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In Italia l’autostrada più corta del mondo: 9 chilometri. Il costo? 57 milioni per chilometro

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ilnordestquotidiano.it - Tracciato Tibre

In Italia, esiste un’autostrada che sembra uscita da un racconto surreale: nove chilometri di asfalto che terminano nel nulla, costati oltre mezzo miliardo di euro.

In Italia l’autostrada più corta del mondo: 9 chilometri. Il costo? 57 milioni per chilometro

# Un’autostrada da record: 9 km per 513 milioni di euro

ilnordestquotidiano.it – Tracciato Tibre

Si chiama Ti-Bre: abbreviazione di Corridoio Plurimodale Tirreno-Brennero. Un progetto infrastrutturale che dovrebbe collegare il Mar Tirreno al Brennero, grazie all’interconnessione con altre autostrada italiane. Tuttavia, ad oggi, l’unico tratto completato è un segmento di 9,5 chilometri tra Fontevivo e Terre Verdiane, in provincia di Parma. Questo breve tratto è costato oltre 513 milioni di euro, equivalenti a circa 57 milioni di euro per chilometro, una cifra significativamente superiore alla media per opere simili in pianura.

# Un progetto incompiuto e controverso, nato negli anni ’70

La Ti-Bre è diventata simbolo di inefficienza e spreco di risorse pubbliche. Nonostante le promesse di completamento, il progetto rimane incompiuto, con solo 9 chilometri operativi su un totale previsto di oltre 80. In caso di completamento andrebbe dalla Cisa A15 Parma-La Spezia in località Fontevivo (Parma), dove si connette con l’Autosole A1 Milano-Napoli, fino all’autostrada del Brennero A22 Modena-Brennero in località Nogarole Rocca.

Iniziato nel 1974, ha subito numerosi ritardi e modifiche nel corso degli anni. Nel 2010, il CIPE ha approvato la costruzione del primo lotto, ma i lavori sono iniziati solo nel 2016 e si sono conclusi nel 2025. Nonostante l’inaugurazione del casello di Sissa Trecasali, l’autostrada termina in mezzo alla campagna, senza collegamenti significativi con altre arterie stradali.

Il finanziamento dell’opera è stato garantito da Autocisa, la società concessionaria dell’autostrada A15 Parma-La Spezia, che ha ottenuto il diritto al rinnovo automatico della concessione come contropartita. L‘accordo ha però sollevato critiche per l’assenza di benefici tangibili per la collettività e per l’aumento dei pedaggi autostradali, saliti di oltre il 7%.

# Il futuro incerto della Ti-Bre

Il completamento della Ti-Bre rimane incerto. Previsto in più lotti, è stato rinviato a data da destinarsi. Le autorità regionali hanno dichiarato che sono necessari investimenti considerevoli, attualmente non programmati, per portare a termine l’opera. Le risorse necessarie sono stimate in 2,2 miliardi di euro. Nel frattempo si valutano alternative di collegamento con la futura Cispadana o altre strade a scorrimento veloce, ma nulla che giustifichi l’investimento già sostenuto.

# Le altre autostrade che (non) portano da nessuna parte

Autostrade incompiute

La Ti-Bre è solo l’ultima fermata di un viaggio tutto italiano tra autostrade incompiute, sovradimensionate o semplicemente inutili. Come queste:

  • La autostrada Cispadana, nel cuore dell’Emilia, attesa da 20 anni, che dovrebbe andare da Reggiolo a Ferrara.
  • Passiamo poi alla Pedemontana Lombarda, la più cara d’Italia e tra le più care d’Europa in rapporto al numero di chilometri da realizzare (prevista una spesa di oltre 5 miliardi di euro), che a distanza di oltre dieci anni ha visto completare appena una parte del tracciato.
  • Poi c’è la cugina Pedemontana Veneta, con una spesa stimata di 2,3 miliardi, senza contare i canoni annuali che dovrà versare la regione Veneto al concessionario, e criticità infinite.
  • In Toscana, l’Autostrada Tirrenica è diventata la barzelletta del litorale: doveva collegare Livorno a Civitavecchia, ma dopo decenni di discussioni, espropri e proteste, non è ancora stata portata a termine.

Leggi anche: Anche la Pedemontana ha perso le Olimpiadi

Continua la lettura con: Milano-Meda a pagamento: il pedaggio previsto sul nuovo pezzo di autostrada

FABIO MARCOMIN

Bandiera Blu 2025: le tre spiagge lombarde che sfidano il mare

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danypitts IG - Gardone Riviera

Una tradizione che annuncia l’estate: la lista delle Bandiere Blu, assegnate alle spiagge con l’acqua più pulita e i servizi più sostenibili. Anche se senza mare, la Lombardia continua a dire la sua: sono tre le località della regione premiate nel 2025. 

Bandiera Blu 2025: le tre spiagge lombarde che sfidano il mare

# In Italia presente l’11,5% delle spiagge premiate a livello mondiale

Il riconoscimento arriva dalla Foundation for Environmental Education, ONG danese che valuta 32 criteri, tra qualità delle acque, gestione ambientale e servizi al cittadino. In Italia quest’anno le località premiate sono 246, dieci in più rispetto al 2024, per un totale di 487 spiagge: l’11,5% del totale mondiale. Per la Lombardia sono ancora tre e tutte in provincia di Brescia.

#1 Lido e Casinò di Gardone Riviera

danypitts IG – Gardone Riviera

Gardone Riviera è l’eleganza discreta del Garda. Tra giardini botanici, ville d’epoca e panorami da cartolina, le sue due spiagge premiate, Lido e Casinò, si inseriscono in un contesto urbano che da anni punta su qualità della vita e sostenibilità. La Bandiera Blu qui non è solo una conquista, ma una conferma: per il quattordicesimo anno consecutivo. L’acqua è limpida, la gestione ambientale impeccabile, e l’offerta culturale, dal Vittoriale agli eventi estivi, rende Gardone una meta ideale per chi cerca più di una giornata al sole.

Leggi anche: La «Portofino del Garda» con la Baia delle Sirene

#2 Lido delle Grotte di Sirmione

mark.xx73 IG – Lido delle Grotte

Sirmione ha sempre avuto il fascino delle cartoline. Ma dietro al profilo del castello Scaligero e alle rovine romane, c’è anche una moderna attenzione alla tutela del territorio. Il Lido delle Grotte, accanto alle celebri Grotte di Catullo, è uno degli angoli più curati del lago: acqua cristallina, accessibilità comoda e una gestione attenta al bilancio ecologico. A un’ora da Milano dove il lago sembra mare. 

#3 Lido Azzurro di Toscolano Maderno

iviaggidimorranto IG – Tuscolano Maderno

A cavallo tra lago e montagna, Toscolano Maderno è una di quelle mete che non si scoprono per caso. Il Lido Azzurro, che si affaccia su un tratto tranquillo e panoramico del Garda bresciano, riflette lo spirito del territorio: sobrio, silenzioso, ben tenuto. Qui la sostenibilità è parte della vita quotidiana, come dimostra l’attenzione alla raccolta dei rifiuti, ai consumi energetici e alla valorizzazione dell’ambiente circostante. 

# Le new entry 2025: arrivano Cattolica, Campofilone e San Teodoro

Credits lafrancymilano77 IG – Spiaggia la Cinta di San Teodoro

Tra i nuovi ingressi ci sono nomi famosi del turismo marino: Cattolica sulla Riviera Romagnola, Campofilone nella Marche conosciuto per la produzione di pasta, e San Teodoro in Sardegna, In tutto sono 15 le località new entry, mentre 5 Comuni non hanno ottenuto la riconferma.

# Le regioni con più Bandiere Blu: Liguria regina con 33 comuni premiati

Regina incontrastata è ancora la Liguria con 33 Comuni premiati, seguita dalla Puglia con 27 e dalla Calabria con 23. A seguire troviamo Campania e Marche a pari merito con 20, Toscana (19), Abruzzo e Sardegna (16), Sicilia (14).

Il Trentino-Alto Adige con 12 è l’unica regione senza sbocchi sul mare a superare le 10 località premiate. In doppia cifra Lazio ed Emilia Romagna rispettivamente con 11 e 10 località. 

Continua la lettura con: Questa è la località di mare più cara d’Italia (estate 2025): un mese in spiaggia costa come un appartamento a Milano

FABIO MARCOMIN

Autobus come la metro? Le 5 linee di busvie che si potrebbero realizzare a Milano

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Ph. @ highways_today IG

Autobus come la metro? Questo sono le busvie. Il termine tecnico è Bus Rapid Transit. Potrebbero essere la soluzione per Milano? 

Autobus come la metro? Le 5 linee di busvie che si potrebbero realizzare a Milano

# I sistemi di Bus Rapid Transit in Europa, Asia e Sud America

Ph. @beyonddc IG

La busvia viene definita a livello internazionale come Bus Rapid Transit. Che cosa la caratterizza? Si tratta di corsie in area protetta riservate agli autobus: possono così correre veloci senza l’intralcio del traffico privato. Qualcosa che rende l’autobus competitivo con la metro, soprattutto nelle aree urbane meno congestionate, quindi per Milano potrebbero essere indicate per le zone periferiche e i collegamenti con l’hinterland. 

Le busvie sono molto utilizzate in Sud America ed Asia, mentre in Europa è in Francia dove questo sistema si è più diffuso. A Milano, su quali linee e percorsi si potrebbero realizzare? 

#1 La 90/91: completare l’opera con questi interventi

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Quasi banale immaginare la trasformazione in busvia della circolare 90/91: sarebbe anche la più facile da trasformare in un busvia rapida. Già ora, per la quasi totalità del percorso, viaggia in corsia semi-riservata e si sta lavorando per completarla su tutto il tragitto. L’unica differenza con la busvia tradizionale è che sulla sua prefernziale viaggia di tutto: taxi, ambulanze, moto, mezzi in sharing. 

Per renderla un vera busvia o in questo caso filovia-rapida basterebbe rendere le preferenziali ad uso esclusivo dei bus. Completare il tratto a est su viale Umbria e quello a ovest Zavattari-Lotto-Monte Ceneri, su cui si sta lavorando, e mettere in funzione l’asservimento semaforico, dando precedenza ai mezzi del trasporto pubblico.

Leggi anche: Il mistero della PREFERENZIALE SCOMPARSA

#2 Le linee 95 e 98: la “circolare” più esterna alla 90/91

Linee 95 e 98

Un discorso analogo vale per le linee 95 e 98. Fino a qualche anno fa un’unica linea, vanno da Corvetto alla Barona la prima, e fino a Piazzale Lotto la seconda, compiendo un percorso semi-circolare più a sud della linea 90-91. In questo caso però la corsia riservata sarebbe da realizzare da zero.

#3 Da Cologno Nord M2 a Vimercate

Prolungamento Cologno Nord – Brugherio

Il prolungamento della linea M2 dopo Cologno Nord verso Brugherio e oltre fino a Vimercate è in fase di valutazione. Sembra ormai certo che la scelta non ricadrà sulla metropolitana, perché non conveniente a livello di costi benefici. Per avere un’infrastruttura in tempi più rapidi si potrebbe realizzare una busvia. Che in futuro si potrebbe trasformare in una metrotranvia, in caso di aumento della domanda di passeggeri. 

#4 Da San Donato M3 a Crema

Prolungamento M3

Sono più di 30 anni che i cittadini del cremasco aspettano il prolungamento della linea M3 da San Donato. Negli ultimi mesi sembra avere preso di nuovo corpo l’ipotesi di prolungare la linea di 2 fermate fino a San Donato Est, ma non oltre. Per questo per il resto del percorso, fino a Paullo o addirittura fino Crema, il progetto prevalente prevede l’utilizzo di una metrotranvia. Si potrebbe pensare invece a un’infrastruttura meno impattante sia a livello costruttivo che finanziario come il Bus Rapid Transit.

Leggi anche: M3 fino a PAULLO: forse è la volta buona

#5 Da Assago Forum M2 fino ai comuni a sud di Milano

Assago Milanofiori M2

Un’altra direttrice interessante: una busvia che parta dalla fermata della metropolitana M2 Assago Forum verso Binasco oppure a est verso Opera, Locate Triulzi e Pieve Emanuele.

Continua la lettura con: Le tre superlinee della metro a Milano 

MILANO CITTA’ STATO

La foto del giorno: dove siamo?

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Ph. @mi2fructuoso76 IG

La foto del giorno: oggi siamo in piazza Sei Febbraio

Ph. @mi2fructuoso76 IG

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MILANO CITTA’ STATO

Quando rientri a Brera dopo un’escursione nell’hinterland

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Ho visto cose che voi umani… 
 

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Continua con: A Milano già ci si allena per le prossime elezioni del nuovo sindaco

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Italia sempre più il Paese dei divieti: unico al mondo a vietare la circolazione ai Diesel Euro 5

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ChatGPT - Stop Euro 5

Scatta in Italia un divieto unico al mondo, concordato dalle Regioni con il governo. 

Italia sempre più il Paese dei divieti: unico al mondo a vietare la circolazione ai Diesel Euro 5

# Nel prossimo autunno stop alla circolazione anche per i possessori di diesel Euro 5

Regioni Bacino Padano

Dal 1° ottobre 2025 nel Bacino Padano scatta il blocco permanente alla circolazione dei diesel Euro 5. Una misura senza precedenti al mondo, che coinvolge Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Il divieto è frutto di un decreto del Ministero dell’Ambiente approvato due anni fa, già prorogato una volta, e che segue, tra le altre, il decreto-legge 13 giugno 2023, n. 69 inerente “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi derivanti da atti dell’Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano”. L’unico spiraglio è rappresentato dal sistema Move-In, la scatola nera che permette una deroga chilometrica annua. Nel Piemonte il divieto colpisce chi circola nei comuni con oltre 30mila abitanti, in Lombardia 206 Comuni di Fascia 1 e 5 Comuni di Fascia 2 con oltre 30.000 abitanti.

# Milano ha già detto stop

L’estensione dell’Area B

A Milano il blocco dei diesel Euro 5 è già realtà. La misura riguarda le auto immatricolate tra il 2009 e il 2014. Da ottobre 2022, questi veicoli non possono più accedere all’interno dell’Area B, la ZTL più estesa d’Italia che copre circa il 70% del territorio comunale e operativa nei giorni feriali dalle 7:30 alle 19:30. Per ora sono ancora previste alcune deroghe: tra queste, i 25 ingressi liberi all’anno per i residenti e la possibilità di aderire al sistema Move-In.

# Misura utile contro l’inquinamento o ennesimo “aiutino” per le aziende automobilistiche?

Benzinaio (da pixabay)

La crescente imposizione di divieti sui veicoli diesel Euro 5 sembra rispondere a un’urgenza ambientale, ma dietro sembra esserci un classico aiuto normativo per le aziende, che porta a un’obsolescenza forzata dei veicoli acquistati per incentivare l’adozione di auto nuove. Anche se resta il dubbio se sia una norma, come spesso succede, più orientata alle lobby dei produttori che a reali interessi ambientali, la realtà indiscutibile è che colpisce gli strati più poveri della popolazione. Perché la maggior parte dei possessori delle auto colpite da questi provvedimenti non ha le risorse per sostituire l’auto attuale con una di ultima generazione, nonostante gli incentivi. Poi, per quanto riguarda le automobili elettriche l’infrastruttura di ricarica è ancora carente e la produzione di batterie elettriche solleva seri interrogativi in merito all’impatto ambientale.

Inoltre, se il diesel Euro 5 supera la revisione periodica, su quale fondamento ambientale poggia il divieto di circolazione? E, soprattutto, come si può far pagare assicurazione e bollo pieni a una vettura che ha forti limiti alla circolazione? 

Infine, la politica italiana ancora una volta sembra scaricare sui cittadini ogni costo e problema rinunciando ad assumersi la propria parte di responsabilità, quali realizzare un’adeguata rete di supporto, come un trasporto pubblico efficiente e incentivi più accessibili.

Continua la lettura con: Ufficiale: Area B vietata anche a queste moto e motorini

MILANO CITTA’ STATO

La Lusiroeula, la danza nuziale delle lucciole a Milano: gli appuntamenti del 2025

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firefly-pixabay - Lucciole

Milano. Metropoli ruggente, patria dell’aperitivo e del cemento armato. Eppure, in questa giungla urbana dove la natura a volte sembra solo un lontano ricordo, ogni anno succede qualcosa di fiabesco: compaiono le lucciole. Si può assistere alle loro danze nuziali anche a Milano. Con appuntamenti organizzati. 

La Lusiroeula, la danza nuziale delle lucciole a Milano: gli appuntamenti del 2025

# La Lusiroeula nel parco delle Cave

monicore-pixabay – Lucciole

Anche quest’anno gli Amici della Cascina Linterno organizzano le tradizionali escursioni notturne per assistere alle danze nuziali delle lucciole. L’escursione guidata viene effettuata su tragitto ad “anello”: da Cascina Linterno a Cascina Linterno.

L’evento è a numero chiuso: prenotazione obbligatoria sul sito www.cascinalinterno.it

# Giorni e orari delle escursioni

Martedì 27 e Giovedì 29 Maggio 2025

Martedì 3 e Giovedì 5 Giugno 2025

Il ritrovo è alle 21,15 presso la Chiesetta di Cascina Linterno – Via F.lli Zoia,194 – 20152 – Milano.  Inizio Escursione alle 21,45 – Ritorno previsto alle 23,15 circa.

Per arrivare a Cascina Linterno: Autobus 67 (M1 – “Bande Nere”), 63 (M1 – “Bisceglie”), 78 (M1 – “Bisceglie” e M5 – “San Siro”), 49 (M1 – “Inganni” e M5 – “San Siro”).

Ma il Parco delle Cave non è l’unico luogo per ammirare la danza delle lucciole a Milano. Questi gli altri parchi. 

# I luoghi dei veri esploratori urbani

fuorimappa IG – Boscoincittà

Boscoincittà

A pochi passi dal Parco delle Cave, sempre nella zona 7, questo bosco urbano è una vera oasi naturale. Qui si trovano sentieri immersi nel verde e zone dove la luce artificiale è poca o nulla.

Accesso: via Novara, via Lucio Cornelio Silla

Parco Nord Milano

Enorme e, in certi tratti, buio abbastanza, si trova tra Niguarda, Sesto San Giovanni, Cinisello e Novate Milanese. Le zone vicino ai canali e ai prati umidi sono perfette per vedere i voli sincronizzati delle lucciole.

Accesso: viale Suzzani o viale Fulvio Testi, il parco non ha recinzioni

Parco di Monza

Un po’ più fuori porta, a circa 30 minuti da Milano, è il terzo parco cintato da mura più grande d’Europa. Si tratta di un complesso, inclusi i Giardini Reali, che ha un particolare valore storico ed offre anche ampie possibilità di incontri luccicosi, soprattutto nelle aree boschive meno battute vicino al Lambro. Sembra quasi una favola, ma serve pazienza e magari anche uno spray anti-zanzare.

Accesso: Porta Vedano o Porta Villasanta

# 5 Suggerimenti per una caccia etica alle lucciole

credits: IG @bollicina0271

#1 No flash, no party

Non usare torce bianche né flash fotografici: le lucciole comunicano con la luce e potresti mandarle in confusione. Sono esseri fragili, anche se un fatto curioso è che sono delle vere campionesse di efficienza: il 100% dell’energia chimica che producono si trasforma in luce. In confronto, una lampadina converte solo il 10% in luce e il resto in calore.

#2 Silenzio

Evita musica, urla o gruppi rumorosi: non sono una discoteca, anche se brillano come se lo fossero. Abbi rispetto perché questa danza luminosa avviene solo quando i maschi volano e lampeggiano per attirare le femmine, che rispondono con flash da terra.

#3 Non toccarle né catturarle

Ti sembrerà ovvio, ma qualcuno ci prova: le lucciole si trovano in ogni continente tranne l’Antartide. Tuttavia, sono in declino a causa dell’inquinamento luminoso, pesticidi e urbanizzazione. Vederle oggi è un piccolo miracolo che richiede rispetto e consapevolezza, quindi lasciamole vivere la loro love story.

#4 Spray anti-zanzare

Le zanzare amano l’umidità tanto quanto le lucciole, purtroppo.

#5 Portati una torcia rossa

Non acceca le lucciole né ti fa inciampare.

In un’epoca dominata da LED, notifiche e fast forward, le lucciole ci ricordano che la lentezza, il buio e il silenzio possono essere poetici. Tanto che questi coleotteri (non mosche) in molte culture asiatiche rappresentano le anime dei defunti o gli spiriti innamorati: giapponesi le chiamano “hotaru”, parola che simboleggia un mix di poesia e malinconia.

Se ti capita di vederle, basta fermarsi un attimo e non dire niente: le magie, quando sono vere, non hanno bisogno di filtri.

Continua la lettura con: A Milano la Lusiroeula, la spettacolare passeggiata in mezzo alle lucciole innamorate: dove e quando provare la magica esperienza

MARTA BERARDI

I mobility-hub in tangenziale: navette con guida autonoma ci porteranno in centro

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ChatGPT - Hub in tangenziale

Un progetto pensato per rivoluzionare l’ultimo miglio della mobilità dell’area metropolitana milanese. Si potrà lasciare la propria auto e farsi condurre a destinazione alla metro o in centro lasciando il proprio mezzo in tangenziale, ai margini della città. Il primo test è andato a buon fine: il futuro è alle porte. 

I mobility-hub in tangenziale: navette con guida autonoma ci porteranno in centro

Maps – Tratto Urbano A7 cartello Famagosta

# Primo test condotto da Milano-Serravalle sul tratto cittadino della A7 con una 500 elettrica

Otto chilometri in completa autonomia, nessuno al volante, traffico reale, manovre complesse: il test condotto da Milano Serravalle con una Fiat 500 lungo il tratto urbano della A7 tra Famagosta e Cantalupa segna un punto di svolta. Perché non è solo un esperimento di laboratorio, ma una prova tangibile che l’auto a guida autonoma è pronta a uscire dai rendering e a entrare nelle tangenziali. Il progetto, chiamato “Serravalle Future Drive”, nasce dalla collaborazione con il team AIDA del Politecnico di Milano, lo stesso che ha appena lanciato anche a Brescia, insieme ad A2A, i primi test per un servizio di car sharing elettrico a guida autonoma e ricarica wireless. L’intelligenza artificiale non solo gestisce la corsia, ma legge la strada, reagisce a chi immette, a chi esce, e si adatta come farebbe un essere umano. Anzi, meglio. Questo progetto consentirà di lasciare l’auto all’arrivo dalla Milano Genova per proseguire fino alla metro su una navetta con guida autonoma. Ma è solo il primo tassello di un progetto rivoluzionario per Milano: la rete di hub in tangenziale. 

Leggi anche: Il Politecnico di Milano lancia i primi test del car sharing elettrico a guida autonoma (e con ricarica wireless)

serravalle.it – Test auto guida autonoma

# Una rete di hub in tangenziale: si parte da Famagosta

Il primo esperimento ha già un punto di partenza: chi arriva da Genova, ad esempio per lavoro o turismo, potrà fermarsi a un nuovo hub nei pressi della tangenziale, lasciare l’auto e proseguire in navetta a guida autonoma fino alla metropolitana di Famagosta. A questo primo hub in realizzazione da parte di Milano Serravalle se ne affiancheranno altri con l’obiettivo di disseminarli in più punti strategici della tangenziali gestite: A50 Tangenziale Ovest, A51 Tangenziale Est, A52 Tangenziale Nord. Gli hub sono pensati per funzionare come veri e propri gate d’ingresso a Milano, per alleggerire il traffico urbano e offrire una mobilità più comoda, fluida e sostenibile. Si punta a un’esperienza seamless per il cittadino: arrivi, parcheggi, sali su una navetta autonoma e in pochi minuti sei a destinazione, unendo i vantaggi dei taxi con quelli della metro. È il concetto di “ultimo miglio” che diventa finalmente strutturale, scalabile, e pensato per l’area metropolitana milanese.

Di Arbalete – File:Mappa_autostrada_A52.svg, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=125578025 – Mappa tangenziali aggiornata

# Il primo passo per una mobilità urbana smart 

Il progetto Future Drive non si ferma al test della navetta: rientra in una strategia più ampia di trasformazione delle infrastrutture in piattaforme intelligenti. Milano Serravalle parla apertamente di “nuova cultura tecnologica” che coinvolge infrastrutture, veicoli e persone. L’obiettivo è quello di usare dati, sensori e intelligenza artificiale per ottimizzare traffico, sicurezza e manutenzione. In pratica: un’autostrada che si comporta da sistema vivo, in grado di rispondere in tempo reale a ciò che succede. L’intera rete gestita dalla società, dalle tangenziali milanesi fino alla A7, è interessata da questo cambiamento. Si lavora a smart road, digital twin, manutenzione predittiva, e persino sistemi per monitorare le vibrazioni e il deterioramento dei materiali. Un cantiere digitale e fisico che anticipa quello che potrebbe diventare, da qui al 2030, lo standard della mobilità metropolitana.

Continua la lettura con: Il Politecnico di Milano lancia i primi test del car sharing elettrico a guida autonoma (e con ricarica wireless)

FABIO MARCOMIN

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Le Kaktus Tower sfidano il Bosco Verticale: dove sono e come sono fatte?

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Ph. @pepoypepona IG

Sono due torri gemelle di differenti altezze, come le vecchie «Twin Towers» di New York. Andiamo a scoprire le loro caratteristiche.

Le Kaktus Tower sfidano il Bosco Verticale: dove sono e come sono fatte?

# Torri a forma di cactus

credits copenaghenbycosedis ig

Sono torri molto particolari: il design ricorda un cactus spigoloso. Si erigono infatti attorno ad un nucleo esagonale, separato dai piani quadrati e disposti in modo irregolare e appuntito. I due grattacieli sono alti rispettivamente 60 e 80 metri. 

# Dove si trovano le Kaktus Towers?

credits elisabetta salvani ig

I due grattacieli sono parte di un progetto urbano sostenibile e moderno, realizzato dallo studio danese di architettura Dorte Mandrup Arkitekter. Le torri sono destinate all’edilizia residenziale e al micro-living, in particolare a giovani studenti, residenti e turisti. Sono già attivi molti servizi pubblici, come:

  • un parco verde a ponte, sopraelevato;
  • uno store Ikea adattato alla mobilità sostenibile (non ci sono parcheggi e si possono acquistare oggetti e arredi trasportabili in bicicletta);
  • piste ciclabili e piazze;
  • altri complessi ricreativi;
  • hotel di 1250 camere e altre strutture ricettive;
  • ristoranti e caffetterie;
  • area fitness.

Le torri si trovano a Copenaghen

# Copenaghen sfida Milano?

credits kaktustowers ig

Le due torri sono ispirate al Bosco Verticale di Milano e rappresentano un ulteriore tassello che si aggiunge al puzzle dei palazzi di vetro, che stanno modificando lo skyline di Copenaghen. Un altro aspetto in comune con Milano è che lo studio di architettura BIG (Bjarke Ingels Group) che le ha realizzate è lo stesso dei grattacieli di MilanoCityWawe, il complesso che prevede la realizzazione del tetto sospeso lungo 200 metri, ribattezzato Lo Sdraiato“.

# Le abitazioni per studenti: affitti da 1200 a 1400 euro

credits kaktustowers ig

Queste due torri ospitano delle abitazioni per giovani studenti. Ma quanto costano? Queste unità sono disponibili in configurazioni da 33 e 53 metri quadri e sono dotate tutte di almeno un balcone. Le abitazioni sono quindi affittabili per una cifra compresa tra i 1200 e i 1400 euro al mese. 

Continua la lettura con: In partenza i CANTIERI per il GRATTACIELO IN LEGNO più ALTO del mondo

ANDREA PARRINO

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I 7 quartieri più simpatici di Milano

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Quartieri simpatici

Milano-simpatia. Questa volta anziché cercare il bello o il particolare, si vuole parlare di quei quartieri che fanno più sorridere al solo nominarli. 

I 7 quartieri più simpatici di Milano

Abbiamo chiesto ai milanesi: “Quale quartiere ti sta più simpatico?”. Anche se tra i commenti c’è chi ha scritto “La simpatia a Milano? Stai sicuramente scherzando”, c’è chi invece trova una certa vivacità per le vie della città, ecco quali sono nello specifico. Li abbiamo ordinati in senso crescente, calcolando il numero di commenti più il numero di like ricevuti. Questo è il risultato. 

#7 Sempione – Arco della Pace: locali, ampi spazi e pappagallini verdi

Con uno dei polmoni verdi della città e un castello che non ha niente da invidiare a nessuno, il quartiere di Corso Sempione, del Parco e del Castello Sforzesco è una delle zone più caratteristiche della città. La zona si estende per tutto Corso Sempione, realizzato nel 1801 e lungo poco meno di 2km, fino ad arrivare a Piazza Firenze. In perfetto centro città, Sempione è uno dei quartieri più simpatici: sarà forse il verde come colore predominante alternato alla sua storicità e movida a renderlo tale? Alla fine del parco c’è infatti l’Arco della Pace ricco di locali e pub interessanti, ai lati si apre Chinatown con i suoi colori e la sua innata simpatia, ma non solo. Nel parco si trova anche la Torre Branca dove ammirare la città dall’alto e la Triennale per un po’ di cultura. E non mancano neppure i pappagallini verdi, che affollano ogni sera due aceri nei pressi del Bar Bianco. In poche parole Sempione è un quartiere sempre popolato, dove ognuno trova qualcosa da fare.

Leggi anche: Le cose più belle di corso Sempione, dove Milano ha il sapore di Parigi

#6 CityLife: l’isola felice amata dai giovani milanesi

Credits: http://www.chetvfa.it/

Fiera Milano si trova nella zone del Portello e Lotto-Fiera e, prima che fu costruito il polo Rho-Pero, era l’area fieristica più importante della città. Nata nel 1906 in occasione dell’Esposizione Universale, oggi ha lasciato parte della sua area complessiva al progetto di riqualificazione che ha fatto nascere CityLife. Ma perché è uno dei quartieri più simpatici di Milano? Citando le parole del nostre lettore Francesco E.C. “Fiera MilanoCity è un’isola felice e soprattutto pulita“, in più è sempre stata punto di ritrovo di milioni di persone che si recavano alle fiere milanesi.

Leggi anche: Dalla Fiera a CityLife, le mille facce del Portello

#5 Porta Ticinese: l’ex Porta Cicca, dalle case chiuse alla movida milanese

Credits: @lino.grillo
Porta Ticinese

Giovanni d’Anzi cantava “Lassa pur ch’el mond el disa, ma Milan l’è on gran Milan. Pòrta Cicca e la Bovisa, che dintorni pròpi san”. Conosciuta da molti milanesi, soprattutto da quelli meno giovani, come Porta Cicca, in realtà altro non è che Porta Ticinese. Il perché è chiamata così non si sa bene, si pensa derivi dallo spagnolo chica che vuol dire ragazza. Cosa c’entra una qualsiasi ragazza con una porta milanese? Il quartiere di Porta Cicca ha ospitato per anni tra le case chiuse milanesi più famose, nel vicolo Calusca. Qui le prostitute erano chiamate sparagnadolitt perché avevano l’abitudine di mangiare le ciliegie per strada. Una storia particolare, che rende il quartiere curioso.

E poi oggi Porta Ticinese è una delle zone della movida milanese dove è impossibile non trascorrere qualche serata simpatica all’insegna del divertimento.

Leggi anche: Il Vicolo Calusca, la strada più “losca” di Milano

#4 Pagano – Wagner: il ricco quartiere dove si vive a misura d’uomo

Credits: @griff_fra
Milano Buonarroti/Wagner

Simpatici, non si sa, ma certamente gli abitanti del quartiere Wagner sono tra i più felici della città: circa tre anni fa uno studio ha infatti rivelato che il 94% di chi abita nella zona dichiara di vivere bene. Wagner è infatti una delle zone più ricche della città con i suoi palazzi signorili ed edifici storici eleganti. È popolata dalle famiglie più benestanti della città. Per questo potrebbe essere tra i quartieri milanesi più simpatici, magari definendolo tale si entra nelle grazie di qualche ricco manager.

Ma il quartiere Pagano-Wagner, oltre ad essere una zona perfettamente collegata dai mezzi di trasporto, è testimone di cultura e storia (delle famiglie milanesi più illustri) e ora è centro della movida milanese un po’ chic con i suoi ristoranti e locali che propongono etnici-fusion, vegan-friendly e american bakery.

Leggi anche: Wagner: il ritorno al futuro del mercato più antico di Milano

#3 Ortica: l’open art district

Credit: @orticanoodles

Ortica è uno dei quartieri più colorati di Milano grazie al progetto OrMe (Ortica Memoria) che ha fatto sì che le strade del quartiere si riempissero di murales. Eppure Ortica non ha una storia artistica, al contrario. Il nome è ispirato proprio all’erba pungente che durante il Medioevo riempiva campi ed orti dell’area. Nel ‘900 poi Ortica è diventata un vero e proprio polo industriale con la fabbrica Innocenti e il troncone ferroviario. Una vita intensa e ricca di cambiamenti, sarà quindi la sua indole al voler cambiare che dall’agricoltura si è passati all’industria e ora all’arte?

I murales di Ortica sono quello che rendono la zona così caratteristica e simpatica. Ormai sono tantissimi: dal muro ricoperto di fiori rosa dipinti, a quello sulla musica popolare fino a quello sulla legalità. E poi la vivacità dell’Ortica non si esaurisce certo nei suoi muri colorati. Sono il Circolino, la Balera, le trattorie, feste ed eventi ad animare il quartiere tutto l’anno.

Leggi anche: Da Lambrate all’Ortica: viaggio nel Far East di Milano 

#2 Garibaldi: la splendida fusione tra la Milano del futuro e del passato

Credits: jeyjoo.it

Il “nuovo” antico quartiere milanese dove si respira aria di contemporaneità. Grazie a Piazza Gae Aulenti, la Biblioteca degli alberi e il Bosco Verticale, il quartiere intorno ad una delle porte di Milano è diventato tra i più importanti della città. Oggi è anche centro della movida milanese, di quella vip però: basti pensare alle boutique e ai locali di Corso Como. Un mix di grattacieli e parchi, di tranquillità e ricchezza, che rende il quartiere meneghino uno dei più simpatici. Anche per il suo luogo simbolo: Porta Nuova che in realtà è una delle più antiche di Milano. Già allora i milanesi della zona amavano far sorridere. 

Leggi anche: Il Mistero degli archi di Porta Nuova

#1 Brera: il cuore della Milano con il cuore in mano

Al primo posto non poteva esserci che lei: il cuore di Milano, il quartiere artistico milanese, un po’ trasgressivo, ma molto raffinato. La zona dove si respira un’atmosfera bohémienne e romantica. Brera è un quartiere magico, ogni scorcio diventa un panorama unico: palazzi eleganti, negozietti e botteghe artigianali, la Pinacoteca, l’Osservatorio Astronomico e l’Orto Botanico danno un fascino senza tempo ai vicoletti del quartiere. Allora, appare quasi scontato il motivo per cui Brera è stata classificata come il quartiere più simpatico di Milano, forse anche per la sua tradizione: non solo dei suoi artisti ma anche per il passato in stile pigalle, quando era uno dei quartieri a luci rosse più famosi d’Italia. Con i suoi ristorantini eleganti e radical chic alternati a qualche cartomante che legge il futuro ai passanti, Brera è decisamente il quartiere più simpatico di Milano.

Leggi anche: I tre bordelli di Brera, quando era la Pigalle di Milano 

Continua la lettura con: Le vie più ALLEGRE di Milano

BEATRICE BARAZZETTI

La «piscinina»: un antico mestiere di Milano

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Credit: @cronacheribelli

Quando ero piccola il mio bisnonno mi diceva sempre che ero una “piscinina”, anche per chi non è di Milano è facile capire che questo termine si usa per dire “piccolina”.
Ho sempre pensato che fosse solo una semplice variazione della parola in italiano e invece questo termine un significato ce l’ha, e anche grande.
Scopriamo insieme chi erano le “piscinine”.

La «piscinina»: un antico mestiere di Milano

# La “piscinina”

Credit: @cronacheribelli

Quasi chiunque, nel corso della vita, avrà sentito almeno una volta la parola “piscinina”.
Nel dialetto milanese questo termine significa “piccolina” ma è ormai usato in tanti altri dialetti, anche in versioni simili.
Ma da dove deriva l’uso di questo termine? Chi erano le “piscinine”?

Le “piscinine” erano quelle bambine che imparavano il mestiere della sarta, della modista, della lavorante in biancheria e della stiratrice.
Erano bambine di età compresa tra i 6 e i 13 anni che erano apprendiste presso le sartorie della Milano dei primi ‘900.

Nonostante fossero piccoline, la storia di queste bambine è grande.

# In giro a distribuire i vestiti delle sarte

Credit: @milano_scomparsa_o_quasi

Le “piscinine” lavoravano anche per 14 ore di fila, il tutto per 25-30 centesimi al giorno.

Passavano molte ore all’interno dei laboratori di sartoria ma il compito più pesante da svolgere era un altro: dovevano distribuire i vestiti tra le case dei clienti.
Questo voleva dire portare sulle spalle scatoloni di anche 10 kg per tutta la giornata.

In questo apprendistato non esistevano ferie, gli straordinari erano all’ordine del giorno e nessun diritto era tutelato.
Tutto questo lo troviamo anche nel testo “La piscinina”: “Mi son la piscinina che gira per Milan; girà sira e mattina l’è ‘l solito me tran-tran, poeu, quand l’è sira fada, stufa, straca, coppada, con ona fam de loff, voli a cà mia in d’on boff”.

# Le “piscinine” in sciopero

Credit: officinadellostorico.it

La mattina del 23 giugno 1902 la città di Milano fu risvegliata da uno spettacolo che non si sarebbe mai aspettata: le “piscinine” avevano iniziato uno sciopero.

La notizia veniva data dai giornali quasi come uno scherzo, delle bambine di 10 anni che scioperano? Ebbene si.
Fu la quattordicenne Giovannina Lombardi a guidare lo sciopero in quanto più grande del gruppo.

A quel tempo l’Unione femminile istituì un’associazione per piccole lavoratrici chiamata La Fraterna, i cui scopi erano solidarietà, previdenza e istruzione, a cui fu annessa anche una scuola di disegno professionale per queste bambine.
Supportate dall’Unione femminile nazionale e anche da alcune sindacaliste della Camera del Lavoro, le “piscinine” decisero che non sarebbero tornare al lavoro senza aver ottenuto quello che richiedevano.

L’obiettivo era ottenere la riduzione dell’orario di lavoro, la possibilità di usufruire di un’ora di riposo, la riduzione del peso dei pacchi da consegnare, e l’aumento del salario.
Alla protesta aderirono più di 400 bambine e dopo una settimana di sciopero radicale, ottennero quello che chiedevano.

La loro vittoria rappresenta un passo avanti importante nella definizione dei rapporti di forza del settore.

Anche se erano piccole, le “piscinine” avevano ottenuto qualcosa di grande.

Fonti: officinadellostorico.it

Continua la lettura con: 10 PAROLE del DIALETTO MILANESE intraducibili in ITALIANO

ARIANNA BOTTINI

 

La foto del giorno: dove siamo?

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La foto del giorno: oggi siamo al Policlinico di Milano (Fermata Sforza-Policlinico linea Blu)

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Continua la lettura con: La foto del Giorno (12 maggio)

MILANO CITTA’ STATO

A Milano già ci si allena per le prossime elezioni del nuovo sindaco

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Per fare il sindaco ci vuole un fisico bestiale. 
 

Qui il video: A Milano già ci si allena per le prossime elezioni del nuovo sindaco

Continua con: Quando hai provato a percorrere la Stretta Bagnera con la tua auto nuova

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Il Palazzo del Senato apre ai milanesi: la nuova vita di uno dei gioielli nascosti di Milano

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Un ristorante gourmet e nuovi spazi culturali all’interno dell’Archivio di Stato: così uno degli edifici storici più affascinanti di Milano si apre alla città e diventa un polo d’eccellenza per la gastronomia e la cultura.

Il Palazzo del Senato apre ai milanesi: la nuova vita di uno dei gioielli nascosti di Milano

# Un nuovo cuore pulsante tra Montenapoleone e via Senato

Nel cuore del centro storico, a due passi da via Montenapoleone, il Palazzo del Senato è pronto a cambiare volto. Dietro la sua imponente facciata barocca e i cortili neoclassici, si cela uno degli edifici più misteriosi e meno accessibili di Milano.

Ma ora, grazie a un progetto congiunto dell’Agenzia del Demanio e del Ministero della Cultura, questo gioiello architettonico si apre a una nuova vita: un ristorante gourmet, una caffetteria, uno spazio coworking, una sala lettura e un’area per esposizioni culturali lo trasformeranno in un punto di incontro tra storia, cultura e lifestyle.

Attualmente sede dell’Archivio di Stato, il palazzo sarà parzialmente riconvertito attraverso una concessione fino a cinquant’anni. L’ingresso principale sarà dal Quadrilatero della moda, ma l’edificio sarà accessibile anche da via Marina e via San Primo, permettendo l’attivazione di servizi anche oltre l’orario d’apertura dell’Archivio. Una vera rivoluzione per un luogo che finora ha vissuto quasi solo di silenzio e consultazioni accademiche.

# Una sfida per privati e brand del lusso

La proposta si rivolge tanto al mondo del profit quanto a quello del non profit, con un modello di partenariato pubblico-privato in cui sarà il soggetto vincitore a finanziare i lavori e a gestire gli spazi.

Il canone non è fisso: sarà il privato a proporlo, con una clausola vantaggiosa per l’avvio dell’attività, che prevede nei primi quattro anni il versamento del solo 10%. Ma non sarà il prezzo a fare la differenza: le offerte verranno valutate soprattutto per il valore culturale, ambientale e sociale, affinché il nuovo spazio sia coerente con l’identità storica del palazzo.

Il mix di funzioni pensato per questo progetto, che unisce food, cultura e spazi di lavoro, sembra fatto apposta per attrarre operatori della moda, del food design, dell’hotellerie e del lusso, sempre più interessati a luoghi iconici in grado di offrire esperienze esclusive. E Palazzo del Senato, con la sua bellezza nascosta e la posizione strategica, ha tutte le carte in regola per diventare uno di questi luoghi.

# Una nuova visione per gli Archivi di Stato

Dietro il progetto c’è anche un’idea più ampia di trasformazione culturale. Come ha spiegato Alessandra dal Verme, direttrice dell’Agenzia del Demanio, non si tratta solo di un restauro architettonico, ma di una vera rigenerazione urbana. L’obiettivo è rendere l’Archivio di Stato un luogo vissuto, aperto, capace di parlare anche a chi normalmente non avrebbe motivo di entrarci.

Per Antonio Tarasco, direttore generale Archivi del Ministero della Cultura, si tratta di una prima assoluta nel panorama archivistico italiano: mai prima d’ora si era pensato di aprire in modo così esteso un Archivio di Stato a funzioni extra-documentarie. La scommessa è far nascere la curiosità anche in chi entra solo per un caffè o una mostra, trasformando l’Archivio in un centro vivo della città.

# I lavori già in corso e il futuro del palazzo

Nel frattempo, il palazzo è già oggetto di un importante intervento di riqualificazione grazie ai fondi del PNRR. Sono in corso lavori per migliorare l’accessibilità, rinnovare gli impianti e rendere gli spazi più fruibili. Un restauro significativo è previsto anche per la monumentale facciata barocca su via Senato, affidato al raggruppamento Exitia e Urban Vision.

L’investimento, pari a 1,55 milioni di euro, sarà sostenuto attraverso l’uso dei ponteggi per la pubblicità, una formula ormai collaudata per la valorizzazione di edifici storici. È un passo decisivo per preparare il Palazzo del Senato a questa nuova fase.

Un edificio finora poco vissuto, ma capace di diventare un punto di riferimento nel centro di Milano, in equilibrio tra cultura, bellezza e convivialità. Se il bando dovesse attrarre le giuste proposte, questo spazio potrebbe diventare un modello per la rigenerazione di altri immobili storici milanesi.

Continua la lettura con: La MoLeCoLa che trasformerà la Bovisa: stazione, cittadella, assi e nuove piazze

MATTEO RESPINTI

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5 «meraviglie di Milano» che si possono ammirare gratis (anche se solo pochi lo sanno)

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Belvedere Palazzo Lombardia

Milano si sta conquistando le prime pagine per i prezzi sempre più stratosferici. Ma non tutti sanno che si possono ammirare queste meraviglie senza perdere un centesimo. 

5 «meraviglie di Milano» che si possono ammirare gratis (anche se solo pochi lo sanno)

# I Palazzi Celesti di Kiefer

Il grande capolavoro di uno dei più grandi artisti del Novecento si può ammirare all’Hangar Bicocca.  I “sette palazzi celesti” sono grandi torri in cemento armato, alte tra i 14 e i 18 metri, che rimandano alla tradizione mistica ebraica: rappresentano  il cammino simbolico di iniziazione spirituale di chi si vuole avvicinare a Dio. 

Kiefer è un pittore e scultore tedesco tra i più celebri del ventesimo secolo. Ama realizzare opere grandiose inneggianti al lato eroico e divino dell’essere umano. I sette palazzi celesti sono giudicati il suo grande capolavoro. L’installazione si può visitare gratuitamente all’Hangar Bicocca.

Dove: via Chiese, 2

# Orto Botanico di Brera

brera
L’Orto Botanico di Brera

Nel cuore di Brera sul retro della Pinacoteca si trova un giardino storico visitabile gratuitamente. Un luogo magico, nascosto, che si riscopre soprattutto nel periodo del Fuorisalone quando è sede di installazioni di design. 

Dove: via Brera, 28

# Cimitero Monumentale

Credits: @anatoliy_como
Cimitero Monumentale di Milano

Il più grande museo a cielo aperto di Milano. Centinaia di monumenti realizzati per ricordare i propri cari. Tra i più interessanti ci sono: L’edicola Campari con la rappresentazione dell’Ultima Cena, l’Edicola Korner con il gruppo in bronzo di Adolfo Wildt, la Nike in ceramica azzurra di Lucio Fontana e il monumento di Giovanni Vittadini e Amalia Beretta di Giovanni Giudici. Tutte opere ammirabili gratis. 

Leggi anche: 7 tesori da non perdere al Cimitero Monumentale di Milano

# MUDEC (collezione permanente)

https://flawless.life/it/italia/milano/mudec-museo-delle-culture/

Il mondo in un giorno. Questo lo slogan della collezione permanente del MUDEC, il Museo delle Culture di Milano. Il percorso espositivo si articola sul tema dell’incontro con l’altro da sè: si sviluppa in sette sezioni che evidenziano come nel corso dei secoli la società occidentale si sia posta nei confronti delle culture extraeuropee.

Dove: Via Tortona, 56

# Belvedere Ultimo Piano di Palazzo Lombardia

Riaperto finalmente dopo anni di chiusura al pubblico, il 39esimo piano di Palazzo Lombardia rappresenta il Belvedere che nelle giornate serene consente di far spaziare lo sguardo su tutto l’arco alpino fino all’appennino tosco-emiliano. L’accesso è gratuito e libero, anche se in date prestabilite.

Dove: Piazza Città di Lombardia, 1

# Altre curiosità e attrazioni gratuite

Credits re_mi_el IG – Castello Sforzesco

La città più cara d’Italia offre poi tanto altro gratuitamente a chi la visita. Sono poche le città del mondo che consentono l’accesso senza biglietto al loro castello più importante, in questo caso il Castello Sforzesco. Senza contare le chiese spettacolari, dal Duomo a Sant’Ambrogio fino a San Maurizio dentro cui si può ammirare la cosiddetta “Cappella Sistina di Milano”. I musei della città sono visitabili gratuitamente la prima domenica del mese. Non solo: sono gratuite anche Palazzo Morando, Palazzo Moriggia (Museo del Risorgimento) e le case museo Boschi-Di Stefano, Alda Merini e Casa Verdi  e ci sono diversi locali e ristoranti che offrono consumazioni omaggio a chi compie gli anni. 

Continua la lettura con: Dove si va a Milano se si hanno due ore libere

MILANO CITTA’ STATO

13 maggio. Da piazzale Loreto parte il primo giro d’Italia della storia

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All’alba del 13 maggio 1909 da piazzale Loreto parte il primo giro d’Italia. Al via ci sono 127 ciclisti in una manifestazione organizzata dalla Gazzetta dello Sport che prese a riferimento il Tour de France.

La tappa inaugurale, da Milano a Bologna, impegnò i corridori per 397 km. Le tappe del giro si conclusero a Bologna, Chieti, Napoli, Roma, Firenze, Genova e Torino per un totale di 2.447,9 km complessivi. Tra una tappa e l’altra si osservavano uno o due giorni di riposo. 

Dopo otto tappe il primo giro d’Italia si concluse sempre a Milano, all’Arena Civica, dopo essere partiti da Torino. Il giro lo vinse Luigi Ganna di Induno Olona che dopo aver tagliato il traguardo alla domanda sulle sue prime sensazioni rispose: “Me brusa tanto el cu”. Ganna di professione faceva il muratore e si allenava andando in bicicletta al lavoro da Induno Olona a Milano.

Fonte: Milano d’Italia, Alberto Pezzotta- Anna Gilardelli, Bompiani

Continua la lettura con: 12 maggio. Il ricordo del grande tradimento contro Milano

MILANO CITTA’ STATO

Un super passante per l’Alta Velocità a Milano? Queste le 4 stazioni sotterranee per muoversi a tempo record

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chatgpt AI - Passante AV

Il problema principale nel nodo ferroviario milanese è la congestione del traffico merci e passeggeri. Tutti a transitare sugli stessi tracciati: treni suburbani, regionali e dell’alta velocità. Si potrebbe prendere spunto dagli esempi di Bologna e Firenze per realizzare un mega passante sotto la città capace di rivoluzionare la direttrice appenninica. 

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Un super passante per l’Alta Velocità a Milano? Queste le 4 stazioni sotterranee per muoversi a tempo record

# Il nodo ferroviario milanese sotto stress e a rischio implosione

DGR 2014 – Sistema ferroviario Milano e Monza

A Milano l’Alta Velocità condivide ancora i binari con treni regionali, suburbani e merci. Le principali stazioni dove fermano i convogli veloci sono Rogoredo, Centrale, Porta Garibaldi e, in misura minore, Rho Fiera. A breve se ne aggiungerà una quinta a Segrate. Il nodo ferroviario è quindi saturo, congestionato e sempre più fragile. Ormai sono frequenti i blocchi alla circolazione, dalle poche ore a intere giornate, senza contare gli incidenti come quello che visti coinvolti un container di un treno merci e un convoglio Trenord. Il problema di fondo è che tutto il traffico viaggia sulle stesse linee: una situazione che rallenta i treni AV, riduce la capacità per i regionali e mette a rischio la sicurezza. È evidente: serve una rivoluzione infrastrutturale.

# Gli esempi di Bologna e Firenze

rfi.it – Stazione AV Bologna

In altre città, il problema è stato affrontato in modo diretto. Bologna è un esempio virtuoso: da oltre dieci anni ha realizzato un passante per l’Alta Velocità, lungo 17,8 km di cui 10 quasi interamente sotterranei, completo di una nuova stazione AV sotto la storica Centrale a 23 metri di profondità. I treni veloci non interferiscono più con i regionali, aumentando puntualità e capacità complessiva.

lanazione.it – Nuova linea Av Firenze

Firenze ha scelto lo stesso approccio: è in fase avanzata la costruzione di un tunnel AV di 7 km sotto il centro, con due tratti in superficie e una nuova stazione per Frecciarossa e Italo. L’obiettivo è identico: dividere i flussi, rendere più efficiente l’intero sistema ferroviario e liberare spazio per i servizi locali. In entrambi i casi, l’intervento ha richiesto visione, investimenti importanti e tempi lunghi, ma i benefici sono tangibili. E Milano? Ancora ferma al modello misto, dove treni a velocità diverse si contendono lo stesso tracciato. Estendere anche qui il modello di queste due città sarebbe non solo auspicabile, ma urgente.

# Un super passante AV sotterraneo con quattro nuove fermate urbane

Per Milano si potrebbe immaginare un passante ferroviario dedicato ai treni AV, interamente sotterraneo per circa 22 chilometri e un totale di 4 fermate. Questo il percorso da nord ovest a sud est:

Rho Fiera:

Stazione Rho Fiera AV

Il tracciato AV sotterraneo inizierebbe poco prima della frazione Cerchiate del comune di Pero, biforcandosi dal percorso dell’alta velocità di superficie. La prima stazione sarebbe a Rho Fiera, sotto quella attuale, servendo quindi anche il distretto di MIND. 

Stazione Porta Garibaldi:

Stazioni AV Centrale e Porta Garibaldi

Da lì il tracciato AV continuerebbe in sotterranea fino a una nuova stazione sotto Porta Garibaldi.  

Stazione Centrale:

Ideogram AI – Stazione passante

La terza fermata sarebbe sotto Centrale FS. In questo caso potrebbe diventare un vero hub per tutto il sud Europa, con altri 4 binari passanti in direzione nord-sud innestandosi direttamente sulla linea Milano-Genova senza passare da Rogoredo e proseguendo verso la Svizzera e poi il Brennero sulla linea per Venezia.

Stazione Rogoredo:

Tunnel da sud e stazione Rogoredo

Sotto la stazione di Rogoredo nascerebbe l’ultima stazione dell’alta velocità, lasciando i binari di superficie per regionali, suburbani e intercity. L’interramento del tracciato proseguirebbe ancora di qualche chilometro fino allo snodo autostradale e tangenziale all’altezza di San Donato.

# In 10 minuti si attraverserebbe la città

Passante AV Milano

Facendo correre i treni alla velocità di 110 km/h, così come succede nel tratto cittadino del passante bolognese, si potrebbe andare dalla fermata di Rogoredo a Rho Fiera in 10 minuti saltando a corse alterne sia Centrale che Porta Garibaldi. Prevedendo inoltre quattro binari invece di due si riuscirebbero a istituire viaggi senza soste a Milano, per collegare ad esempio Torino e Bologna guadagnando almeno mezz’ora sulla tabella di marcia.

# Perché farlo? I benefici di un’infrastruttura di questo tipo

Realizzare un’opera di queste dimensioni comporterebbe costi alti e tempi lunghi. Ma i vantaggi sarebbero proporzionali.

Primo: la velocità. I treni AV potrebbero entrare ed uscire da Milano a pieno regime, senza rallentamenti.

Secondo: l’efficienza. I binari di superficie sarebbero dedicati a regionali e suburbani, con un netto miglioramento della frequenza per i pendolari e per la futura Circle Line.

Terzo: la sicurezza. Una rete separata ridurrebbe drasticamente il rischio di incidenti o guasti a catena.

Quarto: l’impatto urbano. Un tracciato interrato abbatterebbe il rumore, migliorando la qualità della vita nei quartieri attraversati.

Quinto: rigenerazione economica e urbana intorno alle nuove stazioni. La creazione di quattro hub sotterranei attirerebbe investimenti in servizi, commercio e terziario leggero, stimolando la nascita di nuovi distretti d’affari e migliorando l’accessibilità alle aree limitrofe. 

Continua la lettura con: Il treno a 1000 km/h: fino a dove si andrebbe da Milano in meno di due ore?

FABIO MARCOMIN

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Milano-Meda a pagamento: il pedaggio previsto sul nuovo pezzo di autostrada

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Ph. @annaxcaroli29 IG

Cambia volto la Milano-Meda: parte la trasformazione in autostrada e con essa arriva il pedaggio e annesse polemiche di sindaci e residenti. Questo il tratto interessato e il punto sui lavori.

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Milano-Meda a pagamento: il pedaggio previsto sul nuovo pezzo di autostrada

# Da superstrada ad autostrada: la trasformazione della Milano-Meda

webuildgroup.com – Tratto B-2 Pedemontana

La Superstrada Milano-Meda, arteria fondamentale per i pendolari lombardi, è destinata a cambiare volto. Il tratto compreso tra Lentate sul Seveso e Cesano Maderno sta venendo trasformando in autostrada, diventando parte integrante della Pedemontana Lombarda nella cosiddetta tratta B2. Questo segmento, lungo circa 12,7 km, attraversa comuni densamente popolati come Lentate, Barlassina, Seveso, Meda e Cesano Maderno. I lavori, avviati nel dicembre 2024, prevedono l’ampliamento e la riqualificazione dell’attuale superstrada, con la realizzazione di gallerie artificiali, trincee e rilevati, adattandola agli standard autostradali. L’obiettivo è migliorare la viabilità e collegare in modo più efficiente le province di Como, Varese, Monza e Brianza, Bergamo e Brescia, senza passare da Milano. 

Leggo anche: Anche la Pedemontana ha perso le Olimpiadi

# Pedaggio in arrivo: tra i 4 e i 6 euro al giorno

webuildgroup IG – Rendering Pedemontana

Il rovescio della medaglia è che con la trasformazione in autostrada, questo tratto della Milano-Meda è destinato a diventare a pagamento, suscitando forti proteste da parte dei residenti e dei sindaci dei comuni interessati. La strada, attualmente gratuita, è utilizzata quotidianamente per spostamenti locali e intercomunali. L’introduzione del pedaggio, stimato tra i 4 e i 6 euro al giorno, rappresenterebbe un aggravio economico significativo per i pendolari, con una spesa mensile compresa tra gli 80 e i 120 euro.

In risposta, i sindaci di 17 comuni lungo la tratta B2 avevano approvato una mozione congiunta, chiedendo a Regione Lombardia di garantire la gratuità o almeno agevolazioni per i residenti. In particolare, il sindaco di Cesano Maderno, Gianpiero Bocca, ha sottolineato la necessità di evitare che il pedaggio penalizzi i cittadini che utilizzano la strada per spostamenti brevi e quotidiani. La mozione è stata presentata anche in altri comuni, come Lazzate, dove il consiglio comunale ha approvato all’unanimità il testo che chiede sconti o esenzioni per i residenti. 

# La posizione di Autostrada Pedemontana Lombarda e le risorse per i comuni

Tracciato Pedemontana

Autostrada Pedemontana Lombarda, la società responsabile del progetto, ha ribadito che il pedaggio è necessario per garantire la sostenibilità finanziaria dell’opera senza gravare sulla fiscalità generale. Tuttavia, ha annunciato la disponibilità a destinare 60 milioni di euro ai comuni interessati per il potenziamento della viabilità ordinaria, al fine di migliorare gli spostamenti locali e mitigare l’impatto del pedaggio. Nonostante ciò, la mozione presentata in Consiglio Regionale per mantenere la gratuità del tratto è stata bocciata, alimentando ulteriormente le proteste. 

# Le prospettive future e le preoccupazioni per la viabilità locale

La trasformazione della Milano-Meda in autostrada a pagamento solleva preoccupazioni anche per la viabilità locale. Si teme che molti automobilisti, per evitare il pedaggio, possano riversarsi sulle strade secondarie, aumentando il traffico e il rischio di incidenti nei centri abitati. I sindaci hanno espresso la necessità di valutare attentamente le conseguenze di questa scelta e di trovare soluzioni che bilancino le esigenze infrastrutturali con quelle dei cittadini. La partita su questo fronte rimane ancora aperta.

Continua la lettura con: Area B a pagamento per tutti? Dai 250 ai 500 milioni ogni anno per rendere migliore la vita dei milanesi

FABIO MARCOMIN

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Lo storico aperitivo con il prezzo più basso nel centro di Milano

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Ph. @cesarino_milano IG

Celebre come aperitivo più a buon prezzo nel centro di Milano, questo locale vanta una grande tradizione popolare.

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Lo storico aperitivo con il prezzo più basso nel centro di Milano

# Le origini del nome

cesarino_milano IG

Tutto nasce nella Milano dell’immediato dopoguerra. Il primo supermercato italiano avrebbe aperto i battenti solo nel 1957 e prodotti agricoli come frutta e verdura arrivavano in città da coltivazioni delle campagne limitrofe, mentre il pane, prodotto alimentare dalla notte dei tempi, veniva sfornato nei cortili delle case di ringhiera e nei quartieri un tempo popolari e oggi centralissimi. Fu in una di queste case che un fornaio di nome Antonio ebbe l’intuizione di distribuire il pane grazie a cesti di vimini calati in verticale fra le balconate o spinti in orizzontale tramite fili da stenditoio. E a quanto pare, il suo prodotto più buono era un gustosissimo panino a cui Antonio diede il nome del figlio, il cui nome era indovinate un po’ quale? Cesarino.

# Lo sviluppo: tra i panini più buoni di Milano

 
cesarino_milano IG – Cesarino

Non ci volle poi molto perché il pane prodotto da papà Antonio vide accrescere la sua fama ben oltre il cortile dove nacque, e ben presto la fragranza morbida dentro e croccante all’esterno del Cesarino divenne celebre in tutta la città e anche in buona parte della Pianura Padana, tanto da essere annoverato, ancora oggi, fra i panini più buoni di Milano, assieme ovviamente alla michetta.

# Il presente: le recensioni da record

Ph. @cesarino_milano IG

Oggi e da ormai molti anni, a Milano il Cesarino trova la sua casa in un locale omonimo che si trova nella centralissima via Pattari, ovvero la cintura di collegamento fra piazza Fontana e corso vittorio Emanuele. Lì troviamo un bar dove la tradizioni del celebre panino lavorato a mano e con lentissima lievitazione sposa le tendenze dei giorni nostri, con accompagnamento di happy hour e svariate farciture che rendono la rendono una delle paninerie più gustose di Milano. Ma sopratutto, l’aperitivo inclusivo di un drink è supereconomico. Alla faccia di chi pensa che nel centro di Milano sia tutto costoso.

Indirizzo: Cesarino Milano, via Pattari 2. Orario: dalle 10 alle 22. Media recensioni Google: 4.8/5

Gnam.

Continua la lettura con: A Milano si trova il «panino più buono d’Europa»

CARLO CHIODO

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I proverbi del dialetto milanese: questi sono i più saggi (con il loro significato)

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Ph. @lucamar14 IG

Per scoprire le origini del dialetto milanese bisogna andare indietro nel tempo, ma di molto. Infatti, le sue radici si fondano sul latino, ma non mancano le contaminazioni delle lingue celtiche ed indoeuropee. Tuttavia, è ancora molto usato e al passo con i tempi: tutt’oggi integra nuovi termini adattati ai giorni nostri.

Vi abbiamo già parlato delle parole del dialetto milanese intraducibili in italiano, di quelle più belle e anche dei segreti che rendono questo dialetto ancora più incredibile. Ma non dimentichiamoci i proverbi milanesi, pillole di saggezza che si tramandano di generazione in generazione.

Quali sono quelli di saggezza universale assolutamente da conoscere? Eccone 15.

I proverbi del dialetto milanese: questi sono i più saggi (con il loro significato)

# 1 Se te se moeuvet mai spetta minga che te rusen

Credits: www.veronafedele.it

Se non ti muovi mai non aspettarti una spinta.

#2 I danè a fan daná, ma avei minga fan tribülà

Credits: @club_of_miljonairs IG

I soldi fanno dannare, ma non averne è peggio.

#3 Chi fa a sò moeud scampa des ann de pù

Credits: www.girodmedical.it

Chi fa quel che vuole campa dieci anni di più.

#4 Se te voeu fatt amà, fatt on por desiderà

Credits: lefreccedicupido.it

Se vuoi farti amare, fatti un po’ desiderare.

#5 Dal cantà se conós l’osèl, dal parlà se misüra ‘l servèl

Credits: @teseoarte IG

Dal canto si riconosce l’uccello, dal parlare si misura il cervello.

#6 Chi non s’engegna, fa la tegna

Credits: www.behance.net

Chi sta con le mani in mano, fa le ragnatele.

#7 A parlà pocch se falla mai

Credits: it.mashable.com

A parlare poco non si sbaglia mai.

#8 La malerba l’è quèla che cress püssee

Credits: @mrmilbury IG

L’erba cattiva non muore mai.

#9 Basta minga avegh i daneè, ma ancà savè spend

Credits: www.ultimenotizieflash.com

Non basta avere i soldi, bisogna saperli spendere.

#10 A sto mond che voeur di bon amis

Credits: lamenteemeravigliosa.it

A questo mondo servono buoni amici.

#11 Se te resta el coeur me quell d’on fioeu, te saree on grand òmm

Credits: salvodellaira.com

È un grande uomo colui che non perde il suo cuore di bambino.

#12 No gh’è pesg che vè ss lì tra el sì e el nò

Credits: www.rivoluzione-liberale.it

Non c’è niente di peggio che essere tra il sì e il no.

#13 La belezza di donn l’è in di oeucc di òmen

Credits: www.pinterest.it

La bellezza delle donne è negli occhi degli uomini.

#14 El fioeu tropp carezzaa l’e’ mal levaa

Credits: www.trevisotoday.it

Il figlio troppo coccolato è mal allevato.

#15 Se fa pusseè fadiga a tasè che a parlà

Credits: www.tragicomico.it

Si fa più fatica a tacere che a parlare.

Continua la lettura con: Alessandro Manzoni voleva rendere lingua nazionale il DIALETTO MILANESE

ALESSIA LONATI 


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