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Quando sei fermo a un semaforo di Milano e ti affianca una Porsche

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Il sushi galleggiante tra cascatelle e palafitte a un’ora da Milano

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valerianobile1986 IG - SushiZero

Come varcare la soglia di un luogo magico: cascate suggestive e una passerella sull’acqua accolgono in un’atmosfera unica, perfetta per un pranzo o una cena speciale e super rilassante. Sembra di mangiare sospesi nell’acqua.

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Il sushi galleggiante tra cascatelle e palafitte a un’ora da Milano

# La proposta culinaria innovativa: queste le specialità della casa

stefanosusani IG – SushiZero

Una proposta culinaria raffinata e innovativa che combina la tradizione giapponese con diverse influenze contemporanee dove l’eccellenza delle materie prime è il punto di partenza. Siamo da Sushi Zero di Seriate (BG) in via dell’Artigianato 2, a un’ora da Milano. Nell’ampia gamma di piatti, realizzati dagli chef guidati dal maestro Hide Shinohara, trovano spazio nigiri, sashimi, uramaki e roll.

Tra le specialità, si possono trovare nigiri come il Sake Safuran, salmone scottato con crema allo zafferano e porro croccante, e il Manzo Flambè, nigiri di manzo scottato con crema di miso e erba cipollina. I maki includono il Rainbow Flambè, con pesce misto scottato, olio di sesamo e salsa teriyaki, il Truffle Roll, con gamberi rossi, tartufo nero e polvere di nori e gli Hosomaki al mango. Per gli amanti dei piatti caldi, sono disponibili opzioni come il Ten Don, gamberi e verdure fritte serviti con riso, e il Yaki Soba, pasta di grano saraceno saltata con verdure di stagione.

# L’ambiente onirico con una fontana a specchio e palafitte dove mangiare sospesi nell’acqua

iaml.f IG – SushiZero

Trattandosi di una catena, il mood ed il concept del progetto sono gli stessi dei quattro locali inaugurati tra il 2018 e il 2019 a Buguggiate (VA), Verbania (VB), Alessandria e Sesto Calende (VA), mentre i materiali e gli elementi principali sono stati rielaborati per adattarsi alla planimetria e alla distribuzione degli spazi. 

jessipoli85 IG – SushiZero

In particolare, in questo ristorante si è cercato di realizzare un ambiente sorprendente ma allo stesso tempo accogliente, in cui l’ospite si sente trasportato in un’atmosfera lontana con un elemento centrale: l’acqua.

iaml.f IG – SushiZero fontana

Presente già all’entrata, dove due grandi pareti d’acqua accolgono gli ospiti e li dirigono verso il cuore del locale, punto in cui si espande un’altra imponente fontana a specchio che riflette i nidi e le palafitte realizzate sulla sua superficie. La fontana a specchio è contenuta in una grande vasca a filo pavimento di 140 metri quadrati, rivestita di pietra Verde Guatemala, accessibile da un pontile che porta ad un isolotto, dove c’è un mini bar.

# 7 isole ricoperte da una struttura che ricorda un nido

valerianobile1986 IG – SushiZero

Qui si trovano anche 7 isole ricoperte da una struttura rievocante un nido, al cui interno si trovano sedute e tavoli, mentre lungo il perimetro della vasca sono state realizzate 20 salette a palafitta sospese sull’acqua. L’illuminazione a barre LED della vasca è scelta per far dialogare la luce con l’acqua: il bianco caldo del Led enfatizza i riflessi e le forme specchiate, infondendo un senso di leggerezza e di mistero ai nidi e alle palafitte, mentre i camminamenti sembrano ondeggiare sulla superficie. 

# I menu disponibili

 

 
 
 
 
 
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Sushi Zero propone tre formule All You Can Eat:​

  • Menu Classic a 29,90 euro (5 portate)
  • Menu Super a 47,90 euro (8 portate)
  • Menu Extra a 61,90 euro (11 portate)

Queste formule consentono di scegliere un numero limitato di portate dal menu, con alcune restrizioni sul numero di volte in cui è possibile ordinare determinati piatti. Le bevande e i dolci sono generalmente esclusi da queste offerte. ​A pranzo in settimana costa invece 16 euro a persona (bevande escluse), nei festivi 21 euro (bevande escluse), mentre a cena sono 30 euro sempre bevande escluse.

Scegliendo il menu Omakase si può vivere un’esperienza culinaria davvero unica. Lo chef seleziona personalmente i piatti da servire, creando un percorso gastronomico su misura per ogni cliente. Disponibile sia a pranzo che a cena, con prezzi che variano in base alla selezione e alla disponibilità stagionale. 

Spunto: duelombardialristorante IG 

Continua la lettura con: 5 ristoranti con vista lago a un’ora da Milano

MARTA BERARDI

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Il progetto: la metropolitana regionale per collegare le città lombarde

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Credits: mylink.it - Traffico treni in Lombardia

Rilanciamo l’idea promossa da Confapi Milano, che intendeva coinvolgere il mondo universitario, per rispondere a due esigenze del territorio: da un lato collegare in rapidità tutti i capoluoghi della regione, anche quelli distanti, tramite un servizio di alta velocità ferroviaria, dall’altro fungere da volano economico per uno sviluppo unitario della regione per recuperare il terreno perduto con le più avanzate regioni d’Europa.

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Il progetto: la metropolitana regionale per collegare le città lombarde

# La proposta: una linea di treni ad alta velocità per connettere famiglie, lavoratori e business

Metropolitana 

Tutti i capoluoghi della Regione Lombardia collegati da una linea di treni ad alta velocità: una vera metropolitana regionale “per connettere famiglie, lavoratori e business”, come affermato dall’avvocato Nicola Spadafora presidente di Confapi Milano. Si tratta di un investimento in infrastrutture che coniuga sostenibilità ambientale e sicurezza negli spostamenti. Un’idea partita da Confapi Milano, che intendeva coinvolgere il mondo universitario, nell’ottica di un rilancio economico di tutta la regione e che potrebbe essere finanziata tramite risorse proprie e fondi europei per un progetto complessivo di 40 miliardi.

Ad oggi la Regione Lombardia è stata irresponsabilmente estraniata da ogni ipotesi di intervento infrastrutturale strategico. Una regione che produce un PIL maggiore, addirittura, a 18 Paesi membri dell’Unione Europea, che potrebbe essere il primo distretto industriale d’Europa, dovrebbe essere sostenuta con forza e celerità, nell’ottica di poter riprendere il proprio percorso di crescita di cui ha sempre beneficiato il paese“. Conclude Spadafora: “Sentiamo da più parti parlare dell’ipotesi di realizzare il Ponte sullo stretto di Messina come opera prioritaria” in una regione con un disavanzo fiscale di 10,5 miliardi come la Sicilia, mentre per la Lombardia, con un residuo fiscale di oltre 54 miliardi di euro, “di infrastrutture non se ne sente neppure parlare.

# I tempi di percorrenza attuali non sono degni della regione più produttiva d’Italia

 

Un investimento che consentirebbe di avere un sistema di trasporto ferroviario rapido capace di connettere rapidamente tutti i capoluoghi regionali, nella regione con il PIL più alto in Italia: non solo è auspicabile come ritorno economico e indotto di tutta l’area, ma addirittura necessario visti anche gli attuali tempi di percorrenza.

Ecco solo alcuni esempi di connessioni ferroviarie tra città:

#Milano-Mantova: tempo minimo 2h
#Pavia-Brescia: tempo minimo 1,30h
#Varese-Cremona: tempo minimo 2,37h
#Sondrio-Milano: tempo minimo 2h

Questi tempi sono al netto di imprevisti, ritardi di vario genere o mancate coincidenze ed è impensabile poter competere con altre realtà internazionali senza un adeguato sistema di collegamenti tra i poli urbani all’interno di una stessa regione, tenendo conto che ormai da Milano si raggiunge Bologna in poco più di 50 minuti e Roma in meno di 3 ore.

Continua la lettura con: La CRISTIANIA di Milano: il quartiere della libertà

FABIO MARCOMIN (Ultimo aggiornamento: 24 aprile 2025)

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24 aprile 1339. Muore un bandito, nasce Morivione

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Ph. @ peperomero72 IG

Morivione è un quartiere tra i più antichi di Milano, anche se è tra i più sconosciuti. Si trova nella zona sud, lungo la riva del torrente della Vettabbia, all’imbocco della via dei Fontanili e via Verro. Racchiuso tra la circonvallazione 90-91 e la linea 95, la sua origine è leggendaria. 

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24 aprile 1339. Muore un bandito, nasce Morivione

# Le origini del nome: Qui morì Vione!

 

 

Il quartiere ha origini antiche. Durante gli anni di Luchino Visconti, Signore di Milano dal 1339 al 1349, il borgo era disseminato di briganti. Il più feroce era Vione Squilletti, che seminava il panico tra la popolazione.

Alla vigilia della festività di San Giorgio, esasperati delle azioni dei banditi, i milanesi chiesero al loro signore di liberarli dai briganti. Luchino Visconti decise di intervenire e il 24 aprile 1339, Vione venne catturato e ucciso. Per celebrarne la liberazione, su un muro del quartiere venne dipinta l’immagine di San Giorgio che ammazza il drago, con la scritta: “Qui Morì Vione”.

Come testimonianza dell’avvenimento, ogni anno i milanesi sino agli anni cinquanta, il 23 aprile erano soliti recarsi in questo borgo per festeggiare San Giorgio con la “panerada”, bevendo latte fresco appena munto, “panera” appunto (cioè panna), servita in tazze di maiolica, e mangiando il “pan de mèj dolz”, ossia il pane di farina di miglio e fior di sambuco. Da quel giorno, San Giorgio, oltre che protettore dei Cavalieri, divenne anche santo patrono dei lattai.

Continua la lettura con: Morivione, il quartiere dei banditi

MILANO CITTA’ STATO

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10 frasi per fare colpo a Milano

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Milano è la città di chi vuole fare bella figura e di chi non ha tempo da perdere. Ecco la prima guida che mette assieme queste due esigenze.

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10 frasi per fare colpo a Milano

fare colpo

#1 Ho una startup e stiamo chiudendo un round di investimento di tantimila euro

Anche se nessuno ci capisce, basta aggiungere una cifra a più zeri possibili che capiranno.

#2 Ho un invito per l’inaugurazione di…

A seguire il nome di questa inaugurazione, vera o presunta. Di uno così tutti a Milano sentono il bisogno. Non importa cosa si inaugura, basta che sia gratis ed esclusiva.

#3 Dalla finestra di casa mia vedo la Madonnina, nelle giornate di sole anche le montagne

Stai facendo capire che hai una casa in centro, ultimo piano. Basta per ottenere qualunque forma di rispetto. Chi non è capace dice ho una casa della Madonna, stile Pozzetto.

credit: ciakmagazine.it

#4 Devo andare a portare la mia auto d’epoca dal meccanico

Stai facendo capire che hai un’auto d’epoca, massimo rispetto, però lo fai facendo fingendo di essere umile, trasmettendo che sei in uno stato di difficoltà. Niente risveglia l’istinto materno di una donna quanto la sofferenza di un uomo con l’auto in panne. Per questo da bambini si gioca con le macchinine.

#5 Fare un gesto di cortesia fuori dal comune

Salutare col baciamano tipo Carlo Conti, dare del lei a un bambino o far salire la dama sul vostro calesse. Cose così. Ma ricordate che in viale Zara le carrozze trainate da cavalli non possono circolare. Nessun problema invece per l’area C.

#6 Farò agosto a Milano

Credits: @italia_love_uno
spiaggia rosa Sardegna

Detto come frase conclusiva dopo aver rivelato che stai per partire per una mega vacanza fuori stagione. Trasmetti: uno che sei nella possibilità di andare in vacanza quando vuoi. Due che sei da compatire quando sarai solo al lavoro mentre gli altri saranno in vacanza.

#7 Aiutare l’altro

Mostrarsi interessati ad aiutare l’interlocutore è un modo sicuro per fare una buona impressione. Devi solo pregare che non accetti il tuo aiuto.

#8 Aiutare gli altri

Milano è la capitale del volontariato, si dice a livello mondiale. È sempre un’ottima idea invitare altri a unirsi alle proprie iniziative per gli altri.

#9 Parlare di un libro

Citare un libro che si è letto, oppure una mostra o qualcosa di culturale. Si dice che a Milano siamo freddi e ignoranti, in realtà amiamo la cultura. Tecnica a colpo sicuro, a meno che l’altro non appartenga a una frangia culturale opposta alla vostra. Che ne so? Voi siete iscritti al fan club di Schopenhauer e lui invece tifa Hegel.

#10. Vado a Stoccolma a ritirare il Nobel

Continua la lettura con: I deadstock: dove-comprare-con-20-euro-capi-firmati-a-milano

FRANCESCO BOZ (Ultimo aggiornamento: 19 aprile 2025)

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La «Riviera Verde» sul Lambro: cascata, ponti tibetani e una piscina naturale

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architects-dl.com - Suggestione canoa a slalom

Un progetto di ricucitura per urbana per far rinascere un luogo, un tempo simbolo di degrado, che ancora oggi necessita di interventi per renderlo davvero pulito. Un luogo pensato per mettere insieme passeggiate, socialità e natura urbana. Diventerà un’attrazione della città come il torrente Cheonggye a Seul?

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La «Riviera Verde» sul Lambro: cascata, ponti tibetani e una piscina naturale

# Il progetto per far rinascere un luogo diventato simbolo del degrado

architects-dl.com – Area di progetto Riviera Verde

Non è tra i luoghi da cartolina di Milano. Il Lambro Meridionale, detto anche Lambro Morto, ha un nome che già racconta una storia difficile: quella di un fiume che ha raccolto per decenni gli scarichi di Milano, diventando simbolo del degrado urbano. Ma proprio qui, tra il Naviglio Grande e il Villaggio Barona, nasce l’idea rivoluzionaria della Riviera Verde. Un progetto di rigenerazione urbana ideato da DL-Architects con il Comitato Ponti e una rete di associazioni di quartiere.

architects-dl.com – Progetto Riviera Verde

L’obiettivo? Fare di un tratto dimenticato un nuovo spazio di bellezza, accessibilità e vita sociale. Il primo passo è ripulire, piantare e aprire ai cittadini. Poi verranno gradoni, aree attrezzate, spazi per sport e incontro. 

# Un parco lineare di mezzo chilometro con piste ciclabili, gradoni, camminamenti continui e ponti tibetani

architects-dl.com – Suggestione sponde con gradoni

La Riviera Verde è prima di tutto un gesto di ricucitura urbana. Il parco lineare nasce per connettere ciò che oggi è frammentato: scuole, case, piazze, aree industriali dismesse. Lo fa con piste ciclabili e camminamenti continui, con ingressi ben segnalati e passaggi fluidi. Anche i materiali sono pensati per fondersi con l’ambiente: locali, durevoli, a basso impatto. Piccoli ponti a struttura leggera, persino tibetani, sono stati immaginati per collegare le due sponde del fiume Olona, rendendo il parco un sistema aperto, poroso, vivo. 

# Autosufficiente con spazi per lo smartworking, per giocare, fare sport e nuotare in una piscina naturale

architects-dl.com – Spazi per lo smartworking

Il progetto va oltre la forma. Dentro c’è una sfida ecologica: un parco autosufficiente, che si alimenta da solo. I tetti ospitano pannelli solari, il flusso dell’acqua viene sfruttato per produrre energia idroelettrica. Strutture autosufficienti che forniscono Wi-Fi gratuito e spazi di smart working all’aperto. Previste poi aree dedicate allo sport, come uno skatepark minimale e integrato con la natura e campi da basket, e spazi gioco per i bambini.

Ma la vera rivoluzione è nell’acqua: fitodepurazione, rain gardens, e una piscina naturale ecologica alimentata da sistemi di depurazione biologica dentro la quale nuotare. Un parco balneabile, irrigato autonomamente e scollegato dai cicli di spreco urbano. 

# Un’infrastruttura verde innestata nel verde urbano esistente con orti urbani per promuovere l’agricoltura condivisa

architects-dl.com – Orti urbani

La Riviera Verde non sarà un parco chiuso, ma pensato per essere un pezzo di infrastruttura verde che si infila nella città come un’arteria nuova. Metterebbe in collegamento piazze esistenti, come Piazza Bilbao, a nuovi luoghi di incontro, e si innesterebbe nel sistema di verde urbano più ampio, creando continuità ecologica. Gli orti urbani sono immaginati per promuovere agricoltura condivisa e coesione sociale, mentre le superfici sarebbero realizzate in pavimentazioni permeabili che riducono l’effetto isola di calore e aiutano la ricarica delle falde. 

# Un progetto modulare per sviluppare idee future come la canoa a slalom nella piccola cascata dell’Olona

architects-dl.com – Suggestione canoa a slalom

Si tratta di progetto modulare, fatto per crescere nel tempo, fase dopo fase. Prima la pulizia, poi i percorsi, infine gli spazi attrezzati. E non solo, è un work in progress che lascia spazio a nuove idee, come la canoa a slalom sulla cascata creata dal Naviglio Grande dove si immette nel fiume Olona, o la valorizzazione della Fontana delle Rane. Il progetto è già stato accolto dal Municipio 6, con una delibera che lo ha portato a Palazzo Marino, affinché proceda con la definizione di un piano per la fattibilità tecnico-economica. Contestualmente nel Piano Triennale delle Opere il parlamentino ha chiesto al Comune di Milano di impegnarsi per avviare la progettazione nel tratto tra Lodovico il Moro e via Brugnatelli. Un primo passo per trasformare il sogno in cantiere?

Continua la lettura con: Farini sta tornando in città: il futuro del più grande ex scalo ferroviario di Milano, una nuova «visione urbana»

FABIO MARCOMIN

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30mila euro di multa e 2 anni di carcere contro i graffiti: Milano copierà Parigi anche in questo?

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fratotolo2 X - Place de la République

La città più presa a riferimento dall’attuale giunta per le politiche green mostra i muscoli contro chi imbratta palazzi e monumenti. Un problema endemico anche dalle nostre parti. Milano farà lo stesso? 

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30mila euro di multa e 2 anni di carcere contro i graffiti: Milano copierà Parigi anche in questo?

# Imbrattati di nuovo i leoni della statua di Marianne in Place de la République

fratotolo2 X – Place de la République

Parigi è una città dove la street art convive con l’eleganza urbana. Ma ora qualcosa è cambiato. Le scritte si sono moltiplicate, invadendo non solo muri anonimi ma anche palazzi storici, monumenti ottocenteschi, alberi, panchine e addirittura simboli nazionali come i leoni della statua di Marianne in Place de la République. Alcune zone centrali sembrano diventate gallerie di tag sovrapposte, spesso senza alcun intento artistico. Non si parla più di murales o arte urbana, ma di vandalismo seriale. Cittadini e turisti osservano inermi alcuni dei luoghi più iconici della capitale trasformarsi in spazi trascurati e degradati. Il danno è anche economico: ogni anno il Comune spende oltre 6 milioni di euro per la rimozione dei graffiti. E mentre i responsabili agiscono indisturbati, spesso riprendendosi mentre imbrattano e pubblicando i video online, l’impunità alimenta un circolo vizioso che ha fatto perdere la pazienza all’amministrazione.

# Il pugno di ferro di Parigi: tecnologia, multe e carcere

HubertdeThé – pixabay – Polizia Parigi

Di fronte a questo scenario, il sindaco del centro città, Ariel Weil, ha deciso di non restare a guardare annunciando una serie di misure drastiche per fermare quella che viene ormai considerata una vera emergenza urbana. In primis il rafforzamento della videosorveglianza, con nuove telecamere installate nei punti più sensibili della città. Poi la richiesta alle forza di polizia di utilizzarle per individuare i responsabili. Già oggi, come dichiarato da Emmanuel Grégoire, ex vicesindaco e attuale candidato alla guida, viene fatto uso dell’intelligenza artificiale per incrociare immagini, social network e prove digitali utili a identificare i colpevoli.  Infine un coordinamento più stretto con la polizia municipale e le autorità giudiziarie per trasformare le denunce in condanne.

Il nuovo regolamento prevede sanzioni pesanti: fino a due anni di carcere e multe fino a 30.000 euro, soprattutto se l’atto di vandalismo colpisce un bene storico o è considerato particolarmente grave. Negli ultimi anni, infatti solo in un caso, nel 2022, si è arrivati a punire con due mesi di carcere e 17.000 euro di multa. Secondo alcune associazioni, una cinquantina di tagger seriali sarebbero responsabili di buona parte dei danni. Individuarli e colpirli duramente è l’obiettivo dichiarato. 

# Milano seguirà anche in questo caso la strada intrapresa dalla capitale francese?

Emiliano Orsi Fb – Degrado Darsena

Il problema di Parigi è ben noto anche a Milano: i graffiti sono ovunque, compresi chiese e monumenti. Tra i bersagli più celebri ci sono l’Arco della Pace, la statua di Vittorio Emanuele II in piazza del Duomo e persino l’omonima galleria. Per non parlare del retro della Basilica di San Lorenzo, dell’arco medievale del Ticinese o della Darsena, ricoperta di enormi tag giusto qualche giorno dopo la recente ripulitura. In tutti questi casi si tratta di atti vandalici e non si contano gli edifici privati usati come lavagne dai writer, a cui Palazzo Marino sembra a molti rispondere girandosi dall’altra parte. Ma la svolta di Parigi potrebbe arrivare anche a Milano, come già successo con la “città dei 15 minuti”, con le politiche anti-traffico, le ciclabili e le strade a 30 all’ora?

Fonte: worldy.it 

Leggi anche: Lo scandalo dell’arco medievale del Ticinese: serve una mobilitazione per ripulire Milano?

Continua la lettura con: Darsena sempre più allo sbando: il reportage fotografico di UrbanFile

FABIO MARCOMIN

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Piazza d’Armi sarà la nuova CityLife? I progetti nel cassetto e l’ultima novità

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Credits: urbanfile.org - Progetto Leopoldo Freyrie

Dopo lunghi mesi di silenzio potrebbe aprirsi a breve il percorso per arrivare alla rigenerazione di una delle più grandi aree di Milano lasciate in abbandono. Dall’opposizione arriva una proposta alternativa per il suo riutilizzo. Rivediamo i progetti pensati in passato per piazza d’Armi e i prossimi possibili passi per la sua trasformazione.

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# Un’area sospesa tra natura e cemento

Piazza d’Armi

Piazza d’Armi si ritrova nel cuore del quartiere Forze Armate, a ridosso di San Siro. Si tratta di una delle più grandi aree dismesse di Milano: 388mila metri quadrati da decenni nel mirino dei costruttori. Nel frattempo, la natura ha fatto il suo corso, trasformando l’area in un’oasi spontanea con boschi, fauna selvatica e biodiversità rara in città. Il Piano di Governo del Territorio (Pgt) ha destinato il 75% dell’area a verde, mentre il restante 25% è previsto per edificazioni, tra cui uffici pubblici e spazi commerciali. Questa pianificazione ha suscitato proteste da parte dei comitati cittadini, preoccupati per la possibile cementificazione e la perdita dell’ambiente naturale esistente.

Leggi anche: 7 grandi spazi di Milano in attesa di una rinascita

# Vincoli e visioni contrastanti

Nel 2019, il Ministero dei Beni Culturali aveva avviato la procedura per dichiarare Piazza d’Armi di “interesse culturale”, imponendo vincoli paesaggistici per limitare nuove edificazioni e tutelare l’area verde. Una decisione che ha generato tensioni con l’amministrazione comunale, preoccupata che vincoli troppo stringenti possano ostacolare la riqualificazione dell’area. E’ partito così il secolare braccio di ferro tra il Comune, orientato a una riqualificazione dell’area, e il Ministero in difesa del verde. Il risultato? Uno stallo che dura da anni.

# Progetti nel cassetto: dai 4000 alloggi al parco agro-silvo-pastorale

Credits: Urbanfile Progetto Leopoldo Freyrie

Negli anni, Piazza d’Armi è stata teatro di visioni contrapposte: da un lato grandi operazioni immobiliari, dall’altro il sogno di un parco urbano. Uno dei primi progetti prevedeva la costruzione di circa 4.000 alloggi di medie dimensioni e un centro sportivo per l’Inter, con una forte cementificazione dell’area. Ma il bando di Invimit andò deserto. Così i cittadini hanno rilanciato: non grattacieli, ma verde.

Progetto dell’Associazione Parco Piazza d’Armi Le Giardiniere

L’Associazione Parco Piazza d’Armi Le Giardiniere e altri comitati, oggi riuniti nel Coordinamento Piazza d’Armi, hanno proposto un parco agro-silvo-pastorale urbano, con orti, vivai, laboratori, attività didattiche e scientifiche, spazi per la riabilitazione e tutela degli animali. Il tutto senza aumento di volumetrie. Il progetto ha conquistato il FAI, che ha inserito l’area tra i “Luoghi del Cuore”. Un sogno condiviso che non è mai diventato realtà.

Leggi anche: La disfida di PIAZZA D’ARMI: tra difesa della NATURA e PROGETTI AVVENIRISTICI

# Il ruolo di Invimit e le sfide economiche

Invimit, la società del Ministero dell’Economia, ha acquistato l’area per 60 milioni di euro con l’obiettivo di valorizzarla. Nel 2023 ha pubblicato un bando per trovare un partner privato per trasformare Piazza d’Armi in un parco urbano con 135.000 metri quadrati di edificabilità. L’obiettivo: rigenerare senza perdere soldi, considerando anche oneri per 40 milioni di euro da sostenere. Ma il mercato non ha risposto, e le idee sono rimaste sulla carta. 

# La novità: in arrivo la firma della convenzione per rigenerare l’area. Marcora (Fdi) propone una cittadella per i dipendenti comunali

piazza d'armi
Piazza d’Armi – FAI

Dopo lunghi mesi di silenzio, come riportato da Milano Today, è arrivata una notizia: nei prossimi giorni è attesa la firma della convenzione tra Palazzo Marino e Invimit. La novità è emersa durante una seduta consigliare fissata per discutere sul futuro di piazza d’Armi a seguito di richiesta del consigliere Enrico Marcora di Fratelli d’Italia, che ha proposto di realizzare sull’area una cittadella con abitazioni per i dipendenti comunali che faticano a pagarsi un affitto a Milano. Una soluzione che non ha trovato accoglimento favorevole da parte dell’assessore alla Rigenerazione Urbana, Giancarlo Tancredi, in quanto per farlo si dovrebbe di dire addio a una parte di verde aggiunta nel precedente mandato con un emendamento della maggioranza. L’idea invece piace all’AD di Invimit, anche perchè si affiancherebbe a quella per i militari già presente.

# Il nodo sui vincoli e i prossimi passi

Piazza d’Armi – Progetto Le Giardiniere

A bloccare da tempo la rigenerazione dell’area, come detto in precedenza, sono le porzioni di terreno sottoposte a vincoli e in particolare quelli sul costruito. Su 6,1 ettari di sedime degli ex-magazzini ben 4,5 sono vincolati e solo 1,6 non lo sono. Eliminare il vincolo vorrebbe dire progettare un insediamento più equilibrato, e quindi appetibile per il mercato, ma occorre il via libera della Soprintendenza alla convenzione. Il verde è invece interamente tutelato, tranne 1,7 ettari occupati dal Bosco dell’Averla che l’Associazione Le Giardiniere vorrebbe mettere sotto tutela (la direzione regionale ha per ora risposto in modo negativo ndr), riducendo però in questo modo la superficie edificabile. Palazzo Marino si è però detto disponibile a rivalutare la questione.

Nel caso in cui tutto dovesse procedere nel modo sperato da Comune di Milano e Invimit, bisogna mettere in conto altri due anni per arrivare alla progettazione finale dato che la società partecipata dal Ministero dell’Economia è chiamata a presentare un piano attuativo per procedere con l’iter istruttorio, che comprende anche un dibattito in consiglio comunale. 

Continua la lettura con: Farini sta tornando in città: il futuro del più grande ex scalo ferroviario di Milano, una nuova «visione urbana»

FABIO MARCOMIN

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Quelli che «dovevamo essere Svizzera»: la maxi provincia più curiosa della Lombardia

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Italia meravigliosa FB - Provincia di Sondrio

Curiosità e record di una provincia che sarebbe dovuta essere parte della Confederazione Elvetica. Ma si sono messi di mezzo gli austriaci. 

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Quelli che «dovevamo essere Svizzera»: la maxi provincia più curiosa della Lombardia

# La dichiarazione d’indipendenza della Valtellina

Di Tschubby – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=8247690 – Canton Grigioni

Per secoli la Valtellina è stata la più veloce via di collegamento tra Europa centrale e penisola italiana. Per questo fu oggetto di continue mire espansionistiche da parte dei popoli confinanti. Abitata in età antica da popolazioni celto-liguri e dai camuni, passò sotto l’Impero Romano, poi sotto Lombardi, Franchi, il Ducato di Milano e nel 1512 al dominio del Canton Grigioni in Svizzera. A seguito del Sacro Macello del 1620, in cui ci fu l’insurrezione dei cattolici che portò all’uccisione di 400 protestanti, ci fu la dichiarazione dell’indipendenza della Valtellina dal dominio grigionese. Tornata sotto la Svizzera, nel 1797 Napoleone Bonaparte annesse il territorio alla provincia alla Repubblica Cisalpina, col nome di Dipartimento dell’Adda.

# Gli austriaci la “strapparono” alla Svizzera

Credits: viaggio-in-austria.it

Con il tramonto di Napoleone, anche la Valtellina passò sotto l’Impero Austro Ungarico che durante il Congresso di Vienna, scelse di annetterlo al Regno Lombardo-Veneto, invece di farlo tornare alla Confederazione Elvetica, anche grazie all’incisiva azione della delegazione valtellinese guidata dal deputato Diego Guicciardi (fonte “La delegazione valtellinese al Congresso di Vienna (1814-1815)”). Infine nel 1861 entrò a far parte del Regno d’Italia.

# L’unica provincia italiana tra tre bacini differenti alpini fluviali principali 

Italia meravigliosa FB – Provincia di Sondrio

Quella di Sondrio viene considerata insieme a quella di Brescia una delle due maxi province della Lombardia. La provincia di Sondrio ha una caratteristica unica a livello italiano: il suo territorio si trova infatti tra i tre bacini alpini fluviali principali, manca solo quello del fiume Rodano. Eccoli nel dettaglio:

  • la Val di Lei con il Reno di Lei che manda le sue acque nel Mar del Nord nei pressi di Rotterdam tramite il Reno Posteriore e poi il Reno vero e proprio;
  • l’Adda, che forma la Valtellina e che è fiume principale della provincia, che sfocia nel Mar Adriatico tramite il Po;
  • il torrente Aqua Granda e altri minori che si scaricano nel fiume Inn in Svizzera per poi unirsi al Danubio nell’Austria settentrionale, tramite il lago artificiale Livigno, concludendo la corsa nel Mar Nero nel sud-est della Romania. 

# Le navi battenti bandiera italiana hanno il diritto di navigazione sul Danubio grazie ai suoi fiumi

Di Kimdime – File:Lignedepartagedeseaux.png, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=33119514 – Bacini idrografici Europa

La provincia di Sondrio insieme ad altre tre aree d’Italia, come quella di San Candido con la Drava, consentono di far arrivare l‘apporto di acque “italiane” al Danubio a circa lo 0,16% della sua portata complessiva. Questo consente, in base a quanto stabilito nella Convenzione di Belgrado del 1948, alle navi battenti bandiera italiana di avere il diritto di navigazione lungo il fiume.

# Racchiude le più elevate vette lombarde: il punto più alto supera i 4000 metri

Maps – Provincia di Sondrio

Per il suo sviluppo longitudinale e per il fatto di essere la provincia più a nord della Lombardia, racchiude al suo interno le cime più elevate della regione appartenenti alle Alpi Retiche, con il punto più alto segnato dalla Punta Perrucchetti a 4.020 m s.l.m., cima secondaria immediatamente a sud del Pizzo Bernina. La montagna più alta è invece Pizzo Zupò, che con i suoi 3996 m s.l.m. è seconda per altezza del Massiccio del Bernina, la cui vetta si trova in Svizzera.

Leggi anche: Dove osano le aquile: questo è il punto geografico più alto della città metropolitana

# Condivide con Brescia e il Trentino il più grande Parco Nazionale delle Alpi 

ph. Eric Westendarp from Pixabay – Giogo dello Stelvio

Un altro record della provincia riguarda la presenza del Parco Nazionale dello Stelvio: il più esteso delle Alpi con oltre 130mila ettari di terreno, dove è presente il secondo più alto valico transitabile d’Europa che mette in collegamento Bormio con Trafoi. Il parco è condiviso con Brescia e il Trentino Alto Adige, che contribuisce con il 48% della superficie complessiva.

FABIO MARCOMIN (Ultimo aggiornamento: 23 aprile 2025)

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I sette edifici di Milano di «livello internazionale» secondo il New York Times

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Villa Borsani - ph. @ katmclean63 IG

Milano non è affatto una città grigia. Se ne sono accorti anche gli USA.

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I sette edifici di Milano di «livello internazionale» secondo il New York Times

# La città vanta una lunga storia e una grandissima ricchezza architettonica

officina6arte IG – Mediolanum

Parola del New York Times. Premesso che su certi argomenti le opinioni che provengono da oltreoceano andrebbero prese con le pinze, in un dettagliato articolo la testata americana racconta come Milano possa vantare una lunga storia e una grandissima ricchezza architettonica. Ricorda che Milano fu fondata nel 590 A.C. e che sia sempre stata considerata grigia, poco romantica e principalmente un centro economico finanziario a differenza delle città d’arte di Roma, Venezia e Firenze. E che questo è stato senz’altro vero per molto tempo.

# La trasformazione degli ultimi 25 anni

Credits Andrea Cherchi – Porta Nuova new

Ma il NYTimes afferma che le cose sono cambiate: negli ultimi venticinque anni la città ha migliorato incredibilmente il suo aspetto e di conseguenza la sua immagine nel mondo. Le enormi aree abbandonate o dismesse, le nuove modernissime architetture, l’estesa rete metropolitana le hanno fatto perdere la nomea di città grigia e dimessa. Non solo: questa continua profonda trasformazione in atto tutt’ora la fa percepire come una realtà dinamica, pulsante e attrattiva che, unita ad un enorme patrimonio storico e artistico, la rendono una meta estremamente attrattiva in tutto il mondo. Addirittura presenta edifici di livello mondiale. Come questi. 

Leggi anche: Altro che Dubai o New York: è Milano la terra promessa dei ricchi del mondo 

# Gli edifici di Milano di livello internazionale secondo il NYT

Credits: @
fondazioneprada IG

L’articolo del NYT continua poi con un lungo elenco di quelle che considera gli edifici più interessanti di Milano. Ne dimentica molti, ma resta comunque una lista degna di nota considerando che alcune di queste non sono conosciute nemmeno dai milanesi stessi. Oltre a Duomo, Castello e Galleria (considerata il più antico centro commerciale del mondo), il NYT sottolinea queste sette eccellenze di livello mondiale:

  • Villa Necchi Campiglio,
  • Villa Borsani,
  • La Torre Velasca,
  • Chiesa di Santa Maria Annunciata di Gio’ Ponti,
  • L’Arengario (con il ristorante Da Giacomo),
  • Fondazione Prada
  • il Bosco Verticale.
Villa Borsani – ph. @alisabykova IG

Interessanti sono anche i commenti all’articolo dove qualcuno definisce Milano interessantissima, qualcuno la denigra, e dove più di uno ricorda il Cimitero Monumentale come struttura di interesse mondiale. Insomma possiamo dire che Milano non lascia mai indifferenti e riesce sempre ad attirare l’attenzione.

Continua la lettura con: I dieci luoghi simbolo di Milano che nascondono un segreto

ANDREA URBANO

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La foto del giorno: dove siamo?

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Ph. @andreacherchi_foto

La foto del giorno: oggi siamo a Gaggiano

Ph. @andreacherchi_foto IG 

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Continua la lettura con: La foto del Giorno (22 aprile)

MILANO CITTA’ STATO

Mini tutorial su come rispondere alle telefonate pubblicitarie di luce e gas

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La risposta ammazza call center.
 

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Le 4 nuove fermate all’orizzonte della M4

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Credits milanotoday - Percorso breve M4 a Buccinasco

L’appetito vien mangiando. La M4, l’ultima arrivata, ha fretta di crescere. Questi i progetti approvati e quelli sul tavolo.

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Le 4 nuove fermate all’orizzonte della M4

# Prossime fermate a est: San Felice e Segrate

Credits segratecitylab – Hub segrate

Il progetto più avanzato prevede l’estensione della linea ad est: per altri 3,1 km con 2 fermate, Idroscalo e Segrate. Nel mese di dicembre 2023 la giunta di Milano ha approvato il Piano di fattibilità tecnica ed economica, anche se ai 420 milioni di euro già finanziati ne servono altri 44 milioni di extra costi dovuti all’incremento delle materie prime.

Credits mm – Planimetria stazione ferroviaria Segrate Porta Est

Il tracciato parte da Linate e sarà in parte subacqueo: passerà infatti sotto il bacino artificiale dell’Idroscalo, per terminare alla stazione di Segrate che diventerà la Stazione di Porta Est per l’Alta Velocità. I passi successivi saranno nell’ordine: progetto definitivo, esecutivo, indizione bando e avvio lavori. Se si troverà la copertura finanziaria integrale, l’inaugurazione non avverrà comunque prima del 2032.

Leggi anche: La “Grande Porta dell’Est”: nel futuro di Milano un grande Hub Metro-Ferroviario

# Direzione Sud-Ovest: Corsico e Buccinasco (fino a Trezzano?)

Credits: giornaledeinavigli.it – Diverse ipotesi di prolungamento M4 a ovest

In direzione sud-ovest, oltre la stazione di San Cristoforo FS, ci sono invece 6 ipotesi di prolungamento allo studio. Una di queste spingerebbe la linea fino a Trezzano sul Naviglio con fermate che toccherebbero i comuni di Corsico, Buccinasco e Cesano Boscone.

Gli altri scenari prevedono il prolungamento di una/due fermate a Buccinasco e Corsico.

Credits milanotoday – Percorso breve M4 a Buccinasco

Dalle ultime informazioni trapelate da Comune di Milano e Regione Lombardia l’ipotesi più probabile sarebbe quella di una sola fermata aggiuntiva dal costo di 150 milioni di euro. Pare esclusa una stazione sfruttando i binari del deposito. Al momento non è stata presa nessuna decisione. 

Continua la lettura con: Quante città hanno la metro in Italia?

FABIO MARCOMIN (Ultimo aggiornamento: 23 aprile 2025)

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I 10 posti dove ogni milanese deve essere stato. Almeno una volta

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Ph. @visit_milano IG

Milano è un luogo incredibilmente amichevole, ospitale e tollerante. Accoglie tutti, indistintamente. Basta essere residenti da una settimana, amare la città e si è milanesi da subito. Ma se l’ambiente urbano consegna questo titolo con grande facilità, a livello individuale ci sono alcuni posti che il nuovo milanese (o il milanese autoctono pigro) dovrebbe aver visitato, per potersi considerare un cittadino a tutti gli effetti.

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I 10 posti dove ogni milanese deve essere stato. Almeno una volta

#1 Sul tetto del Duomo

credits: IG @visit_milano

Le Terrazze sono il posto in cui si percepisce la città nel suo stadio più puro di bellezza gotica. 135 guglie, gli ornati, la statuaria, la Madonnina e tutte quelle preziosità architettoniche da ammirare da vicino, certamente. Ma più di tutto ancora l’esperienza incredibile di vedere il sole calare dal punto centrale della città, la vista a spaziare in tutte le direzioni. Attenzione, però: se siete studenti universitari, posticipate la visita a dopo la laurea!

Leggi anche: Le superstizioni universitarie a Milano: a volte studiare non basta

#2 “Qualcuno di voi mi tradirà”

monumenti da salvare

L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci fu dipinta nel 1497 sulla parete del refettorio di Santa Maria delle Grazie. Dopo svariati restauri conservativi dovuti alla tecnica sperimentale (fallimentare) che il genio fiorentino scelse al posto dell’affresco per questo suo capolavoro, l’opera è visitabile con prenotazione online. Per il valore artistico incommensurabile del dipinto, passare quei 15 minuti seduti sulla panchina in fondo alla sala è un rito di passaggio per immergersi nell’aspetto più geniale della milanesità.

Leggi anche: 7 motivi che rendono l’Ultima Cena un’opera unica al mondo 

#3 Spesa all’Esselunga

Credits: www.offerteshopping.it

Non si può essere di Milano se non si frequentano i punti vendita di una delle sue icone. L’Esselunga esordì nel 1957 con le famose insegne Supermarket dall’esse lunga, da cui deriverà il suo nome di fatto democraticamente scelto dai clienti. Fare la spesa qui è  uno stato d’animo. Di tutti i supermercati presenti a Milano, ce ne sono alcuni che risultano essere più cool, per storia, frequentazione o posizione: Papiniano, Washington e Gae Aulenti.

Leggi anche: I record di Esselunga

 #4 L’ascensore della Torre Branca 

torre branca

Negli anni ‘30 del secolo scorso, la città che sale (mai come oggi) costruì questo totem metallico nella radura del Parco Sempione, oggi divenuto il luogo prediletto dei milanesi per fare attività all’aperto. La ditta Fratelli Branca curò il restauro del monumento negli anni ’70 assicurandosene il nome, in omaggio dalla città. Salire sulla torre tramite il breve e claustrofobico percorso dell’ascensore, è una tappa immancabile per tutti i milanesi, in particolare gli innamorati.

Leggi anche: Torre Branca: 5+1 cose che forse non sai della Torre Eiffel di Milano

#5 Un derby (o una serata di Champions) a San Siro 

A che punto si è arrivati con la polemica sullo stadio? San Siro sì, San Siro no, come in ogni questione l’opinione pubblica si divide. Nel catino del Mondiale di Italia ’90 (per il quale fu aggiunto il famigerato ‘terzo anello’ da cui i giocatori sembrano le pedine del Subbuteo) adesso ci fanno anche i concerti degli artisti trap. Ma è solo durante uno dei derby (di campionato, di Coppa Italia o negli anni migliori in Champions League) che lo stadio trasmette la milanesità con le sue righe rosso-nero-azzurre. O, in alternativa, una serata di Champions. Soprattutto di questi tempi. 

Leggi anche: Milano è l’unica città al mondo ad aver vinto la Champions con due squadre diverse

#6 Shopping o aperitivo alla Rinascente

migliori rooftop
Credits: madtrip.co

La catena prototipo dei vecchi ma fascinosi ‘grandi magazzini’, oggi controllata da un gruppo thailandese, ha nella sede milanese la sua punta di diamante tra le 8 presenti in tutta Italia. Recentemente rinnovata nel concept, offre ogni possibile occasione di shopping, dalle grandi case di moda al food. Il periodo migliore dell’anno per visitarla è sotto le vacanze di Natale, per via dell’atmosfera magica che vi si respira. Tassativo rendere omaggio qui, sulla terrazza di fronte alle guglie del Domm, a un’altra religione milanese: l’aperitivo.

Leggi anche: Breve storia della Rinascente: da D’Annunzio ai thailandesi

 #7 Una serata alla Scala

Varcare gli stipiti d’epoca dell’ingresso è già una grande emozione. Ma nulla ci può ancora preparare al mistero dei corridoi dalle tante porticine, alla visuale privilegiata dall’intimità di un palco, al colpo d’occhio del volo d’uccello dall’alto del loggione. Venire qua è una tappa fondamentale, in una delle tante occasioni che il Teatro offre, dall’opera al balletto, dai concerti al coro delle voci bianche, dagli spettacoli per le scuole alle serate di gala. Simbolo di milanesità dal 1778.

Leggi anche: Napoleone aprì le porte della Scala al popolo

#8 Arrivare alla Centrale con un treno da Roma

Credits: milanopost.info

Così iconica da divenire anche lo scenario di thriller contemporanei, la Centrale è uno dei migliori lasciti dell’era fascista, dal gusto monumentale quasi tedesco. Oggi è piacevole attraversarla quando si torna da un viaggio in treno, perché per ogni milanese la galleria dei binari dalle alte volte è sinonimo di casa. Specie se si sta tornando da Roma e ci si è riempiti gli occhi per giorni (o ore) di quella italianità esasperata, così lontana dal sobrio internazionalismo di Milano.

Leggi anche: La Centrale è la stazione più grande d’Europa

#9 Street food a Chinatown

credits: IG @_prosciuttodiprada_

Milano è famosa per essere l’unica città al mondo in cui la Chinatown viene anche indicata con il nome originario del quartiere, che deriva dalla via che l’attraversa: Paolo Sarpi. Semi-pedonalizzata, con alberature e vari punti di attrazione, dalle botteghe storiche dove si possono trovare i formaggi inglesi alle enoteche con dehors che servono vino sloveno, è divenuta negli ultimi anni un must dello street food per ogni milanese à la page, che si fa paziente la coda per gustarsi una razione di ravioli di carne o di verdura da asporto.  

Leggi anche: Milano è l’unica città al mondo a chiamare Chinatown con il nome originale del quartiere

#10 Fuorisalone e Fondazione Prada

credits: IG @fondazioneprada

Ancor più che dalla settimana della moda, il milanese curioso si fa ipnotizzare dalla settimana del design e dalla sua fiera spontanea del Fuori Salone, iniziata negli anni ’80. L’atmosfera che si percepisce in zona Tortona o nel comparto di Ventura a Lambrate in quei giorni è qualcosa che va visto per essere veramente compreso, intrufolandosi nei cortili aperti per assistere a una delle tantissime performance artistiche collegate. Parlando di design, però, non si possono ignorare i richiami all’arte contemporanea offerti dallo splendido complesso della Fondazione Prada con la sua torre, le sue installazioni e il suo progetto di recupero architettonico. Sì, sì, anche qui (nel mitico Bar Luce progettato dal regista americano Wes Anderson) fanno l’aperitivo…

Continua la Lettura con: Fuorisalone: le 10 installazioni più suggestive di sempre

LORENZO ZUCCHI (Ultimo aggiornamento: 23 aprile 2025)

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23 aprile. Nasce la Vespa

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Ph. @fu_mannifu.official IG

23 aprile 1946. Nasce la Vespa. Il suo nome e la sua forma derivano dall’intuizione di Enrico Piaggio che voleva qualcosa di diverso dalle solite moto. Fece così progettare il motociclo da un ingegnere aeronautico, Corradino D’Ascanio, che aveva in carico progetti di elicotteri e la mente sgombra da stereotipi a due ruote.

Credits: teverepost.it
Fabio Cofferati sulla Vespa

Nasce così un motociclo su cui si può salire senza dover scavalcare il sellino, con il cambio sul manubrio, con una scocca che protegge il motore, con sospensione anteriore simile a quella degli aerei e con una ruota di scorta.

Un design unico. La leggenda dice che alla vista del primo prototipo Enrico Piaggio esclamò “sembra una Vespa”: nacque così il famoso nome, un Brand conosciuto a livello internazionale.

Credits: teverepost.it
Fabio Cofferati e la sua vespa

Continua la lettura: Le due ruote che non esistono più

MILANO CITTA’ STATO

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Le 10 estensioni della metro più urgenti da realizzare per collegare l’hinterland a Milano

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M3 Peschiera

A Milano, non si parla solo di linee metropolitane già approvate in modo definitivo, ma anche e, forse, ancor di più delle estensioni possibili o immaginate. Queste dovrebbero essere prioritarie. Lo dicono i milanesi stessi. 

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# M1 (o M4) fino ad Abbiategrasso

Naviglio-Grande-Abbiategrasso Credits: @Si Viaggia.jpg

Il sogno di arrivare in metro fino ad Abbiategrasso al momento rimane tale, dopo che era stata proposta alcuni anni fa dal Sindaco Sala. L’estensione della M1 è pianificata solo fino al Quartiere Olmi ad ovest, con la fine dei lavori prevista attorno al 2031, sempre che il secondo bando scaduto a febbraio 2025 sia andato a buon fine.

Milano-Abbiategrasso M4

Si tratterebbe quindi di allungare il tracciato di svariati chilometri oltre il futuro nuovo capolinea, oppure prolungare la M4 da San Cristoforo e invece che fermarla a Buccinasco farla procedere sulla Vigevanese fino al comune più grande dell’hinterland.

# M2 da Cologno Nord a Vimercate

Credits: mondomilano.it
prolungamento Cologno Vimercate

Il prolungamento della linea M2 da Cologno Nord a Vimercate è uno dei progetti più concreti in fase di sviluppo grazie all’avio dello studio di fattibilità preliminare. Il progetto prevede l’utilizzo di una metropolitana leggera, che rappresenta una soluzione ottimale in base al rapporto costi-benefici per i comuni dell’area. Il percorso di 12 km è pensato per servire i comuni di: Brugherio, Carugate, Agrate Brianza, Concorezzo e Vimercate. In caso di esito positivo si passerebbe alla realizzazione dello studio di fattibilità vero e proprio necessario alla richiesta delle risorse per realizzare l’opera. MM è chiamata a studiare le alternative migliori recependo le richieste dei singoli enti.

# M2 fino a Rozzano o Binasco

M2 a Rozzano

Una delle proposte più discusse riguarda l’estensione della M2 verso sud, fino a Rozzano o Binasco. Anche se inserita nel Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), al momento non esiste uno studio preliminare su quest’opera. I sindaci dell’area sud, in particolare quelli di Rozzano, Binasco e dei comuni limitrofi, avevano sollecitato il reinserimento di questa estensione nel piano di sviluppo della metropolitana. Tuttavia, la proposta non ha ricevuto l’attenzione che merita, e la realizzazione dell’opera rimane in sospeso. 

# M3 fino a Paderno Dugnano (Nord) e a Paullo (Sud)

Credit: nord24milano.it

Per l’estensione a nord, la proposta prevede il prolungamento di due fermate, passando per i comuni di Cormano e Paderno Dugnano, riducendo il traffico su alcune delle principali arterie stradali come la SP35 e la SP44. Nel 2020 erano stati stanziati 350 mila euro per lo studio di fattibilità, ma da allora non sono stati fatti progressi significativi.

M3 Peschiera

A sud, però, ci sono novità: la proposta di estendere la M3 fino a Paullo è stata recentemente messa in discussione. Si prevedeva la formula metro più metrotranvia. La Regione Lombardia ha presentato una nuova proposta per il sud-est di Milano, avvallata dai sindaci dei comuni interessati, per arrivare con la metropolitana fino a Peschiera Borromeo (2 fermate e 4,4 km di tracciato) e poi proseguire con bus in corsie protette e in alternativa o in aggiunta una ferrovia fino a Crema, per servire quindi tutto l’asse della Paullese. MM è al lavoro per realizzare lo studio di fattibilità, per la ferrovia è stato dato incarico a Ferrovie Nord.

Leggi anche: M3 fino a Peschiera, semaforo rosso per Paullo, novità per Crema: la proposta della regione per il sud-est di Milano

# Prolungamento M4 a est fino a Segrate e a ovest fino a Trezzano sul Naviglio

M4 Segrate

Il prolungamento della M4 è uno dei progetti più avanzati, con il tratto a est fino a Segrate già confermato e finanziato quasi integralmente. Si prevede che il prolungamento si concluda con due nuove fermate a Idroscalo San Felice e Segrate Porta Est, dove è prevista la nuova stazione dell’alta velocità, rendendo più facile l’accesso alla zona est di Milano. Al momento vanno però recuperati circa 70 milioni di euro per coprire il budget, oltre a dovere realizzare la progettazione definitiva, con l’attesa a breve della Conferenza dei Servizi: obiettivo avvio lavori entro il 2026.

M4 verso ovest

A ovest, il Comune di Milano ha recentemente avviato una discussione sul possibile prolungamento della M4 fino a Trezzano sul Naviglio, un progetto che si intreccia con le necessità di miglioramento del traffico nelle zone a ovest della città. Tra le sei ipotesi analizzate quella con il tracciato più esteso prevedeva di terminare a Trezzano sul Naviglio.

M4 a ovest

Negli ultimi giorni è arrivata la notizia della scelta del percorso più breve, di 1,5 km e una sola fermata a Buccinasco non lontano da Corsico, e dell’avvio dello studio di fattibilità. Puntando ancora di più verso l’esterno con il sogno Abbiategrasso, si potrebbe ridurre in maniera sensibile il traffico proveniente dai comuni dell’hinterland ovest e anche sulla tangenziale ovest, ma al momento l’ipotesi non è nemmeno all’orizzonte.

Leggi anche: La M4 si allunga ad ovest: questo il tracciato per portare la blu fuori Milano 

# M5 fino a Cinisello Balsamo passando per Cusano Milanino

ilgazzettinometropolitano.it – Sbinamento M5

In attesa che si risolva la grana extracosti per portare la linea fino al futuro capolinea di Monza Polo Istituzionale, il passo successivo è il bando di gara, alcuni anni fa era stata avanzata la proposta per allungarla fino a Cinisello Balsamo. Si prevedeva una biforcazione da Bignami per servire anche i comuni di Bresso e Cusano Milanino con cinque fermate in totali. Nonostante gli stanziamenti iniziali per lo sbinamento, il progetto è stato messo in pausa e non si sa ancora quando e se il progetto verrà di nuovo preso in considerazione.

Leggi anche: Tra Cinisello e Monza è battaglia per gli extra costi della M5

# M5 da San Siro Stadio a Magenta

Milano-Magenta M5

Il prolungamento della M5 è stato oggetto di discussioni anche riguardo la possibilità di estenderlo fino a Magenta, passando per Settimo Milanese. Un primo studio di fattibilità era stato realizzato nel 2019, con una proposta che prevedeva un tracciato di 5 fermate tra Settimo Milanese e San Siro Stadio. Un altro piano alternativo prevedeva un percorso di 2,5 km, con solo due fermate a ovest di Milano, in zone come Quarto Cagnino e Quinto Romano. Infine quello ambizioso per un tracciato di massimo 20 km, con Bareggio che ne trarrebbe il maggior beneficio a circa 11 km dal capolinea ovest di San Siro Stadio, e la prosecuzione in metrotranvia da Settimo. Nell’estate del 2024 è stata effettuata un’indagine geognostica nel Parco di Trenno, per procedere con lo studio di fattibilità sull’alternativa più probabile di estensione di 4 fermate e 4,5 km fino a Settimo Milanese.

Continua la lettura con: M6, il sogno rosa di Milano: l’ultimo aggiornamento sul tracciato più probabile

FABIO MARCOMIM

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Questo è il comune vicino a Milano con il prezzo delle case più basso

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Ph. @prolocoabbiategrasso IG

I prezzi delle case milanesi stanno volando sempre più alle stelle. Ma qual è la situazione nell’hinterland? 

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Questo è il comune vicino a Milano con il prezzo delle case più basso

# La regina delle case “low cost” è… Abbiategrasso

credits ilpazoo ig

Abitare Co, – società di intermediazione e servizi immobiliari specializzata sulle nuove residenze – ha appena pubblicato un report sul mercato immobiliare più conveniente. Per misurare qual è la regina delle case a buon prezzo, è stato calcolato dove, con un budget di 300 mila euro, si può acquistare una casa di metratura maggiore. Secondo lo studio, il comune dell’hinterland che dà la possibilità di acquistare abitazioni di dimensioni maggiori è Abbiategrasso: in media con 300mila euro si acquista una casa di 133 mq. Il vantaggio è consistente sui comuni che lo inseguono: 

  • Senago (107 mq),
  • Peschiera Borromeo (105 mq)
  • Rho (105 mq).

La maggiore opportunità nell’hinterland in termini di prezzi e qualità delle costruzioni ha avuto un impatto anche sulle compravendite. Se a Milano, dal 2019 al 2023, le transazioni sono calate del 5.3%, in media nell’hinterland si è registrato un aumento dell‘11,6 %.

# Il trend in Italia: la provincia rocks

credits andreacherchi ig

Il maggiore interesse agli acquisti nei dintorni delle città è un fenomeno che non riguarda solo Milano ma è esteso in tutta Italia. L’incremento maggiore delle compravendite di abitazioni, infatti, si è registrato nell’hinterland di Napoli, con un +78,3% dal 2019 al 2023. Seguono poi Bologna, con un +51,2% e Torino con un +35,1%. 

# L’andamento dei canoni d’affitto a Milano e provincia

credits comune di cernusco sul naviglio ig

Secondo gli ultimi dati forniti dal centro studi Immobiliare.it Insights, negli ultimi 8 anni i canoni d’affitto sono aumentati quasi in egual misura nel centro di Milano e in periferia: si parla, infatti, di poco più del 42% nei comuni limitrofi. Per quanto riguarda la vendita, invece, il gap tra Milano e il circondario si è allargato in maniera ben più rilevante: comprare casa oggi costa circa il 50% in più rispetto al 2016, mentre in provincia solo il 18% in più. Ma quali sono i comuni con i prezzi più alti?

# I comuni più costosi dell’hinterland di Milano

credits expedia ig

Quali sono quindi i comuni più costosi dell’hinterland di Milano? Il comune più costoso è Assago, dove chi vende immobile chiede in media oltre 3.800 euro/mq. Al secondo posto troviamo Segrate, con 3.400 euro/mq medi. Chiude il podio Cernusco sul Naviglio, con 3.350 euro/mq.

Continua la lettura con: I comuni dell’hinterland con i nomi più strani

ANDREA PARRINO

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Le 5 nuove stazioni di metro e circle line nel futuro di Milano

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Rendering dettaglio Milano Mind

Queste sono le tre nuove stazioni in costruzione a Milano, tra metropolitana e Circle Line. Lo sviluppo della rete di trasporto su ferro però non si ferma qui. Vediamo quali cantieri dovrebbero essere aperti nel prossimo futuro.

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Le 5 nuove stazioni di metro e circle line nel futuro di Milano

Le tre nuove stazioni della M1

Credits Comune di Milano – Estensione M1 Quartiere degli Olmi

Il progetto di estensione della metropolitana rossa prevede tre fermate, Parri-Valsesia, Baggio, Quartiere Olmi, e un tracciato di 3,3 km lungo le vie Parri e Pertini. A questo si aggiunge un deposito/rimessa oltre la tangenziale al confine con il Comune di Settimo Milanese. Nei prossimi mesi si dovrebbe conoscere l’azienda incaricata, nel caso il secondo bando fosse andato a buon fine, per poi dare il via lavori entro il 2025 e inaugurare la tratta nel 2031. Queste le prime immagini di come dovrebbero essere gli accessi e le aree superficiali di ognuna delle stazioni.

#1 Stazione Parri

Stazione Parri

La prima delle tre nuove fermate del prolungamento ovest della linea rossa. Situata lungo via Parri, in prossimità di via Valsesia, prevede tre accessi tra cui uno aggiunto per collegare direttamente il quartiere Mengoni. In superficie nuove aree verdi e alberature.

#2 Stazione Baggio

Stazione Baggio

All’ingresso sud dello quartiere storico di Baggio, la nuova stazione viene immersa in un contesto urbano rinnovato. Le sistemazioni superficiali prevedono la creazione di aree verdi attrezzate e interconnessioni ciclopedonali.

#3 Stazione Olmi

Stazione Olmi

Il futuro capolinea della linea M1 a sud ovest è un quartiere di edilizia residenziale pubblica di circa 8000 abitanti confinante con il Comune di Cesano Boscone, con il quale condivide un pezzetto di una via: il Quartiere degli Olmi. Anche qui sono previste aree verdi in superficie, aree gioco e percorsi ciclopedonali per collegare i paesi limitrofi, mentre il design degli accessi dovrebbe essere in linea a quello delle ultime fermate realizzate sulla M1 vero Rho Fiera.

Leggi anche: La linea M1 si fermerà a Olmi: le prime immagini delle tre nuove fermate

Le due nuove stazioni della Circle Line

Urbanfile – Stazioni MIND e Stephenson

Anche per la Circle Line, il futuro servizio svolto dalla sovrapposizione di più linee suburbane e regionali, sono previste nuove stazioni in aggiunta a Tibaldi attiva dal 2022 e Porta Romana Fs pronta nel 2026. 

#4 MIND-Merlata

Per la stazione di MIND-Merlata o MIND Milano, è in corso lo studio di fattibilità. È destinata a servire i due nuovi quartieri e si va a collocare prima della stazione di Rho Fiera Milano arrivando dal centro. Il progetto curato dallo studio CREW Cremonesi Workshop società di progettazione del Polo Urbano del Gruppo FS prevede una banchina coperta collegata alla passerella MIC tramite scale fisse, scale mobili e ascensori, per garantire funzionalità e accessibilità ottimali. Presente inoltre un edificio di stazione con atrio, sala d’attesa e servizi per i viaggiatori e all’esterno una velostazione. L’investimento previsto è di 33,5 milioni di euro.

#5 Stephenson

Nuove stazioni circle line Milano MIND-Merlata e Milano Stephenson

Per la stazione Stephenson, finanziata nell’ambito dell’Accordo Scali, non ci sono al momento indicazioni progettuali, ma si sa soltanto che verrà realizzata tra quella di MIND e quella di Certosa. Tra le altre previste, ma non ancora confermate, quelle di Istria, ad interscambio con la M5, e Dergano con la M3.

Leggi anche: A Milano nasce «la città dei giovani»: posata la prima pietra

Continua la lettura con: Metro e Circle Line: Porta Romana e le altre due nuove stazioni in costruzione a Milano

FABIO MARCOMIN

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I 5 quartieri di Milano da ricostruire da zero

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Gratosoglio - ph. @ italiacasepopolari IG

Abbiamo chiesto ai milanesi quale quartiere vorrebbero ricostruire da zero, se potessero. Queste le 5 prime scelte.

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I 5 quartieri di Milano da ricostruire da zero

 

#5 Bicocca, un tempo occupata dalla Pirelli, la sua ricostruzione non ha avuto gli effetti sperati

Il quartiere universitario della Bicocca
Il quartiere universitario della Bicocca

La Bicocca è uno dei quartieri più recenti di Milano. I fenomeni di deindustrializzazione e delocalizzazione dalla fine degli anni ’70 hanno infatti pesantemente inciso nella zona e sui suo futuri sviluppi. A partire dagli inizi degli anni ’80 fino al 2005 un grande progetto di riqualificazione e smantellamento dell’area di oltre 300.000 mq prima occupata dagli stabilimenti della Pirelli, ne ha cambiato il volto. Di recente sono stati realizzati altri interventi edilizi, con nuovi edifici residenziali, oltre all’avvio del restyling dell’ateneo. A detta di molti esperti di urbanistica però la ricostruzione di questa parte di città non ha sortito gli effetti sperati. La soluzione migliore sarebbe forse quella di abbatterla e ricostruirla da zero per farlo diventare il quartiere del futuro. 

#4 Giambellino, uno dei quartieri popolari più grandi di Milano

Credits: radiopopolare.it

Lo storico quartiere variegato e dalle molteplici identità, che prende il nome dalla via principale che percorre tutta la lunghezza, è un rettangolo di palazzi a quattro piani costruiti negli anni ’40 per alloggiare gli operai del complesso industriale adiacente. Questo ne fa uno dei quartieri popolari più grandi della città, assieme al limitrofo Lorenteggio. Attualmente è in corso un grande progetto di riqualificazione che li coinvolge entrambi con demolizione e ricostruzione di diversi immobili, per ora solo tre delle otto abbattute, mentre sono in fase di bonifica e demolizione le tre stecche su Via Lorenteggio. L’apertura della M4 con la contestuale riqualificazione delle aree superficiale è un ulteriore step nel processo di rinascita del quartiere, sarà sufficiente a trasformarlo?

Leggi anche: RESTYLING GIAMBELLINO: la riqualificazione dell’ex quartiere della MALA (rendering)

#3 Gratosoglio, il sogno infranto di realizzare un quartiere autonomo

Gratosoglio

L’idea per il Gratosoglio era quella di creare un grande quartiere autonomo. Per farlo si scelse lo studio BBPR, famoso per aver realizzato la Torre Velasca. Sviluppato su un’area di circa 50 ettari, nell’estrema periferia meridionale di Milano, è formato da otto torri alte 56 metri e 52 edifici in linea alti 30 metri. Il risultato non ha purtroppo mantenuto le aspettative, si presenta infatti anonimo, ripetitivo e con nessuno slancio estetico. Il quartiere sconta oggi anche anni di scarsa attenzione e manutenzione e conseguente degrado e, nonostante qualche timido intervento di riqualificazione, abbatterlo e rifarlo da capo potrebbe essere l’unica possibilità per farlo rinascere.

#2 Ponte Lambro, un quartiere isolato da decenni e in forte degrado

Credits: Urbanfile

Ponte Lambro tra tutti quelli da rifare è quello che sconta anche il fatto di essere mal collegato al resto della città, non ha né fermate di metro né di tram. Tutto è partito dalla crisi economica del dopoguerra con la conseguente chiusura e delocalizzazione della fabbriche della zona e che ha portato al suo isolamento. Poi l’ampliamento dell’aeroporto di Linate e l’interruzione della strada Paullese negli anni ’60, e infine agli inizi degli anni ’70 la realizzazione della Tangenziale Est gli hanno dato il colpo di grazia lasciandolo come un corpo a se stante. Il risultato inevitabile è stato un forte degrado urbano, carenza di servizi sociali e molte case fatiscenti, che potrebbe essere risolto solo ricostruendo il quartiere da zero e ripensando il trasporto pubblico.

Leggi anche: Uno dei due RISTORANTI più ANTICHI d’EUROPA è a Milano!

#1 La “zona nera” di San Siro 

Veniamo a un altro quartiere difficile della città, la porzione di San Siro a sud di Piazzale Segesta. Come il Giambellino si caratterizza per case popolari e palazzi tipici dell’edilizia degli anni cinquanta, dall’estetica approssimativa e improntati alla mera funzionalità. Tristemente conosciuta per essere degradata e pericolosa, anche per la popolazione a prevalenza straniera e in particolare di origine araba, con frequenti fenomeni di occupazione e microcriminalità e per questo conosciuta come il “Quadrilatero dell’illegalità”. A complicare il tutto la conformazione e la localizzazione degli edifici nel contesto cittadino ha creato una sorta di ghetto. Alla fine del 2023 è stata presentata la proposta “Rigenerare la città” che punta a trasformare radicalmente questo quadrante nell’ovest della città. Potrebbe essere l’ultima speranza prima di un eventuale intervento radicale di demolizione e ricostruzione.

Leggi anche: Torri, verde, boulevard pedonale: il FUTURO della “zona nera” di SAN SIRO

Continua la lettura: I cinque quartieri più curiosi di Milano

FABIO MARCOMIN (Ultimo aggiornamento: 22 aprile 2025)

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Un Milanese a Roma: le 5 differenze e i 3 punti in comune tra le due città rivali

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ilficoristorante IG

Come vive un milanese a Roma? Non da turista, ma affittando un appartamento in periferia e provando a vivere la città più reale. In questo caso il milanese non è di nascita ma di adozione, con ventun anni di milanesità alle spalle, sufficienti a fargli cogliere anche di sfuggita le differenze e le similitudini tra le due grandi città d’Italia eterne rivali.

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Un Milanese a Roma: le 5 differenze e i 3 punti in comune tra le due città rivali

Le 5 differenze

#1 Le dimensioni

francescomelchiorri IG – Pastorizia urbana

Facile sentirsi scorati, al verificare l’estensione della città eterna, che come ripetono qui è ‘undici volte Milano’ (per territorio), mentre è solo il doppio quanto a popolazione. La città finisce e ricomincia più volte, in mezzo ai colli e ai pini marittimi, con intere borgate di condominii popolari collegate da viali che scorrono in mezzo ai cartelloni pubblicitari. Noi invece dobbiamo ancora chiedere che venga annessa Pero, perché Sesto San Giovanni sarebbe troppo grande.

#2 La metropolitana

Mappa solo metro – Roma Metropolitane

A sorpresa, con la linea C (la ‘verde’) sembra proprio di essere a casa, visto che l’arredo interno è identico a quello delle nostre M4 e M5, frequenza a parte, copertura telefonica a parte. Esotiche invece le linee A e B, sicuramente meglio la A, anche se negli orari di punta si deve scendere a patti con la coscienza e pensare di essere ai cancelli di un mega evento live che sta per iniziare. Consolazione: la tratta costa 1,50 euro (e si entra con carta ovunque).

#3 La gente che parla

Sicuramente la differenza culturale più evidente, rispetto alla tendenza milanese di introversione, erede dei due stereotipi di mentalità chiuse e aperte con cui per anni hanno infarcito cinema e televisione di boutade su Nord e Sud. I clienti non si limitano mai a ordinare, ma approfittano per brevi conversazioni, anche se non si conoscono. Se invece sono amici, allora la coda può durare anche qualche minuto, ma nessuno protesta.

#4 I ristoranti tipici

ilficoristorante IG

Impressionante l’offerta di ristoranti con cucina romana, dalla pinsa al taglio che è in ogni baracchino di periferia e del centro, sino alle osterie specializzate in pasta, devo dire molto buona e al dente, sicuramente meglio di quella dei ristoranti per turisti nel centro. Prezzi popolari al confronto della capitale della moda, che ormai propone troppi locali settati per il target più alto, perdendo un po’ in autenticità. E poi forse il riso giallo non è abbastanza iconico.

#5 Le emergenze monumentali antiche che spuntano ovunque

istvan_81 IG – Acquedotti romani

Non parliamo dei fori romani, ma di tutte quelle formazioni in mattoni che compaiono all’improvviso mentre si vaga senza meta per la città: acquedotti, mura, rovine varie, terme, templi, ville di campagna, colonne, necropoli. Nelle prime ore di soggiorno sorprendono per estensione e stato di conservazione, e in alcuni casi anche per imponenza. Poi ci si abitua alla condizione: quella di convivere con il territorio dove nei secoli passati sorgeva il più grande impero della storia.

I 3 punti in comune

# Lo sviluppo delle periferie

inviaggioconlollo IG – Murale su edificio in periferia di Roma

Visitarle tutte mi sarebbe stato impossibile, ma il trend che ho riscontrato è lo stesso che da anni fa progredire anche Milano, dal modello primordiale delle varie NYC, Londra o Berlino. Ogni area si riscopre e diventa un quartiere attrattivo, grazie anche al successo delle trasmissioni immobiliari in televisione. Ci sono i quartieri snob, quelli fricchettoni, quelli autentici, quelli studenteschi, quelli popolari. Uno sviluppo da città stato.

# L’overtourism

francescafabene IG – Turisti a Roma

Inevitabile, tra settimana di Pasqua e giubileo, fare il conto delle presenze turistiche, che rendono una vasca il passeggio in qualsiasi strada del centro. Grandissima risorsa, ma anche presenza fissa che ormai rende meno vivibile la città per i residenti. Non siamo per il modello ‘ticket’ appena inaugurato da Venezia, ma auspicheremmo un tavolo bilaterale tra i due comuni per discutere del tema.

# I lavori pubblici delle amministrazioni

metrocspa IG

Giustappunto come ultimo punto in comune tra le due città non poteva mancare l’immobilismo delle due giunte politiche che al netto delle tasse di soggiorno non riescono veramente a svettare per quanto potrebbero. Se nella nostra città abbiamo da poco testimoniato la faticosa fine dei lavori alla M4, nella capitale attendono ancora il famoso prolungamento sino al centro della C. E intere tratte di tramvie periferiche giacciono abbandonate.

In fin dei conti, Roma è solo una Milano distopica, che esagera in tutto alcuni caratteri tipici dell’italianità presenti anche a Milano, nel bene e nel male. Vedremmo bene un riavvicinamento tra le due realtà, in fondo anche una capitale di impero deve essere prima di tutto capitale di sé stessa.

Continua la lettura con: Le 7 cose che un romano apprezza di Milano

LORENZO ZUCCHI

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