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A MILANO c’è pure una PASTICCERIA MEDIORIENTALE VEGANA

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pasticceriamourad IG

La pasticceria mediorientale si avvicina molto alle tradizioni italiane, soprattutto quelle del sud, dove nei dolci abbonda la frutta secca. Ecco quali prelibatezze si possono provare anche se si è vegani.

A MILANO c’è pure una PASTICCERIA MEDIORIENTALE VEGANA

# Un locale super raffinato con le prelibatezze del mondo arabo

pasticceriamourad IG – Esterno locale

Una moda a Parigi: i negozi con prelibatezze gettonate dagli islamici durante il Ramadan. Per Milano invece è qualcosa di meno scontato. Mourad è una pasticceria mediorientale ancora più particolare dato che propone dolci vegani. Ha inaugurato nel 2021 in un piccolo spazio in Corso Buenos Aires: visto il suo successo ha deciso di raddoppiare con una seconda apertura in zona De Angeli il primo weekend di ottobre 2023. 

Il locale è raffinato, così come i suoi prodotti, con pareti bianche e decori in oro in stile orientale. L’iniziativa parte Mohamed Mourad, un giovane imprenditore di origine egiziana che decide di far conoscere ai milanesi i classici dolci di questa macroregione a seguito dei risultati ottenuti dalla sua precedente attività di vendita di dolci arabi per il mercato italiano rivolto alle comunità islamiche.

Leggi anche: A Milano la PASTICCERIA GIAPPONESE

# Dolci originari del Libano, Egitto, Marocco e Turchia

Credits mariellaspeciale IG – Pasticceria Mediorientale

La pasticceria mediorientale si avvicina molto alle tradizioni italiane, soprattutto quelle del sud, dove abbonda la frutta secca. Tra i dolcetti c’è infatti la chebakia, una copia in formato più piccolo delle cartellate pugliese anche se senza vino. Tutti sono meno calorici rispetto a quelli tradizionali e vegani, grazie alla sostituzione del burro con margarine vegetali e all’eliminazione del miele.

 

 
 
 
 
 
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Tra questi troviamo la Baklawa, il dolce più famoso de mondo arabo composto da una millefoglie di yufka farcita con granella di pistacchio siriano, burro di Urfa e sciroppo di zucchero, i Maamoul, dolcetti siro-libanesi di pasta frolla ripiena di datteri, pistacchi, noci
e il Tulumba, dolce diffuso in Turchia. Non mancano poi dolci tradizionali e di ispirazione popolare. Le torte non sono vegane in quanto possono avere al loro interno alcuni ingredienti di derivazione dal mondo animale come il miele.

Indirizzi: Corso Buenos Aires 86 e Via Marghera 53

Spunto: wabiside IG

Continua la lettura con: A Milano l’ALL YOU CAN EAT di DOLCI dentro a una FORESTA TROPICALE

FABIO MARCOMIN

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#69 – Il GIARDINO SEGRETO del centro di Milano (Mappa e FotoGallery)

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Credits: milano.corriere.it - Il giardino segreto in centro a Milano

A poca distanza da Sant’Ambrogio e dall’Università Cattolica, celato agli occhi dei passanti meno accorti, si trova un giardino incantevole, ma sconosciuto a molti milanesi. 

Il GIARDINO SEGRETO del centro di Milano (Mappa e FotoGallery)

Pubblichiamo estratti articolo di Silvia Calvi per “Il Corriere” – Parco Calderini: il «giardino segreto» di Milano in pieno centro, a due passi da corso Magenta

# Il giardino, intitolato all’archeologo Aristide Calderini, offre ombra, silenzio e sorprese a ogni stagione

È il giardino Calderini, dedicato all’archeologo Aristide Calderini, tarantino di nascita, milanese d’adozione, che del resto fece una brillante carriera a pochi metri da qui, all’Università Cattolica. Imboccando via Sant’Agnese dal centralissimo corso Magenta, in pochi passi si raggiunge un delizioso angolo di tranquillità che riserva sorprese. Verde, silenzioso tranne che per il canto degli uccellini, ombreggiato e pieno di fiori come si conviene a un giardino raccolto che, nonostante la “segretezza” è un parco aperto a tutti. 

Un posto quasi segreto, sconosciuto a molti milanesi, ma da qualche anno un passaggio obbligato per i turisti, perché dietro il traffico e i lussuosi palazzi di corso Magenta non ti aspetti questo romantico angolo di verde, ricco di essenze che regalano sorprese a ogni stagione.

# Al suo interno i resti del portico d’ingresso di Palazzo Corio progetto dal Bramante: archi a tutto sesto, colonne e statue e il monumento alle vittime della strada realizzato da Arnaldo Pomodoro

Romantico due volte perché, in mezzo al verde, conserva i resti del portico d’ingresso di un antico edificio, palazzo Corio, o “Casa dei Corii”, dal nome della famiglia legata alla corte dei Visconti prima e degli Sforza poi. Un palazzo quattrocentesco dove vide la luce Bernardino Corio, che sarebbe diventato il più importante storico degli Sforza, progettato — pare — da Bramante e rimasto saldo al suo posto dal XV secolo fino ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale.

Del palazzo oggi rimangono solo i resti del portico, con archi a tutto sesto, colonne, semicolonne e alcune statue, accarezzati dai rami delle piante rampicanti e circondati da un piccolo parco con piante e cespugli. In quest’altra parte del giardino, al centro, spicca un secondo monumento, questa volta contemporaneo, quello alle vittime della strada: un’austera stele in metallo creato nel 1996 da Arnaldo Pomodoro in ricordo di Francesco Castellini, un ragazzo di 17 anni che, prima di morire in un incidente, amava trascorrere in questo parco il tempo libero.

 

Continua la lettura con: Luogo nascosto #70 – Il “CASTELLO DISNEY”: è il palazzo più bello di MILANO?

MILANO CITTA’ STATO

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Niente più TASSE in anticipo? Il GOVERNO al lavoro per ABOLIRE l’ACCONTO FISCALE

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Bru-nO-pixabay - Tasse

Uno degli incubi per aziende e professionisti con partita iva potrebbe essere cancellato. L’ipotesi sul tavolo e quando dovrebbe entrare in vigore la misura.

Niente più tasse versate in anticipo? Il GOVERNO al lavoro per ABOLIRE l’ACCONTO FISCALE

# Il famigerato anticipo delle imposte 

Bru-nO-pixabay – Tasse

Il momento del versamento dell’acconto di fine anno, dopo quello dovuto al 30 di giugno, è uno dei peggiori per qualunque azienda o professionista con partita iva, dato che si anticipano le imposte che si dovrebbero pagare con la dichiarazione dei redditi dell’anno successivo a prescindere dall’effettiva produzione di reddito. Nel primo anno di attività si rivela una vera mazzata, mentre dal secondo con il meccanismo saldo/acconti si vanno detrarre gli acconti già pagati l’anno precedente e quindi l’esborso ci sarà sempre, meno oneroso ma costante. E soprattutto il vero problema: come si può anticipare qualcosa che ancora non si è ancora guadagnare? E che non si sa neppure se sarà riscosso?

# La proposta della Lega per abolire il maxi acconto fiscale a chi fattura meno di 500 mila euro

Credits raffaele_de_falco IG – Alberto Gusmeroli

L’ipotesi è quella di introdurre la norma della Lega proposta il 5 agosto 2020 con primo firmatario Alberto Gusmeroli, Presidente della commissione attività produttive e artefice della misura, direttamente nel decreto collegato fiscale alla manovra. Nello specifico si prevede di eliminare il maxi acconto del 30 novembre e trasformare il pagamento in mensile, rateizzandolo dunque da gennaio a giugno del 2024. Le parole di Gusmeroli: “Sarà un fatto storico, per la prima volta in 50 anni le imposte non si pagheranno più in anticipo ma ad anno concluso e reddito guadagnato.”

La misura dovrebbe riguardare le attività con un tetto di fatturato sino a 500 mila euro, anche se inizialmente solo i soggetti Isa (per i quali sono approvati gli indici sintetici di affidabilità fiscale). In numeri significa circa 3 milioni di aziende e migliaia di contribuenti, ma il governo è al lavoro per potere allargare la platea dei beneficiari anche ai dipendenti che hanno altri redditi e ai pensionati.

Continua la lettura con: Il MUNICIPIO 1 alza le BARRICATE: “in centro DIVIETO di INGRESSO alle auto dei NON RESIDENTI”

FABIO MARCOMIN

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“La MILANO che VORREI”: le tre PRIORITÀ dei cittadini per migliorare la città

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Credits: Andrea Cherchi (c)

Milano aspira alla perfezione ma, purtroppo, non l’ha ancora raggiunta. Abbiamo messo insieme i risultati di diversi sondaggi pubblicati negli ultimi mesi, da quello di affaritaliani.it a quelli organizzati sulla nostra fanpage su Facebook. Su tutto emergono tre priorità su cui intervenire. 

“La MILANO che VORREI”: le tre PRIORITÀ dei cittadini per migliorare la città

#1 Sicurezza

La prima piorità è ora sotto i riflettori delle cronache. Proprio oggi (9 ottobre 2023) sono stati pubblicati i nuovi dati dell’Osaservatorio criminalità a cura de Il Sole 24 Ore. Secondo i risultati Milano risulta sempre più prima in Italia per i reati, con un aumento del 3,5% sull’anno precedente. Vedremo se il nuovo “superpoliziotto” Gabrielli nominato dal sindaco Sala come delegato alla sicurezza riuscirà a porre un freno a un fenomeno che preoccupa il 48% dei milanesi che lo pone come primo problema della città. In particolare i più giovani tra i 18-25 anni e chi vive in periferia, non si sentono al sicuro e protetti nella loro città, lamentando episodi di delinquenza, microdelinquenza e vandalismo.

#2 Ambiente

Credits: Andrea Cherchi – Parco Sempione

Anche l’ambiente è un tema piuttosto caro ai cittadini: il 28% parla dell’inquinamento dell’aria, mentre il 17%, in particolare chi risiede nella fascia semi centrale della città, chiede la tutela e un aumento del verde pubblico.

#3 Prezzi delle case 

La terza priorità per una Milano migliore riguarda la difficoltà di trovare casa a prezzi accessibili (28%). Queste sono le tre risposte che emergono sul podio di tutti i sondaggi. Ma quali sono le altre richieste dei milanesi?

# Anche la mobilità è da migliorare

credits: motociclismo.it

Un’altra area tematica sollecitata dai milanesi è quella della mobilità. Il 19% dei cittadini non è soddisfatto dalle condizioni delle strade della città e chiede miglioramenti, così come è insoddisfatto delle lunghe code di macchine e imbottigliamenti nel traffico e della  difficoltà nel trovare parcheggi (17%). Il 15% invece preferirebbe ulteriori possibilità di spostarsi in bicicletta, mentre l’11% con i mezzi pubblici.

Scendendo più un basso nella classifica, il 14% (percentuale che aumenta al 24% in riguardo al Municipio 1 e al 18% vicino a Municipio 9) chiede invece una città più tranquilla, con un intervento anche sui rumori della città in alcune zone di Milano, facendo riferimento soprattutto alla confusione serale della movida.

Fonte: Affaritaliani 

Continua a leggere con: 🛑 MILANO NON è una città per i GIOVANI: solo 76ima in Italia per qualità della vita

Articolo originale di SELENE MANGIAROTTI (aggiornato da Redazione)

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Il PALAZZO con le CICATRICI di un EVENTO STORICO di MILANO

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Credits rivaitalia.it - Palazzo Labus

Porta ancora i segni di uno degli episodi più significativi della storia della città e di quella risorgimentale italiana del XIX secolo.

Il PALAZZO con le CICATRICI di un EVENTO STORICO di MILANO

# Una delle prime costruzioni di case d’affitto con botteghe a Milano

Credits rivaitalia.it – Palazzo Labus

Siamo in pieno a centro a Milano. All’inizio di Corso Venezia, angolo via della Spiga. L’edificio in questione si chiama Palazzo Labus, pare di origini cinquecentesche il cui nucleo era costituito da tre edifici affiancati incorporati in un solo organismo architettonico in stile neoclassico con gli interventi edilizi datati tra il 1807 e il 1808. Tra i proprietari ci furono il Conte Giovanni Mandelli, la Regia Camera, il marchese Gabrio Recalcati e nel XIX secolo i De Maestri, principali promotori della trasformazione di tutto il complesso di edifici.

Leggi anche: La PALLA DI CANNONE nel muro: un reperto straordinario della storia di Milano da VALORIZZARE

# Le cicatrici delle Cinque Giornate di Milano

Credits Andrea Cherchi – Segni bombardamento Palazzo Labus

All’esterno del palazzo, che per circa 120 anni è stato sede del prestigioso negozio di abbigliamento e articoli sportivi “BRIGATTI tutto per tutti gli sport”, si possono notare alcuni segni importanti, delle vere e proprie cicatrici ben visibili a occhio nudo risalenti uno degli eventi più significativi della storia di Milano: le Cinque Giornate.

Credits _missviv_ IG – Segni bombardamento

Durante i cinque giorni di insurrezione armata che liberarono temporaneamente la città dal domino dell’Impero Austriaco, 18-22 marzo 1848, alcuni proiettili hanno colpito Palazzo Labus lasciando delle profonde scheggiature. Si possono vedere sul lato che fa angolo con via della Spiga e a fianco del portone al civico numero 13, ingresso che oggi porta al locale Dolce & Gabbana – Martini. Entrambi i punti sono accompagnati dalla scritta “Marzo 1848”.

 

Leggi anche: CA’ BRUTTA: il palazzo che non piaceva ai MILANESI ma che ha segnato un’EPOCA

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FABIO MARCOMIN

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Le DIECI NUOVE AREE PEDONALI definitive di Milano

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Comune di Milano - Piazza Minniti

Dopo gli interventi leggeri di urbanistica tattica altre dieci aree della città diventano pedonali in modo definitivo. Ecco quali sono.

Le DIECI NUOVE AREE PEDONALI definitive di Milano

# Gli interventi di urbanistica tattica diventano definitivi

Credits luigibertino IG – Piazzale Porta Genova

In accordo con i rispettivi Municipi, che si sono espressi in modo positivo, gli uffici della Mobilità del Comune hanno provveduto a verificare il successo di alcune sperimentazioni di pedonalizzazioni messe in campo tra il 2019 e il 2020. In tutte queste aree sono stati realizzati interventi di urbanistica tattica, tra cui uno dei primi in assoluto nel piazzale davanti alla stazione di Porta Genova. Diversamente da come successo ad esempio per Piazza San Luigi o Piazzale Archinto non si prevedono però al momento riqualificazioni strutturali.

Le parole dell’Assessore alla Mobilità Arianna Censi: “La conformazione della nostra città è compatta e non permette complete rivoluzioni, ma questi interventi in diversi Municipi hanno comunque cambiato la qualità della vita nei quartieri, promuovendo lo sviluppo economico locale e generando nuovi luoghi di socializzazione. Per il beneficio che portano nelle aree in cui vengono realizzate, queste pedonalizzazioni sperimentali stanno diventando definitive“.

Leggi anche: Delirio in PORTA GENOVA: l’URBANISTICA TATTICA finisce fuori strada

# Le dieci nuove aree pedonali

Comune di Milano – Piazza Minniti

Sono in totale dieci le nuove aree pedonali, diventate quindi definitive: Via Spoleto e Venini in zona Viale Monza nel Municipio 2, Via Monte Velino a Calvairate nel Municipio 4, Porta Genova nel Municipio 6, Piazza Sicilia a Porta Vercellina e Via Quarti a Baggio nel Municipio 7, Via Val Lagarina a Quarto Oggiaro nel Municipio 8, Via Toce e Piazza Minniti nel quartiere Isola e Piazza Belloveso a Niguarda nel Municipio 9.

Leggi anche: Le PIAZZE di Milano un tempo ORRENDE e oggi diventate BELLISSIME

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FABIO MARCOMIN

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#70 – BELLAGIO: la perla del lago di Como più imitata al mondo

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ph. travelspot - pixabay

Un grande classico. La gita a Bellagio. Perfetta in ogni stagione, anche se si ha solo una mezza giornata a disposizione. Queste le bellezze del “bel lago”, la perla del lago di Como che vanta ogni tipo di imitazione (vedi in fondo all’articolo). 

BELLAGIO: la perla del lago di Como più imitata al mondo

Ai vertici del triangolo Lariano, Bellagio si trova sulla punta di una penisola che dall’area a nord di Milano si insinua fin nel cuore del lago di Como. E’ anche il punto in cui i due rami, quello di Como e quello di Lecco, si congiungono diventando una cosa sola. Da Bellagio si apre la vista sulle montagne della Valtellina a Nord, insieme alle vette sulle sponde occidentali e orientali. Ma quali sono le principali attrazioni della tipica meta per una gita milanese?

#1 San Primo e la Valle del Perlo

Vista da Bellagio – ph. Linda72 – Pixabay

Le montagne non sono solo davanti, a sinistra e a destra di Bellagio. Sono anche alle sue spalle. Nel territorio la vetta più alta è il monte San Primo che supera i 1.600 metri e da cui sorge il torrente Perlo che percorre l’intera valle del Perlo sfociando nei pressi del paese, nella frazione di Guggiate. 

#2 Girar per vicoli e stradine sentendosi sulla costiera Amalfitana

Credits: @seta_bellagio IG

Un po’ Liguria, un po’ Costa Azzurra, un po’ costiera Amalfitana, anche per i limoni che si trovano ovunque. Questa l’atmosfera che si respira girando per il cuore di Bellagio. 

#3 I giardini di Villa Serbelloni

the rockefeller foundation, Bellagio
the rockefeller foundation, Bellagio

Villa Serbelloni domina il centro storico. Si raggiunge percorrendo da via Garibaldi ed è stata acquisita dalla Fondazione Rockefeller. Fu costruita nel XV secolo e oggi si possono visitare solo i giardini, un intrico di vialetti immersi nella vegetazione. La villa è sede di convegni internazionali, spesso tenuti da studiosi e organizzazioni statunitensi.

#4 Le ville d’epoca

Villa Melzi – ph. John_Bongard – Pixabay

A Bellagio si trovano palazzi spettacolari. Le superstar sono: Villa Melzi d’Eril, Villa Giulia, Villa Gerli e Villa Trotti.
Villa Melzi, dove soggiornò anche Stendhal, sorge sul lungolago occidentale, sulla litoranea che conduce a Como. Il suo parco è impreziosito da reperti antichissimi, tra cui reperti dell’antico Egitto. La villa è ancora abitata ma non è visitabile, ad eccezione del piccolo museo della Cappella neoclassica a sud del parco. 
Villa Giulia si trova nella frazione di Regatola e possiede il più ampio parco di Bellagio. Il giardino si estende su entrambi i rami del lago, con un vialone dalla lunghezza di 800 metri. Tra i proprietari del passato il re Leopoldo I di Belgio. 
Villa Gerli si trova nei pressi dalla foce del torrente Perlo ed è stata costruita all’interno di quella che un tempo costituiva la proprietà dell’abbazia di Santa Maria di Loppia. Nel giardino ha il mausoleo Gonzaga. 
Villa Trotti risalente agli inizi del XVIII secolo, è situato a in riva al lago a fianco a villa Gerli. Il nome deriva da Lodovico Trotti, genero di Alessandro Manzoni. 

#5 Varenna e l’Isola Comacina

Ph. siviaggia.it – Varenna

Da Bellagio in pochi minuti di barca o traghetto si possono raggiungere alcuni dei luoghi più belli del lago. Sulla sponda di Lecco (quella orientale) si arriva direttamente a Varenna con la sua strada romantica in riva al lago. Dall’altro lato si approda a uno dei tratti più belli della costa occidentale, quella che porta da Tremezzina a Menaggio passando accanto all’isola Comacina

# Bellagio nel mondo

Ph. Michelle_Maria – pixabay

Una curiosità? Bellagio si è diffusa nel mondo. L’imprenditore Steve Wynn  si innamorò così tanto del Lago di Como dopo una vacanza da ricostruire Bellagio e la sua Villa Serbelloni in un resort a Las Vegas. Ci sono due casinò con il nome Bellagio: a Lima e a Colombo nello Sri Lanka. Ad Hong Kong Bellagio è un grattacielo residenziale, mentre a Los Angeles ci sono una Bellagio Road, una Bellagio Way e una Bellagio Terrace.

Continua la lettura con: La gita più bella #71 – La PISCINA GALLEGGIANTE sul LAGO a un’ora da Milano

ANDREA ZOPPOLATO

copyright milanocittastato.it

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#70 – Il “CASTELLO DISNEY”: è il palazzo più bello di MILANO?

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Credits: @milanocityitalia (INSTG)

In via Carducci 36, all’angolo con via San Vittore, si trova Castello Cova. Se si dice Castello a Milano si pensa in automatico a quello Sforzesco, eppure non è l’unico, o meglio. Castello Cova, anche se è conosciuto come tale, non è propriamente una fortezza, anzi è un semplice palazzo. Inoltre, se si esce dalla fermata della metro verde Sant’Ambrogio ci si trova immediatamente di fronte ad un “castello Disney” e catapultati in un’altra epoca, ma, in realtà, per risalire alla costruzione dell’edificio bisogna andare indietro solo  di circa 100 anni.

Il “CASTELLO DISNEY”: è il palazzo più bello di MILANO?

# Una bellezza “medievale”

Castello Cova, o Palazzo Viviani Cova, deve il suo nome a chi ne ha voluto la costruzione e fu realizzato dall’architetto Adolfo Coppedè, insieme al famoso fratello Gino. Il castello sembra una bellezza medievale con la torre a merli guelfi, i rimandi architettonici a epoche passate e con un netto contrasto cromatico tra i mattoni rossi e gli inserti in pietra bianca. L’edificio è conosciuto per la sua particolarità e la sua eccentricità distinguendosi dall’epoca in cui è stato costruito, un misto tra stile liberty e storia.

Credits: @kevingibson_ct (INSTG)

Pare quindi avere tutte le caratteristiche delle fortezze del Medioevo, ma il Castello Cova è stato costruito solo tra il 1910 e il 1915 e fu di grande ispirazione anche per gli architetti della Torre Velasca. I due fratelli Coppedè avevano dato vita, infatti, ad un vero e proprio stile architettonico che prende il loro nome ed è lo stesso stile della famosa torre milanese. Con un occhio un po’ attento si potrebbero trovare anche delle somiglianze tra i due edifici, soprattutto se si guarda alla base del castello.

# Uno tra i palazzi più belli di Milano

Il Castello Cova appare in tutte le liste dei “palazzi più belli di Milano”. Ma è lui il numero uno? Sicuramente ha dei concorrenti degni di nota, dai più famosi palazzi come Palazzo Belgioiso nella piazza omonima o Palazzo dei Giureconsulti affacciato su piazza Mercanti, a quelli meno conosciuti ma di grande bellezza. Ciò che rende però Castello Cova un buon ipotetico primo classificato è la sua monumentalità e come questo si distingua dagli altri. Sono il suo volume, la loggia ed il torrione gli elementi più distintivi e che lo rendono diverso dagli altri palazzi.

Continua la lettura con: Luogo nascosto #71 – La “FETTA di TORTA”: il PALAZZO più STRANO di Milano

BEATRICE BARAZZETTI

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L’immancabile CENA al BUIO di Milano

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credits: Milano Pocket

Tra i 5 sensi, per l’uomo, quella della vista è il più importante. È il senso dominante che ci permette di cogliere il maggior numero di stimoli esterni così come percepire pericoli con largo anticipo.

C’è un luogo, a Milano, che permette a chi visita di privarsi di questo senso per qualche ora, affidandosi solamente agli altri 4. Si avrà solo udito, tatto e olfatto a disposizione per orientarsi, oltre ad un bastone.

L’immancabile CENA al BUIO di Milano

# Una passeggiata in totale OSCURITÀ

credits: dialogonelbuio.org

Si chiama “Dialogo nel Buio” ed è un percorso sensoriale in completa oscurità che trasforma una semplice passeggiata o una cena con gli amici in un’esplosione di suoni, odori e sapori. Allestita nel 2005 all’Istituto dei Ciechi di Milano in Via Vivaio,7, la mostra-percorso non è una simulazione della cecità, come fa notare il sito dialogonelbuio.org. Bensì, è un invito a sperimentare sé stessi, imparare a fare affidamento su altri sensi non meno importanti e capire “come la percezione della realtà e la comunicazione possano essere molto più profonde e intense in assenza della luce”.

# L’incontro che ha portato alla ricerca di nuove forme di comunicazione

credits: passin.it

Il percorso nasce a Francoforte nel 1988 da Andreas Heinecke. L’incontro con un collega giornalista non vedente sconvolse il suo modo di vedere il mondo e la sua percezione della realtà e della quotidianità, portandolo a ricercare nuove forme di comunicazione altrettanto efficaci, capendo l’importanza dell’uso di tutti gli altri sensi.

Così, nacque l’idea del “Dialogo nel Buio”, un’iniziativa che punta a superare ogni barriera tra persone vedenti e non vedenti. Da Francoforte, Heinecke, si spostò a Milano realizzando il primo allestimento a Palazzo Reale nel 2002 e, successivamente, all’Istituto dei Ciechi nel 2005, ottenendo più di 110mila visitatori.

# Lasciarsi guidare dai propri SENSI

credits: Milano Pocket

L’assenza di visibilità può essere disorientante i primi minuti del percorso, ma una volta abituati, tutti gli altri sensi inizieranno a prendere il sopravvento e lavorare contemporaneamente per sostituire quello mancante. Un gruppo di massimo 8 persone viene guidato attraverso diversi ambienti che richiamano scene di vita quotidiana, svelando altri modi possibili di percepire l’ambiente esterno.

Il bar è la tappa finale dove si avrà la possibilità di sperimentare anche con il cibo, attraverso un’esplosione di odori e sapori da gustare secondo un’altra prospettiva. Senza vedere i piatti, sarà l’olfatto a stuzzicare il palato in maniera estremamente coinvolgente. Successivamente, il gusto prenderà il suo posto. Ogni boccone significa riscoprire gusti e combinazioni di sapori a cui prima, forse, non si prestava grande attenzione.

L’inizio della cena è previsto per le 19:30: è pertanto necessario presentarsi all’ingresso della mostra Dialogo nel Buio con 30 minuti di anticipo.

Gli spazi che ospitano l’evento “Cena al buio” sono stati ristrutturati nel 2023 con il contributo di Fondazione Cariplo.

 

Continua a leggere con: Tutte le STELLE dei RISTORANTI di MILANO

SELENE MANGIAROTTI

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Il nostro sogno per l’Italia? Un’Italia federale, con forte autonomia per le aree urbane e i territori omogenei. Un Paese che premi il fare rispetto al non fare, con una forte propensione all’innovazione, che valorizzi le sue eccellenze distintive e che miri a essere sempre migliore, mettendo al centro il cittadino libero e responsabile verso la comunità.

La CITTÀ STELLATA

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La città-fortezza a forma di stella, patrimonio dell’UNESCO.

Palmanova, la città stellata

Palmanova è una città-fortezza situata in Friuli Venezia Giulia, 30 chilometri a sud di Udine. È conosciuta per la sua forma a stella, che le ha valso il soprannome di “Città stellata“. È circondata da un’area naturale protetta, il Parco Regionale delle Prealpi Giulie. Al 31 dicembre 2022, Palmanova contava 9.300 abitanti.

Il borgo di Palmanova | I Borghi più belli d'Italia in Friuli Venezia Giulia
Credits: @palmanova_italy(IG) – Il Borgo di Palmanova

# Brevi cenni storici

Palmanova fu fondata nel 1593 dalla Repubblica di Venezia, come fortezza difensiva contro le minacce provenienti da Oriente. Fu progettata da un architetto militare veneziano, Giulio Savorgnan. La sua costruzione fu completata nel 1606. La particolarità più evidente è la sua forma a stella poligonale, con nove baluardi e nove bastioni. La fortezza è circondata da un fossato e da un muro di cinta. Durante la Grande Guerra, Palmanova è stata una importante sede di ospedali, magazzini ed infrastrutture per l’addestramento delle truppe militari. Nell’ultimo periodo della Seconda Guerra Mondiale, qui ebbe sede un centro di repressione antipartigiano.

# Cosa visitare a Palmanova

Palmanova è una città ricca di storia e cultura. Nel 1960 il Presidente della Repubblica decretò Palmanova quale “Monumento Nazionale“. E’ riconosciuta come Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco.Tra i principali punti da visitare ci sono:

Credits: @palmanova_italy(IG) – Il Borgo di Palmanova

1. La fortezza: è il monumento più importante della città. È possibile visitare le mura, i baluardi e i bastioni.

2. Il centro storico: caratterizzato da strade e piazze ordinate, secondo il piano urbanistico originale.

Credits: @palmanova_italy(IG)

3. Il Museo della città: ospita una collezione di oggetti e documenti che raccontano la storia di Palmanova.

4. il Duomo. Il Duomo Dogale, risalente alla prima metà del Seicento.

5. Il Castello di Aquileia: è un’antica fortezza situata a pochi chilometri da Palmanova.

6. Un’altra lunga serie di edifici storici tra i quali si ricordano il Palazzo del Governatore dell’Armi, il Palazzo del Ragionato e l’Antica Polveriera Veneta. Il Santo Monte di Pietà, il Quartiere di Sant’Andrea. Il palazzo del Provveditore Generale, la Polveriera Napoleonica, la Loggia della Gran Guardia; la Caserma Difensiva Napoleonica di Baluardo.

7. Le gallerie sotterranee di contromina del Rivellino, poste sotto le mura di cinta della città.

Credits: @palmanova_italy(IG) – Le gallerie sotterranee del Rivellino

Continua la lettura con: Il “BORGO dell’AMORE” a meno di un’ora da Milano

LUCIO BARDELLE

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Tutte le STELLE dei RISTORANTI di MILANO

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Credits: flawless.life - Mandatin Hotel Ristorante Seta

Hai detto chef stellato? Milano risponde con 16 chef cui è stato attribuito il famoso riconoscimento dalla guida Michelin. Vediamo chi sono e dove si trovano i loro locali tra le stelle.

Tutte le STELLE dei RISTORANTI di MILANO

# Enrico Bartolini al Mudec, il tre stelle di Milano

Enrico Bartolini al Mudec

Lo chef vanta tre stelle Michelin per il ristorante al Mudec in via Tortona 56 e una stella per il Ristorante Anima, presso l’hotel di design Milano Verticale Una Experience. Senza contare vari ristoranti in Italia tra cui Venezia o il Monferrato e all’estero tra cui Dubai e Hong Kong per un totale di ben 13 stelle

Leggi anche: MILANO ESCLUSIVA: i ristoranti, locali e bar più SELETTIVI di Milano

# Il luogo di Aimo e Nadia, lo storico due stelle

Il Luogo di Aimo e Diana

Il luogo di Aimo e Nadia, due stelle Michelin in via privata Montecuccoli, propone una cucina ricercata e innovativa, con uno sguardo riservato alla classica cucina milanese reinterpretati in chiave moderna e contemporanea, attraverso una serie di percorsi culinari tutti da scoprire.

Leggi anche: Le “STELLINE”; di Milano: i 7 RISTORANTI ECONOMICI consigliati dalla MICHELIN

# Seta di Antonio Guida, due stelle Michelin presso l’hotel Mandarin Oriental

Credits: flawless.life – Mandarin Hotel Ristorante Seta

All’hotel Mandarin Oriental in via Andegari 9 c’è un altro bistellato: il Seta di Antonio Guida. Nel suo elegante ristorante lo chef offre una cucina tradizionale rivisitata in chiave creativa e contemporanea, attraverso un menù che stupisce per le portate sia di carne che di pesce in una location ricercata e molto chic.

Completano l’elenco, tutti con una stella Michelin:

  • Aalto in Piazza Alvar Alto, ristorante di cucina giapponese;
  • Andrea Aprea in Corso Venezia con un ristorante e un caffè bistrot;
  • Berton in Via Mike Bongiorno che propone originali percorsi di degustazione;
  • Contraste in Via Meda che propone menù innovativi e particolari;
  • Felix LoBasso in Via Goldoni che propone menù variabili ogni giorno;
  • Cracco in Galleria Vittorio Emanuele in una location che si commenta da sé;
  • Joia in Via Panfilo Castaldi che offre pietanze tutte in chiave green;
  • Iyo Taste Experience, ristorante di cucina giapponese;
  • Alchimia in Viale Premuda che propone piatti estremamente innovativi e particolari;
  • Tano passami l’olio in Via Petrarca, offre piatti ricercati e raffinati;
  • Viva Viviana Varese che propone piatti raffinati in ambiente ricercato e chic. 

Continua la lettura con: APERITIVI STRANI a Milano: dove trovarli

ALESSANDRA GURRIERI

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#71 – La “FETTA di TORTA”: il PALAZZO più STRANO di Milano

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Credits Urbanfile - Fetta di Torta

Foto copertina: Urbanfile

Zona nord-ovest di Milano. C’è un piccolo edificio che, se non gli si presta la dovuta attenzione o ci si sta passando vicino in auto, non desterà particolare attenzione. Girando di poco l’angolo però ci si trova di fronte a quella che potrebbe sembrare un’illusione ottica. E invece è tutto reale.

La “FETTA di TORTA”: il PALAZZO più STRANO di Milano

# Il contesto storico

Credits: wikipedia.org – Corpi Santi

La “fetta di torta” è una palazzina di soli due piani costruita circa cento anni fa in uno stile tendente al classico ma lontano anni luce da buona parte dell’architettura storica di Milano. Siamo in via Panfilo Nuvolone 52, strada trasversale alle arterie via Gallarate e via Espinasse, a ovest della Bovisa. 

Quando nel lontano 1869 la frazione di Garegnano fu aggregata a Musocco, famoso per il Cimitero Maggiore a sua volta diventato quartiere di Milano nel 1923, il piccolo lotto di terreno sede della futura Fetta di Torta si trovava nell’estrema periferia della città, nel territorio appartenuto un tempo al comune di Musocco (il cui centro era l’attuale piazza Santorre di Santarosa con tanto di municipio,) dove si trovava la Certosa che poi non lontano da qui diede il nome al famoso viale. La casa venne realizzata con ogni probabilità sul finire del secondo decennio del Novecento, risultando quindi già nel Comune di Milano. E questo cambiò le carte in tavola.

# Le stranezze della Fetta di Torta

Ph. Urbanfile.org– Fetta di Torta

Il motivo per cui questo edificio venne costruito in un modo così originale deriva infatti da un piano regolatore che non era più quello di un comune esterno alla città ma quello del capoluogo stesso: si prevedeva infatti che via Panfilo Nuvolone dovesse incrociare via Ludovico di Breme formando un angolo retto, ma il progetto rimase irrealizzato perché nel frattempo fu ottenuta l’edificabilità da parte del proprietario dell’epoca, che si oppose alla modifica dell’immobile costringendo la via Nuvolone a non piegarsi sul percorso previsto ma a proseguire dritta in direzione di via Gallarate.

Ph. Urbanfile.org

La particolarità di questa costruzione bizzarra è che se viene osservata da un punto di vista di via Ludovico di Breme la palazzina pare composta dalla sola facciata, come fosse una quinta teatrale a causa della sua triangolare planimetria. La “fetta” di terreno è interamente occupata dalla costruzione, uno strettissimo trapezio con un angolo acuto (33 gradi) tanto da indurre a chiederci come abbiano potuto costruirvi sopra una casa. Nel corso del tempo poi sulla parete cieca è stata aperta una porta per il sottotetto e realizzata una scala a chiocciola in ferro battuto che parte da una grande terrazza.

 

Leggi anche: Casa Sartorio: l’edificio a FERRO DA STIRO ispirato al Flatiron Building di New York

# La cugina sabauda: la Fetta di Polenta

credits: hari_sheldon IG – Casa Scaccabarozzi

Se la Fetta di Torta di via Nuvolone rappresenta il fiore all’occhiello di una platonica e non convenzionale architettura milanese, è bene ricordare che a Torino esiste una cugina che è stata soprannominata Fetta di Polenta.

Casa Scaccabarozzi infatti è uno storico edificio situato nel cuore del quartiere Vanchiglia e la sua particolarità legata a doppio filo al nome è prima di tutto il color giallo ocra che a Milano di certo non manca (la famosa tonalità “Giallo Milano”,) ma soprattutto che a differenza della Fetta di Torta ha una forma trapezoidale e decisamente sottile, con uno degli spessori laterali che misura solo cinquantaquattro centimetri. Qui però abbiamo più certezze sia sulla data (1840) sia sull’origine del nome, in quanto la Fetta di Polenta all’anagrafe è registrata come Scaccabarozzi, dal cognome della nobildonna moglie dell’architetto. A quanto pare i cugini piemontesi sono stati più precisi di noi e meritano un premio. Peccato che la Scaccabarozzi fosse originaria di Cremona.

Leggi anche: “FETTA DI POLENTA”: il palazzo più STRANO d’Italia

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CARLO CHIODO

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MARIA GAETANA AGNESI, la “donna più intelligente del Settecento”

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Qualcuno la definì “la donna più intelligente del XVIII secolo”, altri erano addirittura convinti che fosse frutto della fantasia di qualche romanziere. Maria Gaetana Agnesi è stata una delle personalità più ricche di cultura e di sapere che la storia di Milano abbia conosciuto.

MARIA GAETANA AGNESI, la “donna più intelligente del Settecento”

Maria Gaetana Agnesi nasce a Milano il 16 maggio 1718. I genitori erano Anna Fortunata Brivio e il commerciante di seta Pietro Agnesi. Era la primogenita di otto figli relativamente al primo matrimonio del padre, che poi si sposò altre due volte (Anna morì di parto) avendo in tutto 21 figli. Tra questi la musicista e compositrice Maria Teresa Agnesi, autrice di innumerevoli lavori artistici, tra cui sette opere liriche.

# Il primo libro a vent’anni

Maria Gaetana sin da ragazzina impara il latino (grazie al fratello che lo studiava), il francese (dalla governante di famiglia che arrivava d’oltralpe), poi greco, tedesco, spagnolo e l’ebraico: proprio per queste conoscenze fu soprannominata “Oracolo settelingue”.

A diciannove anni inizia a studiare Filologia e, subito dopo, Matematica. Grazie alle frequentazioni con raffinati intellettuali milanesi, studiò “Elementi di Euclide”, la più importante opera matematica giuntaci dalla cultura greca antica, la “Logica”, ovvero il punto d’incontro tra la Filosofia e la Scienza, la “Metafisica”, cioè l’essenza degli aspetti più autentici della realtà e la Fisica sperimentale. A vent’anni pubblica il suo primo libro, si tratta del “Propositiones Philosophicae”, contenente tesi di logica, botanica, cosmologia, ontologia, meccanica e pmeumatologia.

# La matematica? La via per raggiungere la verità

Busto di Maria Gaetana Agnesi nel Palazzo di Brera (Milano)

Maria Gaetana Agnesi era una convinta assertrice che le donne avevano pieno diritto di istruirsi e divulgare il sapere acquisito; proprio lei, che fece della matematica una disciplina capace di risolvere i problemi pratici del mondo e, al tempo stesso, di avere una risposta ai molti interrogativi dello spirito. La matematica per la Agnesi è la via per raggiungere la verità, contemplandola e rendendola eterna per le generazioni future.

A ventidue anni avvia una prolifica collaborazione con Ramiro Rampinelli, un religioso bresciano, noto per i suoi studi di matematica e fisica. A 30 anni pubblica il volume “Istituzioni analitiche da uso della gioventù italiana”, sono due volumi che affrontano, tra l’altro, il concetto di calcolo infinitesimale.

Maria Gaetana Agnesi fu la prima donna della storia a pubblicare un libro di matematica e la prima donna ad insegnare all’Università di Bologna.
Decide però di tornare a Milano: dopo la morte del padre si dedica ai bisognosi e, nel 1771, è nominata direttrice dell’albergo Pio Trivulzio, al servizio degli anziani poveri.
Scrive libri che presentano le sue riflessioni sulle Sacre scritture e sulla Chiesa, tra questi citiamo “Il cielo mistico”.
Morirà al Trivulzio il 9 gennaio 1799. 

FABIO BUFFA 

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Gino LANDI, il mago delle COREOGRAFIE della TELEVISIONE ITALIANA

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Quelli di VIA OSOPPO: la STANGATA di Milano

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WALTER VALDI, cintura nera di dialetto milanese

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Storia di una GRANDE DONNA di Milano: ALDA MERINI

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#71 – La PISCINA GALLEGGIANTE sul LAGO a un’ora da Milano

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Credits massoortravel IG - Piscina Galleggiante

Una vasca sospesa con una vista spettacolare sulla natura circostante. Dove si trova e come è fatta.

La PISCINA GALLEGGIANTE sul LAGO a un’ora e mezza da Milano

# L’icona Art Nuoveau 5 stelle sul lago di Como

Credits traceyshaw1969 IG – Grand Hotel Tremezzo

Sulla sponda occidentale del Lago di Como c’è una delle perle dell’architettura più suggestive della Lombardia, un’icona dell’Art Nuoveau a cinque stelle: il Grand Hotel Tremezzo. Caratterizzato da splendidi interni d’epoca, con colori accesi, materiali d’eccellenza e arredi prestigiosi, fa rivivere ai clienti le atmosfere della Belle Époque.

Credits lisa.a.wheeler IG – Interno Grand Hotel

Scelto dal jet set internazionale fino dagli inizi del ‘900, per l’esattezza dal 1910 quando è stato inaugurato, è circondato da paesaggi mozzafiato che vanno dalle acque del lago verso Bellagio fino alle cime delle Grigne, il massiccio alpino in provincia di Lecco.

# Un parco privato, una spiaggia privata e tre piscine 

Credits resorttolauramadrid IG – Parco Grand Hotel

L’hotel, oltre al lusso degli ambienti comuni e della camere, è dotato di un lussureggiante parco privato, di una spiaggia privata e di ben tre piscine: quella dei Fiori, tr aromi e colori di stagione, quella Infinity nella T Spa e la più ambita Water-On-the-Water. 

# La piscina galleggiante più fotografata d’Italia

Credits massoortravel IG – Grand Hotel

Tra quelle presenti nell’hotel la piscina rettangolare galleggiante “Water-On-the-Water” è la più scenografica e più suggestiva. Si protende sul lago di Como, è circondata su tutti i quattro lati dall’acqua ed è collegata da due ponticelli in legno alla spiaggia privata della struttura alberghiera, anch’essa affacciata sulle acque cristalline del lago.

Credits massoortravel IG – Piscina Galleggiante

Da qui si gode ancora meglio della vista mozzafiato della natura circostante. Nel 2022 “Big 7 Travel”, sito internazionale che si occupa di turismo e offre consigli sulle migliori destinazioni per chi ama viaggiare, ha inserito la vasca sospesa tra le 50 più instagrammabili del mondo, in 13esima posizione e prima tra le italiane.

 

Continua la lettura: La gita più bella #72 – I 10 POSTI più STRANI dove DORMIRE in Lombardia

FABIO MARCOMIN

copyright milanocittastato.it

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MARANZA, TAMARRO e SCIURA GLAM: cosa li distingue dai MILANESI alla MODA

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Credits sciuraglam IG

Maranza e tamarro sono termini che indicano soggetti che certo non spiccano per eleganza, Ma che cosa li distingue dai milanesi alla moda?

MARANZA, TAMARRO e SCIURA GLAM: cosa li distingue dai MILANESI alla MODA

# Il maranza di periferia

Credits houss.lasquale IG – Maranza

Uno tra tutti, il maranza di periferia, perché da essa proviene. Una categoria mal vista, spesso si tratta di soggetti che si muovono in branco poco inclini alla contaminazione. Tuta acetata occhialoni e borsello sono i suoi tratti distintivi. 

Imperversano con atteggiamento spavaldo e sopra le righe in corso Como, sui Navigli o nei pressi della Stazione Centrale, salgono sui mezzi, ridono sguaiatamente, si appropriano senza ritegno delle zone nevralgiche e spesso centrali di Milano. 

# Il tamarro (o maranza cittadino)

Il maranza cittadino, in senso lato anche tamarro, va invece valutato in una dimensione più canzonatoria, ironica e beffarda, che lo vede in affanno nel disperato tentativo di imitare lo stile glamour e unico del ben vestire milanese. Il tentativo è goffo e mal riuscito oltre che volgare.

A Milano essere fashion o glamour o più semplicemente eleganti, non significa riempirsi di lustrini, sfoggiare borse giganti con improbabili logo altrettanto giganti, ingioiellarsi senza più lasciare uno spazio di pelle libero di respirare o truccarsi il volto come una maschera di carnevale. 

Leggi anche: I MARANZA alla conquista di MILANO

# La sciura glam

Credits sciuraglam IG

A Milano essere glamour è un modo di essere, con cui si nasce e che è connaturale a sé. Una vera filosofia di vita che non ha nulla di studiato ma che con leggiadria e spontanea leggerezza, comincia dal dove si compra, con che classe innata lo si indossa e con che naturalezza lo si vede per strada. Il che non necessariamente coincide con gli acquisti in negozi di lusso.

La sciura glam ama scovare chicche preziose anche ai mercatini. Si sa che possiede quel gusto innato nello scegliere le cose più chic. Lei scova e trova. Lei non chiede consigli, sa. Naturalmente e senza sforzi. 

# Milanese vs tamarro

Il milanese non esibisce ma è, non è in mostra ma il suo look esiste, è lì…come l’aria che si respira. Si nota per il suo esplicarsi in modo spontaneo, appena accennato e quasi silenzioso che proprio per questo colpisce e si ammira ancora di più. Il milanese considera tamarro proprio questo atteggiarsi, questo esibire ciò che non si è e senza nemmeno crederci troppo tra l’altro e considera tamarro chi lo fa.

È tamarro questo inutile impegno alla ricerca di una forzata esibizione che risulta poi ridicola nella sua portata innaturale e caricaturale, ed insopportabile nella risata sguaiata o nel parlare, ergo urlare, ad alta voce.

Il milanese accoglie con garbo chiunque si integri si impegni e lavori con energia. Chiunque si faccia risucchiare dal vortice cittadino, chiunque voglia farne parte davvero, perché Milano va vissuta e non subita. Purché con garbo, se no è tamarro.

È dunque? Dunque diffidare dalle imitazioni o al limite, alla vista di un tamarro, che ci si ridà un po’ su. Non sguaiatamente. 

Continua la lettura con: MARANZA o GIARGIANA: chi vince la SFIDA METROPOLITANA?

ALESSANDRA GURRIERI

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COLAZIONE BALTICA a Milano

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Credits colazionemilanese -ig - Signor lievito.jpg

L’atmosfera nordica si percepisce subito dal design e dalla location familiare e accogliente. Scopriamo quali prelibatezze da provare insieme a un buon cappuccino.

COLAZIONE BALTICA a Milano

# Fondato da una ex modella della Lettonia

Credits doveequanto IG – Signor Lievito

A pochi passi dal Parco di Largo Marinai d’Italia, c’è un panificio dove si può provare una colazione dal sapore nordico: Signor Lievito. Ha aperto i battenti nel 2022 su un’idea di Natalija Nikitina, ex modella che ha sviluppato la passione per la panificazione durante il lockdown, proveniente dalla Lettonia. Il nome è un omaggio al lievito madre vecchio 120 anni che le è stato regalato da uno storico forno campano di San Giorgio a Cremano. In questo locale di 60 mq tutti i prodotti vengono realizzati in un piccolo laboratorio a vista con lievitazioni naturali e farine italiane macinate a pietra.

# Una colazione in stile nordico con Cinnamon Rolls, Babkha e Bulka al Cardamomo

Credits doveequanto IG – Interni Signor Lievito

L’atmosfera nordica si percepisce subito dal design, dove piastrelle di cotto e legno di betulla fanno da padroni fuori e dentro, e dalla location familiare e accogliente merito anche dei proprietari.

Tra i lievitati da provare troviamo Cinnamon Rolls, dolce dalle origini svedesi soffice e profumato conosciuto in patria come kanelbulle, Babkha, dolce polacco al cioccolato e cannella tipico del periodo pasquale a forma di treccia, e Bulka al Cardamomo o ai semi di papavero di origine lettone. Accanto ai dolci di ispirazione internazionale c’è naturalmente anche il pane, tra cui la baguette, pane di segale, integrale con le noci e persino le focacce pugliesi. 

Indirizzo: Via Maestri Campionesi, 26

Spunto: camimangiacose IG

 

Continua la lettura: 5 COLAZIONI all’APERTO da provare a Milano

FABIO MARCOMIN

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Il MUNICIPIO 1 alza le BARRICATE: “in centro DIVIETO di INGRESSO alle auto dei NON RESIDENTI”

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Credits percorsi.casemuseo - Porta Venezia

Anno 2154. L’umanità è suddivisa in due classi: i più ricchi, che vivono su una incontaminata stazione spaziale artificiale chiamata Elysium, e gli altri, che vivono sulla Terra, pianeta sovrappopolato e in rovina. Milano rischia di assomigliare sempre più allo scenario distopico descritto nel film Elysium, con i più ricchi e privilegiati che cercano di “isolarsi” da chi è meno fortunato. Per il Municipio 1 area C e vantaggi per i residenti in zona non sono sufficienti: persegue ora anche il divieto all’ingresso delle auto per chi non vive in zona. Ma attenzione: se tutti gli altri municipi facessero lo stesso, chi vive in centro rischierebbe di non poter più uscire fuori. E il Municipio 1 si trasformerebbe in una prigione d’oro. 

Il MUNICIPIO 1 alza le BARRICATE: “in centro DIVIETO di INGRESSO alle auto dei NON RESIDENTI”

# La proposta del consiglio del Municipio 1: la “serrata” della Cerchia dei Bastioni

Area C

Dopo i nuovi divieti alla circolazione di diesel Euro 5 e benzina Euro 2 in tutta Milano, dal Municipio 1 arriva una proposta ancora più restrittiva: rendere off limits tutto il centro storico, che coincide con Area C, alle auto dei non residenti. Con questa proposta il consiglio del Municipio 1 chiede al Sindaco Sala di procedere velocemente a “una verifica e valutazione” di varie iniziative, compresa la “serrata” della Cerchia dei Bastioni, “al fine di concretizzare un piano di attuazione progressivo entro la fine del 2024“. 

# Lorenzo Pacini, Assessore al Verde e Arredo Urbano del Municipio 1: il ticket per l’Area C non ci basta

Lorenzo Pacini, Assessore al Verde e Arredo Urbano del Municipio 1, spiega perché è prioritario andare in questa direzione: “Per noi è prioritario ridurre il più possibile le auto in centro, anche perché i dati di Area C dimostrano che il pagamento del ticket di ingresso non serve a ridurre il numero di veicoli che entrano ogni giorno. Bisogna superare il concetto dei 5 euro (che il 30 ottobre, peraltro, diventeranno 7,50, ndr) e andare verso la pedonalizzazione“.  

Lo stesso Pacini in replica all’articolo di Fabio Massa su Affari Italiani prova a spiegare ancora meglio l’azione intrapresa dal suo municipio: “Milano ha 1.360.000 residenti. Il Municipio 1 ha 96.000 residenti. A Milano entrano ogni giorno 700.000 auto. Nel Municipio 1 ne entrano 70.000Tutti sappiamo che questi numeri sono insostenibili. I dati sull’inquinamento, sui divieti di sosta, sugli incidenti sono chiari a tutti. Per me guardare al futuro di Milano vuol dire immaginare una città metropolitana che si libera delle auto […]. Questa cosa la possiamo fare in tanti modi. Aumentando trasporto pubblico (più efficiente e meno costoso), costruendo ciclabili e dando l’alternativa vera all’auto. Un modo potrebbe essere, in futuro, immaginare un centro storico inibito all’auto privata. Come accade già, non a Londra o Parigi, ma in decine e decine di città italiane.”

# Tutte le altre richieste: più parcheggi gratis per i residenti 

Credits tatsu_11_ IG – Parcheggi Milano

A fare da corollario alla proposta si chiede anche una “limitazione con privilegio notturno” per i corrieri o mezzi delle consegne e accesso solo per i veicoli “non a combustione” e su percorsi specifici e separati, la trasformazione delle strisce blu in strisce gialle, di aumentare le tariffe per i parcheggi che rimangono a pagamento e di realizzare “luoghi di sosta breve (15-30 minuti) per scarico e scarico in orari dedicati”.

# “Una misura fatta dai ricchi a favore dei ricchi” che metterebbe a rischio il regolare funzionamento del trasporto pubblico

Credits mezzi_di_milano IG – Bus Atm

Come sottolinea sempre Fabio Massa su Affari Italiani, quanto richiesto dal Municipio 1 non solo si paventa ancora una volta come una misura fatta dai ricchi a favore dei ricchi, e che esclude dal centro di Milano quegli utenti che non hanno alternativa all’uso dell’auto, su tutti anziani e lavoratori, ma anche dannosa per tutta la collettività. Infatti, venendo meno gli accessi dei non residenti, si azzererebbero anche gli incassi di Area C con conseguenze negative sul trasporto pubblico dato che le risorse del ticket vengono investite esclusivamente per il funzionamento di tram, metro e bus. Verrebbe quindi messa a rischio anche l’unica alternativa disponibile per varcare i confini della Cerchia dei Bastioni.

Non solo: se anche gli altri municipi applicassero la stessa iniziativa per un principio di reciprocità, chi vive in centro rischierebbe di non poter più uscire con la sua auto da Milano, dato che il centro è circondato dagli altri municipi. La domanda da farsi è: questa linea di trasformare Milano in un fortino in cui ci si difende da chi vive fuori, Area C contro le periferie, area B contro l’hinterland, è una strategia sensata oppure gravida di pericoli e di effetti collaterali dannosi per la città? 

Per ora il Comune adotta una strategia pilatesca: l’Assessore alla Mobilità di Palazzo Marino fa sapere che è un “argomento non all’ordine del giorno“. In futuro chissà.

Fonti: Affari Italiani, Quattroruote

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FABIO MARCOMIN

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MILANO come LONDRA? La STRADA dove si GUIDA come in INGHILTERRA

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Credits ilgiorno - Via Lazio

Una piccola zona di anarchia tra la periferia e l’hinterland.

MILANO come LONDRA? La STRADA dove si GUIDA come in INGHILTERRA

# Una zona franca dove le regole del codice stradale italiano non valgono

Credits ilgiorno – Via Lazio

Una vera e propria zona franca dove le regole del codice della strada italiano non vengono rispettate, in particolare quella della direzione di guida: si viaggia sulla sinistra invece che sulla destra come se fossimo a Londra. Ci troviamo tra il quartiere dell’Ortica e la periferia di Segrate lungo una strada di circa 1 km, Via Lazio, che collega il quartiere milanese e la tangenziale est con il Terminal dei container di Trenitalia a Redecesio. 

# Come ci si arriva

Credits ilgiorno – Semaforo Via Lazio

Si attraversa l’Ortica, o si percorre Via Rubattino fino alla fine, si arriva in via Cima e dopo il cavalcavia della tangenziale e la strettoia del ponte sul Lambro si sbuca su via Lazio. Poi si imbocca la destra al bivio, seguendo l’indicazione Terminal dei container, e si incontra un semaforo temporizzato che regola la circolazione nella strettoia che costeggia la massicciata della ferrovia. Allo scattare del verde si procede verso il terminal e si giunge al cartello che indica di cambiare corsia e prendere quella di sinistra. Da questo punto  in poi si guida con regole stradali diverse rispetto al resto d’Italia.

# Un strada senza uscita destinata agli addetti del Terminal, ma i cartelli sono poco chiari

 

Percorso questo tratto di strada guidando a sinistra e con le corsie separate da un newjersey in cemento, anche forse per evitare un cambio improvviso di corsia, si termina la giunge davanti alle sbarre delle ingresso del terminal ferroviario per i container. Qui possono proseguire solo i veicoli autorizzati, gli altri devono tornare indietro, anche se lungo il tragitto non si sono cartelli a segnalare nulla di tutto questo.

Una piccola zona di anarchia tra la periferia e l’hinterland di Milano.

Fonte: Il Giorno

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FABIO MARCOMIN

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Gli APERITIVI alla MODA a Milano

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Credits fabioruspi IG - Kilburn

Aperitivo a Milano? Sì, ma alla moda. Milano è una città sempre in fermento, in perenne movimento sin dalle prime luci dell’alba e fino al calar della sera. Ed è proprio al tramonto, quando la città si fa ancora più spumeggiante, permeata dal fascino delle sue luci, che il protagonista indiscusso delle serate milanesi è uno solo: sua maestà l’aperitivo. Se poi la location è modaiola, ancora meglio. Vediamo dunque 7 proposte per un “ape” very fashion.

Gli APERITIVI alla MODA a Milano

#1 Nottingham Forest, atmosfere soffuse e cocktails non convenzionali

Credits urpurossi IG – Nottingham Forest

Locale piccolo, senza prenotazioni, ma vale la pena aspettare per poter poi assaggiare i loro cocktail internazionali in un ambiente colorato e con arredi che mixano stili diversi. Il cocktail è particolare, profumato e servito in contenitori stranissimo, come quello a forma di vasca da bagno.

Indirizzo: Viale Piave, 1

#2 Eppol in via Malpighi, tra arredi in legno e piante rampicanti

Credits annyrita IG – Eppol pie

Nel cuore di Porta Venezia, offre una selezione di cocktails davvero molto vasta che intreccia elementi internazionali con materie prime stagionali e di qualità, accompagnati da sfiziosi assaggi in un ambiente moderno e ricercato.

Indirizzo: Via Malpighi, 7

#3 Lacerba in Porta Romana: il locale futurista di Milano

Credits stefanopilo1985 IG – Lacerba

Qui troverete sempre la fila e tantissime persone che bevono allegramente cocktail variegati e di qualità, sia fuori che all’interno di questo locale futurista, che infatti prende il nome dalla rivista futurista dei primi del ‘900. Luci, bottiglie, cocktails e tanta allegria fino a notte fonda.

Indirizzo: Via Orti, 4

#4 Kilburn in Porta Venezia: atmosfere british e tartan

Credits fabioruspi IG – Kilburn

Merita una visita per una serata dall’atmosfera un po’ british. Tra luci soffuse e ambiente assai elegante ed accogliente. Ricercati e particolari i cocktails, accompagnati da taglieri ricchi di prelibatezze italiane di qualità. Non un semplice cocktail ma una vera e propria esperienza di gusto.

Indirizzo: Via Panfilo Castaldi, 25

#5 Otto in Chinatown: il luogo dove regna la condivisione di spazi e di esperienze 

Credits giamax_t IG – Otto Milano

Locale accogliente ricco di piante dove fare aperitivo ma anche acquistare oggetti come ceramiche o piante nello store, organizzare viaggi, che qui vengono proposti abbinati a diverse esperienze come ritiri creativi in vari posti nel mondo. Tutto questo ordinando varie sfiziosità nella comandina posta su ogni tavolo.

Indirizzo: Via Paolo Sarpi, 10

#6 Eataly all’aperto: eccellenze italiane in un’oasi verde

Eataly

In Piazza XXV aprile ci si può accomodare all’aperto e gustare un buon cocktail accompagnato da varie prelibatezze tra cui la pizza al tagliere, tradizionale o gourmet, ma sempre a base di prodotti italiani selezionati e spesso presidio slow food. Perché qui la materia prima di qualità è la vera protagonista.

Indirizzo: Piazza XXV aprile, 10

#7 N’ombra de vin in Via San Marco: il ritrovo chic per gli amanti del buon vino 

Credits enricoboiardi IG – Un’Ombra de Vin

In zona Brera, per un aperitivo a base di buon vino. Qui la cantina vanta una vastissima selezione di vini italiani e non, all’interno di un locale ampio elegante e ricco di piante, dove sorseggiare un buon calice di vino e gustare deliziosi taglieri di salumi. Ambiente suggestivo, soffitto a volte e colonne, dove fare aperitivo o un dopo cena very chic.

 
Indirizzo: Via S. Marco, 2

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ALESSANDRA GURRIERI

copyright milanocittastato.it

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#72 – I 10 POSTI più STRANI dove DORMIRE in Lombardia

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Credits disciules - Il roncolino

Un’esperienza di soggiorno unica in Lombardia? Ecco una selezione di 10 posti molto particolari. 

I 10 POSTI più STRANI dove DORMIRE in Lombardia 

#1 Il Roncolino, la torretta in mezzo al bosco

Credits disciules – Il roncolino

Il Roccolino è una struttura molto particolare, a forma di torre, all’interno di un bosco e con ottimo servizi. Poco distante dal lago di Como in questo luogo romantico potrete rilassarvi nel vasca da bagno in legno e degustare i prodotti tipici della Valle Imagna. 

 

#2 Lo chalettino su ruote tra due laghi

Credits airbnb – Lo chalettino

Tra il Lago di Garda ed il Lago d’Idro, a 800 metri di altitudine immerso nella natura, si trova un piccolo chalet su ruote per due persone. Nel giardino del B&Basinochevola questa piccola “casetta di montagna” è totalmente indipendente con letto matrimoniale, cucina, bagno e giardinetto privato. 

 

#3 Il “cottage” nel centro di Milano

Credit airbnb – Cottage

Non ci troviamo nelle campagne inglesi ma in pieno centro a Milano. Questo “cottage” è una luogo magico abitato da molti artisti. Dietro a una porta turchese si cela un piccolo appartamento all’interno di una meravigliosa corte antica.

 

#4 Oasi Franciacorta, lo chalet con piscina privata

Credits booking – Oasi in Franciacorta

Oasi Franciacorta è uno chalet immerso in un grande giardino, dove prendere il sole o fare il barbecue, dotato anche di piscina privata. Può ospitare fino a 4 adulti ed è il luogo ideale se sei alla ricerca di pace e tranquillità. 

 

#5 L’Igloo circondato dagli ulivi

Credits airbnb – Igloo

Nella collina di Valtenesi a Soiano del Lago c’è Igloo Garden Lake, che assomiglia ad un Igloo di legno. Circondato da un giardino rigoglioso con ulivi tipici della zona e un bosco vicino per fare una bella camminata. A 4 minuti di auto delle spiagge, a 10 minuti da Saló e da Desenzano del Garda è un rifugio ideale come punto di partenza per escursioni nella zona.

 

#6 La torre medievale tra i vigneti

Credit airbnb – Torre Sciliano

La “Torre Scilano” è un posto incantevole lungo la pista ciclabile “Bregaglia” il cui sfondo sono le cascate dell’Acquafraggia. Situata in cima a una collina, circondata da vigneti, la torre sorge sui resti dell’antica Piuro, fiorente città sepolta da una terribile frana nel settembre 1618.

 

Leggi anche:7 MERAVIGLIE NATURALI poco conosciute nel NORD Italia (MAPPA)

#7 Il giardino delle ninfe sul Lago Maggiore

Credits aribnb – Il giardino delle ninfe

Il Giardino delle Ninfe è uno splendido appartamento con vista mozzafiato sul lago Maggiore. Un altro punto di forza di questa casa è la possibilità di rilassarsi: un bagno turco privato all’interno e la vasca Hot Tub immersa nel giardino, gratuita una serata per ogni due notti di soggiorno.

 

#8 La casa nel bosco in Valchiavenna

Credits airbnb – Casa nel bosco

La Casa Nel Bosco della Valchiavenna è un’oasi di pace e tranquillità immersa nella natura, con vista sulle montagne e dotata di ampi prati ad uso giardino. Adatta a famiglie o coppie in cerca di relax e romantica intimità, da qui è possibile partire per escursioni a piedi o in bicicletta grazie alla pista ciclabili nelle vicinanze.

 

#9 L’appartamento di design con piscina che affaccia sul lago di Como

Sul Lago di Como c’è un moderno appartamento di design, con due camere da letto, lavastoviglie, macchina del caffè, un barbecue e parcheggio gratuito. La chicca di questa casa a Menaggio è una piscina con vista spettacolare sul lago.

 

#10 La casa tutta arredata in legno naturale

Credits aribnb – Casa arredata in legno

Nel meravigliosa perla del lago di Como, Varenna, si può soggiornare in una piccola casa, tutta arredata in legno naturale, con un letto matrimoniale e un letto a castello, camino e forno a legna. All’esterno c’è un giardino attrezzato con barbeque, lettini e divani da cui si può accedere direttamente al lago.

 

Fonte: Disciules

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FABIO MARCOMIN

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