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Nel dopoguerra a Milano nasce il fotoromanzo

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Il fotoromanzo nasce come risposta al successo commerciale di un concorrente. Era il 1947 e Grand Hotel della casa editrice Universo, vendeva centinaia di migliaia di copie con le sue storie a fumetti.

Per risposta Arnaldo Mondadori pubblicò “Bolero Film”, stampato in via Corridoni, che sostituì i disegni con delle fotografie.

Nasce così il fotoromanzo che raggiunse un grande successo tra le masse popolari italiane negli anni cinquanta e sessanta, con contenuti in gran parte di tipo sentimentale.

Fonte: Milano d’Italia, Alberto Pezzotta- Anna Gilardelli, Bompiani

Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina: The Bomb

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In occasione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina, lo Spazio Cinema Oberdan proporrà ogni sera più di un film concorrente, preveniente da uno dei continenti in gara.

Questo giovedì, a partire dalle ore 21.00, potrai vedere il film “The Bomb“.

Sinossi: Pipo è un uomo sordomuto sulla quarantina che vive con Cyril, un’adolescente, in una capanna al limitare di una discarica di Manila.

La durezza della vita nella capitale, con le sue continue violenze e i numerosi soprusi che sono costretti a subire, trasformano, però, poco a poco Pipo in una bomba pronta a esplodere.

Ma non ti dico altro del film “The Bomb“, che potrai vedere questo giovedì pagando un biglietto del costo di 8 euro in occasione del Festival del Cinema Africano, d’Asia e America Latina.

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Esperienze milanesi: a cinema con papà

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“Il primo che arriva prende i biglietti”. Appuntamento all’Anteo, anzi al Palazzo del Cinema. Obiettivo: vedere Oltre la Notte di Fatih Akin.
Arrivo poco prima delle 17, coda. Lo spettacolo inizia alle 17.20. Il telefono vibra. E’ papà.
“Sono qui in coda ma non ci sono più biglietti”
“Sì, lo vedo sono dietro di te”.
Che facciamo? Gli altri film li ho già visti o non mi interessano.
Andiamo a quello dopo
“Ok”
“Due biglietti per Oltre la notte, alle 19.30”
“Sono rimasti solo due posti in prima fila, altrimenti tre posti ma separati”
Ci guardiamo. Ormai l’Anteo è diventato come La Scala.
Tarantino dice che i film vanno visti in prima fila. Ok, prendiamoli”.

In Corso Como

Prendiamo i biglietti e decidiamo di fare due passi per fare trascorrere queste due ore e mezza. Piove e fa freddo, anche se Burian non è ancora arrivato.
Camminiamo in corso Como. Papà mi parla di un parente che a 93 anni si è rotto il femore.
“Se la vecchiaia diventa perdita di autosufficienza per me non ha senso”, mi dice.
Gli racconto di Gillo Dorfles che fino a 107 anni camminava come un ragazzino.
“L’ho intervistato tre anni fa e mi ha stupito per la forza. Mi ha detto che l’unico rimpianto della vecchiaia era di non poter più sciare. Mi ha detto di aver smesso attorno ai 90 anni”
Papà ha studiato anche lui a Trieste, ma Dorfles non l’ha mai incrociato.
“Anche perchè aveva trent’anni più di me”.
“Però ho conosciuto Magris e il fratello di Padoa Schioppa”.
Prima sosta dalla Tesla.
“Almeno fa caldo”.

Alla Tesla in Gae Aulenti

Model S e Model X, il Suv. Papà entra nel modello S e si siede al volante, io al suo fianco.
Sul display gigante si vede quello che succede sul retro. “Beh, anche nella mia Toyota vedo cosa succede dietro, anche se lo schermo è più piccolo”.
Si guarda a fianco un po’ perplesso. Non c’è il cambio!
“E come si fa ad andare indietro?”
Lo chiediamo alla commessa che dice che i comandi sono sul volante.

Da Reds

Seconda fermata da Reds, il bar libreria della Feltrinelli. Guardiamo qualche libro, poi ci sediamo. Mi faccio raccontare un po’ del suo lavoro. A 80 anni fa il consulente commerciale di una ditta di export di rifiuti industriali. Si occupa di questo settore da una vita, è stato un autentico precursore in Italia, anche se si è laureato in ingegneria elettronica a Genova. Mi racconta un po’ di storie sulla situazione in Italia e sul vero problema: l’eccesso di discariche e lo smaltimento abusivo. Decido che dalle sue storie scriverò un articolo.
“Andiamo a mangiare un boccone prima del film?”
“Buona idea”
Riscendiamo lungo corso Como ed entriamo da Eataly. Al primo piano c’è una specie di rosticceria con piatti pronti. Prendiamo il merluzzo con sugo di pomodoro, melanzane.
Si va al cinema.

Oltre la notte

Siamo gli ultimi ad entrare, le luci sono già spente, qualcuno dal fondo sgrida in modo un po’ scontroso a papà dicendogli di chiudere meglio la tendina dell’ingresso.
Inizia il film. Del cinema tedesco mi piacciono la recitazione senza fronzoli e i dialoghi secchi.
E’ un film molto crudo. Akin è molto bravo a rappresentare nei suoi film lo Zeitgeist latente, uno spirito dei tempi ancora non manifesto.
La trama non mi convince troppo, ma credo che il film si presti anche a una seconda lettura, più profonda e simbolica. Se si prende la protagonista, la straordinaria Diane Kruger, come immagine della Germania di oggi, quello che emerge dal film è un quadro complesso e inquietante. C’è il rapporto contraddittorio con gli immigrati, un estremismo che fa paura, il superIo di famiglia e tradizioni, ci sono pure il greco disonesto e l’italiano che per essere carino con la protagonista fa molti danni. Praticamente tutte le paure dei tedeschi. Ma su tutto si erge forse il fattore più potente e forse più pericoloso della società tedesca: la sovrastruttura di uno Stato che è incapace di proteggere e non punisce chi dovrebbe. Da tutto questo non può che uscirne un finale tragico, wagneriano, espressione di un desiderio di dissoluzione collettiva che fa parte del lato più oscuro e inconfessabile della cultura germanica.
“Bello”, è il commento di papà.
Ci separiamo sotto la pioggia.
“Ci vediamo al prossimo film”, è il suo saluto.

ANDREA ZOPPOLATO

Da 0 a 9: le 10 cifre che fanno grande Milano

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Milano racchiude tutte le lettere dell’alfabeto e tutte le città del mondo. Non solo. Milano è anche aritmetica.

Da 0 a 9: le 10 cifre che fanno grande Milano

0 emissioni

L’obiettivo desiderato – e mancato- di ogni amministrazione milanese

1 numero

La numero uno in Italia per internazionalità, economia e qualunque classifica di prestigio

2 squadre

L’unica città al mondo ad avere due squadre che hanno vinto la Champions League

3 tangenziali

Nord, Est ed Ovest. Manca la tangenziale sud, perché non sarebbe mai finita

4 i giorni di ritardo del Carnevale

Da martedì lo spostiamo al sabato, perchè a Milano il martedì si lavora

5 giornate

L’unica rivoluzione riuscita in Italia

6 giorni

Era la gara ciclistica coperta più famosa d’Italia, ora è la durata del Fuorisalone

7 dicembre

Il giorno di Milano

8 ottagono

I lati della Galleria Vittorio Emanuele

9 grattacieli

I grattacieli di Milano, la città più innalzata d’Italia

Io sono al buio

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Per Gemma Rossi, “Io sono al buio” non è una semplice mostra personale.

Come chi si ritrova nell’oscurità, nel buio, appunto, si dibatte in silenzio per ritrovare la luce, anche questo lavoro non segue il filone sensazionalista.

Non soddisfa, infatti, quel pubblico annoiato che si rincuora delle disgrazie altrui: vuole esserne, infatti, proprio una denuncia.

Con “Io sono al buio“, Gemma riesce a toccare il cuore degli spettatori senza seguire particolari strategie e si mette in gioco senza astuzie.

La sua arte attinge essenzialmente… dalla sua vita. I suoi sono gesti autentici, frutto del suo vivere il mondo e i suoi disagi.

Io sono al buio” è un’esposizione fotografica che obbliga chi la visita a togliere la maschera del perbenismo, a calpestare gli orrori per asfaltare la parte buia di noi stessi.

Gemma astrae alcuni frame della sua e da altre vite con sguardo lucido, ma coinvolto dalle sofferenze che molte donne ancora sono costrette a subire per via delle loro scelte e dei loro sogni.

Io sono al buio” è un grido nell’oscurità: chiede sguardi, azioni e aiuto alle molte donne che ce l’hanno fatta, che hanno avuto il coraggio di liberarsi dalla violenza, la forza per non morire e la fortuna di non soffrire.

Il modo migliore per contribuire alla missione di Gemma? Andare a vedere questa mostra forte, ma reale, esposta presso Joe Pena’s (Liquid Eye) fino al 14 aprile.

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L’ordine di ammazzare Mussolini fu dato in via Copernico

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Dopo aver dato i natali al fascismo durante la seconda guerra mondiale a Milano ebbe sede anche il governo provvisorio del CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale alta Italia). In via Brera 6 si riunivano futuri padri della patria come Pertini o Valiani, per dirigere le mosse della resistenza antifascista.

L’ordine di uccidere Mussolini venne dato nella sede provvisoria di via Copernico, all’interno dell’istituto dei padri Salesiani dove nel dopoguerra avrebbe studiato Silvio Berlusconi.  La città di Milano fu decorata con la medaglia d’oro per la resistenza.

 

Evanescence a Milano

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Da quando ho ascoltato “Bring me to life” degli Evanescence mi sono completamente persa in loro.

Gli Evanescence mi hanno completamente rapita: ho vissuto tutti i tormenti interiori di Amy Lee descritti nell’album “Fallen“, mi sono goduta la voce intensa, decisa e incredibilmente più sicura di sè che la cantante aveva in “The Open Door” e ho pianto come una pazza quando ho ascoltato “Lost in Paradise” dell’album “Evanescence“.

Insomma, per un periodo sono stati la mia band preferita, nonostante i continui scioglimenti e le successive ricomposizioni del gruppo con altri membri (eh sì, la frontwoman dai capelli corvini è conosciuta soprattutto per essere un tantino esigente e… intransigente).

D’altronde, sono proprio Amy Lee e la sua voce a essere gli Evanescence stessi… e lo sono tutt’ora.

Se anche tu sei un fan di questo gruppo, sono felice di comunicarti che questo lunedì dalle ore 19, dopo il concerto del 4 luglio all’Ippodromo di San Siro, gli Evanescence torneranno finalmente a Milano, al Teatro degli Arcimboldi, per riproporre i loro classici e i nuovi pezzi.

Una serata che non mi perderò assolutamente, anche a costo di stare in piedi davanti al Teatro nella speranza di sentire da fuori la loro musica… anche perchè i biglietti sono sold out, purtroppo… ma magari trovi qualcuno che non ci può più andare e riesci a fare l’affare della tua vita.

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La Democrazia Cristiana è nata a Milano, a casa di Enrico Falck

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A Milano sono nati tutti i principali movimenti politici che hanno segnato la storia d’Italia del novecento. E’ poco noto che anche il partito che ha governato di più l’Italia nel secolo scorso è nato a Milano.

Il 29 settembre 1942 Enrico Falck e Alcide De Gasperi, a capo di un gruppo di studenti dell’Università Cattolica, definiscono la nascita di un nuovo movimento antifascista di ispirazione cattolica. Lo chiamano Democrazia Cristiana ed elaborano dodici punti che rappresentano i suoi capisaldi.

Fonte: Milano d’Italia, Alberto Pezzotta- Anna Gilardelli, Bompiani

Milano al MIPIM 2018

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milano mipim 2018

Dopo la sbornia di ieri, un focus sui premi per eccellenza del mercato immobiliare

Il MIPIM (Le Marché International des Professionnels de l’Immobilieril mercato internazionale dell’immobiliare) è un evento di livello mondiale che si tiene a Cannes, ad ogni mese di Marzo, dal 1990. Il 15 Marzo di quest’anno, finalmente, è arrivato il momento dell’Italia: tre premi per noi, a fronte di uno solo vinto durante le precedenti 25 edizioni nelle quali erano in palio dei riconoscimenti.

Ci siamo infatti aggiudicati il Best Shopping Centre Award, andato a FICO Eataly World, il parco agroalimentare del Gruppo Prelios a Bologna, ma è stata Milano a portare davvero in alto il nome del nostro Paese.

La nostra città ha trionfato con il Best Office & Business Development Award, assegnato a Fondazione Feltrinelli con i suoi uffici Microsoft, e il Best Urban Regeneration Project Award, vinto da Porta Nuova, entrambi progetti della nostra real estate di casa, COIMA (tra l’altro unico developer al mondo ad avere due progetti in finale).

milano mipim 2018
Le ampie vetrate in stile gotico di una delle facciate alla Fondazione Feltrinelli, di Herzog & de Meuron

Guardando alle scorse edizioni, prima di quest’anno solo Venezia aveva contribuito al nostro palmarès: nel 2016 si è forgiata del Best Hotel & Tourism Resort Award, andato al suo JW Marriott Venice Resort & Spa, nel cuore della Laguna, sull’Isola delle Rose.

Il MIPIM nasce con l’intenzione di stimolare e favorire lo scambio di informazioni, conoscenze e accordi tra i protagonisti del mercato immobiliare globale. Quest’anno è arrivato alla 29° edizione, sempre allo storico Palais des Festivals et des Congrès di Cannes, dove si tiene l’omonimo Festival, ma è appunto nel 1991 che vengono istituiti i suoi personalissimi Oscar.

Dal 2012, in più, viene data la possibilità di votare anche al pubblico, sia a quello presente alla manifestazione, sia attraverso la pagina Facebook ufficiale.

milano mipim 2018
Il Palazzo dei Festival a Cannes

La nazione più premiata nell’albo d’oro è la Germania, con 20 vittorie di cui una ottenuta quest’anno dall’Abbazia di Michaelsberg (Special Jury Award), mentre invece tra le città domina Bruxelles, con 12 titoli, di cui l’ultimo nel 2018 andato al quartiere dell’Îlot Sacré (Best Residential Development Award), il vibrante centro storico medievale della capitale belga, dov’è stata costruita una modernissima zona residenziale, che ben si sposa con i dintorni d’epoca.

milano mipim 2018
Il Mui Dinh Ecopark, in Vietnam

Da segnalare il vincitore del Best Futura Mega Project Award di quest’anno, assegnato al Mui Dinh Ecopark del promontorio di Mui Dinh in Vietnam, luogo immacolato dove sorgerà un grandissimo eco-resort ispirato alla cultura locale e alle civiltà che abitarono questi luoghi. Il progetto, concepito dallo studio di architettura inglese Chapman Taylor, ricorda molto la Forest City di Liuzhou, firmata Stefano Boeri: la strada del futuro, città sostenibili, verdi, energeticamente indipendenti.

Tra l’altro, l’archistar de noantri può già vantare un MIPIM Award: il People’s Choice del 2015, andato alla sua Oxygen Eco-Tower per Jakarta.

milano mipim 2018
Rendering dell’Oxygen Eco-Tower

Le prospettive e le riflessioni che ci lascia l’edizione 2018 sono la definitiva presa di coscienza che siamo nel secolo delle città, che gli agglomerati urbani crescono sempre di più e che questo è un processo inarrestabile, che bisognerà affrontare con intelligenza le sfide preposte a tutto ciò, prima fra tutte il non ridurre a meri dormitori i sobborghi delle aree metropolitane.

Gli investimenti del mondo immobiliare dovranno quindi convergere in questa direzione: ad oggi, il 25% di questi va a Londra, New York, Parigi, Hong Kong, Tokyo, Singapore e Seoul, che sono state inserite nella top 7 delle megalopoli globali; San Francisco, Amsterdam, Toronto, Sydney, Madrid, Los Angeles, Chicago, Washington DC, Pechino e Shanghai sono immediatamente dietro, e attirano il 14% del mercato. Milano dovrà cavalcare l’onda del successo ottenuto per salire su questo treno, altrimenti rischierà di rimanere in Serie B.

Il trailer dell’ultima edizione di MIPIM restituisce bene l’idea del livello della partita che abbiamo giocato, un livello che speriamo diventi la normalità.

 

 

La Fiera Campionaria nacque come vetrina economica d’Europa

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Fondata nel 1920 la sua prima sede era ai Bastioni di Porta Venezia. Era la fiera Campionaria, “vetrina economica d’Europa”. Successivamente fu aperta la nuova sede in Piazza Giulio Cesare dove rimase fino alla sua chiusura.

Nel corso dei decenni mostrò la trasformazione dell’Italia in potenza industriale, raggiungendo l’apice negli anni del boom economico, tra gli anni cinquanta e sessanta.

Fonte: Milano d’Italia, Alberto Pezzotta- Anna Gilardelli, Bompiani

Spirit of Ireland: la festa di San Patrizio

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Arriva la festa di San Patrizio e subito tutto si fa più verde… proprio come l’Irlanda.

Hai presente com’è questo paese?

I suoi prati così rasserenanti ed estesi cullano la tua immaginazione e la tua tranquillità verso orizzonti magici, intervallati da gruppetti di candidi puntini bianchi, le morbide pecorelle.

Le sue leggende sul Piccolo Popolo ti riportano con la mente a quell’età in cui credevi che esistessero fate, gnomi e… leprecauni.

Eh beh, ormai i leprecauni sono celebrità, soprattutto nel giorno di San Patrizio: tutti conoscono questo folletto dai capelli e dalla barba rossa vestito completamente di verde a guardia della sua pentola d’oro.

Originariamente, però, (e gli irlandesi che festeggiano il San Patrizio originale lo sanno) erano folletti malvagi. Con il tempo, invece, la loro fama si è mutata e sono diventati il simbolo del paese del quadrifoglio… e di questa festa.

E, come dicevo all’inizi, finalmente è arrivato il giorno di San Patrizio, durante il quale si è autorizzati a sbocciare come pazzi furiosi: d’altronde, uno dei principali simboli irlandesi è proprio la birra.

E ovviamente, non mi tiro indietro nel segnalarti un evento degno di questa ricorrenza: lo Spirit of Ireland dello Spirit de Milano, tre giorni completamente dedicati all’Irlanda che partiranno questo venerdì alle 18.30.

Potrai gustare dell’ottima birra, ascoltare bella musica e ballare danze tipiche irlandesi.

Quindi bando agli indugi: ci vediamo allo Spirit de Milan, tanto l’ingresso cosa solo 15 euro, compresa la consumazione. Cosa vuoi di più?

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Jamaican Week all’East Market Diner

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Ormai lo sappiamo: l’East Market Diner ci regala sempre dei fine settimana intriganti, interessanti e, soprattutto, gustosi.

Questo giovedì, per esempio, se hai voglia di una cena diversa, stuzzicante e colorata o, più semplicemente, se ami la cucina giamaicana, oppure, ancora, sei solo curioso di provare sapori nuovi, quello che devi fare è proprio venire all’East Market Diner.

Perchè? Perchè fino a sabato potrai godere delle leccornie previste per la Jamaican Week, tre giorni dedicati al cibo giamaicano e ai suoi freschissimi ingredienti.

A partire dalle 18.00, si andrà di cibo giamaicano: potrai assaggiare il jerk chicken, pollo fritto marinato in spezie caraibiche servito con salsa jerk piccante, i jerk burger e la nuovissima jerk bowl con base di riso e verdure con jerk chicken accompagnata dalle croccantissime chips di platano.

Ma non c’è buon cibo senza buon bere… e l’East Market Diner lo sa bene, per questo ti proporrà il tutto accompagnato da Cocktail Caraibici e birra Brooklyn Breewery.

Saranno davvero serate da non perdere.

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Piazza Affari fu ottenuta demolendo gli edifici davanti a Palazzo Mezzanotte

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La Borsa di Milano nacque nel 1808 e dall’inizio del novecento si affermò come principale borsa italiana.

Nel 1932 fu inaugurata la nuova sede, Palazzo Mezzanotte e Mussolini decise di fare demolire gli edifici che opprimevano la sua facciata, dando così vita all’attuale Piazza degli Affari.

Palazzo Mezzanotte ospitava gli agenti di cambio che ai tempi della borsa gridata chiamavano le azioni attraverso segnali con le mani, come un saluto militare per le Generali, il movimento di un volante per le Fiat o le corna per le azioni Toro.

Dal 1992 Milano è diventata la Borsa d’Italia, con la chiusura di tutte le altre borse locali e dal 1998 le grida degli agenti di cambio sono state sostituite dalla borsa telematica. Da allora unico segno rimasto nella piazza è il dito medio alzato della scultura L.O.V.E. di Cattelan.

Fonte: Milano d’Italia, Alberto Pezzotta- Anna Gilardelli, Bompiani

Il pacco da giù: Calabria Style

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Come descrivere l’arrivo del pacco da giù?

Beh, se sei un pugliese, un campano, un calabrese o comunque un fuori sede del sud, sai benissimo cosa significa.

Il pacco da giù non rappresenta solo la salvezza del tuo stomaco, ma è soprattutto portatore di quella sensazione che ti fa sentire un po’ a casa tua, anche se sei materialmente lontano.

E la Salumeria del Design lo sa bene e questo giovedì si rivolge a tutti i calabresi fuori sede.

Eh sì, perchè vuole farti tornare (almeno in senso figurato) alla tua amata terra  proponendoti l’aperitivo calabrese più autentico che ci sia, che partirà alle 17.30 spaccate.

Sto parlando, appunto, della serata “Il Pacco da Giù“, all’insegna di cibo selezionato proveniente direttamente dalla Calabria.

Durante l’aperitivo buffet potrai gustare il famosissimo n’duja, ma anche la spianata, il caciocavallo, della salsiccia fresca, gli scarafuagli, la rosa marina, il Cirò e tante altre specialità dal profondo sud, che potrai avere a soli 10 euro con tanto di calice di vino o birra.

Ma non è finita: se anche tu sei calabrese e hai appena ricevuto un pacco dalla tua famiglia, porta qualcosa da condividere.

Dopotutto, chi non mangia in compagnia… di certo non è del Sud.

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5 aziende quotate in Borsa nell’ultimo anno: come si sono comportate e quali sono le prospettive per il futuro

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Nel 2018 compiono un anno di Borsa. Vediamo come si sono comportate e quali sono le prospettive per il futuro.

5 aziende quotate in Borsa nell’ultimo anno: come si sono comportate e quali sono le prospettive per il futuro

#1 Equita Group: una lunga tradizione di investment banking indipendente

Equita Group, istituzione italiana indipendente con una consolidata presenza sui mercati dei capitali, ha fatto il suo debutto a Piazza Affari (Aim Italia) il 23 novembre 2017. Il titolo della banca d’investimento si è presentato sul listino milanese con un guadagno di circa 7 punti percentuali nel primo giorno di contrattazioni (dal debutto ad oggi +4.40%) ma da allora il titolo non ha più brillato e continua a sostare al di sotto del prezzo raggiunto al primo giorno di contrattazioni. Titolo da cassettista.

Alcuni dei principali punti di forza di Equita Grp sono la riconosciuta specializzazione sui mercati dei capitali italiani ed internazionali ed un modello di business diversificato. Inoltre il gruppo è considerato una leadership sul mercato di competenza grazie ad un ottimo posizionamento nei principali servizi di investment banking (unico player indipendente in Italia per prodotti e servizi di investment banking).

Le principali strategie del gruppo (prospettive di crescita) sono quelle di rafforzare il proprio posizionamento come leading player indipendente; mantenere il focus di tutte le business line sul mercato delle Mid e Small Cap italiane e aumentare le opportunità di cross-selling attraverso una intensificazione della collaborazione con le business line “Investment Banking” e “Alternative Asset Management”.

#2 Indel B Group: refrigerio a portata di mano

Indel B, società quotata al segmento MTA di Borsa Italiana, ha fatto il suo esordio sul listino di Milano il 19 maggio 2017. Il Gruppo opera a livello mondiale nel settore della refrigerazione mobile applicabile ai comparti Automotive, Tempo libero e della refrigerazione per il mercato Hospitality. Dal debutto ad oggi il titolo si è comportato bene mettendo a segno un progresso di circa 29 punti percentuali (lo scorso 11 gennaio ha toccato nuovi massimi storici a 37.50 euro).

I principali punti di forza del Gruppo Indel B sono il posizionamento consolidato nei segmenti OEM (rappresenta il 53.2% dei ricavi) e AM attraverso collaborazioni con alcuni dei principali operatori del settore ed un’ampia diversificazione geografica (mercati strategici). Inoltre il gruppo può contare di un’elevata generazione di flussi di cassa e nel corso degli ultimi anni Indel B è riuscito a penetrare in mercati ad alta potenzialità di crescita. In termini di diversificazione geografica, il gruppo ha conseguito (esercizio 2016) la maggior parte delle vendite di prodotti in Europa, pari a circa l’83,1% dei ricavi (di cui il 25,8% in Italia). Il gruppo ha realizzato vendite significative anche in Nord America (circa il 10,9%).

Per quanto riguarda il trend di crescita anche nel corso del primo semestre 2017 il Gruppo ha confermato il positivo andamento di crescita dei ricavi. Il buon andamento ha riguardato quasi tutti i segmenti di mercato, in particolare Automotive, Hospitality e Leisure time, mentre Cooling Appliances ha registrato una flessione del 18% legata al comparto Home. Inoltre lo scorso 30 gennaio Indel B ha reso noto l’ingresso di Shanghai Junzhi Enterprise Management (società di marketing strategico in Cina) nel capitale di Guangdong Indel B Enterprice con una quota dell’8%. L’ingresso nel capitale di Guangdong Indel B da parte di Shanghai Junzhi Enterprise Management ha una valenza altamente strategica per il mercato cinese. Questa operazione permetterà al gruppo di inserirsi maggiormente in un mercato in continua espansione con l’obiettivo di diventare leader di settore nel Paese.

#3 Tps Group: sulle ali della crescita

Il 29 marzo 2017 fa il suo esordio Tps Group, holding operativa del Gruppo TPS leader nel settore dei servizi tecnici e di ingegneria in campo aeronautico. Dopo un esordio brillante, il titolo ha invertito la rotta spingendosi fino agli attuali 4.56 euro, cedendo così dal debutto circa 20 punti percentuali .

TPS Group intende continuare il percorso di crescita organica intrapreso nel 2017 raggiungendo importanti obiettivi e si prevede una chiusura dell’esercizio 2017 con ricavi consolidati in crescita di circa il 30% (il 16 marzo si riunirà il cda per l’approvazione dell’esercizio 2017). Presto verrà completata anche la produzione di barelle per l’utilizzo aeronautico e finalizzando la produzione di 3 kit per l’utilizzo del modello di elicottero AW119. Il gruppo ha come obiettivo di accrescere il set di servizi offerti in questo specifico settore industriale ed avviare attività in Paesi strategici come gli Usa, Turchia e Medio Oriente; inoltre non sono da escludere partnership o possibili acquisizioni di società italiane o estere, dotate di esperienza e professionalità e operanti in aree di business similari a quelle del Gruppo ma specializzate in differenti settori industriali, sviluppi dell’area di business Design and Production Parts & Components ed implementazione della produzione di componenti in metallo attraverso tecnologia di stampa 3D.

Uno dei fattori chiave di successo del Gruppo TPS è l’alto livello di personale specializzato in sistemi informatici all’avanguardia elaborati internamente dal dipartimento research & development che ha creato la piattaforma informatica denominata “TPS LSA Management Tool”. Altra chiave di successo è il posizionamento competitivo (unico gruppo sul mercato italiano dei servizi tecnici in campo aeronautico ed elicotteristico); inoltre il Gruppo TPS ha sviluppato negli ultimi anni un profondo know-how e l’efficiente sistema di distribuzione dei carichi di lavoro ha consentito una riduzione dei costi interni, una maggiore competitività sul mercato.

#4 Spaxs: blank check company

Spaxs, Special Purpose Acquisition Company con l’obiettivo di realizzare un investimento per l’integrazione e la successiva capitalizzazione di una o più società del settore bancario e/o finanziario in Italia, ha fatto il suo debutto a Piazza Affari (Aim Italia) il 01 febbraio 2017 con un progresso di circa 4 punti percentuali.

La Società è stata costituita in data 20 dicembre 2017 e non ha una storia operativa pregressa ma il principale scopo sarà la creazione di un operatore italiano nel settore bancario e/o finanziario che sia attivo principalmente nel mercato dei non-performing loans, tramite l’acquisizione di sofferenze garantite e non garantite e nella prestazione di servizi bancari e/o finanziari nei confronti della clientela imprese soprattutto “Mid Corporate”. La società, così come dichiarato dall’ex Ministro Italiano per lo Sviluppo Economico Corrado Passera (amministratore delegato di Spaxs), a breve acquisirà una piccola banca per fondersi con essa e farla crescere. Sotto la lente ci sono una o più società italiane di piccole-medie dimensioni non quotate che operano nel mercato bancario e/o nei servizi finanziari.

I punti chiave della società sono i fattori legati ai promotori di alta professionalità e competenza; il settore di investimento (i settori bancario e dei servizi finanziari subiranno un cambiamento legato a una evoluzione più veloce e profonda del previsto. Nei prossimi anni infatti saranno avvantaggiati gli operatori bancari e non bancari che sapranno sfruttare al meglio le opportunità offerte dalle nuove tecnologie platform banking) e l’investimento in Spac offre dei vantaggi poiché può essere considerato un investimento a basso rischio (alternativa ai fondi di private equity, più flessibile di questi ultimi in quanto permette all’investitore di liquidare la posizione in qualsiasi momento). Lo scenario è fertile per lo sviluppo delle SPAC già diffuse da diversi anni negli Usa poiché sono considerati come veicolo di risorse finanziarie  per accrescere la dimensione delle imprese.

 

#5 Digital360: soluzioni digitali

Andrea Rangone
Andrea Rangone

Esordio (13 giugno 2017; Aim Italia boom per Digital360 che fece registrare un progresso di circa 24 punti percentuali. Purtroppo dopo un avvio entusiasmante il titolo ha invertito la rotta ed in circa 9 mesi ha lasciato sul terreno di Piazza Affari il 17.5%. Digital360, attraverso ICT&Strategy, gestisce il più grande network in Italia di testate, portali, app ed eventi dedicati alla Trasformazione Digitale e all’Innovazione Imprenditoriale.

Nel corso dei primi sei mesi del 2017 il Gruppo, oltre ad aver finalizzato il processo di quotazione all’AIM Italia, ha proseguito il proprio piano di investimenti per lo sviluppo di nuove piattaforme tecnologiche, nuovi portali ed il lancio di nuove practice di Advisory. Le prospettive di crescita della società sono interessanti, sono in cantiere alcune operazioni strategiche di cui una è avvenuta lo scorso 6 marzo con l’acquisizione di una quota pari al 51% di IQ Consulting S.r.l. (“IQC”), spin-off accademica attiva nel campo dell’Industria 4.0 e del Supply Chain Management (il prezzo inclusivo della PFN è stato fissato in 400 mila euro e sarà integralmente corrisposto alla data del closing). Grazie a questa operazione la società punta a rafforzare le competenze in uno degli ambiti di maggior interesse per la trasformazione digitale delle imprese italiane ed inoltre si verrà a creare un pool unico di competenze interdisciplinari integrate negli ambiti della Supply Chain, dell’ICT, della Cyber Security e della Business Model Innovation a livello europeo. Lo scorso 28 febbraio il Consiglio di Amministrazione di Digital360 ha deliberato di sottoporre all’approvazione dell’Assemblea la proposta di un adc per un ammontare massimo pari a Euro 5.000.000 ed entro un periodo di cinque anni dalla data della delibera della Delega.

Elementi distintivi del Gruppo sono l’esperienza e credibilità nel mondo dell’innovazione digitale in Italia (settore in forte crescita nei prossimi anni), la trasformazione digitale dei canali tradizionali B2B di comunicazione, eventi, lead generation e consulenza e modello organizzativo scalabile – sia in modo organico che per acquisizioni – e in grado di garantire economie di scale.

PASQUALE FERRARO

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A Milano aveva sede l’OVRA, la polizia segreta del fascismo

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La prima sede dell’OVRA, la polizia segreta fascista, venne aperta a Milano in via dell’Orsola, mascherata dall’insegna di una inesistente società vinicola meridionale. L’OVRA aveva il compito di schedare e vigilare su tutti i potenziali nemici dello stato fascista. Nei primi tre anni vengono giudicate per antifascismo 5046 persone. Tra il 1931 e il 1938 ci furono oltre 33 milioni di segnalazioni che portarono all’arresto 580mila persone e 13 mila al confino.

Fonte: Milano d’Italia, Alberto Pezzotta- Anna Gilardelli, Bompiani

L’alfabeto di Milano: dalla A di Ambrogio alla Zzzz

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Milano descritta in 21 tappe, una per ogni lettera dell’alfabeto.

L’alfabeto di Milano

A come Ambrogio

Chi ben comincia è a metà dell’opera

B come Biscione

La leggenda di Milano

C come Castello

L’unica metropoli con un castello nel centro

D come Duomo

La più grande cattedrale gotica del mondo

E come Expo

Simbolo del rilancio di Milano

F come Fuorisalone

Il più grande evento diffuso del mondo

G come Grigio

Il colore della nebbia

H come Hollywood

Il centro geografico di Milano

I come Idroscalo

Dove decollano le zanzare

L come Leonardo

Il genio che a Milano è diventato universale

M come Moda

Uno dei poli trainanti dell’economia milanese

N come Navigli

Simbolo della capacità di trasformare il territorio: dove non c’è l’acqua la porti, dove non c’è il fiume lo fai

O come Occupazione

Il milanese non ha mai le mani in mano

P come Pirellone

Il primo grattacielo italiano

Q come Qt8

Corpo estraneo nell’urbanistica milanese

R come Risotto

Il piatto che dà colore a Milano

S come Scala

Il teatro più famoso del mondo

T come Tram

La città con più tram al mondo, venduti anche a San Francisco

U come ü

La lettera che ogni milanese deve sapere pronunciare

V come Velasca

La torre di ispirazione medievale più particolare del mondo

Z come Zanzara

L’insetto nato a Milano e diffuso in tutto il mondo

Il Giardino dei Visionari

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Chissà come mai vengono definiti “Visionari“.

Forse perchè riescono a vedere sempre un po’ più in là e a proporre, in questo modo, degli appuntamenti sempre interessanti?

Forse perchè dicono che i cambiamenti siano necessari e, come veri e propri visionari, riescono a individuare quelli giusti per offrire delle serate top?

Qualunque sia il motivo, questi Visionari avevano bisogno di una casa accogliente per raccogliere le loro idee e le loro intuizioni.

Così, hanno istituito il mercoledì sera con ingresso gratuito all’Apollo Club, che ogni settimana li accoglie a porte aperte per condividere con i milanesi tutte le visioni che sono sbocciate durante la settimana, come un vero e proprio giardino.

Tra esposizioni artistiche e live painting, yoga exhibitions e videomapping, fino ad arrivare al mitico dj set della crew che comprende Etna, DADA, Groove Squared e Restless, ballerai e dimenticherai ogni tuo problema, entrando nell’ottica di questi creativi Visionari.

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MIA Photo Fair: la fotografia d’arte

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Vorrei chiarire il concetto di “fotografia“.

Fare della buona fotografia non significa sono auto-proclamarsi “fotografi” o, peggio ancora, “fotografi professionisti” solo per il fatto di essersi fatti regalare o essersi comprati una Nikon o una Canon.

Allo stesso modo, essere fotomodelli o modelli professionisti non significa aver posato una volta durante un pomeriggio di sole per l’amico che vuole farsi “il portfolio”.

La fotografia vera è altra e per capire di cosa sto parlando potrai visitare la MIA Photo Fair, la fiera internazionale dedicata alla fotografia d’arte in Italia.

Per quest’occasione, fotografi professionisti (per davvero, però) da tutto il mondo esporranno i loro lavori: tra presentazioni editoriali, mostre e conferenze, potrai immergerti nel mondo della fotografia d’autore e assaporarne tutte le sottili sfumature.

Quindi, ti do appuntamento al The Mall di Piazza Lina Bo Bardi 1: questo lunedì è l’ultimo giorno e, se fossi in te, non mi farei scappare un’occasione del genere e andrei subito a comprare il biglietto a 16 euro.

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La strana storia del Comune che CIRCONDAVA Milano

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Nel 1782 il vasto territorio prettamente agricolo formato da cascine e borghi che circondava Milano, oltre la cerchia dei bastioni spagnoli, fu organizzato in un unico Comune autonomo, detto “dei Corpi Santi“.
Ne risultò un comune a forma di ciambella, dove il “buco” era Milano.

La strana storia del Comune che CIRCONDAVA Milano

Un nome da cimitero

Questo ente territoriale fu da subito dotato di propri deputati dell’estimo, dell’imperial regio cancelliere delegato, di un esattore e naturalmente di un sindaco e sei consoli.
Venne parificato a tutti gli altri comuni foresi, tanto in campo fiscale che in materia di fazioni militari.
Il nome, secondo una tradizione tra le più seguite, deriverebbe dal fatto che era usanza, fin dai tempi dell’affermarsi del cristianesimo, di seppellire i corpi dei martiri cristiani fuori le mura cittadine.
Anche altri comuni lombardi avevano, fuori le proprie mura, un comune detto dei Corpi Santi: era ad esempio il caso di Pavia, di Como, di Cremona.

Napoleone contro i Corpi Santi

L’arrivo delle armate rivoluzionarie francesi (che entrano in città il 14 maggio 1796) segnò il tentativo di annettere questo comune suburbano a Milano.
A tal proposito fu promulgata la Legge 2 nevoso anno VI repubblicano (22 dicembre 1797) per l’aggregazione dei Corpi Santi alle municipalità del comune di Milano, in esecuzione della legge del 29 frimale anno VI.
L’articolo IV sancì la soppressione della dizione Corpi Santi, da sostituirsi con la dizione Circondari esterni del comune di Milano. La legge conteneva una lista davvero infinita di cascine e borghi che venivano assegnati, a seconda di dove si trovassero, ad ognuno degli 8 rioni cittadini.
Tuttavia il processo aggregativo non fece mai in tempo ad andare concretamente in porto, e con il ritorno definitivo degli Austriaci (1814) i due Comuni tornarono ad essere (meglio si direbbe rimasero) separati.

il dazio di Porta Comasina
il dazio di Porta Comasina

Il tentativo del Sindaco di ingrandire Milano

Nel 1860, sull’onda di una medesima richiesta fatta dalla città di Pavia, Milano, per bocca del suo sindaco, Antonio Beretta, aveva fatto domanda di un congruo aumento del proprio territorio giurisdizionale, poiché moltissime persone residenti nella fascia sub-urbana dei Corpi Santi fruivano dei vantaggi economici derivanti dalla vicinanza alla città, nella quale quotidianamente entravano per lavorare e esercitare varie professioni, senza tuttavia partecipare agli oneri che la città imponeva ai propri cittadini. Insomma, alla Giunta municipale tutto questo non sembrava uno scambio equo.
Alla nascita, nel 1861, del Regno d’Italia, il comune dei Corpi Santi risultava avere una popolazione residente di 48.359 abitanti.
In base alla legge sull’ordinamento comunale del 1865, il comune dei Corpi Santi veniva amministrato da un sindaco, da 6 assessori e da un consiglio di 30, poi 40, membri.

La fine di un Comune fuori dal Comune

La sede era, paradossalmente, dentro la città di Milano, in via Crocefisso 11. Ma la scelta era dovuta al fatto che anche il sindaco (l’ultimo fu il dottor Noè) e i quasi tutti gli assessori e i consiglieri erano residenti in città.
L’ultimo censimento utile che abbiamo, quello del 1871, aveva fissato la popolazione dei Corpi Santi in 62.976 residenti.
La fine di questo Comune fu sancita con il Regio Decreto 1413 del 1873: nonostante due deliberazioni contrarie proprio del comune dei Corpi Santi, questa zona suburbana fu aggregata a Milano a partire dal 1° settembre 1873.

Continua la lettura con: Fuga nell’hinterland?

MAURO COLOMBO

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