PORTA ROMANA BELLA: 10 motivi per amare il quartiere della dolce vita di Milano

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“Ci stan le ragazzine che te la danno”. Porta Romana è Bella come la canzone di Giorgio Gaber, entrata nell’immaginario collettivo di un quartiere effervescente per cultura e spensieratezza. Chi ci vive assicura che è il numero uno a Milano per “cibo, ospitalità e ragazze”.

PORTA ROMANA BELLA: 10 motivi per amare il quartiere della dolce vita di Milano

#1 La porta e i resti delle mura spagnole

porta romana spagnola Fonte: http://www.02blog.it

La Porta deve il nome al periodo repubblicano dell’Antica Roma, quando era una delle nove aperture stradali della città, quella dalla quale dipartiva l’arteria che, attraversando Lodi, Pizzighettone e Piacenza, portava direttamente a Roma. Accanto alla porta si trovano i resti delle mura spagnole.

#2 Giannasi 1967


la storica Rosticceria di Milano in Piazza Bruno Buozzi.

#3 Le Terme

QC Terme Milano
QC Terme Milano

La vecchia stazione dei morti diventata prima deposito ATM, poi discoteca, ricordate il Ragno d’Oro degli anni novanta?, infine terme. Celebre per lo spazio in esterno dove si trova il tram-sauna.

#4 Bagni Misteriosi- Teatro Franco Parenti

bagnimisteriosi - Teatro Parenti
bagnimisteriosi – Teatro Parenti

L’intuizione di Andree Ruth Shammah che nel 2016 ha trasformato la nuova piscina storica di via Carlo Botta integrandola al Franco Parenti.

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#5 Cascina Cuccagna

In via Ludovico Muratori 2 una cascina a due passi dal centro, ospita prodotti a chilometro zero, in collaborazione con Cortilia, e organizza eventi e incontri nei suoi spazi interni ed esterni.

#6 Le vie dei ristoranti e dei localini

via crema
via crema

Via Crema, via Orti, viale Montenero, via Muratori, ma si potrebbe continuare a lungo. Forse l’unico quartiere a Milano dove si concentrano così tanti ristoranti e localini dove trascorrere una bella serata.

#7 Casa Sartorio, il piccolo Flatiron Building

Foto urbanfile.org
Foto Urbanfile

in via Piacenza 13 c’è Casa Sartorio, edificio progettato da Enrico Provasi nel 1910, a sprone, ricorda in piccolo il celebre Flatiron Building di New York.

#8 Crocetta

Piazzetta-spartitraffico che divide Corso di Porta Romana da Corso di Porta Vigentina dove si trova un obelisco con in cima la scultura di Santo Calimero. E’ considerato il punto di entrata nel quartiere da dove si diramano le strade principali che attraversano e delimitano la zona.

Leggi anche: Crocetta: perchè si chiama così? 

#9 il monumento dei tri ciucc

Ovvero: i tre ubriachi. Così la gente ha da subito soprannominato questo monumento che si trova nello spartitraffico di via Tiraboschi angolo con via Muratori. Soprannominato in quel modo perchè sembrano due persone che sorreggono un ubriaco. Gruppo bronzeo realizzato dallo scultore e incisore Enrico Saroldi, in realtà dedicato ai caduti della Grande Guerra.

#10 Il diavolo e la palla di cannone

Nel quartiere è di casa anche il diavolo, al numero 3 di corso Porta Romana. L’uomo che ritenevano fosse satana si chiamava Ludovico Acerbi: mentre la peste divampava in città lui organizzava feste sfrenate nel suo palazzo a cui partecipava l’aristocrazia della città. Chi lo frequentava risultava immune dall’epidemia. Per questo il marchese venne smascherato: in realtà era il diavolo in persona.

Nello stesso palazzo è conficcata anche una palla di cannone risalente ai moti delle cinque giornate.

Leggi anche: L’incredibile storia del diavolo di Porta Romana e dei suoi nobili immortali

“A fatto piu’ battaglie la tua sottana
Che tutta la marina Americana 
A perso piu’ battaglie il tuo reggipetto
Che il general Cadorna a Caporetto” (Porta Romana, Giorgio Gaber)

FABIO MARCOMIN

(Grazie anche a Stefano SanavioNicola Mottola, Principe Januario Caracciolo d’AragonaPietro FavaleAndrea ConcNicola Lipari, Daniele Cauduro,  Jacopo Tampieri)

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Fabio Marcomin
Giornalista pubblicista. Laurea in Strategia e Comunicazione d’Impresa a Reggio Emilia. Il mio background: informatica, marketing e comunicazione. Curioso delle nuove tecnologie dalle criptovalute all'AI. Dal 2012 a Milano, per metà milanese da parte di madre, amante della città e appassionato di trasporti e architettura: ho scelto Milano per vivere e lavorare perché la ritengo la mia città ideale.