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Le grandi infrastrutture che rivoluzioneranno il mondo

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Rail-Baltica-in-Europe

Queste le opere in costruzione o progettate che avranno un grande impatto sul pianeta. 

Le grandi infrastrutture che rivoluzioneranno il mondo

#1 L’aeroporto per voli h24 pronto nel 2026

Credits westernsidney.com.au IG – Western Airport Sidney

Su progetto degli studi Zaha Hadid Architects e Cox Architecture in Australia è in costruzione il secondo aeroporto di Sidney, il Western Sydney International (Nancy-Bird Walton) Airport. L’obiettivo del nuovo scalo è quello di rispondere alle esigenze di trasporto della città, dato che tra 20 anni vedrà raddoppiata la sua popolazione. A questo si aggiunge la necessità di tutelare la qualità della vita dei cittadini e garantire allo stesso tempo che gli aerei possano atterrare e decollare 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Per questi motivi il luogo prescelto per la sua realizzazione è lontano dal centro abitato, in un zona dove per 30 anni non si potranno costruire abitazioni. L’inaugurazione è programmata per il 2026, quando si stimano 5 milioni di passeggeri annui, mentre nel 2031 e nel 2063 l’aeroporto dovrebbe movimentare rispettivamente 10 e 83 milioni di persone.

#2 L’alta velocità per unire l’Europa centrale e settentrionale prevista in funzione dal 2026

Rail Baltica

Passiamo al traporto su ferro. Sono attivi i cantieri per la Rail Baltica, una nuova linea ferroviaria convenzionale veloce a doppio binario a scartamento europeo standard, che consentirà di collegare rapidamente questi sei paesi: Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Finlandia, quest’ultimo per ora in traghetto.

Rail-Baltica-in-Europe

I numeri della linea: lunghezza di 950 km, la parte ferroviaria baltica sarà di 870 km,  una velocità massima di 249 km/h per i treni passeggeri e 120 km/h per i treni merci, tre terminal merci multimodali e sette stazioni passeggeri internazionali. Questo nuovo tracciato transnazionale migliorerà collegamenti ferroviari tra l’Europa centrale e settentrionale e dovrebbe essere operativo nel 2026.

#3 Il tunnel sottomarino più lungo del mondo in attesa di approvazione

Percorso Tunnel Helsinki – Tallin

Alla Rail Baltica, come detto in precedenza, mancherebbe un tratto per essere completo, quello dall’Estonia alla Finlandia. Per questo motivo è stato ipotizzato un progetto che, se realizzato, diventerebbe il più lungo tunnel sottomarino del mondo. Stiamo parlando di Talsinki, pensato per collegare la capitale estone Tallin e quella finlandese Helsinki, dalla stazione centrale di Tallin e arrivo all’aeroporto di Helsinski. In totale sono circa 92 km, di cui 50 nel sottosuolo marino. Nel territorio sono altre due le fermate considerate, Pasila e City Center. Si prevedono poi due isole artificiali della grandezza di 400 per 300 metri al largo delle due Nazioni da realizzare con la terra di scavo. Il costo previsto è tra i 9 e i 13 miliardi di euro e l’opera risulterebbe finanziariamente fattibile solo se l’Unione Europea coprisse almeno il 40% del costi. Al momento quest’ultima ha approvato un finanziamento di 3,1 milioni di euro per gli studi di fattibilità. La stima fatta per la durata dei cantieri è di un periodo compreso tra i 10 e 15 anni

Leggi anche: TALSINKI: i segreti del progetto di TUNNEL sottomarino più LUNGO del mondo con due nuove ISOLE ARTIFICIALI

#4 Tra Germania e Danimarca il tunnel che collega l’Europa Continentale alla Scandinavia atteso per il 2029

Credits FemernAS YT – Tunnel Fehmarn Belt dall’alto

In attesa della realizzazione del progetto Talsinki, il tunnel Fehmarnbelt con i suoi 18 km di lunghezza a 40 metri sotto il Mar Baltico potrà fregiarsi del titolo di tunnel più lungo del mondo. L’opera poggerà sul fondale marino e metterà in connessione la Germania con la Danimarca. Compreso nel progetto ci sono un’autostrada a quattro corsie e due binari elettrificati che consentiranno di raggiungere dalla costa nord della Germania l’isola di Lolland, per poi proseguire verso Copenaghen, e viceversa, in 7 minuti di treno e 10 minuti di auto. In questo modo si ridurrà da 450 km a 320 km la distanza da Amburgo a Copenaghen e verrà facilitata la comunicazione fra la Scandinavia, la Germania e tutta l’Europa. Il costo dell’opera è di circa 7 miliardi di euro. Nel corso del 2024 è prevista la posa dei primi moduli del tunnel, l’inaugurazione è programmata per la del 2029.

#5 Il treno Maya: per collegare i Caraibi con i siti storici del Messico, inaugurato il tratto da Palenque a Play del Carmen

Credits Trainspotting34-wikipedia – Treno Maya

In Messico è in costruzione il Tren Maya che punta a collegare le destinazioni turistiche dei Caraibi con i siti meno conosciuti dell’entroterra compresi, come dice il nome, i siti storici Maya, nella penisola dello Yucatán. Stiamo parlando di una ferrovia interurbana di 1.525 chilometri e 18 stazioni con partenza da Palenque in Chiapas fino a Cancún attraverso due percorsi che divergono a Escàrcega. Un’opera complessa di ingegneria, contestata da attivisti per i diritti ambientali e indigeni per l’attraversamento della giungla, l’abbattimento di 10 milioni di alberi, e la probabile distruzione di reperti archeologici.

TrenMaya tratta operativa

Le prime quattro sezioni, per un totale di 892 km a nord-est da Palenque a Cancún, sono state inaugurate il 15 dicembre 2023, mentre nei primi mesi del 2024 ha inaugurato la quinta fino a Playa del Carmen. Il Primo Tribunale Collegiale in Materia Amministrativa ha imposto lo stop ai lavori, che porterebbero la linea a chiudere l’anello alla stazione di Escàrcega. La fine dei cantieri, per un’opera il costo è salito a 28,5 miliardi di dollari, era prevista nel 2024 ma si dovrà attendere ancora un po’ di tempo.

Leggi anche: La piramide, le torri rigate, la cascata di vetro: i 10 progetti che hanno rivoluzionato Milano

Continua la lettura: La Metro Ambrosiana e la Rete di 10 linee: i 2 progetti più rivoluzionari della metro di Milano…che non sono mai stati realizzati

FABIO MARCOMIN

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Liberiamo Milano

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Ph. @milanographies IG

Abbiamo pubblicato questo post sulla Fan Page di Milano Città Stato:

Queste in sintesi le risposte principali. Ph. Cover @milanographies IG

Liberiamo Milano

#1 Superare la bagarre ideologica

Ai primi due posti di quello che si vuole eliminare nelle risposte risultano gli avversari politici:
1. Leghisti/fascisti (o fascio leghisti) da mandare via in 67 commenti che hanno preso un totale di 285 like
2. Piddini (o nelle varianti comunisti o “zecche”) in 62 commenti con un totale di 243 like

Pannella si starà rivoltando nella tomba. Leggendo i commenti si vede quanto sia forte la pressione ideologica e partitica tra i milanesi. Si parla di politica con la sobrietà di un capo ultras, inserendo insulti o frasi apodittiche senza alcuna argomentazione. Per noi che siamo alfieri di una comunità unita al di là delle fazioni e della diversità di pensiero questa evidenza ci crea sconforto. Per una nuova stagione di Milano servirà saper superare questa oppressione ideologica che ammorba la città. 

#2 Sic transit gloria Sala?

Credit: @pisteciclabilimilano

“Milano si deve liberare del suo sindaco”: questo viene scritto in 43 commenti che hanno raccolto 164 like. A proposito di pressione ideologica, sicuramente il sindaco con le sue giunte ci ha messo del suo. Anzi. Spesso l’ideologia è servita a coprire errori o lacune dell’amministrazione. La sensazione è che l’ideologia sia oggi l’oppio del popolo ma il salvacondotto per chi governa. 
Nota: altro personaggio da bannare da Milano secondo i commenti è Salvini, ipotesi alimentata da 74 like.

#3 Questioni quotidiane

Credits Urbanfile – Degrado Darsena graffiti

Passando a cosa più pratiche che si vogliono togliere da Milano ci sono:
1. Auto (i cui commenti raccolgono 161 like complessivi, anche se ci sono molti oppositori a questa idea)
2. Imbrattamenti dei muri/ sporcizia 91 like ai diversi commenti
3. Smog 87 like ai numerosi commenti
Spiccano poi i 58 like a un commento contro chi tiene lo zaino sulle spalle sui mezzi pubblici.
Molti infine i commenti e relativi like per levare da Milano finti rifugiati/immigrati illegali (152 like complessivi) e zingari (93 like complessivi). Da ultimo molti commenti legati a problematiche economiche, dal caro case alla povertà diffusa. 

La stessa domanda su da cosa dovremmo liberare Milano ce la siamo posta anche noi della redazione. Ecco i nostri desideri.

Da che cosa dovremmo LIBERARE MILANO: le scelte della redazione di milanocittastato.it

# Il gap bassi stipendi-caro affitti

“Suggerisco di liberare Milano dalla voragine che separa ormai tanti stipendi dal costo della vita, in particolare dai prezzi gonfiati degli affitti e delle case in vendita. E dagli esercizi commerciali poco chiari che invadono la città fungendo da “lavanderie“ (Roberta)

# L’asfalto colante

“Dal pessimo asfalto dei marciapiedi che d’estate si incolla alle suole e si riempie di buchi causati dai cavalletti degli scooter. E poi dalle bancarelle stile suk, dai sopralzi indegni dei palazzi storici” (Fabio)

# Degrado e microcriminalità

“Milano va assolutamente liberata dal boschetto della droga, dal degrado di alcune periferie e dalla microcriminalità” (Luca e Marco)

# Burocrazia

“Milano va liberata da burocrazia e norme inutili in tre settori: edilizia, occupazione suolo pubblico, apertura esercizi commerciali/hotel. Ah. E ovviamente la gestione degli eventi” (Giacomo)

# Gli “insozzatori del nido”

“Manderei via da Milano quelli che i tedeschi chiamano Nestbeschmutzer, letteralmente gli ‘insozzatori del nido’. Ossia, chi critica senza fare niente per migliorare le cose, chi ha perso autonomia di pensiero e nasconde la sua assenza facendo con aggressività il servo di partito, chi non ha cura per la città, chi insulta e denigra gli altri, chi esercita il suo potere in modo mafioso, chi mette veleno nella comunità, chi insozza Milano con le sue parole e con le sue azioni” (Andrea)

Continua la lettura con: Ma sei di Milano Milano?

MILANO CITTA’ STATO

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Vera Vergani, l’attrice più amata del teatro degli anni ’20

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Vergani

Un’artista capace di rompere gli schemi femminili della sua epoca e superare il clichè della donna fatale. La sua storia, i suoi incontri e la sua gloriosa carriera.

Vera Vergani, l’attrice più amata del teatro degli anni ’20

# L’incontro con Antonio Gramsci e Piero Gobetti

Di Sconosciuto – Cinema v s – anno 1937, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=48897595 – Vera Vergani e Nerio Bernardi nel film del 1920 Il filo di Arianna, regia di Mario Caserini

Una sera del 1919, dopo aver recitato al Carignano di Torino, all’uscita del teatro incontra due giornalisti, esperti di spettacolo. Le fanno i complimenti e, con cortesia, garbo e ammirazione, la accompagnano, a piedi, fino all’albergo in cui questa attrice dimorava nella trasferta sabauda. Sono colpiti dall’intelligenza e dalla cultura di questa giovane artista, bella ma non fatale, carica di una simpatia difficile da vedere in quegli ambienti. Anche lei è intellettualmente rapita da questi due ragazzi, anche loro di grande cultura, educati e discreti: uno è piccolo, dai capelli nerissimi ricci e un po’ arruffati, l’altro è alto e magro, con un modo di rapportarsi estremamente fine. Lei è l’attrice milanese Vera Vergani, i due giornalisti sono Antonio Gramsci e Piero Gobetti. Vera, allora, non si rende conto che di fronte ha due ragazzi che diventeranno i simboli della storia antifascista del nostro Paese, loro invece sono ben consapevoli di avere intrattenuto una piacevole chiacchierata con una delle principali attrici italiane, non solo di quell’epoca. Un’attrice apprezzata da Pirandello e da D’Annunzio, che diventerà la più amata del teatro degli anni venti.

# Il debutto nella compagnia guidata da Virgilio Talli e Maria Melato

Vera Vergani nacque a Milano il 6 febbraio 1895, da una famiglia che, da parte di madre, era una leggenda per quanto riguarda il teatro dei burattini, con la creazione delle compagnia delle marionette “I Piccoli”, fondata dallo zio di Vera, Vittorio Podrecca, nel 1914. In quell’anno la nostra attrice, che era nata nella casa milanese di via Vigna, debutta nella compagnia guidata da Virgilio Talli e Maria Melato. Vera Vergani aveva conosciuto il proprio debutto nel 1912, con la commedia “Le distrazioni del Signor Antenore”. In principio si faceva chiamare Vera Podrecca, cognome della madre e degli zii, “principi” delle marionette, oltreché vivaci antifascisti e militanti del Partito Socialista.

L’attrice milanese, dopo diverse esperienze lontana dalla Madonnina, torna nella propria città al Teatro Kursaal Diana, con l’opera “Marcia nuziale”. Il caso la porta a sostituire la diva del tempo, Jone Frigerio, poi è la grande protagonista ne “L’invasore”, della scrittrice Annie Vivanti, ancora a Milano, ma al Teatro Olimpia.

# Dal teatro al cinema e ritorno

Vergani

Giovanissima, la Vergani diventerà la prima attrice nella Compagnia Drammatica Italiana di Ruggero Ruggeri, ed è con questa nuova esperienza che l’artista milanese inizia a recitare con il proprio cognome dell’anagrafe. A 25 anni lascia il teatro (momentaneamente) per dedicarsi al cinema: sono gli anni in cui recita in pellicole come “La nemica”, di Guglilmno Zorzi, “La buona figliola” di Mario Caserini e, sempre guidata dal regista romano,  “La modella”. Tornata al teatro, passa alla compagnia di Dario Niccodemi, entrando anche come dirigente della stessa società di recitazione. Nel ruolo della figliastra, riceve i complimenti di Pirandello in “Sei personaggi in cerca d’autore”, mentre per “La figlia di Iorio”, è lusingata da Gabriele D’Annunzio, che aveva scritto l’opera una ventina di anni prima.

# Il merito di rompere gli schemi femminili della sua epoca

Spavalda e impudente, Vera Vergani ha avuto il merito di rompere gli schemi femminili della sua epoca, capace, nella recitazione, di dar voce alle eroine tragiche e ai personaggi più comuni. Supera il cliché della donna fatale, per proporre un’immagine e un linguaggio nuovo, come donna artista. La Vergani ha recitato in circa venti pellicole e in tante opere teatrali, fino ai trentacinque anni, quando decide di salutare per l’ultima volta il pubblico e uscire dalle scene: era il 13 gennaio 1930 e l’ultima sua recitazione avvenne al Teatro Manzoni, proprio di Milano.

FABIO BUFFA 

Continua la lettura con altri milanesi d’autore:

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DINO RISI, uno dei grandi della commedia italiana

CINI BOERI, l’architettura come impegno sociale

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JOHNNY DORELLI, una vita al massimo

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MONTICELLI e MARCHESI, i due grandi “cantori evirati” della storia milanese

MARIA GAETANA AGNESI, la “donna più intelligente del Settecento”

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Quando, a Milano, VISCONTI girava “ROCCO E I SUOI FRATELLI”

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MICHELE ALBORETO, il “pilota gentiluomo”

BEPPE VIOLA: il geniale raccontatore del calcio

Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI

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Il bosco incantato lungo il fiume, a due ore da Milano

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fede2185 IG - Le 4 matte

Passeggiando nella natura incontaminata, caratterizzata da scorci e panorami mozzafiato, ci si imbatte in un bosco “popolato” da figure legate a numerose leggende locali. Dove si trova e da chi è stato realizzato.

Il bosco incantato lungo il fiume, a due ore da Milano

# Il percorso: dal laghetto a Colle Vareno al balcone panoramico sulla Val Camonica

bergamoxp – Sentiero del Bosco Incantato

Ci troviamo in un’area quasi interamente di proprietà della Regione Lombardia: la Foresta di Lombardia Valle di Scalve. Qui si snoda un semplice percorso di circa 3 km e un dislivello di 100 metri caratterizzato da scorci panoramici mozzafiato. Si parte dal laghetto a Colle Vareno, con tratto iniziale di arroccamento sviluppatesi nel pascolo del Glisunder, si giunge alla strada forestale per Croce di Vareno e da qui si prosegue lungo la strada entrando poco dopo nel bosco.

1carmen_ruggi IG – Balcone panoramico Val Camonica

A 1472 metri di quota, dove è posizionata la Croce di Vareno, c’è un meraviglioso balcone panoramico sulla Val Camonica. 

# Le 40 sculture lignee del Bosco Incantato

Le bellezze della natura vengono arricchite da numerose leggende, raccolte dal Professore Giorgio Gaioni del Comune di Angolo Terme, che prendono forma nel Bosco Incantato. Lungo il tracciato si possono infatti trovare circa 40 sculture lignee, realizzate dagli operai dell’Ente Regionale per i servizi all’ Agricoltura ed alle foreste (ERSAF), che mostrano contadini, boscaioli, malghesi, pastori. Nei punti di maggiore interesse sono installati dei pannelli informativi contenenti anche delle illustrazioni ad opera degli alunni delle scuole elementari di Angolo Terme e dei confinanti comuni della Valle di Scalve. 

# Le 13 leggende rappresentate

visitpresolana.it – Le 13 leggende

Le sculture rappresentano le 13 leggende del bosco: il piè del Diaol, la diligenza del Diavolo, la leggenda della Presolana, la beffa di San Silvestro, Ol bras dè mort, il Monte Pora, il lago della culla, la Croce di Vareno, la storia del Pis de Cote, la baita dè la Mandola, le bacche rosse di Castello Orsetto, Ol bus de la Pora, le quattro matte della Presolana. I racconti hanno rappresentato un mezzo per fronteggiare le difficoltà della vita e per dare una ragione agli eventi negativi, per questo motivo sono state scelte raffigurazioni di persone comuni del luogo, oltre ad animali, gnomi e fate.

# A due ore di auto da Milano

Milano-Sentiero del Bosco Incantato

Per arrivare alla partenza del percorso del Bosco Incantato servono circa 2 ore di auto da Milano. Si prende l’autostrada A4 e si esce a Bergamo, da qui si prosegue sulla strada statale 470, sulla provinciale 35 verso Nembro e infine sulla statale 671 fino a Castione della Presolana. Infine, dopo circa 36 km, all’altezza della frazione di Dorga si entra nell’abitato e procedendo lungo Via Monte Pora si arriva al parcheggio nei pressi del laghetto da dove inizia il percorso.

Continua la lettura con: Il VILLAGGIO fatto solo di CASE sull’ALBERO

FABIO MARCOMIN

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Bansky a Mestre: i muri da strada all’interno di un museo

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Mestre ospita nel suo modernissimo M9, una mostra (non) ufficiale dell’artista simbolo della nostra epoca. 

Bansky a Mestre: i muri da strada all’interno di un museo

# Lo street artist più celebre al mondo

Banksy è forse l’artista contemporaneo più famoso del mondo, considerato uno dei maggiori esponenti della street art. Le sue opere, conosciute universalmente, sono molto eccentriche e incisive. Danno modo a chi ne fruisce di riflettere sul sistema e sulla società in cui viviamo: un simbolo di lotta e di protesta in un mondo in cui spesso gli interessi economici prevalgono su quello che dovrebbe essere il bene delle collettività.

Come cita il sito theworldofbanksy.it, l’artista non autorizza le mostre dedicate ai suoi lavori, ma non le impedisce. Banksy incoraggia chiunque voglia far viaggiare il suo lavoro, chiunque voglia reinterpretarlo e dargli voce. L’arte secondo lui deve essere di tutti. I messaggi devono arrivare a chiunque.

# Bansky a Mestre

Credits: @Massimo Faranda(FB) – Il Museo M9 di Mestre (VE)

Fino al 2 Giugno 2024, l’ M9 di Mestre (il Museo del ‘900 della terraferma veneziana) ospita Banksy. Painting Walls, una esposizione che conta oltre 70 opere dell’artista. Il team del museo, in collaborazione con l’associazione MetaMorfosi, ha compiuto un’impresa che certamente non può passare inosservata.

Credits: @Yardartuk(FB)

Sono stati infatti portati all’interno dello spazio espositivo ben tre muri originali, distaccati dalle pareti dove i dipinti sono nati. Si tratta del monumentale muro angolare di Season’s greetings al piano terra, e di Robot/Computer Boy e Heart Boy al terzo piano.

Credits: @Massimo Faranda (FB)

# Le contraddizioni dell’esposizione

Oltre ai tre muri originali, sono presenti alcuni pezzi unici che arricchiscono il percorso espositivo, fatto di contraddizioni (consapevoli), che riflettono con precisione quelle dell’artista stesso: “ci saranno sicuramente delle polemiche sul portare dei muri all’interno del museo. Anche in questo caso, ho voluto trattare i tre muri come se fossero dei reperti archeologici, esattamente come è successo per l’Altare di Pergamo e moltissimi altri monumenti. Oggi non lo vedremmo, se non fosse stato fatto quello sforzo”. La mostra è stata infatti così introdotta dalla sua curatrice Sabina de Gregori.

Banksy. Painting Wallssarà presente al Museo M9 di Mestre, fino al 2 Giugno 2024

Credits: m9museum.it

Continua la lettura con: Il libro in PELLE UMANA in mostra a MILANO

LUCIO BARDELLE

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La metropolitana di Milano: le stazioni del prossimo futuro già in costruzione (immagini)

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Tra cantieri in corso, fermi e in progetto sono diverse le stazioni che dovrebbero vedere la luce nei prossimi anni. Scopriamo quali sono.

La metropolitana di Milano: le stazioni del prossimo futuro già in costruzione (immagini)

# M1 

Per la linea rossa sono due i progetti previsti: un’estensione a nord e una a sud-ovest.

L’estensione a nord di 1,9 km e due fermate: Sesto Restellone e Cinisello-Bettola 

Credits: urbanfile.org – Prolungamento M1 Monza-Bettola

Quella a nord, un tracciato di 1,9 km di metropolitana e due stazioni, Sesto Restellone e Cinisello-Bettola, è in corso da oltre 12 anni e bloccato più volte per problemi burocratici ed economici. 

La stazione di Sesto Restellone

Credits stedase IG – Sesto Restellone

Tra le due stazioni di prolungamento della M1 quella di Sesto Restellone è ancora nello stato in cui avevamo visto un anno fa. Sono già stati posati i binari e il corpo stazione ha la sua conformazione quasi definitiva ma il cantiere è in pausa.

La stazione di Cinisello-Bettola

Roberto di Milano FB – Cantiere Bettola

Sono ripresi invece, anche se parzialmente, i lavori per la stazione di testa, futuro nuovo capolinea nord. Mancano circa 20 milioni e una nuova azienda per portare a conclusione i lavori di tutta l’estensione, si attende la gara d’appalto, e capire se verrà realizzato il centro commerciale soprastante con annessi parcheggi. Nella migliore delle ipotesi l’inaugurazione di entrambe le stazioni sarà nel 2028.

Ripartono i LAVORI per il PROLUNGAMENTO della M1 verso MONZA

L’estensione a sud-ovest di 3,3 km e tre fermate: Parri-Valsesia, Baggio e Olmi

Credits Comune di Milano – Estensione M1 Quartiere degli Olmi

Attesa per il mese di aprile 2024 la gara di appalto per realizzare circa 3,5 chilometri di tracciato fino alla Tangenziale Ovest con tre nuove stazioni: Parri-Valsesia, Baggio e Olmi, tutte interrate e all’interno del territorio comunale. Oltre la tangenziale, al confine con il Comune di Settimo Milanese, è previsto il deposito.

Il progetto definitivo è stato realizzato nel 2021, mentre a febbraio 2024 sono arrivati i 124 milioni di euro di extra costi promessi dal governo. Ogni stazione prevede aree verdi, alberi e piste ciclabili in superficie, quella di Parri avrà 3 accessi, quella di Olmi un parco con giochi per bimbi, una pista di educazione stradale, un circuito da corsa, un giardino con le dune e un campetto polivalente. I cantieri dovrebbero partire entro l’inizio del 2025 e terminare non prima del 2030.

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# M4

Le nuove denominazioni delle stazioni delle linea blu

Dopo l’inaugurazione delle stazioni di Tricolore e San Babila, il 4 luglio 2023, sono salite a 8 quelle attive sulla linea M4 per un totale di 7,2 km di tracciato. Il restante tracciato della M4 aprirà entro la fine di settembre 2024, anche se alcune stazioni centrali solo a dicembre. Vediamo lo stato di avanzamento dei rispettivi cantieri.

La tratta a Ovest della M4: da Sforza-Policlinico a San Cristoforo FS

Lungo la lungo la tratta ovest è in corso la riqualificazione delle aree di superficie e in molte stazioni si è ai ritocchi finali. Dalle ultime immagini di Urbanfile si può osservare la situazione di alcuni cantieri: San Cristoforo FS, Bolivar, Coni Zugna, California, Sant’Ambrogio, De Amicis e Sforza Policlinico. Nelle stazioni più esterne è in corso la piantumazione del verde, la sistemazione dei marciapiedi e di alcune parti esterne delle uscite.

Le stazioni della tratta centrale sono quelle più in ritardo con i lavori. Tra queste troviamo Sforza-Policlinico, anche se ha recuperato sulla tabella di marcia, Santa Sofia, Vetra e De Amicis, le ultime tre a causa dei ritrovamenti archeologici. Per questo motivo non sono ancora alla fase di sistemazione a livello strada e probabilmente sono le principali indiziate ad aprire a dicembre. 

Leggi anche: L’M4 lancia la sfida: la CLASSIFICA delle METRO più VELOCI

# CIRCLE LINE

Di Arbalete – openstreetmap.org, CC BY-SA 2.0, httpscommons.wikimedia.orgwindex.phpcurid – Tracciato Circle Line

Tra le stazioni previste per la nuova Circle Line, dopo quella Tibaldi già inaugurata a dicembre 2022, altre due avranno la precedenza rispetto alle altre: Stephenson e MIND-Merlata. Per la seconda è già stato presentato un primo rendering.

Porta Romana FS

Non si tratta di nuova stazione ma di riqualificazione di una esistente. Stiamo parlando di quella di Porta Romana FS. Il progetto a cura dello studio AOUMM prevede il suo mantenimento nella posizione attuale, rispetto alle ipotesi iniziali, con un sistema integrato di accessibilità ciclopedonale con la stazione metropolitana M3 Lodi. Attualmente sono in corso il rifacimento le pensiline di copertura, altre serviranno per rendere riparato il camminamento tra Piazzale Lodi e la stazione, e la costruzione gli ascensori. Previsto inoltre la riqualificazione del vecchio edificio viaggiatori in stile modernista decò. L’inaugurazione è prevista per le Olimpiadi Invernali del 2026.  

MIND-Merlata, la stazione giardino

Tra le nuove stazioni c’è quella di MIND-Merlata, tra le stazioni di Milano-Certosa e Rho Fiera Milano. La sua struttura è stata pensata in metallo bianco, per integrarsi con la vicina passerella ciclopedonale e dovrebbe venire ricoperta di rampicanti e circondata da alberi. I rendering rilasciati dallo studio di progettazione 3TI Progetti si riferiscono però solo alla porzione di manufatto che si collega alla passerella, mentre a metà della stessa dovrebbe essere costruito l’edificio della stazione vero e proprio con annesse piattaforme e banchine dei treni. Nel settembre 2023 sono stati stanziati 10 milioni di euro per finanziare (insieme a RFI e Arexpo) la progettazione esecutiva vera e propria della nuova stazione.

Leggi anche: Finanziata la STAZIONE “GIARDINO” della CIRCLE LINE: ecco come sarà (IMMAGINI)

Milano-Stephenson

Nuove stazioni circle line Milano MIND-Merlata e Milano Stephenson

Tra la stazione di Certosa e di MIND-Merlata è prevista quella di Stephenson, ma ancora non è stato presentato lo studio di fattibilità. Il finanziamento arriva dall’accordo scali e quindi a carico di RFI. 

Continua la lettura: La Metro Ambrosiana e la Rete di 10 linee: i 2 progetti più rivoluzionari della metro di Milano…che non sono mai stati realizzati

FABIO MARCOMIN

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Ogni giorno nuovi record: è corsa all’oro oppure fuga dalle valute?

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Oro sempre più alle stelle: superati oggi i 2.400 dollari l’oncia. A inizio anno gli esperti prevedevano una crescita nel 2024 non superiore ai 2.030. Previsione già polverizzata. Una cosa è certa: non si è mai visto un rialzo così prolungato e consistente, senza correzioni. La grande domanda: è corsa all’oro oppure fuga dalle valute?

Ogni giorno nuovi record: è corsa all’oro oppure fuga dalle valute?

# Salito di 300 dollari in sei settimane

Andamento prezzo oro ultimo mese

Una corsa così non si era mai vista. L’oro ha messo il turbo segnando una serie di record. In appena sei settimane è salito di circa 300 dollari, registrando l’ascesa più rapida da decenni. Non solo: un’ascesa che pare non avere nessun punto di correzione. Addirittura, settimana dopo settimana aumenta l’inclinazione della crescita: nelle ultime 24 ore ha superato i 2.400 dollari l’oncia. A inizio anno gli esperti prevedevano una crescita nel 2024 non superiore ai 2.030. Previsione già polverizzata. Anche i future, i contratti sul futuro, presentano quotazioni siderali. E l’impennata riguarda anche i volumi: nelle ultime 24 ore risultano pari a 23,5.000 lotti rispetto alla media su 5 giorni di 17,85.000 lotti. Ma qual è il motivo di quanto sta succedendo? Per capirlo bisogna risalire a quali sono le mani che stanno accumulando il metallo giallo. 

Prezzo oro nelle ultime 24 ore

# La corsa all’oro delle banche centrali 

Quotazione oro e acquisti oro da parte delle banche centrali

Chi compra è ormai cosa nota. Si tratta delle banche centrali, ma con un sostanziale cambiamento nel corso delle ultime settimane. La prima a iniziare la corsa all’oro è stata la banca centrale cinese. Questo aprile è infatti il diciassettesimo mese consecutivo di acquisti da parte della massima istituzione finanziaria cinese (Fonte: Bloomberg)

Acquisti di oro delle banche centrali da inizio 2024 (Dati febbraio 2024)

Come si vede nel grafico, la Cina la fa sempre da padrone: a inizio 2024 ha acquistato sui mercati 22 tonnellate di oro. Seguita da Turchia e India. Poi ci sono altre nazioni emergenti dell’Asia con l’eccezione della Repubblica Ceca. Questo accadeva fino a febbraio. Ma l’impennata delle ultime settimane prova che altre banche centrali si stiano muovendo: anche quelle dell’Occidente, guidate dagli Stati Uniti d’America. Cosa può spingere le banche centrali, da sempre gli enti regolatori delle valute, ad accumulare oro?

# Bye bye, dollaro? (e le altre valute a ruota)

I rally dell’oro

Come riporta il sito americano di attualità finanziaria zerohedge.com, “l’attuale divergenza tra i prezzi dell’oro e i tassi reali a 10 anni suggerisce che qualcosa di terribile sta per accadere…”. Se le banche centrali stanno acquistando oro può significare solo una cosa: che si attendono un deprezzamento della loro valuta. L’unico modo per una banca centrale di cautelarsi da una consistente perdita nel potere di acquista di una o più valute è l’acquisto di oro. 

Ci sono decenni in cui non succede nulla e ci sono settimane in cui accadono decenni.”, ricorda sempre Zerohedge. Guardando la storia, il prezzo dell’oro può rimanere in stasi per molto tempo, ma quando esplode, l’impennata è solitamente rapida e furiosa. Come si vede nel grafico sopra i cosiddetti breakout dell’oro hanno sempre anticipato delle gravi recessioni, come nel 2008 o negli anni Settanta. Ma in questo caso quale può essere il rischio più probabile?

E’ sempre Zerohedge a riportare l’indiscrezione bomba: il FMI prepara la rivoluzione finanziaria: dite addio al dollaro, titola il sito americano. La tesi è inquietante quanto tutto sommato semplice: da quando il dollaro è stato sganciato dall’oro si è progressivamente attivata una sovrapproduzione di moneta, che negli ultimi anni ha raggiunto un livello esorbitante. Facile immaginare che da questo eccesso di produzione monetaria, che riguarda praticamente tutte le valute fiat del mondo, si arriverà al punto di rottura, ossia quando il mercato non riesca più ad assorbirla e, soprattutto, non abbia più fiducia nel suo valore. Il rally dell’oro, ma anche dell’argento, dei bitcoin e di ciò che non ha correlazione con questa quantità di denaro circolante potrebbe pertanto rappresentare uno scenario potenzialmente drammatico. Non sarebbe segno di una crescita nel valore di tali asset ma del crollo delle valute tradizionali. Che, in breve, potrebbero valere carta straccia, un po’ come accaduto nella Germania di Weimar negli anni ’20 del Novecento. 

Continua la lettura con: L’oro vola: come investire nel principe dei beni rifugio

ANDREA ZOPPOLATO

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Tre latterie storiche di Milano dove mangiare come una volta

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lestradedimilano IG - Alla Vecchia Latteria

Solo piatti genuini, preparati giornalmente con prodotti stagionali, a prezzi popolari. A condire il tutto l’atmosfera dalle vecchia Milano.

TTre latterie storiche di Milano dove mangiare come una volta

#1 Latteria La Cicala

giulietta_mels IG – Latteria La Cicala

La Cicala è il cognome della proprietaria, Anna, che ha rilevato diversi anni fa il locale da quello precedente mantenendo lo stile delle vecchie latterie. Questo locale in zona Porta Venezia/Monforte si presenta infatti con i classici tavoli apparecchiati proprio come in osteria, con tovaglie a quadri bianche e rosse e caraffe d’acqua sul tavolo. Tutto qui è realizzato con ingredienti biologici, solo piatti semplici e abbondanti, incluso il pane con lievito madre vecchio di tre generazioni sfornato ogni mattina e da accompagnare con burro e marmellata e un caffè fatto con la moka.

Il menu è prevalentemente vegetariano, anche se non mancano pasticci di patate e prosciutto, arrosti e polpettoni, e si possono comporre i piatti a proprio piacimento a partire da 10 euro. Aperto dalle 8 alle 19, il giovedì fino alle 22.30 e il sabato fino alle 15.30, mentre è chiuso la domenica. Per entrare bisogna però rispettare dieci condizioni, tra cui “non essere un gastrofighetto snob” e “Non chiamare il cibo food”. 

Indirizzo: Via Felice Bellotti, 13

Leggi anche: CHIUDE un altro RISTORANTE STORICO di Milano: gli ultimi giorni per GUSTARE una CUCINA UNICA

#2 Latteria Carlon

latteriacarlon IG

A dieci minuti a piedi da La Cicala, in una traversa di Porta Venezia che sbuca sui Giardini Indro Montanelli, c’è Latteria Carlon. Da quando è nata, nel 1941, ha mantenuto intatta l’atmosfera genuina e cordiale e la sua impostazione di locale perfetto per un pasto veloce, con piatti tipici milanesi genuini, senza troppe pretese, a prezzi bassi. Da mangiare ce n’è per tutti i gusti: primi, secondi di carne e di pesce, verdure e torte della casa. Rimane aperto dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 18.30, chiuso nel weekend.

Indirizzo: Via Tommaso Salvini, 2

#3 Alla Vecchia Latteria

lestradedimilano IG – Alla Vecchia Latteria

Qui siamo in pieno centro storico, a poche centinaia di metri da Piazza del Duomo, “alla Vecchia Latteria” è un locale che esiste dal 1885. Non c’è dubbio quindi che sia un’autentica latteria, piastrelle bianche, foto d’epoca e una vecchia cartina di Milano alle pareti, semplici tavoli in legno con gambe in ferro e sgabelli per una cinquantina di posti. La proposta in questo caso è esclusivamente vegetariana, il menu è realizzato con sole verdure di stagione. Si può scegliere tra piatti più “ricercati” e altri più semplici, frittate a 8 euro e primi a 13 euro, da non perdere il misto forno, una portata unica con una selezione di assaggi delle specialità della casa. Aperto da lunedì al sabato dalle 11 alle 15, chiuso la domenica.

Indirizzo: Via dell’Unione, 6

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Spunto: milanesarius IG

Continua la lettura con: Cucina casalinga con menù pranzo low cost in una delle trattorie storiche di Milano

FABIO MARCOMIN

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Realizzare se stessi in modo autentico in questa società è possibile?

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Realizzare se stessi rimanendo autentici è possibile? “So di essere completo quando sono con altre persone”, “Trovando quella fiamma dentro di me e alimentarla”, “Restando coerenti con se stessi”. Alcuni tra i protagonisti della nuova generazione cercano soluzioni a uno dei grandi temi di sempre dell’esistenza umana. @fermento.online  #fermento

Qui il video. Segui Fermento, il nuovo progetto di Vivaio, seguendoci su:

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Continua con: Mario Vanni: la vera politica è fatta di sogni e di ideali

LA FENICE

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Neve ad alta quota: l’annata migliore degli ultimi vent’anni

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Ph. pasja1000

Per trovare un innevamento migliore rispetto a quello attuale bisogna risalire al 2001. Questi i dati forniti dal Servizio Glaciologico Lombardo. La neve caduta da febbraio ad oggi permette ai ghiacciai di recuperare il deficit degli ultimi inverni.

Neve ad alta quota: l’annata migliore degli ultimi vent’anni

# Neve record sopra i 2.000 metri 

credits: skimania.it

Le forti nevicate che hanno colpito l’arco alpino italiano a partire da febbraio hanno dato una sterzata alla stagione di accumulo di neve 2023-2024. La quantità di neve caduta al suolo, spiegano dall’ SGL – il Servizio Glaciologico Lombardo, ha raggiunto i valori tra i più elevati degli ultimi vent’anni, ma solo sopra i 2.000 metri di quota. Al di sotto di tale livello l’innevamento anche quest’anno è inferiore alle medie storiche. Il contrasto è dovuto al fatto che le temperature si sono mantenute elevate anche a marzo.

# Un innevamento migliore solo nel 2001: ottimismo anche per i ghiacciai

Credits: paperblog.com – Montagna di sale a Milano

Per trovare un innevamento migliore rispetto a quello attuale bisogna risalire al 2001, ma è ancora presto per dire se i ghiacciai per la prossima estate avranno raggiunto una massa di equilibrio. Molto dipenderà dalle temperature dei prossimi mesi. I glaciologi sono moderatamente ottimisti: nella peggiore delle ipotesi il bilancio sarà meno catastrofico che negli ultimi due anni, nella migliore si potrebbe registrare un recupero rispetto a quanto perso nel 2023. Per incrementare lo strato di ghiaccio occorrono neve accumulata in inverno e temperature estive fresche. Ad oggi la prossima parte dell’equazione è garantita. Per la secondo dovremo aspettare i prossimi mesi. 

Fonte: Neve ad alta quota, l’annata migliore degli ultimi vent’anni

Continua la lettura con: Ho provato un’auto elettrica a Milano

MILANO CITTA’ STATO

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Le frasi dei milanesi al telefono per liberarsi dagli scocciatori

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Credits michael_schueller-pixabay- Urlare al telefono

I milanesi hanno sempre fretta. A volte hanno persino fretta di farti capire che hanno fretta. In pratica, quando chiami un milanese al telefono è probabile che non possa parlare, quindi ti liquida con il classico “ti richiamo”. Non prima, però, di aver condiviso con te il motivo per cui, suo malgrado, è impossibilitato a parlare.

Le frasi dei milanesi per chiudere le telefonate degli scocciatori

Credits clare_blackberrying IG – Telefono Beautiful gallery

#1. Scusa, ti devo salutare che è arrivato un amico

Appena attacchi ti ricordi di non averlo mai visto assieme a nessuno.
Nella variante business al posto dell’amico c’è il cliente, e ti chiedi: ma non era in cerca di lavoro?

#2. Scusa sto entrando in una riunione

Ha più riunioni lui del presidente degli Stati Uniti. Ti domandi quando lavora visto che è sempre in riunione.

#3. Sto entrando in ascensore

Is the new: sto entrando in galleria!

#4. Ho sotto una chiamata

Questo modo di chiudere la conversazione è tipico delle persone passivo aggressive. Con questa frase vogliono dire “ho il tempo di parlare al telefono ma c’è qualcuno più importante di te che merita quel tempo”.

#5. C’ho solo una tacca

L’equivalente 2.0 dell’unica telefonata concessa ai prigionieri dei film americani. Userà quella tacca per chiamare il suo avvocato.

Credits 10634669-pixabay – Uomo con il telefono

#6. Scusa, devo pagare al supermercato

Massimo rispetto! I milanesi hanno sempre massimo rispetto per chi paga. Ti affretti a chiudere la chiamata e ti scusi con lui per averlo disturbato in un momento tanto intimo e importante.

#7. Scusa un attimo, ti richiamo tra un minuto

Non lo sentirai mai più.

#8. Dimmi, che ho solo un minuto

Quando però è lui a chiamarti, devi attaccare il cavo di ricarica perché ti asciuga la batteria.

#9. Sono dal medico

Tranquillo, è solo un controllo di routine. A meno che non dica “Sono dal medico, ho solo un minuto”, allora forse sarà finita per sempre.

#10. Pronto… pronto… non sento, ti richiamo io.

Tu lo senti benissimo, 5 tacche a palle, 4G, audio stereo, sei sotto il ripetitore e questo qui non ci sente.

#11. Devo mettere giù che ho la pattuglia davanti

Senti in sottofondo “fermata Cadorna”.

#12. Sto correndo

Non l’hai mai visto correre nemmeno per prendere il tram. Si muove solo in auto che prende anche per andare dall’altra parte della strada.

#smailand

Continua la lettura con: Smailand: come trasformare qualunque donna in una milanese

IVAN SAL

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Ma sei di Milano Milano?

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Ph. Andrea Cherchi

Ma… Milano, Milano? Le frasi più banali che ci dicono nel resto d’Italia appena ci presentiamo come milanesi. 

Ma sei di Milano Milano?

#1 Ma, vivi a Milano Milano? 

centrostudipim – Città Metropolitana di Milano

Mi è capitato soprattutto quando vado al Sud, di sentirmi dire, una volta affermato che vivo a Milano, “ma Milano Milano? “ Forte la tentazione di rispondere “ma tu sei di Palermo Palermo o di Roma Roma? “

#2 Però a Milano non c’è il mare!

Milano Panoramica – Il mare a Porta Nuova

Perché a Torino c’è il mare? A Parigi o a Londra? Perché ci si lamenta dell’assenza del mare a Milano posto che esso non c’è in un milione di altre città? 

#3 A Milano sono venuto soltanto una volta e sono andato in Duomo

Credits: @emanuelaraffaeli1 – Duomo

Punto primo si dice andato “al” Duomo e non “in” Duomo. Punto secondo, vogliamo sdoganare una volta per tutte che a Milano non c’è soltanto il Duomo? 

#4 Non c’è mai il sole

Ph. @iovivoamilano IG

A parte il fatto che mi è capitato negli ultimi anni di recarmi al Sud e trovare nebbia, ma non mi risulta che a Milano ci siano solo giornate cupe e senza sole. Viceversa saremmo essere alieni da studiare per capire come mai siamo ancora vivi.

#5 A Milano siete sempre arrabbiati

Certo, quando ci dite questa frase. 

#6 Parlate in modo strano

Saremo liberi di dire “cotolatta” anziché cotoletta? “Lasagnatta o lavagnatta” anziché lasagnetta o lavagnetta? Di dire la Sandra o il Giorgio? 

#7 Perché dite brioche? 

Credits ilmagodelcibo IG – La brioche più buona

Adattabilità vorrebbe che come io mi adeguo, benissimo tra l’altro, nel far colazione con cappuccino e cornetto, tu dovresti adattarti e chiedere per colazione la brioche o il croissant. Se chiedi i cornetti a Milano e poi ti arrivano i fagiolini a colazione, è solo colpa tua.

Leggi anche: La BRIOCHE più BUONA di Milano si trova qui

Continua la lettura con: Questi sono gli STEREOTIPI più VERI sui MILANESI

ALESSANDRA GURRIERI

copyright milanocittastato.it

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Il cortile rosso: la meraviglia rinascimentale nascosta di Milano

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lombardiasegreta IG - Edificio cortile rosso

Milano è famosa per non ostentare la sua bellezza, forse anche per questo ha faticato molto per essere riconosciuta come una delle mete turistiche italiane e internazionali. Scopriamo uno degli esempi più affascinanti di meraviglia nascosta della nostra città. 

Il cortile rosso: la meraviglia rinascimentale nascosta di Milano

# Una meraviglia nascosta della città

maps google – Via Boccaccio 47

Molte meraviglie Milano le tiene accuratamente nascoste alla vista distratta dei passanti, quasi a voler accogliere solo chi ha il tempo di camminare lentamente e osservarle da vicino, o semplicemente perché non le piace esibirle. Cortili e giardini sono infatti tra i luoghi più affascinanti e ricchi di storia e cultura della città. Tra questi troviamo un gioiellino architettonico in Via Boccaccio, incastonato in una delle zone più eleganti di Milano. 

# Dal medioevo al rinascimento con il colore rosso a dominare la scena

in_giro_per_milano IG – Via Boccaccio 47

Entrando al civico 47, in un complesso caratterizzato da elementi di epoche diverse, dalle sue origini medievali al periodo rinascimentale, si viene colpiti dal colore rosso della corte interna. Si ritrova dalle pareti alle imposte delle finestre, le stesse sono incorniciate da decori bianchi, così come i maestosi archi, mentre con colonne scolpite e archi maestosi decorati con inserti di bianco. 

lombardiasegreta IG – Edificio cortile rosso

Sul lato opposto rispetto al portone d’ingresso l’edificio interrompe la sua linearità con un’apertura sostenuta da quattro colonne scolpite, altre due sono all’entrata, che guarda al giardinetto sul retro, dove si può vedere in bella mostra una statua di Tritone circondata dalla vegetazione. Sopra, in sequenza dal basso verso l’alto, troviamo un passaggio scoperto con funzione di terrazzo aperto da entrambi i lati, poi un altro coperto con quattro monofore finestrate e infine una terrazza verde aperta verso il cielo.

 

Continua la lettura con: Il CORTILE degli SCULTORI a Milano

FABIO MARCOMIN

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Cucina casalinga con menù pranzo low cost in una delle trattorie storiche di Milano

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trattoriaal395 IG

Si trova in uno dei quartieri che ha conservato ancora la sua anima antica e da quasi 40 anni propone una cucina casalinga italiana di qualità a prezzi alla portata di tutti. 

Cucina casalinga con menù pranzo low cost in una delle trattorie storiche di Milano

# Aperta da quasi 40 anni nell’antico borgo di Baggio

claudio.accetta.79 IG – Trattoria 395

Questo storico locale, nell’antico borgo di Baggio da quasi 40 anni, nasce dall’idea di Antonio Rotondo di offrire un ampio menù italiano ai lavoratori e non solo, ad un prezzo contenuto. Per questo dal 1987 il Bar Trattoria 395, che si presenta in uno stile contemporaneo con ben 150 posti a sedere suddivisi in 5 sale, propone una cucina casalinga italiana dove mangiare cibi sani come a casa. 

Leggi anche: 7 LOCALI a Milano dove MANGIARE BENE a PREZZI CONTENUTI

# Per un menu completo bastano 14 euro, compreso pane e coperto

Credits trattoriaal395 IG – Bar Trattoria al 395

In questo caso qualità fa rima con economicità. Si può scegliere di prendere anche solo un primo o un secondo piatto, ma conviene optare per il menu. A pranzo durante la settimana si paga infatti soltanto 14 euro, di cui 1 euro di pane e coperto, per avere primo, secondo e contorno. Il sabato sempre a pranzo sono 16 euro, mentre la sera si arriva a 28 euro, con pane e coperto a 2 euro. Nel resto della settimana il locale è chiuso per cena.

# Dalla cucina lombarda a quella siciliana

trattoriaal395 IG

Le portate variano ogni giorno e accanto alla cucina lombarda vengono proposti piatti che richiamano le radici della famiglia dei proprietari, dalla Calabria alla Sicilia, dalla Puglia alla Sardegna. Si possono trovare il risotto alla zafferano e gli spaghetti con friggitelli ed acciughe, la melanzana ripiena alla calabrese o le orecchiette alle cime di rapa Le bevande e i dolci non sono compresi nel menu, ma vale comunque la pena di provarli. Tra i primi si può scegliere un bicchiere di vino della casa o quelli della cantina, dal km zero dell’Oltrepò Pavese al Nero D’avola, tra i secondi ci sono ad esempio la torta di mele, il tiramisù e la pastiera.

 

Spunto: milanesarius IG

Continua la lettura con: È questa la PIZZERIA più ECONOMICA di tutta Milano? Questi i suoi PREZZI

FABIO MARCOMIN

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Dentifricio alcolico o shottino con il rossetto: il cocktail bar più irriverente di Milano

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zizania.milano IG - Suca

Ha uno stile pop e colorato, dall’arredamento alle pareti, ma sono i cocktail bizzarri e l’oggettistica fuori dalla righe a renderlo fuori dal comune.

Dentifricio alcolico o shottino con il rossetto: il cocktail bar più irriverente di Milano

# Uno dei locali più irreverenti e stravaganti della città

zizania.milano IG – Interno locale

Senza dubbio Zizania in zona Colonne di San Lorenzo è uno dei locali più irreverenti e stravaganti della città. Aperto nella primavera 2022, il locale si caratterizza per uno stile pop e colorato, dall’arredamento alle pareti, dai cocktail agli oggetti sparsi un po’ dappertutto, persino nel bagno.

zizania.milano IG – Suca

Tra quelli più sopra le righe troviamo frasi al neon con inviti ad andare…a quel paese, oppure con la parola “suca”, o ancora quadri con scritte a non prendersi troppo sul serio come “sopra di te una grande verità” a cui segue “a nessuno frega un c….”. 

Leggi anche: L’APERITIVO più PAZZO di Milano: drink “assurdi” tra giochi, bolle di sapone e vasche di caramelle

# I cocktail più assurdi: da quello con spazzolino e dentifricio a quello allo zucchero filato

zizania.milano IG – Aperitivo

Come si può ben capire l’atmosfera è giocosa, nel locale c’è una vasca delle caramelle e ad ogni da tavolo ci si può divertire facendo le bolle di sapone, ma la vera attrazione sono i cocktail. Molti sono assurdi, anche gli stuzzichini di sushi italiano che accompagnano l’aperitivo sono davvero particolari e vanno mangiati in un ordine preciso. Zizania è infatti un tipo di riso e per questo l’aperitivo consiste in una selezione di bocconcini di riso, i Rizi, studiati nei minimi dettagli.

Tornando ai cocktail troviamo quello con dentifricio alcolico alla menta e spazzolino, per spazzolarsi sul serio i denti, prima di bere uno shot alla vodka e cioccolato, oppure il “Mi trucco e ci sono”, con una scatoletta dove è riposto un rossetto al cioccolato salato da mettersi sulle labbra prima di bere uno shot di tequila. C’è anche lo “Sugar Daddy” con zucchero filato nel calice unito ad aperol, infuso al bergamotto e arancia, limone, rosa, o il “Pan di Stelle”, con il rifacimento del famoso biscotto messo in cima al cocktail.

# Aperitivo classico a 12 euro, cocktail speciali dai 10 ai 15 euro 

 

 
 
 
 
 
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Il prezzo per un aperitivo classico è di 12 euro, cocktail più stuzzichini, mentre se si vogliono provare i drink più particolari sono proposti solo dal martedì al giovedì a prezzi che variano dai 10 ai 15 euro. Il locale è invece aperto dal martedì alla domenica dalle 17:30 alle 2 di notte

Indirizzo: Via Celestino IV, 11

Spunto: fiammettaphotos IG   

Continua la lettura con: Il COCKTAIL BAR dove si BEVONO le FERMATE della METROPOLITANA di Milano

FABIO MARCOMIN

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Basta tasse, basta multe: 10 azioni creative per aumentare il gettito del Comune di Milano, il “più indebitato d’Italia”

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Ph. Myriams-Fotos

Per fare questo o quello si alza sempre la solita scusa: non ci sono soldi. E per trovarli le iniziative sono sempre le solite: tasse e multe. Quanto sono banali gli amministratori pubblici, non trovate? Eppure di soldi il Comune di Milano ne potrebbe fare a palate. Se solo usasse un pizzico di creatività.

Basta tasse, basta multe: 10 azioni creative per aumentare il gettito del Comune di Milano, il “più indebitato d’Italia”

Debito Comuni. Fonte: Il Sole 24 ore
Debito Comuni. Fonte: Il Sole 24 ore

Milano è il Comune più indebitato d’Italia. Ci teniamo tutti a non finire gambe all’aria né a finire spennati da multe e gabelle varie: abbiamo pensato per questo a dieci proposte per aumentare il gettito del Comune riuscendo così a ripagare gli interessi sul debito senza strangolare l’economia di Milano. Non solo: trovando così risorse per fare quelle cose che servirebbero per portare Milano al livello delle migliori città d’Europa. 

1. Quotarsi in Borsa: Milano public company

il dito di cattelan

Milano potrebbe essere la prima città al mondo che si quota in Borsa. Come asset per gl investitori ci sarebbe l’intero patrimonio comunale e artistico della città. Come ricavi futuri si considererebbe il gettito fiscale locale. I dividendi vengono maturati come quota calcolata sui maggiori introiti futuri, ad esempio 10% delle tasse locali. I milanesi avrebbero diritto a una partecipazione a sconto rispetto agli investitori istituzionali o di fuori città. Ci sarebbero limiti massimi alla partecipazione per evitare di avere grosse concentrazioni di capitali: Milano dovrà essere una public company ad azionariato diffuso. Da quanto raccolto con la quotazione ci sarebbe una percentuale fissa da destinare al pagamento dei debiti. Il resto dovrà essere impiegato esclusivamente in iniziative per accrescere gli asset e il valore della città. 

2. Emissione della criptovaluta Milano

criptomilano

Milano, Genova e Firenze hanno rivoluzionato la finanza mondiale all’epoca del Rinascimento. Per capirlo basta vedere quante Lombard street ci siano nel mondo. Nell’era della blockchain, Milano potrebbe porsi all’avanguardia creando una vera e propria criptovaluta. Altrimenti, una valida alternativa potrebbe essere quella di una ICO, fornendo dei token ai sottoscrittori.

3. Esproprio case sfitte oltre quota 5 dello stesso proprietario

Case Amsterdam – Foto di Łukasz Siwy da Pixabay

A Berlino sta facendo molto rumore un’iniziativa popolare mirata all’esproprio di appartamenti sfitti di uno stesso proprietario al di sopra di una determinata quantità. Sembra che a Milano ci siano oltre 110.000 appartamenti sfitti, spesso di proprietà di compagnie di assicurazioni o di grandi società. Per aumentare il gettito dello stesso e, al contempo, per calmierare il prezzo degli affitti, il Comune potrebbe riprendersi gli appartamenti che non vengono messi a disposizione di persone e imprese del territorio. Così si risolverebbero due problemi in uno: quello patrimoniale e quello di disponibilità di case per i cittadini. 

4. L’asta su internet degli spazi comunali

Siamo quasi nel 2025, eppure la gestione degli spazi pubblici in concessione temporanea è ferma all’era dell’occupazione spagnola. Bisogna ancora presentarsi negli uffici, fare domanda ai vigili, perdersi tra trecento corridoi e spesso, anche per una banale occupazione di spazio pubblico di una sola giornata, si deve attendere l’ultimo giorno prima dell’utilizzo per sapere se sia stata concessa o respinta. Creiamo un sistema trasparente in cui tutti gli spazi comunali disponibili a occupazioni o eventi temporanei siano mappati e prenotabili in tempo reale. Questo aumenterebbe il gettito del Comune consentendo agli operatori di perdere meno tempo e di gestire meglio la propria attività.

5. Crowdfunding per spazi da riqualificare

Lampugnano
Lampugnano

E’ inutile nasconderci dietro a un dito. A Milano ci sono aree che fanno schifo, lasciate allo sbando. Potrebbe essere difficile per un Comune ultra-indebitato intervenire, ma al contempo si potrebbe creare un sistema di crowdfunding per spazi o monumenti da rimettere a posto. In fondo, anche la costruzione del Duomo ha avuto il supporto di una sottoscrizione popolare.

6. Benefits per eredità lasciate al Comune

Ogni tanto appare la notizia di lasciti per il Comune da defunti senza eredi. Il Comune potrebbe fare una campagna per incentivare tutti i milanesi a destinare nella propria eredità un decimo del loro patrimonio alla città. In cambio potrebbe prevedere forme di gratificazione eterna, si potrebbe inserire il nome del donatore sotto le targhe delle vie, un po’ come fanno le chiese con le targhette sulle panche.

7. Marchio Milano

Credits: Mahmood IG

Nel mondo abbondano caffé, ristoranti, bar, perfino biscotti con il marchio Milano. Il Comune dovrebbe pretendere delle royalty per tutti coloro che utilizzano il nome di Milano. Potrebbe pensare anche a un sistema automatico tipo 1 euro ogni volta che chiunque al mondo menziona la parola Milano. Magari sotto controllo della Siae. Sarebbe un gettito colossale.

8. Rompere le scatole all’Europa e all’Italia

 

Il Comune di Milano deve rapportarsi con l’Unione Europea e con lo Stato italiano come fa ogni gruppo di pressione: considerandoli delle riserve di caccia. Invece di stare a lamentarsi o andare a Roma con il cappello in mano per elemosinare qualche spicciolo, Milano dovrebbe alzare la voce pretendendo da entrambi fondi e risorse, non perché ne abbiamo bisogno ma perché siamo tra i principali produttori di ricchezza nazionali e continentali.

9. Monumenti in adozione (o in vendita)

Statua di Indro Montanelli imbrattata
Credits: avvenire.it – Statua di Indro Montanelli imbrattata

Come per le guglie del Duomo, si potrebbe offrire ai milanesi la possibilità di allegare il proprio nome ai monumenti della città. A chi paga di più si potrebbe anche pensare di destinare una statua da inserire in uno spazio pubblico. Un’alternativa più estrema potrebbe essere di vendere i monumenti mettendoli all’asta. 

10. Diventare città stato

Ph. Myriams-Fotos

La cosa più facile e di risoluzione strutturale del problema. C’è solo da firmare un atto della giunta e avviare l’iter previsto della Costituzione per diventare una città regione. In questo caso Milano avrebbe molti più fondi disponibili e potrebbe agevolmente ridurre se non azzerare il proprio debito, come ad esempio ha fatto Bolzano, unico Comune insieme a Trento assimilabile a una città stato in Italia.

Continua la lettura con: Cosa si potrebbe fare a Milano se avesse l’autonomia di una provincia dell’Alto Adige

ANDREA ZOPPOLATO

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La piramide, le torri rigate, la cascata di vetro: i 10 progetti che hanno rivoluzionato Milano

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Ph. @amilanopuoi IG

Secondo Domus questi sono i progetti di architettura che hanno rivoluzionato Milano. Foto cover:  @amilanopuoi IG

La piramide, le torri rigate, la cascata di vetro: i 10 progetti che hanno rivoluzionato Milano

#1 La Piramide

credit: Instagram @umb.o

La sede della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, inaugurata nel 2016 tra Viale Pasubio e Viale Crispi a Milano in zona Porta Volta, è soprannominata la “Piramide”. Progettata dallo studio di architettura Herzog & de Meuron si estende per 2.700 mq, su 5 piani, si caratterizzata per una struttura in cemento e vetro e ospita al suo interno una sala polifunzionale attrezzata per proiezioni e momenti di vario genere, uffici e aule per incontri e seminari, la sala lettura della biblioteca e postazioni di lettura multimediali.

#2 Il Curvo

Credits:
@deangelinadia (INSTG) – Il curvo

L’ultimo arrivato in attesa dello “Sdraiato” tra i grattacieli di Citylife è il “Curvo”, o Torre Libeskind, terminato nel 2021. Alto 175 metri per 30 piani ospita circa 3.000 dipendenti del società di revisione Pwc, ha un profilo inconfondibile che salendo verso l’alto esce sempre più dalla sagoma di partenza curvandosi verso l’interno. Sulla sua sommità una corona ispirata alle cupole rinascimentali italiane, un blocco in vetro e acciaio di oltre 30 metri, completa il profilo curvo della struttura.

Leggi anche: CityWave: la GRANDE ONDA nel futuro di MILANO

#3 La Scheggia di Vetro

Credits Andrea Cherchi – Gioia 22

Il grattacielo Gioia 22, disegnato da Pelli Clarke Pelli Architect, ha un’altezza di 120 metri per 26 piani e sarà il primo edificio a emissioni zero ad inaugurare a Milano. Il suo soprannome è “Scheggia di vetro” per via della sua particolare architettura che si sviluppa allargandosi in una tensione verso l’alto e che al contempo si protende verso il basso. Entro la fine del 2023 diventerà la nuova sede dell’intera divisione Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking che si trasferirà da quella attuale di via Montebello 18.

Leggi anche: La VISIONE del FUTURO: le GRANDI OPERE che RIVOLUZIONERANNO Milano nei prossimi 5 ANNI

#4 Il Nido Verticale

Credits pepperetti IG – Torre Unipol

Un altro grattacielo in zona che dovrebbe essere occupato entro il 2023 è la torre Unipol a firma dell’architetto Mario Cucinella. Ormai nota come il “Nido verticale” per la sua forma e struttura, è alta 120 metri per 23 piani e affaccia oltre che su via Melchiorre Gioia come Gioia 22 anche sulla Biblioteca degli Alberi. Si distingue già come uno dei nuovi landmark di Milano e al momento è alle fasi finali l’installazione dell copertura a sbuffo prospicente l’ingresso. 

Leggi anche: I NUOVI GRATTACIELI in arrivo a Milano nel PROSSIMO TRIENNIO

#5 La Biblioteca degli Alberi 

Credits Andrea Cherchi – Bosco Verticale e BAM

La Biblioteca degli Alberi, conosciuta anche con la sigla BAM, è un progetto di trasformazione urbana sviluppato dallo studio Inside Out con la collaborazione del designer olandese Piet Oudolf che non coinvolge edifici o grattacieli ma uno spazio pubblico e un parco. Si tratta di un mix tra un giardino botanico, un campus culturale e un passaggio urbano che ha la funzione di connettore tra il costruito circostante, dal centro direzionale di viale della Liberazione a quello di Porta Garibaldi e Melchiorre Gioia compresi i sopra citati “Nido Verticale” e Gioia 22, e di far entrare la natura in città.

#6 I Palazzi Specchio

Cresits: Andrea Cherchi – Piazza Olivetti

All’interno del progetto Symbiosis, che sta trasformando la zona a sud dello Scalo Romana dove è in costruzione il Villaggio Olimpico, hanno visto la luce l’edificio NEXXT sede di Fastweb e Cir, separato da Fondazione Prada dalla nuova piazza Olivetti, e Building D che ospita gli uffici italiani di LVMH e la sede italiana di Boehringer Ingelheim. Entrambi progettati dallo studio Antonio Citterio Patricia Viel Architects si contraddistinguono per ampie facciate vetrate che si contrappongono alle masse murarie in un gioco di pieni e vuoti da far sembra i volumi come intagliati nella pietra.

Leggi anche: I NUOVI RENDER del futuro VILLAGGIO OLIMPICO allo Scalo Romana

#7 La Grande Esse

Credits: Marco De Bigontina – Esperienza Drone

Le Residenze Carlo Erba, in zona Città Studi, un tempo casa dell’editrice Rizzoli e L’Espresso, poi ancora gli uffici della Rinascente e il gruppo Zurich, è un progetto di recupero e riqualificazione di uno storico edificio a “forma di S” a cura di EisenmannZuliani e Degli Esposti Architetti terminato nel 2019. Si sviluppa su 9 piani per 19.000 mq con finiture esterne differenti, i primi tre piani di travertino, dal quarto piano inizia una stratificazione di elementi con marmo di Carrara, vetrate e telai metallici, capaci di creare vuoti e pieni che conferiscono un senso al palazzo curvilineo.

Leggi anche: La GRANDE ESSE di città studi

#8 Il Campus Avanguardista

Credits: @paolo.mongu IG

Il nuovo Campus Bocconi, realizzato su progetto dello studio giapponese SANAA, si sviluppa su un’area di quasi 35.000 mq nell’area dell’ex Centrale del Latte di Milano ed è il più scenografico della città. Al suo interno oltre alla nuova sede SDA School of Management, con quattro edifici destinati a ristorante, caffetteria e due sale conferenza, una residenza studentesca con 300 posti letto, è presente anche lo “Sport Bocconi Center”, un centro sportivo dotato due piscine, area fitness, campo di basket e di pallavolo e running track al coperto.

#9 Le torri rigate

Credits Urbanfile – Edifici lotto R9 Cascina Merlata

All’interno dell’ex Expo Village, il complesso residenziale realizzato per ospitare i partecipanti di Expo 2015, lo studio CZA Cino Zucchi Architetti ha progettato un complesso di costruzione di Social Housing che si alterna con le aree comuni e il parco oltre ad essere il cuore del nuovo quartiere di Cascina Merlata. Tra tutte spiccano due edifici a torre con profilo rastremato verso l’alto con facciate scandite e disegnate in vari registri geometrici con finestre, balconi, logge e parapetti utilizzati come elementi del progetto. Il colore serve per come strumento per evidenziare gli andamenti verticali e orizzontali.

#10 La Cascata di Vetro

Credits Andrea Cherchi – Apple Store

Nel 2018 è stato inaugurato al posto del Cinema Apollo, in piazza Liberty, il primo Apple Store a Milano. Progettato dallo studio Foster + Partners, il punto vendita della multinazionale americana è ipogeo, mentre la piazza riqualificata accoglie una grande scalinata con una fontana scenografica che con i suoi zampilli bagna il parallelepipedo di vetro da cui si entra nel negozio. Un altro elemento scenografico è la cascata d’acqua, proveniente da una delle due vasche che affiancano l’ingresso principale, che “accoglie” i clienti all’ingresso secondario.

Fonte: Domus

Continua la lettura:  Le GRANDI INFRASTRUTTURE in arrivo che rivoluzioneranno il MONDO

FABIO MARCOMIN

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La Grande Moschea di Milano sarà costruita qui

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L’accordo tra il Comune e la comunità islamica: sarà la seconda più grande d’Italia, dopo quella di Roma. Scelto il luogo dove verrà costruita. 

La Grande Moschea di Milano sarà costruita qui

La comunità islamica di Milano festeggia. Non solo per la fine del Ramadan ma anche per l’annuncio di una grande moschea in arrivo a Milano. Ma dove sarà?

# Sorgerà nella zona più multietnica di Milano

La Grande Moschea sorgerà nella zona più multietnica di Milano: in via Carlo Esterle, zona Parco Trotter, poco distante da via Padova dove la Casa della cultura musulmana, l’associazione che ha vinto il bando comunale per la concessione di trent’anni della struttura, ha annunciato il cronoprogramma dei lavori. L’Imam e architetto di origini giordane Mahmoud Asfa, presidente del consiglio direttivo, ha illustrato il progetto: la moschea sarà disposta su due piani di spazi per la preghiera, avrà un parcheggio sotterraneo, sarà circondata da un’area verde e sarà costruita tra i 18 e i 24 mesi appena arriverà il via libera definitivo di Palazzo Marino.

# Sarà senza minareto: affitto di mezzo milione all’anno

Il minareto della moschea di Casablanca – ph. hansjuergenw

La struttura sarà priva di minareto, la tipica torre da cui il muezzin invita alla preghiera i fedeli cinque volte al giorno. Al suo posto ci sarà una cupola. Lo spazio sarà quello del palazzo degli anni Trenta che ospitava gli ex bagni pubblici, che sono stati sgomberati dall’estate 2023 e che saranno demoliti per fare spazio al nuovo edificio.

“I 100mila musulmani in città aspettano da vent’anni una moschea in uno spazio degno di questo nome”, aveva spiegato Mahmoud Asfa, “I musulmani non possono continuare a pregare negli scantinati, è una comunità che contribuisce allo sviluppo di questa città e ha diritto a un luogo degno”. L’affitto annuale per l’utilizzo della struttura sarà di mezzo milione di euro. Se non ci saranno intoppi, a Milano ci sarà la seconda grande moschea d’Italia, dopo quella di Roma. 

# La Grande Moschea di Roma: la più grande d’Europa

Moschea di Roma

La grande moschea di Roma è stata inaugurata nel 1995 nella zona nord, ai piedi dei Parioli ed è sede del Centro islamico culturale d’Italia. È il principale luogo di culto della comunità musulmana a Roma e il più grande in Europa. La struttura rappresenta una sintesi tra l’architettura islamica, italiana e la tradizione romana.

Continua la lettura con: 9 cose che mancano a Milano

MILANO CITTA’ STATO

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10 frasi per fare colpo a Milano

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Milano è la città di chi vuole fare bella figura e di chi non ha tempo da perdere. Ecco la prima guida che mette assieme queste due esigenze.

10 frasi per fare colpo a Milano

fare colpo

#1 Ho una startup e stiamo chiudendo un round di investimento di tantimila euro

Anche se nessuno ci capisce, basta aggiungere una cifra a più zeri possibili che capiranno.

#2 Ho un invito per l’inaugurazione di…

A seguire il nome di questa inaugurazione, vera o presunta. Di uno così tutti a Milano sentono il bisogno. Non importa cosa si inaugura, basta che sia gratis ed esclusiva.

#3 Dalla finestra di casa mia vedo la Madonnina, nelle giornate di sole anche le montagne

Stai facendo capire che hai una casa in centro, ultimo piano. Basta per ottenere qualunque forma di rispetto. Chi non è capace dice ho una casa della Madonna, stile Pozzetto.

credit: ciakmagazine.it

#4 Devo andare a portare la mia auto d’epoca dal meccanico

Stai facendo capire che hai un’auto d’epoca, massimo rispetto, però lo fai facendo fingendo di essere umile, trasmettendo che sei in uno stato di difficoltà. Niente risveglia l’istinto materno di una donna quanto la sofferenza di un uomo con l’auto in panne. Per questo da bambini si gioca con le macchinine.

#5 Fare un gesto di cortesia fuori dal comune

Salutare col baciamano tipo Carlo Conti, dare del lei a un bambino o far salire la dama sul vostro calesse. Cose così. Ma ricordate che in viale Zara le carrozze trainate da cavalli non possono circolare. Nessun problema invece per l’area C.

#6 Farò agosto a Milano

Credits: @italia_love_uno
spiaggia rosa Sardegna

Detto come frase conclusiva dopo aver rivelato che stai per partire per una mega vacanza fuori stagione. Trasmetti: uno che sei nella possibilità di andare in vacanza quando vuoi. Due che sei da compatire quando sarai solo al lavoro mentre gli altri saranno in vacanza.

#7 Aiutare l’altro

Mostrarsi interessati ad aiutare l’interlocutore è un modo sicuro per fare una buona impressione. Devi solo pregare che non accetti il tuo aiuto.

#8 Aiutare gli altri

Milano è la capitale del volontariato, si dice a livello mondiale. È sempre un’ottima idea invitare altri a unirsi alle proprie iniziative per gli altri.

#9 Parlare di un libro

Citare un libro che si è letto, oppure una mostra o qualcosa di culturale. Si dice che a Milano siamo freddi e ignoranti, in realtà amiamo la cultura. Tecnica a colpo sicuro, a meno che l’altro non appartenga a una frangia culturale opposta alla vostra. Che ne so? Voi siete iscritti al fan club di Schopenhauer e lui invece tifa Hegel.

#10. Vado a Stoccolma a ritirare il Nobel

Continua la lettura con: I deadstock: dove-comprare-con-20-euro-capi-firmati-a-milano

FRANCESCO BOZ

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Cosa fare per rendere l’arredo urbano di Milano all’altezza di una capitale del Design?

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alvaraaltissimo IG - Edicola Radetzky

Uno dei punti deboli di Milano: l’arredo urbano. Pur avendo l’amministrazione comunale definito nel 2018 le linee guida di “Arredo e decoro urbano”, negli ultimi anni si è limitata a promuovere solo alcune sistemazioni esterne, spesso contestate, come le fermate della M4 e in primis quella di piazza San Babila.

Cosa fare per rendere l’arredo urbano di Milano all’altezza di una capitale del Design?

Credits: isaloniofficial IG

Nonostante siano ormai scomparsi tutti i grandi designer del secolo scorso e sembra che sia stato disegnato qualsiasi elemento di arredo, Milano si conferma tuttora come la capitale mondiale del design d’arredamento. Perché limitare questa eccellenza al settore privato? Ma prima facciamo qualche passo indietro. 

# La “nascita” dell’arredo urbano: le Calçadas portuguesas

giuseppedemuro IG – Calçadas portuguesas

Si hanno i primi evidenti e originali elementi di contorno urbano, dopo i piani urbanistici del XV secolo di Lisbona e Porto quando vengono create le Calçadas portuguesas, i famosi selciati portoghesi, che in seguito si diffondono anche nelle ex colonie d’oltre mare d’oltre mare. Quelli monocromatici erano presenti nell’antica Roma. E dalla seconda metà dell’Ottocento che gli elementi d’arredo urbano iniziano a caratterizzare le città europee, come nel piano Cerdà di Barcellona, dove erano previsti chioschi ad ogni crocevia e dall’inizio del secolo successivo, mentre Hector Guimard nel 1910 disegnò degli stupendi ingressi della metropolitana di Parigi come a Port Dauphine e in Place l’Étoile, realizzati utilizzando dei materiali poveri di tipo industriale.

# Le famosa Trinkhalle e il suo “riferimento” milanese: l’Edicola Radetzky

bauhaus-dessau.de – Trinkhalle

Le Trinkhallen, padiglioni di acque potabili fecero la loro comparsa nelle città dagli anni Sessanta dell’Ottocento, con la diffusione dell’acqua minerale artificiale e in seguito alcune di esse ampliarono l’offerta a più prodotti. La Trinkhalle, famosa per la sua architettura, fu progettata nel 1932 da Mies van der Rohe inserendola nel muro bianco che Walter Gropius, fondatore della celebre scuola d’arte e design, aveva disegnato per delimitare l’area delle case degli insegnanti.

alvaraaltissimo IG – Edicola Radetzky

E a Milano, accanto alla Darsena, c’è ancora l’Edicola Radetzky, un chiosco in stile liberty in ferro e vetro, che era in origine un edicola e dal 2016 è sede di mostre d’arte contemporanea e altre attività culturali. Persino gli elementi più semplici dell’arredo urbano sono stati oggetto di interesse artistico da parte di fotografi, tra i quali Otto Steinert, in realtà medico di professione, la sua più nota fotografia è del 1950.

# Dagli allestimenti delle linee 1 e 2 della Metropolitana, di Albini, Helg e Noorda all’Apple Store di Piazzale Liberty

Credits: @stefanello71 metro lima

A Milano sono state fatte pregevoli realizzazioni moderne in questo settore: le prime nel 1962- 69 con l’allestimento delle linee 1 e 2 della Metropolitana, ideate da Albini ed Helg con grafica di Bob Noorda, poi con Enzo Mari, consulente negli anni ’80 del Comune, che disegno “il panettone”, per delimitare una strada resa pedonale, al posto delle classiche fioriere di catenelle, ferri a U, o altri tipi di paracarri. Ma l’eccessiva diffusione di questo modello portò l’ufficio tecnico comunale a sostituirlo con orrendi diffusori. Sempre di quegli anni è da ricordare un’edicola dei giornali disegnata da Ettore Sottsass, che la replicò come chiosco nella città di Torino.

Credits Andrea Cherchi – Apple Store

Di rilievo è anche la pensilina dell’ATM in piazzale Cordusio, disegnata da Antonio Citterio con Patricia Viel, una sorta di elegante omaggio alle uscite della metropolitana parigina di Hector Guimard. Anche Norman Foster ha firmato una serie di pensiline smart dei mezzi pubblici per conto di una concessionaria multinazionale e la sistemazione di piazza Liberty, con tre fontane di cui una vetrata, e la scalinata di invito all’Apple Store sotterraneo, anch’esso progettato dal suo studio.

# Tra interventi riusciti e sistemazioni contestate

https://nontiperdere.com/2020/02/09/6-cose-che-forse-non-sapete-sulla-chinatown-di-milano/

Tuttavia, tranne in zone come via Paolo Sarpi, corso Garibaldi, corso Como e in parte all’Ortica, altri interventi non hanno contribuito a dare un’impronta alla città, sia nella valorizzazione del centro storico che delle nuove sistemazione di spazi aperti, come nelle alberature per le strade, pure per scadente pulizia e manutenzione, come nei tombini. Tali ambiti si rivelano sovente come “una terra di nessuno”, infatti, sono ormai avvertiti dalla collettività come luoghi irrisolti, dove seguire sempre meno le “istruzioni d’uso” . Con lo sporcare ovunque, imbrattando qualsiasi parete, con il parcheggio selvaggio, utilizzando in modo disinvolto luoghi inadatti, e dopo la pandemia con l’eccessiva e disordinata occupazione del suolo pubblico.

Credits Andrea Cherchi – Piazza San Babila riqualificata

Pur avendo l’amministrazione comunale definito nel 2018 le linee guida di “Arredo e decoro urbano”, negli ultimi anni si è limitata a promuovere alcune sistemazioni esterne, spesso contestate, per le fermate della M4 come in piazza San Babila e diverse iniziative di Urbanistica Tattica, che se non è collegata all’urbanistica strategica o non ha un intento artistico è solo una “scorciatoia”.

Credits: orticamemoria.com
Dialoghi: Rap a Milano – Murales Ortica

Più interessante è il progetto di “stencil art”, patrocinato dal Comune di Milano, OrMe Ortica Memoria a cura di orticanoodles, museo a cielo aperto urbano, che racconta il ‘900 attraverso la storia del quartiere, di Milano e d’Italia.     

fondazionericcardocatella.org – Una panchina per Milano

Nel 2005 è stato indetto un bel concorso “Una panchina per Milano” promosso da Urban Land Institute, con il patrocinio  del Comune di Milano, oltre che dell’ADI, di Assolombarda, della Camera di Commercio di Milano, del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, della Provincia di Milano e della Regione Lombardia: la panchina vincitrice disegnata da Alberto Meda, non venne mai adottata dal Comune, bensì  inserita nel catalogo di un produttore e nel giardino pubblico della Fondazione Riccardo Catella.

# Cosa fare per rendere l’arredo urbano di Milano all’altezza di una capitale del Design?

Credits: blog.urbanfile.org
Arredo urbano Milano

Dapprima rammentare quello che hanno già precisato da tempo esperti tipo Carlo Tognoli, Bernardo Secchi, Emilio Battisti, Andreas Kipar: poche regole comuni rigorosamente applicate come in Europa.

Ridurre il numero, selezionare e coordinare gli elementi che vanno a popolare gli spazi pubblici, collegandoli a un’idea di progetto del suolo. Si rende necessaria, in poche parole, una progettazione qualitativa e coordinata di strade, marciapiedi, illuminazione, segnaletica, infrastrutture, giardini, attrezzature.

Riscoprire l’antico color verde scuro tipico degli elementi di arredo urbano di Milano, in modo che con l’uniformità delle tipologie e dei colori la città può assumere un carattere identitario.

# Osservare gli esempi dall’estero

andrea_buntes_leben IG – Fermata bus Hannover

Poi osservare gli esempi più interessanti al riguardo realizzati altrove: le fermate degli autobus ad Hannover disegnate nel 1994 da diversi architetti come Frank Gehry, Ettore Sottsass, Alessandro Mendini e inoltre le strutture di accesso  alla metropolitana di Bilbao chiamate dalla popolazione basca “fosteritos”, in onore del progettista, o quelli di Veste, azienda norvegese specializzata dal 1947in arredo urbano e da tempo di tipo sostenibile, oppure sorprendersi per come possa essere stata realizzato un bacino artificiale urbano. 

# Percepire i segnali subliminali dai migliori interventi artistici nelle città

Credits italianways.com – Vittorio Emanuele impacchettato

Inoltre dai migliori interventi artistici nelle città si potrebbero forse percepire quei segnali subliminali, per meglio individuare degli aspetti degli ambienti urbani, immaginati dagli autori che alla popolazione spesso possono sfuggire. A Milano nel 1966 Dan Flavin ha realizzato un’installazione luminosa permanente all’interno di Chiesa Rossa, ideata da Giovanni Muzio nel 1932 e Christo con la moglie Jeanne-Claude nel 1970 ha impacchettato due monumenti, uno in piazza del Duomo e un altro in piazza della Scala, mentre Dani Karavan nel 1978 ha segnato la Firenze notturna con un raggio laser che collegava la Cupola di Brunelleschi al Belvedere.

dan_h8 IG – Peix D’OR

E all’estero esemplari sono El Peix d’Or, un’opera d’arte di Frank Gehry sul lungomare di Barcellona costruita durante i Giochi olimpici del 1992 e quella dell’americano Joseph Kosuth, l’installazione luminosa su una parete del Museo Storico di Hannover con una citazione dello studiosor Gottfried Wilhelm Leibniz sulle sue teorie metafisiche. Ancora Magda Sayeg, che nelle sue installazioni in giro per il mondo lavora all’uncinetto per vestire arredi urbani di qualsiasi forma, come uno street artist fa uso di bombolette spray per creare murales, con quelle in Spagna tra le più suggestive del mondo.                                                     

# Prendere spunto dalla design week e dare spazio ai nuovi talenti

Credits Andrea Cherchi – A-Maze Garden

Persino le indovinate installazioni realizzate a Milano in occasione della Design Week e dell’Art Week in alcuni suoi luoghi pubblici possono essere di stimolo sul tema dell’identità urbana. Infine è da dare spazio ai nuovi talenti, potendo scegliere tra i validi progetti vincitori del quotato A’ Design Award & Competition e suggerire al NABA, la prestigiosa Accademia di Belle Arti, legalmente riconosciuta e fondata a Milano, di prevede un corso al riguardo per partecipare poi a concorsi come questo.

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GUIDO ANGELINI

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