Le 2 RUOTE che non esistono più: le 10 MARCHE SCOMPARSE che hanno fatto la storia di Milano

Di oltre 200 aziende produttrici di veicoli motorizzati a due ruote, solo alcune sono rimaste in attività anche nel dopoguerra, e altre hanno chiuso negli ultimi decenni. Quali sono le più riconosciute in Italia e nel mondo anche per i loro record?

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Moto Bianchi

Milano ha visto nascere oltre 200 aziende che hanno prodotto veicoli motorizzati a 2 ruote anche se molte di esse sono scomparse prima dell’inizio della seconda guerra mondiale. Dai piccoli laboratori artigianali dove assemblavano pochi veicoli all’anno fino a realtà che si sono fatte conoscere in tutto il mondo.
Molte di esse hanno prodotto motocicli e moto che ancora oggi fanno la gioia dei molti collezionisti sparsi su tutto il globo. Ecco una lista con le 10 marche che hanno fatto la storia di Milano. 

Le 2 RUOTE che non esistono più: le 10 MARCHE SCOMPARSE che hanno fatto la storia di Milano

#1 Atala, nata nel 1908 come azienda di biciclette, espanse la sua attività nelle produzione di motocicli

Atala Rizzato

Fondata nel 1908 dall’ex dirigente della Bianchi Angelo Gatti la fabbrica produce inizialmente biciclette e in un secondo tempo si espande nella produzione di veicoli a motore. Caratterizzati da una linea aggressiva e dai colori aziendali rosso e bianco i 2 ruote della casa passano di mano alla fine degli anni 30 alla famiglia padovana dei Rizzato che proseguiranno la produzione con alterne fortune fino agli anni ’80.

 #2 Bianchi, la più antica fabbrica di biciclette al mondo, fino a metà degli anni ’60 vinse Gran Premi con le sue motociclette

Moto Bianchi

Nel 1885 l’imprenditore Edoardo Bianchi fonda l’omonima azienda che è oggi la più antica fabbrica di biciclette al mondo. Pur aprendo stabilimenti prima a Treviglio e poi anche a Desio la sede direttiva e organizzativa rimarrà per molti decenni a Milano. Azienda dinamica e innovativa produrrà biciclette, autoveicoli, autocarri e anche moltissime motociclette che permetteranno di motorizzare l’Italia. Tra le automobili la Bianchina di Fantozzi, per esempio, insieme alle più blasonate aziende quali Piaggio e Guzzi.

Alcune moto Bianchi si fregeranno di successi in Gran Premi fino a metà degli anni 60. Tazio Nuvolari corse alcune gare motociclistiche a bordo di una Freccia Celeste prodotta dallo stabilimento milanese. Passata di mano in mano a industriali e società di investimento la Bianchi oggi produce all’estero ma rimane nell’immaginario collettivo un marchio identificatore del Made in Italy.

#3 DEMM, famosa per le sue soluzioni tecnologiche all’avanguardia e per 24 record del mondo grazie al “Siluro”

DEMM

Daldi e Matteucci Milano è in realtà una riuscita collaborazione tra due poli, uno milanese e uno della provincia di Bologna che cesserà la produzione nel 1982. Divenuta famosa per le sue soluzioni tecnologiche decisamente all’avanguardia sforna veicoli che vanno dal ciclomotore alla moto vera e propria e riescono a penetrare in vari mercati tra cui quello americano.

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Parteciperanno a vari campionati ed alcuni prototipi verranno concepiti per ottenere prestazioni di altissimo livello come i 24 record del mondo ottenuti all’autodromo di Monza nel 1956 grazie al cosiddetto Siluro. All’inizio degli anni 60 le Demm dettano legge nei campionati italiani di velocità e nelle allora seguitissime corse in montagna. Vittima, come molte, di una delle varie crisi la fabbrica milanese continuerà la commercializzazione per alcuni anni dopo la chiusura grazie ai molti ricambi rimasti nello stabilimento.

#4 Garelli, vittoriosa per 5 anni consecutivi nella classe 125 del motomondiale con Nieto, Gresini e Cadalora

Garelli

Adalberto Garelli nel 1912 crea e brevetta una 2 tempi a cilindro sdoppiato che testerà per oltre 2 anni con ardite imprese. Nel 1919 forte delle sue esperienze fonda a sesto San Giovanni la Garelli. Sebbene esiste tutt’oggi come fabbrica di ciclomotori la Garelli ha un passato glorioso fatto di moto che hanno vinto tutti i campionati mondiali classe 125 tra il 1982 e il 1987 con Nieto, Gresini e Cadalora, quest’ultimo poi ripetutosi anche in categorie superiori. Il riuscitissimo Vip 3, ciclomotore a 3 marce, è stato un must per gli allora ragazzi dal 1978 a metà degli anni 80.

#5 Gilera, la fabbrica di moto milanese più famosa nel mondo, ha vinto numerosi titoli mondiali

Gilera

Forse la fabbrica di moto milanese più famosa nel mondo e dal 1969 entrata a far parte del gruppo Piaggio venne fondata nel 1909 a Milano in Corso XXII Marzo. Vincitrice di numerosi titoli iridati, 6 nella sola classe regina delle 500 negli anni 50, detentrice per anni di record che ancora oggi indicano la propensione del marchio a costruire veicoli decisamente innovativi e di altissime prestazioni la Gilera cessa di esistere come marchio nel 2012 dopo aver sfornato 2 ruote che hanno segnato il passo in ogni segmento dei vari mercati. Ultima chicca fu uno scooter presentato nel 2007 e che era, allora, il più veloce al mondo con oltre 200 km di velocità massima.

#6 Guazzoni, fondata nel 1936 produsse modelli prevalentemente stradali fino al 1976

Guazzoni

Fondata nel 1936 e diventata operativa nella zona tra viale Sabotino e via Giulio Romano l’azienda di Aldo Guazzoni è inizialmente una officina che assembla componenti di altre realtà del settore motoristico. La determinazione di Aldo porta la sua azienda a diventare produttrice in toto creando modelli prevalentemente stradali con alcune soluzioni che rivoluzioneranno l’intero settore. Una sfortunata commessa di moto vendute all’Argentina in una situazione di cambiamento politico e per la quale non otterrà il pagamento di oltre 1000 veicoli, costringerà Guazzoni a rivedere i piani aziendali arrivando a produrre anche una serie di kart e motori fuoribordo per imbarcazioni.

Nel 1976, con l’acutizzarsi di una malattia del patron, l’azienda chiude i battenti. Due anni dopo Aldo Guazzoni muore non consentendo una eventuale riapertura della fabbrica che godeva ancora di grandi favori da parte dei molti affezionati al marchio.

#7 Lambretta, nata nel 1947 fu competitor naturale della Vespa

Lambretta

Anche se l’azienda produttrice è stata la Innocenti crediamo sia più corretto parlare di Lambretta. La Innocenti alla fine della seconda guerra mondiale decise di intervenire strutturalmente nella propria azienda inserendo anche la produzione di motoveicoli. La fortunata collaborazione tra l’ingegner Torre e Pallavicino, entrambi arrivati dal settore aeronautico più l’intuizione del pubblicitario Oppi che ne coniò il nome prendendo spunto dal fiume Lambro, che scorre di fianco agli ex stabilimenti di Lambrate, fece nascere la Lambretta nel 1947.

Prima di uscire di produzione, almeno in Italia, nel 1971, la Lambretta ha venduto milioni di esemplari ed è presente in musei, libri, film e canzoni. In India l’ultimo esemplare uscito dalla catene di montaggio che erano state cedute dalla Innocenti nel 1972 è stato assemblato nel 1997 mentre in altre parti del pianeta, grazie alla cessione della licenza, la Lambretta ha continuato ad essere prodotta fino agli anni 80. Competitor naturale della Vespa ha creato una rivalità che ancor oggi divide gli appassionati di tutto il mondo. Nel corso della sua lunga vita la Lambretta ha anche collezionato numerosissimi record battendo proprio la Vespa grazie ad una meccanica e una aerodinamica decisamente più performanti.

Leggi anche: la Lambretta, la moto dei record

#8 Motom, famosa per la “Motomic” acronimo di moto e atomica

Motom

Anche se non è stata tra le più blasonate industrie di veicoli a 2 ruote va citata per la storia relativa alla sua nascita. La famiglia De Angeli-Frua, forte nel campo tessile, decise di diversificare i propri investimenti e nel 1945 grazie ad una geniale intuizione fondò una casa motociclistica certi dell’espansione del settore. Assunto come progettista l’ingegner Falchetto, già collaboratore con marchio Lancia, la Motom sforna il Motomic, acronimo di moto e atomica, che da subito si impone come ciclomotore per le sue linee semplici e una serie di geniali soluzioni atte a renderlo essenziale in ogni dettaglio. Con oltre 500.000 veicoli prodotti il Motomic segna un’epoca nel mondo delle 2 ruote. Non riusciranno più a ripetersi con i modelli seguenti compresi alcuni evidentemente costruiti per contrastare l’egemonia del mercato da parte della Vespa e della Lambretta. Motom vede uscire l’ultimo veicolo dalle proprie linee dello stabilimento nel 1970.

#9 Moto Parilla, una sola erre per una frustrazione

Parilla

La storia incarna perfettamente la Milano del dopoguerra. La famiglia di Giovanni Parrilla arriva da Longobucco in Calabria a Mantova e a sedici anni Giovanni si sposta nel capoluogo lombardo. Uomo intraprendente e volenteroso si appassiona di meccanica e per fare esperienza compra una Norton, la smonta e la studia nei dettagli per poi rimontarla e rivenderla. Questo amore per le moto, specie quelli inglesi, caratterizzerà tutta la sua vita. Nel 1946 dopo aver lavorato come meccanico in un’officina di veicoli benzina e diesel fonda una sua società denominandola Moto Parilla con una sola erre perché irritato dai continui errori di trascrizione di chiunque debba prendere nota del suo cognome.

Poliedrico al punto di produrre una vasta gamma di moto che vanno dalla stradale a quella da cross e agli scooter per arrivare ai kart, Giovanni preferisce la qualità alla quantità rinunciando a molte vendite pur di seguire ogni lavorazione nei dettagli. Non mancheranno le soddisfazioni nel campo agonistico compreso un secondo posto nel 1964 a Daytona nel mondiale classe 250. Alcune scelte fatte all’inizio degli anni 60 non incontrano il successo sperato e alla fine del 1962 l’azienda viene ceduta tranne la produzione di kart.

#10 Paton, riconoscibile per la livrea verde

Paton

Unione delle lettere iniziali dei cognomi dei due soci fondatori, Pattoni e Tonti, la Paton è una azienda dall’impronta decisamente sportiva. Nata sulle ceneri del reparto corse della Mondial ha progettato e sviluppato diversi modelli. Molti piloti hanno iniziato a gareggiare grazie ad una Paton, riconoscibile per la livrea verde che ha sempre contraddistinto le moto milanesi. Senza arrivare mai a primeggiare la Paton partecipa comunque a numerosi motomondiali arrivando a conquistare qualche punto in più occasioni.

Il meglio arriva però dalle corse che vedono il Tourist Trophy come appuntamento clou. In questa gare grazie alla guida dell’esperto Stefano Bonetti la Paton ottiene diverse vittorie e quella credibilità che vacillava per le ultime annate del motomondiale senza ottenere piazzamenti. L’azienda nel 2016 diventa SC-Project spostando la sede da Milano a Cassinetta di Lugagnano.

# Nota di merito per la Empolini, che fece concorrenza all’Ape Piaggio

Empolini

Una citazione va fatta anche alla Empolini che per oltre 50 anni ha prodotto motocarri da lavoro. In concorrenza con l’Ape Piaggio ed il meno sofisticato Ercole della Guzzi ha permesso a moltissimi artigiani e piccole aziende di trasportare materiale anche guidati da non patentati…
Ancora oggi è possibile trovare qualche veicolo Empolini che gira per le strade italiane.

ROBERTO BINAGHI

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Roberto Binaghi
Nato a Milano il 25 agosto 1965. Sin da bambino frequento l’azienda di famiglia (allora una tipografia, ora azienda di comunicazione e stampa) dove entrerò ufficialmente a 17 anni. Diplomato Geometra all’Istituto Cattaneo a 27 anni e dopo aver abbandonato gli studi grafici a 17, mi iscrivo a Scienze Politiche ma lascio definitivamente 2 anni dopo per dedicare il mio tempo libero alla famiglia e allo sport. Sono padre di Matteo, 21 anni, e Luca, 19 anni. Sono stato accanito lettore di quotidiani e libri storico-politici, ho frequentato gruppi politici e di imprenditori senza mai tesserarmi, per anni ho seguito la situazione politica italiana collaborando anche con L’Indipendente allora diretto da Vittorio Feltri e Pialuisa Bianco (1992-1994). Per questioni di cuore ho iniziato a seguire il mondo del basket dilettantistico ricoprendo il ruolo di dirigente della società Ebro per oltre 10 anni e della Bocconi Basket FIP dal settembre 2019 (ruolo che ricoprirò anche per la prossima stagione). Nel corso degli anni ho contribuito allo sviluppo di alcune start-up e seguito alcuni progetti di mia ideazione che hanno come obiettivo la rivalutazione del patrimonio meneghino oltre che un chiaro interesse sociale.