#1 Cala Luna in Sardegna, una gemma nascosta tra le scogliere con acque cristalline
Credits garinodaniela IG – Cala Luna
Accessibile via mare o attraverso un trekking impegnativo ma gratificante, Cala Luna è una delle calette più affascinanti d’Italia, situata lungo le coste frastagliate della Sardegna. Questa spiaggia, tra Baunei e Dorgali nel golfo di Orosei, è rinomata per il suo mare limpido e la sabbia bianca. Le grotte offrono uno degli scorci più suggestivi, dove il contrasto tra l’azzurro del cielo, il blu del mare e l’oro delle rocce e della spiaggia crea una vista mozzafiato.
#2 Spiaggia dell’Arcomagno in Calabria, uno spettacolare grotta marina con acque turchesi e un panorama mozzafiato
_natalissimo_ IG – Spiaggia dell’Arcomagno
La Spiaggia dell’Arcomagno, situata a San Nicola Arcella in Calabria, è un gioiello nascosto tra imponenti scogliere. Si caratterizza per un arco naturale di roccia che incornicia un mare cristallino, con un sentiero panoramico sopra di esso che consente di raggiungere questa piccola cala di sabbia fine, l’alternativa di accesso è via mare. La sua bellezza selvaggia e incontaminata la rende una delle mete più suggestive della costa tirrenica calabrese.
#3 Castro Marina in Puglia, con le barche che sembrano fluttuare nell’aria
masseria_lamacchiola IG – Castro Marina
Lungo la costa adriatica del Salento troviamo la spiaggia di Castro Marina, incastonata in un piccolo borgo marinaro e immersa in una natura incontaminata e ricca di storia. Presenta grotte marine, scogliere calcaree e acque talmente cristalline che le barche sembrano fluttuare nell’aria. Si tratta di un’illusione ottica ma l’effetto è assolutamente sorprendente.
#4 Spiaggia del Corno d’Oro in Croazia, un incantevole lembo di sabbia che muta la sua forma con le maree
summerbooking IG – Corno d’oro
La Spiaggia del Corno d’Oro, o Zlatni Rat, è una delle più iconiche della Croazia, situata sull’isola di Brač. Questa lingua di sabbia bianca si estende nel mare Adriatico e cambia forma a seconda delle correnti e del vento. Circondata da acque cristalline e pini profumati, è una destinazione ideale per gli amanti del sole, del windsurf e delle immersioni.
#5 Skeleton Coast in Namibia, dove enormi dune incontrano le onde dell’oceano
davidtazbin IG – Skeleton Coast
Andiamo in Africa, nel nord-ovest della Namibia. Qui troviamo la Skeleton Coast, tra le regioni più remote e inospitali del mondo e famosa per il suo paesaggio desolato e surreale. In questo luogo le dune del deserto si incontrano con l’Oceano Atlantico, creando uno scenario unico di sabbia, nebbia e onde impetuose. Il nome “Costa degli Scheletri” fa invece riferimento dai numerosi relitti di navi e ossa di balene che punteggiano la costa, testimonianza delle insidie di questo tratto di mare.
#6 Vaadhoo alle Maldive, la spiaggia che di notte brilla come un cielo stellato
azovseagram IG – Vaadhoo
Alle Maldive c’è una spiaggia dove il mare si illumina di un colore fluorescente, quella di Vaadhoo. Il bagliore è spiegato dalla bioluminescenza del plancton, il Lingulodinium polyedrum, che produce luce usando una sostanza chimica chiamata luciferina, creata autonomamente. Il miglior periodo per assistere a questo fenomeno è da metà estate fino all’inverno, anche se si può verificare durante tutto l’anno.
#7 “Strada per Atlantide” in Thailandia, una striscia di sabbia che emerge dal mare creando l’illusione di un percorso verso un “luogo misterioso”
daniele.biciuse IG – Strada per Atlantide
La “Strada per Atlantide” è una lingua di sabbiabianchissima che emerge durante la bassa marea a Koh Pha Ngan nella zona di Haad Rin in Thailandia. Si tratta di un fenomeno naturale denominato “Sandbar to Atlantis,” o “Lingua di Sabbia verso Atlantide,”. Questa striscia mette in collegamento la spiaggia alla vicina isoletta o ad altri punti della costa dando l’illusione di percorso diretto a un luogo misterioso come quello che potrebbe essere il regno perduto di Atlantide.
Novità e spunti dal Friuli Venezia Giulia e dal Veneto nel campo della mobilità sostenibile.
Taxi delle montagne, veicoli elettrici, porti turistici e ciclabili dedicate alla musica: le 4 innovazioni in arrivo dal Nord Est
# Il Premio delle Innovazioni Green
Il Premio per la Mobilità Sostenibile 2024, organizzato dal Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (GECT) Euregio, quest’anno ha riconosciuto nove eccezionali iniziative volte a promuovere soluzioni di mobilità sostenibile nel Friuli Venezia Giulia e nelle regioni circostanti.
Questi progetti rappresentano un passo avanti significativo verso un futuro più green e sostenibile.
Tra i progetti premiati spiccano questi:
# Piste ciclabili intitolate ai cantautori italiani
Comune di Turriaco: Piste Ciclabili Intitolate ai Cantautori. Il Comune di Turriaco (GO) ha ottenuto il prestigioso riconoscimento per il suo progetto di piste ciclabili dedicate ai cantautori italiani.
Credits: telefriuli (FB)
Questa iniziativa non solo promuove l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto ecologico, ma celebra anche la cultura musicale italiana. Le piste ciclabili intitolate ai cantautori offrono un percorso suggestivo e istruttivo per i ciclisti, incentivando l’uso di mezzi di trasporto sostenibili e creando un legame culturale tra mobilità e musica.
# Mobilità green nei porti turistici
Iniziativa ‘DeepSea’: Servizi di Mobilità nei Porti Turistici. L’iniziativa ‘DeepSea’, promossa da Aries (società in house della Camera di Commercio Venezia Giulia), nell’ambito del programma Interreg Italia-Croazia, ha rivoluzionato i servizi di mobilità nei porti turistici.
Credits: arpa.fvg.it
Questo progetto mira a migliorare la gestione dei flussi di traffico nei porti, riducendo le emissioni e ottimizzando i collegamenti tra le diverse località costiere. Grazie a ‘DeepSea’, i turisti possono usufruire di servizi di trasporto più efficienti e sostenibili, contribuendo a una gestione più ecologica dei porti turistici.
# Veicoli elettrici per collegare Venezia e Fiume
Ecomobility tra Venezia e Rijeka: Università Ca’ Foscari. L’Università Ca’ Foscari, in collaborazione con la città di Rijeka (Fiume), ha lanciato un’iniziativa di ecomobility che mira a promuovere il trasporto ecologico tra le due città. Questo progetto si concentra sulla creazione di infrastrutture sostenibili e sull’implementazione di soluzioni di trasporto green, come veicoli elettrici e servizi di bike-sharing.La collaborazione tra Venezia e Rijeka rappresenta un modello di cooperazione internazionale per la promozione della mobilità sostenibile.
# Il taxi delle montagne
Taxi Condiviso nelle Montagne Nockberge. Infine, il progetto di taxi condiviso che collega otto comuni delle montagne Nockberge in Carinzia è stato riconosciuto per il suo approccio innovativo alla mobilità rurale. Questo servizio di taxi condiviso offre un’alternativa sostenibile al trasporto privato, riducendo le emissioni e migliorando l’accessibilità nelle zone montane. Il progetto rappresenta un esempio eccellente di come le soluzioni di mobilità sostenibile possano essere implementate anche in contesti rurali.
Milano capitale dell’arte: 10 capolavori da vedere almeno una volta nella vita
#1 L’ultima cena di Leonardo
Credits Andrea Cherchi – Ultima Cena
Il Cenacolo, noto anche come l’ultima cena, è uno dei capolavori più celebri di Leonardo per il Refettorio del Convento di Santa Maria delle Grazie. Rappresenta il tradimento di uno degli apostoli, ma soprattutto le reazioni emotive dei presenti alla cena. Un gioco di prospettive e profondità che ne fanno un’opera unica.
Si trova nella Basilica di S. Ambrogio ed è uno dei maggiori esempi di arte carolingia in Italia. Realizzato in legno, é ricoperto di lastre d’oro e di argento dorato. È detto anche altare Vuolvino per via del nome del monaco orafo che lo realizzò con la tecnica a sbalzo.
#3 Il bacio di Hayez
credits: pixabay
È una delle immagini simbolo della Pinacoteca di Brera e forse il dipinto più riprodotto di tutto l’Ottocento italiano. Bacio audace, calze rosse, risvolto verde del mantello, la veste azzurra e bianca ne hanno fatto una indimenticabile icona.
#4 Il trittico Stati d’animo di Boccioni
istitutocalvino.edu.it – Stati d’animo quelli che vanno
Tappa fondamentale al Museo del 900, per ammirare la Galleria del futurismo e in particolare questo trittico, ossia tre quadri separati che rappresentano gli stati d’animo della partenza e del distacco.
#5 Il Cristo morto nella Pinacoteca di Brera
Il-Cristo-morto-del-Mantegna
L’opera di Mantegna é una sublime rappresentazione del corpo umano che incanta lo spettatore e lo spinge ad osservare ogni dettaglio ad apprezzare ogni particolare e a restarne affascinato per sempre.
#6 Pelizza da Volpedo alla Galleria di arte moderna
credits: IG @1000quadri
L’opera il quarto stato rappresenta la protesta di un gruppo di lavoratori, fu infatti realizzato negli anni caratterizzati dagli scioperi della classe operaia. Un’opera divenuta una sorta di icona pop dal dopoguerra in poi.
#7 L’ultima pietà di Michelangelo
credits: IG @belcaro54
Presso il Castello Sforzesco si trova questo capolavoro non terminato di Michelangelo Buonarroti. Un’opera che vuole essere una sorta di testamento o di meditazione sulla morte e sulla salvezza dell’anima. Deve il suo nome ai Marchesi Rondanini che la acquistarono nella metà del 1700.
#8 La dama del Pollaiolo
La Dama del Pollaiolo al Museo Poldi Pezzoli
Questa magnifica opera del XV secolo appartiene ad una serie di ritratti femminili del Pollaiolo, attualmente divisi tra musei europei e americani. Grande impatto visivo, luminosità e cura minuziosa dei dettagli, ne fanno un’opera indimenticabile.
#9 La scuola di Atene all’Ambrosiana
ambrosiana.it – Scuola di Atente
È una delle opere più preziose della collezione custodita presso la Pinacoteca Ambrosiana. È il più grande cartone rinascimentale a noi pervenuto, opera di Raffaello Sanzio, come preparazione all’affresco della stanza della Signatura in Vaticano.
#10 La famiglia del pastore di Mario Sironi e villa Necchi Campiglio
lombardiabeniculturali.it – Famiglia del pastore di Mario Sironi
Un capolavoro custodito a Villa Necchi Campiglio, a sua volta capolavoro in quanto villa di design degli anni 30 realizzata dall’architetto Portaluppi e dal 2001 sede Fai e quindi luogo pubblico e per il pubblico
Tutte le grandi città del mondo hanno il loro Museo delle Cere. A Londra, il Madame Tussauds. A Parigi, il Grévin. A New York di nuovo Tussauds. A Milano, già a Milano dove è finito?
Il Museo delle Cere di Milano che non è più a Milano: ecco dove è finito!
# Il mitico Museo delle Cere in Centrale
Detto tra noi: Milano ne ha di posti da visitare e ha anche un bel po’ di personalità da incontrare in carne e ossa , eppure forse non tutti sanno che a Milano c’era un Museo delle Cere di Milano.
Si trovava al primo piano della Stazione Centrale di Milano e, fino alla fine degli anni ’80 almeno, era una delle pochissime attrazioni che lo scalo meneghino poteva offrire ai turisti in transito.
Correvano anni in cui la stazione-mall non era un format ma giusto un indirizzo da cui partire e arrivare.
All’interno erano ospitate circa ottanta statue di cera a grandezza naturale con le immagini di miti italiani di ogni genere e calibro, da Sophia Loren a Totò, dall’amato Papa Roncalli (Papa Giovanni XXIII) a Papa Woityla, da Padre Pio a Dante, e poi Virgilio, Ottaviano Augusto, Mazzini, Camillo Benso Conte di Cavour, Garibaldi. Non solo: c’erano anche un baro del farwest, il conte Dracula che entrava dalla finestra, Jacqueline Kennedy che pendeva in avanti vestita con abiti simili a quel fatidico giorno a Dallas e Hitler rappresentato nel bunker mentre si suicida con Eva Braun… Qui la Fotogallery:
# Il museo dal fascino «lugubre e sotterraneo»
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Nel 2010, Gianluca Longhi di 02Blog ricordava: “Se non siete troppo giovani ricorderete la scaletta che portava al museo delle cere di Milano. È il caso di dirlo, non era paragonabile a quello di Londra, ma aveva quel suo fascino lugubre e sotterraneo. Dal 1998 è stato chiuso. Grandi Stazioni pur di liberarsi di quegli ammassi di cera raffiguranti personaggi come Mike Bongiorno o Totò era disposto a svenderli. A farsi avanti fu un imprenditore, tal Andrea Federici, che acquistò le cere in blocco per due milioni di vecchie lire. Non volendo tenerle in casa – anche se mettere a fianco del letto una cera raffigurante un Papa può essere un’esperienza forte – decise di contattare il sindaco e un consigliere del suo paese, Gazoldo degli Ippoliti, nel mantovano, e ridare vita al museo. Il suo sogno si è realizzato nel 2004, con l’aiuto di un docente di scenografia il museo è rinato; le 80 vecchie statue di cera della Stazione Centrale si possono trovare restaurate nel seicentesco Castello degli Ippoliti.”
# E dunque. Dove è finito il Museo delle Cere di Milano?
Si chiama ancora in parte così, ma non si trova a Milano.
E’ il Museo delle Cere della Postumia, si trova alle porte di Mantova ed ha assorbito l’eredità del Museo delle Cere della città di Milano.
Il 25 aprile 2004 è stato inaugurato nel seicentesco Castello degli Ippoliti come percorso tematico di ottanta statue di cera a grandezza naturale, con scenografie particolari e suggestivi effetti di luce e sonori, dislocate attraverso otto sale della nobile dimora.
Resta un museo provato con direttore Claudio Rizzi [fonte, http://www.beniculturali.it/].
Pare che chiuda solo il lunedì e si trovi ancora a Gazoldo degli Ippoliti, Mantova, Piazza Castello senza numero civico. Per essere più precisi si può chiamare il 0376 657952, scrivere a info@postumia-mam.it o digitare sul sito www.postumia-mam.it. Che però non funziona.
La Bibbia dello stile mondiale ha scelto i luoghi supertop di Milano. “La città pullula di luoghi innovativi da esplorare”. Riproponiamo la selezione di Vogue.
Vogue France: questi sono i luoghi imperdibili a Milano
# Alberghi
sister hotel
The Sister Hotel
“Con solo nove suite, con un arredamento sofisticato senza mai essere pomposo, i viaggiatori potranno godersi la vita”. Via Scaldasole 7.
Senato Hotel
“L’arredamento firmato dall’architetto Alessandro Bianchi, riuscito mix di materiali nobili (marmo, ottone, legno e velluto) e colori preziosi (nero opaco, verde bottiglia e oro). Il tutto impreziosito da pezzi unici firmati da talenti locali (fiori di Rosalba Piccinni, luci di Bottega Gadda tra cui l’incredibile parete di rame di ginko)”
Hotel Bulgari
“Con il suo giardino privato, le sue accoglienti camere e la sua spa Zen vestita di mosaico dorato e onice verde, l’ospite di Bulgari si ritrova in una bolla di benessere, protetta dai rumori della città”
# Caffé e pasticcini
fondazione prada – Ristorante Luce
Bar Luce
“Nel cuore della Fondazione Prada, questo affascinante caffè tipicamente milanese è stato aperto nel 2015. In un arredamento sapientemente kitsch, con mobili in pelle pastello, jukebox retrò e flipper, il posto è come l’universo cinematografico a colori realizzato dal suo illustre designer Wes Anderson”
Marchesi
“Una vera istituzione milanese, acquisita da Prada nel marzo 2014, Marchesi ha aperto un secondo negozio di Via Monte Napoleone a Milano. La famosa pasticceria milanese è ricca di biscotti, panettoni, castagne, cioccolatini pralinati, mandorle zuccherate colorate…”
# Ristoranti
Credits: ceresio7.com
Ceresio 7
“Per godere di uno dei panorami più belli di Milano, vai al Ceresio 7, la sede di Dsquared2. Un ristorante, una palestra e una piscina sul tetto del palazzo, che attirano la Milano bene alla ricerca di una cucina raffinata e di cocktail fruttati”
Iyo Aalto
“Ristorante giapponese decorato dall’architetto Maurizio Lai, con colori naturali e mobili raffinati, un bancone di sushi che può ospitare 8 visitatori”
Cracco
“In cima alla lista dei luoghi imperdibili di Milano, la Galleria Vittorio Emanuele II ha un nuovo ristorante dal 2017. Guidato da Carlo Cracco, il luogo decorato dallo Studio Peregalli si estende su tre piani”
The Manzoni
“Il nuovo ristorante di Tom Dixon a Milano. Inaugurato prima dell’estate, vicino al famoso Teatro alla Scala, questo tempio del design funziona come uno showroom in cui tutto è potenzialmente in vendita”
Il Salumaio di Montenapoleone
“Situato di fronte al Four Seasons Hotel, Il Salumaio di Montenapoleone è famoso per il suo grazioso cortile nascosto all’interno del Palazzo Bagatti Valsecchi. Nel menu? Grandi classici della cucina italiana arricchiti con prodotti freschi.”
Carlo e Camilla a Segheria
“Un unico tavolo a forma di croce posto nel mezzo di una grande stanza che ricorda una fabbrica abbandonata. Il menù propone grandi classici rivisitati.”
U Barba
Piatti della cucina genovese “gustati in un’affascinante cornice retrò, dotata di lunghi tavoli in legno, illuminati da lampade industriali e circondati da bauli vintage e vespa vintage.”
Pizza Am
“Pizza fine e croccante, costellata di prodotti italiani freschi al 100%: basilico, burrata cremosa, prosciutto di Parma, melanzane grigliate … Un must”
# Bar e club
pacifico
Pacifico
“Pacifico ha aperto le sue porte nel cuore di Brera. Creato da Marsica Fossati, questo ristorante con influenze peruviane ha uno dei bar più belli della città con divani in velluto color anice, lampade grafiche dorate e pareti vestite con carta da parati Hermès”
Armani / Privé
“In combinazione con il ristorante giapponese Armani / Nobu, questo nuovo spazio è stato pensato come il luogo perfetto per bere un drink e incontrarsi dopo cena”
Torre
“Al sesto piano della torre della Fondazione Prada, popolato da opere d’arte firmate Jeff Koons e sculture di Lucio Fontana, su poltrone sovietiche, attorno ai tavoli Tulip di Eero Saarinen. Senza dimenticare la vista spettacolare da ammirare anche al bar, che si apre su una terrazza, con un negroni in mano.”
“Oltre alla sua sofisticata selezione di opere contemporanee di artisti italiani e internazionali, il luogo ospita attualmente fotografie di Ryan McGinley , Izumi Miyazaki e Joanna Piotrowska”
“In una città in cui i musei brillano di classicismo e in cui le gallerie d’arte tendono a essere soppiantate da fondazioni private, la Galleria Massimo de Carlo è uno dei pionieri dell’arte contemporanea a Milano”
“Lia Rumma ha aperto un nuovo spazio su tre piani a Milano, dove espone, tra gli altri, gli artisti Vanessa Beecroft , Victor Burgin , Kosuth , Spalletti e Kentridge . Un posto bellissimo che riunisce il meglio dell’architettura contemporanea in città.”
“Fondata nel 1870 da Ulrico Hoepli , questa affascinante libreria è considerata la più antica di Milano”
10 Corso Como
“Il concept store italiano più famoso è stato fondato da Carla Sozzani” (…) “mescola sala da tè, boutique di moda, sala espositiva e libreria.”
“Valigie Hermès o Goyard , orologi vintage (Breitling Seventies, Rolex in oro giallo, ecc.), Preziosi gemelli … Bernardini è pieno di pepite di puro lusso, riunite in un negozio di Corso Magenta”
“Trasformato in uno showroom di design, il locale si estende ora su due piani. Un angolo dedicato ai mobili di fascia alta, un bar alla moda, una libreria raffinata o persino una sala di proiezione, tutto respira design”
“Con la sua piscina, le cabine XXL e i soffitti a volta del XIX secolo, la spa Four Seasons , progettata da Patricia Urquiola, si distingue immediatamente come una delle più mozzafiato della città.
“Fondata oltre otto secoli fa a Firenze, L’Officina Profumo Santa Maria Novella rimane un indirizzo imperdibile a Milano. La ragione? I suoi favolosi prodotti di bellezza, che sono ancora oggi prodotti secondo i processi artigianali stabiliti dai monaci domenicani”
Un’estate torrida per i mezzi pubblici di Milano. Dopo le politiche della Giunta per ridurre la circolazione dei mezzi privati, i cittadini lamentano però i drastici tagli dei mezzi pubblici che lasciano letteralmente a terra i milanesi. Tra corse soppresse e lunghe attese, i comitati minacciano un autunno di proteste. Arriva ora la replica della giunta, per voce dell’assessora Arianna Censi: «A Milano servono 300 milioni di euro, il governo ci aiuti».
«A Milano servono 300 milioni di euro, il governo ci aiuti»
# Milano sta perdendo l’autobus: la riduzione di oltre 400.000 corse in un anno
Credits: @milanodavvero Coda uscita dalla metro
Nel 2022 in città i mezzi pubblici milanesi hanno effettuato 8 milioni 81 mila e 914 corse, nel 2023 si sono fermati a 7 milioni 669 mila e 530. Significa una corsa in meno ogni venti, per un totale di 412.384 corse da un anno all’altro. Questo il risultato della “rimoludazione” della corse su alcune linee da parte di Atm: su 130 totali, 76 tra tram e bus hanno subito una riduzione di corse.
# Aspettami! Cresce la protesta dei milanesi contro ritardi e corse soppresse dei mezzi pubblici
AspettaMI_persone
I cittadini si organizzano in comitati per protestare contro il taglio delle corse. «Le attese anche di 20, 30 e 40 minuti e le corse che “saltano” si traducono in ritardi sul posto di lavoro e agli appuntamenti» denuncia il comunicato di Aspettami!
I comitati delle diverse zone della città si sono uniti: hanno scritto una lettera unica al Sindaco e al Comune di Milano per chiedereun bus ogni 8 minuti su tutte linee oltre a una distribuzione capillare del servizio «in modo da non lasciare indietro nessuno e scoraggiare così l’uso dell’auto privata con grande beneficio della nostra salute».
# La Giunta passa la palla al Governo: «A Milano servono 300 milioni di euro»
Ph. A_Different_Perspective
E’ Arianna Censi, assessora alla Mobilità, a rispondere agli attacchi per conto della Giunta. Lo fa girando la palla al governo: «A Milano servono 300 milioni di euro, il governo ci aiuti». Questa la cifra che serve per riportare la situazione dei mezzi pubblici a un regime soddisfacente. Anche se «Non ci sarà alcun rincaro del biglietto», assicura Censi, la richiesta è di «un intervento robusto» da parte del Governo per incrementare il servizio pubblico cittadino. Una richiesta di fondi che sembra paradossale da parte della città che riceve dallo Stato appena l’1% di quanto versa, come dimostrato in questo studio. Rinnoviamo alla Giunta la nostra solita richiesta di intervento strutturale: invece di andare sempre a Roma con il cappello in mano per spese una tantum, occorre rivendicare il diritto di Milano ad avere un’autonomia di poteri e risorse come quella che hanno tutte le migliori città d’Europa. Città come Zurigo, Vienna, Basilea, Brema, Amburgo, Berlino, Londra, Madrid, solo per citarne alcune, che sono tutte formalmente delle “città stato”, con autonomia simile a quella di una regione. Oppure vogliamo continuare a mortificare i milanesi chiedendo l’elemosina a Roma oppure fornendo servizi con standard disastrosi?
ATM fatica a trovare autisti disponibili a lavorare su tram, bus e metro: ne sta cercando 300 e anche tra quelli che riesce ad assumere c’è chi scappa dopo pochi mesi. Il risultato è un servizio più scadente a causa di corse più rarefatte, soprattutto sulle linee di superficie. Gli aeroporti però non se la cavano meglio.
Non scappano solo i tranvieri: nessuno vuole più lavorare a Linate e Malpensa
# Scappano gli addetti all’handling
Credits: Andrea Cherchi – Milano Linate
Dopo gli autisti di ATM anche i lavoratori degli aeroporti di Linate e Malpensa se la danno a gambe. In particolare gli addetti all’handling, che si occupano dei passeggeri dall’entrata nello scalo fino al decollo: gestiscono i chek-in, il controllo degli zaini prima dell’imbarco, del carico-scarico bagagli compreso la posa degli stessi sui nastri trasportatori. Tutte attività svolte da un organico sottodimensionato e in parte sottopagato, pertanto molti se ne vanno e le assunzioni sono difficoltose.
# «Non credo ci sia un posto più disumano»: lavoro a 60 gradi in estate e al gelo in inverno con turni massacranti
rainerialessio IG – Malpensa
Si arrivano a superare le 10 ore di lavoro consecutive senza pause, a oltre 30 gradi in estate che diventano 60 vicino ai motori degli aerei e ancora di più nella pancia. In inverno con il gelo, quando piove a dirotto. I lavoratori sono posti in condizioni estreme per garantire l’operatività dei piazzali, del carico-scarico della stiva, sopperendo alla mancanza di un numero adeguato di personale: da circa dieci anni ce ne sono 2 invece di 6-7 per scaricare 400 bagagli in 35 minuti spiega Alfredo Rosalba, segretario generale di Fit Cisl. Queste le parole di un dipendente interinale, tra quelli più sotto pressione, intervistato da Milano Today: «Non credo ci sia un posto più disumano».
# Stipendi massimo da 1.200 euro, gli interinali quelli più svantaggiati
Foto redazione – Aeroporto Linate
Scappano via soprattutto i più giovani, anche durante il corso di formazione, ma c’è chi lascia anche poco prima della pensione. I dipendenti più svantaggiati sono gli interinali, assunti tramite agenzie e che arrivano all’indeterminato dopo 3 anni: a Linate sono 300 su 1.650 e a Malpensa 500 su 4.000. Nel frattempo vengono chiamati per i periodi di picco, in estate quando si arriva al massimo a 1.200 euro e durante le vacanze natalizie o nei periodi invernali quando si riesce a guadagnare a malapena 600 euro. Tra i lavoratori che mancano negli scali ci sono anche figure tecniche come elettricisti, tecnici e addetti alla manutenzione.
La situazione è peggiorata quando la gestione dei servizi terra, prima gestita da Sea, è passata nel 2014 a una società creata appositamente, la Airport handling: il risultato, come spiegano i sindacati, è stata una riduzione delle ore lavorativa e una perdita annua di retribuzione di 4.000 euro. Questa società insieme a quelle di handling degli altri vettori ricorrono all’assunzione tramite agenzie per abbattere il costo del lavoro, a discapito dei lavoratori stessi.
# Anche Fiumicino piange
Credits: @aeroporti_di_roma Roma Fiumicino
Detto dei due aeroporti milanesi, anche a Roma è fuga dei dipendenti. L’Aeroporto di Fiumicino fa infatti sempre più fatica ad assumere e la crisi di personale sta raggiungendo livelli preoccupanti. Tutto questo nonostante lo scalo stia registrando ogni anno record di passeggeri, è di gran lunga il più trafficato d’Italia con oltre 40 milioni di transiti, e negli ultimi sette anni è stato decretato per sei volte il migliore d’Europa per la sua categoria dall’Airport Council International Europe. Tra i motivi ci sono il fatto che l’aeroporto è operativo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, gli stipendi non sono adeguati agli sforzi richiesti soprattutto per gli addetti all’handling come per Linate e Malpensa, l’eccessivo stress e pressione, con ricadute anche a livello mentale, e la scarsa possibilità di fare carriera.
I gelati a Milano non sono sempre gli stessi. O, almeno, non lo sono le gelaterie nel cuore dei milanesi. Ogni estate cambiano le preferenze dei cittadini. Questa la nuova classifica rivoluzionata rispetto a quella dell’estate 2023, anche se rimangono alcune certezze. Scopriamo dove si mangia il gelato più buono. Lo abbiamo chiesto direttamente ai milanesi.
La gelateria più buona di Milano: 2024 Summer Edition!
#10 Gnomo Gelato, con 3 coni nella guida Gambero Rosso
giorgelato IG – Gnomogelato
Apre la classifica la prima delle quattro new entry della classifica 2024 dei gelati più buoni di Milano: Gnomo Gelato. Riconosciuta come una delle 70 migliori gelaterie italiane, ha aperto i battenti cinque anni fa e ha ricevuto il Premio di “Miglior gelato al cioccolato 2020” e sempre da quell’anno mantiene i 3 coni nella guida Gambero Rosso. Da non perdere il gelato al cioccolato fondente 85% e il pistacchio di Bronte tostato e salato.
Indirizzo: Via Cherubini 3
#9 Gelateria artigianale n.22, famoso per i suoi gusti originali
Credits: zero.eu
A soli 100 metri dalla storica “Polleria” di Giannasi”, la “Gelateria Artigianale n° 22” si distingue per la sua produzione unica e i gusti originali come pera con cannella e pompelmo rosa, mascarpone con arance e fichi, nocciola con mandorla e cioccolato San Tomè. Il locale mantiene uno stile tradizionale, con un paio di sgabelli al bancone, un laboratorio visibile dietro e alcune panchine all’esterno.
Indirizzo: Corso Lodi 22
#8 [LA] Gelateria della Musica
Credits: @gelatogram.milano – La Gelateria della Musica
Scende di 7 posizioni [LA] Gelateria della Musica, nella scorsa edizione in vetta alla classifica di gradimento dei milanesi. Famosa non solo per i suoi deliziosi gelati artigianali, ma anche per l’atmosfera unica che combina l’amore per la musica con quello per il gelato. Fondata da Fabio Brigliadoro, un ex musicista, la gelateria offre gusti innovativi e creativi, spesso ispirati a celebri artisti musicali come il gusto “Cioccolato Mingus” e variano dal classico pistacchio a combinazioni originali come cioccolato al peperoncino o zenzero e limone.
Indirizzo: Via Lodovico Il Moro, 3
#7 La Bottega del Gelato
Credits: @foodiechingu La Bottega del Gelato di Marco Cardelli
Riconosciuta come Bottega Storica dal Comune di Milano e come Negozio Storico dalla Regione Lombardia, aperta dal 1964 è una delle più storiche della città, la gelateria è rinomata per il suo gelato artigianale, preparato con ingredienti freschi e selezionati. Le specialità includono frutti ripieni di gelato e sorbetti. I proprietari sottolineano che “mangiare gelato fa bene e mette di buon umore” grazie al triptofano, un amminoacido che stimola la produzione di serotonina, l’ormone del benessere.
Indirizzo: Via Pergolesi, 3
#6 Ciacco, il “gelato gastronomico”
Credits la_gourde_en_balade IG – Ciacco
Altra new entry la gelateria Ciacco, nella via delle boutique del “luxury food”, Via Spadari, dove c’è la prima insegna di Peck. Inaugurata nel 2014 da Stefano Guizzetti, laureato in Scienze Alimentari all’Università di Parma, propone gusti che cambiano in continuazione tranne qualche classico come il pistacchio, di Bronte. Premiato dal Gambero Rosso come Miglior Gelato Gastronomico d’Italia sono state dalle sue creme emulsionanti e additivi.
#5 Gelateria Marghera, la prima a Milano specializzata nel gelato da passeggio o da asporto
Credits Andrea Cherchi – Gelateria Marghera
Quinta posizione per la Gelateria Marghera, ultima new entry dell’edizione 2024 e che proprio quest’anno ha vinto il premio “Golosaria – Migliori Gelaterie d’Italia”. Fondata nel 1979 è stata la prima a Milano a specializzarsi nel gelato da passeggio o da asporto. Offre una vasta selezione di gusti freschi, preparati nel laboratorio interno con ingredienti naturali, garantendo una produzione artigianale autentica. Un punto di riferimento in città che non smette di evolversi, famoso il “gelato gourmet”, e che secondo la guida Taste Atlas ha uno dei gelati al pistacchio più buoni del mondo: “una miscela perfetta di cremoso e dolce, assolutamente da provare per ogni amante del gelato.”
Indirizzo: Via Marghera, 33
#4 Giova, con ingredienti provenienti da aziende agricole locali
Credits: @la_kyoko Gelateria Giova
Cinque posizioni guadagnate in graduatoria dalla Gelateria Giova rispetto a quella dello scorso anno, appena giù dal podio. Aperta dal signor Giovanni, da cui prende il nome, questa gelateria è rinomata per l’uso di ingredienti di altissima qualità, soprattutto provenienti da aziende agricole locali. Sempre affollata in estate, la gelateria offre gusti fissi come il sorbetto di cioccolato, lo yogurt e il famoso pistacchio di Bronte. Tra i gusti a rotazione si possono trovare delizie come ricotta e gocce di cioccolato, arachidi, fichi fioroni e fragoline di bosco. Da non perdere anche la nocciola e la panna-noci-miele.
Indirizzo: Corso Indipendenza 20
#3 Artico, quattro sedi e “3 coni” nella Guida Gambero Rosso
Credits: @artico_gelateria – artico gelateria
Mantiene il terzo gradino del podio la Gelateria Artico, rinomata per il suo gelato tradizionale. Nata dall’idea della famiglia Polloni, riconosciuta dal The New York Times tra i cinque migliori posti da visitare a Milano, utilizza solo ingredienti naturali di alta qualità, preparati internamente senza additivi chimici. Ha ricevuto il prestigioso riconoscimento dei “3 coni” nella Guida Gambero Rosso e conta quattro sedi in città.
Indirizzi: Via Porro Lambertenghi 15, Via Dogana 1, Via Giovanni Pacini, 17 e V. Ambrogio Bergognone da Fossano, 27
#2 Sartori, aperta dal 1937
Credits: @saracaulfield – Gelateria Sartori
Fa un balzo di cinque posizioni la gelateria Sartori in Stazione Centrale, issandosi alla seconda piazza. Situata in Piazza Luigi di Savoia, serve gelato ai milanesi dal 1937. Andrea Sartori, arrivato a Milano a 18 anni, iniziò vendendo gelato con un carretto a due ruote. Dopo il successo iniziale e l’interruzione della guerra, nel 1947 aprì il primo chiosco, che esiste ancora oggi con alcune modifiche. L’attività è ora gestita dal nipote Anthony, che continua la tradizione del nonno con la stessa passione. Tra i gusti da provare ci sono i classici Nocciolato, Crema, Pistacchio e Fiordilatte.
Indirizzo: Piazza Luigi di Savoia
#1 Massimo del Gelato
Credits: @mayu.buster – Il Massimo Del Gelato
Vince a mani basse, scalando dal secondo posto dell’anno precedente, Il Massimo del gelato. Da anni considerata una delle migliori a Milano è stata inaugurata nel 2001 su idea di Massimo Travani, da qui il nome del locale. La gelateria propone gusti classici, ma realizzati con materie prime di qualità, con qualche tocco di esotico. Secondo la guida Taste Atlas ha uno dei gelati al pistacchio più buoni del mondo, insieme alla Gelateria Marghera, che si distingue “per la sua straordinaria ricchezza e genuinità” soddisfacendo anche i palati più esigenti.
La grande novità dell’estate 2024. Dal 28 giugno è stata aperta al pubblico la Salita alle Merlate Panoramiche del Castello Sforzesco. Un percorso suggestivo che offre un punto di vista unico per ammirare la città da una prospettiva inedita.
Le «merlate panoramiche» del Castello Sforzesco: un punto di vista unico su Milano
# Si torna nel grande passato di Milano
Edinburgh, Milano
La salita avviene lungo l’antico camminamento di ronda. Si può così ammirare Milano da una prospettiva unica, quella di chi doveva vigilare dalle mura del Castello. Le Merlate Panoramiche offrono la visione a 360 gradi di Milano: da qui si vedono il Duomo, la Galleria, la Scala, la Torre Branca oltre alle torri di Porta Nuova e di CityLife.
# Come si sale?
Credits: Andrea Cherchi – Castello Sforzesco
La Salita alle Merlate Panoramiche ha luogo da martedì a domenica, dalle 10:00 alle 17:00, ed è accessibile a tutti. Il percorso dura circa 40 minuti: si può accedere a piedi tramite un ampio scalone oppure con un’ascensore dedicato a passeggini o a persone con difficoltà motorie. Per ragioni di sicurezza e di comodità, l’accesso è limitato a un massimo di 25 persone ogni 20 minuti. Si consiglia di indossare scarpe comode e abbigliamento adeguato, evitando scarpe con i tacchi o ciabatte.
# Come si prenota?
Credits Andrea Cherchi – Castello Sforzesco vista laterale
Per accedere alla Salita alle Merlate Panoramiche è necessario acquistare un biglietto dedicato: lo si acquista online o presso l’Info Point del Castello Sforzesco. Il biglietto costa 10 euro (intero), 8 euro (ridotto convenzioni) e 5 euro (ridotto dai 6 ai 18 anni/over 65). L’ingresso è gratuito per i bambini fino a 5 anni, le persone con disabilità e i loro accompagnatori, le guide turistiche e gli abbonati Musei Lombardia.
il dogui, il principe, (anche se non era di Milano)
Abbiamo chiesto ai milanesi quali sono le parole del dialetto milanese secondo loro più divertenti in assoluto. Abbiamo chiesto e ci è stato dato. Questa è la classifica delle 10 parole milanesi che hanno ricevuto più apprezzamenti.
Le 10 parole in milanese che fanno più ridere
credit: laregione.ch
#10 Baloss
“Baloss” si usa per dare del furbacchione, del birbone. L’Orso Balosso era un personaggio dei cartoni animati ideato da Anna De Carlo di cui venivano narrate in rima baciata le divertenti avventure e il cui nome deriva proprio dal milanese “baloss”.
#9 Gratacü
Si dice di persona simile al gras de rost (vedi più sotto).
#8 Oreggiatt
Letteralmente significa “orecchiuto” cioè con le orecchie grandi/lunghe. Può essere interpretato in diversi modi. C’è chi dice che derivi dalle lunghe orecchie degli asini per indicare gli ignoranti e gli stolti. Nel “Vocabolario milanese ad uso della gioventù” del 1857 un “oreggiatt” invece è qualcuno che si oppone ai liberalismi, in poche parole un ottuso conservatore. Viene per questo usati motivi usato per descrivere qualcuno di retrogrado ma anche per parlare di qualcuno che ha le orecchie lunghe, ascolta i discorsi altrui e senza pensiero critico ripete tutto ciò che sente.
#7 Ciaparatt
i ciaparatt dell’ortica. Fonte: Milano scomparsa
Il “ciaparatt” è colui che acchiappa i ratti ma viene utilizzato per indicare un buono a nulla. Perché? Perché nel XX secolo Milano era invasa dai topi e se qualcuno non sapeva proprio come fare soldi gli veniva consigliato di andare ad acchiappare i ratti, ovvero di rendersi utile. Da qui anche il detto “Va a ciappà i ratt”. Insomma il “ciaparatt” è qualcuno che proprio non sa fare altro, può solo acchiappare i topi.
#6 Scarliga merlus
“Scarliga merlus” deriva dal detto “Scarliga merlus, che l’è minga ‘l tò ùss” che tradotto in italiano significa: scivola via merluzzo che questo non è il tuo posto. Questa frase, divenuta poi un detto tipico milanese, si diffuse durante la dominazione spagnola. C’erano alcuni mercanti che trasportavano il pesce in città senza pagare il dazio e in caso di ispezione, i funzionari corrotti li avvisavano con questa frase. Come un SOS. Oggi invece viene utilizzato per allontanare qualcuno di indesiderato: “vai via” “allontanati“.
#5 Rebelot
“Rebelot” significa confusione e caos ma non in senso negativo. Indica una baraonda creativa che inizialmente sconvolge ma che alla fine fa apparire tutto in ordine. Probabilmente con i tempi che corrono sarebbe dovuta essere la parola #1. Sembra un grande assembramento chiassoso ma in un attimo ritorna tutto all’ordine.
#4 Gras de rost
Il “gras de rost” indica, come è facile intuire, il grasso dell’arrosto. L’arrosto non deve essere né troppo secco, né troppo pieno di grasso poiché rischia di renderlo poco piacevole al palato e gelatinoso. Una persona “gras de rost” è così: non è una persona cattiva ma esagera e diventa antipatico e fastidioso.
#3 Barlafus
Ph. I Barlafus (gruppo musicale)
Che cos’è un “barlafus”? Iniziamo col dire che in origine non era una persona. Il barlafus era un arnese utilizzato durante la filatura che non ricopriva nessun ruolo fondamentale. Ha iniziato poi ad essere utilizzato per tutti gli arnesi che non avevano una grande utilità e si usa per indicare qualcuno che anche se si da grandi arie in realtà è una persona da nulla.
#2 Balabiott
Un “Balabiott” è letteralmente un abitante di Ballabio (LC) ma ha assunto nel corso del tempo un diverso significato. In milanese “bala” significa balla e “biot” significa invece nudo, traendo le somme il balabiott in milanese è qualcuno che balla nudo. Significa uno spiantato, uno che non ha le rotelle a posto.
#1 Ciuciamanuber
L’origine di questo epiteto è ignota ma i veri milanesi ne conosceranno sicuramente il significato colloquiale. Indica qualcuno che frequenta assiduamente la palestramache invece di allenarsi lecca, o meglio lucida, i manubri. Insomma un nullafacente che finge di non esserlo.
La cucina tradizionale della Lombardia ha radici antiche e, come tutte le cucine tradizionali, è povera, almeno all’inizio. Voglia di sorprendere con ricette ormai scomparse?
Lo dimostra, per esempio, il Pan Dorà, letteralmente “Pane Dorato”, ossia un piatto composto di fette di pane raffermo in cotolettacon su una fetta sottile di lardo, simile per ispirazione al Welsh Rarebit.
#2 Capù, da piatto povero a cibo per siuri
Altrettanto povero, e altrettanto gustoso, appare un piatto, citato anche nei Promessi Sposi e creato unendo le foglie di verza, il pane ed il formaggio, spesso avanzati, l’uovo e la salsiccia. Con felice ed ironica intuizione, questo piatto è passato alla storia come capù, ossia “Cappone”, assumendo, da piatto povero, la denominazione di cibo per siuri. Le varianti moderne di questo piatto sono diverse dalla ricetta antica appena citata.
#3 Missultìtt, famosi sin dal Medio Evo
Missultìtt in versione moderna con polenta
Un piatto di mare interessante, noto in Lombardia sin dal Medio Evo, è quello dei missultìtt o missultén. Si tratta di agoni, pesci di lago, che vengono pescati nel periodo fra giugno e luglio e poi vengono seccati su apposite griglie di legno. Salati, con l’aggiunta di alloro, venivano poi messi sott’olio, avendo cura che quest’ultimo non “inondasse” i pesci, cosa che ne avrebbe compromesso il sapore ed impedito la conservazione.
#4 La parmigiana di baccalà
Credits: gustoblog.it
Interessante appare anche la riscoperta di un altro piatto, la parmigiana di baccalà, operata da un ristoratore bergamasco, che mette insieme terra e mare.
#5 Lo stufato “dei Promessi Sposi”
Anche lo stufato citato nei Promessi Sposi, ma già detto “dei promessi sposi” in quanto veniva servito ai pranzi di fidanzamento e si diceva che la tenuta dello stufato avrebbe previsto il destino della coppia, è figlio delle eccellenze regionali. La coppa di vitello stufata nel vino rosso, meglio se ad alta gradazione, con cipolla, alloro, salvia rosmarino, pepe e ginepro, crea un piatto deciso e delicato.
#6 Risotto delle Monache del Sacro Monte
Risotto delle Monache del Sacro Monte
Anche se i risotti più noti in Lombardia sono certamente altri, merita anche la riscoperta del cosiddetto Risotto delle Monache del Sacro Monte, tipico del varesotto, che è un tripudio di carciofi, prosciutto e noci.
#7 Barbajada, una bevanda tipica della Belle Epoque
Credits: nonnapaperina.it – Barbajada
Le ricette “sparite” della nostra regione permettono di arrivare praticamente dall’antipasto al dolce, come testimonia la presenza della Barbajada, una bevanda tipica della Belle Epoque, composta di cioccolata, latte, caffè e zucchero, che veniva poi montata e servita fresca in estate e calda in inverno. Prende il nome da Domenico Barbaja, un intraprendente garzone, del quale fece la fortuna.
Non solo Siena. Anche Milano aveva le sue contrade: la Milano del Rinascimento era divisa in 30 contrade e 6 Porte o sestieri. Si tratta di aree che delimitano il centro di Milano. E se le si riportasse alla luce per valorizzare ancora di più la zona centrale di Milano rendendola ancora di più un’attrazione storica?
Le 30 contrade di Milano: le riportiamo alla luce per rendere il centro davvero storico?
Le 30 contrade di Milano
# La competizione tra le contrade
La Milano del Rinascimento era divisa in contrade. Inizialmente erano 11 a cui vennero aggiunte altre 19 per un totale di 30 contrade. Le contrade erano una forma di organizzazione sociale molto importante a Milano durante il Rinascimento, e ciascuna di esse aveva una propria chiesa, una propria festa patronale e un proprio stemma. Le rivalità tra le contrade erano spesso molto accese e si manifestavano in competizioni sportive, giochi di abilità e sfide culinarie.
# Le 30 contrade di allora nella Milano di oggi
Ph. http://milanoneisecoli.blogspot.com/
Le trenta contrade di Milano erano queste con l’indicazione delle zone a cui corrispondevano:
Nobile Contrada del Carrobbio: area attorno a Piazza Sant’Eustorgio e della Basilica di Sant’Eustorgio
Nobile Contrada del Leon d’Oro: area di Via Dante e di Piazza dei Mercanti.
Nobile Contrada del Cordusio: Piazza Cordusio e vie circostanti.
Nobile Contrada della Cicogna: area del Castello Sforzesco e dintorni.
Nobile Contrada di Sant’Ambrogio: area della Basilica di Sant’Ambrogio e dei suoi dintorni.
Nobile Contrada della Rosa: Corso Magenta e Piazza Virgilio.
Nobile Contrada delle Farine: area di Piazzetta San Fedele e via dei Bossi.
Nobile Contrada dei Bossi: area di Via Brera fino a piazza della Scala.
Contrada del Bue: Piazza Sant’Alessandro e Via Lanzone.
Contrada della Torre de’ Moriggi: area di Via Manzoni e di Piazza della Scala.
Contrada del Pozzo: Via Torino fino a Piazza Cordusio.
Contrada della Cagnola
Contrada del Pallone: Via Mazzini e Piazza della Repubblica.
Contrada della Spiga: Via della Spiga e Via Montenapoleone.
Contrada della Vetra: area di Via Torino e della zona tra le colonne di San Lorenzo e il Duomo.
Contrada della Fontana: area di Via dei Mercanti e del Palazzo della Ragione.
Contrada del Lauro: area di Corso di Porta Romana e della Chiesa di San Sebastiano.
Contrada della Stella
Contrada della Ghisolfa: area di Porta Garibaldi e dei suoi dintorni.
Contrada del Campo: Piazza San Babila e Corso Vittorio Emanuele II.
Contrada del Broletto: Piazza Mercanti lato Via Orefici.
Contrada del Barone Rampante: Via San Tomaso e Via Santo Spirito.
Contrada della Pusterla: Via della Pusterla e Piazza XXIV Maggio.
Contrada del Portello: Piazzale Giovanni dalle Bande Nere e Via Marghera.
Contrada del Coniglio: Piazza Duomo fino a via Torino.
Contrada del Falcone: Via del Falcone e di Via della Commenda.
Contrada della Torretta: Piazza San Nazaro in Brolo e Via della Torretta.
Contrada del Granchio: Via San Giovanni sul Muro e Via Brera.
Contrada del Gabbia: dintorni via della Spiga e via Montenapoleone
Contrada della Guastalla: Piazza della Guastalla e Corso di Porta Romana.
# Le contrade più importanti a livello storico, economico e sociale
Le sei contrade caratterizzate dal titolo “nobile, ovvero le più importanti contrade di Milano, da un punto di vista storico, economico e sociale erano: la Nobile Contrada del Cordusio, la Nobile Contrada della Cicogna, la Nobile Contrada di Sant’Ambrogio, la Nobile Contrada della Rosa, la Nobile Contrada delle Farine, la Nobile Contrada dei Bossi. Confinavano con la Contrada dei Rostri, formando una fascia circolare intorno ai suoi confini, e questo consentiva loro di essere le uniche a fregiarsi del titolo “nobile” vista anche la loro posizione centrale rispetto all’abitato di Milano. Ci poteva essere solo una contrada nobile nei sestieri e per questo ce n’erano solo 6.
La Contrada dei Rostri invece che era al centro di Milano, circondata dalle Contrade Nobili, era chiamata la Capitana di Milano per il fatto che all’interno dei suoi confini c’era il municipio della città, il Palazzo della Ragione, al cui interno era custodito il gonfalone municipale di Milano, senza contare il Carroccio: un simbolo molto importante per la Milano medievale.
# La scomparsa e l’oblio nel ‘700
Esaurita la loro funzione militare e sociale, per le contrade di Milano iniziò un progressivo fenomeno di oblio che portò alla loro scomparsa ufficialmente dalle mappe di Milano nel 1889 in occasione dell’approvazione del primo piano regolatore della città di Milano, il Piano Beruto. Dal Settecento il termine “contrada” iniziò a indicare, anche nella toponomastica ufficiale, le strade invece dei rioni. Infini dal XIX secolo, le strade iniziarono a essere a prendere il titolo di vie: via Monte Napoleone è un esempio di questo cambiamento, infatti fino al Settecento era conosciuta come contrada di Sant’Andrea.
# Le vecchie contrade per una nuova Milano
Siena – Ph. Zotx
Le contrade rinascimentali servivano a dare identità alle singole aree di Milano. La Milano di allora corrisponde in larga parte con il centro della città che ha mantenuto una coerenza con la pianta di allora. Un centro che però oggi appare uniforme, almeno nell’identificazione urbanistica. Perché non riportare alla luce le contrade con i loro simboli, bandiere e le loro identità, in modo da rendere più spettacolare la visita del centro di Milano, un po’ come accade a Siena? Basterebbe riaprire il cassetto della storia di Milano e rifare un maquillage delle singole parti con i colori e i simboli di un tempo. Un costo irrisorio che produrrebbe un valore inestimabile per Milano.
“Questa lista è nata qualche anno fa a seguito di una vita intera di pedalate e visite spontanee tra questi luoghi della città”. Include La Vigna di Leonardo, il Parco Delle Cave a Baggio, Corso Como, Villa Invernizzi e la Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore. A parlare è Clizia Leivi Brandeis, di Milano da conoscere, che tramite la sua pagina Facebook suggeriva: “E’ ora di […] rendere più reperibile l’aggiornamento della nostra lista di luoghi rari e imperdibili di #bellamilano“.
Le 5 zone di Milano dove è più bello perdersi a piedi o in bicicletta
#1 ZONA Brera/Garibaldi/Moscova (M2)
Corso Garibaldi
Chiostro di teologia dell’alta Italia (retro di San Simpliciano), via Ancona (traversa di via Solferino)
Terrazzo/boutique e galleria Sozzani di corso Como 10 + p.za Gae Aulenti(all’interno dei grattacieli Unicredit di Garibaldi FS)+ corso Garibaldi tutto (nel quale si trovano le bellissime San Simpliciano e Santa Maria del Carmine).
Museo del Risorgimento, dietro l’accademia di Brera, via Borgonuovo 23 NOTARE: S.M Incoronata (con ex biblioteca)
All’interno dell’Accademia di Brera: Orto Botanico, Pinacoteca, Museo Astronomico, Biblioteca Braidense.
Palazzo Cusani, via Brera, di fronte all’accademia di Brera, è quartier generale della NATO. Apre per mostre/ eventi particolari. Bellissime sale, non distrutte dai bombardamenti della II Guerra Mondiale.
Santa Maria alla Fontana, via Thaon di Revel, 28→ scendere le scale: lato destro, guardando la facciata.
“Brera era famosa per essere una zona di case chiuse”, spiega.
#2 ZONA Quadrilatero del Silenzio/Porta Venezia
Credits Andrea Cherchi – Casa Galimberti
Villa Necchi-Campiglio (con piscina), via Mozart (fermata Palestro della M1). Gratis l’ingresso al giardino (in cui si può prendere un caffè/leggere), la visita nella casa invece necessita del biglietto.
Villa Invernizzi con i fenicotteri di via Cappuccini e tutti i palazzi circostanti (in particolare il palazzo dell’orecchio, in via Serbelloni 10, e palazzo Berri-Meregalli, in via Cappuccini). Si trovano tutti vicino a Villa Necchi.
GAM (Galleria d’Arte Moderna) e il suo bel parco di via Palestro 16. Accanto sorge il PAC (Padiglione Arte Contemporanea)
Museo delle Scienze Naturali, Planetario e Palazzo Dugnani, parco Venezia (giardini Pubblici Indro Montanelli)
Casa Galimberti in via Malpighi (è riconoscibile perché Panino Giusto ne occupa il piano terra), dietro porta Venezia. È uno degli esempi più alti di liberty a Milano. Da visitare c’è anche quel che resta delle mura del Lazzaretto, dove oggi c’è la Chiesa Ortodossa, via San Gregorio 5.
Casa Boschi di Stefano, via Jan (traversa di Buenos Aires). Da vedere anche via Boscovich (parallela di c.so Buenos Aires) con casa Felisari.
Museo della moda e dell’immagine, via Sant’Andrea (traversa di Montenapoleone)
Museo Poldi Pezzoli, via Manzoni (vicino alla Scala)
Casa di Alessandro Manzoni, tra piazza Meda, la Scala e a via Manzoni. In via Omenoni, giusto accanto alla casa di Manzoni, è presente il bel Palazzo degli Omenoni. A PROPOSITO DI MANZONI – La casa in cui è nato (ma non vissuto e morto) si trova in via Sforza-angolo Mascagni, dietro la facoltà di Scienze Politiche. Manzoni cadde sulle scale della chiesa di S. Fedele, a pochi passi da casa sua e dalla Scala
Giardino della Guastalla (con l’interessante Sinagoga): fermata del bus 94 via Sforza-via Andreani
Università La Statale, via Festa del perdono, ex ospedale Ca’ granda. DA NOTARE:chiesa di S. Stefano nell’omonima piazza (con ossario di S. Bernardino alle ossa), S. Nazaro in Brolo e la cripta SS. Annunciata all’interno dell’università Statale 18), S. Maria della Passione, via Conservatorio (sala capitolare con affreschi del Bergognone)
Pinacoteca Ambrosiana, via Cantù, a due passi dal Duomo
Piazza San Sepolcro (nota perché qui, Benito Mussolini il 23 marzo 1919 fondò i Fasci di Combattimento – si trova dietro alla Biblioteca Ambrosiana). NOTARE: le bellissime vie Santa Marta, p.za Mentana
Piazza Borromeo, giusto dietro S. Sepolcro. Sempre vicino: galleria Meravigli, non distante da piazza Affari
San Satiro (Satyrum), molto particolare, via Torino. Dietro via Torino notare anche: p.za S. Alessandro
La bellissima fontana di via Romagnosi, traversa di via Manzoni
Gallerie dell’Ottocento e novecenteo, Piazza Scala (gratis)
Palazzo Visconti, via Cino del duca 8, S. Babila M1, (aperto solo per il Fuorisalone)
Palazzo Isimbardi (Palazzo della Provincia), c.so Monforte. Quando il FAI organizza le giornate aperte, si può vedere l’affresco del Tiepolo (presente anche a Palazzo Clerici, via Clerici 5). Palazzo Marino, in p.za Scala (sede del Comune), apre talvolta al pubblico per mostre.
Museo del Novecento,Arengario, p.za Duomo, accanto a Palazzo Reale. NOTA: All’interno di Palazzo Reale è presente la sala delle Cariatidi che, non ancora completamente ristrutturata, è rimasta com’è stata lasciata dopo i bombardamenti della II Guerra Mondiale. Dietro a Palazzo Reale spunta la bella torre di S. Gottardo.
UNA CURIOSITA’: le statue del Duomo poste sul balconcino, sopra il portone centrale, hanno dato vita alla Statua della Libertà (scoperta di Philippe Daverio). La Galleria Vittorio Emanuele è simile a quella Umberto I di Napoli: quella milanese, in più, presenta delle aquile che reggono la cupola; quella partenopea, nella stessa posizione ha collocato degli angeli.
#4 ZONA c.so Magenta (fermata Cadorna)
Credits: @signor_ingro Corso Sempione
Casa degli Atellani gratis (di fronte a S. Maria delle grazie), c.so Magenta 65, dove Leonardo preparò i bozzetti del Cenacolo, aperta solo in alcune occasioni
Chiostro di Santa Maria delle Grazie (chiesa celebre per il mitico Cenacolo), c.so Magenta
La splendidamente affrescata S. Maurizio in c.so Magenta (il coro in particolare)
Palazzo Litta, corso Magenta (di fronte a S. Maurizio). Aperto in alcune occasioni
Museo Archeologico, accanto a S. Maurizio e di fronte a Palazzo Litta
Le viette medievali dietro all’Università Cattolica (via Luini, accanto a S. Maurizio, via Circo, sono alcune)
Parco Sempione con Castello Sforzesco (e i suoi musei), la Triennale (Palazzo dell’Arte), Arco della Pace (ideato come collegamento con l’Arc de Triomphe a Parigi), Arena Civica, Acquario Civico
#5 ZONA S.Ambrogio M2/Navigli
Credits: @milandiamo Naviglio Martesana
“Consiglio i percorsi ciclabili dei tre navigli: Martesana, Pavese, Grande”
Museo della Scienza e della Tecnica. Due sedi: via Olona (in cui ci sono velieri, elicotteri, locomotive antichi) e via S.Vittore 36. Il piccolo parco archeologico, con bel chiostro, via de Amicis, fermata colonne di S.Lorenzo NOTA: Conca di Varenna
I Navigli. NOTARE: Chiesa di San Cristoforo, via San Cristoforo 3, e il vicolo dei lavandai.
Colonne di S. Lorenzo e la chiesa omonima, in particolare cappella di S. Aquilino con mosaici paleocristiani
S. Ambrogio, fermata della metro verde e San Vincenzo in Prato (via s. Calocero, dietro C.so P.ta Genova)
S. Eustorgio in particolare cappella Portinari, c.so di porta ticinese (accanto al museo Diocesano)
Museo delle Culture (Mudec), via Tortona
# A PARTE:
Credits: Tirpadvisor – QC Terme Porta Romana
S. Maria presso San Celso, corso Italia
Università Umanitaria, non distante dal Tribunale. Sempre in quella zona, merita uno sguardo la Rotonda della Besana (dove si svolgono Pianocity e mostre, oltre che essere la sede del Museo dei bambini – MUBA), via Besana, a poche fermate dalla biblioteca Sormani. La Sormani è la biblioteca centrale di Milano in c.so di porta vittoria, nota anche per la Sala del Grechetto.
Porta Romana con le terme all’interno delle mura spagnole (QC terme)
La Certosa di Garegnano e l’abbazia di Chiaravalle meritano una visita. Bellissime
Il parco delle Cave, molto interessante e ampio
Villa Lonati a Niguarda, Villa Simonetta dietro il Cimitero monumentale, Villa Scheibler a Quarto Oggiaro, Villa clerici e infine Villa Litta ad Affori
Ci sono 30 cascine in città (e altre fuori), tra cui Cascina Cuccagna, in via Friuli – e vende ottimi prodotti gastronomici.
Una cosa da ammirare nei milanesi è la capacità di unirsi sulle questioni più importanti, al di là degli schieramenti di partito. Ad esempio, sull’autonomia sembrava fossero tutti d’accordo. Anche perché con questa legge i cittadini possono solo guadagnarci. A perderci saranno solo i cattivi amministratori. Ma ancora una volta c’è chi si sfila.
«Raccolte 50mila firme contro l’autonomia»: il PD lombardo rema contro la Lombardia?
# «La nostra Regione guida la battaglia del Nord-Italia contro l’autonomia differenziata»
E’ lo stesso PD lombardo a pubblicarlo sui suoi profili social: «Con oltre 50.000 firme raccolte online soltanto in Lombardia, oltre alle migliaia di firme registrate ai banchetti, la nostra Regione guida la battaglia del Nord-Italia contro l’autonomia differenziata di Calderoli, che vuole spaccare il Paese, attaccare i più fragili e aumentare le disuguaglianze». A parte che identificarsi con l’intera Lombardia che grazie a 50mila firme raccolte dal partito “guiderebbe” «la battaglia del Nord-Italia contro l’autonomia differenziata» sembra un tantino presuntuoso, ma la vera questione è un’altra. L’autonomia differenziata era un concetto concepito proprio dal PD e, se si legge attentamente la riforma, non si riesce proprio a capire come si possa sostenere che «vuole spaccare il Paese, attaccare i più fragili e aumentare le disuguaglianze». Anzi. Per capirlo vediamo in sintesi che cosa dice la riforma.
# La legge in poche parole: si premiano con più autonomia le regioni più meritevoli, mentre l’autonomia viene tolta alle regioni che non rispettano gli standard minimi di servizio ai cittadini
Il principio della legge è elementare. Le regioni possono decidere di gestire fino a 23 competenze in autonomia dallo Stato che però deve vigilare sul rispetto di un livello minimo delle prestazioni (LEP) per ogni classe di servizio. Se una regione non è in grado di garantire questi standard perde l’autonomia di gestione nei servizi in cui fornisce un livello scadente. Un principio che tutela i cittadini, spingendo le regioni a garantire servizi migliori e che fa intervenire lo Stato quando questi servizi sono insufficienti.
L’autonomia differenziata prevede la possibilità di trattenere parte del gettito fiscale generato sul territorio per il finanziamento dei servizi e delle funzioni di cui si chiede il trasferimento. Si introduce pertanto un principio di responsabilità per le regioni che, finora, potevano agire “indisturbate” nella fornitura dei servizi, senza rischi. Anzi. Il modello di governance esistente tendeva a premiare le regioni più inefficienti, favorendo l’intervento dello Stato a colmare deficit.
# I cittadini possono solo guadagnarci. A perderci saranno solo i cattivi amministratori
Credits: corriere.quotidiano.it politici
Quindi la legge prevede servizi al rialzo, forniti dallo Stato o dalle regioni a seconda di chi lo faccia meglio. Consentendo un miglioramento per tutti i cittadini. Mentre gli unici a venire colpiti dalla riforma sono i cattivi amministratori che, nel caso fossero incapaci di fornire servizi adeguati per i cittadini, sarebbero privati della gestione dei servizi e delle relative risorse, che passerebbero allo Stato. Quindi, considerando poi che il PD della Lombardia dovrebbe tutelare gli interessi dei cittadini lombardi, come può essere così irresponsabile da muovere un’azione che porti a penalizzare i cittadini della Lombardia? Purtroppo ancora una volta in cima agli interessi dei partiti ci sono gli ordini di scuderia del partito. Anche a discapito dei cittadini. Come sosteneva Marco Pannella.
L’annuncio del Ministro Piantedosi: verrà attivata la Polmetro, sezioni specializzate della Polizia di Stato per garantire più sicurezza nelle metro di Milano, Roma e Napoli. Questo l’annuncio del Ministro. Forse neanche lui sa che a Milano la Polmetro esiste già. Da circa 40 anni. Cerchiamo di fare luce su un servizio poco noto non solo al ministro. E su in che cosa consiste la novità del Viminale.
La PolMetro: l’oggetto misterioso della metro di Milano
# A Milano esiste dal 1987, prima con uffici in San Babila e ora alla stazione di Cadorna M1
Inaugurazione uffici Cadorna Polmetro
In una riunione sulla sicurezza nelle aree metropolitane tenutasi al Viminale a inizio agosto 2024 il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha preannunciato l’istituzione della “Polmetro”. Erano presenti sindaci, i prefetti e i questori delle città di Milano, Roma e Napoli. Un servizio che ha l’obiettivo di portare più sicurezza sulle linee della metropolitana grazie a sezioni specializzate della Polizia di Stato presenti tra banchine e treni.
A Milano in realtà la Polmetro esiste già: dal 1987 grazie alla collaborazione tra Atm e Polizia di Stato. I primi uffici in San Babila, poi in Duomo e infine nella stazione Cadorna M1, dove oltre ai passeggeri delle linee M1 e M2 ci sono anche i pendolari dei Treni Regionali e gli utenti del Malpensa Express. Ma chi sono e che cosa fanno gli agenti della Polmetro?
# Circa 50 unità in servizio tutti i giorni dalle 7 alle 23, a cui si aggiungono circa 150 agenti della security Atm
medium.com – Security Atm
Il corpo della Polmetro milanese si compone di 50 unità in servizio tutti i giorni dalle 7 alle 23, una squadra che nel 2021 ha effettuato oltre 16mila controlli e in media esegue 70 arresti all’anno. Ma perché si sa così poco della loro esistenza? La principale ragione è che, dovendo coprire 121 stazioni e tenendo conto dei turni di servizio, capita raramente di vedere agenti in banchina. E dire che, in realtà, il personale addetto alla sicurezza dei viaggiatori sui mezzi di Milano è ancora più numeroso: agli agenti della Polmetro si aggiungono infatti altri 150 addetti della security ATM che operano anche sulle linee di superficie e che lavorano in affiancamento alla polizia. Quindi agiscono circa 200 persone ma a molti sembrano invisibili. Qual è il problema? Dal lato ATM ci si lamenta che si tratta di un numero insufficiente per coprire la vastità delle linee della metropolitana e dei mezzi di superficie, dall’altro lato si sollevano interrogativi sul loro impiego: quanto tempo circolano per assicurare la sicurezza di chi viaggia e quanto, invece, restano in ufficio o, comunque, lontano dai luoghi in cui dovrebbero operare? Dati che al momento non si possono sapere e che, comunque, hanno spinto il Governo a intervenire.
# Il governo: introduzione di agenti di polizia e soldati dell’esercito
maria_._pina IG – Banchina metro Milano
L’introduzione della Polmetro mira a potenziare la sicurezza nelle grandi città, visto anche l’incremento dei reati quali aggressioni, rapine e borseggi nelle metropolitane e sui mezzi pubblici. Si aggiunge a una precedente iniziativa del Governo: nel 2023 Milano ha visto l’assegnazione di 1.653 unità di forze di polizia, mentre nell’ambito dell’operazione “Stazioni sicure”, i militari dell’Esercito assegnati sono stati 174. Ancora non si sa se Piantedosi prevede modifiche all’azione della Polmetro a Milano. Per prima cosa si dovrebbe sapere a lui e ai milanesi che già esistono. Vi terremo aggiornati.
Milano non è più vuota come anni fa durante l’estate e in particolare ad agosto. A renderla brulicante ci pensano soprattutto i turisti, ma anche tanti milanesi che scelgono di rimanere in città. Per questo motivo molti ristoranti hanno deciso di tenere su le saracinesche e rimanere aperti. Eccone alcuni tra i più interessanti in questa selezione di Stefano Corrada per Libero.
# Nautilus, la trattoria marinara alle Colonne di San Lorenzo
trattorianautilus IG
Per gli amanti del pesce c’è la trattoria marinara pizza del Nautilus. Un locale aperto da poco in zona Colonne di San Lorenzo, con ambienti moderni e accoglienti con musica e richiami agli anni ’80 e in cucina sapori mediterranei.
Indirizzo: Via Pioppette 3
# L’Alchimia, il ristorante stellato dalla duplice vocazione
L’Alchimia
Vera rivelazione milanese della guida Michelin 2020, L’Alchimia, ha saputo distinguersi nel corso degli anni per la sua proposta ricercata e gourmet. Lo chef del ristorante stellato, Giuseppe Postorino, mette in tavola una cucina creativa e contemporanea in un locazione dalla duplice vocazione, di cocktail bar con il bancone old style e di ristorante nella zona salotto più intima.
Indirizzo: Viale Premuda 34
Ristoranti di lusso
# Zelo, il ristorante del Four Season affacciato sul cortile di un ex convento
risotto scamp mazzancolle gambero – Zelo – chef Borraccino
Zelo è il ristorante all’interno del Four Season che affaccia sul cortile di un ex convento del XV secolo. Il giardino all’interno dell’elegante chiostro, una vera e propria oasi botanica progettata dal paesaggista Flavio Pollano, diventa così un’estensione del ristorante, dove poter immergere sguardi e rasserenare l’animo. I sensi si rallegrano anche per la cucina dello chef Fabrizio Borraccino che propone anche a ferragosto i piatti che trasudano italianità senza alcuna particolare tipicità regionale: c’è il fiore di zucca vegano, il prosciutto crudo da maialino nero abruzzese accompagnato da pane di farina varietà Eterna. Lasciano entusiasti le Linguine con canocchie, ostriche, riccio e tartare scampi, ancora di più il risotto con caviale prestige e scampi, mazzancolle, gambero rosso, mantecato limone candito e olio.
Indirizzo: Via Gesu 6/8
# Gallia Restaurant, cucina elegante e raffinata nello sfarzo dell’Hotel Gallia
Credits excelsiorhotelgallia IG – Terrazza Gallia
Nell’omonimo hotel in piazza Duca d’Aosta troviamo il Gallia Restaurant, perfetto per una cena con vista mozzafiato su Milano dall’alto. A guidare la cucina i fratelli Lebano con la consulenza del rinomato Da Vittorio, con un’esperienza culinaria di alta qualità, elegante e raffinata e un menu che combina in modo esemplare i sapori mediterranei con le tendenze milanesi. Da provare il tortello in Lombardia, ripieno di cassoeula, il risotto mantecato con cipolla di Giarratana, la gustosa pasta cotta nella zuppa di pesce, e il baccalà con trippette alla romana e patata affumicata.
# Ristorante Acanto, nell’iconico hotel di lusso Principe di Savoia
Credits principesavoia IG – Ristorante Acanto
Il ristorante dell’Hotel Principe di Savoia, in piazza Repubblica, con lo chef Matteo Gabrielli. La migliore tradizione italiana e scenografiche presentazioni dei piatti, questi i due tratti distintivi. L’ambiente e gli arredi sono âgée, l’atmosfera è di pura raffinatezza. Fino a settembre si può provare il menu estivo dove spiccano le mazzancolle grigliate con panzanella di cetrioli, il galletto alla diavola e la pancia di maiale in agro- dolce.
Indirizzo: Piazza della Repubblica, 17
# Giardino Cordusio nel 5 stelle Melia con cocktail metropolitano e ristorante giapponese con terrazza vista Duomo
sunsethospitalitygroup IG – Giardino Cordusio
Una delle novità più eleganti dell’ultimo periodo è Giardino Cordusio in Piazza Cordusio dentro l’hotel Gran Melia. Al piano terra del riqualificato Palazzo Venezia si viene accolti in una serra tropicale, un salotto urbano, un locale raffinato che propone cocktail firmati e pietanze internazionali. Tra le proposte gastronomiche affidate da Meliá a Sunset Hospitality c’è poi il “ristorante della felicità” Sachi di cucina giapponese all’ultimo piano, con terrazza con vista Duomo, e il ristorante Isola di cucina mediterranea.
# Mannarino, il ristorante di carne con le bombette pugliesi
milanohafame IG – Il Mannarino
Per gli amanti della carne c’è Mannarino. Questo nome richiama il versatile coltello da macellaio, e il format è ispirato alle macellerie di quartiere con cucina. Nei quattro locali milanesi si può acquistare carne di alta qualità al banco o gustarla direttamente al tavolo. Il loro punto di forza? Le bombette pugliesi. Queste deliziose specialità sono disponibili in diverse varianti: di capocollo, di manzo o di tacchino, con ripieni che spaziano dal piccante al pancettato, alla mortadella o alla norma.
Indirizzi: Piazza De Angeli 1, Via Tenca 12, Via Fiamma 6 e Alzaia Naviglio Grande 2
# The Meatball Family, le polpette di Diego Abbattantuono
Credits alberto.suni IG – Meatball Family
Meatball Family è il locale nato ormai 7 anni fa, con prima location a pochi passi dai Navigli, dall’idea di un gruppo di amici e soci, tra i quali Diego Abatantuono, di creare un ristorante con menu basato sulla polpetta. Ce ne sono di ogni tipo: da quelle classiche di fassona con pomodorino ciliegino, a quelle di pesce, orientali, di melanzane, con sugo, morbide o fritte. Negli ultimi anni si sono aggiunti, oltre a nuove aperture non solo in città, hamburger e pizza alla pala sempre con la polpetta quale elemento principale.
Indirizzo principale: Via Vigevano 20
Sapori orientali: da Ravioleria Sarpi a Wagamama
www.laravioleriasarpi.com
Per gustare sapori orientali la prima scelta è ovviamente Chinatown, nei suoi vari locali lungo e attorno Via Paolo Sarpi. Ad agosto troviamo aperto ad esempio Ravioleria Sarpi e Macelleria Sirto, mentre in diversi punti sparsi in città compresi i mall commerciali di CityLife, Merlata Bloom e Bicocca Village, oltre quello centrale di Via San Pietro all’Orto, c’è Wagamama, una catena di ristoranti con piatti ispirati alla cucina asian fusion.
Obicà, il mozzarella bar e pizzeria napoletana
aghness IG – Obicà
Obicà è un mozzarella bar e pizzeria napoletana che offre sapori mediterranei e caseari, propone un’esperienza gastronomica unica, dove la freschezza degli ingredienti e la qualità delle mozzarelle sono protagoniste. L’atmosfera elegante e la posizione privilegiata del locale all’ultimo piano della Rinascente in Terrazza Duomo lo rendono per gustare autentici piatti napoletani con una vista spettacolare su Milano. Un altro si trova in zona Brera.
Indirizzi: Via Cusani 1 e settimo piano Rinascente
Le pizzerie
# Pizzium, la pizza con impasto leggero
Credits cyster_in_the_kitchen – Pizzium
Pizzium è fra le pizzerie di nuova generazione un caso di successo in città, con continue nuove aperture, siamo arrivati a 10. Le pizze hanno un impasto leggero per un effetto complessivo mai pesante. Tra le specialità il panuozzum, il mitico panuozzo, ripieno di polpette al sugo.
Indirizzo storico: Via Procaccini 30
# Crocca, la pizza croccante e leggera in quattro locali a Milano
Credits : @crocca_
La Pizzeria Crocca è un locale conosciuto per la sua pizza croccante e leggera, un mix tra la “scrocchiarella” romana e la sottile lombarda, disponibile in diverse varianti, dalle classiche alle più innovative. A Milano ci sono quattro locali.
Indirizzi: Via Vigevano 29, Via Plinio 64, Via California 15, Via San Gregorio 11
# Biga, dalla ruota di carro alla pinsa
giada.travelbites IG – Biga
Un’altra insegna di ottima qualità aperto ad agosto è Biga, con due punti in città. Ha ricevuto il riconoscimento dei “Due Spicchi” dal Gambero Rosso e nella proposta del pizzaiolo Simone Nicolosi sono presente diversi impasti, dal classico alla ruota di carro a lunga lievitazione, dal padellino alla pinsa.
Indirizzi: Via Volta 20, Via Pollaiuolo 9
Gelaterie e pasticcerie
# Ciacco, il “gelato gastronomico” nella via delle boutique del “luxury food”
Credits la_gourde_en_balade IG – Ciacco
Siamo nella via delle boutique del “luxury food”, Via Spadari, dove c’è la prima insegna di Peck. La gelateria Ciacco è stata aperta nel 2014 da Stefano Guizzetti, laureato in Scienze Alimentari all’Università di Parma. I gusti cambiano in continuazione tranne qualche classico come il pistacchio, di Bronte. Premiato dal Gambero Rosso come Miglior Gelato Gastronomico d’Italia sono state dalle sue creme emulsionanti e additivi. Sempre aperta tranne il 14, 15 e 16 agosto.
# Gnomo Gelato, con 3 coni nella guida Gambero Rosso
giorgelato IG – Gnomogelato
Un’altra destinazione di prim’ordine è Gnomo Gelato. Aperta cinque anni fa è stata riconosciuta come una delle 70 migliori gelaterie italiane, ha ricevuto il Premio di “Miglior gelato al cioccolato 2020” e sempre da quell’anno mantiene i 3 coni nella guida Gambero Rosso. Qui tutto è fatto in casa, inclusi i biscottini che accompagnano coni e coppette, oltre a semifreddi, biscotti e cioccolato. Da non perdere il gelato al cioccolato fondente 85% e il pistacchio di Bronte tostato e salato.
Indirizzo: Via Cherubini 3
# Gelsomina, il regno dei maritozzi
Credits livingdh IG – Gelsomina
Se invece del gelato si preferisce un maritozzo gonfio di fresca panna montata c’è Gelsominapasticceria. Presente con due sedi in città, nei suoi locali si possono gustare cannoli, mignon, brioche siciliane, ma il vero re è il maritozzo:gonfio e traboccante di panna, offerto anche nella golosissima versione al pistacchio. Chiude solamente dal 14 al 16 agosto.
Tira una brutta aria sull’Azienda Trasporti Milanesi. Ritardi e cancellazioni di linee stanno facendo infuriare i cittadini che chiedono un servizio regolare del trasporto pubblico: per settembre preparano una protesta davanti a Palazzo Marino.
AspettaMI: cresce la protesta dei milanesi contro ritardi e corse soppresse dei mezzi pubblici
# Il comunicato del gruppo facebook “AspettaMI – Milanesi in attesa dei bus”
AspettaMI_persone
L’Azienda Trasporti Milanesi non sta vivendo certo un buon momento. Mentre si attende nei prossimi mesi l’apertura integrale della linea M4 fino a San Cristoforo Fs, oggi è attiva da Linate a San Babila, i tagli alle linee dei mezzi di superficie si fa sentire. Prima laprotesta dei comitati che richiedono il ripristino dei tutto il tracciato della linea 73, in autunno fermerà in Piazza Cinque Giornate ma i residenti non sono d’accordo, poi quella del gruppo Facebook “AspettaMI – Milanesi in attesa dei bus” che fa da cassa di risonanza per tutti i cittadini scontenti del servizio di trasporto pubblico.
Questo un estratto del comunicato: “Nonostante sia agosto, il gruppo Facebook “AspettaMI – Milanesi in attesa dei bus” cresce di oltre 50 membri al giorno, a prova che il tema dei tagli alle corse dei mezzi di superficie è molto sentito dai cittadini, che scontano sulla propria pelle i forti ritardi di bus e tram rispetto alle tabelle orarie. Le attese anche di 20, 30 e 40 minuti e le corse che “saltano” si traducono in ritardi sul posto di lavoro e agli appuntamenti, e molti utenti sono costretti a riprogrammare le proprie giornate, prevedendo alzatacce e rientri a casa a tarda sera, oppure scelgono di ricorrere al mezzo privato. Situazioni denunciate nel gruppo “AspettaMI” dai numerosi post dei cittadini esasperati corredati da foto dei display alle fermate o delle schermate della app di ATM, testimonianze chiare ed inoppugnabili dei gravi disservizi.
Tabelloni orari mezzi di superficie
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Tabelloni orari mezzi di superficie
Adriana Berra, amministratrice del gruppo e coordinatrice del movimento, spiega come “Gli amministratori cittadini ci raccomandano di abbandonare l’auto, ma poi il Comune di Milano, che ricordiamoci è il proprietario di ATM, ci abbandona alle fermate“. Nel comunicato prosegue dicendo che “Dal 1° agosto è ufficialmente in vigore dal lunedì al venerdì l’orario del sabato praticamente su tutta la rete, eppure abbiamo comunque evidenze di numerosi ritardi, come è la regola negli ultimi mesi” e aggiunge come “Già applicare l’orario estivo dalla chiusura delle scuole è anacronistico, perché Milano d’estate non si svuota più come una volta (e tra l’altro si vanta di essere la città “che non si ferma”), ma siamo andati ben oltre: gli orari estivi non vengono rispettati, i ritardi sulle tabelle sono continuati, per non parlare delle corse che ‘saltano’, cioè i mezzi non passano proprio”.
# Tagliate 76 linee su 130
Credits Andrea Cherchi – Tram e bus
La rimodulazione delle corse è partita a novembre 2023 ed è poi proseguita a febbraio 2024, ad aprile ed infine l’ultima con l’introduzione dell’orario estivo: in totale i tagli hanno colpito 76 linee su 130. L’intenzione del Comune di Milano era di ridurre i disagi facendo vedere sui display i reali tempi di arrivo dei bus, ma nonostante questo si sono accumulati ulteriori ritardi alle frequenze dei mezzi già dilatate.
# La richiesta dei comitati: un bus ogni 8 minuti
Credits ilgiorno.it – Coda fuori dalla fermata Pasteur
I comitati delle diverse zone della città si sono uniti e hanno scritto una lettera unica al Sindaco e al Comune di Milano per chiedereun bus ogni 8 minuti su tutte linee oltre a una distribuzione capillare del servizio “in modo da non lasciare indietro nessuno e scoraggiare così l’uso dell’auto privata con grande beneficio della nostra salute”.
# Entro la primavera 2025 il ritorno alla normalità?
Credits medium.atm – Arrigo Giana
Arrigo Giana, AD di ATM, ha parlato recentemente di un possibile “ritorno alla normalità” entro il primo trimestre del 2025, con l’ingresso in azienda di 500 nuovi autisti. Il problema però, come sottolineano i comitati e come testimoniato anche negli ultimi giorni da un ex autista, poco dopo l’assunzione molti fuggono in altre realtà perchè le condizioni lavorative ed economiche non sono dignitose: lo stipendio è troppo basso per vivere a Milano e non vengono rispettati i turni e le regole di servizio.
# A settembre una manifestazione di protesta davanti a Palazzo Marino
Locandina Fake week
L’apertura integrale di M4, prevista in teoria di settembre, dovrebbe portare ad ulteriori rimodulazioni di servizio come già successo con la linea 73. Per questo il 26 settembre 2024dalle 17 alle 20 è attesa una manifestazione di protesta dal nome Fake week,e che si contrappone alla Green week, davanti a Palazzo Marino. Una manifestazione che racchiuderà nelle tre giornate del 26, 27 e 28 settembre p.v. tematiche che riguarderanno Giochi Olimpici Invernali 2026, Consumo di Suolo e Trasporto Pubblico. Saranno presenti il Gruppo Comitati #la73nonsitocca, il gruppo AspettaMI e i lavoratori #ATM in collaborazione con Rete dei Comitati della Città Metropolitana di Milano.
Le Olimpiadi di Parigi 2024 volgono al termine. All’orizzonte dello scenario olimpico si delinea lo Skyline di Milano. La prossima tappa è da noi: 2026. Restando in tema, quali medaglie d’oro potrebbe già “mettersi al collo” Milano? Lo abbiamo chiesto ai milanesi. Ecco cosa ci hanno risposto.
Cesate di cantieri, gru in movimento, dalle metropolitane ai grattacieli, dai parchi agli edifici pubblici. Senza considerare che ogni cittadino a Milano è un progetto in movimento. Una medaglia assicurata. Se la gioca con New York e Shanghai. Anche se loro non hanno il fardello dell’apparato pubblico italico.
#2 All’accoglienza e alla generosità dei suoi abitanti
panequotidianoonlus IG
Una città dove ci si può sentire soli, ma che non ti lascia mai solo. Un numero record di associazioni che tendono la mano al prossimo. In un mondo sempre più cinico Milano si distingue sempre per la sua capacità di aiutare chi ha bisogno. Medaglia d’oro assicurata. Non vediamo chi la possa insidiare.
#3 All’eleganza e discrezione
Giovanni Fanelli – Edificio cortile rosso
Se ci fosse una disciplina olimpica intitolata a “eleganza & discrezione”, non ci sarebbe partita. Sì, perché sull’eleganza qualche rivale c’è, tipo Parigi, anche sulla discrezione si può trovare competitor in Svizzera, Austria o in qualche staterello di ultramiliardari in fuga dal Fisco. Ma l’abbinamento eleganza + discrezione è un marchio DOC per Milano. Medaglia d’oro sicura, come per il Dream Team americano.
#4 Al design
Credits maart_milano IG – ADI, Museo del design
Qui la sfida aperta. Forse per l’arredo urbano non lo meriteremmo, ma ancora lo zampino davanti ce lo mettiamo noi, al fotofinish appare il Fuorisalone e il primo posto è ancora sicuro. Siamo in lizza anche per la medaglia d’oro nel fashion. Ma la vittoria è più complicata.
#5 Al fashion
Credits Andrea Cherchi – Fashion week Milano
Dopo l’eleganza e il design non si può che arrivare alla moda. Regina indiscussa negli ’80, ancora oggi è una delle quattro capitali mondiali con le quattro fashion week, due maschili e due femminili, che si tengono ogni anno e con le sedi delle più importanti maison italiane. Via Montenapoleone è inoltre una delle vie del lusso più care in assoluto. La sfida sul tema è serrata ma forse riusciamo a spuntarla ancora noi.
#6 Alla ZTL urbana
Telecamere Area B
Altra medaglia sicura. La ZTL più grande del mondo, praticamente il 100% del territorio comunale. Non solo: prima anche per strade a 30 all’ora, varchi controllate da telecamere e numero di aree e strade con restrizioni.
Quella mentalità unica al mondo, fatta di un mix tra pragmatismo, positività, intraprendenza, spirito di comunità e comprensione, un pentathlon moderno di mindset in cui Milano non ha rivali. Almeno per i prossimi mille anni.
Nella capitale britannica il costo della vita è sensibilmente più alto rispetto a Milano ma, al netto di salari più elevati, i giovani hanno a disposizione un più ampio stock di case in vendita alla loro portata. Vediamo la fotografia del mercato immobiliare nelle principali città italiane, elaborata da wikicasa,e cosa potrebbe fare la nostra città per diventare più accessibile agli under 35.
Per i giovani è più facile comprare casa a Londra che a Milano
# I giovani trainano il mercato immobiliare delle città italiane
wikicasa.it – Andamento prezzi case e giovani under 35
In una recente ricerca messa a punto da wikicasa è emerso come a trainare il mercato immobiliare negli ultimi 10 anni nelle 10 principali città italiane è la fascia di popolazione compresa tra i 20 e i 34 anni. Questa dinamica comporta un vivace mercato degli affitti, che di conseguenza stimola l’acquisto di case per fini di investimento e porta a una crescita vertiginosa dei prezzi. I giovani sono spinti a vivere in città come Milano, Bologna, Firenze e Roma sia per motivi di studio che per sviluppare la propria carriera.
# A Milano gli under 35 non riescono nemmeno a comprare un bilocale
wikicasa.it – Tabella mutui trilocali
Purtroppo però il mancato adeguamento dei salari al costo della vita rende difficile per una giovane coppia risparmiare e di conseguenza ad accedere a un mutuo con i tassi per giunta in costante aumento. Anche optando per un mutuo agevolato a 30 anni per un importo pari al 100% del valore della casa, con una rata mensile che non superi un terzo del reddito netto, le possibilità sono sempre più ridotte.
wikicasa.it – Tabella mutui bilocali
Se acquistare un trilocale è quasi possibile in molte delle principali città italiane, a Milano e Firenze non si riesce nemmeno ad andare a vivere in un bilocale, cosa fattibile a a Bologna e Roma. La situazione peggiore è nella nostra città perchè se nel capoluogo toscano sono le abitazioni di lusso ricercate dagli investitori stranieri a fare salire i valori medi, a Milano è l’elevata domanda di mercato che esclude i giovani attratti da università e lavoro.
# Peggio di Londra: i giovani possono permettersi solo 1 casa su 5 in vendita
Credits pexels – Londra
Osservando i dati sull’accessibilità dello stock disponibile viene alla luce il problema principale di Milano:i giovani possono permettersi solo il 20,15% dell’offerta presente, un immobile su 5. Solo Bologna si avvicina, ma il costo della vita è più basso, mentre ad esempio a Torino e Genova la percentuale è rispettivamente del 43,82% e 67,86%. La nostra città si trova addirittura in una situazione peggiore di Londra dove, nonostante il costo della vita sia sensibilmente più alto, una coppia under 35 potrebbe acquistare poco più del 30% degli immobili sul mercato.
# La soluzione è completare la riforma delle città metropolitane o diventare città regione
Confronto Londra-Città Metropolitana di Milano
Proprio dalla capitale britannica arriva anche la soluzione. Negli ultimi 20 anni ha rigenerato periferie e sobborghi distanti 20 km dal centro, oggi inglobati nella città, anche grazie al fatto che fanno parte di un’area grande come la Città Metropolitana di Milano con i medesimi servizi e governata da un unico ente. In questo modo il mercato immobiliare è accessibile a una fetta maggiore della popolazione più giovane.
Milano finora, soprattutto per miopia politica, non ha mai compiuto il passo di dare un governo unitario a tutto il suo territorio, compreso l’hinterland che sconta trasporti e servizi inefficienti. La soluzione sarebbe quindi di realizzare in pieno la riforma delle città metropolitane o diventare una città regione che governi almeno tutti i 133 comuni dell’Città Metropolitana di Milano. A 20 km di distanza da Piazza del Duomo infatti, nelle prime corone dell’hinterland, lo stock accessibile agli under 35 sarebbe del 50%.
Mappa metropolitana con ipotesi di chiusura circle line
Autunno 2024: l’inaugurazione completa della linea blu. Ma Milano pensa già alla metro rosa e ai suoi futuri complessivi 220km di linea per il 2035, tra metropolitane e metrotranvie. Gli sviluppi della rete e le novità per il futuro.
Milano raddoppia: una rete di 220 km di metropolitana per il 2035. Sarà più estesa di quella di Berlino?
# Un sistema di 104 km
Come andare fino a Brescia. Con le sue 5 linee metropolitane, Milano conta circa 104km di linea, grazie all’aggiunta dei primi 7km della linea blu. Per i paragoni più ambiziosi: Berlino ha circa 146 km (anche se aggiungendo i 330km della Sbahn arriva a 500) e che la grande Parigi con il suo sistema di metropolitane infallibile ha 16 linee per 213km. Se si considerano anche le metrotranvie la rete di Milano dovrebbe arrivare a superare i 200km entro 10 anni, con i progetti già presentati e finanziati, raddoppiando la sua attuale estensione.
M1. Per quanto riguarda la M1, è previsto un prolungamento complessivo di 5km. Si allungherà da entrambi i lati: da Sesto si aggiungeranno due nuove stazioni e si giungerà ai confini di Monza, mentre ad ovest la rossa arriverà fino a Baggio e Quartiere Olmi. Con questi prolungamenti dagli attuali 27km si arriverebbe ai 32km.
Prolungamento M2
M2. Anche la M2 si allungherà, per circa 10-12km. In questo caso si tratterà con molta probabilità di una metrotranvia veloce con circa 6 fermate, una per ogni comune attraversato, dall’attuale capolinea di Cologno a Vimercate. Manca al momento 1 milione di euro per completare lo studio di fattibilità.
Tracciato M3 fino a Paullo
M3. C’è poi il tanto discusso allungamento della M3 vero Paullo. Tra “sì si farà” e “forse no”, il prolungamento intanto ha ottenuto un finanziamento di 5,5 milioni di euro. Lo studio di fattibilità è atteso per il 2025. Si prevede un tracciato di 15km: 4,4km e altre due fermate di metropolitana e 10,9km e 8 fermate di metrotranvia.
La M4 conterà 15km (da Linate a San Cristoforo) per 21 fermate, ma già si pensa ad un suo prolungamento. Sono già stati finanziati milioni di euro per estenderla fino a Segrate di due fermate e 3,1 km.
Credits segratecitylab – Hub segrate
Con tutti questi interventi la linea metropolitana milanese conterà 160km, ma Milano guarda già oltre e parla della “rosa”. Non è ancora stato definito nulla ma a completare il sistema metropolitano meneghina dovrebbe esserci la M6, con l’idea di chiudere idealmente il ramo ovest della Circle line, per una lunghezza stimata massima circa 20km, portando quindi la rete a 180km.
# Le tre metrotranvie per un totale di 40km di tracciati
Capitolo metrotranvie. In costruzione al momento tre delle cinque tratte mancanti della metrotranvia nord, che in totale avrà una lunghezza di 14 km, le metrotranvie extraurbane Milano-Seregnoper altrettanti chilometri e la Milano-Limbiate di 11,6 km.
Se tutto dovesse proseguire secondo i piani, magari non entro il 2030 ma forse nel 2035, la nostra città potrebbe più che raddoppiare la sua rete toccando i 220 chilometri di linee.