La disfida di PIAZZA D’ARMI: tra difesa della NATURA e PROGETTI AVVENIRISTICI

Cittadini contro il Comune, Comune contro Ministero, Costruttori contro Natura

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Piazza d'Armi

Piazza d’Armi. Una delle classiche storie di Milano che sembrano sospese nel tempo per non arrivare mai a compimento, come la Preferenziale interrotta della 90/91, il Colosseo Verde o il prolungamento della metro a Paullo.  In questo caso c’è poi un altro grande classico italiano, quello del tutti contro tutti: prima i cittadini contro il Comune di Milano, poi quest’ultimo contro il Ministero. Ora la questione sembra essere arrivata a un punto di svolta. Vediamo a che punto siamo.

La disfida di PIAZZA D’ARMI: tra difesa della NATURA e PROGETTI AVVENIRISTICI

# Natura vs Nuove costruzioni

credits: @mindmilano

Milano continua a trasformarsi: Porta Nuova e City Life ormai terminate, l’area ex-Expo procede spedita nella sua trasformazione in MIND e anche gli scali ferroviari sono ben definiti, i lavori allo Scalo Romana sono già partiti e parzialmente anche a Farini e Greco. Si tratta, spesso, di spazi in abbandono o comunque da rigenerare e quindi già fortemente urbanizzati. Il compito è più arduo quando c’è da decidere il destino di aree in cui la natura ha preso il sopravvento creando delle vere oasi naturali. In un periodo storico in cui i problemi climatici e la riforestazione sono al centro del dibattito politico, fanno sentire il loro peso i gruppi di interesse che vorrebbero preservare il patrimonio naturalistico e paesaggistico della città trovano.

Dopo la risoluzione della Goccia della Bovisa, il caso più eclatante è ora quello di Piazza d’Armi, quello si è mostrato più forte la separazione tra chi ha due visioni diverse sullo sviluppo della città: chi si batte per la conservazione e la riqualificazione dell’esistente, preservandone il valore culturale, naturalistico e pubblico, e chi vorrebbe investire per una trasformazione radicale su basi più moderne e di rendere appetibile l’investimento per soggetti privati, con positive ricadute anche sui conti pubblici cittadini.

# La storia di Piazza d’Armi: dai dirigibili alle esercitazioni militari

Piazza d’Armi

Piazza d’Armi si estende per circa 42 ettari nel Municipio 7, a poca distanza dal Parco delle Cave e dal Parco Agricolo Sud Milano, lungo via Forze Armate tra il Quartiere Molinazzo, Vercellese e Baggio. Ad uso agricolo fino al primo decennio del ‘900, nel 1913 l’Ingegner Forlanini fece costruire le Officine Leonardo Da Vinci, da cui nacque il primo dirigibile italiano denominato “città di Milano”. In questo luogo ci fu anche il primo aerodromo cittadino, da dove decollo più volte la prima prima aviatrice italiana, Rosina Ferrario, negli anni Dieci, mentre dagli anni ’30 venne trasformata in campo di esercitazione per l’adiacente Caserma Santa Barbara, soprattutto per carri armati e mezzi pesanti: 35 ettari come Piazza d’armi vera e propria e 7 ettari da edifici adibiti a magazzini militari.

Dopo la cessazione della leva militare obbligatoria, dalla fine anni ’80, l’area in abbandono è stata anno per anno ricolonizzata dalla natura e trasformata in boschetti di latifoglie miste, intramezzati da aree umide e praterie dalle vivaci fioriture, con inserimento spontaneo di orti urbani e un’attività di apicultura. Per la sua biodiversità Piazza d’Armi è stata ricompresa nella Rete Ecologica Regionale e riconosciuta ufficialmente come Area di Rilevanza Erpetologica Regionale per la presenza di anfibi rari e in via d’estinzione.

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# Le prime ipotesi di trasformazione

Credits: Urbanfile – Progetto Leopoldo Freyrie

Arriviamo al 2014 quando il Ministero della Difesa, Agenzia del Demanio e il Comune di Milano sigla un “Protocollo d’Intesa finalizzato alla riqualificazione e razionalizzazione di alcuni siti militari presenti sul territorio cittadino”: tra queste c’è la Piazza d’Armi.

Nel 2015 Investimenti Immobiliari Italiani Sgr S.p.A. (Invimit Sgr), una società di gestione del risparmio del Ministero dell’Economia e delle Finanze, è stata incaricata del recupero e della valorizzazione dell’area e il Comune di Milano nel 2017 la inserisce nel Documento di obiettivi per il piano di governo del territorio insieme ad altre aree come quelle degli Scali ferroviari, di Città Studi e dell’ex area Expo: tutte queste aree che possono contribuire in modo rilevante a ridefinire l’assetto urbano della città e dell’intera area metropolitana del prossimo decennio. Il Piano di Governo del Territorio (PGT) identifica pertanto l’area come ATU (Ambito di Trasformazione Urbana) dove costruirvi 290.000 mq di superficie lorda di pavimento.

Tra le idee avanzate quella di un progetto che prevedeva la costruzione di circa 4000 alloggi di medie dimensioni e un altro un centro sportivo dell’Inter. Gran parte dell’area verde sarebbe stata cementificata con indici di edificabilità molto elevati ma bando pubblicato da Invimit Sgr era tuttavia andato deserto. A questo punto i cittadini hanno preso la palla al balzo promuovendo la trasformazione del luogo in parco pubblico. 

# Piazza d’Armi inserita come “Parco Pubblico Urbano” tra i luoghi del cuore del FAI

Progetto dell’Associazione Parco Piazza d’Armi Le Giardiniere

Diversi gruppi di quartiere hanno fatto sentire la loro voce tra cui quella dell’Associazione Parco Piazza d’Armi Le Giardiniere, che ha richiesto una revisione del PGT, alla quale si sono affiancati nel corso degli anni altri comitati cittadini confluiti poi nel Coordinamento Piazza D’Armi. I Comitati hanno avanzato una petizione alla Commissione Europea affinché l’area verde boschiva esistente venga mantenuta e valorizzata come “capitale naturale di biodiversità”, diventando una grande Parco Pubblico Urbano, mentre il FAI l’ha inserita tra i suoi luoghi del cuore.

Il loro progetto ipotizza nell’area a verde la realizzazione di un parco agro-silvo-pastorale urbano, con attività di carattere orticolo, vivaistico, didattico, culturale, botanico, scientifico e di allevamento, oltre alla tutela degli animali selvatici presenti e delle colonie feline. Oltre a questo la riqualificazione dei Magazzini militari dismessi a scopo residenziale, sociale con attività didattiche, riabilitative, culturali produttive e commerciali, senza aumento delle volumetrie.

All’inizio del 2018, recependo in parte le istanze della cittadinanza, sono state accolte dal Comune due osservazioni che hanno ridotto l’indice di edificabilità da 0,7 a 0,35, portando la quota minima di verde dal 50% al 70% dell’area (quasi tutta quella non già edificata), e identificano la Grande Funzione Urbana della Piazza d’Armi nella riforestazione urbana.

Quindi Piazza d’Armi è destinata ad essere un grande parco con edifici non residenziali al posto degli ex magazzini militari. Nel 2019 invece è arrivato anche il vincolo paesaggistico chiesto dal Ministero dei Beni Culturali, che riguarda tutti gli edifici militari esistenti nonché il divieto di nuove edificazioni in tutta l’area attualmente a verde, oltre ad alcune prescrizioni paesaggistiche per la salvaguardia di “prospettiva, luce, ambiente e decoro degli edifici sottoposti a tutela”.

# Il punto della situazione

piazza d'armi
Piazza d’Armi – FAI

Preservata quindi l’oasi naturalistica, si riduce l’appetibilità economica e le possibilità di riqualificazione dato che Invimit, che ha acquisito l’area per 60 milioni di euro dovrà generare un utile dall’operazione e oneri sufficienti a realizzare il parco e le altre urbanizzazioni necessarie, pari 40 milioni di euro per 30 ettari di parco e servizi vari.

La società di gestione del risparmio del Ministero dell’Economia e delle Finanze ha quindi a giugno 2023 pubblicato “un invito a manifestare interesse per la selezione di un partner per l’iniziativa di recupero e valorizzazione di Piazza D’Armi, a Milano, un asset di 388.000 mq di proprietà del Comparto 8 quater del Fondo i3-Sviluppo Italia, gestito dalla SGR.” Nel progetto è previsto “lo sviluppo di 135.000 mq di superficie lorda edificabile e la realizzazione di un grande parco urbano che si estenderà sul 75% dell’area“.

Con l’invito alla manifestazione di interesse, dunque, si apre la fase di precommercializzazione della maggioranza delle quote del Fondo Virgilio, dove verrà conferito l’asset, all’esito della quale verrà richiesto il nulla osta alla Consob per la commercializzazione ai sensi dell’art. 43 del TUF. Il 24 luglio 2023 scade il termine di presentazione delle domande da parte degli investitori professionali. L’obiettivo è quello di ricevere un’offerta vincolante per finalizzare l’operazione, con l’esecuzione dell’apporto e la vendita delle quote entro il 2023.

 

Continua la lettura con: QUANDO a Milano ci si dava APPUNTAMENTO al TRANSATLANTICO

ROBERTA CACCIALUPI e FABIO MARCOMIN

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Roberta Caccialupi
Storica di formazione, “multimediale” per professione, da alcuni anni racconto sul mio blog la vita e le contraddizioni del quartiere Isola, luogo di partenza della mia famiglia in cui, dopo vario pellegrinare, sono tornata a vivere. Qui è nato e si consolida ogni giorno l’amore per la mia città.