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Le 7 medaglie d’oro che merita Milano

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Medaglia d'oro Milano

Le Olimpiadi di Parigi 2024 volgono al termine. All’orizzonte dello scenario olimpico si delinea lo Skyline di Milano. La prossima tappa è da noi: 2026. Restando in tema, quali medaglie d’oro potrebbe già “mettersi al collo” Milano? Lo abbiamo chiesto ai milanesi. Ecco cosa ci hanno risposto. 

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Le 7 medaglie d’oro che merita Milano

#1 Operosità

METRO4SPA – Area cantieri

Cesate di cantieri, gru in movimento, dalle metropolitane ai grattacieli, dai parchi agli edifici pubblici. Senza considerare che ogni cittadino a Milano è un progetto in movimento. Una medaglia assicurata. Se la gioca con New York e Shanghai. Anche se loro non hanno il fardello dell’apparato pubblico italico. 

#2 All’accoglienza e alla generosità dei suoi abitanti  

panequotidianoonlus IG

Una città dove ci si può sentire soli, ma che non ti lascia mai solo. Un numero record di associazioni che tendono la mano al prossimo. In un mondo sempre più cinico Milano si distingue sempre per la sua capacità di aiutare chi ha bisogno. Medaglia d’oro assicurata. Non vediamo chi la possa insidiare. 

#3 All’eleganza e discrezione

Giovanni Fanelli – Edificio cortile rosso

Se ci fosse una disciplina olimpica intitolata a “eleganza & discrezione”, non ci sarebbe partita. Sì, perché sull’eleganza qualche rivale c’è, tipo Parigi, anche sulla discrezione si può trovare competitor in Svizzera, Austria o in qualche staterello di ultramiliardari in fuga dal Fisco. Ma l’abbinamento eleganza + discrezione è un marchio DOC per Milano. Medaglia d’oro sicura, come per il Dream Team americano. 

#4 Al design

Credits maart_milano IG – ADI, Museo del design

Qui la sfida aperta. Forse per l’arredo urbano non lo meriteremmo, ma ancora lo zampino davanti ce lo mettiamo noi, al fotofinish appare il Fuorisalone e il primo posto è ancora sicuro. Siamo in lizza anche per la medaglia d’oro nel fashion. Ma la vittoria è più complicata. 

#5 Al fashion

Credits Andrea Cherchi – Fashion week Milano

Dopo l’eleganza e il design non si può che arrivare alla moda. Regina indiscussa negli ’80, ancora oggi è una delle quattro capitali mondiali con le quattro fashion week, due maschili e due femminili, che si tengono ogni anno e con le sedi delle più importanti maison italiane. Via Montenapoleone è inoltre una delle vie del lusso più care in assoluto. La sfida sul tema è serrata ma forse riusciamo a spuntarla ancora noi. 

#6 Alla ZTL urbana

Telecamere Area B

Altra medaglia sicura. La ZTL più grande del mondo, praticamente il 100% del territorio comunale. Non solo: prima anche per strade a 30 all’ora, varchi controllate da telecamere e numero di aree e strade con restrizioni. 

#7 Alla mentalità

Olandese milanese. Credits: @
blue_gold_fish_amsterdam IG

Quella mentalità unica al mondo, fatta di un mix tra pragmatismo, positività, intraprendenza, spirito di comunità e comprensione, un pentathlon moderno di mindset in cui Milano non ha rivali. Almeno per i prossimi mille anni. 

Continua la lettura con: Olimpiadi a Milano: le 5 opere da medaglia d’oro e…le 3 occasioni buttate

FABIO MARCOMIN

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Per i giovani è più facile comprare casa a Londra che a Milano

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Londra vs Comune di Milano

Nella capitale britannica il costo della vita è sensibilmente più alto rispetto a Milano ma, al netto di salari più elevati, i giovani hanno a disposizione un più ampio stock di case in vendita alla loro portata. Vediamo la fotografia del mercato immobiliare nelle principali città italiane, elaborata da wikicasa, e cosa potrebbe fare la nostra città per diventare più accessibile agli under 35.

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Per i giovani è più facile comprare casa a Londra che a Milano

# I giovani trainano il mercato immobiliare delle città italiane

wikicasa.it – Andamento prezzi case e giovani under 35

In una recente ricerca messa a punto da wikicasa è emerso come a trainare il mercato immobiliare negli ultimi 10 anni nelle 10 principali città italiane è la fascia di popolazione compresa tra i 20 e i 34 anni. Questa dinamica comporta un vivace mercato degli affitti, che di conseguenza stimola l’acquisto di case per fini di investimento e porta a una crescita vertiginosa dei prezzi. I giovani sono spinti a vivere in città come Milano, Bologna, Firenze e Roma sia per motivi di studio che per sviluppare la propria carriera. 

# A Milano gli under 35 non riescono nemmeno a comprare un bilocale

wikicasa.it – Tabella mutui trilocali

Purtroppo però il mancato adeguamento dei salari al costo della vita rende difficile per una giovane coppia risparmiare e di conseguenza ad accedere a un mutuo con i tassi per giunta in costante aumento. Anche optando per un mutuo agevolato a 30 anni per un importo pari al 100% del valore della casa, con una rata mensile che non superi un terzo del reddito netto, le possibilità sono sempre più ridotte. 

wikicasa.it – Tabella mutui bilocali

Se acquistare un trilocale è quasi possibile in molte delle principali città italiane, a Milano e Firenze non si riesce nemmeno ad andare a vivere in un bilocale, cosa fattibile a a Bologna e Roma. La situazione peggiore è nella nostra città perchè se nel capoluogo toscano sono le abitazioni di lusso ricercate dagli investitori stranieri a fare salire i valori medi, a Milano è l’elevata domanda di mercato che esclude i giovani attratti da università e lavoro.

# Peggio di Londra: i giovani possono permettersi solo 1 casa su 5 in vendita

Credits pexels – Londra

Osservando i dati sull’accessibilità dello stock disponibile viene alla luce il problema principale di Milano: i giovani possono permettersi solo il 20,15% dell’offerta presente, un immobile su 5. Solo Bologna si avvicina, ma il costo della vita è più basso, mentre ad esempio a Torino e Genova la percentuale è rispettivamente del 43,82% e 67,86%. La nostra città si trova addirittura in una situazione peggiore di Londra dove, nonostante il costo della vita sia sensibilmente più alto, una coppia under 35 potrebbe acquistare poco più del 30% degli immobili sul mercato.

# La soluzione è completare la riforma delle città metropolitane o diventare città regione

Confronto Londra-Città Metropolitana di Milano

Proprio dalla capitale britannica arriva anche la soluzione. Negli ultimi 20 anni ha rigenerato periferie e sobborghi distanti 20 km dal centro, oggi inglobati nella città, anche grazie al fatto che fanno parte di un’area grande come la Città Metropolitana di Milano con i medesimi servizi e governata da un unico ente. In questo modo il mercato immobiliare è accessibile a una fetta maggiore della popolazione più giovane.

Milano finora, soprattutto per miopia politica, non ha mai compiuto il passo di dare un governo unitario a tutto il suo territorio, compreso l’hinterland che sconta trasporti e servizi inefficienti. La soluzione sarebbe quindi di realizzare in pieno la riforma delle città metropolitane o diventare una città regione che governi almeno tutti i 133 comuni dell’Città Metropolitana di Milano. A 20 km di distanza da Piazza del Duomo infatti, nelle prime corone dell’hinterland, lo stock accessibile agli under 35 sarebbe del 50%. 

Leggi anche: Se Milano avesse i confini di Londra: che paesi e città ne farebbero parte?

Continua la lettura con: A Milano le case sfitte sono più della metà di quelle affittate: “questa è la causa principale della crisi degli affitti”

FABIO MARCOMIN

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Milano raddoppia: una rete di 220 km di metropolitana per il 2035. Sarà più estesa di quella di Berlino?

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Mappa metropolitana con ipotesi di chiusura circle line
Mappa metropolitana con ipotesi di chiusura circle line

Autunno 2024: l’inaugurazione completa della linea blu. Ma Milano pensa già alla metro rosa e ai suoi futuri complessivi 220km di linea per il 2035, tra metropolitane e metrotranvie. Gli sviluppi della rete e le novità per il futuro.

Milano raddoppia: una rete di 220 km di metropolitana per il 2035. Sarà più estesa di quella di Berlino?

# Un sistema di 104 km

Come andare fino a Brescia. Con le sue 5 linee metropolitane, Milano conta circa 104km di linea, grazie all’aggiunta dei primi 7km della linea blu. Per i paragoni più ambiziosi: Berlino ha circa 146 km (anche se aggiungendo i 330km della Sbahn arriva a 500) e che la grande Parigi con il suo sistema di metropolitane infallibile ha 16 linee per 213km. Se si considerano anche le metrotranvie la rete di Milano dovrebbe arrivare a superare i 200km entro 10 anni, con i progetti già presentati e finanziati, raddoppiando la sua attuale estensione.

Leggi anche: La più GRANDE METROPOLITANA del MONDO cresce sempre di più: le nuove linee aperte e l’obiettivo da FANTASCIENZA

# I progetti in fase di realizzazione per il prolungamento delle linee attuali

Credits Atm – Metro M5 nella rimessa

Questi i progetti che dovrebbero essere realizzati.

M1. Per quanto riguarda la M1, è previsto un prolungamento complessivo di 5km. Si allungherà da entrambi i lati: da Sesto si aggiungeranno due nuove stazioni e si giungerà ai confini di Monza, mentre ad ovest la rossa arriverà fino a Baggio e Quartiere Olmi. Con questi prolungamenti dagli attuali 27km si arriverebbe ai 32km.

Prolungamento M2

M2. Anche la M2 si allungherà, per circa 10-12km. In questo caso si tratterà con molta probabilità di una metrotranvia veloce con circa 6 fermate, una per ogni comune attraversato, dall’attuale capolinea di Cologno a Vimercate. Manca al momento 1 milione di euro per completare lo studio di fattibilità.

Tracciato M3 fino a Paullo

M3. C’è poi il tanto discusso allungamento della M3 vero Paullo. Tra “sì si farà” e “forse no”, il prolungamento intanto ha ottenuto un finanziamento di 5,5 milioni di euro. Lo studio di fattibilità è atteso per il 2025. Si prevede un tracciato di 15km: 4,4km e altre due fermate di metropolitana e 10,9km e 8 fermate di metrotranvia.

M5. La M5 invece dovrebbe vedere un allungamento da Bignami a Monzadi 13km raddoppiando l’attuale linea, e da San Siro a Quarto Cagnino o Settimo Milanese, circa 2,5km nel primo caso e 4,5km nel secondo.

# Le nuove linee metropolitane

Stazione di Linate

La M4 conterà 15km (da Linate a San Cristoforo) per 21 fermate, ma già si pensa ad un suo prolungamento. Sono già stati finanziati milioni di euro per estenderla fino a Segrate di due fermate e 3,1 km.

Credits segratecitylab – Hub segrate

Con tutti questi interventi la linea metropolitana milanese conterà 160km, ma Milano guarda già oltre e parla della “rosa”. Non è ancora stato definito nulla ma a completare il sistema metropolitano meneghina dovrebbe esserci la M6con l’idea di chiudere idealmente il ramo ovest della Circle line, per una lunghezza stimata massima circa 20km, portando quindi la rete a 180km.

# Le tre metrotranvie per un totale di 40km di tracciati

Capitolo metrotranvie. In costruzione al momento tre delle cinque tratte mancanti della metrotranvia nord, che in totale avrà una lunghezza di 14 km, le metrotranvie extraurbane Milano-Seregno per altrettanti chilometri e la Milano-Limbiate di 11,6 km.

Se tutto dovesse proseguire secondo i piani, magari non entro il 2030 ma forse nel 2035, la nostra città potrebbe più che raddoppiare la sua rete toccando i 220 chilometri di linee.

Continua la lettura con: Breve storia della metro di Milano

BEATRICE BARAZZETTI (Articolo aggiornato da REDAZIONE)

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I luoghi più radical di Milano

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Ph. @thesewtherapy IG

Parigi ha la Rive Gauche, Milano ha i Radical Chic. Ormai Radical e basta. Ma che significa radical chic? Secondo la Treccani: “riflette il sinistrismo di maniera di certi ambienti culturali d’élite, che si atteggiano a sostenitori e promotori di riforme o cambiamenti politici e sociali più appariscenti e velleitari che sostanziali“. Si può dire che a Milano radical ha forse meno una connotazione intellettuale e più un modo di apparire e di comportarsi, le cui caratteristiche sono quella di avere dei look fintamente non curati, un interesse molto esibito per le tematiche green e ambientali, il compiacimento di essere dalla parte della ragione, un certo snobismo e senso di superiorità nei confronti di chi la pensa diversamente. Si chiamano Francesca, Beniamino, Allegra, Tomaso e Lavinia, li unisce l’odio per Salvini e il voto per Sala, iconica incarnazione di radical milanese. Ma quali sono i luoghi di riferimento dei Radical di Milano? Foto cover: Frida Milano @thesewtherapy IG

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I luoghi più radical di Milano

# Cascina Cuccagna

Se i radical avessero una capitale, sarebbe la Cuccagna. Ha tutto per esserlo. Una cascina in città con prodotti in parte a chilometro zero, ambiente agreste ma raffinato, prezzi medio alti e un atteggiamento molto radical da parte dei gestori. Ha un ostello che a volte ospita madri straniere in difficoltà che ripagano l’ospitalità con prodotti di artigianato, organizza corsi di ogni tipo e riesce sempre a organizzare iniziative molto apprezzate nei circuiti mainstream. Per alcuni radical è troppo radical. Via Cuccagna, Via Lodovico Muratori, 2/4. Municipio 4 (Porta Romana)

# Frida

frida milano - ph. andrea wyner nyt-2
frida milano – ph. andrea wyner nyt-2

Il punto di riferimento radical nel quartiere più radical di Milano: l’Isola. Assomiglia a un centro sociale, potrebbe sembrare vagamente sconfusionato con accostamenti bizzarri di colori e oggetti  invece no, è super curato nel suo essere casuale e attira un pubblico che sfiora il 100% di coefficiente radicalVia Antonio Pollaiuolo, 3, Municipio 9 (Isola)

# Bagni misteriosi

Un’ex piscina comunale mezza derelitta e ignorata da tutti è stata trasformata dal genio di André Ruth Shammah in un ambiente unico, super-radical, dove iniziative culturali e sociali si accompagnano a cocktail di 20 euro. Benessere, cultura, sociale sono le tre coordinate maestre dell’universo radical perfettamente rispettata da questo luogo diventato uno dei principali centri di attrazione di Milano.  Via, Carlo Botta, 18, Municipio 4 (Porta Romana)

# Anteo

Il radical milanese non va al cinema. Va all’Anteo. Mai metterebbe piede nei multisala UCI, all’Odeon o dove si trova una programmazione giudicata troppo commerciale. L’avanguardia più radical si spinge al Cinemino di via Seneca. Piazza Venticinque Aprile, 8, Municipio 1 (confine con Municipio 9) Porta Nuova

# Mare Culturale Urbano

Altra cascina rigenerata e diventata da anni un luogo di fermento radical in grado di portare gente a San Siro anche quando non ci sono partite. Basta varcare la soglia per perdere ogni possibile simpatia per Salvini. Via Giuseppe Gabetti, 15, Municipio 7 (San Siro)

# Fondazione Prada

fondazione prada - Ristorante Luce
fondazione prada – Ristorante Luce

Ha colmato il vuoto di uno spazio espositivo perfettamente radical. C’è riuscita scegliendo un luogo alternativo, fuori dal centro e dai soliti circuiti, rivitalizzando un’area in precedenza dimessa, piuttosto scomoda e distante dalla metro, su iniziativa di una delle donne più mitologiche per l’universo radical: Miuccia Prada. Programmazione 100% radical e chicca sublime il ristorante Luce del regista più incensato dai critici radical: Wes Anderson. Largo Isarco, 2, Municipio 5 (Ripamonti)

# Bluenote

Locale quasi radical vintage ormai, da oltre 15 anni il jazz club di riferimento per chi ama ascoltare musica sofisticata e soprattutto potersene vantare. Insidiava il suo scettro radical la Salumeria della musica, ma ha chiuso. Via Pietro Borsieri, 37, Municipio 9 (Isola)

# Via Orti

La strada più radical di Milano. Locali in apparenza semplici, un po’ esotici, super ecologici, concept store con legno e tovaglie vintage in abbondanza, conti che possono essere sassate. Forse il locale più radical della strada radical è Ciasmo, concept store con sartoria. Via Orti, Municipio 4 (Porta Romana). 

# Ostello Bello

Il luogo di incontro dei radical più giovani e internazionali di Milano. Ambiente cosmopolita, iniziative di ogni genere, open mind, format che è stato aperto all’estero. In America? A Londra? A Parigi? Macchè: a Bagan, in Myanmar. Scelta favolosamente radical. Via Medici, Municipio 1 

# RadiceTonda

Intuizione di Guido, esponente del filone radical che non ne sbaglia una, si riconosce per l’uso di legno, di materiale riciclato per i piatti che a volte ti si squagliano tra le mani, sedie scomode ma piatti super sani, vegan, più li mangi più ti senti dimagrire. Via Lazzaro Spallanzani, 16, Municipio 3 (Buenos Aires)

# Trattoria Aurora

Un riferimento radical non poteva mancare nel distretto della moda, Tortona- Savona, con la trattoria Aurora e i suoi agnolotti tra specchi, arredi in stile liberty e l’immancabile cortile. Via Savona, 23, Municipio 6 (Tortona)

# Eataly

Sì, qualche radical lo si può incontrare perfino all’Esselunga, sotto Gae Aulenti o in Papiniano, ma casa loro per la spesa è l’Eataly allo Smeraldo. Anche se costa un botto la qualità e il senso di appartenenza ripagano la scelta. Piazza Venticinque Aprile, 8, Municipio 1 (confine con Municipio 9) Porta Nuova

# Pavé

Non è un bar ma un laboratorio di pasticceria. Un luogo di culto nel quartiere più multietnico di Milano. Si respira aria berlinese con un interior design che sembra realizzato portando quello che c’era in cantina: sedie e tavole colorate, ognuna diversa dall’altra. Ambitissima la poltrona con vista sulla strada. Qualità elevata, personale molto simpatico ed empatico. Via Felice Casati, 27, Municipio 3 (Buenos Aires) 

# Kathai

 
“Il meglio del cibo etnico da tutto il mondo“. Basta questa autocitazione per capitare quanto sia radical chic questa via di mezzo tra supermercato e bazar, dove si trova tutto ciò che è più alternativo di provenienza esotica.  Via Luigi Canonica, 54, Municipio 8

# A ruota libera

No bici, no radical. A Milano la bicicletta non è un mezzo di trasporto è un’ideologia totalitaria. Uno dei locali di riferimento è aRuotaLibera: lettering e claim (“un’officina, laboratorio, generatore di idee su due ruote”) sono un vessillo radical. Via Giulio Romano 23, Municipio 5 (Porta Romana)

# BAM

Andrea Cherchi (c)

Era la biblioteca degli alberi, poi è diventata BAM e finalmente ha anche gli alberi. Il radical ama il verde e i parchi, ma tra i tanti quello che sente più suo è lo spazio verde contornato di grattacieli, ora diventato parco culturale. Già il nome è un manifesto radical, una delle geniali intuizioni di un guru del mondo radical: Stefano Boeri. Biblioteca degli alberi, Municipio 9 (Isola)

# Chioschetto

Altrove sono popolari, a Milano i chioschi sono radical. Il top è quello in piazza Mentana, dove tra i radical si narra che si trovi il miglior Mojito di Milano. Piazza Mentana, Municipio 1

# Ortica

balera ortica
balera ortica

Niente discoteca per i radical. Se si vuole divertirsi la sera, si va tutti in Balera, all’Ortica. Una variante un pizzico più chic è lo Spirit de Milan in BovisaVia Giovanni Antonio Amadeo, 78, Municipio 3 (Ortica)

# Potafiori

Di giorno è negozio di fiori, la sera è un ristorante gestito da una cantafiorista, che la sera si esibisce nel locale e, per i più romantici, si offre di fare serenate a domicilio. In via Salasco 17, Municipio 5 (Bocconi)

# Birrificio Lambrate

In una serata radical non può mancare la birra artigianale, meglio se di origine amanuense medievale. Tra i diversi punti di riferimento svetta da anni il Birrificio Lambrate. Via Camillo Golgi, 60, Municipio 3 (Lambrate)

# Piccolo Teatro

Se non ci fossero i radical non ci sarebbero i teatri. Il più radical di tutti è il gioiellino creato da Strehler, altro immenso e rimpianto esponente del mondo radical. Da non confondere con il Piccolo teatro Strehler di Lanza, piuttosto snobbato dai radical. Via Rovello, Municipio 1 (Cordusio)

# Le 5 vie

Il quartiere che fa rima con Radical è l’Isola. Si sa. Ma l’avanguardia più chic un po’ storce le labbra, meglio le 5 vie, un’area che anche se è nel cuore di Milano, un po’ si nasconde, può sembrare perfino dimessa ma emana un senso di superiorità imbarazzante 5 vie, Municipio 1

# Jamaica

Concludiamo con il locale che ha attraversato svariate generazione di radical. Anche se Brera, prima culla del mondo radical, si è ormai imborghesita, resiste sempre il mito Jamaica, il “caffé degli artisti”, nato nel 1911, frequentato dai massimi esponenti della Milano di ogni tempo, con il suo nome esotico che porta l’allure dei Caraibi nel cuore di Milano. Via Brera, 32, Municipio 1 (Brera)

Continua la lettura con: 20 segnali per capire se una persona fa parte dell’upper class milanese

MILANO CITTA’ STATO

Special thanx: Valentina Burlando

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Qual è il vero centro di Milano? 10 luoghi di attrazione alternativi al Duomo

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Storicamente a Milano il centro è una misura di valore. Più ci si avvicina al Duomo e più aumenta il prestigio e l’autostima. Così è sempre stato e ancora vale in certi ambienti, in particolare tra chi vive in Area C. Eppure molto sta cambiando e negli ultimi anni stanno aumentando gli attacchi al monopolio del Duomo.

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Qual è il vero centro di Milano? 10 luoghi di attrazione alternativi al Duomo

#1 Piazza Gae Aulenti con la «cattedrale laica» che ha superato il Duomo

foto andrea cherchi
foto andrea cherchi

Il nuovo centro. La cattedrale laica che ha superato in altezza il Duomo. La sfida gotica del grattacielo Unicredit, esprime la Milano che vola in alto. In fondo lo stesso Duomo è un’anomalia, unica cattedrale gotica d’Italia, come i grattacieli di Porta Nuova, la Milano che non sembra Italia.

#2 City Life, una fiera nell’ex Fiera

foto andrea cherchi
foto andrea cherchi

L’ultimo centro. Una fiera nell’ex fiera: ha mantenuto il suo carattere commerciale, con un campionario di cose, dal multisala ai campetti sportivi per radical chic, luogo d’elezione per cantanti e fashion blogger.

#3 Darsena, il centro dei Navigli

foto andrea cherchi
foto andrea cherchi

E’ il nostro porto, luogo di scambio, di transito, dove c’è il mercato, lo snodo dei navigli, da dove partono tutti i locali.

#4 Arco della Pace, il centro più europeo

foto andrea cherchi
foto andrea cherchi

Il centro degli aperitivi. Il luogo più amato da Napoleone, qui nasce la Repubblica Cisalpina, il luogo di arrivo a Milano e da cui si apre l’Europa.

#5 Isola (piazza Minniti), il ritorno al passato

foto andrea cherchi
foto andrea cherchi

Isola è un’entità a sé, l‘isola in città, è il luogo del delitto, una specie di germoglio da cui è partito il rinnovamento di Milano, come un tempo era divampata la rivolta delle 5 giornate.

Leggi anche: 21 fatti che non conoscevi su Isola

#6 Stazione Centrale, il collegamento con il mondo

foto andrea cherchi
foto andrea cherchi

Il centro di confine. Turisti e innamorati, skaters e immigrati, centro di chi viene e di chi va. Uno dei centri di Milano, nel bene e nel male.

#7 Piazza Leonardo da Vinci, la nuova generazione

giardini piazza leonardo www.z3xmi.it

Il centro scientifico. Il centro di città studi, la città che vive di giorno e che di notte sfuma.

#8 Fondazione Prada, il centro in periferia

foto andrea cherchi
foto andrea cherchi

Il centro intellettuale. La nuova cultura milanese, le avanguardie, il centro della sperimentazione artistica e della riqualificazione di classe. Iniziativa coraggiosa che ha portato il centro in periferia.

#9 NoLo (piazza del Governo Provvisorio), il centro start-up

foto andrea cherchi

Era al centro di un luogo terribile, dove si doveva girare armati, evitando di parcheggiare la macchina, era un centro di malavita. Attrae sempre chi ama il rischio, giovani startuppari e le imprese più innovative.

#10 Vigevano, il centro della Grande Milano

vigevano
vigevano

Una delle più belle e grandi piazze della Grande Milano.

Continua la lettura con: Le 10 vie di Milano più da Milano

ANDREA ZOPPOLATO
Foto di ANDREA CHERCHI

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Sull’app di Trenitalia il biglietto per muoversi a Milano con la massima libertà

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Biglietto Atm Trenitalia

L’integrazione tra treni, metro e mezzi di superficie. Un grande sogno per i milanesi che finalmente vede compiere un primo passo per i sistemi di bigliettazione. Vediamo la procedura d’acquisto e come si utilizza il biglietto.

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Sull’app di Trenitalia il biglietto per muoversi a Milano con la massima libertà

# Un biglietto unico per spostarsi all’interno di Milano e nel primo hinterland con treni, tram, bus e metro

Sistema tariffario integrato

Un solo biglietto per utilizzare tutti i trasporti dell’area milanese. In realtà il ticket esisteva già grazie allo Stibm, il Sistema Tariffario Integrato che si applica a un’area che comprende Milano, i Comuni della Città Metropolitana, i Comuni della provincia di Monza Brianza e alcuni della provincia di Lodi. Il sistema suddivide in zone di tariffazione concentriche, con Milano al centro e il costo del biglietto che aumentano in base alle zone attraversate.  La novità riguarda l’integrazione con il servizio di bigliettazione di Trenitalia, per ora solo sulla propria app, che consente di acquistare il ticket valido sui treni regionali di Trenitalia, Trenord, su tutti i mezzi Atm (bus, filobus, tram e metro) e altri operatori presenti nelle zone Mi1-Mi3 che comprendono Milano e 21 Comuni dell’hinterland.

Leggi anche: Biglietti ATM più cari per i non residenti? La proposta al vaglio

# Come funziona l’acquisto dei biglietti

App Trenitalia

Accedendo all’app di Trenitalia, sia se si è registrati che senza aver effettuato il login, si fa clic su “acquista e poi su “servizi”.

Servizi app Trenitalia

A questo punto si clicca sull’icona “Milano – biglietto ordinario STIBM”.

Biglietto Stibm

Infine si sceglie quanti se ne vuole acquistare e si inseriscono i dati personali se non si è già registrati.

Biglietto Atm con app Trenitalia

Al termine della procedura l’app produce un biglietto in formato Qr code da attivare sempre all’interno della stessa, entro 12 mesi. Da quel momento è utilizzabile su tutti i mezzi ed entro le aree e la durata temporale di validità prevista.

# Entro fine anno disponibile anche la funzione “door to door”

Con l’integrazione dei biglietti anche nella funzione “door to door”, prevista entro la fine dell’anno, sarà possibile pianificare un viaggio includendo ad esempio treno, bus e parcheggio. Per farlo basterà impostare un indirizzo di origine e destinazione che va oltre le stazioni ferroviarie.

Continua la lettura con: Tutti i mezzi di trasporto in Lombardia con un solo biglietto

FABIO MARCOMIN

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7 fermate della metro e 3 stazioni: Monza sarà la regina dei trasporti?

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Lo scenario degli hub multimodali del PUMS - Documento Monza Mobilità

Monza si prepara a una rivoluzione del trasporto su ferro grazie al prolungamento della linea M5 e alla realizzazione di una nuova stazione ferroviaria. Sarà in una posizione privilegiata per i collegamenti con Milano e con il territorio circostante. Questo lo scenario dei trasporti nei prossimi 10 anni.

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7 fermate della metro e 3 stazioni: Monza sarà la regina dei trasporti?

# La linea M5 prolungata da Milano: saranno 7 le fermate nel territorio monzese

Credits ascuoladiopencoesione.it – Tracciato M5

La linea M5 sarà la prima metro da una città a un’altra. Il tracciato nel territorio monzese sarà di 7,5 km sui 13 totali e prevede 7 fermate: viale Campania, via Marsala (angolo via Goldoni), Monza FS, piazza Trento e Trieste, Parco e Villa Reale, Ospedale San Gerardo (piazza della Resistenza) e capolinea al polo istituzionale in via Grigna, dove ci sono le sedi di provincia, prefettura e questura. Queste fermate saranno precedute da altre 3 nel comune di Cinisello Balsamo (Testi Gorky, Rondinella Crocetta), oltre appunto a quella di Cinisello Monza al confine con la provincia di Monza. Previsto anche un maxi deposito nel quartiere di Casignolo.

M1 e M5

Ai confini tra il Comune di Cinisello Balsamo e la Provincia di Monza Brianza è previsto inoltre l’interscambio con la futura stazione di Bettola della M1, in estensione da Sesto Fs e con il bando di gara per il completamento dei lavori atteso nei prossimi mesi.

Leggi anche: La M1 corre a Monza: arrivano i soldi!

# Lavori al via nel 2025, inaugurazione del prolungamento tra il 2032 e il 2033

Credits simopulp IG – Linea M5

Nei prossimi mesi è attesa la pubblicazione del bando con lavori attesi in partenza nel 2025, al più tardi all’inizio del 2026, con inaugurazione del prolungamento tra il 2032 e il 2033. Questo il cronoprogramma di ogni opera: 1.200 giorni di lavoro per la realizzazione del deposito Monza-Casignolo, 1.550 giorni per il cantiere della stazione Campani, 1.870 giorni per la stazione Monza Fs, 1.475 per quella di Marsala, 1.744 per la stazione Trento e Trieste, 1.460 per quella di Monza Brianza, 1.470 giorni per la stazione Parco Villa Reale e 1.348 giorni di lavoro per la stazione ospedale San Gerardo.

Leggi anche: METRO LILLA a Monza: le SETTE NUOVE FERMATE e il punto sui cantieri

# La nuova stazione Monza Est pronta nel 2027

Comune di Monza – Inquadramento area stazione e sottopasso

All’estensione della M5 si aggiungerà a Monza una nuova stazione ferroviaria: Monza Est-Parco fra le vie Einstein e Confalonieri/De Marchi. Nel progetto è compreso anche il sottopasso ciclopedonale di 25 metri fra le vie interessate, già inaugurato, una banchina per ospitare i treni della linea “Besanino” S7 Monza – Molteno – Lecco e la predisposizione di un’altra banchina aggiuntiva per il futuro passaggio della linea S8 Lecco – Carnate – Milano Porta Garibaldi. Previsti anche una nuova pensilina, un parcheggio coperto per le biciclette e la riqualificazione delle aree esterne con anche una zona dedicata alla sosta breve (kiss&ride). La fermata sarà di tipo urbano e non di interscambio.

urban_transport_etc IG – Besanino

Il passaggio del Besanino consentirà di raggiungere Milano in modo più rapido, senza essere obbligati a raggiungere la stazione centrale di Monza. L’investimento complessivo è di 6,5 milioni di euro, di cui 1,5 a carico del Comune di Monza e 5 di Rfi. L’avvio del cantiere è programmato per  il 2026 con previsione di attivazione della la nuova stazione entro il 2027.

Leggi anche: Una nuova stazione in arrivo: si andrà al parco in treno

# La rivoluzione su ferro di Monza: 7 stazioni della metro, una di interscambio tra M1-M5 nel territorio provinciale e 3 stazioni ferroviarie

Lo scenario degli hub multimodali del PUMS – Documento Monza Mobilità

Nei prossimi 10 anni il Comune di Monza assisterà a una rivoluzione della mobilità su ferro: previste 7 stazioni della metropolitana, a cui si aggiunge quella di interscambio con la M1 nei pressi dei confini tra il Comune di Cinisello Balsamo e la provincia di Monza Brianza, e 3 stazioni ferroviarie con quella di Monza Est a servire i residenti non raggiunti dal tracciato della futura M5, insieme a quella esistente di Sobborghi, con un incremento fino a 36 coppie di treni al giorno contro le attuali 20 e un cadenzamento semi orario.

La stazione Centrale di Monza, che interscambierà con la linea M5, nello scenario del PUMS cittadino si prevede che sarà quella più utilizzata con 2.800 passeggeri previsti nell’ora di punta del mattino.

Fonte: Monza Today

Continua la lettura con: M5 punta verso Settimo: le ultime novità

FABIO MARCOMIN

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Le 7 gelaterie più buone di Milano aperte anche in agosto

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Credits Andrea Cherchi - Gelateria Marghera

7 tappe golose da non farsi scappare per chi rimane in città nel mese delle ferie.

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Le 7 gelaterie più buone di Milano aperte anche in agosto

# Gelateria Marghera: dal 1979 l’icona del gelato da passeggio

Credits rinoserrone IG – Gelateria Marghera

Via Marghera è sinonimo da decenni di traffico congestionato dalle auto parcheggiate in doppia fila davanti alla Gelateria Marghera. Un classico milanese. Questa gelateria, nata come il primo negozio a Milano interamente dedicato al gelato da passeggio o da asporto, offre una vasta gamma di gusti realizzati freschi nel laboratorio interno, utilizzando solo materie prime naturali e mantenendo così una produzione veramente artigianale. Punto di riferimento della città da 45 anni, la Gelateria Marghera ha aperto nel 1979 e continua a evolversi costantemente, anche nella comunicazione del proprio brand. Tra le sue innovazioni, spicca il “gelato gourmet”. Nel 2024 ha ricevuto il premio “Golosaria – Migliori Gelaterie d’Italia”. Rimane aperta tutto il mese di agosto, dalle ore 11:00 alle ore 24:00.

Indirizzo: Via Marghera, 33

# Gelateria Artico: premiata dal Gambero Rosso e dal New York Times

La Gelateria Artico è rinomata per il suo gelato tradizionale. Recentemente, è stata inserita dal The New York Times tra i cinque migliori posti da visitare a Milano. Utilizza esclusivamente materie prime di eccellente qualità, senza additivi chimici, e tutti gli ingredienti sono naturali e preparati internamente. Questo impegno le è valso il riconoscimento di “3 coni” nella Guida Gambero Rosso. Attualmente, la gelateria conta quattro sedi in città. I punti vendita di Isola e Città Studi saranno chiusi il 15 il 16 agosto, mentre quello in Duomo rimarrà aperto per tutto il mese.

Indirizzi: Via Porro Lambertenghi 15, Via Dogana 1, Via Giovanni Pacini, 17 e V. Ambrogio Bergognone da Fossano, 27

# Gelateria artigianale n° 22: un punto di riferimento in Porta Romana

Credits: zero.eu

La “Gelateria Artigianale n° 22” mantiene uno stile tradizionale, con un paio di sgabelli al bancone, un laboratorio visibile dietro e alcune panchine all’esterno. La gelateria si distingue per la sua produzione unica e gusti originali come pera con cannella e pompelmo rosa, mascarpone con arance e fichi, nocciola con mandorla e cioccolato San Tomè. A soli 100 metri dalla storica “Polleria” di Giannasi, offre un gelato di eccellente qualità ed è aperta anche ad agosto.

Indirizzo: Corso Lodi, 22

# Gelateria Alberto Marchetti: il meglio di Torino a Milano con due punti vendita

Credits ilpostochevale IG – Alberto Marchetti

Alberto Marchetti ha inaugurato la sua celebre gelateria a Torino, considerata una delle migliori in Italia, e nel 2014 ha aperto un punto vendita a Milano in viale Montenero 73. Successivamente, ha aggiunto un corner presso Eataly Smeraldo. La gelateria presenta un design minimalista con banchi a pozzetto e offre una selezione dei gusti più apprezzati di Marchetti, tra cui Farina Bona, Bonet, Cioccolato Extra senza latte e Ramassin. Tra le alternative, si può gustare l’affogato da passeggio con tre palline di gelato a scelta, caffè e granella, oppure per i più salutisti, il gelato con frutta. La gelateria chiude solo a Ferragosto.

Indirizzi: Viale Montenero 73 e Eataly Smeraldo, Piazza Venticinque Aprile, 10

# Gelateria Giova: gelato top fatto con ingredienti di aziende agricole locali

Credits: flawless.life – Gelateria Giova

La Gelateria Giova si distingue per l’uso di ingredienti di altissima qualità, provenienti principalmente da aziende agricole locali, e per la trasparenza nella produzione, unita a passione e dedizione. Tra i gusti fissi si possono trovare sorbetto di cioccolato, yogurt, e pistacchio di Bronte. Tra i gusti a rotazione, ci sono ricotta e gocce di cioccolato, arachidi, fichi fioroni e fragoline di bosco. Per chi si trova nel quadrante est della città, questa gelateria è una tappa imperdibile. Chiusa solo la settimana di Ferragosto.

Indirizzo: Corso Indipendenza, 20

# Gelateria Rigoletto: solo ricette artigianali nell’ovest Milano dal 1997

Credits bar.damien_park IG – Gelateria Rigoletto

In tutti i tre punti vendita del Rigoletto, situati nella zona ovest della città, dal 1997 viene seguita una sola filosofia: preparare gelato artigianale con ingredienti genuini, basandosi su ricette tradizionali, ma senza rinunciare a sapori innovativi e contemporanei. La varietà di gusti è ampia, con circa trenta opzioni, che spaziano dalle diverse versioni di cioccolato ai gusti come malaga, cassata e torrone. Inoltre, offrono deliziose barrette di cioccolato artigianali, semifreddi e rinfrescanti granite. Rimangono aperti per tutto il mese di agosto.

Indirizzi: Via San Siro 2, Piazza Po 10 e Via Cola di Rienzo 2

# Premiata Cremeria Rossi: la Sicilia più dolce in piazza Bolivar

Spostandosi verso sud, in Piazza Bolivar, si trova la Premiata Cremeria Rossi. Questo locale porta a Milano il vero gelato e la granita siciliana, oltre a deliziosi cannoli e cassate. La specialità della casa è il pistacchio, disponibile sia nel classico cono che nella tipica brioche siciliana. Gli altri gusti, anch’essi di consistenza cremosa e realizzati con ingredienti di alta qualità, non sono da meno. Per chi preferisce le granite, i gusti alla fragola e alla mandorla sono particolarmente raccomandati. La cremeria è aperta tutto l’anno, eccetto il 14 e il 15 agosto.

Indirizzo: Piazza Bolivar, 7

Continua la lettura con: I 10 gelati più buoni di Milano (secondo i milanesi)

FABIO MARCOMIN

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Iniziati i lavori per il «super centro» di Milano: i nuovi varchi off limits e le prossime restrizioni alla circolazione

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Ztl Milano centro

Praticamente una super Area C. Un’area C nell’area C. Super off-limits. Sono partiti i lavori per creare i nuovi varchi. O meglio, per chiuderli. Questi i confini della la nuova area a traffico limitato, come funziona e le prossime restrizioni in arrivo e allo studio.

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Iniziati i lavori per il «super centro» di Milano: i nuovi varchi off limits e le prossime restrizioni alla circolazione

# Partiti i lavori per la ZTL nel Quadrilatero della Moda allargato: previsti 9 varchi,  ma slitta la data di attivazione 

Ztl centro

Entra nel vivo il piano di Palazzo Marino volto a ridurre la circolazione di veicoli privati in città. La prima azione concreta è la realizzazione della ZTL nel super centro, corrispondente al Quadrilatero della Moda e altre vie limitrofe tra Corso Matteotti e Corso Vittorio Emanuele. Il 6 agosto sono partiti i lavori per la realizzazione delle opere civili. Questo il calendario degli interventi:

  • fino all’8 agosto per il varco numero 6 in Via Bigli angolo Via Manzoni;
  • dal 9 al 12 agosto per il varco numero 7 in Via Morone angolo via Manzoni;
  • dal 13 al 14 agosto per il varco numero 5 in Via Montenapoleone angolo Via Borgospesso;
  • il 2 e 3 settembre per il varco numero 8 in via Case Rotte angolo Via Manzoni;
  • dal 4 al 6 settembre per il varco numero 9 in Via Case Rotte. 

In totale sono previsti 9 varchi elettronici, 5 per l’ingresso e 4 per l’uscita, che verranno installati 30 giorni dopo la fine dei lavori e quindi entro ottobre. Per l’attivazione della ZTL bisognerà attendere il via libera ministeriale, che quindi non potrà avvenire entro il mese di settembre, come annunciato qualche mese fa dal Comune di Milano.

# Le regole di accesso

Credits andrealevy_777 IG – Via Montenapoleone

La possibilità di accesso è garantita solo a: residenti proprietari di box o garage e a chi parcheggia nelle autorimesse della zona, oltre a mezzi di servizio e di trasporto pubblico e privato, come taxi e Ncc, e fornitori autorizzati. Per il primo anno di attivazione della nuova Ztl, attiva tutti i giorni H24, sono concessi 15 minuti di tolleranza per il transito delle auto, per trovare parcheggio, con le autorimesse obbligate a dotarsi di un sistema di prenotazione del posteggio.

# Le possibili future restrizioni alla circolazione

Telecamere Area B

Il Sindaco Sala guarda però già oltre, non escludendo di allargare ancora di più il perimetro nel prossimo futuro, ad esempio rendendo pedonali o ZTL le strade chiuse per il Fuorisalone 2024. Non solo, allo studio ci sono altre restrizioni alla circolazione. Tra le proposte della maggioranza, con un ordine del giorno all’inizio del 2024, ci sono infatti quelle di:

  • incrementare ulteriormente il ticket di ingresso di Area C a 10 euro;
  • far pagare anche tutti i veicoli ibridi ed elettrici;
  • estendere l’arco temporale di attivazione delle telecamere oltre l’intervallo attuale 7.30-19.30.

Tra le novità probabili entro la fine del 2024 c’è l’attivazione di Area C anche nel fine settimana, esclusi i residenti che il sabato e la domenica continueranno ad accedere. Tra le ipotesi future anche quella di mettere a pagamento l’accesso ad Area B, al momento però non ci sono tempistiche a riguardo e l’implementazione del sistema impiegherebbe almeno 6 mesi.

# I nuovi divieti in Area C e Area B

Area C

Accanto alle possibili restrizioni future ci sono quelle già programmate che riguardano i divieti di accesso e circolazione a specifiche categorie di veicoli in Area B e C. Nel dettaglio:

  • in Area B e Area C, per moto e i ciclomotori alimentati a miscela (motore a due tempi) Euro 2, a gasolio Euro 2 e a benzina (motore a quattro tempi) da Euro 0 a Euro 1 dal primo ottobre 2025;
  •  in Area B per i veicoli diesel Euro 6 diesel Euro 6 A-B-C (se acquistati dopo il 31 dicembre 2018), veicoli di trasporto di cose alimentati diesel Euro 6 A (se acquistati dopo il 31 dicembre 2018), diesel Euro 6 B-C (se acquistati dopo il 30 settembre 2019) e Euro 4 benzina dal primo ottobre settembre 2028, per i diesel Euro 6 D_TEMP e D lo stop parte dal primo ottobre 2029;
  • in Area C dal primo ottobre 2027 lo stop riguarda gli Euro 4 benzinadal primo ottobre 2028 le seguenti motorizzazioni diesel: Euro 6 A-B-C, i taxi e Ncc (fino a 9 posti), Euro 6 A-B-C (se acquistati dopo 31 dicembre 2018) e veicoli trasporto cose (N1), Euro 6 A (se acquistati dopo 31 dicembre 2018) e Euro 6 B-C (se acquistati dopo il 30 settembre 2019). Infine i diesel Euro 6 D_TEMP e D dal primo ottobre 2030.

Leggi anche: La rivoluzione mobile: le 10 novità per muoversi a Milano in arrivo nel prossimo futuro

Continua la lettura con: Le Ztl di Milano verso nuove modifiche: Area B a pagamento e Area C più cara?

FABIO MARCOMIN

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Il «Borgo dei Celti»: a tre ore di auto Milano ritrova la sua origine

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Ph. @fabio.b.firenze IG

A Milano sono rimaste timide tracce della sua origine celtica. Cancellate dai secoli e dalle culture che si sono via via avvicendate. Ma se si vuole ritrovare lo spirito di un tempo, esiste un luogo perfetto per fare un salto nel passato. Foto cover: @fabio.b.firenze IG

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Il «Borgo dei Celti»: a tre ore di auto Milano ritrova la sua origine

# Fiumalbo, il borgo dei Celti

Ph. @maralopatriello IG

Lo spirito della prima Milano lo ritroviamo in provincia di Modena. Immerso nel verde del Parco del Frignano, si trova il borgo di Fiumalbo. Conosciuto anche con il nome di “Borgo dei Celti”, vanta quasi 1000 anni di storia, ma le sue radici sono da ricercare molti anni più indietro: nel popolo celtico. Le sue origini sono, quindi, da collocare nel IV secolo avanti Cristo, riconducibile all’epoca della discesa dei Celti in Italia.

# La caratteristiche capanne con tetto a gradoni e le “marcolfe”

credits ilborgodeicelti.com

In seguito alle loro tradizioni ed influenze, Fiumalbo ora si presenta ai turisti con delle caratteristiche capanne con una copertura in paglia di segala e il tetto a gradoni in arenaria. Ma non solo, a testimoniare l’antica presenza celtica sono anche le “marcolfe”, delle statue in pietra dai visi grotteschi, poste vicino alle case con la funzione di scacciare gli spiriti maligni.

# L’infiorata: l’amore è nell’aria

credits: @giulya1982 su IG

Il centro storico è ricco di numerose attrattive che regalano un po’ di romanticismo. Le strette vie in pendenza conducono ai principali edifici storici del borgo e ci fanno incantare con la loro raffinatezza, la piazza principale ospita la meravigliosa Chiesa di San Bartolomeo Apostolo che custodisce numerosi tesori e oggetti preziosi di grande valore artistico.

Fiumalbo è anche ospite di una tradizione tanto incantevole quanto profumata: l’infiorata. Ogni anno, nel mese di giugno, si realizza la processione di Corpus Domini in cui vengono disegnati giganteschi quadri con fiori sminuzzati di ogni colore, raffiguranti immagini sacre.

Paesaggi suggestivi e tanto verde: così, natura e tradizione circondano il piccolo borgo di Fiumalbo, offrendo gli elementi ideali per un soggiorno magico.

# Il fiumalbino, un dialetto unico nel suo genere

 

credits: bulgnais.com

Un ulteriore elemento che rende l’esperienza ancora più curiosa e di valore è il dialetto locale. Il fiumalbino è un varietà di dialetto emiliano tra i più conservativi dell’Emilia-Romagna ed è particolarmente interessante per le sue origini storiche e linguistiche. Ha origine da numerose sfumature dal toscano, dal ligure e dal veneto, creando un mix così particolare che lo contraddistingue da tutti gli altri dialetti presenti nella zona.

Continua a leggere con: “GLI AEREI”: a due ore da Milano uno dei ristoranti abbandonati più singolari al mondo

SELENE MANGIAROTTI

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L’incredibile storia del «Diavolo di Porta Romana» che abitava nel «palazzo immortale»

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Ph. LeandroDeCarvalho

Nel Medio Evo avevano calcolato il numero di demoni degli inferi: 133.306.608. Ma il loro signore era uno solo e abitava a Milano.

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L’incredibile storia del «Diavolo di Porta Romana» che abitava nel «palazzo immortale»

# Il palazzo dove si facevano feste durante la peste

Più precisamente in corso di Porta Romana 3. Così almeno si diceva nel 1630. In quell’anno tragico Milano venne falcidiata dalla peste che uccise in media mille persone al giorno. In un clima del genere c’era ben poca voglia di festeggiare, tranne che all’interno di un palazzo. Che, in breve, divenne famoso in tutta la città.

# Il padrone di casa “con la fronte infuocata e occhio fiammeggiante”

Ludovico Acerbi

Come raccontano Francesca Belotti e Gianluca Margheriti nel testo Milano Segreta, un contadino raccontò di essere stato invitato in quella casa e di avere visto molte “larve sedute a congresso da un uomo con aspetto di principe ma con la fronte infuocata e occhio fiammeggiante”.

Un cronista dell’epoca disse di avere incontrato Satana in quel palazzo e così lo descrisse: “Di anni cinquanta in circha con barba quadra et longa, né magro né grasso, né bianco né nero. Comparisce ogni giorno in carrozza superbissimo con sedici staffieri giovani, sbarbati, vestiti di livrea verde dorata et con assai copia di gioie e sei cavalli tirano la sua carrozza”.

# Le feste sfrenate di Satana

L’uomo che ritenevano fosse satana si chiamava Ludovico Acerbi, marchese di Cisterna. Era arrivato a Milano da Ferrara nel 1615 su incarico del governo spagnolo.

Ricco di famiglia, Acerbi acquista l’intero palazzo di Corso di Porta Romana 3 e lo fa ristrutturare in stile barocco, che conserva anche oggi. In anni di crisi economica faceva scalpore un tale sfarzo e dispendio di denaro, tanto che su di lui iniziarono ad aleggiare ombre sinistre. Ma la vera e propria consacrazione di principe del male avvenne con la violenta epidemia di peste. Mentre i cittadini morivano nelle strade, satana che faceva? Se la godeva con feste sfrenate.

Acerbi se la spassava invitando la nobiltà che era rimasta in città e più i morti crescevano più le sue feste diventavano sontuose. Chi passava la notte in quella strada, sentiva risuonare la musica, le risate e le urla di gioia di una nobiltà che si credeva immortale.

La peste se ne andò e in casa Acerbi nessuno risultò colpito dal morbo. E, si dice, neanche i nobili che parteciparono alle feste lo furono. E come avrebbero potuto, visto che avevano venduto l’anima al Diavolo di Porta Romana?

# Un palazzo immortale: la palla di cannone inesplosa

La presenza del diavolo sembra proteggere non solo i frequentatori delle sue feste. Sembra estendersi all’intero palazzo. Proprio al numero 3 di corso di Porta Romana c’è una palla di cannone conficcata sul muro. Non si tratta di una palla di cannone qualsiasi, no: è una di quelle scagliate dall’esercito austriaco per contrastare l’insurrezione dei cittadini milanesi in occasione delle celebri cinque giornate del marzo 1848. Una palla rimasta inesplosa così da salvare le sorti al palazzo e ai suoi inquilini. 


Fonte: Milano Segreta, Francesca Belotti-Gian Luca Margheriti, Newton Compron Libri

Continua la lettura con: Porta Romana Bella: i motivi per amare il quartiere della Dolce Vita di Milano

MILANO CITTA’ STATO

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Le «vie private» di Milano: cosa sono e che cosa le differenzia dalle strade normali

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Ph. @dunsany65 IG

Nel reticolo di strade di Milano, esistono 720 vie della lunghezza complessiva di 200 chilometri, che vengono definite “private”. Di queste, 460 sono ad uso pubblico. Ma cosa significa “via privata” e che cosa la differenzia da una strada normale? Foto cover:  @dunsany65 IG

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Le «vie private» di Milano: cosa sono e che cosa le differenzia dalle strade normali

# Cosa sono le vie private?

mappa dei quartieri fonte: urbanfile.org
mappa dei quartieri fonte: urbanfile.org

Le vie private, che risalgono alla prima metà del ‘900, erano per lo più vie brevi con ovviamente poche case e cancelli o catene all’inizio della stessa. Erano chiamate così perché adibite al transito solo dei residenti di quella via, non erano utilizzabili per un traffico cittadino in quanto la maggior parte erano vie strette e prive di parcheggio o con parcheggio solo da un lato della strada e la gestione ingresso/uscita era demandata ai residenti.

Milano cresceva così rapidamente che non c’era il tempo di pianificare strade e servizi pubblici che venivano poi costruiti in seguito, per questo alcune vie o pezzi di via venivano realizzati su suolo privato appartenente a condomini e enti. In seguito all’ampliamento della città, nella maggior parte di queste sono rimasti solo i cartelli ad indicazione della tipologia di “via privata” e l’accesso è diventato libero.

# Quando una via privata è accessibile a tutti

In base alla legge una strada privata può definirsi “ad uso pubblico” se viene “utilizzata da chiunque, da una collettività indeterminata di persone e deve essere idonea a soddisfare esigenze di interesse generale, come per esempio il collegamento ad una strada di proprietà pubblica.”

In questo caso la manutenzione spetta al Comune di Milano, in quanto i residenti hanno ceduto la titolarità della strada all’ente. Per le strade invece che rimangono utilizzate solo dai residenti la manutenzione spetta a loro.

# Le ultime vie diventate ad uso pubblico nel 2013

Sono 53 le vie che nel 2013 sono passate in uso al Comune di Milano perché di fatto erano già in uso alla viabilità cittadina pur essendo formalmente private. Precisamente 12 strade intere e altri 35 tratti di strada che hanno cambiato proprietà un po’ in tutte le zone e nel dettaglio sono:

Zona 2
Via Bottelli
Via Fortezza
Viale Monza
Via Platone
Via del Progresso
Via Tofane
Via Zuretti (2 tratti)

Zona 3
Via Fraccaroli

Zona 4
Via Ardigò
Via Bonfadini
Via Pasini

Zona 5
Via Briano
Via Don Rodrigo
Via dei Fontanili
Via Fra’ Cristoforo
Via Gargano
Via Pienza
Via Ripamonti
Via Rozzano
Via San Bernardo
Via Sant’Arialdo
Via Vivarini
Via Passo Pordoi

Zona 6
Via Filargo
Via Pichi
Via Russoli

Zona 7
Via Canevari
Via Luigi Zoja (correzione)
Via Frosinone
Via Passo di Fargorida
Via Stupinigi
Via Val Lavizzana
Via Zappa

Zona 8
Via Cefalù
Via Fabrizi
Via Meloria
Via Parabiago
Via Punta Licosa
Via Stephenson
Via Valvassina

Zona 9
Via Bracco
Via Calizzano
Via Candoglia
Via Cantoni Costanzo
Via Carnevali
Via Giuliani
Via Guicciardi
Via Lambruschini
Via Pesaro
Via San Basilio
Via Spellanzon
Via Tremiti

Continua la lettura con: Queste sono le strade più strane di Milano

FABIO MARCOMIN

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La “nuova” Via dell’Amore: il sentiero più romantico del mondo è tornato!

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Raffaella Saporito - Via dell'Amore

Dopo una frana che ne aveva interrotto il percorso nel 2012, la Via dell’Amore ha inaugurato, tutta rinnovata. Vediamo cosa è stato fatto e il costo del biglietto.

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La “nuova” Via dell’Amore: il sentiero più romantico del mondo è tornato!

# La via dell’amore: un tempo ritrovo per giovani desiderosi di intimità, lontano da occhi indiscreti

Raffaella Saporito – Via dell’Amore

Finalmente ci siamo: la pittoresca Via dell’Amore, uno dei gioielli delle Cinque Terre, ha riaperto! Un frana che provocò feriti aveva costretto alla sua chiusura il 24 settembre 2012, con un breve tratto riaperto a tutti di 170 metri a giugno 2023 sul totale di 1,5 km metri tra Riomaggiore e Manarola. Creato negli anni ’20 come passaggio di servizio per il cantiere del tunnel ferroviario, è diventata in seguito un collegamento tra le due frazioni e poi un luogo di ritrovo per i giovani, e consentiva a innamorati, turisti e appassionati del paesaggio di camminare lungo un percorso a strapiombo sul mare con una vista mozzafiato, rinomato a livello mondiale. 

# Cosa è stato fatto per ripristinare il percorso

Credits pperacchini IG – Foto riapertura breve tratto della Via dell’Amore nel 2023

La messa in sicurezza e il ripristino del percorso, parte di un parco nazionale e sito Unesco, ha comportato la rimozione di 80mila mq di roccia pericolante e il rinforzo della scogliera con: 8mila mq di rete metallica ad alta resistenza, 850 mq di barriere paramassi e 8,3 km di ancoraggi in acciaio anticorrosione. Sono stati inoltre installati drenaggi per 1,1 km, micropali per fissare il camminamento alla parete rocciosa e un parapetto in acciaio verniciato, rifatto un breve tratto di galleria e della pavimentazione, posate nuove ringhiere e un rinnovato arredo urbano. I materiali scelti e le finiture si integrano con il paesaggio, includendo elementi vegetali locali. Per l’intervento Regione Liguria, Protezione Civile e fondi stanziati dei Ministeri della Transizione Ecologica e della Cultura hanno stanziato in totale 13,4 milioni di euro.

# La riapertura il 26 luglio 2024, biglietti da 7,5 euro

cinqueterre.eu.com – Mapps sentieri delle Cinque Terre

La riapertura integrale è avvenuta il 26 luglio 2024. L’accesso è consentito solo su prenotazione e l’ingresso sarà a pagamento, compreso nella Cinque Terre Card. Troviamo ad esempio la Trekking Card che ha una validità di un giorno e un costo di 7,50 euro nelle giornate meno affollate, per gli adulti, e di 15 euro in quelle di alta affluenza. I ricavi servono per garantire la manutenzione continua, ordinaria e straordinaria della strada panoramica, a strapiombo sul mare a 30 metri d’altezza.

Continua la lettura con: Il nuovo vialone scenografico della Centrale: che fine ha fatto il progetto di restyling?

FABIO MARCOMIN

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ATM inaugura la storica funivia sul lago di Como, la “più ripida d’Italia”

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nuovacml - Funivia Pigra

ATM sempre più presente nelle funivie e funicolari del territorio. Gestisce il BruCo, la “Brunate – Como”, ha riaperto lo scorso anno la funicolare liberty che conduce fino al Sacro Monte di Varese. E ora arriva un nuovo grande colpo. Ora rimette in azione una delle funivie più spettacolari d’Italia: “la più ripida d’Italia”. Partito il conto alla rovescia per l’inaugurazione. 

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ATM inaugura la storica funivia sul lago di Como, la “più ripida d’Italia”

# ATM ha mantenuto la promessa: riapre l’Argegno-Pigra

nuovacml IG – Funivia Pigra Argegno

Venerdì 9 agosto: il primo viaggio della storica funivia Argegno-Pigra. Dopo quasi due anni di lavori, riapre al pubblico la “funivia più ripida d’Italia”, una delle grandi attrazioni del lago di Como. Non solo turistica: gli abitanti di Pigra possono così uscire da un quasi isolamento che per raggiungere il lago, li obbligava a percorrere una strada lunga, stretta e tortuosa che passava da San Fedele d’Intelvi. Atm aggiunge un nuovo importante impianto dopo la funicolare di Como-Brunate (gestita dal 2005) e la funicolare del Sacro Monte di Varese (dal 2023).

La funivia Argegno-Pigra è in servizio dal venerdì alla domenica e nei giorni festivi dalle 10 alle 18, con corse ogni 15 minuti. Il biglietto di sola andata costa 4.10 euro, quello di andata e ritorno 5.50 euro, mentre i bambini sotto i 4 anni viaggiano gratis. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito del Comune di Pigra e di Atm. ATM mantiene così l’impegno preso il 16 novembre 2023 durante il primo tavolo di confronto nella sede della Comunità Montana Lario Intelvese a San Fedele.

# La funivia più ripida d’Italia: pendenze tra il 71% e il 95%

unviaggioinfiniteemozioni.it – Funivia di Pigra

La funivia era stata inaugurata dal 1971 e mette in collegamento il Lago di Como, con partenza da Argegno, a Pigra. Un tragitto della durata di 4 minuti a bordo di due cabine da 12 posti, con pendenze tra il 71% e il 95% che le sono valse la definizione di “funivia più ripida d’Italia”. Arrivati in cima si raggiunge il più bel terrazzo nelle Prealpi Comasche superando un dislivello di 648 metri. 

Leggi anche: La “più RIPIDA d’ITALIA”: ATM prova a far RIPARTIRE la STORICA FUNIVIA sul lago di Como

Continua la lettura con: La funicolare in galleria per unire Italia e Canton Ticino: manca solo il sì di Roma

MILANO CITTA’ STATO

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Le 5 ville da sogno ora in vendita sul Lago di Como (fotogallery)

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immobiliare.it - Villa Cernobbio

Nelle ultime rilevazioni di Casa.it il prezzo medio delle ville sul Lago di Como in vendita è di 1.996.674 euro pari a 4.973 euro al metro quadro. Facendo una ricerca tra quelle più costose troviamo quotazioni che superano ampiamente i 10 milioni di euro. Vediamo quelle con valori record.

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Le 5 ville da sogno ora in vendita sul Lago di Como (fotogallery)

#5 Una villa “pieds-dans-l’eau” a Brienno: 500 mq a 11 milioni di euro

La più “economica” tra le dimore di lusso del Lago di Como è questa villa esclusiva “pieds-dans-l’eau” a Brienno. Distribuita su 4 piani e 500 mq, dispone di terrazze panoramiche, di cui una da 200 mq, una grande sala da pranzo, una cucina ad isola, un giardino d’inverno, e una cantina dei vini. Al primo livello c’è un triplo soggiorno open-space, mentre al secondo e al terzo livello camere da letto e bagni con viste sul lago, oltre a un’area indipendente per il personale. I materiali utilizzati sono tutti di pregio: pavimenti esterni e piano terra in pietra Beola, il pavimento in legno e bagni in marmo travertino titanium. A completare il tutto una darsena privata e una piscina a sfioro in mosaico. L’immobile è attualmente in ristrutturazione e per comprarlo bisogna disporre di 11 milioni di euro. 

#4 Villa Liberty del ‘900 a Cernobbio, con un ettaro di parco: a 11,5 milioni di euro

immobiliare.it – Villa Cernobbio

Affascinante proprietà di inizio ‘900 circondata da 10.000 mq di parco, con vista panoramica su Cernobbio e sul lago di Como. La villa principale in stile Liberty è stata conservata nel suo stato originale, grazie a un rinnovo effettuato nel 1980 che ha preservato l’atmosfera d’epoca. Al piano terreno, grandi finestre si aprono sul giardino e sulla piscina, mentre al piano superiore cinque camere da letto si affacciano sul parco. Al terzo piano, uno studio con vista incantevole e una “torretta” offrono una vista a 360 gradi sulle valli prealpine. Nel parco, una dependance ristrutturata nel 2005 offre 4 camere da letto, soggiorno, cucina e zona fitness con piscina interna. Completano la proprietà una taverna in stile “pub inglese” immersa nel verde. Il prezzo per accaparrarsela è di 11,5 milioni di euro.

#3 Una dimora di lusso del ‘900 sul lago: a 12 milioni di euro

A Faggeto Lario, direttamente sul lago, troviamo una spettacolare dimora di lusso del ‘900 ristrutturata completamente nel 1999. Si sviluppa su tre piani e 450 mq oltre a una dépendance di 200 mq. Immersa in un parco a lago di 3000 mq, con grande darsena annessa che può ospitare fino a quattro barche, tutta la proprietà si può rilevare al prezzo di 12 milioni di euro.

#2 “Villa le Magnolie”, proprietà di fine ‘800 di 850 mq con affaccio sull’acqua: a 14 milioni di euro

immobiliare.it – Villa le Magnoliejpg

A Moltrasio c’è una splendida proprietà di fine ‘800 dal nome “Villa le Magnolie”, realizzata dall’Architetto Guido Sartirana, composta da villa principale di circa 850 mq disposta su tre livelli con grandi soffitti a cassettoni e pareti decorate. Completano la proposta una dependance “castello” su due livelli di circa 150 mq e la “guest house” di identiche dimensioni con garage.

Presente anche un parco di 5.000 mq con essenze pregiate e magnolie, che conduce fino alla darsena, una piscina con relativi servizi. La quotazione è di 14 milioni di euro.

#1 Villa Liberty da 1.500 mq con vista panoramica sul lago: a 21 milioni di euro

Lionard real estate – Villa Brunate

La più costosa attualmente sul mercato è una prestigiosa e imponente villa Liberty dei primi del Novecento a Brunate, non è affacciata sull’acqua, ma dalle sue finestre e dai suoi terrazzi si si può comunque godere di una meravigliosa vista panoramica sul Lago di Como.

Lionard real estate – Villa Brunate interni

Si compone dell’affascinante dimora padronale e da un secondo edificio di più recente costruzione, risalente agli anni ’50. Il progetto della villa principale è dell’architetto Federico Frigerio, all’interno sono presenti numerose opere d’arte realizzate da artisti di fama internazionali, mentre l’ala nord è stata curata dall’architetto Muzio.

Lionard real estate – Villa Brunate piscina e parco

Stiamo parlando di una superficie complessiva di 1.500 mq, su più livelli, con 10 sfarzose camere letto e 10 bagni, a cui si aggiunge una terza villa indipendente, un antico locale portineria su tre livelli, un ampio garage coperto ed una dimora per il custode. Non manca poi un rigoglioso parco secolare recintato di 25mila mq con una piscina in pietra. Il tutto è acquistabile alla cifra di 21 milioni di euro.

Continua la lettura con: L’ex villa super lusso di Versace a Milano: svelato che cosa ci sarà

FABIO MARCOMIN

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Le 5 spiagge di Milano: dal “mare dei poveri” alle “Maldive di Milano”

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Credits samanthamollica_ IG - Brugnello

A Milano manca il mare ma non le spiagge.

A pochi passi dal centro, ma sempre all’interno dellarea metropolitana, si trovano i lidi milanesi. Primo perché sono vicini. Secondo perché se fai un tuffo e schizzi, puoi sentire qualcuno urlarti: ‘uè, pirla, mi bagni l’iPad’ (gli intramontabili segni inconfondibili del milanese in vacanza).

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Le 5 spiagge di Milano: dal “mare dei poveri” alle “Maldive di Milano”

#1 Idroscalo: surf sull’onda statica più grande d’Europa e la discoteca estiva più grande di Milano

Credits tanyagrandi IG – Idroscalo

Non si può che iniziare dall’Idroscalo. Il bacino artificiale di 800 mila mq è nato nel 1928 per far atterrare gli idrovolanti e negli anni ’60 è diventato la stazione balneare di Milano. File di bagnanti, giochi in spiaggia, grigliate. Di quel côté da Costa Azzurra meneghina oggi rimangono le zanzare pronte a pungere, i barbecue dei peruviani e un sacco di occasioni per gli amanti di kite surf e sport acquatici. Si può persino fare surf sull’onda statica più grande d’Europa. Non mancano aree per l’arte contemporanea (dal teatro dedicato a Walter Chiari al Museo dei Giovani Artisti), i giochi per i più piccoli dal Villaggio del Bambino ad Aulì Ulè, le aree per i cani, i locali per ballare sotto la luna fino a tardi (su tutti, la Le Jardin au bord du Lac, il Magnolia e il Papaya, la discoteca estiva più grande di Milano).

Leggi anche: L’IDROSCALO, storia e curiosità del piccolo MARE di Milano

#2 Ticino: le spiagge del più grande parco fluviale d’Europa

Credits freeluc84 IG – Fiume Ticino

Inserito nella lista del Patrimonio dell’Unesco, quello del Ticino è il più grande parco fluviale d’Europa. Non è ovunque balneabile e nemmeno in tutti i periodi dell’anno. Per evitare di distruggere l’ecosistema faunistico o di prendersi qualche infezione ci sono alcune spiagge dove andare. 

La più nota, anche se forse meno di impatto, è la spiaggia sotto lo storico ponte di Vigevano. Tra i punti più suggestivi nei pressi di Turbigo troviamo la spiaggia Melissa, una puntatina si puà fare anche tra Golasecca e Sesto Calende (foto). In alternativa, per chi non ama i tuffi dai ponti, sulla riva destra del fiume c’è da alcuni anni la spiaggia attrezzata del Lido di Pavia con piscine e attrezzi sportivi.

Il Ticino, a prescindere dal luogo in cui si sceglie di prendere il sole o bagnarsi, è stato considerato il mare dei poveri, sminuendo la storia dei “Tisinàt”, i villeggianti che scelgono il fiume di Pavia da più di 70 per le loro romantiche gite in barca sui barcè” (barsè), la tipica piroga di fiume a un solo remo, o per scambiarsi baci appassionati dentro le tipiche casotte sull’argine del fiume. 

Leggi anche: Le 5 SPIAGGE più belle dei FIUMI della Lombardia

#3 Bellagio: la perla del Lago di Como

Credits abbylizmiller IG – Lido di Bellagio

Difficile trovare uno scorcio o punto del Lago di Como incapace di emozionare, al contrario. Da quando poi diverse star hanno preso qui la loro dimora estiva, in primis George Clooney, la sua bellezza ha fatto ancora di più il giro del mondo. Tra le meraviglie troviamo Bellagio, la “perla” del lago, tra le mete più amate per la ampia scelta turistica: si può scegliere tra l’elegante Lido o le spiagge nelle aree libere. Il luogo più “in” rimane il Capo o Punta Spartivento, dove non si può fare il bagno ma si può ammirare il punto esatto dove il lago si divide tra le due sponde manzoniane… E per chi preferisce la sicurezza dell’acqua sorvegliata, lungo il lago si trova anche una splendida piscina galleggiante. 

Leggi anche: La piscina galleggiante sul lago di Como

#4 Adda: una delle spiagge più amate dagli utenti di Tripadvisor

Credits loreschaeffer IG – Fiume Adda

Sul Fiume Adda si trova una delle 10 spiagge di Lombardia più amate dagli utenti di Tripadvisor: Medolago Beach, come la chiamano tutti, con un manto erboso che degrada dolcemente verso la riva che sembra fatto apposta per abbronzarsi. 

La meta di riferimento per gli amanti della tintarella integrale è invece Cornate d’Adda. Per anni è stato il lido preferito da nudisti e naturisti grazie alla sua area boschiva ben fronzuta e riparata da occhi indiscreti.

#5 Il Trebbia: le Maldive di Milano

Credits samanthamollica_ IG – Brugnello

Il Trebbia è il “fiume dei milanesi”, super indicato per chi non vuole troppa gente tra i piedi, offre un ambiente sufficientemente ampio (ben 50 km), e si distingue per i suoi ciottolini bianchi e le numerosi discese al fiume. Da Milano dista un’ora di auto.

Il top sul fiume Trebbia si trova a Brugnello, a 110 km da Milano, un minuscolo borgo del VI secolo in provincia di Piacenza con appena 11 residenti. Il motivo? Perché non si è ancora sparsa troppo la voce sulla sua bellezze. Brugnello è stato ribattezzato: “le Maldive di Milano”. 

Mette insieme botteghe d’artista una dietro l’altra incastonate nella roccia, una chiesa, intitolata a Cosma e Damiano, in pietra locale come le panchine e il resto del villaggio ai panorami mozzafiato, l’acqua cristallina che ne fanno un luogo incontaminato come le Maldive. Forse meglio visto che è ancora da scoprire.

Leggi anche: Le tre spiagge in Lombardia con la bandiera Blu

Continua la lettura con: La SPIAGGIA a cui si arriva in SEGGIOVIA

Articolo originale di PAOLA PERFETTI aggiornato da REDAZIONE

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I 5 fantasmi più terrificanti di Milano

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Milano, città moderna e all’avanguardia, ha anche un passato complesso e affascinante, dal quale ha ereditato leggende e dicerie che sopravvivono ancora oggi, legate anche a fantasmi e spiriti maledetti. Molti di questi sono innocui, altri invece sono decisamente spaventosi ed è meglio starne alla larga, specie in certe notti… Da evitare, in particolare, sono questi cinque spettri.

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I 5 fantasmi più terrificanti di Milano

# CARLINA, il fantasma che appare nelle foto degli sposi in piazza Duomo

fantasmi di milano


Quante giovani coppie decidono di mettersi in posa in Piazza Duomo, il giorno del loro matrimonio? Peccato che spesso capiti una cosa curiosa, e anche un po’ inquietante: nelle foto di matrimonio compare la figura di una ragazza in abito da sposa, dall’espressione malinconica.
Di chi si tratta? Del fantasma di Carlina, una giovane donna che tempo addietro si sposò con un certo Renzino e partì per Milano in viaggio di nozze. Per godere di una splendida vista, la coppia salì sulle guglie del Duomo e trascorse una piacevole giornata, o almeno ci provò. Carlina, infatti, stava nascondendo al marito un segreto: era incinta di un altro uomo. Quando ad un certo punto salì la nebbia, il senso di colpa della ragazza fece apparire davanti ai suoi occhi una serie di mostri che la terrorizzarono, tant’è che per l’orrore cadde dalle guglie e morì nell’incidente. Fatto insolito: non venne ritrovato il suo corpo, dopo la caduta. Da allora Carlina compare nelle foto dei giovani sposi in Piazza Duomo.

# LA BAMBINA SCHELETRO e la sua danza macabra

fantasmi di milano
Non lontano da Piazza Duomo si trova un edificio decisamente inquietante: la Chiesa di San Bernardino alle Ossa in Piazza Santo Stefano, nota per avere un ossario con le pareti completamente rivestite di teschi. Non sono teschi qualsiasi: quelle ossa appartengono ai condannati a morte e ai malati di peste del passato, quindi non dovrebbe stupire che questo luogo sia infestato da spiriti tormentati… Tra questi spicca il fantasma di una bambina che, la notte di Ognissanti, risveglia le proprie ossa e invita gli altri scheletri in una danza macabra che dura tutta la notte.

# LA CONTESSA DECAPITATA, lo spettro più inquietante del Castello

fantasmi di milano
Il Castello Sforzesco è uno dei luoghi più infestati di Milano: al suo interno i fantasmi dei Visconti, degli Sforza e di altri nobili vagano tormentati, specialmente se sono stati vittime di morti violente. Un esempio è Bianca Maria Gaspardone, Contessa di Challant. Questa nobildonna adorava circondarsi da un numero sempre maggiore di amanti, ma un giorno arrivò addirittura ad ucciderne uno: un certo Ardizzino Valperga. Quando l’omicidio venne svelato, la contessa venne condannata a morte e poi decapitata proprio di fronte al Castello Sforzesco: ancora oggi la si può avvistare mentre sorseggia il sangue dell’amante ucciso da un’anfora, per poi perdere letteralmente la testa dal corpo.

# LA DAMA NERA, il fantasma più famoso di Milano

fantasmi di milano
La Dama Nera è uno spettro molto noto, tanto che la sua storia ha ispirato anche un numero di Dylan Dog. Proprio alle spalle del Castello, nel Parco Sempione, si può correre il rischio di essere attratti dal fantasma di una donna misteriosa, vestita completamente di nero e con il volto coperto da un velo. Se avvistata, gli uomini sono convinti di trovarsi davanti ad una donna bellissima e, per questo, decidono di farsi guidare lungo un sentiero che solo la Dama Nera conosce. Il fantasma conduce la sua vittima fino ad una villa e qui invita gli uomini a ballare con lei per ore, facendoli innamorare perdutamente. Quando, però, l’uomo si decide a sollevare il velo della donna, ne rimane sconvolto: ha un teschio al posto del volto! Questa terribile visione porta alla fuga le vittime, che ritornano al Parco Sempione uscite di senno.

# LE STREGHE, spiriti rancorosi in Piazza Vetra

fantasmi di milano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un tempo Piazza Vetra era il luogo in cui venivano condannate al rogo le streghe, donne che venivano accusate ingiustamente di aver stipulato un patto con il Diavolo in persona. I fantasmi di queste povere donne vagano ancora per la piazza, piene di rancore e di rabbia, e aspettano solo di poter sfogare la loro ira sui passanti inconsapevoli…

Continua la lettura con: I tre castelli più infestati dai fantasmi a un’ora da Milano

VANESSA MARAN

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I 7 piccoli borghi più belli del Nord Italia

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La città a forma di stella, la piccola “Toledo”, il gioiello delle cinque terre: scopriamo queste sette piccole meraviglie del nord Italia che non tutti conoscono.

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I 7 piccoli borghi più belli del Nord Italia

#1 BARD e il suo Forte aggredito da Napoleone – Valle d’Aosta

Credits: siviaggia.it – Bard

Il toponimo dovrebbe derivare dal celtico “bar” che designa “una rocca”, un luogo fortificato. Infatti la maggiore attrazione del luogo è il Forte di Bard che offre l’opportunità di una piacevole passeggiata lungo la strada che sale a tornanti verso la fortezza. Il forte precedente a quello attuale fu raso al suolo da Napoleone e poi ricostruito a metà del 1800. Un’altra facile escursione porta in località Mabec dove si trovano le “marmitte di giganti”. Sulle alture sovrastanti il borgo ci sono due piccoli e interessanti villaggi, raggiungibili a piedi dal borghetto di Jacquemet: Albard con abitazioni di origine medievale e Crous con case in pietra tra i castagni.

Abitanti: 140 Superficie: 3 kmq

 

#2 VOGOGNA, antica capitale dell’Ossola Inferiore – Piemonte

Credits: travel.fanpage.it – Vogogna

Vogogna deriverebbe da Vallis Agonum, villaggio degli Agoni, popolo che qui viveva prima dell’arrivo dei Romani. L’antica capitale dell’Ossola Inferiore è dominata dall’alto dal Castello Visconteo con la sua torre rotonda dalla metà del XIV secolo. Fu edificato nel 1348 da Giovanni Visconti, Vescovo di Novara oltre che signore ed Arcivescovo di Milano. Nel centro storico invece si puà ammirare il Palazzo Pretorio, costruito nel 1348 dal vescovo di Novara Giovanni Visconti come sede del Vicario, che riprende il modello architettonico del broletto lombardo.

Abitanti: 1753 Superficie: 15 kmq

 

#3 GROMO, la piccola Toledo – Lombardia

Credits: borghipiubelliditalia.it – Gromo

Gromo sembra non aver perso quel fascino medievale che la rese nota come la “piccola Toledo” per via della sua celebre produzione di armi ed armature, soprattutto al servizio della repubblica di Venezia. Oggi come allora il suo cuore è la centrale piazza Dante, su cui si affacciano il turrito castello Ginami, oggi sede di un ristorante, la gotica chiesa di San Gregorio e il quattrocentesco palazzo Milesi, sede del comune e del “Museo delle armi bianche e delle pergamene”.

Abitanti: 1.753 Superficie: 20 kmq

 

Leggi anche: Le 10 attrazioni imperdibili della BERGAMASCA

#4 PORTOBUFFOLE’, antico snodo commerciale e fluviale per Venezia – Veneto

Credtis: borghipiubelliditalia.it – Portobuffolè

A pochi passi da confine con il Friuli Venezia troviamo Portobuffolè, il più piccolo comune della provincia di Treviso, che ha ottenuto la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano. Sorgendo un tempo sulle sponde del fiume Livenza, era una delle principali arterie fluviali che consentivano di raggiungere Venezia e un riconosciuto centro commerciale e economico. Sembra che il suo nome abbia origine infatti dalla “buffaline”, le imbarcazioni tipiche del trasporto fluviale. Da visitare il Duomo, un tempo sinagoga, la Torre Civica e la Porta Friuli.

Abitanti: 750 (300 nel borgo) Superficie: 5 kmq

 

#5 BONDONE, il borgo fortificato – Trentino Alto Adige

Credits: borghipiubelliditalia.it – Bondone

Bondone è un piccolo borgo arroccato sulla montagna, ultimo paese del Trentino sul confine con il bresciano, con la sua visuale che spazia dalle acque del lago d’Idro a Sud, a tutta la Valle del Chiese fino alle Dolomiti di Brenta a Nord. Abitato per secoli da carbonari, dopo la peste del 1.855 rimasero solo 8 famiglie e oggi non arriva a 700 abitanti. Entrando nel paese ci si trova davanti a un labirinto di strade selciate, che fa perdere i  visitatori in un viaggio nel tempo. Da ammirare l’affresco risalente al Cinquecento che raffigura la Madonna in Trono che allatta Gesù Bambino sulla facciata della casa di Via Giusti 24 e il Castel San Giovanni, da poco completamente restaurato, dalle sembianze di una fortezza militare arroccato su uno sperone roccioso.

Abitanti: 666 Superficie: 19 kmq

 

#6 PALMANOVA, la città a forma di stella – Friuli Venezia Giulia

Fortezza realizzata dalla Repubblica di Venezia sulla base di una precisa idea progettuale, a forma di stella a nove punte, Palmanova fu voluta per rafforzare le difese sul territorio friulano contro le scorrerie dei Turchi e le mire espansionistiche degli Asburgo. Sarebbe dovuto essere addirittura Leonardo Da Vinci il progettista, il quale tuttavia si defilò per precedenti impegni di lavoro a Milano. La città è uno dei modelli più riusciti di “città fortezza ideale” effettivamente costruiti: un vero e proprio gioiello per gli appassionati di architettura, militare, con al suo interno “Piazza Grande” di forma esagonale a suggellare la perfezione e simmetria urbanistica.

Abitanti: 5.419 Superficie: 13 kmq

 

#7 VERNAZZA, il gioiello delle Cinque Terre – Liguria

Credits: wikipedia.org – Vernazza

Se si arriva direttamente dal mare, Vernazza regala uno spettacolo di colori con il porto che metaforicamente ci accoglie tra le sue braccia. Meravigliosa anche la vista che si ottiene arrivando dal celebre sentiero azzurro da Monterosso. Da cartolina le tipiche case a schiera dei borghi marinari, costruite una dopo l’altra in funzione difensiva,con loggiati, porticati, vicoli stretti e ripidi sormontati da archi collegati con scale che conducono ad altre scale. Nella piazza la chiesa di Santa Margherita di Antiochia, edificata nel 1318 in stile gotico-ligure, presenta due curiosità: il campanile a pianta ottagonale che sembra un minareto e l’ingresso è nell’abside invece che nella facciata. Il porticciolo poi è incorniciato anche dal cilindrico torrione d’avvistamento dell’antico castello Doria, l’unico resto delle fortificazioni genovesi in funzione anti-corsara.

Abitanti: 786 Superficie: 12 kmq

 

Continua la lettura con: La spiaggia più bella di ogni regione

FABIO MARCOMIN

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Quando i brianzoli popolavano il «Villaggio degli spazzini» di Milano

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borgo degli spazzini

Forse non sapevi che uscendo da Milano in direzione Nord Est, passato il cavalcavia della Ferrovia di Piazza Sire Raul, sulla destra di Via Palmanova sorgeva un secolo fa il Borgo degli Spazzini.

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Quando i brianzoli popolavano il «Villaggio degli spazzini» di Milano

Questa zona in cui c’era il Borgo delle Rottole fu annessa al Comune di Milano nel 1873. Si nota tuttora la Chiesa di San Carlo alle Rottole, un edificio bianco in mezzo a palazzoni degli anni 50.

Nei primi del 1900 il servizio di pulizia urbana venne assunto direttamente dal Comune, con il sistema detto in economia: personale ed attrezzi erano messi a disposizione e pagati dal Comune, mentre i cavalli e conducenti erano forniti da appaltatori. Allo stesso tempo il Comune adibì a deposito dell’immondizia una zona adiacente al Borgo delle Rottole.

borgo degli spazziniQuesti spazzini (ruee in dialetto milanese) erano per lo più brianzoli perché in Brianza non c’erano grandi quantità di “materiale organico” per la concimazione dei terreni. Era quindi tradizione secolare che molti agricoltori brianzoli venissero a Milano per procurarsi gli scarti alimentari. I ruee percorrevano al mattino presto tutta la città con carretti a mano o tirati da un asino e con la gerla in spalla entrando in tutti i cortili.

Naturalmente avevano bisogno di un luogo in cui abitare, per cui la zona si riempì di baracche, che presero il nome di «Villaggio degli spazzini». Si calcola che ci fossero fino a 700 spazzini con le rispettive famiglie, dunque in totale qualche migliaio di persone.

Il villaggio di baracche è esistito fino al 1929, quando nello stesso luogo venne costruito un grande impianto comunale dedicato alla cernita, sia manuale che meccanica, dei rifiuti domestici che funzionò sino al 1964.

Continua la lettura con: Il segreto del successo del Borgo dei Ricchi

LUCA SVALUTO

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Le piante ripuliranno la Goccia di Milano: la prima volta in Italia

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Goccia

Il bosco spontaneo di Milano. La Goccia. Oggetto di un importante progetto di riqualificazione. A suo modo “storico”. 

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Le piante ripuliranno la Goccia di Milano: la prima volta in Italia

# Le piante “spazzine”

Saranno le piante a bonificare la Goccia alla Bovisa. Il Comune di Milano ha approvato il progetto di bonifica riguardante l’area su cui sorgeranno gli edifici da destinare alle Civiche Scuole di Milano. Saranno adottate tecniche di fitorisanamento.

L’intervento è stato progettato e sarà realizzato dal Politecnico di Milano. L’investimento è di 2,5 milioni di euro: riguarda non solo l’area destinata alle nuove scuole civiche, ma anche quella circostante. Le piante agiranno da purificatori per risanare il terreno. Si tratta infatti del metodo del fitorisanamento che si basa sulla capacità della vegetazione di rigenerare il terreno, biodegradando o estraendo le sostanze contaminanti. Tale tecnica verrà utilizzata su tutta l’area della Goccia che manterrà quindi le sue caratteristiche di Foresta urbana.

Elena Grandi, assessora all’Ambiente e Verde, così ha dichiarato all’Ansa:  “Milano è la prima città italiana e una delle prime in Europa ad applicare questo tipo di tecnologia di bonifica su un’ex area industriale di grandi dimensioni come questa degli ex gasometri. Ci auguriamo che questa nostra esperienza possa diventare un modello replicabile anche per altre città e altri progetti di recupero di ex aree industriali”. Ma che cos’è la Goccia?

# Il nome “goccia” viene dal sistema di binari 

Credits polimi – Goccia Bovisa

La Goccia della Bovisa, dove un tempo sorgeva l’Union des Gaz con i suoi gasometri che consentivano ai milanesi di avere luce e acqua calda, verrà completamente trasformata. Si tratta di un’area a lungo abbandonata nella zona nord ovest della città di 33 ettari di bosco e ruderi a forma di goccia ora destinata a una pesante riqualificazione. 

Le officine, avviate nel 1908 e terminate di essere utilizzate nel 1994 con il definitivo svuotamento dei giganteschi gasometri, producevano una grande quantità di gas ricavato dalla distillazione del carbon fossile, diventando uno degli impianti di produzione del gas più grandi d’Europa soppiantando il precedente impianto di Porta Ludovica. Per trasportare le materie prime veniva utilizzato il treno e per questo attorno all’area fu costruito da l’Union des Gaz un sistema di binari a forma di goccia. Di tutto il complesso sono rimasti oggi solo degli scheletri immersi nella vegetazione.

Continua la lettura con: La Goccia, il “bosco spontaneo” di Milano, è salva!

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