMIN

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