Ci troviamo a Torre dell’Oglio, una piccola frazione in provincia di Mantova, sorto sulle sponde dell’omonimo fiume. Proprio qui, è nato un ponte fuori dagli schemi per permettere di passare da una riva all’altra.
Il caso del curioso ponte fatto solamente di barche a due ore da Milano
# La struttura galleggiante di Torre d’Oglio
Credits: gazzettadimantova.gelocal.it
All’interno del vasto perimetro del Parco Oglio Sud, si trova il ponte di Torre d’Oglio. La struttura, la quale viene attraversata anche dai veicoli, è un collegamento fatto di legno e adagiato su una serie di chiatte che galleggiano sul fiume. Si tratta quasi di un unicum in Italia e, per comprendere la sua esistenza, è necessario fare un salto indietro nel tempo.
# Dalla barca alle chiatte
Credits: @ghido78 (INSTG)
Fino al 1926, il fiume Oglio poteva essere attraversato soltanto salendo sopra un’imbarcazione, previo pagamento di una tariffa. Per far fronte al problema, già negli anni precedenti era nato il progetto di un ponte che sfruttasse le chiatte come appoggio, in modo da fornire un passaggio più diretto per tutti. Ciò fu reso possibile grazie alla nascita di un consorzio e all’unione delle forze di tutti i comuni limitrofi, interessati ad agevolare gli spostamenti. Il ponte attraversò anche la furia della Seconda Guerra Mondiale, finendo in parte distrutto da un bombardamento. Grazie all’impegno degli stessi cittadini, però, in un solo anno venne sistemato e messo nuovamente in funzione.
# Il ponte si adatta al livello dell’acqua
Negli anni ’70, il ponte passò di proprietà dal consorzio dei Comuni alla Provincia di Mantova. Inoltre, in passato il ponte necessitava di essere spostato e sistemato periodicamente, per assecondare il livello dell’acqua del fiume. Ora, grazie a lavori che lo hanno reso più moderno, ciò non è più necessario e il ponte si adatta autonomamente al nuovo livello. Una piccola perla di ingegneria che, senza dubbio, merita di essere attraversata e scoperta. Fonte: Bresciatoday.it
Nel 1961 il Comune di Milano firmò il primo accordo di gemellaggio con la città di San Paolo: da allora ne sono stati sottoscritti ben altri quattordici, facendo diventare la nostra città sempre più internazionale.
Così come succede altrove, perché non pensare a gemellaggi tra quartieri? Ecco le nostre 10 proposte di associazione tra i rioni milanesi e quelli di altre metropoli.
I quartieri del mondo che si dovrebbero gemellare con quelli di Milano
#1 Bicocca – Studentsky Grand (Sofia)
Entrambi i quartieri sono caratterizzati da una forte presenza di giovani dovuta ad una grande area dedicata a campus studentesco. Nella città bulgara, lo Studentsky Grand risulta una zona affollata e chiassosa, ma molto attraente per il divertimento giovanile.
#2 Bovisa – Uzupis (Vilnius)
Così come la Bovisa, anche il quartiere di Uzupis, a Vilnius, in Lituania, è la zona più bohemienne della città. Opere di street art decorano angoli e vie creando atmosfere uniche nel loro genere. Piccola curiosità: nel 1997 Uzupis proclamò la propria indipendenza dal resto della capitale. Sulla spinta di un gruppo di artisti nacque la Repubblica di Uzupis, che vanta ancora oggi una propria bandiera, un governo basato su un’originale Costituzione affissa sulla pubblica via, una moneta (l’Eurouz) e un esercito composto da dodici soldati che si esibiscono in strada come musicisti.
#3 Lambrate – Quartiere Praga (Varsavia)
Definito “vivace ed emergente”, il Quartiere Praga della città polacca ha diversi punti in comune con Lambrate. Dai resti di fabbriche dismesse, tracce di una storia gloriosa nel boom economico degli anni ’50, ad una significativa operazione di riqualificazione urbana: a Lambrate è il caso del Design District, nel quartiere Praga ne è esempio il Koneser Centrum Praskie, un’ex fabbrica di vodka al centro di un’operazione immobiliare da centinaia di nuovi appartamenti. Ma anche numerose gallerie di design, studi di architettura, musei (imperdibili i due musei molto particolari del Quartiere Praga: il Neon Museum e il Czar PRL) popolano i due quartieri accomunati da una simile linea di sviluppo.
#4 Via Sammartini/viale Tunisia – Schoneberg (Berlino)
Entrambi sono “quartieri dalle mille facce”: trasgressivi e sperimentali da un lato, vivaci, piacevoli per un aperitivo o un caffè dall’altro. Numerosi bar, bistrot, ristoranti etnici e locali per feste alla moda animano le vie di due rioni frequentati e molto apprezzati dalla comunità gay.
#5 Corso Sempione/Arco della Pace – Kolonaki (Atene)
Il gemellaggio è tra due quartieri molto “chic”: Corso Sempione e Kolonaki, la zona più elegante di Atene. I due quartieri sono accomunati anche da una posizione strategica, molto vicina ai punti più importanti della città.
#6 Brera – Schwabing (Monaco di Baviera)
Schwabing divenne famoso a fine 1800 come quartiere di artisti, scrittori e musicisti e soprattutto rivoluzionari. Ricco di locali e mansarde, poi adibite ad atelier, ospita inoltre un’università e un’Accademia di Belle Arti. Risulta inevitabile il gemellaggio con Brera.
#7 Forlanini – Aviatorilor (Bucarest)
Entrambi circondati da un’ampia area verde, i due quartieri sono anche sede di importanti scali ferroviari. L’atmosfera è il risultato di un costante connubio tra dimensione rurale e urbana.
#8 Montenapoleone/via della Spiga – Ginza (Tokyo)
A Tokyo è il quartiere dell’eleganza e dello shopping più sfrenato. Ristoranti e caffè costosissimi aprono di fianco a negozi di marchi prestigiosi e catene di alto lusso. Un esempio di “Montenapo” del Giappone.
#9 Garibaldi/Repubblica – Abdun (Amman)
È un quartiere prevalentemente residenziale, considerato da molti il più ricco della città. Alcuni dei palazzi più costosi di tutta la Giordania sono infatti collocati in questa zona. È animato da numerosi ristoranti, caffè ed è molto popolare tra i giovani della città. Tante caratteristiche insomma che lo accomunano alla modernissima zona milanese di Garibaldi e Repubblica.
#10 Paolo Sarpi – Chinatown internazionali
È inevitabile infine la proposta di gemellaggio tra la nostra Paolo Sarpi e le varie Chinatown di tutto il mondo. Zone in cui ci si ritrova magicamente nel Paese del dragone, con la possibilità di testarne usi e costumi… Un fenomeno che diventerebbe ancora più interessante se coinvolgesse anche altre culture e Paesi: perché non creare a Milano un quartiere arabo o indiano?
Credits Andrea Cherchi - Uomo con ombrello arcobaleno
Nella redazione di milanocittastato.it i milanesi doc sono una minoranza. Molti vengono dal sud e tutti concordano con me che Milano è molto diversa dall’idea che ti eri fatto prima di venirci a vivere.
Ecco le 10 cose su cui siamo tutti d’accordo che da persona del sud pensi di Milano e invece non è così.
Le cose che da persona del sud pensi di Milano e invece… non è così!
#1 Il milanese ha la puzza sotto il naso!
Scherzo al Dogui
«E invece ti accorgi che spesso quelli che se la tirano di più sono i milanesi non di Milano, come i romani o i meridionali che si sono trasferiti a Milano. Chissà, forse alcuni per il solo fatto di vivere a Milano si sentono arrivati.»
#2 Il milanese è chiuso!
Ugo Bologna, spaghetti a mezzanotte
«Invece non è così. Sono più aperti rispetto a come ti aspetti. E’ capitato più volte di chiedere un luogo e il milanese ti accompagna. Anche il vicino di casa: è gentile e molto più ospitale rispetto al Toscano che è chiusissimo.»
#3 La percezione delle distanze
Linea 91
«A Milano se tu chiedi dove si trova un posto che dista 500 metri, loro dicono che ti conviene aspettare l’autobus, sali qui scendi là. Sono convinti che sia una supermetropoli e sono un po’ pigri: corrono ma non camminano»
#4 Milano è triste!
«Anzi, è gioiosa, iperattiva.»
#5 Milano è brutta!
credits: IG @francesca.vertucio
«Invece è incantevole e ha un sacco di cose da vedere, di arte, di cultura, di ogni tipo”. Ed è bella anche con la nebbia: scopri che diventa più poetica, più romantica.»
#6 Milano ha un brutto clima!
surf all’idroscalo
«C’è gente che si attende che a Milano ci sia nebbia fino in centro tutti i giorni. Il clima non è così brutto. Il cielo non è così grigio, ci sono bellissime giornate di sole. Un classico di chi viene da fuori è: vedete vi ho portato il sole. Ma visto che lo dicono tutti significa che il bel tempo è molto frequente.»
#7 Pensi che non ci sia verde
Parco Sempione
«Invece poi trovi un sacco di verde e scopri che la percentuale di verde per abitante è superiore a molte altre città.»
#8 Pensi che a Milano siano milanesi
Credits: pressreader.com Che bella giornata con Checco Zalone
«Invece scopri i milanesi sono una minoranza degli abitanti di Milano.»
#9 Pensi che siano razzisti con i meridionali
«In realtà scopri che spesso lo è il terrone trapiantato, che è più razzista contro i meridionali»
#10 Milano è caotica!
Credits Andrea Cherchi – Uomo con ombrello arcobaleno
«Non è così caotica come te l’aspetti. Pensi che sia tutto bloccato dal traffico invece non è così terribile».
Il pontefice (ponte facere) aveva il compito di controllare i ponti. Da controllore dei ponti è diventato poi la figura più importante della cristianità. I ponti rappresentano una grande tradizione del genio italico, dall’epoca romana fino a quella moderna. Milano sceglie questi dieci che rappresentano il lato migliore della capacità italiana.
Ponte etrusco-romano risalente al terzo secolo avanti Cristo, è alto trenta metri sopra il fiume Fiora a Vulci. E’ anche chiamato ponte dell’arcobaleno e conduce al Castello dell’Abbadia che, in origine, era un’abbazia benedettina. Nel periodo napoleonico il castello fu assegnato a Luciano Bonaparte, fratello dell’imperatore.
# Ponte di Augusto a Narni (27 a.c.)
Edificato attorno al 27 a.C. per volontà dell’imperatore Augusto univa i monti ai lati della gola scavata dal fiume Nera. Era lungo 160 metri, alto trenta metri. Crollato in parte nel 1055, conserva il pilone. Sono stati mappati circa 900 ponti costruiti in epoca romana.
# Ponte Sant’Angelo (134)
Tra i ponti di epoca romana tra i più noti c’è il ponte che collega il Vaticano a Roma. Fu costruito su progetto di Demetriano nel 134 dall’imperatore Adriano per collegare alla riva sinistra il suo mausoleo.
# Ponte Vecchio (1345)
Il ponte simbolo di Firenze fu costruito nel 1345. La presenza delle tipiche botteghe risale al 1442, quando le autorità cittadine imposero ai macellai di aprire le loro botteghe sul Ponte Vecchio per isolarsi dai palazzi della città a causa dei cattivi odori che emanavano. Le botteghe dei macellai furono poi occupate da orafi e gioiellieri per ordine di Ferdinando I nel 1593.
# Ponte di Rialto (1591)
Il più famoso ponte di Venezia solca il Canal Grande. Nell’XI secolo venne costruito un primo ponte in legno, galleggiante, chiamato Ponte della Moneta. La crescente importanza del mercato di Rialto sulla sponda orientale del canale fece aumentare il traffico sul ponte galleggiante: attorno al 1250 fu così sostituito da un ponte di legno strutturale, con una sezione centrale mobile, che poteva essere sollevata per consentire il passaggio delle navi. Data la stretta associazione con il mercato, il ponte cambiò nome e diventò Ponte di Rialto. Nella prima metà del XV secolo lungo i lati del ponte vennero costruite due file di negozi i cui affitti contribuivano alla manutenzione del ponte.
Dopo un crollo, il ponte fu ricostruito in pietra nel 1591.
# Ponte San Michele (ponte Röthlisberger) (1889)
Noto come il “ponte in ferro” di Calusco D’Adda, progettato dallo svizzero Jules Röthlisberger è un ponte ad arco di traffico misto, stradale e ferroviario, e collega i paesi di Paderno d’Adda e Calusco d’Adda attraversando una gola del fiume Adda. La struttura è interamente chiodata e del tutto priva di saldature (ai tempi non esistevano le macchine per saldature portatili). E’ considerato un capolavoro di archeologia industriale, nonché una delle più notevoli strutture realizzate dall’ingegneria ottocentesca, diventando un simbolo per l’Italia del tempo al pari della Torre Eiffel per la Francia, costruita nello stesso periodo. Nel 2017 il ponte è stato candidato per essere inserito nella lista UNESCO dei patrimoni dell’umanità. Inaugurato nel 1889, dal 15 settembre 2018 il ponte è stato chiuso per interventi di manutenzione che sono durati oltre un anno.
# Ponte sospeso di San Marcello Piteglio (1923)
Il ponte sospeso delle Ferriere è una passerella pedonale che collega i due versanti del torrente Lima tra Mammiano Basso e Popiglio nel comune di San Marcello Piteglio, in provincia di Pistoia. Misura 227 metri di lunghezza, 36 metri di altezza massima. Fu costruito per permettere il passaggio degli operai che da Popiglio si dovevano recare a lavorare nelle fabbriche situate sul versante opposto. Nel 1990 è stato inserito nel Guinness dei primati che lo annoverava come “il più lungo ponte sospeso pedonale del mondo”. Dal 2006 il record è detenuto dal Kokonoe Yume Bridge in Giappone.
# Viadotto di Coltano (1975)
Con i suoi quasi 10 chilometri sulla A12 in provincia di Livorno è il più lungo viadotto autostradale d’Italia. Segue il viadotto che attraversa il torrente Fichera sull’Autostrada A19, lungo più di 7 km.
# Ponte tibetano in Valtellina (2018)
Inaugurato nel settembre del 2018 è considerato il ponte tibetano più alto d’Europa. Sospeso a 140 metri di altezza è lungo 234 metri e collega Campo di Tartano con la località di Frasnino in Valtelina.
# Ponte sullo stretto (?)
Già i romani ci avevano pensato a collegare la Calabria e la Sicilia e, pare, che furono gli unici a riuscirci, creando un ponte di barche realizzato per fare passare le truppe e gli elefanti catturati dai cartaginesi, come narra Plinio il Vecchio. Anche Ferdinando II di Borbone nel 1840 pensò a realizzare un ponte sullo stretto. Con l’unità d’Italia il primo progetto di ponte sullo stretto fu del 1866 su iniziativa del Ministro dei Lavori Pubblici Jacini. Nel 1870 si pensò a un collegamento sottomarino. Proseguirono i progetti prima e dopo la prima guerra mondiale, tra cui quello del 1935 del comandante Filippo Corridoni che consisteva nella posa di un enorme tubo d’acciaio sottomarino per il transito ferroviario e veicolare. Nel dopoguerra i progetti si sono intensificati e nel 1981 si è costituita la società Ponte sullo Stretto di Messina Spa.
Nell’ottobre 2005 l’Associazione Temporanea di Imprese Eurolink S.C.p.A. vinse l’appalto di contraente generale per la realizzazione dell’opera per un costo di 3,88 miliardi che l’Unione Europea, la China Investment Corporation (Cic), fondo sovrano di Pechino, e la China communication and construction company (Cccc), si sono rese disponibili a finanziare.
Nel 2012 il governo Monti ha pagato 300 milioni di penali per porre fine all’opera. Il Governo Meloni ha annunciato la volontà di realizzare l’infrastruttura.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
In realtà si chiama Fuller Building. Inaugurato nel 1902 a Manhattan, fu soprannominato così dagli abitanti di New York per la sua forma “a ferro da stiro” (in inglese “Flatiron”). Raggiunge gli 86,9 metri che lo portarono ad essere il palazzo più alto all’epoca nella città. La punta è larga appena due metri per ottantasette metri di lunghezza.
# Casa Sartorio, il «Ferro da stiro» di Milano
Ph. @Azadix.m IG
Il palazzo di New York è stato di ispirazione per altre costruzioni in giro per il mondo, tra cui Casa Sartorio che venne realizzata pochi anni dopo a Milano, nel 1910 su progetto di Enrico Provasi.
Il palazzo milanese è in stile liberty con decorazioni contenute ed eleganti che incorniciano l’apertura di porte e finestre e rappresenta uno dei palazzi simbolo del quartiere di Porta Romana.
La prima città a raggiungere con la sua metro un’altra provincia. Questo, in sintesi, il significato del progetto di estendere la metro da Milano a Monza. Che riguarda non solo una linea, ma addirittura due: M1 e M5. Un progetto storico che però risulta al momento in stallo. Vediamo perchè.
Due metro per Monza? Cosa manca per unire la Brianza a Milano
# Le due metro per Monza
M5 in progettazione pare finalmente al nastro di partenza: 11 fermate per una tratta che vede la lilla attraversare pressochè interamente il centro abitato del Capoluogo brianzolo, raggiungendone tutti i principali poli attrattivi.
M1 invece, ferma da anni, avrà altri fondi per il tanto atteso completamento, dopo la rovinosa questione del mancato accordo con la multinazionale che doveva realizzare un enorme centro commerciale in corrispondenza del futuro capolinea di Monza Bettola: il Parlamento ha infatti proposto a giugno 2024 un emendamento, poi approvato, per stanziare i restanti 18 milioni di euro decisivi per completare i lavori.
In entrambi i casi, tuttavia, le istituzioni dovranno superare alcuni ostacoli non di poco conto: vediamoli nel dettaglio.
# M1: lo stallo di Bettola
Hub m1-m5 a Monza Bettola
Senato e Ministero delle Infrastrutture hanno colmato il gap finanziario per il completamento della linea M1 da Sesto San Giovanni a Monza Bettola: l’opera, in ritardo di quasi dieci anni, ha ora tutte le disponibilità necessarie al completamento, dopo che investitore (Auchan) e appaltante (MM S.p.A.) si sono sfilati, con grave danno per le casse pubbliche e, soprattutto, per i cittadini rimasti ancora oggi senza un servizio fondamentale.
Per completare Monza Bettola andrà proposta una nuova gara d’appalto, con la speranza che nel frattempo non ci sia bisogno di ulteriori finanziamenti per la ormai nota fluttuazione dei prezzi, all’origine della necessità dello stanziamento approvato a Roma nel giugno scorso. Di vitale importanza sarà inoltre la contestuale realizzazione del parcheggio di interscambio al nuovo capolinea di Bettola, che dovrà alleggerire la pressione sulle principali arterie stradali della zona, oggi al collasso.
# M5: servono altri 400 milioni
M5 a Monza
Altro capitolo invece riguarda M5, per il cui prolungamento Regione Lombardia ha finalmente emesso, sempre a giugno 2024, il Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale: il tracciato della linea prolungata dall’attuale capolinea milanese Bignami, a nord della Bicocca, attraverserà Cinisello Balsamo lungo l’asse di viale Fulvio Testi, per poi intersecare M1 al nuovo capolinea di Monza Bettola, nei pressi della Tangenziale Nord, e proseguire verso la stazione di Monza centrale e il centro città, fino all’Ospedale e al quartiere San Biagio, con interscambio in corrispondenza della superstrada per Lecco. La linea andrà a servire anche la Villa Reale e il Parco.
Il progetto, che prevede 7,5 chilometri di tracciato e 11 fermate all’interno del Capoluogo della Brianza, sarà fondamentale non solo per creare un unico polo urbano tra la terza città della Lombardia e l’area milanese, ma – per la prima volta in Italia – una linea metropolitana di una città consentirà gli spostamenti tra una zona e l’altra di un’altra città: inevitabili saranno, quindi, le ricadute positive sul trasporto pubblico locale di Monza e dei relativi sobborghi.
Per dare il via all’opera di prolungamento di M5 si attendono la progettazione definitiva – che sarà curata da Metropolitana Milanese e dovrà avere l’avallo finale del Ministero delle Infrastrutture e del CIPE – e la successiva gara d’appalto: per raggiungere queste ultime tappe dell’iter propedeutico all’apertura dei cantieri, il Comune di Milano dovrà fornire i dati che certifichino la necessità dell’ulteriore finanziamento di 400 milioni di euro che Palazzo Marino ritiene necessario per cantierare l’opera, il cui costo complessivo è attualmente stimato in 1,2 miliardi di euro.
In assenza di ulteriori ritardi, il progetto di prolungamento di M5 – dopo il rinvio chiesto dal Comune di Milano – vedrebbe l’inizio dei lavori nel 2026, per concludersi entro il 2033. In questo modo si darebbe anche il giusto compimento a una linea oggi sottoutilizzata, ma che se adeguatamente sfruttata con una frequenza sostenibile da una metropolitana automatica di una corsa ogni 90 secondi, può raggiungere i 20 mila passeggeri all’ora per direzione.
Ci auguriamo che, una volta tanto, le Istituzioni collaborino tra loro per cercare di accelerare i tempi per uno sviluppo infrastrutturale che l’asse urbano Milano-Monza attende da troppo tempo.
Un progetto che aveva fatto discutere sin da subito, per il rischio di congestionare il traffico, aumentare l’inquinamento e privare di parcheggi la zona. Le ultime novità sul cantiere e quando dovrebbe essere completato.
La rivoluzione slow rallenta: niente doppia preferenziale nella Cerchia dei Navigli
# La doppia preferenziale con ciclabile (della discordia) sulla Cerchia dei Navigli
Maps – Cerchia dei Navigli
Tra gli 80 nuovi chilometri di piste ciclabili da realizzare entro le Olimpiadi Invernali 2026, l’obiettivo è arrivare a 400 chilometri di percorsi, c’è anche il percorso della Cerchia dei Navigli. Stiamo parlando del tracciato percorso quasi per intero dalla linea di bus 94. Il progetto era stato presentato con un ordine del giorno nell’estate 2020 dal Municipio 1, in seguito discusso e approvato dal parlamentino del centro. Fin da subito aveva fatto discutere, per il rischio di congestionare il traffico, aumentare l’inquinamento e privare di parcheggi la zona.
# Il progetto per ora è rimasto (parzialmente) nel cassetto
Maps – Via Senato è
Il progetto, così come voluto dal Municipio 1, per ora rimasto nel cassetto. Prevedeva il senso unico di marcia per le auto in un unico spazio centrale da largo d’Ancona a corso di Porta Nuova e una doppia preferenziale bus, taxi e mezzi di pubblico servizio, oltre a un doppia ciclabile. Stiamo parlando di vie come Carducci, De Amicis, Molino delle Armi, Santa Sofia, Sforza, Visconti di Modrone, San Damiano, Senato, Fatebenefratelli. La larghezza avrebbero dovuto essere di quattro metri per poter accogliere anche le bici con il modello bike lane, una corsia disegnata con un segno di vernice a terra. Un progetto non realizzabile ovunque per via delle dimensioni.
Maps – Via Pontaccio
Ad esempio in vie strette come Pontaccio si è pensato a una Ztl o di invertire il senso di strade intorno, in via Carducci, da piazzale Cadorna a largo d’Antona, a un doppio senso promiscuo aperto a auto privare, taxi, motocicli e trasporto pubblico con una doppia bike lane in entrambe le direzioni. Itinerari per le due ruote che, in altri punti più ampi, verrebbero protette dalle macchine in sosta.
# La scelta finale è ricaduta su una doppia ciclabile, una corsia preferenziale per bus e taxi e una corsia per mezzi privati
Sistemazione viabilità percorso M4
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Masterplan M4 Sforza
Masterplan M4 Santa-Sofia
Progetto Via Molino delle Armi
Una proposta forse troppo radicale e che al momento non ha trovato attuazione. La scelta è ricaduta su una soluzione meno impattante, che ha visto comunque l’eliminazione della sosta dove presente lungo il percorso della M4. Sono state previste due piste ciclabili ai lati della carreggiata, una per senso di marcia, e al centro una corsia preferenziale per bus, taxi e altri servizi di pubblica utilità affiancata da una corsia per i mezzi privati, in alcuni casi mantenuta della larghezza per ospitare due file di veicoli.
# Previsto il completamento dell’anello percorso dalla 94 all’inizio 2025
Rendering M4 superficie
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Rendering Santa Sofia M4
Rendering Vetra M4
Rendering Sforza M4
Diversi tratti sono già stati realizzati, mentre altri sono in corso o verranno realizzati a breve. Tutto l’anello ciclabile dove insiste il percorso del bus 94 dovrebbe essere completato entro l’inizio del 2025 come spiega il presidente del Municipio 1, Mattia Abdu, su Repubblica: “Tra la fine dell’anno e l’inizio del prossimo, quando finiranno i cantieri superficiali del metrò tutta la Cerchia interna avrà la percorribilità ciclabile, come è già da Francesco Sforza a Fatebenefratelli”.
Le 10 destinazioni di interesse naturalistico, storico o culturale che non possiamo raggiungere con un volo diretto dagli aeroporti di Milano.
Le 10 mete più suggestive che si dovrebbero raggiungere in aereo da Milano
#1 Pyongyang, Corea del Nord: la capitale più inaccessibile
Credits: agenzia viaggi rockyroadtravel.com
La capitale di uno degli Stati più isolati del mondo, Pyongyang, è una delle città più enigmatiche e inaccessibili che esistano. Un viaggio qui offre l’opportunità di esplorare una cultura e una società completamente diverse dall’esperienza italiana e occidentale. Le parate militari e i monumenti politici imponenti sono una finestra unica sulla Corea del Nord.
Non ci sono voli diretti da Milano a Pyongyang. I turisti europei devono passare obbligatoriamente da Pechino, in Cina, e le opzioni di volo sono molto limitate. Oltre a ciò, il processo per ottenere un visto è complesso e spesso richiede di viaggiare con un gruppo organizzato.
Il costo di un viaggio in Corea del Nord è elevato: i pacchetti variano tra i €2.500 e €5.000 a persona per una settimana, ma sono inclusi i voli, il vitto e l’alloggio.
La lingua parlata è il coreano, anche se le guide locali autorizzate sanno interagire in inglese. La moneta locale è il won nordcoreano, ma i turisti usano principalmente euro, dollari americani o yuan cinese.
Uno dei luoghi più evocativi della città e del paese è il Kumsusan Palace of the Sun, dove riposano i corpi imbalsamati dei leader Kim Il-sung e Kim Jong-il, in un mausoleo imponente che è permesso visitare solo con la massima riverenza.
#2 Dharamsala, India: il paradiso della spritualità
Credits: www.tourindiawithdriver.com
Dharamsala è una delle città spiritualmente più importanti e affascinanti dell’India: è il luogo in cui risiede il Dalai Lama, l’autorità spirituale del buddismo tibetano. La città offre l’opportunità di esplorare una cultura unica e di godere della tranquillità delle montagne himalayane. I suoi monasteri, i templi e l’atmosfera serena la rendono un luogo speciale per chi è interessato alla spiritualità e alla meditazione.
Non ci sono voli diretti da Milano a Dharamsala. I viaggiatori devono passare tramite Delhi e poi prendere un volo interno o un autobus. Il costo di un viaggio può variare tra €600 e €1.200 a persona, a seconda della stagione e delle opzioni di volo. Le lingue principali sono l’hindi e l’inglese. La moneta locale è la rupia indiana.
#3 Ngerulmud, Palau: il mare più incontaminato
Credits: Elwira Karpierz – Pinterst
Visitare Ngerulmud significa approdare nel cuore di uno dei paradisi naturalipiù incontaminati del Pacifico. Le sue acque cristalline, barriere coralline intatte e la biodiversità marina rendono Palau un sogno per chi ama lo snorkeling, le immersioni subacquee o semplicemente desidera rilassarsi in un ambiente tropicale e incontaminato.
Nonostante sia a tutti gli effetti una destinazione da sogno, Ngerulmud non ha collegamenti diretti con l’Europa. Un viaggio da Milano potrebbe richiedere almeno tre scali, passando per città come Seul, Manila o Taipei e i voli per raggiungere queste città sono già dispendiosi e impegnativi.
Il costo del viaggio può essere elevato, con tariffe aeree che variano tra €1.500 e €3.000, a seconda della stagione e degli scali. Le lingue principali sono il palauano e l’inglese. La moneta utilizzata è il dollaro statunitense, il che rende le transazioni relativamente semplici per i turisti europei. Il Jellyfish Lake è il luogo più noto ed ambito di Ngerulmud, lì è possibile vivere un’esperienza unica al mondo: nuotare tra migliaia di meduse non urticanti, naturalmente in acque cristalline, non è certo cosa da tutti i giorni.
#4 Funafuti, Tuvalu: il fascino della cultura polinesiana
Tuvalu è uno degli Stati insulari più remoti del mondo, dove ancora oggi permane la cultura polinesiana autentica. Funafuti, la capitale, è il luogo da cui partire per esplorare gli atolli poco abitati e quindi immergersi nella bellezza dell’Oceano Pacifico.
Raggiungere Funafuti da Milano, però, è impossibile senza più scali. I voli più comuni passano attraverso Fiji e, quindi, intersecano poche rotte aeree che servono Tuvalu.
Il viaggio è lungo e faticoso, per questo il costo è alto, con prezzi che possono variare tra €2.000 e €4.000, a seconda delle coincidenze e della stagione. Le lingue principali sono il tuvaluano e l’inglese. La moneta usata è il dollaro australiano.
La zona di maggiore interesse naturalistico è la Funafuti Conservation Area, una riserva marina protetta che consente di esplorare barriere coralline incontaminate e una straordinaria varietà di fauna marina.
#5 Port Vila, Vanuatu: atmosfere melanesiane in salsa francese
Credits: tripadvisor.it
Port Vila, la capitale di Vanuatu, è una perla del Pacifico meridionale. La sua miscela di cultura melanesiana e cultura coloniale francese ha generato un ambiente unico, mentre le sue spiagge e lagune sono ideali per una vacanza tropicale.
Il viaggio da Milano a Port Vila richiede diversi scali, spesso passando per Sydney o Brisbane. La mancanza di voli diretti dall’Europa rende il tragitto davvero complicato, ma la bellezza di Vanuatu ripaga dello sforzo.
Il costo del viaggio può variare notevolmente, con tariffe aeree tra €1.800 e €3.500. Le lingue principali sono il bislama, l’inglese e il francese. La moneta locale è il vatu di Vanuatu.
Mele Cascades è l’attrazione più esclusiva dell’isola, si tratta di cascate cristalline, immerse in una foresta tropicale, perfette per un’escursione a piedi e per un bagno rinfrescante.
#6 Majuro, Isole Marshall: atolli sperduti nel Pacifico
Credits: tripadvisor.it
Majuro è un angolo affascinante delle isole del Pacifico, con una vita marina straordinaria e una cultura locale ricca di tradizioni antiche. Gli atolli offrono uno scenario perfetto per chi ama il mare e la tranquillità delle isole.
Raggiungere Majuro da Milano richiede un viaggio molto complesso, le opzioni di scalo sono Tokyo, Honolulu o alcune città degli Stati Uniti. Ciò dice qualcosa rispetto a quanto questa destinazione sia poco frequentata dai turisti europei.
Il costo del viaggio è elevato, con tariffe che variano tra €2.500 e €5.000, a seconda degli scali. Le lingue principali sono l’inglese e il marshallese. La moneta locale è il dollaro statunitense.
#7 Honiara, Isole Salomone: i paesaggi tropicali più sottovalutati
Credits: Solomon Ports
Honiara è la capitale delle Isole Salomone, anche questa è una destinazione poco esplorata, ma vanta un ruolo strategico nella Seconda Guerra Mondiale e nelle tensioni geopolitiche contemporanee. I paesaggi tropicali e la ricca biodiversità la rendono un’altra isola perfetta per chi ricerca una meta fuori dalle rotte turistiche tradizionali.
Come intuibile, non esistono voli diretti da Milano a Honiara. Il viaggio di solito richiede almeno tre scali, spesso passando per Brisbane o altre città australiane, complicando non poco la pianificazione.
Il costo del viaggio è alto, tra €2.000 e €4.500 a seconda del numero di scali e della stagione. Le lingue principali sono il pidgin e l’inglese. La moneta locale è il dollaro delle Isole Salomone.
#8 South Tarawa, Kiribati: lagune turchese e spiagge selvaggie
Visitare South Tarawa significa approdare in un altro degli angoli più remoti e affascinanti del Pacifico. Le sue spiagge incontaminate, le lagune turchesi e la biodiversità marina rendono anche quest’isola un vero paradiso per chi ama lo snorkeling e le immersioni.
Come le altre destinazioni su questa lista, anche South Tarawa non è facilmente raggiungibile da Milano. Un viaggio dall’Europa può richiedere diversi scali in città come Brisbane, Nadi o Suva, con voli che possono essere costosi e impegnativi. Il costo del viaggio varia generalmente tra €1.500 e €3.000, a seconda della stagione e degli scali necessari.
Le lingue principali sono il gilberts e l’inglese, mentre la valuta locale è il dollaro australiano, anche qui le transazioni per i turisti europei risultano più semplici.
Tra i luoghi degni di interesse della città ve ne è uno piuttosto insolito: il cimitero, di grande importanza storica poiché lì riposano numerosi soldati che hanno combattuto la Seconda Guerra Mondiale.
#9 Jamestown, Sant’Elena: il tramonto di Napoleone
Credits: Costa Crociere
Visitare Jamestown significa recarsi nel luogo dove Napoleone Bonaparte, in esilio e prigionia, trascorse gli ultimi istanti della sua vita scoprire una delle località più affascinanti e remote dell’Atlantico. Le sue stradine storiche, il paesaggio mozzafiato e l’atmosfera tranquilla offrono un’esperienza unica per chi ama la storia e la bellezza naturale.
Un viaggio da Milano richiede parecchi scali, in città come Johannesburg, Nairobi o Accra, e i costi aerei che variano tra €1.800 e €3.500. La distanza e la complessità del viaggio contribuiscono a rendere questa destinazione piuttosto esclusiva.
Le lingue principali sono l’inglese e il criollo, e la valuta locale è la sterlina di Sant’Elena, ciò facilita le transazioni per i turisti europei.
Naturalmente, l’attrazione imperdibile della città è la Tomba di Napoleone situata presso il Longwood Estate, questo è il luogo di sepoltura dell’imperatore francese. Situata su Sant’Elena, un’isola britannica, lì il tempo sembra essersi fermato.
#10 Thimphu, Bhutan: il regno della felicità
Credits: rkishorek – Pixabay
Arrivare a Thimphu significa raggiungere il cuore dell’Himalaya. La capitale del Bhutan, un regno affascinante e tradizionale, offre una combinazione unica di paesaggi montuosi mozzafiato, monasteri storici e una cultura. Anche questa città, come Dharamsala, è un luogo di interesse specialmente per chi è immerso nella ricerca spirituale.
Raggiungere Thimphu dall’Europa richiede diversi scali, passando per città come Delhi, Bangkok o Kathmandu. I costi aerei per questo viaggio possono variare tra €1.800 e €3.500, a seconda della stagione. Le lingue principali sono il dzongkha e l’inglese, mentre la valuta locale è il ngultrum bhutanese.
Luogo della città noto agli appassionati è il Buddha Dordenma, una gigantesca e imponente statua di Gautama Buddha, situata su una collina che domina la città. Con i suoi 51,5 metri di altezza, è una delle statue di Buddha più grandi del mondo e offre una vista panoramica straordinaria sulla città e sulle montagne circostanti.
# La mega-villa di Holmby Hills, uno dei quartieri più chic e cari di Los Angeles, acquistata al prezzo di 120 milioni
Instagram: hollywood.real.estate
La mega villa di Los Angeles venne costruita nel 1980 da Aaron Spelling e tra coloro che hanno vissuto nella immensa residenza californiana c’è Petra Ecclestone, figlia di Bernie Ecclestone ex boss della Formula Uno, che nel 2011 si aggiudicò la villa per ben 85 milioni.
Rivenduta qualche anno dopo, a un offerente rimasto ignoto ancor oggi, per oltre 120 milioni di dollari, la mega-villa di Holmby Hills, uno dei quartieri più chic e cari di Los Angeles, è diventata la villa più costosa dello Stato della California garantendo una plusvalenza a Petra di oltre 35 milioni di dollari.
# La scalinata fiabesca in stile Luigi XIV
Scalinata in stile parigino
The Manor s’ispira ai castelli della Loira, in pieno stile parigino classico di Luigi XIV,e a tutto il loro sfarzo. Spicca all’occhio la scalinatadell’ingresso, costruita in marmo e ferro battuto, percorsa negli anni da numerosi personaggi famosi e non solo. Gli arredi richiamano lo stile parigino classico di Luigi XIV.
Credits: repubblica.it – Fontana all’ingresso della tenuta
La lussuosa villa è nota anche con il nome di Candyland, in memoria della moglie di Aaron Spelling, Candy, per la quale il produttore l’aveva comprata nel 1991.
# 5200 mq di estensione e 123 stanze tra lusso e divertimento: una discoteca, una spa e un salone da parrucchiere
Instagram: sampalmerofficial
La proprietà da circa 5200 metri quadrati conta la bellezza di 123 stanze e, su richiesta della figlia dell’ex numero uno della Formula Uno, tra queste troviamo una discoteca nel seminterrato e diverse vasche di pesci esotici, che inizialmente non appartenevano al progetto iniziale ma sono state aggiunte per volontà di Petra in persona.
Instagram: francis.york
Non possono certamente mancare un’immensa piscina, la spa e un campo da tennis, ma la cosa più particolare è la presenza di un salone da parrucchiere.
Scopriamo queste dieci meraviglie lungo lo stivale.
I 10 paesi sul fiume più belli d’Italia
#1 Ivrea bagnata dalla Dora Baltea e “circondata” dall’Anfiteatro Morenico – Piemonte
Credits pault62 IG – Ivrea
Ivrea sorge lungo l’antico percorso della Via Francigena e della Via Romea ed è attraversata dalla Dora Baltea, che dalle pendici del Monte Bianco confluisce dolcemente nel Po. La cittadina piemontese ha un’altra meraviglia naturale unica in Italia, l’Anfiteatro Morenico: un rilievo di origine glaciale che si è formato tramite il trasporto di sedimenti del bacino della Dora Baltea.
#2 Cividale del Friuli, attraversato dal fiume Natisone, fondato da Giulio Cesare – Friuli Venezia Giulia
Cividale. Credits: @marogiampi IG
Il piccolo Comune di Cividale del Friuli, a pochi chilometri da Udine e al confine con la Slovenia, è stato fondato addirittura da Giulio Cesare e poi è diventato uno dei principali centri dei longobardi in Italia di cui conserva molte testimonianze. Per un tratto accompagna il fiume Natisone nella sua corsa verso l’Isonzo e offre numerose attrazioni da visitare: dalle dimore nobiliari al Museo Cristiano, dal Duomo fino al leggendario Ponte del Diavolo costruito dal diavolo in cambio dell’anima di un passante a strapiombo sulle acque verdi del Natisone.
#3 Bassano del Grappa con il famoso “Ponte degli Alpini” sul fiume Brenta – Veneto
Credits bossmalcollm IG – Bassano del Grappa
Bassano del Grappa è un piccolo comune del nord est italiano, in provincia di Vicenza, in cui storia e bellezza convivono. Il suo simbolo è il Ponte degli Alpini, detto anche semplicemente Ponte di Bassano o Ponte Vecchio, che attraversa il fiume Brenta da cui si possono ammirare degli scorci fantastici.
#4 Borghetto sul Mincio, il borgo medievale sospeso sull’acqua – Veneto
Borghetto sul Mincio. Credits: @ mariag.58 IG
Borghetto sul Mincio, frazione del Comune di Valeggio nel veronese, è un suggestivo borgo medievale adagiato sul corso del fiume Mincio prima che questo defluisca nel Po. Inserito nella classifica dei Borghi più belli d’Italia, da ammirare ci sono i mulini a vento, alcuni dei quali ancora funzionanti, il Ponte Visconteo e il Castello Caligero.
#5 Dolceacqua, il borgo ligure sul fiume Nervia reso immortale da Monet – Liguria
Credits pauline_pscl_05 IG – Dolceacqua
Dolceacqua è un piccolo borgo ligure che il celebre pittore francese Claude Monet ha reso immortale. Il Castello Doria domina le intricate stradine del borgo dall’alto dello sperone roccioso dove si issa. Il fiume Nervia contribuisce a rendere perfetta la magia di questo luogo.
#6 Comacchio, la piccola “Venezia” dell’Emilia-Romagna
Credits: @ matteosenzafrettamasenzasosta Trepponti a Comacchio
Comacchio, soprannominato la “piccola Venezia” dell’Emilia-Romagna, è un bellissimo borgo circondato dalle famosi Valli e dal fantastico Parco Naturale del Delta del Po. Erede dell’antica Spina, ha origini antichissime ed ancora oggi è una città lagunare che conserva intatto l’aspetto originario, con le imponenti scalinate del famoso Trepponti a ergersi quale simbolo della cittadina.
#7 Bevagna, il borgo umbro circondato da fiumi e torrenti – Umbria
Credits mdom_g80 IG – Bevagna
In Umbria c’è un piccolo borgo, in provincia di Perugia, circondato da fiumi e torrenti: Bevagna. Il suo nome deriva dalle “bevagne”, le tele pregiate che si producevano in questo luogo. La cinta muraria di Bevagna è ricca di fascino e racchiude dei tesori incredibili, dalle chiese romaniche di San Silvestro e di San Michele Arcangelo fino al Teatro Torti.
#8 Visso, tra i Borghi più belli d’Italia, attraversato dal fiume Nera – Marche
Credits siviaggia -Visso
Visso, nelle Marche meridionali, è un piccolo comune di poco più di 1200 abitanti sede del Parco Nazionale dei Monti Sibillini dal 1993. Attraversato dal fiume Nera è inserito nella classifica dei Borghi più belli d’Italia e al suo interno è possibile visitare un museo particolare: il Museo dei Manoscritti Leopardiani contenente più di 100 manoscritti originali tra i più famosi del famoso poeta italiano.
#9 Sora, tra Lazio e Abruzzo, è attraversata dal fiume Liri menzionato nella Divina Commedia
Credits mauro_cappuccitti IG – Sora
Sora è il comune tra Lazio e Abruzzo che ha dato i natali a Vittorio de Sica, attraversato dal bellissimo fiume Liri per tutta la sua interezza. Noto come “Verde” per via del vivido color smeraldo delle sue acque, viene menzionato anche nella Divina Commedia. Il suo centro storico è caratterizzato da piazze assolate, chiese e vicoli che salgono fino alle rocce del Monte San Casto: un punto d’osservazione ideale per ammirare le rovine del Castello dei Santi Casto e Cassio affacciato sulla Piana del Liri.
#10 Bosa, il borgo sardo bagnato dal fiume Temo e dal mar Tirreno – Sardegna
Credits vineja.it IG – Bosa
Bosa è un piccolo comune lugodurese dalla bellezza incredibile, nella valle del fiume Temo, nella Sardegna occidentale. Il Castello di Serravalle edificato dai Malaspina nel XIII secolo domina la cittadina che si spinge fino al mare. Sull’Isola Rossa è imperdibile anche la Torre di Bosa, costruita a scopo difensivo e collegata alla terraferma da una bellissima passeggiata.
Milano ha il dominio in Italia. Su questo non c’è partita. Ma come è messa se la si confronta con il resto del mondo? Scopriamo la classifica di questa sfida epocale. E scopriamo come si posiziona Milano per estensione nel mondo.
Le 10 metropolitane più lunghe del mondo: la sfida con Milano
# Milano con 104 km si piazza al 59° posto mondiale
Mappa metro Atm
La nostra città si posiziona al 59° posto a livello mondiale e al 9° a livello europeo in attesa dell’inaugurazione integrale della linea M4. Con una lunghezza di 104 km viene subito dopo Amburgo e ad oggi conta 5 linee metropolitane e 121 stazioni. Passiamo invece alle prime 10 mondiali, che vede uscire di scena Seul, Londra e New York.
#10 Wuhan (Cina): 468,3 km di rete nella città tristemente famosa per la partenza della pandemia
By Painjet – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=86129083 – Mappa metro Wuhan
Apre la graduatoria la metropolitana della città di Wuhan in Cina, tristemente nota alle cronaca per essere stato il luogo di partenza del virus Sars-Cov 2 che portato alla successiva pandemia. Il suo sistema è stato costruito a partire dal 2004 e oggi conta 468 km di estensione, 300 stazioni e 12 linee.
#9 Hangzhou (Cina): 516,2 km in soli dieci anni
By Yveltal – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=56905778 – Mappa metro Hangzhou
In soli dieci anni la città di Hangzhou ha realizzato una rete metropolitana di 516,2 km, 12 linee e 302 stazioni. Capitale dello Zhejiang, la metropoli cinese conta oltre 12 milioni di abitanti e il prodotto interno lordo della sua area metropolitana supera quello della Svezia.
#8 Mosca (Russia): la più lussuosa, con 520 km, l’unica europea in classifica e con tre circle line
news.metro.ru – Mappa metro Mosca
Scende di 4 posizioni Mosca. Inaugurata nel 1935 all’epoca di Stalin raggiunge i 519,4 km di estensione la metropolitana della capitale russa, sommando 19 linee e 297 stazioni, mettendo nel conteggio anche il servizio di premetro.
Credits: pinterest – Komsomolskaya
Tra le particolarità ha una tripla linea circolare, una più interna e due più esterne, ed è senza dubbio la più lussuosa del mondo. Ben 40 stazioni sono patrimonio dell’umanità. L’unica metropolitana europea in classifica.
#7 Nanchino (Cina): 521 km per i suoi 9,4 milioni di abitanti
Di Alan Fan Pei – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=143572099 – Mappa metro Nachino
Con 14 linee e 236 stazioni e 521 km di rete, la rete metropolitana al servizio dei distretti urbani e suburbani di Nanjing, l’antica capitale della Cina, supera quella di New York di pochi chilometri. Nanchino è il secondo polo commerciale della Cina orientale dopo Shangai. È stata classificata seconda tra le “città con il maggior sviluppo sostenibile”
#6 Chongqing (Cina): 523,7 km di rete nella “città più grande del mondo”
By Wahsaw – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=76096390 – Mappa metro Chongqing
Irrompe in sesta posizione la rete metropolitana di Chongqing. Secondo la definizione di “città propriamente detta”, basata sull’unicità amministrativa, è la città più grande del mondo: ricopre una superficie simile a quella dell’intera Austria anche se circa il 70% della sua popolazione, pari a circa 32 milioni di abitanti, vive in aree rurali. La sua rete misura 523,7 km, con 304 stazioni e 11 linee.
#5 Shenzen (Cina): un sistema di metropolitane lungo 555,4 km, realizzato in appena 20 anni
By Wahsaw – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=73747518 – Mappa metro Shenzen
Ci sono 16 linee e 373 stazioni nel sistema di metropolitane della città di Shenzen che si posiziona al quinto posto delle top mondiali per estensione grazie ai suoi 555,4 km. Per raggiungere questo risultato ci sono voluti appena 20 anni.
#4 Chengdu (Cina): 562 km per la “città dei panda”
By Alan Fan Pei – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=100251071 – Mappa metro Chengdu
In pochi anni è passata dalla decima alla quarta posizione mondiale. Il trasporto pubblico metropolitano Chengdu, una megalopoli da 14,4 milioni di abitanti nel cuore della Cina, conta 561,7 km di rete, 13 linee e 347 stazioni. Alcune linee si spingono per decine di chilometri al di fuori della città. L’area di Chengdu viene definita la “zona paradisiaca” e poco fuori dalla città si estende il Chengdu Panda Base, importante riserva naturale e centro di ricerche sul panda gigante. L’UNESCO ha dichiarato Chengdu città della gastronomia nel 2011, grazie alla sua cucina sofisticata.
#3 Guangzhou (Cina): 648,8 km nella più grande città costiera del sud della Cina
By Alan Fan Pei – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=144451653 – Mappa metro Guangzhou
Nella top 3 si inserisce la metropolitana di Ghanzhou con 648,8 km di rete, 15 linee e 311 stazioni costruite dal 1997. Meglio conosciuta come Canton è la più grande città costiera del sud della Cina, al centro della “megacittà del delta del Fiume delle Perle”, la più grande conurbazione metropolitana del mondo che conta 46,5 milioni di abitanti.
#2 Shanghai (Cina): 796 km (come andare da Milano a Napoli in metropolitana)
By Alan Fan Pei – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=98910225 – Mappa Shanghai metro
La metropolitana di Shanghai è stata inaugurata nel 1993 e ad oggi è la seconda più lunga al mondo con 796 km, più lunga della distanza che separa Milano e Napoli. Conta in tutto 18 linee e 500 fermate che servono i suoi quasi 30 milioni di abitanti. Dentro Shanghai Milano ci starebbe venti volte.
#1 Pechino: la regina con 816 km
travelchinaguide.com – Mappa metro Pechino
La vincitrice di questa classifica è Pechino. Il sistema metropolitano della capitale cinese inaugurato nel 1969 si compone di 27 linee, una in meno di quella di New York che detiene il record assoluto, 470 stazioni e raggiunge gli 815,9 km di lunghezza certificando il dominio nella Cina in questa classifica, superando di sette volte quella di Milano.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
La villa che è stata al centro di una storia alquanto macabra: il Frankenstein milanese nato dagli undici amanti di Clelia Simonetta. Ripercorriamo la sua storia.
Villa Simonetta, dimora rinascimentale di via Stilicone 36, venne acquistata nel 1555 dalla famiglia Simonetta a seguito di numerosi cambi di proprietà. Si dice che nella villa si può ancora oggi vedere il fantasma della figlia Clelia e dei suoi amanti. La famiglia dell’epoca decise di acquistare questa villa al di fuori della città per allontanare la figlia Clelia dagli scandali che la coinvolgevano.
# La lussuriosa villa che diventò il centro di frequentazione per i nobili
La giovane donna, da poco rimasta vedova, faceva parlare di sé per le sue avventure sentimentali e i suoi numerosi amanti. Con l’esilio nella villa di campagna si voleva evitare di infangare ulteriormente il nome della nota famiglia Simonetta e allo stesso tempo per calmare i bollenti spiriti della donna. Ma il tentativo andò fallito perchè Clelia, lontano dagli occhi della gente, iniziò ad organizzare feste e balli in maschera al punto di far diventare la Villa Simonetta un centro di frequentazione per la nobiltà. La lussuria era senza alcun dubbio la padrona di casa.
# Dai piaceri della villa alla scomparsa degli 11 giovani
Credits: vanillamagazine.it
Nel giro di poco tempo Clelia fu nuovamente al centro degli scandali della città per le feste da lei organizzate. Caratteristico era il bagno turco per lavarsi e purificarsi prima di sperimentare i piaceri che la villa poteva offrire. Ma ben presto nuove accuse caddero sulla testa della donna.
Undici giovani scomparvero nel nulla a seguito di una delle feste di Villa Simonetta. Secondo alcuni la donna era una sorta di mantide religiosa al punto da togliergli la vita dopo essersi accoppiata. Per alcuni invece la donna praticava giochi sessuali un po’ troppo spinti, che a volte portavano alla morte dei poveri partecipanti.
# Sulle orme di Frankenstein. Il golem fatto con le parti umane
Credits: vesuviolive.it
Secondo altre voci ancora Clelia era una maga e nei sotterranei della villa aveva scoperto un grande segreto, che le avrebbe permesso di animare una sorta di golem fatto con le parti dei cadaveri degli undici sventurati. Trama che riecheggia la celebre storia della scrittrice inglese Mary Shalley che prende il nome di “Frankenstein”. Oggi Villa Simonetta esiste ancora e ospita una scuola di musica dove vengono organizzati numerosi eventi.
Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.
«Se ti invitano a cena da amici, cosa porti a Milano?»
#1 Una bottiglia di vino d’annata
Credits clarali-PIXABAY – Bottiglia di vino
Un grande classico. Un buon vino. Occhio però alla qualità: se riciclato o da supermercato si rischia una pessima figura. Specie se lo si gusta nella serata stessa.
#2 Il prosecco o lo spumante
Credits NickyPe-pixabay – Spumante
Una variante all’ipotesi di sopra. Prosecco o champagne, anche in questo caso di buona qualità. Altrimenti scegliere altro.
Credits andrealadina IG – Pasticceria Galli Milano
Per fare bella figura questa è una garanzia. I marrons glaceès di Galli sono un’istituzione per Milano, insieme agli altri dolcetti che si possono trovare nella famosa pasticceria di corso di Porta Romana e via Victor Hugo.
In alternativa, più laboriosa ma se siete capaci, molto raffinata, c’è il dolce fatto in casa, meglio se della tradizione milanese, come il Pan de Mej, una focaccia aromatizzata ai fiori di sambuco.
#5 Il panettone
Credits panificio_dangelo IG – Panettone classico
Tra i regali da portare in queste occasioni, nei mesi freddi non può mancare il dolce milanese per eccellenza, il panettone. Nelle sue mille varianti, da quello tradizionale a quello glassato, da quello al cioccolato a quello al pistacchio c’è solo l’imbarazzo della scelta. Come per il vino, meglio puntare su una versione di qualità, meglio se artigianale.
#6 Un mazzo di fiori
Credits FelixMittermeier-pixabay – Mazzo di fiori
Per onorare la proprietaria di casa dell’invito a cena non c’è cosa migliore da portare che un bel mazzo di fiori o un pianta da interni.
#7 L’allegria
Credits RyanMcGuire-pixabay- Persona divertente
Un regalo che non si dovrebbe mai dimenticare di portare. Non solo a casa di amici.
# Kusttram, una linea lunga 67 km che corre sulla costa belga
Credits Jkan997 wikipedia – Tracciato Kusttram
Una linea di tram da record: 67 km di tracciato e 68 fermate. La Kusttram, il “tram costiero”, è la linea più lunga al mondo. Corre parallelamente alla spiaggia attraversando tutte le località che affacciano sul Mare del Nord: la partenza è da De Panne, vicino al confine francese, in mezzo al percorso ferma ad Ostenda che è la città più importante della costa, mentre il capolinea è a Knokke-Heist, vicino al confine olandese.
# Il tram che guarda il mare
Credits ekaterina_dobbelaere IG – Dune De Haan
Seduti a bordo del tram si possono osservare la vista sul mare tra Ostenda e Middelkerke, le lunghissime spiagge caratterizzate dalle tipiche dune di sabbia di De Haan e dall’altro centri abitati di piccole e medie dimensioni intervallati da boschetti.
# Attivo dal 1885, il Kusttram trasporta oggi 15 milioni di passeggeri annui e i convogli raggiungono la velocità di 78 km/h
Credits delijn – Nuovi tram Kusttram
La prima sezione della linea, anche se in origine più interna, è stata attivata nel 1885. Oggi il funzionamento e la gestione dell’intero tracciato è in carico alla società fiamminga De Lijn. Annualmente vengono trasportati 15 milioni di passeggeri, la frequenza dei passaggi è di un tram ogni 10 minuti d’estate e ogni 20 minuti in inverno e la velocità massima raggiunta dai tram è davvero considerevole:78 km/h.
I convogli unidirezionali stanno venendo progressivamente sostituiti con quelli bidirezionali e a pianale ribassato per favorire l’inversione di marcia senza anelli di binari ai capolinea e una migliore accessibilità. In due punti del tracciato esistono percorsi alternativi, all’altezza delle chiuse di due canali, per evitare ritardi quando i ponti stradali vengono alzati per consentire il passaggio delle imbarcazioni.
Milano è una delle capitali mondiali della musica. Non solo è la culla della lirica: è stata spesso il luogo di eventi musicali epici. Tra i diversi concerti del mito a Milano ho scelto in gran parte accomunati dall’epoca in cui molti andavano ai concerti senza biglietto confidando nello sfondamento dei cancelli. A volte accadeva. E i concerti diventavano una bolgia infernale.
Quando «si sfondavano i cancelli»: i concerti più mitici nella storia di Milano (Video storici)
# Beatles (Vigorelli): 24 giugno 1965
I Beatles a Milano
24 giugno 1965. La storia si ferma al Velodromo Vigorelli. Nel pomeriggio e nella sera si tiene un concerto di una band di cui un’intera generazione sta diventando pazza. Sono i Beatles che suoneranno per la prima e unica volta a Milano (una delle uniche due date in Italia di sempre, insieme a Genova) preceduti da Peppino Di Capri.
# Jimi Hendrix (Triennale): 23 maggio 1968
23 maggio 1968. Jimi Hendrix è alla Triennale. Già questo basta per considerarlo un evento storico. Ma quello che accadde fu ancora più particolare. Come si usava ai tempi, erano in programma due concerti nella stessa giornata, ma il primo al pomeriggio pomeriggio fu annullato per il blocco degli strumenti alla Dogana. Così la sera ci fu un pubblico gigantesco.
# Led Zeppelin (Vigorelli): 5 luglio 1971
5 luglio 1971. I Led Zeppelin suonano al Vigorelli in un concerto abbinato al Cantagiro, manifestazione canora di quegli anni che portava gli artisti in diverse città d’Italia. Il concerto fu funestato da continui lanci di fumogeni e scontri con la polizia. Fu un tale caos che i Led Zeppelin dichiararono che non avrebbero mai più suonato in Italia. Furono di parola. Il loro concerto aprì la strada a una lunga stagione travagliata per i concerti dal vivo: i frequenti incidenti tennero alla larga per un decennio dal nostro Paese i più grandi artisti internazionali. Ci provò anche Santana che sempre al Vigorelli il 13 settembre 1977 fu accolto da un enorme striscione con scritto “odio Santana servo della CIA”. Suonò un’ora poi decise di mollare anche perché una molotov gli aveva incendiato gli amplificatori.
Nel 2011 Santana a un suo concerto a Taormina consenti l’ingresso gratuito a chi si fosse presentato con il biglietto del 1977. Qui sopra il bootleg del concerto tra una canzone e l’altra si sente la folla gridare: “assassini!”.
Il Re Nudo (Parco Lambro): dal 13 al 16 giugno 1973
1973. La rivista “Re Nudo” organizza dal 13 al 16 giugno al Parco Lambro la “Festa del Proletariato Giovanile”. E’ una kermesse di musica in un’atmosfera hippie. Si esibiscono tra gli altri cantanti e gruppi cult dell’epoca, come gli Area, Alan Sorrenti, Franco Battiato e la PFM. L’evento fu soprannominato la Woodstock all’italiana e fu organizzato per altri due anni anche se l’ultima edizione fu un flop, definito così: “Questa festa ha segnato la fine del ‘68”.
# Omaggio a Demetrio Stratos (Arena Civica): 14 giugno 1979
14 giugno 1979. Demetrio Stratos lo storico leader degli Area sta male. Per curarsi dalla leucemia c’è bisogno di fondi. Per raccoglierli viene organizzato un concerto all’Arena, ma il giorno prima dell’evento una notizia gela gli animi. Stratos è morto. Il concerto si tiene lo stesso come “Omaggio a Demetrio”, con Guccini, Finardi, Branduardi, Venditti, Skiantos, Vecchioni e gli Area, che suoneranno il più triste concerto della storia di Milano, considerato da alcuni il “funerale di un’epoca”.
# Police (Palalido): 2 aprile 1980
2 aprile 1980. Un’altra arena storica per i concerti era il vecchio Palalido. Negli anni Settanta si sono esibiti i Rolling Stones con Charlie Watts avvolto dalla bandiera del Milan ed è entrato nella storia anche il concerto di De Gregori del 1976 quando dovette smettere di suonare per la contestazione di frange politicizzate. Ma forse il concerto principe del Palalido è stato quello dei Police, in piena Policemania come si denominava la passione al limite dell’isteria per i tre biondi inglesi, come non si vedeva dai tempi dei Beatles. Per la gioia di chi non aveva il biglietto fu uno dei casi più celebri di “cancelli sfondati” dal pubblico che trasformarono così il Palalido in una bolgia incredibile: dagli 8000 posti disponibili ci si ritrovò con oltre 16.000 spettatori! Chi c’era dice che è stato un miracolo se non ci siano stati incidenti seri.
# Bob Marley (San Siro): 7 marzo 1980
7 giugno 1980. Concerto epocale anche perché apri la strada a una nuova era di concerti, dopo che durante gli anni settanta molti musicisti internazionali avevano evitato il nostro Paese per paura del terrorismo. 100.000 spettatori formarono un’onda saltellante al ritmo del reggae. Fu preceduto da Pino Daniele, a quei tempi si faceva precedere i concerti da altre esibizioni. La luna piena era enorme e meravigliosa quella sera. Un anno dopo il re del reggae ci ha lasciato.
# Queen (Palasport): 14 settembre 1984
14 settembre 1984. Pochi mesi prima che crollasse nella grande nevicata del 1985, il Palasport di San Siro ospita un altro concerto che entrerà nella leggenda. I Queen hanno sfondato anche in Italia, specie dopo aver cantato Radio Gaga al Festival di Sanremo. Il Palasport ha spesso ospitato concerti grandiosi. Tra tutti, forse quello che fece più scalpore, fu quello dei Clash nel febbraio del 1984, quando gli spettatori più esagitati decisero di trasformare i seggiolini in bastoni.
# U2 (Teatro Tenda): 4 febbraio 1985
4 febbraio 1985. Dopo il crollo del Palasport la fame di concerti per diversi anni fu appagata dal Teatro Tenda, una tecnostruttura costruita alla bella e meglio che sarebbe dovuta rimanere marginale e invece è stata il centro della storia della musica di Milano per quasi un decennio. L’atmosfera così grunge del luogo ha creato atmosfere uniche per diversi concerti, tra cui si ricordano Eric Clapton, Spandau Ballet, Paul Young, ma tra tutti svetta quello degli U2 prima di diventare di dominio pubblico. Qui sopra il bootleg da pelle d’oca, “La prima ma non ultima volta”. Energia pazzesca.
# Bruce Springsteen (San Siro): 21 giugno 1985
21 giugno 1985. In pieno boom economico, negli anni di Craxi e della Reaganomics, l’estate si apre con tre ore di mega concerto del boss nella turnè di Born in the Usa, il suo disco più epocale. Springsteen ha dichiarato che quello di San Siro del 1985 è stato uno “uno tra i miei 5 migliori concerti in assoluto“. Memoria indelebile per chi ha la fortuna di esserci stato pagando le 25.000 lire del biglietto.
# Vasco Rossi (Teatro Tenda – Stadio San Siro): dal 1983 in poi
Ma forse l’artista che è riuscito a impersonare ogni epoca musicale dei concerti dal vivo di Milano è Vasco. La prima esibizione mitica è quella del tour Bollicine al teatro Tenda quando ha dovuto più volte interrompere il concerto per lancio di lattine e oggetti sul palco. Ma è a San Siro dove Vasco ha trovato la consacrazione definitiva, battendo se stesso con un record dopo l’altro, l’ultimo quello con i sei concerti di fila dell’estate 2019.
Una selezione di 4 fattorie (anche didattiche) ad un passo da casa, dove trovare terrazzi, giardini, orti, tavolacci, animali, attività da fare insieme…
L’azienda agricola si trova all’interno del Parco del Ticino e ha un centro benessere. Offre la possibilità di fare passeggiate a piedi o bicicletta con audiopercorso. Si può giocare a tennis, a calcetto, nuotare in piscina. Qui si possono trovare colture biologiche cerealicole, vitivinicole, frutticole, orticole ed allevamenti vari.
Inoltre organizza varie e divertenti attività didattiche: #laboratorio di caseificazione: dall’erba al formaggio #laboratorio di panificazione: buono come il pane #piccoli frutti la vita del frutteto: bruchi, coccinelle ed api #il sentiero delle cinque chiese nei territori dei monaci cistercensi #il museo contadino di Albairate #corso di agricoltura biologica #corso trekking nel Parco del Ticino #passeggiata sensoriale #alla scoperta degli organismi invertebrati delle acque correnti
#2 Cascina Femegro a Zibido San Giacomo
A pochi chilometri da Milano, la cascina è immersa nel Parco Agricolo Sud e produce riso, latte crudo, latticini freschi, yogurt, dessert, confetture, miele.
Inoltre organizza varie e divertenti attività didattiche: #gli animali della fattoria #dal latte al formaggio con la produzione del burro #l’oro delle api: alla scoperta del magico mondo delle api #il riso: dalla preparazione della terra alla tavola #i cereali, il mais e la polenta
#3 Cascina Fiorentina a Morimondo
Si trova nel Parco del Ticino a poche centinaia di metri dall’Abbazia Cistercense di Morimondo, di cui costituiva l’antica grangia. La Cascina coltiva cereali e alleva bovini, suini, conigli ed animali di bassa corte.
Inoltre organizza varie e divertenti attività didattiche: #le mani in pasta: per conoscere il frumento e il piacere di preparare il pane cuocendolo nel forno a legna #giochiamo con il mais (periodo settembre-ottobre): taglio del mais, raccolta, sfogliatura, sgranatura, frantumazione e preparazione del pastone per gli animali, pop-corn sull’aia #coloriamo con la natura: passeggiata nel prato e nel bosco, raccolta di materiale e realizzazione di disegni #storia della vita contadina: osservazione e spiegazione degli attrezzi agricoli e degli utensili usati nelle attività domestiche #percorso ambientale: visita al fontanile
#4 L’Agriturismo culturale Murnee a Busto Garolfo
Il Murnee si trova all’interno del Parco del Roccolo, sulla riva del Canale Villoresi, e ospita al suo interno un ampio museo degli attrezzi agricoli, sale per laboratori e feste, un bosco e un villaggio d’ispirazione celtica per l’animazione didattica e campi sperimentali per il recupero delle tecniche antiche. L’azienda alleva bovini, coltiva cereali, orticole ed erbe officinali.
Inoltre organizza varie e divertenti attività didattiche per tutte le età: #laboratori a scelta tra pane, formaggio, uva, colari, feltro, ferro, palline di fukuoca, argilla, carta piantabile #le api e la cera #coccole ai cuccioli #battesimo della sella #approccio sensoriale agli animali #natura avventura #bosco celtico #passeggiata delle chiose
In Santa Maria al Paradiso, lungo corso di Porta Vigentina, si trova una pietra di origine Insubre che rappresenta coi suoi 13 raggi, il calendario luni-solare e la ruota della Vita, simbolo del dio Belenos e della Dea Belisama. La stranezza è che si tratta di un simbolo celtico in un luogo della cristianità.
# Il «tredesin de Marz»: la pietra idolatrata dagli antichi milanesi
San Barnaba usò questa pietra quando al suo arrivo a Milano vide i milanesi che si erano radunati attorno alla pietra per compiere degli strani rituali.
La pietra è meglio conosciuta col nome di «tredesin de Marz» ed è tonda, con 13 raggi, le 13 lunazioni in un anno.
# Un numero magico per i fiori e… per i capelli
Fra sacro e profano, il numero 13 è considerato il numero magico nella storia di Milano: il Tredesin de Mars è la festa tradizionale milanese in cui si ricorda l’annuncio del Cristianesimo da parte di San Barnaba, il 13 marzo del 51.
Per i milanesi è da sempre la festa che annuncia la primavera con la festa dei fiori.
Una curiosità? A Milano si dice anche che “Se si tagliano il 13 di marzo, i capelli cresceranno più forti”.
Le cose più importanti da fare a Milano entro la fine dell’anno
# Aprire tutta la linea M4
Tracciato M4
Sabato 12 ottobre: è la data della “Festa M4”. Salvo sorprese, i test sono stati completati con successo, tutti i 15 km e 21 stazioni della linea M4 saranno operativi portando l’intera rete a 112 km e 136 stazioni.
A ottobre è prevista anche la presentazione ai cittadini dei sei studi di fattibilità sui tracciati della M6 preparati da MM e Politecnico. L’obiettivo è far conoscere gli esiti delle valutazioni, dell’analisi di costi benefici e anche dei relativi flussi che sono stati effettati per ciascuna delle ipotesi e capire perchè viene scelto un tracciato piuttosto che un altro.
Ci si gira intorno, Area C nel weekend, ztl nel super centro, Area B a pagamento, nuove metropolitane, ma ad oggi non esiste ancora un intervento diretto a ridurre l’inquinamento. Si potrebbero testare ad esempio le torri mangia smog, già in funzione in Cina.
# Introdurre l’asservimento semaforico per i mezzi di superficie
Credits Andrea Cherchi – Cavi, tram e castello
Decenni che se ne parla ma, salvo alcune prove, ancora l’asservimento semaforicoper tram e filobus non si è ancora visto. Consentirebbe di dare la precedenza agli incroci nei confronti dei mezzi privati aumentando la velocità media di percorrenza, rendendo quindi il servizio più efficiente e puntuale. Potrebbe essere un bel regalo di Natale per i milanesi.
# Eliminare le barriere architettoniche
Credits: @milanodavvero Coda uscita dalla metro
In vista delle Olimpiadi Invernali 2026 il Comune di Milano sta lavorando per eliminare le barriere architettoniche, in particolare sulle vecchie linee metropolitane installando nuovi ascensori e sostituendo quelli della linea M3 oltre alle scale mobili, insieme ad altri interventi su strade e marciapiedi. Si potrebbe accelerare e rendere la città più accessibile con ulteriori interventi prima che scocchi la mezzanotte del 31 dicembre?
# La preferenziale in zona Lotto
Percorso preferenziale stuparich lotto zavattari
Non si farà in tempo ad averla pronta per il 2024 la preferenziale in zona Lotto, ma almeno quest’anno sono partiti i lavori.L’intervento interessa un tracciato di poco meno di 1 km tra Piazzale Zavattari e Piazza Stuparich, comprende Viale Migliara e Viale Enrico Elia. La durata dei lavori è stata stimata in circa 3 anni.
# Mettere in servizio i nuovi tram bidirezionali
Fonte ufficio stampa – Prove in linea Tramlink
A maggio 2023 le prime prove tecniche notturne per il nuovo tram, poi il silenzio. Avrebbero dovuto circolare già nell’estate 2023, poi a ottobre 2023 e infine entro l’ultimo mese dell’anno. Alcuni problemi tecnici ne hanno però bloccato al momento la messa in servizio dei Tramlink. Se i problemi si risolveranno sarà la linea 31 la prima dove entreranno in servizio, la speranza è che possa avvenire entro la fine del 2024.
# Ripulire e mettere in sicurezza la Stazione Centrale
neffa75 IG – Stazione Centrale Milano
Bivacchi, sporcizia, spaccio e microcriminalità di vario genere rendendo la Stazione Centrale e le piazze attorno, Duca D’Aosta, Savoia e IV Novembre, un’area poco raccomandabile soprattutto di sera anche se diversi episodi si sono verificati di giorno. Il presidio delle forze di polizie dovrebbe essere incrementato sia per numero che per durata del servizio.
Il sindaco di Milano, Beppe Sala, intende valorizzare le periferie della città come nuove mete turistiche. Durante una diretta social, Sala ha affermato che il turismo a Milano, nonostante i numeri record, rimane concentrato nel centro storico: Il primo grande obiettivo è portare il turismo anche fuori dal centro». Ma cosa potrebbe servire per attirare il turismo fuori dalla circonvalla?
«Porteremo i turisti nelle periferie»: quali potrebbero essere le nuove attrazioni?
# I “local heroes”: storie di valore come pubblicità per i quartieri periferici
Instagram: @visit_milan
Con l’occasione dell’estate del 2024, nel quadro del piano di promozione “Milano, more than a trip. A lifestyle” (Milano, più di un viaggio. Uno stile di vita”), il sito YesMilano.it ha lanciato una guida ai quartieri a partire dai “local heroes“.
Instagram: @visit_milan
Prima si attira l’interesse mediatico sulle storie di questi “eroi locali“, poi sul loro impegno nel quartiere e, infine, direttamente sulle attrattive del quartiere. Le zone interessate fin ora sono: Brera, Porta Venezia, Dergano, Porta Romana, Lambrate e Certosa. Concentrandosi sulle zone periferiche si potrebbero ottenere ottimi risultati.
# La storia non è solo in centro: la Certosa di Garegnano, Villa Litta ad Affori e l’Abazia di Chiaravalle
Se è la storia che attirare verso il centro di Milano i turisti, è bene far sapere che le periferie sono ricche di storia.
LombardiaBeniCulturali – Certosa di Garegnano
Nella zona nord-ovest di Milano, si trova la Certosa di Garegnano, soprannominata affettuosamente “di Milano”. Questo monastero cistercense, è uno dei luoghi storici più affascinanti della città. Fondato nel 1349, è noto per il suo chiostro affrescato e per la tranquillità che offre.
Wikipedia – Villa Necchi Campiglio
In zona Affori, si trova Villa Litta, un gioiello del ‘600 incastonato in un parco all’inglese. L’edificio era utilizzato come residenza estiva e come luogo di ritrovo della nobiltà milanese nel tardo Seicento e nell’Ottocento divenne uno dei più importanti salotti intellettuali di Milano, abitualmente frequentata dal Manzoni e dal pittore Francesco Hayez. Degno di nota è il salone principale o “Salone delle Arti”, teatro di periodiche manifestazioni culturali.
Nella zona sud di Milano, più lontana dal centro, si trova l’Abbazia di Chiaravalle, un altro magnifico esempio di architettura cistercense. Fondata nel 1135, l’abbazia è celebre per la sua chiesa romanica e per il chiostro ben conservato. La sua posizione tranquilla e il suo fascino storico la rendono una meta interessante per chi cerca pace e cultura lontano dal centro.
# Sulle orme della guerra: un percorso per legare il centro e le periferie
Credits: archivio Publifoto intesa Sanpaolo
Una guida che potrebbe condurre l’attenzione dei turisti dal centro alle periferie potrebbe partire dai segni della guerra che ancora oggi rimangono a Milano. Un percorso che conduca dal centro alle periferia, attraverso tappe ricche di storia vissuta, che, con l’occasione, attirino l’attenzione dei turisti sulle zone in cui sono collocate.
Per esempio, il percorso potrebbe iniziare a Piazza della Scala, gravemente danneggiata durante la Seconda Guerra Mondiale. Poi proseguire verso Porta Romana, segnata da ricostruzioni post-belliche. Da lì, dirigersi verso Lambrate e Greco, ex zone industriali colpite dai bombardamenti. E concludere poi il percorso a Niguarda, che ha visto gravi danni e una successiva rinascita o a Gorla, dove le ville e i monumenti raccontano la trasformazione post-bellica.
# L’arcipelago di quartieri a tema
Credits termedisansiro.it – Nuove terme alle ex scuderie de Montel
Per attrarre in periferia, infine, uno strumento utile potrebbe essere quello di valorizzare i diversi quartieri di Milano con un tema identitario, in grado di interessare gli appassionati di quell’argomento. I temi dovrebbero essere in coerenza con la storia e le caratteristiche del quartiere. Esempio di temi?
San Siro: il quartiere dello sport e del benessere. Con le terme, che verranno inaugurate entro fine 2024, i parchi, gli impianti sportivi, il museo di San Siro, l’Ippodromo.
Bovisa: il quartiere dell’innovazione. Già ospita centri di ricerca e laboratori universitari. Potrebbe ospitare anche installazioni selezionate dal Fuorisalone e da altre iniziative in città.
Quarto Oggiaro. La “nuova arte povera”. Uno dei quartieri con la storia più travagliata è anche quello che offre soluzioni abitative a prezzo più basso. Questo potrebbe essere un volano per richiamare nuovi artisti e dare spazio a una creatività povera ma d’avanguardia.
Ortica. La Street Art Gallery. In concorrenza con Berlino, ecco Ortica che dovrebbe esser valorizzato a livello internazionale come quartiere della street art.
Scalo Romana. Il quartiere del futuro. Il richiamo del futuro è irresistibile. Soprattutto nella zona prescelta per creare le strutture per le prossime Olimpiadi. I lavori in corso possono essere una forma di attrazione internazionale. Non solo: c’è anche la Fondazione Prada che potrebbe essere così al centro di questa operazione di comunicazione senza frontiere.
Il progetto è firmato dall’architetto che ha dato vita al Nido Verticale in Porta Nuova. Le caratteristiche uniche del nuovo complesso in costruzione nella Capitale e che lancia la sfida al Bosco Verticale.
La «foresta abitata»: Roma lancia la archi-sfida a Milano
# Un progetto a firma dell’architetto Mario Cucinella
foroliving rendering
Roma lancia la sfida a Milano sull’architettura contemporanea. FO.RO Living – Foresta Romana è un progetto a firma dell’architetto Mario Cucinella, lo stesso del Nido Verticale in Porta Nuova, che si struttura come un albero. È in costruzione in piazza dei Navigatori, tra viale di Tor Marancia e via delle Sette Chiese nel sud della Capitale, all’interno di un più grande progetto di riqualificazione della zona. Una sorta di “foresta abitata”, un accostamento di steli e tronchi di altezze diverse, con i primi piani di uffici e spazi commerciali lo radicano a terra, le residenze ai piani superiori costituiscono il fusto, da cui si estendono, come rami, le logge ricche di vegetazione.
# Una serie di volumi iconici che danno vita ad una “foresta abitata”
foroliving rendering edifici
Il complesso si compone di una serie di volumi iconici che si sviluppano su 12 livelli fuori terra oltre a 3 interrati. Invece che realizzare più torri separate la scelta è ricaduta sull’organizzazione di un volume che andasse a massimizzare sia l’esposizione verso sud sia la vista verso il centro di Roma a nord. La superficie dell’intervento è di 16.500 mq, con circa 10.000 metri quadrati destinati a social housing a canone concordato, comprese aree a verde e parcheggi. La parte residenziale con facciate tondeggianti riprende la corteccia, i primi due livelli dedicati al commerciale e al terziario vanno a formare un’orografia artificiale, come zolle di terra posizionate a quote diverse. I corpi degli edifici culminano con i balconi caratterizzati da una forma conico-circolare.
# Grandi terrazzi con piscine e vasche ricolme di piante
foroliving terrazzi
Centrale nel progetto è la vegetazione, inserite nei terrazzi con grandi vasche di piante integrate come asole ai bordi, con ringhiere ancorate in continuità con il rivestimento della facciata e che consentono di avere una vista a 360 gradi sul panorama circostante. Le coperture dei terrazzi del basamento offrono invece la possibilità per creare dei veri e propri giardini pensili.
# L’obiettivo è raggiungere un elevato standard abitativo
progetto blioclimatico
Sono previste diverse strategie passive come la permeabilità ai venti, l’illuminazione naturale, la raccolta delle acque meteoriche e la produzione di energia da fonti rinnovabili in sito per garantire la massima efficienza energetica. Il ricorso a condizionatori si riduce grazie alla schermatura delle superfici trasparenti e alla ventilazione naturale degli ambienti. In inverno grazie a un involucro performante che limita le dispersioni termiche diminuisce anche la necessità di utilizzare il riscaldamento fornito dagli impianti domestici.
I lavori sono partiti nell’estate 2023 e dovrebbero concludersi nel 2026.