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Arrivata la prima neve: perché non creare il «quartiere del ghiaccio», il distretto invernale di Milano?

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La prima timida nevicata della stagione ha iniziato a imbiancare Milano, portando un po’ di magia in una città che raramente vede un inverno pieno. Con l’arrivo dell’inverno i milanesi iniziano a pensare ai week end sugli sci o in mete assolate. Ci siamo chiesti: perché non creare un distretto invernale a Milano? 

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Arrivata la prima neve: perché non creare il «quartiere del ghiaccio», il distretto invernale di Milano?

Esistono luoghi che prevedono delle “zone stagionali”. Questo succede soprattutto d’estate. Il distretto dell’estate di Antibes è Juan Les Pins con le sue spiagge e i locali dove ci si sposta per la bella stagione, attirando anche molti turisti. Tante altre località prevedono una zona “marina” ad hoc per l’estate. Perfino grandi città come Parigi, New York o Berlino fanno nascere nei mesi estivi in una determinata area spiagge artificiali e piscine galleggianti. Anche Milano ha creato un “mare artificiale”, l’Idroscalo, che con le sue attività e i suoi eventi si accende solo nel periodo più caldo. Perché non immaginare qualcosa di simile anche per l’inverno?

# Il Distretto del Ghiaccio a Milano: le attività sportive

Pista da scii indoor al Dubai Mall

Immaginate di poter passeggiare in un autentico villaggio invernale senza muoversi da Milano. Non parliamo di un semplice mercatino natalizio, ma di un vero e proprio distretto dedicato all’inverno, con piste da sci e bob indoor, come quelle di Ski Dubai, la più grande pista da sci al coperto del mondo.

Milano, con il suo clima che raramente porta la neve, potrebbe ospitare una pista da sci indoor, lunga e ampia, adatta a tutti: dai principianti agli sciatori più esperti. Un impianto di raffreddamento avanzato potrebbe consentire la creazione di una struttura simile a Ski Dubai, che all’interno del Mall of the Emirates ha trasformato il deserto in un paradiso per gli appassionati di sport invernali. Con una pista di 400 metri di lunghezza e percorsi di varie difficoltà, Ski Dubai ha reso possibile la pratica dello sci in una città dove il freddo è un miraggio.

Milano, che non può contare su nevicate abbondanti, potrebbe approfittare di una simile soluzione per offrire un’esperienza sciistica per tutto l’anno. Oltre alle piste da sci, il villaggio potrebbe includere spazi per il pattinaggio sul ghiaccio e per l’hockey su ghiaccio, con tornei e attività che coinvolgerebbero famiglie e turisti di tutte le età. Un luogo ricco di attività collaterali ad hoc. Come queste. 

# Ristoranti di neve e pernottamento in igloo

Il ghiaccio non sarebbe solo un elemento per gli sport invernali, ma anche per la ristorazione. Immaginate di pranzare o cenare in un ristorante costruito interamente in ghiaccio, come un igloo. Ogni piatto, dalle specialità del nord Italia a quelle del nord Europa, potrebbe essere servito in un ambiente unico, fatto di sculture e arredi freddi che renderebbero ogni pasto una vera e propria esperienza glaciale.

Per un’immersione totale nell’atmosfera artica, il villaggio potrebbe includere anche aree per pernottare in iglù. Le camere di ghiaccio, arredate con letti di ghiaccio e coperte calde, permetterebbero agli ospiti di vivere una notte davvero particolare, simile a quelle che si trovano nei paesi artici. Anche fuori dal periodo natalizio, il pernottamento in igloo offrirebbe un’esperienza unica, in grado di attrarre visitatori da ogni parte d’Europa.

# Il Villaggio di Babbo Natale, lo Zoo artico e l’Expo dei paesi glaciali

Un altro angolo fondamentale potrebbe essere il villaggio di Babbo Natale, che resterebbe aperto in tutti i mesi invernali e che invece di essere dislocato in aree poco sensate, come ora, sarebbe il cuore del Distretto Invernale. Ogni fine settimana, famiglie e turisti potrebbero incontrare Babbo Natale, partecipare a mercatini, assistere a spettacoli e immergersi nell’atmosfera natalizia, che non si limiterebbe alle festività di dicembre, ma sarebbe disponibile ogni fine settimana d’inverno. Questa costante atmosfera di festa potrebbe diventare una delle principali attrazioni del quartiere.

In aggiunta, lo zoo artico sarebbe una proposta affascinante. Immaginate di passeggiare tra orsi polari, renne, lupi e altre specie tipiche delle regioni fredde, mentre i visitatori imparano a conoscere l’ecosistema. Lo zoo sarebbe non solo un luogo di intrattenimento, ma anche un centro educativo, che sensibilizzerebbe i visitatori sulla bellezza e la fragilità degli ecosistemi polari. Un’occasione perfetta per famiglie e scuole, che potrebbero organizzare gite scolastiche e attività didattiche.

Infine si potrebbe riproporre la formula vincente di Expo: paesi che portano a Milano esempi delle loro meraviglie. In questo caso lo farebbero paesi “freddi”, come è il caso della Svizzera che ogni fine anno colora con le sue attrazioni l’area di Gae Aulenti. Ma parlando di Expo viene subito in mente quale sarebbe l’area ideale per diventare il Distretto del Ghiaccio. 

# Dove costruire il Villaggio Invernale di Milano

Un progetto di tale portata necessiterebbe di uno spazio adeguato per ospitare tutte queste attrazioni. Proprio l’ex area Expo, oggi chiamata Mind, potrebbe essere la location ideale: ampi spazi, vicinanza ai principali collegamenti della città e facilità di accesso tramite mezzi pubblici, la renderebbero una scelta ottimale. Il distretto del ghiaccio potrebbe contribuire a portare MIND da oggetto misterioso e periferico a punto di riferimento per la vita dei milanesi, come successo con Expo. 

Un altro elemento importante sarebbe la struttura. Una gigantesca cupola di vetro, simile a una palla di neve, sarebbe una scelta scenografica perfetta per l’ambientazione invernale. Visibile anche dalla tangenziale, la cupola creerebbe un impatto visivo forte e renderebbe il villaggio invernale un punto di riferimento per Milano. La cupola avrebbe la funzione di proteggere il villaggio dalle temperature esterne, mantenendo il freddo necessario per le attrazioni invernali. Un design moderno e sostenibile la renderebbe non solo funzionale, ma anche esteticamente affascinante.

Un’altra opzione, potenzialmente più costosa, sarebbe quella di creare un ampio spazio sotterraneo per mantenere il freddo, come a Dubai avviene in alcune strutture dove l’aria condizionata è gestita tramite impianti sotterranei. Questo sistema permetterebbe si mantenere le temperature ideali per la neve e il ghiaccio, ma il costo energetico sarebbe significativo e, oltre tutto, l’attrattività di un villaggio invernale sottoterra non è cosa scontata.

Infine, la soluzione più economica, ma comunque interessante, potrebbe essere quella di realizzare un tendone gigante e resistente, capace di ospitare tutte le strutture necessarie per il villaggio invernale. Sebbene non avrebbe lo stesso impatto visivo di una cupola di vetro, sarebbe una scelta praticabile per rendere il progetto accessibile e meno costoso, pur mantenendo un’atmosfera accogliente.

Continua la lettura con: Milano colpita dalla glaciazione: cosa succederebbe a questi 10 luoghi iconici?

MATTEO RESPINTI

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I costruttori calcolano i guadagni generati dal «Salva Milano»

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Maggioranza e PD uniti per “salvare Milano”. Questo il decreto (articolo: Cosa comporta il Salva Milano?). E la reazione dei costruttori. 

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Continua con: Quando cerchi di salire sulla metro ma… ti si chiudono le porte in faccia

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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Tapis roulant per i collegamenti urbani: Genova lancia il progetto. Dove si potrebbe fare a Milano?

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genova24.it - Redering tapis roulantjpg

Avviata la progettazione dell’opera per collegare due importanti infrastrutture del capoluogo ligure attraverso dei tapis roulant. Cosa prevede il progetto e dove potrebbe essere realizzato a Milano.

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Tapis roulant per i collegamenti urbani: Genova lancia il progetto. Dove si potrebbe fare a Milano?

# Partita la progettazione dell’opera

genova24.it – Tapis roulant

Dall’Aeroporto “Cristoforo Colombo” di Sestri Ponente alla nuova stazione ferroviaria Aeroporto/Erzelli, la cui costruzione dovrebbe concludersi a gennaio 2026, si andrà camminando su un tapis roulant sopraelevato. Nei giorni scorsi è stata infatti avviata la progettazione dell’opera, con aggiudicazione a un raggruppamento temporaneo di imprese costituito dalle genovesi Rina Consulting e Atelier(s) Alfonso Fermia, oltre che da Steel Project Engineering, Seingim Global Service e B&C Associati. 

# Un percorso sopraelevato di 640 metri con 9 uscite

 

Si prevede un tracciato di circa 640 metri, tutto in viadotto a 6 metri dal suolo e al coperto, con campata tipica di 42,5 metri e larghezza di impalcato pari a 8 metri totali. Per ogni senso di marcia sono previste una corsia pedonale e un tappeto mobile, con una velocità del tapis roulant di 0,75 metri al secondo, pari a 2,7 km/h, che consente di muoversi dall’aeroporto alla stazione in 6-7 minuti camminando, qualche minuto in più restando fermi. 

genova24.it – Tapis roulant aeroporto-stazione Genova

Lungo il percorso potrebbero sorgere alcuni edifici con diverse funzioni, tra cui parcheggi e un hub dedicato ai croceristi, e il sistema prevede 9 uscite, alcune attrezzate con scale mobili e ascensori. Si stima il trasporto di 6mila passeggeri all’ora in ciascuna direzione. 

# Completamento entro la fine del 2025

genova24.it – Redering tapis roulantjpg

Al momento è stato affidato il primo lotto di progettazione dell’intervento, la fattibilità tecnico economica, a cui ne seguirà un secondo per il project management, la direzione lavori e il coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione. La spesa di entrambi i lotti è di oltre i 2,2 milioni di euro, per un investimento complessivo di 9 milioni di euro, di cui 20,4 per i lavori. Il collegamento è inserito nel piano triennale dei lavori pubblici del Comune di Genova e dovrebbe essere completato entro la fine del 2025.

Dove si potrebbe fare a Milano?

Per chi è stato almeno una volta a Rho Fiera avrà camminato o visto i tapis roulant al livello del primo piano dei padiglioni espositivi. Interrotti a intervalli più o meno regolari, consentono di spostarsi agevolmente e non aggiungere ulteriori passi ai chilometri percorsi a piedi per fare tappa nei vari stand. Altri se ne possono trovare nella stazione della metro alla fiera, oppure negli aeroporti di Linate e Malpensa. Perchè non farne in città? Questi potrebbero essere degli esempi

#1 Tra Missori M3 e Sforza Policlinico M4

M4-M3 l'interscambio mancante (fonte: urban file)
M4-M3 l’interscambio mancante (fonte: urban file)

In città potrebbe essere utile ad esempio per collegare la stazione di Missori M3 a quella di Sforza Policlinico M4, raggiungibile solo camminando all’aperto.

Comune di Milano – Nuova uscita M3 Missori

La scelta di un tapis roulant era stata in realtà presa in considerazione, insieme al tunnel sotterraneo ritenuto infattibile, tra le opzioni di connessione.

Comune di Milano – Corridoio di indirizzamento

Si sarebbe potuto realizzare nel tratto dall’uscita M3 lungo via Pantano fino all’incrocio con via Osti, con una copertura di design poco impattante per proteggere gli utenti da pioggia e vento, riducendo di oltre il 50%, soli 150 metri, il percorso all’aperto.

Leggi anche: Il disastro annunciato degli interscambi della M4 (specie se piove)

#2 Tra il Castello Sforzesco e l’Arco della Pace

Maps – Tapis roulant Arco della Pace

La zona dell’Arco della Pace è una tra le più frequentate per gli aperitivi a Milano, allo stesso tempo è tra quelle peggio collegate con un trasporto pubblico veloce. Le fermate metropolitane più vicine si trova a 1 km di strada. Si potrebbe ipotizzare un collegamento sopraelevato trasparente con tapis roulant che parta dal Castello Sforzesco o dalla stazione di Cadorna, con alcune uscite in punti strategici del parco Sempione.

#3 Da Monumentale M5 a Chinatown

Maps – Tapis roulant Chinatown

Il quartiere Chinatown non ha una fermata della metro dedicata, la più vicina a piedi è quella di Monumentale M5 a circa 500 metri dall’ingresso est di via Paolo Sarpi. Si potrebbe immaginare un collegamento in tapis roulant anche sotterraneo, per arrivare a destinazione in soli 2 minuti.

Continua la lettura con: 100 ANNI fa: così i nostri ANTENATI più VISIONARI immaginavano il MONDO di OGGI

FABIO MARCOMIN

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15 città del mondo sono a Milano: dove trovarle

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Moskow, Milano

Qualche volta girando per Milano mi capita di trovarmi da un’altra parte. Ecco dove mi sento in terra straniera.

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15 città del mondo sono a Milano: dove trovarle

# Amsterdam è ai Navigli

Amsterdam a Milano
Amsterdam a Milano

# Roma è in piazza Sant’Alessandro

Roma, Milano
Roma, Milano

# Dubai è in Gae Aulenti

Dubai, Milano

# Londra è in corso Venezia

London, Milano

# Berlino è in Buenos Aires

Berlin, Milano
Berlin, Milano

# Cape Town è in via Lincoln

Cape Town, Milano
Cape Town, Milano

# Parigi è alla Torre Branca

Paris, Milano

# Mosca è al Politecnico

Moskow, Milano

# Copenaghen è ai Bagni Misteriosi

Kopenhagen, Milano

# Stoccolma è nel giardino dell’Atelier Forte in via Corelli

Stoccolma, Milano
Stoccolma, Milano

# Monaco di Baviera è all’Arco della Pace

Monaco, Milano
Monaco, Milano

# Edimburgo è al Castello Sforzesco

Edinburgh, Milano
Edinburgh, Milano

# Amburgo è all’Idroscalo

Hamburg, Milano
Hamburg, Milano

# Coney Island è al Luna Park sulla Rivoltana

Coney Island, Milano
Coney Island, Milano

# Milano è in corso Garibaldi

Milano, Milano
Milano, Milano

Continua la lettura: Milano capitale? Come cambierebbe l’Italia

ANDREA ZOPPOLATO

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Con queste opere d’arte la M4 sarebbe uno spettacolo! Rilanciamo la proposta di UrbanFile? La FotoGallery

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Credits Urbanfile - Opera d'arte bambino nella M4

Tutta la M4 è finalmente aperta. Il prossimo passo è fare in modo che il bando lanciato da Metro4 (nel 2020!), per abbellire con interventi creativi le stazioni, diventi operativo. Nell’attesa, il celebre blog Urbanfile ha provato ad immaginare come potrebbero essere le fermate della linea blu con delle opere d’arte suggestive ed evocative sulle grandi pareti interne. 

Fonte e foto articolo: Urbanfile

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Con queste opere d’arte la M4 sarebbe uno spettacolo! Rilanciamo la proposta di UrbanFile? La FotoGallery

# La metro di Milano in versione “artistica” come Napoli e Stoccolma?

Tutta la linea M4 è ufficialmente operativa. I treni viaggiano sui binari della quinta metropolitana milanese da Linate a San Cristoforo. Tra i progetti collegati alla sua apertura c’era quello di Arte4, il bando lanciato nel 2020 da Metro4 Spa, che come concessionaria del Comune di Milano si occupa della progettazione, realizzazione e gestione dell’ultima linea metropolitana, per interventi di natura creativa e artistica, sia permanenti sia temporanei, all’interno delle stazioni della linea. 

Il bando si rivolgeva a privati cittadini, imprese, fondazioni, enti e istituzioni pubbliche, accademie e università ed era a tempo indeterminato. Nell’attesa degli sviluppi, Urbanfile ha provato a immaginare come potrebbero diventare le stazioni M4. 

Leggi anche: ARTE4: la nuova metro decorata con OPERE D’ARTE. Ma scoppia lo scandalo: gli artisti lavoreranno GRATIS?

# La proposta di Urbanfile per trasformare la M4 in uno spettacolo: gallery 

L’intenzione di Metro4 e Comune di Milano era quello di rendere le stazioni uno spazio confortevole ed attrattivo per i viaggiatori in transito. Il blog Urbanfile ha immaginato come potrebbe trasformarsi attraverso opere d’arte suggestive e evocative sulle grandi pareti interne delle nuove fermate. La linea blu diventerà finalmente quel museo d’arte contemporanea che ancora manca a Milano?

Continua la lettura con: La new entry a Milano: il CENTRAL PARK dell’Acquabella

FABIO MARCOMIN

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Il significato nascosto della Torre Arcobaleno di Milano

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torre piezometrica

Forse non sapevi che la torre variopinta accanto al cavalcavia della via Farini, nalla zona compresa tra la stazione di Porta Garibaldi e il Cimitero Monumentale, è… una torre piezometrica.

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Il significato nascosto della Torre Arcobaleno di Milano

Per chi non sapesse cosa sia un piezometro ecco la definizione: “Il piezometro è un pozzo generalmente di piccolo diametro che filtra un tratto di acquifero ai fini della misura del livello di falda o del prelievo di campioni finalizzato al monitoraggio della stessa”.

La Torre piezometrica della Stazione FS Milano Porta Garibaldi, costruita nel 1964, presto però servizio come serbatoio dell’acqua per rifornire le locomotive a vapore. Con la dismissione di queste, la torre cadde in disuso.

torre piezometricaVenne poi riesumata in occasione dei Mondiali di Calcio del 1990, quando lo studio Original Designers 6R5 Network e le aziende Mapei, Marazzi e Tadini la riqualificarono. Da allora è conosciuta come Torre Arcobaleno. La scelta dei colori si deve agli architetti che la progettarono con l’intenzione di evidenziare “la voglia di vivere il pianeta in maniera intelligente e in armonia tra tecnologia, natura, innovazione e tradizione”.

torre piezometricaInoltre, l’utilizzo di piastrelle in ceramica richiama l’attenzione su un’industria riconosciuta in tutto il mondo come eccellenza del Made in Italy, quella dei Maestri Ceramisti italiani.

La torre è stata restaurata in occasione di Expo 2015.

Continua la lettura con: I 7 COLLI di Milano

LUCA SVALUTO

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5 cose da non dire mai a chi è di Milano

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La moda delle parrucche incipriate

I milanesi sono gente aperta, ma non apertissima. Cioè, come tutti hanno i loro tabù.

Per questo, soprattutto chi viene da fuori deve fare attenzione a non dire, chiedere, fare, baciare, lettera, testamento certe cose con i milanesi.

Quali sono queste cose lo scopriamo subito.

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non dire

5 cose da non dire mai a chi è di Milano

#1 Che è vestito male

Mai mai mai e poi mai dire a chi è di Milano che è vestito male. Non tanto perché si potrebbe offendere, quello è il rischio minore. Il fatto è che se per caso vi scappa un’affermazione del genere lui si sentirà obbligato a spiegarvi perché è vestito bene. Quindi parte un’enciclica sul tessuto della giacca, il pedigree del sarto e l’esegesi storica dell’abbinamento di colori scelto.

#2 Che viene dal sud

Ma tu non sei di Milano vero, hai l’accento marchigiano. I milanesi non hanno niente contro chi viene dal sud, ma sono troppo orgogliosi della loro cittadinanza per permettere che non venga riconosciuta. Quindi potete infastidirlo anche chiedendogli se viene da Bolzano.

#3 Rifiutare un caffè

Credits: @chefsoty
Caffè greco

Giuro che non sono riuscito a capirne il motivo, ma ogni volta che a Milano rifiuti un caffè ti guardano come se avessi confessato la messa in atto del complesso edipico che avevi da piccolo. Un milanese ti offre un caffè? Accettalo che è meglio.

#4 Non ho il POS

Credits automoto – Contactless

Milano è una città che strizza l’occhio all’America, dove sono abituati a pagare con la carta di credito persino i debiti a tombola. Quindi ogni volta che si sente dire non ho il POS gli sale la rabbia di aver perso terreno nei confronti del Dow Jones.

#5 Fargli perdere tempo

Runner

Volete far impazzire un milanese? Rallentatelo. Bloccatelo nel traffico, sulla scala mobile, fingete di non trovare il portafogli quando siete alla cassa, tenetelo al telefono per facezie, fate duecento manovre per uscire dal parcheggio che sta aspettando e tutto quello che vi suggerisce la vostra sconfinata fantasia.

Continua la lettura con: Le 7 qualità del milanese vero

FRANCESCO BOZ

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Il «Minotauro di Dergano»

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La casa antica e moderna

Come gli animali mitologici sono incroci tra uomini e animali, questo palazzo è un incrocio tra una casa e un palazzo. Ecco dove si trova questo bizzarro edificio.

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Il «Minotauro di Dergano»

# È nata prima la casa o il palazzo?

Casa “mitolgica” dall’alto

Nel quartiere di Dergano c’è un’edificio bizzarro, per metà una deliziosa abitazione in stile classico e per metà un brutto palazzo di periferia in cemento grigio senza un minimo guizzo di design. Ricorda un po’ gli animali mitologici, le creature formate dall’incrocio tra animali di razze diverse o tra l’unione di un uomo e uno o più animali. C’è chi l’ha soprannominata il “Minotauro di Dergano”.

# È nata prima la casa o il palazzo?

La casa antica e moderna

Non se ne conosce la storia progettuale, se il palazzo sopra l’abitazione a due piani sia stato costruito per fare un dispetto ai residenti ai piani bassi oppure sia un sopralzo sfuggito di mano. L’unica certezza è che l’esperimento immobiliare non sembra riuscito. Se volete vederlo nella sua crudezza dal vivo l’edificio si trova tra le vie Legnone e Livigno.

Continua le lettura con: L’iconica CASA TRAPEZIO al bivio di PORTA VENEZIA

FABIO MARCOMIN

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Allievi e Tenca, i fondatori della rivista risorgimentale “Il crepuscolo”

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Allievi, Crepuscolo

Due ferventi sostenitori di Mazzini diedero vita una rivista che da qualche anno ha ispirato l’omonimo giornalino del liceo “Carlo Tenca”.

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Allievi e Tenca, i fondatori della rivista risorgimentale “Il crepuscolo”

# La rivista settimanale di scienze, lettere, arti, industria e commercio

Allievi, Crepuscolo

Al Liceo “Carlo Tenca” di Milano, gli alunni realizzano un giornalino dal titolo “Il Crepuscolo”, giunto ormai al terzo anno di pubblicazione. Gli stessi ragazzi lo definiscono “il giornale libero e multidisciplinare”, con lo scopo di “far germogliare la passione per la lettura nelle giovani menti”

E fu con lo stesso spirito di libertà e multidisciplinarietà, con lo stesso proposito di indurre nel popolo la passione per la lettura che, nel 1850, il venticinquenne Antonio Allievi fondò “Il Crepuscolo”, rivista settimanale di scienze, lettere, arti, industria e commercio. Usciva la domenica e costava 50 centesimi di lire austriache. Accanto allo stesso Allievi troviamo proprio il Tenca, che diresse questo organo d’informazione dal 1851 al 1859, anno della chiusura definitiva della testata.

# Antonio Allievi, fervente sostenitore di Mazzini, diresse per oltre dieci anni la Banca Generale a Roma

wikipedia.org – Antonio Allievi

Allievi, nacque nel quartiere di Segnano il 28 febbraio 1824, quando ancora era comune autonomo dal capoluogo meneghino. Fu un fervente sostenitore di Giuseppe Mazzini, poi aderì al Partito Moderato, diventando deputato dal 1881 al 1896. Proprio in qualità di esponente politico, nel 1859 fonda “La Perseveranza”, quotidiano del mattino che costava 20 centesimi e la cui redazione si trovava negli uffici di via San Giovanni alle quattro facce, ora piazzetta Giordano d’Amore. Trasferitosi a Roma, diresse per oltre dieci anni la Banca Generale. Morì nella capitale il 29 maggio 1896.

# Carlo Tenca, critico letterario e giornalista che diede una forte ispirazione risorgimentale alla rivista “Il Crepuscolo”

wikipedia.org – Carlo Tenca

Invece Carlo Tenca, milanese pure lui, classe 1816, era critico letterario, giornalista e intellettuale mazziniano che, con lo stesso Allievi, ideò “Il Crepuscolo” dandogli una forte ispirazione risorgimentale. Arrivava da una famiglia umile, così iniziò a lavorare molto giovane, come insegnante. Già a venticinque anni collaborava con le maggiori riviste milanesi, come “Italia musicale”, “Corriere delle dame” e “Rivista europea”; a ventinove anni divenne direttore di quest’ultima. Guidò anche “Ventidue marzo”, “L’Italia del popolo” e  “Costituente italiana”.

Con Carlo Tenca e Antonio Allievi, parliamo di due tra i maggiori protagonisti del giornalismo e della letteratura milanese, che fecero scuola per un territorio molto più vasto.

FABIO BUFFA 

Continua la lettura con altri milanesi d’autore:

Valerio di Fiandra e la nascita del risotto alla milanese

Frank Sinatra, quando “The Voice” ha stregato Milano

Angelo Morbelli, il pittore che ritrasse gli anziani del Trivulzio

Gianni Brera, il giornalista sportivo “lombardo-centrico e nazionalista lombardo”

Mirko Stocchetto, l’inventore del Negroni Sbagliato

Guido Spadea, “il poeta di compagnia”; prestato alla recitazione

Mike Bongiorno, da San Vittore a “Re dei telequiz”

I 50 anni di “Romanzo Popolare” e la canzone “Vincenzina e la fabbrica”, uno degli inni della classe operaia

“Il Vedovo”: la “black comedy” milanese con Alberto Sordi e Franca Valeri

Rosetta, la prostituta della Ligera uccisa in circostanze misteriose

Renato Scarpa, il “caratterista” milanese diventato famoso nel cinema romano e napoletano

Leonardo Re Cecconi, in arte Leopardo: un pioniere delle radio libere

Gruppo Italiano, la band più tropical di Milano

Mario Cavallè, il papà delle case Igloo alla Maggiolina

Enrico Molaschi, el “Barbapedana”di Milano

Ines Pellegrini, la “Mangano nera” di Pasolini

Serafino, il “supertifoso” dello sport italiano

Giorgio Porcaro, l’inventore del “terrunciello”

Gianni Bonagura, il maestro milanese del doppiaggio

Pietro Annigoni, il “pittore delle regine”

I “Gufi”, il gruppo musicale, dialettale e cabarettistico milanese più famoso di sempre

Gian Maria Volontè, l’attore impegnato “al di sopra di ogni sospetto”

Pierina Legnani, la prima milanese a diventare “prima ballerina assoluta”

Vera Vergani, l’attrice più amata del teatro degli anni ’20

Enrico Longone e Giacomo Campi, i due milanesi che portarono in occidente le ombre cinesi

BRUNO CANFORA, l’autore delle hit evergreen per TV, cinema e i grandi della musica italiana

LELLA LOMBARDI, l’unica donna a punti in FORMULA UNO

DIDI PEREGO, la Sofia del film italiano candidato all’Oscar

MARCO MIGNANI, l’autore della pubblicità diventata FILOSOFIA di VITA a Milano

AMBROGIO FOGAR, l’ “Ulisse” di Milano

MARIA PIA ARCANGELI, “quella che canta le canzoni milanesi”

LUIGI MARANGONI, l’ultima vittima delle Brigate Rosse a Milano

SANDRA RAVEL, l’attrice-soubrette madre di Maurizio Gucci

PIPPO STARNAZZA, il jazzista che “milanesizzava” l’inglese

PAOLO GIORZA, il papà della “bella Gigogin”

I BALORDI, i precursori della “canzone demenziale”

D’ANZI, il papà della “bela Madunina”

GASPARE, ZUZZURRO e la brioche più celebre della TV

LUISELLA VISCONTI, la voce più bella del CINEMA

ANNA CARENA, la signora Marta in “Miracolo a Milano”

GAETANO SBODIO: il guerrigliero del dialetto

DINO RISI, uno dei grandi della commedia italiana

CINI BOERI, l’architettura come impegno sociale

TONY DE VITA, il re delle sigle televisive

LUCIA BOSÈ, la “tosa de Milàn”

JOHNNY DORELLI, una vita al massimo

EZIO BARBIERI, il Robin Hood di Isola

RENZO PALMER, la voce milanese dei grandi divi di Hollywood

MONTICELLI e MARCHESI, i due grandi “cantori evirati” della storia milanese

MARIA GAETANA AGNESI, la “donna più intelligente del Settecento”

GIUSEPPINA PIZZIGONI, la fondatrice della SCUOLA RINNOVATA

PIERO MAZZARELLA, personaggio simbolo di una Milano che non c’è più

LUCIANO BERETTA: “il POETA del CLAN CELENTANO”

ANTONIA POZZI: la POETESSA negli ABISSI dell’ANIMO UMANO

Elio FIORUCCI: the place to be nel cuore di MILANO

AGOSTINA BELLI, la “bella tosa” del cinema italiano

Enrico BERUSCHI…e allooora???

GIANRICO TEDESCHI, l’attore milanese “che parla, comunica e ti INCANTA”

Fabio CONCATO: il lato romantico e “bestiale” della musica milanese

Dina GALLI, l’eccentrica monella: la prima attrice COMICA italiana

Gino LANDI, il mago delle COREOGRAFIE della TELEVISIONE ITALIANA

Adolfo WILDT, l’artista “eccessivo e inquieto”, alieno di avanguardie e conformismo

Domenico BARBAJA: l’inventore della tipica BEVANDA milanese

Quando a Milano c’erano i BEATLES

UGO BOLOGNA, il grande BAUSCIA del cinema e del teatro italiano

ENRICO RUGGERI: contro corrente da sempre

FRANCA VALERI: la signorina snob dello spettacolo

Nuto NAVARRINI: il grande attore milanese ormai dimenticato

Liliana FELDMANN: la VOCE di Milano

VALENTINA CORTESE: la stella milanese di Hollywood

 ERMINIO SPALLA, il PUGILE ARTISTA adottato da Milano

EDOARDO FERRAVILLA: uno degli ATTORI del teatro DIALETTALE più importanti di sempre

MARIA MONTI, la prima “CANTAUTRICE” della storia

ENZO JANNACCI, il cardiologo chansonnier

LIÙ BOSISIO, l’artista milanese con viso e voce più CELEBRI del nome

Quando, a Milano, VISCONTI girava “ROCCO E I SUOI FRATELLI”

MARCELLO MARCHESI, un ciclone di ironia

NANNI SVAMPA, l’ironico artista della canzone milanese

ADRIANO CELENTANO, il “molleggiato” nato a due passi dalla CENTRALE

GINO BRAMIERI, il RE delle BARZELLETTE

CLAUDIO ABBADO, il GENIO eternamente insoddisfatto

Quelli di VIA OSOPPO: la STANGATA di Milano

GIORGIO GABER, l’inventore del TEATRO CANZONE

ADRIANA ASTI, l’artista ribelle amata dai grandi del cinema e del teatro

GIANLUIGI BONELLI, il creatore di TEX WILLER, sempre in lotta contro il POTERE

LUISA AMMAN: un’OPERA d’ARTE di Milano

LUCIANO LUTRING: il bandito più popolare di Milano

BRUNO ARENA, il fico di Milano

Sandra MONDAINI: uno dei punti fermi della televisione italiana

TINO SCOTTI, il milanese del “Ghe pensi mi”

ORNELLA VANONI, Milano e Settembre

MARIANGELA MELATO, da “ranocchietta” a mito del cinema

MARTA ABBA: la musa di Pirandello

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GIANNI MAGNI: il re del cabaret milanese

COCHI e RENATO: una coppia diventata il MARCHIO del CABARET

Giorgio AMBROSOLI: il RIVOLUZIONARIO in GIACCA e CRAVATTA che sfidò anche lo Stato

Peppin MEAZZA: il più grande MITO MILANESE del calcio mondiale

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I KRISMA: la coppia più PUNK della storia di Milano

LILIANA SEGRE, la testimonianza milanese dell’Olocausto

MARIA CALLAS, la Scala e BIKI, quel legame che ha fatto la storia dell’arte

WALTER VALDI, cintura nera di dialetto milanese

LORENZO BANDINI, lo sfortunato campione adottato da Milano

ALEX BARONI, il “chimico” prodigio della musica

MICHELE ALBORETO, il “pilota gentiluomo”

BEPPE VIOLA: il geniale raccontatore del calcio

Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI

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La proposta: dare un solo nome alle direttrici stradali di Milano

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Maps - Circonvallazione esterna-filoviaria

E se si unificassero i diversi nomi delle strade quando si riferiscono alla stessa direttrice? Emilio Insolera ha provato ad immaginare come potrebbe essere. Vediamo alcuni esempi.

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La proposta: dare un solo nome alle direttrici stradali di Milano

# Corso Monforte: da piazza Meda a viale Argonne 

Maps – Corso Monforte
Partiamo dal centro città. La direttrice che da piazza Meda passa per corso G. Matteotti, corso Monforte, corso Concordia, corso Indipendenza, corso Plebisciti fino a viale Argonne, potrebbe essere denominata ad esempio solo corso Monforte. 

# Corso Magenta: da Cordusio a via Parri

Maps – Corso Magenta

La direttrice che parte dall’incrocio tra via San Protaso e via San Dalmazio (zona Cordusio) fino a comprendere via Ferruccio Parri, per un totale di 9 denominazioni stradali differenti, potrebbe chiamarsi solo corso Magenta. Verrebbero eliminati quindi anche questi nomi: via Meravigli, corso Vercelli, via Antonio Trivulzio, via Anguissola, viale Legioni Romane, via Berna e via Zurigo.

# Via Torino fino al Naviglio

Maps – Via Torino

Un unico nome si potrebbe immaginare anche per la direttrice che da via Torino in piazza del Duomo arriva fino al ponte di via Valenza sul Naviglio Grande, eliminando corso Genova, corso Cristoforo Colombo e via Valenza.

# Cerchia dei Bastioni: un unico nome 

Maps – Cerchia dei Bastioni

Scegliere un solo nome per la circonvallazione interna mantenendone uno degli 11 presenti, come viale Bianca Maria, ed eliminando le altre (Viale Gabriele d’Annunzio, Viale Città Fiume, Piazza Repubblica, Viale Beatrice d’Este, Viale Regina Margherita, Viale Papinano, Viale di Porta Vercellina, Viale XX Settembre, Viale Francesco Crispi and Bastioni di Porta Nuova). Sarebbe forse ancora meglio dare il nome che identifica storicamente la strada, Cerchia dei Bastioni.

# Cerchia dei Navigli per la Circonvallazione interna

Maps – Cerchia dei Navigli strada

Anche la circonvallazione più interna, che racchiude la Milano medievale, potrebbe riprendere un nome più idoneo a richiamare il suo passato sepolto: Cerchia dei Navigli.

Leggi anche: I 7 segreti delle tre circonvallazioni di Milano

# Circonvallazione esterna/filoviaria

Maps – Circonvallazione esterna-filoviaria

Veniamo poi alla terza circonvallazione, da rinominare Circonvallazione esterna/filoviaria, cancellando gli altri nomi quali ad esempio viale Marche, viale Abruzzi, viale Umbria.

# Viale Zara o viale Fulvio Testi: da Lagosta a Cinisello

Maps – Viale Zara

Tra le vie più esterne e più lunghe troviamo la direttrice che inizia a piazzale Lagosta e termina ai confini con il Comune di Cinisello Balsamo, con due denominazioni: viale Zara e viale Fulvio Testi. Si potrebbe tenere solo una delle due.

Questa sotto la mappa con tutte le vie proposte per la modifica da Emilio Insolera. Potrebbe essere una soluzione per semplificare la toponomastica di Milano?

 

Continua la lettura con: Le 7 strade di Milano con i nomi più affascinanti

MILANO CITTA’ STATO

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”Salva Milano”: che cosa comporta in breve e perché lo ha votato anche il PD?

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consiglierepessina IG - Torre Milano, uno dei progetti conclusi finiti sotto inchiesta

Oltre un centinaio di progetti immobiliari finiti sotto l’occhio dei magistrati per presenti abusi edilizi, alcuni già portati a termine, altri in fase di ultimazione, altri ancora bloccati sul nascere. Sembrava un terremoto a Milano. C’era chi parlava di una nuova Mani Pulite dei costruttori che ha finito per mettere in pausa anche progetti di rigenerazione urbana come la trasformazione di piazzale Loreto. Forse proprio per paura di una nuova Mani Pulite è intervenuto il governo. E per una volta maggioranza e partito principale dell’opposizione si sono uniti per votare assieme. Ecco cosa cambia con la norma in fase di approvazione finale in Parlamento.

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”Salva Milano”: che cosa comporta in breve e perché lo ha votato anche il PD?

# Approvato alla Camera, atteso il passaggio in Senato

Credits Urbanfile – duepiedisbagliati – Cantiere Park Towers

Lasciare Milano a una nuova Rivoluzione Giacobina o intervenire per arrestare l’ondata di giustizialismo? A differenza di Tangentopoli in questo caso la politica ha reagito in modo compatto per salvaguardare il settore più fiorente nella Milano degli ultimi anni: quello delle costruzioni. Arriva così una norma attesa in particolare a Milano, anche se gli effetti si vedranno in tutta Italia, dopo che la bufera giudiziaria aveva colpito duramente il settore. Sono circa 150 i progetti immobiliari messi nel mirino dei magistrati nell’ultimo anno, con i primi casi partiti da esposti da parte di cittadini, con decine di indagati e di progetti bloccati sul nascere, altri in costruzione messi sotto sequestro ed altri ancora fermati prima di partire, di conseguenza, per l’impasse degli uffici dell’urbanistica di Palazzo Marino: tra i progetti bloccati ci sono Park Towers in zona Crescenzago, Torre Milano alla Maggiolina, Residenza Lac di fronte parco delle Cave e Hidden Garden in zona Loreto.

Alla base delle inchieste ci sono presunti abusi edilizi, in particolare la costruzione di torri di molti piani al posto di edifici bassi senza la richiesta di un permesso per costruire, che avrebbe comportato un piano attuativo con valutazioni di impatto ambientale, oneri di urbanizzazione più alti e tempi più lunghi per l’approvazione e l’avvio dei cantieri. In molti casi si è optato infatti per una semplice Scia, utilizzata solitamente per ristrutturazioni immobiliari o per costruire edifici poco impattanti.

# Cosa prevede la nuova norma

Credits Urbanfile – Hidden Garden

Dopo l’ipotesi iniziale di una sanatoria edilizia, si è arrivata a confezionare, come suggerito dal Partito Democratico, una «interpretazione autentica della norma». L’obiettivo è risolvere i contrasti scaturiti a seguito delle diverse interpretazioni del Comune di Milano e della Procura in merito a una norma del 1942. In sintesi, si prevede che l’avvallo di un piano particolareggiato o di lottizzazione convenzionata non sia obbligatorio in caso di costruzione di nuovi immobili su lotti che si trovano in ambiti edificati e urbanizzati, in caso di sostituzione di edifici esistenti o interventi su edifici esistenti in ambiti edificati, anche se superiori a 25 metri di altezza e con densità edilizie sopra 3 metri cubi per metro quadrato.

Leggi anche: Hidden Garden «non è un ecomostro»: il cantiere è quasi concluso

# Cosa succede ai progetti sequestrati, fermati o in attesa di partire

Credits: archiportale.com – Plastico riqualificazione Piazzale Loreto, uno dei progetti in attesa dei permessi 

L’impatto della norma inciderà in modo diverso sui singoli progetti. Per i cantieri finiti sotto inchiesta e sequestrati, sono 14, la decisione spetta alla Procura che dovrà valutare «il rispetto dei parametri di adeguatezza delle dotazioni territoriali e dei parametri urbanistici». Quelli fermati in via precauzionale direttamente da parte dei costruttori potranno ripartire dopo l’approvazione della norma. Infine quelli in attesa del via, dovranno attendere che l’ufficio Urbanistica del Comune rilasci il permesso di costruire o in alternativa validi la Scia presentata. 

Per Milano significa la ripartenza di uno dei settori economici più importanti, quello delle costruzioni che attrae miliardi di euro di investimenti, e di salvaguardare il bilancio del Comune,  evitando fino a 100 milioni di euro di minori introiti da oneri di urbanizzazione nei prossimi anni, così come paventato dal Sindaco Sala dopo che solo nell’ultimo bilancio ne sono stati inseriti 22 in meno. Questo spiega l’intervento del PD a fianco della maggioranza. 

Leggi anche: Proteste dei cittadini e salva Milano “cestinato”: i grandi costruttori in cerca di un nuovo orizzonte

# La soddisfazione di Palazzo Marino e del Partito Democratico: «Non è un condono»

Da sinistra Carlo Masseroli di Nhood, Ass. Giancarlo Tancredi, Arch. Andrea Boschetti

Come riportato da Milano Today, l’Assessore alla rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi ha espresso piena soddisfazione sul risultato: «Spero che il clima si rassereni, che si agisca con buon senso, da parte veramente di tutti. Rimane il vulnus di una legge urbanistica dello Stato che risponda alle dinamiche contemporanee, radicalmente diverse da quelle del 1942, anno di approvazione della norma principalmente in discussione. Noi diamo la piena disponibilità, e con il Pgt faremo la nostra parte, continuando nel solco dell’innovazione, ma con regole che evitino interpretazioni non uniformi”. Tancredi ha voluto evidenziare che: «Non è un condono. Noi ci siamo sempre opposti a un accordo in tal senso. Sono soddisfatto soprattutto perché il tipo di legge che sta passando è di natura interpretativa e non ha altre valenze che sarebbero state improprie».

La deputata e coordinatrice regionale dei Dem Silvia Reggiani ha voluto spiegare la posizione del partito: «Il Pd ha votato a favore di questo provvedimento non perché intenda fare compromessi con la destra, ma perché il governo e i parlamentari di centrodestra sono venuti sulle nostre posizioni. Milano negli ultimi vent’anni ha avviato un processo di rigenerazione urbana, gli interventi che sono stati fatti hanno cambiato totalmente il volto della città. È stato avviato un processo che ha portato a un indotto economico senza precedenti, che ha permesso a Milano di realizzare opere pubbliche, servizi, servizi sociali, asili nido, di aprire nuovi metrò, di manutenere parchi».

# Critiche tra gli alleati di Sala: «Gioiscono costruttori e cementificatori»

Di parere contrario gli alleati di Sala in consiglio comunale, su tutti il Verde Carlo Monguzzi che non fa giri di parole: «Il disastro è fatto. Gioiscono costruttori e cementificatori. Ne escono devastati ambiente e legalità. Mai la sinistra aveva voluto e mai aveva approvato condoni».

Continua la lettura con: I 18 grandi progetti di rigenerazione che cambieranno Milano e il suo hinterland

FABIO MARCOMIN

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Quando cerchi di salire sulla metro ma… ti si chiudono le porte in faccia

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Come non detto. 

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Continua con: Quando scoccano le 19.30 e si può entrare in Area C

SMAILAND, “il sorriso di Milano”: ogni giorno su milanocittastato.it

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7 momenti in cui ci si sente una cosa sola con Milano

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pixabay - StockSnap - Persone

Questi sono i luoghi e le occasioni in cui ci sente in simbiosi con la città.

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7 momenti in cui ci si sente una cosa sola con Milano

#1 All’estero

pixabay – Turisti solo la Torre Eiffel

Paradossalmente sì, ci si sente un tutt’uno con Milano anche quando si è all’estero. Non c’è nulla di meglio che girovagare per altre città europee per rendersi conto di quanto si sia in sintonia con la propria.

#2 Socializzare 

pixabay-elle_kh – Cena amici

Coltivare amicizie, sentirsi parte di un gruppo, è fondamentale per sviluppare senso di integrazione, appartenenza. Che siano gli amici di lavoro, della palestra o della passeggiata col cane, poco importa, è essenziale affondare le radici.

#3 Il punto di riferimento 

Credits: @emmagrazianii Missori

Una sorta di place to be, che ci fa stare bene, il luogo del cuore, quello che ci fa emozionare ogni volta al punto da sentirne l’inconfondibile odore. Indelebile memoria anche olfattiva. 

#4 Narrare la propria città 

pixabay – StockSnap – Persone
Non necessariamente scrivendone. Se ne parla con gli amici, colleghi di lavoro e anche quando non si è a Milano. In questo ultimo caso, la frequenza aumenta ulteriormente. 
Buon segno. 

#5 La mappa del cuore

acquachetamilano IG – Braceria
È il proprio tragitto del cuore, quello che con il tempo abbiamo imparato a prediligere. Un edificio orlato, il buongiorno al salumiere, il ciao come va al fruttivendolo e l’ “hei come butta” all’edicolante. Pura poesia.

#6 Perlustrazione 

Foto redazione – Fenicotteri Villa Invernizzi

Va da sé che non discostarsi mai dai propri itinerari non è mai una scelta giusta. 

Ogni tanto va cambiata traiettoria, buttata la bussola alla scoperta della propria città. 
Ci sono sempre piccoli e grandi tesori da scoprire.

#7 A casa

Credits jarmoluk-pixabay – Appartamento

La zona di confort per eccellenza. Purché non la si trasformi in un bunker inaccessibile, ma la si renda il porto sicuro e affidabile per tutti coloro che amiamo. 

Continua la lettura con: 5 cose che fanno ridere solo i milanesi

ALESSANDRA GURRIERI

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I nomi più strani dati ai grattacieli

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Credits isxbxlls IG - 30 St Mary Axe

Una selezione dei nomi più bizzarri dati ai grattacieli nel mondo.

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I nomi più strani dati ai grattacieli

#1 Le “Marylin Monroe” 

Credits _leaf.r IG – Absolute World

Absolute World è un condominio residenziale a Mississauga in Ontario, nel Canada, disegnato da Burka Architects e MAD Architects e inaugurato nel 2010. Si compone di due grattacieli, di 180 e 160 metri, la cui forma assomiglia assomiglia ai corpi sinuosi di due donne. Per questo motivo gli è stato affibbiato il soprannome di “le due Marilyn Monroe”.

 

#2 “Il gufo” 

Credits nikster73 IG – Frost Bank Tower

La Frost Bank Tower, alta 157 metri per 33 piani, è uno dei più famosi grattacieli di Austin, in Texas. Inaugurato nel 2003 e realizzato sul progetto dello studio Duda/Paine Architects è famoso per il suo soprannome “il gufo”, dato per la somiglianza al tenero volatile soprattutto quando si illumina la sera.

 

#3 “Il ferro da stiro” 

Credits heynahbee IG – Fuller Building

Il Fuller Building di Manhattan, meglio conosciuto come “Il ferro da stiro” (Flatiron Building) è uno degli edifici più iconici della Grande Mela. Costruito nel 1902 deve il suo soprannome alla forma con cui è stato disegnato dall’architetto di Chicago Daniel Burnham, obbligata dal lotto di terreno triangolare su cui è stato innalzato. Alto 87 metri di altezza e 22 piani oggi ospita la sede del quotidiano Daily Bungle.

 

#4 La “roccia nera”

Credits thomas_rochelet IG – CBS Building di New York

Il CBS Building di New York ha sede tra la 52esima strada e la Sixth Avenue. Al suo interno è ospitata la sede della rete televisiva CBS. Inaugurato nel 1965 si eleva per 150 metri e 38 piani. Soprannominato “The black rock”, la roccia nera, per la sua stazza  e l’insolito colore scuro dovuto al rivestimento utilizzato.

 

#5 Il “cetriolino” 

Credits isxbxlls IG – 30 St Mary Axe

Il primo grattacielo londinese di questa selezione è il 30 St Mary Axe di 41 piani , nel cuore della city, disegnato dallo studio di fama internazionale della Foster and Partners. Questo non è bastato ad evitargli il soprannome di “cetriolino” per la sua forma alquanto curiosa. Per alcuni assomiglia a una supposta gigante.

 

#6 “La scheggia” 

Credits za.hee.ra IG – The Shard

The London Bridge Tower, fino a prima della Brexit il più alto grattacielo dell’Unione Europea con 87 piani, è stato progettato dall’architetto italiano Renzo Piano e inaugurato nel 2012. Il nome originale è però durato poco e infatti è l’unico edificio della capitale britannica a utilizzare direttamente il soprannome, The Shard, “la scheggia”.

 

#7 La “grattugia” 

Credits mason785 IG – 122 Leadenhall Street

Il 122 Leadenhall Street è uno dei tanti grattacieli che prende il nome dal suo indirizzo londinese. Inaugurato nel 2014, su disegno dello studio Rogers Stirk Harbour + Partners, è alto 225 metri per 48 piani. Il soprannome per questo edificio non è tardato ad arrivare: per tutti è “la grattugia” per via della forma, colore e rilievi che lo caratterizzano.

 

#8 Il “rasoio elettrico”

Credits mikehutton63 IG – Strata SE1

Il grattacielo Strata SE1 progettato dagli architetti dello studio BFLSrasoio è alto 140 metri per 43 piani. Terminato nel 2010, fin da subito si è guadagnato il soprannome di “razor”, il rasoio, per la sua incredibile somiglianza con lo strumento per tagliare barba e capelli.

 

#9 Il “Walkie Talkie”

Credits bigredseb IG – 20 Fenchurch Street

Tra i diversi grattacieli londinesi di questa selezione non può mancare il 20 Fenchurch Street disegnato dall’architetto Rafael Viñoly. Inaugurato nel 2014 all’indirizzo di cui porta il nome, questo edificio di 160 metri per 34 piani ha per molti la forma di una radio walkie talkie. Oltre a questo è conosciuto per un incredibile difetto di progettazione. La superficie concava e interamente ricoperta di specchi della facciata esposta a sud riflette e concentra i raggi solari sulle strade sottostanti a tal punto da fondere i cruscotti delle auto: le temperature registrate sfiorano i 72°C.

 

#10 Il “geyser” 

Credits pernillezeglerski IG – Torre Agbar

La Torre Agbar di Barcellona fa parte dello skyline della città dal 2005 con i suoi 152 metri d’altezza. Per molti la sua forma alta, colorata e provocatoria ricorda un proiettile, ma è lo stesso architetto francese che l’ha progettata a suggerire il soprannome più azzeccato: «è come un grande geyser a pressione permanente che ha perforato il suolo. La definirei un’architettura che viene dalla terra ma non ha il peso della pietra». Parola di Jean Nouvel.

 

#10+1 Le “grandi mutande”

Credits miranda_xuu IG – CCTV Tower Beijing

Gli architetti Rem Koolhaas e Ole Scheeren hanno progettato a Pechino la sede della tv nazionale (CCTV). Il complesso alto 234 metri è stato terminato nel 2008 e si compone di due torri da 50 piani, che hanno le sembianze di due gambe, sormontate da un ponte di altri 13 piani. La forma bizzarra dell’edificio le è valso l’appellativo di “le grandi mutande”.

 

Fonte: Focus

Continua la lettura con: L’EDIFICIO con il BOSCO ALL’INTERNO

FABIO MARCOMIN

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità. 

Il locale più «dirty» di Milano: dove si può mangiare e bere fino alle 5 di mattina

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Ph. @dirty_milano IG

Uno dei pochi, forse l’unico. Almeno a quanto dichiara. Dove si trova e cosa propone.

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Il locale più «dirty» di Milano: dove si può mangiare e bere fino alle 5 di mattina

# Dirty Milano, “da bere, in tempi rapidi, senza cerimonie

Credits sound21 IG – Dirty

Il nome, Dirty, dice già molto sul locale: sporco, diretto, senza troppi fronzoli. Un cocktail bar dove, come raccontano i tre fondatori Carola Abrate, Gianluca Tuzzi e Mario Farulla, si serve “da bere, in tempi rapidi, senza cerimonie. Tutti hanno un’esperienza decennale nel settore i locali come il BV Club di Bruno Vanzan, il Baccano di Roma e il Cera di Milano. La scelta è stata quella di creare un luogo in cui i bartender non siano al centro della scena ma al servizio dei clienti: Siamo controcultura al bar, non da bar. Quindi non vogliamo educare o istruire nessuno. Siamo solo uno strumento al servizio di chi vuole passare una bella serata senza troppi pensieri“.  

Leggi anche: L’ultima moda a Milano: I RISTORANTI dove si fa FESTA, cantando e ballando. Quali sono

# Gli ambienti sono ispirati alla corrente Brutalista

Credits sound21 IG – Dirty cocktail bar

Inaugurato il 20 marzo 2023, il locale si trova in viale Regina Giovanna 14, in zona Porta Venezia, e “raccoglie” tutti quelli dopo la cena nei ristoranti della zona vuole divertirsi fino a tarda notte. Il progetto del cocktail bar è stato realizzato in collaborazione con Nick Maltese Studio, con ambienti ispirati alla corrente Brutalista, con una tenda da macellaio che divide la sala in due aree: il bar più pop e una zona più intima dotata di ogni comfort. Nessuna bottiglieria in vista, solo i prodotti a marchio Dirty.

# Musica, cocktail e cibo fino alle 5 di mattino

Credits sound21 IG – Dirty bar

La lista dei drink è corta e semplice, con proposte della casa e grandi classici, oltre a qualche extra e le preparazioni sono predisposte prima dell’apertura in modo da servire più persone e nel modo più rapido possibile, anche se non mancano i cocktail fatti al momento dalla A alla Z. Al bere è accompagnato cibo in quantità perché come spiegano i tre fondatori: “serviamo cibo da lupi. Da noi puoi trovare Champagne e mortadella, carne in scatola, hot dog, pane e salsiccia fresca, ma anche banane a un euro. Perché la frutta fa bene. E poi noi crediamo nel potassio“.

La musica fa da sottofondo alle serate di questo locale che è uno dei pochi locali a Milano rimane aperto fino alla 4 e anche fino alle 5: “La gente ha voglia di bere fino a tardi, anche fino alle 5… E noi dobbiamo dissetarla. La nostra filosofia è semplicemente quella di fare stare bene le persone. Punto.

 

Continua la lettura: Il BAR più ANTICO di Milano

FABIO MARCOMIN

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Perché Milano non è a rischio terremoti?

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credit: tgcom24.mediaset.it

Milano è una zona a rischio terremoti? No: possiamo dormire sonni tranquilli. Ecco perché. 

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Perché Milano non è a rischio terremoti?

L’ultimo terremoto di un certo rilievo a Milano è stata una scossa avvertita alle 17 del 17 dicembre 2020 che ha avuto il suo epicentro a Pero. Sembra che un terremoto come questo non accadesse da 500 anni: è noto infatti che in passato si siano avvertite scosse solo per terremoti lontani. Questo perché Milano è in una delle poche zone a basso rischio sismico d’Italia. Vediamo perché.

# Qual è la zona sismica della Lombardia?

credit: ingegneriasismicaitaliana.com

Il territorio lombardo è stato suddiviso con la Delibera della Giunta Regionale della Lombardia dell’11 luglio 2014 n. 2129 in tre zone sismiche. Queste zone rappresentano i diversi gradi di pericolosità in base all’intensità e frequenza dei terremoti del passato. Il criterio che è stato adottato è l’accelerazione orizzontale massima (ag) su suolo rigido o pianeggiante, che ha una probabilità del 10% di essere superata in 50 anni.

Le tre zone, con grado di sismicità decrescente, sono:

  • Zona 2 – In questa zona forti terremoti sono possibili
  • Zona 3 – In questa zona i forti terremoti sono meno probabili rispetto alla zona 1 e 2
  • Zona 4 – E’ la zona meno pericolosa: la probabilità che capiti un terremoto è molto bassa

Come si evince dalla mappa, in Lombardia non ci sono comuni in Zona 1, ovvero con un alto rischio sismico. La maggior parte dei comuni, per l’esattezza 1027 comuni, sono in Zona 3 e ce ne sono altri 446 in Zona 4. Solo 57 sono invece in Zona 2, quindi con un alto rischio sismico.

# Milano è davvero al sicuro?

mappa zone a rischio sismico in Italia

Dopo il terremoto del dicembre 2020 molti milanesi hanno iniziato a chiedersi se potevano considerarsi davvero al sicuro e la risposta è senza dubbio sì. Infatti Milano è stata classificata come una zona con una bassa sismicità, la Zona 3.

Se volessimo invece concentrarci sui territori che circondano Milano, vedremmo chiaramente che in tutta la Città Metropolitana non vi sono comuni che rientrano nella Zona 2. L’epicentro del terremoto percepito a dicembre non è stato Milano ma Pero, che presenta una pericolosità ancor più bassa.

Tra l’altro Milano è ai confini della zona 4 che è quell’area che ha ancora meno rischi sismici. Dal punto di vista morfologico il motivo è resto detto: Milano è posta in un terreno più simile a sabbia che a roccia, ed è lontana da faglie e dalle dorsali caratterizzate da un’azione tellurica, ossia che stanno divergendo o si stanno avvicinando. 

Milano e, più in generale, la Regione Lombardia, escludendo alcuni territori vicino Brescia, non sono zone a rischio terremoto.
Quindi possiamo dormire sonni tranquilli. Probabilmente per altri 500 anni. 

Leggi anche: La vita nella Milano di inizio Ottocento

ROSITA GIULIANO

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M1, M2, M3, M4 e M5: il punto sui 7+1 prolungamenti più attesi dai milanesi

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Chatgpt - Estensioni metro a Milano

Per i prossimi anni non c’è nessuna nuova linea in cantiere a Milano. Sono invece diverse le estensioni attese di quelle attuali, dentro e fuori i confini comunali. Le ultime novità su tutti i progetti allo studio, in fase avanzata di progettazione e in attesa di partire o ripartire con i lavori.

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M1, M2, M3, M4 e M5: il punto sui 7+1 prolungamenti più attesi dai milanesi

# M1 fino a Baggio: lavori entro il 2025

Comune di Milano – Prolungamento M1 Baggio

Andiamo con ordine. La linea M1, che quest’anno ha compiuto 60 anni, è quella che prima di tutte le altre vedrà nuove fermate. Si prevede infatti a breve la pubblicazione del nuovo bando di gara per l’estensione del tracciato ad ovest di tre stazioni (Parri Valsesia, Baggio e Quartiere Olmi) e 3,3 km. Salvatore Barbara, della Direzione Infrastrutture del Territorio del Comune, durante la seduta congiunta delle commissioni Bilancio e Mobilità ha fatto il punto della situazione, come riportato da Il Giorno: «La gara per il prolungamento era già stata lanciata ma c’era stata un’offerta che però è stata ritenuta nulla. Il motivo della non partecipazione alla gara è legato al fatto che abbiamo utilizzato prezziari specifici regionali che, per opere come le nostre, si sono rivelati poco allineati al mercato. Abbiamo deciso di stralciare provvisoriamente il deposito (oltre la Tangenziale Ovest ndr) e quindi procederemo rimanendo nell’ambito del finanziamento».

Tutti i 433 milioni di euro vengono destinati quindi alle sole fermate, per il deposito, il cui costo di realizzazione è stimato in circa 50 milioni di euro, si prevede un altro bando. La partenza dei cantieri entro la fine 2025.

Leggi: Brusca fermata per la M1 a Baggio: deserta l’asta per realizzare il progetto

# M1 verso Bettola: attesa per il nuovo bando, obiettivo inaugurazione 2029

Credits: urbanfile.org – Prolungamento M1 Monza-Bettola

Per la M1 fino a Cinisello Bettola, le gallerie sono state realizzate e in parte anche le stazioni, non è ancora stata comunicata una data per la pubblicazione del nuovo appalto e la ripresa dei cantieri. Stiamo parlano di 2 fermate e 1,9 km, con lavori iniziati da ormai 13 anni, che si spera di inaugurare entro il 2029.

# M2 fino a Vimercate come metrotranvia veloce: in corso mini studio di fattibilità

Prolungamento M2

La M2 si allunga ancora, al momento è la linea più estesa di tutte con circa 40 km e 4 biforcazioni. Da poco è partito un primo mini studio di fattibilità, propedeutico a quello completo, per una metrotranvia veloce di circa 12 km e 8 fermate dal capolinea di Cologno Nord a Vimercate.

Leggi anche: La M2 avanza verso Vimercate: l’ultima novità del progetto di estensione

# M3 fino a Peschiera: al lavoro sul progetto di prolungamento dalla fermata di San Donato

Tracciato M3 fino a Paullo

La buona notizia è che dopo mesi di silenzio si sta lavorando al prolungamento della linea M3 verso sud est. L’ultimo progetto prevede la prosecuzione del tracciato della M3 in una doppia modalità fino a Paullo: circa 15 km, suddivisi tra metropolitana e metrotranvia. La prosecuzione come metro è di di 4,4 km con due nuove fermate, San Donato-De Gasperi e Peschiera Sud. La cattiva notizia è che durante la seduta congiunta delle commissioni Bilancio e Mobilità si è parlato di M3 solo fino a Peschiera: la parte di metrotranvia è stata accantonata? Magari per i pareri discordanti con Regione Lombardia? 

Leggi anche: Quel pasticciaccio brutto della M3 fino a Paullo: MM e Regione Lombardia divise sul progetto

# M4 fino a Segrate: gara d’appalto tra 2025 e 2026

Comune di Milano – Schema del tracciato del prolungamento M4 da Linate a Segrate

Altro capitolo è quello della M4. Per l’estensione di 3,1 km e due fermate, Idroscalo – San Felice e Segrate Porta Est, è prevista la Conferenza dei Servizi decisoria nella primavera  2025. L’assessorato sta spingendo per la presentazione di emendamenti alla Manovra per acquisire finanziamenti integrativi, mancano 70 milioni di costi extra da aggiungere ai 420 già stanziati. La progettazione è in fase avanzata, l‘obiettivo è di avviare le gare di appalto tra il 2025 e 2026. Al futuro capolinea prevista anche la nuova stazione di alta velocità, a servire la direttrice Milano-Venezia, oltre che i treni suburbani e regionali.

Leggi anche: La “Porta dell’Est”: il maxi interscambio per raggiungere tutti gli aeroporti milanesi

# M4 verso ovest: probabile estensione fino a Buccinasco

M4 verso ovest

Si sta ragionando sull’estensione a ovest verso Buccinasco, anche se ancora non è stata presa una decisione definitiva sul tracciato. Era stato effettuato uno studio con 6 ipotesi, una che punta a Trezzano sul Naviglio, ma sembra prevalere l’idea di un percorso più breve. 

Leggi anche: Appena nata già si allunga: le 4 nuove fermate all’orizzonte della M4

# M5 a Monza: entro fine 2024 aggiornamento progetto, entro il 2026 la gara e la partenza dei cantieri

M5 a Monza

Per la M5 fino a Monza, 13 km e 11 nuove fermate, si è quasi allo stesso punto della M4 verso Segrate: fase di progettazione avanzata, l’aggiornamento del progetto della M5 è in programma per la fine dell’anno, si cercano ulteriori risorse per coprire gli extra costi, in questo caso circa 400 milioni di euro. Si spera di ottenere i finanziamenti integrativi dalla Manovra per andare a gara tra il 2025 e il 2026, e sempre nel 2026 partire con i lavori. Prima corsa possibile nel 2033.

# M5 fino a Settimo Milanese: attesa per l’analisi costi-benefici

Prolungamento M5 Settimo Milanese

Documentate le indagini geognostiche finalizzate «a definire i “caratteri geotecnici” del sottosuolo in vista della progettazione del prolungamento della linea metropolitana M5 da San Siro Stadio fino a Settimo Milanese», si attende di capire l’impatto dell’analisi costi-benefici per la sostenibilità dell’opera, sempre per il rincaro dei materiali. Per Magenta possibile prosecuzione allo studio come metrotranvia, ma nessuna nuova notizia a riguardo.

Leggi anche: M5 punta verso Settimo: le ultime novità

Continua la lettura con: Le stazioni della metro più profonde a Milano (cosa è cambiato con la M4?), in Italia e nel mondo

FABIO MARCOMIN

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I taxi volanti nel cielo di Milano entro le Olimpiadi: le 4 fermate della «Metro del Cielo»

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Taxi volanti Milano

Un po’ taxi un po’ metro del cielo. Queste saranno le quattro “fermate”. Saranno inaugurate prima delle Olimpiadi?

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I taxi volanti nel cielo di Milano entro le Olimpiadi: le 4 fermate della «Metro del Cielo»

# Sarà SEA a costruire i quattro vertiporti

Embraer – Taxi volanti

Lo ha deliberato la giunta di Milano. Sarà una società a maggioranza pubblica, a partecipazione maggioritaria di SEA, a occuparsi della costruzione di quattro aeroporti dei taxi volanti (vertiporti).  La formazione della società verrà discussa nei prossimi giorni in commissione a Palazzo Marino e successivamente in Consiglio comunale per essere votata.

# Le 4 fermate della Linate-Malpensa, la “metro del cielo”

Taxi Volanti immaginati nell'Ottocento
Taxi volanti immaginati nell’Ottocento Credits imprenditore.it – Taxi volanti

I quattro vertiporti hanno l’estensione di 6 mila metri quadrati, fungono anche da “fermate” per i taxi. La linea del cielo avrà queste fermate: 

#1 Linate

#2 Scalo Romana

#3 Citylife

#4 Malpensa

Tutte e quattro dovrebbero inaugurare a inizio 2026 in occasione delle Olimpiadi di Milano-Cortina. Rispetto alle prime ipotesi non si avranno dunque anche le fermate a MIND e a Bresso.

# 200 persone al giorno sula “metro del cielo”

La capacità di trasporto della “metro del cielo”, grazie ai taxi volanti in servizio (tutti elettrici) è prevista di 200 persone al giorno. L’investimento è di 30 milioni di euro, con pareggio previsto entro il 2035. I taxi volanti sono in grado di superare i 100 chilometri orari e di coprire 40-60 chilometri in autonomia. Quanto sarà il prezzo? Al momento le simulazioni tariffarie stimano una cifra iniziale di 100-120 euro a persona, per un tragitto da Linate a Human Technopole, ma con l’aumento dell’offerta il costo dei biglietti dovrebbe diventare più competitivo.

Anche se nella stessa maggioranza ci sono delle voci critiche, come il capogruppo dei Verdi in Comune Carlo Monguzzi che così ha dichiarato al Corriere: «Forse sono i tappeti volanti di Aladino! Come si fa a dire che non saranno inquinanti? E poi per 200 persone bastava un treno in più dalla stazione di Cadorna per l’aeroporto di Malpensa. E per Linate avevo capito che fosse stata costruita la nuova M4. Ma questo è il nuovo Pgt per una città equa e sostenibile!».

# Dal 2035 i viaggi su larga scala

elysiumpost.t – Taxi-volanti-a-Milano

L’obiettivo è creare un collegamento intermodale veloce con navette taxi fra l’aeroporto e le diverse aree strategiche della città, in modo pulito e veloce perché evita tutto il traffico urbano. La data in cui questo servizio potrebbe essere su larga scala è il 2035. Sono già molti i passi in avanti fatti in quella direzione. Nel 2021 Sea e Skysports, azienda di progettazione e gestione, hanno annunciato l’avvio di un piano per sviluppare una rete di vertiporti da dove lanciare un servizio di «eVtol», velivoli elettrici a decollo verticale a metà tra un piccolo aereo e un elicottero, capaci di decollare e atterrare in verticale. 2i Aeroporti, l’holding controllata dai fondi infrastrutturali F2i e Ardian e che gestisce uno dei maggiori network di scali d’Europa compresi Linate e Malpensa, ha invece  partecipato all’aumento di capitale di Skyports

Leggi anche: Come ANDARE dall’AEROPORTO di MALPENSA a RHO FIERA

Continua la lettura con: Altre 4 fermate per la M4

FABIO MARCOMIN

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7 cose che tutti i milanesi amano

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Ph. @milanographies IG

Anche se i milanesi sembrano divisi su tutto c’è qualcosa che fa davvero breccia nel cuore di tutti senza distinzione di credo o ideologie. Foto cover: @milanographies IG

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7 cose che tutti i milanesi amano

# Le giornate di cielo azzurro

Credits: Semplicemente Milano di Andrea Cherchi
Milano

Altolà. So benissimo che per questo primo punto i profeti del “che scoperta” inorridiranno,
additando le giornate soleggiate come qualcosa di scontato. Se non fosse che a Milano se ne vedono in questi anni molto più che una volta, grazie soprattutto al cambiamento climatico, ma anche alle politiche che negli anni hanno ridotto l’inquinamento regalando aria e cielo più puliti di vent’anni fa…Milano soleggiata, credetemi, è una città davvero da scoprire. Perché non so se ci avete mai pensato, ma…non tutte le città con il sole sono ugualmente belle. Un esempio? Londra. Per godersela davvero ci vuole il grigio inglese, non certo il cielo azzurro dell’Italia.

# I navigli al tramonto

tramonto navigli
tramonto navigli

Probabilmente gli scatti turistici più diffusi sulle cartoline anni ’80, sui portali di fotografia amatoriale e, più di recente, usati per perfetti selfie dal colore dorato o ambrato. Fra i tanti periodi adatti per fare una foto da qui (consigliamo l’appostamento sul Naviglio Grande nei pressi della Darsena) è rimasta celebre una giornata di fine novembre 2020, per l’esattezza il 23 novembre, in cui il cielo era semplicemente meraviglioso. Googolare per credere.

# La vista del Monte Rosa

Credits: Semplicemente Milano di Andrea Cherchi
Milano

Come sopra, ma in direzione opposta. La luce del crepuscolo serale che si spalma sul massiccio montuoso più alto delle Alpi dopo il Monte Bianco è osservabile in direzione ovest-nord-ovest da Milano, e nelle poche giornate prive di umidità e foschia regala agli appassionati di fotografia, e non solo, una vista da oscar che riempie di gioia tutti i milanesi.

 # Sant’Ambrogio

Il santo patrono della città è amato da tutti i cittadini. Nessun dubbio su questo. Piace di lui tutto, la sua storia, i luoghi e anche il periodo della sua festa. Come la mitica fiera degli Oh bej! Oh bej!, ovvero la festa le cui origini risalgono al 1510 e coincidono con l’arrivo in città di Giannetto Castiglione, primo Gran Maestro dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro. Il quale era stato incaricato da Papa Pio IV di recarsi a Milano nel tentativo di riaccendere la devozione e la fede verso i Santi da parte dei cittadini ambrosiani. Da allora si cominciò ad organizzare, nel periodo di Sant’Ambrogio e della Festa dell’Immacolata (7/8 dicembre) la fiera degli Oh bej! Oh bej!. Che oggi ha perso forse un po’ della sua tradizione centenaria ma che resta comunque la fiera cittadina più apprezzata dalla città e dagli abitanti meneghini.

Leggi anche: Sant’Ambrogio a Milano

# La Madunina

Credits: @andreacherchi_foto
Madonnina

Alias la Madonnina, cioè la statua che veglia sul Duomo creata da Giuseppe Perego e composta da rame dorato in onore della Madonna Assunta. Altro simbolo della città che è molto caro a tutti i cittadini. Basta un’occhiata, vederla luccicare nel suo corpo d’oro, per trasmettere un frizzantino nel cuore. Alta più di 4 metri e diventata in breve, oltre che un simbolo eterno della città di Milano, protagonista dell’inno cittadino Oh Mia Bela Madunina (composto da Giovanni d’Anzi nel 1934), la Madonnina veglia sul capoluogo lombardo e sui suoi operosi abitanti da prima ancora che in Francia iniziassero a cadere le teste della rivoluzione e fosse poi stilata la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino. L’anno di posa, infatti è il lontano 1774. Una curiosità? Sui milanesi non veglia una, bensì quattro Madonnine: vedi qui l’articolo (le 4 madonnine che vegliano sopra Milano)

# L’aperitivo

Credits: amilanopuoi.ocm

Forse, e soprattutto, perchè proprio qui si è creata quella moda diffusasi poi a livello mondiale di accostare a drink e amari in voga negli anni ’80 un piattino di arachidi, snack salati, olive e quant’altro. L’aperitivo è Milano e Milano è aperitivo. L’invenzione di questo appuntamento di tarda mattina e pre-serale è da attribuire a Vinicio Valdo, imprenditore nel ramo dei locali serali che sfoderò questa rivoluzionaria tendenza diffusasi a macchia d’olio in Europa e nel resto d’Italia, e convertitasi poi nel nome più moderno di happy-hour. Tutti i milanesi gli sono affezionati anche se non tutti amano la dicitura apericena o l’anglicismo happy hour. 

# Il weekend

Credit: ligurianotizie.it

Beh, per forza. Dopo tutto quello che abbiamo passato in settimana, non solo per lavoro ma anche per la partecipazione ai migliaia di eventi di vario tipo di cui si può godere a Milano, a Milano il week end è un vero e proprio punto di arrivo. Il week end significa staccare, e qui entrano in ballo le tradizioni tipiche dei milanesi: Mare o città d’arte in primavera-estate, montagna in inverno. Tanto, è tutto a meno di un’ora e trenta di auto, fatto che rende Milano una delle città con i dintorni più variegati e ricchi del mondo. 

Continua la lettura con: Le vie più ALLEGRE di Milano

CARLO CHIODO

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La vita nella Milano di inizio Ottocento: immagini e curiosità

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Veduta della Corsia dei Servi, di Angelo Inganni, 1850 circa

La Pagina Milano Scomparsa, grazie a una serie di quadri dell’Ottocento, ci aiuta a scoprire come era Milano a quell’epoca nei luoghi più conosciuti. Piazza del Duomo aveva ancora la forma precedente ed erano presenti gli antichi isolati del Rebecchino e del Portico dei Figini. Il Verziere di Porta Tosa è invece scomparso. Ecco come era la nostra città 200 anni fa.

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La vita nella Milano di inizio Ottocento: immagini e curiosità

# Il Duomo di Milano

Una cosa che accomuna quasi tutti i dipinti presi in considerazione, eccetto quello di Carlo Canella del 1860, è il colore arancione o blu dei tendoni dei negozi e dei balconi. A tinta unita o con righe bianche e con foggia e taglio simile. Nonostante fosse il periodo della dominazione austriaca i tendoni non erano di colore bianco o grigio come quelli visibili nei dipinti di Vienna, allora capitale dell’Impero Asburgico. Solo dagli anni Trenta e Quaranta in poi a Milano si diffusero tende e tendoni verdi diventati poi una caratteristica della città. 

Piazza del Duomo di Carlo Bossoli, 1848

In questo dipinto si può notare un negozio che riporta nell’insegna la scritta “chincaglieria”. Alcuni esempi pare siano sopravvissuti fino all’ultima decade del ‘900. Questo il commento di Gianantonio Conzadori sotto il post della pagina Fb: “Chincaglieria è un’insegna che ho visto fino ai primi anni novanta, anche in periferia.”

# Il Teatro alla Scala

La facciata del Teatro alla Scala, di Angelo Inganni, 1852

Anche in questo dipinto che rappresenta il Teatro alla Scala si può notare il colore dei tendoni. Ancora non c’è la piazza antistante la stretta contrada della Scala con diversi edifici, tra cui il palazzetto in cui aveva sede lo storico Caffè Martini, tutti demoliti per fare spazio nel 1858 all’attuale Piazza della Scala.

# Corso di Porta Romana con ponte e statua di San Giovanni Nepomuceno

Corso di Porta Romana al ponte sul Naviglio, di Natale Ferrè, 1848

In questo dipinto si può vedere Corso di Porta Romana all’altezza del ponte sul Naviglio, con la statua di san Giovanni Nepomuceno. La statua è stata trasferita ed è rimasta per alcuni decenni in piazza Cardinal Ferrari, dopo la copertura del canale. In seguito ai danneggiamenti subiti durante la Seconda Guerra Mondiale, è stata ritrovata e fatta restaurare e almeno dal 1955 si trova nel giardino posteriore di Villa Clerici

# Il Verziere di Porta Tosa, oggi scomparso

Il Verziere di Porta Tosa, autore sconosciuto, 1830 circa

Il Verziere di Porta Tosa, una più simile ad una piazza allungata, fu sede per secoli del mercato ortofrutticolo (da qui il nome) dopo lo spostamento per ordine del conte Carlo Firmian, ministro plenipotenziario di Maria Teresa d’Austria. Dopo le trasformazioni di questa parte della città l’unica traccia rimasta oggi è la Colonna del Verziere, sovrastata da una statua di Cristo, in Largo Augusto.

# Loggia degli Osii in Piazza dei Mercanti

Loggia degli Osii e le Scuole Palatine, di Luigi Bisi, 1840

Piazza dei Mercanti con la Loggia deli Osii (sulla sinistra ndr), che deve il nome ai palazzi e alle proprietà degli Osii site in questo punto prima della sua realizzazione, è rimasta abbastanza simile a come la si vede nel dipinto. La Loggia, dove un tempo i magistrati annunciavano alla cittadinanza editti e sentenze, ha una fronte gotica porticata e loggiata e dopo essere stata deturpata nel Seicento e nel Settecento è stata infatti restaurata in grandi linee corrispondenti all’antica. 

# Corso Vittorio Emanuele II

Veduta della Corsia dei Servi, di Angelo Inganni, 1850 circa

Completamente diverso quello che un tempo era conosciuto come Corsia dei Servi, oggi Corso Vittorio Emanuele II. Al posto delle vecchie case di origine medievale vennero costruiti palazzi di maggior prestigio in stile neoclassico tra gli anni ’20 e gli anni ’30 del ‘900 quando la strada fu regolarizzata e ampliata.

Fonte e immagini: Pagina Fb Milano Scomparsa

Continua la lettura con: PRIMA e DOPO: com’erano un tempo le GRANDI AREE RIQUALIFICATE di MILANO

FABIO MARCOMIN

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