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I parchi attrezzati per Pic-Nic e grigliate a Milano

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Credits: @amilanopuoi Cascina Gaggioli

In questi giorni di bel tempo chi rimane a Milano può venire assalito da quella voglia irresistibile di organizzare pic nic, grigliate e pranzi con amici. Ma dove si può andare per organizzare queste giornate in compagnia? Ecco alcuni dei migliori parchi attrezzati in città.

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I parchi attrezzati per Pic-Nic e grigliate a Milano

# Bosco in Città e l’area per le feste all’aperto 

Credits: flickr.com
Bosco in città

Parco pubblico di oltre 120 ettari, dove natura, boschi, prati e corsi d’acqua hanno la meglio, il Bosco in Città è una delle aree più belle dove organizzare un pic nic o una grigliata a Milano. Si trova in via Novara, vicino allo Stadio di San Siro e all’interno del Parco agricolo sud Milano. Raggiungerlo con i mezzi pubblici è molto semplice, basta prendere l’autobus 80 o, per chi ama camminare, proseguire a piedi dal capolinea San Siro Stadium. All’interno del parco c’è un’area appositamente dedicata alle feste e si trova a ridosso della Cascina San Romano. Qui ci sono: quattro portici con tavoli e panche, otto postazioni per grigliare (da prenotare), un pergolato e due grandi aree scoperte pavimentate dove ritrovarsi per un pic-nic. C’è anche una fontana con acqua potabile e servizi igienici disponibili per tutti. 

# Cascina Martesana, la griglia del quartiere

Credits: @cascinamartesana
Cascina Martesana

In via Bertelli 44, nella zona del naviglio, Cascina Martesana offre degli spazi attrezzati con tanto di griglie e tavoli. Per poter usufruire di questo spazio è necessario essere soci ETC (Ecologia Turismo Cultura), ma il costo della tessera di associazione è veramente minimo, 5 euro a testa e la si può prendere tranquillamente in loco. Una volta arrivati a Cascina Martesana si verrà immersi nel verde in un’atmosfera piacevole e allegra. La cascina è aperta solo nella stagione calda, solitamente da aprile ad ottobre, e qui ci si può riunire o per un pranzo con amici oppure per partecipare alle mostre e agli eventi organizzati dall’associazione che la gestisce. Cascina Martesana in realtà è stata riqualificata solo nel 2014, ma è diventata velocemente un punto di riferimento per la zona Turro / Gorla / Crescenzago.

# Oasi Lago dei cigni, ai confini della città

Credits: oasilagodeicigni.com
Oasi Lago dei Cigni

Ai confini di Milano, in via Guascona 60, a Corsico e vicino al Parco della Cava di Muggiano, c’è l’Oasi Lago dei Cigni, un luogo dove si respira un’aria del tutto naturale e lontana dallo smog cittadino. Nella una cornice del lago, dove è possibile praticare diversi sport, all’interno dell’oasi ci sono diverse piazzole dove poter grigliare e trascorrere una bella giornata tra amici. Ogni piazzola, che si può prenotare direttamente sul sito con una mappa interattiva, ha un costo di circa 40 euro per un massimo di 8 persone, ai quali viene aggiunto un contributo di 8 euro a persona.  All’interno dell’Oasi Lago dei Cigni c’è poi anche un ristorante, una piccola spiaggetta, con tanto di lettini sulle rive del lago dove poter prendere il sole, e uno spazio dedicato alla pesca. Infine, qui spesso vengono organizzati eventi privati e non con tanto di DJ Set.

# Cascina Gaggioli, la campagna in città

Credits: @amilanopuoi
Cascina Gaggioli

L’ultima proposta è Cascina Gaggioli. Nel Parco Agricolo Sud Milano, la cascina, fino all’anno scorso, ogni sabato metteva a disposizione la sua area griglie a chi aveva voglia di organizzare un pranzo a base di costine e salamelle con i propri amici. Quest’anno non si sa se offrono ancora questo servizio, è necessario infatti contattarli e chiedere disponibilità. Siamo quasi sui confini della città, precisamente in via Selvanesco (anche se si accede da Via dei Missaglia ed è raggiungibile a piedi in qualche minuto scendendo alla fermata del tram 24, capolinea di Ripamonti). Cascina Gaggioli è un agriturismo, bed and breakfast e piccola azienda cerealicolo-zootecnica, con coltivazione biologica di riso ed altri cereali ed allevamento di bovini da carne. L’atmosfera che si respira in cascina è quella tipica della campagna, anche se i grattacieli di Gratosoglio potrebbero specchiarsi negli ettari di risaie di proprietà dell’agriturismo. In cascina vengono organizzati anche eventi di team building.

Continua la lettura con: MILANO in PRIMAVERA: 5+1 luoghi dove viverla al meglio

BEATRICE BARAZZETTI (Ultimo aggiornamento: 29 aprile 2025)

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La prima cosa che pensiamo quando arriviamo in Centrale

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Ph. murrkater IG

Che cosa pensano i milanesi quando rientrano in treno alla Centrale? Per saperlo lo abbiamo chiesto direttamente a loro con questa domanda: La prima cosa che pensi quando con il treno arrivi in Centrale? Queste le risposte più votate. 

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La prima cosa che pensiamo quando arriviamo in Centrale

#10 «Milano quanto ti amo!»

Ph. murrkater IG

(Barbara Pastore)

#9 «Alle immagini di “Rocco e i suoi fratelli” di Visconti, che trasmettono l’emozione della bellezza e della forza di questa splendida Stazione e di quello che poteva dare a chi la vedeva per la prima volta.»

Credits: viaggionelmondo.net
scena film Rocco e i suoi fratelli

(Serenella Gragnani)

#8 «Finalmente, era ora, treno sempre in ritardo»

Ph. @chris.sar IG

(Ferrari Ivan)

#7 «La stazione di Milano è un sentimento»

Ph. @aleroccia86 IG

(Marianna Miserere)

#6 «La stazione è sempre più bella… e ai tanti arrivi e partenze… a persone che non ci sono più… al profumo di questa meravigliosa città…»

Ph. @dearmilano_it IG

(Angela Silvia Doimo)

#5 «Ci sarà il taxi?»

Coda per i taxi in Centrale – ph. @giannirivieccio IG

(Massimo Battiston)

#4 «Io speriamo che me la cavo!»

Ph. @alberto_papagni IG

(Sonia Bertazzi)

#3 «Speriamo che il sindaco Sala se ne sia andato»

(Massimo Gittani)

#2 «Che Dio mi protegga!»

Ph. @
corradosky IG

(Pietro Peluffo)

#1 «Aaaah Milano mia, quanto mi sei mancata! Finalmente a casa»

Ph. @milanoattractions IG

(Sabrina Rebelot)

# Ps. «Siete tutti fuori di testa!»

«Ma che problemi hanno quelli/e che dipingono Milano come un far west, come una città dove si ha paura di vivere, ma che persone sono? Abitano veramente a Milano? Scrivono cose così negative per motivi politici? Ma che problemi hanno? Rassicuro chi legge. Milano è una città fantastica, e quando ritorno a Milano come ho fatto per esempio oggi, per prima cosa ho pensato quanto bella è la nostra stazione, quanta polizia ci sia in giro, nessun senso di pericolo, ho poi preso la metro con la valigia e non ho avuto nessun problema. Se proprio devo fare un appunto posso solo dire che il collegamento con la metropolitana è un po’ contorto, non chiarissimo, si può migliorare (anche in vista delle Olimpiadi). Con questo non dico che non ci siano borseggiatrici, qualche pericolo ci può essere come in tutte le stazioni e le città del mondo. Sicuramente bisogna sempre stare attenti ma, santoddio! Basta dipingere Milano come una cloaca pericolosa ed invivibile! Siete tutti fuori di testa!» (Maria Rita Trotta)

Continua a leggere: Le 7 esperienze da sogno da fare in Lombardia

ANDREA ZOPPOLATO

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Area Q, la nuova zona chiusa alle auto: tutte le regole (e deroghe)

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Ph. @dottolina69 IG

Anche l’area di Milano più celebre nel mondo dello shopping diventa off limits per le auto. Da quando e con quali regole?

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Area Q, la nuova zona chiusa alle auto: tutte le regole (e deroghe)

# Dal 12 maggio entra in azione l’Area Q: i primi due mesi di pre-esercizio

Ph. @maxbattiston IG

12 maggio. La data del nuovo passo per una Milano senz’auto. Questo il giorno dell’entrata in vigore della nuova ZTL nel Quadrilatero della Moda. Ma come funziona?

Per i primi due mesi, le telecamere saranno in fase di pre-esercizio: registreranno i passaggi ma non emetteranno multe automatiche. Anche se la Polizia Locale potrà comunque sanzionare i trasgressori. Dopo questo periodo, le sanzioni saranno automatizzate.

# Le strade dell’Area Q: quali sono e quali sono le deroghe?

Ph. @il_prode_carletto IG

L’area interessata dalla Milano Ztl include alcune delle strade più prestigiose della città: via Manzoni, via Senato, via San Damiano, corso Monforte, via Cino del Duca. Queste vie circondano l’area nota per le sue boutique di lusso e caffè raffinati.

La regolamentazione prevede specifiche deroghe di accesso alla Ztl per diverse categorie di utenti: residenti e domiciliati, così come i proprietari di box o posti auto, potranno accedere liberamente previa autorizzazione, così come i clienti delle autorimesse locali con una prenotazione avranno il diritto di ingresso. Inoltre, le imprese di manutenzione potranno beneficiare di un contingente annuale di 50 ingressi, mentre i veicoli destinati a servizi di emergenza saranno completamente esenti dalle restrizioni. Taxi, veicoli NCC e servizi di car valet potranno continuare a operare senza restrizioni, garantendo soluzioni di mobilità alternativa al trasporto privato. Da sottolineare che, per il primo anno, moto e ciclomotori potranno circolare senza limitazioni.

Il trasporto merci Ztl sarà regolamentato da precise fasce orarie: dalle 20.00 all’1.00 e dalle 9.00 alle 11.00, senza necessità di registrazione preventiva. Per il trasporto di alimenti deperibili è stata aggiunta una finestra temporale dalle 16.00 alle 18.00. Inoltre, in occasione di eventi di rilevanza nazionale o internazionale, saranno concessi permessi temporanei ai veicoli coinvolti, previa autorizzazione del Comando di zona della Polizia Locale.

Continua la lettura con: Quadrilatero della Moda off limits per le auto

MARTA BERARDI

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La torta Sacher originale è a Milano, ma solo… a durata limitata

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Ph. @sarabello_ IG

Una delle torte più famose e imitate del mondo. L’originale è quella che prende il nome dall’hotel di Vienna che l’ha inventata. E che sostiene di essere l’unico a prepararla in modo autentico. Per capire se è vero si può provarla eccezionalmente a Milano. Ma solo per poco tempo. Foto cover: @sarabello_ IG

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La torta Sacher originale è a Milano, ma solo… a durata limitata

# L’unica, vera Sacher Torte a Milano

Ph. @fatnelg1 IG

Forse la torta più celebre e imitata del mondo: la Sacher-Torte originale dell’Hotel Sacher di Vienna. Un nome che è diventato un modo di chiamare le torte al cioccolato ripiene di marmellata. Ma che spesso non hanno niente a che vedere con l’originale. Per capire se è così, abbiamo l’opportunità di assaggiarla a Milano: per la prima volta, la Sacher Torte dell’hotel viennese approda al Camparino in Galleria, per una collaborazione esclusiva. Ma si può assaporare una fetta dell’Austria imperiale senza uscire dalla città solo per un tempo limitato: fino al 15 maggio. 

# La ricetta segreta della Sacher in trasferta a Milano

Ph. @cridefi IG

Anche se spesso la chiamano così, quella che troviamo al supermercato o nelle pasticcerie non è la vera Sacher. L’originale è solo quella prodotta dalla famiglia Sacher dell’omonimo hotel a Vienna, con una ricetta segreta tramandata dal 1832. Ciò che la rende unica è un impasto soffice e compatto al cacao, che nasconde uno strato sottile ma deciso di confettura di albicocche, il tutto ricoperto da una glassa di cioccolato fondente lucido e croccante. E, naturalmente, l’immancabile ciuffo di panna montata a parte, vietatissimo servirla senza. Grazie a questa collaborazione con l’Hotel Sacher, per un mese sarà possibile assaporare la vera Sacher anche a Milano, servita fresca ogni giorno all’interno del Camparino.

# La Sacher al Camparino: una alleanza storica con un drink celebrativo

Nato nel 1915 e affacciato su Piazza Duomo, il Camparino è da oltre un secolo uno dei simboli della Milano elegante. Qui l’aperitivo è un rito, tra specchi liberty, banconi di marmo e affacci da sogno sulla Galleria Vittorio Emanuele II. Con la sua storia centenaria nell’arte dell’aperitivo, si conferma come luogo d’incontro tra tradizione e innovazione, perché è proprio in questo scenario che prende vita il connubio con Vienna: un viaggio sensoriale tra il gusto italiano e la tradizione austriaca.

Per l’occasione in carta sarà presente anche un drink speciale, il MI-VI (Milano – Vienna), che racconta le anime delle due città. Il bilanciamento tra la struttura del Cinzano 1757 Rosso, l’amaro del Campari Bitter, le note fruttate del liquore alla prugna e il gusto del caffè colombiano in infusione, parlano di aperitivo italiano e della tradizione del caffè viennese, accompagnato ovviamente da una fetta di Sacher. 

Continua la lettura con: Le regioni dove si mangia meglio al mondo

MARTA BERARDI

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La sfida degli arabi: «costruiamo una super Milano nel deserto»

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Credits: www.azizidevelopments.com

Dubai, capitale del gigantismo e dell’ambizione, rilancia ancora una volta la posta in gioco con un progetto urbanistico che sembra uscito da un sogno (o da un rendering). Si chiamerà Azizi Milan e promette di essere una replica, iper-lusso, di Milano. L’investimento record: 20 miliardi di euro, esattamente quello che Milano versa, ogni anno a Roma.

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Azizi Milan, la sfida degli arabi: «costruiamo una super Milano nel deserto»

# Una “nuova Milano” in pieno deserto

Credits: www.azizidevelopments.com

Non un semplice quartiere, ma una vera e propria città da 144mila abitanti, 3,7 milioni di metri quadrati, 800 stanze d’albergo, grattacieli fino a 70 piani, mega mall, strade della moda pedonali e parchi rigogliosi, il tutto con un investimento stimato attorno ai 20 miliardi di euro (oltre 75 miliardi di AED), esattamente quello che Milano versa, ogni anno a Roma.

Presentata come la “nuova capitale della moda del Medio Oriente”, Azizi Milan sarà l’ultima grande scommessa di Azizi Developments, uno dei più importanti costruttori privati degli Emirati Arabi. L’obiettivo? Unire raffinatezza italiana, bioarchitettura, sostenibilità e grande spettacolo in un unico colpo.

Il lancio ufficiale si terrà il 23 aprile 2025 alla Coca-Cola Arena di Dubai, con un evento da oltre 10.000 invitati e star internazionali come Tamer Hosny, Nora Fatehi e Sunidhi Chauhan.

# Moda, grattacieli e boutique: la ricetta milanese espropriata

Credits: www.azizidevelopments.com

Azizi Milan dovrà essere il “cuore pulsante del nuovo Medio Oriente glamour”: un ecosistema autosufficiente fatto di torri residenziali, hotel a cinque stelle, uffici, scuole, centri commerciali tematici dedicati alla moda (con vie per profumeria, cosmetici, borse, abbigliamento), locali notturni e spazi per sfilate internazionali. La città sorgerà lungo l’arteria E311, una delle principali connessioni tra le metropoli emiratine.

La comunità è stata progettata ispirandosi al patrimonio culturale di Milano, con archi audaci, design ricercato, giardini pensili, su ogni edificio, e piscine a sfioro immerse nel verde. Ogni angolo punta a riflettere “la bellezza dei momenti quotidiani” e la vivacità milanese, reinterpretata però in chiave araba. Anche la sostenibilità sarà centrale: edifici a zero emissioni, progetti di compensazione tramite foreste certificate e mangrovie, ascensori panoramici e un’estetica dominata da fontane, vegetazione esotica e spazi comunitari.

# Una Milano senza i milanesi? E senza l’Italia?

Credits: www.azizidevelopments.com

Ma si può davvero “fare Milano” nel deserto, senza l’Italia, senza i milanesi, senza il contesto storico, urbano e umano che ha reso Milano ciò che è? La risposta più onesta è: in parte sì, ma il rischio è che venga fuori una Milano di plastica, un grande parco a tema per ricchi, con la “facciata milanese” e lo spirito apolide (e parecchio artificiale).

Perché Milano non è solo moda e design. È anche la nebbia, il traffico, il dialetto, il panettone a luglio, il caffè in piedi, i tram, i murales di periferia, i navigli con gli spritz annacquati. È la commistione di classico, popolare e futuristico: in poche parole, di grattacieli e bar tabacchi. Azizi Milan potrà replicare l’estetica, ma difficilmente potrà copiarne l’anima.

E poi: può davvero una città “ispirata a Milano” diventare capitale culturale, se manca del tutto quella cultura? Una Milano senza il Politecnico, senza il Piccolo Teatro, senza la Triennale, senza il fermento sociale che l’ha attraversata negli ultimi cento anni? Inseguire solo l’apparenza, senza la sostanza, è una scorciatoia che rischia di trasformare un progetto ambizioso in una Disneyland del lusso.

# Essere lusingati, non copioni

Credits: www.azizidevelopments.com

Ma non dovremmo vederla solo in chiave critica. Come milanesi (e come italiani) dobbiamo essere lusingati: nel mondo, Milano è diventata un brand, una città-mito, un’icona da emulare. Se Dubai decide di investire 20 miliardi per rifare Milano, significa che qualcosa, evidentemente, lo abbiamo fatto bene.

E c’è un altro fattore da considerare: Dubai non attira solo per l’architettura spettacolare o il gigantismo immobiliare. Attira investimenti, persone e talenti anche grazie a una fiscalità molto più favorevole rispetto all’Italia. Zero tasse sul reddito personale, contesto business-friendly, burocrazia snella. È un ecosistema che rende sostenibili — e redditizi — progetti di questa scala. Non è solo questione di estetica, ma anche di sistema.

Ecco perché non possiamo limitarci a deridere o a storcere il naso. Dovremmo prenderla come un segnale: smettiamola di guardare con invidia alle altre grandi capitali del mondo, come Parigi, Londra, Berlino o (peggio) proprio a Dubai. Se il mondo ci copia e nel frattempo offre condizioni migliori per crescere, la domanda è: perché non lo facciamo anche noi?

Continua la lettura con: Un casinò a Milano? Dai 50 ai 100 milioni all’anno per renderla una città spettacolare

MATTEO RESPINTI

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I super-tunnel che ci vorrebbero per Milano

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Tunnel stradali per risolvere il problema del traffico. Sì, vabbé, ma chi paga? Nessuno. Anzi, ci si può perfino guadagnare. Lo ha dimostrato Elon Musk. Perché non portare i suoi tunnel a Milano? E da Milano alla Lombardia? 

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I super-tunnel che ci vorrebbero per Milano

# Un tunnel per risolvere il problema del traffico: Musk pensa a Milano?

Era il lontano dicembre del 2016, quando Elon Musk, mentre era bloccato nel traffico di Los Angeles, pubblicò un tweet: “Il traffico mi sta facendo impazzire. Costruirò una macchina per scavare tunnel e comincerò a scavare…” Quel tweet è poi diventato un grande business globale: The Boring Company.

Con un investimento iniziale di 300 milioni di dollari, Elon Musk ha fondato nel 2017 l’azienda con l’obiettivo di rivoluzionare il mondo dei trasporti sotterranei. L’idea era chiara: costruire una rete di tunnel sotterranei per ridurre la congestione stradale. In pochi anni, The Boring Company è diventata un colosso con un valore passato dagli iniziali 300 milioni a oltre 100 miliardi di dollari, ottenendo contratti significativi come quello per un sistema di trasporto sotterraneo sotto il Las Vegas Convention Center. La chiave del successo? La capacità di ridurre enormemente i costi rispetto ai tradizionali progetti di tunnel.

Nel 2018, Musk ha completato il primo tunnel di prova a Hawthorne, in California, riducendo i costi da 1 miliardo a soli 10 milioni di dollari per miglio, grazie a macchine da scavo più efficienti e a un diametro ridotto dei tunnel. Questa tecnologia ha abbattuto le barriere economiche per la costruzione di tunnel: e se si portasse questa tecnologia anche a Milano?

# Milano: una rete di tunnel sotterranei per ridurre il traffico?

I tunnel sotterranei non solo potrebbero snellire il traffico cittadino, ma offrirebbero anche nuove opportunità di sviluppo per l’economia urbana. Ma dove si potrebbero costruire?

  • Ci potrebbero poi essere due tunnel maestro, uno sull’asse Nord Sud e il secondo da Est a Ovest, come descritto in questo progetto. 
  • Poi ci potrebbe essere un percorso che colleghi tratti strategici della città: Porta Romana, San Siro, Stazione Centrale e Porta Venezia. Un tunnel che collegasse rapidamente zone densamente trafficate come Buenos Aires e Melchiorre Gioia con il resto della città sarebbe una soluzione efficace per evitare le lunghe code del traffico in superficie.
  • Infine si potrebbero realizzare dei piccoli raggi, creando una connessione rapida e silenziosa tra la circonvallazione e le aree più periferiche o esterne.

Ma, usando la tecnologia di Musk, si potrebbe osare di più: si potrebbe portare Milano… in Lombardia. 

Leggi anche: I due tunnel di Milano per portarla fuori dal traffico

# Da Milano alla Lombardia: le città collegabili 

La realizzazione di una rete di tunnel che colleghi Milano alle principali città lombarde, come:

  • Monza,
  • Como,
  • Bergamo,
  • Brescia
  • Pavia.

Grazie alla velocità di scavo e alla possibilità di costruire tunnel più stretti e profondi, questi collegamenti potrebbero risolvere il traffico sulla rete autostradale. Ad esempio, si potrebbe andare da Milano a Bergamo in meno di mezz’ora, senza interruzioni e con un impatto positivo sull’ambiente. 

# La combinazione pubblico-privato: un modello di finanziamento per Milano

Per realizzare un progetto di tunnel sotterranei su larga scala è necessaria una collaborazione tra il settore pubblico e quello privato. L’inclusione di aziende come The Boring Company potrebbe ridurre notevolmente i costi e accelerare la costruzione. Le amministrazioni comunali e regionali, insieme al governo centrale, potrebbero partecipare finanziariamente al progetto, ma l’investimento da parte di attori privati sarebbe essenziale per garantirne la fattibilità.

Per i ritorni si potrebbe immaginare un sistema di pedaggi, come introdotto ad esempio nel tunnel che a Marsiglia porta direttamente dall’autostrada al centro città. Sempre prendendo a riferimento la città francese, i tunnel dovrebbero essere collegati a una rete di parcheggi sotterranei. Non solo: la costruzione di stazioni di accesso ai tunnel potrebbe generare nuove opportunità immobiliari. 

Continua a leggere: Un’altra rivoluzione di Musk: anche i tunnel stradali sono una miniera d’oro. Questi i possibili progetti per Milano

MATTEO RESPINTI (Ultimo aggiornamento: 29 aprile 2025)

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La foto del giorno: dove siamo?

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Ph. @mi2fructuoso76 IG

La foto del giorno: oggi siamo in Via Mozart

Ph. @mi2fructuoso76 IG

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Continua la lettura con: La foto del Giorno (28 aprile) 

MILANO CITTA’ STATO

Quando fai saltare tutte le regole per l’ingresso in area C

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Si tratta di un veicolo con FAP after-market oppure con campo V.5 della carta circolazione inferiore ai 0,01 g/kWh?
 

Qui il video: Quando fai saltare tutte le regole per l’ingresso in area C

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Continua con: Quando credi di essere al sicuro ma ti trovi su una ciclabile di Milano

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La città a sei ore da Milano con i mercatini di Natale tutto l’anno

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Ph. fifthfloorleft0

L’unica città in Europa dove i mercatini di Natale ci sono tutto l’anno. Non solo: si respirano atmosfere gotiche, medievali, anche un po’ alsaziane. 

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La città a sei ore da Milano con i mercatini di Natale tutto l’anno

# I mercatini “dimenticati” da Babbo Natale

Ph. victorhugoboninic

Ogni anno quando arriva il Fuorisalone a Milano molti si domandano come sarebbe la città se il Fuorisalone fosse permanente e durasse tutto l’anno. Ci sono stati casi di installazioni temporanee che si sono trasformate in definitive, la più famosa è il Dito di Cattelan. 

Ma alla fine il Fuorisalone svanisce portandosi via tutte le sue opere. Un po’ come avviene con i mercatini di Natale. Quando l’anziano Babbo passa con le sue renne e i suoi regali, si porta via tutti i mercatini del mondo. Tranne uno. Già, infatti esiste una sola città dove i mercatini di Natale restano tutti i giorni dell’anno. Una città che si trova a sei ore di auto da Milano. 

# Le altre attrazioni di Norimberga: la bella fontana, gli scorci alsaziani, il Castello Imperiale

Ph. Leonhard_Niederwimmer

La città è tristemente famosa per un motivo del tutto diverso. Per la più celebre delle adunate naziste, immortalata dalla regista del Fuhrer Leni Riefenstahl, e per il successivo processo che ha portato alla forca i criminali del regime tedesco. Lo avete capito tutti, siamo a Norimberga, nella parte settentrionale della Baviera. Una città che in realtà presenta attrazioni suggestive, anche sottovalutate.

Come il Castello Imperiale, il fiume Pegnitz, la Schöner Brunnen sulla Piazza del Mercato, considerata una delle più belle fontane d’Europa, e gli scorci nel centro storico che ricordano i paesini dell’Alsazia. E poi ci sono loro: i mercatini di Natale che durano tutto l’anno. E per chi vuole il mercatino di Natale doc, a Norimberga si tiene uno tra i più famosi del mondo: il Christkindlesmarkt in piazza Hauptmarkt che nelle festività attira oltre due milioni di persone da tutto il mondo. 

# Il video di chiarametafora

Fonte: chiarametafora IG

Continua a leggere: Il mercatino più colorato di Milano 

MILANO CITTA’ STATO

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La panchina di Milano dove non si è mai soli: chi è il misterioso uomo di bronzo?

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Ph. @turismoletterario IG

Nella città dei single e dei cuori solitari c’è una panchina dove non ci si può sentire mai soli. Perché con noi è seduto un uomo che non si alza mai. Sembra fatto di pietra. Ma è di bronzo. Ma di chi si tratta?

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La panchina di Milano dove non si è mai soli: chi è il misterioso uomo di bronzo?

# Il misterioso uomo della panchina

Ci troviamo nel cuore di Milano. In via Verziere, parola che viene dal milanese verzee, che significa mercato agricolo. Proprio nello spiazzo che collega via Verziere con largo Augusto, dalla seconda metà del Settecento al 1911 si teneva il mercato di Milano della frutta e della verdura. All’interno dei giardini di via Brolo e via Verziere si trova una panchina. E sopra la panchina c’è seduto un uomo con cappello. La stranezza è che quest’uomo non si alza mai. 

# Sembra vecchio ma ha appena sei anni 

credits: it.wikipedia.org

L’uomo resta seduto tutti i giorni dal 28 ottobre 2019, quando è apparso per la prima volta sulla panchina. Si tratta di una scultura che rappresenta il poeta bulgaro Pencho Slaveykov. Ma che ci fa? E chi è questo poeta onnipresente nelle giornate dei milanesi?

La statua è stata inaugurata nella ricorrenza del 140esimo anniversario delle relazioni diplomatiche tra Bulgaria e Italia. Il monumento è stato realizzato dall’artista bulgaro Adrian Novakov che ha costruito la panchina in ghisa e acciaio, mentre il poeta è fatto di bronzo. La statua è stata donata dal Consolato di Bulgaria al Comune di Milano su volontà del governo bulgaro. Ma perché Pencho Slaveykov è considerato così importante e qual è il suo legame con Milano?

# La vita e la fine sfortunata del poeta bulgaro

credits: en.wikipedia.org

Non si tratta di un uomo fortunato, sorte comune a quella di molti poeti. Nato nel 1866 a Trayavna, un piccolo paese della Bulgaria, Pencho Slaveykov è diventato uno dei più celebri poeti della sua nazione, malgrado una fine precoce che lo lega alle nostre parti: avvenuta nel 1912 a Brunate, sul Lago di Como.

Ma la sfortuna non fu solo per la sua breve vita. A 18 anni subì un terribile incidente: venne ritrovato svenuto e assiderato sulle rive ghiacciate del fiume dove era andato a pattinare. Sopravvisse, ma si ritrovò paralizzato e, nonostante le continue cure, ne patì le conseguenze per tutta la vita: scriveva sforzandosi, parlava con difficoltà e si muoveva a fatica, dovendo spesso sedersi. Questo spiega perché ancora oggi lo si trova sopra la stessa panchina del Verziere dove trova il conforto che solo la poesia era capace di dargli.  

# L’affinità elettiva con Giacomo Leopardi

credits: bibi.pave IG

Anche Brunate ha dedicato dei ricordi al poeta bulgaro: ci sono due lapidi poste su una facciata dell’albergo in cui morì e un busto in bronzo inaugurato il 24 novembre 2007 nel giardino della Biblioteca Comunale.

Ma il regalo del governo bulgaro riprende non solo lo sfortunato accadimento della sua morte a Brunate ma anche un parallelo con un altro grande poeta che dalla sofferenza ha estratto la sua più grande vena creativa: Giacomo Leopardi. 

Emil Dimitrov, professore dell’Accademia delle scienze di Bulgaria, in occasione dell’inaugurazione della panchina, aveva tenuto una conferenza nella Biblioteca Sormani, accostando proprio la vita e la sofferenza dei due poeti. Grazie alla poesia, disse Dimitrov, entrambi i poeti erano riusciti ad esprimere il proprio stato d’animo, creando le immagini di una sofferenza quasi necessaria per raggiungere un’elevazione dell’anima.

Per capire cosa riesce a trasmettere ancora oggi Pencho Slaveykov, basta recarsi ai giardini del Verziere e sedersi accanto a lui. Per consolarlo, per condividere le difficoltà dell’esistenza o per farci ispirare a trasformare la cattiva sorte in un capolavoro artistico. 

«Mi sia da Dio concesso ch’io viva qui
gli ultimi dì lontano dal suolo natio.»
(Penčo Slavejkov, Canto insanguinato)

Continua a leggere: La PANCHINA più LUNGA del mondo è a Milano: oltre 200 metri. Ecco dove si trova 

ANDREA ZOPPOLATO

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29 aprile. Sopra Parco Nord appare un UFO

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Credits: meteolive.it

29 aprile 2014. In zona Parco Nord viene avvistato un UFO. Nel cielo appare un oggetto color grigio metallico, apparentemente privo di movimento prima di scomparire all’improvviso. 

Questi sono stati gli altri avvistamenti a Milano di oggetti non identificati. 

29 dicembre 2012/3 gennaio 2013. Nella zona Ovest di Milano si succedono una serie di avvistamenti: luci color giallo, rosso e blu a Canegrate e un oggetto non identificato nei cieli di Castano Primo.

24 novembre 2013. Sempre in zona Ovest ma dentro i confini di Milano: avvistamento Ufo zona San Siro. Video: Avvistamento Ufo San Siro

6 luglio 2014. Sopra Cinisello viene avvistato un grosso Ufo: Ufo a Cinisello.

6 marzo 2015. Diverse persone vedono comparire nel cielo di Milano delle sfere bianche luminose.

19 giugno 2015. Alle 19.50 appare un UFO a Milano. Foto su: http://www.misteroufo.it

18 febbraio 2016. Una palla infuocata viene vista passare dai cieli di Lodi in direzione Milano: avvistamento nel lodigiano.

Ph. CoolCatGameStudio

Continua la lettura con: 28 aprile. Prima pietra della Centrale 

MILANO CITTA’ STATO

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Il super-grattacielo e altre 5 idee per la nuova Centrale di Milano

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Nel cuore pulsante di Milano, la Stazione Centrale è uno dei più grandi e iconici monumenti della città. Costruita negli anni ’30, questa struttura rappresenta un esempio straordinario di architettura e storia. Tuttavia, pochi sanno che la sua storia avrebbe potuto essere molto diversa. Ecco 5 idee per trasformare l’aspetto della Stazione Centrale.

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Il super-grattacielo e altre 5 idee per la nuova Centrale di Milano

# Il progetto (abbandonato) per un grattacielo in Centrale

il progetto del 1953

Nel 1953, infatti, fu proposto un progetto radicale e ambizioso: un grattacielo accanto alla stazione. Un edificio di 160 metri, destinato a superare in altezza la Madonnina del Duomo e a cambiare lo skyline milanese.

Sebbene il progetto non si sia mai concretizzato a causa di difficoltà economiche e dell’apertura della Stazione di Porta Garibaldi, l’idea di un radicale rinnovo della zona resta una fonte d’ispirazione.

Oggi possiamo riflettere su come la Stazione Centrale potrebbe essere trasformata, integrando la sua storicità con le esigenze della Milano moderna. Ecco cinque proposte innovative per il suo futuro.

5 idee per rinnovare l’aspetto della Stazione Centrale

#1 Parcheggi sotterranei ispirati a CityLife

Uno dei problemi principali della zona è la carenza di parcheggi. Una soluzione sarebbe la creazione di silos sotterranei, simili a quelli di CityLife. L’ingresso al parcheggio potrebbe avvenire tramite un tunnel interrato che inizia all’incrocio tra Via Vittor Pisani e Piazza Duca d’Aosta, un punto strategico per gestire il traffico e ridurre il congestionamento della superficie.

Questi parcheggi custoditi potrebbero servire i pendolari, i visitatori e i turisti. Le aziende locali potrebbero affittare posti per i propri dipendenti, mentre i milanesi avrebbero la possibilità di parcheggiare lì e proseguire il loro viaggio in metropolitana. Questa soluzione, oltre a migliorare la logistica urbana, potrebbe rappresentare un tentativo di Milano di sperimentare nuove tecnologie, come i tunnel di trasporto sotterraneo progettati da Elon Musk, creando corsie dedicate per un accesso più veloce al parcheggio.

Un’altra evoluzione futura potrebbe prevedere lo sviluppo di questi tunnel fino a Corso Buenos Aires, rendendoli una prima rete di trasporto sotterraneo utile per alleviare il traffico su strada e connettere la Stazione Centrale. Una simile infrastruttura, una volta dimostratasi efficace, potrebbe essere sviluppata ulteriormente anche per raggiungere gli aeroporti. Immaginate un tunnel Centrale-Malpensa percorribile sia via metro che auto.

#2 Una piazza vivace con un mercato permanente

Piazza Duca d’Aosta, un crocevia fondamentale di Milano, spesso appare spoglia e poco accogliente. Trasformarla in un vivace mercato permanente potrebbe migliorare notevolmente l’area. Ispirato ai mercatini natalizi del Duomo, questo spazio potrebbe ospitare bancarelle gastronomiche e artigianali, con una collaborazione con realtà come Eataly. Un mercato simile offrirebbe un’attrazione turistica e un nuovo punto di incontro per i milanesi.

Il Mercato Centrale, attualmente situato accanto alla stazione, potrebbe espandersi all’aperto e integrarsi in questa nuova piazza, creando un ambiente unico che fonde la tradizione del cibo con la modernità di Milano. La presenza di bancarelle, eventi e spettacoli dal vivo porterebbe colore e vivacità, rendendo la zona più accogliente e affollata, attirando turisti e incentivando il commercio.

#3 Monumenti e info-point per valorizzare il turismo

La Stazione Centrale è il primo punto di contatto per molti turisti diretti al Nord Italia e all’Italia in generale. Per migliorare questa esperienza, si potrebbero costruire strutture che richiamano i monumenti delle principali città italiane, fungendo da info-point avanzati. Piccole riproduzioni del Colosseo, della Torre di Pisa o di altri simboli culturali potrebbero servire da attrazioni turistiche e luoghi informativi.

Inoltre, per celebrare la cultura milanese e accogliere i visitatori, si potrebbe installare un monumento interattivo in Piazza Duca d’Aosta, come una grande scultura dedicata ai “Promessi Sposi” o al vocabolario milanese di Francesco Cherubini, arricchita da tecnologia. Questa scultura potrebbe essere dotata di schermi touch e intelligenza artificiale, fungendo da info-point per i turisti. Un progetto di questo tipo non solo renderebbe la piazza un punto di riferimento culturale, ma sarebbe anche un esempio della vocazione futuristica di Milano.

Questo infopoint interattivo potrebbe rispondere a domande in tempo reale, offrendo informazioni turistiche e storiche sulla città e le sue attrazioni, stimolando i visitatori a esplorare Milano e altre destinazioni in Italia. Se il progetto dimostrasse il suo valore, potrebbe essere esteso ad altri punti turistici della città, creando una rete di accesso alla cultura e alle informazioni.

#4 Un eliporto da e per la Stazione Centrale

Un’idea forse meno convenzionale, ma potenzialmente intrigante, potrebbe essere quella di trasformare parte della Stazione Centrale in un piccolo aeroporto per elicotteri. Le piattaforme di decollo e atterraggio potrebbero essere posizionate su estensioni dell’edificio o addirittura in Piazza Duca d’Aosta, creando un collegamento rapido e esclusivo per la città.

Sebbene l’uso di elicotteri possa sembrare riservato ai pochi, un’infrastruttura di questo tipo potrebbe comunque generare entrate significative attraverso l’affitto delle piattaforme a privati facoltosi. Questi ricavi potrebbero essere reinvestiti in progetti di riqualificazione urbana o in iniziative di utilità pubblica. Un’altra possibilità è che l’eliporto possa essere impiegato per scopi pubblici, come il trasporto di emergenza per le forze dell’ordine o il pronto soccorso.

#5 L’occhio di Milano: una ruota panoramica davanti alla Stazione

Un’ulteriore proposta per trasformare l’area della Stazione Centrale è l’installazione di una ruota panoramica proprio di fronte alla stazione. Questo progetto ambizioso non solo attrarrebbe turisti da tutta la città, ma potrebbe diventare un simbolo iconico della Milano contemporanea. La ruota panoramica, alta e moderna, offrirebbe una vista a 360 gradi sulla città, permettendo ai visitatori di ammirare il suo skyline, i principali monumenti e le zone più affascinanti da una prospettiva unica.

In aggiunta all’aspetto scenografico, la ruota potrebbe integrare tecnologie avanzate, come la realtà aumentata e l’intelligenza artificiale, per arricchire l’esperienza dei passeggeri. I vetri delle cabine potrebbero essere equipaggiati con sensori interattivi che, al tocco, mostrerebbero informazioni dettagliate sugli edifici visibili, dalla loro storia alla funzione attuale. Immaginate di trovarvi in cima alla ruota, mentre osservate il Duomo, e di poter cliccare sul vetro per ricevere curiosità o dettagli storici su di esso, o scoprire di più sulla zona di Porta Nuova o sul parco Sempione.

Un’attrazione di questo tipo potrebbe anche servire come strumento educativo e culturale, promuovendo la storia e la bellezza di Milano in modo interattivo e coinvolgente.

Continua la lettura con: La stanza segreta della Centrale: la Sala del Re

MATTEO RESPINTI (Ultimo aggiornamento: 28 aprile 2025)

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Estensioni della metro di Milano: le ultime notizie

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Uno dei temi più caldi di Milano: le estensioni della metro. A che punto siamo?

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Estensioni della metro di Milano: le ultime notizie

# M1 a ovest con tre nuove fermate fino a Baggio

Credits: Urbanfile – Prolumgamento Bisceglie-Quartiere degli Olmi

3,3 km e 3 nuove fermate (Parri-Valsesia, Baggio e Olmi). Attesa di conoscere l’esito del secondo bando di gara chiuso a febbraio, dopo il flop di quello del 2024, per affidare l’appalto dei cantieri. Dovrebbero partire entro l’anno e chiudersi nel 2031.

# M1: due nuove fermate a nord entro il 2029

Credits: Urbanfile – Prolungamento Monza Bettola

1,9 km e due nuove fermate, Restellone e Cinisello/Monza Bettola. Un prolungamento atteso dal 2015 ma i cantieri sono ancora in stallo. Il bando per la prosecuzione verso Quartiere Olmi ad ovest potrebbe risolvere la situazioni, tra le opzioni c’è infatti quella di riattivare il cantiere in direzione nord. Si attende l’esito della gara. Se tutto dovesse filare liscio dovrebbero aprire nel 2029.

# M2 da Cologno Nord a Vimercate con un tracciato di 12 km

Prolungamento M2

Nonostante i numerosi intoppi, dovute alle richieste dei singoli comuni, è stato dato avvio la mini studio di fattibilità, finanziato con 2,5 milioni di euro, propedeutico alla realizzazione di quello completo. La strada intrapresa è di costruire una metrotranvia veloce di 12 km con sei fermate che serva Brughiero, Carugate, Agrate Brianza, Concorrezzo e Vimercate.

Leggi anche: Quello che manca per la M2 fino a VIMERCATE: le ultime novità con le possibili sei fermate

# Per la M3 previsto il prolungamento di due fermate: San Donato e Peschiera Borromeo

M3 Peschiera

Bocciata invece la prosecuzione in metrotranvia fino a Paullo. MM sta lavorando allo studio di fattibilità per l’ultima soluzione concordata. In valutazione la realizzazione di una ferrovia da Peschiera, per interscambiare con la metropolitana, a Crema.

Leggi anche: M3 fino a Peschiera, semaforo rosso per Paullo, novità per Crema: la proposta della regione per il sud-est di Milano

# Per la M4 ad ovest si lavora per una sola fermata a Buccinasco, nei pressi del confine con Corsico

Credits milanotoday – Percorso breve M4 a Buccinasco

In questi giorni, in Regione Lombardia, sono stati i presentati i costi per la realizzazione delle attività preliminari alla stesura del Piano di Fattibilità Tecnico-Economica. L’obiettivo è estendere il tracciato di 1,5 km e 1 fermata a Buccinasco in via Garibaldi, nei pressi del Ronchetto delle Rane, a poca distanza dal confine comunale con Corsico.

# Due nuove fermate a est sulla linea M4, da Linate a Segrate

3,1 km e due nuove fermate. Lo studio prevede una stazione intermedia “Idroscalo” e una prosecuzione fino al territorio di Segrate per servire il “Westfield Center” e l’hub AV Segrate Porta Est. Dopo l’approvazione nel 2023 da parte della giunta di Milano  del Piano di fattibilità tecnica ed economica, si attende in questi mesi la Conferenza dei Servizi anche se all’appello mancano 70 milioni di euro di extra costi aggiuntivi ai 470 milioni di euro già stanziati. I treni non verranno messi sui binari prima del 2030.

Leggi anche: La M4 punta a EST: il CAPOLINEA sarà oltre LINATE

# La linea M5 si estende di 13 km a nord con 11-12 fermate fino a Monza Polo Istituzionale

Credits ascuoladiopencoesione.it – Tracciato M5

13 km e 11 fermate. La M5 raddoppia per diventare la prima a collegare due capoluoghi di due province. Il tracciato parte da Bignami e dopo Milano serve i comuni di Cinisello Balsamo, Sesto San Giovanni e Monza. Tra le stazioni Monza FS e Villa Reale, Ospedale San Gerardo e il capolinea nord di Monza Polo Istituzionale. Il cronoprogramma prevede il bando di gara tra fine 2026 e inizio 2027, avvio dei lavori a settembre 2027 e inaugurazione del prolungamento a dicembre 2033. 

Per evitare la perdita dei 1,3 miliardi già stanziati occorre però trovare, entro giugno 2025, una soluzione sui 589 milioni di extra costi mancanti: 300 sono stati promessi dall’ultima finanziaria, per gli altri si attende un incontro al Ministero delle Infrastrutture. Tra le ipotesi in valutazione da parte di MM, se dovesse mancare la copertura integrale delle risorse aggiuntive necessarie, c’è anche quella di procedere con la cantierizzazione della metropolitana fino alla fermata della Villa Reale.

Continua la lettura con: Prolungamenti e nuova M6: il 2025 sarà l’anno della svolta per la rete metropolitana di Milano?

FABIO MARCOMIN

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Venite a Milano? Le sette dritte dei milanesi per i turisti

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Ph. @glv1956 IG

Che consiglio daresti a chi viene da turista a Milano? Lo abbiamo chiesto ai milanesi. Queste le risposte che hanno ricevuto più apprezzamenti. 

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Venite a Milano? Le sette dritte dei milanesi per i turisti

# Le dodici attrazioni imperdibili

Credits Andrea Cherchi – San Maurizio al Monastero

# Lasciar perdere i grattacieli: concentrarsi i monumenti storici

fiodavid81 IG – Citylife

«Lasciar perdere i grattacieli: quelli ci sono ovunque nel mondo» (Pietro Marchetti)

# Fate attenzione ai borseggiatori

  • «Come tutti i posti turistici e affollati soprattutto le grandi città anche straniere, ne’ piu ne’ meno. Sui mezzi pubblici, giustamente, avvisano di fare attenzione ai borseggiatori…» (Patrizia Domenighini)
  • «MILANO è bella in tutto ma Di Stare attenti Peccato dirlo ma è pieno di zanza» (Marco Ferrante)
  • «Attento al portafoglio/cellulare/zaino/valigia /macchina etc. Poi compra una guida di Milano e vai….» (Lilly A. Motta Buffo)
  • Di stare attenti che a me hanno rubato il trolley un anno e mezzo fa sono ritornata a Salerno con lo zainetto solo (Valeria Valitutto)

# Non avere pregiudizi: le differenze devono incuriosire non attirare critiche

Credits: @greencaffè_ferrara
Brioches alla marmellata

«Non evidenziare le differenze come limite ma cercare le similitudini il proprio vissuto.. ed anche questo vale come approccio per ogni Città, per ogni Nazione che, da turista, si va a visitare…

Perché se a Milano si chiama brioche e a Roma cornetto è soltanto un modo differente per nominare la stessa cosa e non deve diventare motivo di divisione tra due Città (cosa che, purtroppo, abitualmente accade..)» (Ruggero Alfredo Eros Filipponi)

# Muoversi in metro (col biglietto giornaliero) e a piedi in centro

fietzfotos – Camminare a Milano
  • «Prenotare tutto e muoversi in metro e a piedi in centro. Non farsi prendere dal passo milanese e camminare piano.» (Nunzia Rubino)
  • «Passeggiare nelle stradine della zona Magenta …. Da scoprire» (Nicola Orsi)
  • «Anzitutto di fare il biglietto giornaliero per l’utilizzo dei mezzi pubblici, e secondariamente di evitare accuratamente le trattorie turistiche» (Henry H Spinetta)

# Evitare lo shopping nel quadrilatero della moda

Molto meglio scoprire strade, mercati e negozietti più alternativi. 

# I periodi migliori: primavera e fine estate

estate milanese

Quando l’aria è più pulita, la temperatura gradevole, la vita scorre all’aperto. 

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Birra e polpette al Rattazzo: la stagione gloriosa del «bar più famoso di Milano»

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Bar Rattazzo

Era un grande classico, soprattutto nei mesi più caldi. Una birretta al Rattazzo che si beveva in piazza Vetra, nel verde del Parco delle Basiliche o nei pressi di corso di Porta Ticinese. 

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Birra e polpette al Rattazzo: la stagione gloriosa del «bar più famoso di Milano»

# «Comunichiamo che il Bar Rattazzo non riaprirà definitivamente, mai più»

Bar Rattazzo

Iniziamo dalla fine. Maggio 2020. Milano è rimasta scassata dalle ordinanze anti Covid. Molti i locali che non hanno più riaperto i battenti. Tra quelli anche un luogo storico, definito il «bar più famoso di Milano». Il Rattazzo di Piazza Vetra, il luogo dove ci si dava appuntamento fin dagli anni Sessanta. 

«Comunichiamo che il Bar Rattazzo non riaprirà definitivamente, mai più. Il Covid-19 con le chiusure e le ordinanze non ci consente più di ripartire». Questo lo scarno annuncio pubblicato nel maggio 2020. Mentre l’Italia piano piano riapriva, lo storico locale comunicava la sua chiusura definitiva. Una grande disdetta. Anche perché il Rattazzo si apprestava a festeggiare i 60 anni di attività. 

# Una birretta al Rattazzo?

credit: milanoultimora.it

Tutto era iniziato nel 1961, quando lo storico fondatore, Piero Rattazzo, aveva aperto in Porta Ticinese. Strategica la posizione: dirimpetto Piazza Vetra con i suoi spazi verdi nel cuore di Milano. La posizione lo aveva reso un’avanguardia della movida serale, prima ancora che questa brutta parola si diffondesse dalle nostre parti. Era un classico dei giovani di ogni generazione: darsi appuntamento al Rattazzo di sera, per bere una birra e mangiare una polpetta mentre si stava in gruppo a parlare in piedi o accovacciati sull’erba del parco.

# “Il santo patrono della gioventù”

Piero Rattazzo

Negli anni Settanta aveva preso anche una connotazione politica: era il locale degli studenti di sinistra anche perché nella stessa strada, via Vetere, si trovava la sede di Avanguardia Operaia. Anno dopo anno divenne un mito: nel 2016, la BBC inglese lo definì “il santo patrono della gioventù”. Un bar che malgrado i tempi che cambiavano continuava a rispecchiare l’anima popolare del Ticinese con l’aria da vecchia Milano.

In realtà la fine è arrivata prima della chiusura: a dicembre 2019 Piero è venuto a mancare. I figli hanno provato a portare avanti il progetto ma non hanno avuto fortuna: anche perché dopo un paio di mesi dalla scomparsa del padre è arrivata la mazzata del Covid e del lockdown da cui le saracinesche non sono più riuscite a sollevarsi. Resterà nei ricordi di quasi tutti i milanesi quel sapore unico che hanno le polpette e la birra gustate in compagnia una sera d’estate. 

Continua la lettura: I locali mitici della Milano del passato

ANDREA ZOPPOLATO

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Le «case sospese nell’aria» a un’ora da Milano

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Credits: ilmirtillo.it Il Mirtillo

A un’ora da Milano abbiamo 3 costruzioni, più una quarta a due ore di distanza, che nulla hanno da invidiare alle casette tipiche degli ambienti estremi della Scandinavia. Vediamo come sono. 

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Le «case sospese nell’aria» a un’ora da Milano

# Relais Tenuta del Cigno Villanterio (PV)

Credits: @tenutailcigno
Tenuta il cigno

Una vera casa sull’albero. La costruzione, posta a 5 metri dal suolo, si appoggia al fusto di una quercia secolare e permette di soggiornare respirando un’atmosfera incredibile. Dotata di tutti i confort, consente agli ospiti di osservare l’area circostante stando immersi in una vasca idromassaggio o gustando i vari ed eccellenti prodotti enogastronomici della zona. Media recensioni Google: 4.8/5

# Park Hotel Olimpia Brallo di Pregola (PV)

Credits: @parkhotelolimpi_pv
park hotel olimpia

Una Suite realizzata tra gli alberi a oltre 4 metri di altezza, situata in un bosco di faggi e querce seguendo un rigido protocollo di ecosostenibilità. Consente di godere di tutte le comodità consone di un alloggio suite, pur avendo un aspetto minimal. Un letto matrimoniale integrato in una stanza con piccolo salotto, un comodo bagno e un terrazzo, che da direttamente sul bosco, sono i tratti caratteristici per chi vuole passare qualche notte immerso in una natura intervallata solo da qualche costruzione, compreso l’hotel del quale la suite fa parte. Servizi di livello e una piscina completano il soggiorno dei fortunati che possono pernottare nella struttura. Media recensioni Google: 4.5/5

# Fattoria l’Oasi Agriturismo Certosa di Pavia

Credits: @_noe_mara_
Agriturismo l’oasi

Certamente più spartana rispetto alle prime due, ma situata ai margini di un biolago che ospita una fauna autoctona di grande interesse. A poche centinaia di metri dalla Certosa di Pavia e inglobata in un grande agriturismo, che produce formaggi e conserve dai sapori unici, la costruzione sembra dare corpo al sogno di ogni bambino quando immagina di poter edificare la propria abitazione utilizzando elementi naturali. Risvegliarsi e scendere le scale per passeggiare tra i numerosi animali presenti nella struttura realizza un sogno di tutti noi. Media recensioni Google: 4.3/5

# La casa sull’albero Il Mirtillo Cedegolo (BS)

Credits: ilmirtillo.it
Il Mirtillo

Costruita inglobando il fusto di un castagno con tanto di fune esterna (non è dato sapere se qualcuno la utilizzi per salire in casa), la piccola costruzione di Cedegolo è quello che più di tutte può fregiarsi del titolo di casa sull’albero. Come le altre è interamente costruita in legno (ricordiamo che le famose case norvegesi hanno l’impalcatura in acciaio) e con tanto di fioriera appesa all’esterno di una grande finestra, che da un tocco in più alla già grande naturalezza della casetta. Al Mirtillo non si ha la sensazione, ma ci si trova effettivamente a poter vivere su un albero con il fusto che domina la parte centrale del monolocale. Sicuramente la più distante da Milano ma certamente quella con maggior impatto visivo.

Continua la lettura con: I 10 quartieri più strani di Milano

ROBERTO BINAGHI (Ultimo aggiornamento: 28 aprile 2025)

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L’abito non fa il Papa

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Immagine di copertina

In questo periodo di Sede Vacante, l’attenzione dei media più diffusi è per il gossip sul prossimo successore di Pietro e per le possibili intenzioni di voto dei cardinali. Ma il tema più scottante è un altro: quale deve essere il ruolo del Papa nella società contemporanea? Individuare la risposta è fondamentale non solo per il futuro della Chiesa ma per il futuro della stessa Italia, la culla della Cristianità.

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L’abito non fa il Papa

# La Chiesa oggetto del gossip

Ph: franciscus – Instagram

Con la fine delle celebrazioni funebri per il defunto Papa, si avvicina l’apertura del prossimo Conclave. Nonostante la Chiesa cerchi di ridurre al minimo pettegolezzi, sproloqui e addirittura scommesse, queste dilagano soprattutto tra i grandi giornali e i mass media. Ci si concede alle retoriche più becere, andando ad alimentare divisioni e visioni distorte della realtà, come l’usatissimo e mediaticamente riuscitissimo scontro tra conservatori e progressisti, anche in ambito ecclesiastico. Tutto ciò fa perdere di vista la realtà e quelle che sono le più impellenti necessità del mondo d’oggi, sia sotto il punto di vista religioso che non. Cosa c’è, per esempio, da recuperare e cosa invece è importante ritrovare per dare un senso alla figura del Papa?

# Il Papa viene considerato un politico, invece che una guida spirituale

Ph: vescovi_di_roma – Instagram

Quanto accennato finora non è che una parte del problema che affligge la Chiesa, i fedeli o coloro che, pur non avendo fede, cercano un motivo per alimentare la propria speranza nelle parole e nelle azioni dei seguaci di Cristo. All’origine della crisi spirituale che attraversa il cristianesimo, e di conseguenza tutto l’Occidente sempre più consumista e materialista, c’è una mondanizzazione del messaggio evangelico, con un conseguente adattamento di rapporti e azioni relative alla Chiesa. Lo stesso Papa viene sempre più considerato come un esponente politico, che su ogni questione di attualità si pretende che prenda una posizione analoga a quella del proprio schieramento partitico. Ma è questa la funzione del Papa, diventare uno strumento per il dibattito politico?

# La via maestra: un pastore che applichi i principi evangelici alle necessità del mondo odierno

Credits: Duc Tinh Ngo – Pexels

Il mondo attuale non ha bisogno di una voce in più nei cori contrapposti della politica. Il mondo ha sete di spiritualità. Intesa come la capacità di fare luce all’umanità trascendendo le vicende mondane. Anche perché il Papa non è un politico eletto che risponde alle istanze dei cittadini e per questo è un contro senso che i cittadini o i loro rappresentanti, che si pongono al di fuori della Chiesa, possano condizionare il suo operato. D’altra parte, non sono i cardinali in sé ad eleggerlo, ma lo Spirito Santo che agisce attraverso essi. E il tema del ruolo del Papa investe anche quello della stessa Chiesa Cattolica, mai così in crisi di ruolo come nella nostra epoca. Nel mondo di oggi segnato da profonde crisi individuali, sociali e di pensiero, serve una Chiesa unita, che non ceda il fianco alla narrazione mondana degli avvenimenti e che alimenti la speranza di ognuno, riportando la Salvezza al centro del suo dialogo col mondo. Colui che avrà il difficile compito di guidare la Chiesa nei prossimi anni, sarà in grado di riaccendere la luce della spiritualità e della trascendenza, scongiurando il rischio di un appiattimento su posizioni ideologiche da partito politico? Questa la domanda chiave che dovrebbe essere al centro del dibattito mediatico nel nostro Paese che, come culla della Cristianità, dovrebbe anch’esso tornare a essere un riferimento intellettuale per il mondo, senza complessi di inferiorità e senza uniformarsi alla mediocrità di pensiero.

Continua la lettura con: 25 aprile. Dalle parole ai fatti: costruiamo a Milano il «quartiere della libertà»?

RAFFAELE PERGOLIZZI

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Il Nuovo Mondo – Il Lato Chiaro di Luca Morotti (Finale)

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Dopo aver parlato della Fine del Mondo, in questa seconda parte Luca Morotti ci racconta il mondo che verrà. Dopo aver previsto l’attuale crisi economica legata ai dazi, ci guida in un’analisi fuori dagli schemi su cosa ci aspetta ora: quali cambiamenti economici e sociali dobbiamo attenderci? Cosa resterà del vecchio mondo?

Un episodio denso, provocatorio, essenziale. Ideale per chi cerca risposte concrete e punti di vista alternativi.

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Conduce: Andrea Zoppolato
Regia: Saverio Piscitelli, Roberto Mastroianni
Prodotto da: Fabio Novarino
Location: Studio di Voci Di Periferia A.P.S. presso Mosso, Via Angelo Mosso 3 – IG: @vocidiperiferia

ALTRE PUNTATE:

«E’ la fine del mondo»: il lato chiaro di Luca Morotti (Prima Parte)

La «Donna di Ghiaccio»: il lato chiaro di Lulu Berton

«Chi trova un amico…»: il lato chiaro di Guido Martinetti (Grom)

 

Il Lato Chiaro di Vito Lomele

Il Lato Chiaro di Candida Morvillo

Il Lato Chiaro di Stefano Zecchi

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La foto del giorno: dove siamo?

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Ph. ros cossettini

La foto del giorno: oggi siamo al Parco delle Cave

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Quando credi di essere al sicuro ma ti trovi su una ciclabile di Milano

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Passeggiando in bicicletta, pedalare senza fretta…
 

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