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Estate 2024: torna l’alta velocità del Frecciarossa notturno da Milano-Reggio Calabria

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giuseppefaetr485 IG - Frecciarossa

Anche per quest’estate, grazie alla “Trenitalia Summer experience 2024” si può attraversare l’Italia con i treni dell’Alta Velocità da Milano a Reggio Calabria. Questi gli orari previsti, i giorni in cui è attivo il servizio e fino a quando è disponibile.

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Estate 2024: torna l’alta velocità del Frecciarossa notturno da Milano-Reggio Calabria

# Confermata la tratta notturna ad alta velocità Milano-Reggio Calabria con la “Trenitalia Summer experience 2024”

Notturni Trenitalia

Con la “Trenitalia Summer experience 2024” viene confermato il Frecciarossa notturno Milano – Reggio Calabria nei giorni a più alta richiesta, compresi ponti e festività. Il nuovo orario entra in vigore il 9 giugno, contando i collegamenti diurni sotto 8 quelli tra le due città, i primi viaggi dei notturni partono dal 20 giugno.

# Una coppia di viaggi giornalieri da giovedì alla domenica

blog.trainline.it – Carrozza Frecciarossa

I collegamenti notturni sono due, uno di andata e uno di ritorno, con partenza dalla stazione di Milano Centrale a Reggio di Calabria Centrale.

Credits: trainline.com

I viaggi vengono effettuati dal giovedì alla domenica fino al 15 settembre con i seguenti orari:

  • Da Milano a Reggio Calabria: partenza alle 21:20, arrivo alle 8:07.
  • Da Reggio Calabria a Milano Centrale: partenza alle 22:19, arrivo alle 8:50.

A bordo sono disponibili tutti i 4 livelli di servizio da Standard ad Executive: il primo prevede la tariffa low cost, l’ultimo prevede poltrone più grandi e carrozze dedicate.

# In meno di 11 ore si attraversa tutta l’Italia 

Milano-Reggio Calabria

La durata del viaggio è compresa tra le 10 e ore mezza le 11 ore e 40 minuti. Le fermate lungo il percorso sono Milano Rogoredo, Reggio Emilia AV, Bologna, Firenze e in Calabria a Paola, Lamezia Terme, Rosarno e Villa San Giovanni.

Continua la lettura con: Il “metro” Frecciarossa tra Milano e Roma: l’estate record per la frequenza e la velocità dei treni (soprattutto questi due)

FABIO MARCOMIN

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Il borgo del respiro: dove una boccata d’aria è rigenerante

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andrea.vezzaro12 IG - Tonezza del Cimone

Questo paese è entrato a far parte nella rete che tutelano il benessere respiratorio umano ed è anche il più vicino a Milano. Le motivazioni di tale riconoscimento e cosa offre il territorio.

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Il borgo del respiro: dove una boccata d’aria è rigenerante

# Il progetto nazionale “Borghi del respiro”

Regioni dove sono presenti i borghi del respiro

L’iniziativa “Borghi del respiro”, promossa dalla Associazione Nazionale Borghi del Respiro con il coordinamento scientifico del Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria Crea, Centro politiche e bio-economia, si pone diversi obiettivi. Tra questi troviamo: favorire la tutela ambientale e uno sviluppo e turismo sostenibile nei distretti di conservazione dell’aria di qualità per il benessere respiratorio umano, individuati sulla base del D. Lgs 155/2010 in attuazione del Piano europeo Aria Pulita COM (2013) 918, valorizzando la vitalità e la vivibilità dei piccoli comuni di aree collinari o montane scarsamente popolate in cui sono rispettati gli standard normativi.

# Tonezza del Cimone è il borgo virtuoso più vicino a Milano, il primo in Veneto

andrea.vezzaro12 IG – Tonezza del Cimone

In questa rete di borghi virtuosi è entrato a far parte Tonezza del Cimone, la porta naturale dell’Alpe Cimbra, al confine tra la provincia di Vicenza e quella di Trento nell’altopiano Tonezza-Fiorentini.

Milano-Tonezza

Si tratta del primo comune dell’arco prealpino e alpino, oltre che il primo del Veneto, e anche il più vicino a Milano dato che in Lombardia al momento non c’è nessuno.

# I motivi del riconoscimento

andrea.vezzaro12 IG – Tonezza

Le motivazioni che hanno portato il comune veneto ad essere riconosciuto come borgo del respiro sono state:

  • la collocazione in una zona altimetrica di montagna interna, con altitudine del centro a 991 metri sul livello del mare;
  • la totale assenza di attività industriali;
  • la scarsa urbanizzazione, con 501 abitanti in un’area vasta;
  • l’appartenenza al comprensorio montano, d’interesse turistico, inserito dell’altopiano Tonezza-Fiorentini;
  • l’offerta turistica del luogo e i suoi aspetti storico-culturali;
  • le attività ludico-sportive organizzate dall’Università popolare e dalle associazioni locali.

# Malghe, pascoli e testimonianze di epoche storiche

elkalat IG – Ossario del Monte Cimone

Tonezza del Cimone si caratterizza per un contesto paesaggistico e culturale ben strutturato, dove alle malghe e ai pascoli si affiancano testimonianze di epoche storiche passate e recenti, come l’Ossario del Cimone della Prima Guerra Mondiale. (es Ossario del Cimone, 1 guerra mondiale). Nel comune ci sono inoltre alcuni prodotti agroalimentari tipici, come la patata Tonezzana e il miele. A renderlo un territorio vivo e attrattivo per i turisti c’è anche l’Università popolare, grazie alla sua proposta di attività sportive tutto l’anno tra cui: corsi di ginnastica e yoga, passeggiate con le ciaspole e sci di fondo, escursioni alpinistiche, canoa, nordic Walking.

Continua la lettura con: Il borgo dei ricchi expats alle porte di Milano: antiche cascine agricole trasformate in residenze di lusso

FABIO MARCOMIN

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Parigi – New York in treno? Non è fantascienza: questo il progetto

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Credits intercontinentalrailway.com - Da Parigi a New York in treno

Un progetto da romanzo di Jules Verne. In realtà non si tratta di fantascienza. Gli ingegneri e gli imprenditori che lo propongono credono seriamente che possa diventare realtà. Il suo percorso e quanto costerebbe realizzarlo.

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Parigi – New York in treno? Non è fantascienza: questo il progetto

# Una ferrovia lunga 8850 chilometri

Credits intercontinentalrailway.com – Da Parigi a New York in treno

L’idea originale di questo tracciato ferroviario risale al 1860, ma nel corso del tempo la sua costruzione è stata ostacolata da sfide tecnologiche, finanziarie e geopolitiche, come sostengono i promotori dell’iniziativa. Il progetto InterContinental Railway prevede la costruzione di circa 8.850 chilometri di nuova ferrovia mettendo in collegamento le reti esistenti da Yakutsk nella Russia orientale, attraverso lo stretto di Bering e l’Alaska a Fort Nelson, in Canada, per realizzare una connessione continua tra Nord America, Russia, Asia ed Europa. Se fosse realizzata si potrebbe salire a bordo di un treno a Parigi e, dopo un viaggio da Atlantico a Atlantico passando per la Siberia e il Canada, scendere a New York.

# Il tunnel più lungo del mondo: 113 km sotto lo Stretto di Bering

Credits intercontinentalrailway.com – Tunnel sotto lo stretto di Bering

Per unire Asia e America bisognerà costruire il tunnel ferroviario più lungo del mondo: 113 km, sotto lo Stretto di Bering, a una profondità di circa 50 metri. Secondo le analisi utilizzando questa ferrovia si potrebbero trasportare almeno 100 milioni di tonnellate all’anno di merci, circa il 3% del totale mondiale, impiegando meno della metà del tempo rispetto alla navigazione marittima ed evitando i tempi dovuti all’attracco delle navi nei porti. La velocità massima dei treni tra l’Asia e il Nord America sarebbe di 130 km/h. 

# Un investimento di oltre 100 miliardi di dollari

Credits intercontinentalrailway.com – Loco ICr

Per realizzare un’infrastruttura di tale portata è stato stimato un investimento di oltre 100 miliardi di dollari da finanziarie attraverso l’accesso ai diritti di sviluppo delle risorse lungo il percorso, dalle spese per le lettere di vettura per le spedizioni, dagli incentivi governativi e dai prestiti governativi a basso interesse, da ripartire lungo un periodo di 100-200 anni. Il cronoprogramma prevede entro il 2035 la selezione del consorzio internazionale che dovrà occuparsi di progettare, costruire, gestire e mantenere l’ICR.

Tra gli obiettivi prefissati dal progetto quello di creare l’opportunità di una cooperazione pacifica tra Stati Uniti, Canada, Russia, Cina, Giappone, Corea del Nord e Corea del Sud, oltre a prosperità e progresso in tutti i territori interessati. 

Fonte: intercontinentalrailway.com

Continua la lettura con: Il progetto di TUNNEL SOTTOMARINO più LUNGO del MONDO

FABIO MARCOMIN

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Torre faro: il grattacielo che darà luce a Milano Sud (video)

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Il nuovo simbolo di innovazione e sviluppo urbano che trasformerà il volto del quartiere di Porta Romana. Torre Faro, il nuovo quartier generale di A2A.

Il nuovo video di Milano Città Stato di Anna Albini. Iscriviti al canale di milano città stato su YouTube per i video esclusivi.

 

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ANNA ALBINI

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Le 7 perle della Liguria

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Ph. Ig_savona_imperia IG

Più frequentata nei week end che nelle ferie stive, la Liguria è da sempre considerata “il mare” dai milanesi. Queste sono le sue sette perle inimitabili. 

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“Accoglieremo a braccia aperte i milanesi”: le 7 PERLE della LIGURIA

 


#1 Le Cinque Terre

Corniglia

Questo territorio da solo fa una vacanza intera, per ricchezza e bellezza dei suoi paesaggi, della sua architettura, dei suoi itinerari naturalistici. 5 sono gli antichi villaggi di pescatori, caratterizzati da case colorate, da porti stracolmi di barchette e dai vigneti ricavati sulla costa, che sfidano le leggi della fisica.

vernazza

Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore sono uno spettacolo per gli occhi e lo sono le baie, le insenature, le piccole spiagge da conquistarsi e gli itinerari di trekking attraverso il meraviglioso parco omonimo. Il Sentiero Azzurro, per esempio, è il percorso più semplice ed è diviso in quattro tratti che collegano tra loro i cinque borghi, anche se causa frane degli anni passati, l’unica sezione praticabile è quella tra Monterosso e Corniglia.

Porto Venere. Foto: Natalia Molchanova

Qui c’è poi l’Area Marina Naturale Protetta delle Cinque Terre, compresa tra Punta Mesco a ovest e Punta di Montenero a est. Da allegare anche la visita poco più a sud di Lerici e di Porto Venere, con le sue tipiche case colorate. 


#2 Camogli

Ph. credits: viaggianza.com

Camogli è uno splendido e tipico paese marinaro che si affaccia sul golfo Paradiso, nella riviera ligure di Levante. Le sue case alte e dipinte con colori vivaci, che la rendono famosa, sembra che servissero ai pescatori per trovare la propria casa al rientro la sera. Infatti il nome del paese viene da “Ca’ mogli“, la casa delle mogli. 
Tra i luoghi da visitare la Basilica Minore di Santa Maria Assunta, affacciata sul porticciolo e realizzata nel XII sec, il Santuario di Nostra Signora del Boschetto, eretto nel luogo in cui, secondo la tradizione popolare, nel 1500 apparve la Madonna, la caratteristica chiesa dedicata al Sacro Cuore di Gesù, risalente al XIII secolo, e certamente la Chiesa parrocchiale di San Rocco nella frazione di San Rocco di Camogli con una vista mozzafiato sul Golfo Paradiso. Da vedere anche il piccolo Castello della Dragonara, eretto in epoca medioevale a protezione del borgo e della costa. Prossimo a Camogli, il primo paese verso Genova è Recco, celebre patria della focaccia al formaggio e capitale mondiale della pallanuoto. Da Camogli parte il sentiero per Punta Chiappa e per Portofino, superando l’omonimo monte e parco naturale. 

#3 Portofino

Ph. credits: italia.it

Famoso in tutto il mondo, Portofino è anch’esso un borgo di marinai trasformato in una boutique a cielo aperto: qui negozi esclusivi, ristoranti con specialità di pesce e meravigliosi yacht caratterizzano la piccola baia. Ma Portofino non è soltanto lusso, ma anche cultura grazie al Castello Brown, una fortezza cinquecentesca con scopo difensivo, e natura: il Parco di Portofino offre infatti 80 chilometri di sentieri e siti di particolare interesse storico e culturale come le Batterie, una località che deve il suo nome alla presenza delle batterie antiaeree e alle strutture costruite durante la Seconda Guerra, il Mulino del Gassetta, l’eremo di Niasca e la Locanda di San Fruttuoso.

Celebre il sentiero che conduce al faro, sulla punta del promontorio, oltre a quello che porta a San Fruttuoso, paese di pescatore, raggiungibile solo a piedi o via mare, dove si trova il famoso Cristo degli Abissi.


#4 Santa Margherita Ligure

Ph. credits: turismo.it

Se Milano potesse scegliere la sua versione on the beach, questa sarebbe “Santa”. Cittadina di aspirazione internazionale, signorile ed elegante, è la destinazione preferita oltre che dai milanesi, dagli intellettuali e dagli artisti, che la frequentano già dal XIX secolo. Le sue vie caratteristiche nel centro storico offrono architetture dèco dei primi del ‘900, piccole botteghe artigiane, grandi alberghi di lusso, eleganti caffè e conservano un’atmosfera riservata. Situata nella parte orientale del Promontorio di Portofino e nella zona più interna del Golfo del Tigullio, Santa Margherita Ligure è circondata da vegetazione mediterranea in cui spiccano ville e giardini con vista sulla Costa dei Delfini. Tra le sue delizie, il mitico Pinguino, gelato ricoperto di cioccolato fondente. 


#5 Genova

Ph. credits: iawa.it

Variegata, colorata, multietnica, dai forti contrasti: con il magnifico centro storico, la zona portuale, le frazioni balneari, Genova è sia strette stradine di origine medioevale, i famosi caruggi, che piazze monumentali come piazza de Ferrari, con la caratteristica fontana in bronzo e il teatro lirico Carlo Felice. Non c’è da stupirsi che parte del centro storico sia stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Foto: Natalia Molchanova (c)

Da vedere il suo faro, chiamato La Lanterna, simbolo di Genova, che svetta con i suoi 77 metri, l’Acquario nel Porto antico, il più grande d’Italia e il secondo in Europa dopo quello di Valencia, Palazzo Rosso, Palazzo Bianco e Palazzo Doria Tursi, le tre storiche dimore di proprietà comunale, i fastosi Palazzi dei Rolli, residenze nobiliari che tra ‘500 e ‘600 offrivano ospitalità ai personaggi illustri di passaggio in città, e la Galata Museo del Mare, il più grande museo marittimo del Mediterraneo dedicato alla storia della navigazione. Una curiosità? La bandiera di Milano è un’ “imitazione” di quella genovese che è stata copiata anche dall’Inghilterra. 

Leggi anche: La bandiera di Milano e dell’Inghilterra è una copia di quella di Genova 


#6 Alassio

Ph. credits: visitalassio.eu

Bel borgo del ponente ligure, Alassio è entrata nella storia italiana per il suo famoso Muretto, coloratissima e suggestiva installazione d’arte in continua evoluzione, con le sue piastrelle in ceramica autografate dai grandi nomi dello spettacolo e della cultura. Alassio è anche definita la Città degli Innamorati e di lei ci si innamora sicuramente: da vedere il Budello, la stretta via che attraversa il centro, il Parco di Villa della Pergola, l’ex chiesa anglicana, la sua marina, la chiesa di Santa Croce e il suo belvedere, il Torrione costruito nel 1535 dai genovesi a difesa del Borgo Coscia… Proseguendo verso ponente pochi chilometri dopo si trova Laigueglia, meno nota ma particolarmente adatta per le famiglie. 


#7 Varigotti

Ph. credits: turismocomunefinaleligure.it

Caratteristico borgo medievale e rione del comune di Finale Ligure, Varigotti è adagiata in un’insenatura naturale al riparo dai venti, che l’ha resa uno dei porti più sicuri di tutta la riviera di ponente. I Saraceni furono uno dei popoli che si stanziarono qui: ecco perché il nome “Saraceni” attribuito ai suoi abitanti e il connotato moresco delle abitazioni del borgo vecchio. I resti medievali del XV secolo che sorgono sul promontorio sono testimonianza del suo passato storico. Varigotti è celebre per le sue splendide spiagge: andando verso Noli, la spiaggia della Baia dei Saraceni è una delle più ampie e suggestive della Liguria, ed è circondata da imponenti pareti di roccia e dalla natura selvaggia.

Sempre nel Ponente, da vedere Sanremo, Bordighera e i balzi rossi di Ventimiglia. 

Continua la lettura con: La Sardegna più selvaggia e sconosciuta

BARBARA VOLPINI

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La Tosa Porno a Milano: la sua storia e il suo significato dissacrante

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Porta Vittoria un tempo aveva un altro nome: si chiamava Porta Tosa. Una delle leggende metropolitane era che questo nome era dovuto all’alto numero di belle ragazze (“tose”, in dialetto milanese) in questo quartiere. La verità è un’altra.

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La Tosa Porno a Milano: la sua storia e il suo significato dissacrante

tosa che si rasa

# La donna che si rade il pube

“Tosa” in questo caso significa “rasata”. In passato corso di porta Vittoria era chiamato “Borgo di Porta Tonsa” e prendeva il nome da una scultura del XII secolo sovrastante la porta fino al 1848 che ora viene esposta al Museo di Arte Antica del Castello Sforzesco.
La scultura ritraeva una figura femminile, immortalata nell’atto di radersi il pube con un rudimentale rasoio.
Ma che significa questa immagine così provocatoria?

Leggi anche: 7 storie curiose sul Castello Sforzesco

# Il suo significato: punizione celtica o la “Giovanna d’Arco” di Milano?

Esistono diverse ipotesi sul suo significato.
La prima è che potrebbe rappresentare una pena di derivazione celtica anticamente inflitta alle adultere e alle prostitute, secondo la quale le donne dovevano mostrare le vulve rasate per scacciare il malocchio.

La seconda è un atto di ribellione. Quando nel 1162 Milano era assediata dalle truppe di Federico Barbarossa si dice che una fanciulla, per distrarre i soldati nemici, apparve sul balcone con le vesti sollevate nell’atto di radersi. Una specie di Giovanna d’Arco alla milanese, insomma. Ma c’è una terza ipotesi, quella ritenuta più autentica. 

# L’ipotesi più quotata: la rivalsa contro l’imperatrice

L’ipotesi più quotata è la terza. Risale all’epoca in cui alcuni cittadini milanesi si recarono a Costantinopoli a chiedere aiuti per ricostruire la città. L’imperatrice di Costantinopoli Leobissa si oppose. I milanesi, in segno di scherno, la raffigurarono in atto di radersi e la posero sulla porta che dava verso Oriente.

Continua la lettura: La storia di Milano a luci rosse

MILANO CITTA’ STATO

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La prima volta sulle scale mobili: panico a Milano!

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1952. Alla Stazione Centrale di Milano entrano in scena le scale mobili. Ma non tutto va nel verso giusto.

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La prima volta sulle scale mobili: panico a Milano!

Scale mobili a Milano

# La sorpresa dei milanesi

1952. Alla Stazione Centrale di Milano entrano in scena le scale mobili. L’innovazione fu decisa a causa della scarsa accessibilità alle rotaie, dovuta al fatto che a Milano i binari della stazione sono rialzati rispetto alle strade cittadine.
Per collegare i diversi livelli vennero installate delle scale mobili che sorpresero i viaggiatori.

Leggi anche: Le scale mobili più lunghe di Milano

# Le contadine di Oleggio

Addirittura si verificarono diversi incidenti. Quello più divertente venne riportato dal Corriere della Sera. Due contadine di Oleggio, che facevano parte di una comitiva, atterrite dallo strano congegno che si muoveva sotto ai loro piedi, “si sono messe a urlare spaventate“. Le povere mezzadre per il terrore “si sono lasciate cadere” portandosi dietro nel capitombolo anche altri viaggiatori. Per fortuna la storia è a lieto fine e “sollevate di peso da alcuni volenterosi, le due donne sono giunte in qualche modo alla sommità della scala e sono state restituite piangenti ai compagni di viaggio“. Così riportarono le cronache di allora. 

# Le scale mobili più lunghe in Europa e nel mondo

Le scale mobili in realtà furono inventate molti anni prima. Dopo il brevetto depositato dall’americano Jesse Reno nel 1892, furono introdotte a New York (nella foto la prima scala mobile di Coney Island nel 1893), mentre in Gran Bretagna furono realizzate principalmente con i gradini in legno fino all’incendio alla stazione della metropolitana di King’s Cross che nel 1987 ne mise a nudo i problemi di sicurezza.
Una curiosità?
Le scale mobili più lunghe d’Europa sono a Potenza con 1,3 chilometri di estensione complessiva, seconde al mondo dietro a quelle di Tokyo che ha un impianto che supera il chilometro e mezzo.

Continua la lettura con: Le scale mobili più lunghe di Milano

MILANO CITTÀ STATO

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Le 5+1 regole non scritte nella metropolitana milanese

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Credits subwaycreatures IG - Chiusi nella porta della metro

Non ci sono particolari obblighi o divieti formali, se non quello di pagare il biglietto oltre alle norme dettate dal vivere in una società civilizzata, ma alcuni comportamenti sono necessari per non incorrere in critiche o insulti durante un viaggio sulla metropolitana di Milano. Ecco i 5+1 più importanti da seguire.

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Le 5+1 regole non scritte nella metropolitana milanese

#1 Tenere la destra sulle scale mobili

Tenere la destra

Quando prendete una scala mobile, mettetevi sulla destra e lasciate la parte sinistra a chi ha fretta di salire o scendere, senza aspettare il moto delle scale. Non credete che sia uno scherzo, rimanere in piedi sulla sinistra potrebbe farvi ricevere molti insulti: i milanesi hanno molto rispetto del tempo. Del proprio e di quello degli altri. 

#2 Lasciare scendere prima di salire

Credits: youinjapan.net – Giapponesi in fila indiana

Non si pretende certo l’ordine dei giapponesi che si dispongono in perfetta fila indiana ai lati delle porte della metropolitana, ma a Milano si usa porsi sulla banchina a destra o a sinistra delle porte del convoglio per lasciare lo spazio necessario perché i passeggeri a bordo possano uscire, aspettando con pazienza che siano usciti tutti prima di salire sul vagone. 

#3 Non fissare la gente

Taxi Driver

La metropolitana di Milano non è la corriera del paesello dove tutti vi conoscono o comunque potrebbero avervi visto ogni tanto in giro e hanno piacere a ricambiare il vostro sguardo con un sorriso. Nei vagoni della metro ognuno si fa gli affari suoi, chi legge un ebook o ascolta musica, mentre si reca al lavoro e non ha voglia di interagire con estranei che non vedrà mai più. Quindi non guardate in faccia e tantomeno non fissate nessuno: da evitare pure di sbirciare sui telefoni che rapiscono l’attenzione degli altri passeggeri. 

#4 Lasciare il posto a sedere agli anziani o alle signore

Credits manuelaboni_ IG – Pappagallo in metro

Anche se il milanese ha fretta e si fa gli affari suoi, è comunque educato e ha rispetto degli altri. In una metro affollata viene giudicato in modo molto negativo occupare un posto se ci sono persone anziane in piedi. Lo stesso per le signore. 

#5 Non mettersi vicino alle porte se non si deve scendere alla prossima fermata

Credits subwaycreatures IG

Sempre per il fatto che i milanesi non hanno tempo da perdere, se non si deve scendere alla fermata successiva è considerato molto male bloccarsi davanti alle porte del vagone. Bisogna invece avere cura di lasciare il posto e lo spazio a chi dietro di ha bisogno di scendere.

#5+1 Non chiedere “Scusi, scende alla prossima?”

Collegata alla precedente, una regola non scritta per chi prende la metropolitana è non chiedere mai “Scusi, scende alla prossima?”. A meno che non abbiate davanti a voi una persona appartenente alla categoria che impropriamente si posiziona dalla porta, il milanese quasi certamente scenderà alla fermata successiva. In caso contrario vi lascerà lo spazio al momento opportuno oppure si fare da parte uscendo dal vagone per liberare il passaggio. Dover esplicitare un concetto così comune con questa domanda, rappresenta un vero insulto all’intelligenza del milanese.

Continua la lettura con: Le regole più strane vigenti a Milano

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Per un’ora di Metro: la (misera) estensione dell’orario per i grandi concerti. E nelle altre sere d’estate resta l’orario da Cenerentola

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Folla al concerto loveMI - Ph. Andrea Cherchi

Uno dei desideri più diffusi tra i milanesi si avvera in occasione dei concerti a San Siro: l’estensione dell’orario della metro. Ma basterà? E perché non renderla permanente nei fine settimana?

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Per un’ora di Metro: la (misera) estensione dell’orario per i grandi concerti. E nelle altre sere d’estate resta l’orario da Cenerentola

# La “figuraccia” della scorsa estate dopo i concerti dei Coldplay: “se ci sono 60.000 persone, non puoi tenerla aperta fino alle 2 o 3 di mattina?”

Credits elisa_ragni IG – Concerto Coldplay

L’estensione dell’orario della metro dopo i concerti di San Siro sarà sufficiente a scongiurare la figuraccia della scorsa estate? Anche allora erano state previste le stesse estensioni ma non sono bastate. Dopo le 4 date tenute al Meazza dai Coldplay, in particolare, si notava una fiumana di persone che si aggirava nelle vie di Milano di notte verso la stazione o altri luoghi. Come aveva sottolineato  Nicola Porro: “Sapete quante persone arrivano a vedere i Coldplay a Milano? 60.000. Bene, è stato un disastro perché, finito il concerto, la metropolitana stava chiudendo. Ce la possiamo anche prendere con i tassisti, sapete che io non sono esattamente il loro amico e li ho recentemente criticati, ma se ci sono 60 mila persone allo stadio con una fermata della metropolitana a 2 passi, non puoi tenerla aperta fino alle 2 o 3 di mattina?“. Si farà tesoro della brutta esperienza della scorsa estate?

# L’estensione dell’orario per i concerti dell’estate

Anche questa estate San Siro è il tempio dei concerti. Sono attese centinaia di migliaia di persone per assistere ai sette concerti di Vasco Rossi, ai tre di Max Pezzali, ai due di Sfera Ebbasta e di Taylor Swift, oltre che a quello dei Club Dogo, di Zucchero e dei Negramaro. Per agevolare gli spostamenti dei fan che devono rientrare, nelle giornate dei concerti Atm ha predisposto un potenziamento dei mezzi pubblici, sia del servizio sia in superficie sia in metropolitana. Il collegamento con lo stadio è dato dalla M5 con la fermata Stadio San Siro. In alternativa si può scendere a Lotto o a Lampugnano con la M1 (il parcheggio di interscambio per l’occasione dura fino alle 2) e arrivare a piedi o prendere la navetta per lo stadio. Le novità di orario sono queste:  le linee M1 e M5 potenziano e prolungano il servizio. Sulla rossa da Lotto in direzione Sesto Fs (non al contrario però), e sulla lilla da San Siro Stadio verso Bignami l’ultima partenza dai capolinea è prevista all’1.00 circa, con un’estensione così di un’ora. Ma basterà? E, soprattutto, ha senso il limite di mezzanotte per i week end, in particolare quelli estivi?

# Basta un’ora in più per smaltire la folla?

credit: discoradio.it

In teoria i concerti a San Siro hanno un limite orario: le 23.30. Il problema è: è sufficiente un’ora e mezza per garantire il deflusso dallo stadio del pubblico (le date sono quasi tutte esaurite) e smaltire la calca di migliaia, se non decine di migliaia di persone, che cercheranno di accedere ai treni dell’unica stazione disponibile (le successive due stazioni della M5 restano chiuse)? O, in alternativa, dare il tempo di recarsi fino a Lotto o a Lampugnano per prendere la M1. Scommettiamo che ci saranno di nuovo scene da “Guerrieri della Notte” con migliaia di persone che si aggireranno sulle strade della notte di Milano per approdare a destinazione? E, soprattutto, una metropoli internazionale molto amata dai turisti come può permettersi una metropolitana che abbia l’ultima corsa prima di mezzanotte, anche nei week end?

# Metro da tenere aperta almeno fino alle 2 per eventi e nei weekend

 

Credits: europanelmondo.it – M5 Stadio San Siro

Se un passo in avanti è stato fatto negli anni scorsi per chi deve recarsi a lavorare presto la mattina, ora le prime corse partono alle 5:30, poco o nulla è stato fatto per la sera e la notte con gli ultimi viaggi al massimo fino a mezzanotte e mezza. Tipica è la scena a Milano di luoghi che si svuotano all’improvviso la sera per le persone che devono prendere l’ultima metro.  Orari che non permettono a molte persone di fare in tempo a prendere l’ultima corsa, soprattutto se sono decine di migliaia quelle che devono defluire da un palazzetto o uno impianto sportivo di grande dimensioni. Perché quindi non prolungare l’orario fino alle 2-3 di notte, almeno nei week end, o ancora meglio, perchè non farle andare H24 con succede già in altre città del mondo?

Continua la lettura con: Metro 24h: le città del servizio no stop

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L’inaugurazione top secret del Nido Verticale, la nuova superstar dello skyline di Milano

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Credits: www.mcarchitects.it

Un cantiere che prosegue ormai da sette anni e che sembra concluso, al netto di rifiniture e sistemazioni interne. Ma tutto tace per quanto riguarda la data dell’inaugurazione. Nell’attesa rivediamo come è stato realizzato il nuovo grattacielo di Porta Nuova.

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L’inaugurazione top secret del Nido Verticale, la nuova superstar dello skyline di Milano

# La data di inaugurazione della nuova icona di Porta Nuova? Top Secret

Credits Andrea Cherchi – Torre Unipol Ingresso

I lavori sono partiti ormai da sette anni, un cantiere infinito in confronto a quelli degli altri grattacieli costruiti a Milano. Tutto questo tempo può essere in parte giustificato dalla particolare struttura dell’edificio, ma il fatto è che ancora il Nido Verticale non è stato inaugurato. Neppure si sa quando lo sarà, non trapela nulla dai costruttori e nemmeno da Unipol Sai, rimane quindi il mistero sulla data del trasferimento nella torre dei 650 dipendenti della compagnia assicurativa bolognese sparsi in diversi uffici in città.

L’area pedonale su Via Melchiorre Gioia antistante l’ingresso, caratterizzato da una struttura “reticolare” che fa da tettoia “a sbuffo”, è stata liberata da tempo e anche l’insegna è stata già installata. Ma tutto tace. Nell’attesa rivediamo come è stata realizzata.

# La firma di Cucinella per un grattacielo di 125 metri e un monumentale atrio di 75

A firmare questa nuova icona di design dello skyline milanese è lo studio Mario Cucinella Architects. Il nome di Nido Verticale deriva dalla sua struttura ellittica dell’edificio, con una facciata caratterizzata da una geometria a rete a simboleggiare le relazioni e la società contemporanea. Per costruirlo sono stati utilizzati pilastri curvilinei che incontrandosi in un determinato punto vanno a formare uno scenografico nido verticale. Ma passiamo ai numeri.

Credits Andrea Cherchi – Torre Unipol Cucinella

Il grattacielo ha un’altezza di 125 metri per 23 piani fuori terra, 3 piani interrati, una superficie totale di 31.000 mq, mentre l’ingresso si sviluppa verso l’alto creando un monumentale atrio di 75 metri di altezza

# Ecosostenibilità e efficienza energetica

Vetro, legno e cemento i materiali per costruire l’edificio. La facciata è avvolta da  un’intercapedine ventilata, con vetro singolo all’esterno e doppio all’interno, capace di isolare l’ambiente dal freddo invernale e a limitare il surriscaldamento estivo

A contribuire all’alta efficienza energetica ci sono anche i pannelli solari installati sull’edificio e l’integrazione di sistemi di raccolta dell’acqua piovana. Al suo completamento dovrebbe ottenere una certificazione LEED Platinum.

# Ci sarà anche uno Sky Restaurant

Credits: www.mcarchitects.it

Oltre agli uffici la torre dispone di una sala congressi di oltre 220 posti, diversi giardini pensili interni e una chicca sulla sua sommità: un bar sky restaurant all’interno della serra-giardino panoramica aperto anche per eventi pubblici e culturali. Sarà il primo ristorante in cima a un grattacielo a Milano?

Continua la lettura con: Il grande sogno del grattacielo fuori Milano: voleva essere il più alto d’Italia

FABIO MARCOMIN

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Le lingue regionali più parlate in Italia: vince il napoletano

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La lingua dialettale che viene ancora più parlata in Italia? Il napoletano. Almeno secondo un report di Ethnologue. Il lombardo si piazza al quarto posto. Vediamo la classifica e le caratteristiche dei più parlati.

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Le lingue regionali più parlate in Italia: vince il napoletano

#1 Napoletano: 7,5 milioni di persone

Per molti è una vera e propria lingua, risalente al Regno di Napoli, quando era la lingua ufficiale del regno. Nel 1442 dall’unificazione delle Due Sicilie finì col sostituire parzialmente il latino nei documenti ufficiali e nelle assemblee di corte a Napoli, per decreto di Alfonso I. E’ l’unico dialetto utilizzato frequentemente nella cultura popolare, tra cui la musica pop dive il napoletano spadroneggia con autori come Geolier, Rocco Hunt e Clementino. Tra le parole più celebri: capa (testa), guappo (bullo), mariuólo (malfattore), sciuscià (lustrascarpe), tamarro (zotico), zoccola. 

#2 Siciliano: 5 milioni di persone

In questo caso viene considerata una vera e propria lingua dall’Unesco: idioma romanzo di ceppo italo-dalmata riconosciuto dalla Regione Siciliana e dall’Unione Europea. Come per il napoletano, il numero di chi lo parla è molto superiore, se si considerano gli emigrati diffusi in tutto il mondo. Tra le nazioni dove il siciliano è più diffuso ci sono:  Stati Uniti d’America (dove è anche presente l’argot vernacolare conosciuto come siculish), il Canada, l’Australia, l’Argentina, l’Uruguay, il Venezuela, il Belgio, la Germania e la Francia meridionale. In siciliano l’ausiliare per formare i tempi composti è il verbo avere (aviri), il verbo essere (èssiri) si usa solo per la forma passiva. Alcune curiose differenze con l’italiano: sì si dice se, no si dice anche nonzi, arrivederci si dice Salutamu, tante grazie si dice Grazzi assai.

#3 Veneto: 3,8 milioni

Altra vera e propria lingua parlata in veneto e in parte di Trentino e del Friuli. Secondo un’indagine condotta nel 2007 dall’ISTAT in Veneto, quasi il 70% degli interpellati dichiarava di parlare, oltre all’italiano, anche il veneto. «[Il veneto è] la lingua più bella e più dotta di tutte, nella quale esala tutta la grandezza della lingua greca!» scriveva l’umanista Pontico Virunio. Sono numerose le parole italiane di origine veneta, tra cui ballottaggio, arsenale, pantaloni, gnocchi e la parola più diffusa in Italia: ciao. 

#4 Lombardo: 3,6 milioni

La lingua lombarda appartiene al ceppo gallo-italico, caratterizzata da un substrato celtico e da un superstrato longobardo. È parlata in Lombardia e nella porzione orientale del Piemonte, oltre che nella Svizzera italiana e in parte del Trentino occidentale. Presenta molte familiarità con le lingue galloromanze d’oltralpe, come l’occitano, il romancio e il francese. La più grande influenza all’origine del lombardo è quella dei Celti. Una curiosità? Si parla una derivazione del lombardo anche in alcune aree di Basilicata e Sicilia.

# Le altre

Staccate di circa due milioni ci sono poi Emiliano (1,5), Romagnolo (1,5) e Sardo (1,1). In particolare quest’ultima è considerata una lingua autonoma dagli altri sistemi dialettali di area italica, gallica e iberica e pertanto classificata come idioma a sé stante nel panorama neolatino. Dal 1997 la legge regionale riconosce alla lingua sarda pari dignità rispetto all’italiano.

Continua la lettura con: Quanti sono gli abitanti di Milano?

ANDREA ZOPPOLATO

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Fine del sogno dei “treni di Mezzanotte”?

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midnight_trains camera

Il progetto prevedeva treni notturni dotati di ogni comfort per un’esperienza sofisticata e di lusso. Dopo quattro anni di lavoro l’avventura è però arrivata al termine ancora prima di vedere il primo convoglio sui binari. Questi i motivi dello stop.

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Fine del sogno dei “treni di Mezzanotte”?

# Midnight Train, il progetto dei “boutique hotel itineranti”

midnight_trains camera

Da qualche anno si sta assistendo a un vero boom dei viaggio a bordo di treni notturni. Alle compagnie ferroviarie già presenti sul mercato a maggio 2023 si è aggiunta la European Sleeper con il servizio The Good Night Train. Un’altra avrebbe dovuto debuttare nel 2024, quella dei Midnight Train. Il progetto prevedeva treni notturni come veri “boutique hotel itineranti”, dotati di ogni comfort per un’esperienza sofisticata e di lusso che faccia dimenticare di essere su un treno. 

midnight_trains interni

I vagoni erano stati pensati con un arredamento moderno e allo stesso tempo elegante, dotati di suite private con bagno, un bar aperto H24 con birra artigianale e vini selezionati, servizio di concierge disponibile tramite app e intrattenimento su richiesta.

# Una rete con 12 destinazioni, con tappa anche a Milano

midnight_trains

La rete dei Midnight Trains prevedeva 12 destinazioni europee collegate a Parigi, tra queste anche Milano che avrebbe dovuto inaugurare il servizio sulla tratta Parigi-Milano-Venezia. I treni con partenza dalla stazione Gare du Nord avrebbero dovuto raggiungere anche Madrid, Lisbona, Porto, Venezia, Firenze, Roma, Vienna, Praga, Budapest, Berlino, Amburgo, Copenhagen ed Edimburgo. I primi viaggi erano stati programmati per il 2024 ma l’avventura è finita ancora prima di cominciare.

# La fine del sogno: “Where the night dies”

immagine comunicato midnight train

L’annuncio della fine del sogno è stato fatto il giorno 31 maggio 2024 direttamente sul sito in un comunicato dal titolo “Where the night dies”. La compagnia ferroviaria, a quattro anni dalla sua nascita, è stata costretta a rinunciare all’idea di vedere i suoi treni correre sui binari. Questo un estratto del testo:

È con grande tristezza che dobbiamo annunciare la morte di un sogno. […] Midnight Trains è morto oggi, circondato da familiari e amici. Abbiamo fatto tutto ciò che era in nostro potere per riuscire a realizzare il sogno condiviso di un treno notturno del 21° secolo. Era un treno notturno bello e utile che aveva il potere di trasformare in realtà il viaggio sostenibile tra le principali città europee.

Oggi è la fine di un ambizioso progetto lanciato da un audace trio. Da quattro anni mettiamo tutte le nostre energie nel reinventare il treno notturno per renderlo una modalità di trasporto al passo con i nostri tempi, in grado di competere con l’aviazione a medio raggio e offrire un’alternativa desiderabile a tutti coloro che desiderano continuare viaggiare, senza distruggere il pianeta.

È stata una scommessa folle, ma non così folle. Nell’ultimo decennio le infrastrutture ferroviarie europee si sono progressivamente aperte a tutti gli operatori pubblici o privati ​​che desiderano far circolare i treni. Prima di allora lo facevano solo gli operatori nazionali (SNCF, RENFE, DB, ecc.). Il quadro normativo ci ha aperto le braccia. Alcuni successi europei – Italo, Flix train, Regiojet e Léo express – hanno rafforzato il nostro desiderio di entrare in questo mercato.”

Al netto della difficoltà di un mercato aperto, ma dominato da player storici e strutturati, i fondatori hanno riconosciuto tre aspetti che hanno portato allo stop dell’iniziativa: “Non sufficientemente finanziati fin dall’inizio, ci è mancata la velocità e non abbiamo raggiunto la maturità necessaria. Avremmo dovuto fermarci quando non siamo riusciti a raccogliere i 5 milioni di euro necessari nella prima tornata. Allora pensavamo che con gli sforzi finanziari e l’energia dei fondatori avremmo potuto spostare le montagne. Purtroppo non siamo stati abbastanza forti per affrontare questa seconda tornata di finanziamenti straordinaria e senza precedenti. Con un totale di 1,3 milioni di euro, anche senza pagare noi stessi, era impossibile allineare argomenti aggiuntivi con le specifiche dei nostri treni, la partnership con un produttore, le specifiche del nostro IS, trovare un direttore delle operazioni e della costruzione della comunità.”

La conclusione del comunicato: “Continuiamo a sognare Midnight Trains. Un giorno, altri imprenditori potrebbero riuscire dove noi abbiamo fallito. E tanto meglio, il pianeta ne ha bisogno. Se alcuni imprenditori desiderano risparmiare tempo e partire da una base sana e consolidata per avviare un progetto simile, siamo aperti alla discussione per la cessione dei nostri beni.

Grazie a tutti per aver condiviso il nostro sogno e aver creduto in noi per realizzarlo.

Buonanotte a tutti.

Continua la lettura con: Da Milano fino al Circolo Polare Artico: in treno con un biglietto solo

FABIO MARCOMIN

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Da San Bernardino a Milano passando per il lago di Como: uno dei cammini più belli del mondo

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Sono uno dei grandi fenomeni turistici degli ultimi anni. Sono i cammini che attirano viandanti alla scoperta di luoghi da vivere con ritmi lenti. La superstar mondiale è quello di Santiago che ormai si è moltiplicato in diversi itinerari in competizione tra loro, da quello francese a quello portoghese. Ma si stanno affermando anche diversi cammini in Italia, spesso di origine antica. Come la via Francigena, da Canterbury a Roma, il sentiero azzurro delle Cinque Terre o la Via degli Dei, tra Firenze e Bologna, che riscuote un tale successo da rendere impossibile praticarlo senza aver prenotato le strutture di accoglienza con mesi di anticipo. A meno di non volerlo percorrere in tenda. Ma se vogliamo trovare il percorso più celebre, soprattutto all’estero, che porta a Milano, la risposta è solo una: il sentiero del Viandante unito alla via Francisca e al Sentiero di Leonardo. 

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Da San Bernardino a Milano passando per il lago di Como: uno dei cammini più belli del mondo

Il cammino più celebre al mondo che porta a Milano non può che essere internazionale. Già perchè una parte dei suoi 220 chilometri vengono percorsi in Svizzera, nel Canton Ticino. Il punto di partenza è infatti il San Bernardino da cui poi si affronta la Valle Mesolcina, per poi entrare in Italia in Valchiavenna, proseguendo lungo l’intera sponda orientale del Lago di Como e il fiume Adda. Un cammino formato in realtà da un arcipelago di dodici sentieri uniti da un comune destino: quello di diventare uno dei cammini più belli e particolari del mondo, che i viandanti hanno tracciato nel corso dei secoli su una tratta strategica e spettacolare.

E’ proprio la varietà di paesaggi a rendere questo cammino unico al mondo. Si parte con il tratto della Via Francisca, attraversando paesaggi alpini, si prosegue godendosi il lago di Como, considerato uno dei più belli del mondo, fino ad affrontare un territorio che si fa via via più dolce con il sentiero di Leonardo sulle sponde dell’Adda fino all’arrivo nella metropoli tascabile, Milano. Un traguardo senza eguali. Per chi vuole percorrere solo il cuore del percorso, ci sono le tappe sul lago di Como. 

# Il mini sentiero: la sponda orientale del lago di Como

Il percorso “mini” costeggia tutta la sponda orientale del Lago di Como. Si cammina su antiche mulattiere e sentieri, procedendo da Colico a Lecco (o viceversa) per circa 50 chilometri tra meravigliosi panorami sul Lario. Le quote sono basse: il punto massimo è a 800m slm. Per questo si può percorrere in tutte le stagioni. Le tappe ufficiali sono cinque: da Lecco ad Abbadia, da Abbadia a Lierna, da Lierna a Varenna, da Varenna a Dervio e da Dervio a Colico.

Continua la lettura con: Il sentiero dell’infinito

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Il borgo dei ricchi expats alle porte di Milano: antiche cascine agricole trasformate in residenze di lusso

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Cortile Borgo di Vione

A pochi chilometri dalla “città ideale” voluta da Berlusconi c’è un antico borgo rigenerato che ha richiamato una ricca comunità di expats. 

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Il borgo dei ricchi expats alle porte di Milano: antiche cascine agricole trasformate in residenze di lusso

# Il borgo dorato che “insidia” Milano 3

Milano 3 – Borgo di Vione

Una città “dove si vive immersi nel verde e fuori dal caos cittadino”. Queste le parole usate per definire Milano 3, la “città ideale” di 14 kmq costruita nella frazione di Romano Paltano a Basiglio, tra il 1980 e il 1991 dalla società Edilnord Progetti Spa, parte del gruppo Fininvest di Silvio Berlusconi. Il quartiere si caratterizza per ampi spazi verdi, l’85% del territorio, la presenza di tutti i servizi alla persona, uniformità nelle costruzioni e una sicurezza garantita 24 ore su 24 da corpo di vigilanza. Tutto questo comporta alti costi di gestione e per questo la maggioranza dei circa 8.000 residenti dispone di redditi elevati, un fatto che contribuisce a mettere da anni il Comune di Basiglio ai primi posti nella classifica di quelli più ricchi d’Italia

Sempre all’interno del comune, a pochi chilometri da Milano 3, esiste però un’altra importante comunità nata dalla rigenerazione urbana di antiche cascine: Borgo Vione.

Leggi anche: MILANO TRE: ghetto per ricchi o quartiere ideale?

# Borgo Vione: oasi di rigenerazione urbana con antiche cascine agricole trasformate in residenze di lusso

Borgo Vione – Cascine

Il borgo, risalente al 1.100, è stato oggetto di una rigenerazione urbana che ha permesso di ridare vita alle antiche cascine agricole lasciate in stato di abbandono.  L’intervento di riqualificazione ha visto il mantenimento del loro caratteristico aspetto, con i porticati, i mattoni rossi, gli intonaci giallo chiaro e i tetti rivestiti dalle tradizionali tegole. Per preservare la vegetazione preesistente e la vocazione agricola del luogo è stato mantenuto il suolo naturale e non è stato impiegato il cemento.

Le cascine sono state trasformate in ville, attici e appartamenti dotati di ogni comfort grazie a innovative modalità di costruzione, coniugando tradizione, lusso e innovazione, tutti circondati da siepi e alberi da frutto scelti per tutelare la biodiversità locale. Un’oasi verde ricreata in borgo storico.

# La comunità degli expats che ha scelto questo borgo storico

Borgo Vione

Camminando tra le vie lastricate, ad esclusivo uso pedonale, si possono trovare tanti servizi senza doversi recare a Milano. Tra questi, un centro benessere, una palestra, una piscina e servizi interni di assistenza agli abitanti e a poca distanza scuole internazionali e centri sportivi, tutti fattori che hanno contribuito a favorire la creazione di una ricca comunità di expats. Una comunità internazionale di famiglie che ha scelto di vivere nelle natura, a pochi chilometri dalla metropoli, costruendo una rete solidale e organizzando eventi, corsi, laboratori e workshop. Per i figli che studiano nelle scuole internazionali è stato istituito anche il collegamento diretto tramite autobus scolastico.

# Le bandiere delle nazionalità

Un luogo dove la diversità è diventata unicità e ha consentito di rafforzare i rapporti tra chi vive nella comunità. Nel borgo sono infatti esposte le bandiere rappresentanti le Nazioni dei residenti, a testimoniare il contributo culturale offerto dagli stessi.

Continua a leggere con: Il “paese dei ricchi”; alle porte di Milano perde il primato della ricchezza. E il più povero d’Italia? In Lombardia

FABIO MARCOMIN

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Milano a luci rosse: le dieci opere più scandalose di Milano

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Milano sa essere parecchio trasgressiva, come testimoniano alcune opere d’arte e monumenti che si trovano in città. Ecco la selezione di 10 opere vietate ai minori.

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Milano a luci rosse: le dieci opere più scandalose di Milano

#1 La Tosa porno (Castello Sforzesco)

Al Museo di Arte Antica del Castello Sforzesco è esposta una scultura del XII secolo che fino al 1848 sovrastava Porta Tosa.
La scultura ritraeva una figura femminile, immortalata nell’atto di radersi il pube con un rudimentale rasoio.
Tosa infatti significa rasata.

Leggi anche: La tosa porno

#2 Le “ciapp” di Via Buonarroti

In via Buonarroti 48, ci sono le statue di due donne procaci e semisvestite che rappresentano l’allegoria della pace e dell’industria. Un tempo erano posizionate sul palazzo Castiglioni al numero 47 di corso Venezia che proprio per queste statue fu soprannominato dai milanesi “Cà di ciapp”.
Infastidito dalle dicerie, dagli attacchi dei bigotti e soprattutto dai voyeur, Castiglioni si decise a levare le statue che furono riutilizzate per una entrata laterale di villa Faccanoni, che oggi ospita la clinica Columbus.

Leggi anche: La ca’ di ciapp. Storia delle due statue più scandalose di Milano

#3 L.O.V.E. di Cattelan (Piazza Affari)

il dito di cattelan

L’installazione di Cattelan in piazza Affari è dedicata «soprattutto all’immaginazione, all’immaginazione di tutti quanti, di quelli che ce l’hanno». L.O.V.E sta per Libertà Odio Vendetta Eternità, oltre che ovviamente per “amore”.
Doveva essere un’installazione temporanea ma è diventata un simbolo universale di accusa al mondo della finanza.

Leggi anche: L.O.V.E. di Cattelan

#4 Le Baiser di Hayez (Pianocoteca di Brera)

credits: pixabay

E’ stato definito il bacio più sensuale nella storia dell’arte. Il simbolo della passione travolgente di Hayez si può ammirare alla Pinacoteca di Brera.

#5 La statua di Isabella Casati (Cimitero Monumentale)

Per alcuni macabra per altri monumento alla bellezza eterna. Secondo molti esperti, tra cui Valeria Paniccia, è una delle più sensuali statue funebri al mondo.

#6 Cristo Morto del Mantegna (Pinacoteca)

Si dice sia un’icona gay. La statua raffigurante il Cristo morto alla Pinacoteca di Brera. Il motivo è il corpo scolpito e soprattutto le zone intime in primo piano.

#7 Le tentazioni di Sant’Antonio Abate (Tiepolo/Pinacoteca di Brera)


In questa classifica hot non potevano mancare la splendida donna nuda che tenta Sant’Antonio Abate, dipinto del Tiepolo in mostra alla Pinacoteca di Brera.

#8 La donna con i tre seni

Nel centro di Milano, in una nicchia della fontana dei Tritoni, tra via Andegari e via Romagnosi, tra Brera e la Scala, c’è una statua molto chiacchierata.

La statua è diventata famosa in città come la “donna con le tre tette” (“La donna di trì tett”). Così infatti venne chiamata volgarmente quando venne inaugurata nel 1928 ed è entrata a far parte della tradizione cittadina.

Leggi anche: a Milano c’è una statua con tre seni

#9 La scandalosa Italia


In piazza Cavour, vicino ai Giardini di Porta Venezia, c’è la statua dedicata al grande statista. Alla base c’è una donna con i seni al vento: è l’Italia. La modella era l’amante polacca dello scultore.

#10 Il toro della Galleria Vittorio Emanuele II

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Un inno al sesso estremo e sadomasochista è il toro della Galleria Emanuele II, i cui gioielli sono di gran lunga i più manipolati della storia del mondo. Di loro ormai non c’è più traccia. Anche se qualcosa da quelle parti rimane in grande evidenza.

Leggi anche: la verità sul toro portafortuna

Continua la lettura con: Milano negli anni Sessanta

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L’Isola del Giglio: attrazioni e curiosità di una delle mete più amate dell’estate

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Credits marco_o_federico IG - Cala delle Cannelle

Spiagge da sogno, panorami tropicali, cultura e storia. Al suo interno c’è anche uno dei borghi più belli d’Italia.

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L’Isola del Giglio: attrazioni e curiosità di una delle mete più amate dell’estate

# Un’isola Patrimomio dell’Unesco con spiagge da sogno

Credits marco_o_federico IG – Cala delle Cannelle

L’Isola del Giglio è una delle sette isole del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, dove la più conosciuta e grande è quella d’Elba, che fa parte della “Riserva della biosfera dell’Unesco Isole Toscane”. A caratterizzare questa perla del Mar Mediterraneo in provincia di Grosseto, che si estende su una superficie di 21 kmq, è la natura incontaminata e il mare cristallino che riescono a dar vita insieme a spettacoli naturali.

Calette, scogliere e incantevoli spiagge come quella di Campese, la più grande e romantica con sabbia rossa e incorniciata ad ovest un leggendario faraglione. Da scoprire anche la Cala delle Cannelle, con la sua atmosfera tropicale data da fondali molto bassi, sabbia bianca e acque trasparenti, la piccola e selvaggia spiaggia delle Caldane raggiungibile da un sentiero tortuoso e con un mare dal colore smeraldo. Quella dell’Arenella è più rocciosa e perfetta per gli amanti dello snorkeling.

# Il suo massimo splendore in epoca romana

Isola del Giglio dominazioni

La sua storia inizia circa 4-5 milioni di anni fa e le prime tracce di attività umana risalgono già all’Età della Pietra. Successivamente all’insediamento degli etruschi fu in epoca romana che visse forse il suo momento di maggior splendore grazie alle Famiglia dei Domizi Enobardi, proprietari della monumentale Villa patrizia sita in località Castellari e di cui oggi sono visibili alcuni resti. È stata anche sotto il controllo della famiglia Piccolomini di Siena, di Pisa e del Granducato di Toscana, dopo essere stata acquistata da Eleonora Toledo moglie di Cosimo I della nobile famiglia fiorentina de Medici. 

# Giglio Castello è uno dei borghi più belli d’Italia

Credits dg8daniela IG – Giglio Castello

Sull’isola c’è anche uno dei Borghi più belli d’Italia, si tratta della frazione più centrale, quella di Giglio Castello. Alta e interna conserva svariat luoghi di rilevanza storica come , e la possente Rocca Aldobrandesca, fortificazione del X secolo a base trapezoidale con torrione semicircolare e mura di cinta, e la Chiesa di San Pietro, che custodisce il tesoro di papa Innocenzo XIII, risalente al XV secolo.

# Le tre torri

Credits luca.venica IG – Torre del Saraceno

Sull’isola sono presenti tre torri costruite nella seconda metà del Cinquecento per proteggere la popolazione dalle frequenti scorribande piratesche, spesso dei saraceni, da parte di Cosimo I e dopo di Ferdinando I de’ Medici. La Torre del Saraceno si trova a Giglio Porto sulla costa orientale a Giglio Porto, a nord dello stesso c’è la Torre del Lazzaretto e infine la Torre del Campese sulla costa occidentale nell’omonima baia.

# Da cosa deriva il suo nome

 

Il Giglio fa subito pensare al fiore che cresce spontaneamente sui litorali sabbiosi di molte regioni italiane o alla dominazione di Firenze sull’isola. Tutt’altro. Il nome deriva dalla latinizzazione del termine greco capra, Aegilium, da cui Isola delle Capre.

Continua la lettura: L’ISOLA LIGURE della SARDEGNA

FABIO MARCOMIN

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Che cosa pensano le ragazze d’oggi? E fu scandalo a Milano!

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Un giornale studentesco che aprì uno squarcio sui tempi e che contribuì alla rivoluzione dei costumi. Accadde a Milano. 

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Che cosa pensano le ragazze d’oggi? E fu scandalo a Milano!

Che cosa pensano le ragazze d’oggi? Questo il titolo dell’inchiesta pubblicata nel numero di febbraio del 1966 sulla Zanzara, il giornale degli studenti del liceo classico Parini. Tra le risposte ci furono:

    •  “Vogliamo che ognuno sia libero di fare quello che vuole, a patto che non leda la libertà altrui. Per cui assoluta libertà sessuale e modifica totale della mentalità”
    • “La purezza spirituale non coincide con l’integrità fisica

Abbastanza da creare uno scandalo che sconvolse la società dell’epoca. L’associazione cattolica Gioventù Studentesca protestò immediatamente: per “l’offesa recata alla sensibilità e al costume morale comune” non solo perché uno degli argomenti trattati (l’educazione sessuale) veniva considerato osceno, ma anche perché le intervistate erano tutte minorenni.

I tre redattori furono denunciati. Il giudice Pasquale Carcasio invitò i tre studenti, secondo una legge del 1934, a spogliarsi “per verificare la presenza di tare fisiche e psicologiche”. I due ragazzi acconsentirono, invece Claudia Beltramo si rifiutò.

Le polemiche divamparono coinvolgendo anche i partiti, divisi tra colpevolisti e innocentisti. Ne seguì un processo a cui parteciparono oltre 400 giornalisti, anche provenienti dall’estero. Il 2 aprile 1966 i tre studenti vengono assolti dall’accusa di stampa oscena e corruzione di minorenni.

Il titolo del giornale è stato ripreso da Giuseppe Cruciani per la sua trasmissione serale su Radio 24. 

Continua la lettura con: Milano negli anni Sessanta

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Le 5 fermate della metro dove costa meno prendere una casa in affitto

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Fermate più economiche

Andiamo a scoprire, con i dati estrapolati da wikicasa, quali sono le fermate della metro dove costa meno prendere una casa in affitto. 

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Le 5 fermate della metro dove costa meno prendere una casa in affitto

La top five delle fermate più economiche dove prendere casa in affitto

Fermate più economiche

Nel portale di ricerca immobiliare di wikicasa, dove è possibile reperire annunci proposti da professionisti e agenzie, analizzando le quotazioni zona per zona abbiamo individuato le più economiche dove prendere un appartamento in affitto attorno alle fermate della rete metropolitana. Questa la top 5 calcolata sull’affitto medio di un bilocale tipo sui 50 mq:

#5 Abbiategrasso (M2): 885 euro

In uno dei capolinea della M2 in piazza Abbiategrasso sulla M2 si ha un costo per gli affitti pari a 17,69 euro al mq. Corrispondono a circa 885 euro al mese per un bilocale di 50 mq. 

#4 Affori (M3): 860 euro

La fermata più conveniente sulla M3 è Affori dove si spende in media 17,18 euro al mq.

#3 Tra Ponale e Bicocca (M5): 850 euro

L’area tra le stazioni di Ponale e Bicocca sulla linea M5 quota 17,06 euro al mq. 

#2 Bisceglie (M1): 775 euro

Sul secondo gradino del podio troviamo la linea M1, con Bisceglie a 15,5 euro al mq. 

#1 Tra Inganni e Primaticcio (M1): 738 euro 

Quella meno cara in assoluto risulta essere l’area compresa tra le stazioni di Inganni e Primaticcio sempre sulla linea M1: un valore medio mensile è di 14,76 euro al mq, equivalente a 738 euro al mese di canone per un bilocale di 50 mq.

Le altre fermate dove si trova a meno di 20 euro al mq

Credits: europanelmondo.it – M5 Stadio San Siro

Salendo un po’ di prezzo, ma rimanendo sotto i 20 euro al mq, abbiamo un valore medio di 18,21 euro al mq nelle zone servite dalla fermata di QT8 della M1 e da quelle di San Siro e Segesta della M5.

Troviamo poi le due stazioni del ramo sud della M3, Brenta e Corvetto, a 18,7 euro al mq, mentre a nord tra viale Monza e il Naviglio Martesana sulla linea M1, con Rovereto, Turro, Gorla e Precotto quali stazioni di riferimento abbiamo quotazioni medie di 19,03 euro al mq. 

Le ultime due stazioni a meno di 20 euro sono Crescenzago sulla linea M2 a 19,48 euro al mq e Dergano sulla M3 a 19,78 euro al mq.

Continua la lettura: Le FERMATE più ECONOMICHE per AFFITTARE CASA sulla M1

FABIO MARCOMIN

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I 10 progetti che hanno rivoluzionato Milano (video)

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Milano è una città in continua evoluzione tra innovazione e design. Continua a sorprendere con straordinarie opere architettoniche, simboli di una città che guarda verso il futuro. Ecco alcuni dei progetti più incredibili selezionati da Domus

Il nuovo video di Milano Città Stato di Anna Albini. Iscriviti al canale di milano città stato su YouTube per i video esclusivi.

 

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ANNA ALBINI

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Il fascino dei giardini più antichi di Milano, tra vasche barocche e alberi dei sigari

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Credits: @milanoclik Giardini della Guastalla

In origine erano i giardini del Collegio della Guastalla. Nel 1937 il Comune di Milano decise di espropriare il palazzo e il Collegio venne trasferito a Monza. Quando il parco fu aperto al pubblico, nel 1939, era unito al parco di palazzo Sormani.

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Il fascino dei giardini più antichi di Milano, tra vasche barocche e alberi dei sigari

Sono tra i giardini pubblici più piccoli e più antichi di Milano. Al posto dell’originario laghetto, i giardini ospitano una pregevole vasca peschiera in stile barocco, del seicento. Tra gli altri elementi si trovano un’edicola, sempre seicentesca, con un gruppo di statue in terracotta della Maddalena penitente confortata da angeli, un tempietto neoclassico del Cagnola e una fontana barocca.

Giardini della Guastalla

Particolarmente curioso è un albero, la catalpa bignonioides ‘Walt’, detto albero dei sigari dal tronco molto contorto e monumentale e dalla chioma asimmetrica. Sembra una scultura vegetale.

Guastalla – ph. GMaps

Continua la lettura con: Il parco orbitale: a Milano il parco più grande del mondo

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